FEDERICO
S A LVA L A IO matricola 268888
PORTFOLIO
UNIVERSITA’ IUAV di Venezia - facolta’ di ARCHITETTURA corso in SCIENZE dell’ARCHITETTURA (ClaSA) A.A. 2011/2012 - laurea triennale
20 12
“L’architettura è l’adattarsi delle forme a forze contrarie”. John Ruskin
p ap
ro tau
res di m on rof to en
p rap taz en
res e
ion
AR IO
06
fondamenti di geometria descrittiva disegno dell’architettura 12 rilievo dell’architettura 16
10
MM
caratteri-prog. architettonica 1 progettazione architettonica prog. architettonica e urbana workshop [10-11-12] 42
20 24 34
e
ion
siz
po
com
SO
APPROFONDIMENTO
ica
ist
an
urb
a
nic
tec
progettazione sistemi costruttivi tecnica costruzioni in legno prog. strutturale meccanica strutturale 54 restauro
52
48
56
urbanistica 62 progettazione urbanistica
64
storia architettura contemporanea 66
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
05
Ho scelto di approfondire il laboratorio di PROGETTAZIONE 3 perchè trovo che in qualche modo sia il coronamento di 3 anni si studio della disciplina dell’Architettura, che per quanto ampia possa essere, non può prescindere dall’aspetto progettuale. Durante l’ultimo semestre, ho avuto l’occasione di affrontare un tema affasciante, che mi ha spinto a realizzare ricerche, confrontami col mercato attuale e i venditori del settore. In qualche modo cominciare ad entrare nel mio futuro mondo lavorativo. Accanto all’aspetto progettuale del padiglione espositivo, c’e quindi anche una ricerca tecnologica e formale atta a soddisfare il tema di attualità del laborario: progettare con metodi nuovi, facili da realizzare, facili da smontare e spostare, ecologici e temporanei. Per questi ed altri mille motivi ho deciso di compiere questa scelta,approfondire questo corso sviluppando un materiale e un modo si costruire il più adeguato possibile al tema dato.
PROGETTAZIONE 3
APPROFONDIMENTO di laurea
Angelo Villa a.a. 2011/12
riferimenti dettagli costruttivi pannelli assemblabili prefabbricati:
A
ZIP-UP HOUSE 1973 - Team 4
Pannelli sandwich in alluminio con isolante interposto, del tipo impiegato per la realizzazione dei camion frigoriferi. + tecnologia derivata da altri campi di impiego, basso costo di produzione, ottimi valori di coibentazione; - soluzione obsoleta, no flessibilità di soluzione e personalizzazione nelle pannellature, eccessivo ingombro nell’elevato spessore necessario per ottenere sufficiente inerzia termica.
esercitazioni-progetto richiesto
La scelta progettuale è quella del padiglione espositivo presso la SERPENTINE galery (Londra). Richiesto lo sviluppo del disegno del padiglione + ricerca e progettazione delle singole componenti con valutazione estimativa del manufatto.
approfondimento
analisi dettagliata sulla strategia di costruzione a secco per la realizzazione del padiglione espositivo, attraverso pannelli compositi atti a soddisfare sia le esigenze economiche (laboratorio integrato col corso di estimo), sia ad esigenze prestazionali (resistenza al fuoco, coinbentazione, facile smontaggio-riparazione, alta % di riciclabilità).
B
A+B
PANNELLO SVILUPPATO:
2 pannelli, uno rettangolare e uno angolare, con uso sia di orizzontamento che portante, grazie a dei rinforzi a croce posti all’interno dello spazio tra i due rivestimenti (interno ed esterno) realizzati in materiale plastico di colore bianco. L’idea sviluppata tende a riproporre in chiave moderna il pannello sviluppato nell’Olivetti training school, utilizzando materiali e tecnologie del XXI secolo. Quindi il pannello tipo si compone di: - telaio portante realizzato in materiale plastico rinforzato, che attraverso un sistema di fissaggio e serraggio consenta la connessione dei diversi pannelli; - rivestimento esterno aggacciato al telaio attraverso un sistema di giunzione ad incastro; -coibentazione all’interno del vuoto tra i rivestimenti.
OLIVETTI TRAINING CENTER 1971 - James STIRLING
Pannelli compositi con rivestimento plastico e isolante interposto, realizzata appositamente per soddisfare le necessità di temporaneità dell’opera da realizzarsi + aspetto materico ed estetico del materiale plastico, facilità di costruzione e di gestione del pannello, struttura realizzata con sole 2 tipologie di pannelli, spessore limitato della sezione; - soluzione costosa per l’epoca, insufficiente coibentazione degli ambienti.
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07
PANNELLO RETTANGOLARE dimensioni: 0,60 x 1,20 x 0,20 m
MONTAGGIO componenti pannello
MONTAGGIO componenti pannello
1
1
2
2
PANNELLO ANGOLARE
dimensioni: 0,60 x 0,60 x 0,20 m
ABACO COMPONENTI:
TELAIO
ditta: FIBROLUX GmbH
3 3
TELAIO
FISSAGGIO
TAMPONATURA
ditta: BWM GmbH
ditta: FIBROLUX GmbH ditta: ROHM Italia
61.92
160.00
PROFILO RETTANGOLARE (art 10176) 0,160 x 0,070 m
70.00
PROFILO U (art 10289) 0,080 x 0,080 x 0,006 m
80.00
6.00
FISSAGGIO
80.06
4
200.00
131.35
(forniti di viti e rivetti per montaggio)
PANNELLO PLEXIGLAS® MINERAL BV dimensioni 1200 x 600 mm (già fornito di rivetti per montaggio)
PROFILO U (art 10327) 0,080 x 0,200 x 0,012 m
dettaglio fissaggioPANNELLO conprofilobloccaggio
12.00 150.00
PROFILO ANGOLARE (art 1403) 0,150x0,150x0,012
TUBO PRFV (art 10204) diam 0,20
rivetto non visibile all’esterno inserito nello spessore
PIASTRE SERRAGGIO (art 10088) 0,150 x 0,075 x 0,006 m
12.00 20
5
75.06
PIASTRE SERRAGGIO (art 10088) 0,100 x 0,040 x 0,005 m
6
elenco COMPONENTI pannello x2 x4
x2
x4
x4 x4
x6 x40
dettaglio PANNELLO rettangolare
BARRA FILETTATA+BULLONE diam 0,012 - 0,020
12
x2
x2
x2
x4 x4
profilo fissaggio al montante BWM ATK 103P
x2
PIASTRE SERRAGGIO (art 10088) 0,150 x 0,075 x 0,006 m
150.00
100.00
profilo fissaggio alla lastra BWM ATK 103P
75.06
(forniti di viti e rivetti per montaggio)
TUBO PRFV (art 10204) diam 0,20
pannello PLEXIGLASS 10mm 12.00 20
PROFILO DI FISSAGGIO - BLOCCAGGIO per lastre BWM ATK 103P
PROFILO ANGOLARE (art 1403) 0,150x0,150x0,012
4
PROFILO DI FISSAGGIO - BLOCCAGGIO per lastre BWM ATK 103P
80.06
elenco COMPONENTI pannello x2 x4
61.92
12.00 150.00
6.00
150.00
ditta: BWM GmbH
PROFILO U (art 10327) 0,080 x 0,200 x 0,012 m
150.00
150.00
(già fornito di rivetti per montaggio)
80.06
131.35
PROFILO U (art 10289) 0,080 x 0,080 x 0,006 m
200.00
PANNELLO PLEXIGLAS® MINERAL BV dimensioni 600x 600 mm curvo
PROFILO RETTANGOLARE (art 10176) 0,160 x 0,070 m
80.06
80.00
ditta: ROHM Italia
160.00
70.00
ABACO COMPONENTI:
TAMPONATURA
out
in
x6 x40
esplosoFISSAGGIO pannelloangolarecurvo
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ICAR/17 - disegno FONDAMENTI di GEOMETRIA descrittiva Agostino De Rosa a.a. 2009/10
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11
ICAR/17
DISEGNO DELL’
ARCHITETTURA
Gabriella Liva a.a. 2009/10
La struttura della SACRA FAMIGLIA e’ stata pensata per ricordare la forma di tre giganteschi tronchi d’albero che definiscono le navate e le chiome alte che si chiudono in una cupola o per ispirazione tratta dal lancio di un sasso nell’acqua: dai centri concentrici che si propagano si immagini lo sviluppo della cupola.
“il metodo storico di Portoghesi consiste nel dimostrare che, dati Palladio e Borromini, non possono esserci Aalto e Wright”. Argan
CHIESA SANTA MARIA DEI BARBUTI
Tipologia: edificio religioso (chiesa) Autori: arch. prof. Paolo Portoghesi e ing. Vittorio Gigliotti. Localizzazione: Italia, Salerno Via N.Buonservizi, 25 Cronologia: progetto:1968 realizzazione: inizio costruzione 1971; apertura al culto 1° giugno 1974
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La familiarità con le architettura borrominiane portò l’architetto portoghesi a scegliere la maniera borromiana di usare la luce a partire dall’ombra come graduale rivelarsi di forme. Nella chiesa la luce è intesa come un flusso che scende dalla cupola centrale in una serie di avvolgimenti circolari [determinati dalla volta gradonata].Inoltre la luce penetra ai margini delle fessure verticali tagliate nei muri di cemento. Le finestre infattisi presentano come smagliature degli spigoli verticali. In tal modo “la luce appare come un eco delle strutturae e le strutture possono apparire come eco continuamente dilatate delle fonti luminose”. la luce che penetra dalla cupola maggiore illumina le facce frontali degli anelli del centro del soffitto, mentre le tre volti laterali ricevono luce dal basso. Quesat inversione dell’illuminazione richiama il significato originale della luce come manifestazione divina, la cupola unifica simbolicamente anche la trinità delle volte.
Nonostante la pianta irregolare, le pareti frastagliate e una base difficile da intendere geometricamente, in realta’ ogni elemento della chiesa e’ stato realizzato con una rigorosa logica geometrica che proviene dalla corrente che l’architetto abbraccia, il razionalismo futurista. Elementi razionalisti sono ben individuabili sotto il profilo geometrico e costruttivo ad esempio nello scarto di 25cm tra gli spigoli adiacenti, un modulo unico che regola l’intera struttura.
Nella chiesa, costruita interamente in cemento, il cerchio è l’elemento ispiratore dell’intera opera. L’organismo infatti risulta dall’accostamento di sei poli a matrice circolare che generano sei grandi pale concave verso l’esterno distinte gerarchicamente in gruppi di tre (tre si innalzano sopra la copertura come tre grandi dighe, le altre svolgono il ruolo di elementi generatori della copertura stessa). La grande volta a gradoni genera le superfici gradonate che riempiono i varchi compresi tra le sei pale. La chiesa è concepita come sistema di luoghi interagenti fra loro e con l’ambiente esterno. Questo metodo è stato paragonato dai critici ad un campo di forze visive che si espande nell’architettura a partire dall’altare, centro fisico e simbolico e propaga frontalemtne le sue onde nell’ambiente circostante.
“senza luce l’architettura non si vede, anche se si sente e si tocca. Per chi nasce con la vocazione di pensare, di fare, di descrivere l’architettura, la luce è l’argomento centrale, il problema dei problemi”. Paolo Portoghesi
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15
ICAR/17
RILIEVO DELL’
ARCHITETTURA
Corrado Balistrieri a.a. 2009/10
VENEZIA sestiere: DORSODURO insula: ZATTERE - ex caserma INCURABILI • conoscenza fotografica dell’insula • conoscenza storico/cartografica del’insula: mappe storiche catastali [napoleoniche-austriache ] scansione sommarioni - ridisegno combatti de Barberi
MERLO (1569)
Jacopo de’ BARBERI (1500) V.CORONELLI (1697)
• conoscenza cartografica digitale dell’insula • conoscenza metrica (dettaglio di studio)
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ridisegno cad portale est dell’Accademia ex Incurabili
ridisegno cad edificio architettura minore: fondamenta Sorani (materico+geom)
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ICAR/14 PROGETTAZIONE architettonica + CARATTERI Eleonora Mantese Martino Doimo a.a. 2009/10
progetto di CO-HOUSING a Marghera (VE) - Italy
Il termine co-housing indica una particolare forma di vicinato in cui alloggi privati e servizi comuni autogestiti dagli abitanti sono combinati tra loro con il fine di salvaguardare la privacy di ogni nucleo famigliare ma allo stesso tempo di incentivare le opportunità di socializzazione e collaborazione tra vicini.
In generale, ogni insediamento comprende un numero di unità residenziali che solitamente varia tra 15 e 30, ma esistono anche realtà con solo 6 unità e realtà con 80 residenze. L’obiettivo primario del Cohousig è la socializzazione tra le persone e lo sviluppo del senso di appartenenza ad una comunità; la corretta progettazione gioca un ruolo fondamentale nel raggiungere questi obiettivi senza però compromettere le esigenze di privacy degli abitanti. Le singole unità residenziali sono solitamente raggruppate secondo quattro modalità di aggregazione: _lungo un percorso principale che costituisce così la “spina dorsale” dell’insediamento, _attorno ad una corte, _lungo un percorso che, in alcuni punti, si dilata per configurare una o più corti, _in un unico grande edificio attraversato da un passage vetrato che configura una sorta di rue corridoire. I parcheggi sono collocati ai bordi dell’insediamento mentre gli spazi gioco per i bambini sono spesso al centro dell’insediamento in modo che tutti gli inquilini possono facilmente vigilare sui propri figli e sui figli dei propri vicini. I servizi e gli ambienti comuni possono essere collocati al centro dell’intervento, oppure all’inizio, immediatamente dopo la zona di sosta delle auto, in modo che gli abitanti, una volta scesi dalla propria auto, siano incentivati a fermarsi con i propri vicini prima di raggiungere le proprie abitazioni. La grande casa comune è il cuore di ogni cohounsig. Solitamente questo spazio è attrezzato con una grande cucina, una sala da pranzo e un soggiorno. Oltre alla sala comune, in moltissimi cohousing sono presenti altre attrezzature comuni che qualificano la vita all’interno dell’insediamento. Si possono trovare serre, sale per le attività sportive e la meditazione, stanze per gli ospiti e per i giochi dei bambini, officine, lavanderie ecc… La condivisione di questi servizi è uno dei punti di forza di queste realtà perché da un lato garantisco occasioni di socializzazione e dall’altro permettono di ridurre i costi che ogni famiglia deve sostenere per la loro gestione Nonostante le notevoli diversità, Kathryn McCamant e Charles Durret sono riusciti ad individuare sei caratteristiche comuni ad ogni realtà: 1) La partecipazione attiva degli abitanti durante la progettazione. 2) La progettazione intenzionale delle residenze e dei servizi al fine di incentivare la socializzazione tra le persone, lo sviluppo del senso di appartenenza ad una comunità e ridurre lo spreco di risorse. 3) La presenza di servizi comuni 4) La gestione diretta da parte dei residenti delle attrezzature 5) L’assenza di gerarchia tra gli abitanti e la mancanza di ruoli predeterminati. 6) La separazione dei redditi.
