Poste Italiane s.p.a. spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2, DCB Verona
Dicembre 2008
IL ATALE HA UN NUOVO SAPORE
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editoriale EDITORIALE
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arissimi lettori, avete tra le mani una novità pensata tutta per voi! Una rivista dedicata a chi, entrando in una Bottega del Mondo, ha scelto di dare il proprio contributo alla costruzione di un’economia più giusta. altromagazine non vuole essere solo la rivista delle proposte Altromercato. Vuole andare oltre l’etichetta e svelarvi il “dietro le quinte” dei prodotti che trovate nelle nostre Botteghe del Mondo, raccontarvi le storie di chi li ha creati, storie di gente del Sud. Siete pronti a lasciare per un momento da parte le belle confezioni pulite e a sporcarvi le mani di terra rossa africana, di foglie e fango dell’Amazzonia, di alpaca boliviana, di spezie cingalesi, di sudore, … di vita? Allora partite con noi: conoscerete i volti dei contadini che raccolgono il caffé che bevete ogni mattina, entrerete nei laboratori degli artigiani che scolpiscono la pietra delle bomboniere che donate per le vostre feste, vivrete la guerra che si combatte tutti i giorni per un chicco di cous cous. E capirete perché il vostro acquisto in Bottega ha un grande valore: è quello del lavoro di tanti volontari, della dignità di tanti gruppi di produttori. Scoprirete come un gesto così semplice può cambiare la vita di tante persone del Sud del mondo. Ma altromagazine non è solo scorci di continenti lontani. Tra le sue pagine vogliamo parlarvi anche di quello che si muove qui, in Italia, e di quello che ogni giorno possiamo fare tutti insieme per costruire quello che tanti anni fa chiamammo “un altro mondo possibile”: progetti di educazione nelle scuole, di cooperazione allo sviluppo, di sensibilizzazione delle istituzioni, occasioni di volontariato. Ma anche finanza solidale e turismo responsabile, temi di cui si sente parlare sempre più spesso. Tutto questo è molto di più di una tavoletta di cioccolato o di un presepe di terracotta. Tutto questo è Altromercato: il nostro mondo che in queste pagine vi vogliamo raccontare. Buona lettura! Chiara Bonati Presidente del consorzio Ctm altromercato
i indice INDICE
Fiori non ancora schiusi
Dietro un regalo c’è un mondo intero
Il benessere della solidarietà
La fame non è nella natura
Bio Natyr: coltiviamo dignità
Editoriale
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in movimento
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vivi solidale
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Il Natale ha un nuovo sapore
Ci vediamo in Bottega
Spezie bio: aromi di giustizia Equospazio: fatti sentire!
In viaggio con Natyr
Vai in Bottega? Scegli un libro
indice INDICE
E il mondo riscoprì l’etica negli affari
Un cous cous che sa di speranza
Incontro con Frans van der Hoff Un nuovo tassello per il commercio equo in India
Solidali con l’ambiente
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vivi solidale
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Storie di volti, storie di persone
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così lontano così vicino Regala un sorriso
A Gaza è ancora isolamento
Un network globale
Dicembre 2008
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Giriamo una nuova pagina
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in movimento CI VEDIAMO IN BOTTEGA RICCIONE (RN) - Una sede tutta nuova per la Bottega di Riccione, gestita dalla cooperativa Pacha Mama. La parola d’ordine è ecologia, non solo nell’arredo, ma anche nei prodotti proposti. Sugli scaffali, infatti, ci sono alimenti biologici e a basso impatto ambientale. Grazie al distributore installato dalla cooperativa sociale Cieli e Terra Nuova, poi, è possibile acquistare latte crudo 24 ore su 24.
CERIGNOLA (FG) - Corso Garibaldi 54, ecco la nuova sede di Stesso Sole di Cerignola, arredata con accessori a basso impatto ambientale e in materiale riciclato. L’inaugurazione è avvenuta nel corso di una degustazione di prodotti equi accompagnata dalla musica del percussionista Enzo Raddato e dal Dj set dell’associazione culturale Radc.
MELZO (MI) - Dieci anni e non sentirli! MondoAlegre di Melzo ha celebrato il traguardo il 10 maggio con una grande festa in piazza. I bimbi hanno partecipato nel pomeriggio a laboratori creativi, giochi e letture, mentre in serata i Kleztiket hanno accompagnato l’aperitivo con musiche klezmer e balcaniche.
FOSSANO (CN) - Grazie all’attività di Todomondo, Fossano è diventata Città Equosolidale, titolo conferito dalle autorità nel corso dell’inaugurazione della nuova sede avvenuta il 30 maggio. Lo spazio è coloratissimo e tutto da inventare e ospiterà anche appuntamenti culturali e un angolo dedicato al turismo responsabile.
ALBA (CN) - Quindici anni di impegno tutti da ricordare con interviste, racconti e foto. “I Quindici di Quetzal” è un libro che traccia il bilancio della Bottega di Alba, un modo per guardare al passato con l’entusiasmo di chi ha già in mente nuove sfide. E per iniziare bene, ecco “Mangiando s’impara”, un libro di ricette di Fernanda Giamello e Nicola Nada, pensato per riunire tutta la famiglia ai fornelli in stile equosolidale.
Un incontro da ricordare Il sogno di ritrovarsi insieme per una giornata di incontro e conoscenza è diventato realtà. Il 21 settembre le volontarie e i volontari della macroarea Nord Est si sono ritrovati a Maserada sul Piave, nell’ambito della fiera “Quattro passi per un mondo migliore” organizzata dalla Cooperativa Pace e Sviluppo. I temi affrontati sono stati numerosi, ma soprattutto è stata grande la gioia di incontrarsi e scoprire le tante facce di un movimento vitale e in continua evoluzione. Perché la rete si infittisca ancora di più.
A Natale, il regalo è Made in Dignity Anche quest’anno i mercatini natalizi Altromercato si preparano a riempire le piazze delle città italiane di suoni, colori e profumi dal Sud del mondo. Non perdere l’occasione di unire alla gioia di fare e ricevere un dono anche quella di regalare giustizia: i prodotti del commercio equosolidale, infatti, sono realizzati nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, attraverso relazioni paritarie e dirette con i lavoratori. Sotto i tendoni Altromercato, poi, troverai anche i prodotti delle cooperative sociali italiane e tanti libri. L’elenco aggiornato dei mercatini è sul sito www.altromercato.it.
in movimento
IN AZIONE! CAMPAGNE ED EVENTI
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La famenon è nella natura Rispettare la biodiversità, aiutare le economie locali del Nord e del Sud del mondo, scegliere un modello di alimentazione e consumo responsabile: parte “Diritto al cibo” la nuova campagna promossa da Ctm altromercato.
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n dollaro al giorno, anzi meno. È questa la magra cifra che hanno a disposizione 850 milioni di persone nel mondo per procurarsi il necessario per sopravvivere. Il paradosso a cui ci troviamo di fronte è che a soffrire della mancanza di cibo sono soprattutto coloro che vivono nelle aree rurali e coltivano la terra. Nello stesso tempo anche noi, nei paesi “sviluppati”, subiamo le conseguenze della crisi alimentare: paghiamo a caro prezzo un cibo sempre peggiore e sempre più povero
di sostanze nutritive. Le motivazioni della crisi La fame non ha cause naturali: se ben distribuita, la produzione alimentare mondiale sarebbe in grado di fornire all’intera popolazione il doppio delle calorie giornaliere necessarie alla sopravvivenza. Il problema è il disequilibrio nella distribuzione delle risorse a livello internazionale dovuto a una serie di politiche agricole che hanno spinto i paesi del Sud del mondo ad abbandonare le colture di sussistenza per produzioni destinate all’esportazione. Ora gli agricoltori si trovano in balia di un mercato sempre più imprevedibile, che quota sempre più al ribasso prodotti come caffè, cacao e cotone, e con il ricavato di
mesi e mesi di fatica riescono a malapena a sopravvivere. Sussidi e liberalizzazione Le regole del libero mercato, nel mondo di oggi, sembrano valere a senso unico. Mentre premono perché i paesi del Sud del mondo aprano le loro frontiere ai prodotti del Nord, gli organismi internazionali continuano a permettere ai governi di Europa e Stati Uniti la concessione di sussidi alla produzione dei loro agricoltori. Grazie a questi aiuti, in Asia, Africa e America Latina i prodotti europei e statunitensi finiscono per costare meno dei prodotti locali. In Ghana, ad esempio, grazie ai sussidi all’esportazione, il concentrato di pomodoro proveniente dall’Italia costa cinque volte meno dei pomodori locali.
di Laura M. Bosisio foto apertura: Beatrice De Blasi foto: Claudio Brigadoi
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in movimento
IN AZIONE! CAMPAGNE ED EVENTI Coltivare la biodiversità La diffusione delle sementi geneticamente modificate (Ogm) ha portato alla distruzione di decine di specie autoctone, ha reso i campi più vulnerabili alla siccità e alle malattie e causato una grave perdita per l’ambiente. In questa situazione, sostenere la biodiversità significa lottare per restituire agli agricoltori il loro ruolo e la loro dignità, valorizzare le loro competenze, garantire loro la possibilità di coltivare ciò che serve all’alimentazione accanto
ai prodotti da esportazione. Ma proteggere la biodiversità significa anche proteggere la natura e le sue risorse, e garantire a tutti il diritto al cibo, in ogni parte del mondo. Stop alla fame “Diritto al cibo” è una campagna di informazione e sensibilizzazione promossa da Ctm altromercato che propone un nuovo approccio al mercato. Un approccio che veda in primo piano la riscoperta delle produzioni locali, a casa nostra come all’estero, il consumo di frutta e verdura di stagione da produzioni biologiche, il sostegno al commercio equo e solidale, la lotta agli sprechi, il risparmio energetico. Il nostro consumo intelligente può davvero dare una svolta alla vita di milioni di persone. 2
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Diventa protagonista del cambiamento In dieci mosse, ecco cosa puoi fare per contribuire alla costruzione di un mondo più equo e sostenibile 1. Compra equosolidale 2. Scegli bio 3. Compra vicino, dai piccoli produttori della tua zona 4. Tutela la biodiversità 5. Consuma meno carne 6. Evita gli sprechi 7. Sostieni la finanza solidale 8. Risparmia energia 9. Segui la stagionalità dei prodotti 10. Utilizza l’acqua con responsabilità
foto 1: Beatrice De Blasi foto 2: Ilaria Favè
TUTTE LE OCCASIONI PER APPROFONDIRE Presso le Botteghe del Mondo trovi la brochure dedicata alla sovranità alimentare e al consumo sostenibile, oltre al calendario degli appuntamenti informativi e delle iniziative. La campagna è anche online, al sito www.dirittoalcibo.it
in movimento METTITI IN RETE
Equospazio
Fatti sentire!
