Special Test 2016

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WIND NEWS SURF MAGAZINE – ANNO XXIV – N. 9/10 - 20 dicembre 2016 – MENSILE – SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE - POSTE ITALIANE S.p.A. - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) ART. 1, COMMA 1, DIREZIONE COMMERCIAL BUSINESS SAVONA

SPECIAL TEST 2016

Quasi 40 tra tavole e vele testate e

maltrattate in dieci differenti spot!

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FREERIDE BOARD BIC Techno 133

133 / 148

949 €

rider and test smink - andora (sv) - maggio ‘016 - photo © gentiluomo

Quanti anni che non mettevo sotto i piedi un Bic Techno... probabilmente dalla fine degli anni ‘90 quando il Techno, stava attraversando il suo miVOLUME : gliore periodo di gloria. Bic è rimasta una delle poche factory a non coPESO DICHIARATO : struire le proprie tavole in Asia, ma a “sfornare” i suo termoformati in PESO RIL. con straps e pinne : Francia cercando di offrire un buon compromesso tra peso, solidità e soCOSTRUZIONE : prattutto prezzo. Questo Techno 133 realizzato con la tecnologia ACESCASSA PINNA : TEC non è certo un mostro in fatto di leggerezza ed attesta il suo peso PINNE DI SERIE : di 9,5 kg per la tavola nuda poco sopra a quello della tavole delle verGAMMA VELE : sione più robuste e quindi pesanti delle altre factory. Paragonare questa tavola ad esempio al Tabou Rocket LTD testato in queste pagine, non ha eccellente rapporto qualità/prezzo, molto senso perchè tra le tavole “vestite” di pinna e straps ci passano costruzione termoformata ma robusta, quasi due chili e mezzo di peso in più per il Bic, ma anche ben 1250 euro duttilità generale di differenza. E già che abbiamo accennato a straps e pinne... se le prime peso, partenza in ritardo con il vento non sono il top perchè troppo morbide e un po’ macchinose da regolare leggero, pads duri (anche i pads applicati non sono certo tra il meglio che c’è in circolazione), la pinna del Techno, una bella Select Ride 43 con attacco deep tuttle, non ha nulla da invidiare alla premiata concorrenza. Le misure del Techno 133 sono ormai le classiche per questo tipo di tavole: 250 cm di lunghezza per una larghezza di 70 cm e un litraggio di 133 litri. Grazie a questo volume la galleggiabilità è buona e permette di pompare con il piede dentro la straps anteriore anche con il vento veramente leggero. L'inizio planata in condizioni loffie è più lento che con altre tavole, ma con un po’ di abilità si riesce a fare prendere velocità al Techno e mantenere una discreta andatura anche nei buchi di vento. Il comfort in andatura di questa tavola che fa del compromesso duttilità/prezzo i suoi punti di forza è apprezzabile soprattutto se si posizionano le straps con un assetto più centrale, assetto che privilegia i surfisti che iniziano la “carriera” di freeriders: per loro “guidare” questa tavola che esibisce una buona stabilità direzionale è facile e divertente senza troppi tecnicismi. Tra l’altro se il vento è un po’ più sostenuto e centrato nel range (5,5/8,5) del Techno e cioè con vele da 6,5/7,0 il gap rispetto a tavole più leggere tende a diminuire sensibilmente. In queste condizioni una volta lanciato il Techno 133 mantiene una velocità onorevole in tutte le andature e la pinna aiuta a risalire il vento con un discreto angolo senza per questo perdere in maneggevolezza. In effetti strambare e virare su questa tavola è praticamente uguale che con qualunque freeride dello stesso litraggio. Possiamo dire che chi si avvicina al mondo del freeride e cerca una tavola economica con prendere la confidenza necessaria per sfruttarla al meglio in pochissimo tempo, può prendere in considerazione questo Techno 133 che fa del rapporto qualità/prezzo/duttilità il suo cavallo di battaglia. LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

+

250 cm 70 cm 133 cm 9,5 kg 10,9 kg Termoformato ACE/TEC deep tuttle Select Ride 43 5.5/8.5

-

BIC BOARDS 2016


FREERIDE BOARD (a confronto) JP AllRide FSW 116 II

106 / 116

1849 €

rider cassik - test cassik/adolfo - cremia (co) - maggio ‘016 - photo © adolfo

Tra aprile e maggio ho avuto la possibilità di avere contemporaneamente in test due tavole JP di volumi simili: Magic Ride 119 PRO e All Ride 116 FWS. Una ottima occasione per un test comparativo per il quale ho coinvolto l’amico Adolfo Pennacchini (fondatore e gestore del portale windsurfcremia.it.), smanioso di provare delle tavole che possono essere la soluzione per affrontare i leggerissimi termici estivi del nostro lago. Ci siamo quindi ritrovati a Cremia, al primo giorno di vento infra-settimanale (vento medio/leggero sui 15 nodi), per testare in parallelo i due freemove di casa JP. In abbinamento alle due tavole abbiamo usato due vele Neil Pryde simili: una Fusion 6.5 e una Ryde 7.0. Successivamente le abbiamo sottoposte ad una session nel vento più forte usando prima la Ryde 7.0 e poi scendendo ad una Fusion 5.5 quando il vento ha superato i 20 nodi. Mettendo vicine le due tavole si evidenzia subito l’elemento chiave del confronto: il Magic Ride è ben 8 centimetri più largo dell’All Ride. Questo dato è molto più indicativo dei 3 litri di differenza e caratterizza le prestazioni generali delle due tavole, anche più del resto dei dettagli dello shape. Entrambe le tavole potrebbero essere definite dei freemove, cioè tavole facili che offrono accessibilità e maneggevolezza, ma con qualche peculiarità che le rende diverse: il Magic Ride è un moderno freeride largo che si rivolge ad una fascia di utenza molto ampia (dal freeride principiante al surfista di livello avanzato), mentre l’All Ride è un freemove su cui convergono caratteristiche dei Freestyle Wave e dei Super Sport, più attivo e più performante del Magic Ride, che quindi necessità di un piede più esperto per essere spinto al limite. Nel nostro caso il Magic Ride era in versione Pro Edition, mentre l’All Ride era disponibile nella più economica Full Wood Sandwich. Questo ovviamente incide un po' nelle prestazioni col vento leggero, dove la reattività del Pro Edition si fa sentire maggiormente. La differenza di modello si manifesta anche nella pinna, che nel Pro è in G10. Per il resto, troviamo il solito alto livello JP per quanto riguarda Look&feel e strap. Con il vento leggero, dopo i primi bordi la sensazione era unanime: l’All Ride ci piaceva di più! Ne eravamo fermamente convinti, ma... L'ALL RIDE, sin dai primi bordi, appare leggero sotto ai piedi e preciso nelle traiettorie. Sta molto alto sull’acqua (eredità dei Super Sport), galleggiando sul chop e annullando il rischio di ingavonamento che affligge molti freeride classici. Un’azione attiva da parte del rider è preferibile per lanciarlo in planata, ma poi accelera velocemente e raggiunge una buona velocità, il che, abbinato al fatto che la tavola risulta molto viva, rende la navigazione molto esaltante e ripaga adeguatamente il rider che sa spingerlo con buona tecnica. Nelle strambate risulta docile e precisa persino in uscita dalla curva, dove non si avverte alcun tentennamento. Insomma una tavola dal carattere docile ma, allo stesso tempo, adatta a chiunque prediliga una conduzione più attiva per riuscirne a sfruttare appieno le grandi potenzialità.

JP BOARDS 2016


FREERIDE BOARD (a confronto) JP MagicRide PRO119

104 / 111 / 119 / 130 / 142 / 154

2149 €

rider cassik - test cassik/adolfo - cremia (co) - maggio ‘016 - photo © adolfo

Il test successivo fatto nel vento forte col chop più formato ha ulteriormente confermato il suo carattere Freerace. La tavola continua ad accelerare con un buon controllo anche in queste condizioni limite mostrando una direzionalità molto piacevole ed efficace nei bordi dritti: adrenalinica! Con il MAGIC RIDE si avverte immediatamente una piacevole sensazione di confortevolezza. La tavola plana all'istante, senza necessità di alcuna azione attiva da parte del rider. La navigazione è molto morbida, tranquilla, rilassante. Il Magic Ride non rimbalza sul chop, ma ci scivola sopra docilmente generando un confort assoluto; di pari passo, anche la sua velocità massima non è particolarmente elevata. Tutto questo può essere ancor più apprezzato dal rider meno esperto che potrà sfruttarne appieno tutto il divertimento offerto, fin dal primo bordo. A questo possiamo aggiungere che se la larghezza estrema la fa planare e comportare, nei bordi dritti, come un freeride da 130 litri, la poppa stretta e sottile, la rende maneggevole in strambata come una tavola ben più piccola dei 119 litri dichiarati. In poche parole il Magic Ride è risultato facile e divertente! Una tavola di concezione moderna che con la sua maggiore accessibilità saprà esaltare la voglia di navigazione senza stress. Nella seconda sessione di test con vento forte, eravamo convinti che il Magic Ride avrebbe offerto il fianco, a causa della sua maggiore larghezza e del suo carattere meno sportivo ed invece è rimasto, pur nella sua velocità relativa, molto controllabile e divertente, dimostrando un range di utilizzo veramente ampio. L’All Ride e il Magic Ride sono due veri e propri cavalli freemove di razza con caratteristiche e peculiarità apprezzabili da qualunque rider. Un piede più esperto può sfruttare ancor di più le potenzialità dell’All Ride. L'ALL RIDE è, infatti, un tantino più impegnativo del MAGIC RIDE e si farà sicuramente apprezzare dai surfisti più slalom oriented e con maggiore esperienza, ripagandoli con tanta adrenalina. Il MAGIC RIDE, più votato al puro divertimento, farà la felicità degli spiriti liberi amanti del buon freeride senza patemi: una vera soluzione plug&play! Al termine delle due session di test, quando abbiamo confrontato le nostre impressioni d’uso, la nostra convinzione iniziale era maturata e ribaltata: entrambi, dovendo scegliere solo uno dei due modelli, eravamo concordi nello scegliere il Magic Ride per la sua maggiore accessibilità e per il maggior confort generale offerto. Una tavola rilassante e divertente!

JP BOARDS 2016

GIU/LUG 016 G 45


WAVE BOARDS (79/92 l)

FLIKKA CL Allround Wave 92

1.600 € reattività in tutte le condizioni, range di utilizzo, polivalenza massima, leggerezza, planata, prezzo rivendibilità usato... forse!

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

rider and test smink - andora (sv) - settembre ‘015 - photo © gentiluomo

+ -

227 cm 60,5 cm 92 l 5,9 kg Regular construction CNC shaped mini us box + slot box Flikka line 1x19 cm + 2x 10,5 cm 4,7/6,4

peso rilevato con straps e pinna

Flikka Core Line Allround Wave 92... alla prima occhiata mi sembrava troppo voluminosa e l’idea era quella che mi sarei ritrovato sotto i piedi una tavola “grosso e lenta”... beh dopo averla provata per un paio di mesetti, vi posso dire che è l’esatto contrario! Anzi mi sbilancio... secondo me va ancora meglio del Flikka Core Line 79, provato nel numero di giugno/luglio 2015. Su questa tavola non ho avuto neppure bisogno di cambiare le pinne di serie (ottime in questo caso come pure le belle straps... parte accessoristica curatissima: andatevi a rileggere il test Flikka 79...), per adattarla alle diverse condizioni: con le sue “appendici” questo Allround Wave 92 va bene... sempre! Il perchè è presto detto... è un’altra di quelle “rare” tavole su cui ci sali sopra e sei subito completamente in sintonia... dalla 4,7 a salire diventa la compagna ideale in tutte quello condizioni marginali che si possono incontrare surfando gli spot liguri e della vicina Francia. Una vera rivelazione visto che il Flikka 92 è a suo agio sia che la usiate come tavola da “gioco” in piani d’acqua piatta, tipo Noli per intenderci dove l’assetto thruster non influenza più di tanto la rapidità di planata e la velocità di punta (si può dotare anche di mono pinna da 24, ma secondo me ve la potete risparmiare...) , sia che la si porti tra le onde, dove questa tavola è destinata a dare il meglio di sé. La trasformazione è immediata... planante, relativamente veloce, ma soprattutto veramente reattiva anche su onde o schiume di piccole dimensioni. I bottom sono a dir poco perfetti: il Flikka l’imbastisce veloci e disegnati con il compasso... il che rende tutto più facile surfare e concentrarsi sui i cut back! Se di surfare front non ne masticate, pensate allora ad una tavola che stramba da sola anche se stringente al massimo il raggio della curva... difficile trovare uno shape così intuitivo e che aiuti tanto in manovra e che all’occorenza, se ne avete la capacità, sia anche bella radicale. Concludo il quadro idilliaco (che comprende un prezzo “umano”) ricordandovi che... la Core Line, a cui appartiene questo Allround Wave 92, riveste il ruolo di linea di serie della Flikka Board, che è la factory slovena che costruisce tavole custom in Europa ormai da più di dieci anni. La Core Line, su cui non sono previste modifiche o customizzazioni dello shape, conta di 7 “frecce” al suo arco: tre tavole Radical Wave quad/trifin 76, 83, 89, tre tavole Allround Wave 79, 85 e 92 e un Freewave da 99 litri. Nel nostro paese le Flikka Boards sono distribuito da Wave Dogs Distribution!

FLIKKA BOARDS 2016


FREEWAVE BOARD (trifin) FLIKKA Freewave Core Line 99

99 / 107

1700 €

rider and test smink - noli (sv) - maggio ‘016 - photo © gentiluomo

Grazie all’amico Federico che ha deciso di comprarsi un Flikka Freewave 99, abbiamo potuto provare, anche con discreta soddisfazione, VOLUME : un’altra tavola della Core Line che riveste, il ruolo di linea di serie della PESO DICHIARATO : produzione Flikka. A differenza della produzione custom della factory sloPESO RIL. con straps e pinne : vena sulla Core Line non sono previste modifiche o customizzazioni dello COSTRUZIONE : shape, del look e della parte accessoristica. E non è che ce ne sia poi SCASSA PINNA : così bisogno... visto che il Freewave 99, come look non ha molto da inPINNE DI SERIE : vidiare alla altre tavole in circolazione, anzi la carena laccata dà quel GAMMA VELE : tocco custom in più che non guasta. Detto del look ben curato, il peso del FW 99 è contenutissimo (6,9 kg armato di tutto punto) e la parte acrange di utilizzo, duttilità, reattività, cessoristica è di alto livello. Le scasse dell’albero e la power box centrale leggerezza, planata, prezzo, costruzione, della pinna sono realizzate in carbon monocoque e le due le slot box in dotazione di serie carbon-dyneema, i tasselli delle straps sono in acciaio inox e le tre pinne rivendibilità usato in fibra sono anch’esse realizzate nella factory slovena. A proposito di pinne il set thruster offerto di serie conta di una pinna centrale da 22 cm più le due laterali da 10,5 cm. Si può dire che nelle condizioni indicate per un freewave, il set di serie va più che bene... siamo al cospetto di una tavola istintiva e in un solo bordo riuscirete a trovarvi immediatamente il vostro assetto migliore. Federico, il proprietario della tavola, ha scelto questo Freewave come tavola unica, tutto fare, adatta alle vele da 5,3 a 6,2 in acqua piatta o ciop, ma senza disdegnare di uscire anche con la 4,7 e le onde. Con onda formata, sia le doti di planata che il buon volume, permettono di raggiungere la velocità per saltare un attimo. In surfata nelle nostre condizioni le sue tre pinne svolgono bene il loro lavoro, lasciando che la tavola surfi fluida come un... 85 litri: sia nei bottom dove la tavola non saltella e mantiene la curva, sia nei cut back in cui si riesce ad aggredire bene il lip... non vi accorgerete troppo di avere una tavola così voluminosa sotto i piedi. Se avevamo pochi dubbi sul valore di questo freewave tra le onde nostrane, mi interessava di più “saggiarlo” in condizione marginali, in acqua piatta o spot rognosetti come Noli dove l’abbiamo “assettata” single fin con una pinna power box da 26 cm. Questo assetto si è rivelato ideale con vele da 5,3 a salire... anche con il vento al limite, la planata è assicurata e in andatura si rivela confortevole e divertente, esibendo una bella velocità per una tavola freewave. In manovra strambare diventa il solito gioco da ragazzi, qualunque raggio si imposti. Anche per questo Freewave 99... una conferma di quanto di buono era già emerso nei test dei due Flikka Allround Wave già provati... veramente della gran belle tavole! La Core Line, per quanto riguarda la categoria Freewave, di due scafi: 99 e 107. Nel nostro paese le Flikka Boards sono distribuito da Wave Dogs Distribution! LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

+

228 cm 62,5 cm 93 cm 6,4 kg 7,0 kg Regular construction CNC shaped power box + slot box 22 cm + 2 da 10,5 cm 4.2/6.2

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FLIKKA BOARDS 2016


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WAVE BOARD (pro model) PATRIK Campello Wave 93

