Un'architettura nel paesaggio tra la città e la "Timpa". Un esperimento di ri/composizione urbana.

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Università degli studi di Catania / Facoltà di Architettura di Siracusa / aa 2007-2008 Prof. Fabio Ghersi, Relatore / Prof. Stefano Munarin, Correlatore / Salvatore Pappalardo, Allievo - matricola 242-800290

Siracusa 25 ottobre 2008

Tesi di“ laurea Acireale: un'architettura nel paesaggio tra la città e la Timpa Un esperimento di ri/composizione urbana



Non sono niente Non sarò mai niente Non posso volere d’esser niente A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo (Fernando Pessoa, 1988)

ai miei genitori


UniversitĂ degli Studi di Catania FacoltĂ di Architettura di Siracusa anno accademico

2007-2008

Tesi di laurea in

Composizione Urbana

Prof. Fabio Ghersi Relatore

Prof. Stefano Munarin Correlatore

Salvatore Pappalardo Allievo - matricola 242-800290

Siracusa 25 ottobre 2008


Acireale: un’architettura nel paesaggio tra la città e la “Timpa” Un esperimento di ri/composizione urbana


Sono debitore nei confronti di molte persone. Senza i commenti, le critiche, il sostegno ed il loro aiuto questa tesi non sarrebbe stata possibile. Quindi sperando di non dimenticare nessuno ringrazio: Francesco Giunta, Massimo D’Aiello, Santo Parisi, Camillo Licciardello, Giuseppe Patanè, Salvo Mezzasalma, Rosario Rapisarda, Alberto Lacagnina, Chiara Russo, Giada Daniele, Giovanni Sciuto, Pippo Lo CastroGiuseppe Giuffrida, Marco Punturo, Eliana Cavallaro, Stefano Di Bella, Fabrizio Privitera, Orazio Pavone, Sebastian Carlo Greco. Un ringraziamento particolare va al Prof. Fabio Ghersi ed al Prof. Stefano Munarin, che con il loro lavoro e la loro amicizia hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione.


indice

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Introduzione. La trama di una storia semplice

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Innesti . Riflessioni sulla cittĂ contemporanea

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Esplorazione delle tracce e della struttura del territorio Appunti sull’evoluzione urbana Rielaborazione del rilievo

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Prefigurazione di uno degli scenari possibili. Il di/segno urbano Processo di elaborazione, ri/composizione e verifica

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Un architettura nel paesaggio. Le infrastrutture, la residenza ed i servizi in un contesto insolito

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Bibliografia Appendice

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L’ Architettura è una storia semplice, specialmente se si è in grado di seguirne la trama. O, meglio ancora, di scriverla. (Aaron Betsky, 2004)

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Introduzione. La trama di una storia semplice

Questa tesi di laurea si propone principalmente due scopi. Il primo è quello di ricomporre il rapporto tra lo spazio urbano della città di Acireale e lo spazio naturale che definisce il suo margine. Tale rapporto sembra infatti stravolto dalla barbara cesura determinata dalle infrastrutture che attraversano questo territorio. Il secondo è quello di praticare un esercizio/esperimento compositivo che, attraverso un processo di esplorazione, prefigurazione e verifica, riesca a rielaborare unitariamente lo spazio urbano, estendendo l’intervento architettonico ad una scala progettuale che coinvolga anche le componenti paesaggistiche e territoriali.

Riguardo al primo scopo. L’ingegnerizzazione del territorio che, a partire dal secolo scorso, continua a modificare la struttura e l’uso di molti territori, ha molto spesso determinato condizioni urbane indefinite. Se da un lato infatti il crescente livello di infrastrutturazione del territorio ha restituito condizioni d’uso molto più agevoli, dall’altro ha generato spazi in assenza di statuto, luoghi indecisi situati ai margini delle infrastrutture, a ridosso dei contesti urbani. È chiaro come queste condizioni aprano questioni ancora oggi molto rilevanti e irrisolte. Gli spazi ibridi tra tessuto urbano e infrastrutture costituiscono luoghi progettuali da riattivare,

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residui di naturalità che resistono alle trasformazione e dentro i quali il progetto di architettura può ancora insinuarsi. Entrando nel merito delle questioni che riguardano più da vicino questa tesi, potremmo dire che la struttura urbana di Acireale ha subito notevoli processi di disgregazione dovuti all’irrompere di alcuni elementi prodotti dall’era moderna. La città compatta e la balza rocciosa della “Timpa” vivono oggi una condizione di profonda rottura causata dalla linea ferrata e dalla strada statale che oggi li dividono. Questa ferita provocata dall’era moderna ha diviso il territorio in due sistemi diffe renti,discontinui,per molti versi insoliti. Un carattere duale che viene rimarcato con più forza anche dalle peculiarità orografiche di questo territorio; la “Timpa” definisce infatti condizioni geografiche del tutto eterogenee, stabilisce un “sopra” e un “sotto” urbano, un “dentro” e un “fuori” la città, costruisce uno scenario paesaggistico marginale ma allo stesso tempo di confine tra natura e città compatta. Queste brevi considerazioni hanno aperto le nostre riflessioni a numerosi interrogativi e paradigmi che hanno costituito lo sfondo teorico dei nostri ragionamenti progettuali. È possibile ricomporre una continuità spaziale tra una condizione fortemente urbanizzata ed una naturale? È possibile intervenire agendo su un sistema in cui grava con forza il peso ed il ruolo assunto negli anni dalle infrastrutture? È possibile ridefinire nuove relazioni (fisiche e percettive) tra la città di Acireale e il mare che la lambisce?

