Lo sbarco del '43

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Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Michelangelo Bartolo” PACHINO (SR) LICEO Classico -LICEO Scientifico LICEO delle Scienze Applicate - Liceo delle Scienze Umane I.T.I.S. (Elettronica e Elettrotecnica - Meccanica, Meccatronica e Energia - Trasporti e Logistica) I.T.I.S. SERALE (Elettronica e Elettrotecnica - Meccanica, Meccatronica e Energia) Sede centrale: Viale A. Moro sn - 96018 PACHINO (SR) Uffici: Tel. 0931-593596 Fax 0931-597915 Sede staccata: Via Fiume -96018 PACHINO (SR) - Tel. e Fax 0931846359 Codice Fiscale: 83002910897 - Email: sris01400g@istruzione.it – sris01400g@pec.istruzione.it www.istitutobartolo.it - www.primopachino.it - www.sris01400g.scuolanet.info

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LO SBARCO DEL ‘43


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Il presente progetto, pensato alla luce dell'attuale situazione internazionale e nato dalla constatazione della realtà storico culturale ed antropologica in cui la scuola ricade, è stato inserito nella programmazione didattico-disciplinare investendo sia le discipline tecniche che umanistiche. Con esso si è voluto portare gli studenti a puntare l’attenzione sugli avvenimenti storici che hanno avuto come teatro il nostro territorio e che si sono collocati in una prospettiva che esula la semplice e pura storia locale e aprono ad una prospettiva di analisi nazionale ed internazionale. La centralità del nostro territorio e degli avvenimenti che si sono svolti in esso hanno spinto alcuni docenti ad elaborare il presente progetto nella prospettiva di ricostruire la storia ed il sapere storiografico-antropologico a partire da un avvenimento vicino non solo nello spazio, ma anche nel tempo se non dei padri, sicuramente dei nonni e di quanti si portano cucito sulla loro pelle la memoria e l’esperienza di quei giorni. Il progetto punta a far nascere/ consolidare/ potenziare nelle giovani generazioni la Memoria storica, a recuperare quella Memoria collettiva viva ancora negli anziani e nelle persone che hanno fatto e fanno la storia di questo lembo di Sicilia. L’obiettivo è stato quello di far comprendere alle nuove generazioni che senza Memoria non vi è futuro, che la storia è sempre contemporanea perché ci insegna il presente e che solo “ricordando” sarà possibile non ripetere gli stessi errori.

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LO SBARCO ovvero “I giorni della memoria” Dopo nove mesi dall’invasione tedesca della Polonia, avvenuta il 1° settembre 1939, l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania il 10 giugno 1940. Convinto che la guerra sarebbe durata ancora per poco tempo e che la Germania hitleriana ne sarebbe stata la vincitrice, il duce pensò che l’Italia potesse far valere al tavolo della pace “alcune migliaia di morti”. Sino alla metà del 1942 , l’asse Roma-Berlino registrò numerosi successi militari. Ma proprio tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943, il corso della seconda guerra mondiale cambiò.

Le truppe italo-tedesche vennero sconfitte il : 23 ottobre 1942 20 novembre 1942 23 gennaio 1943 2 febbraio 1943 15 maggio 1943 11 giugno 1943 12 giugno 1943

ad El-Alamein a Bengasi a Tripoli a Stalingrado in Tunisia capitolò l’isola di Pantelleria venne occupata Lampedusa

Lo sbarco degli alleati in Sicilia era ormai imminente! 3


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Il 24 giugno 1943 Mussolini di fronte al Direttorio del Partito Nazionale Fascista, affermava: Bisogna che il popolo italiano si convinca che è questione di vita o di morte. Bisogna che non appena questa gente cercherà di sbarcare, sia congelata su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga. E se per avventura dovessero penetrare, bisogna che le forze di riserva - che ci sono- si precipitino su questi individui, annientandoli sino all’ultimo uomo. Di modo che si possa dire che essi hanno occupato un lembo della nostra Patria, ma l’hanno occupato rimanendo per sempre in posizione orizzontale, non in posizione verticale.”