È arrivata la community Ctm altromercato, un’isola online dove incontrarsi, scambiarsi opinioni e condividere il proprio modo di vivere il fair trade. Afferra il tuo mouse ed entra: è semplicissimo!
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uoi dire la tua su tutto ciò che gira intorno al mondo del commercio equo e solidale? Allora Equospazio è il posto giusto per te: una community creata da Ctm altromercato per far sentire la voce di tutte le persone che ogni giorno vivono il fair trade e partecipano alla costruzione di “un altro mondo possibile”. Connettiti! Accedere è semplicissimo: visita il sito www.altromercato.it, clicca sul logo e registrati. In pochi minuti potrai commentare le pagine del sito, scrivere la tua opinione su prodotti, notizie ed eventi, e partecipare ai sondaggi. In pratica con le tue parole e i tuoi suggerimenti parteciperai alla costruzione del sito e potrai confrontare le tue opinioni con quelle degli altri utenti.
Blog e forum: il tuo spazio Ma Equospazio non è solo commenti, è anche uno spazio di approfondimento. Sono attivi, infatti, due blog, due diari in rete che racconteranno l’economia solidale vista dall’interno. Il primo, “Equo-monitor”, è gestito da Pierluigi Traversa, responsabile dell’Unità Comunicazione e Marketing di Ctm altromercato, e darà spazio ai fatti del giorno, ma anche a riflessioni e sogni di chi crede in un’economia più giusta. Il secondo, “Perché in borsa non ci mettono il sedano”, raccoglie le riflessioni ad alta voce sul mercato delle materie prime di Maria Moretti, responsabile dell’Unità Alimentari. Via libera alla discussione anche sui forum, organizzati in tre aree tematiche: produttori, prodotti e soci-botteghe. Molte discussioni sono già entrate nel vivo, ma se vuoi puoi lanciare tu stesso un nuovo argomento.
“Segnati” dal commercio equo e solidale Credi nel commercio equosolidale? Allora mettici la faccia! Carica una tua foto nella gallery e invia il link ai tuoi amici: parteciperai al coloratissimo murale della community. Rimaniamo in contatto Iscrivendoti ad Equospazio potrai ricevere l’ormai storica newsletter di Ctm altromercato, un mezzo comodissimo per essere sempre aggiornato sulle novità di prodotto, sui progetti e sulle attività delle Botteghe del Mondo in tutta Italia. Se sei interessato ai temi della finanza solidale, poi, potrai iscriverti anche alla newsletter specifica che si occupa di questo nuovo modo di intendere gli investimenti. Riceverai tutti gli aggiornamenti sulle iniziative Ctm altromercato riguardo al microcredito, ai prefinanziamenti e al prestito sociale.
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
Dietro un regalo c’è un mondo intero
vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
I prodotti equosolidali racchiudono tante storie di artigiani che vivono nei paesi del Sud del mondo e tanti progetti di sviluppo. Piccoli tasselli per costruire un’economia di giustizia.
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di Laura M. Bosisio foto apertura: Rudi Dalvai foto: Sandra Endrizzi
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
Scegli il regalo giusto
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it “Cracklé” in ceramica smaltata. Viene dalla
Thailandia, è stato prodotto da Y Development.
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“C
rediamo che ogni bambino o bambina abbia i diritti naturali e sociali, le capacità e le responsabilità necessarie a realizzare pienamente il proprio potenziale di essere umano”. In queste parole è sintetizzato lo scopo di Children Nepal, un’organizzazione nata per aiutare i bambini privi del sostegno delle istituzioni e particolarmente esposti all’abuso e allo sfruttamento. In questo caso, come in molti altri, il benessere dei piccoli passa da quello delle madri: con un’attività artigianale pagata in modo equo, possono dare un contributo importante all’economia famigliare e assicurare ai figli le cure sanitarie e l’educazione di base.
it 2 tazzine “Lavanda” in scatola di cartone
e seta. È stato prodotto in
Vietnam da Mai Handicraft.
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ovaglietta “Vado al lavoro” tessuta in cotone. Viene
dal Nepal, da Women’s Skill Development Project.
S
et “Giochiamo a fare il pic nic” in fibra e coto-
ne imbottito. Prodotto da
Selyn nello Sri Lanka.
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ollana, anello e orecchini “Inès” in argento
satinato. Prodotti in Uruguay dagli artigiani di Ses.
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I colori della solidarietà Le artigiane di Children Nepal producono i giochi in stoffa e i coloratissimi accessori per la cameretta proposti nella collezione Autunno/Inverno di Ctm altromercato. La loro storia di riscatto è simile a quella che ha portato, sempre sulle impervie montagne nepalesi, alla fondazione di Manushi Arts & Craft. Ideata da una docente universitaria, Padmasama Shakya, fornisce alle donne corsi di formazione e alfabetizzazione ed è attiva anche nel microcredito, un importante strumento per lo sviluppo delle piccole comunità del Sud del mondo. La tradizione rivive Il fascino dei prodotti del commercio equo e solidale sta anche nel bagaglio di cultura che ognuno di essi racchiude. Gli artigiani cingalesi di Selyn, che producono accessori per la casa e giochi in cotone, hanno riscoperto il telaio tradizionale, quasi in disuso a causa della concorrenza cinese e indiana, e stanno tramandando la loro abilità ai più giovani. Qualcosa di simile accade anche in tanti altri paesi. In Boli-
vivi solidale 11 PRODOTTI DAL MONDO
via, ad esempio, l’associazione Q’antati (che in lingua aymara significa “alba”) raggruppa artigiani fortemente legati alla loro antica cultura e produce strumenti musicali tipici, indumenti in lana e ceramiche. La loro, però, non è solo un’attività economica: i gruppi di artigiani prendono insieme le decisioni più importanti e seguono corsi di formazione anche su tematiche legate alla vita di tutti i giorni, come le cure naturali e la prevenzione delle malattie. Arte da valorizzare Ma la tradizione e la riscoperta delle conoscenze del passato non sono le sole fonti di ispirazione. In Uruguay, Ses (Servicio Ecumenico Solidario) e Auda (Asociaciòn Uruguayana De Artesanos) commercializzano gioielli in argento e bigiotteria disegnati e creati da artigiani che si sono formati nelle scuole d’arte del paese e si distinguono per il loro stile originale e innovativo. Un regalo autentico La gioia del Natale nasce anche dalla condivisione e un dono equosolidale racchiude il valore della giustizia: è bello per chi lo riceve e giusto per chi lo produce, perché ha ricevuto un adeguato compenso per il suo lavoro e con il suo impegno può costruirsi migliori condizioni di vita e un futuro più sereno.
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Vuoi saperne di più sui produttori e sui progetti? Visita il sito www.altromercato.it: nella sezione Produttori trovi le schede approfondite.
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Natale senza frontiere
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Così piccoli che stanno
nos de Perù) e Minka (in
solidale, vengono poi im-
nel palmo di una mano
lingua quechua significa
piegati dalle singole comu-
o più grandi, in terracotta
“lavoro comune e scambio”).
nità secondo i bisogni per
o ceramica. Con i presepi
Queste
organizzazioni,
finanziare progetti sanitari,
andini dai un nuovo signifi-
oltre a commercializza-
scolastici o la costruzione
cato anche alla rappresen-
re i prodotti, forniscono
di altre opere pubbliche.
tazione del Natale. Ctm
appoggio
altromercato li importa
ai produttori e assistenza
professionale
dal Perù, da Ciap (Central
tecnica. I profitti derivanti
Interregional de Artesa-
dal commercio equo e
foto 1: Rudi Dalvai foto 2: Lorenzo Boccagni
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
Il Natale ha un nuovo sapore
vivi solidale 13 PRODOTTI DAL MONDO
Buone per chi le gusta e per chi le produce. Le golosità Altromercato uniscono cura artigianale a materie prime di qualità, prodotte nel rispetto dei diritti e dell’ambiente: ecco perché sono ancora più dolci.
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di Daniele Acrodi foto apertura: Luca Palagi foto: Lorenzo Boccagni
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
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anettone, torrone, croccante: Ctm altromercato reinventa i classici della nostra tradizione dolciaria con ingredienti del commercio equo e solidale accuratamente selezionati, per un Natale che sia davvero grande come il mondo.
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Il gusto della solidarietà Una fetta di panettone Altromercato racchiude non solo la genuinità di burro e uova fresche e la maestria della lavorazione artigianale italiana, ma anche tante storie di amicizia e impegno. E lo stesso vale per gli altri prodotti natalizi Altromercato. Lo zucchero di canna impiegato per il panettone, ma anche per i torroncini, gli spicchi di torrone, i Manì (le arachidi pralinate) e il croccante di anacardi, è prodotto in Costa Rica dagli agricoltori riuniti in due organizzazioni: Coopeagri e Coopecanera. Grazie al commercio equosolidale, i lavoratori si sono emancipati dalla dipendenza dalle grandi multinazionali del settore, ricevono un giusto prezzo per il loro prodotto, un adeguato prefinanziamento e possono godere di buone condizioni di lavoro. Una storia simile è quella di Conacado (Confederacion Nacional de Cacao Cultores Dominicanos), da cui Ctm altromercato importa il cacao che trovi nelle gocce di cioccolato del panettone e sulla copertura dei torroncini. Nata dall’unione di tanti piccoli produttori della Repubblica Dominicana (oggi la confederazione conta 126 gruppi di base), pone particolare attenzione al sostegno dei soggetti più deboli e alla valorizzazione del ruolo delle donne.
