Research Paper ISFOL
La domanda di lavoro qualificato Le inserzioni a modulo nel 2009 Trent’anni di rilevazioni ISFOL-CSA di Michele Cuppone, Anna Mocavini, Achille Pierre Paliotta e Giulio Rauco
ISSN 2281-499X Collana Isfol Research Paper | numero 14 - settembre 2014 | www.isfol.it
La collana Isfol Research Paper raccoglie i risultati di ricerche o studi dell’ISFOL, anche in corso, e risponde all’esigenza di pubblicare in tempi rapidi dati (o selezioni di dati) ed elaborazioni compiute e rappresentative del patrimonio tecnicoscientifico dell’Istituto, per favorirne l’immediata visibilità e fruibilità da parte dei target di utenza.
L’ISFOL, Ente nazionale di ricerca, opera nel campo della formazione, del lavoro e delle politiche sociali al fine di contribuire alla crescita dell’occupazione, al miglioramento delle risorse umane, all’inclusione sociale e allo sviluppo locale. Sottoposto alla vigilanza del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l’ISFOL svolge e promuove attività di studio, ricerca, sperimentazione, documentazione e informazione, fornendo supporto tecnico-scientifico ai Ministeri, al Parlamento, alle Regioni, agli Enti locali e alle altre istituzioni, sulle politiche e sui sistemi della formazione e apprendimento lungo tutto l’arco della vita e in materia di mercato del lavoro e inclusione sociale. Fa parte del Sistema statistico nazionale e collabora con le istituzioni europee. Svolge il ruolo di assistenza metodologica e scientifica per le azioni di sistema del Fondo sociale europeo ed è Agenzia nazionale del programma comunitario Erasmus+ per l’ambito istruzione e formazione professionale. Presidente: Pier Antonio Varesi Direttore generale: Paola Nicastro Riferimenti: Corso d’Italia, 33 00198 Roma Tel. +39.06.85447.1 web: www.isfol.it
La Collana Isfol Research Paper è curata da Isabella Pitoni, responsabile del Servizio per la comunicazione e la divulgazione scientifica Contatti: editoria@isfol.it
Il volume raccoglie i risultati di una ricerca realizzata nell’ambito delle attività del Servizio statistico e di coordinamento delle banche dati, coordinato da Enrico Spataro, realizzate a valere su fondi istituzionali 2010. Questo testo è stato sottoposto con esito favorevole al processo di peer review interna curato dal Comitato tecnico scientifico dell’ISFOL.
Cuppone (cap. 5); Anna Mocavini (cap. 3); Achille Pierre Paliotta (Introduzione e cap. 1); Giulio Rauco (capp. 2 e Autori:
Michele
4). Elaborazioni statistiche a cura di: Michele Cuppone (capp. 3 e 5 e Appendice statistica); Giulio Rauco (capp. 2 e 4). Cartografie a cura di Salvatore Marsiglia (capp. 4 e 5). Un ringraziamento particolarmente sentito al gruppo di lavoro del Centro statistica aziendale, Paolo Baglioni e Barbara Lasagni in primis, nonché a tutte le operatrici del CSA, coordinate da Silvia Fontana. Grazie all’impegno da loro profuso, in carenza strutturale di fondi, è stato possibile portare a termine, ancora una volta, l’indagine. Testo chiuso: luglio 2014 Coordinamento editoriale: Paola Piras Impaginazione ed editing: Anna Nardone Le opinioni espresse in questo lavoro impegnano la responsabilità degli autori e non
necessariamente riflettono la posizione dell’ente. Copyright (C) [2014] [ISFOL] Quest'opera è rilasciata sotto i termini della licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale Condividi allo stesso modo 4.0. Italia License. (http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/)
ISBN 978-88-543-0197-9
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
ABSTRACT LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO – LE INSERZIONI A MODULO NEL 2009 TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
La ricerca di personale qualificato (RPQ) sui quotidiani costituisce una delle fonti più immediate e dirette per reclutare forza lavoro da parte del sistema produttivo nazionale. Questo canale di ricerca ha delle caratteristiche precipue, che lo fanno preferire ad altri canali (internet, i reticoli sociali, i servizi pubblici per l’impiego, ecc.), almeno per la ricerca di determinati profili professionali. L’ISFOL, in collaborazione con il Centro statistica aziendale (CSA) di Firenze, ha rilevato il fenomeno, in maniera continuativa, sin dal 1979. L’indagine, unica nel suo genere in Italia, non è stata più finanziata a partire dal 2010.
QUALIFIED JOB MARKET HELP WANTED ADVERTISING IN 2009 THIRTY YEARS OF ISFOL-CSA RESEARCH
Help wanted advertising is used to hire new employees. This type of advertising typically runs in the classified section of newspapers and publications, as well as on Internet classified sites. This book presents the ISFOL “Help Wanted Ads” on newspaper job advertisements. In particular, we analyze the dynamic properties of this data, with particular attention to their potential uses in terms of predictors of demand and as a labour market indicator. This thirty-year long research, the only one in Italy, has not been financed since 2010. Parole
chiave:
lavoro
qualificato,
ISFOL-CSA, stampa,
mercato
del
Keywords: ISFOL-CSA, qualified job market,
annunci
sui
press,
quotidiani, barometro delle professioni, turn
help
wanted
advertising,
jobs
barometer, turn over.
over. PER CITARE IL PAPER: ISFOL, Cuppone M. et al., La domanda di lavoro qualificato. Le inserzioni a
modulo nel 2009. Trent’anni di rilevazioni ISFOL-CSA, Roma, ISFOL, 2014 (Isfol Research Paper, 14)
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
INDICE
Introduzione ........................................................................................................................................... 5 1
2
3
4
5
6
Una serie storica lunga trent’anni. Caratteristiche distintive e peculiarità metodologiche ....................... 8 1.1
Premessa ................................................................................................................................. 8
1.2
Storicità dell’indagine, approcci teorici e potenzialità di analisi ..................................................... 8
1.3
Impianto metodologico ........................................................................................................... 15
1.4
La rilevazione presso le imprese. L’indagine Excelsior Unioncamere ........................................... 19
1.5
Conclusioni ............................................................................................................................ 21
Le inserzioni quali possibili anticipatrici del ciclo economico .............................................................. 22 2.1
Premessa ............................................................................................................................... 22
2.2
Un raffronto temporale tra gli annunci ..................................................................................... 23
2.3
Una misura della vicinanza tra l’andamento del PIL e quello degli annunci ................................. 27
2.4
La correlazione misurata sui trimestri: un’ipotesi previsionale .................................................... 28
2.5
Conclusioni ............................................................................................................................ 29
Il mercato del lavoro qualificato in Italia: le inserzioni a modulo........................................................ 30 3.1
Lo scenario macroeconomico di riferimento .............................................................................. 30
3.2
Struttura e andamenti della domanda di lavoro qualificato: “serie storica” e “serie allargata” ...... 32
3.3
Attività economiche ................................................................................................................ 37
3.4
Alcuni aspetti qualitativi delle offerte di lavoro .......................................................................... 40
3.5
Conclusioni ............................................................................................................................ 47
Le professioni maggiormente richieste ............................................................................................ 49 4.1
L’analisi delle professioni ......................................................................................................... 49
4.2
Il “barometro” delle professioni ............................................................................................... 49
4.3
La classificazione ISTAT .......................................................................................................... 53
4.4
Una visione territoriale ............................................................................................................ 56
Il valore commerciale delle inserzioni a modulo ............................................................................... 68 5.1
Premessa ............................................................................................................................... 68
5.2
Andamenti generali ................................................................................................................ 68
5.3
Analisi per professioni ............................................................................................................. 69
5.4
Andamenti per segmenti ......................................................................................................... 72
5.5
Approfondimenti ..................................................................................................................... 75
5.6
Nota metodologica ................................................................................................................. 76
5.7
Conclusioni ............................................................................................................................ 78
Conclusioni finali e primi elementi per la costituzione di un Osservatorio sul reclutamento in rete ....... 79
Appendice statistica............................................................................................................................... 83 Bibliografia ........................................................................................................................................... 97
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
INTRODUZIONE
La domanda di lavoro qualificato (DLQ) è stato un progetto dell’ISFOL, avviato sin dal 1979, in collaborazione con il Centro statistico aziendale (CSA) di Firenze, ed è tuttora presente nel Programma statistico nazionale (PSN), nelle more di una sua rimodulazione, che verrà presentata nelle conclusioni finali. Ciò che viene preso in esame in questo volume, la banca dati riferita all’anno 2009, rappresenta, dunque, il trentesimo anno di rilevazione di quest’indagine che tratta dell’argomento della domanda di lavoro qualificato, mediante le inserzioni a modulo, la quale costituisce davvero un unicum in Italia. La rilevazione si basa sulla collazione sistematica delle inserzioni “a modulo”, di ricerca di personale qualificato, sui quotidiani a diffusione nazionale, uno dei vari canali di ricerca di lavoro. Considerando che la ricerca attiva di un candidato, da parte dell’impresa, può essere effettuata in vari modi, anche mediante l’attivazione di diversi canali, l’indagine condotta annualmente dall’ISFOL, costituisce una buona misura della domanda di lavoro qualificato espressa dal sistema produttivo nazionale, nella sua componente più strutturale ed innovativa, in quanto assai onerosa per l’azienda stessa (e ciò costituisce, indubbiamente, uno dei suoi punti di forza): è essenziale, per stimare i cambiamenti qualitativi intervenuti nella domanda di lavoro; soprattutto nel cercare di verificare tutte quelle tesi che assegnano al personale di elevata qualificazione – e più in generale al “capitale umano” – un ruolo centrale nello sviluppo di una economia della conoscenza. Questo canale si contraddistingue, allora, per l’elevato livello di qualificazione delle posizioni lavorative richieste dalle imprese, per la dimensione aziendale, generalmente medio-grande di quest’ultime, per la ricerca di professioni innovative ed emergenti, ecc. così come si cercherà di argomentare, più in dettaglio, nel corso del testo. Per tutti questi motivi, l’indagine è stata assai utilizzata, nel corso degli ultimi decenni, per stimare la domanda di lavoro qualificato delle imprese nonché quale proxy nella costruzione della curva di Beveridge, ovvero la relazione inversa tra posti vacanti (vacancies, v) e disoccupazione (u). Di tale rilevanza, all’interno della comunità scientifica nazionale, si fornisce abbondante letteratura, nel corso del primo capitolo, così come nello stesso ci si sofferma, in maniera approfondita, su molte questioni di carattere teorico e metodologico. È stata proprio l’esigenza di rendere pubblici i dati 2009, agli utilizzatori di tali analisi economiche, così da completare un trentennio di rilevazioni, che si è deciso di divulgare tali dati nonostante gli stessi siano oramai datati e non più utili al loro fine proprio. Tale fine è, da sempre, soprattutto quello di utilizzare le informazioni statistiche in ambito orientativo, soprattutto quando le analisi sui fabbisogni professionali in Italia non erano così diffuse. A questo riguardo vi è da dire che – seppur nel contesto nazionale, grazie al sistema Excelsior, vi sia oggigiorno abbondanza di tali dati – la rilevazione sulle inserzioni mantiene una sua specificità essendo basata su una decisione dichiarata di assunzione (con un forte onere economico) e non su mere intenzioni di reclutamento. Non si possono esplicitare, inoltre, in questa sede, tutte le difficoltà legate all’acquisizione della banca dati, e alla pubblicazione delle relative informazioni statistiche, dovute a diversi fattori concomitanti: le continue spending review, il lungo commissariamento dell’Istituto nonché ad un complessivo riassetto interno, legato alla
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governance generale dell’Ente. Con la presente pubblicazione si fa, però, finalmente ammenda di tale mancanza e, nello stesso tempo, si dà inizio ad una fase di profonda ristrutturazione della stessa indagine, la quale viene dunque presentata per l’ultima volta in questa modalità, abituale negli ultimi anni. Si è, dunque, consapevoli che il quadro generale, dal 2009 ad oggi, è mutato assai velocemente e che la stessa indagine abbisogna di un nuovo disegno complessivo che possa tener conto di una veloce trasformazione in atto nelle dinamiche del mercato del lavoro e della stessa job search. Nel 2014, difatti, è divenuto oramai acclarato il ruolo giocato dalla rete nell’offrirsi quale luogo previlegiato dove cercare i posti di lavoro messi a disposizione del sistema produttivo nazionale. Tale processo è stato, poi, favorito dall’esplosione dei dispositivi mobili (smartphones e tablets), dalle applicazioni correlate e dalla rilevanza, a tutt’oggi, dei portali on-line di ricerca lavoro. In tal senso, l’indagine futura non potrà non cogliere tali aspetti e dovrà essere, nel proseguo, pertanto, profondamente ripensata. Ciò detto le inserzioni a modulo sembrano, tuttavia, ancor oggi, rappresentare un canale di ricerca ancora ampiamente utilizzato sia dalle imprese che dai giovani. L’ultimo dato disponibile, al momento di andare in stampa, il Rapporto annuale ISTAT 2014 (ISTAT, 2014:102), evidenzia che i 15-34enni, i quali sono in cerca di occupazione, fanno uso in maniera precipua della rete informale di parenti e conoscenti (81,9%, domanda a risposta multipla), seguitano a inviare curriculum (76,3% dei casi), utilizzano i portali specializzati on-line (63,6%, con un incremento rispetto al 2008 del +22,1%) ma continuano a leggere i classici annunci sui giornali (51,5%), in una percentuale significativa e non molto lontana dall’utilizzo degli annunci on-line. Per seguire l’evoluzione della congiuntura economica, e delle dinamiche in atto nel mercato del lavoro, nel corso del testo, vengono evidenziate le richieste di personale delle imprese italiane, in un periodo in cui la crisi finanziaria internazionale ha avuto pesanti ripercussioni economiche, e quindi non solo finanziarie, a livello nazionale. Il 2009 è stato, difatti, un anno particolarmente importante in quanto si è connotato, insieme al 2013, come quello dove si è registrato il maggior calo occupazionale, sempre secondo il citato Rapporto, e ciò non si è potuto non riflettere sull’andamento complessivo delle inserzioni a modulo. In ogni rapporto annuale, come di consueto, oltre a presentare i dati sull’andamento delle inserzioni a mezzo stampa, e ciò costituisce, sia ben chiaro, la precipua finalità di tale pubblicazione, viene, di volta in volta, presa in esame una tematica di carattere generale la quale serve ad introdurre le informazioni statistiche. Per quanto riguarda il periodo di riferimento, pare addirittura obbligato occuparsi del trentennale di tale indagine e non si poteva, dunque, non trattarne in maniera diffusa, nel corso del primo capitolo. Qui, come già detto, si sono volute, dunque, mettere in evidenza le caratteristiche peculiari di tale indagine, trattare di alcuni approcci teorici e dell’impianto metodologico soggiacente complessivo. La struttura della parte restante del volume è, infine, la seguente. Nel secondo capitolo, si presenta un confronto tra il volume totale degli annunci pubblicati e l’andamento del Prodotto interno lordo (PIL), al fine di misurare le congruenze rilevate attraverso un apposito indice, il quale misura la correlazione, ovvero la relazione tra le due variabili. Questo perché appare abbastanza plausibile che si possa avere
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una diminuzione delle offerte in situazioni economiche sfavorevoli o in corrispondenza di aspettative pessimistiche per il futuro. Nel terzo, vengono presentate le tradizionali analisi sull’andamento delle inserzioni, con particolare riferimento alle disaggregazioni territoriali e settoriali nonché ad alcune analisi di tipo qualitativo. Il quarto, si occupa delle professioni maggiormente richieste dal sistema produttivo nazionale, il cosiddetto “barometro delle professioni”, mentre il quinto è dedicato ad uno studio del valore commerciale delle inserzioni a modulo.
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UNA SERIE STORICA LUNGA TRENT’ANNI. CARATTERISTICHE DISTINTIVE E PECULIARITÀ METODOLOGICHE
1.1
Premessa
La Ricerca di personale qualificato (RPQ) sui quotidiani costituisce, ancor oggi, seppur in forte calo, una delle fonti più immediate e dirette per reclutare forza lavoro da parte del sistema produttivo nazionale. Questo canale di ricerca ha delle caratteristiche precipue (Mocavini e Paliotta, 2002), che lo fanno tuttora preferire ad altri canali quali internet (Paliotta, 2004; cfr. anche Reyneri, 2004), i reticoli sociali (Barbieri, 2004), i servizi pubblici per l’impiego, ecc., almeno per la ricerca di determinati profili professionali, ad elevata qualificazione. Infine, viene rilevato in maniera continuativa, sin dal 1979 (CSA, 1979), in collaborazione con il Centro statistica aziendale (CSA) di Firenze1. Da molti anni, dunque, l’ISFOL rileva la domanda di lavoro qualificato tramite le inserzioni pubblicate sui principali quotidiani italiani. Si tratta di inserzioni “a modulo” a pagamento, ossia di offerte pubblicate all’interno di spazi incorniciati, che le aziende utilizzano per la ricerca di personale. Nonostante il costo elevato per le aziende che vi ricorrono, esse rappresentano uno strumento sempre più importante nella ricerca di personale qualificato, in particolare in presenza di congiuntura favorevole o di buone prospettive future da parte degli operatori economici. Per questo motivo, tale rilevazione costituisce uno strumento assai utile per valutare le vicende economiche del nostro paese. Il ricorso a questo canale di ricerca del personale è, in generale, indice di un bisogno immediato ed urgente che si spera di riuscire a soddisfare in breve tempo, contando su una veloce risposta all'inserzione da parte dei potenziali candidati e per questa ragione il datore di lavoro è disposto ad accollarsi l'onere di una costosa inserzione. La ricerca di personale con determinate caratteristiche possedute, e il costo connesso con questa modalità di ricerca, fa sì che mediante questo canale si cerchi perlopiù personale di elevata qualificazione, di difficile reperimento e di acclarata strategicità per la mission aziendale. Si tratta, in buona sostanza, di un’attività assimilabile ad un autentico investimento in capitale umano, da parte delle imprese, che queste sono presumibilmente disposte a intraprendere solo in presenza di buone prospettive economiche per il futuro, o di una situazione congiunturale comunque favorevole. Le organizzazioni, del resto, dovrebbero investire sempre più in quel capitale umano che i singoli candidati hanno già conseguito nel mercato dell’istruzione mediante l’acquisizione di un titolo di studio formale.
1.2
Storicità dell’indagine, approcci teorici e potenzialità di analisi
La motivazione di tale attività risiede nella decisione dell’ISFOL, appena costituitosi nel 1973, nel voler monitorare il mercato del lavoro e in modo più specifico l’incontro tra domanda ed offerta. Tale ricerca
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Fondato nel 1935 da Livio Livi, statistico, economista e sociologo di fama internazionale, il Centro statistica aziendale (CSA) opera a Firenze da quasi ottant’anni nel campo della ricerca e dell'informazione statistica per le istituzioni pubbliche, gli istituti di ricerca e le aziende. Dal 1969 al 2002 l'attività del CSA è stata coordinata da un Consiglio scientifico presieduto dal prof. Massimo Livi Bacci e diretta dal prof. Renzo Ricci mentre dal gennaio 2002 il CSA è entrato a far parte di un gruppo di rilevanza nazionale (Intersistemi Italia) che ha acquistato il ramo di azienda unitamente al gruppo di ricercatori già operanti nel CSA.
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si deve alla lungimiranza del dirigente ISFOL Augusto Ruberto (1932-2006) il quale impostò negli anni 1978-1979, le linee generali della rilevazione le quali sono rimaste sostanzialmente immutate. Nel 1969 il CSA inizia a rilevare, registrandone gli estremi su appositi tabulati, le domande (dei lavoratori) e le offerte (delle aziende) di lavoro della “piccola pubblicità” e, per le offerte delle aziende, della rubrica “ricerca di collaboratori qualificati” (o simili) dei principali quotidiani nazionali. I risultati di quest’indagine che non ha precedenti e che è progettata per acquisire nuovi e più affinati elementi di conoscenza e di analisi, sono utilizzati per la costruzione di serie storiche di indici sintetici sull’andamento del mercato del lavoro come anche, più in particolare, del confronto fra domanda ed offerta di lavoro. In questa prima fase, dall’esordio fino al 1979, la rilevazione viene effettuata, manualmente, attraverso una semplice “conta”, riportata su tabulati cartacei, del numero di domande ed offerte per la piccola pubblicità e dei moduli unitari (superficie) per le inserzioni “a modulo” dedicate agli impieghi qualificati. I dati vengono, poi, registrati ed elaborati tramite schede meccanografiche e pubblicati con cadenza mensile anche in forma di serie storiche di indici sintetici (di domanda ed offerta di lavoro) per analisi retrospettive sul settore (Ricci, 1978). Nel 1978 l’indagine viene acquisita, in esclusiva nazionale, dall’ISFOL. La rilevazione viene estesa ai 18 principali quotidiani nazionali e si procede ad una analisi più approfondita delle singole richieste. Oltre al numero, alla superficie dell’avviso (per le cosiddette “inserzioni a modulo”) ed al lavoro offerto, vengono rilevati altre caratteristiche quali il numero di collaboratori ricercati, il tipo di professione, l’area geografica ed il settore di attività dell’azienda, la nazionalità della stessa, l’eventuale stipendio offerto e, laddove disponibili, i requisiti, eventualmente richiesti al candidato, del titolo di studio, della precedente esperienza lavorativa, della conoscenza di una o più lingue straniere. Dal 1979 ad oggi la collaborazione fra CSA ed ISFOL, definita da accordi (convenzioni) succedutisi nel tempo, diviene continuativa. La struttura della rilevazione si è modificata perfezionandosi progressivamente nel corso degli anni. Dal 1981 al 1987 a queste rilevazioni, entrambe orientate al segmento “privato”, è temporaneamente affiancata un’indagine sulle offerte del pubblico impiego, effettuata tramite i contenuti dei bandi di concorso pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, che consente di coprire l’intero spettro del mercato sia pubblico che privato. Con l’ampliarsi della rilevazione, lo strumento adottato per realizzarla diviene progressivamente più complesso ed affinato. Si passa, difatti, in questa fase all’uso della registrazione su dischi flessibili per poi migrare, a partire dal 1990, su un sistema di rilevazione basato su un database integrato (programmato in linguaggio Db2 ed in seguito aggiornato a Db4), che, con l’inserimento delle informazioni tramite personal computer, prevede anche un sistema di controlli, in parte attivi in tempo reale, ed in parte successivi alla registrazione – tramite routines a fine giornata ed a fine mese – in modo da assicurare un alto standard qualitativo dell’intero processo, dall’acquisizione del dato alla sua elaborazione finale, effettuata attraverso l’utilizzo del pacchetto statistico SAS. Sul finire degli anni Novanta, viene creato ad hoc, ed aggiornato periodicamente nel corso del tempo, un sistema di codifica e classificazione delle professioni coerente con gli standards ISTAT, ed Eurostat nonché testata la funzionalità di un “dizionario delle professioni”, in cui recensire gli aspetti qualitativi delle stesse così come registrarne la continua evoluzione professionale.
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In coerenza con un mercato delle professioni più qualificate che si va progressivamente sempre più orientando all’ambito sovranazionale, dal 1991 al 2003, e poi per alcune mensilità “campione” anche negli anni dal 2004 al 2006, il campo di osservazione viene esteso anche ai principali paesi dell’Unione Europea attraverso la rilevazione delle offerte pubblicate su alcune testate nazionali di riferimento quali “Le Monde” per la Francia, “Frankfurter Allgemeine” per la Germania, “El Pais” per il Regno di Spagna e “The Times” per il Regno Unito. A partire dall’annualità 2003 viene sviluppata ed aggiunta al programma una specifica utility in grado di individuare i casi di inserzioni ripetute (pubblicazione multipla della stessa inserzione su più quotidiani o sullo stesso quotidiano in giorni diversi) e di creare un nuovo archivio “depurato” contenente i dati relativi alle sole inserzioni non replicate. Nel 2004 la procedura di acquisizione dati in Db4 è ulteriormente aggiornata e trasferita su un database strutturato attraverso un modello relazionale, programmato in linguaggio Visual basic. Nel 2004 è stata, inoltre, condotta una rilevazione esplorativa sulle offerte di lavoro pubblicate dalle aziende sulle testate nazionali più note, delle principali città italiane, della cosiddetta “stampa free”, quali “Metro” e “City”, un canale di ricerca di lavoro allora diffuso per la ricerca di personale generico, di media e bassa qualificazione. Nel 2007 è stata aggiunta la possibilità del calcolo del valore delle singole offerte, attraverso la combinazione del costo del modulo sul quotidiano e del numero di moduli ascrivibili alla singola richiesta. Alcuni studi di fattibilità sono stati, in ultimo, impostati relativamente alla possibilità di rilevare le richieste del personale (qualificato o meno) che transitano attraverso i siti web specializzati. Si tratta per lo più di un sottoinsieme di quelle veicolate dalla stampa quotidiana, oggi anche attraverso le rispettive versioni on-line che già vengono utilizzate per la rilevazione. Quest’ultima sperimentazione è stata propedeutica alla messa a punto di un progetto di costituzione di un Osservatorio sul
reclutamento in rete che viene proposto nelle conclusioni finali. A livello internazionale, la più importante rilevazione mediante gli annunci a mezzo stampa, svolta nei paesi economicamente sviluppati, è senz’altro quella promossa dallo statunitense The Conference
Board. L’indagine è, di fatto, un indice mensile delle inserzioni sui quotidiani delle 51 principali città degli Stati Uniti. Dopo gli aggiustamenti statistici, apportati per il differente numero di settimane e di domeniche presenti in ogni mese, il totale delle inserzioni viene espresso in un numero indice ( Help-
Wanted Ads Index) con o senza aggiustamento stagionale. Viene preso in considerazione un solo quotidiano, quello più importante per ogni singola città e quello che contiene, probabilmente, più annunci di lavoro dei concorrenti. Questo canale di ricerca ha molteplici specificità e peculiarità ma qui, per mere ragioni di spazio, si possono trattare solo di tre tematiche: le tipologie dei canali di ricerca; la qualificazione della forza lavoro; la stima della domanda di lavoro delle imprese e l’utilizzo di uno strumento euristico chiamata curva di Beveridge. Riguardo alla prima tematica, il ricorso al canale delle inserzioni, da parte delle imprese italiane, la ricerca di personale può essere meglio inquadrata mediante una veloce panoramica tra le diverse
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tipologie. Rispetto alla politica di reclutamento di un’impresa Andrea Zerilli distingue tra fonti interne ed esterne alle imprese (Zerilli, 2007). Le fonti interne svolgono un ruolo importante ma sono per loro natura limitate e devono essere, allora, integrate od anche sostituite dalle fonti esterne. Le une sono apparentemente limitate, almeno come raggio di azione, le altre sono potenzialmente illimitate, facendo sempre riferimento all’estensione della ricerca. Tra le prime vi sono: a) le reti di relazioni, b) le promozioni e i trasferimenti; c) le ricerche da archivio informatizzato (files); d) gli altri canali. Tra le seconde: a) gli uffici di collocamento, oggi denominati servizi per l’impiego; b) le associazioni degli imprenditori, delle categorie professionali, dei sindacati e del volontariato; c) le domande spontanee; d) le liste messe a disposizione da istituzioni formative ed educative; e) le aziende concorrenti; f) i consulenti del lavoro, i commercialisti; g) le agenzie di lavoro interinale; h) le inserzioni a modulo; i) internet; j) le reti di relazione. Emilio Reyneri tipologizza, invece, i vari canali facendo uso delle coppie concettuali formale/informale e tradizionale/moderno (Reyneri, 2005) mentre Paolo Barbieri distingue tra canali istituzionali, relazionali e di mercato (Barbieri, 1997). I pochi dati utili per un’analisi fra canali, a livello comparativo, riferiti alla domanda non sono molto numerosi. Il primo di questi è riportato da Reyneri (Reyneri, 2005:219) il quale sottolinea che in Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi la ricerca di lavoro è formale e
organizzata, con circa il 20% delle persone che si rivolge alle reti di relazione mentre i canali più utilizzati sono i giornali e le agenzie di collocamento, in Francia, Belgio e Irlanda la ricerca è prevalentemente formale e informale e ci si rivolge a giornali o reti di relazioni, con percentuali che vanno dal 65% all’80% in ultimo, in Spagna, Portogallo e Italia la ricerca è per di più informale e
organizzata: in Spagna circa il 20% si indirizza ai quotidiani che sono ignorati in Italia e Portogallo, in Grecia invece chi cerca lavoro ricorre nell’80% dei casi alle reti di relazioni. L’indagine di Harry J. Holzer mette, al contrario, in risalto che oltre un quarto delle assunzioni transita attraverso le reti informali, un quarto attraverso le inserzioni sulla stampa e il 15% attraverso le agenzie per l’impiego, pubbliche e private (Holzer, 1996; cfr. Idem, 1987 e 1988). Rispetto alla concorrenzialità dei diversi canali di ricerca, alcuni autori olandesi hanno rilevato, con un’indagine su un campione di 1.913 imprese,
l'efficienza differenziale dei diversi canali (velocità alla quale, dato un certo numero di vacancies pubblicizzate da un'impresa e dati un certo numero di candidati per ogni posto vacante, il match tra le due parti si trasforma in un’assunzione). Dalla loro analisi emerge che il collocamento pubblico è il canale più efficace per assumere i disoccupati mentre le inserzioni a modulo lo sono invece per chi è già occupato (Lindeboom, van Ours e Renes, 1994). Per quel che concerne la seconda tematica è da mettere in risalto il peculiare livello di qualificazione che transita mediante il canale delle inserzioni a modulo. È evidente, difatti, che si tratta di una ricerca di personale ad elevata qualificazione perché per esso le imprese richiedenti sono disposte a sostenere una ricerca assai onerosa. Il collegamento è, dunque, con le varie teorie che trattano del capitale
umano e con quelle più recenti imperniate sul capitale sociale. Dopo diversi anni, l’ipotesi del capitale umano non è solo convinzione diffusa tra gli economisti ma viene, oramai, fatta propria anche dai decisori politici, e dall’opinione pubblica in generale. Il capitale umano è stato distinto, dal premio Nobel
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Gary Stanley Becker (1930-2014), in specifico (perfectly specific training) (Becker, 1964:26)2 oppure generico (perfectly general training) (Idem, 1964:26)3. Nel primo caso, esso si sostanzia in un maggior addestramento rispetto alle routines aziendali e alla conoscenza di particolari abilità e procedure operative specifiche dell’impresa facendo sì che egli aumenti la propria produttività nel contesto lavorativo; siccome tali abilità sono meno richieste e, quindi, di poco valore all’esterno dell’azienda quest’ultima si può permettere di non retribuirla interamente: il risultato finale è che sembra prevalere, soprattutto all’interno di mercati del lavoro poco permeabili all’esterno, la formazione di capitale umano specifico (Checchi, 2001:53)4. Il capitale generico può essere utilizzabile, invece, in diversi contesti lavorativi; l’impresa deve pagare una remunerazione più alta per esso poiché la manodopera deve essere ricompensata per l’aumento di produttività che questa comporta: si tratta di tutte quelle capacità e competenze che possono essere fatte valere in situazioni lavorative meno contestualizzate e che appartengono, in misura maggiore, al lavoratore che può, quindi, trasferire questo capitale in altri impieghi. Attraverso il canale delle inserzioni a modulo le aziende cercano in misura maggiore capitale umano generico, o acquisendolo all’inizio di una carriera lavorativa, oppure, in modo più verosimile, “rubandolo” ai propri concorrenti (cherry picking). A dir il vero, in moltissimi casi la distinzione non è così netta poiché, ad esempio, vi possono essere competenze specifiche strettamente connesse a un intero settore produttivo o correlate all’esercizio di un corpus teorico-pratico tipico di un determinato gruppo professionale, vi possono essere modelli organizzativi peculiari all’interno di uno stesso segmento competitivo, l’assegnazione o meno a mansioni codificate e rigide versus autonomia decisionale e molte altre possibilità ancora, tutte situazioni che fanno sì che l’acquisizione di tale capitale sia in parte specifico e in parte generico: alla fine, l’elemento privilegiato è quello della precedente esperienza lavorativa nella quale si trovano raggruppati sia il capitale generico che quello che si potrebbe definire intra-settoriale o intra-professionale. La tesi indagata nei rapporti pubblicati sulla domanda di lavoro qualificato è, allora, se questo capitale umano sia poi, in definitiva, così richiesto dal sistema produttivo nazionale e quale strategicità possa ricoprire all’interno dei vari contesti aziendali: soprattutto per le aspettative legate all’avvento di una nuova “economia della conoscenza” e alla corposa introduzione di nuove tecnologie. In ultimo, le imprese sono disposte a pagare per la ricerca di capitale umano generico, e in parte specifico, e lo fanno ricorrendo ai canali di mercato (inserzioni sulla stampa, agenzie di somministrazione di lavoro, agenzie di ricerca e selezione del personale, agenzie d’intermediazione, ecc.). In queste situazioni, l’azienda remunera in misura
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«Completely specific training can be defined as training that has no effect on the productivity of trainees that would be useful in other firms. Much on-the-job training is neither completely specific nor completely general but increases productivity more in the firms providing it and falls within the definition of specific training». «Perfectly general training would be equally useful in many firms and marginal products would rise by the same exent in all of them. Consequently, wage rates would rise by exactly the same amount as the marginal product and the firms providing such training could not capture any of the return». «Seguendo la logica del mercato concorrenziale, il costo della formazione di capitale umano specifico dovrebbe invece essere accollato interamente all’impresa, in quanto questa non corre il rischio di favorire le imprese concorrenti lasciandosi portare via lavoratori già addestrati. Per contro, a meno di poter escludere con sufficiente certezza il rischio del licenziamento i lavoratori non sono disposti a pagare per una formazione specifica, in quanto sanno che quello stesso capitale umano non ha alcun valore al di fuori dell’impresa».
