Om Namah Shivaya | numero1aprile2019 Quadrimestrale di informazione dell’Herakhandi Samaj Italiano
Om Namah Shivaya | numero4aprile2019 Semestrale di informazione dell’Herakhandi Samaj Italiano
Gruppo editoriale: Madhuri Lila Shanti Mahima
Hanno contribuito a questo numero: Anuli Ram Gopal
Om Namah Shivaya | numero1aprile2019 Semestrale di informazione dell’Herakhandi Samaj Italiano
Parole del Guru
Messaggio di Babaji
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In ricordo di Kali Shani
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Dedica a Kali Shani
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Satsang
Sull’Hairakhandi Yoga di Tulsa Singh/Settimo Catalano
Avatar o incarnazione divina di M.G. Wolsien
Chissà come sta Dio di Ram Gopal /Davide Cava Testimonianze
Il mio incontro con Babaji di Lisetta Carmi/Janki Rani
L’insegnamento di Gora devi/Valeria Bonazzola Notizie dagli Ashram italiani
Gurupurnima International all’ashram Hairakhandi Love di Anuli/Aliana Comunicazioni
di Mukandi Lal Om Namah Shivaya | numero1aprile2019
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Parole del Guru
“Discorso di Babaji” tratto da “La Via del cuore” di Radhe Shyam
“Voi dovreste essere pieni di umanità. Le genti di tutte le nazionalità dovrebbero unirsi tra di loro come fratelli. Voglio che siate tutti felici, sani, in grado di apprezzare le gioie della vita..... diffondete la luce della giustizia nei cuori degli altri. Lasciate che il seme di amore che è in voi fiorisca e fruttifichi. I gruppi organizzati hanno più forza dei singoli individui...Rimuovete odio e gelosia dai vostri cuori. Sono le stesse cose scritte nella Bibbia e ripetute dal Cristo. Dove regnano odio e gelosia, non vi può essere religione. Se ci fosse stata umanità nella gente, non sarebbe stato necessario costruire bombe atomiche e gli armamenti sarebbero stati abbandonati da millenni. Se voi siete in pace, io sono in pace; se voi siete preoccupati, io sono preoccupato; se voi avete dei problemi, io ho dei problemi. Ci saranno sempre colline da superare lungo il cammino che porta a Dio. Non fatevi turbare dalla montagna che frana bloccando il sentiero: la montagna può franare, il soldato ha il dovere di liberare la strada dai macigni. Dovete cercare l’armonia in tutto quello che fate. Io sono armonia. Grazie per il vostro amore”.
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Parole del Guru
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Satsang
Sull’Hairakhandi Yoga di Tulsa Singh/Settimo Catalano
Il messaggio di Babaji di verità, semplicità e amore era realizzato pienamente da Muniraji. È arrivato il momento di mettersi veramente insieme e realizzare le sue ultime parole, di trovare la felicità nella fratellanza. Quest’ultima può essere paragonata ad una ruota di bicicletta con tanti raggi che convergono al centro e opponendosi gli uni agli altri tendono il cerchione. Per esempio, la cosiddetta anima ritualistica del movimento e quella non ritualistica sono due tensioni che, grazie alla loro opposizione, tengono insieme la ruota. Babaji ha detto “ tutti, oggi, devono fare interiormente voto di sacrificare ogni cosa per l’unità”. Per raggiungere l’Unità di cui parla Babaji dobbiamo sviluppare uno stato di coscienza che realizzi la dinamica fra le polarità opposte, uno stato di coscienza dove la capra e il leone s’incontrano e vedono nell’altro lo stesso bisogno di bere alla fonte
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Satsang
della vita. Per ottenere questo stato di coscienza Babaji ci ha dato la pratica dell’”Hairakhandi Yoga”.... un percorso yogico da non confondere con una religione, basato sul karma yoga, sulla ripetizione del mantra Om Namaha Shivay e sulla semplice pratica devozionale di Hairakhan insegnataci da Babaji. La sadhana e il rito sono importanti come mezzi, ma il fine è la fratellanza universale. È importante che negli ashram non ci siano figure che si pongano come intermediari col Divino o che abbiano un ruolo speciale di superiorità rispetto agli altri perché questo non è “Hairakhandi Yoga”, siamo tutti uguali davanti a Dio. L’insegnamento di Babaji è “che l’uomo non lo sa ma ha tutto in se stesso” e può divenirne consapevole attraverso uno stile di vita semplice, vero e amorevole verso tutti. È importante portare questo messaggio all’umanità, la vera ricchezza è in noi e realizzare questo stato di coscienza ci libera da quel senso di vuoto che cerchiamo di riempire inutilmente con gli oggetti del desiderio. Il nostro scopo principale è creare la pace universale, eliminare le differenze tra caste e fedi, eliminare la disumanità tra noi, credere nell’unica religione possibile cioè la religione dell’umanità.