69 / 75 / 81 / 87 / 93

2249 €

MFC QS 350 rider max - test smink/max - andora (sv) - marzo ‘016 - photo © smink

Che bello ‘sto Patrik Campello Wave 93: siamo al cospetto di una tavola wave “seria”, che si troverebbe più a suo agio tra le onde “vere” delVOLUME : l’oceano che tra il cioppo di Noli o le schiume di Andora! PESO DICHIARATO : La vedremmo molto, ma molto bene come tavola wave da usare in spot PESO RIL. con straps e pinna : tipo Secret a Sal con onda seria e vento leggero... anche se poi, usata COSTRUZIONE : nelle nostre condizioni “lacrimose” dal punto di vista onda, il meglio di sè, SCASSA PINNA : il Campello Wave 93 lo dà con il vento sostenuto. Eh si, perche il primo PINNE DI SERIE : impatto è quella di avere sotto i piedi una tavola leggermente più piccola GAMMA VELE : dei 93 litri dichiarati: se siete surfisti di peso “generoso” (over 85 kg) come il nostro migliore “tester wave”, bisogna fare attenzione a bilanreattivo e radicale, grosso potenziale in ciare bene il peso e per partire presto in planata bisogna necessariasurfata, controllo con il vento forte, mente lascare un pochino di più rispetto a tavole dello stesso litraggio, manovrabiltà, range di utilizzo ma con orientamento decisamente più allround. tavola da waver esperti Ed infatti, a nostro parere, questa Patrick board è decisamente una tavola wave di razza con pochi compromessi... spesso, se guardiamo ad altre marche, man mano che si sale di volume, le caratteristiche delle tavole wave tendono ad ammorbidirsi leggermente perdendo un po' di radicalità a favore di un utilizzo più generico ed ampio. Il Campello Wave, al contrario, mantiene tutte quelle caratteristiche che ci aspetteremmo da litraggi inferiori (86-88 l) e regala sensazioni inaspettate per questo tipo di volume: è rapida nei cambi di direzione, reattiva ad ogni minimo spostamento di peso, leggera e maneggevole in aria! Per Max che pesa intorno ai 90 kg, si può dire che la 5.3 sia la vela perfetta come abbinamento da poter utilizzare in qualsiasi condizione di onda, ma senza dubbio può tranquillamente scendere di metratura con la 4,7 e, verso il range alto, fino alla 5,6... coprendo in pratica la maggior parte delle uscite che si possono fare in Liguria! Se siete un po’ più leggeri, come i nostri altri due tester, troverete questa tavola compatta e reattiva, ma allo stesso tempo un po’ più sfruttabile anche in condizioni farlocche. Una tavola certamente per gente esperta, che plana però con una discreta facilità permettendo di saltare in uscita anche negli spot più rognosi dal punto di vista vento. Sotto i piedi di surfisti di peso normale (ah, ah, ah...) il meglio lo si trova sicuramente in surfata dove si riesce a “rasoiare” le onde... i bordi belli spessi impediscono di rallentare durante le curve e, trovato il ritmo, surfare in front side anche i frangenti più piccoli diventa una goduria. In conclusione il Patrik Campello Wave 93 è stato una bella sorpresa: un gran bel wave quad, con una marcia in più se lo utilizzano waver esperti, che si troveranno sotto i piedi una tavola reattiva che si avvale di una costruzione robusta e di una dotazione di serie di tutto rispetto, sia a livello di pinne (set Maui Fin Company) che delle comode straps. LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

+

229 cm 58,5 cm 93 cm 6,7 kg 7,8 kg Full Carbon/Kevlar 2 US box + 2 mini US box Set quad MFC QS 350 4.2/6.2

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APR/MAG 016 PATRIK BOARDS 2016

G 33


2.399 € Reattività, surfata, rendimento side/on shore, finizione, duttilità nonostante il volume ridotto, dotazione di serie pinne e straps Peso un po’ sbilanciato a poppa

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

+ -

WAVE BOARDS (74/104 l)

RRD WaveCult 74 LTD

224 cm 56 cm 74 l 6,3 kg LTD (Innegra Carbon and PVC sandwich) slot box MFCTF Center da 16 - TF side da 10 3,3/5,0

peso rilevato con straps e pinna

rider alessandro - test smink - cabezo - agosto ‘015 - photo © smink

Testare un wave da 75 litri di questo periodo non è poi così frequente... il volume che una volta andava per la maggiore tra i waver, da qualche anno è stato soppiantato dalle nuove tavole da 80/85 litri che sono in grado di supportare un range di vele impensabile, rispetto al passato! Così le tavoline intorno ai 75 litri sono diventate appannaggio dei surfisti più leggeri o dei posti dove c’è tanto vento... in Francia o a Tenerife, quest’estate, mi è capitato di rivedere parecchie di queste tavole. A conferma di ciò che vi sto dicendo questo Wave Cult 74 LTD V6 è giunto nelle nostre mani... solo perchè di 82 litri, in quel momento nella factory RRD, non ce n’erano più di disponibili. E così dopo averlo assaggiato al Cabezo, grazie all’amico Alessandro, ci siamo ritrovati la stessa tavola alla prova delle nostre mareggiate. Niente di meglio che darla da provare al nostro tester peso piuma che usa solitamente una tavola dello stesso litraggio e con lo stesso assetto per andare per onde con la vela! Tutto sommato questo Wave Cult, giunto alla sua sesta edizione, nonostante i suoi soli 74 litri è dotato di una discreta larghezza (56 cm) e di una distribuzione del volume molto ben bilanciata. Meno bilanciato è sicuramente il peso, che rientra nei canoni di questo tipo di tavole con i suoi 7,1 kg completamente vestito in assetto thruster, ma le cinque scasse, tre pinne e due “tappi” sbilanciano il peso verso poppa, cosa che si fa sentire a secco, mentre diventa quasi irrilevante in acqua. E in acqua si capisce subito che non è stata snaturata la filosofia dei WaveCult... questo 74 è si “tirato” di volume, ma rimane una tavola dall’approccio facile ed immediato che non necessita di un super capo delle onde per poterlo sfruttare al meglio. In condizioni ottimali, diciamo con vele da 4,2/4.7 e vento steso, la risposta di questo 74 litri ai comandi dei piedi è istintiva, soprattutto nelle surfate dove si esalta. Su qualunque tipo di onda, in condizioni on shore o side shore... non c’è bisogno neanche di essere un peso leggero come il nostro tester per sfruttarlo al massimo: basta avere l’idea della surfata che si vuole fare ed in pratica è già fatta! Nonostante i 74 litri di volume, questa tavola rimane relativamente duttile ma, allo stesso tempo, si rivela incisiva... se il vento c’è ed è forte non troverete sbavature sia che vogliate saltare sia che vogliate surfare. Alla fine di questa bella tavola alla voce “contro” si può solo dire che... se pesate intorno agli 80 kg ed il vento molla o si fa rafficato potreste fare “fatica”..., ma soprattutto quello che è “pesante”, come per tutto quello provato in questo numero, è il prezzo!

RRD BOARDS 2016

OTT/NOV 015 G 51


WAVE BOARDS (74/104 l) Reattività, surfata, rendimento side/on shore, finizione, duttilità dotazione di serie pinne e straps, facilità di approccio Peso un po’ sbilanciato a poppa

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

+ -

2.399 €

RRD WaveCult 90 LTD

226 cm 60 cm 90 l 6,7 kg LTD (Innegra Carbon and PVC sandwich) slot box MFCTF Center da 18 - TF side da 11 4,0/5,6

peso rilevato con straps e pinna

rider and test smink - bergerie - novembre ‘015 - photo © barretta

Questa volta ho avuto l’occasione di provare per tre giorni di seguito il WaveCult 90 LTD V6 e sono riuscito a farmi un’idea precisa di questa tavolina. Dall’approccio facile, ma bella reattiva... queste sono le due cose che mi vengono in mente di primo acchito a cui aggiungerei che, in virtu del volume (generoso, ma non troppo...), ci si ritrova sotto i piedi una tavola versatile, ne’ difficile, ne’ troppo tecnica, dotata però di una buona dose di radicalità che mette a disposizione dei riders un po’ più capaci tra le onde. Per confermare l’accessibilità, in condizioni “nostrane”, potrei dirvi che in tre giorni consecutivi di vento da 5,0, 4,2 e 4,7 non ho mai sentito l’esigenza di cambiare tavola, lasciando tranquillamente a riposare sul tetto del camper il mio 80 litri! Le condizioni per buona parte del test sono state il “peggio del’on shore” possibile... ma anche quando, esasperato dal sovraffollamento della Bergerie, mi sono spostato a Le Lavandou, con onda decisamente più seria e vento finalmente da una direzione migliore, non ho mai smesso di apprezzare il WaveCult 90! Anche con il vento rafficato, nelle surfate front side giù dalle onde spesse di questo spot, ho apprezzato la fludità di questa tavola che in surfata rimane precisissima e non “saltella” mai neanche nei bottom più veloci. Una di quelle tavole che una volta che ci sei salito sopra non devi più pensare a lei perchè è intuitiva al massimo e fa tutto nel migliore dei modi... anche quando su va a surfare schiena all’onda, in uno spot facile come la Bergerie! Spot facile poi per modo di dire... con le onde nella stessa direzione del vento, c’è bisogno di una tavola che plana subito e bene, per passare i frangenti e non stare ad “arare” sotto riva. In questo caso, nonostante il peso sia un po’ sbilanciato verso poppa, come già rilevato nel test del WC 74, causa cinque scasse, tre pinne e due tappi... il WaveCult 90 si comporta come Dio Comanda: parte subito e tiene la planata con facilità anche con il vento leggero. Sul bordo si riesce subito a raggiungere una buona velocità, grazie anche anche al fatto che la conduzione rimane fluida e semplice anche se il WaveCult è bello vivo sotto i piedi. Grazie a questa “dote”, si riesce a staccare facilmente dall’acqua anche in condizioni particolarmente rognose: in aria e nel controllo l’impressione, bella, è quella di avere una tavola più piccola. Una di quelle wave board che in condizione toste, sia di vento che di onde, sembra avere meno volume di quello che ha e con il vento leggero riesce ad offrire il giusto supporto... un’altra gran bella tavola che può essere anche l’unica per waver medio/pesanti!

RRD BOARDS 2016

DIC/GEN 016 G 41


FREESTYLEWAVE BOARD RRD FreestyleWave 90 LTD

84 / 90 / 96 / 104

2299 €

rider bac - test smink/bac - andora (sv) - maggio ‘016 - photo © smink

Disponibile sia nella versione Wood che Ltd, divise oltre che dalla diversa costruzione dal consueto mezzo chilo di peso a favore della Ltd, VOLUME : l’edizione V4 del FreestyleWave 90 (e dei suoi fratelli 84, 96 e 104) è PESO DICHIARATO : stata completamente rivisitata dallo shaper Aurelio Verdi cha messo a PESO RIL. con straps e pinna : frutto la sua esperienza con gli shape COTAN aggiornando il nose della COSTRUZIONE : tavola accorciandolo ed aumentando la scoop line... SCASSA PINNA : La carena continua, come da “tradizione”, ad avere uno shape leggerPINNE DI SERIE : mente biconcavo con V, per garantire le prestazioni rail to rail e aumenGAMMA VELE : tare il controllo della tavola, anche in condizioni parecchio ventilate. Il 90 che abbiamo testato è forse lo scafo della linea FreestyleWave che duttilità, accessibilità, range di utilizzo, potrebbe meglio svolgere il ruolo di tavola multifunzionale, wave, freecontrollo sul ciop con vento forte, attitudine style, bump & jump in grado di coprire un range molto ampio di stili e alla surfata (in asseto thruster), carving condizioni. Potrebbe... se avesse in dotazione anche un set di pinne per solo una pinna (freeride) in dotazione sfruttare adeguatamente l’assetto thruster. In effetti può essere la tavola grande per i leggeri o la tutto fare per i surfisti di peso medio/pesante: nella versione LTD parte a razzo, va forte, stringe il vento in modo gagliardo e, prendendoci la mano, diventa una bella piattaforma per fare saltoni con vento medio e onde di piccole dimensione. L’assetto delle straps bello largo, garantisce l’assenza di problemi di controllo anche nei rafficoni sul ciop più insidioso e le ottime prestazioni di navigazione e di manovrabilità si apprezzano se si fa del gran freeride, del bump&jump o del freestyle basico. Se la si usa tra le onde, con la sola pinna fornita di serie, una bella MFC freeride da 28 cm, “l’abilità” in surfata della tavola è però abbastanza limitata: difficile stringere le curve, il bottom viene come viene e, con vento molto on shore, riprendere il lip è difficile se non si è bravi veramente. Tutto cambia radicalmente se si dota la tavola di tre buone pinne per sfruttare al meglio la possibilità di “assettarla” thruster: l’abbiamo provata con questo assetto grazie alle nostre tre vecchie Gas Fins (1x21 cm+ 2x10 cm) ed abbiamo “trovato” l'anima più wave del FreestyleWave 90. Non surfa proprio come una tavola dedicata alle onde, ma ci si avvicina sensibilmente, tanto che potrebbe essere la scelta più polivalente e quindi ottimale per i surfisti di peso medio che volessero avvicinarsi al wave serio. In quest’ottica ci si può giocare con le onde con un po’ più di volume sotto i piedi, trovando il giusto supporto in manovra: velocità e precisione nel bottom diventano allora lusinghiere se si ha un buon piede. Provata con la 5,7 a Noli e con il vento più forte, da 4.7 ad Andora... il FreestyleWave 90 V4 Ltd se l’è cavata sempre alla grande: veramente un bel mezzo che trova il suo, quasi unico, limite nella mancanza di un set di pinne thruster alternativo alla pinna freeride fornita di serie. LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

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229 cm 60 cm 90 cm 6,3 kg 7,8 kg LTD(semicustom/Innegracarbondeckglassbottom) power box MFC freewave 28 G10 CNC 4.2/6.4

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RRD BOARDS 2016

GIU/LUG 016 G 41


test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - test 2016 - 2016

WAVE BOARD

SIMMER Quantum 85

75 / 80 / 85 / 90 / 95 /105

1895 €

rider and test max - la coudouliere (france) - maggio ‘016 - photo © smink

Ero curioso di provare questa tavola... il fatto poi di aver perso la mia unica tavola wave sul muraglione del porto della Spiaggia d'oro e di voler VOLUME : andare in Francia a prendere il maestrale il week-end successivo... beh, PESO DICHIARATO : rendeva il mio interesse addirittura impellente! A parte gli scherzi... nella PESO RIL. con straps e pinna : gamma Simmer i sei modelli della linea Quantum (75, 80, 85, 90, 95, COSTRUZIONE : 105) si affiancano ai cinque della Fly Wave (71, 78, 85, 92, 102) e a cinSCASSA PINNA : que della Freegal (70, 80, 90, 100 e 110) e questo comporta in pratica PINNE DI SERIE : che i Quantum assumano i ruolo di tavole wave più classiche destinate GAMMA VELE : ai surfisti di livello... umano! La tavola oggetto dei nostri test è realizzata con la costruzione Carpolivalenza, range di utilizzo, facile in bon/Glass sandwich con cui sono realizzati gli scafi più “radicali” della surfata on shore, a suo agio tra le onde gamma Simmer e cioè proprio i Quantum, i Fly Wave, gli Helix e i Freecon le vele più grandicelle del range, prezzo gal: senza straps e pinne, nonostante le cinque scasse, il Quantum 85 manca un pelo di reattività attesta la bilancia intorno ai 6,5 kg. La tavola viene fornita con un quad fins set e cioè con 4 belle pinne di serie in G10 e con le staps dedicate, ma il peso rimane contenuto a 7,3 kg “vestita” di tutto punto. Non male per una tavola sugli 85 litri, neanche poi troppo tirata. In effetti, i 59 cm di larghezza del Quantum 85 sono relativamente rassicuranti ed ad una prima occhiata dà l’impressione di avere un volume generoso e di poter offrire il supporto giusto anche in condizioni parecchio rognose dal punto di vista vento. La prova in acqua ne ha subito dato conferma... con vento da 4.7 al limite della planata anche per un peso “gordo” come il mio (90 kg) con il Quantum nelle condizioni limite, non ho avuto alcun problema a partire in planata, anzi molte volte ero in anticipo rispetto ad altri surfers nelle mie stesse condizioni. Tutto sommato in surfata la tavola è abbastanza intuitiva, molto facile sull'onda e dà quella bella sensazione di aver tutto sotto controllo nei passaggi più difficili, anche se bisogna allargare un poco il raggio dei bottom per farla arrivare al cut back bella veloce. Se vogliamo dirla tutta... essendo relativamente facile, un surfista più esperto potrebbe accorgersi di un minimo di mancanza di nerbo in fatto di radicalità, soprattutto nelle surfate side shore con il vento leggero. D’altra parte appena il vento aumenta, questa sensazione si “limita “ da sola: il Quantum si comporta molto bene in andatura, diventa più reattiva e veloce, ma sempre facilmente gestibile in aria e nei salti. Anche con vento forte, il controllo è sempre a portata di surfista umano e la surfata resta molto divertente. Come diciamo qui da noi “sciuscià e sciurbì nu se peu”... certamente ci sono in circolazione tavole wave più cattive e radicali, ma il Quantum 85 è una bella “soluzione”, per chi vuole fare wave, saltare e surfare in condizioni europee: sincera in ogni condizione, consente anche nelle uscite più difficili di concentrarsi sul surfare anzichè sul controllo. LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