Dalla relazione mensile del Servizio Assistenza del comando del 16° Corpo d’Armata di Piazza Armerina agli ordini del Gen. Carlo Rossi, a difesa dell’intera Sicilia orientale:

“In diverse zone del settore del Corpo d’Armata, il nemico ha lanciato manifestini intimidatori e antifascisti, di cui allego copia. Si sono date disposizioni, onde venisse effettuata una efficace azione di contropropaganda. Il 140° reggimento costiero segnala nuovamente presunte auscultazioni da parte di civili, delle trasmissioni radio clandestine.” 29 Giugno 1943

Soldati italiani a Pachino – Estate del ‘43

Alcuni volantini lanciati dagli Alleati prima e dopo lo sbarco.

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L’invasione della Sicilia fu decisa il 18 gennaio 1943 , cinque giorni prima del vittorioso ingresso delle truppe britanniche a Tripoli, durante la conferenza di Casablanca tra Roosevelt e Churchill. Il nome in codice dello sbarco in Sicilia fu operazione Husky (Cane Eschimese). Il giorno ”D” (del D-Day) fu stabilito per il 10 luglio 1943 all’ ora “H” (2.45) . Nell’invasione furono utilizzate 7 divisioni (5 un anno dopo in Normandia), 3 inglesi, 3 americane e 1 canadese. Il piano prevedeva che : La 7a Armata americana del Gen. George S.Patton sbarcasse nel Golfo di Gela, puntasse verso nord ed ovest, conquistasse Palermo e poi piegasse a oriente lungo la costa settentrionale verso Messina. l’ 8a Armata britannica del Gen. Sir Bernard Montgomery, sbarcasse nell’estrema punta sud-orientale e da lì risalisse verso nord, occupasse Siracusa e Catania, per poi ricongiungersi infine con gli americani a Messina.

8a Armata (Gen. B.L. Montgomery) 13° Corpo d’Armata a a

( 5 e 50 Infantry Division ) Obiettivi: – Sbarco a Cassibile e Avola.

30° Corpo d’Armata (Gen. Sir Oliver Leese) Obiettivi: – Possesso dell’ aeroporto di Pachino; – sostituzione del 13° corpo d’Armata nel controllo dell’area di Avola; – Mantenimento dei Monti Iblei sulla Ragusa-Palazzolo Acreide; – Contatto con la 7a Armata americana nella zona di Comiso. 5


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30° Corpo d’Armata (Gen. Sir Oliver Leese)

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231a Brigata di Fanteria Malta (Brig.R.E.Urquhart): – 1° Battaglione Dorset – 1° Battaglione Hampshire – 2° Battaglione Devon Obiettivi → Sbarco a Marzamemi 2) 23a Brigata Corazzata (Brig.R.Richards): Obiettivi → Di rincalzo, sbarcare a Marzamemi; 3) 51a Divisione Highland (Magg. Gen. D.N. Wimberley): Obiettivi → Sbarcare dall’Isola di Capo Passero a Punta delle Formiche a schiera con la 154a , 152a e 153a brigata.

4) 1a Divisione Canadese (Magg.Gen.G.G.Simonds: Obiettivi → Sbarcare sulla Costa dell’Ambra con le 3 brigate. 5) 1a Brigata Servizio Speciale (Brig. R.L. Laycock): – 40°/41° Commandos della marina inglese; Obiettivi → Prima degli altri reparti, sbarcare poco più a ovest di Punta Castellazzo.

La difesa italiana della costa da Capo Ognina vicino Siracusa a Punta Braccetto, nei pressi di S.Croce Camerina (132 Km), venne affidata alla 206 a Divisione Costiera agli ordini del Gen Achille d’Havet, mal equipaggiata e scarsamente addestrata.