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Satsang
Avatar o incarnazione divina. di Maria-Gabriele Wolsien tratto da “Babaji Messaggio dall’Himalaya”
Il concetto di Avatar, pilastro della teologia hindu, gioca un ruolo particolare nella ricorrente e periodica cosiddetta ‘fine del mondo’. I grandi Avatar sono rari. Essi appaiono sempre per brevi periodi durante momenti di crisi della storia del mondo, per curare il corpo del pianeta dal cancro che minaccia di disintegrare le sue strutture con un intervento decisivo. L’apparizione di un redentore in forma umana è stata paragonata ad un nuotatore che, per poter salvare un uomo che sta annegando, si deve tuffare nella stessa acqua. Il fenomeno della divinità che passa dal trascendente al manifesto non è un unico evento storico, al contrario, la ricorrente incarnazione del divino è n tema centrale entro il gioco senza fine del processo cosmico di evoluzione. L’apparizione di un avatar ha sempre dato un profondo sviluppo del mondo e un nuovo orientamento alla conoscenza umana. Gli insegnamenti e gli eventi significativi connessi con la sua apparizione sono rintracciabili nelle scritture tradizionali, nei grandi poemi epici, nei Purana, Shastra e Upanishad, e spesso vivono migliaia di anni dopo, nella tradizione orale. Infatti la discesa della divinità sulla terra è un avvenimento normale e se ne è già parlato in innumerevoli miti. La Bagavad Gita dà la formulazione più chiara di questo concetto dell’avatar; dice che il divino si auto genera nell’avatar, quando l’uomo non più rispetta la legge divina. “ Ogni volta che la spiritualità decade e l’ingiustizia è predominante, allora, o Arjuna, Io mi manifesto; per proteggere i giusti, per distruggere i malvagi e per ristabilire il Regno di Dio, in ogni epoca nasco per gli esseri mortali”. Ramakrishna, il grande santo del 19° secolo, paragona gli avatar alle onde dell’infinito oceano divino: “ Come un mare senza confini l’energia infinita vive dentro lo spirito e la materia. Questa energia infinita prende concrete forme durante una particolare epoca storica e così appare il Grande Essere come uomo.... L’Avatar è sempre lo stesso: egli proietta se stesso nel mare della vita, emerge in un luogo ed è chiamato Krishna, si immerge di nuovo e appare in un altro luogo come Cristo”. Om Namah Shivaya | numero1aprile2019
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Satsang
L’Avatar è il modello perfetto per la rinascita spirituale dell’uomo. L’insegnamento della dottrina dell’avatar dà la possibilità all’uomo di trascendere la realtà terrena, e di stabilizzare la legge divina sulla terra. Il fenomeno della discesa è strettamente collegato con l’ascesa dell’uomo. In questo modo la filosofia Hindu rivela due aspetti della formazione divina: “Una è la discesa, la nascita divina nel genere umano, quando la divinità mostra se stessa in forma e natura umana: questo è l’Avatar eterno; l’altra è un’ascesa, la nascita dell’uomo nella divinità: l’uomo sale al divino e diventa uno solo con Lui, oltre il ciclo della rinascita karmica”. La differenza tra l’uomo divino e il dio umano è che l’Avatar è completamente cosciente della sua identità con brahman, e al contrario l’uomo, pur essendo creato dalla stessa sostanza divina, non ne è cosciente perché è legato alla percezione dei sensi. Ciò che permette all’uomo di sentire e percepire il significato di un Avatar è la presenza in lui stesso dell’immanente divino – “l’uguale percepisce l’uguale”. L’Avatar, la cui apparizione risponde all’attesa profondamente radicata in tutti i più antichi desideri degli uomini, è però riconosciuto solo da pochi dei suoi contemporanei. L’istante del mutamento di coscienza lo testimoniano i devoti di Babaji nelle loro esperienze, come un momento di altissima iniziazione e come straordinario atto di grazia del divino: il credente partecipa alla visione di qualcosa che appare essere ‘totalmente altro’, ma più simile a sé che non se stesso. Il vedente s’immerge in ciò che contempla divenendo tutt’uno con l’origine.