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227 cm 59cm 85 cm 6,5 kg 7,3 kg Full Carbon/Kevlar 5 slot box Twin A 16 / Quad M 95 + A 150 / Tri BT 100 x A 180 4,0/5,3

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SIMMER BOARDS 2016


FREEWAVE BOARD

SIMMER Helix V1 95/115

85 / 95 / 105/ 115

1795 €

rider paolo/smink - test paolo/smink - luglio ‘016 - photo © windspirit/flemma

Test a più mani per quanto riguarda questo Simmer Helix... perche il team ligure ha provato il 115 e Paolo, il nostro collabo campano, il 95! VOLUME : Arrivando tra l’altro alle stesse conclusioni... con un plauso unanime a PESO DICHIARATO : Simmer per quanto riguarda sia la qualità costruttiva di questa tavola doPESO RIL. con straps e pinna : tata, tra le altre cose, di robuste scasse in carbonio, sia per qualità delle COSTRUZIONE : finiture... a cominciare dal doppio tassello antitorsione per le straps poSCASSA PINNA : steriori ad arrivare alla valvola in goretex autoregolante. PINNE DI SERIE : Tutte le 4 tavole della linea Helix possono essere usate sia come single GAMMA VELE : fin, per un uso più freewave, che come trifin per renderla più sfruttabile tra le onde. Sin dai primi bordi la tavola appare molto semplice da conduttilità “all terrain”, accessibilità, range durre. La doppia possibilità di usarla in configurazione monopinna e tridi utilizzo, controllo con vento forte, carving fin la rende adattabile ad ogni condizione. Paolo ha avuto la possibilità di usarla in molteplici situazioni: dalle classiche e rognose condizioni nosolo una pinna (freewave) in dotazione strane con onda formata e vento onshore, all’acqua perfettamente piatta, fino ad arrivare al vento leggero side con onda di scaduta. Con il suo peso intorno ai 65 kg, si è goduto il Simmer Helix 95 abbinato alla Icon 5,6, trovandosi pienamente a suo agio. Da single fin la tavola plana prestissimo ed è davvero molto manovrabile tanto da poter essere utilizzata anche come un freestyle puro. Tale prerogativa è apprezzabile anche nel classico on-shore con onda formata dove la tavola, grazie alla sua repentina accelerazione che permette di raggiungere subito velocità elevate, consente di superare le schiume e i buchi di vento egregiamente rendendo veramente la vita facile al rider che si cimenta in tali condizioni. In configurazione trifin la tavola subisce una metamorfosi mostrando un temperamento wave inaspettato per la sua categoria: l’Helix 95 entra in surfata mantenendo sempre una buona velocità senza esitazione e permette ai leggeri, grazie al suo volume generoso di divertirsi a surfare le onde di scaduta con vento praticamente al limite. Se avete fin qui letto il test di Paolo incentrato sul 95 litri, da parte nostra non ci rimane molto da aggiungere per quanto riguarda il 115: le impressioni sono più o meno le stesse, ma in un ottica di surfisti medio/pesanti alla ricerca di una tavola “all terrain” dalla doppia anima, duttile sia in acqua piatta che tra le onde. Volendo possiamo aggiungere che con la sua pinna di serie da 32 cm, l’Helix 115 è in grado di reggere, senza nessuno problema, vele come la 7,2 quasi all’apice alto del suo range effettivo. Abbinato alla Rapid 7,2, freerace no cam, questa tavola si fa apprezzare per la suo scorrevolezza, la planata fluida e una reattività alla pressione dei piedi, riscontrabile di solito solo su freewave di volume ben più ridotto. Un bel mezzo tutto fare, a seconda del volume scelto, per “grandi e “piccini” che non costa il solito occhio della testa... LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

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234 cm (95) - 235 cm (115) 63 cm (95) - 67 cm (115) 95 - 115 6.5 kg (95) - 6.9 kg (115) 7,4 kg (95) - 7,9 kg (115) RegularEdition(full fiberglassconrinforzi) 2 x slot box + 1 x US box Freewave 30 (95) - Freewave 32 (115) 4.2/6.2 (95) - 4.7/7.5 (115)

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SIMMER BOARDS 2016

AGO/SETT 016 G 51


2.399 € surfata, planata, precisione, stabilità, versatilità, possibilità di assetto thruster o quad prezzo (e 2 pinne in meno) grafica discutibile

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

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WAVE BOARDS (75/96 l)

Tabou Da Curve Quadster 86

230 cm 57,5 cm 86 l 6,8 kg FlexLight Carbon/Innegra slot box Carve 2x11+ Zinger 1x17 4,2/6,1

peso rilevato con straps e pinna

rider spaga - test spaga and smink - sri lanka - agosto ‘015 - photo © spaga

Test a due mani per il Da Curve Quadster 86, grazie alla disponibilità dell’amico Simone e dei Tabou boys locali che mi hanno messo a disposizione la tavola durante la recente mission in terra di Francia ad inizio novembre. Prima di lasciare la parola a “Spaga”, posso dirvi che personalmente ho apprezzato “assai” l’assetto trifin nelle condizioni on shore della Bergerie, mentre Simone che ha utilizzato la tavola in condizioni wave più serie si è trovato molto più a suo agio con l’assetto quad. Per il resto siamo giunti alle stesse conclusione cominciando con il concordare che il nuovo look psichedelico dei Da Curve, non è che sia il massimo... ma questione i gusti! La linea 2016 Da Curve Quadster vanta nuovi shape per 75, 80 e 86: su quest’ultimo la poppa è molto tirata e la prua risulta “arrotondata” per favorire le manovre new school tipo taka e similari. La scassa del piede d’albero è stata spostata un pochino più indietro, mentre straps e pad sono le stesse di sempre! Se i Quadster degli ultimi due anni erano più friendly, plananti facili e prevedibili, pur eccellendo nelle onde, la nuova tavola è una vera macchina da onda! Questo 86 monta sempre le sue famose 5 scasse, ma Tabou quest’anno lo dota di sole 3 pinne perché il “Team Internazionale” predilige l’assetto TriFin e quindi questo è il must per quest’anno! E se è il must.... io che ho sempre usato i Da Curve in assetto quad, visto anche il mio stile derivato dal surf, ho provato subito questa tavola a 3 pinne. L’86 mantiene le doti di planata eccezionali della tavola 2014, è molto veloce e con le tre pinne salta da paura. La pinna centrale è lunga, ma le centrali sono completamente nuove, più piccole delle tradizionali e con uno shape più arrotondato. In surfata è super precisa come sempre, il suo lato cattivo viene fuori quando si schiaccia parecchio con il piede dietro e lei tende ad entrare in un cutback super radicale che volendo si può trasformare, con un po’ di manico, in taka! A tre pinne il Da Curve 86 è una bella tavola down the line o in condizioni on shore, mentre per le onde side, side off l’assetto quad è il must, rendendo la tavola più giocosa e armoniosa! Utilizzando da anni l’86 litri, che mi permette un range dalla 4.0 alla 5.3, sia in Europa che durante i miei viaggi invernali in Sud Africa... penso che il Da Curve rimanga sempre una eccezionale tavola da onda, forse la più completa del mercato. Basta una sola tavola per ognuno, in base al proprio peso e il Quadster non vi deluderà mai, sia con il ventone che in condizioni di “barchetta”, rimane precisa e sicura nelle onde.

TABOU BOARDS 2016


WAVE BOARD (power wave) TABOU Pocket Wave 86

69 / 78 / 86 / 94 / 102

2199 €

Zinger 17 + 2 x 11 rider and test smink - andora (sv) - gennaio ‘016 - photo © gino tumbarello

Arrivato all’ultimo minuto al posto del 3S 86, ci siamo di buon grado “occupati” del test del Pocket 86. Il ricordo del “super” Pocket 2015, provato VOLUME : nelle due misure 86 e 94, era ancora così fresco, che non vedevamo PESO DICHIARATO : l’ora di riprovare quel mix di vivacità e duttilità che ci era così piaciuto lo PESO RIL. con straps e pinna : scorso anno. In realtà sarebbe stato ben difficile che l’86 andasse diverCOSTRUZIONE : samente, visto che a parte forse qualcosina a livello costruttivo (la taSCASSA PINNA : vola pesa 3 etti in meno di quella dello scorso anno), lo shape del Pocket PINNA DI SERIE : non è stato ritoccato. GAMMA VELE : Vi potrei sintetizzare il nostro giudizio, giusto per non essere ripetitivo con il test dello scorso anno, con il commento dell’amico Fabrizio che reattività in condizioni on shore, estrema dopo aver fatto un po’ di bordi abbinandola alla Poison 5,4 è venuto a riva duttilità, range di utilizzo, polivalenza, dicendo... «con un altro 85 litri non avrei sicuramente planato in queste leggerezza, planata, vivacità condizioni, questa tavola va via liscia e veloce ed è bella intuitiva...» “look” discutibile Questo commento dovrebbe darvi l’idea della duttilità del Pocket 86 che infatti, con un larghezza massima che rasenta i 60 cm, offre un appoggio “rassicurante” in tutte quelle condizioni “loffie” con le onde in cui usare un 85 litri più tirato sarebbe un mezzo azzardo. Quello che Fabrizio non vi ha detto, perchè non ha avuto la possibilità di provarlo con vele più piccole è che si una tavola intuitiva e duttile con le vele da 5,0/5,7, quanto può diventare vivace e reattiva in condizioni toste con la 4,7 e 4,2... più sotto, vedi 3,7, non mi ci spingerei a meno di non essere un peso “importante”. Il bello del Pocket 86 è infatti che potrebbe quasi interpretare il ruolo della tanto ricercata tavola unica, sempre di wave e freewave parlando, per i surfisti intorno agli 80 chili, mentre per surfisti più leggeri, come Daniele che pesa 60/65 kg (e che si è comprato il Pocket 86 2015), è la tavola grande, ideale da abbinare ad un 70/75 litri per poter giocare tra le onde. Il “problema” è che se si tratta di giocare tra le onde nostrane... alla fine Daniele “sfrutta” sempre il Pocket 86 perchè usare la tavola più piccola è sempre più raro. Quello che il mio piccolo amico non capisce, quando gli faccio osservare questa cosa e mi risponde quasi fosse una cosa da poco... “il pocket è una di quelle tavole che usi sempre e che se ci sale sopra chiunque, riesce a spremerci subito il meglio...”, è che... avercene di tavole così! Tanto più che sul “chiunque” continuo avere i miei dubbi ricordando che l’amico Fed quando aveva provato questa tavola, l’aveva giudicata... «nervosetta la “signorina: l’ho trovata impegnativa per il mio stile “anzianotto”». Il Pocket 86 continua ad avere una marcia in più in condizioni on shore, dove risulta simile come reattività al fratello più “cattivo” Da Curve, con un piccolo surplus di velocità e duttilità in più... in meno ha una minore precisione nella surfate front in condizioni side shore, dove necessita di una guida più attenta. LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

+

229 cm 59,5 cm 86 cm 6,7 kg 7,3 kg FlexLight Carbon/Innegra sandwich 1 mini us box + 2 slot box Zinger 1x17 + 2x10 3,7/5,7

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TABOU BOARDS 2016


FREERIDE BOARD TABOU Rocket 125 LTD

95 / 105 / 115 / 125 / 135 / 145

2199 €

rider and test smink - andora (sv) - maggio ‘016 - photo © gentiluomo

È da un po’ di anni che non provavamo il Tabou Rocket 125, una tavola che ha fatto la storia del freeride moderno. Aspetta, aspetta... per la staVOLUME : gione 2016 nella linea Rocket sono stati lanciati due nuovi shape da 135 PESO DICHIARATO : e appunto 125 litri che completano il rimodernamento della gamma (che PESO RIL. con straps e pinna : conta di sei modelli, tutti disponibili nelle costruzioni CED e LTD: 95, 105, COSTRUZIONE : 115, 125, 135, 145) iniziata un paio di anni fa. SCASSA PINNA : I due nuovi shape, mantengono inalterate lunghezza e volume, ma guaPINNE DI SERIE : dagnano ben 3 cm di larghezza, che permettono di ampliare la loro dutGAMMA VELE : tilità gamma di vento leggero e abbinata a vele più grandi. Dei “vecchi” shape rimane inalterata la caratteristica semplicità di conduPerformance, mix accessibilità/prestazioni zione, l’accelerazione graduale e la facilità in strambata che hanno fatto partenza in planata, accelerazione, veloamare i Rocket a migliaia di freeride. In più hanno sulla carta, ma anche cità, controllo, strambata, peso alla prova in acqua, uno spunto velocistico maggiore e, aggiungiamo noi, pinna delicata una maggiore reattività forse esaltata dalla costruzione LTD. In effetti il peso veramente contenuto di questa tavola fa si che le sue prestazioni velocistiche siano molto più simili a quelle di uno “slalomino” che a un “semplice” freeride. La prima impressione è infatti quella di avere sotto i piedi una tavola molto più corsaiola rispetto alle precedenti edizioni del Rocket. La nuova tavola entra in planata prestissimo anche con il vento leggerissimo e la mantiene anche nei buchi di vento più lunghi, non richiedendo particolare impegno per farle raggiungere con facilità una “sostanziosa” velocità di punta. La cosa bella è che una volta trovato l’assetto giusto, la velocità che si raggiunge diventa da sostanziosa a veramente “importante” perchè il Rocket 125 sembra di accelerare senza fine grazie all’agevole controllo che si riesce a mantenere anche su un piano d’acqua non particolarmente piatto. Ad essere sincero per la facilità di planata e per l’attitudine a mantenerla, per il buon angolo che si riesce a tenere risalendo il vento... il Rocket mi ricorda molto il mio vecchio glorioso Manta 79 che dispone dello stesso volume, ma in strambata il Rocket è nettamente più accessibile e facile da gestire soprattutto quando cercate di ridurre un po’ il raggio della curva: schiacciando con il piede si riesce a stringere e mantenere un curva precisa senza perdere velocità. Pienamente a suo agio nel vento leggero, anche in condizioni ben più ventilate, il Rocket 125 è meno fisica da gestire di uno slalom: anche se alla guida c’è un surfista leggero, i 125 litri non si fanno troppo sentire. Fabein Vollenweider, con questo Rocket 125 Ltd “conferma” un freeride di altissimo livello (e anche prezzo purtroppo) con prestazione quasi da slalom, veloce e allo stesso tempo facile e “libero” da portare... LUNGHEZZA : LARGHEZZA :

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250 cm 72 cm 125 cm 7,1 kg 7,8 kg Carbon Biax sandwich LTD power box Freeride 40 WL blue 5,5/8,5

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TABOU BOARDS 2016

GIU/LUG 016 G 43


890 € leggerezza, potenza, partenza in planata, accelerazione, reattività in surfata, neutra e maneggevole meno adatta ai leggeri

+ -

WAVE SAILS (4,0/6,1)

CHALLENGER Konda 4,5

mis. disp. : 4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7/6,1 mis. albero : 415 cm mis. boma : 167 cm mast ideale: Cross/ Expert / Select 400/19 mast comp.: carbon rdm/sdm 400/19 stecche : 5 + 2 mini battens top : vario

rider and test smink - fornaci (sv) - maggio ‘015 - photo © gentiluomo

Se non sei proprio un fuscello la Konda, la power wave di casa Challenger rimane la scelta ottimale per chi non è proprio leggerissimo e non vuole trovarsi tra le mani una vela che non spinge. Le “nuove” vele a 3/4 stecche fanno sicuramente più “figo” (cosa per cui ho passato abbondantemente l’età), sono indubbiamente più leggere e spesso vanno anche bene! Spesso... perchè alle volte invece ci si ritrova con dei “motori meno steccati” che vanno perfettamente in talune condizione e molto meno bene in molte altre. Dopo aver provato tante vele a tre, quattro e cinque stecche sono sempre più convinto che a livello duttilità le five battens non le batta nessuno... giudizio di surfista ormai vecchiotto, ma che di ore in mare ne passa ancora parecchie. Da quanto mi sono comprato lo scorso anno un canonico set dei Naish Force R1 (4.2, 4.7, 5.0 e 5.3... ah, non sono diventato scemo, la 5,0 me la sono dovuta comprare causa test!), quest’anno non mi è mai venuto neanche nell’anticamera del cervello l’idea di cambiare vele! Vanno benissimo sempre, non si sono ancora (troppo) smontate e per un paio d’anni, salvo disastrose divagazioni a rocce, sono a posto. e! Con il suo albero, su cui è disegnata, le cose cambiamo sensibilmente: la Konda 6,3 diventa relativamente più potente e, soprattutto in presenza di piloti non troppo pesanti, può coprire un range di vento veramente ampio. In acqua il profilo è bello pieno e abbinato al “consueto” freeewave 95 si disimpegna bene, anche se bisogna “affinare “ un po’ la posizione sulla tavola per chiudere bene la vela. Una volta trovato l’assetto giusto, la vela tira molto in avanti, ma mi è sembrato molto più equilibrata in fatto di potenza rispetto all’ultima Konda che avevo provato un paio d’anni fa. La spinta c’è sempre, ma è molto più graduale e gestibile, anche in condizioni parecchio invelate. Tra le onde, veramente misere a dire il vero (sto parlando di quella abbinate al vento, perchè in fatto di “Onde nada vento” con la O maiuscola, quest’estate non ci possiamo lamentare...), la Konda si destreggia bene: rimane leggere sulla braccia e si conferma, anche in questa misura più adatta ad un uso freewave, ben gestibile e neutra in surfata. Eliminato con l’adozione del tramato, il “neo” finestra in monofilm, la Konda, prezzo a parte, si conferma una bella “realtà” con il potere di sdoppiarsi... soprattutto in questa misura può infatti essere una buona power wave adatta ai venti medio/leggeri per i pesanti o trasformarsi in una moderna bump&jump tutto fare per i surfisti più leggeri.