Riguardo al secondo scopo Agire in un contesto urbano preciso e storicamente determinato, implica sicuramente un indagine approfondita sulla grammatica e sulla sintassi della città, intesa in questo caso come testo urbano da decifrare. In questo senso immaginare nuovi

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segni in grado di interpretare e riscrivere il testo, costituisce un’azione eccitante ma al tempo stesso terrorizzante. Questa inquietudine ha portato a concentrare la nostra ricerca su una dialettica in grado di attribuire al progetto un ruolo rilevante in quanto processo di costruzione, in quanto sequenza di operazioni compositive, e non in quanto prodotto, risultato concluso e finale. Questa riflessione ci ha spinto ad intraprendere un esperimento che pone alla base del suo ragionamento la volontà di strutturare delle regole compositive e di costruire un modello processuale oggettivo in quanto formalmente riferito ad elementi e regole riconosciute nella struttura del territorio e della città; allo stesso tempo queste regole vogliono rispondere adeguatamente alle necessità retorico-pratiche proprie di un progetto di architettura. Con questi presupposti la ricerca ha preso sempre di più le forme di un esperimento, il quale costruisce dogmi attraverso più tentativi. Nel nostro caso un esperimento che ha tentato di elaborare l’utopia possibile di un progetto che può ma non sarà mai realizzato.

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[...] Continuità non è sinonimo di conservazione. Affermare il valore della continuità è riconoscere il ruolo dll’inerzia delle cose e delle idee nella costruzione delle identità. (Jean Paul Sartre, 1936)

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Innesti . Riflessioni sulla città contemporanea.

L’inserimento di un corpo estraneo all’interno di un contesto preciso e storicamente determinato costituisce , in qualsiasi campo di applicazione, un’operazione sempre rischiosa e delicata. Se pensiamo alla medicina, ad esempio, le operazioni più lunghe e complicate sono quelle nelle quali elementi estranei vengono inseriti nel corpo di un malato; a complicare ulteriormente la faccenda vi è la possibilità che si verifichino ulteriori e preoccupanti complicazioni dovute ad un eventuale futuro rigetto del corpo. Allo stesso modo in architettura, o meglio nelle operazioni di architettura, aggiungere elementi nuovi a corpi urbani un po’ malati è sempre un atto complicato, che rischia di essere troppo invasivo o radicale e persino di generare rigetto. Sia beninteso, con questo non vorrei certo paragonare le operazioni chirurgiche ad operazioni di architettura; ma di certo una trasversale concettualizzazione del gesto (quello di innestare) è possibile riconoscerla in entrambe le discipline. Certo il corpo umano cresce e ad ogni livello temporale si conoscono i rischi, le controindicazioni, le possibili variabili generate dall’unicità del soggetto; e se vogliamo continuare con questo parallelismo corpo umano – corpo urbano, anche la città acquisisce caratteri unici, patologie uniche, potremmo dire che mentre ogni città nel tempo si trasforma e diventa contesto, il corpo umano, ahimè, semplicemente invecchia (ma questa è un’altra storia). Si potrebbe dire che una città diventa contesto perché si autocostruisce, col tempo, negli anni, senza precise regole se non

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quelle di imprecise ed imprecisate trasformazioni. Questi aspetti, di autocomposizione appunto, assumono caratteristiche ancora più marcate in quei luoghi in cui le pratiche sociali si sovrappongono o si intersecano nello stesso spazio, in quei paesaggi che qualcuno chiamerebbe ibridi. La città contemporanea si fonda, il più delle volte, su quest’abbondanza di giustapposizioni, di funzioni, di materiali urbani, di accumuli di culture e società diverse. Senza la pretesa di trovare necessariamente chiavi di lettura innovative o più intelligenti di quelle formulate fino ad oggi; sembrerebbe che tanto più la matrice storica delle città è lontana nel tempo tanto più i paesaggi urbani diventano complessi e quindi di difficile lettura o interpretazione. Le questioni legate ai centri storici, ad esempio, presentano oggi delle letture complicate nel momento in cui inducono a riflettere sulle ragioni del loro diventare contemporanee e quindi luoghi del nuovo abitare. Molto spesso ci si imbatte, all’interno dei tessuti storici, nella trasposizione funzionale ed in parecchi casi anche formale di spazi, di edifici (di contesti appunto) che oggi sono diventati altra cosa rispetto alla loro natura, potremmo dire banalmente rispetto alla funzione per le quali erano nati. Ecco ciò che rende un centro storico uno spazio della nuova modernità, proprio questa bontà di adattamento dei luoghi e delle cose, questo palinsesto sociale e funzionale generato da continue aggiunte, aggregazioni e trasformazioni. Spesse volte all’interno dei dibattiti sulla città contemporanea ci si interroga sulla bellezza delle città. Quando una città è bella?, e forse oggi potremmo aggiungere: Quando un progetto è bello? Naturalmente molti diranno che la bellezza è rappresentata dall’accezione estetica, dalla capacità di una città di mostrare ricchezza, di ostentare virtù formali attraverso l’arte e l’architettura. Quasi sempre si è indotti a pensare che l’idea di bellezza e quindi di forma sia separata da quella della sostanza.

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Ad esempio se pensiamo a gran parte dei progetti recenti (di architettura intendo) nella nostra mente si stampano immagini di opere belle, con una bella forma. Se pensiamo ad una città invece quasi mai l’immagine generata dal nostro pensiero è un’immagine nitida: un monumento, una piazza o chissà quale bellezza architettonica. L’immagine della città contemporanea è sempre sfocata, complicata, aggredita dai frastuoni urbani. Se allora il nostro pensiero sulla bellezza sintetizza immagini di città complesse e stratificate potremmo dire che proprio nell’accumulo formale e sostanziale risiede la bellezza! Molto spesso un bel progetto non è bello da vivere, e quasi sempre questo progetto non rappresenta un innesto ma semplicemente un accostamento all’esistente. Mettere le mani nella città contemporanea significa oggi misurarsi con fatti e contesti esistenti; operazioni di innesto sembrano oggi più sostenibili rispetto all’aggiunta di nuovi elementi, rispetto alla conquista di nuovi suoli suburbani, rispetto allo spreco di altro territorio. Un’operazione di INNESTO nella città storica vorrebbe significare: - il tentativo di recuperare un linguaggio in chiave contemporanea - una esplorazione che grazie al progetto di architettura sia in grado di svelare le potenzialità dei luoghi - un’ulteriore stratificazione progettuale che tenti, ancora una volta, ed in maniera volutamente pretenziosa, di superare la storia! Ai posteri l’ardua sentenza su questo attuale giudizio architettonico!