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maggiore sia il capitale generico da essi posseduto che una parte di capitale specifico intra-settoriale o intra-professionale. Rispetto alla terza tematica, la stima della domanda di lavoro delle imprese che utilizzano il canale della carta stampata vi è da evidenziare che l’importanza di questa stima, è data dalla possibilità di far uso di strumenti euristici, ampiamente utilizzati in letteratura, per monitorare il mancato incontro tra domanda ed offerta di lavoro (mismatch)5 quali, ad esempio, le analisi basate sulla curva di Beveridge, ossia la relazione inversa tra posti vacanti (vacancies (v)) e disoccupazione (u)6. Sull’importanza di questa stima basti solo far riferimento alla multidimensionalità del concetto di “posti vacanti”; una definizione generale, ripresa da Charles C. Holt (1921-2010) e Martin Heidenhain David, è la seguente: “i posti
vacanti vengono definiti come a) quei posti di lavoro disponibili e non occupati per i quali le imprese che ricercano attivamente manodopera, specificano formalmente i requisiti necessari e il salario, e b) il numero di lavoratori che si assumerebbero in un determinato momento (senza però che questi debbano iniziare a lavorare immediatamente) se questi avessero le medesime qualificazioni e pretese salariali di altre persone assunte di recente dalla impresa a occupare posizioni corrispondenti” (Holt e David, 1981:101). Gli aspetti rilevanti di tale concetto sono, quindi: 1) i posti disponibili; 2) i posti non occupati; 3) la ricerca attiva svolta dalle imprese; 4) la specificazione formale dei requisiti; 5) il numero e i tipi di lavoratori. Questa definizione non risolve del tutto le ambiguità concettuali ed operative sui posti vacanti ma è quella generalmente accettata, poiché altre solleverebbero ulteriori perplessità7. Come si vede, essa appare in linea con le caratteristiche qualitative dei dati disponibili dalle inserzioni a modulo e come proxy è stata utilizzata in molteplici pubblicazioni. La tematica dei posti vacanti (job vacancies) ha avuto, e non solo in Italia, una rinascita di interesse a cui lo stesso ISFOL ha partecipato, e in parte attivamente promosso, con la pubblicazione di monografie e, soprattutto, con la pubblicizzazione dei dati di questa indagine, considerati una valida
proxy dei posti vacanti, così come meglio si argomenterà nel proseguo. L’attenzione nei confronti delle vacancies è strettamente legata alla relazione tra posti vacanti (v) e disoccupazione (u), altrimenti nota come curva di Beveridge, dal nome dell’economista e statista omonimo, William Henry (1879-1963), che per primo mostrò tali legami. Questo nome, curva di Beveridge, fu proposto per la prima volta da John Christopher Roderick Dow (1916-1998) e Leslie Arthur Dicks Mireaux (1924-2013) (Dow e Dicks Mireaux, 1959), i quali intesero onorare la memoria e l’opera dello statista britannico il quale fu uno dei
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Il termine mismatch sta a significare la scarsa sostituibilità, e ciò è tanto più vero nel breve periodo, tra i posti di lavoro domandati e le caratteristiche in termini di competenze professionali possedute, o anche indipendentemente da vincoli territoriali (legati alla mobilità) che possono essere causa di una contemporanea crescita, sia dei posti vacanti che del tasso di disoccupazione, almeno a livello aggregato. Rispetto al livello di qualificazione richiesto, lo skill shortage di alcune singole professioni è dovuto alle qualificazioni possedute che non permettono alla manodopera di passare da una professione all’altra, da una mansione all’altra o, in alcuni casi, dal fatto di possedere o meno anche un livello minimo di qualificazione e di esperienza richiesto per un determinato lavoro. Un panorama generale è in Mocavini e Paliotta, 2000. Ad esempio, tra queste diverse dimensioni del concetto quali sono quelle che sarebbero da privilegiare in una ricerca operativa. Cosa è più importante, infatti, la dimensione del capitale fisico, in termini di spazi fisici, di macchinari con il quale il lavoratore dovrà operare, oppure altre dimensioni? È più importante la dimensione della esplicita ed attiva ricerca da parte delle imprese? È sufficiente un costo-opportunità? Per tutte queste domande la risposta non è assolutamente certa ed univoca, cfr. Sestito, 1994.
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più attenti studiosi del fenomeno della disoccupazione e il primo ad aver mostrato una correlazione esplicita tra disoccupazione e posti vacanti, illustrandone e descrivendone alcune dinamiche, nel volume
Full Employment in a Free Society (Beveridge, 1948). Da allora una grande quantità di indagini sono state realizzate, molte ipotesi teoriche hanno trovato credito nella comunità scientifica, soprattutto internazionale, mentre la carenza di informazioni statistiche sui posti vacanti, a livello nazionale, è la principale ragione dei non molti studi dedicati alla relazione u/v8. Si possono qui citare quelli di Paolo Sestito nel 1988 (Sestito, 1988), di Stefania Bragato nel 1990 (Bragato, 1990), di Anna Mocavini e Achille Pierre Paliotta nel 2000 (Mocavini e Paliotta, 2000), di Sergio Destefanis e Raquel Fonseca nel 2004 e 2006 (Destefanis e Fonseca, 2004 e 2006) e di Patrizia Di Monte nel 1992 (Di Monte, 1992). Ad eccezione dell’ultimo studio, per il quale sono stati presi in esame i dati registrati presso gli uffici di collocamento pubblici, tutti gli altri si sono basati sui dati ISFOL-CSA e ciò sembra avvalorare il ruolo euristico di tale serie storica, quale proxy dei posti vacanti, sulla scia, del resto, di quanto successo a livello internazionale riguardo agli studi, pionieristici, di Katherine Gail Abraham (Abraham, 1883 e 1987), Oliver Jean Blanchard e Peter Diamond (Blanchard e Diamond, 1989) i quali fecero uso dei dati sulle inserzioni rilevati da The Conference Board (<http://www.conferenceboard.org>). Il mancato “incontro” tra domanda ed offerta (mismatch) si ha quando, seppur in presenza di posti vacanti, vi è l’impossibilità pratica di ricoprirli, non per motivi di asimmetria informativa, o per altri motivi di natura solo temporanea, ma bensì in modo prolungato se non permanente (o perché i lavoratori non sono in grado di “riempire” i posti vacanti, per diverse ragioni (mobilità geografica), o perché non possiedono la qualificazione richiesta, né possono acquisirla a costi sopportabili). Come si è visto, dunque, le informazioni statistiche desumibili dall’indagine, possono essere utilizzate validamente a tali fini, come mostrato abbondantemente da tutti gli studi citati. L’analisi della curva di Beveridge per l’Italia è, difatti, di un certo interesse (nel rapporto di ricerca del 2006 viene presentato l’ultimo aggiornamento, seppur solo al livello nazionale e non disaggregato, vale a dire per circoscrizioni territoriali, settori economici e gruppi professionali) (Paliotta, 2007). Indagini svolte nel recente passato (Destefanis e Fonseca, 2004) hanno messo in luce alcune caratteristiche peculiari di questo indice, basato sulle inserzioni, rispetto alle attuali alternative rappresentate da uno costruito: a) sugli avviamenti al lavoro, desunte dagli uffici di collocamento pubblici (fonte ministero del Lavoro); b) sulle previsioni degli ostacoli alla produzione, ovvero di una carenza di manodopera9 (fonte ISAE, Istituto per l’analisi economica, già ISCO, Istituto per la congiuntura economica). Da una comparazione tra i tre indicatori, la misura basata sugli annunci fornisce un accostamento maggiore per le forze di lavoro
high-skilled, proprio come ipotizzato ex-ante. Secondo gli autori, Destefanis e Fonseca, esisterebbe pure una precisa sequenza temporale tra i tre indicatori, mai evidenziata in precedenza: dapprima le imprese prevederebbero la necessità di cercare manodopera e a questo scopo pubblicherebbero annunci sui quotidiani, in un secondo tempo, avvertirebbero effettivamente le conseguenze, per la loro
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Ha provveduto a tale mancanza un’indagine continua promossa dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) denominata Indagine trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate (Vela), <https://indata.istat.it/vela/>. L’indagine ISAE non misurava, quindi, le vacancies quanto piuttosto le difficoltà incontrate dalle imprese intervistate nel “coprirle”.
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attività produttiva, di una carenza di personale, e infine, una volta soddisfatta questa loro mancanza, espliciterebbero, presso i Servizi per l’impiego (SPI), i relativi avviamenti. Da ciò si evince che l’indicatore ISFOL-CSA, relativo alle inserzioni a modulo, potrebbe benissimo essere utilizzato alla stregua di un leading indicator per monitorare lo stato di funzionalità del mercato del lavoro nazionale. In conclusione, i pregi della rilevazione sono diversi: a) i dati, disponibili in tempo reale, consentono di conoscere “immediatamente” le tendenze economiche in atto nel nostro paese; b) i fenomeni possono essere valutati nel loro complesso, ma anche con buone disaggregazioni settoriali, professionali, territoriali e qualitative (requisiti richiesti quali esperienze e conoscenze specifiche), fornendo informazioni sullo stato di salute di un particolare aggregato. Alcuni svantaggi riguardano: a) la rilevazione è qualitativamente e quantitativamente onerosa dal punto di vista della registrazione e codifica delle informazioni contenute nelle inserzioni a modulo; b) la qualità dell’informazione non è sempre buona in quanto spesso le inserzioni sono generiche e non consentono di rintracciare una serie di dati utili per un analisi approfondita.
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Impianto metodologico
I dati sulle inserzioni a modulo sono stati raccolti fin dal 1979 ed è disponibile una serie storica abbastanza lunga che consente di avere un quadro conoscitivo molto ampio su questo segmento della domanda di lavoro qualificata. Nel corso del tempo, però, in diverse occasioni, sono stati effettuati dei cambiamenti nel meccanismo di codifica delle informazioni, e nel numero e nel tipo di giornali sottoposti ad osservazione, e ciò pone alcuni problemi di omogeneità temporale delle stesse. In particolare, nuove e diverse testate sono state incluse o escluse dalla rilevazione per diversi motivi, generando delle variazioni indotte nel numero di inserzioni rilevate. Dal 1990 la base di dati è abbastanza omogenea, con un nucleo centrale di giornali sempre rilevati, e con definizioni abbastanza omogenee. I giornali sempre presenti sono i seguenti: La Stampa, Il Corriere
della Sera, Il Secolo XIX, Il Gazzettino, Il Piccolo, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Tirreno, Il Tempo, Il Messaggero, Il Mattino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale di Sicilia, Il Giorno, La Nuova Sardegna, L’Unione Sarda, L’Alto Adige, L’Adige, Il Giornale, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, La Sicilia e La Gazzetta del Sud. Ciò costituisce la serie storica della rilevazione. Oltre ad aver voluto un approfondimento a livello locale si è cercato, nel corso degli anni, di avere anche un confronto a livello internazionale. Per diverse annualità è stata, difatti, effettuata una rilevazione degli annunci pubblicati sulla carta stampata anche per alcuni paesi europei. L’indagine ha avuto per oggetto le inserzioni "a modulo" pubblicate sui quotidiani dei quattro maggiori paesi dell’Unione Europea nei quali si concentra la quota più rilevante delle offerte di personale qualificato: “Le Monde” per la Francia, “El Pais” per il Regno di Spagna, “The Times” per il Regno Unito e “Frankfurter Allgemeine” per la Germania. La rilevazione è stata effettuata nei mesi di febbraio, marzo, settembre, ottobre e novembre che, sulla base dell’esperienza delle indagini svolte per il mercato del lavoro nazionale, sono considerati “rappresentativi” della struttura del fenomeno dell’intero anno. Lo
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schema di rilevazione utilizzato per i quotidiani stranieri è stato analogo a quello tradizionalmente utilizzato per i quotidiani italiani. In questo modo è stato più semplice e immediato confrontare le dinamiche del mercato del lavoro italiano con quelle degli altri paesi continentali. Rispetto alla rilevazione condotta a livello nazionale, è stato necessario apportare alcune modifiche al tracciato record10, in modo da ottenere dati più omogenei e meglio comparabili. In particolare, la differenza più rilevante fra il tracciato utilizzato per la rilevazione dei quotidiani italiani e quello impiegato nella rilevazione dei quotidiani stranieri consiste nella eliminazione, per i secondi, dei riferimenti sub-nazionali della sede di lavoro. Tale informazione, difatti, nell'ambito di un'indagine svolta a livello internazionale perde ovviamente di significato. In linea generale, il confronto fra paesi diversi effettuato tramite rilevazioni puntuali – cioè riferite a mesi precisi per ogni anno considerato – non sempre è facile e non porta necessariamente a spiegazioni univoche sugli andamenti dei diversi mercati del lavoro; per questo motivo, i risultati ottenuti dal confronto delle informazioni rilevate sono stati sempre letti e interpretati con la necessaria prudenza (Paliotta, 2005). Per tornare alla rilevazione italiana, l’unità di analisi dell’indagine è costituita dalla singola inserzione e le informazioni desunte da questa sono molteplici: titolo di studio, esperienza, conoscenza lingue o
computer, professione e posizione richieste, settore dell’azienda richiedente, area di lavoro, ecc. Per quanto riguarda la codifica delle professioni, occorre precisare che vengono rilevate le voci elementari professionali, cosi come si trovano negli annunci e queste vengono poi ricodificate secondo delle categorie proprie; anche l’ulteriore codifica secondo la classificazione delle professioni ISTAT viene fatta a posteriori, sulla base di tali voci elementari. Nel corso degli ultimi anni sono stati proposti diversi approfondimenti di carattere metodologico in quanto è sorta l’esigenza di dare una valutazione, sia quantitativa che qualitativa, degli eventuali casi di ripetizione delle inserzioni oppure del “plurale generico”, vale a dire della ricerca di professioni al plurale senza indicazioni numeriche (Mocavini e Paliotta, 2005b). Infatti, le offerte vengono spesso ripetute, o sullo stesso giornale, a qualche giorno di distanza, o su quotidiani diversi, in questo caso con presenze sia contemporanee che successive. Attraverso l’analisi delle duplicazioni si è arrivati a soddisfare alcuni bisogni che ad oggi sembravano rimanere insoddisfatti, vale a dire quello di ottenere una stima quantitativamente più adeguata del reale volume delle offerte, valutare quali profili professionali risultino più ardui da reperire (prendendo la reiterazione dell’annuncio come testimonianza di tale difficoltà) e, infine, valutare quali profili professionali risultino più “pregiati” per le aziende, considerando che la ripetizione della pubblicazione dell'annuncio comporta un incremento nei costi della ricerca e selezione del personale. I dati depurati degli annunci ripetuti costituiscono il cosiddetto data base UNICO e sono ottenuti fissando in primo luogo un intervallo di tempo entro il quale valutare se vi è stata o meno duplicazione. Per motivi di tempestività nel fornire i risultati, si è operato con un intervallo di sessanta giorni. In altre parole, non vengono considerati come duplicati gli annunci che tornavano a essere presenti, sullo
10 Le informazioni rilevate riguardano la data, la denominazione alfabetica della professione, la codifica della professione secondo la classificazione ISTAT, il titolo di studio richiesto, l’attività economica dell’azienda richiedente, l’eventuale esperienza, le lingue estere, l’età massima e l’età minima, l’indicazione in lingua originale della professione richiesta.
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stesso quotidiano o su un quotidiano diverso, dopo due mesi o più dalla data della prima pubblicazione. Oltre all’intervallo temporale, sono stati stabiliti i criteri che hanno permesso di individuare le inserzioni replicate. Tenuto conto di alcuni test di prova effettuati, si è supposto che due annunci fossero identici (e quindi che il più recente temporalmente fosse una duplicazione) se si fosse osservato coincidenza in tutte le seguenti caratteristiche: professione richiesta, numero di posti di lavoro offerti, età e livello di istruzione eventualmente richiesti, localizzazione geografica del posto vacante, ramo di attività economica dell’impresa richiedente, ampiezza in moduli dell’inserzione e, infine, nome dell’eventuale società di selezione o formazione del personale indicata nell’annuncio (Mocavini e Paliotta, 2005c). Per quanto riguarda le ripartizioni territoriali, oltre alle usuali circoscrizioni Nord (Est e Ovest), Centro e Sud-Isole, compare la voce “Italia generica” in cui confluiscono le inserzioni per le quali non è specificato il luogo di lavoro, oppure quelle relative a più ripartizioni geografiche. Un elemento evidente negli ultimi due anni è stato quello della diffusione delle Agenzie per il lavoro (APL) ex di somministrazione del personale, ex di lavoro interinale. Queste agenzie fanno molto uso delle inserzioni “a modulo”, ed hanno, almeno in parte, determinato negli ultimi anni un aumento repentino delle inserzioni registrate. Se da un lato, si può ipotizzare che gli annunci di queste agenzie sono relativi a posti realmente vacanti, anche se spesso contingenti, che devono essere coperti in un periodo di tempo abbastanza breve, dall’altro lato, questi potrebbero non esserlo, quando l’agenzia vuole soltanto costituire la “banca dati dei lavoratori disponibili” a cui attingere qualora ne venisse fatta richiesta (in quest’ultimo caso, i posti potrebbero non essere disponibili nel breve termine). Un altro aspetto da evidenziare è il fenomeno delle professioni ad elevato turnover, quali tipicamente quelle commerciali, e solo a titolo esemplificativo, agente, agente mono e plurimandatario... le quali sono da sempre ai primi posti tra le professioni più richieste. È da sottolineare, infine, che negli ultimi anni sono state ricercate dalle imprese, mediante questo canale, anche diverse occupazioni “non qualificate” le quali sono di fatto irreperibili sul mercato tramite le vie tradizionali, per cui necessitano un investimento maggiore e l’utilizzo del canale delle inserzioni “a modulo”, quali tipicamente quelle dell’area produttiva: operaio qualificato, capo reparto, manutentore, saldatore, ecc. In sintesi, le caratteristiche precipue dei dati riferiti alle richieste di personale attraverso le inserzioni sulla stampa si possono elencare qui di seguito: 1. Le inserzioni a modulo non rappresentano tutta la domanda di lavoro perché i dati sulle inserzioni potrebbero essere inficiati da una serie di limiti: a) vicende del mercato editoriale, b) costo delle inserzioni; c) variazioni negli usi e costumi della ricerca di manodopera; d) generica campagna promozionale delle imprese; e) replicazione continuata delle stesse inserzioni; f) replicazione su diversi quotidiani: a) Vicende del mercato editoriale. Nel corso degli anni alcuni quotidiani potrebbero aver visto la luce oppure cessato le pubblicazioni, altri, è l’ipotesi più comune, potrebbero aver creato delle redazioni a livello locale raccogliendo inserzioni aggiuntive o sostitutive di quelle a livello nazionale. Possiamo, pertanto, avere quotidiani che hanno annunci nelle pagine nazionali e nelle pagine locali. È questo il caso, ad esempio, de La Repubblica e de Il Corriere della Sera, tra altri.
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b) Costo
delle inserzioni. Le dinamiche del mercato editoriale possono influire sulla
pubblicizzazione degli annunci in diversi modi; il più importante tra questi è sicuramente il costo delle inserzioni (Sherrer, 2002) nonché la pratica degli sconti, che effettuano le agenzie di vendita degli spazi pubblicitari, le quali, per ragioni di concorrenza o altro, possono decidere di offrire gli spazi a un minor costo. c) Variazioni negli usi delle ricerca di manodopera. Il trend storico dei vari canali cambia nel corso del tempo. Il canale dei servizi per l’impiego, gli ex uffici di collocamento pubblici, mai veramente riqualificatosi, stenta ancor oggi a prendere piede, almeno in Italia, mentre sono sorte le Agenzie per il lavoro e le società specializzate nell’on-line recruitment le quali si sono sviluppate moltissimo. d) Generica campagna promozionale delle imprese. Un esempio di tale politica, perlopiù di immagine, svolta dalle imprese è quella praticata in diverse fiere (job fairs) e nei vari saloni dello studente in cui le imprese si presentano ai laureandi indicando i profili professionali alle quali sono maggiormente interessate, senza che ciò significhi necessariamente una ricerca attiva da parte loro. e) Replicazione dello stesso annuncio nello stesso periodo temporale. f) Replicazione dello stesso annuncio su più quotidiani. 2. La rilevazione attraverso le inserzioni a modulo permette di avere informazioni su diverse dimensioni concettuali quali “la ricerca attiva” da parte delle imprese; “l’immediata disponibilità di un posto vacante” (job vacancy), tranne i casi di professioni ad elevato turnover o con “apertura” futura; la condizione di un “posto attualmente non occupato”. La dimensione della ricerca attiva è comunque quella più importante tra queste tre tanto da far argomentare, a diversi studiosi, che proprio per questo aspetto questo tipo di indagini sono da preferirsi a quelle condotte tramite
survey (Abraham, 1987:247)11. I dati basati sugli annunci di lavoro anziché su “indagini campionarie presso le aziende chiedendo a queste ultime se desidererebbero o meno assumere personale, potrebbero essere addirittura preferibili come indicatori della ricerca effettiva di manodopera” (Sestito, 1988:37). Un’inserzione costituisce, difatti, un’iniziativa presa da un’azienda ed è un’intenzionalità che ha un costo, in alcuni casi, molto rilevante. 3. Le inserzioni a modulo misurano, nello stesso tempo, sia la quantità che l’intensità della ricerca stessa. Rispetto all’intensità è chiaro che se un posto vacante non viene coperto l’azienda lo pubblicizza di nuovo o a) aumentando la copertura sul territorio nazionale o b) rivolgendosi a più quotidiani contemporaneamente. A questo riguardo, è chiaro che ci si rivolge alle inserzioni: a) per quelle figure dove non sono possibili o agevoli i soliti canali impiegati (conoscenza personale, reticoli sociali, ecc.); b) per le figure di alta qualificazione; c) per le figure soggette a elevato
turnover. 4. I dati delle inserzioni a modulo sono un indicatore forte del turnover. Il ricambio del personale delle imprese è abbastanza elevato e le aziende devono tenerne conto poiché “di norma, le separazioni 11 «Nordhaus [William D.] also remarked that he found the conceptual basis of the help-wanted series more appealing than the conceptual basis of employer-reported vacancy statistics, since employers must pay for help-wanted advertisements».
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di lavoratori dipendenti dalle imprese (per qualunque ragione) raggiungono in media il 2 o 3% al mese. Perciò, per mantenere la propria forza lavoro a un livello costante, un’impresa deve poter sostituire in un anno tra il 24 e il 36% dei suoi dipendenti. Molti lavoratori infatti, in particolar modo quelli giovani, lasciano il posto di lavoro dopo brevi periodi di permanenza, talora perché si rivela meno attraente di quanto previsto o sperato. Le imprese devono quindi assumere un certo numero di lavoratori anche solo allo scopo di conservarne uno in modo semi-permanente. I lavoratori più avanti nell’età, che hanno maturato una certa anzianità di servizio, sono, naturalmente, relativamente meno mobili” (Holt e David, 1956:104). 5. Le inserzioni sono utili quali indicatori del ciclo economico come si vedrà meglio nel secondo capitolo.
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La rilevazione presso le imprese. L’indagine Excelsior Unioncamere
Dal 1997 le Camere di commercio locali, con il coordinamento dell’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (Unioncamere), hanno realizzato un Sistema informativo permanente sull’occupazione e la formazione denominato Excelsior. L’obiettivo generale del progetto è duplice: i) misurare la “domanda effettiva di professioni” nei diversi bacini territoriali del lavoro, in modo da fornire un supporto informativo a quanti, enti pubblici o privati, si trovano impegnati nell’orientare l’offerta verso le esigenze espresse dalla domanda, o nel favorire l’incontro diretto e puntuale tra domanda e offerta; ii) supportare le scelte dei decisori istituzionali in materia di politiche della formazione scolastica e professionale, nonché degli operatori della formazione a tutti i livelli, offrendo informazioni dettagliate sui bisogni di professionalità espressi dalle imprese per il breve periodo. Le informazioni fornite da Unioncamere Excelsior vengono divulgate mediante il sito, con bollettini trimestrali ed annuali, ed hanno caratteristiche precipuamente quantitative (quali professioni, in quali aree territoriali e tipologie di aziende). Esse riguardano la domanda di lavoro dell’intero sistema delle imprese, industria e servizi e, dall’ultima rilevazione, anche del settore agricolo mentre sono esclusi la Pubblica amministrazione e i servizi socio sanitari. L’indagine è svolta in ogni provincia italiana dalla rete delle Camere di Commercio con quasi 300.000 interviste dirette o telefoniche all’anno (circa 100.000 per l’indagine annuale e 180.000 per le 4 indagini trimestrali)12. L’elevato numero di interviste consente di ottenere dati statisticamente significativi per tutte le 105 province italiane. Per ogni impresa vengono rilevati i programmi di assunzioni di personale per i dodici mesi successivi e le relative uscite in occasione dell’indagine annuale e per il trimestre successivo13.
12 Sito di Excelsior, Presentazione, sito visitato il 13 maggio 2014, (http://excelsior.unioncamere.net/index.php?option=com_content&view=article&id=46&Itemid=53). 13 Per le assunzioni sono raccolte informazioni sulle seguenti caratteristiche del personale che l’impresa intende assumere: i) le caratteristiche delle imprese che assumono; ii) motivi di non assunzione per le imprese che non assumono; iii) i movimenti occupazionali previsti per livello d’inquadramento; iv) le assunzioni previste dalle imprese per tipologia contrattuale (lavoro dipendente a tempo indeterminato, lavoro dipendente a termine, collaborazioni a progetto, lavoro stagionale, apprendistato, contratti d’inserimento ecc.); v) le figure professionali, i titoli di studio, i livelli formativi ed i relativi indirizzi richiesti; vi) le
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
La rilevazione, giunta alla sua 16.ma edizione, nel 2013, è finalizzata a fornire un quadro informativo sia sulla struttura dell’occupazione che sugli scenari previsionali con significatività a livello regionale e provinciale. La tipologia lavorativa e professionale presa in considerazione è quella del lavoro dipendente; in specie, l’universo delle imprese iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio che, alla fine dell’anno, avevano almeno un dipendente14. L'indagine fa riferimento a un campione di imprese fino a 50 dipendenti e considera, invece, l'universo delle imprese con oltre 50 dipendenti. La somministrazione del questionario avviene mediante intervista telefonica, con il metodo Computer aided telephone interview (Cati), per le imprese fino a 250 dipendenti, e alle imprese medio-grandi, con almeno 250 dipendenti, con intervista diretta e assistenza alla compilazione a cura (in gran parte) degli uffici studi e statistica delle Camere di Commercio. In generale, Excelsior costituisce un modello per la rilevazione e previsione della “domanda effettiva di professioni”, e, in questo senso, rappresenta una base informativa ampia e ricca di dati quantitativi, importante sia sotto l’aspetto conoscitivo che per l’orientamento al lavoro. L’indagine dedica, come visto, una parte rilevante alla ricostruzione analitica dei sistemi produttivi locali, nonché alla definizione sotto il profilo statistico, del campione di imprese da intervistare.
Excelsior essendo una tipica rilevazione diretta effettuata presso le imprese (survey), così come tutte queste tipologie di indagini, mostra notevoli pregi ma alcune aree problematiche riguardo la sua validità e attendibilità. Oltre al problema della “costruzione del dato”, in riferimento soprattutto alla redazione del questionario, un altro nodo non facile è quello della sua rilevazione. Un elemento di incertezza è, difatti, quello dell’attendibilità di chi risponde15: stabilire il miglior interlocutore, ossia la persona che abbia tutte le informazioni utili, all’interno di un’azienda è operazione tutt’altro che semplice poiché non si avrà quasi mai la sicurezza di aver intervistato la persona in grado di rispondere, con la maggiore accuratezza, a un questionario, soprattutto ad uno telefonico. A questo riguardo, dall’esame della letteratura, si rilevano diverse differenze tra piccola e grande impresa poiché nella piccola è in genere direttamente il proprietario a rispondere mentre nell’altra, verosimilmente, risponde chi ricopre una funzione specializzata nell’azienda, quale il responsabile del personale o un suo delegato. Vi è da sottolineare, infine, che non sono stati pubblicati finora studi, almeno sino ad oggi, perlomeno per quello di cui si è a conoscenza, per verificare l’attendibilità delle previsioni divulgate. principali caratteristiche delle assunzioni programmate (difficoltà di reperimento, necessità di ulteriore formazione, esperienza pregressa, conoscenze informatiche e linguistiche); vii) le previsioni di assunzione di lavoratori immigrati e le relative figure professionali; viii) le dimensioni e le caratteristiche degli investimenti annuali delle imprese italiane in formazione continua e le tipologie di risorse umane coinvolte; ix) le imprese che ospitano tirocinanti e il numero di tirocini ogni anno complessivamente attivati. 14 La metodologia si basa sull’universo delle imprese private iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio che, nella media del 2010, avevano almeno un dipendente, con l’esclusione: i) delle unità operative della pubblica amministrazione; ii) delle aziende pubbliche del settore sanitario (aziende ospedaliere, ASL, ecc.); iii) delle unità scolastiche dell’obbligo e delle medie superiori pubbliche; iv) delle unità universitarie pubbliche; v) delle organizzazioni associative. Da tale insieme sono state escluse le imprese nel frattempo cessate e nel contempo sono state inserite le imprese nate dopo il 31.12.2010, con particolare attenzione a quelle di grande dimensione o potenzialmente tali, suscettibili cioè di esprimere quote rilevanti di nuova occupazione. Inoltre, sono state considerate ai fini dell’indagine gli "studi professionali" con almeno un dipendente. 15 Ciò rimane vero, nonostante i notevoli sforzi organizzativi messi in atto dal gruppo di ricerca del progetto per rilevare l’accuratezza del dato e che consistono, come già detto, nell’assistenza nella compilazione del questionario per le imprese di almeno 250 dipendenti.
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In senso lato, le principali difficoltà che gli imprenditori potrebbero incontrare nel fornire le indicazioni sugli impieghi disponibili sono le seguenti: 1) imprecisione dei concetti utilizzati nel questionario e nel porre le domande; 2) mancanza di interesse nei rispondenti; 3) scarsa attendibilità delle previsioni future poiché queste possono essere soggette a diversi generi di errori, accidentali o volontari. Quest’ultima, costituisce la principale fonte di inattendibilità in quanto non sempre è possibile prevedere nuove assunzioni e non sempre quelle pianificate vanno a buon fine per una serie infinita di ragioni. Vi possono essere, inoltre, altri aspetti legati alla comprensione delle definizioni, una comprensione semantica diversa da quella utilizzata dall’intervistatore, anche se solo per semplice disattenzione e distrazione, rispetto ad un’intervista telefonica ma anche a una diretta. Il ricorso, crescente, a forme di assunzione di personale, connotato da estrema flessibilità contrattuale, può essere un ulteriore motivo di non accuratezza del dato, fornito dalle imprese); 4) in ultimo, la risposta fornita potrebbe risentire di alcuni effetti distorsivi: ad esempio, un piccolo imprenditore potrebbe tendere, per un coinvolgimento personale, a presentare la situazione futura dell’azienda in maniera più rosea di quella che effettivamente è.
1.5
Conclusioni
Alla fine di questo lungo excursus in cui si sono cercati di presentare, nel dettaglio, i principali contributi così come le potenzialità di analisi dell’indagine ISFOL-CSA, si è visto assai bene come quest’indagine storica sia stata modificata costantemente, nel corso degli anni, per adattarsi sempre meglio alle mutate situazioni del mercato del lavoro nazionale; non si poteva, pertanto, non giungere a una profonda rivisitazione della stessa, proprio per le ragioni anzidette. L’indagine, che rappresenta un
unicum nel panorama della ricerca non solo italiano, bensì a livello europeo, è bene ricordarlo ancora una volta, deve fare i conti con la presenza, oramai pervasiva, di modalità inedite ed innovative nella ricerca di forza lavoro, sia da parte delle imprese che dei candidati. Il fenomeno del reclutamento in rete (recruitment on-line) è, dunque, lo sbocco obbligato, oggi come oggi, della ricerca sulla domanda di lavoro qualificato, così come verrà meglio approfondito nelle conclusioni finali dove verrà ipotizzata la costituzione di un prossimo Osservatorio nazionale sul reclutamento in rete. Questi, del resto, già diffusosi nei paesi economicamente sviluppati, e nello specifico in quelli anglosassoni (in primis Stati Uniti) ma anche nel resto del mondo, incide ancora relativamente poco nel mercato del lavoro nazionale. La realizzazione di tale Osservatorio rappresenterebbe, pertanto, il miglior esito per rilanciare una ricerca storica quale questa sulla domanda di lavoro qualificato in Italia, così da poter continuare a fornire, così come fatto in tutto questo trentennio, indicazioni rilevanti agli addetti ai lavori, agli operatori dell’orientamento, alla comunità scientifica nazionale nonché ai decisori pubblici in generale.
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2
LE INSERZIONI QUALI POSSIBILI ANTICIPATRICI DEL CICLO ECONOMICO
2.1
Premessa
L’attuale fase di crisi economica che attanaglia la società occidentale è un fatto ormai noto a tutti. L’analisi della domanda di lavoro qualificato risulta essere indubbiamente legata a questa fase di recessione nella misura in cui essa si concretizza in una minore richiesta di forza lavoro. È evidente che quello della carta stampata è solo uno dei canali di ricerca utilizzati dal mondo del lavoro per reclutare personale, tuttavia è altrettanto chiaro quanto, tale canale, sia strettamente legato all’andamento dell’economia e di alcuni suoi indicatori economici. Scopo di questo capitolo è quello di fornire un’interpretazione, o meglio una misurazione, di tale legame, valutando quale possa essere l’indicatore che maggiormente si adatta al nostro scopo. Si è scelto di operare una misurazione del livello di adattabilità tra l’andamento degli annunci e un indicatore economico, il Prodotto Interno Lordo, misurandoli attraverso l’indice di correlazione. L’indice di correlazione rappresenta il rapporto tra la covarianza16 delle due variabili statistiche considerate e le deviazioni standard17 delle singole variabili. È pertanto una misura di quanto le due variabili in esame varino in maniera concorde. Esso vale 0 se le due variabili sono indipendenti, vale (+1) nel caso ci sia massima correlazione lineare positiva, (-1) nel caso contrario. Individuando in maniera chiara questa connessione di eventi ci si propone la finalità (sia pure teorica) di trovare un qualche strumento di previsione dell’andamento del ciclo economico basandosi sui dati in nostro possesso. In altre parole, ci si domanda se sia possibile, partendo dal monitoraggio dell’andamento degli annunci pubblicati sui principali quotidiani, avere una misura degli sviluppi economici futuri. S’intende preliminarmente analizzare l’andamento dell’indagine attraverso una rappresentazione grafica che confronti il montante annuale degli annunci raggruppandoli per area lavorativa (intesa come caratteristica funzionale della professione ricercata) con quello del Prodotto Interno Lordo italiano, per poi frazionare il confronto, in una seconda fase, anziché su base annuale, su dati trimestrali. Al termine di tutto ciò ci si propone di verificare la sopracitata correlazione tra le serie storiche proposte sia a livello annuale che trimestrale.
16 La covarianza di due variabili statistiche X e Y è la misura di quanto esse varino insieme. Si ottiene dal valore medio dei prodotti degli scostamenti dalla media delle singole variabili: cov(X,Y) = E[(X-E(X)) (Y-E(Y))]. 17 La deviazione standard di una variabile statistica (chiamata anche scarto quadratico medio) è una misura della dispersione della variabile intorno al valore medio, ossia la radice quadrata della varianza, a sua volta definita come media degli scarti quadratici n
dal valor medio:
22
x
(x i 1
i
x )2
n
dove
x è la media aritmetica.
