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WIND NEWS SURF MAGAZINE – ANNO XXV – N. 8 - 1 ottobre 2017 – MENSILE – SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE - POSTE ITALIANE S.p.A. - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) ART. 1, COMMA 1, DIREZIONE COMMERCIAL BUSINESS SAVONA
magazine
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+5 TEST
2018
TABOU POCKET 87 GOYA CUSTOM PRO QUAD 89 RRD GAMMA MKIV 4,5 GAASTRA MANIC 4,7 GAASTRA IQ 5,4
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FOIL NP RS:FLIGHT AL FOIL
INSIDER 58
APPROFONDIMENTI TECNICI 1
A volte ritornano...
Le prolunghe RDM
INTERVISTE
APPROFONDIMENTI TECNICI 2
A tu per tu con Jaeger Stone
Le pinne WAVE
PETER MUNZLINGER
VIAGGI: RITORNO A RODI
presenta le vele Gaastra 2018
Dopo quasi 25 anni...
PAGINE LOCALI
OTTOBRE/NOVEMBRE 017
€ 3,00
SURFIN’ AROUND SINCE 1989
La lunga estate dei nostri “collabo”!
da 28 anni in abbonamento postale da 18 anni in edicola
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REDA Photo © Nucci
OTTOBRE/NOVEMBRE 2017
Questione di
Ragazzi miei, eccoci di nuovo qui: visto che delle vacanze ve ne ne parlo gia abbastanza diffusamente nel report di viaggio su Rodi... allora, questa volta, tanto per camwww.windnews.it - mail: windnews@sabatelli.it biare, vi racconto una amena storiella legata alle... pinne! Tel./fax +39 019 823535 821997 Quando tempo fa, il buon Cassik, su alcuni vecchi numeri di WN, si lanciava in ardite DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ: disquisizioni su quanto potesse andare meglio una pinna freewave da 29 cm rispetto Via Servettaz 39 - 17100 Savona REG. AL TRIBUNALE DI SAVONA ad una 30... sia Max che il sottoscritto lo prendevamo un po’ per matto. N. 434/94 DEL 24/06/1994 D’altra parte che cos’altro ci si poteva aspettare da uno che se gli chiedi che pinna DIRETTORE RESPONSABILE E REDATTORE CAPO monta sul suo freewave, ti risponde: “boh, ho trovato una vecchia pinna wave in una “smink” fabio sabatelli vecchia sacca e ce l’ho messa...” o dall’altro che usava il suo freewave 95, della 4,7 COLLABO IN THIS NUMBER: alla 5,7, sempre con la stessa pinna da 22 cm che con l’andare del tempo e delle gratgiuseppe cassone, ovidio ferrari, roby da costa, luigi accerra, paolo de tate sul fondo... alla fine era diventata una formidabile pinna da 19, se non 18 cm! angelis, eleonora palermo, peter munzlinger, Da allora, per quanto mi riguarda, non è che ci sia stata una grande “evoluzione”, ma simone spagarino, jaeger stone, la storia delle pinne del mio wave piccolo... mi ha dato molto, ma molto da pensare. silvia berretta, danilo lanteri EDITORE E STAMPA Circa due anni fa ho acquistato due wave thruster da 80 e 94 litri: la “grande” è la mia Marco Sabatelli Editore s.r.l. inseparabile tavola tutto fare dalla 4,7 alla 5,7, la “piccola” la uso molto meno e solo Via Servettaz 39 -17100 Savona nelle mareggiate più toste... tanto che, a volte, quasi mi dimentico quanto va bene! BIMESTRALE IN EDICOLA Sulla grande non mi è mai venuto in mente di cambiare le pinne di serie, sulla piccola, DISTRIBUTORE PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. prima di andare a Tenerife nell’estate del 2015... sono andato a leggere su vari forum 20090 Segrate (Mi) che pinne mettere sul thruster per le condizioni del Cabezo, un po’ più radicali di quelle Gestione rete di vendita e logistica: PRESS-DI via Mondadori 1 - 20090 Segrate (MI) in cui solitamente esco. Avendo qualche set di pinne, quad e thruster in G10, ho “giocato” un po’ ed ho avuto la malvagia idea di cambiare le pinne di serie... “Difesa della privacy”: i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati Al Cabezo quella volta non posso dire di essermi trovato molto bene: la tavola era diesclusivamente per l’invio della pubblicazione e ventata spigolosa e complici le mure, a me poco congeniali... ho surfato come una non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. pippa tutta la vacanza! Tornato a casa, abbastanza deluso, non sapevo se dalle pinne, La riproduzione di articoli e foto pubblicati su dalla tavola o da me stesso... ho rimontato le pinne originali all’80 litri e l’ho messo in questo numero è vietata. SEGRETERIA ABBONAMENTI: “naftalina”. Complici anche tutte le tavole che proviamo per i test... in naftalina ci è ribeppe forni - tel. +39 019 823535 821997 masta un bel po di tempo, fino a che, per un week-end alla Cudù particolarmente venWWW.WINDNEWSMAG.IT toso, ho caricato sul camper, anche la mia “piccola”, caso mai avessimo rotto qualcosa. Non so se me la sono “tirata”, ma Max anche quella volta è riuscito nel solito “miracolo” di troncare in due, sin dal sabato, la sua tavola! La soluzione poteva essere dargli la +5 TEST mia tavola o la tavola test che stavo provando in quel momento perche potesse conti2018 +1 HYDRO nuare a surfare: fatti due calcoli... con il piffero che gli ho dato la mia! FOIL “Usati la tavola test: stai attento a quello che fai, che se la rompi... poi te la paghi!” Così sono tornato a mettere i piedi sul mio “piccolo” wave che al primo approccio mi aveva stregato e che a Tenerife invece mi aveva deluso: saranno state le mura o saranno state le pinne di serie... ma sta di fatto che mi sono ri-innamorato all’istante della cara, vecchia, piccola tavola. Morbida, reattiva e allo stesso tempo facile in surfata! INSIDER 58 APPROFONDIMENTI TECNICI 1 Da allora non ho più toccato le pinne di serie (medio/morbide per precisione), se vado INTERVISTE APPROFONDIMENTI TECNICI 2 in ferie con l’aereo mi segno la loro posizione che non cambio mai e tutte le volte che PETER MUNZLINGER VIAGGI: RITORNO A RODI la uso... torno a casa con il sorriso perchè è sempre troppo divertente. PAGINE LOCALI O /N 017 Ha una morale questa storiella?! Personalmente ne vedo solo una... chi lascia la pinna vecchia per la nuova... sa quel che lascia, ma non sa quel che trova! Alla prossima. WIND NEWS SURF MAGAZINE – ANNO XXV – N. 7/8 - 1 ottobre 2017 – MENSILE – SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE - POSTE ITALIANE S.p.A. - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) ART. 1, COMMA 1, DIREZIONE COMMERCIAL BUSINESS SAVONA
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presenta le vele Gaastra 2018
TTOBRE
OVEMBRE
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€ 3,00
In copertina: Anthony Ruenes - Photo © J. Carter
feeling!
Le pinne WAVE
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9-10-2017
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WAVE CULT V7 LTD “WORLDWIDE WAVE”
LTD TECHNOLOGY “BIAXIAL CARBON WITH HEXAGONAL STITCHED FIBERS” A partire da quest’anno abbiamo introdotto un nuovo ed innovativo metodo di utilizzo e di assemblaggio del carbonio. Il “BIAXIAL CARBON WITH HEXAGONAL STITCHING” utilizza sottili strati di carbonio, rinforzati e cuciti insieme, al fine di posizionare e predisporre al meglio le fibre di carbonio lungo le linee di carico. Questo tipo di materiale, posto come ultimo strato della nostra costruzione, permette di migliorare ulteriormente il comportamento dinamico e la sensibilità con la tavola, inoltre permette di ottenere una costruzione estremamente leggera e del 10% più resistente ai grossi impatti ed in grado di prevenire il formarsi di microfratture tipiche di un utilizzo prolungato.
WAVE CULT V7 LTD 68 - 74 - 82 - 92 - 104 - 114 LTS Disponibile anche nella versione WOOD
www.robertoriccidesigns.com
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OCTOBER NEWS
OTTOBRE/NOVEMBRE 2017
le news di questo numero sono a cura di smink (fabio sabtelli)
RRD Wave Cult V7 RRD ha da poco lanciato la nuova linea Wave Cult V7 che presenta sei tavole (nella versione LTD 68, 74, 82, 92, 104, 114) che diventano dei veri "all in one wave board" in grado di destreggiarsi al meglio sia in condizioni on shore che side shore. Rispetto alla versione V6, la nuova linea si stacca notevolmente alla ricerca di una tavola tutto fare in grado di soddisfare le esigenze dei vari livelli di wavers esperti. Oltre ai due nuovi modelli entrati in linea (il piccolo 68 e il grande 114 disponibile solo nella versione LTD), alle poppe dotate di nuovi winger tail, un'altra novità saliente riguarda la nuova dotazione di pinne Maui Fin Company che vengono offerte di serie in assetto thruster (nella versione LTD con la pinna centrale MFC TF2 in G-10), anche se i Wave Cult sone sempre dotati, ad eccezione dei grandi 104 e 114 solo thruster, di cinque scasse slot box per poter variare st up a piacimento a seconda delle condizioni, da tre pinne a quad. I Wave Cult V7 sono disponibili sia nella costruzione Wood che LTD, ma quest'ultima costruzione segna un'importante evoluzione che ha portato ad una riduzione di peso intorno al 10%, senza andare a scapito di un irrobustimento generale delle tavole. A partire da quest’anno RRD ha infatti introdotto un nuovo ed innovativo metodo di utilizzo e di assemblaggio del carbonio. Il “Biaxial Carbon with Hexagonal Stitching” utilizza sottili strati di carbonio, rinforzati e cuciti insieme, al fine di posizionare e predisporre al meglio le fibre di carbonio lungo le linee di carico. Questo tipo di materiale, posto come ultimo strato della costruzione RRD, permette di migliorare ulteriormente il comportamento dinamico e la sensibilità con la tavola. Inoltre permette di ottenere una costruzione estremamente leggera e del 10% più resistente ai grossi impatti ed in grado di prevenire il formarsi di microfratture tipiche di un utilizzo prolungato. More info su www.robertoriccidesigns.com
Gun Sails 2018 Come è “tradizione” Gun Sails delle nuove vele della stagione 2018 se ne comincerà a sapere qualcosa di preciso non prima di fine ottobre. Le indiscrezioni comunque non mancano... rumors lasciano intuire che la tre stecche Aqua possa uscire di scena, mentre arriva un nuova linea di vele wave che sostituisce la Blow. Si parla poi insistentemente di una vela da slalom con performance al top... la GSR dovrebbe infatti essere completamente rinnovata grazie agli input e all’esperienza di Finian Maynard e Ben van der Steen che vivono accanto al loft Guns Sails di Tarifa. A questo punto non ci rimane che aspettare un mesetto l‘uscita delle nuove vele per avere giuste conferme o sonore smentite!
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OCTOBER NEWS Test del Tabou Da Bomb in arrivo... In test sul prossimo numero di dicembre/gennaio 2018, anche se già nelle capienti mani del nostro test team da diverse tempo, il Da Bomb 84 ha un po’ rimescolato, insieme ai suoi fratelli 94 e104, le carte in tavola nella gamma wave di Tabou. Si tratta di un wave o di un freewave?! I Da Bomb sono un doppione dei Pocket lanciati lo scorso anno?! Questo si sono chiesti moltissimi degli aficionados delle tavole shapate da Fabien Volleinweider, tanto più che se il Da Curve si fregia della definizione di “hardcore wave”... sia i Pocket che i Da Bomb sono tavole destinate al... “new school wave rider”! Avere cominciato ad “assaggiare 84 e 94, ci ha aiutato a dissipare qualche dubbio, lasciandoci intuire di avere sotto i piedi dei duttilissimi freewave che reggono un range di vele enorme, molto più orientati alle onde che non all’acqua piatta o al ciop dove i nuovi 3S, sia “normal” che Classic, continuano a farla da padroni... Per ora beccatevi a pagina 62 il test del Pocket, poi....
Simmer Style 2018... flat water sails! Simmer ha lanciato a fine estate, la collezione di vele flatwater 2018 che conta delle canoniche tre linee… V-Max, Enduro, Novex. Cominciamo con la V-Max che è una potente freerace a sei stecche realizzata per offrire leggerezza, manovrabilità e uno spunto velocistico di tutto rispetto. La V-Max è un best seller tra le freeride/freerace no-cam indirizzata a tutti i freerider che vogliono planare a stecca senza fatica sia in fase di trim che in conduzione pura. Questa vela che si arma infatti facilmente e in un attimo, regala grande potenza con il vento leggero e un’impressionante stabilità sotto raffica. L’Enduro, una delle più duttili vele del range delle flat water di Simmer Style, si presenta alla stagione 2018 affinando le sue migliori doti: potenza ai bassi regimi, migliore velocità di punta, easy trim e facilità di utilizzo nel raggiungere le sue migliori prestazioni, manovrabilità inusuale per una vela di questa categoria. Come già emerso nel nostro test dell’Enduro 6,5 2017… “tutto molto semplice con una stabilità in navigazione esemplare supportata dal classico profilo a 5 stecche che garantisce un controllo ottimale nel chop e sotto le raffiche più rabbiose” La Novex è invece la scelta migliore per tutti quei surfisti entry level che ambiscono ad a un livello più esperto. Volete una vela facile che vi permetta di progredire velocemente?! Una vela che garantisce divertimento in acqua, ma che vi porterà a migliorare facilmente le vostre capacità… dalla bolina, partenza dall’acqua, planata, strambate…. fino ai primi salti. Ecco come Simmer presenta la Novex: “Imparare le basi del windsurf è più facile con la Novex, una vela che offre tutte le caratteristiche migliori del nostro design: leggerezza, durata, potenza e maneggevolezza”. More info su www.simmerstyle.com
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Kevin Pritchard + Taka3 1st - PWA Aloha Classic 2016
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OCTOBER NEWS
OTTOBRE/NOVEMBRE 2017 ALOHA CLASSIC... CIAO, CIAO!
Fonti ben informate “rumoreggiavano” dell’annullamento della tappa di Maui già ad agosto, ma la conferma è arrivata proprio negli ultimi giorni di settembre... Il tour PWA perde un pezzo, forse il più importante della stagione per quanto riguarda il wave: la Maui Aloha Classic scompare mestamente dal calendario 2017 per mancanza di budget. Il che vuol dire che quest’anno con solo tre tappe destinate ai wavers (Pozo, Tenerife e Sylt), se per caso e non ce l’auguriamo proprio, nella tappa tedesca che è iniziata ai primi di ottobre non ci fossero condizioni buone di onde e vento… il campione del mondo PWA wave 2017 sarebbe soprattutto un campione del mondo… non di un tour a base di soli spot europei, ma di un tour esclusivamente “canaro”! Mah… sembra che il PWA voglia correre ai ripari dopo questa debacle e abbia già messo la tappa hawaiana in calendario per l’anno prossimo ad aprile in concomitanza con i photoshooting delle aziende in modo da avere gli atleti già li. Si mormora anche che inseriranno una tappa a Cape Town ed una a Viana de Castelo in Portogallo… ma tra il dire il fare, come al solito, c’è di mezzo il mare. A noi basta aspettare qualche mese per sapere che... se son rose, fioriranno!
Viana de Castelo Classic 2018?!
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FREESTYLE WAVE
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VIDEOLINK FREESTYLE WAVE
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OCTOBER NEWS MAREGGIATE, TEST, FORNACI... AHIAIIIIIIIII! Finita l’estate e finite, purtroppo, le vacanze, arriva l’autunno, ma se le premesse sono quelle del settembre appena passato, ricco di vento e mareggiate, le cose sembravano mettersi bene... o forse anche no! Tre libecciate belle spesse (a volte per onda, a volte per vento...) in dieci gioni era parecchio tempo che non si vedevamo in Liguria. E se le vacanze a Rodi hanno fatto un gran bene al capo redattore di questo ameno giornaletto che ha ricominciato a salticchiare come ai bei tempi andati... “andata” se n’è, purtroppo nel vero senso della parola, anche una bella vela test nuova di pacca, caduta in “disgrazia” nel massivo “macina mulino” delle Fornaci. Rifuso il danno e provocatene uno, bello spesso,
OTTOBRE/NOVEMBRE 2017 troppo facile rompere tutto! Questo spot non è Andora, non è la Cudu e neppure la Spiaggia d’Oro, dove, divagazione sul molo a parte, difficile combinare disastri: qui se voleste fare un crash test veramente come Dio comanda, gli elementi ci sono tutti... shore break assassino, rocce accoglienti e onda massiva... però poi, vele e tavole danneggiate, le pagate voi!