2
Un pensiero per la Palestina Ctm altromercato impor-
ecocompatibile e alla tu-
ta dalla Valle del Giordano
tela dei diritti delle don-
i datteri medjoul coltivati
ne, due ambiti importanti
Palm
in una situazione grave
Tree Farmers, che fa par-
come quella palestinese, in
te dell’organizzazione non
cui la disgregazione sociale,
dall’associazione
(Palestinian
l’isolamento e la presenza
Agriculture Relief Com-
militare israeliana stanno
mittees). L’attenzione di
compromettendo
Parc si rivolge in partico-
mente anche l’economia.
profit
3
Parc
lare allo sviluppo rurale
foto 1: Alessandro Badalotti foto 2: Beatrice De Blasi foto 3: Carlo Ponzio
grave-
vivi solidale 15 PRODOTTI DAL MONDO
La croccantezza giusta Nel torrone, la ricchezza delle noci dell’Amazzonia, raccolte nel rispetto dell’ecosistema forestale dall’organizzazione peruviana Candela e dalla boliviana Caic (Cooperativa Agricola Integral Campesino), si unisce all’aroma del miele messicano di Pasl (Productores Agropecuarios Selva Lacandona), che riunisce ex coltivatori di caffè quasi tutti di etnia Maya che hanno trovato nell’apicoltura una fonte di sostentamento equa ed ecocompatibile. Gli anacardi interi del croccante, invece, vengono da Elements (India) e Coopercajou (Brasile). Elements commercializza i prodotti del coordinamento degli agricoltori del Kerala (FTK) e promuove una crescita sostenibile e un sistema economico più giusto. Coopercajou è una cooperativa fondata all’inizio degli anni Novanta che fornisce vari servizi ai produttori, soprattutto di natura sanitaria e scolastica. Un peccato di gola tutto equosolidale Il torrone macadamia Altromercato ha una marcia in più: è interamente realizzato e confezionato in Ecuador, da artigiani torronieri della Funorsal (Fundación de Organizaciones de Salinas) che vivono sugli altipiani della sierra a 3.550 metri di altitudine. Gli ingredienti – zucchero di canna, miele e uova fresche – si uniscono alle noci macadamia per creare un prodotto unico, dal gusto delicato che conquisterà anche i più esigenti estimatori del torrone tradizionale. La produzione, artigianale e attenta alla qualità del prodotto, è possibile grazie al progetto di cooperazione integrata “Fileras” che ha coinvolto Ctm altromercato insieme alle Ong Cric e Cospe con il contributo dell’Unione Europea, del Ministero degli Affari Esteri e della Provincia di Bolzano. Le confezioni: ancora più belle, ancora più preziose La particolarità dei prodotti natalizi Altromercato inizia dalle confezioni, da conservare e riutilizzare per i tuoi pacchetti. A contenere il panettone è un sacchetto in carta seta decorata con foglie e fiori sui toni del rosso e del crema prodotto in Bangladesh dalle artigiane di Mcc (Mennonite Central Committee). Da Mcc arrivano anche i chiudipacco in foglia di palma e i grandi sacchetti regalo, un’alternativa ecologica (utilizza le fibre di scarto della seta) alle tradizionali scatole e ai cesti. I torroncini artigianali, invece, sono racchiusi in un raffinato sacchetto in fibra sinamay di Ccap (Community Craft Association of the Philippines), riutilizzabile anche come portagioie.
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Le novità per il Natale 2008
Panettone in sacchetto artigianale (750 g)
Spicchi di torrone artigianale morbido (200 g)
Panettoncino (100 g)
Croccante di anacardi artigianale (125 g)
Pates de fruits - gelatine tamarindo e ananas (200 g)
Torroncini confezione risparmio (500 g)
Torroncini artigianali in confezione regalo (220 g)
Calendario dell’Avvento
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
Il benessere della solidarietà Rispetto per la natura e i saperi, reddito equo per i produttori: regala tutto questo con Natyr Home Spa. i prodotti di Natyr Home Spa Collection, una nuova linea cosmetica pensata per riscoprire il piacere antico delle cure termali e nutrire a fondo la pelle. Formata dal cofanetto “Massaggio” e da due kit per il gommage, è un regalo che parla di benessere, ma anche di rispetto per la cultura e le tradizioni di popoli lontani.
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e valli andine, i villaggi nascosti al limitare della foresta pluviale o nel cuore dell’Africa Centrale custodiscono tesori di biodiversità da proteggere e valorizzare. Ctm altromercato acquista oli essenziali e vegetali estratti da noci e piante da piccoli gruppi di produttori che così possono integrare il loro reddito e migliorare le loro competenze. Queste preziose materie prime caratterizzano
di Stefano Loderi foto: Valeria Calamaro
Diamo valore all’impegno Gli oli essenziali puri contenuti nel cofanetto “Massaggio” sono distillati nei luoghi di produzione attraverso tecniche semplici ed efficaci. Per le comunità locali rappresentano una buona integrazione di reddito, visto l’alto valore aggiunto di questo prodotto e la sua elevata qualità. In particolare, gli oli essenziali vengono prodotti in Ecuador nel rispetto di un ecosistema delicato come quello della foresta amazzonica da Fundacion Grupo Juvenil de Salinas e da Fundacion Chankuap, organizzazioni che
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riuniscono moltissimi piccoli gruppi di lavoratori. Per loro il commercio equo è un concreto veicolo di indipendenza e sviluppo perché frena l’emigrazione verso le città e permette la creazione di servizi indispensabili come scuole e ambulatori e quindi si traduce in una migliore qualità della vita. Qualità certificata L’olio da massaggio è arricchito dalle qualità del sesamo e delle noci dell’Amazzonia, entrambi altamente selezionati e biologici. L’olio di sesamo è prodotto in Nicaragua da Atc (Asociacion de Trabajadores del Campo): in una zona caratterizzata dalla monocultura della banana, questa coltivazione – e la successiva estrazione dell’olio – sono una valida alternativa lavorativa per la popolazione. L’olio di noci dell’Amazzonia, invece, è prodotto in Perù e commercializzato da Candela, un’organizzazione che promuove lo sviluppo sostenibile e fornisce servizi ai lavoratori tra cui la formazione professionale e il microcredito.
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Bellezza solidale El Ceibo, in Bolivia, è una realtà storica del commercio equo e solidale. Nata nel 1977 dalla volontà di emanciparsi dal giogo delle grandi multinazionali del settore, oggi comprende 38 cooperative formate da circa 800 famiglie che possono contare su formazione professionale, prestiti agevolati, sussidi in caso di malattie e di un fondo per l’educazione dei bimbi. La sua polvere di cacao puro, certificata bio, arricchisce il kit “Cocco cacao” di un tocco naturale e goloso. Karitè: una storia al femminile Emolliente e protettivo, il burro di karitè è un prodotto naturale che si ricava da un albero ad alto fusto molto comune nei paesi dell’Africa centrale. Le sue preziose qualità sono conosciute fin dall’antichità ed è molto usato sia nei rimedi tradizionali per la cura della pelle
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foto 1: Archivio Ctm altromercato foto 2: Alessandro Badalotti
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
Natyr Home Spa Collection
Cofanetto “Massaggio”. Contiene un flacone di olio da massaggio con sesamo ed argane, una sinergia di oli essenziali rivitalizzanti e una di oli essenziali rilassanti. Kit “Cocco Cacao”. Contiene un gel per gommage dolce e un balsamo da massaggio. 1
Il vasetto del Kit per gommage è riutilizzabile come portatutto per la casa.
Kit “Cardamomo Zafferano”. Contiene un gel per gommage salato e un balsamo da massaggio.
Cos’è Natyr
N
atyr è sinonimo di cosmesi naturale, equa e solidale, oggi anche biologica con il lancio della nuova linea di cosmetici biologici Bio Natyr . Le sue linee di
prodotti impiegano materie prime di qualità appartenenti alle tradizioni millenarie
dei popoli di Africa, Asia e America Latina, acquistate nel rispetto dei principi del fair trade. Trovi informazioni dettagliate sulle proposte Natyr (Tè verde, Aloe Vera, Spezie e fiori, Mango e papaia, Bimbi, Linea bio) sul sito www.altromercato.it nella sezione Prodotti.
foto 1: Luca Palagi foto 2: Alessandro Badalotti
sia come base per creme e cosmetici. Ctm altromercato lo acquista nel nord del Ghana, da Yuri-Enga, un’organizzazione che riunisce sei piccoli gruppi di produttori, principalmente donne. In questa zona sostenere l’occupazione femminile è particolarmente importante perché, con l’emigrazione dei mariti in cerca di lavoro, spesso le donne sono le sole ad occuparsi della famiglia. Uniti nel segno del commercio equo I prodotti Natyr Home Spa Collection sono realizzati in Italia, da Gala Cosmetici, un piccolo laboratorio artigianale certificato come specializzato nella cosmesi naturale e biologica. Sono dermatologicamente testati e sottoposti a controllo microbiologico, secondo la raccomandazione di legge europea non sono testati sugli animali (né il prodotto finito, né le materie prime). Le confezioni sono pensate per essere non solo pienamente riciclabili, ma anche riutilizzabili. I vasetti del kit gommage, ad esempio, diventano comodi portatutto per la tua casa.
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In viaggio con
Natyr
Delicatezza e protezione. La cosmesi equa ti accompagna ovunque e unisce le proprietà e gli aromi delle materie prime naturali alla solidarietà con i produttori del Sud del mondo. Per un regalo davvero... giusto.
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mmagina un mare di verde brillante, e all’orizzonte una corona di meravigliose montagne. Darjeeling, nella regione indiana del Bengala Occidentale, è la patria di uno dei più pregiati tè del mondo. È qui che cresce il tè bianco biologico importato da Ctm altromercato, lo stesso che regala il suo aroma e le sue qualità benefiche ai prodotti della linea Natyr “Buon Viaggio!”. Un ecosistema da proteggere Ad occuparsi della coltivazione sono gli agricoltori di Ambootia Tea Gardens, una società che ha tra i suoi scopi primari la protezione della natura e la promozione dello sviluppo comunitario. La piantagione, infatti, non comprende solo aree dedicate alla coltura per l’esportazione, ma anche boschi, prati e campi per il sostentamento della popolazione locale. I proventi derivanti dal commercio equo sono impiegati per progetti di utilità comune in ambito educativo e sanitario.