Questa esperienza, il cui nome originale era bofaellesskaber, nacque in Danimarca negli anni ’60, quando Jan Godmand Hoyer, un architetto residente a Copenaghen, insoddisfatto della realtà abitativa a lui famigliare decise, assieme ad alcuni amici che condividevano le sue idee, di tentare la costruzione di un insediamento maggiormente sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico: Skraplanet.
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sezione A-A
PIANTA PIANO TERRA
prospetto nord
prospetto sud
IL PROGETTO: PUNTI DI RIFERIMENTO PER LA MIA COMPOSIZIONE PROGETTUALE
Durante tutto il laboratorio e fino alla conclusione del seminario ho cercato di inquadrare il mio progetto all’interno di uno schema in cui ci fossero dei punti di riferimento fissi a cui fare sempre riferimento. Questi sono derivati dallo studio fatto nei mesi precedenti su architetti famosi e le loro opere, e l’approfondimento di questo ha favorito il continuo evolversi del progetto della casa unifamiliare. Per questo progetto di CoHousing gli elementi di studio sono stati:
PIANTA PIANO PRIMO
• • • • •
CENTRALITA’ DEL FOCOLARE; DOPPIA ALTEZZA NELLA ZONA GIORNO TERRAZZO PARETE IN ONICE TETTO PIANO
foto modello scala 1:20 dell’abitazione in progetto [dimensioni modello 60x50x80cm]
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23
foto del sito - canal Salso
area di progetto
Angelo Villa a.a. 2010/11
INQUADRAMENTO stato attuale area ex-mercato ortofrutticolo
ICAR/14 PROGETTAZIONE architettonica 2
progetto di un sistema di CO-HOUSING per studenti a servizio del nuovo polo universitario Ca Foscari a Mestre (VE), via Torino zona: ex mercato ortofrutticolo
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25
livello 0
1.00
3.50
0.30
D 30 m2 - monolocale
2.66
6.90
E
0.30
1 - Noi rifiutiamo le circonferenze spaziali chiuse come le espressioni plastiche della modellazione dello spazio. Noi asseriamo che (lo spazio) può essere modellato esclusivamente dall’interno verso l’esterno, nel suo spessore, e non dall’esterno verso l’interno attraverso il suo volume. Ciò in quanto, cos’altro è lo spazio assoluto se non un’unica, coerente ed illimitata profondità? 2 - Noi rifiutiamo il volume puro quale elemento esclusivo per la composizione di corpi architettonici e tridimensionali nello spazio. Al contrario noi richiediamo che i volumi plastici dovranno essere costruiti stereometricamente. 3 - Noi rifiutiamo gli elementi decorativi dipinti con colori sulle costruzioni tridimensionali. Noi esigiamo che il cemento armato prenda il posto delle decorazioni pittoriche. 4 - Noi rifiutiamo la linea decorativa. Noi esigiamo che ogni linea nel lavoro artistico debba servire esclusivamente per definire la forza interna del corpo rappresentato. 5 - Non siamo più soddisfatti degli elementi statici della forma nell’arte plastica. Noi esigiamo l’inclusione del tempo quale nuovo elemento ed asseriamo che un vero movimento deve essere impiegato nelle arti plastiche, al fine di rendere possibile l’uso dei ritmi cinetici in un modo che non sia semplicemente illusionistico.
3.50
0.30
3.50
0.30 7.90
3.50
0.30
(24) camera (6) anti+w.c 40 m2 - cellula abitativa (17) living+ang. cottura (10) camera (6) anti+w.c. (8) camera 2 (4) anti+w.c. 2
1.00
3.04
7.20
2.13
1.60
0.80
2.00 0.20
17.20
1.40 2.10
1.30
2.50
costruttivismo russo (real manifesto)
nuovo polo universitario CA’ FOSCARI in costruzione
G
2.65 7.10
1.05 2.05
2.35
1.10
3.50
7.90
area di progetto + inserimento CO-HOUSING
40 m2 - cellula abitativa (14) ang. cottura (20) camera (6) anti+w.c.
1.05
1.05
0.30
0.80
3.50
0.30
0.30
zona industriale esistente
F
1.05 17.20
2.05
2.30
3.50
30 m2 - monolocale (24) camera (6) anti+w.c.
3.20
2.50
2.50
(24) camera (6) anti+w.c. B 22 m2 - monolocale (16) camera (6) anti+w.c. C 38 m2 - cellula abitativa (17) living+ang. cottura (15) camera (6) anti+w.c.
4.30
5.70
A 30 m2 - monolocale
3.52
1.100.20 2.00 0.10
3.74
4.30
1.84
(66 posti letto)
(50 posti letto)
3.74
17.20
livello 2
livello 1
(65 posti letto)
4.70
inquadramento nuovo PROGETTO + riferimenti
0.301.05
2.45
0.30
3.50
7.90
Al progetto di co-housing era necessario affiancare sia la parte di alloggi/dormitori per studenti e docenti del vicino campus universitario, sia attrezzature atte a permettere la vita all’interno del dormitorio. Per questo al piano terra sono stati collocati caffetteria, biblioteca e spazi espositivi. Al piano 1 attraverso una rampa si può accedere allo spazio per la mensa, rialzata di un piano appare sorretta solo da piloni che richiamano per la naturale vicinanza Venezia e le sue tipiche bitte. Per lo spazio abitativo, la scelta è ricaduta su un modello funzionale il più compatto e riproducibile possibile, ottenuto “incastrando” tipologie abitative tipo simplex e duplex. SETTE le tipologie abitative addottate: - livello 0: 3 unità abitative simplex (5 posti letto) - livello 1: 1 unità simplex, 1 unità duplex e due accessi per i 2 alloggi al piano superiore. - livello 2: 2 unità abitative + camera singola del duplex al piano inferiore.
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27
0.30
A B
C
+ 2,50
+ 2,50
+ 2,50
+ 0,00
- 2,50
prospetti BLOCCO A A B
C
+ 2,50
+ 0,00
- 2,50
+ 11,50
10
1
+ 11,50
+ 8,50
+ 8,50
1.18
1.20
A
+ 2,50
1.12
1.14
1.16
1.06
1.08
1.10
1.04
1.02
+ 5,50
+ 5,50
+ 2,50
+ 2,50
B
C
+ 2,50
+ 0,00
12
quota Canal Salso
+ 11,50
A
C
+ 8,50
B + 5,50
+ 2,50
+ 2,50
+ 0,00
60
sezioni longitudinali BLOCCO A-B
82
3
3
8
2 7
12
120
45
25 30
26
13
18
3,5
13
3,5
3,5
3,5
15
11
36
3,5
C
1,6
3,5
3,5
4
+ 2,50
A
6
60
77
C
3
C
3,5
B 3,5
14
9
C
A
3,5
C
50
A C
B A
24
A
-2,50
+ 2,50
A
C
4
14
B
56
A
A
C
C
C
70
B 24
+ 0,00
A
A
A
A B 24
3
+ 2,50
18
C
A
1
A 3
C 13
A
9 9
N
C 3
20
3
16
2
pianta LIVELLO 1 (+2.50)
A
3
26
+ 0,00
UniversitĂ IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
29
A
B
C
+ 2,50
+ 0,00
prospetti BLOCCO B A
B
C
+ 2,50
+ 0,00
- 2,50
+ 11,50
1
A + 8,50
B
C
+ 5,50
+ 2,50
12
+ 2,50
+ 0,00
39
+ 2,50
+ 11,50
+ 11,50
+ 8,50
+ 8,50
+ 8,50
+ 5,50
+ 5,50
+ 5,50
+ 2,50
+ 2,50
+ 2,50
+ 11,50
A
B
C
sezione longitudinali BLOCCO C sezione trasversale BLOCCO A-B-C
10
3 E
2 F
E
F F
E
G
8
F
19
120
E D
+ 5,50
G F
+ 5,50
13
F
15 17
13
+ 2,50
8
E
G
D
4
D
35
E
D
E
+ 2,50 13
D
4
E
F
G 7
E 9
D
G
4
E D
G
F
E
26
D
G
F
+ 5,50
D
43
D
4
35
E
32
F
F
4
36
17
31
24
D
G
E E
F
G F
D G
D
G
F
+ 5,50
D
D
1
F
G 14
9
+ 5,50
D
G
E
+ 5,50 20
8
N
9
24
2
3
pianta LIVELLO 2 (+5.50)
F
24
+ 5,50
15
36
E
F
UniversitĂ IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
31
A
B
C
+ 2,50
+ 0,00
- 2,50
prospetti BLOCCO C A
B
C
+ 2,50
C + 0,00
- 2,50
+ 11,50
+ 8,50
1
+ 5,50
5
A
C
36
B
+ 2,50
+ 11,50
+ 11,50
+ 8,50
A
30 C
+ 5,50
+ 8,50
+ 8,50
+ 5,50
+ 5,50
+ 2,50
+ 2,50
B
sezioni trasversali BLOCCO A BLOCCO A-C
118
F F
45
F 4
F
E G
E
87
F
G
7
E F
45
G
E
F
30
G
2
3
12
6
13
E
F
13
+ 8,50
12
F
E
G 6
E G
G
7
E
4
F
E
G
8
G
F
42
23
F
E
G
4
G
32
E
F
F
G
17
1
4
29
30
F
G G
F
E
+ 8,50 14
9
+ 8,50
F
E
8
G
+ 8,50
20
9
N
24
2
3
pianta LIVELLO 3 (+8.50)
E
30
23
F
UniversitĂ IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
33
ICAR/14 PROGETTAZIONE architettonica e urbana Angelo Villa a.a. 2011/12
contenuti del corso
laboratorio incentrato sulla progettazione per componenti assemblabili a secco riproducibili in serie, che consentano montaggio/smontaggio dell’elemento. La docenza ha fornito 3 temi di lavoro: padiglio expo (Serpentine galery) bivacco alpino stazione di servizio
esercitazioni-progetto richiesto
La scelta progettuale è quella del padiglione espositivo presso la SERPENTINE galery (Londra). Richiesto lo sviluppo del disegno del padiglione + ricerca e progettazione delle singole componenti con valutazione estimativa del manufatto.
expoOSAKA’70
modulo60x60
architettura degli interni ottenuta con 7 elementi che raccordano la superficie
RIFERIMENTI:
mimmocastellano
1971jamesSTIRLING
OLIVETTI training center
1973TEAM4
ZIP-UP house
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35
SERPENTINEpavillion: PIANTA PADIGLIONE
AL PARCO
2.60
sezione2
6.97 1.10
1.10
1.10
1.10
1.10
0.80 4.10
0.80
0.80
5.00 5.00
3.80
+0,20
2.20
2.80
2.30
2.31
4.60
1.20
1.20
2.40
1.20
+0,80
2.39
0.80
+0,20
8.50
2.79
1.80
10.30
5.00
14.50
14.39
+0,80
3.60
sezione1
3.10
5.00
4.40
2.40
2.40
+0,80
2.60
1.20
4.85 6.05
2.30
3.60
+0,80
1.20
15.10 22.50
2.40
2.40
2.60
2.20
4.10
0.20
2.80
6.05
sezione2
BLOCCO PRINCIPALE boulevard: 70.00m² - 395.00m³ BLOCCHI COLLEGAMENTO (x4) collegamento: 5.76m² - 12.00m³ BLOCCHI SECONDARI bar:27.00m² - 73.00m³ terrazza bar: 12.00m² s.espositivo: 12.41m² - 30.00m³ terrazza: 12.60m² - 32.00m³ area spettacoli: 40.00m² - 160.00m³ TOT: 180.00m²
2.70
SERPENTINEpavillion: SCHEMA FUNZIONALE
sezione1
GALLERIA SERPENTINE
DA RISPETTARE(come richiesto) max: 15.00x15.00m max: 300m²
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37
3.00
5.00
5.00
11.00
prospettoNORD
prospettoOVEST
prospettoSUD
prospettoEST 4.59
4.00
2.60
3.00
3.75
6.97
2.80
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39
0
2.53
RENDERinserimentonelparco
ass o TEL nomet ri AIO +PA a NNE L
LIb
1.20
1.33
1.1
ass o TEL nomet ri AIO +M a ONT A
NTI
ass o MO nomet NTA ria NTI +PA N
sup
asc
ulan
ti
NEL
por
LOc
to
om
plet
o
PROMENADE
pedana rialzata passaggio attraverso
BOULEVARD
passaggio obbligato spazio tra esposizioni
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41
WORKSHOP 2010
ICAR/14 WORKSHOP
Pierre Alain Croset Filippo Bricolo Satoshi Okada a.a. 2009/10 a.a. 2010/11 a.a. 2011/12
Pierre Alain Croset La casa che ‘cresce’
sito: Lido di VENEZIA zona Alberoni (A) + batteria Rocchetta (B)
A
obiettivo di progetto complesso di 6 unità abitative, che possano ampliarsi in futuro senza dover realizzare successivi cantieri ma solo attraverso elementi prefabbricati leggeri.
