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Come districarsi nella scelta del seme da piantare per l'auto- medicamento ››

COME DISTRICARSI NELLA SCELTA DEL SEME DA PIANTARE PER L'AUTOMEDICAMENTO Choose your strain

Scegliere una varietà di canapa medicinale, cioè ad alto contenuto di principi attivi, non è per niente facile. Che sia per divertirsi con gli amici la notte o per curarsi da una brutta malattia non è certo semplice trovare la varietà adatta alle nostre esigenze. Nel senso che un approccio alla coltivazione casalinga inizia sempre con un seme dal nome altisonante, magari dopo una fiera o una coppa dove ha vinto qualche trofeo. Fatto il primo raccolto cominciano le domande, i dubbi e le necessarie riflessioni. di CBG

Innanzitutto si valuta la produzione, se è stata abbondante o scarsa, se i fiori sono ben compatti in grappoli densi o se sono dei panicoli aerosi, si annusa la sostanza secca e

si cercano aromi e profumi vari tra oriente e balsamico, passando per lo sfortunato fieno (sintomo di un errore grossolano nell’essiccazione). Infine si assaggia e si traggono le conclusioni in relazione all’effetto – se è quello desiderato – e al gusto, che solitamente piace e sovente stupisce i principianti. Se la coltivazione ha destinazione commerciali, allora bisognerà valutare il peso della sostanza secca raccolta, la velocità di fioritura e il rapporto fiori/foglie – che deve essere il più alto possibile per garantire un ottimo stoccaggio anche sottovuoto.

Il mio articolo è rivolto agli utilizzatori in proprio, i cosiddetti coltivatori diretti, non a chi è interessato a produrre per fini commerciali: senza critica alcuna, non credo interessi tanto l’effetto antidolorifico causato dal consumo di certe varietà di canapa a chi deve produrre per vendere al mercato nero (notoriamente composto di ignoranti in materia).

Una prima scrematura tra le migliaia di varietà presenti è sicuramente la scelta tra un ibrido a prevalenza indica o un ibrido a prevalenza sativa, oppure una linea pura o, perché no, una ruderalis. Questa scelta comincia con la ricerca di un effetto psicofisico, quindi se per te l’erba “ti fa” o “non ti fa” comincia a riconsiderare il tuo rapporto con una pianta che per millenni è stata la panacea di tutti i mali. Quando molto tempo fa un amico mi chiese quale varietà scegliere da coltivare gli dissi “se per te hanno tutte lo stesso effetto allora fai Cannatonic e sappimi dire”. La mia provocazione venne colta, per fortuna, grazie ai Canna labs e alle loro analisi sui campioncini che trasformarono la mia scelta da una “leggerina” ad una “medicina per mamma”. Non so se in tanti hanno una madre col mal di schiena cronico, il mio amico ora non più. Questo aneddoto è servito proprio per spiegare l’importanza di scegliere una varietà di canapa in relazione alla sua destinazione d’uso. un più ampio spettro d’azione a livello di terpenoidi, e premesso che con ruderalis si intende un ceppo di canapa autofiorente rustica delle alte latitudini, andiamo a

vedere cosa significa indica e cosa significa sativa. Innanzitutto chiariamo che non si tratta di specie differenti altrimenti dal loro incrocio non si avrebbero discendenti. Ma in cosa differiscono? Differiscono nell’effetto innanzitutto, oltre che nel portamento, nella forma e nella resa.

La cannabis indica viene dall’Asia meridionale, in un'area di provenienza che va dal Pakistan al Bangladesh, dove gli esemplari autoctoni riuscivano a fiorire con un periodo di fioritura intorno alle 7 settimane con uno stretching molto contenuto sino ad inizio fioritura. Le foglie palmate sono di un colore generalmente più scuro rispetto alla media delle varietà di canapa diffuse e le piante di varietà indica sono esemplari bassi, tozzi e robusti con uno scarso stretching e una fioritura molto compatta con grosse cime compatte. Una varietà indica resiste meglio ai piccoli stress e agli errori del coltivatore, inoltre data l’esigua durata del periodo di fioritura è meno suscettibile a muffe e patogeni rispetto agli ibridi in commercio. Inoltre una varietà indica è ciò che possiamo assimilare al concetto di “erba da fumare” che può andare benissimo per i neofiti come per i fumatori che si definiscono “di una volta”, quindi alla ricerca di un imprecisato effetto di rilassatezza generalizzato misto allo stone. L’effetto di una varietà indica è lo stoned, quella sensazione di pesantezza corporea dovuto ad un profondo effetto miorilassante esercitato dai terpenoidi della canapa. Assumendo indica si può arrivare all’addormentamento per via della sua azione soporifera ad alti dosaggi. Una ridotta nausea e un aumentato appetito sono gli effetti collaterali dovuti all’assunzione e sono forse i più ricercati in ambito farmaceutico proprio per contrastare la nausea dovuta ai farmaci chemioterapici e proprio per stimolare la ripresa dell’appetito in pazienti affetti da inappetenza dovuta ad altre patologie.