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“Innesto”: operazione consistente nel far concrescere sopra una pianta (detta portainnesto) un’altra pianta (detta nesto) di specie o varietà diversa, in modo da ottenere un solo individuo, il cui concrescimento avviene per la formazione di nuove cellule che fanno aderire le due parti; si ottiene generalmente per ottenere parti più pregiati di frutti. – In biologia e medicina, trapianto chirurgico di lembi di tessuto da una parte all’altra dell’organismo generalmente della stessa specie. – Inserzione di un nuovo elemento in un complesso eterogeneo (de innestare). Questa definizione è tratta dal Dizionario della lingua italiana Devoto-Oli. Alcuni spunti utili alla stesura di questo breviario di “appunti” sulla città contemporanea scaturiscono dalle numerose discussioni avvenute nel corso di questo ultimo periodo con persone che masticano l’architettura come i ruminanti fanno con l’erba: lentamente, per bene; forse per noia o forse per capire o digerire meglio! M. Zardini (2002), Paesaggi Ibridi, Skira.

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[...] Il lavoro dell’architetto diviene pertanto quello del detective, che cerca di ristabilire antiche e vitali corrispondenze, traumaticamente cancellate e appena percettibili. (Alvaro Siza Viera, 1998)

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Esplorazione delle tracce e della struttura del territorio

L’esplorazione del territorio di Acireale è passata attraverso la costruzione di sistemi descrittivi in grado di riconoscere nuove relazioni tra tutti gli elementi che producono territorio. Il processo di rilievo diventa, nel nostro caso, un fondamentale strumento di conoscenza in grado di gettare sguardi attenti nei confronti della realtà ed in grado di mettere in atto una interpretazione soggettiva e ordinata delle cose che si osservano. «Rilevare costituisce ovviamente, come ogni forma di conoscenza, una interpretazione della realtà, una sistematica selezione di oggetti, fenomeni e pratiche che in quel preciso momento ci interessa osservare e rappresentare, che consideriamo pertinenti». (Munarin, Tosi, 2002) Il rilievo ha riconosciuto alcune tracce del territorio quali oggetti-soggetti di ricerca, divenuti pretesti di lettura, oggetti pertinenti attraverso i quali è stato possibile definire le condizioni più complesse di questo territorio. Allo stesso tempo (come fanno i detective) abbiamo gettato sguardi attenti nei confronti della realtà alla ricerca di tracce, di indizi, indispensabili per il nostro tentativo di riconoscere relazioni, stabilire connessioni. Sguardi che hanno puntato dall’alto verso carte topografiche intense e ricche di segni, che hanno interpretato attraverso il ricalco selettivo degli elementi, che hanno creato personali carte di sintesi, più asciutte, meno segnate, ma allo stesso tempo complesse e piene di regole. Sguardi ad altezza d’uomo, del camminare, dell’attraversare, del sentire, del riconoscimento e della suggestione diretta e immediata.

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Lettura interpretativa del territorio Sud-orientale etneo. Elaborazione automatica dalle carte I.G.M. 1/25000 del 1968 e C.T.R. 1/10000 del 1998.

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Elaborazione di scomposizione


Elaborazione di ri/composizione


Sezioni altimetriche Montaggio, del rilievo fotografico eseguito dal mare

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Ortofotogrammetria alla scalla 1/5000. In evidenza l’area d’intervento.

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Appunti sull’evoluzione urbana

Pensare alla storia è un modo di pensare il tempo, di ri/costruirlo cercando il senso del suo fluire. (Secchi Bernardo, presentazione del libro La città del ventesimo secolo, Siracusa 3 marzo 2006)

Le forme del paesaggio rappresentano la straordinaria manifestazione di un palinsesto territoriale ricco di elementi. Ogni forma dello spazio racchiude in sé delle strutture complesse, ognuna delle quali ha una sua storia, esprime una propria temporalità. Potremmo dire dunque che la condizione temporale di ognuna di queste strutture è una connotazioni non separabile dalla forma visibile del paesaggio che noi oggi percepiamo. Ogni elemento del paesaggio, seppur rilevabile in un contesto attuale, porta con sé un processo che lo colloca all’interno dello spazio.

Proponiamo adesso una lettura delle diverse fasi della storia di Acireale che non è volta ad attribuire il primato ad un particolare periodo storico piuttosto che ad un altro (Corboz 1985). Scavare nella storia implica una selezione ragionata di ciò che si trova, implica il riconoscimento critico di alcune regole che mettono in relazioni gli oggetti depositati nel tempo.

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Cronologia storica essenziale _208 a.C. tracciamento della via Valeria (Strada Consolare Romana) che attraversava il territorio acese, con la presenza della cosiddetta “mansio”. _396 a.C. eruzione che stravolse il territorio acese. _VII sec. a.C. , secondo lo storico Diodoro Siculo fu fondata dai Greci con il nome di Xiphonia nell’attuale territorio occupato dal comune di Acicastello. Alcuni rinvenimenti archeologici si trovano nelle Terme di S. Venera al pozzo. _902 d.C. inizio della dominazione araba. _1092 inizio della dominazione Svevo - Normanna. _1169 terremoto ed eruzione dell’etna, conseguente formazione delle diverse borgate delle Aci tra cui Aquilia Vetere (Acireale) nella zona detta della Gazzena - Anzalone. _1326-1329 dopo l’incursione di Roberto I di Napoli e delle truppe Angioine e la violenta eruzione dell’etna, ci fu la fondazione di Aquilia Nova (zona gravitante attorno p.zza Duomo), in un territorio più a nord della vecchia Aquilia Vetere. _1466 la peste che colpi ampi territori della Sicilia orientale, risparmiò in parte Aquilia nuova che si rafforzò con l’afflusso di nuove popolazioni dai territori limitrofi. _1528 fu eletta, da Carlo V, a Comune libero dal dominio baronale. _1587 realizzazione di un antico percorso denominato “ strada della marina “, (noto attualmente come “chiazzette”), atto a collegare Acireale al mare, con la borgata S. Maria la Scala. Sono costituite da sette rampe alcune delle quali sono impostate su archi in pietra lavica sul costone della Timpa. Durante il periodo Spagnolo vennero utilizzate dai reparti militari a protezione della città dalle incursioni nemiche dal mare. In prossimità della seconda rampa fu costruita una fortezza denominata “tocco” , la quale costituisce una delle maggiori attrazioni turistiche della riviera jonica per lo splendido panorama.