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di Laura M. Bosisio foto: Ambootia Tea Gardens
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
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Un filo tra due continenti Un salto di migliaia di chilometri ci porta in Ecuador, a Salinas de Guaranda, una delle zone più povere di risorse del paese, ma culla di un esperimento sociale sorprendente. Negli ultimi trent’anni qui sono nate cooperative e associazioni che con il loro impegno hanno trovato spazio per i loro prodotti sia sul mercato locale che su quello internazionale. La produzione di oli essenziali (tra cui quello di cardamomo utilizzato per i prodotti Natyr “Buon Viaggio!”) è nata dalla necessità di aumentare il valore aggiunto della coltivazione delle piante aromatiche. Fin da subito l’idea è stata un successo, tanto che il laboratorio è stato recentemente ampliato. Oggi circa 50 famiglie possono integrare il loro reddito con questa attività che non solo è remunerata in modo equo, ma non è dannosa per l’ambiente.
vivi solidale 21 PRODOTTI DAL MONDO
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Nel Darjeeling cresce uno dei tè più pregiati del mondo, coltivato secondo metodi biologici, nel rispetto della natura e dei produttori
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Regala la delicatezza solidale Shampoo doccia, crema fluida viso-corpo e deodorante delicato, in formato da 50 ml conforme alle recenti norme aeroportuali. Come tutti i prodotti Natyr, anche quelli contenuti nella pochette “Buon Viaggio!” sono dermatologicamente testati, sottoposti a controllo microbiologico e come da raccomandazione di legge europea, non vengono testati sugli animali, né riguardo ai prodotti finiti, né alle materie prime. Il set, contenuto in una comoda pochette in fibra abaca, intrecciata a mano dagli artigiani del commercio equo solidale di Ccap (Community Craft Association of the Philippines), è un’idea regalo originale e utile. 3
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foto 1-2-3: Ambootia Tea Gardens
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vivi solidale PRODOTTI DAL MONDO
Fiori non ancora schiusi
Al suk di Taliouine, in Marocco, i produttori dello zafferano, l’oro rosso, scambiano il loro raccolto con i soldi necessari al sostentamento della famiglia. Una specie di bancomat senza carta e con molta meno equità.
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er un grammo di zafferano un produttore può ricevere al massimo 1 euro, mentre in Europa il consumatore finale paga per la stessa quantità in media 8 euro. Dopo mesi di preparazione del terreno, costosissime irrigazioni con l’autopompa, ore e ore passate piegati sui fiori da cogliere prima che si schiudano, in effetti non è un gran guadagno. Di fronte a queste donne, attive e sorridenti nonostante sia prestissimo nel mattino marocchino, mi immagino cosa voglia dire vivere su questi altipiani, dove di giorno fa caldissimo e dopo il tramonto si gela, lavorare nei campi, chine per 5 ore di fila, con addosso strati di gonne a celare un pantalone di maglia infilato in un calzettone di lana. Ai piedi solo un paio di ciabatte di plastica, o al massimo delle tipiche babouche. Cerco di valutare quanto possano pesare le gerle cariche sulle spalle, colme di secchielli con i fiori da
di Maria Moretti foto: Migration et Developpement
portare a casa, di erba e scarti della raccolta da dare agli animali. Così cariche devono tornare a casa in tempo per preparare il pranzo. E tutto questo non è nemmeno considerato un vero e proprio lavoro dagli abitanti dell’altopiano, tanto è pratica secolare per le donne che vi abitano. Sedute sul campo, le gambe rimboccate sotto le gonne, mi spiegano che chi abita qui può lavarsi poco, con quello che costa l’acqua, e lavarsi a fondo solo una volta alla settimana, dopo le 10 ore di cammino necessarie per recarsi al più vicino hammam. Non credo che gli uomini di qui abbiano vita più facile: tante bocche da sfamare e l’acqua che da mesi non scende dal cielo. L’unica soluzione è l’autopompa, che brucia il valore di un grammo di spezia, per ogni ora di acqua utilizzata. D’altronde già avere un appezzamento di terreno proprio è un mezzo miracolo, quando si lavora con lo zafferano. C’è chi infatti è stato costretto ad affittare la propria terra per 5 - 10
anni a qualche scaltro imprenditore perlopiù straniero che gli paga la retta per la nuda terra, e che lo retribuisce come mezzadro a poco più di 1 euro al giorno. In cambio di queste briciole, gli intermediari europei incassano fior di soldi per farci gustare il meglio di un fiore che non si è aperto alla luce, perché i filamenti rossi e preziosissimi che custodisce conservino meglio le loro proprietà… come le ragazze che ci hanno accolto sul campo, che non hanno possibilità alcuna di vedere cosa potrebbe offrirgli la vita fuori da queste montagne. Cosa sperano dal commercio equo? Di intraprendere un cammino che le porti a una vita migliore, con una scuola più vicina, un giusto compenso per il lavoro, un hammam dove andare a riposarsi dopo tanta fatica. Se facciamo le cose per bene un giorno saranno fiori in grado di aprirsi a questo sole, senza essere colte ancora chiuse, prima dell’alba.
vivi solidale 23 EQUO E VERDE
Spezie bio: aromi
di giustizia
Le spezie portano nella tua cucina un pizzico d’Asia. Raccolte e confezionate a mano, quelle della nuova linea Ctm altromercato in più sono certificate bio.
“P
odie” in cingalese significa “piccolo”, ma l’organizzazione che porta questo nome in realtà oggi festeggia un grande risultato: l’ottenimento della certificazione da agricoltura biologica dei suoi prodotti. Una storia che viene da lontano Podie è nata alla metà degli anni Sessanta su iniziativa di un religioso olandese per migliorare le condizioni di vita dei coltivatori di spezie dello Sri Lanka, soprattutto quelli isolati geograficamente, e delle donne in condizioni economiche difficili che vivono nella città di Negombo. Come per molte organizzazioni di commercio equo e solidale, il suo scopo era quello di trovare nuovi canali di commercializzazione dei prodotti, e sottrarre i lavoratori alla tirannia degli intermediari che offrivano prezzi da fame per prodotti di qualità.
Dicembre 2008
di Stefano Loderi foto: Beatrice De Blasi
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vivi solidale EQUO E VERDE
Una scelta naturale Per gli agricoltori di Podie, il biologico è una scelta spontanea: coltivare con metodi naturali e non intensivi, escludere le sostanze chimiche e rispettare i ritmi delle stagioni, infatti, rientra nelle loro tradizioni secolari. Per loro la terra non è un semplice strumento da sfruttare, ma è una Pacha Mama, una madre da cui dipende la sopravvivenza, ma anche il benessere delle generazioni future. Questo riconoscimento, quindi, è molto più di un dato formale: è un premio ad anni di dedizione e di attento lavoro.
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Un valore in più Le spezie della nuova linea bio che Ctm altromercato importa da Podie sono raccolte e selezionate a mano e vengono da contesti di agricoltura famigliare in cui chi lavora riceve un giusto compenso per i suoi prodotti. Inoltre, anche il confezionamento è artigianale, in carta fatta a mano a partire da fibre naturali, e consente a molte donne di avere un lavoro e un reddito sicuro. Tutto il valore aggiunto, insomma, rimane nel Paese.
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Per approfondire
Le spezie ti incuriosiscono? Scopri tutto sulla loro storia e tante ricette originali su “Le spezie in cucina” di Valeria Calamaro (Ed. Sonda, 2004, 198 pp, 10 €).
Le comunità locali crescono Ma la dimensione famigliare non è l’unica nell’esperienza di Podie: grazie al commercio equo e solidale, infatti, si sviluppano anche iniziative comunitarie come quelle dedicate al risparmio, alla formazione professionale e alla creazione di infrastrutture, in particolare quelle legate alla gestione dell’acqua.
Le spezie Altromercato
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foto 1: Claudio Brigadoi foto 2: Beatrice De Blasi
epe, cannella, chiodi di garofano: fin dall’antichità le spezie erano considerate merce preziosa e venivano vendute a peso d’oro nei mercati delle principali città europee. Anche oggi le spezie sono
un valido aiuto nella preparazione di piatti raffinati e particolari: Altromercato ti propone 14 varietà diverse, macinate o essiccate (di cui 10 certificate bio). Inoltre, via libera al sapore con 8 mix (4 ma-
sala, 2 curry, spezie per vin brulè e spezie per riso giallo) e 2 confezioni artigianali perfette come idee regalo natalizie. Per i dettagli, visita il sito www.altromercato.it alla voce Prodotti.
vivi solidale 25 EQUO E VERDE
Bio Natyr: coltiviamo dignità Non solo una tecnica agricola ma uno stile di vita. La nuova linea di cosmesi Altromercato unisce equità, amore per la natura e rispetto della biodiversità.
C
oltivare rispettando i ritmi naturali delle stagioni e le esigenze nutritive della terra, senza impiegare concimi chimici e Ogm (Organismi Geneticamente Modificati). In tanti paesi del Sud del mondo, piccoli gruppi di produttori del commercio equo e solidale hanno fatto il “grande passo” e sono passati alle coltivazioni biologiche, un modo per dare ancora più valore al loro lavoro e al tempo stesso proteggere la qualità della loro terra. È da questi campi “puliti” che nascono le materie prime delle creme e dei detergenti biologici Altromercato. La nuova linea Bio Natyr comprende due creme viso, idratante e nutriente, sapone liquido, bagnoschiuma e shampoo riequilibrante, detergente intimo e deodorante delicato. Acqua per la vita Il fiore di ibisco (da cui si estrae anche il carcadè) non è solo bellissimo da vedere: i suoi petali sono ricchi di sostanze nutritive e sono particolarmente indicati per la cura della pelle. Gli estratti di ibisco contenuti nei prodotti Bio Natyr vengono dal Kenya, dalla coopera-
Dicembre 2008
di Laura M. Bosisio foto: Stefano Magnoni
vivi solidale
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EQUO E VERDE
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Il decalogo della cosmesi bio equo e solidale
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1. Almeno il 50% delle materie prime (in peso o in valore) proviene da progetti di commercio equo.
tiva Meru Herbs. Nata per creare un’opera di irrigazione che permettesse di mettere al sicuro i campi dal pericolo della siccità, oggi riunisce centinaia di produttori che coltivano con metodi biologici frutta, fiori ed erbe e possono usufruire di servizi e infrastrutture.