B
IDEE INIZIALI: tatami corte interna contenente gli elementi distributivi terrazze e logge come spazi per ampliamenti struttura portante in C.A. + diversificazione dei materiali e finiture esterne per rendere manifeste le differenze intervenute tra l’originale impianto e i futuri ampliamenti.
area di progetto
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43
WORKSHOP 2011 Filippo Bricolo L’ULTIMA CIMA
sezione 01
obiettivo di progetto costruzione di uno ‘strumento’ di comprensione reciproca, nella parte sommitale del massiccio del Grappa, nel luogo del destino per migliaia di soldati austroungarici e italiani. Il museo dell’ultima cima porta il visitatore a riflettere sull’assurdità della guerra, ponendo l’uomo e le sue esperienza al centro dell’esposizione. IDEE INIZIALI: relazione diretta con la grandezza della montagna senso di vertigine dell’altezza holocaust museum Berlin holocaust museum Jerusalem PROGETTO: serie di gallerie a 3 differenti livelli che convergendo in tre vuoti scavati nella montagna contenenti l’esposizione e memoriale di tutti le vite perse nell’assurdità della guerra. Il visitatore oltre alla forza dell’esposizione, verrà sconvolto dal nichilismo nei confronti della montagna, sentendosi piccolo rispetto la natura e quindi più bisognoso di tutti i suoi simili.
sezione 02 p.TERRA prospetto NORD p.PRIMO
sito: galleria VITTORIO EMANUELE III Monte Grappa
natura
stereotomia
tettonica
prospetto OVEST
p.SECONDO
prospetto EST
prospetto SUD
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45
SECTION2: B tower
level: +2
level: +10
level: +16
scale 1:100
tower to watch the lagoon
scale 1:100
level: +2 scale 1:100
scale 1:200
PLAN 1: A tower
axonometric view
level: +18
level: +30
tower with vertical exposition inside a ramp outside comes to the top, after a exagon stair goes down into an observatory dark room
tower A
scale 1:100
SECTION1: A tower
3 urban park
PLAN 3: coffee shop scale 1:450
detail of ramp and stairs
scale 1:450
detail of structure
SEC
13.61
TIO
ax N 2:
onom
etric
16.68 31.63
scale 1:200
PLAN 2: +6.00 level.
1-2 plaza gasometers
3.50
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27.32
SECTION 1: LONGITUDINAL
scale 1:200
B
6.00
PLAN 1: ground level
A
3.21
PROGETTO: Il progetto si suddivide in 4 fondamentali punti: il primo è l’apertura di una nuova fermata del vaporetto, che permette nuovi collegamenti da e per Venezia attraverso questo luogo; e quindi in secondo luogo l’uso di uno dei gasometri come terminal e biglietteria. L’altro gasometro invece come biblioteca e libreria aperta all’antistante campo (ora diviso da un muro), ripristinando la vecchia configurazione dello stesso campo (come dipinto da Canaletto). Ultimo punto è la trasformazione dell’area in un giardino verde, nel quale si alzano dei cilindri cavi con all’interno le più diverse funzioni (da spazio espositivo a torre osservazione verso la laguna).
8.26
IDEE INIZIALI: TEA pavillion Tze-Chun Wei VITRA-HOUSE Herzog; de Meuron Summer House Judith Benzer Museum interactive [...] Nieto Fuero
tower B
sito: EX-GASOMETRI San Francesco della Vigna Sestiere Castello Venezia obiettivo di progetto formulazione di un set di proposte, realistiche e fattibili, per questa rovina industriale del XX secolo, costituita da du etamburi cilindrici in stato di abbandono. Quindi svillupando un’idea innovativa, il progetto cerca di rivalutare e rivitalizzare il sito e il suo intorno, attraverso strutture per uso pubblico.
scale 1:200
scale 1:100
SECTION 3: memorial
scale 1:100
Satoshi OKADA Rqmr- Requalification of modern ruins
axonometric view
PLAN 4: memorial
WORKSHOP 2012
47
ICAR/12 progettazione sistemi COSTRUTTIVI
Periodo di costruzione: 2005–2006 Superficie del lotto: 5224 m2 Superficie lorda nei piani: 12692 m2 Superficie utile netta: 5588 m2 Dimensione degli alloggi: 64–67 m2 Altezza interna: 2,55 m Costo di costruzione sup. utile lorda: 730 €/ m2 Costo di costruzione lordo complessivo: 9.250.000 € Spazio comune piano terra: 1596 m2 Cortile interno: 322 m2 Alloggi in locazione: 56
3 mm 250 mm
Barriera vapore Membrana impermeabilizzante C.A. - laterizio Struttura portante in C.A.
5
tamponamento in laterizio
1 Lamiera in alluminio traforato
Brise soleil in alluminiotraforato. Oltra ad una funzione estetica, permette di creare un intercapedine di aria che rende più stabile il microclima interno.
0,6 mm
269759 269216 268888 268964
1
12 mm
2 Parapetto in vetro Parapetto costituito da due lastre di vetro, aventi lo stratificato stesso spesore, sovrapposte (foglio PVB) e unite da strato adesivizzante PVB 2
3 4
Corrimano in legno sopra parapetto in vetro
4 Porta-finestra: vetrocamera
Vetro con rivestimento a base di ossidi e metalli depositati con processo elettromagnetico
80 mm
Protezione dagli agenti esterni funzione estetica e di uniformità della facciata accumulatore di calore schermatura radiazione solare Protezione dalla caduta Resistenza agli urti e agli agenti atmosferici. In caso di rottura, non produce schegge.
Evita la caduta e preserva l’integrità del parapetto
5+5|20|10 mm Diffusione d’illuminazione Isolamento termico selezione di entrata radiazione
Doppio vetro
Vetro selettivo
5+5 mm
Intercapedine d’aria
Strato d’aria mescolato ad argon
20 mm
14
REQUISITI Isolamento termico
Impermeabilità Durabilità Isolamento termico ed acustico Permeabilità all’aria Durabilità Bassa necessità di manutenzione Portezione agenti atmosferici Resistenza agli urti Resistenza meccanica Durabulità Facilità di manutenzione pulitura e sostituibilità
Resistenza agli urti Durabilità Facile sostituzione Appropriata intercapedine d’aria Permeabilità alla luce Impermeabilità all’acqua
Protezione dagli agenti atmofserici Penetrazione della luce all’ interno
Resistenza agli urti Impermeabilità
Isolamento termico
Permeabilità alla luce
Elemento prefabbricato per realizzare lo sbalzo in cui trova appoggio il sistema di scorrimento del brise soleil
6x1,5 m
1.40
0
1
0.22
0.22
0.22
0.60
0.60
2 3
Evitare la realizzazione in opera dello sbalzo limitando spese ed errori Supporta la struttura del brise soleil
Resistenza meccanica
ANALISI BRISE SOLEIL dettaglio costruttivo_1:10 stratigrafia del sistema di schermatura
collegato all’armatura isolato termicamente
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio A
Potocnikova ulica, 52 1000, Ljubljana
BEVK and PEROVIC ARHITEKTI
STUDENT HOUSING POLJANE
5 Elemento in C.A. prefabbricato
1
2
5
3 Corrimano in legno
FUNZIONI Isolare termicamente l’ edificio dall’esterno ed evitare i ponti termcii esterni Impermeabilizzazione Funzione strutturale e di tamponatura
9 10 11 12
SPESSORE
80+160 mm
6 7 8
BREVE DESCRIZIONE Isolante in lana di vetro
4 5
Isolamento in lana di vetro
3
ALICE FREZZA FRANCESCO MISSEROTTI FEDERICO SALVALAIO SAMUELE ZAMBON
1: analisi completa di un dormitorio a scelta dello studente propedeutica alla realizzazione del progetto che nel laboratorio integrato si andava sviluppando. 2: tavole di dettaglio costruttivo del dormitorio oggetto di studio del laboratorio integrato di progettazione
MATERIALE 0
13
Gianna Riva a.a. 2010/11
49
REQUISITI
11
FUNZIONI
Resistenza meccanica Durabilità Impermeabilità
10
SPESSORE
a
a
20 mm
Indurimento veloce per una posa in brevi tempi
Impermeabilità
2
Pavimentazione in linoleum
50 mm
9
12 13
3 mm
Isolamento termico
Isolamento acustico ALTRE CARATTERISTICHE
λ = 0,18 W/mK RAGIONI SOSTENIBILI
Densità: 2000 kg/m3 λ = 0,12 W/mK
λ = 0,12 W/mK
λ = 0,035 W/mK Durata media lunga. Facilità di pulitura, Degradabile, interrato si decompone in poco tempo. Scarti della produzione riutilizzati nel ciclo produttivo.
Concorre al risparmio energetico della costruzione, evitando muffe e insalubrità all’interno.
Densità: 2000 kg/m3 λ = 1,4 W/mK
ex mercato ortofrutticolo
Pavimentazione
Massetto in calcestruzzo
Conferire alle superfici di calpestio il grado di finitura e trasmettere i carichi alle strutture orizzontali. Livellare il pacchetto per la posa dei materiali superficiali ed ospitare eventuali impianti Protezione dall’umidità isolamento termico ed acustico
50 mm
Isolare termicamente l’ edificio dalla copertura, ed evitare ponti termici collegandosi al sistema di
Concorre al risparmio energetico ed economico di manutenzione
λ = 0,12 W/mK
Densità: 2400 kg/m3 λ = 1,6 W/mK
ALTRE CARATTERISTICHE
La vegetazione ha un aspetto estetico che varia a seconda delle stagioni, naturalizzando l’edificio con ambiente
All’interno del LABORATORIO di PROGETTAZIONE 2, oltre a PROGETTAZIONE erano presenti sia MECCANICA STRUTTURALE che questa disciplina. Qui sono riportate le tavole necessarie a dettagliare la struttura pensata, per completare al meglio il progetto scendendo fino ai più piccoli dettagli di struttura e tamponamento. Dopo revisioni e discussioni in classe, con la docenza si è deciso di quale soluzione fosse più congeniale sia alle prestazione energetiche degli edifici sia agli aspetti tecnologici del manufatto. Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio prof.re DI MARCO ROBERTO prof.ssa RIVA GIANNA
1
Massetto di posa
Membrana costituita da una mescola a base di bitume distillato
20 mm
Omogeneizzare il piano e livellare
Concorre al risparmio energetico grazie all’ isolamento. Concorre al risparmio energetico grazie all’ isolamento.
RAGIONI SOSTENIBILI
Concorre al risparmio energetico Mitigazione dell’impatto ambientale dell’edificio Regimazione idrica Talee del luogo
λ = 0,12 W/mK Durante la posa del filtro, sovrapposizione di 10 cm, con risvolto sui verticali pari allo spessore del substrato Permette di raggiungere un livello di isolamento termico pari ad una lastra di polistirolo espanso stampato di ρ=25kg/m3 27mm di spessore
Densità: 2400 kg/m3 λ = 1,6 W/mK Mitigazione dell’impatto ambientale Massa termica che riduce le escursioni termich Lo strato di tessuto proviene da materiale completamente riciclato e riciclabile Lo strato di tessuto proviene da materiale completamente riciclato e riciclabile
Concorre al risparmio energetico ed economico
ALTRE CARATTERISTICHE
λ = 0,18 W/mK
Densità: 2000 kg/m3 λ = 0,12 W/mK
Densità: 2400 kg/m3 λ = 1,6 W/mK Concorre al risparmio energetico grazie all’ isolamento.
RAGIONI SOSTENIBILI
Durata media lunga. Facilità di pulitura, Degradabile, interrato si decompone in poco tempo. Scarti della produzione riutilizzati nel ciclo produttivo.
Questo modo di riscaldare gli ambienti si rivela più efficace e meno dispendioso del tradizionale termosifone
Lo strato di tessuto proviene da materiale completamente riciclato e riciclabile Materiali che possono entrare nella catena del riciclo alla fine dell’uso
Centro servizi BASF, Ludwigshafen, Germania 2003
2
Membrana impermabilizzante
Isolamento dal rumore da calpestio Pannello isolante in sughero con ottime prop termiche, risulta antimuffa e anticondensa
100 mm
Isolamento
Isolamento Areazione
Resistenza meccanica strutturale
REQUISITI
Scarsa manutenzione Adattabilità al clima Naturalizzazione dell edifico con ambiente ext
Peso ridotto, contiene fertilizzante granulare che consente crescita del sedum in tempi brevi Garantisce la diffusione capillare dell’umidità
Elevato accumulo idrico grazie alla conformazione (24lt/m2) con deflusso controllato dell’acqua in eccesso verso gli scarichi Isolamento
Resistenza meccanica strutturale
REQUISITI
Resistenza meccanica Durabilità Impermeabilità
Isolamento acustico
Indurimento veloce per una posa in brevi tempi
Resistenza meccanica strutturale
Architetti: Almann Sattler Wappner, Monaco
3
Isolante
Massetto in calcestruzzo
8
7
4
6
5
4
BREVE DESCRIZIONE
4
Massetto
Tetto verde estensivo con sistema DAKU
2
Piastrelle
80 mm
Griglia in acciaio Profilato in acciaio aL
9
Isolare termicamente l’ edificio dal terreno. Grazie alla sua elevata resistenza a compressione, trova impiego nel sottofondo per pavimento Isolare acusticamente l’ edificio, garantendo una soddisfacente insonorizzazione degli ambienti Impedisce la formazione di condensa proteggendo l’ edificio dal vapore dall interno Evitare le dispersioni termiche con il terreno
Solaio in C.A. con allegerimento in EPS
Membrana
Solaio in C.A.
