Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019 Quadrimestrale di informazione dell’Herakhandi Samaj Italiano
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019 Quadrimestrale di informazione dell’Herakhandi Samaj Italiano
Gruppo editoriale: Madhuri Lila Shanti Mahima
Hanno contribuito a questo numero: Marianne Konrat/Moti Ma Fabio Pacini/ Ramlota Kalusingh
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019 Quadrimestrale di informazione dell’Herakhandi Samaj Italiano Parole del Guru
Messaggio di Babaji
pag.
4
pag.
6
pag.
8
pag.
10
pag.
12
pag.
16
pag.
22
Da Padam nuovo presidente del Samaj Italiano
pag.
24
Programmazione eventi nei centri di Babaji
pag.
26
Satsang
La storia di Bhasa e Vilasa tratta da “Storie dello Yoga Vasistha Appunti dal Darshan di Amma 2019
“Siamo tutti perle infilate sullo stesso filo d’amore” a cura di Madhuri
La ripetizione del Mantra di Diego Manzi Testimonianze
Shri Muniraji e La Via del Fiume di Gianni Ragazzi/Prem Singh
Feedback dopo l’incontro dei giovani a Villa S. Secondo di Shyama a nome del gruppo (inviato a Jai Ho)
Notizie dagli Ashram italiani
Cisternino di Shivani Comunicazioni
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
3
Parole del Guru
“Discorso di Babaji” tratto da La via del cuore di Radhe Shyam
“Il Nome del Signore è come nettare divino: ripetetelo di continuo: In questa Epoca Oscura (Kali Yuga), l’uomo nasce con la mente già debole e instabile. Per questo motivo, nessuno è più in grado di praticare la vera meditazione, ma tutti possono cantare o ripetere il Nome del Signore che la loro religione insegna. Cantate sempre il Nome del Signore. Cantando il mantra, diffonderete le sue vibrazioni nell’ambiente che vi circonda e allora ‘mediterete’ per voi stessi e per gli altri. ”
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
4
Parole del Guru
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
5
Satsang
La Storia di Bhasa e Vilasa da “Storie dello Yoga Vasishta”
Vasishta continuò: “Intrepido Rama, coloro che praticano la meditazione e trovano la gioia nell’Atman o Supremo Sé sono liberi da pene, affanni, miserie e dolori. Il jiva o anima individuale è simile a un toro che vaga senza meta nella densa foresta del samsara, legato dalle corde robuste dei desideri. Sferzato dalla frusta del karma, egli subisce i morsi delle pulci delle malattie, gemendo sotto il pesante carico di sofferenze del samsara. Per il continuo movimento avanti e indietro, il suo corpo è pesto e contuso. A causa dell’ignoranza, è caduto nell’abisso profondo delle innumerevoli rinascite. L’aspirante deve annientare la sua mente e conoscere per intuizione diretta la sua anima immortale; soltanto allora potrà liberarsi dell’egoismo. Deve cercare costantemente la compagnia di saggi e jivanmukta e trovare i mezzi per conseguire la realizzazione del Sé. Una mente pura e ben disciplinata è un mezzo sicuro per ottenere la conoscenza del Sé. Se la mente è immersa nel Sé, godrà lo stato di turiya o coscienza di Brahman. Quando si ha questa esperienza, tutti i vasana per gli oggetti periscono completamente. Se la ricerca dell’Atman è intrapresa con la giusta serietà, la mente perverrà gradualmente ad un alto stato di purezza. Si deve annientare la mente inferiore con la mente superiore ed ottenere la conoscenza di Brahman; solo allora avranno fine le sofferenze di questo terribile samsara. Quando la mente verrà annientata, e il vile ahamkara distrutto, albeggerà la luce dell’Atman e sorgerà l’imperitura beatitudine dell’Anima. Per illustrare questa esperienza, ti racconterò la vecchia storia del discorso tra i fratelli Bhasa e Vilasa. Due eremiti di nome Bhasa e Vilasa vivevano nell’eremitaggio del saggio Atri situato sui monti Sahya. Erano figli del saggio Atri e vivevano uniti nell’amore come il fiore e la sua fragranza; avevano un’anima e una mente in due corpi. Erano uniti l’uno all’altro come i germogli dello stesso ramo. Alla morte degli anziani genitori compirono i riti funebri e, presi dall’angoscia e dal dolore, piansero profusamente. Dopo si salutarono e partirono in direzioni diverse, impiegando il loro tempo in rigorose austerità nella foresta. Distrussero tutti i desideri, i loro corpi divennero scarni e magri, ma non riuscirono a conseguire la vera conoscenza. Un giorno s’incontrarono di nuovo. Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
6
Satsang