2. La percentuale di ingredienti biologici è sempre superiore al 10% sul totale ed al 75% sul totale certificabile. 3. I cosmetici sono certificati da Ccpb (Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici, organismo di controllo e certificazione riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per l’applicazione del Regolamento CEE 2092/91. www.ccpb.it). 4. Gli ingredienti naturali o di derivazione naturale sono sempre superiori al 95% del totale. 5. Non vengono usate materie prime di sintesi come siliconi, coloranti, profumi, PEG, SLES o SLS, parabeni o petrolati. 6. Le essenze utilizzate sono naturali, ottenute da oli essenziali puri e conservanti ammessi nei disciplinari più restrittivi. 7. La sicurezza di ogni formulazione è valutata con test dermatologici e nickel test, escludendo il ricorso ad animali (come stabilito dalla direttiva europea 2003 CEE). 8. Ogni lotto è analizzato con test microbiologici e chimico-fisici e analizzato per escludere la presenza di Ogm e pesticidi. 9. I laboratori artigianali coinvolti nella produzione sono specializzati in cosmetici biologici, riconosciuti con ethic award. 10. Poniamo attenzione all’ambiente minimizzando gli imballi e utilizzando materiali riciclabili per le confezioni.
Per la salvaguardia dell’arganier Sostenere l’occupazione delle donne è sempre stata una priorità per il commercio equo e solidale. Migliorare la loro situazione economica, infatti, significa garantire una vita migliore anche ai loro bimbi. In Marocco, l’organizzazione Gie Targanine riunisce 9 cooperative formate da oltre 400 donne che si occupano della lavorazione dell’olio di argane, un prodotto ricco di sostanze nutritive che rende la pelle morbida ed elastica. E il loro lavoro ha anche un valore in più, perché contribuisce alla protezione dell’albero di argane, riconosciuto recentemente dall’UNESCO come riserva mondiale della Biosfera.
vivi solidale 27 Vaiin Bottega? BIBLIOTEQUA
PICCOLA GUIDA AL CONSUMO CRITICO E RESPONSABILE (Associazione Gaia, 1 €) Una guida densa di informazioni e consigli per muovere i primi passi sulla strada del consumo alternativo e della sobrietà.
Scegli
un libro
IL BALCONE DELL’INDIPENDENZA
ASCOLTA I CAMPI DI GRANO
Marinella Correggia (Stampa Alternativa, 1 €)
Fabio Bertapelle (EMI, 2008, 144 pp, 10 €) Trasforma il tuo balcone in un’oasi di biodiversità: ecco tutti i segreti per coltivare frutta e piante aromatiche, ma anche per lanciarsi alla scoperta della cucina solare.
Il business agroalimentare detta legge sulle nostre tavole, ma non è troppo tardi per invertire la tendenza. In questo manuale, tanti suggerimenti per nutrirci in modo più rispettoso dell’ambiente e delle popolazioni del Sud del mondo.
LE PERE DI PINOCCHIO
COMMERCIO E AGRICOLTURA
50 piccole cose da fare per una sana alimentazione Stefano Carnazzi e Paola Magni (Apogeo, 2006, 160 pp, 9,50 €)
Dall’efficienza economica alla sostenibilità sociale e ambientale. Wolfgang Sachs, Tilman Santarius (EMI, 2007, 142 pp, 10 €)
Alimentarsi secondo la natura per gustare al meglio i sapori e godere al massimo dei benefici delle sostanze nutritive: in questo semplice manuale, tanti consigli per mangiare sano in armonia con le stagioni.
È possibile offrire una vera alternativa alla libera concorrenza che sostenga le comunità rurali, sia rispettosa dell’ambiente e concorra alla promozione di energie rinnovabili?
Vuoi saperne di più sui temi della campagna “Diritto al cibo” (ne parliamo a pagina 5 e 6)? Ecco alcuni titoli che parlano di sovranità alimentare, agricoltura Dicembre 2008 biologica, tutela della biodiversità: tanti approfondimenti per conoscere meglio il mondo in cui viviamo.
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vivi solidale BIBLIOTEQUA
IL BENE COMUNE DELLA TERRA
IL PROFESSOR VARIETÀ
Vandana Shiva (Feltrinelli, 2006, 212 pp, 14 €)
Novelli Luca (Editoriale Scienza, 2008, 148 pp, 14,90 €)
La celebre studiosa indiana analizza l’attuale modello economico e propone un’alternativa: il modello democratico globale, che pone al centro le comunità e le risorse locali, per uno sviluppo sostenibile, basato sull’ecologia e la solidarietà.
Lo strano viaggio di due bambini e un gatto attraverso gli stili di vita. Una storia divertente, interessante e coloratissima raccontata da uno dei più noti divulgatori di scienze per ragazzi.
QUESTIONE AGRARIA E GLOBALIZZAZIONE
A COME AMBIENTE
(Edizioni Punto Rosso, 2004, 270 pp, 13 €)
Aria, Energia, Alimentazione, Rifiuti, Acqua (Editoriale Scienza, 2008, 160 pp, 19,90 €)
Accesso alla terra e riforme agrarie sono al centro di questa raccolta di saggi per saperne di più su una realtà complessa e poco conosciuta.
Sei “eco-informato”? Scoprilo con questo manualetto che affronta i temi dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile in modo semplice e giocoso.
PER UN FUTURO EQUO Conflitti sulle risorse e giustizia globale. Un report del Wuppertal Institut Wolfgang Sachs, Tilman Santarius (Feltrinelli, 2007, 292 pp, 28 €) Lo “stato del mondo” raccontato da uno dei più autorevoli istituti di ricerca a livello internazionale sul clima, l’energia, l’ambiente e la diffusione di modelli e tecnologie alternative.
“La terra possiede risorse sufficienti per provvedere ai bisogni di tutti, ma non all’avidità di qualcuno”
(Mohandas Gandhi)
vivi solidale 29 FINANZA SOLIDALE
E il mondo riscoprìl’etica degli
affari
La crisi finanziaria di questi ultimi mesi lo dimostra: è tempo di abbandonare la speculazione e di ricreare le basi di un’economia reale, solida e sostenibile.
L
e prime pagine dei giornali di queste ultime settimane non parlano d’altro. Crisi finanziaria, bolla speculativa, crollo della fiducia sono tra le espressioni più usate per definire l’implosione di un sistema in cui finanza era ormai sinonimo di speculazione, che ora sta rivelando tutte le sue debolezze. In questa situazione, parlare di finanza solidale significa tornare a una concezione “costruttiva” del credito, e rivalutare la sua importanza nella creazione di attività economiche reali, solide e sostenibili. I soci delle Botteghe del Mondo, possono quindi scegliere di sostenere le proprie cooperative non solo attraverso l’acquisto di prodotti, la promozione degli ideali e la presenza nella vita sociale dell’organizzazione, ma anche attraverso lo strumento finanziario, incrementando la loro partecipazione al capitale sociale e diventando, se vogliono, soci risparmiatori. In questo modo la base sociale può contribuire alla sostenibilità economico-finanziaria delle organizzazioni italiane e
Dicembre 2008
di Carlo Amatetti foto apertura: Lorenzo Boccagni foto: Ilaria Favè
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vivi solidale FINANZA SOLIDALE
garantire spazio di vendita per i prodotti del commercio equosolidale e continuità di lavoro con i produttori. La finanza solidale, inoltre, permette di assicurare il rispetto di uno dei principali criteri del fair trade, la garanzia di tempi certi d’incasso per i produttori, attraverso il prefinanziamento degli ordini e il saldo al ricevimento della merce nei magazzini dell’importatore. La maggior parte delle risorse finanziarie di breve periodo per il consorzio Ctm
L’utopia diventa realtà: la Grameen Bank
“G
rameen mi ha insegnato due cose. Primo, la nostra conoscenza delle persone e dei modi in cui esse interagiscono è ancora molto inadeguata; secondo, ogni persona è estremamente importante”. Mettere al centro dell’attenzione le persone, non i capitali: ecco in sintesi il messaggio di Muhammad Yunus, fondatore della Grameen Bank, la prima banca ad occuparsi di microcredito. Nato in Bangladesh, uno dei paesi più poveri del mondo,Yunus, dopo la laurea in economia, si trasferisce negli Stati Uniti dove consegue un dottorato e insegna per alcuni anni. Tornato in patria, si rende conto di quanto le teorie economiche siano lontane dalla gente e decide di osservare la vita di un villaggio per cogliere le sue dinamiche. È così che capisce che gran parte della popolazione è in condizioni di povertà perché non ha la possibilità di accedere al credito. Con un prestito di 27 dollari a un gruppo di donne che produce mobili in bambù inizia l’avventura di questa nuova banca che non si basa sulle garanzie, ma sulla fiducia, e presta piccole somme di denaro a chi vuole iniziare un’attività. Dal 1976 ad oggi sono migliaia i prestiti concessi, più del 90% dei quali a donne, con un tasso di rimborso che supera il 98%. L’impegno di Muhammad Yunus e l’importanza della Grameen Bank sono stati riconosciuti a livello internazionale con l’assegnazione di svariati premi e riconoscimenti tra cui, nel 2006, il Premio Nobel per la Pace.
altromercato sono infatti costituite dal prestito delle organizzazioni socie. Investire nella finanza solidale, quindi, significa impiegare i propri risparmi in modo responsabile, per sostenere uno sviluppo sano ed equilibrato, basato sulla concretezza e lontano anni luce dalla mentalità che porta alle “bolle speculative”. Per saperne di più sulle attività dei soci del consorzio Ctm altromercato e su Banquito, il progetto di microcredito rivolto ai produttori partner, visita il sito www.altromercato.it alla voce Finanza Solidale.
vivi solidale 31 TURISMO RESPONSABILE
Storie di volti, storiedi persone
Un modo di viaggiare etico e consapevole, che va incontro alla persona e alla natura con rispetto e disponibilità, che non avalla distruzione e sfruttamento. Il turismo responsabile è tutto questo, e regala esperienze indimenticabili.