ABBONAMENTI WIND NEWS 2018, MA NON SOLO... REVERSE BRO! E questa volta, ragazzi mei, ci siamo fatti in quattro… noi di Wind News e Andrea Cella, boss di Reptile Mast nonchè di Wave-Dogs Distribution, uno dei windsurf, sup e kite surf shop on line più gettonati. I nuovi abbonati di Wind News potranno scegliere per la prossima stagione tra due opzioni: ! il consueto abbonamento Basic a 20 euro per 8 numeri di Wind News ! il nuovo abbonamento Reverse Bro a 30 euro sempre per 8 numeri, ma con lo sconto del 20% su tutti gli alberi e accessori Reptile compresi di spedizione gratuita a casa. Le modalità di abbonamento sono sempre più o meno le stesse: si può pagare con bolletino postale, bonifico bancario o PayPal, cliccando alla voce abbonati del nostro sito windnewsmag.it e seguendo le istruzioni. E cioè compilare dettagliatamente in ogni parte la cedola “abbonamento” che si trova sul sito in formato stampabile: una volta compliata basta spedirla insieme alla ricevuta di pagamento al nostro ufficio abbonamenti: - via mail a windnews@sabatelli.it - via fax ai numeri 019 823535 o 821997 sempre allegando la ricevuta di pagamento. Fatto ciò, potrete contattare via mail i ragazzi di Wave-dogs per poter fare il vostro acquisto nel mondo Reptile con uno sconto del 20% su tutti gli articoli che verranno spediti dopo un’accurata verifica dell’abbonamento.
al portafoglio di smink... non rimane che ripensare alla decisione, presa anni fa da parte del nostro test team, dopo un session particolarmente distruttiva alle Fornaci! La decisione era stata quella di NON provare la “roba” test alle Fornaci:
E i vecchi abbonati?! Niente paura, mica siamo la Rai noi… i nostri vecchi abbonati hanno davvero un posto in prima fila! Giusto per non scontentarne proprio nessuno, Wave-dogs offre loro un sconto del 5% e la spedizione gratuita, su tutto il materiale presente sul sito, utilizzando un particolare codice sconto, valido fino al 31/12/2017 che verrà inviato via mail dopo, anche in questo caso, avere verificato l’abbonamento.
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Abbonamento BASIC: 20€ per 8 numeri
Abbonamento REVERSE BRO: 30€ per 8 numeri + SCONTO 20% E SPEDIZIONE GRATUITA SU TUTTI GLI ALBERI REPTILE PER ABBONARSI: segui la procedura specificata sul sito www.windnewsmag.it alla voce Abbonamenti. Si può pagare con bollettino postale, bonifico bancario o Pay Pal. Per velocizzare le operazioni manda una mail con la ricevuta del versamento a windnews@sabatelli.it
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le news di questa pagina sono a cura di Cassone
OCTOBER NEWS Extreme Fun Games 2017... l’antipasto! Dal 21 al 24 Settembre si è svolta a San Teodoro la seconda edizione di Extreme Fun Games dove windsurf e kite questa volta l’hanno fatta da padrone rispetto al SUP, grazie allo scirocco che ha soffiato per tre giorni su quattro. E’ ormai noto a tutti che San Teodoro per me è una sorta di seconda residenza e quindi non potevo perdermi la seconda edizione dell’evento. Mi ero già molto divertito lo scorso anno, ma quest’anno San Teodoro ci ha deliziati con tre bei giorni di vento su quattro, rendendo l’evento un vero e proprio spettacolo per gli amanti di windsurf e kite presenti in spiaggia. Se però in acqua è stato il vento il vero protagonista, accen-
dendo l’adrenalina sui campi di regata del kite e del windsurf, in spiaggia l’occhio (specialmente quello dei maschietti) è caduto su Marina Graziani, ex velina di Striscia la Notizia, sempre in gran forma, presente a San Teodoro per promuovere il suo progetto mypassionfit.com. Anche le ragazze hanno avuto comunque la loro distrazione visto che tra i kiter pro era presente Luis Brito, top-5 nelle specialità strapless, dal fisico da vero mandingo. Il vento ha permesso la disputa di cinque manche Slalom windsurf, di altrettante di kite Race, di una Air-Jump di kite, di due gare di sup e di una long distance sempre di stanup paddle. Vi racconterò sul prossimo numero in dettaglio delle gare che, per quanto riguarda il windsurf, sono state aggiudicate da Ennio Patrone della locale scuola Surf-Star (Campeggio la Cinta).
OTTOBRE/NOVEMBRE 2017 Neil Pryde RS:Flight AL Foil Pryde è stata tra le prime importanti aziende di windsurf a credere nel foil. Sebbene i foil nel windsurf esistano da qualche anno grazie ad aziende come AHD, è stato lo spunto di Neil Pryde la scorsa primavera a contagiare gli altri grandi marchi e a generarne la diffusione massiva a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi. Ormai non c’è un brand di windsurf che non abbia dei foil a catalogo. Pryde ha intrapreso, in questo senso, una strada ad ampio spettro, cercando di coprire più mondi: il freeriding, lo slalom ma anche il racing con tutto il filone dell’RS:X Convertibile (giusto qualche settimana fa si è disputato il primo Europeo di questa neonata classe: il futuro della classe Olimpica sembra ormai segnato). Pryde ha lanciato due diversi foil: uno in carbonio, l’RS:Flight F4 indirizzato al mondo slalom e racing e caratterizzato da performance al top, e appunto l’RS:Flight AL che è rivolto al pubblico che vuole avvicinarsi a questa nuova disciplina, con un prezzo molto competitivo, grazie all’utilizzo dell’alluminio. È una pinna che si può abbinare ad una tavola specifica come il JP HydroFoil (disponibile in doppia costruzione FSW e PRO nel 135 litri e solo in versione PRO nel 155) o ad altre tavole slalom/freeride purché in possesso di una scassa deep tuttle rinforzata (ormai di serie in molte tavole 2018). Se ne consiglia comunque l’impiego su tavole con larghezza minima di 80 centimetri. Ci è capitato già in primavera di provare a Torbole il Foil AL di Neil Pryde ma è stato questa estate, durante la mia vacanza a San Teodoro, che ho avuto la possibilità di cimentarmi più seriamente con questa nuova disciplina, grazie all’amico Ermanno che ne aveva uno e che ha permesso a me e ad altri amici di provarlo con una certa costanza. A pagina 60 e 61 trovate una sintesi delle nostre considerazioni.
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OCTOBER NEWS Challenger Sails 2018 A fine settembre Challenger Sails ha svelato a nuova collezione 2018 dove trovano conferma le tradizionali linee di vele che però sono tate perfezionate e sviluppate da Claudio Badiali coadiuvato dai vari riders che collaborano e gareggiano per la veleria di Senigallia. Su questo numero, tralasciamo Aero, Fluido T3, Liquido e 4Pro di cui ci occuperemo il prossimo numero all’interno di una dettagliata intervista con il buon Bad e concentriamoci sul tris di vele destinate al wave. Partiamo con la 3G che si conferma la vela wave ideale per i pesi leggeri! Con la bugna più bassa, il centro velico rimane, tra le mani del rider anche più piccolo, all’altezza del boma rendendola facile, confortevole, stabile e in pieno controllo in tutte le condizione. La 4G, lanciata lo scorso anno, è il fiore all’occhiello della gamma wave di Challenger. Leggerezza e manovrabilità si fondono con un’ accelerazione e una stabilità di
OTTOBRE/NOVEMBRE 2017 profilo esemplari, cosa che abbiamo riscontrato nei nostri test della 4G 5,0, che troverete sul prossimo numero. Anche questa vela ha subito un abbassamento della bugna e del centro velico che la rendono ancora più manovriera... La Konda, nonostante continui ad essere sviluppata dal super radicale Valter Scotto a Tenerife rimane la scelta ideale per il wave bump and jump. Anche la Konda 2017 è stata rinnovata con una nuove base dove la stecca rimane meno esposta, la bugna e centro velico più bassi nelle misure più grandi. Anche la linea della balumina è stata ridisegnata ed ora ha un’ apertura progressiva che garantisce potenza ed accelerazioni inusuali su una vela wave.
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Nuove pinne flessibile Flikka Tutti le vogliono
ABBIAMO TRE DIVERSI TIPI DI PINNE PER TAVOLE WAVE MULTIFIN. 0RUELGD LO SURČ´OR SLÂť VRWWLOH PHQR VXSHUČ´FLH 3HU FRQGL]LRQL GRZQ WKH OLQH SXUR 0HGLD SLÂť VXSHUČ´FLH H SURČ´OR SLÂť VSHVVR 3HU OD SLÂť DPSLD YDULHW¢ GL FRQGL]LRQL VLGH RÎ? VLGH RQ 'XUD SLQQH SLÂť ULJLGH FRQ SLÂť VXSHUČ´FLH SHUIHWWR SHU VDOWDUH FRQGL]LRQL RQ VKRUH H L ULGHU SLÂť SHVDQWL Tutte le nostre pinne sono realizzate in materiale di alta qualitĂ G10 con tecnologia di precisione CNC. 'LPHQVLRQL FP GLVSRQLELOL RQ VWRFN DOWUH GLPHQ VLRQL GLVSRQLELOL VX RUGLQD]LRQH
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I NUOVI GIOCATTOLI
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Un tris di wave sails: MANIC
MANIC HD
La nuova IQ
La vela da freestyle: PURE
Lo scorso numero vi abbiamo proposto nelle news, una veloce infarinatura sulle vele Gaastra 2018. Questa volta andiamo più a fondo scoprendo i “segreti” delle nuove vele direttamente dalle parole del sails designer GA, Peter Munzlinger. Nei prossimi numero faremo la stessa cosa con velai e shaper delle altre factory con cui collaboriamo più assiduamente. Ora la parola passa a Peter... Per la prossima stagione abbiamo diverse novità sia per quanto riguarda le vele che per i dettagli. Partiamo dai dettagli, spesso non visibili, ma che hanno una profonda influenza, come lo shape delle stecche, il profilo nei ferzi, posizione e angolo delle
stecche, luff curve, outline delle vele e dei cutout... tutti parametri che fanno la differenza nel comportamento della vela. Abbiamo poi altri dettagli visibili, come l'utilizzo di X-Ply 4 mil (più sottile, già introdotto l'anno scorso), con un nuovo colore grigio scuro e dotato di una finitura metallizzata (particelle metalliche impregnate direttamente nel laminato) che creano un effetto quasi a specchio che riflettono i raggi solari e aumentano la durata della vela. Ricordo che tutti i laminati che utilizziamo nelle nostre vele sono di prima qualità e prodotti negli USA. Abbiamo rivisto le misure con il top fisso che sono state aggiornate agli standard attuali degli alberi: molti più surfisti hanno gli alberi della misura giusta, per-
ciò molte più vele hanno il top fisso che è più funzionale. Nuovi mini battens con un profilo più piccolo e leggero. Naturalmente tutti gli altri features introdotti nelle scorse stagioni, che caratterizzano la qualità delle vele Gaastra, rimangono. Passando alle vele, parliamo subito di MANIC e MANIC HD. Per il 2018 abbiamo unito la Poison con la Manic, nel senso che sopra la 5,0 abbiamo aggiunto alle vele le caratteristiche della Poison con della potenza extra per il vento leggero, con 5 stecche (ricordo che la Poison pur essendo una vela wave "potente" ha sempre avuto caratteristiche molto wave anche per le condizioni radicali). Dalla 4,7 in giù la Manic è 4 stecche, con le caratteristiche più ti-
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LA PRESENTAZIONE DI PETER MUNZLINGER all pics by John Carter
Il “papà” delle vele GA
Peter Munzlinger presenta la linea 2018
piche della Manic. Le misure centrali hanno il boma leggermente più lungo per un po' di extra power. La Manic è la nostra vela allround wave adatta a tutti gli spot e a tutte le condizioni. La nuova IQ invece è sempre più leggera nelle mani e super rapida nelle onde. Per ottenere questo abbiamo ridisegnato la luff curve e modificato lo shape nella stecca sopra il boma. Abbiamo anche modificato l'angolazione delle stecche e la tensione della balumina. Abbiamo aggiunto una nuova misura, 5,9, per le condizioni di vento super leggero, quando si esce al galleggio, ma non vogliamo perderci le onde. La nuova PURE è stata aggiornata con una maggiore velocità
e accelerazione. Piccole modifiche all'outline e un profilo più profondo in corrispondenza delle due stecche centrali rendono possibile questo aumento di prestazioni per le moderne power moves. Introdotta l'anno scorso, la HYBRID è comunque radicalmente modificata nell’edizione 2018. E' la nostra linea più completa dal momento che copre tutto il range di condizioni dal vento forte nelle onde al freeride con vento leggero. Le misure più piccole dalla 3,7 alla 4,7 hanno caratteristiche di una vela power wave a 4 stecche con finestra in tramato, mentre la parte superiore della vela è in C-Film (monofilm colorato). Queste misure si possono tranquillamente usare come power wave piccole.
Dalla 5,2 alla 6,4, la Hybrid si trasforma in una vela freemove a 5 stecche con caratteristiche bump&jump e in pratica prende il posto della nostra ben conosciuta Cross. Due stecche tubulari aumentano sensibilmente la stabilità di profilo e la finestra in tramato rende OTT/NOV 017 ! 25
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I NUOVI GIOCATTOLI
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2018: GAASTRA
la rinnovata HYBRID
la vela estremamente robusta. Infine dalla 6,7 alla 8,2 la Hybrid si trasforma in una vela freeride a 6 stecche con cross batten e 3 stecche tubulari, senza camber, con le caratteristiche di potenza e velocità per le giornate con vento più leggero e acqua piatta. La nuova MATRIX ha una nuova outline con boma leggermente più lungo per una erogazione di potenza più costante. Profilo aggiornato lungo la parte anteriore della vela e distribuito con maggiore regolarità fino in penna. No Cross Batten concept con
cutout bugna ridisegnato e twist della vela aumentato a metà balumina e in penna per maggiori prestazioni di velocità. Abbiamo inserito nuove stecche perfettamente conformi al profilo della vela. Anche la base della vela è stata rivista per una migliore chiusura sulla tavola. La nuova COSMIC in parte ha subito le stesse modifiche della Matrix. Nuova outline con boma leggermente più lungo per la massima potenza. Luff curve ridotta per la giusta morbidezza del rig e rotazione
HYBRID HD
dei camber super facile. No Cross Batten concept con cutout bugna ridisegnato e twist della vela aumentato a metà balumina e in penna per maggiori prestazioni di velocità. Anche in questo caso ci sono nuove stecche perfettamente conformi al profilo della vela e la base della vela è stata rivista per una migliore chiusura sulla tavola.
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LA PRESENTAZIONE DI PETER MUNZLINGER all pics by John Carter
PILOT
Anche la nuova PHANTOM ha una nuova outline con boma leggermente più lungo per la massima potenza. Il profilo è stato rivisto nella base della vela e lungo l'albero. No Cross Batten concept con cutout bugna ridisegnato e twist della vela aumentato a metà balumina e in penna per maggiori prestazioni di velocità.
Nuova costruzione della tasca d'albero. Angoli e specifiche stecche rivisti e aggiornati. Come sempre, in questo momento dell’anno, lo sviluppo della VAPOR non è ancora completo e ci riserveremo, con i vostri lettori, un’altra occasione per parlare della nostra vela da regata...
PHANTOM
MATRIX
COSMIC
La PURE, la leggendaria vela freestyle di Gaastra, “strapazzata” da Anthony Ruenes!
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A VOLTE RITORNANO… Sembra il titolo di un film del terrore, ma se ci pensate bene, il Summer Slam è iniziato col ritorno in gara di Philip Koster, che ha bastonato tutti; il ritorno di Albeau alla One Hour, dove è partito quasi ultimo, ma ha comunque bastonato tutti e il ritorno in acqua del Campione del Mondo Freestyle in carica Gollito, che ha bastonato tutti i nuovi galletti del Freestyle.
E tutti questi SOTAVENTO HI-WIND ritorni, conditi Eggià, è solo l’inizio, perché in realtà il ridal vento che torno dei “redivivi” ovvero di quelli che a sembra essere un certo punto dell’anno scorso erano anche tornato stati dati per “morti e sepolti” o più sema frequentare plicemente per “bolliti”, è proseguito pro- le competizioni prio a Fuerte con un’altra incredibile che contano, lezione di Slalom High Wind dispensata ricordano a a piene mani dal professer Antoine Altutti che il beau! nostro resta Le classiche condizioni di Fuerte con rafsempre e fiche di vento nucleare e chop scorbutico comunque lo che fa imbizzarrire tavole e caviglie sport più bello hanno esaltato il francesone, che sin dal del mondo! primo giorno di gara con un perentorio primo e un secondo posto si installa in “souplesse” ai vertici della classifica, facendo capire che per tutti gli altri sarà
molto difficile impensierirlo! Anche perché i suoi avversari più diretti decidono di complicarsi la vita da soli subito al primo tabellone, col nostro Campione del Mondo in carica Iachino che si fa sbattere la porta in faccia appena entrato in acqua al terzo turno e Pierro Mortefon in evidente difficoltà in strambata che rimedia un 14° posto nella finale vincenti! Al termine della prima giornata di gara a salire sugli scudi sono un Ross Williams sempre più veloce e sicuro della propria forza e il mio pupillo Quentel, che ha fretta di lasciarsi alle spalle il disastroso risultato della Costa Brava! Il secondo giorno di gara parte con vento fotonico e atleti in acqua con vele da 5.2 a 6.2! Antoine che comincia vincendo il primo tabellone di giornata e poi infila una partenza anticipata nella successiva finale vincenti. Il nostro Matteone nel frattempo ha riattivato il suo pilota automa-
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tico e comincia a snocciolare un secondo e un quarto posto che lo rimettono in lizza per l’evento e dopo il primo scarto, in un giorno solo, è già risalito dal 18° al 2° posto! GRANDE MATTEO! Il terzo giorno di gara sembrava che il vento leggero avrebbe lasciato agli atleti un giorno di riposo, ma alla fine sono entrati quei 20/25 nodi che hanno permesso di gareggiare con vele da 7.0 a 8.0! Questa volta ad imporsi nella finale vincenti è Ross Williams, seguito dal nostro Iachino e da Toselli. Quarto posto per Albeau, che si mantiene comodamente in testa, ma sempre col fiato sul collo del nostro Matteo. In classifica non cambia niente quasi per nessuno, a parte per Quentel, che infila un paio di partenze poco brillanti e trova qualche porta chiusa in faccia che gli fanno registrare un 18° e un 42° posto negli ultimi due tabelloni, che lo fanno scendere dal 4° all’8° posto! Il penultimo giorno di gara il vento ricomincia a soffiare davvero forte, permettendo di disputare due tabelloni a dir poco spettacolari. Il primo tabellone del giorno è stato vinto da Ross
Williams, che si porta pericolosamente sotto a Iachino e Albeau, tanto più che nel secondo e ultimo tabellone di giornata Matteo resta fuori dalla finale vincenti, lasciando all’inglese la possibilità di mettere a segno il sorpasso. Ma poi arriva la finale vincenti di questo secondo tabellone e sul primo bordo succede uno dei peggiori incidenti che io abbia mai visto in una competizione slalom PWA: il vento è davvero forte e i ragazzi sono in acqua con le loro velette più piccole, Quentel e Tati Frans partono sopravento a tutti e poi si lanciano in un lasco furioso per arrivare primi in boa. Arriva una raffica più forte delle altre che fa accelerare Quentel e Frans a una velocità davvero pazzesca. Quentel controlla e brucia tutti arrivando a strambare per primo, mentre Tati non vede Mortefon che gli stava sottovento, quando lo vede è troppo tardi, perde il controllo della tavola e travolge Mortefon, il quale a sua volta parte in catapulta andando a picchiare con l’albero sulla schiena di Albeau, che per fortuna viene colpito sul trapezio, riesce ad incassare il colpo mantenendo miracolosamente l’equilibrio e stramba in
Antoine “scappa”... Tati perde il controllo della tavola e travolge Mortefon... poteva finire molto, ma molto peggio! Matteo, in un giorno, dopo il primo scarto, da 18° a 2°...