Gen. Achille d’Havet

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L’INVASIONE Dei 22 convogli, partiti da vari porti del Nord Africa e del Medio Oriente, solo 3 vennero intercettati da 5 sommergibili tedeschi con la perdita di 6 navi. Nella notte dell’ 8-9 luglio il tempo peggiorò , si alzò un forte vento e il mare divenne molto mosso al punto che fu presa in considerazione la possibilità di rinviare lo sbarco. Malgrado le avversità nel pomeriggio del 9 luglio, le navi, riunitesi a sud-est di Malta, si mossero ugualmente verso le coste della Sicilia.

9 luglio 1943 I lanci di paracadutisti ed aliantisti angloamericani Dal Nord Africa decollano, 128 aerei da trasporto con altrettanti alianti con a bordo 1600 uomini della 1a Brigata Aerotrasportata inglese; • Dalla Tunisia, 226 aerei da trasporto con a bordo 3405 paracadutisti americani della 82a Airborne Division statunitense . Per il forte vento e gli errori di rotta dei 354 aerei, 233 ritornarono alle basi senza aver compiuto la loro missione. •

Dei 226 aerei impiegati dagli americani solo 26 lanciano gli uomini sull’obiettivo,gli altri si disperdono su una vasta zona sino a Vittoria, Comiso e S.Pietro di Caltagirone. Per errore della contraerea americana ben 23 velivoli vengono scambiati per nemici determinando la perdita di 500 uomini. Dei 128 alianti con 1200 paracadutisti inglesi sganciati solo 12 alianti e 160 uomini atterrarono nei pressi del ponte sull’Anapo e riuscirono lo stesso ad impossessarsene, gli altri atterrarono rovinosamente distanti dall’obiettivo. La reazione dell’antiaerea italiana fece si che i piloti sganciassero prematuramente sul mare 69 alianti e centinaia di uomini annegassero davanti alle spiagge siciliane. 7


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Alcuni alianti affondarono nel porto di Siracusa , quattro atterrarono in contrada Cavarra di Portopalo, molti andarono a sbattere al buio contro rupi, palazzi, avvallamenti, alberi ed altri ostacoli.

Malgrado le ingenti perdite i paracadutisti alleati, dispersi nelle retrovie italiane, riuscirono comunque , agendo in piccoli gruppi, a sabotare le linee di comunicazione e creare sufficiente scompiglio disorientando i comandi sulle reali intenzioni degli angloamericani.

Alle 21.45: scatta lo stato di all’erta e vengono segnalati lanci di paracadutisti tra la contrada “Cozzo Cugni” e Marzamemi e più tardi in contrada “Burgio”. Alle 23.30: seguiti dal fuoco dell’artiglieria navale, squadre di pionieri a bordo di canoe saggiano la consistenza delle difese e segnalano le spiagge prescelte per lo sbarco. Alle 01.00 del 10 luglio: il tenente Finocchiaro dalla contrada Grotticelli fa pervenire al Comando il seguente messaggio: “Il nemico effettua lancio paracadutisti. Impossibile fare pattuglie per mancanza uomini”. Ricevette l’ordine di opporre resistenza, perdendo, così, la vita. Alle 03.15: la 3a compagnia di stanza nel territorio di Portopalo segnala rumori di cannoneggiamenti provenienti dalla “ Pizzuta” e che i colpi si fermavano a circa 3-4Km dalla costa. Nel frattempo delle navi, spuntate quasi d’incanto dal mare, dal silenzio e dalla notte buia, iniziarono a sparare verso il Faro di Portopalo. Tra le 02.00 e le 04.30 gli alleati britannici sbarcavano nelle spiagge siciliane tra la Costa dell’Ambra, Isola delle Correnti, Portopalo e Marzamemi.

Marzamemi Bark East, spiaggia Green Ore 23.35 del 9 luglio : inizia lo sbarco dei 3 battaglioni britannici : 1° Dorset, 1° Hampshire, 2° Devon della 231a Brigata Malta. Questi, verso le 04.00 si scagliano contro la 52a Batteria che vide cadere, dopo una strenua lotta, il Ten. Vincenzo Barone, medaglia d’oro; Alle 7.30 entrarono in azione alcuni cannoni da 3,7 pollici del 165° Regg. Artiglieria da Campagna. I mezzi da sbarco della 23a Brigata Corazzata accostarono con un ritardo di 6 ore.