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_alla fine del XVI secolo, risalgono le realizzazioni di alcune importanti opere di fortificazione del litorale, fra cui la Torre Alessandrano, la torre quadrata di Sant’Anna a Capo Mulini (1585), la garitta di S. Tecla e la “Fortezza del Bastione del Tocco”, sulla Timpa di Santa Maria La Scala (1592-1616). La fortezza del Tocco venne progettata dall’ing. Camillo Camilliani (in seguito vi partecipò l’ing. acese Vincenzo Geremia -detto porcellana- cui si deve nel 1674 l’aggiunta di un cannoncino portatile). Opere queste, rese necessarie dall’intensificarsi delle scorrerie turche dopo la battaglia di Lepanto. _fine ‘500, inizi ‘600, realizzazione delle strutture conventuali degli ordini mendicanti: Francescani; Cappuccini; Carmelitani. _1610 - 20, Taglio di via Cavour. _1615, “La fiera Franca” viene svolta nel centro cittadino, P zza del Mercato (Duomo). _1640, Taglio di via Galatea e delle perpendicolari via Angelo Raffaele, Romeo (ex via delle Maestranze), Marzulli; Sistemazione della via S. Martino e dei Corsi, Savoia (ex via Carolina) e Umberto I (ex via dell’Indirizzo). _1642, fu eletta (da Filippo III di Spagna) a città demaniale. _1652, Censimento dal quale si rileva la presenza di 6 quartieri urbani: (Annunziata, S. Michele, S. Giuseppe, Gesù e Maria, S. Vito -via currò-, S. Rocco) e 5 suburbani (Platani, S. Caterina, S. Giovanni, S. Francesco di Paola, Pizzuni). _1659, si avviano i lavori per la costruzione del Palazzo Comunale. _1676, Costruzione di porta Gusmana e del forte, nei pressi della chiesa di S. Rocco (si suppone che non ci sia stata una vera e propria cinta muraria, vista la presenza dei casali che rappresentava già un elemento di controllo del territorio). _1693, Terremoto che distrusse il 60% del patrimonio edilizio. _1714, Rivelo (Censimento) dal quale si rileva la presenza di 21 quartieri urbani (attorno le principali chiese urbane) 6 periferici (Suffragio, Calanna, Sorbello, Scavo, porta Messina) e 2 suburbani (Platani, S.Caterina). _1811, prolungamento e rettifica di Corso Savoia, Corso Umberto, via Principe Amedeo. _1818. Terremoto che non porto gravi danni al patrimonio edilizio della città.

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_1819, Dissidi con Catania a causa di un prolungato ritardo nella apertura del tratto acese della strada litoranea di collegamento con Messina. _1835, la concessione di un porto a Capo Mulini fu rifiutata a vantaggio del porto di Catania _1837, taglio di via Nazionale. _1838, fine dei lavori della via litoranea. _1848, realizzazione della Villa Belvedere e della Biblioteca e Pinacoteca Zelantea. _1860, trasformazione delle strade Romeo e Vittorio Emanuele (via Ferdinandea), da gradonate a carrabili. _1866 arrivò il primo treno, costruzione della stazione. _1868, la torre di S. Anna a Capomulini viene convertita in faro. _1870, inaugurazione del Teatro Bellini. _1873, apre lo stabilimento termale S. Venera e si inaugura l’annesso Grand Hotel des Bains. _1908, Terremoto di Messina. _1915, Acireale veniva collegata con Catania attraverso una linea tranviaria. _14 novembre 1941, bombardamento alleato che provocò morti e distruzione. _1960, realizzazione della s.s. 114. _1970-80, espansione del tessuto urbano nelle aree limitrofe al centro cittadino. _1981, ampliamento e modifica del tracciato ferroviario. _14 marzo 1984, istituzione della riserva naturale orientata della Timpa di Acireale. _1987, viene inaugurato lo stabilimento termale di S. Caterina.

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Rielaborazione del rilievo

La lettura del testo urbano tramite la cartografia e l’indagine storica delle dinamiche che ne hanno determinato la forma, rappresenta una fase fondamentale nel tentativo di rintracciare le relazioni esistenti tra i diversi elementi urbani e tra questi e le pratiche sociali. Ognuno di essi lascia, come eco del suo essere, una traccia, un segno del passato, pronta a diventare qualcosa di altro, ad ingranare in una fase successiva, a creare i presupposti per future evoluzioni. La nostra base di partenza diventa una lettura geografica che sottende la volontà di riconoscere sia le più brevi fasi temporali che i più salienti e significativi momenti di cambiamento dell’organizzazione territoriale, ad esempio, il mutare dei rapporti città-mare o le trasformazioni delle forme di utilizzazione del suolo. In altri termini, dal grado di utilizzazione pratica e quotidiana del paesaggio si è passati ad una rielaborazione del rilievo, in cui sono stati messi a fuoco ed intrecciati sia i più generali sistemi fruizionali (riferiti cioè agli usi) e sia le più minute tracce depositate dalla storia (riferiti cioè alla forma).