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Satsang
Chissà Come Sta Dio di Ram Gopal /Davide Cava
Haidakhan, gennaio 1983. Babaji parla a Deviji e termina così il suo discorso: "Ma chi chiede mai della mia pena?" Cosa voleva dire Babaji con quest'ultima frase? Ci abbiamo mai pensato? È qui che inizia un'umile riflessione che da chiunque potrà essere accolta o rifiutata. Il nostro Satguru amava l'Umanità intesa come quel valore primordiale di cui è intriso l'uomo e che, col passare degli anni, lasciamo impolverare come una cosa vecchia, scomoda e fuori moda. Quand'ero bambino, ricordo, non sentivo una gran connessione con Cristo, ma ero legatissimo alla Madonna e a Dio. Per me Dio era un Padre senza forma, l'Adesh, in tutti i sensi. Ero solito pregare tutte le notti, ma le mie preghiere erano, già a quei tempi, alquanto insolite. Prima di cominciare a tediare Dio con tutti i miei discorsi e le mie piccole delusioni da bimbo in pubertà, gli chiedevo: "Dio, ma tu come stai?" Il punto è che non siamo di certo gli unici a soffrire per le rovine di questo mondo, per la dilagante disumanità. Di certo non siamo gli unici a piangere per le carestie o per gli eccidi, per la totale assenza di valore dell'esistenza. Il Creatore ci ha affidato un'esistenza umana come una scuola, quella che i buddisti definiscono la "preziosa rinascita umana". Sì, la vita è preziosa, è un'opportunità troppo spesso sottovalutata. Ecco, sono sicuro che anche Dio soffra delle nostre sofferenze, come una divina Madre anch'Egli piange nei nostri pianti e ride delle nostre gioie. "Sii felice, se tu sei felice io sono felice" diceva il nostro Amato. Mi rifiuto di credere che Dio sia un essere così al di sopra di ogni emozione da ignorare la sofferenza dei suoi figli, questo lo pensano Om Namah Shivaya | numero1aprile2019
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Satsang
in troppi. Dio è pura Compassione. Come sta Dio? Come vogliamo che stia? Quanto spesso glielo chiediamo? Siamo disposti a sentire nel cuore la Sua risposta? Forse voliamo troppo con la fantasia, in un mondo in cui non si chiede "come stai?" neppure alla persona che ci è accanto, chi si ricorda di Dio? Immersi nei nostri problemi ci dimentichiamo di noi, ci siamo già dimenticati di Lui.
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Testimonianze
L’INSEGNAMENTO di Gora Devi
La prima maestra fu l’India, con tutta la sua bellezza, le sue brutture, il suo fascino e le sue contraddizioni. L’insegnamento più immediato fu la pazienza, perché per ogni cosa bisognava sempre aspettare, soprattutto quando si viaggiava. Gli autobus erano strapieni, le macchine andavano a trenta kilometri all’ora, le code per i biglietti dei treni erano interminabili. Gli indiani non si irritavano, nonostante la ressa, non si calpestavano, c’era molta solidarietà fra di loro. Si muovevano con allegria e con una incredibile agilità nel traffico pazzesco delle città, fra auto, biciclette, carri e mucche sacre, rispettandosi a vicenda. In ogni situazione la prima regola era: sedersi e saper attendere, con la fiducia che prima o poi qualche cosa sarebbe successo. Il clima torrido richiedeva per sopravvivere una grossa capacità di sopportazione, di abbandono, un lasciarsi andare, sciogliendosi senza reagire nell’energia del calore, divenendo uno con esso. Occorreva dimenticare se stessi. Trascorsi a volte lunghi pomeriggi d’estate stesa in una stanza, sudando come in una sauna, attenta solo al rumore del mio respiro e dei miei pensieri, senza più la forza di volere o desiderare nulla. La mente, Om Namah Shivaya | numero1aprile2019
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Testimonianze
spossata dal caldo, finalmente si fermava, entrando in uno stato di vuoto spontaneo. Il ritmo e il senso della vita sono sempre contemplativi per gli indiani, che sanno che occorre poter vedere il proprio destino ed essere in armonia con esso, invece di presumere di aggredire la realtà con i propri desideri. La forza richiesta è quella della resistenza passiva, è la capacità di accettare ciò che succede, di essere rilassati in tutte le circostanze. L’India è inoltre una grande maestra di distacco dalle cose esterne e dai bisogni del proprio corpo. Anche l’indiano più semplice sa che l’universo fisico non è così concreto come ci appare, è invece solo un flusso impermanente di fenomeni. Si crede al karma, la legge di causa ed effetto, secondo la quale tutto ciò che esiste, gioia o dolore, è creato dalle nostre azioni. Più si riesce a fare della vita una scuola, al di là dell’attaccamento, più velocemente si acquistano la conoscenza e la liberazione dalla sofferenza. (.......). In questo grande paese mi sentivo libera, immersa in un bazar immenso e multicolore, dove potevo muovermi, vestirmi, comportarmi come volevo e dove c’era posto anche per me, pellegrina occidentale.