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Portopalo Bark South, spiaggia Red La 154a Brigata della 51a Divisione Highland approdò sulle spiagge ai fianchi della rada di Portopalo. Le navi arrivate con 15 minuti di ritardo, riuscirono a calare in mare i mezzi da sbarco stracolmi di soldati in soli 6 minuti. Le truppe scozzesi della prima ondata completarono lo sbarco tra le 2.45 e le 4.30. A Portopalo, il 7° Argylls toccò terra alle 02.45. Una granata d’artiglieria colpì un mezzo da sbarco che causò il ferimento di 15 uomini della Compagnia D. All’alba una salva di 800 razzi da 200 libbre venne indirizzata con precisione contro le residue difese costiere che ridusse al silenzio una batteria.

Andò tutto bene per la Compagnia C del 7° Black Watch (ten. Col. Oliver), mentre i mezzi da sbarco che portavano le altre compagnie non riuscirono a trovare le spiagge loro assegnate e soltanto alle 06.15 l’intero battaglione poté muoversi dalla riva per raggiungere posizioni più avanzate senza incontrare molta resistenza. Un ufficiale perì e dieci uomini vennero feriti da mine antiuomo.

Il 1° Gordon (ten. Col. Fausset-Farquhar) della 153a Brigata sbarcò senza problemi seppure con un ritardo di un’ora con i seguenti obiettivi: • Portopalo • La tonnara • Il faro • L’isola di Capo Passero • La piccola altura che controllava la via per Pachino. Alle ore 07.00 la compagnia B sbarcò per prima, mise fuori combattimento i difensori della tonnara e prese contatto sulla destra con la 231a Brigata Malta. La compagnia A conquistò l’isola di Capo Passero mentre la Compagnia D avanzò su Portopalo.

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Alle ore 09.00 la compagnia C aveva occupato la piccola altura prospiciente l’Isola di Capo Passero che domina la strada per Pachino.

La 152a Brigata scozzese sbarcò in seconda schiera ai due lati del promontorio dell’isola delle correnti e tra questa e punta delle formiche. I 3 battaglioni: • 2° Seaforth (Ten. Col. Horne); • 5° Seaforth (Ten. Col.Walford); • 5° Camerons (Ten.Col. Sorel Cameron) sbarcarono senza incidenti se si eccettua il ferimento alle gambe a causa di una bomba dello stesso Cameron.

Costa dell’Ambra Bark West, spiagge Sugar e Roger La 1a Brigata Canadese , che sbarcò lungo la Costa dell’Ambra, aveva l’importante compito di: • impossessarsi dell’aeroporto di Pachino • neutralizzare la batteria di Maucini. Alle 00.40 dalla nave Hillary ebbe inizio un bombardamento aereo contro le difese della costa e dell’aeroporto di Pachino che durò fino alle 02.10. Dalle 01:35 i due battaglioni d’assalto della 2a Brigata Canadese, navigavano verso la spiaggia della costa dell’Ambra, mentre la cannoniera Roberts con i suoi pezzi da 15 pollici e le altri navi bombardavano pesantemente l’aeroporto di Pachino e le sue difese.

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Lo sbarco della 2a Brigata venne completato alle ore 3.00. Durante la fase di avvicinamento, la batteria italiana di Maucini aprì il fuoco contro le imbarcazioni ma ,individuata per il bagliore dei colpi , fu in breve ridotta al silenzio dell’artiglieria navale. Le forze canadesi della 1a Brigata accusarono soltanto la perdita di 5 uomini – 2 morti e 3 feriticolpiti dalle mitragliatrici. Alle 06.45 , la 1a Divisione Canadese aveva raggiunto tutti i suoi obiettivi.