Il regolarissimo Ross Willams ci ha preso gusto... 3°!
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I NSIDER TRADING VOLUME 58 seconda posizione. La finale prosegue, con Quentel che vince perentoriamente, seguito da Albeau e Van Der Steen, ma è chiaro a tutti che l’incidente è serio e la paura è quella che Mortefon possa essersi fatto davvero male, visto che è stato travolto da Tati. Ma il francese ne esce fuori con appena qualche ammaccatura, mentre è Tati che viene immediatamente soccorso e portato a riva dal Jet Ski. Dal replay si riuscirà a cogliere la scena AGGHIACCIANTE di Tati che travolge Mortefon cappottandogli la tavola e impattando a quella velocità pazzesca col fondo schiena sulla pinna della tavola del francese! Una di quelle cose che non augureresti al peggiore dei tuoi nemici! Il risultato è stato un bruttissimo squarcio nella coscia di Tati, che per fortuna non è andato a ledere arterie e grossi vasi sanguigni, evitando così che l’incidente potesse trasformarsi in TRAGEDIA! Dopo l’incidente Tati ha comunque dovuto passare diversi giorni in ospedale, con un taglio che ha richiesto un delicato intervento chirurgico, oltre alle complicazioni dovute ad una pericolosa infezione poi rientrata. Il fenomenale ragazzo di Bonaire sarà costretto a un lungo periodo di riabilitazione, ma sappiamo che Tati sta già lavorando duro e siamo sicuri che la prossima stagione lo ritroveremo dove lo abbiamo lasciato! “The Day After”... passata la paura per Tati si è portata a termine la gara completando l’ultimo ta-
bellone, vinto ancora da Albeau davanti a Matteo, con un inedito Tristan Algret al terzo posto. Quarto posto per Mortefon e settimo per Williams, e così le posizioni di vertice restano immutate, con Albeau che si porta a casa la decima vittoria, su 11 edizioni disputate dal 2006! Secondo posto per Matteo Iachino, terzo per Ross Williams, quarto per il miracolato Mortefon e quinto per Quentel, che riesce a restare fra i top 5 e può di nuovo puntare alla classifica alta del tour, non appena avrà potuto scartare il risultato in Spagna. Ovviamente in gara oltre a Matteo c’erano diversi altri italiani, e il primo “degli umani” è stato Andrea Rosati, che pur non riuscendo mai a centrare una finale vincenti, quando c’è vento forte riesce comunque a dire la sua e si porta a casa un onorevole 21° posto. 32° posto per il boss Andrea Cucchi che precede di una manciata di punti il friulano Andrea Ferin, che per la prima volta è riuscito a entrare in una finale vincenti nel 5° tabellone. Ebbravo Andrea! 35° posto per l’elbano Malte Reuscher, 37° posto per il gardesano Bruno Martini e 55° posto per il giovanissimo Francesco Scagliola, che chiude le italiche danze. EL CABEZON Neanche il tempo di riprendere fiato dalle fatiche di Fuerte, che arriva il momento di partire per Tenerife per la seconda tappa del calendario Wave. El Medano ha prodotto vento, onde, risultati e
Philip, nonostante la mole e gli acciacchi vari... con il vento più leggero, ha “danzato” al Cabezo come una ballerina!
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tu per tu con
Jaeger Stone Da circa dieci anni l'atleta australiano figura sempre nelle primissime posizioni del PWA. Lo abbiamo visto debuttare nel circuito mondiale esibendo un inconfondibile stile di surfata usando tavole, shapate da suo padre, assolutamente inconsuete per l'epoca. Da allora quei concetti sono stati studiati ed imitati da molti brand, tanto che Starboard, da qualche anno, ha affidato a padre e figlio (Mark e Jaeger), lo sviluppo integrale di una linea wave "Stone signature". Andiamo a conoscere Jaeger e cerchiamo di carpire qualche suo segreto. WN: Ciao Jaeger, vieni da uno dei posti più ventilati della terra e sei figlio d'arte... abbiamo visto anche tuo fratello cavarsela molto bene con il windsurf; quando hai cominciato realmente a praticare il windsurf? JS: Ho cominciato a praticare il windsurf a 11 anni. Mio padre ha cominciato un anno prima di me perchè un gruppo di windsurfers locali gli aveva chiesto di shapare delle tavole da windsurf (ndr. il padre di Jaeger era già un affermato shaper di surf da onda). Per capire cosa avrebbe dovuto fare egli ha cominciato ad imparare tutte le basi della tecnica del windsurfing: partenza dall'acqua, strambate etc... e come imparava qualcosa di nuovo la insegnava a me. Io ho imparato in una spiaggia chiamata St. George's, a Geraldton nel nord ovest Australiano e ho dovuto aspettare di imparare la waterstart prima di approcciarmi alle onde. All'epoca l'attrezzatura per i bambini era ancora molto grande e pesante, ma grazie all'amicizia con Ben Severne, che mi aiutava con vele adattate al mio peso e grazie a mio padre che sviluppava tavole apposta per me, tutto per me è proseguito molto rapidamente. Hai altre passioni oltre al windsurf? Mi piaciono un sacco di cose... il surf, la pesca, viagOTT/NOV 017 ! 31
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A
intervista e foto a cura di Paolo De Angelis
parole by Insider
spettacolo ininterrottamente da quando nel 2011 è ritornata a far parte del PWA World Tour e... anche quest’anno non ha deluso le aspettative. L’avvio della tappa è stato abbastanza lento, con i primi tre giorni passati ad aspettare il vento fra surfate in SUP e surf e interviste per siti e stampa specializzati. Poi finalmente il quarto giorno di gara il vento è entrato ed è cominciata la litania delle batterie e dei tabelloni, con più di 35 nodi che a fine serata pettinavano il campo di gara. Al termine del primo giorno di competizione nel tabellone femminile restano in gara Sarah-Quita Offringa, Iballa e Daida Moreno e la tedesca Lina Erpenstein. Quattro le italiane in gara: Zoia, Bandini, Stenta e Benvenuti e già al primo turno si incontrano in un super derby che vede passare il turno a Bandini su Zoia e Benvenuti su Stenta. P oi Nicol Bandini si trova Sarah-Quita al secondo turno, mentre a Greta tocca Daida, per cui: “addio che t’amavo!”, ci rivediamo nel Double! Fra gli uomini le sorprese non sono mancate, con l’inglese Adam Lewis che elimina Jaeger Stone e Browzinho e si prenota per la semifinali. Altro semifinalista, altro regalo, quanto meno per gli occhi, dal momento che Philip Koster dispensa magie e meraviglie a raffica. Anche l’idolo locale Alex Mussolini è in gran spolvero, si qualifica per le semifinali dove andrà ad affrontare l’eterno rivale Victor Fernandez con previsioni di vento sui 50 nodi! Ovviamente a questo giro le previsioni ci azzeccano e il quinto giorno di gara il vento è stato quasi eccessivo e le condizioni fin troppo “ruvide”, tanto è vero che fra le ragazze si è infortunata Daida durante la semifinale, cadendo malamente sulla propria attrezzatura in un close out, ammaccandosi ben bene le costole. Per ironia della sorte, Daida aveva già accumulato punti a sufficienza per passare il turno, ma non ha potuto disputare la finale, che così è stata vinta a tavolino da Sara-Quita Offringa, che il miracolo lo aveva già fatto battendo nell’altra semifinale Iballa Moreno col
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I NSIDER TRADING VOLUME 58 distacco di una figura e tre scartini. Fra gli uomini si qualificano per la finale Koster e l’idolo locale Mussolini, che smonta le velleità di Fernandez a suon di Wave 360. In finale le condizioni hanno impegnato severamente anche gli uomini, ma il teutonico Koster parte subito alla grande infilando due saltoni dei suoi: doppio forward stellare e one hand - one foot backloop. Mussolini incassa, risponde con un forward stallato stellare e un one hand - one foot backloop all’altezza della situazione e rilanciando con un paio di surfate coi controfiocchi alle quali Philip non riesce a controbattere. Mussolini sembra in odore di grande impresa, ma guarda te, proprio all’ultima onda Philip trova la surfata che gli serviva per finire la single elimination sul gradino più alto del podio! Per il terzo posto, manco a dirlo, si prenota Fernandez.. e ci mancherebbe! Le condizioni lo permettono, anzi lo impongono, viste le onde da logo a mast high che cominciano a srotolarsi al Cabezo, mentre il vento cala quel tanto che basta a rendere le vele meno ingestibili, così inizia a snocciolarsi una nuova double. Fra le ragazze la turca Lena Erdil inizia bene eliminando Sara Hilder, ma viene a sua volta eliminata dalla polacca Justina Sniady, che se la dovrà vedere con la nostra Greta Benvenuti per giocarsi un posto nelle Top 6. Fra gli uomini si scatena il giovane spagnolo Marc Paré, che passa quattro turni facendo fuori John Skye, il freestyler belga Dieter Van Der Eyken, il Mussolini sembrava in odore di grande impresa, ma proprio all’ultima onda Philip ha trovato la surfata per vincere...
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I VICHINGHI C’è il tempo da lupi… e c’è quello da Vichinghi! E se anche voi avete avuto la fortuna di seguire questa tappa PWA da Hvide Sande col live streaming, vi sarete forse fatti una vaga idea di quanto vento e quanta pioggia
giare in campeggio e insegnare. Hai viaggiato molto, qual'è il tuo spot preferito al mondo? E quello che ami di più? I miei luoghi preferiti sono tutti nel nord ovest australiano. Sono davvero luoghi unici e remoti con abbondanza di vento, onde e pesci. Ci sono tantissime spiagge meravigliose e luoghi da esplorare con una natura immutata. Certamente sono ambienti difficili, ma amo queste caratteristiche. Abbiamo visto il tuo brutto infortunio dell'anno scorso a Maui che per fortuna hai superato brillantemente. Che tipo di preparazione tecnico/fisica fai dentro e fuori dall'acqua per allenarti e cercare di prevenire gli infortuni? Sì, mi piace provare a evitare gli infortuni quando posso, ma a volte sono inevitabili. Per ridurre il rischio mi piace sentirmi fiducioso, presente e forte. Navigo quanto più è possibile, ma al di fuori di questo mi piace veramente praticare yoga, nuoto e ciclismo e lavorare per cercare di costruire i muscoli delle gambe con esercizi come squat o lunges. Tutto questo contribuisce a navigare meglio e a mantenermi, di solito, psicologicamente fiducioso. Passiamo ad un argomento più tecnico che incuriosisce noi praticanti: da qualche stagione Starboard offre una linea da onda firmata "Mark e Jaeger Stone". Queste tavole, sulla scorta degli shape di tuo padre, hanno introdotto nuovi concetti nei parametri che originariamente erano di riferimento per la costruzione di una tavola da windsurf tanto che il loro funzionamento si differenzia molto dalle tavole cui siamo abituati. Da un primo sguardo è evidente la loro lunghezza ridottissima, i rails molto paralleli e le pinnette dell’assetto trifin molto lunghe. Ci puoi dare qualche spiegazione? Stiamo usando i Thrusters probabilmente da 15/16 anni; da quando abbiamo iniziato a fare windsurf. Avendo più di 35 anni di esperienza nella progettazione di tavole da surf, mio padre ha ritenuto il progetto thruster più idoneo ed adattabile al windsurf. Lo shape generale, la linea rocker e le pinne che usiamo OTT/NOV 017 ! 33
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suppista francese Arthur Arutkin, e il veterano teutonico Klaas Voget… tutti scalpi di un certo livello, insomma! Poi ci pensa l’altro young gun Alessio Strilich a stoppare Marc prima di battersi contro Jaeger Stone, che sulla sua strada ha appena finito di smontare Omar Sanchez, Antoine Martin e un certo Ricardo Campello. Dall’altra parte del tabellone arrivano Traversa che si sbarazza di Juban e Browzinho che si è liberato del local teutonico Dany Bruch. Il giorno dopo, vento e onde continuano a pompare e la gara può arrivare al suo happy end. Strilich fa lo sgambetto al più accreditato Stone, ma poi va ad infrangersi contro un Browzinho capace di rimandare in spiaggia Thomas Traversa. Il brasiliano batte sia Strilich sia Lewis, ma rimane impantanato in una prestazione stile “Real Madrid” dello spagnolo Fernandez, che veste i panni del matador e vince pure il derby contro Mussolini. Poi arriva lui, il Philippone mondiale, che nonostante la mole e il vento più leggero, danza sulle acque come una ballerina, sventagliando a più non posso in surfata e staccando i suoi saltoni col marchio di fabbrica. A Fernandez il merito di essere riuscito a salire al secondo posto davanti a Mussolini, racimolando punti che potrebbero essere decisivi per portarsi a casa un nuovo titolo mondiale. Fra le ragazze invece, con Daida fuori dai giochi, ci pensa Iballa a vestire i panni della vendicatrice: prima fa fuori la polacca Sniady (che si era lasciata alle spalle una scia di italiane: Benvenuti e Bandini) e poi batte per due volte l’arrembante Sara-Quita, che sicuramente presto potrà dettar legge anche in questa disciplina, ma non fino a quando saranno in acqua le gemelle Moreno!
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Albeau ha messo il turbo a Fuerte e non l’ha più tolto, neppure in Danimarca per la Hvide Sande PWA World Cup...
Matteo è però rimasto sempre sul “pezzo”... Photo © PWA/Carter
ci fossero in Danimarca! Se parlate con uno di quelli che sono stati là in carne ed ossa, tipo un Bruno Martini a caso, allora vi sentirete raccontare che in quei giorni Bruno ha preso tanta di quell’acqua che ormai non usa più l’ombrello, perché bagnarsi sotto la pioggia è diventato “normale”, anzi c’è stato un giorno che è arrivato in albergo talmente bagnato, che è entrato in doccia direttamente vestito! “In certi momenti pioveva così forte che mentre planavi non riuscivi nemmeno a vedere dove stavi andando!”… e allora ti spieghi le foto di un vecchio volpone come Steve Allen, che per sicurezza portava sempre al collo gli occhialini da nuoto! E dopo questa doverosa premessa, prima di entrare nel dettaglio, passiamo a raccontarvi in breve cosa è successo Hvide Sande, in Danimarca, appunto. A Hvide Sande è successo che il nostro Matteo Iachino ha fatto una gara fantastica, a livelli altissimi, vincendo i primi due tabelloni slalom, con Antoine che sembrava arrancare, poi Antoine ha cominciato a giocare ed ha infilato qualcosa come quattro primi posti consecutivi, si è permesso pure il lusso di non entrare in acqua nell’ultimo tabellone vinto da Iachino, ma ha comunque portato a casa la vittoria della tappa. Tradotto in soldoni, quando le condizioni sono per veri uomini, Antoine li bastona tutti! Primo degli umani, il nostro Matteo Iachino, che ha davvero fatto vedere che il titolo di Campione del Mondo Slalom non si vince per caso!