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2.2
Un raffronto temporale tra gli annunci
È importante chiarire preliminarmente che l’andamento degli annunci su carta stampata è influenzato da numerosi fattori che ne modificano radicalmente l’andamento (basti pensare, ad esempio, alla diffusione di internet anche come canale di ricerca di lavoro, oppure ai cambiamenti che una nuova normativa può avere sulle professioni ricercate). Tenendo presente questo, si ritiene opportuno di volta in volta utilizzare per l’analisi una serie storica più breve di quella che la longevità della ricerca permetterebbe (la rilevazione delle inserzioni a modulo, infatti, avviene dal 1979) al fine di scegliere periodi sufficientemente omogenei tra loro. Un primo confronto che si propone è quello tra il volume totale degli annunci pubblicati nel corso dei 1418 anni che vanno dal 1996 al 2009 e l’andamento del Prodotto interno lordo (PIL). Nella figura 2.1, che sovrappone le variazioni degli uni e dell’altro rispetto all’anno immediatamente precedente, si può notare una certa concordanza, soprattutto in determinati cicli (soprattutto nel 19971999 e nel 2006-2009). Figura 2.1 - Confronto tra l'andamento delle variazioni del PIL e degli annunci rilevati su carta stampata nel periodo
60 Incrementi Totale Annunci
Incrementi del Pil
40 20 0 1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
-20 -40 -60 -80 Fonte: ISFOL-CSA e Eurostat
Si può scendere ulteriormente nel dettaglio suddividendo gli annunci rilevati in diversi gruppi che facciano riferimento ad una comune matrice. In particolare se ne sono individuati una decina che hanno evidenziato risultati, talvolta molto più interessanti. È tuttavia indispensabile prendere in considerazione solo alcuni di tali gruppi, basandosi sulla numerosità media che essi hanno registrato nell’arco di tempo scelto, al fine di mantenere un adeguato livello di significatività statistica. In
18 La scelta di raffrontare i dati dal 1996 al 2009 è motivata dal fatto che a partire dal 1996 è stata rilevata la variabile “area aziendale”, necessaria per il raffronto in oggetto fino all’ultima annualità disponibile.
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particolare (tabella 2.1), vista la numerosità media delle diverse aree aziendali nei 14 anni considerati, si è deciso di assumere, come valore soglia, una quota pari al 10% del valore della classe più numerosa. Essendo quest’ultima quella dell’area commerciale, il valore soglia per l’ammissione nell’analisi è 4.879. Tabella 2.1 - Numerosità media annunci per area aziendale nel periodo 1996-2009 Amministrazione e controllo
8.536
Commerciale
48.794
Finanziaria
1.644
Legale
331
Marketing e comunicazione
1.904
Non classificabile
35.807
Produzione
11.364
Ricerca e sviluppo
642
Sistemi informativi
12.619
Assistenza tecnica
8.746
Risorse umane
679
Totale
131.067
Soglia:
10% =
4.879
Fonte: elaborazione ISFOL su dati ISFOL-CSA
Nella figura 2.2 appare chiaro un andamento concorde tra il PIL e il volume di annunci che appartengono al ramo amministrativo, sia nella fase depressiva 2002-2003, sia nel punto di massimo relativo toccato nel 2007, prima della discesa dei due anni successivi di entrambe le serie in analisi.
N medio: 8.536 5,0
60
4,0 40
3,0
20
1,0 0,0
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0 -1,0
Percentuale PIL
2,0
1997
Percentuale Ramo Amministrazione e Controllo
Figura 2.2 - Confronto tra l'andamento delle variazioni del PIL e degli annunci rilevati nell’area amministrazione e controllo nel periodo 1996-2009
-2,0
-20
-3,0 -4,0
-40
-5,0 Incrementi Amministrazione e controllo
-60
-6,0 Fonte: ISFOL-CSA e Eurostat
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La figura 2.3 confronta il PIL con le professioni riguardanti i sistemi informativi, evidenziando un ciclo di concordanza tra le due serie storiche (2003-2005 e, parzialmente, 1999-2001) e fasi di andamento sostanzialmente contrapposto (1997-1999 e 2005-2007). Figura 2.3 - Confronto tra l'andamento delle variazioni del PIL e degli annunci rilevati nell’area sistemi informativi nel periodo 1996-2009
N medio: 12.619 5,0 4,0 3,0
100
1,0
50
0,0 -1,0
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0
-50
-2,0
Percentuale PIL
2,0
1997
Percentuale Ramo Sistemi informativi
150
-3,0 -4,0
Incrementi Sistemi informativi -100
-5,0 -6,0
Fonte: ISFOL-CSA e Eurostat
Nel successivo grafico (figura 2.4) il confronto s’incentra sulle inserzioni classificate nell’area dell’assistenza tecnica, le quali presentano cicli piuttosto lunghi fortemente concordi con l’andamento del PIL (2005-2009) successivi a periodi in cui le concavità delle curve presentano offrono indicazioni sostanzialmente opposte (2003-2005). Gli annunci che fanno riferimento all’area della produzione sembrano avere un numero di punti di contatto elevato, nel loro sviluppo temporale, con quello che è l’evolversi nel tempo del PIL. Nella figura 2.5, si può osservare, però, come andamenti spesso identici siano in un qual modo scalati temporalmente. Gli annunci, infatti, toccano un picco nell’annualità 1999, mentre il vertice toccato dal PIL è relativo all’anno successivo. Similarmente (ma con tempistiche opposte), al punto di minimo relativo del PIL nell’anno 2003, si affianca un punto di minimo relativo degli annunci nel 2004. Dal 2006 al 2009, infine, le due serie temporali sembrano sincronizzarsi all’interno di una medesima parabola discendente.
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Figura 2.4 - Confronto tra l'andamento delle variazioni del PIL e degli annunci rilevati nell’area assistenza tecnica nel periodo 1996-2009
N medio: 8.746 5,0
60
3,0
1,0 2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0 -20
0,0 -1,0 -2,0
-40
Percentuale PIL
2,0
20
1997
Percentuale Ramo Assistenza Tecnica
4,0 40
-3,0 -4,0
-60
-5,0
Incrementi Assistenza tecnica Incrementi del Pil
-80
-6,0
Fonte: ISFOL-CSA e Eurostat Figura 2.5 - Confronto tra l'andamento delle variazioni del PIL e degli annunci rilevati nell’area produzione nel periodo 1996-2009
N medio: 11.364 Incrementi Produzione Incrementi del Pil
60
5,0
4,0 3,0
1,0
-20
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0
0,0 -1,0 -2,0
-40
Percentuale PIL
2,0
20
1997
Percentuale Ramo Produzione
40
-3,0 -4,0
-60
-5,0 -80
-6,0 Fonte: ISFOL-CSA e Eurostat
Probabilmente, l’area lavorativa all’interno della quale è possibile ritrovare il maggior numero di spunti di analisi, è quella commerciale. In primo luogo perché, essendo quella più consistente dal punto di vista numerico, offre una significatività maggiore, inoltre perché presenta un andamento che, in termini di valori medi, è assai vicino a quello del PIL. Nelle altre aree lavorative, in effetti, si sono rilevati punti
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di contatto soprattutto per quanto riguarda la concavità delle curve, ossia la fase ascendente o discendente delle stesse. Nella figura 2.6, invece, oltre a punti di contatto di questo tipo, si può osservare come ci sia una certa vicinanza tra le due serie storiche nell’essere, in gran parte degli anni considerati, entrambe in area positiva o negativa: in altre parole le due curve presentano molto spesso incrementi e decrementi analoghi negli stessi anni. Figura 2.6 - Confronto tra l'andamento delle variazioni del PIL e degli annunci rilevati nell’area commerciale nel periodo 1996-2009 N medio: 48.795 30 20
4,0 3,0
10
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
-10
1,0 0,0 -1,0
-20
Percentuale PIL
2,0 0
1997
Percentuale Ramo Commerciale
5,0
Incrementi Commerciale Incrementi del Pil
-2,0
-30
-3,0 -40
-4,0
-50
-5,0
-60
-6,0
Fonte: ISFOL-CSA e Eurostat
2.3
Una misura della vicinanza tra l’andamento del PIL e quello degli annunci
Dopo aver evidenziato visivamente i punti di contatto tra annunci e economia del Paese, ci si propone di misurare queste congruenze. Come anticipato, si utilizza l’indice di correlazione al fine di misurare la relazione tra due variabili tale che a ciascun valore della prima corrisponda con una certa regolarità un valore della seconda. Tale indice varia da (-1) (correlazione negativa) a (+1) (correlazione positiva). Tanto più esso è vicino allo 0, quanto più le variabili in esame sono indipendenti l’una dall’altra. I dati analizzati evidenziano valori di correlazione piuttosto alta. Nella tabella 2.2, vengono riportati i valori calcolati sulla correlazione tra gli incrementi ottenuti sul totale degli annunci e gli incrementi del PIL. Viene inoltre offerta una visione dello stesso indice misurato sulle aree lavorative di numerosità più consistente studiate nel precedente paragrafo e si corredano questi valori con gli stessi calcolati considerando il PIL dell’anno precedente, a verifica del fatto che non ci sia una miglior correlazione con valori temporalmente sfalsati. Il valore di 0,77 per la correlazione tra PIL e totalità degli annunci appare sufficiente a poter affermare che entrambe le serie storiche variano in maniera fortemente concorde. Lo stesso non si può affermare
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cercando di correlare le variazioni di inserzioni a modulo con il Prodotto Interno Lordo dell’anno precedente. Prendendo in considerazione le singole aree lavorative, i dati sin qui ottenuti sono confermati, come era lecito aspettarsi. In particolare l’area commerciale (componente che più di altre pesa sul totale delle inserzioni rilevate) fa registrare una correlazione maggiore di quella misurata sul totale (0,80). Stesso discorso per l’area produzione (0,80) e non molto diversi sono i risultati per quel che riguarda l’assistenza tecnica. Da sottolineare come anche le aree che hanno registrato valori più bassi, comunque mostrano una correlazione significativa. Tabella 2.2 - Tabella riassuntiva delle correlazioni misurate su dati annuali Correlazione tra incrementi degli annunci
Correlazione con incrementi di PIL
e del PIL dello stesso anno
dell'anno precedente
Incrementi Totale Annunci
0,77
0,27
Incrementi Amministrazione e controllo
0,58
0,38
Incrementi Commerciale
0,80
0,20
Incrementi Produzione
0,80
0,45
Incrementi Sistemi informativi
0,45
0,04
Incrementi Assistenza tecnica
0,73
0,24
Fonte: elaborazione ISFOL su dati ISFOL-CSA e Eurostat
2.4
La correlazione misurata sui trimestri: un’ipotesi previsionale
Finora si è operato su valori annuali, sia del PIL che degli annunci. Ci si propone, adesso, di verificare gli stessi risultati misurati su intervalli temporali più ristretti, che permettano di valutare l’andamento delle curve in analisi in maniera più puntuale. Scopo di questa analisi ulteriore è anche quello di verificare la possibilità di individuare quale dei due indicatori (variazione del PIL e variazione del totale degli annunci) preceda l’altro con una certa regolarità. Come nel caso del paragrafo precedente, si è scelto di prendere in considerazione, oltre alla totalità degli annunci (in un arco di tempo più ristretto: 2005-2009), soltanto le aree lavorative il cui ammontare di richieste, nel tempo, fosse significativo. Si sono calcolati cinque diversi tipi di correlazione: una prima misurata su annunci trimestrali contemporanei. Altre due considerando gli incrementi degli annunci al trimestre t e gli incrementi di PIL rispettivamente al tempo (t+1) e (t+2)19. Si è infine riproposto lo stesso indice ottenuto considerando il PIL al tempo (t-1) e (t-2)20. La tabella 2.3 riassume i risultati delle correlazioni calcolate:
19 Ovvero si è calcolata la correlazione tra la variazione di annunci di un determinato trimestre e la variazione di PIL del trimestre successivo (del semestre successivo, nella seconda ipotesi), ipotizzando gli annunci pubblicati come anticipatori della variazione del PIL. 20 Vedi nota precedente
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Tabella 2.3 - Tabella riassuntiva delle correlazioni misurate su dati trimestrali Correlazione
Correlazione
Correlazione PIL
Correlazione
Correlazione
stesso
PIL trimestre
2 trimestri
PIL trimestre
PIL 2 trimestri
trimestre
successivo
successivi
precedente
precedenti
Incrementi Totale Annunci
0,19
0,13
0,11
0,31
0,26
Incrementi Amministrazione e controllo
0,14
0,12
0,12
0,21
0,27
Incrementi Commerciale
0,12
-0,16
0,01
0,25
0,17
Incrementi Produzione
0,38
0,29
0,23
0,50
0,44
Incrementi Sistemi informativi
0,00
-0,17
0,03
0,09
0,11
Incrementi Assistenza tecnica
0,34
0,15
0,14
0,33
0,35
Fonte: elaborazione ISFOL su dati ISFOL-CSA e Eurostat
Come si evince dai valori riportati appare meno evidente la correlazione tra le serie storiche considerate se si analizzano i valori trimestrali. In particolare, appare poco consistente l’ipotesi di una funzione anticipatoria degli annunci rilevati rispetto all’andamento del PIL, come testimonia il valore di correlazione pari a 0,13 (correlazione con il PIL del trimestre successivo) e 0,11 (correlazione con il PIL di due semestri successivi). Leggermente più alti i valori nel caso inverso, quello in cui si ipotizza che sia il PIL a precedere, nella propria evoluzione, quello che sarà l’andamento del volume degli annunci futuro; in particolare il settore aziendale della produzione appare quello che presenta una correlazione più significativa in questa seconda ipotesi.
2.5
Conclusioni
Nello studio presentato in questo capitolo sono due opposte le evidenze che emergono. Una prima è rappresentata dal fatto che, l’andamento annuale degli annunci, e in particolare di alcune tipologie di annunci (intendendo con questo termine dei raggruppamenti di tipo funzionale), appaiono fortemente correlati con l’andamento del Prodotto Interno Lordo. Non appare affatto anomalo, in effetti, che a fasi di crescita del Paese, misurate anche, se non soprattutto, con il crescere del PIL, corrisponda una richiesta adeguata di forza lavoro, della quale quello delle professioni ricercate a mezzo stampa è sicuramente una proxy veritiera. Si è tentato, d’altro canto, di isolare il fenomeno all’interno di uno schema che permettesse sfruttare questa correlazione al fine di poterne trarre qualche utilità previsionale, ma i valori della correlazione ottenuti su scala trimestrale non hanno evidenziato tale possibilità, anche in virtù di della necessità di limitare l’orizzonte temporale dei dati trimestrali. Non resta che verificare tali ipotesi alla luce di una futura serie temporale adeguatamente allungata rispetto a quella considerata in queste righe, al fine di riuscire ad evidenziare (e soprattutto dimostrare) in maniera analitica ciò che empiricamente appare assai probabile, ma che, allo stato attuale, non siamo ancora in grado di poter dimostrare.
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
3 3.1
IL MERCATO DEL LAVORO QUALIFICATO IN ITALIA: LE INSERZIONI A MODULO Lo scenario macroeconomico di riferimento
La crisi economica che sta investendo tutti i paesi, europei e non, determina grandi squilibri a livello pubblico e privato. L’Italia nel 2009, ha condiviso il destino delle altre economie europee e ne condivide le tendenze per il 2010. L’economia italiana ha subito perdite di PIL più ampie che altri paesi e questo stupisce se si considera che le conseguenze dirette della crisi finanziaria del sistema creditizio sono state, per il nostro paese, molto meno pesanti che per gli altri. Per azzardare qualche ragionevole ipotesi sui futuri trend di crescita, appare necessario individuare alcuni elementi su cui approfondire l’analisi: l’ultimo rapporto CNEL individua i temi del trend di sviluppo, della specializzazione settoriale, della politica di bilancio come possibili terreni da esplorare per formulare ipotesi sui possibili sviluppi futuri del sistema Paese. L’Italia si caratterizzava, già prima dello scoppio della crisi, per una crescita molto debole, per il periodo dal 1990 al 2007, anno precedente a quello dello scoppio della crisi, l’economia italiana era cresciuta ad un ritmo dell’1,4% medio annuo, a fronte del 3,1% della Spagna, del 3% degli Stati Uniti, e del 2,5% del Regno Unito. La crisi è dunque intervenuta in un periodo di difficoltà dell’economia in cui la capacità di crescita era già molto limitata. Sul versante della specializzazione settoriale è noto come sia il settore industriale quello che ha risentito maggiormente della crisi economico/finanziaria, nonché quello che dimostra le maggiori difficoltà di ripresa21; infine, per l’Italia, il macigno del debito pubblico non consente manovre di bilancio troppo espansive. Questa situazione limita nei fatti il margine di manovra dei decisori pubblici e limita le possibilità di indurre una più rapida ripresa dell’economia. Nel medio periodo, dunque, gli squilibri determinatisi sembrano destinati a rimanere tali. Sul versante specifico dell’occupazione e della domanda espressa dalle imprese le considerazioni vanno in diverse direzioni: la crisi ha accentuato un processo di ristrutturazione del sistema produttivo, già in atto da alcuni anni, le imprese nelle loro riorganizzazioni interne operano processi di selezione con effetti immediati e diretti sui livelli e sulla composizione delle risorse umane impiegate; la costante perdita di posti di lavoro sembrava aver lasciato il posto, nel corso del 2010, ad una seppur flebile, ripresa. Il tasso di vacancy rilevato dall’ISTAT nel secondo trimestre 2010, rilevava una lieve risalita, dopo un lungo periodo di ribassi (Istituto nazionale di statistica, 2010). In particolare il tasso di posti vacanti sul totale dell’industria e dei servizi era pari allo 0,7%, con un incremento di 0,2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2009. Nell’industria il tasso di posti vacanti era pari a 0,5%, superiore di 0,1 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nei servizi risultava pari a 0,8%, in aumento di 0,2 punti sullo stesso periodo dell’anno precedente.
21 “La recessione ha colpito il nostro apparato industriale in misura significativa, così come è accaduto in altre economie; ma il recupero nella seconda parte del 2009 è stato decisamente modesto, tant’è che inizia ad affacciarsi l’ipotesi che tale caduta della produzione costituisca in una certa misura un fatto di carattere strutturale, non destinato ad un recupero, almeno in tempi brevi”(CNEL, 2010:20).
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I dati relativi alla domanda di lavoro qualificato sono in grado di offrire una chiave di lettura delle dinamiche in atto nel sistema economico, anche in relazione alla loro capacità, più volte evidenziata nei rapporti di questi ultimi anni, di dati anticipatori degli andamenti economici di breve periodo. Le inserzioni “a modulo” sui quotidiani identificano una azione di ricerca attiva da parte delle imprese, di un candidato idoneo a ricoprire una certa posizione aziendale. In tale chiave le inserzioni rappresentano dei posti vacanti secondo la definizione che di questo concetto fornisce il Regolamento (CE) n. 453/200822: posti di lavoro retribuiti, nuovi, liberi o in procinto di diventarlo, per i quali l’azienda cerchi attivamente un candidato idoneo al di fuori dell’impresa e sia disposta a compiere delle azioni per trovarlo. Dunque, considerando che la ricerca attiva di un candidato può essere effettuata in vari modi e attraverso l’attivazione di diversi canali di ricerca, l’indagine sulle inserzioni “a modulo” misura la domanda di lavoro per posizioni qualificate espressa dalle imprese private in un dato periodo di tempo, imprese che hanno scelto questo canale tra i diversi disponibili. Le aziende dispongono come è noto, di vari canali per reperire candidature e come segnalato in altri rapporti dedicati al tema, si va affermando una complementarietà delle possibili azioni che tendono ad agevolare l’incontro domanda/offerta di lavoro e dei sistemi di collocamento al lavoro, pubblico (SPI) e privato (SPRI)23. Il canale delle inserzioni “a modulo”, mantiene nel tempo inalterata, la sua capacità di incontro tra imprese e manodopera qualificata, la percentuale di intermediazione che “passa” per la stampa quotidiana, si attesta, sulla base di dati Excelsior, intorno al 7%, di poco superiore a quella attribuita ai centri per l’impiego. Si cercherà di offrire un riscontro della rilevanza del canale delle inserzioni “a modulo” attraverso la lettura dei raccolti dalle indagini sulle inserzioni “a modulo” nel 2009, non trascurando una analisi della serie dei dati dagli ultimi cinque anni. Il panorama degli annunci sui quotidiani ha subito, nel corso del tempo, alcuni mutamenti, una innovazione è costituita, per esempio, dagli annunci pubblicati sulla cosiddetta free press, ovvero la stampa quotidiana distribuita gratuitamente, ciononostante il canale di ricerca degli annunci mantiene
22 Il regolamento (CE) n. 453/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 Aprile 2008 è relativo alle statistiche trimestrali sui posti vacanti nella Comunità, definisce gli obblighi in materia di elaborazione periodica di statistiche trimestrali sui posti di lavoro vacanti nella Comunità, gli Stati membri devono presentare alla Commissione (Eurostat) i dati sui posti vacanti riguardo almeno alle imprese con uno o più dipendenti. Nel regolamento e nel provvedimento di attuazione successivo, vengono indicate una serie di definizioni quali: “posto di lavoro vacante” un posto di lavoro retribuito nuovo o libero o in procinto di diventarlo: a) per il quale il datore di lavoro cerca attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata ed è disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo e b)che il datore di lavoro intende occupare immediatamente o entro uno specifico periodo di tempo. 23 Si registra comunque una perdurante situazione di attesa sul versante del coordinamento dei diversi sistemi e questo costituisce uno dei principali limiti allo sviluppo di possibili aggregazioni di offerta di servizi, motore per un modello di governance, consistente e sostenibile, del sistema considerato nel suo complesso “Il processo di liberalizzazione del mercato dell’intermediazione della manodopera avviato in Italia al volgere degli anni novanta, ha conosciuto una progressiva accelerazione fino alla definizione del nuovo assetto organizzativo-funzionale del sistema dei servizi per il lavoro. L’universo dei nuovi soggetti legittimati, previa autorizzazione ad operare sul mercato del lavoro è particolarmente ampio e articolato”…”l’ultimo decennio ha conosciuto un’intensa fase di trasformazione dei sistemi istituzionali che presiedono l’intermediazione. Il sistema dei servizi pubblici per l’impiego si è assestato progressivamente e i Centri per l’impiego hanno declinato i propri comportamenti sui meccanismi di “presa in carico” delle persone in cerca di lavoro (ISFOL, 2007:462 e ss.).
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alcune caratteristiche precipue (Anna Mocavini e Achille Pierre Paliotta, 2002), che lo fanno tuttora preferire ad altri canali, almeno per la ricerca di determinati profili professionali (internet, i reticoli sociali, i servizi pubblici per l’impiego, ecc.), la raccolta dei dati relativi viene effettuata in maniera continuativa, sin dal 1979, dall’ISFOL, in collaborazione con il Centro statistico aziendale (CSA) di Firenze, nell’ambito dell’Osservatorio sulla domanda di lavoro qualificato in Italia.
3.2
Struttura e andamenti della domanda di lavoro qualificato: “serie storica” e “serie allargata”
Prima di entrare nel dettaglio, dell’andamento delle inserzioni nel 2009, è doveroso riportare alcuni dati, di quadro generale, sulle tendenze dei diversi canali, e modalità, di ricerca del personale, da parte delle imprese. I canali di ricerca possono essere distinti sulla base di diverse categorie interpretative24. In un rapporto del 2002, il gruppo di ricerca ISFOL sulla domanda di lavoro qualificato ne individuò quattro: di mercato, istituzionali, informali e internet25. L’indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del lavoro (Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2010), nel 2009, ne individua cinque, più un canale residuale: canale informale, canali tradizionali, intermediari professionali, strumenti interni, operatori istituzionali. Per il 2009 è in aumento (circa un punto percentuale rispetto al 2008), l’utilizzo del canale tradizionale (quotidiani e stampa), in aumento l’intermediazione effettuata da intermediari professionali: società di lavoro interinale, società di selezione, associazioni di categoria, internet (2 punti percentuali rispetto al 2008), in diminuzione (circa 3 punti rispetto al 2008) gli strumenti interni di selezione (banche dati aziendali), in aumento gli operatori istituzionali (circa 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, in diminuzione di circa quattro punti percentuali, rispetto al 2008, il canale informale. La fascia di mercato attribuita all’uno e/o dall’altro canale, nonostante le variazioni pur significative, si mantiene a livello elevato per i canali informali (49,7), seguita dai data base interni alle aziende (21,5), il canale della carta stampata ha una fascia pari al 6,1%, mentre gli intermediari professionali coprono il 10,2%, gli operatori pubblici il 6,3%. L’indagine sulla domanda di lavoro qualificato si occupano, dunque, di circa il 6% della domanda, più una quota percentuale di intermediazione che, l’indagine Excelsior attribuisce agli operatori professionali, in quanto le società di lavoro interinale, reclutano manodopera anche attraverso la carta stampata. Va tenuto presente che ogni canale ha le sue caratteristiche specifiche, ad esempio le grandi imprese si rivolgono meno al canale informale e più a strumenti interni di selezione, mentre le piccole imprese (fino a 9 dipendenti) si rivolgono maggiormente ai canali informali. La carta stampata è uno strumento cui si rivolgono pressoché tutte le imprese, indipendentemente dalla loro ampiezza, e vi si rivolgono, 24 Ibidem. 25 I canali relazionali sono quelli che fanno riferimento ai network sociali, distinguibili a loro volta in reti famigliari, parentali e di conoscenza, quelli istituzionali sono costituiti essenzialmente dai servizi pubblici per l’impiego e da altri strumenti di intermediazione quali le camere di commercio e le associazioni di categoria e, infine, le scuole ed istituti di formazione. I canali di ricerca di mercato sono quelli che fanno sostanzialmente riferimento, oltre che alle inserzioni a modulo, pubblicate sulla stampa quotidiana, alle agenzie di lavoro interinale, alle agenzie di collocamento privato e alle società di ricerca e selezione del personale. Internet fa, invece, riferimento al reclutamento in rete.
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storicamente e in particolare, per la ricerca di determinate professioni. Non a caso l’indagine che raccoglie i dati tratti dagli annunci è denominata: indagine sulla domanda di lavoro qualificato. Ultimo elemento che si vuole qui evidenziare è che il canale delle inserzioni è assai oneroso, per cui, in un momento in cui la razionalizzazione dei costi è divenuta una delle principali priorità aziendali, le aziende tendono a rivolgersi, in misura maggiore di quanto fatto nel recente passato, a canali di ricerca informali e a internet (nella indagine Excelsior viene data in crescita la percentuale attribuita agli Intermediari professionali, in cui questa modalità è inserita). Potrebbe essere questa un’ulteriore motivazione che spiega tali risultati oltre a quelli, di immediata lettura, di un calo delle inserzioni a modulo, dovuto alla crisi economica e al contemporaneo sviluppo del reclutamento in rete (Achille Pierre Paliotta, 2004). L’analisi dei dati raccolti per l’anno 2009 verrà condotta sia sui dati della “serie storica”, per dare continuità rispetto ai precedenti rapporti, sia sui dati della cosiddetta “serie allargata”, questa scelta è motivata dal considerevole calo delle inserzioni e dalla necessità di includere una serie di nuove testate giornalistiche che, nel corso degli anni hanno dedicato spazio agli “annunci lavoro” con frequenza giornaliera e/o settimanali e che sono state rilevate solo dal 2006. Il numero dei posti di lavoro offerti, tramite inserzioni “a modulo”26 sui quotidiani italiani, ha registrato nel 2009 un decremento significativo rispetto al 2008. Sono state rilevate, per la “serie storica”, 35.806 unità che, rispetto alle 84.196 rilevate nel 2008, stanno a testimoniare un calo considerevole (-57,5). La flessione misurata sulla “serie storica” (tabella 3.1), appare rilevante sia a livello di totale generale, che a livello disaggregato territorialmente: per l’Italia settentrionale, Nord-Ovest il dato mostra un -68,2, Nord-Est -51,5, mentre per il meridione (isole comprese) l’indice è -35,6; l’analisi degli andamenti trimestrali mostra decrementi inferiori al dato annuale per tutti i trimestri tranne che per il secondo (62,7). A livello territoriale, il trimestre che ha fatto registrare la migliore performance è il terzo trimestre nel sud (-21,8), la peggiore performance è nel Nord-Ovest, il secondo trimestre porta un indice di -77,5. La numerosità degli annunci in valore assoluto disegna un quadro forse anche più preoccupante della situazione. Le inserzioni nel sud Italia sono, per l’intero anno 2009, 3.798, mentre nel 2007, anno in cui si percepivano i primi segnali di crisi economica27, erano 13.309. Il centro Italia
26 Sono offerte di lavoro pubblicate all'interno di appositi spazi incorniciati, contenuti a loro volta in apposite sezioni (o intere pagine) specializzate; la superficie di queste ultime, presenti in ben determinati giorni della settimana, viene venduta dai giornali per unità di misura, il “modulo” appunto, di ampiezza variabile a seconda dei casi, orientativamente costituita da un rettangolo di circa sei centimetri quadrati (2 di altezza per 3 di larghezza). Di ogni singolo annuncio viene rilevata la sede dell’offerta di lavoro, la nazionalità dell’azienda richiedente, il settore di attività economica dell’azienda richiedente, le posizioni professionali richieste, il titolo di studio, le lingue e l’esperienza richiesta ai potenziali collaboratori. Inoltre, è importante ricordare come le modalità di rilevazione permettano di effettuare l’analisi di questi aspetti sia a livello nazionale sia nel dettaglio regionale e provinciale. 27 “La fase di espansione globale, dalla fine del 2003 fino a tutto il I semestre 2007, ha avuto termine all'inizio del II semestre del 2007, quando l'economia statunitense ha subito una brusca frenata, per il venir meno della bolla speculativa nel mercato immobiliare e il peggioramento della qualità del credito, del sistema bancario, dovuta alla crisi dei cosiddetti mutui “subprime”. La situazione italiana, con un certo lasso di tempo di ritardo ha, poi, sostanzialmente, seguito le dinamiche mondiali precipitando nel II semestre 2008: dalla crisi finanziaria si è passati, assai presto, a quella dell’economia reale con la perdita di moltissimi posti di lavoro, e il contemporaneo ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG)” (Cuppone, Mocavini, Paliotta, Rauco, 2010:7 e ss.)
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passa in tre anni (dal 2007 al 2009), da 41.889 inserzioni a 17.645; il Nord-Ovest passa da 17.154 a 3.966 annunci, il Nord-Est da 13.616 a 5.314. Tabella 3.1 - Numero dei posti offerti tramite annunci su quotidiani per sede, anni 1997-2009, serie storica Italia
Totale Italia
NordOvest
NordEst
Centro
Sud
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
36.971 48.116 59.938 93.066 63.960 33.739 22.577 32.535 41.382 21.000 17.154 12.454 3.966
13.913 17.211 21.137 25.660 17.450 16.332 11.609 9.419 10.362 13.314 13.616 10.948 5.314
20.356 24.396 35.050 41.961 40.467 51.407 45.018 40.494 38.585 40.746 41.889 41.529 17.645
11.480 12.554 15.857 16.043 14.467 13.583 10.274 10.915 10.721 16.434 13.309 5.901 3.798
36.311 23.771 45.065 40.060 29.529 18.001 15.511 18.513 12.670 18.525 11.526 12.152 4.727
119.031 126.048 177.047 216.790 165.873 133.062 104.989 111.876 113.720 110.019 97.494 82.984 35.450
3.931 4.111 3.137 4.428 3.864 2.635 1.876 1.573 1.620 854 1.916 1.212 356
122.962 130.159 180.184 221.218 169.737 135.697 106.865 113.449 115.340 110.873 99.410 84.196 35.806
3.806 4.703 2.283 1.662 1.261 1.058 697 950
3.934 3.318 1.756 1.940 1.333 1.525 1.324 1.132
11.125 12.197 8.141 10.066 5.902 4.530 3.469 3.744
2.282 1.461 886 1.272 1.363 869 693 873
3.932 3.373 2.584 2.263 1.229 1.365 1.237 896
25.079 25.052 15.650 17.203 11.088 9.347 7.420 7.595
687 206 172 147 72 96 100 88
25.766 25.258 15.822 17.350 11.160 9.443 7.520 7.683
-34,5 89,6 -11,1 -26,3 -39,0 -13,8 19,4 -31,6 46,2 -37,8 5,4 -61,1 -68,7 -59,5 -52,1 -60,4
5,9 40,5 22,4 -23,5 -19,8 -21,1 6,6 1,6 -3,3 -11,4 -14,9 -57,3 -55,8 -62,7 -52,6 -55,9
4,6 -23,7 41,2 -12,7 -31,8 -28,8 -16,2 3,0 -47,3 124,4 -36,7 -70,6 -89,5 -53,4 -41,9 -40,1
5,9 38,4 22,8 -23,3 -20,1 -21,2 6,2 1,7 -3,9 -10,3 -15,3 -57,5 -56,7 -62,6 -52,5 -55,7
2008
2009
I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre
Italia generica
Estero
Totale generale
Periodo
Variazioni % 1997/98 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 2007/2008 2008/2009
Intero anno I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre
30,1 24,6 55,3 -31,3 -47,2 -33,1 44,1 27,2 -49,3 -18,3 -27,4 -68,2 -66,9 -77,5 -69,5 -42,8
23,7 22,8 21,4 -32,0 -6,4 -28,9 -18,9 10,0 28,5 2,3 -19,6 -51,5 -66,1 -54,0 -24,6 -41,6
19,8 43,7 19,7 -3,6 27,0 -12,4 -10,0 -4,7 5,6 2,8 -0,9 -57,5 -46,9 -62,9 -57,4 -62,8
9,4 26,3 1,2 -9,8 -6,1 -24,4 6,2 -1,8 53,3 -19,0 -55,7 -35,6 -40,3 -40,5 -21,8 -31,4
Fonte: ISFOL-CSA
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La “serie allargata” fornisce un quadro non dissimile da quello della serie storica, naturalmente la numerosità degli annunci risulta più elevata. Il numero complessivo di inserzioni è, per il 2009, 58.737, contro i 113.259 dell’anno precedente, con un indice negativo di -48,1 (tabella 3.2). In questo caso è la circoscrizione del Centro che presenta il dato territoriale peggiore: l’indice è -57,8, seguita a ruota dal Nord-Ovest -56,2, migliore la performance del Nord-Est -13,4. Il Nord-Est sembra essere la circoscrizione che meglio è riuscita a far fronte alla asprezza della crisi economica. Si era già rilevata una peculiarità del Nord-Est, nell’analisi condotta per i dati del primo semestre 200928, legata alla dinamica delle professioni/occupazioni interinali. Tabella 3.2 - Numero dei posti offerti tramite annunci su quotidiani per sede, anni 2006-2009, serie allargata Italia Periodo
Nord-
Nord-
Ovest
Est
Centro
Sud
Italia generica
Totale Italia
Estero
Totale generale
2006
38.589
24.261
42.812
18.217
20.208
144.087
1.312
145.399
2007
36.590
25.784
44.357
15.183
12.506
134.420
2.728
137.148
2008
28.395
21.245
43.161
7.534
12.924
113.259
1.826
115.085
2009
12.432
18.403
18.202
4.583
5.117
58.737
471
59.208
I trimestre
9.686
7.305
11.696
2.642
4.132
35.461
953
36.414
II trimestre
9.373
6.083
12.647
1.899
3.537
33.539
366
33.905
III trimestre
5.065
3.944
8.419
1.287
2.822
21.537
271
21.808
IV trimestre
4.271
3.913
10.399
1.706
2.433
22.722
236
22.958
I trimestre
3.185
5.137
6.137
1.587
1.328
17.374
120
17.494
II trimestre
2.349
4.590
4.689
1.081
1.525
14.234
113
14.347
III trimestre
3.201
3.715
3.566
783
1.329
12.594
131
12.725
IV trimestre
3.697
4.961
3.810
1.132
935
14.535
107
14.642
-38,1 3,3 -60,4 -67,9 -56,9 -52,9 -61,6
-6,7 -15,7 -48,1 -51,0 -57,6 -41,5 -36,0
107,9 -33,1 -74,2 -87,4 -69,1 -51,7 -54,7
-5,7 -16,1 -48,6 -52,0 -57,7 -41,6 -36,2
2008
2009
Variazioni % 2006/2007 2007/2008 2008/2009
Intero anno I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre
-5,2 -22,4 -56,2 -67,1 -74,9 -36,8 -13,4
6,3 -17,6 -13,4 -29,7 -24,5 -5,8 26,8
3,6 -2,7 -57,8 -47,5 -62,9 -57,6 -63,4
-16,7 -50,4 -39,2 -39,9 -43,1 -39,2 -33,6
Fonte: ISFOL-CSA
28 Si può ipotizzare che i lavoratori interinali siano richiesti da quelle imprese che seppur non alla ricerca di personale da reclutare, selezionare e assumere direttamente, sono alla ricerca di lavoratori interinali con i quali poter sostenere i picchi di produttività oppure perché, nel loro mercato di riferimento, iniziano ad affiorare modesti segnali di ripresa, da cogliere con celerità. La situazione lavorativa attuale, di costoro, che pure servirebbero in azienda, e soprattutto in produzione, è, però, quella che l’impresa presso cui lavorano non vuole assumersi l’onere dell’assunzione diretta. È, difatti, in quest’ottica che si possono leggere i dati che vedono, a livello circoscrizionale, “reggere” il Nord-Est, e dove, come si vedrà meglio nell’analisi del Barometro delle prime venti professioni/occupazioni interinali, sono preponderanti le occupazioni inerenti le fasi della “produzione” rispetto a quelle della “vendita” oppure quelle tipiche dell’“amministrazione”.