Vilasa disse: “Ti do il benvenuto, Bhasa, amato fratello. Sei sempre nel mio cuore, sei la mia stessa vita. Dimmi fratello, come e dove hai passato questo lungo tempo dopo la nostra separazione? Hai ottenuto la conoscenza del Sé? Sei felice? Sei stato liberato dalle sofferenze e dalle ansietà della mente? Hai realizzato la beatitudine dell’Infinito, la felicità dell’Eterno?” Bhasa rispose:” Sono stato fortunato ad incontrarti. Come possiamo aspettarci d’avere la pace finchè i semi dei desideri, insieme alle loro forti e profonde radici, non sono distrutti e la mente annientata? Come possiamo aspettarci la beatitudine eterna finchè non abbiamo ottenuto la realizzazione del Sé e la conoscenza dell’Atman? Vedi come le nostre vite trascorrono in inutili occupazioni mondane, sforzi egoisti e vani pettegolezzi. Il corpo decade come un albero avvizzito, la vecchiaia ci sorprende con i capelli grigi e la pelle raggrinzita. Come possiamo godere la felicità trascendentale finchè non vengono distrutte e annientate le turbolente passioni, le speranze e le paure? Come possiamo godere la pura felicità di Brahman finchè non abbiamo eliminato la malerba dei desideri con la spada della pura ragione o discriminazione? Il topo della morte è sempre intento a rosicchiare il filo della vita alla radice. Il corso della vita mondana scorre con il fango delle passioni e dei desideri, con le preoccupazioni, le ansietà e i vortici delle innumerevoli trasmigrazioni. La mente danza insieme ai sensi e non trova pace. La conoscenza di Brahman è il rimedio sicuro per curare la malattia dell’ignoranza (ajnana); è una panacea, un rimedio efficace per la tremenda malattia delle rinascite. Quelli che hanno conseguito la conoscenza di Brahman e che consumano le loro vite nei piaceri dei sensi, rimarranno intrappolati nella ruota di nascite e morti. Come le foglie secche disperse dal vento, anch’essi sono spazzati via dalla corrente della morte.” Vilasa fu felice di ascoltare l’ispirante discorso di Bhasa. I due fratelli si dedicarono diligentemente al conseguimento della conoscenza di Brahman. Fecero costanti e intense meditazioni sul supremo Sé, raggiunsero l’autorealizzazione e divennero jivanmukta, saggi liberati mentre ancora in vita. Sofferenze, miserie, dolori e illusioni colpiscono solo coloro che sprofondano nel fango della mondanità e dell’ignoranza. Coloro che hanno ottenuto la realizzazione del Sé gioiscono sempre dell’eterna e infinita beatitudine di Brahman. Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
7
Satsang
Appunti dal Darshan di Amma
“Siamo tutti perle infilate sullo stesso filo d’amore” a cura di Madhuri
Il mantra del nostro tempo è ‘velocità’. Ogni cosa intorno a noi accade a un ritmo frenetico. L’umanità è rimasta intrappolata in questo ritmo frenetico e corre senza dare più importanza a ciò che c’è e/o accade intorno. Come trovarsi su un aereo il cui comandante avverte i passeggeri che c’è un guasto all’aereo ma li invita a stare tranquilli perché l’aereo continua a volare velocemente! Oggi giorno diamo molta più importanza alla scienza e alla tecnologia, ma dobbiamo interessarci anche alla cultura e alla natura. Proprio come osserviamo le leggi delOm Namah Shivaya | numero3dicembre2019
8
Satsang
l’uomo, dobbiamo rispettare le leggi della natura: unità, sacrificio, amore disinteressato. Altrimenti è come una sedia con due gambe: potrà restare in piedi? Le difficoltà non devono fermarci. Con la loro forza gli esseri umani non possono impedire i disastri naturali ma si può tendere la mano a chi è sprofondato in questi disastri. Solo ciò che è presente in noi può esprimersi all’esterno e affinché la società possa progredire dobbiamo essere liberi di esprimere la nostra opinione. La nostra salute mentale dipende da quanto riusciamo a essere liberi dalla schiavitù della mente e coltivare la nostra umiltà che possiamo apprendere dalla natura. Madre Terra ci permette di calpestarla e di sputare sopra di essa, invece, Lei ci colma di grandi benedizioni. Bisogna coltivare un atteggiamento reverenziale per ogni aspetto della natura: ogni cosa ha uno scopo, nulla è insignificante. Gli alberi depurano non solo l’aria ma anche il sole attenuando gli effetti della radiazione solare. Per ogni albero abbattuto bisogna piantarne dieci, invece, si costruiscono case sempre più grandi: in passato 30/40 persone potevano vivere in 100m quadrati, oggi ogni membro di una famiglia ha bisogno del ‘suo’ spazio, così si costruiscono case di 300m quadrati. Ugualmente succede con le macchine e con gli animali che alleviamo continuando a ignorare che il futuro dell’umanità è in pericolo.