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Analogamente a quanto avviene in ogni altra Arte, i principi dell’Architettura si fondano sulla pura natura, nei cui processi si trovano chiaramente impresse le sue regole. (Marc Antoine Laugier, 1753)

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Masterplan. Prefigurazione progettuale nel paesaggio di Acireale Prospetto est dell’intervento

Prefigurazione di uno degli scenari possibili. Il di/segno urbano

Il progetto cerca di offrire una scena urbana multiforme prodotta dalla complementarietà tra diverse scale d’intervento (oggetto-contesto-paesaggio). Un progetto che cerca di raccogliere i fatti territoriali e rielaborare immagini attraverso gesti stereometrici decisi che si innestano su una trama complessa di segni e frammenti e che vogliono allo stesso tempo con-fondersi, assentarsi, scomparire nell’esistente. Da un punto di vista funzionale può essere riassunto nei seguenti punti: • Riuso del vecchio tracciato ferroviario come parco lineare • Ridefinizione altimetrica del tracciato della SS 114 • Ampliamento del Parco della “Villa Belvedere” verso la riserva • Realizzazione della nuova stazione ferroviaria e connessione al sistema infrastrutturale • Ripristino della permeabilità tra il tessuto urbano e gli elementi naturali • Rifunzionalizzazione di alcune delle emergenze sul margine urbano • Recupero dei sentieri naturali esistenti di accesso alla riserva • Realizzazione di una strada a sud del centro urbano per ridurre la porttata di traffico della SS 114

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Processo di esplorazione

Processo di elaborazione, composizione e verifica

Processi di esplorazione, misurazione, prefigurazione e verifica che il progetto ha messo a punto in un continuo ciclo dialettico che ha attraversato orizzontalmente la concretezza dei segni e l’astrazione delle rielaborazioni (concreto/astratto/concreto). Una formazione lenta dell’immagine attraverso un continuo processo di perfezionamento e di semplificazione. Un continua ricerca dell’evidente in cui si alternano elementi ed incrementi, frammenti ed addizioni, sovrapposizioni e sottrazioni.

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Processo di misurazione



Processo di prefigurazione



Processo di sovrapposizione



Genesi del di/segno




In architettura l’espressione plastica esatta dell’equilibrio cosmico si manifesta per mezzo di piani e linee verticali e orizzontali. Precisamente in ciò l’architettura si distingue dalla natura originaria, nella quale questi piani e queste linee si confondono insieme nella forma. (Piet Mondrian, 1927)

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Un architettura nel paesaggio. Le infrastrutture, la residenza ed i servizi in un contesto insolito

Ciò che ci interessa affermare con questa ricerca è l’idea che un progetto di architettura possa innescare una stretta relazione tra il sistema di regole che sta alla base del processo compositivo e la nuova prefigurazione del paesaggio che questa costruisce. Il progetto fondamentalmente si poggia su una griglia compositiva ricca di regole, costruite in relazione agli elementi che sono stati ritenuti rilevanti, pertanto è esso stesso un prodotto fisico di queste regole. Questa dipendenza contestuale se da un lato ha generato forme progettuali rigidamente fissate alle più generali regole territoriali, dall’altro ha prodotto ulteriori regole di adattamento alle più minute tracce o regole organiche. Un progetto che può dunque avere almeno una duplice registro di lettura; il primo strettamente connesso alle regole formali e contestuali individuate e che cerca di proporsi con una chiarezza di linguaggio quasi oggettiva; un secondo più flessibile ed elastico, in cui gioca un ruolo fondamentale il rapporto tra l’architettura ed il suolo su cui questa si poggia, un registro che in qualche misura contraddice via via la rigidità delle regole prefissate per confondersi “nel paesaggio tra la città e la Timpa di Acireale”.

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Disegno di verifica del progetto a scala urbana


Queste riflessioni sono state progettualmete tradotte in gesti stereometrici che hanno tentato di rispondere alle continue interrogazioni che il territorio ci ha proposto e che ci sembrano possano aprire ulteriori tematiche architettoniche:

• Interazione/integrazione delle diverse scale Il progetto costituisce un luogo in grado di legare le diverse “scale” (territoriale, urbana, architettonica) attraverso l’interazione fisica e funzionale tra infrastrutture e città, tra i luoghi della mobilità veloce (strada statale, ferrovia) a quelli della vita quotidiana (residenza e spazi delle relazioni sociali).

• Adattamento all’orografia I volumi si appoggiano alla complessità delle regole orografiche senza alterarle nè tanto meno aggirandole, ma piuttosto traducendole in occasioni progettuali in cui la semplicità dei materiali e la leggerezza dei basamenti hanno costruito un nuovo “pezzo di paesaggio”.

• Composizione dello spazio I volumi, puri e formalmente leggibili, contengono in realtà una molteplicità di spazi/funzione che articolano la semplicità delle “forme contenitore” riconoscendo allo spazio architettonico la complessità multifunzionale della città contemporanea. Il programma funzionale vuole sperimentare la coesistenza (spazio/temporale) di funzioni con caratteri insediativi e dinamiche abitative differenti:

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Schema funzionale territoriale


_residenza: alloggi duplex, inseriti in un unico corpo che in grado di legare la fruizione (ludico-ricreativa) del paesaggio. _infrastrutture. stazione ferroviaria, parcheggi di appoggio alla stazione ed allo spazio urbano e sistema di interscambio tra le infrastrutture. _servizi: piccolo commercio, uffici, ristorazione, locali tecnici. _”giardino in movimento” (Clement, 2005): spazio naturale che contribuisce alla possibilità di auto-generare micro attività biologiche compromesse dalla precedente urbanizzazione del paesaggio. _sistema di distribuzione: tutte queste funzioni sono attraversate da un capillare sistema distributivo che struttura uno spazio permeabile e di ricco di relazioni tra ognuno degli elementi che lo compongono.

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Planivolumetrico dell’intervento


Vista del modello tridimensionale da est


Funzioni urbane/ funzioni territoriali


Vista del modello tridimensionale da sud-ovest


Livelli funzionali Parcheggio/Strada/Ferrovia/Distributivo/Commerciale/Sosta/Ristoro/Espositivo/Residenza/Ufficio/Servizio

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Sezione S.07. Sistema della residenza


Sezione S.01 e S.02. Sistema dei servizi Sezione S.03 e S.04. Sistema della residenza


Sezione S.05. Sistema dei servizi e del parcheggio in corrispondenza dell’attacco su via Regina Margherita


Sezione S.06. Sistema dei servizi e del parcheggio in corrispondenza dell’attacco sulla p.zza dei Cappuccini


Stralcio della pianta a quota q: -21,80 Pianta a quota q: -18,80m


Stralcio della pianta a quota q: -7,50m Pianta a quota q: -10,50


Pianta a quota q: -4,40m


Stralcio della pianta a quota q: +8,90m Pianta a quota q: +2,60m


Ortofotogrammetria con montaggio del progetto


Vista del modello tridimensionale. Prospetto su via Regina Margherita


Sezione S.08. Sistema della stazione ferroviaria


Vista del modello tridimensionale da sud-est



Viste del modello tridimensionale da sud-est e dall’interno della stazione



Bibliografia

O meglio, una selezione degli scritti amati ma anche quelli odiati, che, negli anni, hanno trovato posto sul mio tavolo da lavoro e che, in un “certo senso”, ci sono rimasti, contribuendo a costruire questa tesi di laurea e la mia formazione. A questi è stato omesso, perchè difficilmente inseribile in una bibliografia, un’insieme multiforme fatto di lezioni, conversazioni, annotazioni e differenti sguardi, che seppur apparentemente lontani dai temi trattati costituiscono un importante riferimento al lavoro svolto.