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Testimonianze
Iniziai a seguire Babaji dovunque egli andasse, cercando di capire che cosa egli avesse da insegnarmi e lottando con le poche parole d’inglese che entrambi parlavamo. All’inizio sembrava che non succedesse mai nulla, si stava seduti per ore a cantare, guardando Babaji incantati, senza neppure sapere perché, ma interiormente, nel cuore di ciascuno dei presenti, avevano luogo le esperienze e le trasformazioni più intense che ci si possa immaginare. Il suo metodo era assolutamente informale e inaspettato. Da un lato gravitava attorno a lui la tradizione religiosa indiana, con i propri rituali e i propri simboli, dall’altro lato Babaji era chiaramente al di là di ogni schema e pronto a fare le cose più imprevedibili. Giocava con i problemi psicologici di ognuno, usando il metodo dello “psichiatra selvaggio”, prendendoci spesso in giro, per cercare di farci andare oltre i nostri limiti e il personaggio che ci eravamo cuciti addosso e in cui di solito ci identificavamo. Parlava molto poco, si esprimeva più che altro con dei gesti, con gli occhi, con l’espressione del volto, faceva succedere delle cose, creava delle situazioni. Iniziò col dirmi semplicemente di sedermi, di stare tranquilla, facendomi cenno di mettermi accanto a lui, in silenzio. Era un’impresa molto ardua, quasi impossibile per me, giovane ragazza inquieta, la mia mente si agitava senza tregua, invasa da un turbine di pensieri, ancora più insistenti quando cercavo di reprimerli. Il silenzio di Babaji era un vuoto immenso, in cui mi sentivo persa, senza più nulla a cui aggrapparmi. Capii dopo un po’ che dovevo chiedere umilmente aiuto, interiormente, imparando a non fare resistenza alla corrente mentale, anche a quella dei pensieri negativi. Dovevo accettare qualsiasi emozione guardandola in viso, affrontandola per poterla riconoscere, ed eventualmente trasformare. Babaji era uno specchio impietoso e trasparente, bastava essere alla sua presenza per vedersi nella propria nudità, era terrificante, era il Dio Shiva, il distruttore dell’ego.
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Testimonianze
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Testimonianze
Il mio incontro con Babaji di Lisetta Carmi /Janki Rani
“ Tvameva mata cha pita tvameva Tvameva bandusha sakha tvameva Tvameva vidya cha dravinam tvameva Tvameva sarvam mama deva deva�.