5
4
sezione a -a
Scarico realizzato con tubo in pvc per la raccolta e lo stoccaggio delle acque piovane negli appositi serbatoi
raccolte delle acque piovane di scolo
13 Griglia di copertura dello scavo per la
per aerazione del vespaio
12 Bocchetta a chiusura dello scarico
300 mm
250 mm
3 mm
Costituita da una mescola di bitume distillato. Isolante termico Vespaio areato con igloo Igloo
20 mm
100 mm
Isolamento dal rumore da calpestio
Isolare e areare il pacchetto ed evitare la risalita dell’umidità Funzione principalmnte strutturalle
Protezione dall’umidità isolamento termico ed acustico 50 mm
Livellare il pacchetto per la posa dei materiali superficiali ed ospitare eventuali impianti
Pannello isolante in vetro cellulare.
Massetto in calcestruzzo
Isolamento acustico
Resistenza meccanica strutturale
Isolamento Areazione
Isolamento
Omogeneizzare il piano e livellare
Isolamento acustico
Isolamento termico Resistenza meccanica Assorbimento idrico nullo Impermeabilità al vapore
Impermeabilità
Indurimento veloce per una posa in brevi tempi
48
λ = 0,12 W/mK
Concorre al risparmio energetico grazie all’ isolamento. Concorre al risparmio energetico grazie all’ isolamento.
0
30
esploso assonometrico telaio supporto per piastrelle (1:50)
Densità: 2400 kg/m³ λ = 1,6 W/mK
Densità: 2000 kg/m³ λ = 1,4 W/mK
Concorre al risparmio energetico ed economico di manutenzione
λ = 0,048 W/mK
λ = 0,12 W/mK
Densità: 2000 kg/m³ λ = 0,12 W/mK
Densità: 2400 kg/m³ λ = 1,6 W/mK Materiali che possono entrare nella catena del riciclo alla fine dell’uso
Concorre al risparmio energetico della costruzione, evitando muffe e insalubrità all’interno.
Densità: 2000 kg/m³ λ = 0,12 W/mK
Leca non contiene, né emette, silice libera, sostanze fibrose, gas Radon o altri materiali nocivi, nemmeno in caso d’incendio
Questo modo di riscaldare gli ambienti si rivela più efficace e meno dispendioso del tradizionale termosifone
Durata media lunga. Facilità di pulitura, Degradabile, interrato si decompone in poco tempo. Scarti della produzione riutilizzati nel ciclo produttivo.
Concorre al risparmio energetico ed economico delle superficie vetrate, permettendo una miglior illuminazione e quindi salubrità dell’ambiente.
Appropriata intercapedine d’aria Permeabilità alla luce Impermeabilità all’acqua Resistenza agli urti.
Resistenza meccanica Durabilità Impermeabilità
Massa inerziale della struttura che consente il risparmio energetico.
Resistenza meccanica strutturale
ROFIX POLYDROX
Massetto
λ = 0,035 W/mK
Concorre al risparmio energetico grazie all’ isolamento Resistenza meccanica Durabilità Isolamento termico e acustico
Isolamento termico
Funzione principalmnte strutturalle
Membrana costituita da una mescola a base di bitume distillato
3 mm
Le piastrelle vengono montante in cantiere su pannelli 300mm x 300mm. Ogni 1,6m, sono necessari dei giunti di espansione larghi 2mm, poi sabbiati e equiparati cromaticamente, per mantenere una struttura superficiale uniforme
Piastrelle realizzate con materiali riciclati e alla fine della loro vita potranno essere nuovamente impiegate, o come piastrelle o come materiale vitreo
Diversa dilatazione termica dei materiali costringe ad applicare le piastrelle su reti portanti con montanti e traversi.
λ = 0,18 W/mK
λ = 0,12 W/mK Densità: 2400 kg/m³ λ = 1,6 W/mK
Isolamento
Concorre al risparmio energetico ed economico
Permette di raggiungere un livello di isolamento termico pari ad una lastra di polistirolo espanso stampato di ρ=25kg/m³ 27mm di spessore
Durante la posa del filtro, sovrapposizione di 10 cm, con risvolto sui verticali pari allo spessore del substrato
La vegetazione ha un aspetto estetico che varia a seconda delle stagioni, naturalizzando l’edificio con ambiente
ALTRE CARATTERISTICHE
Concorre al risparmio energetico grazie all’ isolamento.
Lo strato di tessuto proviene da materiale completamente riciclato e riciclabile Lo strato di tessuto proviene da materiale completamente riciclato e riciclabile
Concorre al risparmio energetico Mitigazione dell’impatto ambientale dell’edificio Regimazione idrica Talee del luogo Mitigazione dell’impatto ambientale Massa termica che riduce le escursioni termich
RAGIONI SOSTENIBILI
Resistenza meccanica strutturale
Elevato accumulo idrico grazie alla conformazione (24lt/m²) con deflusso controllato dell’acqua in eccesso verso gli scarichi
Garantisce la diffusione capillare dell’umidità
Peso ridotto, contiene fertilizzante granulare che consente crescita del sedum in tempi brevi
Scarsa manutenzione Adattabilità al clima Naturalizzazione dell edifico con ambiente ext
Leggero Isolante termico Resistente al fuoco Resistente alla compressione
Massetto in calcestruzzo
50 mm
300 mm
50 mm
REQUISITI Resistenza meccanica Durabilità
Livellare il pacchetto per la posa dei materiali superficiali ed ospitare eventuali impianti
Ridurre i rumori tra i piani Garantire una soddisfacente insonorizzazione degli ambienti Garantire il riscaldamento invernale all’interno degli ambienti
40 mm
100 mm
Conferire alle superfici di calpestio il grado di finitura e trasmettere i carichi alle strutture orizzontali.
Isolamento termico Diffusione dell’illuminazione Selezione di entrata radiazione
20 mm
200/100/10 mm
40 mm
5+5|20|10 mm
Funzione portante Tamponamento verticale della struttura
Isolare termicamente l’edificio dall’esterno ed evitare ponti termici.
Funzione estestica grazie alla riflessione delle piastrelle che accentua il contrasto tra imponenza e trasparenza del dormitorio. Protegge la struttura dagli agenti atmosferici. Realizza una parete ventilata
Funzione principalmnte strutturalle
Impermeabilizzare termicamente la copertura, evitando le dispersioni dell’involucro
Elemento prefabbricato in EPS con la triplice funzione di Protezione, Accumulo idrico e drenaggio
Geotessile che funge da filtro per le acque provenienti dal substrato. Stabilizza l’impianto radicale
Strato posato in ragione di 8cm per consentire lo sviluppo della vegetazione (sedum)
Vegetazione adattabile ad ogni condizione climatica, elevata capacità di resistenza a periodi di siccità, in grado di riprodursi e autopropagarsi in modo rapido ed autosufficiente
Membrana impermabilizzante
Solaio con allegerimento di tipo Predalles
Massetto in calcestruzzo con allegerimento in argilla espansa Laterlite LEKA
Impianto composto da tubature attraversate da acqua calda che riscalda l’intero pavimento
Pannello per isolamento dal rumore e dal calpestio
Pavimentazione in linoleum
Vetro con rivestimento a base di metalli e ossidi di metalli depositati mediante processo elettromagnetico
FUNZIONI Profilo per protezione della struttura dagli agenti atmosferici
Massetto di posa
11 Pavimentazione
Solaio in C.A.
Massetto di posa
Pacchetto riscaldamento a pavimento
Isolante acustico
10 Pavimentazione
8
a taglio termico
7 Finestra in alluminio
160/45/3 mm 200/100/10 mm
Supporto di parete in alluminio a L Profilato in acciaio aL
300 mm
6
Struttura portante in C.A. e tamponamento in Pomiblock
200/40/23 mm
2 mm
48/48/8 mm
5
Isolamento in lana di vetro Calcestruzzo armato + tamponamento
Piastrelle di vetro smaltate sul lato posteriore
Isolamento termico
Ventilazione
Profilato portante in alluminio a T
Intonaco di armatura su tessuto di fibra di vetro
Materiale di giunzione bianco
Profilo antipioggia in acciaio Inox
3 4
2 mm 300 mm
Massetto in calcestruzzo Solaio in C.A. con allegerimento in EPS
Manto impermeabile antiradice Solaio in C.A. pendenziato
80 mm
2 mm
80 mm
Base fondamentale e motore dell’intero pacchetto
Strato di filtrazione
Substrato pronto composto da materiale vulcanico e sostanze organiche
50 mm
3 mm
SPESSORE
DAKU FSD 30 SD
DAKU STABIFILTER
DAKU ROOF SOIL 2
Miscela di 7 varietà di talee di sedum
Profilo antipioggia in acciaio inox
Rivestimento cornicione in lamiera metallica Vegetazione
BREVE DESCRIZIONE
MATERIALE
MATERIALE
5
chiusura Isolare acusticamente l’ edificio, garantendo una soddisfacente insonorizzazione degli ambienti Impedisce la formazione di condensa proteggendo l’ edificio dal vapore dall interno Evitare le dispersioni termiche con il terreno
250 mm 3 mm
Costituita da una mescola di bitume distillato. Isolante termico Vespaio areato con igloo
Isolare e areare il pacchetto ed evitare la risalita dell’umidità Funzione principalmnte strutturalle
Igloo
300 mm
Membrana
Solaio in C.A. con allegerimento in EPS
FUNZIONI 7
Solaio in C.A.
50 mm SPESSORE
Vegetazione adattabile ad ogni condizione climatica, elevata capacità di resistenza a periodi di siccità, in grado di riprodursi e autopropagarsi in modo rapido ed autosufficiente
80 mm
Strato posato in ragione di 8cm per consentire lo sviluppo della vegetazione (sedum) 6
1
1
48
Miscela di 7 varietà di talee di sedum
2 mm
Impermeabilizzare termicamente la copertura, evitando le dispersioni dell’involucro Funzione principalmnte strutturalle
FUNZIONI Geotessile che funge da filtro per le acque provenienti dal substrato. Stabilizza l’impianto radicale Elemento prefabbricato in EPS con la triplice funzione di Protezione, Accumulo idrico e drenaggio 80 mm
2 mm
300 mm
1 3
1 2 3 4
5
6
7
8
8
Vegetazione
Substrato pronto composto da materiale vulcanico e sostanze organiche BREVE DESCRIZIONE
DAKU ROOF SOIL 2
Strato di filtrazione MATERIALE
DAKU STABIFILTER 2
3
DAKU FSD 30 SD
Massetto in calcestruzzo
Solaio in C.A. con allegerimento in EPS 4
Manto impermeabile antiradice
Solaio in C.A. pendenziato
Base fondamentale e motore dell’intero pacchetto
5
20 mm 6
Pavimentazione in linoleum
SPESSORE
Pavimentazione
40 mm BREVE DESCRIZIONE
1
Isolante acustico
100 mm MATERIALE
2
Pannello per isolamento dal rumore e dal calpestio
Conferire alle superfici di calpestio il grado di finitura e trasmettere i carichi alle strutture orizzontali. Ridurre i rumori tra i piani Garantire una soddisfacente insonorizzazione degli ambienti Garantire il riscaldamento invernale all’interno degli ambienti
Livellare il pacchetto per la posa dei materiali superficiali ed ospitare eventuali impianti Funzione principalmnte strutturalle
Nuovo centro servizi nato lungo l’asse stradale della piccola cittadina, di proprietà dell’immobiliare e della cassa malattia aziendale. La grande facciata monolitica è rotta da grando vetrate, lasciando apera la vista alla corte posteriore. Il contrappunto tra imponenza e trasparenza viene ampliato dai riflessi presenti nella facciata rivestita con piasterelle di vetro. La smaltatura sul lato posteriore produce un gioco cromatico iridescente dell’involucro dell’edificio che ricorda una superficie di madreperla e coferisce un’immagine dell’ambiente sfuocata e che cambia a seconda della luce.
spessore: 160 mm peso a secco / saturo d’acqua: 75 kg/m² manutenzione: 115 kg/m² impianto di irrigazione: non necessario calpestabilità: solo per manutenzione coeff. di deflusso medio annuo: 0,2
1 2 3 4 5
6
1 2 3
4
5
Pacchetto riscaldamento Impianto composto da tubature attraversate da a pavimento acqua calda che riscalda l’intero pavimento
50 mm
300 mm 3
Massetto in calcestruzzo
Solaio con allegerimento di tipo Predalles Massetto di posa
Solaio in C.A. 4
5
[rif. Atlante dei materiali, UTET - pag. 240-242]
TETTO VERDE - sistema DAKU ESTENSIVO :
- ISOLAMENTO TERMICO - RISPARMIO ENERGETICO - MITIGAZIONE IMPATTO AMBIENTALE - REGIMAZIONE IDRICA 8
Konstmuseum Vaduz, Liechtenstein Morger, Degelo e Kerez
0
progetto: CASA PER LO STUDENTE Mestre (VE) - area Via Torino, ex mercato ortofrutticolo
30
Anno Accademico 2010/2011 CORSO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE 2 prof.re VILLA ANGELO prof.re DI MARCO ROBERTO prof.ssa RIVA GIANNA
Centro servizi BASF, Ludwigshafen Almann Sattler Wappner
51
ICAR/12 tecnica COSTRUZIONI in LEGNO
Franco Laner a.a. 2010/11
Composta di due scatole lignee indipendenti che poggiano su una piattaforma, l’abitazione dispone di uno spazio centrale aperto con una zona pranzo en plein air. (superficie abitabile di 42 mq)
PIANO1
PIANO2
PROSPETTONORD
progettazione unità abitativa realizzata interamente con materiali lignei, tramite pannelli assemblabili in modo economico e rapido.
La lunga struttura continua che comprende anche una terrazza esterna, si piega e si stende formando spazi abitativi, creando anche un giardino pensile al di sopra del blocco che ospita la camera padronale. La casa poggia su di una struttura di pilotis, scelti per evitare il danneggiamento delle radici dei pini autoctoni presenti. La struttura esterna presenta due rivestimenti differenti neltipo di legno come nella cromia: all’esterno la colorazione più chiara è data dal larice (su compensato di betulla), mentre al di sotto della copertura la colorazione più scura è fornita dall’abete rosso. La scelta di caldo acero per pavimenti interni, mentre per i pavimenti esterni legno tek con fasce di iuta.