CHALLENGER SAILS 2016


WAVE SAILS (three battens) CHALLENGER 3G Oriented 5,0

3.2 / 3.7 / 4.0 / 4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.8

850 €

rider and test roberto - la punta - gennaio ‘016 - photo © wind passion

Vista e rivista tra le mani di Daniel Bruch più volte in foto questa vela “custom” di Challenger, mi ha sempre incuriosito e da felice possessore MISURA BOMA : di una Three G 2015 5.0 non mi ci è voluto molto a fare il salto al modello PESO : Oriented. MAST IDEALE : Nello srotolare la nuova vela 2016, la prima cosa che noto è il peso della MAST COMPATIBILE : sacca... eh si, perchè pesa quasi più la sacca che la vela! La differenza MAST DEL TEST : di peso tra le due cinque, quella di serie 2015 e quella Oriented 2016 è STECCHE: quasi abissale, tanto che il primo pensiero è stato... ma quando sarà reTOP : sistente questa vela? Un’ impressione completamente sbagliata: essendo costruita con lo speLeggerissima, reattiva, neutrale, ciale laminato con armatura in fibre hi-tech in carbonio, la 3G Oriented feeling morbido, rapida, più duttile è in pratica a prova di cannonata! rispetto al modello base, robusta Rispetto alla mia versione di serie, la Oriented è più morbida, si “pompa” trim accurato, prezzo meglio e la vela è molto leggera sul braccio posteriore senza peraltro perdere di potenza. Spesso infatti le vele che tirano sul braccio posteriore sono potenti, ma alla lunga devastanti fisicamente: la 3G Oriented è l’opposto... la sensazione è quella di avere una vela leggera sul braccio posteriore che aiuta non poco a mantenere l’assetto rig/tavola sempre perfetto. In acqua il peso ridottissimo si rivela vincente anche con vento più forte e specialmente dopo qualche ora di wave. Oltre al materiale costruttivo e al peso piuma, la Oriented monta delle nuove stecche con una diversa rastrematura: la Three G 2015 le aveva infatti più morbide in punta, mentre la nuova vela adotta un set di stecche con una curvatura più progressiva. Bilanciata e stabile, la 3G Oriented sa essere potente e neutra quando serve: il sistema on/off creato da Challenger sails proprio per le vele a tre stecche, funziona e come... non rendendo mai la vela nervosa sotto raffica. Insomma ragazzi… se la mia prima tre stecche custom del 2012 era ottima, questa 2016 Oriented è semplicemente favolosa! Dopo tanti anni utilizzo delle vele del buon Bad non posso che essere felice del lavoro fatto dai ragazzi del team International, sia per quanto riguarda il wave, sia per lo slalom... è bello vedere che lo sviluppo e la ricerca di Challenger Sails non si ferma mai! Se a livello prestazioni non posso che darle un plauso, anche il look della 3G Oriented, disponibile in diverse colorazioni base tipo nero/arancio, nero/giallo a me.... come ad altri, piace molto. Questione di gusti: a qualcuno potrebbe anche non sembrare troppo alla “moda”, ma essendo un modello di serie “custom” è soggetta ad ulteriori ed eventuali personalizzazioni. MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

410 cm 400 + 8/10cm 166 cm +/- 2 cm 2,8 kg FSW99 (Ultra Daniel Bruch LTD) 400/19 carbon rdm 400/100 Challenger FSW 99 rdm 400/19 3 + 2 mini battens fisso

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CHALLENGER SAILS 2016

FEB/MAR 016 G 37


FREERACE SAILS (3 cam) CHALLENGER Fluido T3 6.6

6.0 / 6.6 / 7.2 / 7.8 / 8.4 / 9.2 / 10.0

695 €

rider and test roby da costa - s. agostino (roma) - aprile ‘016

A tre anni dal suo esordio la Fluido T3 2016 è la sintesi perfetta tra potenza, bilanciamento e rotazione dei cam. MISURA BOMA : Appena arrivata, la nuova compagna ideale degli amanti del puro freePESO : race si mostra in tutto il suo splendore... colorazione italica perfetta! MAST IDEALE : Trimmata con il 430 75% sdm “come consigliato dalla casa” e armati i tre MAST COMPATIBILE : cam con il minimo sforzo.. la vela non fa una piega, nessuna grinza, nesMAST DEL TEST : sun difetto visibile... armare alla perfezione questa vela è facile e veloce: STECCHE: montato il boma e regolata la bugna (consiglio di lasciarlo cazzato al TOP : massimo di un cm), la prima cosa che si nota è il lavoro fatto sulla base della vela. Badiali ha infatti aumentato appena, appena il grasso sulla rapporto facilità/ performance, potenza, prima e seconda stecca, dando alla vela un spunto in più in partenza di spunto, velocità finale, stabilità di profilo, planata e una volta lanciati di traverso\lasco vi regalerà velocità di tutto trim semplice, prezzo rispetto. niente da segnalare Ho provato la Fluido T3 6,6 nello stupendo spot di S. Agostino, con vento di scirocco che andava da 14 a 19 nodi, con punte fino a 22 nodi, abbinandola ad una tavola freerace (99 Revo 115GSL), facile e veloce, visto che questa tipologia di tavola è la più indicata per spremere a dovere la Liquido T3 6.6. Le misure della prolunga si sono rivelate giuste, ho solo dovuto dare una nuova cazzata alla vela dopo due ore di navigazione; operazione che di consueto avviene quando la vela è nuova. Avendo le cime di regolazione sul boma ho potuto notare che non occorre più intervenire sulla tensione della bugna in andatura, poiché la vela è stabilissima già di suo e le micro regolazioni in questo caso non servono a nulla. In fase di pre planata dando due energiche pompate la vela accelera e in pochi metri si parte e si raggiungono ottime velocità di crociera. Bolina o traverso che sia, la vela rimane stabile e molto bilanciata: il tiro sulla parte bassa, dove il grasso è stato “aumentato” aiuta a trovare velocemente l’assetto. Il massimo delle prestazioni con la nuova T3 si raggiunge quando il vento aumenta, nelle raffiche più forti la vela accelera e non si sbilancia mai in avanti, permettendo sempre al rider di mantenere il perfetto assetto tavola e vela. La rotazione dei tre cam avviene immediatamente e senza nessuno strappo sulle braccia, regalando al rider solo il piacere di navigare. La cosa che ho gradito di questa vela rispetto alle vele da slalom/tace è la tasca d’albero più stretta, che si è rivelata un’arma vincente: la vela una volta caduta in acqua si solleva in un lampo, permettendo di ripartire e riprendere la navigazione con un minimo sforzo, cosa impossibile con le vele Race con la tasca grande. Mi permetto di consigliare questo prodotto a tutti quelli che cercano una vela veramente facile e molto performante: sono convinto che se utilizzata in regata da un buon atleta questa Fluido T 3 potrebbe addirittura arrivare tra le prime posizioni. MISURA ALBERO : TRIM REALE :

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453 cm 430 + 23/25 cm 192 cm +/- 1 cm 4,0 kg Challenger RSS 99 sdm 430/21 carbon sdm 430/21 Challenger RSS 99 430/21 7 + 3 cam + 4 mini batten fisso

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CHALLENGER SAILS 2016


699 € potente al punto giusto, polivalente nelle prestazioni, manovrabile e neutrale, fine in surfata, equilibrata, gran range finestra in monofilm

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WAVE SAILS (3,3/5,7) GAASTRA Manic 4,2

mis. disp. : 3,3/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7 mis. albero : 378 cm mis. boma : 149 cm mast ideale: Gaastra 100 rdm 370/17 mast comp.: carbon rdm 370/17 (hard top) stecche : 4 + 2 mini battens top : vario

rider and test spaga - sri lanka - agosto ‘015 - photo © spaga

Ma nic

HD

Anche quest’anno, GA propone una Manic con rifiniture, cuciture e materiali sempre al top, con un look dai colori ben mixati e su cui spicca, come su tutte le vele del brand, un enorme logo bianco GA tra l’ultima e la penultima stecca. Ma nic La gamma Manic è ormai da più di tre anni al vertice delle classifiche secondo tutti i giornali europei del settore. Queste vele sono maneggevoli, potenti (il giusto), precise e scaricano il vento come nessun altra vela! Le Manic 2016 sono state leggermente modificate, l’albero è stato abbassato di alcuni centimetri senza però allungare la misura del boma... ne risultano vele più compatte e stabili nelle mani! La 4.2 si arma con il 370 e 8 cm di prolunga, la misura del boma è 150 cm, ma vi consiglio di armare qualunque Manic sempre con 2 cm in più se no la vela risulterebbe troppo grassa! Ormai dal 2015 le vele hanno 4 stecche dalla 4.2 in giù e 5 stecche dalla 4.2 in su. Quest’anno Peter Munzlinger ha introdotto un sistema di ricambio della stecca del boma (lo stesso che abbiamo visto nel test dell’IQ sul numero scorso) per poter usare la vela in condizioni light wind, c’è in dotazione una seconda stecca più corta che non andrà a toccare l’albero e renderà la vela più morbida e grassa. Sistema interessante ma che per le nostre condizioni e per il 90% delle mie uscite mi sa che sinceramente non considererò! Ho usato la 4.2 a Diano Marina due giorni di fila con il vento da NE, non classicamente un vento leggere e costante. La Manic mi ha stupito di nuovo, erano tutti fuori con le 4.5 il vento era parecchio bucato, ma sotto raffica era anche da 3.7... riuscivo a planare tranquillamente e a superare i buchi di vento, ma soprattutto, sotto le furiose raffiche, non perdevo il controllo e la vela non mi strappava le mani e le braccia, rimanendo sempre bella stabile. Nei salti, come nelle surfate, la Manic resta al vostro comando dando potenza nei forward più esitati e annullandosi nei back loop.Queste vele sono incredibili: hanno un range veramente ampio di utilizzo e sono sempre precise nelle mani. Ho usato invece la 4.7 nelle onde a Coudou un mese fa, al contrario di Diano erano tutti fuori con le 4.2 io sono rimasto tutto il giorno sovra invelato, senza mai accorgermi di esserlo, non ho mai avuto la sensazione di avere una vela enorme e nella surfata la Manic si neutralizzava senza risultare fastidiosa tra le mani. Penso che sia una delle vele più belle che abbia mai provato: infatti non riesco ad usarne altre, neppure la bellissima IQ che però, per me, rimane un gradino sotto alle Manic.

GA SAILS 2016


699 € stabile, precisa, potente, dedicata al freestyle, ma utilizzabile anche tra le onde un po’ meno potente del solito

+ -

FREESTYLE SAILS (4,0/5,7) GAASTRA Pure 4,4

mis. disp. : 4,0/4,2/4,4/4,6/4,8/5,0/5,2/5,4/5,7 mis. albero : 398 cm mis. boma : 154 cm mast ideale: Gaastra 100 rdm 370/17 mast comp.: carbon rdm 370/17 (hard top) stecche : 4 + 1 mini battens top : fisso

rider and test luigi - tremestieri - novembre ‘015 - photo © saverina

La Pure domina da diversi anni la scena del freestyle mondiale ed è stata a lungo considerata come la vela riferimento nella sua categoria, specie grazie ad un parco atleti fra i più quotati e costanti al mondo, che insieme al velaio GA Peter Munzlinger hanno fatto un lavoro di sviluppo veramente eccellente. Già la versione 2015 era praticamente perfetta e solitamente, quando un progetto è buono, non lo si stravolge, ma al massimo si fanno piccoli aggiustamenti. La versione 2016 infatti mantiene invariate le misure di albero e boma, ma ha una penna più magra e più superficie sotto il boma per avere un feeling più morbido nelle braccia ed on & off power più preciso, fondamentale nelle nuove manovre freestyle. Anche la curva d’albero è simile, ma il tipo di dacron è diverso, per consentire un feeling più leggero ed extra pop, mentre le cuciture radiali verticali nella parte superiore la mantengono molto stabile. Alla prova in acqua la Pure 4.4 si mostra veramente eccellente sia nelle manovre freestyle old school, sia nella nuova generazione di ducking move. Infatti il passaggio sottovela, già piatto forte di questa vela nelle versioni 2014 e 2015, è ulteriormente migliorato: la vela è una piuma durante il passaggio, come radiocomandata, non si scompone minimamente e consente di mantenere la piena velocità della tavola per eseguire burners e kono varie in potenza esplosiva. Ho avuto modo di testare la vela anche in condizioni “soft wave” (onde surfabili alte sino a 1,5/2 metri) e la piacevole sorpresa è continuata, visto che in surfata si è dimostrata molto equilibrata e facile, nonostante la potenza esplosiva manifestata nel freestyle. Inoltre la grammatura del monofilm è discretamente resistente, tanto da consentire anche qualche frullata senza rischio di danni. Ottime le finiture, con paracolpi integrato nel caricabasso ben imbottito e funzionale. L'unico neo riscontrato rispetto alla 2015 è un leggero ritardo in inizio planata (ma potrebbe essere una mia impressione, visto il mio peso non proprio piuma di 85 kg. ), ripagato però abbondantemente dall'enorme facilità d'uso e dall'ottimo range di utilizzo. Da segnalare che, su indicazione del team international, sono state re-introdotte le misure 4.0 e 4.6, abolite nella versione 2015 ed è stata cancellata la 3.8.

GA SAILS 2016

DIC/GEN 016 G 43


769 € Versatile, manovrabile, neutrale, equilibrata, leggera, precisa in surfata, discreto spunto... “vuole” il suo albero hard top

mis. disp. : mis. albero : mis. boma : mast ideale: mast comp.: stecche : top :

WAVE SAILS (3,3/5,4)

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GAASTRA IQ 4,7

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3,3/3,6/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,4 397 cm 161 cm Gaastra 100 RDM 370/17 carbon rdm 370/17 hard top 4 + 2 mini battens vario

rider panda - test smink - andora (sv) - settembre ‘015 - photo © smink

Che si dica Gaastra come continuiamo a chiamarla noi vecchietti o GA come riporta il logo stampato bello grosso sopra la finestra... le vele disegnate da Peter Munzlinger, negli ultimi due anni hanno nuovamente “animato” le fantasie e i sogni di molti italici windsurfisti. Questa volta siamo andati ad assaggiare la nuova IQ 2016 di cui Tomasino Traversa è l’indiscusso “porta bandiera”. Come la Manic, a cui è accomunata dall’adozione del sistema Convertible Batten System di cui parleremo più avanti, anche l’IQ ha subito un profondo restyling. La più dinamica e diretta delle vele wave GA, è stata ridisegnata alla ricerca di un range di vento di vento più ampio rispetto alle edizioni precedenti. Anche in quest’ottica va vista l’introduzione del sistema Convertible Batten System, che offre alla IQ la possibilità di montare la stecca più corta sopra il boma (si può togliere la stecca passante sostituendola con una stecca più corta in dotazione che trova il suo alloggio in una seconda tasca... più difficile da dirsi che a farsi!). Questo accorgimento la rende ancora più sfruttabile nelle condizioni di onda ottimali e vento leggero. La IQ 2016 vanta anche una nuova struttura con meno cuciture che in passato, cosa che permette di aumentare la leggerezza di una vela che rimane però ben costruita, con maggiori rinforzi nei punti giusti, vedi ad esempio la zona di bugna.La 4,7 IQ va armata con il 370/17 e grazie al nuovo albero Reptile Reverse abbiamo potuto “accontentare” alla perfezione la sua richiesta di un albero con curva hard top. Avevamo già provato questa vela un paio di anni fa, nell’edizione 2014 e impressioni (piacevoli) e appunti (pochissimi) sono rimasti più o meno gli stessi. Gli appunti sono legati alla finestra totalmente in monofilm, ma dato che è ormai “un’abitudine” adottata da quasi tutte le velerie può darsi che questa sia una nostra “fisima” anche se il nostro test team continua a preferire un minino di tramatura in finestra anche a scapito di un visibilità leggermente minore. Le doti delIa nuova IQ, tante... sono riassumibili nel fatto che ci si dimentica immediatamente della vela! La spinta è adeguata e in condizioni di vento medio/forte plana subito in piena velocità sul bordo cosa che permette di saltare con facilità, in surfata diventa neutra quando lo deve essere, sventa quando deve sventare... cosa volete più? Forse che la vela in condizioni di vento leggero offra più o meno le stesse sensazioni... e beh ci siamo quasi: nonostante rimanga secondo noi la vela ideale per i surfisti leggeri, l’IQ 2016 regala con il vento leggero la sensazione di un maggiore equilibrio e di una risposta più “potente” che in passato.Con l’assetto “a stecca” corta diventa anche piacevolmente più briosa... unico vero neo, anche in questo caso, il prezzo salatuccio!