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
9
Satsang
I nostri desideri sono aumentati e per soddisfarli abbiamo perso il dharma, ma anche la natura agisce in modo adharmico ritorcendosi contro il creato. Assistiamo a una corsa folle per procurarci il denaro e appagare i nostri desideri, così ci dimentichiamo degli altri senza capire che non sono gli oggetti esterni a darci la felicità e la pace interiore. Pensiamo costantemente, andando da un negozio all’altro, che troveremo la felicità ma lasciamo questa terra senza averla trovata perché la felicità non è all’esterno ma all’interno di noi stessi. L’eccessiva fascinazione per la tecnologia ha creato nell’uomo una falsa sicurezza. E’ importante essere consapevoli che la tecnologia è un buon servitore ma un pessimo
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
10
Satsang
maestro. La maggior parte della gente vive in un mondo virtuale e non da più valore alle relazioni umane, invece, dovremmo usare le macchine e amare le persone. La dipendenza dagli apparecchi elettronici ha disgregato le famiglie provocando spesso grande sofferenza. Un giorno una mamma andò disperata da Amma perché non sapeva dove fosse stato suo figlio per più di un mese senza mai dare sue notizie e lasciando la madre in uno stato di assoluta prostrazione dovuto alla preoccupazione di cosa potesse essergli accaduto di tanto grave da impedirgli di dare un qualsiasi segno di vita. All’incirca un mese dopo il ragazzo era tornato a casa ma si rifiutava di rivelare cosa avesse fatto durante il periodo di lontananza dalla famiglia. La donna non si rassegnava di fronte al silenzio irremovibile del figlio e soffriva immaginando le situazioni di costrizione che il ragazzo aveva subito trovandosi da solo ad affrontare ogni genere di violenza e difficoltà, e chiese ad Amma di aiutarla a scoprire la verità. Quando Amma domandò al ragazzo dove e come avesse trascorso un intero mese lontano da casa, il ragazzo rispose che aveva cercato un lavoro in un’altra città e aveva lavorato sodo per potersi comprare un cellulare molto costoso. (!!) Ci vogliono molte vite a bruciare il karma per la sofferenza provocata a quella mamma. Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
11
Satsang
LA RIPETIZIONE DEL MANTRA di Diego Manzi
Etimologicamente la parola sanscrita mantra è composta dalla radice verbale MAN, che significa "pensare", "comprendere" o "immaginare", e dal suffisso -TRA, utilizzato sovente per la formazione di sostantivi indicanti lo strumento per compiere un'azione. Pertanto ci troviamo letteralmente in presenza di uno "strumento per pensare". Se in riferimento alla letteratura sanscrita antica l'espressione mantra si riferisce, in senso stretto, agli inni vedici meticolosamente salmodiati nel corso del sacrificio dai sacerdoti officianti; col tempo essa ha "abbracciato" qualsiasi suono o insieme di suoni, oggetto di ripetizione verbale o mentale (japa), a supporto di una determinata pratica realizzativa; fino a diventare, specie in seno ai lignaggi tantrici, una vera e propria forma di yoga (mantra-yoga). A proposito dell'efficacia e della funzione, per così dire, dei mantra, ricordo sempre con gioia una storiella edificante. Un re chiese al suo saggio ministro di insegnargli il proprio mantra. Quest'ultimo si rifiutò ma il re insisté. Fu così che il ministro, fra lo stupore dei compresenti, ordinò ad una giovane guardia reale di catturare il re ma, nonostante ripeté l'ingiunzione più volte, la guardia non si mosse. Infine il re, irritato dall'atteggiamento del proprio ministro, ordinò alla guarda di catturare il ministro e, questa volta sì, il ragazzo obbedì immediatamente. A quel punto il ministro scoppiò a ridere e spiegò al re il senso del suo gesto: "i nostri ordini erano gli stessi, e anche il destinatario di essi era il medesimo; eppure in un caso il comando non è stato eseguito, mentre nell'altro sì. Nel caso di un mantra, parimenti, tutto dipende dall'autorità e dalla preparazione spirituale di chi lo pronuncia". La sillaba primordiale oṃ (AUM), sovente considerata il mantra per eccellenza, è rintracciabile, ed ivi analizzata, da innumerevoli fonti della letteratura indiana classica. Alcuni testi considerano la oṃ come la più pura espressione della totalità. Più segnatamente, secondo la celebre Māṇḍūkya Upaniṣad, in essa sarebbero concentrati, progressivamente, i tre aspetti (+ uno) dell'Assoluto (brahman), il quale, a sua volta, coincide col nostro Sé più profondo: 1) lo stato di veglia (vaiśvānara), associato alla lettera A, ove il Sé esiste a livello del mondo sensibile esteriore; 2) lo Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
12
Satsang