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A livello di analisi trimestrale, la circoscrizione del Nord, globalmente intesa, mostra una ripresa nel terzo e quarto trimestre, nel terzo l’indice è -5,8, per il Nord-Est e -36,8 per il Nord-Ovest, mentre nell’ultimo trimestre dell’anno l’indice è positivo +26,8, per il Nord-Est, ancora negativo, ma contenuto, per il Nord-Ovest, -13,4. L’analisi dei valori assoluti rimanda, anche per questa serie di dati, la sensazione che l’intermediazione tramite carta stampata, subisce nell’anno una grande perdita di terreno; sarebbe riduttivo pensare che le ragioni vadano solo ricercate nella scarsità di risorse finanziarie che, in periodi di crisi, le imprese sono poco disposte ad investire su nuove risorse umane, ma anche in un più generale atteggiamento “attendista”, che rende più statico l’intero sistema imprenditoriale (strategie espansive, nuovi mercati, nuovi prodotti, investimenti …). Alla contrazione della domanda fa da contraltare un calo del tasso di partecipazione da parte dell’offerta. Risulta da fonti ISTAT, che il tasso di attività complessivo passa dal 63% del 2008, al 62,4% nel 2009, pur in presenza di un aumento della popolazione in età attiva (nuove potenziali forze di lavoro). La contrazione interessa tutte le classi di età, ma, se per le classi giovanili questo è un dato strutturale (proseguimento degli studi, riforme scolastiche ed universitarie), per altri versi la diminuzione della propensione può ragionevolmente essere attribuita a fatti congiunturali. La presentazione grafica delle due serie (figure 3.1 e 3.2), fornisce una lettura visivamente più immediata degli andamenti delle inserzioni nel tempo. In particolare quella storica evidenzia il costante andamento del sud e del centro Italia, e la maggiore dinamicità del Nord. Figura 3.1 - Andamento delle inserzioni "serie storica" 1994-2009 per area geografica e totale Italia
Nord
240.000
Centro
Sud
Italia
200.000 160.000 120.000
80.000 40.000 0 1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Fonte: ISFOL-CSA
36
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Figura 3.2 - Andamento delle inserzioni "serie allargata" 2006-2009 per area geografica e totale Italia
Nord
Centro
Sud
Italia
140.000
120.000 100.000 80.000 60.000 40.000
20.000 0 2006
2007
2008
2009
Fonte: ISFOL-CSA
3.3
Attività economiche
Nel corso del 2009, il settore industriale ha visto dimezzate le richieste di personale a mezzo stampa, la variazione complessiva è di -52,2 (tabella 3.3) per la “serie storica” e di -54,0 per la “serie allargata”, a questo risultato hanno contribuito in maggior misura il comparto metalmeccanico che perde il 77,7 in “serie storica” e il 75,8 in “serie allargata”, segue il tessile con -58,6 e -58,4, la performance migliore è quella dell’edilizia con una diminuzione del -7,9 in “serie storica” e -11,2 in “serie allargata”. Tabella 3.3 - Numero di posti di lavoro offerti per attività economica, anni 2008-2009, serie storica Attività economica Industrie alimentari e tabacco Industrie tessili
2008
2009
Var. %
V. a.
%
V. a.
%
1.204
1,4
746
2,1
-38,0
764
0,9
316
0,9
-58,6
Industrie metalmeccaniche
4.577
5,4
1.022
2,9
-77,7
Industrie chimiche e farmaceutiche
3.260
3,9
1.834
5,1
-43,7
Altre industrie manifatturiere (1)
3.575
4,2
1.635
4,6
-54,3
Industria delle costruzioni
1.914
2,3
1.762
4,9
-7,9
15.294
18,2
7.315
20,4
-52,2
Commercio all'ingrosso e al minuto
7.438
8,8
2.726
7,6
-63,4
Credito e assicurazione
6.179
7,3
2.131
6,0
-65,5
Servizi
40.876
48,5
14.238
39,8
-65,2
Altre (2)
14.409
17,1
9.396
26,2
-34,8
Totale generale
84.196
100,0
35.806
100,0
-57,5
Totale industria
(1) Altre industrie manifatturiere: mobilio e legno, materiali da costruzione; carta e poligrafiche; altre manifatturiere (gomma, giocattoli, oro, plastica ecc.); beni di consumo; beni strumentali. (2) Altre: agricoltura, industrie estrattive, industria elettrica e gas, industria generica, trasporti e comunicazioni, pubblica amministrazione, altre municipalizzate, azienda generica, non indicato. Fonte: ISFOL-CSA
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Il settore industriale si attesta così, intorno al 20% delle inserzioni dell’anno 2009. Uno sguardo ai valori assoluti non appare di conforto, nel 2008 le inserzioni erano 15.294, nel 2009 scendono a 7.315, per la “serie storica”, mentre la “serie allargata” indica 23.220 inserzioni, che nel 2009 scendono a 10.674. I dati sembrano coerenti con quanto rilevato da diverse fonti sindacali e di informazione statistica:
il Centro studi di Confindustria indica in calo la produzione industriale, nel 2009, per quasi tutti i comparti, mentre oscillazioni positive sono registrate nel corso dei primi trimestri di quest’anno29;
un confronto con i dati riportati nel Rapporto Annuale sulla situazione del Paese, dell’ISTAT, nel 200930, conferma la crisi attraversata dal comparto. La produzione industriale ha registrato, nel 2008, una flessione che ha riguardato tutti i settori di attività. La produzione di alcuni settori era già in difficoltà nel 2008, soprattutto in alcuni comparti dell’industria pesante (chimica, materiali da costruzione, gomma e materie plastiche), ma anche in quelli del legno della carta e della stampa.
Proseguendo nell’analisi dei dati disaggregati per settore di attività, si rileva un calo del commercio (-63,4) in “serie storica”, più contenuto nella “serie allargata” (-49,6); in valore assoluto le inserzioni passano da 7.438 nel 2008 a 2.726 nel 2009 per la “serie storica” e da 11.950 nel 2008 a 5.976 nel 2009, pur continuando a rappresentare la medesima quota sul totale delle inserzioni rilevate. (7-8% in serie storica, -10% in serie allargata). Il Rapporto Annuale sulla situazione del Paese, nel 2009, segnala cadute importanti nel valore aggiunto del settore del commercio all’ingrosso (-12,7%) e di quello al dettaglio (-5,5%), segnalando altresì uno spostamento delle quote di mercato, nel commercio al dettaglio, a favore della distribuzione moderna rispetto a quella tradizionale31 confermando, anche per questo settore le indicazioni rilevate dall’analisi delle inserzioni. Penalizzato appare il comparto del credito e delle assicurazioni, che fa registrare un -65,5%, in “serie storica” e -67,6 in “serie allargata” (tabella 3.4), non mantiene stabile la sua quota di mercato: le inserzioni passano da 6.179 nel 2008 a 2.131 nel 2009, per la “serie storica” con un calo della quota percentuale di 1 punto e tre, e per la “serie allargata” da 7.113 inserzioni nel 2008 a 2.305 nel 2009 con un calo di circa 2 punti percentuali.
29 L’indagine rapida CSC di Confindustria rileva in febbraio 2010, un aumento della produzione industriale dello 0,8% su gennaio, quando si era avuta un’identica variazione dell’attività su dicembre 2009 (dati destagionalizzati). In febbraio 2010 il recupero dai minimi (marzo 2009) è del 6,1%, a fronte di una caduta del 20,9% dal picco del ciclo precedente (aprile 2008); la produzione media giornaliera cresce in febbraio del 2,6% sui dodici mesi. In gennaio 2010, la flessione – dati al netto del diverso numero di giornate lavorative – era stata del 3,6% (Confederazione generale dell'industria italiana, 2010, 1). 30 Nel 2009, “l’impatto sui settori produttivi: In Italia e nell’area dell’euro gli impulsi recessivi si sono concentrati nel settore delle costruzioni e in quello manifatturiero: all’interno di quest’ultimo, sono stati i comparti più esposti al commercio internazionale a risentire maggiormente della crisi, in particolare quello dei beni di investimento. Sono da segnalare i cali della produzione nei settori delle macchine e apparecchiature e della metallurgia (comparti che rappresentano rispettivamente circa il 20 e il 12% del totale delle vendite all’estero dell’Italia), per i quali la caduta produttiva, nella prima metà del 2009, è stata dell’ordine del 35%, a fronte di una flessione delle esportazioni superiore al 30%. Nel settore delle costruzioni la discesa della produzione è iniziata nell’ultima parte del 2008, per poi accelerare nel corso del 2009. Al contrario dell’industria in senso stretto, le costruzioni non hanno dato segni di ripresa nei mesi più recenti: negli ultimi due trimestri del 2009 l’andamento congiunturale è rimasto ancora nettamente negativo, con cali della produzione, rispettivamente, del 2,7 e dello 0,9%” (ISTAT, 2010:38 e ss.). 31 L’evoluzione della fase distributiva è indirizzata verso: l’internazionalizzazione delle imprese, la concentrazione delle imprese in gruppi sempre più grandi, la moltiplicazione delle formule commerciali.
38
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Tabella 3.4 - Numero di posti di lavoro offerti per attività economica, anni 2008-2009, serie allargata 2008
Attività economica
2009
Var. %
V. a.
%
V. a.
%
Industrie alimentari e tabacco
1.658
1,4
1.016
1,7
-38,7
Industrie tessili
1.498
1,3
623
1,1
-58,4
Industrie metalmeccaniche
8.449
7,3
2.042
3,4
-75,8
Industrie chimiche e farmaceutiche
3.945
3,4
2.035
3,4
-48,4
Altre industrie manifatturiere (1)
4.806
4,2
2.415
4,1
-49,8
Industria delle costruzioni
2.864
2,5
2.543
4,3
-11,2
Totale industria
23.220
20,2
10.674
18,0
-54,0
Commercio all'ingrosso e al minuto
11.850
10,3
5.976
10,1
-49,6
Credito e assicurazione
7.113
6,2
2.305
3,9
-67,6
Servizi
50.474
43,9
25.031
42,3
-50,4
Altre (2)
22.428
19,5
15.222
25,7
-32,1
115.085
100,0
59.208
100,0
-48,6
Totale generale
(1) Altre industrie manifatturiere: mobilio e legno, materiali da costruzione; carta e poligrafiche; altre manifatturiere (gomma, giocattoli, oro, plastica ecc.); beni di consumo; beni strumentali. (2) Altre: agricoltura, industrie estrattive, industria elettrica e gas, industria generica, trasporti e comunicazioni, pubblica amministrazione, altre municipalizzate, azienda generica, non indicato. Fonte: ISFOL-CSA
Anche il comparto dei Servizi presenta degli indici negativi, a testimonianza che anche per i servizi il momento è piuttosto difficile: -50,4 per la “serie allargata” e -65,2 per la “serie storica”, con un calo in valori assoluti di circa 25.000 annunci per la “serie allargata” e di circa 26.000 per la “serie storica”. Il
Rapporto Annuale sulla situazione del Paese, dell’ISTAT, nel 2009, indica tra i settori che hanno risentito in maniera acuta della crisi, proprio quelli connessi con le attività delle imprese, mentre meno colpiti quelli legati alla domanda delle famiglie e delle imprese. Figura 3.3 - Offerte per attività economica in Italia, anni 2007-2009
2007
50
2008
2009
40
30 20 10 0
Aliment.
Tessili
Metalm. Chim. farm. Altre man.
Costruz.
Comm.
Credito
Servizi
Altro
Fonte: ISFOL-CSA
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
3.4
Alcuni aspetti qualitativi delle offerte di lavoro
Gli indicatori qualitativi delle richieste di personale offrono vari spunti di analisi. Le inserzioni “a modulo”, si soffermano spesso, e in maniera abbastanza precisa, sulle caratteristiche che l’aspirante collaboratore dovrebbe possedere per ricoprire la posizione offerta. L’indicazione di questi elementi rende più facile l’incontro tra l’aspirante collaboratore e l’azienda ed è molto utile all’analisi dei dati in quanto consente di misurare la qualità effettiva dell’impiego proposto. Tra le caratteristiche richieste compare il titolo di studio, l’esperienza pregressa, la conoscenza di una lingua straniera. Tra i tre indicatori, un ruolo di primo piano è attribuito al grado di istruzione richiesto dall'azienda. Con riferimento a tale elemento, risulta però, decisamente consistente (75,7), anche per il 2009, la quota di offerte di lavoro in cui non viene richiesto alcun titolo di studio specifico per ricoprire una determinata posizione. Nel 2008 la percentuale era pari al 72,6, dunque, non ci sono grossi cambiamenti. Se si guarda alla “serie allargata” la situazione rimane identica, nel 75,4% dei casi non viene richiesto il titolo di studio. Nel caso in cui sia stato espressamente richiesto di aver conseguito un titolo di studio per ricoprire la posizione vacante, per la maggior parte delle volte si è trattato di un diploma di scuola media superiore: in 5.257, annunci nel 2009 per la “serie storica” e 9.405 per la “serie allargata”, è stato richiesto di aver completato tale ciclo di studi, il dato assoluto rappresenta il 14,7% circa delle offerte per la “serie storica” e il 15,9% per la “serie allargata”, nel 2008 il dato si attestava al 17% (tabelle 3.5 e 3.6). Le imprese sembrano dai dati analizzati, non tenere in gran conto il possesso di uno specifico titolo di studio. È noto che il livello di scolarizzazione delle forze di lavoro è notevolmente aumentato negli ultimi decenni, nel 2009 la popolazione italiana in età lavorativa (16-64) in possesso di un titolo universitario ha superato i cinque milioni di persone, i laureti rappresentano il 12,8% della popolazione e il 16,7% delle forze di lavoro. D’altro canto le indagini che si occupano della previsione occupazionale formulata dalle imprese, in particolare il sistema informativo Excelsior, indicano una propensione, da parte delle imprese a scegliere candidati laureati e/o diplomati. Questa contraddizione cui gli annunci sembrano dare corpo, si spiega probabilmente attraverso la consapevolezza che l’offerta (i potenziali candidati), sono in possesso di buoni livelli di istruzione/formazione e dunque appare superfluo chiedere che tale caratteristica debba essere specificata, le imprese inserzioniste avranno poi il tempo di selezionare i candidati sulla base del CV e sulla base di colloqui che potranno/dovranno svelare il possesso anche di altre caratteristiche quali la capacità di relazione, le capacità operative, la capacità di comprensione e risoluzione di problemi. Va infine considerata la tendenza di molte imprese a utilizzare strategie di formazione per colmare l’eventuale fabbisogno di qualificazione dei dipendenti sempre con maggiore frequenza attraverso percorsi formativi “strutturati”, in linea con le esigenze specifiche delle imprese stesse. Tra i diplomati la perdita maggiore su base annua, è per i ragionieri, -76,2 per la “serie storica”, e per i periti industriali per la “serie allargata” -57,3 sempre su base annua. Gli istituti professionali registrano in “serie allargata” -17,1 (il dato meno negativo di tutti).
40
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENTâ&#x20AC;&#x2122;ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA Tabella 3.5 - Numero dei posti offerti per titolo di studio anni 2007-2009, serie storica Diploma Periodo
Materie scientif.
Altre
Totale
Titolo di studio non indicato
29 11 5
4.943 4.851 1.992
5.325 3.817 1.433
10.268 8.668 3.425
70.253 61.175 27.119
99.410 84.196 35.806
Altri
Totale
13.120 10.596 4.061
18.860 14.342 5.257
351 476 178
503 568 135
442 268 109
214 262
316 252
166 102
1.355 1.079
6.306 4.290
8.357 5.985
10 1
2.956 1.895
2.642 1.175
5.598 3.070
37.059 24.116
51.024 33.172
94 84
75 60
49 60
405 369
2.269 1.792
2.892 2.365
5 0
1.171 821
692 741
1.863 1.562
15.843 11.276
20.603 15.203
35,6 -62,6
12,9 -76,2
-39,4 -59,3
-45,2 -68,2
-19,2 -61,7
-24,0 -63,3
-62,1 -54,5
-1,9 -58,9
-28,3 -62,5
-15,6 -60,5
-12,9 -55,7
-15,3 -57,5
-56,1 -67,9
-76,3 -76,2
-70,5 -41,2
-70,1 -65,8
-64,0 -58,2
-65,4 -60,5
-50,0 -100,0
-60,4 -56,7
-73,8 -36,9
-66,7 -49,1
-57,2 -53,2
-59,6 -54,2
Professionale Ragioneria Geometra 2007 2008 2009
Laurea Diploma universitario
Periti (ind.le e altri) 4.444 2.434 774
Totale
2008 I semestre II semestre
2009 I semestre II semestre
Variazioni % 2007/08 2008/09
2008/09 I semestre II semestre
Fonte: ISFOL-CSA
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41
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENTâ&#x20AC;&#x2122;ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA Tabella 3.6 - Numero dei posti offerti per titolo di studio anni 2007-2009, serie allargata Diploma Periodo
2007 2008 2009
Professionale Ragioneria Geometra
Laurea Periti (ind.le e altri)
Altri
Totale
Diploma universitario
Materie scientif.
Altre
Totale
Titolo di studio non indicato
Totale
451 642 532
976 873 516
783 414 215
6.832 4.273 1.825
16.923 13.660 6.317
25.965 19.862 9.405
31 11 6
6.421 6.415 2.748
6.489 4.780 2.359
12.910 11.195 5.107
98.242 84.017 44.690
137.148 115.085 59.208
273 369
517 356
255 159
2.503 1.770
8.284 5.376
11.832 8.030
10 1
3.975 2.440
3.212 1.568
7.187 4.008
51.290 32.727
70.319 44.766
205 327
224 292
110 105
1.089 736
3.403 2.914
5.031 4.374
6 0
1.604 1.144
1.058 1.301
2.662 2.445
24.142 20.548
31.841 27.367
2008 I sem. II sem.
2009 I sem. II sem.
Variazioni % 2007/08 2008/09
42,4 -17,1
-10,6 -40,9
-47,1 -48,1
-37,5 -57,3
-19,3 -53,8
-23,5 -52,6
-64,5 -45,5
-0,1 -57,2
-26,3 -50,6
-13,3 -54,4
-14,5 -46,8
-16,1 -48,6
-24,9 -11,4
-56,7 -18,0
-56,9 -34,0
-56,5 -58,4
-58,9 -45,8
-57,5 -45,5
-40,0 -100,0
-59,6 -53,1
-67,1 -17,0
-63,0 -39,0
-52,9 -37,2
-54,7 -38,9
2008/09 I sem. II sem.
Fonte: ISFOL-CSA
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Questo può voler dire che, nell’ipotesi di ricerca di una professione con contenuti specifici di tipo tecnico, le imprese ritengono ancora importante il possesso di un titolo coerente. Questo avviene meno quando è necessario ricoprire ruoli amministrativi, commerciali di medio/alto profilo, la richiesta del possesso di un diploma liceale scende a -61,7 per la “serie storica” e -53,8 per la “serie allargata”. Le richieste di istruzione di livello più elevato, fanno registrare un calo rilevante, la laurea viene richiesta da 3.425 inserzioni, in “serie storica” erano 8.668 nel 2008, per la “serie allargata” le richieste sono 5.107 nel 2009, contro 11.195 del 2008. Tra le lauree, le più richieste, per il 2009, sono quelle scientifiche 1.992 inserzioni contro 1.433 per gli altri tipi di laurea, in “serie storica”, mentre per la “serie allargata” il dato è di 2.748 per le scientifiche, contro 2.359 per la “serie allargata”. Le imprese con dipendenti interpellate nell’ambito dell’indagine Excelsior, dichiarano di programmare assunzione di laureati e diplomati in misura nettamente maggiore rispetto ai livelli più bassi di istruzione e qualificazione, d’altra parte l’ultimo rapporto sulla condizione dei laureati curato dal Consorzio interuniversitario Almalaurea, mostra una realtà molto frammentata e fortemente articolata, non solo e non tanto per differenze tra Nord e Sud, e differenze di genere, ma anche, limitatamente ai gruppi che non proseguono gli studi32, lo stesso rapporto indica, altresì delle difficoltà di assorbimento del mercato del lavoro: la percentuale di laureati occupati scende di circa 7 punti tra i laureati di primo livello e di oltre 7 punti per gli specialistici. L’altro indicatore, conoscenza di una lingua straniera, trova ragione nella necessità, per le aziende nazionali, di muoversi ed operare in contesti sempre più aperti. Evidenza di ciò dovrebbe risultare dal numero delle offerte in cui viene richiesta ai candidati la conoscenza di una specifica lingua straniera. Nel 2009 gli annunci nei quali viene richiesta la conoscenza di una lingua straniera sono 2.904 in “serie storica” e 5.336 in “serie allargata”, nel 2008 erano rispettivamente 10.397 e 13.603 (tabelle 3.7 e 3.8). Questo fenomeno potrebbe essere in parte collegato alla forte flessione di offerte di imprese straniere o multinazionali. La dinamica interessa tutte le lingue straniere, la richiesta della conoscenza dell’inglese ha un indice di -73,4 per l’inglese, -74 per il francese e -60,4 per il tedesco, per la “serie storica”, la situazione per la “serie allargata” è un po’ diversa: -63,4, quella del francese -39,5, quella del tedesco 38,7, le richieste per la conoscenza dell’inglese sono diminuite in misura maggiore rispetto alle altre. Circa la mancata indicazione da parte delle aziende del possesso di questo requisito, (2.904 annunci su 35.806 per la “serie storica” e 5.336 su 59.208 per la “serie allargata”), si possono formulare alcune ipotesi: gli inserzionisti danno per scontato che tale conoscenza ci sia, in particolare per le inserzioni dedicate ai giovani laureati; in ambito europeo, infatti, sono numerosi i progetti che coinvolgono 32 “Rispetto alla precedente rilevazione, tutti i tipi di laurea esaminati hanno manifestato bruschi segnali di frenata della capacità di essere assorbiti dal mercato del lavoro: tra i laureati di primo livello il tasso di occupazione è sceso di quasi 7 punti percentuali (62% rispetto al 69% dell’anno scorso), tra i colleghi specialistici la contrazione registrata è di oltre 7 punti (45,5%, solo un anno fa, era del 53%), mentre tra gli specialistici a ciclo unico – dove il tasso di occupazione è nettamente inferiore alla media a causa dell’elevata quota di chi prosegue la propria formazione con attività necessarie alla professione – è di oltre 5 punti percentuali (37%; il precedente tasso di occupazione era del 43%)” (Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, 2009:9 e ss.).
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
giovani laureati e non, che promuovono, sia per motivi di mobilità personale e professionale all'interno del mercato unico, sia come incentivo ai contatti interculturali e alla comprensione reciproca, l’uso delle lingue ufficiali dell'UE e di quelle regionali e minoritarie. D’altra parte la vocazione internazionale delle imprese italiane è un fatto consolidato fin da tempi remoti, e sufficientemente noto a chi entra nel mercato del lavoro, da dare per scontato certe conoscenze e competenze. Per altro verso il possesso di tale requisito può non essere considerato fondamentale, per esempio in relazione al tipo di impiego offerto Tabella 3.7 - Posti di lavoro offerti per conoscenza di lingua straniera anni 2007-2009, serie storica Periodo
Lingua straniera
Totale
Inglese
Francese
Tedesco
Altre
2007
10.306
172
697
728
11.903
2008
8.973
131
675
618
10.397
2009
2.390
34
267
213
2.904
I trimestre
2.984
41
177
169
3.371
II trimestre
2.732
79
123
288
3.222
III trimestre
1.707
7
211
88
2.013
IV trimestre
1.550
4
164
73
1.791
2008
2009 I trimestre
735
0
101
50
886
II trimestre
679
10
56
56
801
III trimestre
439
14
59
78
590
IV trimestre
537
10
51
29
627
Variazioni % 2007/08 2008/09
-12,9 -73,4
-23,8 -74,0
-3,2 -60,4
-15,1 -65,5
-12,7 -72,1
-75,4 -75,1 -74,3 -65,4
-100,0 -87,3 100,0 150,0
-42,9 -54,5 -72,0 -68,9
-70,4 -80,6 -11,4 -60,3
-73,7 -75,1 -70,7 -65,0
2006/2009 I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre
Fonte: ISFOL-CSA
Ultimo indicatore è l’aver maturato una precedente esperienza lavorativa. Tale requisito, nell’anno 2009 è stato richiesto nel 43,3% dei casi e nel 2008 nel 43,8%, in “serie storica”, nella “serie allargata” la richiesta c’è stata nel 46,4% dei casi. Questo requisito si è confermato quello, tra i tre esaminati, al quale le aziende hanno prestato maggiore attenzione (tabelle 3.9 e 3.10). Altra differenziazione rilevabile è tra una esperienza intesa come requisito obbligatorio oppure come requisito preferito; come si vede dalle serie di dati, quando il requisito è richiesto è sostanzialmente obbligatorio, questo sia per la serie storica che per quella allargata.
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella 3.8 - Posti di lavoro offerti per conoscenza di lingua straniera anni 2007-2009, serie allargata Lingua straniera
Periodo
Totale
Inglese
Francese
Tedesco
Altre
2007
14.529
197
916
1.112
16.754
2008
11.619
167
839
978
13.603
2009
4.250
101
514
471
5.336
I trimestre
3.851
52
235
323
4.461
II trimestre
3.588
85
168
377
4.218
III trimestre
2.206
12
233
147
2.598
IV trimestre
1.974
18
203
131
2.326
2008
2009 I trimestre
1.170
8
207
131
1.516
II trimestre
1.107
15
100
123
1.345
III trimestre
887
41
103
110
1.141
IV trimestre
1.086
37
104
107
1.334
Variazioni % 2007/08 2008/09
-20,0 -63,4
-15,2 -39,5
-8,4 -38,7
-12,1 -51,8
-18,8 -60,8
-69,6 -69,1 -59,8 -45,0
-84,6 -82,4 241,7 105,6
-11,9 -40,5 -55,8 -48,8
-59,4 -67,4 -25,2 -18,3
-66,0 -68,1 -56,1 -42,6
2008/2009 I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre
Fonte: ISFOL-CSA Tabella 3.9 - Richiesta di esperienza anno 2009, serie storica V.a.
%
Obbligatoria
23.357
39,4
Preferita
4.134
7,0
Non indicata
31.717
53,6
Totale
59.208
100,0
Fonte: ISFOL-CSA Tabella 3.10 - Richiesta di esperienza anno 2009, serie allargata Obbligatoria
V.a.
%
23.357
39,4
Preferita
4.134
7,0
Non indicata
31.717
53,6
Totale
59.208
100,0
Fonte: ISFOL-CSA
L’esperienza potrà avere poi diverse declinazioni, ad esempio esperienza dei mercati di riferimento dell’azienda inserzionista, esperienza circa le modalità di lavoro, esperienza nel settore di riferimento dell’azienda; l’acquisizione di esperienze è dunque un tema che consente diversi e articolati approcci,
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
sul quale anche il sistema formativo/scolastico si è speso molto, promuovendo una serie di strumenti atti a far acquisire tale requisito, a chi esce dal sistema scolastico/formativo e entra nel mondo del lavoro. In generale l'esperienza lavorativa può essere acquisita attraverso il collocamento presso un datore di lavoro, pagato o non pagato, gli obiettivi di una esperienza di lavoro si riassumono nel sostegno allo sviluppo di competenze e conoscenze utili per la carriera che si vuole intraprendere, tra gli strumenti messi in campo per raggiungere tali obiettivi si ricordano gli stages; le attività extracurriculari; il lavoro volontario; Il part-time lavoro/formazione e il posizionamento per le vacanze. Le offerte destinate a neolaureati e neodiplomati desiderosi di acquisire esperienze attraverso stage e soggiorni all’estero sono molto numerose, se ne trovano molte tipologie in rete, con offerta di programmi a pagamento, ma altrettante se ne rintracciano presso gli atenei e presso le scuole di ordine superiore. Un‘analisi di maggiore dettaglio mostra alcune differenziazioni connesse con il tipo di professione ricercata (tabelle 3.11 e 3.12), ad esempio nel 2009 è richiesta esperienza “obbligatoria” per la figura del “direttore” nel 65,6% dei casi, o del “quadro” nel 62,1% dei casi per la “serie storica”; inoltre questo requisito appare sostanzialmente “obbligatorio” e non “preferito”. Anche per l’ingegnere la richiesta di esperienza è ad un buon livello 51,3%, in “serie storica” e 51,6% in “serie allargata”. La richiesta “obbligatoria” del possesso del requisito per la figura dell’ impiegato, è indicata in poco più del 30% dei casi, sia in “serie storica” che in “serie allargata”; per il fiscalista è intorno al 20% nelle due serie di dati; mentre, per le figure legate ai sistemi EDP, il requisito dell’esperienza è pari al 32,0%, per gli analisti programmatori, per gli operatori scende al 7,1% dei casi in “serie storica”. La serie allargata non mostra qualche differenza sulle figure legate ai sistemi EDP: analista programmatore 32,2%, operatore 17,0%. Tabella 3.11 - Richiesta di esperienza secondo la classificazione ISFOL-CSA anno 2009, serie storica Esperienza Obbligatoria V. a. Direttore
Preferita
%
V. a.
%
Non indicata V. a.
%
Totale V. a.
%
888
65,6
37
2,7
429
31,7
1.354
100,0
Quadro
1.619
62,1
127
4,9
861
33,0
2.607
100,0
Impiegato
1.888
32,3
126
2,2
3.831
65,5
5.845
100,0
Analista programmatore
335
32,0
66
6,3
645
61,7
1.046
100,0
Fiscalista
266
21,4
64
5,2
912
73,4
1.242
100,0
Ingegnere
218
51,3
22
5,2
185
43,5
425
100,0
36
31,6
0
0,0
78
68,4
114
100,0
6
7,1
0
0,0
78
92,9
84
100,0
4.175
37,8
809
7,3
6.062
54,9
11.046
100,0
4.562
37,9
253
2,1
7.228
60,0
12.043
100,0
13.993
39,1
1.504
4,2
20.309
56,7
35.806
100,0
Neolaureato Operatore EDP Rappresentante Altro
Totale
Fonte: ISFOL-CSA
46
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella 3.12 - Richiesta di esperienza secondo la classificazione ISFOL-CSA, anno 2009, serie allargata Esperienza Obbligatoria V. a.
%
Preferita V. a.
Non indicata
%
V. a.
%
Direttore
1.043
64,2
46
2,8
536
33,0
Quadro
2.428
61,6
208
5,3
1.306
Impiegato
3.693
34,5
608
5,7
6.416
Analista programmatore
660
32,2
388
18,9
Fiscalista
323
19,2
76
4,5
Ingegnere
300
51,6
32
38
25,9
0
Neolaureato Operatore EDP Rappresentante Altro
Totale
Totale V. a.