Ma entriamo nel dettaglio: il vento è entrato il secondo giorno di gara con 8-20 nodi che hanno permesso di disputare due tabelloni di slalom. Fra le donne parte forte Lena Erdil, con un primo e un secondo posto che le permettono di chiudere la giornata in testa alla classifica e davanti all’enorme Sara-Quita Offringa che incespica nella prima finale infilando un quarto posto, ma poi si rifà nella seconda stampando un bel primo posto. Come dire: è sempre lei la donna da battere! Come già detto, fra gli uomini parte fortissimo il nostro Matteo, che piazza lì due primi posti che sembravano un macigno, anche perché nel primo tabellone Antoine è rimasto fuori dalla finale vincenti e Ross Williams si è fatto buttare fuori al terzo turno. Il quarto posto di Antoine e il secondo di Ross nel secondo tabellone lasciano comunque una porta aperta al primo scarto. A meno di colpi di scena. Da sottolineare il FANTASTICO
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sono la conseguenza di quanto abbiamo appreso dal loro funzionamento: da quello che maggiormente funziona e si adatta alle varie situazioni. Ritengo sia importante avere una tavola duttile, che si esprime bene in ogni situazione. Non avrebbe senso avere una tavola che gira bene, ma è senza speranza nel planare e risalire di bolina. Tutto questo non sarebbe divertente. Di conseguenza abbiamo lavorato allo sviluppo di una tavola che si comportasse come una tavola da surf da onda, ma navigasse altrettanto bene, se non meglio, di molte tavole non wave. La linea rocker è una componente di questo, ma anche le pinne svolgono un ruolo fondamentale. La gente in generale è convinta che io usi pinne abbastanza grandi, ma la loro forma e la loro flessibilità mi permettono di girare facilmente e nel contempo mi danno una buona stabilità e un'ottimo angolo di bolina sopravvento. Il modello più aggiornato di questo lavoro è lo Starboard Ultrakode e in particolare le versioni 72 e 76 che io uso maggiormente. Ti abbiamo visto talvolta usare anche quad e sbirciando in una tua sacca ho notato, perdonerai la mia curiosità, che hai con te anche un single fin. Ci sono notizie per i prossimi anni? Nel 2013 Stone Surf ha prodotto una tavola quad lunga solo 197 cm che ho testato a Gnaraloo. Da allora abbiamo reso quel look un poco più convenzionale, testandolo in tutte le condizioni e sviluppando la tavola che abbiamo oggi. Io uso proprio quel tipo di tavola, che è stata solo leggermente allungata, ma essenzialmente è la stessa tavola. È una tavola che generalmente uso in condizioni più marginali. Condizioni quando il vento è leggero e le onde sono più lente o cariche d'acqua. A dire il vero questa tavola funziona molto bene ovunque, ma si distingue soprattutto nelle condizioni medie rendendo molto più piacevole la navigazione e il wave riding. Starboard renderà effettivamente disponibile questo tipo di tavola entro l'anno prossimo. Riguardo il single fin che hai visto, occasionalmente testo
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secondo posto del nostro BRUNO MARTINI nel primo tabellone alle spalle di Matteo Iachino, che la dicono lunga sulle potenzialità di questo ragazzo! Peccato che poi si perda nella pioggia danese, alternando batterie fantastiche a batterie disastrose, ma in fondo il ventesimo posto finale non è così male! Dopo un giorno in cui non si è gareggiato, il vento è ritornato a soffiare fra i 20 e i 30 nodi il quarto giorno di gara, ma in mezzo a scrosci di pioggia torrenziale, che hanno costretto a sospendere ogni tanto la competizione. In queste condizioni Antoine si esalta e timbra due primi, facendosi sotto a un punto da Matteo. Arnon Dagan stampa due secondi e si porta alle spalle di Antoine. Anche Ross Williams si rimette in gioco con un terzo e un quinto. Fra le ragazze, Sarah-Quita riprende il comando delle operazioni con due primi posti, seguita dalla francese Delphine Cusin, che con due secondi posti scavalca anche Lena Erdil in classifica overall. Marion Mortefon piazza due terzi posti e si mette in corsa per la conquista di un gradino sul podio. Il quinto giorno di gara ricomincia con vento furibondo, ben oltre i 30 nodi, accompagnato dal diluvio universale. Forse queste condizioni ben si addicono ai francesi, perché Albeau e Delphine Cousin dominano vincendo a mani basse entrambi i tabelloni disputati in giornata. La francese si avvicina così pericolosamente alla Offringa, ma la caraibica resta aggrappata alla vetta della classifica. Antoine invece passa al comando e rifila un tonante schiaffo morale a tutti i giovinastri che millantano aspirazioni da primi della classe! L’ultimo giorno di gara il vento entra solo il pomeriggio e con i quattro primi posti timbrati sul proprio cartellino, Antoine non scende nemmeno in acqua, perché vincerebbe l’evento anche se Iachino vincesse l’ultimo tabellone. Matteo dimostra di avere carattere e vince, arrivando a 0,3 punti dal campionissimo e presentandosi in Germania a Sylt come l’unico in grado di poter impensierire Antoine. Grande
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Photo © PWA/Carter
I NSIDER TRADING VOLUME 58
Matteo! La lotta per il terzo gradino del podio fra Ross Williams e Arnon invece è ancora aperta e si gioca tutta nell’ultimo tabellone: Arnon fa il massimo e arriva secondo alle spalle di Matteo, ma Ross riesce miracolosamente a piazzarsi terzo, limitando i danni e mantenendo la terza piazza overall… mamma che bella gara! Ma il risultato più incredibile è quello del tabellone femminile: se la Cousin vincesse questo ultimo tabellone potrebbe ancora vincere la gara e giocarsi il titolo nell’ultima tappa in Nuova Caledonia e questo miracolo sembrava potesse realizzarsi quando Sarah-Quita ha sbagliato il percorso in semifinale, facendosi squalificare e lasciando di fatto la porta aperta alla francese. Peccato che Delphine abbia pasticciato in finale e sia arrivata quinta dando di fatto addio ai propri sogni di gloria! Peccato per la francese e per la suspance, perché Sarah-Quita così vince l’evento in Danimarca e si porta già matematicamente a casa un altro titolo PWA Slalom con una tappa di anticipo … BRAVA SARAH! GLI “AMMERICANI”... Eggià, perché non bisogna dimenticarsi che non c’è solo un World Tour PWA, ma esiste anche un altro Tour che forse potrà essere anche un po’ di serie B per quanto riguarda l’organizzazione in acqua e fuori dall’acqua, ma sicuramente non lo è per quanto riguarda la scelta delle location e dei rider che lo stanno frequentando… Per chi non lo avesse ancora capito, stiamo par-
Photo © IWT/Si Crowther
Giochi a tre anche in Danimarca... Matteo che finirà secondo, Ross che finirà terzo e Antoine che finirà... primo!
Federico Morisio, 1° a Pacasmayo davanti a Noireaux!
lando dell’IWT (International Windsurfing Tour) nato quest’anno sulla base dell’AWT (American Windsurfing Tour), il Tour wave americano che qualche anno fa ha fatto risorgere dalle proprie ceneri l’Aloha Classic, che poi è ritornata ad essere anche la degna tappa di chiusura del tour wave PWA. Ebbene, anche l’IWT quest’anno ha messo in programma un bel tour che è stato molto ben frequentato da vento e onde. D’altronde quando in calendario hai tappe a Moulay in Marocco, Barbados, Pistol River in Oregon, Baja California, Pacasmayo in Perù, Matanzas in Chile e Hookipa a Maui, come dire… tutti i santi aiutano!!! Al momento in testa alla classifica del tour si trova un certo Morgan Noireaux, il terribile francesino trapiantato a Maui, che da 2/3 anni si permette di prendere a calci nel culo i Pro del PWA durante l’Aloha Classic. Morgan non ha partecipato alla
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A VOLTE RITORNANO... parole by Insider
Photo © PWA/Carter
Il riposo della guerriera... che entra nel libro dei record: Sarah Quita Offringa 14 volte World Champion!
prima tappa in Marocco, vinta da Boujmaa Guilloul davanti a Kevin Pritchard e al brasiliano Edvan Sousa, ma in compenso ha vinto la tappa a Barbados battendo Gollito e Pritchard, è arrivato secondo in Oregon dietro a Boujmaa ed ha vinto la tappona a Baja California davanti a Kevin Pritchard e Boujmaa Gouilloul. Morgan è arrivato secondo anche nella tappa disputata a inizio settembre in Perù nel mitico spot di Pacasmayo, piazzamento che gli consente di gestire un agevole primo posto in classifica overall. La vittoria della tappa in Perù invece è andata ad un altro trapiantato a Maui, questa volta italiano: Federico Morisio. Il talentuosissimo ragazzo, già nell’orbita del team Pryde-JP International, ha messo tutti in fila, dimostrando un ottimo wave sailing su una delle onde più belle del pianeta! E c’è ancora l’Italia anche ai vertici del tabellone femminile, dal momento che Sophie Zola, ragazzina Italiana di origini senegalesi, ha messo in riga surfiste esperte come la spagnola Maria Andres e Bjoerte Purshel… e brava anche Sophie! Staremo quindi a vedere cosa combineranno i nostri ragazzi nella tappa di Matanzas (altro mitico spot) che andrà in scena proprio nei giorni in cui la nostra rivista sarà in stampa... Alohaaaa!
delle tavole single fin, ma in questa fase usiamo solo thrusters e quad. Da cosa è composto il tuo quiver? Uso, come vele, le Severne S-1 Pro dalla 3.0, 3.3, 3.6, 4.0, 4.4, 4.8 e 5.2. La 3.0 e la 3.3 sono delle vele custom sails per Pozo. Come tavole gli Starboard Ultrakode dal 68, 72 and 76. Il 68 è un custom fatto per Pozo ed è la versione "scalata" dell'Ultrakode 72. La tavola più grande che uso è un 80 litri ed è il prototipo Starboard quad che ho descritto prima. Il mio peso è di 72 kg e con questo materiale posso uscire in ogni parte del mondo. Hai fans in tutto il mondo che apprezzano il tuo modo di surfare le onde: turns molto veloci e radicali. Puoi dar loro qualche consiglio? Penso che il più grande consiglio che io posso dare è di piegare le ginocchia per la generazione di velocità e potenza. Imparare a piegare rapidamente le ginocchia aumenterà anche il recupero dai turns. Un altro mio grande suggerimento è quello di far scivolare la mano posteriore in modo molto veloce verso la bugna e verso l'albero. Guardate alcuni clip dei vostri riders preferiti e prestate attenzione alle mani durante le transizioni dal bottom turn al top turn. Grazie Jaeger, certamente vedremo con molta attenzione i tuoi video. Nel frattempo grazie per la disponibilità e in bocca al lupo. Grazie a te Paolo. OTT/NOV 017 ! 37
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Prolunghe rdm : alluminio o carbonio?!
Le prolunghe che ho usato sono la AL360 Carbon 0-35, la Neil Pryde Alu UXT 34 e la Reptile Alu 30. I prezzi sono i seguenti: AL360 euro 198, Neil Pryde euro 159, Reptile euro 45.... al che vi potrei dire, senza dubbio, quale sarebbe la scelta del nostro boss, non soltanto per il fattore economico, ma anche per quella sua sorte di “old style” (lui la chiama praticità...) che va d’accordo con lo stesso tipo di orientamento delle carrucole... tranquilli, capirete leggendo, ma non tutti sono come lui, per fortuna! Per la AL360 e la Neil Pryde ho usato la scotta in dotazione (entrambe ottime direi, tante che nelle AL360 che uso da 5/6 anni non ho mai dovuto cambiarla), mentre per la prolunga Reptile, che di serie ne è sprovvista, ho usato una scotta per windsurf da 4 mm. Per descrivere i tre prodotti ho identificato alcune macro aree di analisi: ! USABILITÀ meccanismo di sgancio, anello di blocco, gradualità e correttezza della misura, orientamento carrucole, strozzascotte.
Di prolunghe RDM in giro ce ne sono di svariati modelli, di materiali diversi e specialmente di qualità e prezzi diversi. Ma è uno di quegli accessori considerato di secondo piano e quindi si guarda solo alla lunghezza di estensione necessaria/permessa e al prezzo. Anche la scelta del materiale (alluminio o carbonio) diventa solo una banale conseguenza del budget che gli si alloca, finendo, nella stragrande maggioranza delle volte, per scegliere quelle più economiche possibile in alluminio. Le prolunghe non sono comunque tutte uguali e sono vari i dettagli che ne definiscono usabilità, qualità e prezzo. Tra test e utilizzo personale, in questi mesi mi è capitato di usare tre diverse prolunghe RDM con standard pin e ho pensato che potesse essere una buona idea descrivervene qui le caratteristiche e le impressioni d'uso, sperando che tali considerazioni vi possano essere d'aiuto quando andrete a sceglierne una per voi.
! MATERIALI E PESO Siete pronti?! E allora iniziamo la “disamina”...
! USABILITÀ
! MECCANISMO DI SGANCIO
Come detto, si tratta di tre modelli con pin universale, ma che adoperano un diverso sistema di sblocco dello stesso pin. AL360 e Reptile usano il tastone grande (un ovale di circa 2x1 cm), mentre la UXT Neil Pryde usa un piccolo tastino sporgente (1x1.5 cm) che ha anche una funzione di sicurezza. Una volta agganciato al piede d'albero può essere, infatti, spostato in basso per bloccare la fuoriuscita involontaria del pin. Personalmente trovo molto più pratico il tastone grande, anche se è buona regola verificare la corretta pulizia del pin e del piedino, per evitare che un innesto mal riuscito possa portare ad un distacco della vela in navigazione.
! ANELLO DI BLOCCO
Qui intendo l’anello che fa da blocco all’albero nell’estensione
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TRE PROLUNGHE RDM A CONFRONTO parole by Giuseppe Cassone
richiesta. Stavolta sono AL360 e Reptile ad usare lo stesso meccanismo dell’anello bloccato da un perno inferiore. Neil Pryde usa un meccanismo solo leggermente diverso e sempre basato su un perno che blocca l’anello. Non ho trovato particolari pro e contro di questi due diversi sistemi, ma anche qui vale la regola che è bene dargli una pulita costante per non incorrere in meccanismi che si bloccano “definitivamente” per la sporcizia (vedi sale, sabbia e sporco in genere).
! GRADUALITÀ E CORRETTEZZA DELLA MISURA
Neil Pryde utilizza step di 2 cm, diversamente dagli altri due brand che usano passaggi, da un buco all’altro, di 2.5 cm. In questo caso la prolunga Neil Pryde offre un lieve vantaggio di precisione nel trim, ma considerando che moltissimi surfisti non cazzano correttamente le loro vele di caricabasso (e su questo credetemi!) allora forse è un vantaggio più sulla carta che concreto. Parlando di correttezza della misura, abbiamo notato che la Reptile e la Neil Pryde sembrano coerenti tra loro, mentre la prolunga di AL360 tende ad estendere più di quanto riportato sulla stampa, con una differenza che a prolunga settata a 30 cm, è di circa 1,5 cm. In pratica con questa prolunga, se avete bisogno di 30 centimetri di prolunga, dovrete metterla alla tacca più bassa.
! ORIENTAMENTO CARRUCOLE
È un aspetto a cui pochi fanno, caso ma ha la sua importanza. Fino a qualche anno fa tutte le vele avevano le carrucole perpendicolari al piano della vela, ma ultimamente le cose sono cambiate e tanti marchi (come sempre non tutti, naturalmente) hanno optato per ruotare le carrucole sullo stesso piano della vela. Conseguentemente alcuni produttori di prolunghe hanno fatto la stessa modifica sui loro prodotti. Questa difformità ha il suo impatto nell'utilizzo specialmente se vi trovate ad avere vele che hanno carrucole con entrambi gli orientamenti. Le prolunghe “old style” hanno le carrucole incassate nella base della prolunga stessa. Per questo motivo sono chiuse e la scotta non può uscire dal proprio alloggiamento. Le prolunghe che si sono adeguate alle carrucole parallele al piano della vela sono in genere esterne alla base della prolunga e completamente scoperte nella parte inferiore. OTT/NOV 017 ! 39
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Prolunghe rdm : alluminio o carbonio?! Se usiamo prolunghe “coerenti” con l’orientamento delle carrucole della vela, siamo a posto in entrambi i casi, ma se siamo costretti a dover mixare le cose, cioè avere le carrucole di prolunga e vela ruotate di 90° allora possiamo avere dei seri problemi. In particolare hanno problemi coloro che vorrebbero usare vele con la vecchia impostazione con prolunghe con carrucole “moderne” aperte sotto le carrucole. Questo infatti diventa pressoché impossibile perché la scotta subisce nella carrucola della prolunga una forza laterale che la fa venir fuori, non permettendoci di armare. Problema che ho vissuto sulla mia pelle quando in primavera mi sono trovato a dover usare una Gun (carrucole vecchio stampo) e dopo 30 minuti di vani tentativi, mi sono dovuto rassegnare (nota di smink: forse basterebbe far fare un giro diverso alla sagola...) all’idea di usare la prolunga Reptile che, similmente a quella Gun, ha le carrucole incassate nella base della prolunga stessa.
! STROZZASCOTTE
Un altro piccolo dettaglio che differenzia le prolunghe provate è l’orientamento dello strozzascotte. Premesso che l’abbinamento tra vele con carrucole parallele alla vela e prolunghe coerenti è la migliore combinazione per avere i più agevoli e puliti passaggi della scotta, occorre dire che anche l’orientamento dello strozzascotte ha il suo perché in fatto di usabilità. In questo caso, mentre le prolunghe di AL360 e Neil Pryde permettono di strozzare la scotta nella
stessa direzione di tensione, con la prolunga Reptile per strozzare occorre tirare la scotta lateralmente e questo può anche farci perdere qualche millimetro di tensione o addirittura farci mollare del tutto la scotta.