stato di sogno (taijasa), associato alla lettera U, nel quale il sé fa esperienza di un mondo interiore ancora legato con quello esteriore; 3) lo stato di sonno profondo senza sogni (prājña), associato alla M, ove il Sé fa l'esperienza dell'unità, in quanto, a differenza dei due stadi precedenti, sparisce la differenza fra soggetto conoscente e oggetto conosciuto e in cui l'esperienza si trasmuta, per così dire, in non-esperienza. Ciononostante, la Māṇḍūkya Upaniṣad, individua un quarto stadio (turīya), associato al prolungarsi della vibrazione sonora, il quale, trascendendo i primi tre, è descritto come "invisibile, inavvicinabile, inafferrabile, impensabile". Si tratta, in definitiva, della natura più profonda di brahman. In quest'ultimo stadio, tuttavia, non solo non si trovano più tracce di dualità, la quale rappresenta la fonte di qualsiasi dolore, bensì, e a differenza del sonno profondo (intermittente e non accompagnato da coscienza), ivi il Sé risplende nella sua forma più autentica di esistenza-coscienza-beatitudine (saccidānandasvarūpa). Un’importanza notevole, specie nei lignaggi śaiva, è assunto dal sacerrimo pañcākṣara-mantra, ossia il noto mantra in onore di Śiva costituito, appunto, da cinque sillabe: namaḥ śivāya (onore a Śiva!), preceduto dal praṇava, ovvero la sillaba sacra oṃ vista in precedenza. Secondo la tradizione hindū, la recitazione del pañcākṣara-mantra propizia grandi meriti. Ma qual è il suo significato più profondo? Ebbene, bisogna sapere che la sua pronuncia, per così dire invertita (śivāya namaḥ) permette di scorgere significati fonosimbolici davvero prodigiosi: 1) śi > sta per il dio Śiva; 2) vā > sta per la potenza di grazia del dio (anugraha); 3) na > indica il potere, sempre del dio, di "velare" la propria natura divina (tirobhāva), ivi innescando, nei singoli principi coscienti individuali non ancora liberati (jīva), una forma di schiavitù che li rende limitati e perennemente sofferenti; 4) maḥ > indica infine la triplice maculazione che, da tempi insondabili, avviluppa le nostre particole spirituali: āṇavamala, ossia il fatto stesso di essere degli individui; kārmamala, ossia i dinamismi del karman che ci vincolano ad agire e a rinascere; e māyīyamala, l'illusione cosmica. Mentre le ultime due maculazioni sono, di regola, considerate "avventizie" (āgantuka), la prima è considerata assolutamente "connaturata" a tutti gli uomini (sahaja). Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
13
Testimonianze
Shri Muniraji e La Via del Fiume di Gianni Ragazzi/Prem Singh
Arrivo ad Haldwani nell'estate del 1984 e sono in cammino per Herakhan. E' lì che si trova l'Ashram di MahaAvatar Babaji, o Herakhan Baba, o semplicemente ‘’Babaji’’, ultima manifestazione vivente di quegli esseri illuminati il cui lignaggio risale all'origine di ogni cosa esistente, quella degli 'Immortali’. Mi apprestavo a questo fatidico incontro dopo aver incontrato nei miei pellegrinaggi indiani Saggi, Baba, Guru: tutti mi avevano esortato con grandi sorrisi a continuare la ricerca di colui che era a me destinato. Mi facevano pensare che questa ricerca non avrebbe mai avuto fine, e mi ero quasi abituato all'idea che il senso consiste nella ricerca, consapevole che il dio Shiva ha il potere di confondere le menti, di illudere e deludere. Quante volte ciò si è avverato! Tuttavia piccoli segnali casuali mi avevano portato fin qui nella sua direzione, un trafiletto su un giornale, la parola buttata lì da uno sconosciuto incontrato per caso, ero arrivato anche in una città che in linea d'aria distava poche decine di km dall'Ashram ma i segni... ne riceviamo tanti, tutti i giorni, e poi i segni possono essere male interpretati o del tutto non capiti o passare invisibili o lasciati cadere se non si è più che pronti. Detto in altre parole, affidati al karma! Herakhan è il nome di un piccolo villaggio rurale, poche abitazioni, i templi, gli alloggi, che si trova a mezza giornata di marcia da Aldwani, nord India. Siamo sulle pendici himalayane, immersi nella giungla e sulle rive di un affluente del Gange, il Gautama Ganga,. Le acque scorrono in un vasto letto pietroso quasi asciutto per la maggior parte dell'anno, ma nella stagione dei monsoni o in occasione di forti acquazzoni si trasforma in un fiume gonfio di acqua impetuosa che trascina a valle alberi, massi e i rudimentali argini posti a difesa. Il Gautama scorre su un fondo valle chiuso tra colline boscose ricoperte da una fitta foresta con le stesse caratteristiche della giungla primordiale. Qui si aggiravano, in rari casi anche adesso, animali selvatici e feroci. Nei pressi si trova, infatti, un parco che è riserva per la sopravvivenza delle tigri..... (omissis) Quindi mi reco a porgere il saluto a Sri Muniraji, e chiedergli il viatico per incontrare Babaji, il guru immortale, così come m'aveva istruito un devoto incontrato on the road. La visita preliminare a cui mi apprestavo non è strettamente obbligatoria ma Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
14
Testimonianze
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
15
Testimonianze