Punta Castellazzo Bark-West I Royals Marines del 40° e 41° Commandos sbarcarono alle 02.45 del 10 luglio un po’ più a sinistra di Punta Castellazzo, per evitare i banchi di sabbia. A nulla valse la resistenza della 4° Compagnia del 375° Battaglione Costiero (Magg. Pettinato) che presidiava la spiaggia di Ciriga.

Le operazioni Aeree alleate Contemporaneamente alle operazioni di sbarco gli alleati svolgevano sui cieli della Sicilia Orientale centinaia di devastanti incursioni aeree. Già dal 9 luglio i cacciabombardieri Mosquito e Beaufighter ,decollati da Malta, attaccavano gli aeroporti siciliani e dell’Italia meridionale e pattugliavano le aree di sbarco.

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Alcuni bombardieri notturni Liberator e 5 squadroni di Spitfire (60 aerei) pattugliavano e mitragliavano le zone di Avola, Pachino e Scoglitti, mentre altri 5 squadroni scortavano i bombardieri assicurando così agli alleati la supremazia aerea su tutte le zone delle operazioni belliche. Le forze aeree italiane e tedesche, malgrado i pesanti bombardamenti, riuscirono a far volare durante la notte tra il 9 e il 10 luglio ben 370 aerei tedeschi e 141 italiani; alcuni attaccarono le zone di sbarco britanniche ma, in grande inferiorità numerica, non riuscirono ad opporsi con efficacia agli sbarchi e all’aviazione nemica.

Episodi di resistenza e di eroismo Gli Italiani combatterono in Sicilia con la consapevolezza che la potenza degli alleati , in termini di mezzi ed armamenti, alla fine non poteva che prevalere. Ciò determinò un comportamento insoddisfacente delle unità impegnate nella difesa dell’isola, giustificato anche dall’inadeguatezza delle attrezzature difensive. Ma le sfaccettature dell’animo umano sono tante e complesse e nella medesima situazione d’inferiorità e davanti all’ineluttabile destino che conduce alla sconfitta, altri, e non pochi, italiani si batterono fieramente fino all’estremo sacrificio. _____________________________________________________________________________

A Marzamemi • •

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cadde, dopo una strenua lotta, il Ten. Vincenzo Barone, medaglia d’oro; La 52a Batteria , alle spalle del paese, contrastò sino all’alba lo sbarco della 231a Brigata Malta, fino a quando non fu colpita dal fuoco navale, molto probabilmente dalle cannoniere olandesi Soemba e Flores. Tra Marzamemi e Portopalo trova la morte il soldato Rubbera Corrado del 243° Battaglione costiero. Negli scontri, in cui intervennero alcuni semoventi da 47/32 del 230° Battaglione del Magg. Elena, distaccati da Noto, si distinsero: – Il Cap. Palissoni, – Il Ten. Pittigliani, Rubbera Corrado – Il S.Ten. Benedetti, – Il Serg. Colella.

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A Portopalo • •

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Ci furono alcuni contrattacchi italiani, che però vennero rintuzzati. La 53a Batteria, dietro il paese, riuscì ad affondare un mezzo da sbarco prima di essere distrutta dai razzi all’alba, causando il ferimento di 15 uomini della compagnia D del 7° Argylls scozzese. Un ufficiale alleato perì per uno sparo e dieci uomini vennero feriti da mine antiuomo. Il plotone tedesco addetto alle trasmissioni , dopo aver distrutto e minato le installazioni radio affidategli, si disimpegnò ritirandosi da Portopalo in direzione Rosolini. Cinque militari tedeschi rimasero tuttavia sul posto.

Ai Maucini •

La 54a Batteria resistette all’avanzata, ma venne tacitata, come le altre, dalla flotta alleata probabilmente dalla cannoniera Roberts. I suoi artiglieri superstiti si recarono poi a dare man forte alla 321a Batteria da 139/12 a difesa dell’aeroporto di Pachino.