! MATERIALI E PESO Inutile sottolineare che il carbonio è preferibile sia in termini di rigidità, di robustezza, ma anche di peso. Le tre prolunghe provate pesavano rispettivamente 678 grammi il modello Neil Pryde, lungo complessivamente 50 cm, 600 grammi il modello Reptile lungo 44 centimetri e solo 587 grammi il modello in carbonio di AL360 lungo ben 54 centimetri. In termini di materiali, a parte il discorso del tubo, anche la base e tutto il blocco delle carrucole ha il suo ruolo nel definire la qualità generale del prodotto. Mentre AL360 e Reptile sono disegnati utilizzando un bicchierino a blocco con le carrucole incassate (seppur con orientamento diverso), Neil Pryde sfrutta un blocco carrucole che viene fuori dal tubo, assicurato però da un anello in base, solidale col tubo. Dei tre prodotti, quello che, rispetto agli altri due, fa un uso più esteso di plastica è quello Reptile, ma nell’utilizzo che ne abbiamo fatto non si sono verificati dei problemi per provare eventuali pecche costruttive.
! CONSIDERAZIONI FINALI Giudicare prodotti che si attestano su un range così ampio di prezzo non è particolarmente semplice. I prodotti Neil Pryde e AL360 sono decisamente più cari della prolunga Reptile e si potrebbe essere tentati dal dire che il rapporto qualità/prezzo sia a favore del prodotto Reptile. Anche la qualità però ha un prezzo e i due prodotti più cari sono anche quelli che danno la maggiore sensazione di robustezza e anche un livello maggiore di usabilità. Questo non toglie comunque che i prodotti di AL360 e Neil Pryde siano abbastanza carucci e probabilmente una parte del prezzo è anche derivato dalla fama stessa del brand. D’altro canto però pur sentendo spesso dire che “le prolunghe si rompono come altre cose”, in 5/6 anni di utilizzo di prolunghe AL360 non ho mai riscontrato un minimo problema e allora forse questo è sì un sintomo di estrema qualità. Non ho dati oggettivi circa gli altri due modelli, ma su AL360 ormai posso mettere la mano sul fuoco che non vi lascerà a terra.
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APPROFONDIMENTI
Foto by Giuseppe Cassone e Danilo Lanteri
Eccoci ad un nuovo appuntamento tecnico con l’amico Danilo Lanteri. Dopo la teoria, le pinne freestyle e le pinne freeride, è il momento di toccare un tipo di pinna che riveste un ruolo fondamentale nel comportamento dei giocattoli che usiamo sulle onde: le pinne Wave. Sono piccole, ma non per questo poco influenti. Anzi, devono supportare una tavola wave in tantissime diverse situazioni derivanti dalle diverse tipologie di evoluzioni che potenzialmente possiamo fare (almeno per chi ci riesce... non il sottoscritto, purtroppo!) con una di queste agili tavole.
ANATOMIA DI UNA PINNA... WAVE
Finalmente ci siamo: la pinna wave. La regina delle pinne, la pinna delle origini, quella che quando ci viene in mente ”pinna” pensiamo a lei. La pinna che assomiglia di più a quelle naturali dei pesci, ad esempio, e vedremo anche il perché. Ma stavolta devo prima parlarvi di una caratteristica fondamentale di tutte le superfici che attraversano un fluido, pinne comprese: la distribuzione della portanza. Normalmente si può pensare che un fluido che scorre ad una data velocità e si trovi di fronte una superficie non allineata ma orientata rispetto al flusso con un angolo diverso da zero la percorra dall'inizio alla fine dividendosi in una parte che “preme” cioè in pressione sulla superficie ed un'altra che, partendo sempre dal bordo d'at-
tacco, percorra la superficie in depressione e che le due si ricongiungano all'uscita, sul bordo d'uscita della superficie. In parte, grosso modo è proprio così. Ma se voi pensate che tutto questo avvenga in maniera ordinata e regolare su tutta la superficie e cioè immaginate il flusso dalla base al tip come una sequenza di “fettine” di flusso ( i famosi filetti fluidi) che scorrono tutte parallele, ebbene state prendendo un granchio, un grosso granchio. (ma non sperate in un'aragosta !). Succederebbe così se la nostra pinna fosse di lunghezza infinita, e invece la pinna... finisce. E in quel punto, dove la pinna finisce, i due flussi vogliono ricongiungersi, anche in maniera...trasversale: la parte di flusso in pressione si dispone per “riempire” parte in depressione e OTT/NOV 017 ! 41
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il f& l i P f t ti S t i thi
filo bello 'grasso' sicuramente al cut back (sono o non sono figo?) avrò tutto il grip necessario per slashare (grazie al flex) senza perdere il controllo: spray assicurato! Sono qui per quello! Ecco, tutto questo la nostra pinna...non lo può fare. Perlomeno non come vorremmo noi. Allora il progetto migliore sarà (ancora una volta) quello che avrà interpretato meglio le richieste e dosato di conseguenza le caratteristiche, usando le leggi idrodinamiche tenendo anche conto della “distribuzione della portanza”, nella pinna wave particolarmente difficile da maneggiare, visti i presupposti di progetto, i limiti materiali che impongono forme al limite dell' efficienza idrodinamica e l'estrema ampiezza di caratteristiche da ottenere con un unico oggetto. Ad esempio io, col mio marchio, affronto il problema proponendo quattro modelli diversi di pinna wave, dalla tutto surf (o quasi) alla tutto salto (e qualche surfata), tenendo nel mezzo la wave allround, conscio di non poter promettere in un'unica pinna la presenza di caratteristiche che a quel punto dovrei altrimenti definire “miracolose”. Diventa un problema di scelta. La navigazione wave infatti risente parecchio degli errori di scelta delle pinne, sia di forma, di flex e di misura. E' quindi una ricetta davvero complicata... Ecco perché la pinna wave assomiglia a quella dei pesci: imitandone la forma adopera l'unico mezzo tecnico possibile per 'dosare' la quantità di flex, cioè una porzione distale poco sostenuta e libera di muoversi. Ma il pesce ha i muscoli e la sua pinna è mobile, la nostra no. Allora è davvero importante la calibratura perfetta tra larghezza, lunghezza, curvatura, forma, profilo e suo spessore per fare della nostra pinna uno strumento personale. A questo punto penso davvero che la migliore pinna wave per voi sia...la vostra. Quella che vi soddisfa di più. Praticamente sarà su misura. Ma questa è un'altra storia. Nel frattempo vi siete resi conto di quanto sia importante questo pezzo di plastica lungo all'incirca una ventina di centimetri? Pensate al foil, evidenza attuale: una pinna orizzontale sostiene il carico di una tavola più il nostro peso già con una media velocità! Come mai? E' una magia? No, semplicemente è un profilo distribuito lungo una superficie che “lavora” su due facce contemporaneamente! E quanta forza sviluppa! Poiché essa produce così tanta forza, di conseguenza ogni suo millimetro diventa importantissimo per fare la differenza. Ecco perché una pinna non vale l'altra! Tutta la pressione della vela su un pezzo di plastica di 20 cm! Meditate gente... meditate. Hang loose.
All h t
la cosa avviene davvero portando con sé numerose ed importanti conseguenze: l'apparire dei “vortici di estremità” e una bizzarra distribuzione della portanza su tutta la superficie. I vortici, che non si possono proprio eliminare ma soltanto correggere con opportuni accorgimenti portano con sé resistenza all'avanzamento, mentre la distribuzione della portanza sulla superficie non sarà per niente proporzionale alla quantità di superficie stessa come potrebbe apparire, ma avrà risposte di valore diverse a seconda dell'outline della pinna e del tipo di profilo e anche della velocità del flusso. Questo comporterà importanti conseguenze sullo stallo, cioè la perdita più o meno brusca di portanza che noi avvertiamo come spinout, sulla velocità e anche sulla potenza a disposizione, specie quella massima. Con questa premessa (indispensabile) salta subito all'occhio quanto possa essere difficile progettare una pinna wave, dove situazioni di vento e di mare diverse, programmi diversi, stili di navigazione e gusti nel navigare diversi si affidino ad un unico e apparentemente semplice oggetto. In nessuna altra specialità del windsurf infatti, la pinna deve comportarsi come una macchina programmabile e possibilmente “intelligente”. Un vero rompicapo, ve lo assicuro! La pinna wave ci deve innanzitutto far planare (come al solito) ma una volta partiti dev'essere veloce perché abbiamo visto quella rampetta e vogliamo provare quel salto che se ci riesce... figa lo metto subito su fb! Quindi: partire, accelerare, andar forte e anche stringere fino all'ultimo (perché la rampetta è un po' all'orza) evitando il più possibile lo stallo, tutto questo deve fare la nostra pinna là sotto! Ma con un buon studio si può fare. Al ritorno però voglio vedere se riesco ad “entrare” in quell'onda che ho visto prima salendo e se ci riesco voglio fare un bottom (turn) da manuale ( vabbè, con una percentuale di sogno), e a questo punto la nostra pinna là sotto deve lasciarsi controllare, bella docile e non ostacolarci nel nostro cavallo di battaglia (...battaglia, diciamo una lite con l'onda và...). E lo vogliamo dalla stessa pinna che prima ci ha fatto saltare. E allora dai con forme che diano un buon grip per saltare e profili che consentano velocità (ma senza stallare subito!): quindi pinne dritte , un po' strette, profili magri un po' aguzzi. Poi però non surfano. Allora tanto rake, così la parte di pinna all'indietro non essendo sostenuta dal corpo, fletterà e la pinna avrà meno portanza e io sentirò meno pressione sotto i piedi, bene, stò girando, anzi, “carvando”, mica pizza e fichi... e mi sento Greg Maisonville (i più giovani si documentino e capiranno), se in più ho messo un pro-
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Anatomia di una pinna wave
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SCUOLE D’ITALIA
SPORTACTION PROFESSIONAL SURF & SAIL CENTER
All photos in this page courtesy Sportaction Professional surf & sail center
Terza puntata della rubrica che ci porta a conoscere alcune scuole e centri windsurf della nostra penisola. Questa volta andiamo sul lago di Iseo... E più precisamente ci spostiamo nella zona più ventosa del lago dove è situato lo Sportaction Professional surf & sail center. La scuola di windsurf, collocata a Solto Collina fra Lovere e Riva di Solto, è in una posizione strategica per svolgere tutti i tipi di corsi. Al mattino per i principianti e il perfezionamento, quando le condizioni di acqua piatta e vento leggero sono ottimali e nel pomeriggio per gli avanzati e gli esperti, quando la mitica “ora” soffia forte e costante. Il team d’istruttori VDWS e Fiv Sportaction, in continuo aggiornamento sulle didattiche d’insegnamento e supportato dall’attrezzatura di ultima generazione, è a disposizione per qualsiasi esigenza. Il centro è provvisto di tavole Patrik e vele Simmer Style dalla 2.0 alla 8.6, armate con il proprio albero e boma, pronte all’uso per grandi e piccoli surfisti, sia per i corsi che per il noleggio. Dopo la surfata, la zona relax, il solarium con sdraio e il bar/ristoro, organizzati nei minimi dettagli, sono pronti ad accogliere i surfisti. Il centro è inoltre provvisto di stand up paddle, canoe e barche a vela per vivere il lago a 360°. Per qualsiasi informazione: www.sportaction.it mail: fabio@sportaction.it Fabio tel. 3478519679 OTT/NOV 017 ! 43
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Roberto Da Costa
Conclusa la stagione calda...
si ritorna a pensare alle onde! In effetti, abbiamo passato la prima settimana di settembre con “qualche” mini perturbazione. Chiamarle onde è un azzardo, ma pur sempre di moto ondoso si tratta. La Punta, Cala della Morte, il Cavalluccio e il mio home spot Campo Di mare con il ponente post perturbazione da Ovest, hanno di fatto regalato qualche buona session di wave, freewave e di slalom. Per la precisione di vento questa estate ne ha fatto... eccome! Il termico di ponente ci ha accompagnati da aprile, anzi... da gennaio a settembre, con delle ottime giornate di slalom e freestyle . Proprio mentre sto scrivendo questo articolo la centralina di S. Agostino mi sta segnalando che il vento da WNW è entrato e le raffiche sono già ben oltre i 16 nodi!
Conclusa, si fa per dire, perchè a fine agosto c’erano ancora 40 gradi... Testo e foto Roby Da Costa
Ma torniamo a noi, che è la cosa più importante. Se non ricordo male, vi avevo già accennato sul numero scorso che il nostro sport sta vivendo una profonda crisi... le vendite del nuovo, almeno nella mia regione, sono veramente poche! Se togliamo i due benestanti che ogni anno, anzi... ogni sei mesi cambiano vele e tavole come se fossero dei jeans, il resto degli acquirenti è quasi... estinto! In spiaggia spopolano le vele e le tavole del 2000, qualche rara eccezione si vede, ma… al massimo si parla di materiale del 2005. Ora mi viene da chiedere... ma le aziende del settore come pensano di campare in questo mercato che oramai è di fatto un
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“collabo” dal Lazio malato terminale?! Piccolo esempio: nel mio home, spot quando fa vento siamo in 40, quelli che hanno il materiale 2017 sono due, il resto, bene 38 windsurfisti hanno materiale “old”, 2000\2005, quando va bene... 2010! Cosi, preso dalla curiosità, mi sono fatto un giro tra i miei amici; praticamente tutti i 40 presenti in spiaggia. Eccovi in breve le risposte che mi sono state date. Il 90 % si riassume così: “non ho soldi per cambiare materiale, anche perché con quello che costa una tavola e un rig completo mi ci copro una Fiat Panda, ultimo modello”. Il restante 10%, risponde così: “se posso cambio volentieri il materiale che ho anche se è pari al nuovo, sai… in acqua vali di più se hai sempre il materiale nuovo di pacca...”. Queste in sintesi tutte le risposte che ho ricevuto, ovviamente tralascio volutamente quelle più fantasiose del tipo: “no sai… con il materiale 2005 non mi riusciva lo speed loop” oppure “ la tavola di quest’anno pesava troppo, 6,8 kg, in strambata era dura da girare, quella 2018 pesa 50 grammi in meno e so già che ci farò i numeri”. O ancora “no sai... sul modello nuovo hanno cambiato la distribuzione del volume a prua: ora la tavola senza vento è più bilanciata e poi quando faccio la partenza dall’acqua la tavola non affonda più di prua. Insomma cari lettori cose da turchi e il bello viene quando parli di vele... eccovi qualche botta e risposte. “Sai quest’anno ho preso le….(tralascio volutamente marchi e modelli) vanno da paura! Ma davvero?!...
2018 e in acqua vedo ancora gente che malgrado faccia windsurf da più di vent’anni è ancora convinta che con la tavola da freestyle, se ci metti una vela a tre stecche e una pinna wave ci puoi surfare le onde di tre metri side off. Oppure come il mio amico fante Di Coppe, al secolo Federico... che con lo slalom 107 litri e la vela da 7.8, monta una pinna da 45 cm. Ma i peggio poi sono quelli che mi dicono: “caro Da Costa… ma come fai con quel catafalco di tavola da slalom ad uscire?” E sulla stessa linea: “lo slalom è roba da coglioni perché il windsurf è windsurf da 18 nodi in su”. Che vi devo dire?! Ognuno le vede come meglio crede: l’importante è fare sport all’aria aperta Anche questo mese ho terminato le risorse mentali, vi lascio con la mini recensione dei due fratelli Alex e Gabriel, che ci parleranno di due prodotti: l’albero 2018 100 % RDM Challengersails e il nuovo boma Tecnolimit aluminio da wave. «L’albero si adatta perfettamente alla vela 3.G, le sue caratteristiche si apprezzano maggiormente tra le onde e nei salti, dove, emerge la sua leggerezza e la qualità di costruzione, qualità che ci ha permesso d’uscire indenni anche da più spietate macinate tra le onde di Cala Della Morte. Il boma Tecnolimit in alluminio è leggero, la nuova curvatura rende la navigazione confortevole: grip e presa sono ottimi. Altro punto a favore di questo boma è la qualità del grip usato mentre eccellente è la parte accessoristica tra le quali spicca la più che consolidata maniglia Tecnolimit, il terminale e il sistema di rinvio delle sagole di bugna che sono quanto di più facile e affidabile che ci sia. Buon windsurf a tutti da Alex e Gabriel.»