Città, Territorio, Paesaggio (Saggi) • AA. VV., Polveri urbane, a cura di Umberto Cao e Luigi Coccia, Roma, Meltemi editore, 2003. • Aymonino, Aldo e Mosco, Valerio Massimo, Spazi pubblici contemporanei. Architettura a cubatura zero, Skira, Milano 2006 • Assunto, Rosario, Il Paesaggio e l’estetica, Novecento, 1973. • Benevolo, Leonardo, Le origini dell’urbanistica moderna, Laterza, Bari 1963 • Caravaggi, Lucina, Paesaggi di paesaggi, Meltemi, Roma 2002 • Clément, Gilles, Manifeste du Tiers paysage, s.l., Editions Sujet/Objet, 2005, trad. it. a cura di Filippo De Pieri, Manifesto del Terzo paesaggio, Macerata, Quodlibet, 2005. • Munarin, Stefano e Tosi, Maria Chiara, Tracce di città - Esplorazioni di un territorio abitato: l’area veneta, Franco Angeli, Milano 2005 • Navarra Marco, inWalkaboutCITY, Biblioteca del Cenide, 2003. • Santopolo Maria Teresa, Le aree naturali protette - strategie e strumenti di pianificazione, Roma, Gangemi editore, 2000. • Secchi, Bernardo, La città del ventesimo secolo, Laterza, Bari 2005 • Secchi, Bernardo, Prima lezione di urbanistica, Laterza, Bari 2000

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• Viganò, Paola, La città elementare, Skira, Milano 1999 • Zardini, Mirkp, Paesaggi Ibridi, Skira Milano 2002

Architettura (Saggi) • a cura di, Guccione, Margherita e Palmieri, Valerio, Alessandro Anselmi. Piano superfice progetto, disegni 1964-2003, Motta, Milano 2004 • De Fusco, Renato, Storia dell’architettura contemporanea II, Laterza, Bari 1974 • Eisenman, Peter, La fine del classico, Cluva, Venezia 1987 • Ghersi, Fabio, Eisenman 1960/1990. Dall’architettura concettuale all’architettura testuale, Biblioteca del Cenide, Reggio Calabria 2007 • Ghersi, Fabio, Note sul limite della frammentazione della figura, Cuen, Napoli 1997 • Ghersi, Fabio, Saggi sulla modernità, Biblioteca del cenide, Reggio Calabria 2008 • Gropius, Walter, Per un’architettura totale, Abscondita, Milano 2007 (1943) • Gregotti, Vittorio, Il territorio dell’architettura, s.l., 1ª ed. nella collana “Materiali”, Feltrinelli, Milano 1966 (4ª ed., marzo 1993) • Koolhaas, Rem, Junkspace, Quodlibet, Milano 2006 (1a ed. 2001) • Loos, Adolf, Parole nel vuoto, Adelphi, Milano 1972 • Purini, Franco, L’architettura didattica, Casa del libro, Reggio Calabria

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1980 • Rossi, Aldo, L’Architettura della Città, s.l., 1966 (3ª ristampa, CittàStudiEdizioni, Torino 1995) • Siza Viera, Alvaro, Immaginare l’evidenza, Laterza Bari 1998 • Robert Venturi, Complessità e contraddizioni nell’architettura, Dedalo, Bari 1980 • Zevi, Bruno, Il linguaggio moderno dell’architettura. Guida al codice anticlassico, Einaudi, Torino 1973 • Zumthor, Peter, Pensare l’Architettura, Electa, 2003.

Architettura (Progetti) • Barragan Luis, Barragan: opera completa / prefazione e disegno originale Alvaro Siza; saggi di Antonio Toca Fernandez, Modena, Logos Impex, 1996. - Urbanizzazione del Parco residenziale Jardines del Pedregal, Colonia San Angel, Messico 1945-50. • Carrilho da Graca Joao Luis, a cura di Roberta Albiero e Rita Simone Cais do Carvão, Complesso turistico di ricerche oceanografiche e club nautico, Funchal, Madeira, 1990-98, in Topos n° 53. • De Sola Morales Manuel, Progetto dell’Avenida Marginal del Parque da Cidade – Riqualificazione dell’Avenida Montevideu, Matosinhos, Porto, 2001, in Programma Polis - viver as cidades, Passeio Atlântico,

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Porto, 2001. • De Sola Morales Manuel, Sottocorso, proposta per la viabilità sul margine del porto di Genova,1999, in Lotus Navigator, Il paesaggio delle freeway, n° 7 gennaio, 2003. • Ferrater Carlos, Giardino botanico, Barcellona, Spagna 1989-2001, in Domus n° 298. • Gustafson Kathryn, Giardino dell’immaginario, Terrason-Lavilledieu, Francia, 1992 – 1995., in Lotus Navigator, I nuovi paesaggi, n° 2 aprile, 2001. • Kipar Andreas, A Railway Park for the Ligurian Coast, Italy 2005-07, in Topos n° 53, 2005. • Luscher Rodolphe, Progetto del paesaggio lungo la linea ferroviaria Coppet - Ginevra Svizzera 1996 - Lotus Navigator, Il paesaggio delle freeway, n° 7 gennaio, 2003 • Michèle e Miquel, Trattamento degli spazi a verde a Cap Roing, in Quaderns d’arquitectura i urbanisme n°247, september 2005. • Miralles Enric, a cura di Benedetta Tagliabue Miralles; con un saggio di Juan Jose Lahuerta, Electa editore, Milano, 1996. - Parco e centro civico a Mollet del Vallés, Mollet del Vallés, Barcellona, 1992-96. - Fiera Internazionale dei giardini, Dresda, 1995. • RUR Architecture: Reiser + Umemoto, East River Corridor, in a+u Architecture and Urbanism, New York, Electric City, n° 5 maggio, 1999, e in Lotus Navigator, Il paesaggio delle freeway, n° 7 gennaio, 2003.