PROSPETTOSUD
SEZIONEA-A Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
53
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio scala 1:100
assonometria struttura ex mercato ortofrutticolo
(4Ø16)
3
3
3
24 30
3
4 Ø 20
4 Ø 20
M
413
Pd: 3,730 KN (Pd>>Pc)
6
10
N
15
11
21
x55
-12 TR11
30 -16 TR15
5 x5 7 30 TR6-
414
O
5
-22 TR21
16
30x5
7
x55 3 30
366
TR2-
30
27
x55
TR27
22
-28
5 30x5
P
-17 TR16
5 30x5
12
8 TR7-
3
33
5 30x5
28
9
-40 TR39
5
5
317
30x5
34
-29 TR28
23
5 30x5
30x5
-18 TR17
13
TR8-
40
-35 TR34
5 30x5
-41
B
TR40
5 30x5
5 30x5
29
-24 TR23
18
-14 TR13
9
-19
5 30x5
5
327
5 30x5
30x5
35
-30 TR29
24
TR18
14
-36 TR35
5
5 30x5
30x5
30
-25 TR24
TR
19
0 19-2
F
C
36
361
5
x55
30
539
x55 30 -37
31
26
TR36
x55
41
-25 TR24
30x5
1 30
-31
25
TR30
20
-4 TR40
5 30x5
I
5
D
327
30x5
37
5 30x5
-42 TR41
TR31
-32
L
32
5 30x5
42
-38 TR37
M
-43 TR42
38
5
317
30x5
N
43
P
F
9
55
E
831
O
46
A
39
x55 4 30
5 30x5
-3 TR33
-23 TR22
5 30x5
17
-13 TR12
8
5 30x5
H
3
Pc: 1760 KN (586KN x 3 piani)
L
392
(4Ø20)
409
I
5
2 30 TR1-
2
G
39
Area armatura: 2512 mm²
H
1
x55
C
x55 4 30 TR3-
4
0
Area pilastro: 30 x 30cm
3
G
A
B
322
D
E
41
30
24
4 Ø 16
4 Ø 18
366
38 9
30
24
4 Ø 18
4 Ø 16
incastro
3
DIMENSIONAMENTO PILASTRO:
3
mezzeria
Passo della stafatura: 140 mm
Incastro: 733 mm²
Mezzeria: 807 mm² (4Ø18)
AREA ARMATURA delle travi
Stato limite ultimo: 9,50 KN/m²
Stato limite esercizio : 7,00 KN/m²
CARICO ACCIDENTALE= 2 KN/m²
CARICO PERMANENTE = 4,97 KN/m²
ANALISI DEI CARICHI:
rapporto massimo ACQUA/CEMENTO = 0,6
CALCESTRUZZO: C 25/30 (fcd 14,11 N/mm²)
ACCIAIO: B450C (fyk 450 N/mm2; ftk 540 N/mm²)
CEMENTO: tipo 325
41
prof.re ROBERTO DI MARCO prof.ressa GIANNA RIVA
55
5
5
4
41
30
1
22
41
4
5 45
5 45
Roberto di Marco a.a. 2010/11
meccanica STRUTTURALE
5
+ 2,50
+ 5,50
+ 8,50
+ 11,50
Foraboschi a.a. 2010/11
5
55
Integrato nel laboratorio PROGETTAZIONE 2, è stata richiesta la progettazione e la verifica della struttura a telaio del nostro progetto di CO-HOUSING. Nel mio caso composto da tre blocchi abitativi, lo studio si è concentrato solo su uno di essi. PRESCRIZIONE MATERIALI
ICAR/09 progettazione STRUTTURALE
83 2
31 4
405 313
392
stemma dei Crociferi (1599)
ICAR/19 RESTAURO
Paolo Faccio a.a. 2011/12
Jacopo de’ barberi veduta prospettica di Venezia
(1500)
FOTOPIANO SUD-OVEST
FOTOPIANO SUD
geometrico+materico F19 F36 F18 degradi della facciata
F20
Cm1
CM5
FE31
0.60
FOTOPIANO EST FE32 FE37
CM6 CM7
FE33
FE34
FE35
3.05
3.05
1.30
3.05
1.48
1.55 1.16
2.19
1.95
0.17
0.98
1.96
1.49
1.87
2.24
2.85 1.46
1.81
obiettivi del corso
1.63
2.21
3.10
3.97
0.29
2.26
0.39
0.77
1.00
0.61
0.28 0.42
-Rappresentazione critica dell’architettura PROSPETTO SUD-OVEST PROSPETTO SUD -Rappresentazione dei dati materico costruttivi e delle fasi di FOTOPIANI + GEOMETRICO FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI VENEZIA corso di RESTAURO trasformazione del manufatto e MATERICO con DEGRADI ex ospizio Renier Zen PROSPETTI; CORSO di SCIENZE DELL’ARCHITETTURA chiesa dei Crociferi cenni storici dell’edificio -Rappresentazione del danneggiamento inteso come deA.A. 2011/2012 docente: Paolo Faccio studente: Federico Salvalaio grado materico e danno strutturale del manufatto collaboratori:Giulia Campanini 268888 -Intervento di restauro dell’architettura - Impiego di tecniche di conservazione dei materiali 1.86
0.71
0.87
0.80
1.92
1.74
1.86
M2 Tipo
M3 Tipo
M4 Tipo
M5 Tipo
M6 Tipo
Lt
Tipo
I1 INTONACI
Tipo
I2
Tipo
I3
Tipo
I4
Tipo
I5
Tipo
L
LEGNO
Tipo
L1 Tipo
Li
L3 Tipo
Mt Tipo
v
Tipo
Ma
Tipo
Muratura M1
Muratura M2
Muratura M3
Muratura M4
Muratura M5
PM2 Tipo
PM1
ELEMENTI LAPIDEI
ELEMENTI IN LAERIZIO
Tipo
Tipo
PV3 Tipo
Pi3 Tipo
Muratura M6
Tipo
T
Pietra d'Istria
Danno antropico
Tipo
Piastrella ceramica quadrata decorata
P4
P5
Piastrelle in ceramica (vecchie)
Intonaco I1
P6
Tipo
Piastrelle in ceramica (più recenti)
Tipo
Intonaco I2
Intonaco I3
Intonaco di sottofondo grana grossa Intocaco di finitura
Legno
P7 Tipo
P8 Tipo
P10 Tipo
P11 Tipo
P12c P12d Tipo
Legno interni
P13
Legno trave
P15
Tipo
Tipo
Elementi in metallo
In
Elementi in vetro
CS
Tipo
Tipo
Malta di Cemento
ET Tipo
malta
PVC
0.61
1.83
1.05
1.05
0.11
1.05
1.18
8.25
FE14
FE15
FE16
FE17
PROSPETTO EST SCALA 1:50
geometrico+materico degradi della facciata
f.salvalaio@stud.iuav.it
Degradazione del giunto
Degradazione superficiale
Scagliatura
Distacco
Piastrelle ceramica 3
Erosione
Piastrelle ceramica 4
Efflorescenza
Piastrelle in cotto
Esfoliazione
Piastrelle ceramica
Fessurazione
PiASTRELLE 20x20
Colatura
PiASTRELLE sul muro 5x10
Macchia
Tipo
Legno verniciato
Tipo
ML
Crosta
Piastrelle rettangolari
Tipo
Alveolizzazione
Terrazzo alla Veneziana 3
PE4
1-1
Alterazione cromatica
Marmo Rosso di Verona e Biancone
P3
FE13
Abaco tipologie di degrado
marmo davanzali
Elementi in laterizio
ELEMENTI CERAMICI
Tipo
M1
1.36
3.75
F2
PE1
Abaco delle tipologie materiche
Il tema riguarda lo studio per la realizzazione di uno spazio commerciale ed espositivo con piccola produzione di oggetti in vetro nell’Ospizio Renier Zen. Caratterizzazione materico costruttiva dell’Ospizio Renier Zen facente seguito ai due sopralluoghi. Caratterizzazione del degrado e del dissesto Definizione del progetto di conservazione e della sistemazione degli atelier all’interno dell’Ospizio Renier Zen
0.80
13.17
F1
esercitazioni-progetto richiesto
2.60
10.03
1.36
0.92
1.46 1.78
6.25 0.43
1.45
1.44
0.80
7.62
7.28
0.80
0.71
1.72
0.80 5.98
1.46
1.42 1.35
7.42
1.34
1.26
1.40
1.34
10.90
1.03
0.77
0.82
7.00
1.95
0.80
0.54
gabriel bella
il giuoco del pallone al campo dei gesuiti
2.14
1.79
1.37
0.30 0.07
canaletto, Campo dei Gesuiti
Piastrelle decorate muro quadrate (15x15)
FOTOPIANO SUD-EST Fn21
Piastrelle decorate muro (15x15)
Rigonfiamento
incannucciato
Disgregazione
Ceramica sanitari
Patina
Elemento tecnologico
Fronte di risalita
Pvc
Incrostazione
Tinteggiatura
Cm1
Fn22
Cm2
Fn23
Cm3
Fn24
Cm4
Fn25
Fn7
Fn8
Mancanza
Degradazione differenziale
Tipo
T1
Tinteggiatura (colore variabile)
Pellicola
Pellicola vegetale
LEGENDA degrado antropico causato da elementi tecnologici Presa elettrica
Interruttore
TV
TP
deposito superficiale
Antenna TV
Punto luce
Presa telefonica
Tubature
Coprifili
Fn3
PROSPETTO SUD-EST
Fn4
PE2
Fn5
Fn6
PE3
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
corso di RESTAURO
FOTOPIANI + GEOMETRICO
57
2,1
1,1
1,52
6
0,1
2
N. 1.1
0,8
3
Ts
0,1
2
stanzina 8 stanzina 7 stanzina 6
Ts
P1
E1
0,95
Ts
P2
E2
stanzina 4 stanzina 3
stanzina 2
0,17
N. 1.3
2,25
3,70
C
stanzina 5
E4
E3
N. 1.2
3,10
0,14 DIMENSIONI
3,50
DISEGNO
CAPRIATA N°1 PROSPETTO NORD
Lunghezza (cm)
P.1.1
N. 1.1
217-222
E.1.1
17-19
E.1.2
38
Giunzione nodo con incastro
Ts
Non sono presenti elementi metallici di giunzione
N.1.1
C
Ts
Giunzione nodo con semplice appoggio
H= 17
H= 12
E1
Non sono presenti elementi metallici di giunzione
N.1.2
Ts
P1 E2
E1
P1 P2
E.1.3
N. 1.2
C
E.1.4
C
H= 8
23
E2
N. 1.3
P2
P1
H= 15-17
Ts
Ts
RELAZIONI
H= 15
H= 15
73-84
C.1.1
TIPO DI GIUNZIONE
Sezione (cm)
92-102
P.1.2
H= 12
24
Ts
Giunzione nodo con semplice appoggio P1
N.1.3
E3-E4
Non sono presenti elementi metallici di giunzione
C
CAPRIATA N°1 PROSPETTO SUD 0,14
8
2,6
2
1,1
2,1
9
1,7
4
0,1
4
5 0,1
1
0,8
0,7
3,64
0,17
1,14
0,1
stanzina 9
stanzina 10
2,17 0,22
2,96
stanzina 11
0,22
stanzina 12
stanzina 13
3,4
CAPRIATA N°2 PROSPETTO NORD DIMENSIONI DISEGNO Lunghezza (cm)
P.2.1
Sezione (cm) 11,5 x 15
196
P.2.2
166
C.2.1
340
RELAZIONI
TIPO DI GIUNZIONE
10 x 18,5
N.2.1
11 x 18
MATERICO SOTTOTETTO
N.2.2
N.2.3
CAPRIATA N°2 PROSPETTO SUD 0,13
1,0
2,3
5
1
3
1,3
2,6
9
0,1
4
4
0,1
6
1,0
8
1,0
2
0,1
2
2,21
3,67
0,16
1,18
0,1
DIMENSIONI
DISEGNO
Lunghezza (cm)
185
17 x 14
I puntoni sono appoggiati uno all'altro impedendone lo scorrimento, il P3,1 subisce maggiore sollecitazione inquanto la trave di colmo T è decentrata e gravante su di esso.
16 x 15
N.3.1
472
20 x 17,5
E.3.1
88
10 x 15
E.3.2
44
P3,1
P3,2
P3,1 è appoggiato alla catena C e lo scorrimento su di essa è impedito dalla presenza di E1, che a sua volta è bloccato dalla presenza della trave T2, scaricando il carico del nodo sul baricentro del pilastro sottostante.
T1 P3,1
N.3.2
10 x 16
T
E3,3
E3,1
T2
C3 E3,2
16 x 14
E.3.3
25
E.3.4
229
14
E.3.5
227
18
N.3.3
P3,2
T7
T
colmo
P3,1
E
3,1
E3,5
C3
E
3,4
E
E
3,5
3,2
Tcolmo
P3,2 P3,1
E3,3 E3,1
T1
V13
T2 C3 E3,2
P3,2 è appoggiato alla catena C e lo scorrimento su di essa è impedito dalla presenza dai E3,4, scaricnado il carico del nodo sul pilastro sottostante.