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Testimonianze
Non è facile parlare di Babaji, la Verità incarnata sulla terra, l’Amore divino che vede ciò di cui ogni anima ha bisogno, la Semplicità che vive di pura essenza. Babaji Herakhan Baba ha completamente trasformato la mia vita chiamandomi a Sé nel 1976, si è rivelato a me come uno specchio chiaro in cui potevo vedere il mio sé più vero e profondoo, mi ha dato un compito (la creazione e la guida del suo ashram di Cisternino) che dà significato ad ogni attimo di questa mia vita sulla terra. Bhole Baba Ki Jai! Prima d’incontrare Babaji io già andavo in India e in Afghanistan, ma non cercavo
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Testimonianze
un Guru, non frequentavo gli ashrams; cercavo la verità e l’amore nella vita, negli esseri umani, nella natura, ma mi sentivo estranea ai “movimenti” che riunivano molte persone intorno a un Maestro e a un credo. Dio era la mia guida, credevo nella giustizia cosmica che unifica tuttigli esseri umani nel Sé-universale. E forse per questo il mio primo incontro con Babaji a Jaipur è stato totale e assoluto: l’ho riconosciuto, ho visto in Lui ciò che cercavo da sempre e ho capito che il Guru mi aveva chiamata perché ero pronta, perché la mia vita doveva trasformarsi e diventare una vita di “servizio”. E tutto ciò che avevo vissuto fino ad allora non era stato che la preparazione per questo incontro col Divino incarnato sulla terra, col Guru dei Guru che mi aveva fatto il grande dono di chiamarmi a sé. Ho incontrato Babaji a Jaipur il 12 marzo del 1976 in casa di Jain Sahib: arrivai in quella casa a mezzogiorno (chiamata da Babaji attraverso una visione inviata da Lui a Gora Devi, devota di Babaji vissuta con Lui per 12 anni); c’era un’atmosfera di devozione incredibile, tutti preparavano corone di fiori, sembrava di essere tornati ai tempi di Gesù quando i discepoli erano in attesa del Maestro. Una grande calma unita ad un grande amore e una grande pace. Babaji arrivò in macchina, io Lo vidi scendere e camminare come se non toccasse il suolo: andò a sedersi sul letto ornato di fiori di fronte ai tantissimi devoti in attesa che subito iniziarono ad inchinarsi ai Suoi piedi, a offrirgli doni e dolci, a fargli il pranam chiedendo la sua benedizione. Io mi avvicinai e Gli dissi: “Babaji, sono Lisetta”. E Lui: “Your name is Janki Rani”. Poi mi disse: “ You sit here”. Fece prendere una seggiola e mi fece sedere vicino a Lui, io ero in estasi, guardavo Babaji e Lo “vedevo”, Lo avevo riconosciuto, guardavo tutti i devoti, la loro gioia di essere con Lui, la loro semplice e toccante devozione. E Babaji diceva a tutti: “ Questa signora è venuta dall’Italia” come se fosse un fatto importante, poi chiedeva alla gente di toccarmi i piedi. Per me l’incontro con Babaji fu incredibile.....tutti mi toccavano i piedi, e io pensavo: “ Ma come è possibile che mi tratti in questo modo dopo cinque minuti....”
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Notizie dagli ashram italiani
Gurupurnima all’ashram Hairakhandi Love
International
di Anuli/Aliana
Questo ashram è nato negli anni ’90 quando il mio compagno ed io, cercando un casolare in Umbria per fare un centro dedicato a Babaji, abbiamo trovato Villa Rosa, un rudere in mezzo ad un cerchio di montagne. Subito estasiati dal posto, abbiamo deciso di comprarlo e Baba ci ha dato il Suo blessing apparendo ad Evan sul tetto della casa in meditazione. Così è iniziata questa avventura per noi e i nostri tre figli, piena di gioia, energia e soprattutto una grande fede. Volevamo un posto dove gli insegnamenti del nostro Maestro potessero divenire reali pur con tutti i limiti e le fragilità umane, non solo nella mistica dei rituali e nel karma yoga, ma anche nell’espressione dell’amore e dell’ accoglienza dell’ultimo arrivato, come Baba aveva sempre manifestato. Infatti riusciva sempre a stupirci creando situazioni di armonia suprema anche con persone completamente diverse tra loro; abbiamo ospitato tossicodipendenti, massimo due per volta, che per anni erano caduti nel baratro e grazie all’amore della Madre Divina hanno trovato la via del distacco e nessuno è mai tornato indietro.