“Si, si... con la finestra in pvc non avevo molto feeling , ora invece con il tramato verde smeraldo mi sento perfettamente in sintonia!” Ma il top del top lo si sente con le Due giovani tester: vele da wave a Alex e Gabriel tre stecche. Insomma cari amici lettori quello che ne è emerso è al quanto imbarazzante: nella media chi fa windsurf non sa bene se lo fa per farsi notare o per il solo piacere di fare windsurf! Siamo oramai alle soglie del
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Paolo De Angelis
www.windspirit.it
Tenerife... ancóra la mia àncora di salvezza! Nella lingua italiana basta spostare un semplicissimo accento affinché una frase assuma significati diversi, ma nel caso di Tenerife, la mia meta estiva da ben 7 anni, gli accenti non ne scalfiscono il “significante”! In quanto è vero che anche quest’anno ho scelto “àncora” Tenerife, ma è altrettanto vero che Tenerife è stata nuovamente la mia unica “àncora” di salvezza. Vi giuro che ce l’ho messa tutta a provare a cambiare destinazione, ma per ogni alternativa vagliata nascevano, sistematicamente, numerosi punti a sfavore tali da farmela scartare. A questo proposito voglio proporre una sfida a tutti voi mirata a trovarmi una location per il prossimo agosto con le seguenti caratteristiche: percentuali di vento sempre al di sopra
L’isola Canaria non tradisce mai... Special thanks to AK SURF SHOP Monopoli (BA)
Tenerife: rider Jochen Stolz
del 70% con onda per fare del sano wave riding, temperatura dell’acqua temperata, clima con temperature da 22/23 gradi di sera e 28/30 di giorno, umidità relativa sempre al di sotto del 40%, assenza di zanzare, costo della vita di gran lunga inferiore all’Italia (benzina a 76 centesimi al litro) e tutto logisticamente raggiungibile a piedi. A voi l’ardua ricerca!!!! Per quanto mi riguarda c’è anche il cosiddetto valore aggiunto determinato dall’aspetto affettivo. A Tenerife ho tantissimi amici che mi fanno sentire a casa e che ogni anno ho il piacere di rivedere. A parte i giochi di parole, anche il soggiorno di quest’anno, come quello dei precedenti, ci ha regalato momenti davvero speciali: abbiamo as-
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Tenerife: rider Enzo Esposito
sistito ad una spettacolare tappa del PWA, ci siamo goduti ben 20 giorni di vento e onda intervallati da escursioni e giri vari, mia figlia ha continuato a praticare il surf da onda, il mio cane si è dilettato a cacciare le povere lucertole canarie e mia moglie si è dedicata a rimpinguare le casse degli esercizi commerciali presenti. Tutto ovviamente condito dalla serenità, dai tempi tipicamente canari e dagli amici con i quali ho condiviso sessions in windsurf straordinarie. Un doveroso grazie al mio carissimo amico Enzo Esposito sempre affettuoso e premuroso.
Quest’anno particolarmente motivato in acqua sia con il surf che con il windsurf. Più le condizioni erano dure e più si esaltava. Vederlo in acqua in solitario con la 3,7 strapiena staccare forward, 360 e aerial è stato un vero spettacolo. Ritornare alla routine Italiana non è mai facile e mentre faccio i conti con la nostrana realtà windsurfistica, confidando in un vostro suggerimento per l’anno prossimo, vi saluto e vi invito a visitare il nostro sito www.windspirit.it per contattarci e rivedere le foto delle uscite.
Rider: Juliann Salmonn
Rider: Paolo De Angelis
Rider: Andrea Palazzo
Rider: Paolo De Angelis OTT/NOV 017 ! 47
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Luigi Acerra
“collabo” dalla Sicilia
Agosto, vento mio...
ti riconosco! Cari lettori, come ricorderete dall’ ultimo report, il mese di luglio è stato discreto, ma non eccezionale. In compenso agosto è stato un mese molto generoso di vento sullo stretto, grazie al termico locale che ci ha consentito poderose uscite con la 4.4 (a volte anche con la 4.0 ) ed un bel choppone formato. Lo spot più gettonato e certamente anche il più surfabile, grazie all’ assenza di kiters è stato Scaletta, con surfisti provenienti da tutta la Sicilia orientale, vista la piatta totale presente nel resto dell’ Isola, eccetto la zona Stagnone. Encomiabile il duro lavoro fatto dai fotografi Saverina, Pietro ed Emanuela, autori delle foto di quest’articolo. Organizzatissima la rete di segnalatori di vento su what’s up, che ha risparmiato a molti forestieri degli inutili viaggi e vuoto. Da segnalare l’uscita di lunedì 28 agosto a Tremestieri, molto in controtendenza e
Ad agosto il 15 giorni utili, la maggior parte per vele da 4.8, 4.4 e qualcuno anche da 4.0!
proprio nella spiaggia del kiters. Causa calo di vento a Scaletta e viste la notizie provenienti da Tremestieri, molti si sono velocemente spostati sul vecchio spot alcuni, me compreso, con ancora addosso il mutino. Al nostro arrivo vento da 4.2 e chopponi da urlo (fino a 2 metri e belli ripidi), davvero insoliti per questo spot, che hanno consentito a Giulio di provare i suoi backloop e a me inconsuete e goduriose shaka stellari Gollito style, qualche ponch, kono switch e quella che oramai è diventata la mia croce: il burner! Meno male che ci siamo sfogati ad agosto, infatti settembre sta trascorrendo con poche giornate di vento utile per lo più da 4.85.2... come da mia personale statistica. AlohA
Giulio prova un back loop - foto © Pietro Rizzo
Shaka di Luigi - foto © Pietro Rizzo
E vai di Burner - foto © Pietro Rizzo
Ponch di Luigi - foto © Saverina Maruca
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Eleonora Palermo
Una pessima annata... ma non per il vino della Provenza! Che questa sarebbe stata, wincomprano vele e tavole nuove. dsurfisticamente parlando, una Perfino tuo fratello che, andava pessima annata era chiaro da suavanti con la stessa tavola dal bito, fin dagli albori di questo 2006, ne compra ben 2. 2017. La beffa?! In calendario c'erano troppe scaGliele vai a ritirare tu e te le lascia denze, troppo lavoro, qualche parcheggiate in casa tua per setticambiamento e la concreta possimane... bilità che le vacanze d'agosto salHo perso le tassero. 3) Nell'unica manciata di giorni di parole e pausa estiva che ti sono concessi, E infatti, così è stato. Certo che ne’ la Fidanzata, ne’ il questa programmi un passaggio da HyèSurfista pensavano a inizio anno sperando nella consueta volta... res, che davvero il 2017 potesse essere "sventagliata di Ferragosto". non è una Per questioni logistiche sei senza una tale carestia di vento e di onde... basti pensare che sulla nocanzone di attrezzatura, ma don't panic, la Fistra stecca a oggi è segnata una ha già organizzato tutto e Ligabue! danzata sola crocetta! l'affitterai, c'è già una prenotaChe al Surfista tutto ciò abbia prozione a tuo nome al centro dell'Alvato malumori, malessere e difficoltà assortite ça manarre. Arrivi e il vento c'è... ah, se c'è! va sans dire, ma che pure la Fidanzata avrebbe Ce n'è talmente tanto che un ragazzo con l'aria accusato forse non è così scontato. sconsolata (ma mai quanto la tua) al centro noMa ci avete mai provato voi a scrivere di windsurf leggio ti dice "desolé, pas de locations aujurd'hui quando non avete la benché minima occasione il y a TROP de vent" e tu guardi mesto, mesto le di solcare una spiaggia e avere uno straccio di palme piegate a terra e speri in quel verdino ispirazione?! tenue che WindGuru promette fiducioso per il Inutile soffermarci quindi sul come e sul perché giorno successivo. abbia mancato lo scorso numero. E invece il giorno successivo non si muove una La verità però, è che anche questa pessima an- foglia! nata ”wind free”, ci ha insegnato qualcosa. La magra consolazione di questa brutta avvenEcco allora tre cose che capitano quando tu non tura? puoi fare windsurf: La Fidanzata ha preso in mano la situazione, convinto il Surfista a puntare la prua della surf mobile 1) TU non puoi fare windsurf, ma tutti gli altri sì. verso l'entroterra e in quella manciata di giorni liE allora stai pur tranquillo che quando tu non ti beri hanno finalmente messo a segno quella agopuoi muovere dalla città, nei tuoi spot preferiti fa niata gita in Provenza di cui lei ormai parlava da un bel vento e tutti, TUTTI, i tuoi amici postano anni. foto delle loro gloriose uscite La lavanda in fiore, i villaggi da cartolina, i profumi delle erbe, i calici di vin rosé... alla fine è pia2) Se non fai windsurf e non hai prospettiva di ciuta molto anche a lui. farne, a un certo punto non ti viene da sublimare Ora non ci rimanche che pensare al futuro: faccomprando attrezzatura perché quando (forse) ciamo che quest'annata si chiuda in fretta... ma potrai usarla sarà già vecchia. nella prossima, ci sarà più vento per il Surfista e E' quello l'anno in cui tutti, TUTTI, i tuoi amici per la relativa Fidanzata?! OTT/NOV 017 ! 49
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parole di Fabio Sabatelli
MISSION A RODI
MEDITERRANEO...
O EGEO?! Il vecchio caporedattore arranca sullo sterrato che porta alla sommità dell’isolotto... il panorama sulla baia e sul mare
orreva l’anno 1992 o forse era il ‘93... sempre comunque quasi 25 anni fa e un allora giovane capo redattore di WN era sbarcato Rodi per andare a vedere l’amico Luca De Pedrini, impegnato in un Campionato Europeo Slalom, organizzato proprio a Prasonisi. Ai tempi le vacanze del capo redattore e della sua compagna di allora e di adesso, erano molto più lunghe e sbarcare, dopo una notte di traghetto a Rodi, ma soprattutto, dopo circa 25 giorni di vento da 4.2/4.7 rimediato ininterrottamente a Mykonos, era stato un vero... trauma!
C
Le “cognizioni” di allora sui vari spot e sulle loro condizioni meteo erano molto, ma molto più approssimative di quelle di oggi e il vostro caporedattore era, se possibile, ancora più rincoglionito di ora... fatto sta che quella volta non ero arrivato neppure a Prasonisi, situata nella parte più meridionale dell'isola e dopo tre giorni di cippone, rimediato sulla costa orientale dell’isola... ero “scappato” di gran carriera per tornare a surfare in quel di Mykonos, con tanti cari saluti a Don Pedro e al suo campionato slalom! Ora... dopo 25 anni la storia ha un altro inizio!
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TORNO IN GRECIA DOPO 25 ANNI... parole by smink - foto © silvia berretta
A Prasonisi Egeo e Mediterraneo si incontrano... e il Meltemi, che soffia forte con la regolarità di un orologio svizzero fa si che la striscia di sabbia bagnata dal Mar Egeo, sia molto più “ondosa” di quella bagnata dal Mediterraneo, che qui è calmo e piatto...
.
Gli spots più “gettonati” dell isola di Rodi...
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Prasonisi
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aperto, dal faro abbandonato, vale la camminata di un’ora!
Correva l’anno 2017 e un vecchio capo redattore di WN, dopo aver cercato inutilmente un volo per le Hawaii ad un prezzo abbordabile, mandava in mission a Maui il buon Bac con famiglia e... decideva di tornare a “scoprire” Rodi che, ad essere sinceri, non aveva lasciato un gran ricordo di quei tre miseri giorni passati sull’isola. In effetti all’epoca il casino di Mykonos, Paros Naxos... mi “attiravano” molto di più della relativa calma di Rodi. Ora è l’esatto contrario... meno casino c’è, non solo in acqua, è meglio è!
E il fatto che a Rodi, scendendo verso sud il panorama si faccia più selvaggio e disabitato e che quanto affermato dall’amico Fed al quale avevo chiesto lumi sullo spot “principe” dell’isola (“la civiltà si ferma cinque chilometri prima di Prasonisi”...), tutto sommato rispondesse quasi alla realtà... è stata una bella sorpresa! A dire il vero l’approccio, appena arrivati a Rodi mi ha fatto storcere di nuovo il naso... me la ricordavo proprio così: con la lunga, trafficata strada, situata sulla costa orientale dell’isola che scende verso sud, attraversando paesi che poco OTT/NOV 017 ! 51
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Back loop come se piovesse per il local... ultimamente in vacanza mai avevo visto cosi pochi forward e cosi tanti back!
hanno a vedere con quello che ci si aspetta dalla Grecia. Dimenticatevi le caratteristiche case bianche di Santorini, Mykonos, Paros, Naxos... (Lyndos a parte), abbarbicate sulla costa che degrada al mare e preparatevi a lunghe spiagge senza troppo “sugo”, grandi hotel con le attrattive tipiche di questo tipo di strutture... Per certi versi sembra una po’ la parte “brutta” delle Canarie, quella “riservata” al turismo di massa. E di turismo di massa,anche qui se ne intendono: negli ultimi tre giorni di vacanza, passati a nord, ho visto atterrare aerei in continuazione: ogni 5 minuti, nell’aereporto di Rodi, sbarcano centinaia di turisti che si andranno ad “infilare” nei grand hotel, nei vari villaggi e negli immensi resort situata nel nord dell’isola. Per fortuna, scendendo verso sud, questo sce-
nario è intervallato, qui e là, da alcune “perle”, quando la costa, lunga e monotona, lascia lo spazio a promotori ed insenature di rocce che regalano angoli di mare mozzafiato. Tornando a noi l’approccio deludente, forse viste anche le previsioni di vento discretamente forte sin dal nostro arrivo... è durato solo un paio di giorni! Già arrivando alla meta, sulla strada che domina il promontorio di Prasonisi... mi si è aperto il cuore! Gli ultimi 10 chilometri lo scenario spoglio, quasi desertico nell’ultimo pezzo di strada ricorda vagamente l’avvicinarsi a Sotavento in quel di Fuerte... ma lo scenario, colori a parte, windsurfisticamente parlando, è forse meglio. Da un lato c’è l’acqua piatta, ma dall’altra ci sono le onde... non saranno grosse, potenti, ma di-
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TORNO IN GRECIA DOPO 25 ANNI... parole by smink - foto © silvia berretta
4,7/5,0 e wave “generoso”, 85/90 litri è il quiver consigliato per surfare tra le onde di Prasonisi sia in back che in front!
menticatevi quelle “porcherie” di condizioni che vengono propinate come wave, dai cataloghi di viaggi windsurf... tipo Naxos ad esempio, dove, se non si è super fortunati di beccare la mareggiata dell’anno, le onde le vedete solo con il lanternino! A Prasonisi lo “swell” c’è veramente... e qualche volte le onde raggiungono pure più di due metrozzi... l’unica “problema” è l’angolazione del vento molto on shore, discreto per saltare, buono per surfare back side, meno in front... ma quando il Meltemi è veramente forte, si riesce a strappare anche qualche bella surfata “front”. E diciamo pure che l’uscita del primo giorno con la 5,3 ed un buon metrozzo d’onda è stato un bel aperitivo. Chiarisco subito per fugare ogni dubbio: se volete vederlo come un posto per waver esperti... siamo
fuori strada: posti migliori per surfare le onde... abbondano! Se però siete alla ricerca di un posto dove progredire rapidamente, avere la possibilità di allenarvi al mattino sull’acqua piatta e di passare nel pomeriggio ad affrontare le prime onde in relativa sicurezza... qui avete il non plus ultra con uno “score” alzato ulteriormente dal fatto che un’acqua così calda, la trovate solo ai... caraibi! E diciamolo chiaramente a 54 anni suonati, anche al vostro capo redattore, la voglia di spakkarsi le ossa in posti impegnativi... è ben, ben scemato. Ogni tanto bisogna tirare un po’ il fiato e qui è tutto molto facile... bisogna stare un po’ all’occhio più ai bagnanti che non ai kiters che sono numerosi tra le onde... bagnanti che vi ritrovate come boe da “scartare” mentre scendete le onde, ma il fatto di essere tutto relativamente OTT/NOV 017 ! 53
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Il faro abbondonato, la spiaggia delle onde piena di rumenta e il Meltemi forte che pompa lo swell verso la spiaggia...
semplice e facile, spinge i vecchietti come il sottoscritto ad alzare un po’ l’asticella e ad osare qualcosina in più. Sta di fatto che era veramente tanto che non provavo a fare dei back loop... in questo posto si potrebbe farci il festival di questo salto e qui mi è tornata la voglia! E saltare con la 4,7, leggermente scarsa di vento, aiuta moltissimo a controllare la rotazione. A voler essere precisi infatti, la vela giusta di questa vacanza sarebbe stata la 5.0, che ho “oculatamente” lasciato a casa, facendo i conti con il peso della sacca per il trasporto in aereo... non sapendo bene cosa aspettarmi, ho optato per 4.2. 4.7 e 5.3 che si è rivelata sempre “grossa” tra le onde. Visto che con previsione anche di 10 nodi, verso le cinque del pomeriggio il vento aumenta fino a
soffiare per un paio di orette da 5.0... ho planato, in pratica quasi tutti i giorni. Chiaro che se ti abitui a surfare e saltare con la 4,7, quando usi la 5.3 ti sembra di avere una vela enorme tra le mani. Sicuramente “fisime” da vecchio, ma ho anche un bella riga di amici per i quali il vero windsurf tra le onde si ferma alla 4.7... che poi questo voglia dire rinunciare ad un sacco di uscite ed avere un numero impressionante di chilometri sulla schiena fatti per beccare vento da 4.7/4,2... beh è tutto un altro discorso: infatti Max è andato a Pozo ed io a Rodi! Nelle giornate di Meltemi forte quando il vari siti prevedono almeno 20 nodi e un metrozzo abbondante d’onda, il divertimento assicurato anche per gli esperti. Se si sale lungo la strada sterrata che porta alla sommità dell’isolotto (una visita al faro abbando-
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E meno male che il Meltemi non è più quello di una volta... si vede che il Flikka “grande” del capo redattore porta bene!