E3,4
C3
P3,2
C3
V12
T
colmo
P3,1
T
6
E
T
3,1
V11
V14
P3,2
7
C
3
E
3,5
V15A
1,0
V9
2,2
2
8
5
1,5
2,8
P4,1
2
0,1
4
T
1 0,1
4
1,0
1 0,1
0,9
1
0,1
4
N. 4.1 P4,2 E4,2
C N. 4.2
4
N. 4.3
3
2
1
P4,1
P4,2
261
T
colmo
P4,2
P4,1
13 x 12
E1
N.4.1
P4,1
P4,2
C4
C4
E2
Pilastro Muro
393
84
13 x 14,5
E.4.2
39
9 x 14,5
E4,1
N.4.2
P4,1 è appoggiato alla catena (C) e lo scorrimento su di essa viene impedito da E1 scaricando il carico del nodo sul baricentro del pilastro sottostante
P4,1 C Pilastro
P4,2
E4,2
T
colmo
P
4,2
P
4,1
E
1
V1
7
6
5
MATERICO COPERTURA
C
4
Pilastro
SOTTOTETTO
T
colmo
P
4,1
E
2
P
4,2
C
4
C
Muro
Cn4
Dist
Pu1 Pu2
Ma
0,9
6
6
1,4
2,2
0,1
3
5
Pu1
Cr Dis
PCN1 Pu1 CNS
Er
Pu1
Pu1 AG
Cr
Col
PCN1 Pu1 Pu2 Cn2
PCN1 Pu1 CNS
Esf
Sca
Cn1 Cn2
PCN Pu AG IM
Manc
4 0,1
2
T5,2
N5,1 P5,1
P5,2
E5,2T5,3
C5
N5,2
N5,3
PCN1 Cn4 Pr1
Rig
PCN Pu AG IM
Manc
AlCr
Pu0 AG
E5,3
E5,4
DIMENSIONI DISEGNO Lunghezza (cm)
3,11
Pu1
Cr
Capriata n°5 prospetto nord
P.5.1
375
Manc
Pu1 Pu2
Ma
PCN Pu AG IM
Incr
Pu1 Pu3
Pu1
Cr
Manc
PCN Pu AG IM
Pu0 Pu1 AG
Pol
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
PCN1 Pu1 CNS
Esf
AlCr
Pu0 AG
AlCr
Pu0 AG
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Pu1 Pu2 AG
Dil
PCN1 Pu1 CN2
Dis
Er
Dis
Pu0 Pu1 Cn1 Cn2
Alv
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Pu1
Cr
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
Er
PCN1 Pu1 CNS
PCN1 Pu1 CNS
Esf
PCN Pu AG IM
Manc
Cn1 Cn2
Sca
FrontRis Ma
Pu1
Cr
Al
Pu1 Pu2 Cn1 Cn2
PCN1 Pu1 CNS
Esf
PCN1 Pu1 CNS
Esf
Cn1 Cn2
Sca
Pu1 Pu2
Pu1 AG
Pu1 AG
Col
Col
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis PCN1 Pu1 CNS
Esf
PCN Pu AG IM
Manc
PCN1 Pu1 CNS
Esf
Pu1 Pu2
Ma Pu2
N5,1 T5,1 T5,2 P5,2
T5,3
T5,4 E5,1
P5,1
190
E.5.1
20
E.5.3
C5
N5,2
E.5.4
RELAZIONI
T5,1 23 x 10
195
C.5.1
E.5.2
E5,2 N5,3
P5,2
N.5.1
Giunzione tramite semplice contatto? Forse a tenone mortasa
P5,1
T5,1 P5,2
P5,2
13 x10
16 x 15
11,5 x 16
E5,1
N.5.2
30
C5
T5,4
Giunzione tra P1 e C tramite chiodo? Anche la parete collabora a tenere in posizione su C. Tra C e E5,3 collegamento a L fissato con 4 chiodi
T5,4 P5,1
E5,4
E5,1 P5,1 C5 E5,4
16 x 29
235
16,5 x 16,5 215
T5,3
T5,2
T5,3
P5,2 E5,2
N.5.3
C5
E5,3
E5,3
Appoggio, giunzione con chiodo
E5,2
P5,2 C5 E5,3
E5,4
SEZIONE SOTTOTETTO
CAPRIATA N°5
PROSPETTO SUD
2,2
0,13
1,55 1,44
C
1
2,1
0,1
0,12
D
2
T. 6.2 N. 6.3
T. 6.3 E. 6.2
T. 6.1
P. 6.2
E. 6.1
P. 6.1
C. 1
N. 6.1
N. 6.2
Pil. 6.1
A
A
Pil. 6.2
NON RILEVABILE
PCN Pu AG IM
Manc
Ma
Pu1 Pu2
Esf
PCN1 Pu1 CNS
PCN1 Pu1 CNS
Er FrontRis
1-3
Pell
Pu0 Pu1 AG
Pol
Pu0 Pu1 AG
Pol
PCN1 Pu1 CNS
Er
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
FrontRis PCN1 Pu1 CNS
Er
PROSPETTO SUD
PCN Pu1 Pu2 AG
Effl
PCN1 Pu1 CNS
Er
B
B 0,11
CAPRIATA N°6 PROSPETTO NORD
3,05
DIMENSIONI
0,18
DISEGNO
3,23
Lunghezza
Sezione
P.6.1
191 cm
17 x 17 cm
P.6.2
191 cm
12 x 15,5 cm
TIPO DI GIUNZIONE
RELAZIONI
giunzione a dente cuneiforme
Unione resistente a compressione. P. 6.1 riceve i carichi dalle travi secondarie e scarica le tensioni su C. 6 che a sua volta scarica su Pil. 6.1 e su Pil. 6.2. E. 6.1 appoggia su P. 6.1 e ostacola lo scivolamento di T. 6.1
P 6.1 E 6.1
N. 6.3
C.6.1
437 cm
19,5 x 16 cm
E.6.1
117 cm
7 x 15,5 cm
E.6.2
34 cm
8 x 23 cm
N.6.1
C 6.1
Pl 6.1
T. 6.2 T. 6.1 P. 6.2
giunzione a cuneo
Unione resistente a compressione. P. 6.2 riceve i carichi dalle travi secondarie e scarica le tensioni su C. 6 che a sua volta scarica su Pil. 6.1 e su Pil. 6.2. E. 6.2 appoggia e scarica il carico di T. 6.3 su P. 6.2
giunzione a cuneo
Unione resistente a compressione. P. 6.1 e P.6.2 ricevono i carichi da T. 6.2 e scaricano su C. 6 che a sua volta scarica su Pil. 6.1 e su Pil. 6.2. T. 6.2 non è in corrispondenza del nodo tra P. 6.1 e P. 6.2 ma spostato su P. 6.2
E 6.2 P 6.2
T. 6.3 P. 6.1
E. 6.1
E. 6.2
C 6.1
N.6.2
Pl 6.2
C. 1
N. 6.1
N. 6.2
P 6.2
P 6.1
N.6.3
Pil. 6.1 Pil. 6.2
NON RILEVABILE
CAPRIATA N°6 PROSPETTO SUD
C
D
1,32 2,3
1,16
MATERICO CORRIDOIO
4
2,1
0,16
8
T7,1
0,1
6
T7,2
N7,1 P7,1
P7,2
PCN Pu AG IM
Manc
Manc
PCN Pu AG IM
Pol
PCN Pu1 Pu2 AG
Effl
Pu0 Pu1 AG
Pu1 Pu2
Ma
Al
Pu1 Pu2 Cn1 Cn2
2-1
studente: Federico Salvalaio 268888 - f.salvalaio@stud.iuav.it
Pu1 Pu2
Ma
Pu1 Pu2
Ma
PCN1 Pu1 CNS
Esf
P.5.2
TIPO DI GIUNZIONE
Sezione (cm) 14 x 10
3,25
0,21
TAVOLA DEGRADI + TIPOLOGIA DI INTERVENTI CONSERVATIVI; abaco degradi e abaco interventi conservativi
GEOMETRICO+MATERICO DEL PIANO TERRA, PRIMO, SOTTETTO E COPERTURA;
1,0
T5,1
1,22
PCN Pu1 CNS
Er
Rig
PCN1 Cn4 Pr1
Pu1 Pu2
Ma
PCN1 Pu1 CNS
Esf
0,13
7
1,5
1 0,1
T5,4 E5,1
V8
8
0,19
Pu1 Pu2
Ma
PCN1 Pu1 CNS
PCN1 Pu1 CNS
Esf
Er
Cn1 Cn2
Sca
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
AlCr
Pu0 AG
PCN1 Pu1 CNS
Pol Er
Pu0 Pu1 AG
Pu1 Pu2
Ma
PCN1 Pu1 CNS
P4,2 è appoggiato alla catena (C) e lo scorrimento su di essa viene impedito da E2 scaricando il carico del nodo sul muro adiacente
N.4.3
CAPRIATA N°4 PROSPETTO SUD
V2
3,7
Pu0 AG
N. 4.2
N. 4.3
V7
17,5 x 14,5
C.4.1
E.4.1
2,14
AlCr
PCN Pu AG IM
Manc
Pu1 Pu3
Incr
C
V3 C1
1,12
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
PCN1 Pu1 CNS
Esf
E4,1
E4,2
V4
V6
0,2
DeDiff
PCN1 Pu1 Pu2
Cn4
Dist
208
T P.4.2
RELAZIONI
I puntoni sono appoggiati uno all'altro impedendo lo scorrimento, il P4,1 subisce maggiore sollecitazione essendo la trave di colmo (T) decentrata e gravanteTsu di esso
15 x12
P.4.1
N. 4.1
TIPO DI GIUNZIONE
S1
Er
PCN1 Pu1 CNS
DISEGNO Sezione (cm)
3,41
Pu2
Pell
DIMENSIONI Lunghezza (cm)
SUD
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
PCN1 Pu1 Pu2
DeDiff
Pu2
Pell
PCN1 Pu1 Pu2
DeDiff
Pu1
Cr
V6A V6B V6C V6D
0,21
3,36
2,02
Pu1 Pu2
Sca
Cn1 Cn2
V5 3,11
0,04
CAPRIATA N°4 PROSPETTO NORD
1,15
Pu1 Pu2
Ma
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
Ma
Ma
DeDiff
PCN1 Pu1 CNS
Esf
PCN1 Pu1 Pu2
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
E4,1
C7
N7,3
N7,2
MURATURA E7,2
3,34
Cn1 Cn2
Pat
Cn4
Dist
Pu1 Pu2 Pu3
PCN1 Pu1 CNS
Er
PCN1 Pu1 Pu2
DeDiff
Cn1 Cn2
Sca
PCN1 Pu1 CNS
Esf
Sca
Alv
Pu0 Pu1 Cn1 Cn2
V10
V17 0,14
1,96
PCN Pu1 CNS
Er
FrontRis
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
V16
NORD
PCN1 Pu1 CNS
Esf
CAPRIATA N°3 PROSPETTO SUD
C2
1,14
Pu1
Cr
V15B
V15
Pu1 Pu2
Ma
Manc
Pu1 Pu2
corso di RESTAURO ex ospizio Renier Zen chiesa dei Crociferi
Cn1 Cn2
Sca
Cn1 Cn2
Sca
PCN Pu AG IM
FrontRis Manc Er
PCN Pu AG IM
docente: Paolo Faccio collaboratori:Giulia Campanini
189
P.3.2
C.3.1
RELAZIONI
TIPO DI GIUNZIONE
Sezione (cm)
P.3.1
3,64
PCN1 Pu1 CNS
Esf
Pu1 Pu2
PCN Pu AG IM
Manc
PROSPETTO SUD-EST
corso di RESTAURO ex ospizio Renier Zen chiesa dei Crociferi
Ma
PCN1 Pu1 CNS
Pu1
Esf
Cr
3,47
2,2
Dis
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
0,44
3,12
0,88
CAPRIATA N°3 PROSPETTO NORD
0,17
Esf
Cn1 Cn2
Sca
PCN1 Pu1 CNS
Ma
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
PCN1 Pu1 CNS
Esf
Dis
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
PCN1 Pu1 Pu2
DeDiff
Pu1 Pu2
Pu1 Pu2
Ma
CORSO di SCIENZE DELL’ARCHITETTURA
AlCr
Pu0 AG
PCN1 Pu1 Pu2
DeDiff
PCN Pu1 CNS
Er
PROSPETTO SUD-OVEST
Cn1 Cn2
Sca
AlCr
Pu0 AG
AlCr
Pu1
Cr
AlCr
Pu0 AG
Pu0 AG
PCN Pu1
Er
Pu1
Cr
A.A. 2011/2012
pulitura meccanica delle parti incoerenti + pulitura con impacco assorbente nelle parti più coese Lavaggio finale
se degrado risulta eccessivo, sostituzione (scuci - cuci) con l'impiego di mattoni nuovi dalle stesse caratteristiche fisiche, cromatiche e dimensionali di quelli in opera.
stuccatura delle fratture, fughe fenditure e mancanze a base di calce idraulica caricata con polvere dello stesso tipo di marmo/pietra sul quale si andrà ad operare, con eventuale aggiunta di piccoli pigmenti minerali al fine di ottenere un'idonea colorazione per lo strato di finitura.
ristabilimento della coesione mediante impregnazione applicato a spruzzo su tutte le superfici e puntualmente a iniezione sulla zona di distacco
INTERVENTI CONSERVATIVI:
Pu0 AG
Pu0+Pu1 Cn1+Cn2
Pu1
Pu0 AG
PCN1 Pu1+Pu2
Cn1 Cn2
Cn4
PCN Pu1 CNS
PCN Pu1 - Pu2 AG+CNS
PCN Pu1 CNS PCN Pu1 Cn4
Pu1 AG
Pu1 Pu3
PCN Pu1 AG+IM
PCN Cn4 Pr1
Punto luce
Tubature
pulitura della superificie dai depositi mediante applicazione di compresse imbevute in acqua deionizzata o soluzione di sali inorganici o carbonato di ammonoio. asportazione meccanica dei depositi solubilizzati mediante bisturi, spatole, pennelli e spazzole a setola morbida.