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Notizie dagli ashram italiani
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Notizie dagli ashram italiani
L’unità in tutte le espressioni è sicuramente un aspetto che da sempre si percepisce nell’ashram. Questo continuo superare i limiti della mente che spesso giudica e quindi divide “una creazione dove il lupo e l’agnello bevono alla stessa fonte”: ecco la sfida che tutti siamo chiamati ad affrontare , più che mai in un ashram di Babaji, Nel ’95 Anandu Singh torna dall’India con la murti di Shri Hairakhandeswari (bellissima, iniziata ad Haidakhan da Muniraji e poi nel Rajastan da Shastrij) e con il nome spirituale per il centro Hairakhandi Love specificando “healing center”, che diventerà ashram nel 1996 dopo la venuta e l’iniziazione di Muniraji. Il nome esprime totalmente le caratteristiche di questo posto; infatti, insieme alle pratiche giornaliere, l’attenzione è posta sulla guarigione delle persone, prendendosi cura dei vari aspetti disarmonici a livello emozionale, mentale, fisico. Ogni ashram manifesta l’Energia di Babaji in maniera unica e particolare, essendo un Maestro che incarna totalmente il Divino ha mille e mille forme, quindi ognuno lo rappresenta secondo la sua natura e questo ashram ha la particolarità della cura e guarigione dell’essere umano sotto la benedizione e protezione della Sua Energia. Negli anni la partecipazione delle persone è cresciuta portando amore e aiuto pratico al posto e creando relazioni forti nel nome di Babaji. La famiglia quindi si è allargata sempre di piu’ ed ognuno ha trovato il suo rapporto con il Maestro attraverso la vita dell’ashram fatta di rituali quotidiani, karma yoga, le cerimonia al dhuni (potente attivatore della meditazione) e ancora i bagni al fiume, le risate, gli abbracci e a volte le lacrime di commozione e gratitudine. La cornice di tutto questo sono le montagne dell’Appennino, portatrici di pace e silenzio, dove è facile collegarsi con la Madre vestita di alberi e fiori e del suono del vento e degli uccelli. Nel 1996 Shri Muniraji fu molto sorpreso dalla bellezza del luogo che ricordava in miniatura la bellezza del Kumaon e ci colmò di gioia quando nel discorso serale al tempio fece pronunciare da Alok Banereeji un discorso in cui disse: “Questo ashram è Hairakhandi Love di nome e di fatto”, lasciandoci commossi e rassicurandoci che la via da noi percorsa fosse quella giusta. Ora una grande occasione per unire tutti i devoti e rigenerare l’entusiasmo del movimento è certamente Gurupurnima Internazionale, che questo anno si svolgerà in Italia. In genere l’ashram per eccellenza dove avviene questa manifestazione è Cisternino, purtroppo in questo momento ci sono problemi tecnici urbanistici che ne Om Namah Shivaya | numero1aprile2019
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Notizie dagli ashram italiani
impediscono lo svolgimento. Quindi con H.S.I. si è deciso di farlo qui in Umbria nel cuore verde, terra di Santi come San Francesco e Santa Chiara patroni d’Italia. Per noi è un impegno grande organizzare questo evento, ma cerchiamo di essere al servizio di una Energia Superiore che ci guida e siamo certi ci aiuterà a svolgere al meglio il compito. Questa decisione è stata accolta e condivisa da tutto il gruppo dell’ashram con entusiasmo e partecipazione e tutti si sono messi a disposizione per aiutare praticamente l’avvenimento. Siete tutti invitati a venire a festeggiare Gurupurnima International in Umbria, che per la sua collocazione geografica al centro dell’Italia fa pensare all’unione degli opposti nord-sud, mente e cuore, per sostenere e realizzare il Sogno Divino. OM NAMAHA SHIVAYA Anuli (Aliana)
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Comunicazioni
In ricordo di Kali Shani Il nostro caro fratello Kali Shani ha lasciato il suo corpo mortale il 15 marzo alle ore 1:08. Il consiglio direttivo del Samaj italiano, nell’esprimere il proprio dolore per la scomparsa di un fratello che ha dedicato tutta la sua vita al servizio di Babaji, di Muniraji e di tutti i fratelli e sorelle, lo ricorda con affetto e amicizia, parole a lui molto care, e con grande rispetto e considerazione. Il Samaj esprime la sua vicinanza alla sua famiglia e alla nostra grande famiglia, di cui ogni membro, nessuno escluso, ha in qualche modo condiviso un pezzo piccolo o grande del suo percorso spirituale con Kali Shani. Esprime vicinanza e ringraziamento profondo a Mukandilal, Maya e Pushkar, che si sono prodigati con totale sacrificio e abnegazione nell’aiutarlo e servirlo in questo periodo difficilissimo, e a tutti coloro che, in Italia, in India e nel mondo intero, hanno donato aiuto, vicinanza e supporto. Riposa in pace fratello, che il nostro affetto ti renda leggero il trapasso.