• Studio Silva, Sistemazione paesaggistica del costone di Viale Ciusa, Nuoro, 2002, in “http://www.europaconcorsi.com”

Articoli e brevi saggi • Boeri, Stefano, “Il progetto urbano”, Urbanistica 121 - 1989-95, p. 5772, • Betsky, Aaron, “PLOT e l’architettura post-programmatica”, Domus 871, ottobre 2004, p. 50 • De Carlo, Giancarlo, in “Il racconto dell’architettura - intervista di Stefano Boeri, Peter Davey, Alex Sowa”, Domus 871, ottobre 2004, p. 67 • Eisenman, Peter, in “Appunti sull’Architettura Concettuale: verso una definizione”, Casabella 359/360, nov./dic. 1971

Riviste • Casabella n° 709 marzo 2003 • Lotus n° 120, Hurban Housing, 2004. • Lotus Navigator, I nuovi paesaggi, n° 2 aprile, 2001 • Lotus Navigator, Fare l’ambiente, n° 5 maggio, 2002 • Lotus Navigator, Free way, n° 7 gennaio, 2003

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• Lotus Navigator, Velocità controllate, n° 8 aprile, 2003 • Quaderni di Lotus n° 23, Manuel de Solà Morales, Progettare città/ Cesigning Cities, a cura di Mirko Zardini, 1999

Altri sguardi • Barthes, Roland, Miti d’oggi, Einaudi, Torino 1974 • Bertolino, Giorgina, Arte contemporanea. Anni settanta, Electa Milano 2008 • Chomsky, Noam, La strutture della sintassi, Laterza, Bari 1970 • Eco, Umberto, Come si fa una tesi di laurea - Le materie umanistiche, Milano, Rizzoli 1977 (XV ed. Tascabili Bompiani, febbraio 2004). • Faeti, Antonio, Guardare le figure, Einaudi, Torino 1972 • Farinelli, Franco, L’invenzione della terra, Sellerio, Palermo 2007 • Kandinsky, Wassily, Punto, linea, superficie. Contributo all’analisi degli elementi pittorici, Adelphi edizioni, Milano, 2004. • Munari, Bruno, Arte come mestiere, Laterza, Bari 1966 • Munari, Bruno, Da cosa nasce cosa, Biblioteca di cultura moderna, 1981 • Munari, Bruno, Fantasia, Laterza, Bari 1977 • Perec, Georges, Espèces d’espaces, Paris, Editions Galilée, 1974, trad. it. a cura di Roberta Delbono, Specie di spazi, Torino, Bollati Boringhieri 1989

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• Pessoa, Fernando, Il poeta è un fingitore, Feltrinelli, Milano 1988 • Queneau, Raymond, Esercizi di stile, Einaudi, Torino 1983 • Rodari, Gianni, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Torino, Einaudi 1973 • Rodari, Gianni, Novelle fatte a macchina, Torino, Einaudi 1971 • Sartre, Jean Paul, L’immagination, Presses Universitaires de France, Parigi 1936 • Tatarchiewicz, Wladyslaw, Storia dell’estetica - vol. I - L’estetica antica, Einaudi, Torino 1979

• Aereoguide. Sicilia Orientale, Ist. Geografico De Agostini, 2002 • Istituto della Enciclopedia Italiana, Il Vocabolario Treccani, 1997 • Lo Zingarelli - Vocabolario della Lingua Italiana, Zanichelli, 2002

Acireale • AA.VV., Acireale (speciale della rivista Kalos), Ariete, Palermo 1995 • AA. VV., Contributo alla conoscenza dell’acquifero vulcanico interessato dalle opere di captazione che alimentano la città di Catania, in Atti del 4° Convegno Internazionale, sulle Acque Sotterranee, Acireale 17-21 Febbraio 1980 • Blanco, Salvatore, Una guida per Acireale, Accademia degli Zelanti e

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dei Dafnici, Acireale 1999 • Brocato Daniele, Scarcella Giovanni, Castelli e luoghi fortificati della provincia di Catania, Apt Catania, 2004 • Correnti, Santi, Acireale e le varie Aci, Catania 1983 • Di Marzo, Giovanni e Camilliani, Camillo, Descrizione della Sicilia, Palermo, 1877 • Ferrara Vincenzo, Lineamenti geologici della “Timpa “ di Acireale, Accademia di scienze lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1976 • Ferrara Vincenzo, Aspetti idrogeologici del comune di Acireale, Accademia di scienze lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1977 • Fichera, Antonino, “Aci, la via Valeria e la sua mansio”, Agorà, a.II, n°3, luglio-settembre 1995 • Fichera, Giuseppe, Antologia Fotografica, Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1991 • Grasso, Angelo e Ranieri, Pietro, “Evoluzione storico-urbanistica di Jaci-Aquilia”, Logos, a.II, n°3, luglio-settembre 1995 • Fichera, Antonino e Vincenzo Geremia in Memorie e Rendiconti 19391951, Vol.II , Accademia Zelantea, Acireale 1971 • Gravagno, Gaetano, La loggia giuratoria e le basiliche di Acireale, Acireale, Bonanno 1989 • Gravagno, Gaetano, La Storia di Aci, Acireale, Bonanno 1992 • Gravagno, Maria Concetta, Aci nei secoli XVI e XVII, Bonanno, Acireale