pur sempre un segno di rispetto formale per coloro a cui chiediamo i tre giorni di ospitalità e partecipazione ai rituali religiosi che si svolgono all'interno dell'Ashram. Tuttavia oltre l'aspetto formale vi è un significato recondito più importante: entrare in un luogo spirituale, specialmente i templi di Babaji, vuol dire attraversare una soglia, tanto fisica che immateriale. Questi passaggi hanno il loro guardiano, egli ne custodisce l'accesso e apre il cammino a chi lo chiede o lo rifiuta, in base a considerazioni che non sono di mia competenza. Non ultimo si trattava pur sempre di raggiungere un luogo situato sulle pendici himalayane, non raggiungibile per strade bisogna percorrere sentieri nella foresta con l'indispensabile aiuto di una guida locale. Oppure risalire il greto pietroso del Gotama Ganga, un ramo del Gange che straripa d'acqua nella stagione monsonica ma con portata ridotta e guadabile nel resto dell'anno. Io avevo già optato per la risalita sul greto, sempre che il livello dell'acqua lo permettesse...(omissis) In omaggio avevo portato una stecca di Marlboro, per dire quanto poco ne sapessi del mondo in cui mi stavo incamminando. - Muniraji shop - diedi l'indicazione al conduttore di risciò senza specificare altro e egli non ebbe alcuna difficoltà a capire dove andare, né fece ulteriori domande anche se mi guardava con occhi tristi e mi diceva qualcosa che io interpretavo come -Babaji is gone...Babaji is gone- E nello stesso tempo faceva strani gesti con le mani. Vabbé, dicevo tra me e me, l'aspetterò, non è il caso di rattristarsi per così poco... -Yes. Forty years- e mostrò di nuovo la mano destra aperta con il pollice ripiegato sul palmo. Bisognerebbe sempre dare ascolto al conducente del risciò ma non me ne curai, anzi mi aspettavo che cercasse di propormi la visita a qualche altro ashram nei pressi. Lo shop, cioè l'ufficio di Muniraji, si affacciava su una piazzetta stranamente calma e silenziosa, niente a che vedere con la confusione e il vocio di una qualunque strada indiana. Muniraji sarebbe arrivato poco dopo, mi disse qualcuno. Venni fatto accomodare e mi posi in postura di meditazione per un tempo che non saprei valutare, ore o minuti è impossibile a dire. Il luogo era fuori dallo scorrere del tempo e non appena conobbi Muniraji capii il perché di quello strano fenomeno. Dopo l' attesa, lunga o breve che fosse, senza profferire parola, un uomo alto, dritto e distinto, abbigliato come gli uomini d'affari, entrò e si accomodò a gambe incrociate su quella sorta di sofà che è nello stesso tempo salotto, letto, tavolo, divano. Un altro che attende Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
16
Testimonianze
Muniraji, dissi tra me... -WHERE ARE YOU FROM?- La domanda me l'ero sentita rivolgere infinite volte, e non giunse inaspettata ma adesso mi era posta con una particolare gentilezza, un sorriso divertito, le sopracciglia leggermente rialzate quasi intento a fissare un punto dietro di me. Nel frattempo altri si erano aggiunti e ci osservavano. Mi sentivo un poco come il figliuolo prodigo tornato a casa, più di un ospite di riguardo. Il tè era stato mandato a prendere per tutti e l'ordine venne reso perentorio da un inequivocabile batter di mano a significare 'presto e bene' e impreziosito con la specifica che fosse di prima categoria, ovvero con abbondante latte. Un silenzio senza tempo aleggiava intorno, dall'esterno arrivavano rumori smorzati che nemmeno udivo, la deferenza che i presenti mostravano verso il primo arrivato avrebbe dovuto farmi capire chi fosse in realtà, ma i suoi modi tranquilli e rilassati, la normalità dell'aspetto, la mancanza di forme di speciale devozione quali mi aspettavo per il discepolo più vicino a Babaji, l'Avatar Immortale, creavano una cortina di nebbia che offuscava la mia capacità di vedere e di comprendere. Le facoltà mentali sembravano rallentate, così come i suoni che provenivano dall'esterno, la percezione dello scorrere del tempo, la distinzione di ciò che è reale e immaginario. Avrei voluto parlare di me, trovare motivazioni per spiegare la mia presenza, lontano da casa, in un luogo che nessuno dei miei compatrioti avrebbe potuto rintracciare su una mappa geografica, e trovarmi a bere tè indiano con un distinto signore vestito di bianco in una stanza affacciata su una piazzetta in pieno sole. 'Chi io sia e perché sono qui sembra non interessi veramente nessuno’ oppure avevano già le risposte, anche a quelle domande che non ero in grado di pormi. -WHERE ARE YOU FROM?- Un' unica domanda, la sola possibile, sto ancora provando a rispondere a quell'unica domanda dalle conseguenze in quel momento inimmaginabili per la mia vita futura. I bicchieri con il tè lattiginoso e fumante sono portati davanti a ognuno di noi, uno dei pochi segni dello scorrere del tempo. Quando dico – Italy - provoco un lieve dondolio del capo e uno strizzare di occhi. Ma gli sguardi che mi osservano non sono sorpresi. La parola Italy riecheggia nel gruppo, se la passano e rimandano l'un l'altro come fossero dei bimbi seduti in circolo che si lanciano la palla. Come mai sono tutti usi al suono di questa parola? Nel resto Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
17
Testimonianze
