DELLA CENA DEL SIGNORE
PARROCCHIA SANT’ANTONIO DI PADOVA ▪ SAN CESARIO DI LECCE
Diretta streaming ore 08.30
Fare di ogni azione una preghiera, anzi fare della mia vita una preghiera. Ecco come si spiega che vicino a certe persone si respira un po’ di soprannaturale. Sono persone che vivono soprannaturalmente. […] O Signore, fate che gli uomini […] vedano in me Gesù non solo in forza della mia ordinazione ma soprattutto perché interiormente vive e regna dentro di me il Cristo. ▪ don
Giuseppe Tondo (1951)
V. Signore, apri le mie labbra Venite, adoriamo Cristo Signore: per noi ha sofferto tentazione e morte. ▪
Invito a lodare Dio
Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest’oggi» (Eb 3,13).
Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia . Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. -2-
Suo è il mare, egli l’ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra
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Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, * il gregge che egli conduce . Ascoltate oggi la sua voce: † «Non indurite il cuore, * † come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: * mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere . Per quarant’anni mi disgustai di quella generazione † e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo» Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen . Venite, adoriamo Cristo Signore: per noi ha sofferto tentazione e morte.
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Creati per la gloria del tuo nome, redenti dal tuo sangue sulla croce, segnati dal sigillo del tuo Spirito, noi t’invochiamo: salvaci, o Signore! Tu spezza le catene della colpa, proteggi i miti, libera gli oppressi e conduci nel cielo ai quieti pascoli il popolo che crede nel tuo amore. Sia lode e onore a te, pastore buono, luce radiosa dell’eterna luce, che vivi con il Padre e il Santo Spirito nei secoli dei secoli glorioso. Amen. Tu ci salvi, Signore: celebriamo il tuo nome per sempre. ▪
Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8,37).
Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, † i nostri padri ci hanno raccontato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, * nei tempi antichi. Tu, per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, * per far loro posto, hai distrutto i popoli. Poiché non con la spada conquistarono la terra, * né fu il loro braccio a salvarli; -4-
ma il tuo braccio e la tua destra e la luce del tuo volto, * perchĂŠ tu li amavi. Sei tu il mio re, Dio mio, * che decidi vittorie per Giacobbe. Per te abbiamo respinto i nostri avversari, * nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori. Infatti nel mio arco non ho confidato * e non la mia spada mi ha salvato, ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, * hai confuso i nostri nemici. In Dio ci gloriamo ogni giorno, * celebrando senza fine il tuo nome. Gloria al Padre. Tu ci salvi, Signore: celebriamo il tuo nome per sempre. Perdona il tuo popolo, Signore; non ci esporre alla vergogna. Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, * e piĂš non esci con le nostre schiere. Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari * e i nostri nemici ci hanno spogliati. Ci hai consegnato come pecore da macello, * ci hai dispersi in mezzo alle nazioni. Hai venduto il tuo popolo per niente, * sul loro prezzo non hai guadagnato. -5-
Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, * scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno. Ci hai resi la favola dei popoli, * su di noi le nazioni scuotono il capo. L’infamia mi sta sempre davanti * e la vergogna copre il mio volto per la voce di chi insulta e bestemmia, * davanti al nemico che brama vendetta. Gloria al Padre. Perdona il tuo popolo, Signore; non ci esporre alla vergogna. Sorgi, Signore, salvaci nella tua misericordia. Tutto questo ci è accaduto †e non ti avevamo dimenticato, * non avevamo tradito la tua alleanza. Non si era volto indietro il nostro cuore, * i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero; ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli * e ci hai avvolti di ombre tenebrose. Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio * e teso le mani verso un dio straniero, forse che Dio non lo avrebbe scoperto, * lui che conosce i segreti del cuore? Per te ogni giorno siamo messi a morte, * stimati come pecore da macello. -6-