GA SAILS 2016

OTT/NOV 015 G 55


WAVE SAILS (five battens) GA SAILS Poison 5,4

4.0 / 4.2 / 4.5 / 4.7 /5.0 / 5.4 / 5.8 / 6.2

799 €

rider fabrizio - test smink - andora - gennaio ‘016 - photo © gino tumbarello

Se Manic e IQ possono ampiamente soddisfare, per quanto riguarda casa Gaastra, tutti gli “appetiti” dei surfisti di peso medio/leggero, la PoiMISURA BOMA : son può interpretare alla perfezione il ruolo della power wave con il traPESO : dizionale e rassicurante shape a cinque stecche. MAST IDEALE : Facile da armare, a patto di avere o il suo albero dedicato GA o un buon MAST COMPATIBILE : albero rdm con curva tendente all’hard (nel nostro caso il Reptile ReMAST DEL TEST : verse usato in configurazione per curve hard top), la Poison non necesSTECCHE: sita di neanche troppa tensione di caricabasso per raggiungere il suo TOP : trim ottimale. La balumina a secco non si apre troppo come su altre vele, (caratteristica riscontrata anche con il suo albero GA dedicato), ma poi potente, polivalente nelle prestazioni con il in acqua la vela svolge diligentemente il suo lavoro. vento medio/leggero, manovrabile, neutrale, Lavoro che è poi quello di garantire super prestazioni nella fascia di quasi fine in surfata, equilibrata vento più leggero, opzione per cui la Poison ha subito quest’anno un finestra in monofilm, albero dedicato sapiente intervento sulla curvatura della tasca d’albero, atto anche a mantenere un controllo agevole sotto raffica, per tramutare la spinta in una sorprendente velocità di punta. Proprio per questo caratteristica la Poison sembra quasi essere più una vela freeride, se non fosse per la leggerezza e l’estrema maneggevolezza che garantisce quando si va a giochicchiare tra le onde, cosa che in questa metratura gli riesce benissimo. Con il vento leggero, grazie alla spinta generosa elargita, si parte subito fin dai primi metri di planata e si riesce con facilità a saltare vicino a riva. In andatura il profilo mantiene un centro velico stabile che si fa apprezzare anche quando si torna indietro a surfare le onde. Pur essendo una vela che sulla carta potrebbe apparire “fisica” e destinata a surfisti pesanti, allo stato dei fatti questa “tendenza” non è poi così sensibile... in condizioni di soprainvelatura, sotto raffica la vela non strattona anche se evidenzia la tipica pressione sul braccio posteriore, ma tutto rimane nel ambito di un controllo agevole per un surfista di medio livello. Tra le onde, non è mai ingombrante e soprattutto nelle condizioni “rognose” nostrane, si trova a suo agio... neutra e leggera sulle braccia in surfata. Proprio tra le onde, dove nutrivo qualche perplessità su una vela in cui, il monofilm nella ampia porzione di finestra, anche se di buon spessore, abbonda... la Poison si è ben destreggiata: qualche macinata l'ha rimediata durante i test e non ne ha risentito. D’altra parte la vela quest'anno ha un nuovo layout dei pannelli con un minor numero di cuciture, che sulla carta, dovrebbe rendere la vela più leggera, ma anche più resistente. Una power wave destinata soprattutto ai surfisti belli “spessotti” che vogliono planare sempre anche in condizioni difficili e che prediligono gli assetti tradizionali (anche in fatto di tavole) garantito da una cinque stecche di razza. MISURA ALBERO : TRIM REALE :

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418 cm 400 + 18/20 cm 170 cm +/- 2 cm 3,9 kg Gaastra 100 rdm 400/19 carbon rdm 400/100 Reptile Reverse 400/19 Hard 5 + 1 mini battens fisso

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GA SAILS 2016

FEB/MAR 016 G 41


CROSS OVER SAILS (five battens) GA Cross 6,0

4.8 / 5.2 / 5.6 / 6.0 / 6.4 / 6.9

759 €

rider and test smink - noli - marzo ‘016 - photo © nuccy

Un’altra vela che ci ha lasciato stupiti per la sua grande duttilità abbinata ad una leggerezza sulla braccia e ad un controllo con il vento forte fuori MISURA BOMA : dal comune per una 6,0 con uno shape “sorretto” da solo cinque stecche, PESO : nelle quattro misure dalla 4,8 alla 6,0... è la Cross di Gaastra. MAST IDEALE : Non avevamo mai provato prima d’ora questo modello disponibile in sei MAST COMPATIBILE : misure dalla 4,8 alla 6,9 (6,4 e 6,9 hanno uno shape a sei stecche), che MAST DEL TEST : riveste il ruolo di vela freemove/freeride nell’ampia gamma GA: una vela STECCHE: che fa della semplicità di trim (tutte le vele della linea si armano con due TOP : soli alberi 400 e 430) e di utilizzo i suoi cavalli di battaglia, senza però perdere nulla in fatto di prestazioni. potenza, leggerezza, accelerazione, Anche in questo caso, visti anche le indicazioni di mast hard top di GA, controllo, range di utilizzo, stabilità ci siamo presi il tempo per fare un po’ di prove con i vari alberi... 430/21 con il ventone, carving sia rdm che sdm, sia Reptile Reverse, che WR Zephyr (i fratelli un po’ finestra in monofilm più economici dei GA, distribuiti da White Reef), ma anche con il Maverx Stilo 300 di un nostro amico. Con tutti gli abbinamenti fatti, sia di alberi, ma anche di tavole, dal Flikka 92 al Ricci Freewawe 94, al JP 101 freestyle... la Cross non ci ha mai deluso: come dice l’amico Giancarlo che se n'è innamorato a prima vista... “anche con un tronco d’albero con quella vela, plano a stecca!”. Eppure non gli abbiamo risparmiato il supplizio di doverci “convincere” in condizioni non facili, tipiche degli spot “rognosi” come quello dove è stata testata. Proprio a Noli, la Cross si è distinta (negli altri spot dove è stata provata, tipo Andora... tutto è più facile!) mettendoci a disposizione in condizioni di vento rafficato, una grande accelerazione che permette di passare i buchi di vento anche più lunghi, senza nessuna incertezza. L’impressione dominante, con il tipico vento di Noli che va da 0 a 25 nodi in un nano secondo, è quella di un gran feeling e di un controllo addirittura sontuoso sotto raffica. La Cross 6,0, grazie alle sue indubbie doti, vanta un range di utilizzo impressionante: anche in condizioni più light, la potenza ai bassi regimi permette infatti di partire in planata agevolmente e la vela si conferma leggera sulla braccia, con una spiccata attitudine al carving. Poco “ingombrante” nelle strambate anche con il vento molto forte, nonostante i 181 cm di boma, la Cross 6,0 ha forse come unico neo, la finestra in monofilm non tramato, anche se la costruzione e rifiniture ci sono apparse veramente belle solide! Una vela “cross over” con un indirizzo maggiormente freeride, duttile e performante nei venti medio/leggeri, dotata di un super controllo con il vento forte, di un carving adeguato e di una buona duttilità generale... bella vela davvero! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

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441 cm 430 + 10/12 cm 181 cm +/- 2 cm 4,0 kg GA 100 Rdm/Sdm 430/21 carbon rdm 430/21 WR Zephir 430/21/ Reptile Reverse H 5 +2 mini batten fisso

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GA SAILS 2016

APR/MAG 016 G 39


WAVE SAILS (four battens) GUN SAILS Blow 5,3

3.3 / 3.5 / 4.0 / 4.2 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.7

459 €

rider and test smink - andora - gennaio ‘016 - photo © gino tumbarello

Cominciamo con l’unico “aspetto” che non ci è piaciuto della Blow 2016... il look. Questione di gusti, ma l’occhio nel nostro piccolo mondo del winMISURA BOMA : dsurf vuole la sua parte e mai mi sarei aspettato di rimpiangere le Blow PESO : del 2012, quelle con quel miscuglio di bianco e nero stile giornale quotiMAST IDEALE : diano, che già non erano un bel vedere, ma almeno erano... vivaci! MAST COMPATIBILE : Quest’anno la parte delle belle del reame wave per Gun Sails, a livello MAST DEL TEST : look, a nostro modesto parere, la fanno... Peak e Transwave! STECCHE: A parte il look, non possiamo dire che un gran bene di questa vela, che TOP : da quest’anno adotta intorno alla 5.0, le misure canoniche che vanno per la maggiore nel wave e cioè 4.0, 4.2, 4.5, 4.7, 5.0, 5.3... qualità/prezzo imbattibile, bilanciata, Ora non so se sia merito di questo, ma la Blow 5,3 ha guadagnato un leggera, fine in surfata, duttile, confortevole spunto importante rispetto alle versioni 5,2 provate negli anni scorsi. e finalmente potente al punto giusto La vela dello scorso anno non era un super potenza, ma esibiva un otlook spento timo range di utilizzo sia tra le onde, che in acqua piatta anche con il vento rafficato... la Blow 5,3 è invece diventata, ai bassi regimi, un “trattorino” che si disimpegna alla grande anche nelle condizioni più rognose con il vento mollo che spesso si incontra, negli spot nostrani, sotto riva. Eppure anche abbinata ad una tavola relativamente piccola per le condizioni del test (Pocket 86), la vela ha continuato ad assicurare una spinta che non mi sarei veramente aspettato, soprattutto ripensando alle Blow degli anni passati. Vi dirò di più... il tiro è paragonabile a quello della GA Poison 5,4 che abbiamo provata nello stesso frangente... non proprio una vela da fighetti leggeri, visto che stiamo parlando di una power wave tradizionale a 5 stecche. La Blow 2016 esce da questo confronto, tutto sommato, molto bene: tutta tramata a base di 100% x-ply, niente monofilm... è una vela robusta che però si fa apprezzare per le sue qualità. Tanto per cominciare la sua leggerezza sull braccia e il bilanciamento, grazie al boma leggermente più lungo rispetto ad altre vele delle sua categoria. Il feeling risulta sempre “morbido” e la Blow 5,3, nonostante lo shape a 4, rimane confortevole anche con il vento veramente forte, quando ti aspetteresti di fare più fatica e di sentire “tirare” sul braccio dietro. Tra le onde Blow è bella reattiva, come le precedenti edizioni, e in surfata si neutralizza quando deve, lasciandovi con l’impressione di avere tra le mani una vela super leggera e molto, molto manovrabile. Dopo avere provato, in questo scorcio di stagione sia questa vela, sia la Wave Vogue di casa Ricci, potrei quasi... ritirare tutto quanto ho detto di “male” in questi anni sulle vele a 4 stecche... la Blow 5,3 ha dalla sua anche il prezzo che continua a rimanere invitante... bel passo in avanti per la compact wave di casa Gun! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

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414 cm 400 + 12/14 cm 173 cm +/- 2 cm 3,7 kg Gun Expert/Select rdm 400/19 carbon rdm 400/100 Reptile Reverse 400/19 Costant 4 + 2 mini battens fisso

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GUN SAILS 2016


WAVE SAILS (five battens) GUN SAILS Transwave 5,3

3.3 / 3.5 / 4.0 / 4.2 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.7

429 €

rider and test smink - andora - gennaio ‘016 - photo © dani gentiluomo

La vela che la redazione di WN ha eletto come più bella del “reame” Gun Sails 2016, graficamente parlando... anche perche l’altra pretendente al MISURA BOMA : titolo, la Peak, ammirata in foto, non ci è ancora arrivata dal vivo tra le PESO : mani e alla Transwawe piace... vincere facile! MAST IDEALE : Look e scherzi a parte... passano gli anni, cambiano le altre wave sails MAST COMPATIBILE : della velerie tedesca, ma la cara, vecchia, fida Transwawe continua imMAST DEL TEST : perterrita la sua carriera. Non sarà mica perche il suo tradizionale e siSTECCHE: curo shape a 5 stecche che, di anno in anno, ha perso anche parecchio TOP : peso... continua ad attirare surfisti della vecchia guarda, come ad esempio il sottoscritto?! Prima di provare la Blow 5,3 di quest’anno ero più potenza, partenza in planata, accelera- che convinto di questo... ora le mie convinzioni vacillano, anche se la zione,leggerezza, reattività in Transwave continua a mantenere fede a tutto quello che offre sulla carta! surfata, neutra e maneggevole Partiamo con il dire che questa vela si può montare grazie alla sua mimisure albero e boma errate sura d’albero e al vario top, sia con il 430/21 che il 400/19, sia sdm che rdm... noi ci siamo trovati bene con il nostro Reptile Reverse 400/19 anche perchè le misure indicate sulla vela sono errate: calcolate 423/425 cm di albero e 173 cm di boma! Siamo davanti ad un vela wale “sincera” che non necessita di particolari “espedienti” per farla rendere al meglio in una vastissima gamma di condizioni. Tra le onde predilige le condizioni on shore dove si “districa” perfettamente, tanto che potrebbe essere considerata la scelta ottimale di un surfista medio/pesante per le condizioni nostrane. Se la usate per fare wave riding in posti un po’ più seri dal punto di vista onda, dove si surfa side shore (vede ad esempio il mio caso che ho lasciato a casa a Sal proprio una TW 5,0 per uscire nei vari spot dell’isola...) in surfata un surfista medio/leggero la potrebbe trovare un pelo più “compassata” rispetto alle giocose sorelle Aqua, Blow e Peak, ma questa vela ripaga alla grande in affidabilità e duttilità. Doti che sono garantite da quel surplus di potenza che permette di trarsi di impaccio in quasi tutte quelle occasioni in cui si “pascola” sotto riva senza vento. La Transwave ha subito negli anni una continua evoluzione a livello della tensione del corpo vela e della curva d’albero, cosa che ha portato ad avere una maggiore stabilità e migliori prestazioni generali, compresa una sensibile riduzione del tiro sul braccio dietro. Anche se non siete dei veri e propri wavers... apprezzerete la Transwave anche per la sua duttilità e per le prestazioni che la rendono adatta a qualsiasi piano d’acqua, grazie ad uno spunto generoso condito con un controllo più bilanciato rispetto a vele meno “steccate”. E dulcis in fundo.... Il prezzo rimane quello abbordabile a cui Gun Sails ci ha abituato in tutti questi anni. MISURA ALBERO : TRIM REALE :

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428 cm 400 + 23/25 cm 178 cm - 4/6 cm 4,0 kg Expert/Select rdm/sdm 400/430 carbon rdm 400 o 430 Reptile Reverse 400/19 Costant 5+ 2 mini battens fisso

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GA SAILS 2016


WAVE SAILS (four/five battens) GUN SAILS Peak 5,3

3.7 / 4.0 / 4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.3

455 €

rider and test smink - andora (sv) - marzo ‘016 - photo © gentiluomo

La Peak, la radikal wave di casa Gun Sails, è caratterizzata da uno shape a 4 stecche che passa a 5 nelle due sole misure “grandi” 5,0 e 5,3. MISURA BOMA : Il “convento” a marzo ha passato molte più giornate da 5,0/5,3... e quindi PESO : andiamo di 5,3. Questo test ha un antefatto... a fine anno mi si è propoMAST IDEALE : sto il “dilemma” di cambiare vele, perchè il mio set di Naish Force R1 MAST COMPATIBILE : acquistato nel 2013, comincia a dare segni di “affaticamento” soprattutto MAST DEL TEST : per quanto riguarda l’opacizzazione delle finestre. Ho dato allora un’ocSTECCHE: chiata alle vele wave nuove, soprattutto ai loro prezzi ed ho cominciato TOP : a storcere il naso “ligure”... al che non mi è rimasto che questa scelta: o andare avanti con le mie Force ancora un anno o trovare qualcosa di discretamente potente, duttile, manovrabile, abbordabile. La scelta è caduta su Gun, per il suo rapporto qualità/prezzo neutrale, equilibrata, range di utilizzo, eccezionale, anche se ero un po’ titubante nella scelta della vela wave costruzione, prezzo giusta per me: Aqua, Blow, Peak o Transwave?! Nel 2012 il set di Blow Trim attento per farla rendere al massimo che avevo acquistato mi aveva lasciato qualche dubbio sulla reale potenza delle vele a 4 stecche... a fine anno, con le solite 100 uscite sulla schiena la 5,2 era strausata, la 4,6 usatina, la 4,1 intonsa perchè ero sempre dovuto uscire con mezzo metro di vela in più degli altri. L’anno scorso mi era piaciuta nei test la Peak 4,2 e allora... mi sono “buttato”: ho comprato tre Peak 4,2, 4,7 e 5,3! Prima di loro sono arrivate in redazione le altre vele test di Gun e dopo aver provato prima la Transwave 5,3 e poi la nuova Blow 5,3 (manco sorella della mia vecchia Blow 5,2 in fatto di potenza) ho cominciato a nutrire qualche dubbio... sia TW che Blow 2016, mi avevano davvero ben impressionato! Quando sono arrivate le mie tre Peak a fine febbraio, ho subito provato la 4,7 con poco vento e per così poco tempo che non me la sono sentita di esprimere un giudizio. Morbidezza e risposta della vela però mi avevano già abbastanza rassicurato: veramente leggera sulle braccia, ma non avevo tra le mani una vela piatta e senza potenza. Quando finalmente sono riuscito a provare bene la 5,3, mi sono rasserenato! Con la Peak trimmata di caricabasso, abbastanza tirata (operazione rapida e veloce con il 400/19 rdm), mi sono ritrovato tra le mani una vela potente al punto giusto, ma ben bilanciata e veramente leggera e maneggevole. Se il vento è proprio debole, si può sfruttare l’occhiello più alto, che “chiude” un po’ la vela e offre più spinta, tanto che, ho verificato, facendo un po’ di prove con Max e due freewave simili, planavo tale e quale a lui munito del “trattorino” Force 5,3. Quindi potenza ne abbiamo, controllo a non finire... e con l’aumentare del vento, basta cambiare occhiello per avere una vela, meno fisica della Force, ma allo stesso tempo ugualmente duttile e, a dirla tutta, probabilmente un pelo più leggera e neutra in surfata. Peak 5,3 promossa a pieni voti... se 4,7 e 4,2 a quattro stecche vanno cosi, penso di aver fatto bingo! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