dell'India ero abituato a sentirmi come proveniente da un altro pianeta, obbligato a spiegare che Italia è in Europa, e l'Europa è oltre l'Asia. Oggi la mia nazionalità desta solo un lieve stupore, quasi una quotidianità. La mia risposta dovette essere giudicata troppo semplice e sbrigativa. Con quel gesto della mano che avrei imparato a conoscere bene, le dita che s'allargano come petali, l'uomo distinto mi esortava a dire di più e -..... really! - era implicito nel gesto. Avrei dovuto essere più preciso, andare oltre una banale attestazione di provenienza. Allora mi decisi a continuare spiegando che venivo da una città italiana fondata duemila anni prima ai tempi della Repubblica romana, nella piana bagnata dal grande fiume, il Po. Di nuovo il gesto della mano esortativo e incoraggiante ma nello stesso tempo stringente ... Si trova vicino al Po, che è un fiume sacro come il Gange ma mentre il Gange è un fiume Madre, il Po è maschile e paterno, e quindi... Quali enormità nel paragone appena azzardato proprio nella dimora di un maestro devoto alle sacre acque della Madre Ganga, come se aver passato alcuni mesi a Varanasi e lì aver appreso quel poco accessibile ad un giovane viaggiatore occidentale affamato di conoscenze e con solo un bagaglio di belle speranze, potesse consentirmi di fare paragoni di tale portata. Il loro sguardo si fece più attento e immaginai che potessero vedere ogni immagine che mi sfilava nella mente... Ora mi sentivo di contraccambiare l'ospitalità raccontando la storia del Grande Fiume che mai avevano avuto occasione di udire prima. Mi ero immerso in una lunga spiegazione...(omissis) -WHERE ARE YOU FROM? - La domanda si ripete, risuona con la voce dell'indiano nella mia mente. -WHERE ARE YOU FROM? - Ecco, sono venuto a cercare il Baba Immortale nella terra dove gli Dei sono tuttora onorati affinché mi permetta di comunicare, ritrovare, ascoltare le voci di quelli che siamo più capaci di vedere e sentire. Mi accorgo di aver trovato la risposta abbagliante e lo stupore per la scoperta credo sia facile da leggere sulla mia faccia, e così la foga che mi ha sostenuto si calma: il tramonto dell'età in cui dei e umani vivevano insieme d'amore e d'accordo non è definitivo, irrimediabile, pauroso come pensavo. Ecco te lo voglio far sapere Muniji - E' questo il mondo da cui provengo e i fili che mi uniscono sono robusti e resistenti. Gli dei e gli uomini delle origini non sono mai andati via, sono sempre qui intorno, immutati e eterni. E' Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
18
Testimonianze
questa la risposta che cercavo alla domanda che mi hai posto? Ho capito perché mi hanno portato qui? Mi colpisce la vista del bicchiere perfettamente colmo con il tè da cui emanano vapori densi. Dalla piazzetta giungono le stesse voci appena smorzate. - YOU CAN GO! OM NAMAH SHIVAYA- con la mano aperta mi vuol ricordare che sto per entrare in un luogo a cui si accede se chiamati, per cui: sorgi, procedi, avviati, osa. Adesso solo poche ore di cammino mi separano dall'Ashram e infine l'incontro con il Maestro -ank you, Sri MunirajiMi venne indicata la via che prenderò il mattino successivo di buon'ora. Inutile dire che era la Via del Fiume, questa volta la Goutama Ganga. Salutai Muniraji, ora mi era chiaro chi fosse, lasciai le Marlboro che avrebbero reso felice qualcuno dei suoi aiutanti. Quando giunsi ad Herakhan conobbi il significato della frase -Babaji is goneTra i frequentatori dei templi di Babaji c'è la bella abitudine di raccontarsi a vicenda, seduti in cerchio o a tu per tu, episodi riguardanti Babaji, ciò sia da parte di 'vecchi devoti' che hanno avuto la ventura di incontrarLo, sia eventi significativi di vita spirituale a Lui direttamente collegati. Quello che ho raccontato è parte della serie, è una sorta di visione personale il cui messaggio si è chiarito in tempi assai vicini. È mia abitudine camminare sulle spiagge del fiume a volte per ore sotto il sole estivo o d'inverno in perfetta solitudine zen, tutte le volte che mi è possibile, e continuo a bagnarmi nelle sue acque scure come farei nelle acque del Gange. 'where are you from ?' mi accade spesso di ripeterlo, quasi fosse un Mantra. In effetti mi è stato dato in modi e circostanze tali che mi consentono di considerarlo tale. Benché personale non è mia intenzione tenerlo solo per me. Tutti i miei interessi successivi si sono avvolti intorno a quelle parole, il cui significato non smetto di indagare giorno per giorno. Om Namah Shivaya Prem Singh Cremona - 21 Agosto 2019
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
19
Testimonianze
Feedback dopo l’incontro dei giovani a Villa S. Secondo di Shyama a nome del gruppo (inviato a Jai Ho)
"I am writing to you in the name of all the beautiful souls who attended the meeting in Asti last weekend. We were about 12-13 participants and shared our visions and current states of being. î “e very loose and flat structure allowed us a very organic way of meeting and after a day of searching it fell together wonderfully and we had a great chance to connect and to better understand how we want to gather in the present and future. Lots of singing, sharing, karma yoga, dancing and so on filled our days.