%
1.625
100,0
33,1
3.942
100,0
59,9
10.717
100,0
1.002
48,9
2.050
100,0
1.283
76,3
1.682
100,0
5,5
249
42,9
581
100,0
0,0
109
74,1
147
100,0
27
17,0
0
0,0
132
83,0
159
100,0
6.105
36,4
1.748
10,4
8.905
53,1
16.758
100,0
8.740
40,6
1.028
4,8
11.779
54,7
21.547
100,0
23.357
39,4
4.134
7,0
31.717
53,6
59.208
100,0
Fonte: ISFOL-CSA
3.5
Conclusioni
L’analisi fin qui condotta induce a considerare come la crisi stia costringendo il sistema imprenditoriale italiano a ristrutturazioni profonde. Si può arrivare ottimisticamente ad ipotizzare l’avvento di un sistema produttivo che opererà con approcci inediti, con un accorciamento della catena di distribuzione, con una maggiore efficienza, con la creazione di nuovi bisogni, prodotti e consumi in una sorta di individualizzazione sempre più ricercata, e tagliata su misura, per il cliente finale. Attualmente l’unica cosa certa è, però, che si assiste alla distruzione di posti di lavoro e molti di questi riguardano posti di lavoro qualificati in un paese dove la cosiddetta “disoccupazione intellettuale”, basata sull’acquisizione formale di un titolo di studio, e del suo correlato valore legale, è sempre stato uno degli snodi più delicati. Non si può non rilevare, inoltre, come i diversi settori sembrano avere andamenti negativi analoghi: la crisi ha colpito in particolare il comparto industriale che si era avviato, già nel 2008, ad una ristrutturazione complessiva attraverso un ridimensionamento delle strutture produttive e un fenomeno di accorciamento delle filiere tradizionali per eliminare le imprese meno efficienti. La produzione di alcuni settori era già in difficoltà in anni precedenti, soprattutto in alcuni comparti dell’industria pesante (chimica, materiali da costruzione, gomma e materie plastiche, beni di consumo e beni strumentali) ma anche in quelli del mobilio e legno, della carta e poligrafiche. In alcuni settori, il calo è iniziato nel corso dell’anno: sono quelli del made in Italy, sia nelle filiere più tradizionali (tessile-abbigliamento e pelli, cuoio e calzature) sia in quelle della meccanica (prodotti in metallo, macchinari e attrezzature) ma soprattutto la produzione degli autoveicoli e dei mezzi di trasporto è risultata essere in caduta libera. L’unica eccezione è rappresentata dai servizi alle imprese e in specifiche zone territoriali. È proprio nella fornitura di servizi, presumibilmente di elevata qualificazione tecnica e non formale, di supporto alle imprese nei momenti in cui è necessario cogliere al volo le possibilità offerte dal mercato oppure
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
dall’inedita individuazione di nicchie profittevoli, che potrebbe essere iniziata un’inversione di tendenza del sistema produttivo nazionale. Altro aspetto preoccupante è rappresentato dal calo del tasso di partecipazione al lavoro da parte dell’offerta. L’ISTAT indica in calo la partecipazione al lavoro, pur in presenza di un aumento della popolazione in età attiva (nuove potenziali forze di lavoro), il fenomeno interessa tutte le classi di età, ma, se per le classi giovanili questo è in parte un dato strutturale (proseguimento degli studi, riforme scolastiche ed universitarie), per altri versi la diminuzione della propensione al lavoro legata all’andamento dell’economia, rappresenta un fenomeno preoccupante che dovrà essere ben considerato nell’attuazione di politiche di intervento.
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
4 4.1
LE PROFESSIONI MAGGIORMENTE RICHIESTE L’analisi delle professioni
L’ISFOL, in collaborazione con il CSA, segue ormai da molti anni l’andamento delle professioni ricercate mediante annunci su carta stampata. L’analisi di tale evoluzione, nel corso del tempo, ha visto succedersi periodi di notevole espansione alternati a contrazioni talvolta brusche, caratterizzate dall’emergere di professioni nuove a scapito di altre, strettamente legate allo sviluppo incessante del mercato del lavoro e di tutti i fattori che ne influenzano la domanda e l’offerta. Tuttavia, mai come nel 2009, ci si era trovati ad affrontare una situazione di crisi profonda come quella attuale e i “numeri” che nelle prossime pagine si va a presentare lo stanno a testimoniare. La serie degli annunci sarà ora scomposta sia in un’ottica qualitativa, scendendo nel dettaglio delle professioni ricercate anche attraverso un’analisi più attenta della tipologia contrattuale legata alla professione richiesta, sia in un’ottica geografica, analizzando la distribuzione territoriale degli annunci, prima in macroaree geografiche, poi per regione e, infine, analizzando i casi di alcune province.
4.2
Il “barometro” delle professioni
Il primo sguardo che si intende dare al mercato del lavoro rappresentato dagli annunci su carta stampata è posto in essere dal punto di vista delle figure professionali richieste. Le tabelle 4.1 e 4.2 mostrano le 30 professioni maggiormente richieste sul mercato (al netto di annunci che richiedono forza lavoro in maniera generica, sono state infatti omessi dalla graduatoria gli annunci rivolti genericamente a laureati, neolaureati, diplomati, neodiplomati, soci, borsisti, corsisti, consulenti e tutti quegli annunci che non specificano la professionalità richiesta, pur mantenendo questi annunci nel computo totale). La prima delle due tabelle prende in considerazione soltanto le 23 pubblicazioni a carattere nazionale che sono state sempre monitorate nel corso degli anni (la cosiddetta serie storica). In esse sono contenuti 27.264 annunci dei quali, al momento, si considerano soltanto quelli relativi a aziende che non siano società di lavoro interinale. In questo modo abbiamo un quadro delle professionalità richieste sul mercato per coprire posti di lavoro quanto più possibilmente stabili, escludendo quelle a più alto
turn over o, perlomeno, fortemente temporanee, la cui ricerca la si ipotizza affidata alle società interinali. La professione maggiormente richiesta è l’agente che, pur perdendo il 24,6% delle richieste che la caratterizzavano nel 2008, sale di una posizione nella graduatoria a causa della flessione che ha registrato la ricerca di venditori, passati dai 7.272 annunci del 2007, agli oltre 4.000 annunci del 2008, ai 2.095 del 2009, con un calo complessivo, negli ultimi 3 anni del 71,2%. A ben vedere, in effetti, la flessione del totale degli annunci superiore al 50%, fa sì che le prime 6 professioni più ricercate abbiano tutte registrato un calo che, però, non pregiudica la loro posizione in classifica e anzi ne consolida il primato rispetto alle altre professioni.
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA Tabella 4.1 - Il "barometro": le trenta professioni più ricercate nel 2009 (senza richieste da parte di società interinali, solo giornali in serie storica) Professione
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Agente Venditore Add. recupero crediti Ag. vendita Ag. monomandatario Ag. plurimandatario Apprendista impiegato Consulente comm.le Collab. commerciale Manager Addetto vendita Agente chimico Addetto reparto Promotore Impiegato Inf. scient. del farmaco Agente commercio Tecnico Addetto amm.zione Operatore meccanico Funz. commerciale Apprendista Agente finanziario Arredatore Rappresentante Agente Senior Operatore call center Area manager Addetto magazzino Operaio qualificato
Totale Totale primi 30
50
2009 V. a
2008
2007
%
V. a
%
Posiz.
2.756 10,1 2.095 7,7 1.207 4,4 907 3,3 890 3,3 595 2,2 508 1,9 389 1,4 387 1,4 327 1,2 302 1,1 293 1,1 283 1,0 282 1,0 278 1,0 263 1,0 258 0,9 248 0,9 239 0,9 223 0,8 219 0,8 215 0,8 201 0,7 192 0,7 185 0,7 181 0,7 179 0,7 162 0,6 147 0,5 133 0,5 27.264 100,0 14.544 53,3
3.653 4.064 1.781 1.999 1.165 706 2 868 758 543 1.045 659 543 123 617 179 320 566 329 99 281 680 284 424 165 180 353 252 228 206 56.230 23.072
6,5 7,2 3,2 3,6 2,1 1,3 0,0 1,5 1,3 1,0 1,9 1,2 1,0 0,2 1,1 0,3 0,6 1,0 0,6 0,2 0,5 1,2 0,5 0,8 0,3 0,3 0,6 0,4 0,4 0,4 100,0 41,0
2 1 4 3 5 11 602 8 10 19 6 13 18 92 14 61 27 16 24 105 32 12 31 20 67 59 22 38 44 53
V. a
Scarti 2009-2008
% Posiz.
5.618 7,6 7.272 6,9 411 0,5 2.767 3,1 2.019 2,3 1.013 1,1 38 0,0 729 0,6 1.479 1,5 1.231 1,4 2.129 1,7 966 1,1 1.003 0,9 184 0,2 1.416 1,2 130 0,2 447 0,5 1.405 1,2 521 0,6 575 0,2 980 1,1 1.218 1,1 556 0,6 176 0,1 247 0,2 31 0,0 2.382 3,1 554 0,6 409 0,5 1.004 0,6 73.986 100,0 38.910 40,7 Fonte: ISFOL-CSA
1 2 33 4 5 12 660 27 7 9 6 13 18 91 11 98 39 10 28 86 14 15 24 151 73 291 3 31 36 30
Scarti 2009-2007
Scarti 2008-2007
V. a
%
V. a
%
V. a
%
-897 -1.969 -574 -1.092 -275 -111 506 -479 -371 -216 -743 -366 -260 159 -339 84 -62 -318 -90 124 -62 -465 -83 -232 20 1 -174 -90 -81 -73 -28.966 -8.528
-24,6 -48,4 -32,2 -54,6 -23,6 -15,7 25300,0 -55,2 -48,9 -39,8 -71,1 -55,5 -47,9 129,3 -54,9 46,9 -19,4 -56,2 -27,4 125,3 -22,1 -68,4 -29,2 -54,7 12,1 0,6 -49,3 -35,7 -35,5 -35,4 -51,5 -37,0
-2.862 -5.177 796 -1.860 -1.129 -418 470 -340 -1.092 -904 -1.827 -673 -720 98 -1.138 133 -189 -1.157 -282 -352 -761 -1.003 -355 16 -62 150 -2.203 -392 -262 -871 -46.722 -24.366
-50,9 -71,2 193,7 -67,2 -55,9 -41,3 1236,8 -46,6 -73,8 -73,4 -85,8 -69,7 -71,8 53,3 -80,4 102,3 -42,3 -82,3 -54,1 -61,2 -77,7 -82,3 -63,8 9,1 -25,1 483,9 -92,5 -70,8 -64,1 -86,8 -63,1 -62,6
-1.965 -3.208 1.370 -768 -854 -307 -36 139 -721 -688 -1.084 -307 -460 -61 -799 49 -127 -839 -192 -476 -699 -538 -272 248 -82 149 -2.029 -302 -181 -798 -17.756 -15.838
-35,0 -44,1 333,3 -27,8 -42,3 -30,3 -94,7 19,1 -48,7 -55,9 -50,9 -31,8 -45,9 -33,2 -56,4 37,7 -28,4 -59,7 -36,9 -82,8 -71,3 -44,2 -48,9 140,9 -33,2 480,6 -85,2 -54,5 -44,3 -79,5 -24,0 -40,7
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA Tabella 4.2 - Il "barometro": le trenta professioni più ricercate nel 2009 (senza richieste da parte di società interinali) Professione
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Agente Venditore Add. recupero crediti Ag. vendita Ag. monomandatario Ag. plurimandatario Apprendista impiegato Consulente com.le Collab. commerciale Manager Addetto vendita Agente chimico Addetto reparto Promotore Impiegato Inf. scient. del farmaco Agente commercio Tecnico Addetto amm.zione Operatore meccanico Funz. commerciale Apprendista Agente finanziario Arredatore Rappresentante Agente Senior Operatore call center Area manager Addetto magazzino Operaio qualificato
Totale Totale primi 30
2009 V. a
2008 %
2.756 10,1 2.095 7,7 1.207 4,4 907 3,3 890 3,3 595 2,2 508 1,9 389 1,4 387 1,4 327 1,2 302 1,1 293 1,1 283 1,0 282 1,0 278 1,0 263 1,0 258 0,9 248 0,9 239 0,9 223 0,8 219 0,8 215 0,8 201 0,7 192 0,7 185 0,7 181 0,7 179 0,7 162 0,6 147 0,5 133 0,5 27.264 100,0 14.544 53,3
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V. a
2007
% Posiz.
3.653 6,5 4.064 7,2 1.781 3,2 1.999 3,6 1.165 2,1 706 1,3 2 0,0 868 1,5 758 1,3 543 1,0 1.045 1,9 659 1,2 543 1,0 123 0,2 617 1,1 179 0,3 320 0,6 566 1,0 329 0,6 99 0,2 281 0,5 680 1,2 284 0,5 424 0,8 165 0,3 180 0,3 353 0,6 252 0,4 228 0,4 206 0,4 56.230 100,0 23.072 41,0
2 1 4 3 5 11 602 8 10 19 6 13 18 92 14 61 27 16 24 105 32 12 31 20 67 59 22 38 44 53
V. a
Scarti 2009-2008
% Posiz.
5.618 7,6 7.272 6,9 411 0,5 2.767 3,1 2.019 2,3 1.013 1,1 38 0,0 729 0,6 1.479 1,5 1.231 1,4 2.129 1,7 966 1,1 1.003 0,9 184 0,2 1.416 1,2 130 0,2 447 0,5 1.405 1,2 521 0,6 575 0,2 980 1,1 1.218 1,1 556 0,6 176 0,1 247 0,2 31 0,0 2.382 3,1 554 0,6 409 0,5 1.004 0,6 73.986 100,0 38.910 40,7 Fonte: ISFOL-CSA
1 2 33 4 5 12 660 27 7 9 6 13 18 91 11 98 39 10 28 86 14 15 24 151 73 291 3 31 36 30
Scarti 2009-2007
Scarti 2008-2007
V. a
%
V. a
%
V. a
%
-897 -1.969 -574 -1.092 -275 -111 506 -479 -371 -216 -743 -366 -260 159 -339 84 -62 -318 -90 124 -62 -465 -83 -232 20 1 -174 -90 -81 -73 -28.966 -8.528
-24,6 -48,4 -32,2 -54,6 -23,6 -15,7 25300,0 -55,2 -48,9 -39,8 -71,1 -55,5 -47,9 129,3 -54,9 46,9 -19,4 -56,2 -27,4 125,3 -22,1 -68,4 -29,2 -54,7 12,1 0,6 -49,3 -35,7 -35,5 -35,4 -51,5 -37,0
-2.862 -5.177 796 -1.860 -1.129 -418 470 -340 -1.092 -904 -1.827 -673 -720 98 -1.138 133 -189 -1.157 -282 -352 -761 -1.003 -355 16 -62 150 -2.203 -392 -262 -871 -46.722 -24.366
-50,9 -71,2 193,7 -67,2 -55,9 -41,3 1236,8 -46,6 -73,8 -73,4 -85,8 -69,7 -71,8 53,3 -80,4 102,3 -42,3 -82,3 -54,1 -61,2 -77,7 -82,3 -63,8 9,1 -25,1 483,9 -92,5 -70,8 -64,1 -86,8 -63,1 -62,6
-1.965 -3.208 1.370 -768 -854 -307 -36 139 -721 -688 -1.084 -307 -460 -61 -799 49 -127 -839 -192 -476 -699 -538 -272 248 -82 149 -2.029 -302 -181 -798 -17.756 -15.838
-35,0 -44,1 333,3 -27,8 -42,3 -30,3 -94,7 19,1 -48,7 -55,9 -50,9 -31,8 -45,9 -33,2 -56,4 37,7 -28,4 -59,7 -36,9 -82,8 -71,3 -44,2 -48,9 140,9 -33,2 480,6 -85,2 -54,5 -44,3 -79,5 -24,0 -40,7
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Sembra essersi arrestata la prepotente ascesa dell’addetto recupero crediti, professionalità cresciuta improvvisamente nel 2008, ai primi segnali di crisi, che adesso si assesta al gradino più basso dell’ipotetico podio del barometro. È evidente come il suo mercato tenda a saturarsi, stabilizzandone le richieste al terzo posto in graduatoria. Ai piedi del podio e nelle successive due posizioni compaiono, ancora un volta, figure commerciali:
agente vendita, agente monomandatario, agente plurimandatario. Se sommate alla professione dell’agente, esse coprono quasi il 20% del totale degli annunci, a testimonianza del fatto che le inserzioni a modulo sono il canale di ricerca privilegiato prevalentemente per professioni in ambito commerciale, come conferma la posizione nel ranking del consulente commerciale, del collaboratore
commerciale (entrambe nelle top 10), dell’addetto vendita (11° posto), del promotore (14°), dell’agente di commercio (17°), del funzionario commerciale (21°) e del rappresentante (25°). Tra le professioni in ascesa è da rimarcare la novità dettata dalla presenza, al 7° posto, dell’apprendista
impiegato, figura professionale pressoché nulla nei precedenti due anni, del promotore (14°) che ha più che raddoppiato gli annunci e dell’informatore scientifico del farmaco (+46,9%, 16° posto). In crescita anche una professione di ambito totalmente diverso da quelle citate finora, l’operatore meccanico, che figura al 20° posto, con un aumento degli annunci del 125%. Se si allarga lo sguardo non soltanto alle professioni richieste su giornali che fanno parte della cosiddetta serie storica, ma si includono anche pubblicazioni a carattere locale, come quotidiani provinciali o edizioni locali di quotidiani nazionali, la situazione non cambia in maniera radicale, ma, ad un occhio attento, può non sfuggire qualche particolarità. In uno scenario che conta circa 15mila inserzioni in più (al netto, come in precedenza, degli annunci pubblicati da società interinali), risulta immediatamente evidente il balzo in avanti dell’operatore di call
center che nella serie allargata passa da 127 annunci (27° posto) a 656, con un aumento di oltre il 40% rispetto all’anno precedente, in controtendenza rispetto al -49,3% della serie storica. Molto richiesti a livello “locale” sono anche gli arredatori (212 annunci in più rispetto ai 192 della serie storica) e gli operai che non compaiono nelle 30 professioni più richieste nella serie storica (sono al 32° posto, con soli 118 annunci), mentre, allargando la ricerca anche ai quotidiani locali, si possono trovare al 21.mo posto, grazie ai 305 annunci che li richiedono. Sono sostanzialmente invariate le altre posizioni, con una prevalenza ancora evidente delle professionalità in ambito commerciale a discapito di tutte le altre. Rimanendo in quest’ottica, può essere interessante raggruppare gli annunci sulla base dell’area aziendale cui possono essere riferiti (indipendentemente dal settore dell’azienda inserzionista, tabella 4.3). Come era lecito aspettarsi, i numeri confermano che le professioni commerciali rappresentano oltre un terzo del totale e, pur registrando un decremento in valori assoluti, appaiono in leggero aumento in termini relativi. Tralasciando le professioni che non è possibile classificare in maniera certa, il secondo gruppo professionale è quello delle professioni classificabili come di amministrazione e controllo che tuttavia ricopre soltanto l’11,4% del totale. Come si può osservare, la suddivisione degli annunci tra i vari gruppi è rimasta sostanzialmente invariata nonostante il fortissimo decremento degli annunci
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
dovuto alla crisi, evidenziando come non c’è un settore professionale che abbia risentito in maniera molto più netta rispetto ad altri. Un ultimo elemento di analisi viene concesso all’incidenza delle professioni interinali in questa suddivisione. Appare interessante notare come le professioni del gruppo produzione siano quelle per le quali si ricorra più frequentemente a contratti interinali con una percentuale del 57,7% dei casi in cui si sceglie questo tipo di rapporto di lavoro rispetto totale, ben oltre la media che, nel 2009, si attesta sul 28,9%. Anche nell’ambito dei sistemi informativi, dell’assistenza tecnica e dell’amministrazione e
controllo si ricorre in maniera massiccia a tale tipologia contrattuale, in un caso su tre, all’incirca. Tabella 4.3 - Gli annunci pubblicati nella serie allargata suddivisi per area aziendale Tutti gli annunci (serie
2009
allargata)
Incidenza degli annunci
Totale degli annunci 2008
interinali
2007
2006
2009 2008 2007 2006
V.a.
%
V.a.
%
V.a.
%
V.a.
%
%
%
%
%
6.768
11,4
11.344
9,9
11.223
8,2
9.371
6,4
32,4
27,2
17,2
15,8
Amm.zione e controllo Commerciale
20.929
35,3
37.383
32,5
42.357
30,9
50.503
34,7
14,9
13,8
6,6
6,7
Finanziaria
359
0,6
861
0,7
1.159
0,8
805
0,6
18,1
5,5
4,1
-
Legale
199
0,3
242
0,2
186
0,1
251
0,2
2,5
1,2
1,1
0,8
425
0,7
1.189
1,0
1.545
1,1
1.413
1,0
8,5
3,1
1,7
1,3
classificabile
17.634
29,8
32.345
28,1
39.491
28,8
42.342
29,1
31,6
29,1
21,2
16,3
Produzione
6.197
10,5
17.103
14,9
22.389
16,3
20.020
13,8
57,7
66,7
58,5
55,7
232
0,4
482
0,4
843
0,6
746
0,5
1,7
3,3
2,4
3,1
1.931
3,3
4.378
3,8
5.117
3,7
7.830
5,4
33,2
43,3
6,7
7,3
4.353
7,4
9.224
8,0
11.990
8,7
11.576
8,0
43,1
37,8
26,1
27,7
181
0,3
534
0,5
848
0,6
542
0,4
15,5
31,5
16,6
7,6
100,0 115.085
100,0
137.148 100,0 145.399 100,0
28,9
30,2
21,8
18,4
Marketing e comunicazione Non
Ricerca e sviluppo Sistemi informativi Assistenza tecnica Risorse umane Totale
59.208
Fonte: ISFOL-CSA
4.3
La classificazione ISTAT
Nel paragrafo precedente si è offerta una visione degli annunci raggruppati per tipologia di professione offerta. Si intende proseguire in questa visione presentando un’analisi degli annunci classificati secondo una codifica ufficiale, quella ISTAT delle professioni. Si è scelto la Istat91 al fine di mantenere una confrontabilità più diretta con le rilevazioni degli anni precedenti che la Istat2001 e la Nup0633 non potrebbero offrire altrettanto immediatamente.
33 Per la classificazione NUP06, corredata dalla descrizione delle singole voci dei grandi gruppi (livello più aggregato di classificazione), si rimanda al sito ISTAT: <http://www.istat.it/strumenti/definizioni/professioni/nup/>.
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La classificazione delle professioni, elaborata e aggiornata ogni dieci anni dall'Istituto nazionale di statistica, è lo strumento di riferimento utilizzato nel nostro paese per rilevare le professioni e si ispira alla classificazione adottata a livello internazionale, la International Standard Classification of
Occupation (ISCO88), ed è per questo motivo completamente raccordabile sia ad essa, sia alla versione adottata a livello comunitario (ISCO88-COM). La classificazione in oggetto suddivide le professioni mediante un codice di 4 cifre, o digit, ciascuno dei quali rappresenta un livello di dettaglio. In tale sede sono presentate le aggregazioni a un solo digit, che permettono di compiere un’analisi semplificata ma efficace dello sviluppo della domanda di lavoro qualificato. Si invita il lettore che ritenesse interessante un’analisi più approfondita a confrontare l’appendice statistica alla fine del presente volume. La tabella 4.4 riporta la serie storica della suddivisione in questione negli ultimi 10 anni. Le professioni
intermedie rivestono, in tutta la serie temporale, il ruolo di quelle maggiormente ricercate e la flessione che viene registrata nel 2009 non è altro che lo specchio di quella che in generale ha investito tutto il canale di ricerca. Tabella 4.4 - Classificazione ISTAT delle professioni. Valori assoluti 2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
1 Legislatori, dirigenti e imprenditori
609
1.390
1.057
1.139
1.361
1.463
1.264
2.026
3.434
4.604
11.802
15.420
24.017
15.210
15.206
11.836
17.232
36.578
20.093
43.615
50.171
53.031
69.393
63.342
55.554
68.268
90.858
831
2.786
3.230
2.887
2.375
2.594
2.550
2.809
3.400
1.989
4.705
4.911
4.394
4.978
4.275
5.923
6.795
8.625
2.582
5.376
6.778
7.242
5.985
6.370
6.754
6.420
5.099
2.164
8.749
10.968
9.674
8.282
8.821
11.024
9.262
6.876
2.868
5.740
6.859
8.484
7.670
11.350
11.770
22.661
14.600
66
33
16
5
86
28
190
224
267
35.806
84.196
99.410
110.873
2 Prof. intellettuali, scientif. e di elevata specializzazione 3 Professioni intermedie (tecnici) 4 Prof. esecutive relative all'amministrazione e alla gestione 5 Prof. relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie 6 Artigiani, operai specializzati ed agricoltori 7 Conduttori di impianti, operatori di macchinari fissi e mobili e op. di montaggio industriale 8 Personale non qualificato 9 Forze armate
Totale
115.340 113.449 106.865
135.697 169.737
Fonte: ISFOL-CSA
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella 4.4 - Classificazione ISTAT delle professioni. Valori percentuali 2009
2008
2007
2006
2003
2002
2001
1,7
1,7
1,1
1,0
1,2
1,3
1,2
1,5
2,0
specializzazione
12,9
14,0
15,5
21,7
13,2
13,4
11,1
12,7
21,5
3
Professioni intermedie (tecnici)
56,1
51,8
50,5
4
Profes. esecutive relative all'ammini-
47,8
60,2
55,8
52,0
50,3
53,5
2,3
3,3
3,2
2,6
2,1
2,3
2,4
2,1
2,0
5,6
5,6
4,9
4,0
4,3
3,8
5,5
5,0
5,1
7,2
6,4
6,8
6,5
5,2
5,6
6,3
4,7
3,0
montaggio industriale
6,0
10,4
11,0
8,7
7,2
7,8
10,3
6,8
4,1
8
Personale non qualificato
8,0
6,8
6,9
7,7
6,6
10,0
11,0
16,7
8,6
9
Forze armate
0,2
0,0
0,0
0,0
0,1
0,0
0,2
0,2
0,2
100,0
100,0
100,0
100,0 100,0
100,0
1
Legislatori, dirigenti e imprenditori
2
Prof. intellettuali, scientif. e di elevata
strazione e alla gestione 5
Prof. relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie
6
Artigiani, operai specializzati ed agricoltori
7
2005 2004
Conduttori di impianti, operatori di macchinari fissi e mobili e operai di
Totale
100,0 100,0 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
Soffermandosi sulla distribuzione percentuale, in effetti, si scopre che, rispetto all’anno precedente, nel 2009 le quote di annuncio sono rimaste sostanzialmente invariate, una (lieve) eccezione è stata il calo dei conduttori di impianti, operatori di macchinari fissi e mobili e operai di montaggio industriale a vantaggio del personale non qualificato che ha registrato un aumento equivalente. Va rimarcato, spostando l’attenzione sul confronto con i primi anni inseriti in serie storica, come, nel corso del tempo, nonostante i mutamenti nella distribuzione degli annunci, i primi due gruppi maggiormente ricercati siano stati costantemente gli stessi. Può essere interessante visualizzare graficamente l’andamento temporale dei gruppi lavorativi in questione, come mostrati nella figura 4.1. Le professioni tecniche, pur risultando ampiamente le più richieste, mostrano nel tempo un trend nettamente decrescente. Nei precedenti periodi in cui questo calo si era manifestato, tuttavia, era sempre emerso un gruppo lavorativo che aveva compensato tale flessione. Nel 2002 erano stato il
personale non qualificato ad assorbire la minor richiesta, mentre in occasione dell’altra forte contrazione, quella del 2006, erano state le professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata
specializzazione a registrare una crescita che aveva compensato il calo delle professioni tecniche. È altresì importante sottolineare, che quella del 2009, oltre ad essere una flessione generalizzata, si va a inserire in un quadro di decrescenza che si protrae da almeno quattro annualità, non un’inversione di tendenza come nei casi su esposti.
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Figura 4.1 - Andamento del numero di inserzioni nelle principali professioni secondo la classificazione ISTAT negli anni 2001-2009 100000 Legislatori, dirigenti e imprenditori 90000
Profes. intellettuali, scientif. e di elevata specializzazione Professioni intermedie (tecnici)
80000
Profes. esecutive relative all'amministraz. e alla gestione
70000
Profes. relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie
Conduttori di impianti, operatori di macchinari fissi e mobili e operai di montaggio industriale Personale non qualificato
50000
40000
Annunci
60000
Artigiani, operai specializzati ed agricoltori
30000 20000 10000
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
0
Fonte: ISFOL-CSA
4.4
Una visione territoriale
Come già anticipato nel paragrafo introduttivo del presente capitolo, dopo un’analisi ti tipo meramente qualitativo, ci si propone, di studiare dove sono localizzati geograficamente le inserzioni a modulo pubblicate sui quotidiani. Come è ormai prassi, si inizierà da un livello generale di macroarea geografica (Nord-Ovest cioè Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria; Nord-Est comprendente Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna; Centro composto da Umbria, Lazio, Marche, Toscana; Mezzogiorno che riunisce Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria; isole ovvero Sicilia e Sardegna), per scendere nel dettaglio delle regioni e infine di alcuni casi provinciali (Milano,
Roma, Bologna, Pisa, Napoli). Lo scopo è analizzare, anche alla luce dei dati raccolti negli anni passati, la distribuzione nelle diverse aree del Paese e le modificazioni che si sono prodotte negli ultimi anni.
Le Circoscrizioni Un calo di annunci come quello registrato nel 2009, inevitabilmente, comporta uno stravolgimento di assetti molto spesso consolidati nel tempo. Nel par. 4.3 si è verificato come tale circostanza non si sia verificata, osservando il fenomeno dal punto di vista della classificazione delle professioni Istat91. Al contrario, osservando il fenomeno da un punto di vista geografico, la distribuzione degli annunci sul territorio, nel 2009 risulta essere profondamente mutata rispetto agli anni immediatamente precedenti.
56
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
La tabella 4.5 illustra in maniera sufficientemente immediata quanto appena detto: analizzando la serie storica degli annunci (che in questo caso, per comodità, non distingue tra interinali e non), si evince come, il Centro raccolga la maggior parte degli annunci pubblicati in Italia con uno scarto piuttosto consistente nei confronti del Nord-Est che, rispetto ai 17.645 annunci rilevati nel Centro, si attesta su valori pari a circa un terzo. Da rilevare come, dall’inizio della nostra analisi e fino al 2008, il Nord-Ovest sopravanzasse le regioni nord orientali in questa graduatoria con un picco raggiunto nel 2005 quando era l’area del Paese in cui venivano pubblicati più annunci. Negli ultimi anni, al contrario, la flessione è stata pressoché verticale, e dopo il -27,4% registrato nel 2008 rispetto al 2007, il -68,2% del 2009 rispetto al 2008 fa sì che, negli ultimi due anni, il calo di annunci sia stato addirittura di tre quarti rispetto al volume 2007. Una flessione mai registrata prima che evidenzia come il canale della carta stampata sia stato, nel 2009, assai penalizzato dagli effetti della crisi recessiva che ha colpito il Paese, soprattutto nelle regioni nord occidentali. In generale le altre circoscrizioni hanno retto in maniera meno drammatica le conseguenze della crisi: il Centro ha perso il 57,5% degli annunci, esattamente in linea con la media nazionale, così come il Mezzogiorno (-55%). Leggermente meglio il Nord-Est (-51,5%), decisamente meglio le Isole (-3,8%) dove, però, si parla di volumi assai contenuti (nel 2009 sono stati conteggiati soltanto 2.146 annunci). Tabella 4.5 - Distribuzione degli annunci suddivisi per macroarea geografica Circoscrizione Centro
2009 V.a.
2008 %
V.a.
2007 %
2006
2005
2004
V.a.
%
V.a.
%
V.a.
%
V.a.
%
17.645
49,3 41.529
49,3 41.889
42,1
40.058
36,1
38.585
33,5
40.494
35,7
5.314
14,8 10.948
13,0 13.616
13,7
11.713
10,6
10.362
9,0
9.419
8,3
(non specificato)
4.727
13,2 12.152
14,4 11.526
11,6
15.965
14,4
12.670
11,0
18.513
16,3
Nord-Ovest
3.966
11,1 12.454
14,8 17.154
17,3
15.736
14,2
41.382
35,9
32.535
28,7
Isole
2.146
6,0
2.230
2,6
4.193
4,2
5.312
4,8
3.986
3,5
5.466
4,8
Mezzogiorno
1.652
4,6
3.671
4,4
9.116
9,2
8.460
7,6
6.735
5,8
5.449
4,8
356
1,0
1.212
1,4
1.916
1,9
13.629
12,3
1.620
1,4
1.573
1,4
35.806 100,0 84.196 100,0 99.410 100,0
110.873
Nord-Est Italia generica
Estero Totale
100,0 115.340 100,0
113.449 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
Nella tabella 4.6, si passa ad approfondire l’aspetto delle singole professioni. È importante tener presente quanto detto nelle righe precedenti, al fine di poter verificare quali sono state le ripercussioni della contrazione più o meno accentuata nel volume di annunci sulla scelta delle professionalità sulle quali continuare ad investire nel recruiting. Si è osservato pocanzi come nel Nord-Ovest gli effetti della crisi siano stati più evidenti che altrove. Ebbene questo fattore, tuttavia, ha un impatto evidente sulla quantità di annunci, ma, abbastanza sorprendentemente, non sulla qualità, intendendo, con quest’ultima, le singole professioni in cui si articola la richiesta. Infatti ai primi due posti della graduatoria continuano a persistere le professioni di
agente e di venditore, largamente più richieste rispetto all’agente monomandatario e al manager che rappresentano (contrariamente all’agente di vendita) le uniche due professioni che non figuravano nella
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57
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
top five dell’anno precedente. Da rimarcare come, nel 2007, quindi prima degli effetti della crisi, la graduatoria delle cinque professioni più richieste nel Nord-Ovest era, per la prima, la seconda e la quinta posizione, identica a quella del 2009. Tabella 4.6 - Le cinque professioni più richieste nelle diverse circoscrizioni negli ultimi 3 anni 2009
2008
2007
% V. a.
sul
% V. a.
totale
sul
V. a.
totale
% sul totale
Nord-Ovest Agente
311
7,8 Agente
649
5,2 Agente
1.258
7,3
Venditore
267
6,7 Venditore
597
4,8 Venditore
1.040
6,1
Ag. Vendita
160
4,0 Borsista
534
4,3 Impiegato banca
1.001
5,8
Manager
158
4,0 Gestore prodotto
392
3,1 Borsista
605
3,5
Ag. monomandatario
153
Totale prime trenta
2.175
Totale
3.966
3,9 Ag. Vendita 54,8 Totale prime trenta 100,0 Totale
284 6.482 12.454
2,3 Ag. monomandatario 52,1 Totale prime trenta 100,0 Totale
448
2,6
9.037
52,7
17.154
100,0
1.114
8,2
Nord-Est Venditore
619
11,6 Venditore
Agente
399
7,5 Consulente
572
5,2 Agente
950
7,0
Agente Vendita
176
3,3 Agente
562
5,1 Addetto vendita
477
3,5
Ag. plurimandatario
157
3,0 Ag. vendita
354
3,2 Ag. monomandatario
419
3,1
Ag. monomandatario
122
2,3 Addetto vendita
331
3,0 Ag. vendita
353
2,6
6.801
49,9
13.616
100,0
49,0 Totale prime trenta
1.097
Totale prime trenta
2.604
Totale
5.314
Ad. recupero crediti
1.174
6,7 Operaio
3.604
8,7 Operaio
5.601
13,4
Agente
1.070
100,0 Totale
5.651
10,0 Venditore
10.948
51,6 Totale prime trenta 100,0 Totale
Centro 6,1 Ad. vendita
2.023
4,9 Operaio qualificato
1.655
4,0
Operaio
746
4,2 Ad. recupero crediti
1.781
4,3 Agente
1.519
3,6
Venditore
720
4,1 Venditore
1.238
3,0 Venditore
1.510
3,6
Addetto vendita
562
3,2 Op. call center
1.098
2,6 Magazziniere
814
1,9
22.703
54,2
41.889
100,0
2.549
28,0
Totale prime trenta Totale
9.515 17.645
53,9 Totale prime trenta 100,0 Totale
21.943 41.529
52,8 Totale prime trenta 100,0 Totale
Mezzogiorno Agente
106
6,4 Op. call center
562
15,3 Consulente
Venditore
76
4,6 Corsista
224
6,1 Op. call center
1.725
18,9
Op. call center
43
2,6 Agente
187
5,1 Corsista
489
5,4
Ag. monomandatario
41
2,5 Guardia giurata
100
2,7 Agente
388
4,3
Ag. vendita
33
2,0 Ag. vendita
2,7 Venditore
273
3,0
Totale prime trenta Totale
762 1.652
46,1 Totale prime trenta 100,0 Totale
99 2.322 3.671
63,3 Totale prime trenta 100,0 Totale
7.280
79,9
9.116
100,0
segue
58
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella 4.6 segue 2009
2008
2007
% V. a.