1986 • Marsala, Maria Teresa, “Da Aquilia ad Acireale fra rinnovamento e ricostruzione (XVII-XVIII sec.)”, in Storia dell’Urbanistica/Sicilia III, Roma 1997 • Mazzamuto, Antonio, Architettura e stato nella Sicilia del ‘500. I progetti di Tiburzio Spannocchi e di Camillo A. Camilliani del sistema delle torri di difesa dell’isola, Palermo, Flaccovio 1986 • Raccuglia, Salvatore, Storia di Aci dalle origini al 1528 d. C., Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1907 • Raccuglia, Salvatore, Aquilia Vetere, Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1903 • Raciti Romeo, Vincenzo, Acireale e Dintorni. Guida storica monumentale, Acireale, 1927 • Rizzo, Salvatore, Acireale: Guida storico monumentale e turistica, Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1981 • Sorrentino Maria Rita, Proposte per il piano di gestione della Riserva Naturale della Timpa, Tesi di laurea. Università di Catania. Dipartimento di Biologia Animale e Dipartimento di Botanica, 2003 • Scarlata Mario, L’opera di Camillo Camilliani, Roma, 1993 • Vigo, Lionardo, Guida di Acireale, Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1870 • Vigo, Lionardo, Notizie storiche della città di Acireale, Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 1836

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Appendice

Le ragioni, gli obiettivi e il processo progettuale della tesi di laurea sono contenute, oltre che in questo breve testo, in un plastico di progetto e nelle seguenti tavole:

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Tav. 01: Esplorazione delle tracce e della struttura del territorio

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Tav. 02: Immagine della città

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Tav. 03: Grammatica e sintassi del testo urbano. Rielaborazione del rilievo

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Tav. 04: Di/segno urbano. Prefigurazione di uno degli scenari possibili

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Tav. 05: Genesi del di/segno urbano

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Tav. 06: Processo di elaborazione e composizione

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Tav. 07: Verifica. Carte tecniche e prospetto

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Tav. 08: Planovolumetrico

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Tav. 09: Schemi di funzionamento

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Tav. 10: Sezioni dei principali sistemi

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Tav. 11: Sezione d’insieme e planimetrie alle quote q:-18,20 e q:-16,20

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Tav. 12: Planimetrie alle quote q:-12,2 e q:-9,20

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Tav. 13: Planimetria a quota q:-3,20

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Tav. 14: Planimetrie alle quote q:+2,60 e q: 8,90

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Tav. 15: Sezione del sistema ferrovia/ strada statale

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L’indagine sul tema di questa tesi, ha avuto un contributo fondamentale dal Laboratorio di Sintesi Finale svolto nell’anno accademico 2005/06. Lo sguardo multidisciplinare e i differenti punti di vista, sono stati determinanti per lo svolgimento di questo lavoro. Di seguito sono riportati gli elaborati eseguiti durante i corsi integrati di Composizione e progettazione urbana, tenuto dalla Prof.ssa Zaira Dato Toscano, Progettazione urbanistica, tenuto dal Prof. Giuseppe Dato, Progettazione ambientale, tenuto dalla Prof.ssa Francesca Castagneto.

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Tav. 01: Indice e bibliografia Tav. 02: Inquadramento territoriale Tav. 03: La terra e il mare 1di3 Tav. 04: La terra e il mare 2di3 Tav. 05: La terra e il mare 3di3 Tav. 06: Tavola delle quote

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Tav. 07: La storia Tav. 08: Evoluzione urbana Tav. 09: Somma delle eccezioni 1di4 Tav. 10: Somma delle eccezioni 2di4 Tav. 11: Somma delle eccezioni 3di4 Tav. 12: Somma delle eccezioni 4di4

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Tav. 13: La riserva Tav. 14: La geologia 1di2 Tav. 15: La geologia 2di2 Tav. 16: L’idrologia Tav. 17: La flora e la fauna Tav. 18: Referenti - Kipar Andreas, A Railway Park for the Ligurian Coast

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Tav. 19: Referenti - Michèle e Miquel, Trattamento degli spazi a verde a Cap Roing Tav. 20: Referenti - Studio Silva, Sistemazione paesaggistica del costone di Viale Ciusa, Nuoro Tav. 21: Referenti - Carrilho da Graca Joao Luis, Complesso turistico di ricerche oceanografiche e club nautico, Madeira Tav. 22: Referenti - Ferrater Carlos, Giardino botanico, Barcellona Tav. 23: Referenti - Barragan Luis, Urbanizzazione del Parco residenziale Jardines del Pedregal, Colonia San Angel Tav. 24: Referenti - Gustafson Kathryn, Giardino dell’immaginario, TerrasonLavilledieu

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Acireale: un’architettura nel paesaggio tra la città e la “Timpa”. Un esperimento di ri/composizione urbana


Tav. 25: Referenti - Miralles Enric, Parco e centro civico a Mollet del Vallés, Mollet del Vallés, Barcellona Tav. 26: Referenti - Miralles Enric, Fiera Internazionale dei giardini, Dresda Tav. 27: Referenti - Luscher Rodolphe, Progetto del paesaggio lungo la linea ferroviaria Coppet, Ginevra Tav. 28: Referenti - RUR Architecture: Reiser + Umemoto, East River Corridor, New York Tav. 29: Referenti - De Sola Morales Manuel, Progetto dell’Avenida Marginal del Parque da Cidade – Riqualificazione dell’Avenida Montevideu, Matosinhos Tav. 30: Referenti - De Sola Morales Manuel, Sottocorso, proposta per la viabilità sul margine del porto di Genova

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Tav. 31: Metaprogetto 1di2 Tav. 32: Metaprogetto 2di2 Tav. 33: Glossario

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Acireale: un’architettura nel paesaggio tra la città e la “Timpa”. Un esperimento di ri/composizione urbana



Siracusa 25 ottobre 2008



Università degli studi di Catania / Facoltà di Architettura di Siracusa / aa 2007-2008 Prof. Fabio Ghersi, Relatore / Prof. Stefano Munarin, Correlatore / Salvatore Pappalardo, Allievo - matricola 242-800290

Siracusa 25 ottobre 2008

Tesi di“ laurea Acireale: un'architettura nel paesaggio tra la città e la Timpa Un esperimento di ri/composizione urbana


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