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
20
Testimonianze
ere are two projects that we want to pursue. We have decided to inform you more as things become clearer. e seeds are planted!". "Vi scrivo a nome di tutte le meravigliose anime che hanno partecipato al raduno dello scorso fine settimana (26 Settembre 2019) ad Asti. Eravamo circa 12-13 partecipanti e abbiamo condiviso la nostra condizione attuale e le nostre prospettive (per il futuro). L’organizzazione fluida e semplice ha favorito incontri che si sono intrecciati in maniera organica e naturale e, dopo una giornata di ricerca, le cose sono finalmente andate tutte meravigliosamente al loro posto regalandoci una preziosa opportunità per relazionarci e capire meglio come vogliamo riunirci in questo momento e nel futuro. Abbiamo colmato le nostre giornate cantando, condividendo, facendo karma yoga, danzando... Ci sono due progetti ai quali intendiamo dedicarci. Abbiamo deciso di informarvi più dettagliatamente in merito nel momento in cui le cose saranno più chiare. I semi sono stati piantati!"
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
21
NOTIZIE dagli Ashram Italiani
Cisternino - Estate 2019 di Shivani
Bhole Baba Ki Jai Grazie a Tara, Tiziana Gobbi, l'Ashram ha sempre garantito la pooja al tempio durante il faticoso inverno, 2018/19. È stato celebrato in semplicità Chaitra Navratri 2019 e da allora siamo riusciti a garantire oltre al Tempio, la Pooja con Havan (officiata da Shiva Dass) al Dhuni e abbiamo celebrato tutte le festività sino ad oggi. Poojarini e poojari si sono succeduti durante i mesi primaverili/estivi e ora abbiamo Tara al Tempio e Sara Ieva al Dhuni. L'ashram Bhole Baba sta cercando faticosamente di rimettersi in funzione. Dopo le travagliate vicissitudini degli ultimi 3 anni, associazioni e membri del CDA della fondazione che si sono succeduti, sembra che finalmente si incominci a intravedere la possibilità di ritornare a vivere l'hairakhandi yoga in semplicità e amore. I membri del CdA della Fondazione Bhole Baba si stanno occupando, con grande
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
22
NOTIZIE dagli Ashram Italiani
impegno, coadiuvati da professionisti e da alcuni devoti locali, della messa a punto degli impianti e riassetto dei locali necessari per la chiusura della pratica/condono, che speriamo si chiuda con tutti i permessi necessari in primavera. Si è formato un comitato provvisorio per il ripristino dell'ass. Herakhandi Samaj di Cisternino (HSC) che speriamo, presto, possa poter organizzare l'assemblea generale dei soci per l'elezione del CD permanente che avrà in gestione l'ashram stesso. Mahima, Monica Spinello, è l'attuale presidente, Anamika, Antonella Sisto, segretaria e vicepresidente, Shivani, Cristina Nicola, tesoriere e Tara, Tiziana Gobbi, Giulia Musini, Sara Ieva e Enrico Galli (dimissionario) consiglieri. Il gruppo si è costituito dopo Ashwin Navaratri '19 da coloro che si erano resi disponibili a lavorare in Ashram a prescindere dall' esistenza di un associazione. L'ingegnere capo tecnico del comune di Ostuni, che si sta occupando della nostra pratica condono, ha suggerito che l'ashram venga abitato, quindi stiamo pensando di organizzare un programma durante le festività Natalizie, dando la possibilità di pernottare in Ashram, la cucina però resterà chiusa. Un grazie di cuore va al dott. Luca Convertini , attuale Sindaco del comune di Cisternino, che essendo anche un membro del CdA della Fondazione Bhole Baba, nonché vice presidente, nel momento di maggior crisi, ha preso in mano la situazione e ci ha portati ad una ri-Unione attraverso un’assemblea da lui stesso indetta in Ashram, verso la fine dell'estate. In realtà non è successo niente di speciale durante il meeting ma qualcosa/ qualcuno è cambiato e da allora sempre più persone prendono coscienza della situazione e si adoperano per cercare di lavorare al di là delle visioni e differenze personali, per il benessere di un posto meraviglioso , quale essere l'ashram di Cisternino. Il seme sta germogliando, sta a noi farlo crescere. Camminiamo insieme tenendoci per mano nel cammino di luce del Dharma. Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
23
Comunicazioni