Svégliati, perché dormi, Signore? * Déstati, non ci respingere per sempre. Perché nascondi il tuo volto, * dimentichi la nostra miseria e oppressione? Poiché siamo prostrati nella polvere, * il nostro corpo è steso a terra. Sorgi, vieni in nostro aiuto; * salvaci per la tua misericordia. Gloria al Padre. Sorgi, Signore, salvaci nella tua misericordia. V. Quando sarò innalzato da terra,
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Eb 4,14 - 5,10
Gesù Cristo sommo sacerdote
Fratelli, poiché abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno. Ogni sommo sacerdote, scelto fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anch’egli rivestito di debolezza, a motivo della quale deve -7-
offrire anche per se stesso sacrifici per i peccati, come lo fa per il popolo. Nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato (Sal 2, 7). Come in un altro passo dice: Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek (Sal 109,4). Egli nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek. Cfr. Eb 5,8.9.7 R. Cristo, pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì, ▪
V. Nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere con forti grida e fu esaudito per la sua pietà,
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Capp. 65-67; SC 123, 95-101
L’agnello immolato ci strappò dalla morte
Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, «al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1,5, ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità -8-
sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo. Prese su di sé le sofferenze dell’uomo sofferente attraverso il corpo soggetto alla sofferenza, e distrusse le passioni della carne. Con lo Spirito immortale distrusse la morte omicida. Egli infatti fu condotto e ucciso dai suoi carnefici come un agnello, ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall’Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone. Contrassegnò le nostre anime con il proprio Spirito e le membra del nostro corpo con il suo sangue. Egli è colui che coprì di confusione la morte e gettò nel pianto il diavolo, come Mosè il faraone. Egli è colui che percosse l’iniquità e l’ingiustizia, come Mosè condannò alla sterilità l’Egitto. Egli è colui che ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla tirannia al regno eterno. Ha fatto di noi un sacerdozio nuovo e un popolo eletto per sempre. Egli è la Pasqua della nostra salvezza. Egli è colui che prese su di sé le sofferenze di tutti. Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè, e nell’agnello fu sgozzato. Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato. Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia. Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione. Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro. -9-
Cfr. Rm 3,23-25; Gv 1,29 R. Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio; ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione di Cristo. ▪
V. Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!
O Dio, vita e salvezza di chi ti ama, rendici ricchi dei tuoi doni: compi in noi ciò che speriamo per la morte del Figlio tuo, e fa’ che partecipiamo alla gloria della sua risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. (L’orazione e la conclusione BENEDICIAMO IL SIGNORE si omettono quando l’Ufficio delle letture è seguito immediatamente dalla recita delle Lodi mattutine). V. Benediciamo il Signore.
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Diretta streaming ore 08.45
V. O Dio, vieni a salvarmi. V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
(Questa introduzione e l’inno si omettono quando le Lodi mattutine seguono immediatamente la recita dell’Ufficio delle letture). O Gesù redentore, immagine del Padre, luce d’eterna luce, accogli il nostro canto.
Dal tuo fianco squarciato effondi sull’altare i misteri pasquali della nostra salvezza.
Per radunare i popoli nel patto dell’amore, distendi le tue braccia sul legno della croce.
A te sia lode, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen.
Guarda, Signore, vedi la mia angoscia; rispondimi, fa’ presto.
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Visita, o Signore, la tua vigna
Vieni, Signore, Gesù (Ap 22, 20).