%
sul
V. a.
totale
sul
V. a.
totale
% sul totale
Isole Apprendista
200
9,3 Venditore
229
10,3 Venditore
303
7,2
Agente
197
9,2 Agente
210
9,4 Agente
283
6,7
Venditore
118
5,5 Borsista
166
7,4 Telemarketing
230
5,5
73
3,3 Coll. comm.le
198
4,7
Aus. socio sanitario Addetto reparto
90 56
Totale prime trenta
1.340
Totale
2.146
4,2 Agente Vendita 2,6 Consulente
73
62,4 Totale prime trenta 100,0 Totale
1.455 2.230
3,3 Funz. comm.le 65,2 Totale prime trenta 100,0 Totale
162
3,9
2.517
60,0
4.193
100,0
Fonte: ISFOL-CSA
Nel Nord-Est, nonostante la dinamica sul volume totale sia sostanzialmente diversa rispetto a quella del
Nord-Ovest, il discorso è piuttosto analogo: tre delle cinque professioni maggiormente richieste sono le stesse rispetto all’anno precedente, con il venditore (1°), l’agente (2°), l’agente vendita (3°), che compaiono anche tra le prime cinque professioni nel 2008. Nel centro il discorso appena fatto appare rafforzato: il solo agente entra nel novero delle professioni più richieste a scapito dell’operatore di call center, presente al quinto posto nel 2008 ma in evidente fase calante. Le altre quattro posizioni, sia pure riordinate, rimangono le stesse del 2008, con l’ addetto recupero
crediti che risulta essere la figura professionale più ricercata del centro Italia, un segnale piuttosto evidente di come il mondo del lavoro, in un periodo di crisi, privilegi l’inserimento di posizioni lavorative che consentano di sfruttare a pieno risorse che in altri periodi economici assumerebbero un’importanza meno centrale, come i crediti aziendali. Il mezzogiorno è l’area del Paese in cui il canale della carta stampata è meno utilizzato. Si evidenzia immediatamente come l’operatore di call center anche qui, pur rimanendo la terza professione più richiesta, subisca un tracollo, passando dalle 562 inserzioni del 2008 alle 43 del 2009. Poco numerose anche le altre figure in graduatoria, tutte di tipo commerciale, con l’ agente che guida la classifica con solo 106 annunci. Le isole, pur contando un numero di inserzioni piuttosto esiguo, si differenziano dal resto del Paese in quanto la graduatoria appare mutata in tre posizioni su cinque, compresa la prima, occupata dall’apprendista. Interessante osservare anche come le prime trenta professioni raccolgano il 62,4% degli annunci, contro valori sempre intorno al 50% nelle altre circoscrizioni. Una cartografia (figura 4.2) fornisce un quadro riassuntivo di quanto esposto.
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Figura 4.2 – Numero di annunci per circoscrizione geografica, anno 2009, v.a.
Le Regioni Passando ad analizzare le singole regioni può essere utile visualizzare preliminarmente la tabella 4.7. In essa sono riportati gli annunci che fanno parte della serie storica suddivisi per regione, con la discriminante degli annunci interinali e non. Se si considera la graduatoria depurata degli annunci per lavori interinali, il Lazio risulta essere in maniera netta la regione nella quale si ricorre maggiormente alla carta stampata per riempire le
vacancies. Quasi un annuncio su cinque cerca lavoratori nel Lazio, che è seguito, in questa graduatoria, da Toscana, Lombardia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Andando a ritroso negli anni si può notare, anche in questo caso, il fortissimo calo della Lombardia, che nel 2007 era la regione con più annunci e nel 2008 era la seconda. Di pari passo va la crescita in termini relativi del Lazio che prende una quota del 18,4% nel 2009 a fronte di un più modesto 12,3% nel 2007. Da rimarcare anche come gli annunci non legati ad una specifica regione siano la quota più grande, dato che, tuttavia, non rappresenta una novità.
60
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENTâ&#x20AC;&#x2122;ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella 4.7 - Le inserzioni suddivise per regione
Regione
2009
2008
2007
Serie storica
Serie storica
Serie storica
Senza
Senza
interinali
Interinali
V.a.
%
Lazio
5.019
18,4
Toscana
3.790
13,9
Lombardia
2.467
9,0
Trentino A.A.
1.729
6,3
Emilia R.
1.672
Sardegna
1.271
Campania
V.a.
Senza
interinali
Interinali
%
V.a.
%
0
0,0
8.579
15,3
8.418
98,5
6.738
12,0
2
0,0
7.681
13,7
7
0,1
2.863
5,1
6,1
34
0,4
3.098
4,7
1
0,0
794
V.a.
interinali
Interinali
%
V.a.
%
V.a.
%
33
0,1
9.091
12,3
21
0,1
24.896
89,0
7.103
9,6
24.579
96,7
230
0,8
11.380
15,4
48
0,2
153
0,5
3.351
4,5
22
0,1
5,5
8
0,0
4.641
6,3
5
0,0
1,4
0
0,0
2.392
3,2
16
0,1
1.024
3,8
8
0,1
2.218
3,9
407
1,5
6.159
8,3
25
0,1
Sicilia
874
3,2
0
0,0
1.236
2,2
185
0,7
1.779
2,4
5
0,0
Veneto
709
2,6
0
0,0
2.349
4,2
13
0,0
2.951
4,0
35
0,1
Friuli V.G.
662
2,4
1
0,0
1.461
2,6
0
0,0
1.596
2,2
0
0,0
Valle d'Aosta
400
1,5
1
0,0
1.272
2,3
72
0,3
1.906
2,6
156
0,6
Puglia
334
1,2
0
0,0
545
1,0
40
0,1
1.312
1,8
10
0,0
Liguria
278
1,0
24
0,3
623
1,1
59
0,2
834
1,1
28
0,1
Marche
84
0,3
2
0,0
191
0,3
0
0,0
296
0,4
143
0,6
Molise
72
0,3
0
0,0
61
0,1
0
0,0
118
0,2
0
0,0
Calabria
64
0,2
0
0,0
92
0,2
0
0,0
220
0,3
0
0,0
Umbria
58
0,2
0
0,0
37
0,1
0
0,0
78
0,1
0
0,0
Piemonte-
Abruzzo-
Basilicata Pluriregionale
16
0,1
0
0,0
3
0,0
0
0,0
67
0,1
0
0,0
6.385
23,4
44
0,5
15.247
27,1
1.800
6,4
16.796
22,7
331
1,3
Estero
356
1,3
0
0,0
1.142
2,0
70
0,3
1.916
2,6
0
0,0
Totale
27.264
100,0
8.542
100,0
56.230
100,0
27.966
100,0
73.986
100,0
25.424
100,0
Fonte: ISFOL-CSA Figura 4.3 - Andamento delle inserzioni per le cinque regioni maggiormente interessate
Fonte: ISFOL-CSA
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Più interessante, probabilmente, può essere studiare il caso specifico della Toscana, soprattutto in relazione alla distribuzione di annunci interinali. Appare infatti del tutto atipico il fatto che la quasi totalità di richieste di lavoro interinale effettuate mediante carta stampata avvenga in Toscana: ben il 98,5%, pari a 8.418 annunci, che rappresentano due volte e mezzo la quota di annunci per contratti di tipo “classico”. Nella tabella 4.8 vengono analizzate le prime trenta professioni richieste con inserzioni a modulo in Toscana nel 2009 ed è possibile visualizzare nel dettaglio quanto esposto. Tabella 4.8 - Le prime 30 professioni interinali in Toscana, suddivise per quotidiano su cui sono pubblicate Quotidiano Professione 1 Operaio
La Nazione
Totale
Il Tirreno
V.a.
% di riga
V.a.
% di riga
V.a.
%
62
8,6
660
91,4
722
8,58
2 Addetto reparto
25
6,2
378
93,8
403
4,79
3 Addetto vendita
262
66,7
131
33,3
393
4,67
4 Operaio qualificato
12
3,9
292
96,1
304
3,61
5 Meccanico
10
3,8
253
96,2
263
3,12
6 Infermiere
0
0,0
255
100,0
255
3,03
7 Macellaio
1
0,4
226
99,6
227
2,70
8 Manovale
0
0,0
222
100,0
222
2,64
9 Operatore socio sanitario
5
2,3
214
97,7
219
2,60
53
27,2
142
72,8
195
2,32
0
0,0
191
100,0
191
2,27
10 Elettricista 11 Operatore call center 12 Carpentiere
4
2,7
143
97,3
147
1,75
12
8,6
127
91,4
139
1,65
14 Sarto
6
4,5
127
95,5
133
1,58
15 Manutentore meccanico
4
3,1
126
96,9
130
1,54
16 Impiegato
1
0,8
123
99,2
124
1,47
17 Infermiere professionale
0
0,0
118
100,0
118
1,40
18 Manutentore
3
2,7
110
97,3
113
1,34
13 Cameriere
19 Impiegato amministrativo
31
27,7
81
72,3
112
1,33
20 Manutentore elettrico
1
1,0
102
99,0
103
1,22
21 Panettiere
0
0,0
101
100,0
101
1,20
22 Programmatore
4
4,0
97
96,0
101
1,20
23 Pulitore
4
4,2
92
95,8
96
1,14
24 Montatore meccanico
7
7,4
87
92,6
94
1,12
29
32,2
61
67,8
90
1,07
0
0,0
89
100,0
89
1,06
25 Impiegato commerciale 26 Gastronomo 27 Barista
0
0,0
86
100,0
86
1,02
33
38,4
53
61,6
86
1,02
29 Terapista riabilitazione
0
0,0
85
100,0
85
1,01
30 Operatore sanitario
0
0,0
81
100,0
81
0,96
1.062
12,6
7.356
87,4
8.418
100,0
28 Informatico
Totale
Fonte: ISFOL-CSA
62
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Confrontandole con il barometro nazionale o con quelli circoscrizionali, si nota una massiccia richiesta di professioni squisitamente manuali (operaio, operaio qualificato, meccanico, ecc.) a fronte di un numero decisamente ridotto di professioni commerciali (addetto reparto, addetto vendita, impiegato
commerciale). Appare quindi, quasi ribaltata la situazione rispetto alle tipologie di lavoro offerte attraverso contratti di tipo tradizionale. Si è evidenziato, poi, come il quotidiano Il Tirreno offra uno spazio consistente a questo genere di annunci, testata che appare meno utilizzata per le professioni commerciali che più spesso compaiono sull’altro quotidiano che pubblica annunci in Toscana, ossia La Nazione. È, pertanto, il fortissimo incremento sul primo quotidiano citato a generare il picco (a carattere prevalentemente interinale) e l’evidente atipicità della Toscana in fatto di annunci censiti nella cosiddetta serie storica. Si fornisce una visione georeferenziata di quanto esposto sopra attraverso le figure 4.4 e 4.5. Figura 4.4 – Numero di annunci per regione, al netto delle professioni interinali, anno 2009, v.a.
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Figura 4.5 – - Numero totale di annunci per regione, anno 2009, v.a.
Le province Si offre, a questo punto dell’analisi, un ulteriore ingrandimento di alcune realtà locali prendendo in considerazione la situazione di cinque casi provinciali, cercando di includere sia grandi città (Milano,
Roma, Napoli) che realtà più piccole (Pisa, Bologna) che rappresentino le diverse situazioni di aree geografiche diverse, sempre, tuttavia, tenendo presente la necessità di un volume di annunci significativo. Le tabelle 4.9 e 4.9b presentano la situazione delle cinque province considerate negli ultimi quattro anni.
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella 4.9 - Le cinque professioni più richieste nel 2009 in cinque città italiane, valori assoluti 2009
2008
V. a.
V. a.
2007
2006 V. a.
V. a.
Provincia di Milano Impiegato
71 Manager
94 Venditore
173 Telemarketing
520
Op. call center
60 Impiegato
67 Manager
136 Agente
192
Manager
41 Venditore
65 Addetto reparto
114 Venditore
188
Venditore
30 Coll. comm.le
60 Agente
90 Op. call center
186
Specialista prodotto
18 Engineer
49 Tecnico
71 Manager
156
Totale
750 Totale
2.837 Totale
4.066 Totale
5.130
Provincia di Roma Ad. recupero crediti
1.035 Ad. recupero crediti
1.496 Agente Assicurazione
405 Venditore
365
Agente
221 Sales Representative
401 Venditore
400 Op. call center
247
Operatore meccanico
160 Intervistatore
300 Agente
208 Agente
206
Venditore
89 Agente
223 Op. call center
200 Impiegato
140
Borsista
74 Venditore
151 Ad. recupero crediti
182 Addetto vendita
137
Totale
2.868 Totale
5.428 Totale
5.421 Totale
4.397
Provincia di Bologna Cons. comm.le
24 Impiegato
38 Venditore
93 Venditore
73
Promotore
24 Agente
29 Agente
42 Commesso
56
Ad. amministrazione
19 Agente Vendita
25 Impiegato
36 Agente
53
Venditore
19 Elettrotecnico
25 Buyer
31 Montatore
50
Tecnico Assistenza
17 Meccanico
25 Montatore
25 Tecnico
42
Totale
462 Totale
1.101 Totale
1.261 Totale
1.500
Operaio
199 Operaio
1.418 Operaio
2.246 Operaio
2.160
Meccanico
126 Op. call center
385 Saldatore
466 Op. qualificato
745
Op. call center
120 Metalmeccanico
280 Metalmeccanico
444 Saldatore
526
Provincia di Pisa
Macellaio
89 Op. qualificato
260 Op. qualificato
441 Magazziniere
273
Impiegato
59 Cameriere Piani
193 Magazziniere
254 Pellettiere
202
Totale
1.778 Totale
6.842 Totale
9.186 Totale
9.067
Provincia di Napoli Op. call center
43 Op. call center
451 Consulente
Venditore
24 Guardia Giurata
100 Op. call center
Customer Service
22 Borsista
33 Agente
46 Corsista
85
Corsista
20 Apprendista
30 Venditore
35 Agente
82
Ad. amministrazione
16 Ricercatore
25 Addetto Vendita
26 Venditore
64
Totale
460 Totale
1.125 Totale
2.450 Op. call center
817
755 Telemarketing
203
3.984 Totale
2.169
Fonte: ISFOL-CSA
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella 4.9b - Le cinque professioni più richieste nel 2009 in cinque città italiane, valori % sul totale 2009
2008
%
%
2007
2006 %
%
Provincia di Milano Impiegato
9,5 Manager
3,3 Venditore
4,3 Telemarketing
Op. call center
8,0 Impiegato
2,4 Manager
3,3 Agente
3,7
Manager
5,5 Venditore
2,3 Addetto reparto
2,8 Venditore
3,7
Venditore
4,0 Coll. comm.le
2,1 Agente
2,2 Op. call center
3,6
Specialista prodotto
2,4 Engineer
1,7 Tecnico
1,7 Manager
3,0
Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
10,1
100,0
Provincia di Roma Ad. recupero crediti
36,1 Ad. recupero crediti
27,6 Agente Assicurazione
7,5 Venditore
8,3
Agente
7,7 Sales Representative
7,4 Venditore
7,4 Op. call center
5,6
Operatore meccanico
5,6 Intervistatore
5,5 Agente
3,8 Agente
4,7
Venditore
3,1 Agente
4,1 Op. call center
3,7 Impiegato
3,2
Borsista
2,6 Venditore
2,8 Ad. recupero crediti
3,4 Addetto vendita
3,1
Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
100,0
Provincia di Bologna Cons. comm.le
5,2 Impiegato
3,5 Venditore
7,4 Venditore
4,9
Promotore
5,2 Agente
2,6 Agente
3,3 Commesso
3,7
Ad. amministrazione
4,1 Agente Vendita
2,3 Impiegato
2,9 Agente
3,5
Venditore
4,1 Elettrotecnico
2,3 Buyer
2,5 Montatore
3,3
Tecnico Assistenza
3,7 Meccanico
2,3 Montatore
2,0 Tecnico
2,8
Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
100,0
Provincia di Pisa Operaio
11,2 Operaio
20,7 Operaio
24,5 Operaio
23,8
Meccanico
7,1 Op. call center
5,6 Saldatore
5,1 Op. qualificato
8,2
Op. call center
6,7 Metalmeccanico
4,1 Metalmeccanico
4,8 Saldatore
5,8
Macellaio
5,0 Op. qualificato
3,8 Op. qualificato
4,8 Magazziniere
3,0
Impiegato
3,3 Cameriere Piani
2,8 Magazziniere
2,8 Pellettiere
2,2
Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
100,0 Totale
100,0
Provincia di Napoli Op. call center
9,3 Op. call center
Venditore
5,2 Guardia Giurata
8,9 Op. call center
Customer Service
4,8 Borsista
2,9 Agente
1,2 Corsista
3,9
Corsista
4,3 Apprendista
2,7 Venditore
0,9 Agente
3,8
Ad. amministrazione
3,5 Ricercatore
2,2 Addetto Vendita
0,7 Venditore
3,0
Totale
100,0 Totale
40,1 Consulente
100,0 Totale
61,5 Op. call center
37,7
19,0 Telemarketing
9,4
100,0 Totale
100,0
Fonte: ISFOL-CSA
Se si prendesse in considerazione la distribuzione degli annunci a Milano nel 2006, ci si troverebbe di fronte a una metropoli attiva, nella quale, tra i vari canali di ricerca di lavoro qualificato, la carta stampata rappresenta un mezzo ampiamente utilizzato. Spostare lo sguardo al 2009, a soli 4 anni di distanza, significa trovare una città profondamente mutata da questo punto di vista, nella quale si è passati dai 5.130 annunci del 2006, a soli 750, un valore inferiore anche solo alla professione più
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
richiesta nella provincia di Roma. Questa situazione si va ad inserire nel quadro di profondo ridimensionamento della domanda di lavoro qualificato attraverso inserzioni a modulo emerso fino ad ora nel Nord-Ovest così come nella Lombardia. A Roma, il discorso appare leggermente meno appiattito. A fronte di un gran numero di annunci disperso in un enorme numero di professioni, guida la graduatoria l’addetto al recupero crediti che (pur perdendo quasi il 31%) raccoglie il 36,1% delle inserzioni su Roma e Provincia tamponando in maniera consistente la pur nettissima emorragia di annunci (-47,2%). Il fenomeno mette in risalto, qualora ce ne fosse bisogno, la vocazione di un’area, come quella della Capitale, a offrire una tipologia di lavoro votata al terziario, ma non in maniera esclusiva, come dimostrano la presenza, al secondo e al quarto posto della graduatoria, di professioni commerciali (agente, venditore) e quella, al terzo, di impieghi di tipo manuale, come l’operatore meccanico. Sulla situazione di Bologna le considerazioni da fare appaiono piuttosto limitate e non diverse da quelle fatte in passato: risulta essere, praticamente ex-aequo con Napoli, la provincia, tra quelle considerate, con il volume di annunci più limitato. Bologna è in scia con quanto avviene a livello nazionale: le più richieste risultano essere le professioni di tipo commerciale, quali consulente commerciale e promotore.
Pisa, pur essendo un centro di dimensioni inferiori rispetto agli altri presi in analisi, è sempre stata caratterizzata da una certa vivacità dal punto di vista della ricerca di lavoro qualificato attraverso inserzioni a modulo. A dimostrazione di ciò sta il fatto che, nel 2006, 2007 e 2008, risultava essere, tra quelle considerate, la provincia col più alto montante di annunci rilevati. La flessione registrata nel 2009, tuttavia, ha colpito in maniera più netta rispetto ad altrove la provincia che ha registrato un calo fortissimo delle inserzioni che si sono ridotte, rispetto all’anno precedente, ad un quarto. Particolarità della provincia, che è comune all’intera Regione, è l’assenza, ai vertici della graduatoria, di professioni commerciali, essendo la professione più cercata quella dell’operaio (11,2% degli annunci, calo del 9,5%), davanti al meccanico (7,1%), operatore di call center, macellaio, impiegato. Ultima provincia considerata è quella di Napoli, ultima, peraltro, anche come volume totale di inserzioni registrate, solo 460, due in meno di Bologna. Poche le caratteristiche da rilevare su un montante così esiguo, se non la tenuta, nel napoletano, degli annunci che ricercano operatori di call center, la tipologia professionale più richiesta.
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5
IL VALORE COMMERCIALE DELLE INSERZIONI A MODULO
5.1
Premessa
Nell’analizzare un fenomeno complesso qual è quello della domanda di lavoro qualificato espressa a mezzo stampa, piuttosto segmentato e non sempre lineare nel tempo, si può pensare di andare oltre una mera, seppur fondamentale, quantificazione in termini assoluti della dimensione della ricerca, cogliendo informazioni aggiuntive connesse con aspetti più propriamente “di mercato” del fenomeno stesso. Difatti la pubblicazione di un annuncio su un quotidiano costituisce pur sempre una sorta di investimento da parte dell’impresa, che decide così di affidarsi strategicamente a questo peculiare canale di ricerca, a fronte di un costo non trascurabile (anche diverse centinaia di euro) piuttosto che ad altri possibili mezzi di recruitment. A tal proposito, nel corso del presente capitolo, si è legata la dinamica della spesa sostenuta per le inserzioni a quella di alcune variabili potenzialmente correlate ad essa, seppur con alcune assunzioni di base che si illustreranno successivamente nelle considerazioni di carattere metodologico. Inoltre, proseguendo su quanto avviato nella precedente monografia, si è dato spazio a un approfondimento che rende confrontabili nel tempo i risultati dell’indagine inerenti gli aspetti commerciali. È bene però, in tale percorso d’analisi, partire anzitutto dal mezzo elementare attraverso cui avviene lo scambio di informazione fra l’azienda e quanti sono alla ricerca di un impiego, ossia la singola inserzione di lavoro. Essa ha una sua unità di misura elementare, il cosiddetto “modulo”: per esso si intende un rettangolino di ampiezza variabile, da una testata giornalistica all’altra, ma pari approssimativamente ad una superficie di sei centimetri quadrati (tre di lunghezza per due di altezza). L’azienda quindi paga per la sua pubblicità in base alla dimensione dello spazio incorniciato che utilizza per veicolare i propri fabbisogni, all’interno di appositi spazi nelle pagine del quotidiano (talvolta, trattasi di veri e propri inserti dedicati). Il prezzo del singolo modulo è estremamente variabile: per il 2009 esso partiva da un minimo di 160 euro sino a toccare un massimo di 875 euro (oltre cinque volte di più!) e presentava, a fronte di un valor medio di 475 euro, una deviazione standard pari a 237 euro; una dispersione piuttosto elevata, così come lo è quella che si vedrà caratterizzare tutte le statistiche per segmenti. Nella presente analisi saranno talvolta commentati dati sulla spesa a partire dal 2004, sebbene non sempre presentati in forma tabellare, perché è da quell’anno che è stato intrapreso questo tipo di studio. Inoltre, anche per garantire comparabilità con le precedenti monografie, i dati fanno riferimento alla “serie storica”.
5.2
Andamenti generali
In via preliminare, va detto che il volume d’affari delle inserzioni a modulo è legato al diverso andamento nel tempo delle sue due componenti – vale a dire il numero delle offerte e il costo dei moduli praticato dalle singole testate giornalistiche – e si riflette poi direttamente sull’evoluzione del
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
valore commerciale. Tali definizioni e relazioni sono meglio esplicitati e possono essere desunti nel paragrafo conclusivo (nota metodologica, 5.6). Guardando al risultato generale, la spesa totale risulta più che dimezzata (-57,3%), dai 42.139.082 euro del 2008 sino ai 18.019.312 del 2009. Un dato che non sorprende, essendo praticamente il linea con il decremento del numero di offerte (-57,5%). Conseguentemente, l’Indice del valore commerciale (IVC) rimane pressoché stabile, salendo dai 501 euro del 2008 ai 503 nel 2009. Tabella 5.1 - Andamento generale del valore commerciale medio delle offerte, anni 2004-2009 Anno
Numero offerte
Volume affari
Valore commerciale
2004
113.449
51.936.853
458
2005
115.650
49.780.779
430
2006
110.873
50.743.065
458
2007
99.410
48.975.847
493
2008
84.196
42.193.082
501
2009
35.806
18.019.312
503
Fonte: ISFOL-CSA
Allargando l’orizzonte temporale di analisi, a partire sin dal 2004, si vede come a caratterizzare l’andamento del fenomeno concorrano generalmente delle spinte anche diametralmente opposte: tendenzialmente decrescente la quantità di annunci come pure il volume d’affari, crescente la spesa media come pure i prezzi applicati dalle agenzie concessionarie di spazi pubblicitari, costi che naturalmente aumentano (o meglio, non decrescono) nel corso degli anni. Fa eccezione il solo passaggio dal 2004 al 2005: in tal caso sono aumentati il numero di offerte e la spesa totale, mentre è diminuito il valore commerciale sino a 430 euro, il minimo storico per l’intero periodo considerato. Dunque, l’azienda investe in media circa 500 euro per pubblicizzare, attraverso un annuncio su un quotidiano, il singolo posto di lavoro, indipendentemente dal tipo di posizioni lavorative richieste (che possono essere anche più d’una nello stesso spazio) e, si può inoltre considerare, anche dalla tiratura della testata giornalistica (e quindi dalla maggiore o minore visibilità dell’inserzione). Quest’ultimo aspetto in realtà non è del tutto ignorato, se si pensa che il costo del modulo varia da un quotidiano all’altro, venendo implicitamente e verosimilmente stabilito anche sulla base della diffusione (l’area territoriale coperta e il numero medio di lettori, ovvero la tiratura). Per meglio differenziare, invece, l’indice del valore commerciale in rapporto alle posizioni lavorative o ad altre caratteristiche richieste, andrà fatta un’analisi per segmenti, selezionandone di volta in volta i casi relativi, ciò che si propone nei prossimi paragrafi.
5.3
Analisi per professioni
Si prendano in considerazione le professioni più richieste – più propriamente le prime trenta del “barometro” – il cui maggior “peso specifico” consente di fare delle considerazioni che non risentiranno
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
dell’influenza di eventuali valori anomali (outlier). La tabella 5.2 espone i dati del 2009, confrontandoli anche con quelli dell’anno precedente. Tabella 5.2 - Classifica delle trenta professioni più richieste e corrispondente valore commerciale, anno 2009 Nel
Nel
2009
2008
Nel 2009 Professione
Posiz. Posiz.
Nel 2008
N.
Volume
Valore
N.
Volume
Valore
offerte
affari
com.le
offerte
affari
com.le
1
3
Agente
2.759
1.398.216
507
3.694
1.898.662
514
2
1
Venditore
2.161
818.795
379
4.163
1.742.806
419
3
7
Ad. recupero crediti
1.216
76.063
63
1.855
81.522
44
4
5
Agente vendita
989
466.836
472
2.118
1.082.507
511
5
10
Agente monomandatario
892
542.725
608
1.175
631.234
537
6
2
Operaio
840
47.760
57
3.863
120.030
31
7
4
Ad. vendita
695
96.542
139
2.724
314.248
115
8
11
Ad. reparto
686
150.264
219
1.057
315.715
299
9
6
Consulente
628
229.418
365
2.103
821.964
391
10
22
Ag. plurimandatario
596
222.653
374
718
249.620
348
11
583
Apprendista impiegato
509
14.098
28
5
3.959
792
12
12
Operaio qualificato
449
33.280
74
1.045
67.937
65
13
14
Impiegato
402
88.597
220
940
240.653
256
14
15
Cons. commerciale
389
157.896
406
884
292.793
331
15
18
Coll. commerciale
388
121.068
312
790
341.575
432
16
8
Op. call center
370
27.414
74
1.776
89.062
50
17
30
Manager
328
802.311
2.446
580
1.761.764
3.038
18
50
Meccanico
316
25.222
80
374
55.455
148
19
24
Elettricista
297
28.558
96
666
48.695
73
20
25
Agente chimico
293
99.682
340
659
252.429
383
21
27
Tecnico
285
102.895
361
619
368.645
596
22
151
Promotore
282
14.488
51
123
33.407
272
23
54
Infermiere
272
19.032
70
345
29.263
85
24
105
Infor. scientifico del farmaco
263
68.815
262
179
28.434
159
25
76
Operatore meccanico
261
28.373
109
250
40.827
163
26
56
Agente commercio
260
173.063
666
340
201.617
593
27
92
Operatore socio sanitario
259
18.417
71
219
4.195
19
28
148
Macellaio
250
9.103
36
125
17.303
138
29
47
Ad. amministrazione
245
90.581
370
390
123.230
316
30
349
Manovale
231
2.872
12
23
1.415
62
Totale prime trenta professioni
17.811
5.975.038
335
38.880 12.828.932
330
Totale generale
35.806 18.019.312
503
84.196 42.193.082
501
Fonte: ISFOL-CSA
Se nel 2009 i volumi d’affari variano notevolmente tra, all’incirca, un minimo di 2.872 euro (il
manovale) e un massimo di 1.398.216 euro (l’agente), le disparità nei corrispondenti valori
70
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
commerciali, che vanno dai 12 ai 507 euro, sono di gran lunga più attenuate, sebbene sempre molto forti. È interessante altresì osservare che le figure più ricercate sono anche quelle che corrispondono a IVC generalmente più contenuti, se il valore commerciale per il gruppo costituito dalle prime trenta professioni risulta inferiore a quello calcolato sul totale complessivo (il primo quantificabile esattamente nei due terzi del secondo). È il manager la voce più “quotata”, se nel 2009 si arriva a pagare mediamente 2.446 euro per un singolo posto di lavoro messo a disposizione tramite la carta stampata, e 802.311 per il totale della ricerca di tali figure professionali nello stesso anno. Già partendo dal 2004, il relativo valore commerciale si è praticamente mantenuto sempre superiore ai 2.000 euro, raggiungendo anche i 3.038 euro del 2008. In particolare, nel 2006 la professione si trovava in particolare “stato di grazia”, sotto il profilo “commerciale” essendo stata difatti la sola – assieme ad un’altra voce elementare, l’area
manager, più generica ma certamente assimilabile – il cui IVC superasse il migliaio di euro. Appare ormai come una regola naturale il fatto che si spenda di più per professioni caratterizzate da incarichi dirigenziali o dai massimi livelli di responsabilità (e, conseguentemente, da più alti livelli retributivi). Per averne una conferma bisogna però considerare il barometro completo – che qui non è pubblicato per, tra l’altro, ovvii motivi di spazio, dato che, per l’annualità oggetto di studio, contemplerebbe ben 1.091 diverse figure professionali – poiché la ricerca di tali elevati profili si configura come un’attività di “cacciatori di teste”, limitata ad un numero davvero ristretto di offerte. A titolo esemplificativo si citano solamente l’area manager, 44esima professione più richiesta per una spesa media di 1.568 euro, e l’amministratore delegato, che è stato richiesto in due (!) soli casi, ma per cui si sono spesi mediamente poco più di 8.000 euro (la spesa totale era di circa 16.000 euro). Tornando alla classifica in tabella, le figure più “costose” da reperire, il cui IVC è superiore alla media, sono – manager, già visto, a parte – l’agente (507 euro) e alcune sue declinazioni: l’agente
monomandatario (608 euro) e l’agente commercio (666 euro); in sostanza, si tratta di figure che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo della rete di vendita e, conseguentemente, del fatturato di una società, motivo che spiega in qualche modo un maggiore investimento. La qualifica conseguita è anch’essa un fattore discriminante, come si vedrà anche nel successivo paragrafo. Le minori spese affrontate sono tutte riferibili a professioni caratterizzate da un basso grado di specializzazione: il caso estremo è fornito dal manovale, che presenta il valore commerciale più basso (soltanto 12 euro), seguito dal macellaio (36 euro). Emblematico è poi il caso di operaio e
operaio qualificato: sono comunque tra le professioni la cui ricerca risulta meno onerosa in termini economici, ma la qualifica della seconda ne fa lievitare anche il valore commerciale: rispettivamente, 57 e 74 euro. Su questo stesso ultimo livello calcolato, si attesta l’operatore call center, che merita un’attenzione particolare. Comparso nel database ISFOL-CSA per la prima volta nel 2000, in poco tempo è diventata la professione più richiesta: lo è ancora nel 2004 e 2005, per poi scendere alla sedicesima posizione nel 2009. Sul versante del valore commerciale, per contro, essa resta anche una delle meno “pagate”: sempre al di sotto dei 50 euro, eccetto appunto in quest’ultima annualità. È un tipo di ricerca, questa,
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che si potrebbe dire di avere un carattere di “estensività”: un elevato numero di offerte messe a disposizione per la cui pubblicazione, tuttavia, non si spendono più di poche decine di euro. È occasione, questa, per un’ulteriore riflessione sul significato e l’importanza del calcolo di tutti gli indici di spesa trattati in tale sede. Il valore commerciale risulta sostanzialmente “indifferente” alle dinamiche del volume di offerte, essendo piuttosto bassa la correlazione lineare fra le due variabili (nel 2009, r = -0,12442). Questo fa comprendere la complementarietà, rispetto alla più tradizionale analisi sul volume di annunci, delle informazioni tratte dallo studio dei costi, che pertanto arricchiscono il patrimonio conoscitivo intorno al canale della carta stampata.