R
iguardare le foto di una vacanza e raccontare le storie che si celano dietro ai volti immortalati. Che sia questo il significato del turismo responsabile? È la disponibilità all’incontro e all’ascolto che rende un viaggio una sfida entusiasmante e arricchente, e per questo non è obbligatorio recarsi a migliaia di chilometri di distanza. Possiamo visitare una regione del nostro Paese, o addirittura un quartiere della nostra città: quello che conta è aprirsi ad incontrare le persone con le loro storie, a vivere le situazioni che si presentano lungo la strada. Dormire in piccole strutture a gestione familiare, usufruire di guide locali, mangiare cibo del posto, visitare progetti sociali, muoversi con i mezzi pubblici: sono piccoli gesti che ci permettono di vivere veramente un luogo e di contribuire alla sua economia e al suo sviluppo sostenibile. Apertura all’incontro, disponibilità a rallentare i ritmi e rifiuto della voracità dei pacchetti “all-inclusive” che ci vengono proposti, ma so-
Dicembre 2008
di Enrico De Luca e Gisselle Talavera foto: Lorenzo Boccagni
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vivi solidale TURISMO RESPONSABILE
prattutto curiosità per uno stile di vita diverso dal nostro. Sono questi elementi che fanno della visita a progetti sociali o di commercio equo e solidale uno dei momenti più preziosi del viaggio responsabile. Grazie ai mediatori locali, si incontrano persone che ogni giorno si impegnano per la costruzione di un’economia più giusta e consapevole e lottano per la difesa dell’ambiente naturale e dell’ecosistema in cui vivono. Racconti e scambi di opinioni si intrecciano a sguardi e sorrisi, e una semplice passeggiata tra i campi diventa un’esperienza indimenticabile, che resterà per sempre nel cuore. Oggi le realtà che si riconoscono nei principi del turismo responsabile sono riunite nell’Aitr (Associazione Italiana Turismo Responsabile, www.aitr.org) e sono sempre di più i turisti che decidono di diventare veri e propri viaggiatori, capaci di guardare veramente i volti e ascoltare le voci di chi incontrano sul loro cammino.
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Alla scoperta di “un altro Messico”
N
ell’ambito della campagna di informazione e sensibilizzazione “Diritto al cibo”, Ctm altromercato e ViaggieMiraggi organizzano una serie di viaggi nei paesi dei produttori del commercio equo e solidale. Il primo è dedicato al Messico e unisce cultura, natura e incontro con tre gruppi di produttori di caffè e miele. Si visitano le città di Oaxaca e San Cristobal de las Casas, e i siti archeologici di Monte Alban, Palenque e Tulum, affacciato sull’Oceano. Grande spazio, poi, agli splendidi
scenari naturali e ai progetti di ecoturismo, sempre accompagnati da guide locali. Il cuore del viaggio, però, è l’incontro con le comunità. Si visitano, infatti, le coltivazioni di Uciri (Unión de las Comunidades Indígenas de la Región del Istmo), uno dei nomi storici del commercio equo, che riunisce centinaia di piccoli produttori di caffè. Negli ultimi anni, Uciri ha sviluppato molti progetti di ecoturismo: un modo unico per avvicinarsi alla cultura dei popoli della selva. Si incontrano inoltre gli agricoltori di Majomut,
foto 1: elaborazione elettronica Publistampa
vivi solidale 33 TURISMO RESPONSABILE
ViaggieMiraggi: storia di un sogno anch’essi produttori di caffè che vivono sulle montagne attorno a San Cristobal de las Casas, e i soci di Pasl (Productores Agropecuarios Selva Lacandona), che riunisce oltre 200 apicoltori. Le date stabilite sono dal 30 gennaio al 14 febbraio 2009, dal 3 al 18 marzo 2009 e dal 29 marzo al 13 aprile 2009. Trovi il programma dettagliato del viaggio sul sito www.altromercato. it alla voce Turismo Responsabile, o sul sito www.viaggiemiraggi.org.
Dicembre 2008
A
lla metà degli anni Novanta, mentre il commercio equo si avvia alla sua diffusione capillare, in Italia si iniziano a sentire alcune voci critiche riguardo al turismo di massa e si fa strada una nuova idea di viaggio, più rispettosa dei paesi e dei popoli del Sud del mondo. Forti di alcune esperienze di visita a realtà del fair trade, nel 1998 un gruppo di soci della cooperativa Pace e Sviluppo di Treviso e un altro dell’associazione Tures di Brescia decidono di unirsi. Nasce l’associazione ViaggieMiraggi, un’agenzia di servizi turistici nell’ambito del turismo responsabile, che poco dopo diventa cooperativa sociale e raccoglie un numero di soci sempre maggiore. Oggi ViaggieMiraggi è socia del consorzio Ctm altromercato e lavora in quattro continenti, ma continua a riservare una particolare attenzione all’Italia e ai suoi luoghi più vivi e affascinanti. Ma ViaggieMiraggi non è solo un tour operator: i soci si impegnano nella diffusione del turismo responsabile con serate a tema, conferenze, presentazioni nelle scuole e attività di formazione.
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vivi solidale
RIDUCI LA TUA IMPRONTA SUL PIANETA
Solidali con
l’ambiente
Prodotti con imballaggi ridotti al minimo e in materiali riciclabili e raccolta differenziata: buone abitudini per pesare meno sul nostro pianeta.
S
ono oltre 130 milioni, secondo i dati del Ministero dell’Ambiente, le tonnellate di rifiuti prodotte in Italia ogni anno: oltre due tonnellate a testa. Il modo più efficace per ridurre questo enorme volume è fare la raccolta differenziata: una buona abitudine che consente anche di risparmiare energia e acqua in fase di produzione. Per fare solo un esempio: la creazione di una tonnellata di carta vergine richiede oltre 400 mila litri d’acqua e 7.600 kwh di energia elettrica, la creazione di una tonnellata di carta riciclata solo 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di energia. A volte, poi, basta un po’ di attenzione al momento della spesa per ridurre il volume della spazzatura che finisce in discarica: scegli prodotti con poco imballaggio, fai at-
tenzione ai materiali con cui sono confezionati e, se possibile, riutilizza i contenitori. Per le organizzazioni di commercio equo e solidale, il rispetto dell’ambiente è un valore primario. Uno dei criteri di Ifat (International Fair Trade Association, la federazione mondiale del commercio equo e solidale) riguarda proprio questo tema e afferma che: “Per l’imballaggio [dei prodotti del commercio equo e solidale] sono utilizzati materiali riciclabili o facilmente biodegradabili”. Il consorzio Ctm altromercato va in questa direzione, e per aiutarti a smaltire correttamente le confezioni, sta provvedendo ad aggiornare le etichette dei prodotti alimentari, inserendo di volta in volta le indicazioni adeguate. Puoi scaricare dal
Quanto pesiamo sulla Terra
S
i chiama “impronta ecologica” ed è un metodo di misurazione che indica quanto territorio biologicamente produttivo viene utilizzato da un individuo per produrre
le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che genera. Lo stesso metodo può es-
sere adottato in riferimento a una famiglia, una città, una regione, un paese o all’intera umanità. È stato ideato dall’ecologo William Rees della British Columbia University e poi approfondito e diffuso da Mathis Wackernagel, oggi direttore dell’Ecological Footprint Network. Secondo i calcoli di questo istituto, ogni italiano ha un’impronta ecologia di 4,2 ettari e una biocapacità (il valore che compensa l’impronta ecologica) di un solo ettaro (i dati si riferiscono al 2005).
sito www.altromercato.it alla voce Prodotti Alimentari uno schema riassuntivo.
Arriva il packaging riciclabile Nel mondo equosolidale è in arrivo una piccola rivoluzione: le confezioni di caffè Altromercato, infatti, saranno realizzate in un nuovo materiale completamente riciclabile insieme alla plastica. Studiate in collaborazione con Pack Co. (una società di consulenza nello sviluppo di progetti di ricerca nel campo degli imballaggi), a differenza delle confezioni tradizionali sono prive di alluminio, ma garantiscono un sottovuoto perfetto e una efficace protezione del prodotto da luce, umidità e ossigeno.
vivi solidale 35
VEDI ALLA VOCE “COMMERCIO EQUO E SOLIDALE”
Un network
globale
IFAT è una rete che unisce le organizzazioni di commercio equo e solidale nata per sostenere e coordinare il movimento e verificare il rispetto dei criteri fondamentali. Anche Ctm altromercato ne fa parte, insieme a quasi 350 partner di 70 paesi.
I
FAT è la Federazione Mondiale del Fair Trade. Nata nel 1989 in Olanda, è cresciuta e si è sviluppata in una rete globale che unisce sia gli importatori del Nord del mondo (tra cui anche Ctm altromercato), sia le associazioni di produttori del Sud del mondo. Oggi riunisce quasi 350 organizzazioni di 70 paesi, il 65% dei quali in Asia, Africa, Medio Oriente e America Latina. I membri di IFAT rappresentano tutta la catena del commercio equo, dalla produzione alla vendita: cooperative, associazioni, centrali d’importazione, compagnie d’esportazione, gruppi di produttori, Botteghe del Mondo, istituzioni finanziarie e reti associative nazionali ed internazionali. IFAT è il loro punto di contatto e ha tre compiti fondamentali. Vediamo quali:
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vivi solidale
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VEDI ALLA VOCE “COMMERCIO EQUO E SOLIDALE”
I criteri A differenza dei marchi di garanzia che certificano esclusivamente il prodotto, IFAT monitora e certifica l’intero operato delle FTO (Fair Trade Organizations) alla luce del rispetto dei seguenti criteri:
1. Creazione di opportunità per produttori economicamente svantaggiati.
2. Trasparenza e responsabilità nella gestione delle relazioni commerciali.
3.
Sviluppo delle capacità e formazione dei produt-
1 - Lo sviluppo del mercato per i piccoli produttori del Sud del mondo IFAT nasce con lo scopo di migliorare lo stile di vita e ridurre la povertà dei piccoli produttori del Sud del mondo sviluppandone le capacità lavorative e garantendo un accesso più efficace al mercato. Per far questo stabilisce un’efficace comunicazione tra produttori specializzati e organizzazioni di fair trade e stimola le relazioni e le conoscenze. 2 - Il monitoraggio delle organizzazioni fair trade IFAT sovrintende ai rapporti commerciali e al rispetto degli standard comuni. Il monitoraggio si articola in tre fasi: l’autovalutazione da parte dei singoli membri, il controllo reciproco, cioè una condivisione dei report di autovalutazione, e la supervisione esterna da parte di un ispettore.
tori.