A Punta Castellazzo •

Alcune postazioni di mitragliatrici contrastarono efficacemente la avanzata di alcuni marines inglesi.

A Portulisse: •

Il brig. della guardia di finanza Lorenzo Greco e i finanzieri Pietro Nuvoletta, Emanuele Giunta e Raffaele Bianco si opposero sino alla morte. Fu l’ intervento dei paracadutisti da terra ad avere ragione dell’eroica resistenza dei finanzieri che caddero nei combattimenti corpo a corpo, solo verso le 5 del 10 luglio.

Brig. Lorenzo Greco

Pietro Nuvoletta

Emanuele Giunta

Raffaele Bianca

In tutto le batterie 52a, 53a ,54a spararono ben 2500 colpi prima di essere sopraffatte definitivamente verso le 09.00 del 10 luglio dagli attacchi terrestri. Dettero il loro contributo anche: la 3a Batteria da 100/22 del 224° Gruppo del caposaldo di BoniviniModica la 227a Batteria da 105/14 di Pozzallo.

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L’OCCUPAZIONE DI PACHINO A Portopalo, alle ore 06.30, la 153a Brigata incominciava a sbarcare. La compagnia C del 7° Canadese riuscì a fare 70 prigionieri italiani e il reparto venne raggiunto e affiancato alle 07.00 dal 7° Black Watch che nel frattempo aveva catturato i 5 soldati tedeschi della stazione radio. Durante lo sbarco perì per un incidente il Ten.Col. Hay. Successivamente i due battaglioni presero contatto sulla sinistra con la 1a Divisione Canadese. Alle ore 07.00 il 1° Gordon (153a Brigata Argylls) completava l’occupazione della tonnara e prendeva contatto sulla destra con la 231a Brigata Malta di Marzamemi . Alle ore 09.00 la compagnia C aveva occupato la piccola altura prospiciente l’Isola di Capo Passero che domina la strada per Pachino. Un plotone del 7° Black Watch e alcuni carri armati si diressero verso Pachino e alla periferia sud-occidentale i soldati incontrarono il podestà di Pachino che si arrese senza condizioni.

Il 5° e il 7° Gordons si mosse tenendosi sulla sinistra verso Pachino, lungo la rotabile a nord del paese verso il bivio per Rosolini e Noto. Il 5° Black Watch (Ten. Col. Thomson), rastrellò l’intera area della spiaggia Red, per poi muovere sulla stessa linea del 5°/7° Gordons, ma sulla destra di Pachino.

L’obiettivo strategico più importante era senza dubbio la conquista dell’aeroporto di Pachino, in contrada Chiaramida. Il compito venne affidato alla 1 a Brigata della 1a Divisione Canadese. La sua conquista avrebbe offerto la possibilità di un rifornimento di bombe e di carburante più immediato per un paio di squadroni di aerei di stanza a Malta e in Nord Africa. L’azione venne accompagnata dalla copertura ai fianchi, dalla parte di Pachino e dalla parte di Burgio. 14


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Sulla destra, da Portopalo , la 154a Brigata di Fanteria spinse con forza in direzione di Pachino, seguita dal 5° Black Watch e dalla 231a Brigata Malta. Il comando tattico del 122° Regg. del Col. D’Apollonio, che si trovava a circa 2 Km a nord di Pachino riuscì a respingere un primo attacco grazie anche all’aiuto di una compagnia di bersaglieri. Verso le 10.00 comunque il comando stava per essere circondato dalle truppe alleate che ormai avevano raggiunto le strade per Noto e per Ispica, quindi D’Apollonio decise di ritirarsi verso il caposaldo di Bonivini-Modica, sulla rotabile per Rosolini. Inviò al quartier generale della 206a Divisione un ufficiale in motocicletta latore di una dettagliata relazione sugli avvenimenti. Nel frattempo le comunicazioni telefoniche si erano interrotte.