Antenna TV
Presa telefonica
ristabilire adesione delle parti attraverso creazione di PCN piccoli ponti in resina epossidica in pasta dal basso Pu1+Pu2 contenuto di sali, caricata con polvere dello stesso tipo di pietra su cui si va ad operare. Cn2
Pu1 Pu2 Pu3
Pu1 Pu3
PCN Pu1 Pu2
Pu2
Pu0 VE
Pu1 AS
TV
TP
DEGRADI+ tipologia di interventi CONSERVATIVI
DEGRADO
Alterazione cromatica
Alveolizzazione
Crosta
Danno antropico
Degradazione del giunto
Degradazione superficiale
Scagliatura
Distacco
Erosione
Efflorescenza
Esfoliazione
Fessurazione
Colatura
Macchia
Mancanza
Rigonfiamento
Disgregazione
Patina
Fronte di risalita
Incrostazione
Degradazione differenziale
Pellicola
Pellicola vegetale
Deposito superficiale
Presa elettrica
Interruttore
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
E7,1 MURATURA
PCN1 Cn4 Pr1
Rig Er
PCN1 Pu1 CNS
Pu1 Pu2
PCN1 Pu1 CNS
Ma
Er
Pu1 Pu2 Pu3
Pat DISEGNO
PCN1 Pu1 CNS
Cn4
Esf
Cn4
PCN Pu AG IM
339
TIPO DI GIUNZIONE
RELAZIONI
Sezione 19 x 15 T7,1
P.7.2
176
T7,1
P7,2
N.7.1
14 x 12
214
P7,2
P7,1
P7,1 C.7.1
15 x 12
N7,1 T7,1
PCN Pu AG IM
Manc
T7,2
T7,2
C7
N7,2
T7,2
P7,2
N.7.2
P7,2
P7,1
Unione a dente cuneiforme
E1
C7
SEZIONE SOTTOTETTO
P7,2 C7 E1
N7,3 P7,2 N.7.3
P7,2 C7
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
MURATURA
E7,2
E7,1
MURATURA
Appoggio semplice
E2
C
C7 E2
D
PCN Pu AG IM
Manc
Pu0 Pu1 AG
Pol
Pu2
Pell
Pu1 Pu2
Ma
FrontRis
PCN1 Pu1 CNS
Er
A
A
CAPRIATA N°7 PROSPETTO SUD 1,37
2,3
1,23
3
2,1
Pu2
Pell
0,14
8
P8,1
0,1
Pu1 Pu2
5
P8,2
B
B
E8,1
Pu0 Pu1 AG
Pu2
Pell
Pol
Ma
N8,1
1,06
FrontRis
FrontRis
Pu1
Cr
PROSPETTO EST
Pu1 Pu2
Ma
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
Manc
PCN Pu AG IM
Manc
Dist
Dist
Lunghezza (cm)
P.7.1
0,19
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
DIMENSIONI
3,18
C8
N8,3
N8,2
3,34
Pu1
Cr
PCN1 Pu1 CNS
Er
0,2
3,22
CAPRIATA N°7 PROSPETTO NORD
PCN Pu AG IM
Manc
Esf
D
PCN1 Pu1 CNS
Pu1 Pu2
Ma
Esf
PCN Pu AG IM
Manc
PCN1 Pu1 CNS
PCN1 Pu1 CNS
Er
C
2,08
CORSO di SCIENZE DELL’ARCHITETTURA
LEGENDA degrado antropico causato da elementi tecnologici
0,13
1,7 0,13
Cn4
Dist
2,9
0,29 DIMENSIONI
CAPRIATA N°8 PROSPETTO NORD
DISEGNO
3,11
Lunghezza
Pu2
Pell
Pu0 Pu1 AG
Pol
FrontRis
FrontRis
Pu1
Cr
LUNGHEZZA: 3,77 m
SEZIONE a = 19 cm b = 14 cm
P.7.2
LUNGHEZZA: 1,71 m
SEZIONE a = 25 cm b = 14 cm
C.7.1
LUNGHEZZA: 1,92 m
E.7.1
P8,2
N8,1
P8,1
LUNGHEZZA: 0,30 m
TIPO DI GIUNZIONE
RELAZIONI
Sezione
P.7.1
P8,1
P8,2
N.7.1
VINCOLO IDEALE: CERNIERA le sollecitazioni generano forze verticali taglianti
T
colmo
P
1
8,2
C
C
8
8
Trave
Pilastro
Pilastro
E8,1
N.7.2
T
P8,1
E8,2
T
colmo
P1 è appoggiato e riceve la "spinta" da E1
s1
P
8,1
C
8
E8,1
N8,3
P
8,1
E
SEZIONE a = 30 cm b = 14 cm SEZIONE a = 15 cm b = 14 cm
C8 N8,2
P8,2
Pu0 Pu1 AG
Pol
Manc
PCN Pu AG IM
Pu1
Cr
VINCOLO IDEALE: CERNIERA TIPO DI UNIONE: A DENTE CUNEIFORME
P
T
colmo
8,1
P
8,2
C
8
DEGRADI CORRIDOIO
PCN1 Pu1 CNS
Esf
FrontRis
Pu2
Pell
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
Pu1 Pu2 Pu3
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
Pat
PCN1 Pu1 CN2
Er
Pu1 Pu2 Pu3
Pat
PCN1 Pu1 CN2
Er
PCN1 Pu1 Pu2 CN2
Dis
CAPRIATA N°8 PROSPETTO SUD
Pu0 Pu1 AG
Pol Pol
Manc
PCN Pu AG IM
PCN Pu AG IM
Manc
PCN Pu AG IM
Manc
Pu0 Pu1 AG
Cn4
Dist
Cn4
Dist
Cn4
Cn4
Dist
Dist
Cn4
Dist
SCALA 1:50
N.7.3
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
59
A'
B 80 64 143 0.47
194 74 135
4.99
2.66
3.77
LABORATORIO m2 12.75
0.40
0.34
5.61
LABORATORIO INTERATTIVO_PUBBL h=2.59
97 87 142
88 87 140
0.35
D
0.29
2.11
85 73 137
2.01
CAPITELLO
4.92
0.33
1.56
100 70 143
1.56
4.93
4.88
1.46
4.87
3.82
9.78
5.84
9.06
corso di RESTAURO ex ospizio Renier Zen chiesa dei Crociferi
B
CAPPELLA DEI CROCIFERI h=6.33 115 260
3-1
PIANTA PIANO PRIMO
3-3
PROGETTO: MUSEO VETRO MURANO PIANTE 1,2,3 PIANO; SEZIONI E SOLUZIONI PROGETTUALI PER EXPO/LAB
corso di RESTAURO ex ospizio Renier Zen chiesa dei Crociferi
SCALA 1:50
A.A. 2011/2012
271
A'
CORSO di SCIENZE DELL’ARCHITETTURA
studente: Federico Salvalaio 268888 - f.salvalaio@stud.iuav.it
docente: Paolo Faccio collaboratori:Giulia Campanini
CORSO di SCIENZE DELL’ARCHITETTURA
112 260
A
B
1.53
A
A.A. 2011/2012 FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
271
A'
1.37
INSTALLAZIONI CONTEMPORANEE OSPITANO TUTTE LE NUOVE FUNZIONI COSì DA PERMETTERE CAMBI DI DESTINAZIONI IN FUTURO. CONFRONTO EFFIMERO - STORIA. CONFRONTO TEMPORANEO-IMMOBILITà
CAPPELLA DEI CROCIFERI h=6.33
GLI INTERVENTI PIù INVASIVI PER POTENZIARE LA DISTRIBUZIONE VERTICALE SONO STATI EFFETTUATI NELLE ZONE PIù DEGRADATE, CHE QUINDI OSPITANO I SERVIZI, SCALE E VANO ASCENSORE.
SCALA 1:50
PROGETTO: MUSEO VETRO MURANO PIANTE 1,2,3 PIANO; SEZIONI E SOLUZIONI PROGETTUALI PER EXPO/LAB
docente: Paolo Faccio studente: Federico Salvalaio BLOCCO CONTEMPORANEO collaboratori:Giulia CampaniniASSONOMETRIA 268888 - f.salvalaio@stud.iuav.it
IDEALE CUBO (dim. 4.oox4.00 mteri)
1
SCALA 1:50
ELEMENTO GEOMETRICO (4Mx4M)
0
4.0
Q 1.94 Q 7.71
Q 4.93
0
Q 1.92
Q 5.00
Q 1.91
Q 4.90
Q 1.41
CRIMPY F15X2_PANNELLO ACCIAIO INOX PASSAGGIO LUCE E GIOCHI LUCE
DISTORSIONE 2 SPIGOLI
Q 1.70
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI VENEZIA CORSO di SCIENZE DELL’ARCHITETTURA
corso di RESTAURO ex ospizio Renier Zen chiesa dei Crociferi
3-4
PROGETTO: MUSEO VETRO MURANO DETTAGLIO STRUTTURA ACCIAIO PARTICOLARE AX CONCEPT ESPLOSO STRUTTURA
Faccio A.A. Federico Università IUAV2011/2012 di Venezia - docente: claSA - A.A.Paolo 2011/2012 - II sessione laurea:studente: 27 Settembre 2012 -Salvalaio PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio collaboratori:Giulia Campanini 268888 - f.salvalaio@stud.iuav.it
MONTANTI ACCIAIO INOX FORMA “U” 5 CM - FISSAGGIO CON TELAIO DEI PANNELLI
Q 4.91
Q 1.93
Q 7.71
Q 4.87
Q 1.76
Q 7.71
Q 4.87
Q 1.76
3
O
RN
TE
IN
L’ CE E AL LU A EDER ANZE L AL AV ST LE INTR LLE BI EA ITà E NE RM PE IBIL LUC I SS PO HI D OC GI
SPAZIO 5cm PER ALLOGGIAMENTO SISTEMA ILLUMINAZIONE LED E ISOLAMENTO ACUSTICO
Q 4.97
DISTORSIONE 2 FACCE
4.0
Q 5.34
Q 1.45
Q 4.97
SEZ. D-D
SEZ. B-B
Q 1.39
Q 1.39
SEZ. C-C
ESPLOSO ASSONOMETRICO DEL PARTICOLARE CON SISTEMA MONTANTI E PANNELLO INTRECCIATO
2
2.80
C
0.30
3.88
LABORATORIO m2 10.28
3.79
78 143
92 93 122
0.30
4.87 2.14
4.97 3.78
3.72
4.86
0.35
0.30
139 226
43
82
5.
100 160 145
CORTE SCOPERTA ESCLUSIVA
5.00
3.64 3.81
SPAZIO ESPOSITIVO
77 90 240
90 196
89 196
3.82
9.16
0.28
4.99 4.89
LABORATORIO m2 11.64 0.95
LABORATORIO m2 9.46 3.84
0.48
0.45
3.80
3.71
LABORATORIO m2 13.41
h=2.60
82 75 144 4.93 4.00
3.89
SPAZIO ESPOSITIVO
36
5.
100 160 145
LOCALE ACCESSORIO 5.84
210 193
0.30
145 110 90
9.15
80 142
W C
1.94
3.38 0.58
18.37
1.93
LABORATORIO m2 11.84
5. 61
39 163 43
100 200 1.94
86
D
76 87 134
0.45
117 189
101 190
5.34
1.70
5. 43
3.81
8.29
CORTE SCOPERTA
8.25
0.49
SPAZIO ESPOSITIVO
h=2.52 1.93
4.31 1.77
1.65
2.97
VETRO E CON QUEST’ARTE.
SEZ. A’-A’
ESPOSIZIONE ESTERNA
3.66
LABORATORIO M2 11.60
1.92
3.60 1.92
18.27
CORRIDOIO
CORRIDOIO 1.92 1.93
3.82
5.
3.78
4.65
0.30
0.45
0.40
0.64
18.57 17
2.42
5.
87 196
0.37
03
80 146
3.80
D
0.58
0.52
94
0.66
01
6.
0.84
0.87
55 241 26
74 85 134
0.45
90 191
0.45
PIANTA PIANO TERRA
SCALA 1:50
LAVORO, ED ENTRARE IN CONTATTO COL
3.12
90 196
89 195
3.85
87 140
4.03
3.80
ATELIER emergenti m2 11.46 ATELIER emergenti m2 10.49
VICINA; PUò VEDERE DA VICINO GLI ARTISTI A
SPAZIO ESTERNO ESPOSITIVO
110
106 136
3.61
CAFE'
3.52
biglietteria SPAZIO ESPOSITIVO
0.38
1.57
18.16
1.45 3.66
UN LEGAME LINEARE CON LA CAPPELLA _QUELLA LABORATORI, DOVE IL PUBBLICO
0.37 89 195
4. 94
D
A 0.44
0.54 1.91
1.59
1.50 1.75
34 5. 1.92
3.68
3.67
82 75 144
88 81 149
1.41
5. 45
1.90
3.83
3.83
BOOKSHOP
0.34
ATELIER emergenti m2 9.80
FINESTRA MURATA
B
A 80 92 145 0.40
CAMPO DEI GESUITI
1.39 27.68
0.52
80 145
C 25
21
LUNGO IL CORRIDOIO E CHE ENFATIZZA
90
5.
_QUELLA ESPOSITIVA, CHE SI SVILUPPA
C 3.75
67
IL MUSEO SI DIVIDE IN DUE ZONE:
0.42
7.
SEZ. A-A
LABORATORI
100 250
3.82
39
11
5.
2.54 118 288
Q 1.41
0.40
3.11
Q 1.93 1.57
3.70
0.52
C
ESPOSIZIONE
87 193
70 83 116
4.65
88 200
5.
4.62
77 141
35
86 86 150
82
92
5.
0.30 3.85
82
0.43
5.
0.40
3.85
0.49
4.60
8.06
86 89 148
10
6.
0.30
5.
89 196
88 197
0.38
38
3.74
80 142
130 90
5.
4.57
50
88
92
4.57
4.59
5.
25
2.58
LABORATORI
5.
Q 4.93 4.90
0.37
80 89 150
69
Q 5.00
3.75
86
5.
3.63
5.
Q 4.97
4.88 Q 4.91
CELLE DELL’EDIFICIO CHE SI SVILUPPANO LUNGO UN CORRIDOIO CENTRALE.
0.40
67 138
81
3.40
3.85
0.43
42
0.52
4.52
3.17
5.
2.67
2.70
2.63
DELL’EDIFICIO E QUINDI IL SISTEMA DISTRIBUTIVO.