nato vale la camminata di un’oretta per vedere i due mari dall’alto...), lo scenario è simile a quello che si gode dalla collinetta della Coudouliere, guardando le onde spinte dal vento che entrano nella baia... la qualità dell’onda è diversa, alla Cudù rompe su roccia, qui è un beach break, ma Meltemi e Maestrale si assomigliano molto a potenza, anche se il vento tipico della Grecia arriva molto meno rafficato! E proprio la potenza del vento, nelle giornate buone, permette di surficchiare anche front side e le onde, quando sono grosse, spingono abbastanza. Unico neo del quadro fino a qui positivo è che bisogna osservare bene il ciclo delle maree, come in oceano, per beccare il momento migliore che a volte coincide purtroppo con il pomeriggio avanzato... in quel caso, se il moto ondoso, è stato bello spesso per tutta la giornata, il fondale
totalmente sabbioso, libera una montagna di alghe, tipo quelle che si beccano a volte negli spot francesi del Var, che vagano in banco per tutta la baia: se finite in uno di questi banchi, non planate, non surfate e anzi, se ci cadete dentro... non ne venite più fuori. Altro neo, gia riscontrato in altri spot greci, è la massiccia quantità di sacchetti di plastica che si ammassano, spinti dal vento, nello spot con le onde, cosa che non accade in quello con l’acqua piatta, in condizioni di Meltemi. E per la stessa ragione la spiaggia delle onde, che sarebbe bellissima, è un “ricettacolo” di rumenta di ogni genere: nessuno “cura” la spiaggia, che viene “ripulita” solo dalla maree. Non c’è confronto con la spiaggia dello spot con l’acqua piatta che appare invece linda e curata. A proposito di questa spiaggia c’è da dire che è OTT/NOV 017 ! 55
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L’incantevole scenario che si gode dall’alto, guardando le baie di Lindos, il più pittoresco dei villaggi dell’isola di Rodi
“assistita” dai diversi centri windsurf: RRD, JP/Neil Pryde, ecc... che offrono la possibilità di affittare o di fare scuola. Particolarità di queste scuole è che spostano la loro sede, tutte le mattine, trainate da trattori, proprio in riva alla spiaggia, per poi tornare a fine giornata nella loro ubicazione originaria, a fianco del parcheggio. Tutte le scuole sono munite di gommone per i recuperi, di chi plana solo al lasco direzione Africa e forse anche per la relativa sicurezza dello spot... posso dire di non aver mai visto tante ragazze praticare windsurf. A parte il bel vedere, in alcuni casi in tutti sensi... è stato anche piacevole ritrovare le più brave a surfare le onde nello spot sopravento. Per quanto riguarda la parte windsurf potremmo chiuderla qui, salvo ricordare che la costa nord occidentale, lungo la strada che da Rodi scende fino a Fanes, da cui si vede distintamente e relativamente vicina la costa turca, regala 5/6 spot dove, nella stagione estiva, con il Meltemi si esce in condizioni di vento forte, acqua piatta o al massimo choppone come a Noli. Venire fino a qua per uscire come a Noli o con il
vento da terra se si opta per i due tre spot della costa orientale... non fa più per me! Da tenere a mente però che diversi spot della costa occidentale... Ixia, Trianda, Kremastri, Thelogos, Sorini beach, Fanes e Apolakkia che rimane una ventina di chilometri a nord ovest di Prasonisi, possono diventare interessanti anche per le onde con la tramontana invernale.
Come arrivarci Due le opzioni: in aereo o in traghetto. La seconda soluzione prevede solitamente di partire da Ancona, Bari, Brindisi, ecc. raggiungere il Pireo, rapido trasferimento via strada a Patrasso, per poi prendere il traghetto per Rodi. Fattibile anche in camper con una spesa che parte da 200 euro a tratta a salire per un furgone... è indicata per chi ha diverso tempo a disposizione perchè ci vogliono un paio di gioni per arrivarci ed un altro paio per tornare a casa. Se la destinazione finale, con il camper, è Prasonisi, la sistemazione prevede... camping selvaggio, in spiaggia, sotto il sole di giorno e sotto le stelle di notte, spazzolati in lungo e in largo dal
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Il mare sotto l’acropoli di Lindos... e dopo, anche con previsioni pessime, ci scappa sempre un’uscita serale a Prasonisi!
Meltemi. Non ci sono alberi... le radure aggrappate alle coline sono in parte un “cagatoio” a cielo aperto e in parte un campeggio libero per tende, abbastanza “spartano”... per fortuna ci sono un po’ di docce con l’acqua dolce al limitare della spiaggia e i due piccoli market che sono, con i due alberghi per surfisti e i due ristoranti, le uniche costruzioni in zona, permettono l’uso dei servizi. Avendomi l’amico Fed più o meno illustrato la “sistemazione” anche se ho da poco “pensionato” Arca Freccia e Vito Marco Polo per un camper, un po ‘più nuovo, ho “sfruttato” al massimo il fatto che l’aria condizionata del nuovo mezzo non funzionasse benissimo, per “convincermi” di andare a Rodi in aereo. Una marea di compagnie, comprese quelle low cost come Rayan air e Easy Jet coprono la rotta su Rodi, ma ad inizio agosto, fatto due conti con il trasporto del sarcofago con tavole, tre vele, due alberi, boma, trapezio... ho optato per Neos. Questa compagnia ha il costo dei biglietti abbordabile, circa 400 euro A/R a persona e trasporta la sacca da windsurf (max 30 kg) con una tariffa, sulla carta, di altri 200 euro a tratta.
Non poco certo, ma capita spesso che pagati i 200 euro dell’andata, non si sa per quale ragione e figurati se vado ad indagare proprio io... non si paghino più i 200 del ritorno, cosa che rende questa opzione interessante anche da questo punto di vista. Gli aerei Neos sono recenti, abbastanza comodi... a Milano sono un po’ tassativi con i pesi delle valigie (15 kg) e del bagaglio a mano, ma il viaggio è stato discreto, sia all’andata che al ritorno. Le prenotazioni si fanno dal sito della Neos e al proposito vi consiglio di non scegliere per risparmiare, come fanno i liguri dal braccino corto tipo il sottoscritto... quei voli che arrivano a mezzanotte e che ripartano da Rodi alle 3 del mattino. Bastano i ritardi di un’ora all’andata e di quasi tre al ritorno per incasinare il ritiro dell’auto, l’arrivo in albergo... insomma le solite cose!
Dove dormire e mangiare... Si può scegliere il pacchetto completo per una vacanza a Rodi con sistemazione in uno dei tanti resort o grand hotel di Rodi, ma se la destinazione è la zona sud e Prasonisi in particolare, può OTT/NOV 017 ! 57
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La valle delle farfalle... prendetevi una mattinata perchè, amanti delle farfalle o no, è un gran bel posto e vale la gita!
diventare veramente scomodo farsi 40, 50,60 chilometri al giorno, se non di più, avanti/indietro per andare a surfare. Meglio il solito fai da te: Prasonisi offre un paio di sistemazioni a 150 metri dal mare i tipo l’Oasis Windsurfing hotel, ma ad agosto non è così facile trovare posto e se volete un po’ di vita serale, a parte i due ristoranti di cui si parlava prima, dovete salire a nord, direzione Lyndos. Il che mi ha fatto optare per una soluzione a Lahania, che nulla a che vedere con la Lahaina hawiana, che Silvia ha scovato su AirBnb. Sistemazione non proprio economica (quasi 80 euro al giorno contro i 35/40 degli hotel a Prasonisi), ma veramente bella. Una villetta, giusta per due persone, con patio, posto macchina e visita mozzafiato sul mare, situata lungo una strada sterrata costruita dagli Italiani nel periodo della
loro occupazione dell’isola nella seconda guerra mondiale. La sistemazione ottimale, la gentilezza e l’ospitalità della padrona di casa Nina, ci hanno presto fatto dimenticare il lato “costoso” tanto che siamo rimasti in questa confortevole sistemazione per ben 18 giorni. A proposito di costi... apro una parentesi: mio fratello che negli ultimi anni è venuto spesso in Grecia a passare le vacanze estiva, mi raccontava che si spendeva poco. Ora qui le cose sono due: o è diventato ricco, si dà alla pazza gioia e io non me ne sono accorto o i prezzi quest’anno sono saliti di un bel botto. Fatto sta che, anche per mangiare, Portogallo, zona Viana, tanto per dirne una, batte Grecia 3 a 0... nel senso che nel nord del Portogallo si spende molto di meno! In Grecia, probabilmente hanno capito che biso-
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TORNO IN GRECIA DOPO 25 ANNI... parole by smink - foto © silvia berretta
dete la strada per Plimiri e troverete quasi sulla spiaggia, un locale caratteristico con i polpi appesi: qui potete scegliere sul momento, direttamente davanti ad una ricca esposizione di pesce fresco, cosa mangiare... occhio percò: non c’è il menu con i prezzi e si spende un bel botto!
Cosa vedere a Rodi...
Stesso discorso vale per le Terme di Kalithea...
gna spremere i turisti, ma c’è veramente poca differenza se mangiate, in posti sulla carta economici o in posti un po’ più “rinomati”. Sta di fatto che in zona ci siamo trovati benissimo al Platanos, sia per la location che per la cucina: il locale che è all’aperto con i tavoli posti sotto un enorme platano in una caratteristica piazzetta di Lahania, fa si che si ci immerga in un’atmosfera che ricorda Mediterraneo di Salvatores. Qui vengono a mangiare anche da Rodi e si spende in due 35/40 euro con il dolce... Con lo stesso budget, un altro posto buono è il locale che fa tutto, carne e pesce alla griglia, lungo la strada che sale a nord. Passato Gennadi, in direzione Lindos ve lo ritroverete sulla sinistra... il fumo della griglia e le tante macchine parcheggiate ve lo faranno trovare con facilità. Se volete mangiare invece pesce fresco, pren-
Di cose da vedere per il turista che vuol farsi un minimo di “cultura” di Rodi, ce ne sono un mucchio... vento permettendo. l turisti... li abbiamo fatti solo negli ultimi quattro giorni di vacanza dove, nonostante il Meltemi continuasse a soffiare forte imperterrito, ho lasciato il windsurf a riposo. A sud, a parte qualche chiesa o monastero la fa da padrone il paesaggio. Vi consiglio di fare la strada costiera che risale la parte occidentale dell’isola e per chilometri non incontrerete altre macchine. Lo scenario suggestivo con una lunga spiaggia solitaria fino ad Apolokkia e ancora più su fino capo Goergios. A metà isola sulla costa orientale c’è Lindos che è un‘incatevole paese tipicamente greco arroccato sulla collina, con tantissimi ristorantini e pub per tutte le tasche, con l’Acropoli che si raggiunge salendo un ripido sentiero, la sua rocca con il castello e le sue stupende baia di rocce a nord e una bella spiaggia a sud. A proposito... essendo un posto che richiama tantissimi turisti, le baie sono sfruttate al massimo possibile con ombrelloni e sdraio a pagamento: occhio a non arrivare troppo tardi perchè poi non troverete un posto a l’ombra neanche a pagarlo oro Salendo a nord... la città vecchia di Rodi è bellissima: racchiusa all’interno delle grandi mura, è un’inusuale fusione di stili architettonici diversi: classico, medievale, ottomano, italiano. Purtroppo anche parecchio “sfruttata” dal turismo di massa e... di sera “luccica” molto, è strapiena di gente, ma la qualità di certi ristorantini e negozi non è di certo in linea con i loro prezzi. Sempre a nord, nell’interno dell’isola, ma a meno di una decina di chilometri dalla costa, c’è la Valle delle farfalle detta anche Petaloudes. Non so bene che tipo di lepidotteri “popolino” questo parco, ma il sentiero che si inerpica nel bosco dove ci ritrova spesso circondati da nuvole di farfalle... vale la gita! Come vale fare un salto alle Terme di Kalithea, progettare da un architetto italiano negli anni ‘30: sono immerse in uno scenario naturale veramente bello con delle baiette mozzafiato, anche in questo caso sfruttate al massimo con ombrelloni e sdraio a pagamento. Di cose da vedere ce ne sarebbero ancora un mucchio... vento permettendo appunto! OTT/NOV 017 ! 59
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HYDRO FOIL (ALU) NP RS:Flight Alu
test by wn hydro team (cassik, ermanno, claudio) - san teodoro (sardegna) - settembre 017 - photo cassone MISURA ALBERO : FRONT WING SPAN: TAIL WING SPAN : PESO DICHIARATO : PESO RILEVATO: COSTRUZIONE : SCASSA BASE :
850 mm 680 mm 421 mm TBA 4,6 kg alluminio/G10 deep tuttle
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range di planata, prezzo abbordabile
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ingombro, necessita di una scassa rinforzata
I test di questo numero “perdono” una tavola ed un paio di vele wave che ritroveremo sul numero di dicembre/gennaio, per fare un po’ di spazio alla prima prova di un hydro foil! Nella redazione “storica” di Wind News, composta da “allergici” alle novità, la voglia di provare gli hydro foil è la stessa che se dovessimo provare dei kite… per fortuna però abbiamo il collabo capo, “entusiasta” in materia, che si è preso l’incombenza di provare queste particolare appendici sommerse. Partiamo con uno dei modelli più abbordabili (portafoglio parlando) sul mercato: il NP RS:Flight Al Foil e sui numeri a seguire proveremo il Bic Windsurf Foil e probabilmente il modello di RRD…
Il foil Neil Pryde RS:Flight:AL ha una pinna principale lunga 85 cm abbinata ad un’ala anteriore larga 68 e una posteriore di 42,1. È una soluzione rivolta, come dicevamo, a chi si avvicina per la prima volta al foil. È molto graduale nel suo “sollevare” la tavola e serve veramente poco input da parte del rider per stimolarne l’ascesa. Stando alle nozioni che il mio amico Ermanno ha di profili e idrodinamica, non è una pinna fatta apposta per i venti leggerissimi (ne esistono di più lightwind oriented), ma la prova in acqua ha dimostrato che comunque estende notevolmente il range di utilizzo della propria attrezzatura. Contro i più scettici abbiamo deciso, io, Ermanno e Claudio (anche lui ha avuto la possibilità di usare la stessa pinna di Ermanno più volte) di affrontare l’analisi del range inferiore di vento in modo “strumentale”, cioè non nascondendoci dietro semplici frasi tipo “c’è poco vento” o “plana con una bava d’aria”, ma affrontando il test dividendoci in tre i compiti:.Claudio in acqua con JP HydroFoil 135 FSW e una 7.5
freeride con due camberini, Ermanno con l’anemometro in mano ed io a scattare le foto in continuità riprendendo contemporaneamente Claudio in planata e il display dell’anemometro dove di leggeva la velocità istantanea e la raffica massima misurata durante l’intero test. Il tutto è stato fatto con un termico di scirocco che quindi, sulla spiaggia di San Teodoro, spira a 45° dal mare rendendo molto coerente la velocità del vento registrata a riva con quella presa da Claudio in acqua. Non eravamo cioè in condizioni off con il vento che aumenta esponenzialmente allontanandosi da riva. Ebbene, seppur il profilo delle ali non sia particolarmente rivolto al vento leggero, abbiamo potuto misurare che Claudio (65 kg) riusciva a planare e anche a sollevarsi, con soli 6.5 nodi di vento medio e raffica mai al di sopra degli 8.5 nodi. Insomma un bel risultato. Un rider più pesante, sugli 80 ad esempio, dovrebbe riuscire a farcela con 8 nodi e qualche raffica sui 10, cioè ben meno di quanto gli servirebbe per
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6-10-2017
14:50
Pagina 2
799 €
JP HydroFoil 135 FSW LUNGHEZZA : LARGHEZZA : VOLUME : PESO DICHIARATO : PESO RIL. con straps e foil : COSTRUZIONE : SCASSA PINNA :
FOIL DI SERIE :
planare con la stessa identica attrezzatura con pinna tradizionale. Siamo quindi di fronte ad una soluzione che rappresenta, senza ombra di dubbio un modo per estendere il range di planata di una tavola di almeno 2 nodi (per i leggeri) e credo di almeno 4 per i più pesanti. Ma non si tratta solo di questo. La volta che l’ho usato al Garda c’era già vento sostenuto sui 15/16 nodi e un bel choppettino e questo quindi non mi ha permesso di capirne a fondo il suo comportamento e per la verità non sono riuscito a far altro che il “delfino”, cioè sali scendi continui e rapidi, come succede ai principianti. A San Teodoro invece ho potuto provare il kit in condizioni più tranquille con acqua piatta e vento al limite e così ne ho potuto apprezzare seriamente le qualità, facendo qualche progresso. Con quei 6 nodi scarsi accennati prima, non dovevo far altro che fare tre pompate per far si che la pinna iniziasse ad alleggerire la tavola. Questo permette alla tavola stessa di iniziare velocemente e con i pochi nodi di cui prima, la planata normale. A questo punto sta a noi attivare il foil, facendo una leggera (proprio leggera, altrimenti si decolla) pressione sul piede posteriore o comunque spostando un po’ il peso indietro. Non appena la tavola inizia la salita, dovremo essere bravi e pronti a rispostare il peso in avanti per stabilizzare la salita ad una certa altezza e quindi tenere la tavola parallela alla superficie dell’acqua. È un po’ come quando da principianti abbiamo dovuto capire come modificare la forza nel sollevare una vela dall’acqua, facendo meno forza via via che la vela veniva fuori dall’acqua per non cadere all’indietro con tutto il rig. Così è
215 cm 86 cm 135 l 8,6 kg (solo tavola) 13,2 kg Full Wood Sandwich deep tuttle RS-Flight Aluminium Foil
col foil: se non rispostate il peso avanti, il foil continua velocemente a salire fino ad uscire completamente dall’acqua, perdendo portanza e facendovi piantare e cadere di prua o di lato. In pratica dovrete scordarvi di cosa vi verrebbe naturale col windsurf con pinna tradizionale: non dovete infatti buttarvi indietro ma stare molto centrati sulla tavola. I primi bordi in aria saranno particolarmente elettrizzanti (anche se allo stesso tempo anche un po’ intimidatori tanto da non farvi balenare nemmeno in sogno l’utilizzo del trapezio) e vi attrarranno definitivamente verso questo nuovo modo di vivere il windsurf. Da sottolineare che la profondità del foil richiede alcune accortezze: usate scarpette e muta a gamba lunga le prime volte ed evitate le partenze dall’acqua. Potreste infatti toccare inavvertitamente o nelle cadute la lama del foil potrebbe ferirvi seriamente: è una lama molto più grande e ingombrante di quanto siete abituati a gestire e inoltre sta sotto la parte centrale della tavola e non dietro. In sintesi, la nuova pinna ALU Foil di Neil Pryde ci è piaciuta. Sarà pure più pesante di un foil in carbonio ma comunque questo non penalizza particolarmente il risultato finale, nei casi in cui non siate alla ricerca di prestazioni assolute. Il prezzo contenuto è un altro PLUS e quando le tavole con scassa rinforzata saranno molto diffuse, l’acquisto di questo foil potrebbe rivelarsi una buona soluzione per estendere facilmente il range di vento del proprio kit, senza quindi dover cambiare tavola e/o vela. Ricordiamo comunque che un slalom normale rischia maggiori catapulte, rispetto ad una tavola come l’Hydrofoil, perché non è disegnata con uno scoop a prua in grado di ammortizzare gli atterraggi violenti. OTT/NOV 017 ! 61
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6-10-2017
14:50
Pagina 3
NEW SCHOOL WAVE BOARD TABOU Pocket 87
77 / 87 / 97
2399 €
novello
medio
esperto
rider and test spaga - la cudù - settembre ‘017 - photo © spaga connection LUNGHEZZA : LARGHEZZA : VOLUME : PESO DICHIARATO : PESO RIL. con straps e pinna : COSTRUZIONE : SCASSA PINNA : PINNE DI SERIE : GAMMA VELE :
+
216 cm 58 cm 87 cm 6,5 kg 7,3 kg Composite Semi Custom Sandwich 3 Slot Box MFC TF 2 x 12 + 1 x 18 3,7/5,7
prestazioni in surfata, planata, controllo con il vento forte, duttilità, buon potenziale nei salti, nuova dotazione pinne
-
per molti, ma non per tutti
Partenza in planata
10 !