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Comunicazioni
Dedica a Kali Shani Di Mukandi Lal
Erano le 21.30 circa quando con un bus scalcinato arrivai a Raniket, due somose un chai e ricerca di un hotel dove passare la notte. Mi sveglio abbastanza presto, pratica inusuale dato il mio lavoro di promoter e musicista che quasi sempre si svolgeva di notte, ed uscendo sul balcone della stanza rimango abbagliato dalla Sacra maestosità dell’Himalaya, la neve splendeva e rimandava i riflessi di un tiepido sole di primo mattino: buongiorno India. Dal taxi,strada facendo, si intravedeva la struttura del Tempio con il kalash* che svettava in un cielo azzurro, una stradina sterrata ed eccomi all’Ashram di Chilianaula. La prima persona che incontro è Ram Nath (Roberto Granieri) e dopo un abbraccio mi accompagna nella camera assegnatami e non avendo un longhi me ne dà uno suo, il primo longhi nero. Questo posto emanava un bella energia ed ero emozionato ed eccitato così raggiunsi Jaman Singh (Giancarlo Fortuna) che con altri devoti allargavano la strada per la prossima costruzione dell’ospedale, fu in quel momento che lo vidi. "Quello è Shani, Kali Shani" disse Ram ed io di rimando esclamai: "Ma cosa dice la gente di quest’uomo!". E si , avevo frequentato nei due anni precedenti l’Ashram a Cisternino ed i commenti riguardo questo re degli italiani alimentavano in me un’anarchica antipatia che si disintegrava nel momento in cui lo vidi. Splendeva di luce propria, si, era veramente avvolto da un manto di luce, diritto sulla schiena serio e severo poneva attenzione a tutto quello che succedeva disponendo e controllando il karma yoga. Questo è stato il mio primo incontro con colui che nei 30 anni a seguite è stato un maestro, un fratello, un grande amico ed una guida sicura per tanti e non solo per me, e che ho avuto l’onore di servire con amore e devozione. Avrei veramente tanto da scrivere ma ora non riesco e mi limito a queste poche righe. Om Namha Shivaya in Verità Semplicità e Amore Mukandi Lal * Sì, si scrive proprio “kalash”, cioe’ il puntale a tridente o a punta unica che e’ su tutti i mandir indiani, che noi occidentali chiamiamo sempre erroneamente “kailash”, che invece e’ la famosa montagna
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Comunicazioni
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Ashram & Associazioni amiche
Il loto blu di Grazia Ugazzi Via Cadorna 35 Verbania Pallanza - 28900 (TO) Tel. 349.1441783 www.illotoblu.it info@illotoblu.it Haidakhandi Samaj (India) www.haidakhandisamaj.in haidakhandisamajorg@gmail.com
Ashram Bhole Baba - Cisternino Contrada Portarino, 10 72017 Ostuni (BR), Italia Tel: +39 080 999 6900 Cell: +39 339 4752819 www.ashrambholebaba.com info@ashrambholebaba.com
Bhole Baba ayurvedic hospital and research center www.babajiayurveda.in bholebaba.ayurveda@gmail.com
Centro Spirituale di Pace Herakhandi Loc. Montegaudio 1 14020 Villa san Secondo (AT) Blanca Cell. +39 331 3343847 Valeria Cell. +39 328 966 7353 www.csph.net info@csph.net
Centro Hanuman di Lalla Meregaglia (Ramsevi) localitĂ Baddarana - Telti (OT) Tel 078943599 Cell 3396786669 www.centrohanuman.com info@centrohanuman.com ramsevi@fastwebnet.it
Hairakhandi Love Ashram Villarosa Loc.Corniole 06026 Pietralunga (PG) Tel/Fax +39 075 933074 Cell. +39 3342744011 www.babajicenter.org evan.aliana@libero.it
Associazione Somanatha di Sati Mira Serra Centro Lord Sada Shiva Via Centrale 61 Fraz. S. Giovanni Castellamonte 10081 (TO) Tel. 0124.581094 Cel. 348.4502600 www.lordsadashiva.it shanti.mira@libero.it
Croce Mandir via Michele Di Florio 47 loc. Croce - 84013 Cava de' Tirreni Cell: +39 348 563 8969 www.facebook.com/Croce-Mandir103674566353558/
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