La cannabis sativa, invece, nasce dalle zone equatoriali del nostro pianeta come il sudest asiatico e il centro-america dove nascono le grandi sativone pure, piante dalla

fioritura lunghissima e dal forte stretching che le caratterizza. Una sativa pura può impiegare sino a 14 settimane per completare la propria fioritura dando origine alla forma ben conosciuta. Una sativa in fioritura si presenta come esile e molto alta, dalle cime dense ma distribuite lungo il fusto. Questo adattamento - un grande stretching per distanziare tra loro i fiori - è il risultato di pressioni selettive naturali per creare l’individuo migliore e più resistente agli attacchi dei patogeni lungo tutte le 10-15 settimane di fioritura. È facile capire uno stretching così vistoso a fronte di così tante settimane di fioritura, cosa che rende difficoltose le sative ai principianti; su un periodo di fioritura così lungo chissà quanti patogeni possono attaccare la pianta! L’effetto delle sative è molto particolare, basta assumerne almeno una 0,5 per rendersi conto subito della differenza con un’indica. Una sativa agisce prettamente sulla testa dando l’effetto di apertura mentale e innalzata creatività tanto ricercato dagli “old stoners” (ossia i vecchi fumatori di una volta) che hanno smesso di stonarsi di Indicone con un’ottima componente ansiolitica e antidepressiva. L’effetto di una sativa è denominato “up” proprio perché agendo come stimolante mentale non provoca effetti di eccessivo rilassamento corporeo dei muscoli. Il consumatore meno esperto potrebbe non apprezzare l’effetto stimolante della sativa perciò prima di passare ad un prodotto fortemente sativa consiglio di assaggiarne un po’ per evitare di ritrovarsi tra le mani un’erba che, detto da ignorante, “non ti fa effetto”.

La ruderalis proviene invece dalle steppe russe. Ad altissime latitudini, dove a causa della brevità della stagione favorevole alla fioritura ha costretto la natura a sviluppare varietà dalla fioritura brevissima e non foto periodica. Ad un certo punto sopravvissero solo quegli individui la cui fioritura risultava di breve durata e soprattutto slegata dalla lunghezza della notte (indoor si tratta delle ore in cui è spenta la lampada). Le ruderalis sono le autofiorenti e quelle a fioritura rapida denominate online come “varietà early flowering”. Il contenuto di principi attivi, sebbene vario, è sempre stato tradizionalmente povero in THC che è il composto più ricercato dai coltivatori nel mondo. Dobbiamo la comparsa di autofiorenti, valide e paragonabili ai migliori ibridi indica/sativa, grazie alle seedbank e ai breeders che negli ultimi 5 anni si sono prodigati incrociando le prime autofiorenti sino a creare le autofiorenti moderne, che della ruderalis hanno solo il carattere dell’autofioritura. Consumare una ruderalis

È SEMPRE IMPORTANTE E SALUTARE SCEGLIERE UNA VARIETÀ DI CANAPA SPECIFICATAMENTE IN RELAZIONE ALLA SUA DESTINAZIONE D’USO

è decisamente faticoso, a cominciare dal mal di testa caratteristico dell’abbondanza di cannabinoidi secondari. Il fatto di essere autofiorente significa solamente non dipendere dalla lunghezza delle notti per iniziare a fiorire. Se le varietà classiche hanno avuto bisogno sinora di una notte lunga per entrare in fase di fioritura, diversamente le autofiorenti hanno una sorta di timer interno che le porta a fiorire dal diciottesimo giorno dall’emergenza. Molti principianti della coltivazione dovrebbero cominciare con una varietà autofiorente così da non doversi preoccupare di temporizzare le luci e soprattutto non prestare maniacale attenzione alle entrate di luce durante la fase buia. Ricordo che la luce durante la notte, anche in modestissime quantità, è un’ottima causa scatenante l’ermafroditismo; anche un accendino può causare enormi problemi.

Dopo tutto questo bel pezzo sull’indica, sulla sativa e sulla ruderalis dovrebbe esser più facile scegliere il seme da piantare. Se non fosse che la CBD crew (cbdcrew.org) ha iniziato a collaborare con tutte le più grandi e migliori case del seme al mondo

per offrire a sempre più pazienti varietà ad alto contenuto di CBD. Indipendentemente dall’essere indica o sativa (non ruderalis) il fatto di produrre CBD in quantità accettabili (oltre il 5%) implica almeno 2 settimane in più di durata della fioritura. Il CBD, acronimo di Cannabidiolo, è un metabolita della canapa di una via metabolica parallela a quella di sintesi del THC, dove però l’ultimo passaggio è mediato dall’enzima CBDAsintasi anziché dall’enzima THCAsintasi. Nel corpo umano il CBD ha affinità verso i recettori GPR55, CB1 e CB2, il che lo rende un antagonista degli effetti del THC nonché un ottimo antidolorifico, miorilassante, sedativo, ansiolitico, antinfiammatorio, antidiscinetico, antiepilettico e broncodilatatore. Inoltre ultimamente sono stati scoperti effetti di apoptosi sulle cellule tumorali in varie forme di tumore umano. Non aggiungo nulla più sul CBD altrimenti non sarebbe più un articolo di coltivazione, bensì una piacevole carrellata dei benefici di una delle molecole più, stranamente, inutilizzate del pianeta Terra.