Da Padam Singh, Nuovo Presidente del Samaj Italiano Cari tutti, Decidere di mettermi al servizio del Samaj come presidente mi è costato una lunga riflessione, fatta di tante valutazioni, in primis se mi fosse stato possibile prendere quest’impegno, dovendo contemperare i tanti impegni di famiglia , di lavoro e del Croce Mandir che portiamo avanti a Cava de’ Tirreni. Avrei preferito che qualche altro fratello o sorella si fosse fatto avanti, ma comunque ho ricevuto l’incoraggiamento e la promessa di aiuto di tanti e questo per me ha un grande valore. Valore che per me significa sostegno all’azione del Samaj, azione che è aiuto dei luoghi che man mano si sono creati in Italia, per il volere di Babaji, di Muniraj e di gruppi di persone coraggiose e appassionate. Coraggio e passione che di questi tempi sono veramente difficili da trovare, laddove ormai qualsiasi cosa, finanche l’amicizia, sempre di più hanno motivazioni di opportunismo e di business. Tutto lecito e comprensibile, perché ognuno deve trovare di che campare nella propria vita, ognuno ha una famiglia, dei figli, dei bisogni, quindi non c’è niente di strano o di condannabile nel fatto si dia il giusto valore ai soldi, che sono la base di una vita decente e dignitosa. Ma questo rende grande valore Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
24
Comunicazioni
alle persone, alle tante persone, che si dedicano nel poco tempo disponibile a qualcosa per passione e spirito di servizio, seguendo solo il bisogno di fare del bene ed essendo coscienti di ricevere un beneficio nella propria interiorità. I tanti che si dedicano con passione a mantenere vivo l’Ashram di Cisternino, attraversato da un momento di vera difficoltà, i tanti che offrono se stessi per mantenere vivi, aperti ed accoglienti Hairakhandi Love, Villa San Secondo, Croce, e i tanti gruppi di preghiera sparsi in Italia che si riuniscono per rinnovare la gioia di cantare per Babaji. Questi Luoghi dove è possibile rinnovare, quando si vuole e si può, la gioia, anzi, la Gioia, di cantare per Babaji. Per questo va a tutti loro un grande ringraziamento, perché mantengono viva per tutti noi, e per chi viene e verrà dopo, questa opportunità, questa possibilità. Questo per me ha un valore incommensurabile. Luoghi dove si può praticare lo Yoga di Babaji, quel famoso Hairakhandi Yoga fatto di semplici canti e semplici cerimonie, alla portata di tutti, libere dalla schiavitù degli specialisti, che pure hanno il loro diritto ad esercitare, e anzi a fare con questo strumento di conoscenza del bene. Haidakhandi Yoga fatto di Karma Yoga, una delle più potenti pratiche spirituali, come ci ha sempre detto Babaji, una pratica, uno Yoga, che aiuta in modo concreto ed efficacissimo lo sgrossamento spirituale delle sovrastrutture mentali che ci impediscono di essere Liberi!!! Ecco, vedete, questo è lo scopo dei Luoghi, per me. E questo è lo scopo del Samaj, per me. Spero che tanti di noi, rispetto alla propria storia con Babaji, riescano a mettere in primo piano il ricordo e la gratitudine per ciò che hanno ricevuto dall’incontro con Babaji, e quindi sostenere, e tornare a sostenere, al di la delle simpatie o antipatie, i Luoghi, nei limiti delle possibilità e del sentire di ognuno. Perché servire questi Luoghi è servire l’umanità, con umiltà e modestia, senza deliri di onnipotenza e vanaglorie, solo con la coscienza che questo è di grandissimo beneficio per noi, per le nostre vite e per chi ci sta intorno. Come d’altra parte abbiamo sempre saputo ma che ogni tanto per orgoglio o stanchezza dimentichiamo. Con questo vi saluto e vi abbraccio tutti, miei antichi fratelli e sorelle, ringraziandovi di tutto, perché tutto è utile e importante. Con l’amore di Babaji. Padam
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
25
Programmazione eventi nei centri di Babaji
Gli appuntamenti del prossimo quadrimestre LOVE CENTER (Umbria) 14 gennaio 7 febbraio 21 febbraio
Makar Sankranti. Puja e bisheka ai Paduka Mahasamadhi. Puja e bisheka ai paduka Mahashivratri. Digiuno, bhajan e kirtan, bisheka ai paduka e yajna il 22 mattina Navratri di primavera.
25 marzo - 2 aprile LOTO BLU (Verbania) 20 dicembre
Recita collettiva Maha Mritiumjaya Mantra Ore 18,30 Concerto Benefico di Musica Classica Indiana (flauto bansuri e tabla) per raccolta fondi da destinare a Medici Senza Frontiere entrata ad offerta libera. Ore 18,30 Inizio corso di FORMAZIONE ISTRUTTORI YOGA (percorso biennale) per info scrivere a info@illotoblu.it
3 gennaio
8-9 febbraio
CENTRO SPIRITUALE DI PACE HAIDAKHANDI (Villa S. Secondo) 29 dicembre - 2 gennaio 1 gennaio
Festeggiamenti per capodanno Yajna
Per eventi e iniziative del 2020 manca ancora la definizione delle date che saranno comunicate al piĂš presto.
Om Namah Shivaya | numero3dicembre2019
26