Sulla sinistra i Commandos 40° e 41° erano riusciti a ricacciare dalla spiaggia di Ciriga fin oltre il caposaldo di Case Gradante , la compagnia di sinistra del 375° Battaglione costiero (Magg. Pettinato). Alle 06.40 i commandos presero contatto con i canadesi del Seaforth Highlander nei pressi dell’estremità sud del pantano Longarini.

Mentre proseguiva il consolidamento della testa di ponte, il Regg. Royal Canadian raggiungeva ed occupava il caseggiato rurale di Maucini catturandovi una dozzina di prigionieri. Il reparto avanzò quindi in direzione della 54a Batteria e costrinse alla resa 38 artiglieri mentre altri dopo la distruzione dei cannoni erano andati a dar man forte ai commilitoni della 321a Batteria da 139/12 al Km 17 della Noto –Pachino. Verso le ore 09.00, il Royal Canadian raggiunse l’aeroporto di Pachino. Le piste erano state arate dagli italiani allo scopo di renderle inutilizzabili ed apparentemente si mostrava deserto. In realtà gli uomini della Difesa Fissa agli ordini del Magg. Motta si erano asserragliati nelle baracche al limite nord dell’aeroporto, sull’altura a nord-est dello stesso, mentre la 321a Batteria , ancora intatta , si trovava a circa 1 km più a nord. 15


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La Compagnia C del Royal Canadian attraversò l’angolo nord-orientale dell’aeroporto e si riunì ai carri armati della 51a divisione scozzese, che, piegando a sinistra, lambirono la periferia di Pachino. La Compagnia A del Royal Canadian , appoggiata dal Battaglione Hasting, sopraggiunto da sinistra, riuscì ad occupare le baracche, e si spinse in direzione della 321a Batteria che nel frattempo aveva aperto il fuoco contro il Royal Canadian. Una volta comunicate le coordinate della sua posizione, la batteria fu ridotta al silenzio dal fuoco navale, ma 130 soldati al comando del S.Ten. Domenichetti, continuarono a combattere con le mitragliatrici e con le armi individuali prima di arrendersi, verso le 12.30 al 5° Black Watch della 153 a Brigata scozzese sbarcata nel frattempo. Intanto, la Compagnia C aveva conquistato l’altura a nordest, che dominava il campo di battaglia, debellando l’estrema resistenza della difesa fissa italiana.

Conquistato l’aeroporto, entrarono in azione subito i genieri del 5° Gruppo di Costruzione degli Aeroporti britannico aggregato alla 1a Divisione Canadese, che con ruspe e schiacciasassi, alle 12.0012.15 riuscirono ad approntare una pista di atterraggio d’emergenza . Nel frattempo la 154a Batteria di fanteria aveva spinto con forza in direzione di Pachino e poco dopo le 12.00 le pattuglie del 1° Gordon erano già entrate nel paese, occupandolo definitivamente. Il 5° Black Watch e la 231a Brigata Malta seguirono subito dopo.

Gruppi sbandati di soldati vagavano tra le dune di sabbia e i campi, si arrendevano alle pattuglie britanniche e venivano raccolti in precari campi di prigionia sulle spiagge e imbarcati a centinaia per l’Africa sulle navi da trasporto ormai vuote.

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Il Gen. d’Havet che da Modica non aveva più possibilità di comunicazioni con i suoi reparti, dedusse che le difese costiere non avevano retto e che erano state infrante in più punti e che gli alleati ormai incominciavano a penetrare nella terraferma in direzione di Noto, Ispica, Rosolini e Modica.

A mezzogiorno del 10 luglio 1943, dopo appena 9 ore dall’inizio dello sbarco , le forze anglocanadesi avevano conquistato Marzamemi, Portopalo, Maucini, Pachino e il vicino aeroporto; controllavano l’intera penisola di Pachino, da S. Lorenzo a est fino alla Marza ad ovest, lungo una linea di fronte che passava poco più a nord di Pachino e proseguiva per la contrada Burgio e le case Gradante.

Soldati inglesi in Piazza V. Emanuele a Pachino

Pachino nell’estate del ‘43

Alcuni pachinesi posano per gli operatori di guerra in Via Cassar Scalia.