Dopo aver ben assaggiato la Dieseltonic – la varietà per ora più saporita – credo fortemente che le varietà ad alto contenuto di CBD siano un prodotto da assaggiare per forza, soprattutto per i consumatori esperti che possono finalmente apprezzare tutte le qualità di una buona erba senza l’effetto stoned tipico del THC. Lo studio della genetica, grazie a famosi genetisti come Shantibaba, ha portato ad avere genetiche lontanissime dalle originarie quattro varietà conosciute agli albori. Genetiche come la Super Skunk ormai cedono il posto a nuovi incroci migliori, figli, o meglio nipoti, di grandi campioni, a causa del sapore più interessante, dell’effetto migliore o del comportamento durante la fioritura. A mio modesto parere, per avere un prodotto realmente superiore bisogna cercare le ultime notizie sui forum online di appassionati e growers, dove è possibile realmente discernere quale genetica è migliore rispetto alle altre. Come genetica “migliore” intendo la più produttiva, dal più alto contenuto di terpenoidi (principi attivi, oli eterici, etc etc) che si traduce in pratica in un migliore e più completo sapore e in un effetto superiore in termini di qualità e durata. Una genetica, per intenderci, è superiore se oltre a tutto ciò che ho elencato è anche riproducibile: nel senso che ognuno dei semi di quella varietà devono

darmi individui uguali e dalle medesime caratteristiche perché il mercato s’è stancato delle meteore. Una meteora è una genetica con 4 fenotipi buoni e uno rarissimo spaziale, così raro che se non si tiene una madre non lo si ritrova più.

Alla luce di ciò, una volta capite le varietà d’erbe e l’effetto che le contraddistingue, resta da informarsi bene sulle varietà scelte NON affidandosi necessariamente ai cataloghi dei produttori, bensì cercando feedback e report da parte di utenti che le abbiano provate e, se possibile, che abbiano dell’esperienza e delle conoscenze tecniche. Il punto di riferimento dev’essere il sito www.seedfinder.eu dove si possono confrontare i pedigree di ogni varietà presente in vendita sul mercato e i relativi incroci e discendenze. Purtroppo ci vogliono almeno 3 mesi per poter giudicare un seme comprato, perciò la scelta della genetica deve essere oculata per evitare di trovarsi un prodotto dozzinale che tanto impegno ha portato via e poca soddisfazione ha lasciato. Sarà poi l’esperienza che dirà quale genetica è più stabile e più buona e in definitiva è la migliore. In campo agrario la scelta genetica è il 70% della resa. Buona scelta e buona primavera!

Indice pubblicità

Nome Pagina

Agro Suisse 37 Area 51 24-25 Atami 48 Baboom 37 Buddha Seeds 2 Campacavallo 43 Campo di Canapa 39 Chacruna 24-25 City Jungle 43 Dinafem Seeds 1 Dinafem Seeds 9 Dream Planet 37 Easy-Grow Wholesale 29 Ed Rosenthal 32 Evergreen 37 Exodus 41 Foglie D'Erba 24-25 Growerline 24-25 Growing 41 Growshop Reggio 37 G-Spot 45 Guerrilla Garden 43 Hempatia 17 Hempatia Milano 41 Hemp-orio 24-25 Hemporium 24-25 Hierba del Diablo 39 Indoor Grow-, Head-, Smart Shop 37 Indoormania.it 35 Jorge Cervantes 20 Karkadé 41 Legalized 24-25 Mad Growshop 41 Max Green Hemp 41 MCK Bio Gardening 1 Mycologics 41 Mysticanza 24-25 Natural Mystic 41 Natural Store 24-25 Organic Farm 24-25 Orto Biologico 37 Orto Biologico Shop 24-25 Panoramix 41 Paradise Seeds 1 Plagron 1 Procare 41 Royal Queen Seeds 29 Secret Garden 41 Secret's Garden 37 Serious Seeds 17 Shayanashop.com 5 Skunkatania 24-25 Square Trading 7 Sweet Seeds 1 Sweet Seeds 47 Tatanka Smartshop 43

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L’imperdibile SSIT 5/2013 esce il 13 Settembre 2013

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