Tu, pastore d’Israele, ascolta, * tu che guidi Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi * davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza * e vieni in nostro soccorso. Rialzaci, Signore, nostro Dio, * fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Signore, Dio degli eserciti, † fino a quando fremerai di sdegno * contro le preghiere del tuo popolo? Tu ci nutri con pane di lacrime, * ci fai bere lacrime in abbondanza. Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, * e i nostri nemici ridono di noi. Rialzaci, Dio degli eserciti, * fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi. Hai divelto una vite dall’Egitto, * per trapiantarla hai espulso i popoli. Le hai preparato il terreno, * hai affondato le sue radici e ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne * e i suoi rami i più alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare * e arrivavano al fiume i suoi germogli. - 12 -
Perché hai abbattuto la sua cinta * e ogni viandante ne fa vendemmia? La devasta il cinghiale del bosco * e se ne pasce l’animale selvatico. Dio degli eserciti, volgiti, * guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, * il germoglio che ti sei coltivato. Quelli che l’arsero col fuoco e la recisero, * periranno alla minaccia del tuo volto. Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, * sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Da te più non ci allontaneremo, * ci farai vivere e invocheremo il tuo nome. Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, * fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Gloria al Padre. Guarda, Signore, vedi la mia angoscia; rispondimi, fa’ presto. Ecco, Dio è la mia salvezza: ho fiducia, non ho paura. ▪
Esultanza del popolo redento
Chi ha sete venga a me e beva (Gv 7,37).
Ti ringrazio, Signore; † tu eri con me adirato, * ma la tua collera si è calmata e tu mi hai consolato. - 13 -
Ecco, Dio è la mia salvezza; * io confiderò, non avrò mai timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; * egli è stato la mia salvezza. Attingerete acqua con gioia * alle sorgenti della salvezza. In quel giorno direte: * «Lodate il Signore, invocate il suo nome; manifestate tra i popoli le sue meraviglie, * proclamate che il suo nome è sublime. Cantate inni al Signore, perché ha fatto opere grandi, * ciò sia noto in tutta la terra. Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, * perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele». Gloria al Padre. Ecco, Dio è la mia salvezza: ho fiducia, non ho paura. Ci nutri, Signore, con fiore di frumento, ci sfami con miele dalla roccia. ▪
Solenne rinnovazione dell’alleanza
Guardate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede (Eb 3,12).
Esultate in Dio, nostra forza, * † acclamate al Dio di Giacobbe. Intonate il canto e suonate il timpano, * la cetra melodiosa con l’arpa. - 14 -
Suonate la tromba nel plenilunio, * nostro giorno di festa. Questa è una legge per Israele, * un decreto del Dio di Giacobbe. Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe, * quando usciva dal paese d’Egitto. Un linguaggio mai inteso io sento: † «Ho liberato dal peso la sua spalla, * le sue mani hanno deposto la cesta. Hai gridato a me nell’angoscia e io ti ho liberato, † avvolto nella nube ti ho dato risposta, * ti ho messo alla prova alle acque di Merìba. Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; * Israele, se tu mi ascoltassi! Non ci sia in mezzo a te un altro dio * e non prostrarti a un dio straniero. Sono io il Signore tuo Dio, † che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto; * apri la tua bocca, la voglio riempire. Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, * Israele non mi ha obbedito. L’ho abbandonato alla durezza del suo cuore, * che seguisse il proprio consiglio. Se il mio popolo mi ascoltasse, * se Israele camminasse per le mie vie! Subito piegherei i suoi nemici * e contro i suoi avversari porterei la mia mano. - 15 -
I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi * e la loro sorte sarebbe segnata per sempre; li nutrirei con fiore di frumento, * li sazierei con miele di roccia». Gloria al Padre. Ci nutri, Signore, con fiore di frumento, ci sfami con miele dalla roccia. Eb 2, 9b-10 Vediamo Gesù coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti. Ed era ben giusto che colui, per il quale e dal quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li guida alla salvezza. ▪
R. Di gloria e di onore * hai coronato il tuo Cristo. V. Tutto hai posto ai suoi piedi: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Quanto ho desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima di patire! ▪
Lc 1,68-79
Il Messia e il suo Precursore
Benedetto il Signore Dio d’Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, - 16 -
e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, * di concederci, liberàti dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre. Quanto ho desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima di patire! - 17 -
Cristo è il sacerdote eterno, consacrato dal Padre con il crisma dello Spirito per comunicare agli uomini le ricchezze della sua casa. Con animo lieto acclamiamo: Mediante il battesimo ci hai uniti a te nella morte, sepoltura e risurrezione, Con l’unzione spirituale ci hai resi partecipi della tua dignità regale, sacerdotale e profetica, Fai scendere su di noi l’olio della letizia, della pace e della salvezza, Ti incontri con noi nei sacramenti per offrirci l’abbondanza dello Spirito,
O Dio, vita e salvezza di chi ti ama, rendici ricchi dei tuoi doni: compi in noi ciò che speriamo per la morte del Figlio tuo, e fa’ che partecipiamo alla gloria della sua risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
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Diretta streaming ore 19.00 ▪
Es 12,1-8.11-14
Prescrizioni per la cena pasquale.