4. Promozione del commercio equo e solidale e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
5. Prezzo equo e pre-finanziamento concordato tra le parti tramite il dialogo e la partecipazione.
6. Pari opportunità, parità di trattamento per donne
3 - La promozione e il sostegno del commercio equo e solidale Il mercato può essere uno strumento potente per il sostegno economico e lo sviluppo sociale. Per questo IFAT, insieme alle organizzazioni di commercio equo e solidale, cerca di correggerne le ingiustizie. Per far questo sostiene il commercio alternativo con campagne di comunicazione, promozione ed educazione rivolte all’opinione pubblica e ai giovani in particolare.
e uomini.
7.
Diritti dei lavoratori, promozione di un ambiente
lavorativo sicuro e salutare.
8. Diritti dei bambini, rispetto della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini, nonché delle leggi e delle norme sociali del contesto locale.
9. Rispetto per l’ambiente, promozione dell’uso di materie prime derivanti da fonti sostenibili. Per gli imballaggi, uso di materiali riciclabili o facilmente biodegradabili.
10.
Le relazioni commerciali avvengono nel rispetto
del benessere sociale, economico ed ambientale dei piccoli produttori marginalizzati e non mirano a massimizzare il profitto a scapito loro.
1
foto 1: Luca Palagi
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Incontro
con Frans van der Hoff
L’INTERVISTA
EQUO ANCH’IO
Quattro chiacchiere con il teologo ed economista olandese considerato il padre del commercio equo e solidale, in visita in Italia. Ecco una sele-
zione delle domande e delle risposte più interessanti.
D – A distanza di anni dall’inizio di un progetto di commercio equo e solidale con le comunità del Sud del mondo, non sarebbe auspicabile che queste riuscissero a ricavarsi uno spazio sul mercato locale per conquistare una certa autonomia? Come mai Uciri, in Messico, che è una realtà strutturata e ben organizzata, vende ancora il caffè alle centrali di importazione europee? R – Uciri, come altre organizzazioni di fair trade, si è ritagliata uno spazio sui mercati locali, e questo è positivo non solo a livello di indipendenza dai paesi del Nord, ma anche perchè permette che il plusvalore della lavorazione rimanga nel paese. Nel caso del caffè, però, la domanda arriva esclusivamente dai paesi del Nord e sarebbe una contraddizione per Uciri
Dicembre 2008
non vendere più alle centrali di importazione del commercio equo, sarebbe contro l’idea di costruire un nuovo tipo di relazioni stabili e trasparenti. È in nome di questi principi che Uciri rifiuta le proposte che a volte le vengono fatte di vendere il caffè al mercato tradizionale, anche per cifre superiori. D – Volontari, specialisti pagati adeguatamente, precari sottopagati. A chi pensi dovrebbe essere affidata la distribuzione dei prodotti nelle Botteghe del Mondo? R – Per quanto riguarda diritti e doveri dei lavoratori delle Botteghe, questi dovrebbero essere in linea con le leggi di ciascuno stato. Certamente il volontariato è una scelta personale e spesso non risponde a necessità di
foto: Uciri
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vivi solidale EQUO ANCH’IO
Frans Van Der Hoff
T
eologo ed economi-
principi insegnati. Una pri-
sta, Frans van der Hoff
ma esperienza missionaria
to c’è che insieme i due
nasce in Olanda nel 1939.
in Cile si conclude nel
concepiscono una nuova
Nel 1968 diventa sacerdo-
1973, in seguito al colpo di
forma di scambio econo-
te e nello stesso anno par-
stato. Si stabilisce quindi in
mico tra i paesi, basata su
tecipa attivamente al movi-
Messico, dove con i cam-
una remunerazione più
mento studentesco. Dopo
pesinos dà vita alla coope-
giusta ed equa delle ma-
aver insegnato Antropolo-
rativa di coltivatori di caffè
terie prime: il commercio
gia politica e Teologia della
Uciri. Nel 1986 avviene
equo solidale.
liberazione 1
all’Università
l’incontro con Nico Roo-
di Ottawa, abbandona la
zen, economista olandese:
carriera accademica per
la leggenda parla di una
poter mettere in pratica i
chiacchierata notturna alla
efficienza. Credo che le Botteghe dovrebbero essere più efficienti e i lavoratori pagati al livello del mercato tradizionale. Dovrebbe essere una loro scelta, eventualmente, quella di rinunciare a una parte del compenso.
L’INTERVISTA
D – Il commercio equo cerca di scardinare rapporti di sudditanza e di oppressione. Oggi però dobbiamo fare un altro salto di qualità, cioè è arrivato il momento di pensare alla decrescita se vogliamo salvare il pianeta. Ma secondo te la decrescita a spese di chi dovrebbe esser fatta? R – Del Nord del mondo, è ovvio. Per fare solo un esempio in Messico consumiamo 700 grammi di caffè a testa all’anno, in Italia 4,5 chili. D – Osservando gli articoli di artigianato nelle Botteghe, mi chiedo se non siano come quelli di un negozio tradizionale: belli ma inutili. E se non vengano utilizzati troppi imballaggi. Il commercio equo non si sta forse adeguando allo stesso modello sregolatamente consumista che caratterizza la nostra società?
foto 1: Ilaria Favè
stazione di Utrecht, di cer-
R – Non sono un esperto di artigianato, ma credo che il commercio equo dovrebbe limitarsi all’importazione di oggetti utili. Gli imballaggi non credo siano troppi, ma penso che dovrebbero essere più semplici e riportare chiaramente il luogo di origine dei prodotti. D – Nella mondo del commercio equo incontro molta sensibilità ed entusiasmo ma mi chiedo se non manchi la concretezza: dopo quattro anni di attività la nostra Bottega non riesce a coprire le spese vive. Il commercio equo è destinato a rimanere una realtà di nicchia? R – Il nostro scopo è quello di rendere il fair trade accessibile a tutti. Ecco perché nel 1989 sono stato tra i fondatori di Max Havelaar, il sistema di certificazione che permette a tutti di acquistare prodotti equi nei supermercati. Penso che le Botteghe del Mondo dovrebbero essere più efficienti, con personale pagato e volontari, ma gestite in modo adeguato, in modo che alla fine dell’anno i conti siano in pareggio, o ci sia un profitto da reinvestire.
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A Gaza è ancora isolamento
Dal giugno 2007 continua un dramma che coinvolge migliaia di persone. Chiusi i varchi di frontiera con l’Egitto, importazioni ed esportazioni sono diventate impossibili.
È
dal giugno del 2007 che la Striscia di Gaza vive una situazione di grave isolamento economico. Israele, in pieno scontro con Hamas, ha disposto la chiusura di tutti i confini con l’Egitto: nessun tipo di merce può entrare nel territorio palestinese, eccetto le medicine e pochi prodotti alimentari di base. Queste restrizioni non sono solamente violazioni del diritto internazionale, ma sono causa di una catastrofe umanitaria che non ha precedenti. Dal punto di vista economico, infatti, la perdita imputabile a questa situazione che si trascina ormai da quasi un anno e mezzo, si aggira intorno ai quarantotto milioni di dollari al mese. Dodici milioni sono quelli relativi al solo settore
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di Giovanni Navetta foto: Carlo Ponzio
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Cos’è Parc
Palestinian Agriculture Relief Committees è una delle più importanti organizzazioni non governative palestinesi, impegnata in programmi di sviluppo fondati sulla promozione della produzione agricola. Fondata nel 1983 da un gruppo di agronomi, offre agli agricoltori in difficoltà consulenze riguardo ai metodi di coltivazione, al controllo qualità e all’organizzazione del lavoro. Ma si occupa anche degli aspetti della commercializzazione come il confezionamento e le pratiche doganali. Alle iniziative produttive si accompagna la costante promozione delle organizzazioni di base, come le associazioni femminili e le cooperative, un’azione particolarmente importante in un contesto di insicurezza come quello palestinese.
foto 2: Giancarlo Fortunato foto 3: Carlo Ponzio
agricolo: la chiusura dei confini ha determinato, infatti, forti sbalzi dei prezzi e ha impedito completamente le esportazioni. Dal giugno dello scorso anno sono quindi notevolmente peggiorati sia il livello di sicurezza alimentare che il livello socio-economico generale. Allarmanti i dati relativi al tasso di povertà e alla malnutrizione, soprattutto infantile. Basti pensare che la Fao indica in una percentuale del 61% il livello di insicurezza alimentare nel territorio. Per numerose famiglie della Striscia la sopravvivenza era garantita dalla lavorazione dei prodotti agricoli: una delle esperienze lavorative più di successo in Palestina era proprio una cooperativa di donne di Gaza
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che con la produzione del cous cous riusciva a soddisfare i bisogni di oltre 200 famiglie. Attraverso il commercio equo e solidale 100 tonnellate di cous cous arrivavano in Europa, ma ora l’assedio ha chiuso un canale importante di sviluppo. Dal luglio dello scorso anno, a Gerico è nata un’altra cooperativa in sostituzione della prima, si chiama Ein al Sultan e impiega 14 donne. La speranza è quella che l’assedio finisca presto e che le due cooperative possano riprendere insieme l’attività, sostenute dalla Ong Parc (Palestinian Agricolture Relief Committees), che si occupa di migliorare le tecniche produttive e dell’esportazione dei prodotti.
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Un nuovo tassello per il commercio
equo in
India Pushpanjali, un’organizzazione storica del
commercio equo e solidale in Asia, entra in IFAT. E corona un impegno che continua dal 1979.
È
ufficiale: Pushpanjali, un’organizzazione di supporto agli artigiani indiani della città di Agra e già partner di Ctm altromercato, è diventata membro di IFAT, la Federazione Internazionale del Commercio Equo e Solidale. La sua storia risale al 1979, quando Pushpanjali, un venditore di artigianato, da cui l’organizzazione ha preso il nome, stringe amicizia con un responsabile inglese della cooperazione allo sviluppo. L’intento comune è quello di appoggiare e coordinare le famiglie artigiane di Agra e dei dintorni attraverso progetti di sviluppo. In particolare il sogno è quello di creare un’organizzazione dedicata appositamente all’esportazione dei manufatti. Il primo contatto tra Pushpanjali e
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Ctm altromercato avviene nel 1997 e dall’anno successivo si avvia una stretta e proficua relazione commerciale. L’organizzazione indiana stimola i produttori a realizzare prodotti di elevata qualità e li aiuta a commercializzarli direttamente, evitando così gli intermediari. In questo modo gli artigiani hanno un sensibile aumento del reddito e possono migliorare le loro condizioni di vita. Ctm altromercato importa oggetti in pietra e vetro lavorati secondo un’antica tradizione indiana. I produttori sono organizzati in grandi famiglie il cui rappresentante è socio di Pushpanjali. Ogni famiglia è specializzata in una tecnica particolare: c’è spazio anche per chi lavora ottone, legno e ceramica. I
profitti sono divisi in modo equo a seconda dell’impegno lavorativo e una parte viene accantonata in un fondo utilizzato secondo le decisioni dell’assemblea dei produttori per l’acquisto di beni utili alla comunità.
di Paola Scaccabarozzi foto apertura: Archivio Ctm altromercato foto: Sandra Endrizzi
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Giriamo
una
nuova pagina Fairpackers è una società sudafricana che si occupa della lavorazione di tè e rooibos, il tè rosso. Heilved Co-operative e Wupperthal Rooibos Farmers, partner di Ctm altromercato, si appoggiano a Fairpackers per la trasformazione e l’esportazione. In una e-mail ecco le ultime novità.