424 cm 400 + 23/25 cm 173 cm +/- 2 cm 4,1 kg Gun Expert/Select rdm 400/19 carbon rdm 400/100 Reptile Reverse 400/19 Costant 5 + 2 mini battens fisso

-

GA SAILS 2016


FREEMOVE SAILS (five battens) GUN SAILS Torro 6,0

4.0 / 4.3 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5,7 / 6.0 / 6.3 / 6.6 / 6.9

rider and test smink - noli - marzo ‘016 - photo © nuccy

459 €

Spodestata dalla Beat, dal ruolo di vela freestyle di punta della gamma a vela freemove, “arricchita” di una sorella più leggera (limited edition) MISURA BOMA : nelle misure intermedie 5,0, 5,3, 5,7... la Torro rimane la vela forse più PESO : duttile di tutta la gamma Gun Sails. MAST IDEALE : L’ampia finestra in monofilm tramato, sommata alla solita costruzione MAST COMPATIBILE : bella solida a cui Gun Sails ci ha abituato da anni, fa si che le misure picMAST DEL TEST : cole dalla Torro possano essere “bistrattate” tra le onde senza troppe reSTECCHE: more, le misure medie siano perfette per fare freewave /bump and jump/ TOP : e le misure grandi ben si adattino al ruolo di manovrabili freeride! Negli anni anni la “filosofia” Gun Sails si è posta l’obiettivo di semplificare spunto in partenza in planata, duttilità, un po’ le cose ai surfisti e la possibilità offerta da questa vela di poter espotenza, carving, qualità/prezzo, facilità sere armata sia con l’rdm che con sdm, senza perdere in prestazioni, va di trim, range di utilizzo proprio in questa direzione. Con un po’ di tempo in più a disposizione, un pelo più fisica con il vento forte abbiamo potuto fare qualche... “esperimento” con gli alberi. Preso atto che per noi il migliore abbinamento prestazioni/manegevolezza/feeling rimane quello con il 430 rdm (nel nostro caso Reptile Reverse 430/21 in configurazione costant) abbiamo armato la Torro 6,0 sia con un sdm 430/21 80% carbon che con l’rdm 430/21 hard top che il distributore Gaastra ci ha mandato insieme alla Cross 6,0, testata qui a fianco. Non possiamo dirvi, a parte un miglior feeling personale con gli alberi rdm, di aver verificato delle sostanziali differenze di prestazioni della Torro con i diversi abbinamenti di albero... La Torro 6,0 rimane un esempio di duttilità... una vela facile ed intuitiva che be si adatta a tutti gli stili. Nel nostro caso abbinata al Flikka Core Line 92 che alla fine è un wave con assetto thruster, garantisce una spinta generosa, ma non fa sentire la sua portanza sulle piccole pinne della tavola. Invece di far tendere allo spin-out la tavola, si va via lisci come l’olio. Tutte le volte che proviamo la Torro, la sensazione che “arriva” distinta è sempre la stessa: se non si hanno troppe balle per il cervello, in condizioni nostrane, le dieci misure della Torro dalla 4,0 alla 6,9 sarebbero in grado di soddisfare egregiamente qualunque palato. Le prestazioni sono sempre più che soddisfacente: la Torro 6,0 è divertente e non fa mia sentire il peso delle sue dimensioni. In questa metratura il boma lungo e l’ampia base garantiscono una spinta generosa come un piccolo trattorino in grado di planare dappertutto... rendendo divertenti anche le uscite in condizioni meno “invitanti” negli spot più rafficati come Noli! Dalla parte sua la Torro ha anche che il controllo con il vento forte è meno fisico di un tempo, (anche se la pressione sul braccio dietro si fa ancora sentire...) e i nuovi materiali costruttivi che hanno permesso di contenere il peso di una vela con un shape azzeccato, ma con un prezzo rimasto... duttile! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

449 cm 400 + 23/25 cm 189 cm +/- 2 cm 4,3 kg Gun Expert/Select rdm 430/21 carbon rdm 430/21 WR Zephir 430/21/ Reptile Reverse C 5 +3 mini battens fisso

-

GUN SAILS 2015


FREERIDE SAILS (no cam) GUN Stream 6,9

4.7 / 5.5 / 6.0 / 6.9 / 7.5 / 8.1

409 €

rider smink - test smink - fornaci (sv) - maggio ‘016 - photo © flemma

La Stream 6,9 è la vela che mi ha più impressionato in questa (lunghissima... ahimè!) sessione di test. Diciamo la verità… mi ha impressionato MISURA BOMA : solo perchè ho centrato, per puro caso, il tanto ricercato “kit magico”! PESO : Mi spiego meglio... il mio personalissimo kit di magico non ha nulla anzi MAST IDEALE : forse più “scombinato” di così non si potrebbe, ma se mi avessero detto MAST COMPATIBILE : che mi sarei divertito così tanto con il termico, lo slalom e una 6,9 no cam MAST DEL TEST : … beh, non ci avrei creduto! Tutto è nato per puro caso in un momento STECCHE: che, non avendo sottomano ne’ un 460/25, ne’ un boma da 200/250, non TOP : potevo armare la vecchia mia Cannoball 8,0 o la SunRay 8,0 2016 pronta da testare. Aprile, maggio e giugno sono i mesi in cui il termico è più freduttilità con rdm/sdm mast, easy trim, quente nella nostra zona e per questa ragione da inizio aprile lascio semplanata, velocità, controllo, stabilità, pre una vela “grandicella” montata nel magazzino fronte mare, a 200 prezzo, manegevolezza rig rdm metri dalla redazione, per sfruttare ogni refolo di vento. Il che mi conniente da segnalare sente di solito di inanellare un numero di uscite assai cospicuo. Non avendo però ad inizio aprile, boma e alberi “lunghi” non mi è restato che lasciare armata la Stream 6,9 con un 430 rdm e un boma Al 360 Slim 150/200. La Stream 6,9 fa 458 xm d’albero e 195 cm di boma e proprio quello del boma non è l’abbinamento migliore con tutti i terminali fuori da tubi… ma confidando nella proverbiale resistenza dei terminali dello slim che sono di carbonio bello spesso, ho armato il rig con una vecchia prolunga carbon rdm da 40 cm. In cinque secondi con questi abbinamenti la vela è montata... dopo di che non mi è rimasto che lasciare la vela appesa (con caricabasso e bugna allentati) pronta ad ogni “evenienza”. Evenienza che si è ripetuta diverse volte prima che mi arrivassero, proprio per i test “grandi” un bel Reptile Mamba 460 e un boma un po’ più lungo. Tutte le volte che c’è stato un po’ di termichello e sono uscito con la Stream 6,9, abbinata prima al mio vecchio Manta 79 poi al Rocket 125 Ltd dei test di questo numero, mi sono ritrovato a planare a stecca, con l’impressione di viaggiare più o meno come con una 7,5 camberata, ma con il rig che in quanto a leggerezza e manovrabilità non può avere paragoni con nessuna vela con i camber. Tenuto conto che per la mia vecchia schiena, le vele camberate da 7,5/8,0 non sono un toccasana ne’ in fase di trim, ne’ in navigazione, soprattutto in strambata e quando bisogna recuperare... tutto sommato con la Stream 6,9 ho trovato un rig leggero, planante, che chiude benissimo sulla tavola, bolina decentemente e al traverso/lasco non si scompone più di tanto… mi sono trovato bene con questa vela anche quando gli ho abbinato il Mamba 460 sdm, tanto che, fosse per me, vele camberate, boma e albero “lunghi” che utilizzo solo per i test e per le uscite con il termico nella stagione bella… potrebbero comodamente “riposare” distanti dal mio magazzino! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

457 cm 430 + 35 cm - 460 a 0 195 cm +/- 2 cm 4,0 kg Gun Expert/Select (rdm/sdm) 460/25 - 430/21 carbon rdm/sdm 430/21 Reptile Reverse costant 430/21 5 + 1 + 4 mini batten fisso

-

GUN SAILS 2016

GIU/LUG 016 G 49


FREERACE SAILS (no cam) GUN Rapid 7,2

5.7 / 6.2 / 6.7 / 7.2 / 7.9 / 8.6

465 €

rider and test smink - fornaci (sv) - maggio ‘016 - photo © flemma

Dopo il test della freeride no cam Stream 6,9, entriamo nel mondo freerace no cam di Gun Sails con la prova della Rapid 7,2. MISURA BOMA : Abbiamo preso in esame due misure molto simili di queste due vele per PESO : cercare di individuarne le differenze. Cominciamo con il dire che la freeMAST IDEALE : race no cam di casa Gun Sails pesucchia qualcosina in più perche ha MAST COMPATIBILE : una stecca in più a sorreggere lo shape della vela e i “soliti” quattro mini MAST DEL TEST : battens, che poi tanto mini non sono, che insieme ai 4 tubolari sulle stecSTECCHE: che rendono più stabile la vela con il vento forte, frangente in cui la Rapid TOP : si trova perfettamente a suo agio. Lo shape della Rapid non ha subito per il 2016 evidenti stravolgimenti cosiccome non è cambiata la cura nella coperformances generali, spunto in partenza, struzione, anche se siamo al cospetto di una vela realizzata quasi tutta duttilità, velocità, controllo, stabilità, range in monofilm discretamente spesso (X-Ply solo nelle zone di stress). di utilizzo, easy trim, prezzo In fase di montaggio, a differenza della Stream 6,9 che si adatta di buon un pelo più pesante della Stream grado ad alberi 430/21 - 460/25 sia rdm che sdm, la Rapid 7,2 ha bisogno di un buon albero 460/25 sdm per dare il meglio di se. L’abbiamo abbinata al Reptile Mamba 460/25, trovandoci benissimo sin dalle operazioni di trim, veramente velocissime anche con questa vela. Ai bassi regimi non l’abbiamo trovata tanto più potente della Stream 6,9 che pure montava il 430/21 rdm, ma la Rapid si destreggia bene in partenza di planata con il vento leggero rispondendo adeguatamente alle fasi di pompaggio. Una volta partiti, sul bordo si fa subito apprezzare per il confort in navigazione e la facilità di controllo anche sotto le raffiche più potenti... l’outline più slalomeggiante di questa vela si fa sentire: dove ti aspetteresti che la Rapid diventi più fisica da portare, al contrario ci si trova pienamente a proprio agio. Anche surfisti leggeri come il Panda non hanno particolari problemi a portare alla massime prestazioni ed in pieno controllo questa vela con il vento forte. Il bello della Rapid è che al cospetto di un rider di peso medio plana, plana... sempre con facilità e sempre più veloce, rimanendo di una semplicità disarmante nella conduzione. È una vela con cui qualunque surfista di qualunque livello troverà in breve il bandolo della matassa in virtù della facilità con cui permette di raggiungere il top delle sue performances in fatto di planata, accellerazione e velocità. A livello manovrabilità, nonostante la Rapid 7,2 rimanga nettamente più facile in strambata rispetto alle vele camberate, perde qualcosina a vantaggio della Stream 6.9 che forse grazie l’abbinamento con il 430/21 rdm, sembra un pelo più manovriera. Stream 6,9 e Rapid 7,2 planano a stecca con facilità e sono ambedue divertenti da portare... scegliere l’una o l’altra dipende da cosa volete fare: la Rapid è forse più stabile con il vento forte ed ha una velocità di punta migliore, la Stream è più “giocosa” e leggera in manovra... ma rimangono due gran vele offerte ad un prezzo abbordabile! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

469 cm 460 + 7/9 cm 206 cm +/- 2 cm 4,9 kg Gun Expert/Select sdm 460/25 carbon sdm 460/25 Reptile Mamba 460/25 7 + 4 mini battens fisso

-

GUN SAILS 2016


Gli ultimi test 2016

Di solito questo numero di agosto/settembre coincide con un periodo di “tregua” tra le session annuali di test... normalmente, in piena estate, “ricarichiamo” le batterie per la nuova stagione di test che parte dal numero di ottobre/novembre. Eppure, dopo un 2016 in cui abbiamo provato una mole di materiali enorme

FREERIDE SAIL (two cam) GUN Sunray 8,0

rispetto al passato, prima di andare in ferie, anche in questo numero trovate 4 test... gli ultimi 4 test del 2016. Tre vele e una tavola che avevamo già testato tra maggio e giugno che per ragioni di spazio non avevano trovato posto negli scorsi numeri! Dal prossimo numero sarà tutto... 2017!

6.0 / 6.5 / 7.0 / 7. 5 / 8.0 / 8.6 / 9.6

rider and test smink - fornaci (sv) - maggio ‘016 - photo © flemma

479 €

La Sunray, uno dei best seller di Gun continua a non deludere: è ormai dal 2012 che proviamo periodicamente questa freeride a due camber e MISURA BOMA : tutto le volte rimaniamo favorevolmente stupiti della sua estrema facilità PESO : di trim e utilizzo. Anche l’edizione 2016 non sfugge a questa “tradizione”... MAST IDEALE : la tasca relativamente stretta e i mini camber rendono le fasi di montagMAST COMPATIBILE : gio di questa vela una passeggiata rispetto ad esempio alla mia vecchia MAST DEL TEST : Vector 8,0 a 3 camber. Il trim ottimale con un buon 460/25 sdm si trova STECCHE: in un attimo e non bisogna avere un “cric” per tensionare il caricabasso TOP : che comunque deve essere ben tirato per non ritrovarsi tra le mani una vela a “palloncino” quando il vento aumenta. In acqua il peso sulle braceasy trim/riding, partenza in planata, cia è inferiore a una vela race/slalom, la planata con vento medio/leggero potenza, spunto, controllo, prezzo è buona e il profilo fa adeguatamente il suo dovere, non evidenziando nei quando si va soprainvelatura... sempre se avete ben cazzato il caricatrim accurato di caricabasso con vento forte basso. La facilità di gestione rimane un suo punto di forza: il passaggio dei camber è leggerissimo e si riesce ad uscire dalla strambata velocemente e in modo molto meno macchinoso che con la più “pesante” Vector 8,0 che probabilmente prevale sulla Sunray solo in condizioni particolarmente ventilate. Ben costruita, discretamente leggera sulle braccia, con un profilo da vela slalom di razza, facile da armare, stramba benissimo, costa il giusto... può essere la vostra nuova vela da vento medio/leggero! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

484 cm 460 + 25 cm 220 cm +/- 2 cm 4,8 kg Gun Expert/Select sdm 460/25 carbon sdm 460/25 Reptile Mamba 460/25 6+1 - 4 mini battens - 2 cam fisso