5.4
Andamenti per segmenti
Nel precedente paragrafo si sono visti gli andamenti dell’IVC a livello generale e con riferimento ad alcune figure professionali. Non meno interessante è l’analisi del fenomeno per determinati segmenti più o meno significativi, quali si presume possano essere il territorio, il settore economico e alcuni dei tradizionali indici di “qualità” della domanda di lavoro qualificata: l’esperienza lavorativa pregressa e il livello di istruzione. Cominciando ad osservare la variabilità del valore commerciale in relazione alla sede lavorativa, è il Nord-Ovest che fa da “traino” nell’andamento secondo la circoscrizione territoriale; qui l’indice calcolato è tra i più elevati nella penisola, e negli ultimi quattro anni è superiore a qualunque altro all’interno dei confini nazionali, addirittura pari a più del doppio del valore medio generale. Ciò si può spiegare in parte col fatto che è in queste regioni che ha sede il quotidiano nazionale che attua la politica di prezzi (di pubblicazione degli annunci) più costosa in assoluto, attraverso il quale transita una quota significativa, tra il 14 e il 26%, del totale delle offerte di lavoro. Tale constatazione vale anche nel caso diametralmente opposto: il Centro infatti presenta storicamente l’indice più basso fra quelli registrati, anche per via di un quotidiano che pratica prezzi tra i più convenienti e che assume un ruolo ancor più significativo, ospitando fra le sue pagine tra il 20 e il 30% delle offerte. Al Nord-Ovest segue quasi sempre (quando non supera numericamente qualsiasi altra ripartizione territoriale, come negli anni 2004, 2005 e, infine, proprio nel 2009) la spesa sostenuta per coprire posti di lavoro situati al di fuori del territorio nazionale: questo appare comprensibile, se si pensa all’interesse e le possibilità di quelle imprese disposte a spingere molto lontano il raggio d’azione della ricerca. Nell’ultima annualità disponibile, al Nord-Ovest segue la circoscrizione del Nord-Est (rispettivamente 1.303 e 652 euro), quindi il Sud (554 euro). Il valore commerciale per le inserzioni del Centro si è ridotto progressivamente nel tempo: nel 2004 questo era pari al 40% del più elevato IVC del NordOvest e al 54% del valore medio generale; nel 2008, con un valore commerciale di 177 euro, tali proporzioni sono scese rispettivamente al 14% e 35%. Migliora la situazione nel 2009: il valore commerciale sale a 235 euro, e le proporzioni, rispettivamente, a 18% e 47%.
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Tabella 5.3 - Calcolo del valore commerciale delle offerte secondo circoscrizione territoriale, esperienza, istruzione, attività economica, anni 2008-2009 2009 Numero
Attività economica
Istruzione
Esperienza
Circoscrizione
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Estero
2008
Volume
Valore
Numero
Volume
Valore
offerte
affari
com.le
offerte
affari
com.le
3.966
5.166.467
1.303
12.454 15.862.105
1.274
5.314
3.463.012
652
10.948
7.120.317
650
17.645
4.143.718
235
41.529
7.343.263
177
3.798
2.105.927
554
5.901
3.110.901
527
356
746.688
2.097
1.212
1.387.028
1.144
Italia generica
4.727
2.393.499
506
12.152
7.369.467
606
Totale generale
35.806
18.019.312
503
84.196 42.193.082
501
1.504
868.215
577
Obbligatoria
13.993
10.414.378
Totale generale
35.806
Preferibile
3.894
1.793.866
461
744
33.006 26.632.866
807
18.019.312
503
84.196 42.193.082
501
Professionale
178
56.833
319
476
90.326
190
Periti
774
390.604
505
2.434
995.873
409
Ragioneria
135
121.514
900
568
279.399
492
Geometra
109
89.753
823
268
248.489
927
4.061
2.372.371
584
10.596
5.386.679
508
5
5.250
1.050
11
12.752
1.159
Diploma liceo Diploma universitario Laurea
3.425
4.691.953
1.370
8.668 42.194.436
4.868
Economia
366
929.687
2.540
1.403
3.264.909
2.327
Giurisprudenza
165
352.343
2.135
382
518.969
1.359
3.371
3.806.953
1.129
84.196 42.193.082
501
Ingegneria
1.121
1.066.584
951
Totale generale
35.806
18.019.312
503
Ind. alimentare e tabacco
746
563.365
755
1.204
1.005.467
835
Ind. tessile e affini
316
361.392
1.144
764
763.247
999
Ind. chimica
1.834
1.196.716
653
3.260
2.453.383
753
Ind. metalmeccanica
1.022
1.091.077
1.068
4.577
5.323.054
1.163
Altre ind. manifatturiere
1.635
1.349.373
825
3.575
3.296.030
922
Ind. costruzioni
1.762
856.935
486
1.914
2.190.491
1.144
Com. ingrosso/minuto
2.726
1.282.681
471
7.438
3.456.657
465
Credito e assicurazione
2.131
1.214.852
570
6.179
3.787.175
613
Servizi alle imprese
14.238
5.060.138
355
40.876 10.364.112
254
Totale generale
35.806
18.019.312
503
84.196 42.193.082
501
Fonte: ISFOL-CSA
Interessante è la lettura che offrono due cartografie, per le quali volume d’affari e valore commerciale sono stati calcolati a livello regionale; le disparità territoriali sono ben illustrate dalle differenti gradazioni di colore, e la prima cartografia, in particolare, è molto vicina ad una persistente immagine di “due Italie”.
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Figura 5.1 – Volume di affari per regione, anno 2009, in euro
Figura 5.2 – Indice del valore commerciale per regione, anno 2009, in euro
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Ora, si consideri la variabile che indica se nell’annuncio sia stata richiesta o meno un’esperienza lavorativa pregressa. Com’era intuibile attendersi, sul mercato del lavoro “vale” più chi vanta già un’esperienza pregressa. Nell’annualità più recente sono più costosi del 29% gli annunci in cui l’esperienza è un prerequisito necessario, rispetto a quelli in cui essa è solo un titolo di preferibilità (tale percentuale nel 2004 era pari addirittura al 119%). Si preferisce dunque investire in risorse umane per le quali, in un certo senso, non vanno sostenuti costi di “formazione professionale”: a tale risparmio è dunque da porre in relazione il maggior esborso sostenuto. Dal punto di vista della qualità delle offerte si è rivelata utile anche l’analisi del titolo di studio eventualmente richiesto. Il valore commerciale aumenta tendenzialmente al crescere del livello d’istruzione, con l’eccezione del diploma universitario: qui infatti si tratta sempre del minor numero di inserzioni e di uno degli IVC più bassi, a riprova del fatto che le aziende, a due decenni dalla riforma scolastica che lo introdusse, non hanno finora ben compreso o, peggio, si dimostrano piuttosto diffidenti verso tale istituto formativo. Fanno eccezione il 2008 e il 2009, in cui il valore commerciale sale sopra la soglia dei 1.000 euro, ma è un risultato inficiato dal bassissimo numero di offerte relative: rispettivamente, 11 e 5. Esclusa quindi tale categoria, il valore commerciale conosce sempre un limite inferiore nella richiesta di diploma professionale (319 euro nel 2009) e raggiunge naturalmente i livelli più elevati con la laurea. Ragioneria e geometra risultano, pressoché di norma, più “preziose” del diploma di liceo, di fatto meno orientato a specifiche attività professionali e valutato anche meno rispetto ai periti nel biennio 20042005. All’interno della laurea, “pagata” ben 1.370 euro nel 2009, si è fatta una ulteriore disaggregazione secondo tre delle principali facoltà, la più costosa delle quali risulta essere Economia e commercio: nello stesso anno il suo valore commerciale risulta pari a ben 2.540 euro.
5.5
Approfondimenti
Nel corso delle analisi, si è tenuto conto di una variabile analizzata a partire da una precedente monografia, ossia il naturale aumento dei prezzi nel tempo, che è lecito assumere possa influenzare la lettura del fenomeno. Si è così pensato di depurare le cifre monetarie da tale elemento che può inficiare la lettura dei dati, rendendo gli importi in qualche modo comparabili a distanza di anni. A tal fine ci si è basati sulla serie storica ISTAT degli indici dei prezzi al consumo. Più precisamente, si sono utilizzate le medie annuali degli indici generali valevoli per l’intera collettività34, disponibili su base 1995=100, trasformandole su base 2009=10035. I risultati generali sono esposti nella tabella 5.4.
34 Tali numeri indice, nel quinquennio di interesse, sono pari a: 124,7 (2004); 127,1 (2005); 129,8 (2006); 132,2 (2007); 136,6 (2008); 137,7 (2009). Fonte: <http://www.istat.it>. 35 Gli indici su base 2009=100 sono pari a: 90,6 (2004); 92,3 (2005); 94,3 (2006); 96,0 (2007); 99,2 (2008); 100,0 (2009).
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Tabella 5.4 - Andamento generale del valore commerciale medio delle offerte, valori nominali e su base 2009=100, anni 2004-2009 Numero
Anno
offerte
Valori nominali
Valori base 2009=100
Volume
Valore
Volume
Valore
affari
commerciale
affari
commerciale
2004
113.449
51.936.853
458
57.351.281
506
2005
115.650
49.780.779
430
53.932.442
466
2006
110.873
50.743.065
458
53.831.433
486
2007
99.410
48.975.847
493
51.013.420
513
2008
84.196
42.193.082
501
42.532.851
505
2009
35.806
18.019.312
503
18.019.312
503
Fonte: ISFOL-CSA
Ciò che a prima vista appare evidente è il decremento costante, ma più repentino nell’ultimo passaggio, del volume d’affari, a partire dai 57.351.281 euro del 2004 (su base 2009=100) fino ai 18.019.312 del 2009 (naturalmente qui coincidenti al valore nominale): la precedente lettura dei dati forniva invece un andamento meno regolare. Inoltre, dall’analisi dei valori commerciali così armonizzati, tra 2007 e 2008, e tra 2008 e 2009, questi in realtà diminuiscono, rispettivamente del -16% e del -4%, anziché l’apparente aumento del 17% e 4%. Ecco così che, all’esame dei dati più realistici, il minor investimento nel canale della carta stampata, nel periodo 2007-2009, appare chiaramente sia in termini assoluti (si veda il volume d’affari totale) che relativi (il valore commerciale). È una nuova pista d’interpretazione, questa, che, proposta fin qui in via sperimentale, si intende rendere più strutturale nel corso di prossime annualità.
5.6
Nota metodologica
Si illustrano ora i principali indici utilizzati nell’elaborazione dei dati nonché alcune riflessioni metodologiche. Il volume d’affari dell’attività di recruitment è dato dalla seguente sommatoria, calcolata per ogni i esima inserzione
Cmt i
i
Mdli
dove Cmti indica il costo unitario del modulo per la testata giornalistica che pubblica l’inserzione i, e Mdli il numero di moduli che la compongono la stessa. Il volume d’affari è dunque il costo affrontato per ciascuna inserzione pubblicata nel complesso dei quotidiani rilevati. L’IVC, detto anche “spesa media”, è invece calcolato secondo la formula:
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Ivc
Cmt Mdl Nmof i
i
i
Esso è quindi ottenuto dividendo il volume di affari per il numero totale di offerte Nmof. Lo studio condotto sul valore commerciale delle inserzioni è stato per diversi aspetti innovativo e ha necessitato di alcune assunzioni di base, che riguardano soprattutto le due variabili del costo e del numero dei moduli. I prezzi dei moduli sono stati indicati contattando telefonicamente le stesse agenzie di pubblicità, che vendono gli appositi spazi incorniciati nelle sezioni specializzate dei quotidiani; esse praticano delle politiche di sconti di quantità, nel caso un’azienda decida di pubblicare più annunci sullo stesso quotidiano oppure reiteri la pubblicazione dell’annuncio in più giorni della settimana, ovvero su giornali appartenenti allo stesso gruppo societario. Tuttavia non è stato possibile sapere, tranne rare eccezioni, in che misura avvengano tali sconti, per cui un’ipotesi semplificatrice adottata è che il costo del modulo si mantenga costante nell’anno per lo stesso quotidiano. L’IVC è stato quindi calcolato adottando un prezzo del modulo fissato all’interno di ciascuna annualità, per lo stesso quotidiano. Nelle tabelle del barometro, così come nei commenti sulle graduatorie secondo l’IVC, sono stati esclusi nei commenti sulle professioni i profili indistinti e generici, quali borsista, corsista, diplomato,
neolaureato e laureato. Tuttavia il peso di queste figure concorre sempre in tutte le statistiche presentate, poiché si tratta comunque di voci elementari, seppur di natura imprecisata, per la cui ricerca è stato comunque sostenuto un costo anche piuttosto elevato in taluni casi (emblematico l’esempio del neolaureato, che nel 2006 costituirebbe la figura più “pagata” in assoluto con un IVC pari a quasi 9.000 euro). L’aspetto tecnico più innovativo riguarda l’ampiezza effettiva degli annunci, per la quale è stata introdotta un’ulteriore assunzione di comodo. Una quota consistente di casi nel database si riferiscono ad annunci per i quali viene richiesta più di una professione: 56% nel 2007 e 57% nel 2008. Con la procedura di data entry adottata, l’intera ampiezza dell’inserzione viene completamente imputata alla prima professione in ordine di apparizione, mentre alle altre che seguono viene assegnato un numero di moduli nullo, di modo che l’ampiezza dell’annuncio, data dalla somma di quelle delle singole voci che vi compaiono, non venga sovrastimata. Il problema sorge però nel momento in cui si vogliano calcolare tutti gli indici fin qui presentati, poiché non tutte le professioni ricercate vi entrerebbero a far parte (gran parte dei termini delle formule si annullerebbe, risultando per questi l’ampiezza pari a zero). Con la collaborazione della società Intersistemi di Firenze è stata quindi messa a punto una procedura informatica che, per ogni annuncio, ripartisse il numero di moduli fra tutte le professioni incluse nello stesso. Si è fatta qui un ipotesi di uniforme distribuzione sullo spazio dedicato a ciascuna voce, per cui ad ognuna è stato assegnato un numero di moduli dato dal rapporto tra l’ampiezza totale dell’inserzione e il numero di professioni che vi compaiono. È stata così creata una nuova variabile in vece della vecchia Mdl, i cui valori possono anche risultare inferiori all’unità.
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5.7
Conclusioni
La tradizionale analisi della domanda di lavoro qualificato si è qui estesa fino a includere aspetti più propriamente “di mercato”. Accanto al numero di offerte (totale, o per segmenti), si può calcolare il volume d’affari che le stesse generano, tenendo conto del costo sostenuto dalle imprese che ricorrono alle inserzioni a mezzo stampa, che varia da un quotidiano all’altro e in funzione dell’ampiezza dell’annuncio stesso. Risulta evidente in particolare come tale opzione costituisca una sorta di investimento per l’azienda, se difatti si registra un esborso più consistente laddove sono richieste figure professionali caratterizzate da maggiore esperienza e più elevato titolo di studio, o per figure apicali o, ancora, connesse con lo sviluppo della rete della vendita. Il generale minor ricorso agli annunci sui quotidiani, che ha caratterizzato sempre più gli ultimi anni del periodo esaminato, è confermato anche calcolando il volume d’affari a prezzi costanti.
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6
CONCLUSIONI FINALI E PRIMI ELEMENTI PER LA COSTITUZIONE DI UN OSSERVATORIO SUL RECLUTAMENTO IN RETE
Dagli andamenti degli annunci pubblicati nel corso del 2009 (descritti nel capitolo terzo) si ricavano alcune linee di tendenza, del mercato del lavoro nazionale, in cui trova ovvia conferma la crisi finanziaria ed economica, che interessa soprattutto i paesi occidentali e l’Italia: un primo indicatore, della scarsità di risorse a disposizione del sistema, è la presenza di figure professionali legate alla necessità, per le aziende, di tutelare la loro liquidità (a solo titolo esemplificativo, l’addetto al recupero
crediti); un secondo indicatore è l’incredibile contrazione del mercato del lavoro qualificato nel 2009 la quale prosegue un trend già iniziato nel 2008 e 2007, che non risparmia alcuna area geografica né comparto settoriale: il calo delle offerte interessa il Nord, come il Sud d’Italia, interessa l’industria, come il commercio. L’ultimo indicatore che sembra confermare tale situazione, è rappresentato dalla scarsa “qualità” rintracciata nelle inserzioni: il titolo di studio e la richiesta della comprensione delle lingue straniere interessano solo una scarsa percentuale di annunci. In dettaglio, poi, il numero dei posti di lavoro offerti, (considerando la “serie storica”), tramite inserzioni “a modulo” sui quotidiani italiani, ha registrato, nel 2009, un fortissimo decremento rispetto al 2008, solo 35.806 annunci pubblicati dalle aziende italiane a fronte delle 99.410 unità nel 2007 e delle 84.196 nel 2008. La flessione è stata del 57,5%. L’analisi degli andamenti trimestrali mostra una tendenza abbastanza uniforme con decrementi che si verificano in tutti i trimestri, con punte maggiori nel primo (-68,7%) e nel quarto (-60,4%). Riguardo, invece, a quanto indagato nel secondo capitolo, ovvero la corrispondenza o meno, delle inserzioni a modulo, con il ciclo economico, essa non sembra immediata: la presenza di un eventuale miglioramento economico, oggi, dovrebbe portare, domani, ad un incremento nel numero di posti offerti attraverso le inserzioni a modulo rispecchiando, in tal senso, la loro natura di tipico investimento in capitale umano. L’analisi della domanda di lavoro qualificato risulta essere, quindi, indubbiamente legata all’attuale fase di crisi economica, nella misura in cui essa si concretizza in una minore richiesta di forza lavoro, ergo di minori inserzioni a modulo pubblicate sui quotidiani. Dalle analisi svolte nel capitolo quarto, e analizzando il barometro storico senza interinali, emerge una prevalenza di professioni commerciali e un rallentamento nell’ascesa dell’addetto recupero crediti, professionalità cresciuta improvvisamente nel 2008, ai primi segnali di crisi, che adesso si assesta al gradino più basso dell’ipotetico podio del barometro. Nella serie allargata (sempre senza interinali) ci sono 15.000 annunci in più che fanno risalire in classifica gli operatori di call center e gli operai. A livello territoriale si evidenzia soprattutto un crollo del Nord-Ovest che perde molto più del 57% (media nazionale) e viene superato dal Nord-Est che diventa la seconda circoscrizione per numero di annunci. Il Centro perde molto, ma rimane l’area in cui di più si utilizza il canale degli annunci. Per quel che concerne le regioni, il 98,5% degli interinali viene richiesto in Toscana, tuttavia gli annunci interinali calano, in proporzione, più degli annunci “normali”. Le professioni interinali più ricercate sono operaio,
addetto vendita, addetto reparto, operaio qualificato, meccanico.
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Per quel che concerne il quinto capitolo va qui evidenziato che lo studio del valore commerciale delle inserzioni è complementare a quello, più tradizionale, incentrato sulla numerosità delle offerte. È, peraltro, l’indice più completo dell’entità dell’investimento, da parte delle imprese, nel canale delle inserzioni a modulo. Nel corso del tempo, il giro d’affari del canale è calato progressivamente, ma nell’ultimo anno il decremento è stato significativamente più forte. Come ci si poteva attendere, il valore commerciale delle inserzioni, indice depurato dalla quantità di offerte, risulta essere più elevato per professioni caratterizzate da incarichi dirigenziali o dai massimi livelli di responsabilità (e, conseguentemente, da più alti livelli retributivi). A conferma di quanto sostenuto, il livello di studio conseguito è anch’esso un fattore discriminante: si investe di meno per professioni caratterizzate da un basso grado di specializzazione. Non meno interessante è l’analisi del fenomeno per determinati segmenti più o meno significativi, quali il territorio, il settore economico e alcuni dei tradizionali indici di “qualità” della domanda di lavoro qualificata: l’esperienza lavorativa pregressa e il livello di istruzione. Infine, la lettura dei dati territoriali viene resa più immediata con l’utilizzo delle cartografie, le quali vengono presentate per la prima volta in un rapporto annuale, che arricchiscono la reportistica statistica del capitolo: con riferimento ai singoli valori regionali vi è da evidenziare che si è molto vicini ad una persistente immagine delle “due Italie”, con caratteristiche assai dissimili. In definitiva, è comprovato che nel mercato del lavoro “vale”, viene remunerato di più, chi può vantare un’esperienza lavorativa pregressa e pluriennale. Si preferisce, pertanto, investire in risorse umane per le quali, in un certo senso, non vanno sostenuti costi di formazione: tale risparmio futuro è, dunque, da porre in relazione con l’attuale maggiore esborso sostenuto. In sede di conclusioni non si può non riprendere l’analisi di alcune considerazioni, di carattere generale, già abbozzate nell’introduzione e riguardanti la crisi economica evidenziando che a livello di effetti strutturali, nell’ottica del sistema produttivo nazionale – e ciò ha un impatto diretto anche sulle politiche di reclutamento delle imprese, ergo della domanda di lavoro qualificato e della pubblicazione di inserzioni sui quotidiani a maggiore diffusione – è che peggiorerà la qualità del tessuto produttivo e finanziario. Gli effetti che la crisi ha già riverberato sull’economia reale, e sul sistema produttivo italiano, composto, peraltro, dalla maggioranza di PMI, sono evidenti. La crisi dovrebbe colpire, per l’appunto, in maniera più accentuata, le imprese maggiormente soggette a minori garanzie, a causa di una riallocazione delle risorse, del sistema bancario, su aziende con una migliore situazione creditizia provocando un progressivo deteriorarsi delle condizioni delle imprese e, in ultimo, della ricerca di personale qualificato e non. Alla fine di questo lungo excursus in cui si sono cercati di presentare, nel dettaglio, i principali contributi così come le potenzialità di analisi, si è visto assai bene come quest’indagine storica sia stata modificata costantemente, nel corso degli anni, per adattarsi sempre meglio alle mutate situazioni del mercato del lavoro nazionale; non si poteva, pertanto, non giungere a una profonda rivisitazione della stessa, proprio per le ragioni anzidette. L’indagine, che rappresenta un unicum nel panorama della ricerca non solo italiano, bensì a livello europeo, è bene ricordarlo ancora una volta, deve fare i conti con la presenza, oramai pervasiva, di modalità inedite ed innovative nella ricerca di forza lavoro, sia da parte delle imprese che dei candidati.
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Il fenomeno del reclutamento in rete (recruitment on-line) è, dunque, lo sbocco obbligato, oggi come oggi, della ricerca sulla domanda di lavoro qualificato. Si tratta di un’area di ricerca significativa al fine di una migliore comprensione delle dinamiche di incontro (matching) tra domanda e offerta di lavoro: esso pone, difatti, molti interrogativi sia sul senso che sulla natura delle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro in generale così come sullo sviluppo di una social media age; le implicazioni sono molteplici e investono, di conseguenza, non solo la sfera economica ma anche quella più generale, culturale e sociale, e non solo dal lato dei comportamenti degli attuali “nativi digitali”. Qui basti solo dire che i motivi per trattare di questo argomento sono molti, ad iniziare dall’attuale carenza conoscitiva del fenomeno in quanto gli studi sono stati pochi sia in senso assoluto sia limitati, in massima parte, a discreti baedeker di ricerca di lavoro in rete ad uso e consumo dei potenziali candidati. Il quadro generale, a livello delle economie maggiormente sviluppate, è stato già analizzato in un precedente lavoro (Paliotta, 2004), datato dieci anni orsono. In attesa di maggiori contributi teorici al riguardo, l’Italia,nell’arena mondiale, sembra tuttora giocare un ruolo secondario. Il recruitment on-line, del resto, già diffusosi nei paesi economicamente sviluppati, e nello specifico in quelli anglosassoni (in
primis Stati Uniti) ma anche nel resto del mondo, incide ancora relativamente poco nel mercato del lavoro nazionale. Da queste brevi considerazioni emerge, pertanto, l’assoluta importanza che potrebbe rivestire la costituzione di un Osservatorio nazionale sul reclutamento in rete. In generale, quest’osservatorio si dovrebbe configurare quale strumento complesso di analisi permanente, alimentato da flussi di dati statistici e non. In particolare le attività d’osservazione sono sinteticamente individuabili nelle seguenti: 1) attivazione di processi di selezione e di raccolta di dati, informazioni e documentazione; 2) produzione di informazioni ad alto valore aggiunto; 3) utilizzazione delle informazioni in termini di analisi e monitoraggio delle fenomenologie di settore. La fase cruciale per il funzionamento dell’Osservatorio, una volta selezionata e organizzata la base conoscitiva (obiettivo non facilmente raggiungibile nel contesto delle società e dei portali che dispongono di differenti architetture software) e stabilite le regole per la loro continua manutenzione e aggiornamento, è comunque quella della costruzione di rapporti che consentono di rispondere alla seguente domanda: “Qual è lo stato dell’arte del reclutamento in rete?”. Alcuni segnali inducono a un cauto atteggiamento fiducioso, quali i tassi di sviluppo della navigazione in rete dell’ultimo anno, l’utilizzo dei social networks, e di LinkedIn in particolare, dei siti aziendali per il reclutamento del personale, da parte di molte imprese, perlopiù di notevoli dimensioni (Paliotta, 2014), ecc. in un rapporto annuale - che dovrebbe rappresentare l’output principale dell’Osservatorio nazionale sul
reclutamento in rete - si dovrebbero, quindi, innanzitutto analizzare i trends delle attività on-line e il loro impatto sui metodi tradizionali di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, analisi qualitative sulle
vacancies (tipologia dei contratti, retribuzioni, mobilità, ecc.). I possibili indicatori da rilevare all’interno di quest’osservatorio potrebbero essere - in prima battuta e in attesa che gli addetti ai lavori possano valutarne criticamente la significatività – i seguenti, raggruppabili in quattro aree d’interesse: a) l’offerta di lavoro (i lavoratori, i jobseekers); b) la domanda di lavoro (le imprese); c) i siti specializzati; d) le professioni.
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In conclusione, la realizzazione di tale Osservatorio rappresenterebbe il miglior esito per rilanciare una ricerca storica quale questa sulla domanda di lavoro qualificato in Italia, così da poter continuare a fornire, così come fatto in tutto questo trentennio, indicazioni rilevanti agli addetti ai lavori, agli operatori dell’orientamento, alla comunità scientifica nazionale nonché ai decisori pubblici in generale.
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APPENDICE STATISTICA Tabella A.1 - Frequenze mensili delle offerte di lavoro a mezzo stampa, anni 2005-2009, serie storica 2005 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
Totale
2006
2007
2008
2009
V. a.
%
V.a.
%
V.a.
%
V.a.
%
V.a.
%
11.545 13.015 11.880 11.956 11.882 11.274 9.637 1.133 13.695 7.386 7.221 4.716 115.340
10,0 11,3 10,3 10,4 10,3 9,8 8,4 1,0 11,9 6,4 6,3 4,1 100,0
7.549 9.163 10.479 7.347 9.433 9.871 9.966 1.098 20.197 11.039 9.010 5.721 110.873
6,8 8,3 9,5 6,6 8,5 8,9 9,0 1,0 18,2 10,0 8,1 5,2 100,0
9.920 9.137 11.049 7.553 9.714 11.119 6.489 1.546 11.883 9.487 7.853 3.660 99.410
10,0 9,1 11,2 7,4 9,9 11,2 6,4 1,4 12,0 9,5 7,9 3,6 100,0
7.378 9.953 8.435 9.428 7.861 7.969 5.246 1.512 9.064 7.546 6.414 3.390 84.196
8,8 11,8 10,0 11,2 9,3 9,5 6,2 1,8 10,8 9,0 7,6 4,0 100,0
3.602 4.121 3.437 2.986 3.986 2.471 2.683 579 4.258 3.028 2.977 1.678 35.806
10,1 11,5 9,6 8,3 11,1 6,9 7,5 1,6 11,9 8,5 8,3 4,7 100,0
Fonte: ISFOL-CSA Tabella A.2 - Distribuzione delle inserzioni secondo i giornali censiti, anni 2007-2009, serie storica 2007 Il Tirreno Corriere della Sera La Repubblica Il Messaggero La Nazione Sole 24 ore Resto del Carlino Alto Adige Nuova Sardegna Il Mattino Gazzettino Il Piccolo Adige La Sicilia Stampa Unione Sarda Giornale di Sicilia Gazzetta del Mezzogiorno Il Giorno Secolo XIX Il Tempo Gazzetta del Sud Il Giornale Totale
2008
2009
V. a.
%
V. a.
%
V. a.
%
29.127 19.271 11.417 6.833 2.796 3.553 4.675 2.855 1.640 3.675 2.783 1.256 934 531 1.915 716 976 1.025 670 609 1.741 390 22 99.410
29,3 19,4 11,5 6,9 2,8 3,6 4,7 2,9 1,6 3,7 2,8 1,3 0,9 0,5 1,9 0,7 1,0 1,0 0,7 0,6 1,8 0,4 0,0 100,0
20.559 13.742 7.665 7.360 11.366 4.242 3.091 2.166 636 2.092 2.184 1.647 1.439 450 1.431 188 812 598 913 400 847 341 27 84.196
24,4 16,3 9,1 8,7 13,5 5,0 3,7 2,6 0,8 2,5 2,6 2,0 1,7 0,5 1,7 0,2 1,0 0,7 1,1 0,5 1,0 0,4 0,0 100,0
9.150 4.952 3.850 3.413 3.166 2.021 1.670 1.272 901 892 755 714 673 411 390 362 317 220 199 167 153 152 6 35.806
25,6 13,8 10,8 9,5 8,8 5,6 4,7 3,6 2,5 2,5 2,1 2,0 1,9 1,1 1,1 1,0 0,9 0,6 0,6 0,5 0,4 0,4 0,0 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
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Tabella A.3 - Le 30 professioni piĂš richieste nel Nord-Ovest, anni 2007-2009, serie storica Posizione Nel Nel Nel 2007 2008 2009 1 2 5 7 4 9 30 8 29 27 142 11 117 115 12 20 10 18 87 46 40 113 556 6 33 86 82 248 72 37
1 2 4 7 8 9 13 14 34 31 106 36 32 30 38 27 25 35 61 52 28 90 94 6 42 184 64 48 82 49
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
2007
Agente Venditore Borsista Agente vendita Manager Agente monomandatario Agente plurimandatario Consulente commerciale Consulente Laureato Impiegato Agente chimico Operatore call center Addetto reparto Socio Operaio Funzionario commerciale Agente commercio Tecnico Area manager Operaio qualificato Responsabile commerciale Analista Consulente finanziario Agente senior Specialista prodotto Ingegnere Agente di farmacia Agente finanziario Macchinista ferroviere
Totale delle prime trenta Totale
2008
2009
V. a.
%
V. a.
%
V. a.
%
1.258 1.040 430 348 448 229 94 292 96 99 21 201 26 27 190 134 225 139 38 72 78 28 1 348 88 39 40 10 47 81 6.167 17.154
7,3 6,1 2,5 2,0 2,6 1,3 0,5 1,7 0,6 0,6 0,1 1,2 0,2 0,2 1,1 0,8 1,3 0,8 0,2 0,4 0,5 0,2 0,0 2,0 0,5 0,2 0,2 0,1 0,3 0,5 36,0 100,0
649 597 284 208 203 185 153 151 81 88 23 78 86 91 68 95 108 80 38 45 94 26 25 246 63 10 37 50 30 48 3.940 12.454
5,2 4,8 2,3 1,7 1,6 1,5 1,2 1,2 0,7 0,7 0,2 0,6 0,7 0,7 0,5 0,8 0,9 0,6 0,3 0,4 0,8 0,2 0,2 2,0 0,5 0,1 0,3 0,4 0,2 0,4 31,6 100,0
311 267 160 158 153 134 119 97 76 66 60 59 56 55 51 46 44 43 37 37 35 31 30 29 27 25 25 25 25 25 2.306 3.966
7,8 6,7 4,0 4,0 3,9 3,4 3,0 2,4 1,9 1,7 1,5 1,5 1,4 1,4 1,3 1,2 1,1 1,1 0,9 0,9 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 58,1 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
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Tabella A.4 - Le 30 professioni piĂš richieste nel Nord-Est, anni 2007-2009, serie storica Posizione Nel Nel Nel 2007 2008 2009 1 2 7 5 15 4 6 56 11 9 149 65 245 8 3 26 186 12 235 32 10 54 73 35 18 24 359 51 42 170
1 3 2 4 12 7 9 13 10 8 96 82 50 6 5 51 191 16 141 17 11 26 95 120 24 36 140 105 20 59
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
2007 V. a. Venditore Agente Consulente Agente vendita Agente plurimandatario Agente monomandatario Collaboratore commerciale Consulente commerciale Agente chimico Tecnico Addetto amministrazione Agente finanziario Informatore scientifico del farmaco Addetto reparto Addetto vendita Impiegato amministrativo Istruttore sportivo Commesso Agente senior Gestore prodotto Impiegato Ingegnere Tecnico assistenza Responsabile reparto Funzionario commerciale Responsabile settore Agente junior Responsabile vendita Account Collaboratore amministrativo
Totale delle prime trenta Totale
2008 %
1.114 8,2 950 7,0 299 2,2 353 2,6 123 0,9 419 3,1 299 2,2 47 0,3 191 1,4 206 1,5 19 0,1 41 0,3 10 0,1 225 1,7 477 3,5 78 0,6 15 0,1 143 1,1 10 0,1 65 0,5 192 1,4 48 0,4 38 0,3 62 0,5 113 0,8 102 0,7 4 0,0 49 0,4 54 0,4 16 0,1 5.762 42,3 13.616 100,0
V. a.
2009 %
1.097 10,0 562 5,1 572 5,2 354 3,2 126 1,2 198 1,8 183 1,7 118 1,1 159 1,5 195 1,8 23 0,2 26 0,2 46 0,4 206 1,9 331 3,0 43 0,4 10 0,1 86 0,8 15 0,1 85 0,8 157 1,4 73 0,7 24 0,2 19 0,2 76 0,7 58 0,5 15 0,1 22 0,2 82 0,7 39 0,4 5.000 45,7 10.948 100,0
V. a.
%
619 11,6 399 7,5 211 4,0 176 3,3 157 3,0 122 2,3 114 2,1 97 1,8 72 1,4 63 1,2 60 1,1 56 1,1 51 1,0 44 0,8 44 0,8 44 0,8 41 0,8 37 0,7 35 0,7 34 0,6 34 0,6 34 0,6 34 0,6 33 0,6 31 0,6 31 0,6 30 0,6 30 0,6 28 0,5 27 0,5 2.788 52,5 5.314 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
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Tabella A.5 - Le 30 professioni piĂš richieste nel Centro, anni 2007-2009, serie storica Posizione Nel Nel Nel 2007 2008 2009 35 3 1 4 7 40 2 25 13 163 116 9 32 8 55 15 43 17 14 37 16 28 36 27 59 38 52 19 78
3 6 1 4 2 9 7 33 13 30 49 10 44 14 108 216 5 64 12 19 36 15 58 37 18 50 55 45 35 70
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
2007
Addetto recupero crediti Agente Operaio Venditore Addetto vendita Addetto reparto Operaio qualificato Meccanico Agente vendita Infermiere Operatore socio sanitario Impiegato Agente monomandatario Elettricista Macellaio Manovale Operatore call center Operatore meccanico Cameriere Carpentiere Consulente Impiegato amministrativo Collaboratore commerciale Manutentore meccanico Addetto magazzino Manutentore Tecnico Sarto Addetto amministrazione Programmatore