In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d'Egitto: «Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: "Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d'Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d'Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case - 19 -
dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne"». ▪
Dal Sal 115 (116)
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo. ▪
1Cor 11,23-26
Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». - 20 -
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. ▪
Fil 2,8-9
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
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Gv 13,1-15
Li amò sino alla fine.
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi - 21 -
in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». (Terminata l'orazione DOPO LA COMUNIONE, il sacerdote ripone il Santissimo Sacramento nel tabernacolo. Quest’anno non sarà allestito in forma solenne l’altare della Reposizione. È lodevole, tuttavia, che i fedeli durante la notte del giovedì o nella mattinata del venerdì santo si portino spiritualmente innanzi al tabernacolo per adorare il grande mistero di amore di Cristo realmente presente nel Pane eucaristico. A tal proposito si ricorda che, in occasione dell’attuale pandemia mondiale, è concessa l’indulgenza plenaria a tutti quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé. A tali pratiche si aggiunga la professione di fede, la preghiera secondo le intenzioni del Papa e il proposito di non più peccare, nonché l’impegno a confessarsi e comunicarsi sacramentalmente appena possibile).
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Sei grande, Dio! Questa mattina voglio considerare la tua immensa grandezza non solo nella infinità del cielo, nella immensità delle acque, nella grande estensione della terra, ma voglio considerare la tua grandezza in me ed in tutto ciò che operi attraverso me. Sono grande perché tu sei grande; hai voluto che io partecipi della tua grandezza perché hai dato a me l’intelligenza, la volontà ed il cuore. Anche se sono limitato nel corpo pure sono immortale nell’anima, ed hai fatto partecipe la mia anima della tua natura divina. Il desiderio di Adamo di essere come te si è realizzato in me che ho ricevuto e conservo gelosamente il dono della fede. Di questa mia grandezza, che viene dalla tua, o Signore, infinitamente ti ringrazio. Ma ti ringrazio ancora per le cose grandi che fai continuamente in me. Ti ringrazio in particolare per i buoni sentimenti, le sante ispirazioni e tutto ciò che mi aiuti a compiere a vantaggio spirituale e materiale dei fratelli. Amen. ▪ don
Giuseppe Tondo (1999)
Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell' anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. (Breve pausa) Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te.
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in questo momento così delicato per la nostra gente e per l’intera Nazione, ti invochiamo con fervore: liberaci dalla piaga del coronavirus, che contagia sempre più persone e ingenera paura e smarrimento. Cura i malati che soffrono e avvertono la solitudine del forzato isolamento e sostieni i medici e coloro che lavorano a tutela della nostra salute. rivelaci quell’amore che si china sulle ferite del tuo popolo e che in te solo trova rifugio e sostegno sicuri. ti imploriamo per intercessione del glorioso sant’Oronzo, di san Cesario nostro patrono e di san Rocco, che un tempo ci liberarono dalla terribile peste e dalle calamità naturali e che ora non mancheranno di ottenerci dal Padre la salvezza da questo contagioso male. Regina del rosario, Aiuto dei cristiani e Salute degli infermi, sostienici in questa lotta, proteggici da ogni male e donaci la tua materna protezione. Amen. ▪
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mons. Michele Seccia