-

GUN SAILS 2016


WAVE SAILS (five battens) NAISH Force 4,7

3.7 / 4.0 / 4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.7 / 6.2

670 €

rider and test max - cudù - maggio ‘016 - photo © smink

Doverosa premessa al questo test... quando, Max, uno dei miei “scudieri strici” mi ha chiesto che Force comprarsi, gli ho consigliato di butMISURA BOMA : tarsi ad occhi chiusi su quelle del 2014, che mi sono sempre sembrate PESO : un po’ più robuste delle ultime due versioni “leggerine” della famosa vela MAST IDEALE : dello zio Naish. Le circostanze hanno voluto che, lo scorso marzo, Max MAST COMPATIBILE : abbia “demolito” (non per colpa sua, questa volta!) la sua bella Force R1 MAST DEL TEST : 4,7 del 2014, appena acquistata, sul molo della Spiaggia d’Oro... qualSTECCHE: cuno si è allora messo la mano sulla coscienza e ha pensato bene di TOP : “dare una mano” al famoso scudiero, che, non essendoci più Force del 2014 disponibili, si è ritrovato tra le mani una Force Five 4,7 del 2016, leggerezza, potenza, partenza in planata, nuova di pacca. Da qui è scattato... il test di Max! accelerazione, reattività in surfata, Direi che questa volta le prove in acqua non sono mancate! Ho testato neutralità in surfata la vela in svariate condizioni, a Noli con vento rafficato e al limite della costruzione apparentemente leggerina planata, sempre a Noli con vento da 4.0 e quindi molto soprainvelato, ad Imperia con onda e vento regolare, in Francia alla Coudouliere con vento forte (il vostro caporedattore per una volta era con la 4.2 ) e onda discreta... Sono molti anni che utilizzo le Force e devo dire, da surfista pesante, che sono sempre rimasto molto soddisfatto delle prestazioni globali della 5 stecche dello zio Naish. La vela è molto potente: si parte in planata sempre velocemente e si riesce a tenerla anche nei buchi di vento più lunghi. Sotto raffica la vela è però stabile ed in questi ultimi anni il livello di comfort è aumentato notevolmente permettendo di controllare la vela in maniera efficace senza fatica. Una volta infatti, la Force era considerata un po' una vela da “orchi”: molto potente ma tremendamente “fisica” e non per tutti. Dalla stagione 2011/2012 c'è stata un'evoluzione continua che ha migliorato molto l'accessibilità a questo tipo di vela rendendola più leggera e maneggevole rispetto a prima. La Force Five è una vela classica, per gli amanti del wave riding e del vento forte, che vi permette di uscire in qualsiasi condizione di vento con un surplus di potenza che molte vele di altri marchi decisamente non hanno. Dopo tutte queste note positive, l'unico dubbio che mi rimane e che ormai vale per tutte le vele wave dell'ultima generazione, è quello sulla resistenza e durabilità dei materiali. La vela è molto curata nei dettagli, è rinforzata in vari punti e sicuramente, come ormai tanti sanno, è più resistente di tante vele di altri marchi differenti, ma l'utilizzo del monofilm sotto la finestra, seppur tramato, non mi convince molto. Sarò vecchio e all'antica, ma per me una vela wave deve durare almeno 10 anni! E sfido tutte queste nuove vele “fighette” in questo tipo di test! Chi vuole provare?! In ogni caso, per il resto, vela ottima... approvata al 100%! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

404 cm 400 + 3/5 cm 160 cm +/- 2 cm 4,3 kg Naish Rdm 400/19 carbon rdm 400/19 Reptile Reverse H 400/19 5 +3 mini battens fisso

-

NAISH SAILS 2016


753 € leggera, reattiva, manovrabile, stabile e divertente da usare con il ventone, fine in surfata... ampia finestra non tramata

mis. disp. : mis. albero : mis. boma : mast ideale: mast comp.: stecche : top :

+ -

FREERIDE SAILS WAVE SAILS (four(4,7/8,1) battens) RRD Four 4,5 MK5

3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7 390 cm 160 cm RRD Vogue rdm C100 370/17 carbon rdm 370/17 4 + 2 mini battens regolabile

rider panda - test smink - andora (sv) - settembre ‘015 - photo © smink

Gradito ritorno tra i test di Wind News, per la Four di RRD, giunta alla sua quinta edizione... è vero che ne è passata di acqua sotto i nostri piedi dal test di fine 2012 quando avevamo cominciato a “conoscere” la Four 4,7 che, in quell’occasione, era stata promossa a pieni voti, ma questa volta abbiamo voluto fare un “esperimento scientifico”... che nel nostro caso non può che essere una cosa molto “terra, terra”! Se le precedenti volte che ci è capitato di provare una Four, eravamo rimasti sempre piacevolmente convinti delle sue prestazione con il vento forte, questa volta abbiamo “preso” la compact wave a 4 stecche di Ricci e l’abbiamo messa tra le mani del nostro tester più leggero per verificare il suo spunto in condizioni un po’ più farlocche. Niente di meglio che sfuttare la settimana di libeccio, quasi quotidiano, che settembre ci ha voluto regalare ed abbinarla alla tavola grande del nostro tester e cioè l’agile Pocket Wave 86 di quest’anno. Prima di partire con il test in acqua, un cenno alla costruzione di questa vela che ampia finestra in monofilm non tramato, è rifinita con una cura maniacale e con una ricerca dei materiali più robusti e resistenti in circolazione: se non fosse per la finestra di cui accenavo prima si potrebbe parlare di costruzione a prova di bomba, ma come nel caso della GA IQ 4,7 provata nelle pagine succesive, pare che l’indirizzo di quasi tutte le velerie sia ormai quello di privilegiare la visibilità perdendo qualcosina in fatto di robustezza. La prima sensazione, netta, è anche questa volta è quella di avere tra le mani una vela leggerissma con un feeling piacevolmente morbido che la fa diventare immediatamente la compagna ideale, soprattutto se la si usa per surfare le onde. Il bello della facenda è che questa edizione della Four garantisce sempre un range di utilizzo bello “spesso” con il vento forte, ma ha migliorato di molto le sue prestazioni in condizioni di vento leggero. Sarà che è una vela adatta ai surfisti medio/leggeri come il nostro tester, sarà che per questo test abbiamo usato il suo albero “dedicato” (Rdm Wave Vogue 370/17 carbon 100), sarà che l’ho voluto riamare e riprovarla personalmente con il mio albero Reptile Reverse 370 perchè, a mio modesto parere, non esiste nell’anno del Signore 2015 che una vela vada bene solo con il suo albero, sarà che la vela rimane sempre leggera sulle braccia, diventa “fine” in surfata, ma sempre reattiva in manovra, sarà che a guadagnato quel mino di spunto in più che permette anche a me che peso tra i 75 e gli 80 chili di “godermela”... ma vedo come quasi unico punto a sfavore di questa Four il fatto che costicchi abbastanza.

RRD SAILS 2016

OTT/NOV 015 G 53


leggera, manovrabile, neutrale, equilibrata, precisa in surfata, facilità nel passaggio in duck, ben costruita manco un po’ di spunto

mis. disp. : mis. albero : mis. boma : mast ideale: mast comp.: stecche : top :

+ -

WAVE SAILS (3,3/5,2) RRD Gamma 5,0

3,3/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,2 409 cm 169 cm RRD 100 RDM 400/119 carbon rdm 400/19 3 + 2 mini battens fisso

rider and test smink - bergerie - novembre ‘015 - photo © barretta

Per ottenere il meglio dalle vele a tre stecche, bisogna cambiare un po’ assetto... così almeno mi hanno consigliato e allora per questo test mi sono preparato adeguatamente! Tanto per cominciare mi sono fatto mandare una misura leggermente più grande della canonica 4,7... se non avevo nessun dubbio sulle spettacolari prestazioni di questa vela con il vento forte, qualche perplessità mi era rimasta riguardo alle prestazioni in condizioni di vento leggero con alla guida un surfista appena sotto gli 80 kg. Per non lasciare nulla al caso, mi sono munito di due alberi: il mio fido Reptile Reverse 400/19 e l’abero indicato dalla casa il Wave Vogue rdm 100. Per finire, visto che i “veri” waver ormai usano cimette da 30”, 32”... senza esagerare, ho persino comprato due cimette del trapezio da 28” e le ho montate al posto delle 26”, molto “old style” che uso solitamente e con cui mi trovavo benissimo. In tre giorni l’ho usata tre volte, cambiando tutte le volte albero e tutte le volte non accorgendomi di differenza nelle prestazioni. Prestazioni eccellenti con il vento sostenuto... controllo assoluto, sensazione di estrema leggerezza che facilita assai la manovrabilità di una vela che neanche sotto le raffiche più forti dà mai l’idea di scomporsi o si fa sentire sul braccio dietro. Anzi la sensazione è un’altra... quella che probabilmente neanche raffiche da quasi “uragano” la metterebbero in difficoltà. C’è stato in acqua un momento che la maggior parte dei surfisti avevano vele da 4,2 a 4,7, ma, con la Gamma 5,0, non ho mai avvertito l’esigenza di andare a riva a cambiarla, nonostante fosse abbinata ad una tavola neanche troppo “piccola”, il Wave Cult 90. Tutto super facile, super semplice e soprattutto super leggero. Il quadro pienamente idilliaco subisce qualche incrinatura quando sono uscito in condizioni di vento leggero e rafficato... nonostante la Gamma sia anche discretamente potente, personalmente ho trovato un po’ “faticoso” farla rendere al meglio: rimane leggerissima in planata e surfata, ma spesso perde spunto e spinta nei buchi di vento. A conferma del fattore peso del rider, questa “cosa” non si è ripetuta quando alla guida ci abbiamo messo il nostro peso leggero, super entusiasta di questa vela. Avendo due alberi a disposizione, mentre il “leggero” se la planava alla grande ho montato la Wave Vogue 5,0 per fare una prova in più: 5 stecche contro 3 e planavo in pratica sempre... i love Wave Vogue! Il nostro giudizio sulla Gamma e su tutte le vele a tre stecche che ho provato fino ad ora con l’unica esclusione della Aqua di Gun che ha caratteristiche quasi contrarie, è che siano della gran vele per surfisti leggeri e molti attivi sulla tavola o vele, come in questo caso, che danno il meglio di sè, quando il vento è già bello sostenuto... in quel caso leggerezza e manovrabilità rasenteranno il massimo possibile!

RRD SAILS 2016

DIC/GEN 016 G 45

Testata anche con Reptile Reverse 400/19 - side 2

720 €


WAVE SAILS (four battens) RRD Wave Vogue Pro 5,0 MKVII

3.4 / 3.7 / 4.0 / 4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.6

699 €

rider and test smink - spiaggia d’oro - gennaio ‘016 - photo © gino tumbarello

Dimenticatevi tutti gli “accorgimenti” che ho adottato per il test della Gamma 5,0, la tre stecche di RRD, pubblicato sul numero scorso. MISURA BOMA : Con la Wave Vogue, giunta quest’anno alla sua settima edizione si va sul PESO : sicuro e si ritorna alla piacevole abitudine di regolazioni semplici ed inMAST IDEALE : tuitive. Nonostante la Wave Vogue abbia uno shape a 4 stecche, le opeMAST COMPATIBILE : razioni da fare in fase di trim sono infatti le stesse di qualsiasi vela MAST DEL TEST : “normale” e poi siete a posto per sempre. Sia con il suo albero dedicato STECCHE: (Vogue 100 400/19 rdm) che con il nostro fido Reptile Reverse 400/19, TOP : non c’è bisogno di “trafficare” per ottenere il giusto trim e un profilo bello pieno nella zona inferiore. Le uniche regolazioni che rimangono da fare potente al punto giusto, polivalente nelle sono semplicissime... lasciate la bugna meno tirata se c’è poco vento e, prestazioni, manovrabile e neutrale, fine in se c’è tanto vento, tirate un pelo di più la bugna. surfata, equilibrata, gran range, costruzione Questo best seller di RRD non ha nulla da invidiare a qualsiasi altra vela finestra in monofilm della sua categoria, anzi guadagna qualche punto in più a suo favore. Tanto per cominciare, pur essendo una vela a 4 stecche, ha la stessa duttilità delle tradizionali 5 stecche, ma è decisamente più leggera, soprattutto in questa versione Pro, con l’ampia finestra in monofilm non tramato. Abbiamo sempre storto il naso per le finestre non tramate, ma, ad essere sinceri di questa vela, tutto si può dire tranne cha appaia come una vela delicatina: è fabbricata con materiali belli robusti e vanta una cura del dettaglio costruttivo eccellente. Certo, noi liguri, probabilmente avremmo preferito la versione HD che con la sua costruzione è quasi a prova di “demolizione”, ma tutto sommato la Wave Vogue Pro ci è apparsa come un buon mix di robustezza e leggerezza. In acqua offre immediatamente sensazioni, praticamente solo piacevoli... giusto spunto per planare anche con il vento leggero, buona potenza per saltare e passare le schiume... insomma un’accelerazione sempre decisa, ma con un controllo totale. Tutto si riassume con la solita splendida sensazione di avere un vela che spinge quando deve spingere, che si neutralizza quando lo deve fare e a cui non devi mai pensare... devi solo concentrarti a saltare e surfare con una vela che esibisce una docilità e neutralità difficile da ritrovare anche sulle migliori wave 4 stecche in circolazione. La Wave Vogue è diventata un “classico”, che può però ben rappresentare l’apice dell’evoluzione delle 4 stecche, per la sua facilità di utilizzo abbinata a prestazioni al top... un prodotto a livello, se non adirittura superiore, alle migliori vele da onda e tenete conto che come termine di paragone, personalmente uso sempre la mia Naish Force R1, che però di stecche ne ha 5... MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

412 cm 400 + 12/14 cm 159 cm +/- 2 cm 3,5 kg Rrd Vogue 100 rdm 400/19 carbon rdm 400/100 Vogue + Reptile Reverse 400 4 + 2 mini battens fisso

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RRD SAILS 2016


WAVE SAILS (four battens) SIMMER Black Tip 4,5

3.4 / 3.7 / 4.0 / 4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.6 / 5.9

679 €

rider and test max - la coudouliere (france) - aprile ‘016 - photo © smink

Dopo la Icon la tradizionale wave a 5 stecche, provata nella versione HD sullo scorso numero, questa volta ci “tocca” la 4 stecche di casa Simmer, MISURA BOMA : che risponde al nome di BlackTip, disponibile sia nella versione light che PESO : HD full X-Ply e PVC! Negli anni passati, se dobbiamo dire tutta la verità MAST IDEALE : e nient’altro che la verità... bisogna ammettere che buona parte dei teMAST COMPATIBILE : ster di WN non è che sprizzassero gioia da tutti i pori al pensiero di proMAST DEL TEST : vare le vele nei tests, soprattutto nel caso di vele di nuova generazione STECCHE: a 4 e 3 stecche. Sia Max che il caporedattore preferivano di gran lunga TOP : testare le nuove tavole abbinandole alle vele a 5 stecche che utilizzavano regolarmente in modo da poter analizzare (ndr. non esageriamo... leggera, manovrabile, neutrale, ah, ah, ah!) in maniera molto più efficace il comportamento in acqua. potenza/polivalenza, fine in surfata Negli ultimi tempi le cose sono cambiate: o le vele 4 stecche dell’ultima generazione vanno benissimo o noi vecchi windsurfisti, assai “tradiziofinestra non tramata nalisti” ci siamo adattati a loro cambiando un po’ il nostro assetto sulla tavola. Sta di fatto, che sullo spot della Coudouliere, persino il più restio di tutti alle novità, il vecchio Max si è ritrovato tra le mani una wave 4 battens, la BlackTip appunto nella versione base con finestra non tramata! Vela che per l’edizione 2016 assume un profilo più compatto,con albero e boma leggermente più corti. Ad essere pignoli Max ha potuto provare un rig completo nuovo di pacca, tutto Simmer: BlackTip 4,5 (molto bella esteticamente), boma ed albero, tutti carbon 100 (Simmer Rdm 10 370/17 e boma prepreg carbon della Black line 140/190 da 26 mm di diametro)... e, per l’occasione, abbiamo avuto a disposizione anche condizioni da 4,5/4,7, quasi perfette. Appena partiti dall'acqua ci si accorge subito di essere in possesso di un'attrezzatura leggerissima e, con la vela armata perfettamente, la sensazione è di assoluto controllo. La BlackTip 4,5 è molto reattiva, ma, allo stesso tempo, morbida, parte velocemente in planata ed il comfort in andatura è notevole. Rispetto alle Force a 5 stecche, che utilizziamo normalmente per le nostre uscite, abbiamo riscontrato un minimo di differenza di assetto e di comportamento soprattutto nel momento iniziale ma, una volta arrivati in piena planata, le sensazioni in navigazione sono veramente piacevoli. Tutto facile, buona potenza, ottimo controllo, in un istante si trasforma da potente a neutra... la vela è decisamente maneggevole e permette di concentrarsi solo sulle surfate e sul divertimento. Nonostante le 4 stecche (ah, ah, ah... scherzo!) BlackTip 4,5 promossa a pieni voti! Una vela wave compatta, molto leggera (costruzione a base di pannelli in 2 MIL Q-Ply nella metà superiore, mentre nella metà inferiore della vela è rinforzata con 5 MIL X-Ply) che offre prestazioni notevoli: la giusta potenza, controllo e una grande manovrabilità. MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

385 cm 400 + 15/17cm 159 cm +/- 2 cm 3,3 kg Simmer RDM 10 370/17 carbon rdm 370/17 Simmer RDM 10 4 + 2 mini battens fisso