2008
2009
V. a.
%
V. a.
%
V. a.
%
259 1.519 5.601 1.510 774 228 1.655 318 513 33 63 631 271 689 174 0 468 226 456 482 250 466 297 255 301 162 246 193 389 124 18.553 41.889
0,6 3,6 13,4 3,6 1,8 0,5 4,0 0,8 1,2 0,1 0,2 1,5 0,6 1,6 0,4 0,0 1,1 0,5 1,1 1,2 0,6 1,1 0,7 0,6 0,7 0,4 0,6 0,5 0,9 0,3 44,3 100,0
1.781 959 3.604 1.238 2.023 649 826 271 595 295 213 631 229 574 67 21 1.098 153 602 395 259 504 178 259 420 210 186 227 266 141 18.874 41.529
4,3 2,3 8,7 3,0 4,9 1,6 2,0 0,7 1,4 0,7 0,5 1,5 0,6 1,4 0,2 0,1 2,6 0,4 1,4 1,0 0,6 1,2 0,4 0,6 1,0 0,5 0,5 0,6 0,6 0,3 45,4 100,0
1.174 1.070 746 720 562 496 365 290 275 261 256 243 242 234 234 222 207 198 184 182 181 162 142 141 138 137 134 133 128 121 9.578 17.645
6,7 6,1 4,2 4,1 3,2 2,8 2,1 1,6 1,6 1,5 1,5 1,4 1,4 1,3 1,3 1,3 1,2 1,1 1,0 1,0 1,0 0,9 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,7 0,7 54,3 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
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LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.6 - Le 30 professioni più richieste nel Mezzogiorno, anni 2007-2009, serie storica Posizione Nel Nel Nel 2007 2008 2009 3 4 2 7 5 8 181 152 216 6 140 65 18 36 173 175 167 106 141 25 38 130 147 78 103
2 5 1 21 4 22 6 24 136 89 20 19 179 225 77 31 139 85 239 204 206 34 188 236 102 199
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
2007 V. a. Agente Venditore Operatore call center Agente monomandatario Agente vendita Agente senior Collaboratore commerciale Ufficiale coperta Addetto amministrazione Manutentore meccanico Customer service Agente junior Ingegnere Custode Direttore filiale Rappresentante Addetto reparto Operatore meccanico Coordinatore Manutentore Addetto controllo qualità Addetto gestione clienti Direttore negozio Funzionario commerciale Key account Agente assicurazione Conduttore macchine Idraulico Insegnante Segretario
Totale delle prime trenta Totale
388 273 1.725 117 184 0 116 0 3 5 2 0 135 0 5 12 40 26 4 4 4 6 5 34 24 5 0 5 10 7 3.139 9.116
2008 %
2009
V. a.
%
4,3 187 3,0 92 18,9 562 1,3 25 2,0 99 0,0 25 1,3 75 0,0 0 0,0 24 0,1 5 0,0 7 0,0 25 1,5 27 0,0 2 0,1 1 0,1 10 0,4 20 0,3 5 0,0 8 0,0 1 0,0 1 0,1 1 0,1 0 0,4 17 0,3 2 0,1 0 0,0 0 0,1 1 0,1 6 0,1 2 34,4 1.230 100,0 3.671
5,1 2,5 15,3 0,7 2,7 0,7 2,0 0,0 0,7 0,1 0,2 0,7 0,7 0,1 0,0 0,3 0,5 0,1 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 0,1 0,0 0,0 0,0 0,2 0,1 33,5 100,0
V. a. 106 76 43 41 33 32 31 30 28 26 22 21 20 16 16 16 15 15 14 13 12 11 11 11 11 10 10 10 10 10 720 1.652
% 6,4 4,6 2,6 2,5 2,0 1,9 1,9 1,8 1,7 1,6 1,3 1,3 1,2 1,0 1,0 1,0 0,9 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 0,7 0,7 0,7 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 43,6 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
87
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.8 - Offerte di lavoro secondo la classificazione ISTAT 2001 - 2 digit, anni 2007-2009, serie storica 2007 V.a. % 1.1
1.2 1.3 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 3.1 3.2 3.3 3.4 4.1 4.2 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 7.1 7.2 7.3 7.4 8.1 8.2 8.3 8.4 8.5 8.6 9.0
2008 V.a. %
2009 V.a. %
Membri di corpi legislativi e di governo, dirigenti amm.vi e giudiziari della P.A. e di organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale 240 0,2 207 0,2 202 0,6 Imprenditori, amministratori, e direttori di grandi aziende private 1.803 1,8 1.594 1,9 554 1,5 Imprenditori, gestori e responsabili di piccole imprese 65 0,1 9 0,0 11 0,0 Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati 1.961 2,0 1.542 1,8 835 2,3 Ingegneri, architetti e professioni assimilate 2.068 2,1 1.533 1,8 475 1,3 Specialisti nelle scienze della vita 89 0,1 100 0,1 19 0,1 Specialisti della salute 491 0,5 507 0,6 193 0,5 Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali 11.806 11,9 9.444 11,2 3.739 10,4 Specialisti della formazione, della ricerca ed assimilati 292 0,3 182 0,2 65 0,2 Professioni tecniche in scienze fisiche, naturali, 'ingegneria ed assimilate 9.853 9,9 7.123 8,5 2.257 6,3 Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita 338 0,3 1.083 1,3 945 2,6 Professioni tecniche nell'amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali 35.746 36,0 30.377 36,1 14.496 40,5 Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone 1.241 1,2 670 0,8 310 0,9 Impiegati di ufficio 2.333 2,3 2.381 2,8 853 2,4 Impiegati a contatto diretto con il pubblico 1.323 1,3 2.686 3,2 1.390 3,9 Professioni qualificate nelle attività commerciali 1.781 1,8 1.546 1,8 490 1,4 Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere 2.864 2,9 2.662 3,2 984 2,7 Maestri di arte e mestieri, addestratori ed assimilati 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Professioni qualificate nei servizi sanitari con particolari specializzazioni 10 0,0 4 0,0 92 0,3 Professioni qualificate nei servizi sociali, culturali, sicurezza, pulizia ed assimilati 234 0,2 405 0,5 188 0,5 Artigiani e operai specializzati dell'industria estrattiva e dell'edilizia 1.045 1,1 967 1,1 464 1,3 Artigiani e operai metalmeccanici ed assimilati 4.654 4,7 3.543 4,2 1.436 4,0 Artigiani e operai specializzati della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico, della stampa ed assimilati 109 0,1 79 0,1 30 0,1 Agricoltori e operai dell'agricoltura, foreste, zootecnia, pesca e caccia 8 0,0 29 0,0 14 0,0 Artigiani e operai specializzati nelle lavorazioni alimentari, del legno, tessile, abbigliamento, pelli, cuoio ed assimilati 1.297 1,3 1.170 1,4 710 2,0 Conduttori di impianti industriali 8.311 8,4 6.063 7,2 1.442 4,0 Operatori semiqualificati di macchinari fissi per lavorazione in serie e operai addetti al montaggio 1.769 1,8 1.641 1,9 424 1,2 Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare 0 0,0 0 0,0 Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 821 0,8 905 1,1 277 0,8 Professioni non qualificate nelle attività gestionali 362 0,4 435 0,5 142 0,4 Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 5.362 5,4 4.358 5,2 2.218 6,2 Professioni non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari 0 0,0 0 0,0 0,0 Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati 1.106 1,1 861 1,0 256 0,7 Professioni non qualificate dell'agricoltura, dell'allevamento, della pesca e della forestazione 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Professioni non qualificate delle miniere, delle costruzioni e delle attività industriali 15 0,0 59 0,1 231 0,6 Forze armate 13 0,0 31 0,0 64 0,2 Totale 99.410 100,0 84.196 100,0 35.806 100,0 Fonte: ISFOL-CSA
88
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.9 - Offerte di lavoro nel Nord-Ovest secondo la classificazione ISTAT 2001 - 2 digit, anni 20072009, serie 2007 V.a. % 1.1
1.2 1.3 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 3.1 3.2 3.3 3.4 4.1 4.2 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5
7.1 7.2 7.3 7.4 8.1 8.2 8.3 8.4 8.5 8.6 9.0
Membri di corpi legislativi e di governo, dirigenti amministrativi e giudiziari della P.A. e di organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale Imprenditori, amministratori, e direttori di grandi aziende private Imprenditori, gestori e responsabili di piccole imprese Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati Ingegneri, architetti e professioni assimilate Specialisti nelle scienze della vita Specialisti della salute Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali Specialisti della formazione, della ricerca ed assimilati Professioni tecniche in scienze fisiche, naturali, nell'ingegneria ed assimilate Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita Professioni tecniche nell'amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone Impiegati di ufficio Impiegati a contatto diretto con il pubblico Professioni qualificate nelle attività commerciali Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere Maestri di arte e mestieri, addestratori ed assimilati Professioni qualificate nei servizi sanitari con particolari specializzazioni Professioni qualificate nei servizi sociali, culturali, di sicurezza, di pulizia ed assimilati Artigiani e operai specializzati dell'industria estrattiva e dell'edilizia Artigiani e operai metalmeccanici ed assimilati Artigiani e operai specializzati della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico, della stampa ed assimilati Agricoltori e operai dell'agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia Artigiani e operai specializzati nelle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell'abbigliamento, delle pelli, del cuoio ed assimilati Conduttori di impianti industriali Operatori semiqualificati di macchinari fissi per lavorazione in serie e operai addetti al montaggio Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento Professioni non qualificate nelle attività gestionali Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi Professioni non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati Professioni non qualificate dell'agricoltura, dell'allevamento, della pesca e della forestazione Professioni non qualificate delle miniere, delle costruzioni e delle attività industriali Forze armate
Totale
2008 V.a. %
2009 V.a. %
62 489 25 424 514 18 64 2.478 48
0,4 2,9 0,1 2,5 3,0 0,1 0,4 14,4 0,3
44 551 0 344 491 40 54 2.122 31
0,4 4,4 0,0 2,8 3,9 0,3 0,4 17,0 0,2
21 134 0 171 62 0 16 636 10
0,1 0,4 0,0 0,5 0,2 0,0 0,0 1,8 0,0
1.615 45
9,4 0,3
1.016 4
8,2 0,0
289 10
0,8 0,0
8.633 86 190 221 122 408 0
50,3 0,5 1,1 1,3 0,7 2,4 0,0
5.512 101 167 73 104 544 0
44,3 1.899 0,8 51 1,3 47 0,6 18 0,8 16 4,4 47 0,0 0
5,3 0,1 0,1 0,1 0,0 0,1 0,0
0
0,0
0
0,0
0
0,0
17
0,1
37
0,3
0
0,0
21 242
0,1 1,4
53 111
0,4 0,9
3 69
0,0 0,2
8
0,0
5
0,0
0
0,0
0
0,0
1
0,0
0
0,0
51 99
0,3 0,6
12 153
0,1 1,2
15 103
0,0 0,3
33
0,2
32
0,3
5
0,0
45 11 1.042 0 0 143
0,3 0,1 6,1 0,0 0,0 0,8
73 26 601
0,6 0,2 4,8
143
1,1
0 28 10 277 0 8
0,0 0,1 0,0 0,8 0,0 0,0
0
0,0
0
0,0
0
0,0
0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 9 0,1 21 0,1 17.154 100,0 12.454 100,0 3.966 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
89
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.10 - Offerte di lavoro nel Nord-Est secondo la classificazione ISTAT 2001 - 2 digit, anni 20072009, serie storica
1.1
1.2 1.3 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 3.1 3.2 3.3 3.4 4.1 4.2 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5
7.1 7.2 7.3 7.4 8.1 8.2 8.3 8.4 8.5 8.6 9.0
Membri di corpi legislativi e di governo, dirigenti amministrativi e giudiziari della P.A. e di organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale Imprenditori, amministratori, e direttori di grandi aziende private Imprenditori, gestori e responsabili di piccole imprese Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati Ingegneri, architetti e professioni assimilate Specialisti nelle scienze della vita Specialisti della salute Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali Specialisti della formazione, della ricerca ed assimilati Professioni tecniche in scienze fisiche, naturali, nell'ingegneria ed assimilate Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita Professioni tecniche nell'amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone Impiegati di ufficio Impiegati a contatto diretto con il pubblico Professioni qualificate nelle attività commerciali Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere Maestri di arte e mestieri, addestratori ed assimilati Professioni qualificate nei servizi sanitari con particolari specializzazioni Professioni qualificate nei servizi sociali, culturali, di sicurezza, di pulizia ed assimilati Artigiani e operai specializzati dell'industria estrattiva e dell'edilizia Artigiani e operai metalmeccanici ed assimilati Artigiani e operai specializzati della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico, della stampa ed assimilati Agricoltori e operai dell'agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia Artigiani e operai specializzati nelle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell'abbigliamento, delle pelli, del cuoio ed assimilati Conduttori di impianti industriali Operatori semiqualificati di macchinari fissi per lavorazione in serie e operai addetti al montaggio Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento Professioni non qualificate nelle attività gestionali Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi Professioni non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati Professioni non qualificate dell'agricoltura, dell'allevamento, della pesca e della forestazione Professioni non qualificate delle miniere, delle costruzioni e delle attività industriali Forze armate
Totale
2007 V.a.
%
2008 V.a.
%
2009 V.a. %
43 301 4 446 236 49 88 1.243 42
0,3 2,2 0,0 3,3 1,7 0,4 0,6 9,1 0,3
41 241 6 347 218 19 107 1.351 23
0,4 2,2 0,1 3,2 2,0 0,2 1,0 12,3 0,2
37 102 0 164 89 4 51 788 12
0,7 1,9 0,0 3,1 1,7 0,1 1,0 14,8 0,2
1.556 90
11,4 0,7
1.057 55
9,7 0,5
443 60
8,3 1,1
6.004 131 311 60 283 258 0
44,1 1,0 2,3 0,4 2,1 1,9 0,0
4.414 117 256 74 286 139 0
40,3 2.314 1,1 78 2,3 84 0,7 69 2,6 76 1,3 71 0,0 0
43,5 1,5 1,6 1,3 1,4 1,3 0,0
5
0,0
2
0,0
2
0,0
61 47 429
0,4 0,3 3,2
68 20 313
0,6 0,2 2,9
36 16 81
0,7 0,3 1,5
3
0,0
12
0,1
4
0,1
2
0,0
9
0,1
0
0,0
125 256
0,9 1,9
57 222
0,5 2,0
9 39
0,2 0,7
162
1,2
121
1,1
18
0,3
0 62 68 1.119 0 131
0,0 0,5 0,5 8,2 0,0 1,0
63 55 1.119 0 126
0,6 0,5 10,2 0,0 1,2
0 7 20 629 0 11
0,0 0,1 0,4 11,8 0,0 0,2
0
0,0
0
0,0
0
0,0
0 0,0 0 0,0 0 0,0 1 0,0 10 0,1 0 0,0 13.616 100,0 10.948 100,0 5.314 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
90
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.11 - Offerte di lavoro nel Centro secondo la classificazione ISTAT 2001 - 2 digit, anni 2007-2009, serie storica 2007 V. a. %
2008 V.a. %
1.1 Membri di corpi legislativi e di governo, dirigenti amministrativi e giudiziari della P.A. e di organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale 82 0,2 88 1.2 Imprenditori, amministratori, e direttori di grandi aziende private 388 0,9 208 1.3 Imprenditori, gestori e responsabili di piccole imprese 16 0,0 3 2.1 Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati 320 0,8 330 2.2 Ingegneri, architetti e professioni assimilate 857 2,0 539 2.3 Specialisti nelle scienze della vita 11 0,0 20 2.4 Specialisti della salute 251 0,6 310 2.5 Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali 2.723 6,5 2.478 2.6 Specialisti della formazione, della ricerca ed assimilati 44 0,1 49 3.1 Professioni tecniche in scienze fisiche, naturali, nell'ingegneria ed assimilate 3.506 8,4 3.665 3.2 Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita 162 0,4 1.001 3.3 Professioni tecniche nell'amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali 10.566 25,2 11.431 3.4 Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone 220 0,5 326 4.1 Impiegati di ufficio 1.607 3,8 1.685 4.2 Impiegati a contatto diretto con il pubblico 517 1,2 2.415 5.1 Professioni qualificate nelle attività commerciali 1.033 2,5 560 5.2 Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere 1.487 3,5 1.678 5.3 Maestri di arte e mestieri, addestratori ed assimilati 0 0,0 0 5.4 Professioni qualificate nei servizi sanitari con particolari specializzazioni 5 0,0 2 5.5 Professioni qualificate nei servizi sociali, culturali, di sicurezza, di pulizia ed assimilati 104 0,2 143 6.1 Artigiani e operai specializzati dell'industria estrattiva e dell'edilizia 925 2,2 848 6.2 Artigiani e operai metalmeccanici ed assimilati 3.679 8,8 2.880 6.3 Artigiani e operai specializzati della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico, della stampa ed assimilati 88 0,2 61 6.4 Agricoltori e operai dell'agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia 5 0,0 15 6.5 Artigiani e operai specializzati nelle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell'abbigliamento, delle pelli, del cuoio ed assimilati 1.067 2,5 1.033 7.1 Conduttori di impianti industriali 7.783 18,6 5.428 7.2 Operatori semiqualificati di macchinari fissi per lavorazione in serie e operai addetti al montaggio 1.523 3,6 1.411 7.3 Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare 0 0,0 0 7.4 Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 679 1,6 730 8.1 Professioni non qualificate nelle attività gestionali 252 0,6 339 8.2 Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 1.598 3,8 1.390 8.3 Professioni non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari 379 0,9 0 8.4 Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati 0 0,0 430 8.5 Professioni non qualificate dell'agricoltura, dell'allevamento, della pesca e della forestazione 0 0,0 0 8.6 Professioni non qualificate delle miniere, delle costruzioni e delle attività industriali 11 0,0 27 9.0 Forze armate 1 0,0 6 Totale 41.889 100,0 41.529
2009 V.a. %
0,2 0,5 0,0 0,8 1,3 0,0 0,7 6,0 0,1
72 123 5 166 194 1 123 1.062 7
0,4 0,7 0,0 0,9 1,1 0,0 0,7 6,0 0,0
8,8 2,4
1.150 814
6,5 4,6
27,5 0,8 4,1 5,8 1,3 4,0 0,0
5.681 132 559 1.265 266 751 0
32,2 0,7 3,2 7,2 1,5 4,3 0,0
0,0
0
0,0
0,3 2,0 6,9
117 411 1.147
0,7 2,3 6,5
0,1
20
0,1
0,0
14
0,1
2,5 13,1
669 1.224
3,8 6,9
3,4
351
2,0
0,0 1,8 0,8 3,3 0,0 1,0
0 223 92 747 37
0,0 1,3 0,5 4,2 0,0 0,2
0,0
0
0,0
0,1 222 1,3 0,0 0 0,0 100,0 17.645 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
91
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.12 - Offerte di lavoro nel Mezzogiorno e Isole secondo la classificazione ISTAT 2001 - 2 digit, anni 2007-2009, serie storica 2007 V.a. % 1.1
1.2 1.3 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 3.1 3.2 3.3 3.4 4.1 4.2 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5
7.1 7.2 7.3 7.4 8.1 8.2 8.3 8.4 8.5 8.6 9.0
Membri di corpi legislativi e di governo, dirigenti amministrativi e giudiziari della P.A. e di organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale Imprenditori, amministratori, e direttori di grandi aziende private Imprenditori, gestori e responsabili di piccole imprese Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati Ingegneri, architetti e professioni assimilate Specialisti nelle scienze della vita Specialisti della salute Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali Specialisti della formazione, della ricerca ed assimilati Professioni tecniche in scienze fisiche, naturali, nell'ingegneria ed assimilate Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita Professioni tecniche nell'amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone Impiegati di ufficio Impiegati a contatto diretto con il pubblico Professioni qualificate nelle attività commerciali Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere Maestri di arte e mestieri, addestratori ed assimilati Professioni qualificate nei servizi sanitari con particolari specializzazioni Professioni qualificate nei servizi sociali, culturali, di sicurezza, di pulizia ed assimilati Artigiani e operai specializzati dell'industria estrattiva e dell'edilizia Artigiani e operai metalmeccanici ed assimilati Artigiani e operai specializzati della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico, della stampa ed assimilati Agricoltori e operai dell'agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia Artigiani e operai specializzati nelle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell'abbigliamento, delle pelli, del cuoio ed assimilati Conduttori di impianti industriali Operatori semiqualificati di macchinari fissi per lavorazione in serie e operai addetti al montaggio Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento Professioni non qualificate nelle attività gestionali Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi Professioni non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati Professioni non qualificate dell'agricoltura, dell'allevamento, della pesca e della forestazione Professioni non qualificate delle miniere, delle costruzioni e delle attività industriali Forze armate
Totale
2008 V.a. %
2009 V.a. %
32 240 5 299 224 3 79 4.005 81
0,2 1,8 0,0 2,2 1,7 0,0 0,6 30,1 0,6
25 104 0 168 87 21 16 1.091 59
0,4 1,8 0,0 2,8 1,5 0,4 0,3 18,5 1,0
66 114 6 45 49 8 2 669 20
1,7 3,0 0,2 1,2 1,3 0,2 0,1 17,6 0,5
2.422 41
18,2 0,3
863 12
14,6 0,2
241 40
6,3 1,1
3.619 176 129 104 237 445 0
27,2 1,3 1,0 0,8 1,8 3,3 0,0
1.987 71 63 48 105 247 0
33,7 1,2 1,1 0,8 1,8 4,2 0,0
1.302 39 141 23 19 109 0
34,3 1,0 3,7 0,6 0,5 2,9 0,0
0
0,0
0
0,0
90
2,4
39
0,3
149
2,5
34
0,9
21 132
0,2 1,0
14 127
0,2 2,2
34 129
0,9 3,4
10
0,1
1
0,0
6
0,2
1
0,0
4
0,1
0
0,0
48 108
0,4 0,8
62 74
1,1 1,3
17 76
0,4 2,0
26
0,2
50
0,8
49
1,3
0 30 21 579 0 138
0,0 0,2 0,2 4,4 0,0 1,0
0 27 10 338 0 70
0,0 0,5 0,2 5,7 0,0 1,2
0 19 0 199 0 200
0,0 0,5 0,0 5,2 0,0 5,3
0
0,0
0
0,0
0
0,0
4 0,0 11 0,1 13.309 100,0
2 0,0 6 0,1 5.901 100,0
9 0,2 43 1,1 3.798 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
92
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENT’ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.13 - Offerte di lavoro nel Nord-Ovest secondo la classificazione ISTAT 2001- 1 digit, anni 20072009, serie storica 2007
2008
V. a. 1 2 3 4 5 6 7
Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializ. Professioni tecniche Impiegati Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi Artigiani, operai specializzati e agricoltori Conduttori di impianti e operatori semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili 8 Professioni non qualificate 9 Forze armate
Totale
%
721 5.328 11.358 360 534 321
3,4 25,4 54,1 1,7 2,5 1,5
244 2.129 5 21.000
2009
V. a.
%
576 3.546 10.379 411 547 322
1,2 177 10,1 1.196 0,0 0 100,0 17.154
3,4 20,7 60,5 2,4 3,2 1,9
V. a.
%
155 895 2.249 65 63 87
1,0 136 7,0 295 0,0 21 100,0 3.966
3,9 22,6 56,7 1,6 1,6 2,2 3,4 7,4 0,5 100,0
Fonte: ISFOL-CSA Tabella A.14 - Offerte di lavoro nel Nord-Est secondo la classificazione ISTAT 2001 - 1 digit, anni 20072009, serie storica 2007
2008
V. a. 1 2 3 4 5 6 7
Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializ. Professioni tecniche Impiegati Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi Artigiani, operai specializzati e agricoltori Conduttori di impianti e operatori semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili 8 Professioni non qualificate 9 Forze armate
Totale
2009
%
V. a.
%
V. a.
%
348 2.104 7.781 371 607 606
2,6 15,5 57,1 2,7 4,5 4,5
288 2065 5643 330 495 411
2,6 18,9 51,5 3,0 4,5 3,8
139 1108 2895 153 185 110
2,6 20,9 54,5 2,9 3,5 2,1
480 1.318
3,5 9,7 0,0 100,0
406 1300 10 10.948
3,7 11,9 0,1 100,0
64 660 0 5.314
1,2 12,4 0,0 100,0
1 13.616
Fonte: ISFOL-CSA Tabella A.15 - Offerte di lavoro nel Centro secondo la classificazione ISTAT 2001 - 1 digit, anni 2007-2009, serie storica 2007 1 2 3 4 5 6 7
Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializ. Professioni tecniche Impiegati Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi Artigiani, operai specializzati e agricoltori Conduttori di impianti e operatori semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili 8 Professioni non qualificate 9 Forze armate
Totale
2008
2009
V. a. 486 4.206 14.454 2.124 2.629 5.764
% 1,2 10,0 34,5 5,1 6,3 13,8
V. a. 299 3.726 16.423 4.100 2.383 4.837
% 0,7 9,0 39,5 9,9 5,7 11,6
9.985 2.240 1 41.889
23,8 5,3 0,0 100,0
7.569 2.186 6 41.529
18,2 5,3 0,0 100,0
V. a. 200 1.553 7.777 1.824 1.134 2.261
% 1,1 8,8 44,1 10,3 6,4 12,8
1.798 10,2 1.098 6,2 0 0,0 17.645 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
93
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENTâ&#x20AC;&#x2122;ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.16 - Offerte di lavoro nel Mezzogiorno e Isole secondo la classificazione ISTAT 2001 - 1 digit, anni 2006-2008, serie storica 2007 V. a. 1 2 3 4 5 6 7
Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializ. Professioni tecniche Impiegati Professioni qualificate nelle attivitĂ commerciali e nei servizi Artigiani, operai specializzati e agricoltori Conduttori di impianti e operatori semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili 8 Professioni non qualificate 9 Forze armate
Totale
%
2008 V. a.
%
2009 V. a.
%
277 4.691 6.258 233 721 212
2,1 35,2 47,0 1,8 5,4 1,6
129 1442 2933 111 501 208
2,2 24,4 49,7 1,9 8,5 3,5
186 793 1622 164 252 186
4,9 20,9 42,7 4,3 6,6 4,9
164 742 11 13.309
1,2 5,6 0,1 100,0
151 420 6 5.901
2,6 7,1 0,1 100,0
144 408 43 3.798
3,8 10,7 1,1 100,0
Fonte: ISFOL-CSA Tabella A.17 - Offerte di lavoro nel Nord-Ovest secondo la classificazione ISFOL-CSA, anni 2007-2009, serie storica 2007
2008
2009
V. a.
%
V. a.
%
V. a.
%
aa
Direttore generale
172
1,0
173
1,4
33
0,8
ab
Direttore amministrativo
501
2,9
313
2,5
188
4,7
ac
Direttore commerciale
409
2,4
254
2,0
93
2,3
ad
Direttore marketing
32
0,2
20
0,2
5
0,1
ae
Direttore stabilimento
Tot. a. Direttore
134
0,8
305
2,4
29
0,7
1.248
7,3
1.065
8,6
348
8,8
ba
Quadro generale
347
2,0
194
1,6
43
1,1
bb
Quadro amministrativo
741
4,3
543
4,4
125
3,2
bc
Quadro commerciale
1.690
9,9
949
7,6
254
6,4
bd
Quadro marketing
49
0,3
48
0,4
10
0,3
be
Quadro stabilimento
24
0,1
11
0,1
1
0,0
Tot. b. Quadro
2.851
16,6
1.745
14,0
433
10,9
ca
Impiegato generale
1.772
10,3
681
5,5
239
6,0
cb
Impiegato amministrativo
462
2,7
379
3,0
96
2,4
cc
Impiegato commerciale
351
2,0
338
2,7
32
0,8
cd
Impiegato marketing
Tot. c. Impiegato
43
0,3
24
0,2
6
0,2
2.628
15,3
1.422
11,4
373
9,4
da
Analista programmatore
451
2,6
467
3,7
178
4,5
ea
Fiscalista
785
4,6
600
4,8
276
7,0
fa
Ingegnere
453
2,6
455
3,7
53
1,3
ga
Neolaureato
161
0,9
331
2,7
6
0,2
ha
Operatore EDP
ia
Rappresentante
la
Altro
Totale
1
0,0
10
0,1
0
0,0
4.450
25,9
2.744
22,0
1.375
34,7
4.126
24,1
3.615
29,0
924
23,3
17.154
100,0
12.454
100,0
3.966
100,0
Fonte: ISFOL-CSA
94
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENTâ&#x20AC;&#x2122;ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.18 - Offerte di lavoro nel Nord-Est secondo la classificazione ISFOL-CSA, anni 2007-2009, serie storica 2007
2008
2009
V. a.
%
V. a.
%
V. a.
%
aa
Direttore generale
123
0,9
96
0,9
81
1,5
ab
Direttore amministrativo
202
1,5
138
1,3
40
0,8
ac
Direttore commerciale
160
1,2
134
1,2
108
2,0
ad
Direttore marketing
ae
Direttore stabilimento
9
0,1
18
0,2
7
0,1
102
0,7
62
0,6
22
0,4
Tot. a. Direttore
596
4,4
448
4,1
258
4,9
ba
Quadro generale
242
1,8
208
1,9
68
1,3
bb
Quadro amministrativo
691
5,1
510
4,7
240
4,5
bc
Quadro commerciale
842
6,2
639
5,8
288
5,4
bd
Quadro marketing
75
0,6
24
0,2
21
0,4
be
Quadro stabilimento
7
0,1
10
0,1
1
0,0
Tot. b. Quadro
1.857
13,6
1.391
12,7
618
11,6
ca
Impiegato generale
1.208
8,9
1.055
9,6
351
6,6
cb
Impiegato amministrativo
452
3,3
291
2,7
195
3,7
cc
Impiegato commerciale
383
2,8
293
2,7
84
1,6
cd
Impiegato marketing
13
0,1
15
0,1
12
0,2
Tot. c. Impiegato
2.056
15,1
1.654
15,1
642
12,1
da
Analista programmatore
464
3,4
386
3,5
145
2,7
ea
Fiscalista
463
3,4
769
7,0
326
6,1
fa
Ingegnere
218
1,6
195
1,8
80
1,5
ga
Neolaureato
82
0,6
35
0,3
26
0,5
ha
Operatore EDP
ia
Rappresentante
la
Altro
Totale
16
0,1
11
0,1
0
0,0
4.308
31,6
3.431
31,3
2.056
38,7
3.556
26,1
2.628
24,0
1.163
21,9
13.616
100,0
10.948
100,0
5.314
100,0
Fonte: ISFOL-CSA Tabella A.19 - Offerte di lavoro nel Centro secondo la classificazione ISFOL-CSA, anni 2007-2009, serie storica 2007
2008
2009
V. a.
%
V. a.
%
V. a.
%
aa
Direttore generale
130
0,3
101
0,2
85
0,5
ab
Direttore amministrativo
271
0,6
243
0,6
43
0,2
ac
Direttore commerciale
150
0,4
93
0,2
69
0,4
ad
Direttore marketing
ae
Direttore stabilimento
8
0,0
4
0,0
7
0,0
66
0,2
52
0,1
12
0,1
Tot. a. Direttore
625
1,5
493
1,2
216
1,2
ba
Quadro generale
210
0,5
164
0,4
73
0,4
bb
Quadro amministrativo
1.049
2,5
952
2,3
345
2,0
bc
Quadro commerciale
1.059
2,5
723
1,7
369
2,1
bd
Quadro marketing
30
0,1
21
0,1
9
0,1
be
Quadro stabilimento
7
0,0
8
0,0
4
0,0
2.355
5,6
1.868
4,5
800
4,5
Tot. b. Quadro
segue
ISFOL RESEARCH PAPER N. 14/2014
95
LA DOMANDA DI LAVORO QUALIFICATO. TRENTâ&#x20AC;&#x2122;ANNI DI RILEVAZIONI ISFOL-CSA
Tabella A.19 segue 2007 V. a. ca cb cc cd
Impiegato Impiegato Impiegato Impiegato
generale amministrativo commerciale marketing
Tot. c. Impiegato da ea fa ga ha ia la
Analista programmatore Fiscalista Ingegnere Neolaureato Operatore EDP Rappresentante Altro
Totale
3.353 1.702 915 150 6.120 856 563 817 175 139 6.734 23.505 41.889
% 8,0 4,1 2,2 0,4 14,6 2,0 1,3 2,0 0,4 0,3 16,1 56,1 100,0
2008 V. a. 5.126 1.901 1.585 47 8.659 1.648 645 517 185 99 7.023 20.392 41.529
% 12,3 4,6 3,8 0,1 20,9 4,0 1,6 1,2 0,4 0,2 16,9 49,1 100,0
2009 V. a. 2.494 714 408 35 3.651 571 367 174 15 83 3.897 7.871 17.645
% 14,1 4,0 2,3 0,2 20,7 3,2 2,1 1,0 0,1 0,5 22,1 44,6 100,0
Fonte: ISFOL-CSA Tabella A.20 - Offerte di lavoro nel Mezzogiorno e Isole secondo la classificazione ISFOL-CSA, anni 20072009, serie storica 2007 V. a. aa ab ac ad ae
Direttore Direttore Direttore Direttore Direttore
generale amministrativo commerciale marketing stabilimento
Tot. a. Direttore ba bb bc bd be
Quadro Quadro Quadro Quadro Quadro
generale amministrativo commerciale marketing stabilimento
Tot. b. Quadro ca cb cc cd
Impiegato Impiegato Impiegato Impiegato
generale amministrativo commerciale marketing
Tot. c. Impiegato da ea fa ga ha ia la
Totale
Analista programmatore Fiscalista Ingegnere Neolaureato Operatore EDP Rappresentante Altro
37 125 103 4 43 312 122 394 570 18 6 1.110 588 245 92 7 932 2.079 2.719 212 9 10 3.022 2.904 13.309
% 0,3 0,9 0,8 0,0 0,3 2,3 0,9 3,0 4,3 0,1 0,0 8,3 4,4 1,8 0,7 0,1 7,0 15,6 20,4 1,6 0,1 0,1 22,7 21,8 100,0
2008 V. a. 25 68 57 1 31 182 52 152 323 2 0 529 299 177 52 6 534 675 291 68 5 11 1.631 1.975 5.901
% 0,4 1,2 1,0 0,0 0,5 3,1 0,9 2,6 5,5 0,0 0,0 9,0 5,1 3,0 0,9 0,1 9,0 11,4 4,9 1,2 0,1 0,2 27,6 33,5 100,0
2009 V. a. 84 13 23 1 53 174 39 162 158 8 7 374 341 95 79 2 517 112 25 49 7 0 912 1.628 3.798
% 2,2 0,3 0,6 0,0 1,4 4,6 1,0 4,3 4,2 0,2 0,2 9,8 9,0 2,5 2,1 0,1 13,6 2,9 0,7 1,3 0,2 0,0 24,0 42,9 100,0
Fonte: ISFOL-CSA
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