C
ari amici, da pochissimo ci siamo insediati nella nostra nuova e bellissima sede. È situata in una piccola valle circondata da vegetazione spontanea e davanti ai nostri occhi si estende in lontananza la vista delle Table Mountain. In questa zona, chiamata Capricorn Park, vige una legislazione ambientale particolarmente restrittiva e siamo orgogliosi di poter lavorare qui, non potremmo immaginare un posto migliore. Vogliamo ringraziare di cuore tutti voi per la comprensione che avete dimostrato per i contrattempi che ci possono essere stati nella fase di trasferimento, e soprattutto per il sostegno e l’incoraggiamento verso questo nuovo capitolo della nostra storia. Fin da subito, infatti, ci aspettano nuove sfide: il lancio del nostro nuovo logo, il nuovo sito web e l’installazione dei nuovi macchinari per il confezionamento.
foto: Sergio Fiorio
Dopo due anni intensi e a volte difficili, come partner di Fairpackers, ci siamo seduti attorno a un tavolo e abbiamo discusso sui nostri punti di forza e di debolezza, cercando di puntare sulle scelte giuste e di imparare dagli errori. Abbiamo discusso apertamente e francamente tra di noi e abbiamo riconosciuto l’importanza di lavorare uniti, concentrando tutti i nostri sforzi per un futuro più equo. Nel nostro piccolo, siamo fieri del nostro modello di business – che
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Heilved Co-operative partecipa al World Challenge della BBC
World Challenge 08 è un concorso indetto dalla BBC per far conoscere e sostenere piccoli progetti sociali ed economici di grande impatto sulle popolazioni dei paesi del Sud. Heiveld Co-operative, un gruppo che produce il rooibos Altromercato, ha partecipato con il suo video “Change is Browing” (Il cambiamento sta… fermentando) ed è arrivato in finale! Per assistere a uno spezzone della loro opera e votarla visita il sito: www.theworldchallenge.co.uk.
consideriamo unico – e fieri di essere riusciti finora a farlo funzionare. Perchè il nostro modello è unico? Ve lo ricordiamo con alcuni dati che ci sembrano interessanti: i due terzi della società sono di proprietà di piccoli produttori, che quindi hanno i due terzi dei voti disponibili nelle assemblee e ricevono i due terzi dei dividendi. Il 75% degli impiegati e il 50% dei membri del management viene da piccole comunità di produttori, l’83% delle persone impiegate per il confezionamento sono donne, così come il 50% del management. I produttori di rooibos delle montagne usano dire: “Sono le piante di rooibos che hanno subito le più gravi avversità e superato le prove più dure che hanno le radici più profonde e producono il tè più speciale”. Un grande saluto e ringraziamento a tutti dal team di Fairpackers.
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Un cous cous che sa di speranza La popolazione della Striscia di Gaza, stretta d’assedio dall’esercito israeliano, vive mesi di grande difficoltà. “Donne di Gaza” è un progetto nato per migliorare la situazione.
“D
onne di Gaza”, non è il titolo di un film, ma il nome di un programma di emergenza della Ong palestinese PARC (Palestinian Agricultural Relief Committees). Il suo scopo è quello di sostenere la popolazione civile della Striscia che, definita “nemico ostile” dall’esercito israeliano, sta vivendo mesi drammatici caratterizzati dalla chiusura totale dei passaggi di frontiera che impedisce non solo le importazioni, ma anche le esportazioni. A farne le spese, soprattutto il settore agricolo ed in particolare l’export legato al cous cous, un alimento semplice, dal costo esiguo, ma di grande valore per tutti coloro che vivono nei territori della Striscia. Basti pensare che la sopravvivenza di numerose famiglie di Gaza è
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legata appunto alla produzione di questo alimento a base di grano integrale e di frumento spezzettato boulgour (una varietà di grano duro molto pregiata) lavorato artigianalmente dalle donne. Questa situazione di scontro ha compromesso anche le infrastrutture e reso difficile l’approvvigionamento dell’acqua e l’erogazione dell’energia elettrica, mentre le continue incursioni hanno distrut-
[ [ Contribuisci al progetto
Gli estremi sono: Conto Corrente Postale n° 42505628, oppure Bonifico Bancario C/C n° 511818, presso Banca Etica, entrambi intestati a Acli Senza Confini Onlus, Via Corsica 165, 25125 Brescia Causale: “Donne di Gaza”
to un quarto delle coltivazioni. Le cento tonnellate di cous cous che venivano regolarmente esportate da cooperative tutte al femminile ora non possono più raggiungere le Botteghe italiane ed europee del commercio equo e solidale e moltissime famiglie sono rimaste senza la loro fonte di reddito. Per aiutare i produttori a recuperare almeno in parte le perdite della mancata esportazione è nato “Donne di Gaza”, un progetto di emergenza curato dalla Ong Parc, che prevede l’acquisto di derrate alimentari prodotte in loco e la distribuzione alle famiglie più bisognose di otto cooperative (250 donne di circa 150 famiglie). Nell’attesa e nella speranza che la situazione migliori e si possa tornare a una sospirata “normalità”.
di Paola Scaccabarozzi foto: Carlo Ponzio
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Regala un
sorriso
Migliorare la vita delle mamme per migliorare quella dei bimbi: il progetto “Fair trade, fair toys” coinvolge 50 artigiane nepalesi nella produzione di giocattoli e punta ad affinare sempre più le loro capacità.
M
igliorare le condizioni di vita di 50 artigiane e delle loro famiglie residenti nell’area di Pokhara, in Nepal. Questo lo scopo primario del progetto denominato “Fair trade, fair toys” che si inserisce nel programma di Ctm altromercato per lo sviluppo e il miglioramento della qualità dei giocattoli.
Il Nepal, noto per ospitare alcune delle cime più alte del Pianeta, è anche uno dei paesi più poveri. La popolazione è provata da dieci anni di guerriglia maoista e spesso bimbi e ragazzi vivono ai margini della società. Per aiutarli il modo migliore è sostenere le loro famiglie: è quello che fa da alcuni anni l’Ong Children Nepal, coinvolgendo le donne nella produzione di giocattoli e quindi assicurando loro un reddito adeguato. Già due anni fa Children Nepal
di Loretta Giffuni
aveva partecipato ad un seminario organizzato da Ctm altromercato sulla sicurezza dei giochi, e ora, con “Fair trade, fair toys”, l’intento è quello di proseguire in questa direzione, verso un costante miglioramento della qualità. Il progetto si articola in tre ambiti di attività: formazione, produzione e informazione. La formazione consiste in tre seminari dedicati alla sicurezza (soprattutto riguardo agli standar europei), al miglioramento dei processi pro-
[ [ Contribuisci al progetto Gli estremi sono: Conto Corrente Postale n° 42505628, oppure IBAN: IT26 M 05018 11200 000000511818 presso Banca Etica, entrambi intestati a Acli Senza Confini Onlus, Via Marcora 18/20, 00153 Roma Causale: “Fair trade fair toys”
duttivi e alla sostenibilità economica dell’attività produttiva. La seconda fase formativa prevede, invece, una serie di esercitazioni e la realizzazione di trenta prototipi. Verrà utilizzato anche un metal detector per evitare che piccoli oggetti metallici possano accidentalmente finire all’interno del giocattolo durante la realizzazione. La fase dell’informazione, infine, poggerà su due conferenze (una in Italia e una in Nepal) che illustreranno l’intero progetto, le organizzazioni coinvolte e i risultati raggiunti. Grazie al commercio equo e solidale, oggi molte famiglie possono contare su un reddito sicuro. Il progetto “Fair trade, fair toys” è un passo in più: è un investimento che permette ai produttori di migliorare ancora le loro capacità e la qualità dei loro manufatti.
Circolare Ctm Periodico di informazione distribuito nelle Botteghe del Mondo 2008 – 4 Realizzazione editoriale e impaginazione Sagoma srl,Vimercate (MI) – www.sagoma.com In redazione Laura M. Bosisio, Daniele Acrodi, Stefano Loderi, Carlo Amatetti, Giovanni Navetta, Paola Scaccabarozzi, Loretta Giffuni Coordinamento grafico Alessandro Ascrizzi, Alvise Fuser Con la collaborazione di Elisa Damoli, Pierluigi Traversa, Valeria Calamaro, Gianluca Locatelli, Silvia Nulli, Maria Moretti, Elisa Zanini, Elisa Salvi, Francesca Filippi, Gisselle Talavera, Enrico De Luca, Guido Marini Immagini di prodotto Luca Morandini Stampa Publistampa Arti Grafiche, Pergine Valsugana (TN) La Circolare Ctm è stampata su carta ecologica FSC Misto, sbiancata senza cloro, con cellulosa proveniente da foreste certificate in conformità alle norme FSC. Il Forest Stewardship Council (FSC) garantisce, tra l’altro, che legno e derivati non provengano da foreste ad alto valore di conservazione. Publistampa Arti Grafiche è certificata FSC Chain of Custody CQ-COC-000016. Inchiostri con solventi a base vegetale.
Proprietario ed editore Consorzio Ctm altromercato scarl via Francia 1/c 37135 Verona (VR) info@altromercato.it www.altromercato.it Direttore responsabile Giulia Sitton Autorizzazione del Tribunale di Bolzano n. 3/98 del 19 marzo 1998 Circolare Ctm è non profit e no copyright
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