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SIMMER SAILS 2015

GIU/LUG 016 G 47


WAVE SAILS (five battens) SIMMER Apex 5,3

4.2 / 4.5 / 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.7 / 6.2 / 6.7

699 €

rider and test smink - andora - gennaio ‘016 - photo © dani gentiluomo

Dopo il test della Blacktip 4,5, la quattro stecche di Simmer, abbiamo provato anche la Apex 5,3, vela che, sulla carta, garantisce il range di MISURA BOMA : vento più ampio e la maggior potenza delle wave sails di Simmer. PESO : Presentata nel 2015, la Apex (ha preso il posto della Iron lo scorso anno) MAST IDEALE : non è stata rivoluzionata per il 2016... lo shape rimane basato sul layout MAST COMPATIBILE : dei pannelli della versione precedente, ma il profilo è stato reso più comMAST DEL TEST : patto (solo 416 cm di misura d’albero), con una tasca d’albero più larga STECCHE: e l’adozione di nuovi pannelli in Q-Ply nella parte superiore della vela. TOP : Questa vela si affianca a Tricera, Blacktip e Icon nella linea wave Simmer, per offrire il meglio in condizioni on shore ad una vasta gamma di potenza, partenza in planata, leggerezza, rider, strizzando l’occhio soprattutto a più pesanti. Siamo infatti al coaccelerazione, neutra e maneggevole in spetto di una vela che offre un bello spunto di potenza, ma che rimane surfata, costruzione solida gestibile, anche in condizioni di soprainvelatura, grazie allo shape a 5 finestra in monofilm stecche. La costruzione, con una grande attenzione alla cura del particolare, tipica di Simmer, appare bella solida, nonostante l’ampia finestra in monofilm, che però è di uno spessore “rassicurante”. La Apex si lascia armare in un attimo con il suo albero Simmer Rdm 10, grazie anche alla tasca d’albero leggermente più larga del solito e al fatto che non necessita di troppa tensione di caricabasso: si gioca soprattutto sulla regolazione del boma per rendere più o meno grassa la vela. Sin dai primi bordi è lampante che la vela offre un’accelerazione decisa che i surfisti pesantucci potranno apprezzare in pieno... la cosa interessante è che dopo essersi abituati al “tiro” dovuto forse alla tasca d’albero più larga che “vuole” una conduzione maggiormente spostata sulla mano anteriore, la sensazione è quella di avere un controllo totale con la vela che subito scarica bene e tutta la potenza si trasforma in velocità. Il confort di guida per surfisti medio/pesanti è superbo, la Apex, spinge molto, ma si lascia guidare con facilità, cosa che si trasforma in divertimento assicurato, soprattutto in quelle condizioni marginali, purtroppo tipiche delle mareggiate nostrane, condizioni in cui la potenza in più è utilissima per passare le schiume in situazioni difficili e saltare anche con poca rampa. In condizioni ottimali, marginali e meno ventilate tutti, dal leggero al pesante, non potranno che apprezzare la Apex... soprainvelati a palla, la gestibilità di questa vela rimane facile per i surfisti medio/pesanti o magari soltanto un pelo più smaliziati ed in grado di gestire, soprattutto in surfata, quel surplus di morbidezza ed elasticità della Apex 5,3. Spunto iniziale, potenza, controllo con una “affinità” in surfata per i riders pesanti, neutra e reattiva allo stesso tempo... una delle power wave più interessanti in circolazione, con una gestibilità, grazie al tradizionale shape a 5 stecche e un range di utilizzo davvero ampi. MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

416 cm 400 + 17/18 cm 175 cm +/- 2 cm 4,0 kg Simmer RDM 11 400/19 carbon rdm 400/19 Simmer RDM 10 400/19 5 fisso

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SIMMER SAILS 2016

FEB/MAR 016 G 39


WAVE SAILS (five battens) SIMMER Icon 5,3 HD

3.4 / 3.7 / 4.0 / 4.2 / 4.5/ 4.7 / 5.0 / 5.3 / 5.6 / 5.9 / 6,2

739 €

rider panda - test smink - andora (sv) - marzo ‘016 - photo © smink

Questa volta ci occupiamo di una delle vele wave più famose che Simmer abbia prodotto: la Icon che abbiamo provato nella consueta versione MISURA BOMA : HD! Consueta perche la versione HD è quella tradizionale dalla Icon, PESO : completamente tramata con una costruzione totalmente in X-Ply/Q-Ply MAST IDEALE : a cui quest’anno è stata abbinata una versione con l’ampia finestra non MAST COMPATIBILE : tramata e una costruzione più leggera a base di Monofilm/X-Ply/Q-Ply. MAST DEL TEST : La versione HD è più robusta e per quanto ci riguarda molto più “tranquilSTECCHE: lizzante” se si va per onde... ma tutto si può dire tranne che questa vela TOP : sia pesante. I materiali sono di prim’ordine e la vela, appena srotolata, offre una sensazione di robustezza, ma l’ago della bilancia si ferma a Leggera, reattiva, neutrale, stabilissima nel solo 3.9 kg di peso, non male per una vela tutta tramata. Nel poker di ventone, feeling morbido, duttile, range di vele wave offerto da Simmer per soddisfare un po’ tutti i “palati”, dagli utilizzo, costruzione robusta amanti delle tre stecche con la Tricera, a quelli delle 4 stecche con la potenza con il vento leggero per i pesanti BlackTip, a chi vuole un surplus di potenza con la Apex, la Icon riveste il ruolo di vela wave tradizionale a cinque stecche in grado di destreggiarsi un po’ in tutte le condizioni, comprese quelle “rafficate” delle nostre mareggiate. Le operazioni di trim di questa vela sono semplicissime, sia che si utilizzi con il suo Simmer Rdm 10 400/19 che con il nostro Reptile Reverse in assetto costant: il giusto trim di caricabasso si ottiene con poca forza e, in acqua, con entrambi gli alberi, la Icon si rivela un gioiellino. Una vela stabilissima, ma allo stesso tempo reattiva nei salti come nelle surfate. Se vogliamo trovare un limite possiamo dire che ultimamente questa vela ha affinato il suo indirizzo, diventando l’ideale compagna di giochi di waver di peso medio/leggero. Non per niente la Icon l’anno scorso è stata la scelta vincente per Daniele, il nostro peso piuma (60 kg con la muta) che cercava una vela wave duttile e leggera per sostituire vele vecchie Naish Session. Questo “indirizzo” la rende un po’ meno adatta ai surfisti veramente pesanti come ad esempio l’altro nostro tester Max, che orbitando intorno ai 90 kg, ha lamentato, con il vento leggero, un piccola mancanza di potenza rispetto alla sua Force 5,3. C’è da dire però che la Icon è molto più fine in surfata rispetto ad una Force ed è lontana anni luce dalla concezione di vela da “orco”... grazie al “rassicurante” shape a cinque stecche, questa vela al cospetto di surfisti di peso medio però non manca certo di potenza ed accelerazione per aggredire e saltare le onde o soltanto per togliersi d’impaccio nelle nostre mareggiate, che spesso sotto riva vedono il vento latitare.Tra le onde, neutralità e leggerezza rendono decisamente più facili, le surfate front side, anche in condizioni che più on shore non si può. Secondo noi, questa Icon se la può giocare con poche altre, per il titolo di miglior vela wave per i surfisti di peso medio/leggero... MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

416 cm 400 + 15/17cm 174 cm +/- 2 cm 3,9 kg Simmer RDM 10 400/19 carbon rdm 400/19 Simmer RDM 10/ Reptile Reverse C 5 + 2 mini battens fisso

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SIMMER SAILS 2016

APR/MAG 016 G 35


FREERACE SAIL (no cam) SIMMER VMax 8,6

5.4 / 6.0 / 6.6 / 7.2 / 7.9 / 8.6

789 €

rider daniele - test smink - stintino (sardegna) - giugno ‘016 - photo © igor

Il test che vi proponiamo questa volta è abbastanza anomalo per il “target” di Wind News... vele sopra 7,5/8,0 è veramente difficile vengano MISURA BOMA : provate dal nostro test team. Anzi se devo dirla tutta... il test team "uffiPESO : ciale" ha per 3/4 dei suoi componenti come vela grande la 5,3 e l’unico MAST IDEALE : in redazione dotato di uno slalom sui 125 litri e di una vela camberata da MAST COMPATIBILE : 8,0 (... entrambi datati!), che abbia un albero ed un boma per poter proMAST DEL TEST : vare queste attrezzature è... il vostro caro vecchio capo redattore! Ma se STECCHE: la voglia di navigare degli amici è sempre tanta e se alla fine, come si TOP : suol dire, ogni lasciata è persa... con l’aiuto di Daniele, nostro tester “occasionale”, ci siamo cimentati nella prova di questa VMax 8,6, freerace easy trim, performances generali con il no cam di casa Simmer. Non volendo avere da armare una “complivento leggero, spunto in partenza, confort cata” vela slalom, ci siamo orientati su qualcosa di poco complicato da trimmare, più leggero, ma che, allo stesso tempo, non perdesse troppo fisica con il vento medio/forte in prestazioni. Insomma una vela con cui planare con la più leggera bava d’aria possibile. La scelta è caduta sulla metratura più grande della linea VMax, soprattutto perchè... è una 8,6 che si può tranquillamente armare con il 460/25 visto che fa di albero “solo” 484 cm. In più volevamo qualcosa da poter abbinare, senza fatica, al freeride corsaiolo da 120 litri per le tranquille uscite dell’amico Daniele che, come molti altri, pratica il windsurf soprattutto come sport legato alle vacanze (ricordo ancora la suddivisione del tipo di surfisti in uno storico articolo di Wind News) e vuole una vela per aumentare il numero di uscite e il divertimento. Obiettivo sicuramente centrato perchè la Vmax 8,6, che si è fatto subito apprezzare per la grande leggerezza e per l’estrema facilità di montaggio, è diventata anche il “motore” più utilizzato dal nostro amico per sfruttare tutte le volte (va beh, diciamo solo... le volte) che entra il termico nella nostra zona! Vento leggero con parecchi buchi ha caratterizzato le prime uscite e le sensazioni sono state subito positive: il peso sulle braccia è decisamente inferiore a quanto la metratura farebbe pensare, anche per un peso leggero come Daniele. La planata in queste condizioni light è buona: bisogna un po’ pompare, ma poi si parte in planata belli veloci e, se avete dotato la VMax di un albero in carbonio “serio” (almeno 75/80 % di carbonio) lo spunto velocistico con poco vento, sarà tutto sommato veramente apprezzabile. La tenuta del profilo e la facilità di conduzioni sono ottimi e nei cali di vento, grazie anche ad una pancia della vela bella piena, la planata è sempre assicurata insieme ad una velocità di crociera degna di vele con almeno due camber. In più la VMax ha dalla sua una facilità di strambata, per una vela di queste dimensioni, che non troverete mai su una vela camberata. VMax, anche solo per il fatto che fa ritornare la voglia delle uscite con vento leggero... promossa! MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

484 cm 460 + 25/26cm 237 cm +/- 2 cm 4,8 kg Simmer SC8 sdm 460/25 carbon sdm 460/25 Reptile Mamba sdm 6 +3 mini battens fisso

-

SIMMER SAILS 2016

AGO/SETT 016 G 49


qualita/prezzo, versatilità, leggera sulle braccia e in surfata, bilanciata, potente trim caricabasso faticoso

+ -

WAVE SAILS (3,3/6,2)

VANDAL Enemy 4,5/4,7 HD

mis. disp. : 3,3/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,4/5,8/6,2 mis. albero : 395 cm mis. boma : 157 cm mast ideale: Gaastra 100 rdm 370/17 mast comp.: carbon rdm 400/19 (hard top) stecche : 4 + 2 mini battens top : vario

rider and test smink - bergerie - novembre ‘015 - photo © barretta

E questa volta ci siamo fatti in 4, anzi no... in due: eh si, perchè due sono le Vandal Enemy che abbiamo provato questo mese. “Vi era piaciuta la Enemy “prima maniera”?! Beh vedrete quella 2016!” ci aveva preannunciato Mino Zoffoli, il distributore italiano del marchio Valdal (White Reef) durante il recente WindFestival. A dire il vero però facendo una media di circa 35/40 test all'anno da almeno 20 anni, voi vi ricordereste come effettivamente andava la Enemy di cui parlava Mino, provata nel lontano fine 2013?! Ah, ah, ah.... io penso proprio di no! E così complice l’evento di Diano, dove una Enemy 4,7 HD della scorsa stagione, era in esposizione, ce la siamo presa in attesa che di provare la nuova versione 2016 della vela di punta della factory... powered by Gaastra! E quando finalmente abbiamo avuto l’occasione di provare, in Francia, la versione 2016 nella misura 4,5, le abbiamo messe a confronto. Se le Enemy 2014 /2015 eramo molto simili, la versione 2016, disponibile solo nella versione HD con la finestra in robusto Xply ha subito interventi marcati sia a livello di design che costruttivo (decisamente più robusta): luff pannel in dacron, costruzione a base di 2-ply e Xply con la nuova tasca d’albero realizzata in materiale più leggero, resistente agli stress e idrorepellente, l’adozione del nuovo concetto Bionic Concave panel, con il disegno della curva intorno alla finestra, che ottimizza la distribuzione della potenza regalando una migliore stabilità e un miglioramento delle prestazioni complessive..... insomma la Enemy 2016 è in pratica una nuova vela! A cominciare dalla misura 4,7 che quest’anno è proposta con un shape a 4 stecche come le misure più piccole, mentre nelle scorse stagioni era a 5. Sia la “vecchia” Enemy HD che la nuova versione 2016, necessitano di un albero con curva hard top come le Gaastra per dare il meglio di sè: a riva in fase di trim, ci si accorge pur usando lo stesso albero 400/19 Reverse di Reptile per entrambe, che ci vuole una certa forza per cazzare adeguatamente di caricabasso. Niente di che, ma sono un po’ più “durette” di altre vele e questo è forse l’unico neo riscontrato. La Enemy 2016 è però più flessibile e morbida in acqua: se le prestazioni delle due versioni provate sono ottime e molto simili con il vento forte, la Enemy HD 2016 è più versatile nel vento loffio e rafficato. L’impressione, ad un certo punto è stata quella di avere tra le mani la mia cara Force R1 4,7... e potrei fermarmi qui, visto il paragone con una delle migliori vele wave in circolazione. Versatile, potente al punto giusto, divertentissima in surfata... eh si, sembra la mia amata Force, ma costa veramente un botto in meno: una gran vela wave bella robusta!

VANDAL SAILS 2016

Testata con Reptile Reverse 400/19 - side 2

519 €


FREERACE (no cam) VANDAL Stitch 7,5

5.5 / 6.0 / 6.5 / 7.0 / 7.5 / 8.0 / 8.5

549 €

rider and test smink - andora (sv) - maggio ‘016 - photo © gentiluomo

Veramente bella da vedere, questa Stitch della Vandal, si è fatta subito ben volere da un test team abituato a vele ben più piccole, per la sua MISURA BOMA : semplicità di trim e per la sua versatilità. Riguardo al trim c’è da dire che PESO : se volete una vela leggermente più morbida e se dovete ancora acquiMAST IDEALE : stare l’albero a cui abbinarla, sarebbe meglio dotarla di un moderno alMAST COMPATIBILE : bero sdm con curva hard top, consigliato per tutte le vele Gaastra di cui MAST DEL TEST : Vandal è una costola decisamente più abbordabile a livello prezzo. STECCHE: In effetti se non siamo cosi distanti a livello economicità da Gun Sails, lo TOP : siamo anni luce dai prodotti delle velerie che si ritengono (forse a torto) più blasonate. Proprio in questa ottica, diciamo che il migliore abbinaperformances generali, spunto in partenza, mento possibile per l’albero senza per questo svenarsi, non può essere controllo, confort, costruzione, rapporto che con il 460/25 sdm della linea Zephyr Gold by White Reef (il carbon qualità/prezzo 75% che costa di listino 280 euro basta e avvanza...) che ben si adatta preferisce un mast 460/25 hard top alla maggior parte delle vele hard top. E anche vero però che avendola avuta a disposizione per il test per diverso tempo, l’abbiamo montata con diversi alberi sdm costant curve 460/25, dal Reptile Manta con cui era abbastanza normale andasse bene fino ad arrivare ad un “vecchio” Xcellerator 80 sdm parecchio datato che ho “raccattato” in attesa che ci arrivasse il Mamba e con cui la Stitch 7,5 si è sempre comportata dignitosamente. Con questi alberi costant curve la Stitch è leggermente più rigida che con lo Zephyr Gold, ma a livello prestazioni non abbiamo rilevato particolari differenze. Parlavamo della sua versatilità sia in fatto di trim che di prestazioni... mettendo appena in tensione il caricabasso, basta cazzare la bugna il boma (203 cm) e ricazzare il caricabasso fino a far allentare la balumina per trovare la regolazione ottimale di questa vela: la bugna va tensionata alla misura indicata perchè non è che lasciandola più grassa, vada meglio o parta prima in planata. Se ben armata la partenza in planata è facilissima: la Stitch offre una buona risposta sin dalla prima pompata. Al traverso, abbinata ad una tavola veloce come Rocket 125 ltd, si raggiunge una velocità di crociera veramente notevole. L’assetto ottimale, grazie alla base “generosa, per chiudere bene la vela sulla coperta della tavola si trova in un attimo e questo permette di spingere sull’acceleratore. Anche nel risalire il vento si riesce a tenere un angolo veramente stretto e la stabilità di profilo agevola la facilità di controllo quasi come con una vela camberata, ma la differenza sta tutta nel fatto che è nettamente più leggera... in strambata, virata e soprattutto quando si deve recuperare la vela con la cima di recupero. Veramente una bella vela freerace, senza camber, ma dotata di prestazioni velocistiche di tutto rispetto, ben costruita visto che, anche se abbonda il monofilm, non è di quelli così leggeri da suscitare timore. MISURA ALBERO : TRIM REALE :

+

481 cm 460 + 20/22 cm 203 cm +/- 2 cm 4,8 kg GA 100 sdm 460/25 carbon rdm/sdm 460/25 Zephir Gold 460/25 - Reptile Mamba sdm 6 +2 mini battens fisso

-

VANDAL SAILS 2016

GIU/LUG 016 G 51


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