8 !
6 !
Surf onda piccola
4 !
2 !
2 !
4 !
Controllo
8 !
10 !
Duttilità
manovrabilità
Partenza in planata
6 !
Surf onda grossa
8/10
Controllo ventone
8/10
Il Pocket 87, invariato dal 2017, rimane la magnifica tavola “tuttofare” che mi ha permesso di fare super uscite in tutti gli spot. In realtà una novità c’è: le due pinnette MFC laterali sono state sostituite con altre MFC molto più morbide e flessibili delle precedenti che erano un pelo troppo rigide. Con le nuove pinne anche l’andatura ne giova, la tavola sbatte meno ed è più confortevole. Il Pocket 87 regge benissimo onde grosse, sui 2 metri, 3 metri quindi di parla di onde tipo in Oman o in Sud Africa. Per le nostre condizioni è super perfetta: ci si diverte alla grande e il Pocket “aiuta” sempre ad essere radicali. La caratteristica migliore, che mi è mancata in tutti questi anni di “quad”, è il fatto di riuscire ad andare molto più alto nei salti oltre che saltare quasi il doppio volte. Il Pocket essendo un truster molto compatto raggiunge una bella velocità e la sua poppa bella larga e compatta riesce a farci decollare anche sulle rampe più piccole. Utilizzandolo anche con la 4.0/4.2 , la tavola regge benissimo queste vele, basta spostare molto indietro il piede d’albero e non vi accorgerete di avere 87 litri, inoltre non patisce per niente le rafficone e il chop nervoso! Con gli slot box potete regolare la posizione delle pinne e giocarci finchè non avrete trovato la vostra preferita tanto gli alloggiamenti delle viti sono stati irrobustiti con la sede in acciaio inossidabile. È una tavola polivalente adatta sia ad un waver esperto per le sue uscite negli spot più belli sia a quelli che vogliono una tavola allround per tutte le uscite al mare in qualsiasi condizione di mare (chop, piatto , onshore) ma la consiglio anche a chi passa da freeride e vuole avere la sua prima tavola wave. Alla fine ci si accorge che non c’è quasi limite per questo gioiellino... sicuramente a Hookipa userei un wave più “hard core”, tipo il Da Curve, ma quante volte uscite ad Hookipa in un anno?! Stabilità confort
8/10
surf onda piccola
9/10
surf onda grande
8/10
wn 60/66:60-66
6-10-2017
14:50
Pagina 4
NEW SCHOOL WAVE BOARD GOYA Custom Pro Quad 89
68 / 74 / 79 / 84 / 89 / 94 / 104 / 118
2395 €
novello
medio
esperto
rider and test max - pozo (gran canaria) - agosto ‘017 - photo © daniele LUNGHEZZA : LARGHEZZA : VOLUME : PESO DICHIARATO : PESO RIL. con straps e pinna : COSTRUZIONE : SCASSA PINNA : PINNE DI SERIE : GAMMA VELE :
+
224 cm 56,3 cm 89 litri 6,5 kg 7,4 kg Pro Carbon & S-Glass center US box - side MT box MFC QS RTM black 300 3,7/5,7
prestazioni in surfata, controllo con il vento forte, velocità, buon potenziale nei salti accessibilità (non è per principianti del wave), partenza in planata non esaltante
-
Partenza in planata
10 !
8 !
6 !
Surf onda piccola
4 !
2 !
2 !
4 !
Controllo
8 !
10 !
Duttilità
manovrabilità
Partenza in planata
6 !
Surf onda grossa
7/10
Controllo ventone
9/10
Questo Custom Pro Quad 89 di Goya è stata completamente ridisegnato rispetto al modello precedente, con un outline più stretto, una scoop line più accentuata e con una poppa bella stretta che rende la tavola ancora più morbida da girare. La linea Custom Pro Quad 2018 conta ben otto modelli, dal piccolo 68 all’enorme 118 ed è disponibile nei due look neon green o neon yellow. La costruzione è la Pro Carbon & S-Glass. Dato che negli ultimi anni le tavole wave di Goya sono tra le più ambite sul mercato, smink mi ha “spedito” a Gran Canaria, a provare qualche nuovo “mezzo”, con la preghiera di affittarlo in uno dei centri di Pozo, con tanto di assicurazione totale, visti i miei precedenti... Della serie "alla ricerca della tavola wave unica", dopo aver provato le Goya Custom (quad e thruster), penso che la mia ricerca sia stata... “produttiva”. Dall'alto dei miei 92 kg, il Custom Quad 89 ha veramente tutte le caratteristiche per essere la mia unica tavola wave da viaggio dei prossimi anni. Mi spiego meglio... il volume di 89 litri è ben distribuito: la tavola è molto bilanciata e non ho avuto problemi a gestirla in condizioni di quasi galleggio per cui mi permetterebbe di utilizzarla in diversi spots di onde serie, ma poco vento. Ma la larghezza di soli i 56,3 cm è un punto in più per questa tavola di soli 224 cm di lunghezza! Nelle nuove generazioni di tavole wave compatte, poche sul litraggio 85/92 litri sono sotto i 58 cm! Questa caratteristica fa si che il Goya Custom sia una tavola wave di razza che permette di uscire e surfare in maniera radicale con onde grosse in tutte le condizioni di vento! L'apparente scoop moderato non mi ha dato alcun problema in navigazione e nei cutback sull'onda verticale. In aria, essendo molto compatta, è facilissima da controllare anche con la 3.7... provato e testato personalmente in quel di Pozo! Tavola veramente ben riuscita, magari non proprio per neofiti. Stabilità confort
9/10
surf onda piccola
8/10
surf onda grande
8/10
OTT/NOV 017 ! 63
wn 60/66:60-66
6-10-2017
14:50
Pagina 5
WAVE SAILS (three battens) RRD Gamma MKIV 4,5
745 €
3.3 / 3.7 / 4.0 /4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.2
novello
medio
esperto
rider and test smink - andora - settembre 017 - photo © fabrizio MISURA ALBERO : TRIM REALE : MISURA BOMA : PESO : MAST IDEALE : MAST COMPATIBILE : MAST DEL TEST : STECCHE: TOP :
manovrabilità
Qualcosa è cambiato dall’ultima volta, ormai quasi due anni fa, che abbiamo provato la Gamma, la vela a tre stecche di RRD. Controllo assoluto, sensazione di estrema leggerezza che esalta la manovrabilità sono rimaste, così come la tenuta sotto le raffiche da quasi “uragano” che abbiamo beccato in una recente mareggiata nostrana. Quello che è cambiato in meglio è un maggior spunto nelle condizioni rafficate o di vento leggero, perchè la vela eroga una discreta potenza, anche per saltare, pur non essendoci proprio dei pesi piuma alla guida. Un nuovo pannello di dacron nel luff panel della vela e l’adozione dei due occhielli di bugna, ha migliorato sensibilmente le prestazioni con il vento medio/leggero (usando quello alto che “chiude” un po’ la vela) tanto che la “mancanza di spunto” rilevata nel test del 2015 è praticamente scomparsa. La Gamma ha però bisogno di un trim più accurato per rendere al meglio nelle varie condizioni e per riuscire a dosare potenza e controllo: trovare l’assetto migliore è diventato un pelo più complicato. Per farla rendere al meglio bisogna che alla guida ci sia un surfista esperto perchè necessita di una guida molto attiva e un po’ più faticosa rispetto ad altre wave sails dotate di almeno quattro stecche. Questo aspetto “allontana” un po’ la Gamma dai wavers alle prime armi. D’altra parte però siamo al cospetto di una delle vele più radicali della linea RRD, dedicata al puro wave riding, dove eccelle, perchè in surfata, soprattutto in front side, non abbiamo mai provato una vela così leggera, intuitiva, reattiva neutra quando deve... come questa Gamma MK4. In surfata, se si è capaci, diventa tutto super easy, grazie anche al notevole feeling morbido che la vela esibisce. Sempre una gran vela wave per surfisti medio/leggeri, esperti e attivi: in fatto di leggerezza e manovrabilità in surfata la Gamma continua a rasentare il massimo possibile!
8/10
Stabilità confort
387cm 370 + 17/19 cm 159/164 cm 3,2 kg RRD RDM 370 carbon rdm 370/17 Reptile Reverse 370/17 3 + 2 mini battens vario
+
leggera, manovrabile, neutrale, equilibrata, fine in surfata, ben costruita
-
trim molto accurato, finestra in monofilm
Potenza
10 !
8 !
Controllo con il ventone
6 !
4 !
2 !
2 !
4 !
Partenza in planata
7/10
8 !
10 !
Leggerezza
neutralità in surfata
Partenza in planata
6 !
Controllo ventone
8/10
leggerezza generale
9/10
Neutralità in surfata
9/10
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6-10-2017
14:50
Pagina 6
WAVE SAILS (four battens) GA SAILS Manic 4,7
749 €
3.3 / 3.7 / 4.0 /4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.4 / 5.8 / 6.2
novello
medio
esperto
rider and test spaga - la cudù - settembre ‘017 - photo © spaga connection MISURA ALBERO : TRIM REALE : MISURA BOMA : PESO : MAST IDEALE : MAST COMPATIBILE : MAST DEL TEST : STECCHE: TOP :
manovrabilità
Le nuove Manic 2018 differiscono completamente dalle 2017: sono molto più “affusolate”, leggermente più alte di albero e più corte di boma di quelle dello scorso anno, questo porta a far si che la vela sia notevolmente più stabile e precisa e che regga molto molto bene la sovrainvelatura con un range di vento veramente esagerato. Una novità è l’abolizione del vario top sulle misure 4.7, 4.5, 4.2 in quanto in queste misure puramente wave è assolutamente necessario che la vela sia armata alla perfezione: infatti ho armato la 4.7 a razzo e senza fatica... risultava perfetta! GA Sails ha mandato in pensione la gloriosa Poison, vela storica power wave o per waver pesanti e l’ha integrata nelle misure più grandi della Manic 5.4, 5.8, 6.2, misure in cui mantenendo le qualità della Manic aggiunge qualcosa della Poison, ovvero più potenza e facilità di planata. Nelle misure 5.0 e 4.7 (4 stecche) è tutta una vela nuova, super perfomante, con un ottimo equilibrio tra potenza e stabilità, mentre dalla 4.5 alle 3.3 la vela ha le classiche caratteristiche storiche della Manic, controllo e manovrabilità, tutte dotate di 4 stecche per un ulteriore compattezza. Per quanto riguarda a 4,7... partenza in planata, stabilità e controllo sono ottimali, in surfata “sparisce” dalle mani e ritorna a dare potenza quando lo chiediamo ma soprattutto ha un controllo pazzesco in sovrainvelatura, che mi ha colpito veramente! I due occhielli di bugna, soluzione che non amo, fanno si che usando l’occhiello superiore la vela sia più potente e un pochino pesante e lenta, mentre trimmata con occhiello inferiore è vela è semplicemente perfetta Seguite alla lettera le misure indicate per albero e boma e andate sul sicuro, ma con vento sostenuto e stabile, potete usare una lunghezza in più del boma perché le vele rimangono molto più stabili e precise. La Manic 4,7 2018 è una gran vela: facilissima, ma super performante.
9/10
Stabilità confort
395 cm 370 + 25/28 cm 162/165 cm 3,4 kg GA RDM 100/75 370/17 carbon rdm 370/17 Reptile Reverse 370/17 4 + 2 mini + 1 short batten fisso
+
gran range, polivalente nelle prestazioni, potente, manovrabile, neutrale, fine in surfata, equilibrata
-
finestra in monofilm
Potenza
10 !
8 !
Tenuta con il ventone
6 !
4 !
2 !
2 !
4 !
Partenza in planata
8/10
8 !
10 !
Leggerezza
neutralità in surfata
Partenza in planata
6 !
Controllo ventone
9/10
leggerezza generale
8/10
Neutralità in surfata
9/10
OTT/NOV 017 ! 65
wn 60/66:60-66
6-10-2017
14:50
Pagina 7
WAVE SAILS (four battens) GAASTRA IQ 5.4
809 €
3.3 / 3.6 / 4.0 /4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.4 / 5.9
novello
medio
esperto
rider and test smink - fornaci (sv) - settembre 017 - foto © daniele MISURA ALBERO : TRIM REALE : MISURA BOMA : PESO : MAST IDEALE : MAST COMPATIBILE : MAST DEL TEST : STECCHE: TOP :
+
manovrabilità
8/10
Stabilità confort
reattiva, manovrabile, fine in surfata, neutrale, potenza/polivalenza, leggerezza, range di utilizzo
-
fisica con il vento forte, finestra in monofilm
Potenza
10 !
L’idea era quella di provare la nuova misura 5,9, inserita nel 2018, per le condizioni di vento super leggero e per i surfisti più pesanti, ma è arrivata la 5,4 e anche con questa vela ci siamo fatti un’idea della nuova IQ. I tradizionali cavalli di battaglia di questa vela e cioè leggerezza e manovrabilità sono confermate anche dalla 5,4 che dispone della solita piacevole miscela di potenza e neutralità in surfata, caratteristiche che in condizioni di vento medio/leggero, sono una manna caduta dal cielo. Si riesce a planare, a saltare, a trarsi d’impiccio sotto riva e a passare i buchi di vento con grande facilità e lo spunto generoso che questa 5,4 riesce ad offrire, non penalizza il confort e la manovrabilità. In condizioni ottimali, la IQ 5,4 è un “mostro” in fatto di “giocosità” e attitudine alla surfata, è stabile ed offre una duttilità di utilizzo anche ai surfisti pesanti, veramente impressionante. Quando il vento aumenta e diventa forte per davvero... tutto questo ben di Dio ha però un rovescio della medaglia, di cui si accorgeranno soprattutto i surfisti medio/leggeri: sotto le raffiche più forti, la 5,4 si fa “sentire” sul braccio dietro e il confort in andatura diminuisce, costringendo a giocare con il doppio occhiello di bugna per trovare il trim migliore. I pesanti non si lasceranno certo “intimidire”, ma è probabile che i “magrolini” patiscano un po’ la potenza di questa misura. Per il resto, non possiamo che dirne bene... certo, non ha la finestra tramata, ma sembra che questa sia una nostra “fisima” perchè veramente poche moderne vele wave l’hanno. Dall’anno scorso Gaastra ha adottato la costant curve, cosa che permette di armare le vele con quasi tutti gli alberi rdm in circolazione e anche quest’anno c’è il convertible battens system (possibilità di usare la stecca più corta sopra il boma), ma come già detto in occasione del test della IQ 5,0 2017... il classico shape a 4 stecche, già di suo, si adatta alla perfezione a qualunque uso wave!
416 cm 400 + 15/18 cm 191/195 cm 3,6 kg GA RDM 100/75 400/19 carbon rdm 400/19 Reptile Reverse 400/19 4 + 2 mini + 1 short batten fisso
8 !
Tenuta con il ventone
6 !
4 !
2 !
2 !
4 !
Partenza in planata
9/10
8 !
10 !
Leggerezza
neutralità in surfata
Partenza in planata
6 !
Controllo ventone
8/10
leggerezza generale
8/10
Neutralità in surfata
9/10
wn 67-68:67-68
26-07-2017
8:39
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ZZZ UHSWLOH PDVWV FRP ZZZ UHSWLOH VXS FRP
wn 67-68:67-68
26-07-2017
8:39
Pagina 2