80 145
77
3.73
91
2) MANTENERE LA DIVISIONE IN
4.90 Q 4.93 Q
SOTTOPORTEGO
5.
1.00
1.00
PROGETTO: MUSEO VETRO MURANO PIANTE 1,2,3 PIANO; SEZIONI E SOLUZIONI
1) MANTENERE TRIPARTIZIONE
Q 7.71
Q 7.71
A'
nier Zen
TAURO OBIETTIVO PROGETTO DI RESTAURO:
SCALA 1:25
61
analisi PERCETTIVA di NOALE:
ICAR/21 URBANISTICA
Piergiorgio Tombolan a.a. 2010/11
- PERCORSI
Sono evidenziati i principali percorsi automobilistici che arrivano e attraversano la città assieme alla linea ferroviaria e ai percorsi principali nel centro storico. I percorsi hanno il pregio di essere facilmente distinguibili tra quelli di transito e quelli che servono le zone residenziali e di avere un assetto a “centurie” molto chiaro.
- MARGINI
I margini come i percorsi sono molto evidenti, frutto delle successive aggregazioni che hanno portato alla costituzione della Noale odierna. Per contro bisogna sottolineare come la ferrovia, uno dei margini, venga sotto-utilizzata e come le zone più periferiche è isolate rispetto al contesto centrale siano più svalutate.
- QUARTIERI
I quartieri sono abbastanza riconoscibili ad un visitatore sia per netta divisione mediante un reticolo di strade di accesso, sia per l’omogeneità degli edifici nei diversi quartieri. Positiva è la facilità di accesso nelle diverse zone anche se si evidenziano problemi del parcheggio che in aree come quella dell’ospedale o quella del centro.
- NODI
Noale si articola in uno schema concentrico dove l’unico nodo significativo è rappresentato dall’ incrocio delle due strade principali all’interno del centro. Evidenziati tutti i punti che attirano l’attenzione dell’osservazione e denotano una posizione precisa. A Noale sono il palazzo Negro in centro, la porta ovest e il parco acquatico.
analisi piano urbanistico per TOKYO Kenzo Tange
esercitazioni-progetto richiesto
Studio della città di NOALE (VE): CTRN - piante storiche; analisi GEOMORFOLOGICA (curve livello, quote, argini) analisi sistema IDROGRAFICO analisi elementi paesaggio AGRARIO (partizioni, filari, siepi) analisi sistema INSEDIATIVO (tipologie, morfologie, tessuto urbano) analisi del sistema INFRASTRUTTURALE analisi PERCETTIVA (percorsi, margini, quartieri, nodi)
GEOMORFOLOGICA IDROGRAFICA
Il territorio comunale si sviluppa all’interno di un antico dosso fluvioglaciale poco rilevato che si sviluppa tra il corso odierno del Rio Draganziolo e quello del Rio Roviego, estendendosi in direzione nord ovest-sud est e comprendendo tutto il centro abitato formatosi a nord del corso del Marzenego. Dall’analisi della struttura geomorfologica si notano numerose tracce di corsi fluviali estinti sviluppatisi, in direzione est-ovest, con particolare intensità all’interno della fascia di territorio che si estende tra il corso del Dese e quello del Rio Draganziolo. Il territorio presenta una leggera pendenza verso SE, con quote altimetriche comprese tra un massimo di 20 m s.l.m. – per le zone più settentrionali del territorio comunale – e aree con quote prossime agli 11 m s.l.m., con un andamento che ripercorre il corso delle aste fluviali. Il territorio di Noale è caratterizzato da un sistema multifalde con acquiferi ghiaiosi a varia profondità presenti nell’area (zona settentrionale del comune).
1 - Si può notare come i corsi d’acqua siano stati modificati secondo le esigenze militari per cui la cittadina di Noale è stata costruita. Attorno alle fortificazioni sono stati infatti realizzati dei fossati (di cui oggi ne rimane solo uno sottodimensionato rispetto alle funzioni originarie) che erano collegati direttamente al Marzenego. Lo stesso era navigabile e costituiva un’importante via di comunicazione tra Venezia e Noale, avamposto sul confine con Padova. 2 - Un’altro intervento umano nell’assetto idrografico di Noale è testimoniato dai canali di scolo che venivano costruiti dai contadini che coltivavano la terra fuori le mura man mano che si sottraeva territorio agricolo alla campagna. Le canalette erano e sono molto spesso le linee di confine tra le diverse proprietà.
paesaggio AGRARIO
Le zone ad uso agricolo costituiscono gran parte del territorio noalse periferico e sono di datata formazione. Sino a circa trent’anni fa diffusissima era la coltivazione delle vite e molto curate eranole rive, ovvero quelle siepi composte da diverse varietà arboree e arbustive che segnavano i campi. Particolarità dell’entroterra noalese è la scarsa presenza di siepi o cespugli per la suddivisione dei territori che vengono “rimpiazzati” da peschi e noccioli di antica data e tradizione. Altra caratteristica di antica attribuzione era la suddivisione della campagna circostante alle mura: l’extra oppidum o castello esteriore era infatti suddiviso in borghi.
INSEDIATIVO INFRASTRUTTURALE
Il sistema insediativo si suddivide in una zona storica e una contemporanea. Il nucleo storico era il centro fortificato di Novalis (che significa “terra di nuovo utilizzo”) e sorse dopo il 1000 come avamposto militare di Treviso, poco lontano dal confine, rappresentato dal fiume Musone, con la rivale Padova. I molti reperti archeologici recuperati, tuttavia, testimoniano che la civiltà era presente nel territorio già in epoca preromana e romana. A conferma di ciò la disposizione di strade e fossati che ricalca la regolarità della centuriazione. I quartieri nuovi si sono sviluppati attorno al nucleo esistente, prendendo come riferimento la zona dell’ospedale e la ferrovia.
Il sistema infrastrutturale su gomma si basa sostanzialmente su una croce di strade: SR 515 che collega Treviso a Padova e via Mestrina che porta a Mestre e Venezia. Attorno all’incrocio delle due vie si sviluppa il centro e si diramano levie minori, quasi tutte ortogonali tra loro, che componevano il primo reticolo insediativo. Man mano si sono sviluppate vie destinate alle nuove zone residenziali che corrono parallele alle due principali strade e sono collegate da piccole strade a senso unico. L’altra infrastruttura significativa è la ferrovia che passa creando un margine della città assieme all’ospedale. La stazione di Noale è sulla linae Bassano-Venezia, è una linea principalmente utilizzata dai pendolari anche se non è molto sviluppata e inglobata nel sistema città.
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
63
ICAR/21 laboratorio PROGETT.NE URBANISTICA
Paola Viganò a.a. 2011/12
Quindi con sistemi come barriere boscate, filari e masse arboree. Il titolo del nostro progetto, PUNTO_LINEA_MASSA nasce proprio dalla necessità di riprendere tale grammatica progettuale, con interventi che si concentrano lungo direttrici preferenziali, come le strade regionali che attraversano il territorio e il sistema di acque composto da canali e scoline, che con un programma di rimboscamento permetta l’aumento di volume di masse verdi nel breve e lungo periodo. I temi del progetto che si affrontano sono due: la direttrice lungo via Noalese, attraverso il paese di Cappella, che nell’analisi dei dross sparsi sul territorio è quella che presenta la maggior varietà e completezza; le aste fluviali e le oasi presenti sul territorio.
ri-ciclare city: DROSS
Studio de PASSANTE di Mestre nella zona di Mogliano V.to L’area scelta per il nostro progetto di riciclo della città è quella interessata dal nuovo Passante di Mestre. L’analisi parte dallo studio del Passante Verde, e sui punti di forza e le debolezze dello stesso. Il piano si presenta complesso e articolato, e cerca di inglobare la fessura che il passante ha creato nel territorio e nelle relazione tra i vari paesi.
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
65
TALLUM ICAR/18 storia ARCHITETTURA CONTEMPORANEA
Asplund e Lewerentz chiamarono il loro ingresso “Tallum”. Più che un nome, è un insieme di riferimenti e suggesitoni. Non solo è implicata la foresta, ma è anche un gioco di parole, tall significa pino, ma si riferisce ad uno dei caratteristici palazzi del romanticismo nazionale svedese: la villa Tallom a Stocksund, di Lars Israel Wahlman. Ultimo riferimento è alla sillabazione latina che guarda al classicismo nello stesso modo in cui i due architetti nel loro Woodland Cemetery cercano un ritorno al nazionalismo svedese.
Maria Bonaiti a.a. 2010/11
WOODLAND CREMATORIUM
approfondimento: Skogskyrkogården
Skogskyrkogården è il più grande cimitero svedese e ospita circa 100.000 tombe. La struttura comprende un impianto crematorio, cinque cappelle e uno spazio cerimoniale all’aperto. Ogni anno, nel cimitero hanno luogo circa 3.000 cerimonie funebri. »La natura nordica è stata la forza creatrice del progetto«
L’edificio di Asplund riesce a raggiungere un tal successo internazionale grazie alla potenza che riesce a trasmettere, mescolata allo stesso tempo al senso di inquietudine e di devoto rispetto dovuto alla subordinazione prodotta dall’immensità del paesaggio. Se però le facciate esterne risultano così ben distinte da forma geometriche e angoli, non è così all’interno delle corti o delle cappelle. Probabilmente in questa dissonanza si coglie la volontà di separare i due mondi, trasformando gli angoli in rotondità. I muri e i soffitti corrono dolcemente gli uni negli altri senza denunciare intersezioni tra le superfici, i pilastri rettangolari della corte esterna vengono assorbiti negli angoli, e l’architettura passa dalla dimensione magnificente a una molto più intima. Questa intimità è molto pronunciata nelle sale d’attesa e nelle corti d’ingresso alle cappelle, nelle quali chi è in lutto possa aspettare l’inizio del rito funebre. Le corti sono silenziose e chiuse, ma non verso l’interno: una finestra all’interno del muro si apre verso la meravigliosa vista. Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
67
WOODLAND CHAPEL
RESURRECTION CHAPEL
A causa delle ristrettezze economiche legate al tempo di guerra, Asplund propose un progetto con una piccola chiesetta dalle dimensioni di 9x11 metri, presentandosi come uno spazio quasi quadrato. Pensato per circa trenta persone sedute, tutto però coperto da una grande cupola – in cima alla quale trova posto un’apertura che illumina tutta la chiesa. La cupola è sostenuta da una serie di colonne disposte ad anello, con un altare al centro della sala. L’esterno della cappella è totalmente dominata da un tetto alto e fortemente inclinato. La forma piramidale del tetto è sostenuta da una profonda hall con colonne tuscaniche di legno molto semplici. Il tetto e la base si incontrano senza intermediari in un angolo di 90 gradi accentuando in modo esponenziale la forma piramidale del tetto. In aperto contrasto al tetto scuro si contrappongono le murature bianche e il vestibolo delle venti (come gli apostoli) colonne di legno bianche. L’uniformità della superficie muraria bianca è il più possibile tenuta vuota dalle finestre. Non ne sono presenti infatti, tranne poche aperture e una fessura che consente di far entrare la luce per l’organista. Così descriveva il suo progetto Asplund: “Penso esistano due tipologie di semplicità, una è la mancanza di immaginazione, l’altra la padronanza di immaginazione – qui l’immaginazione rifulge attraverso tutto, ma sempre nella maniera di mostrarci l’arte dell’immaginazione”. La cappella è inserita all’interno della foresta senza distrurbarla. Gli alberi crescono proprio davanti al vestibolo e le chiome svettano oltre il tetto. Esplicita la subordinazione della chiesetta alla foresta e alla natura, in modo tale che gli alberi stessi offrano una sensazione di protezione.
Nel Giugno del 1921, Asplund e Lewerentz furono commissionati di presentare una proposta per una chiesa per circa un centinaio di persone, doveva avere una stanza per gli ecclesiastici, e un mortuario sopra terra. La forza dietro il monumentalismo delle loro opere è la simmetria nascosta all’interno del progetto. Nei suoi disegni, Lewerentz ci mostra che l’asse diagonale dell’ingresso può essere rivolta all’interno del sito della cappella. La costruzione comincia nel Gennaio 1925; la Cappella della Risurrezione, è un corpo di fabbrica alto e quadrangolare, di mattoni e calcestruzzo con la superficie muraria tinta di un colore giallo-arancione. Nel senso di chiuso delle tamponature esterne, non c’è però niente che trasmetta un senso di peso o materialità: è come se la cappella si trovasse temporaneamente, senza aver radicamenti col terreno. La plasticità della facciata giallo-arancione offre un eccezionale effetto estetico, rotto solo da piccole e rade finestrature. Nessun elemento costruttivo interrompe questo senso di leggerezza espresso dai prospetti, nessun elemento mostra la tensione tra le murature e il tetto, il tetto stesso sembra privo di ogni peso. Nulla qui di tridimensionale proietta un’ombra sulle superfici, cosicché lo spettatore non possa cogliere la vera dimensione della costruzione. Ma opposta a tutta questa leggerezza l’architetto ha sistemato in forte contrasto un portico con enormi colonne, nulla di più materiale e pesante. L’effetto è senza dubbio molto suggestivo. Il ritmo architettonico della costruzione è basato sulla stessa interpretazione della natura del dolore. L’architettura deve accompagnare le persone dalla scura solennità della cerimonia alla fulgente riconciliazione; una consegna verso la libertà, la natura che si ricrea secondo uno schema ciclico.
“C’è un’implicita connessione tra l’ultimo saluto, il paesaggio ‘biblico’, e il sentimento verso la natura. Uno spirito al quale a volte è stato dato il nome di vitalismo, dove il regno della morte è simbolicamente il mare oltre il tramonto, mentre la vita germoglia ancora sulla terra.“
Università IUAV di Venezia - claSA - A.A. 2011/2012 - II sessione laurea: 27 Settembre 2012 - PORTOFOLIO LAUREA - Federico Salvalaio
69