Una jeep con ufficiali inglesi in Via Lincoln.

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Davanti all’Ufficio Postale-Telegrafico di Pachino, sotto lo sguardo indifferente di un ragazzino seduto sul marciapiede, un gruppo di soldati italiani prigionieri viene guardato a vista dai britannici.

Sulla Noto-Pachino, soldati scozzesi incrociano alcuni sfollati mentre ritornano coi loro carretti al paese abbandonato nell’imminenza dello sbarco.

Tardo pomeriggio del 10 luglio. Nella piazza di Pachino la popolazione civile amichevolmente circonda una camionetta blindata scozzese.

Marzamemi: prigionieri italiani nel lungomare Principe Gaetano Starrabba

Marzamemi: un soldato inglese all’attuale sala giochi Las Vegas.

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davanti


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Nella campagna di Sicilia, considerando i rinforzi giunti dopo lo sbarco degli Alleati, si contarono tra morti, prigionieri e dispersi o sbandati, circa : • 14.485 tedeschi , su 60.000, di cui: 4369 caduti, 5523 prigionieri, 4593 dispersi; • 157.628 italiani, su 260.000, di cui : 4875 caduti, 116.681 prigionieri, 36072 dispersi; • 31.000 anglo-americani su 478.000 di cui 3205 caduti britannici 490 caduti canadesi 2899 caduti americani per un totale di 15.838 morti. Quasi tutti i tedeschi giacciono a Motta S.Anastasia, fuori Catania. Nel cimitero del ‘Commonwealth ’,creato nella Piana di Catania riposano 2.142 inglesi, con altre 1.063 tombe a Siracusa. Agira custodisce i resti di 490 soldati canadesi. I morti americani, dopo essere stati tumulati in campi provvisori, furono rimpatriati oppure trasferiti nel cimitero di Nettuno (Roma). I caduti italiani riposano nei luoghi di origine o nell’ossario di Cristo Re a Messina. 1140 aerei dell’Asse furono persi in combattimento: • 740 della Luftwaffe • 400 della Regia Aeronautica contro i 375 velivoli e i 18 aerei degli alleati.

Benché oscurata per popolarità e conseguenze storiche dallo sbarco in Normandia , l’operazione Husky fu la più grande operazione anfibia della Seconda guerra mondiale in relazione al numero di divisioni sbarcate entro il primo giorno dell’invasione. Per 38 giorni mezzo milione di soldati, marinai ed avieri alleati, lottarono con i loro avversari tedeschi e italiani per conquistare l’avamposto meridionale delle forze dell’Asse. Da un punto di vista strategico l’operazione ottenne gli scopi prefissati nella conferenza di Casablanca: • le rotte mediterranee erano ora sicure per gli alleati; • Hitler subì un primo decisivo scacco e in virtù dell’ingresso anglo-americano nella penisola italiana; • Mussolini fu scalzato dal governo, arrestato e sostituito dal maresciallo Badoglio, aprendo la via alla resa del paese.

Era il 10 luglio del ’43 ! Era una notte calda e stellata. All’improvviso il silenzio venne squarciato, il mare in fiamme. Era la guerra che ritornava sulle nostre coste dopo quasi mille anni di pace dalla cacciata degli arabi da Noto……….

Coordinatori del progetto: 19


I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO Ing. S. Giannitto tel.: 3898077992 e-mail: s_giannitto@virgilio.it Ing. S. Minardi tel.: 3389003904 e-mail: sebami@tin.it

docenti di elettronica presso il I° Istituto Superiore di Pachino “M.Bartolo” Al progetto hanno collaborato I ragazzi dell’ I.T.I.S. indirizzo Telecomunicazioni Il Centro Diurno degli Anziani di Pachino Il Dott. Ottaviano Perricone La Prof.ssa Savarino Rosalba L’ Imperial War Museum di Londra per le immagini L’ Istituto Luce di Roma per i filmati

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