Numero 39 - Informazioni dal Parlamento 5 Stelle

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MO IMENTO

PARLAMENTO 5 STELLE Speciale dittatura 39

La #NuovaResistenza

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Per vedere dove andrà a finire questo Paese guardo il mare, guardo un po’ l’orizzonte. Vedo delle cose che non so neanche come interpretare. Siamo nella metafisica. C’è una legge elettorale fatta da un pregiudicato insieme a una specie di cartone animato e Verdini. Come si fa a pensare di fare una legge elettorale fatta da Verdini e da Berlusconi? Verdini ha incriminazioni e processi in corso. Non so se sarà condannato o meno, ma non si affida una roba così a uno che ha questi processi, che è un massone. Essere massoni non è reato, però se vogliono governare con la massoneria formino un nuovo partito, il Partito dei massoni, si fanno eleggere, prendono i voti e vanno dentro. Ho visto l’incompetenza della Boldrini, non riesce a gestire l’Aula. Ho visto quelli che cantavano “O Bella Ciao” mentre davano sette miliardi e mezzo alle banche. Se avessi fatto la Resistenza non so come la prenderei: sentire questo inno lì dentro, in quel momento lì! Fanno i giochini da bambini scemi. Cambiano le parole. Fanno i pacchettini di democrazia, come il pacchetto con dentro l’Imu insieme alla Banca di Italia, o voti tutti e due o sennò sei un rivoluzionario. Noi abbiamo chiesto di separare le cose e non possiamo che essere d’accordo con la abolizione Imu, ma non potevamo permettere che fosse svenduta la Banca d’Italia sotto i nostri occhi. Si sono già svenduti le Poste, si svendono l’Eni, l’Acqua, il gas, la luce... Svendono la nostra vita! La violenza è brutta, e io dico che ha fatto malissimo la nostra Loredana Lupo a scagliarsi con il viso contro il dorso della mano del questore Dambruoso. Avrà avuto dei danni alla mano, mi dispiace, poverino! Ci dica che danni ha avuto che lo risarciremo nella mano. La stampa gli dice bravo, “hai fatto bene”. E Napolitano cosa dovrebbe fare? Monitare? Oggi abbiamo chiesto ufficialmente l’impeachment perché un uomo così non può continuare a essere il Presidente degli italiani, perché lui fa il Presidente del consiglio, non il Presidente della Repubblica. Deve dimettersi, come consigliò di fare a Cossiga. Noi rispettiamo quello che abbiamo detto: devono andare a casa tutti, a iniziare da lui, che studiava all’università in tempo di guerra. Uno che diceva che il fascismo bisognerebbe esportarlo in Unione Sovietica! È un uomo che dovrebbe essere a casa e invece sta spalleggiando questa legge elettorale incostituzionale. Non è possibile che sia senza il voto di preferenza, con un premio di maggioranza abnorme, con il doppio voto che chi vince va al ballottaggio e prende tutto. È una legge fatta per tagliare fuori il MoVimento 5 Stelle, l’ha detto anche il Ministro Mauro, se l’è fatto scappare a Porta a Porta, poi se n’è accorto, si è fermato, tutti gli altri hanno cambiato subito argomento. Una legge elettorale così non l’ha fatta neanche Acerbo al tempo del fascismo, che c’era un premio di maggioranza inferiore a questo. Noi affronteremo tutto, andiamo avanti e continuiamo a andare avanti. La democrazia non c’è più, sostituite la parola democrazia con governabilità. La dittatura della governabilità. È un momento strano, noi ci siamo in mezzo, noi siamo gli acceleratori di un processo che ormai è stato attivato. Io voglio un orizzonte per l’Italia e lo troveremo andando in Europa e cambiando gli accordi. Li cambieremo là, rivedremo tutta la posizione dell’Italia là. Per adesso ci stiamo svendendo tutto, attraverso questa classe politica e economica che va sostituita e spazzata via. Io vengo domani lì, a Roma, ad abbracciarvi, perché siete dei guerrieri meravigliosi.

Nessun dolore

Cosa sarebbe successo se un Alessandro Di Battista, un Riccardo Nuti, un Fraccaro, un Di Maio, un Roberto Fico o chiunque altro del Movimento 5 Stelle avesse caricato una deputata del Pd, di Forza Italia, di Sel, di NCD o di qualunque altro schieramento politico diversamente parlamentare? Lo so che lo sapete, ma ve lo dico lo stesso. Repubblica avrebbe titolato: “La violenza inaudita dei grillini nel tempio della democrazia”. Il Corriere avrebbe fatto un editoriale al vetriolo di Pierluigi Battista o di Cazzullo o di Aldo Grasso. L’Unità avrebbe gridato al baratro medioevale in cui i barbari populisti stavano gettando un Paese una volta civile, mentre Libero e Il Giornale avrebbero pubblicato una foto di Grillo deformata da una smorfia che al confronto Mel Gibson in Brave Heart, con mezza faccia blu, sarebbe sembrato una fanciullo nel giorno della sua prima comunione. Tutti i telegiornali avrebbero aperto con le immagini oscene di un deputato della Repubblica che mette le mani addosso a una giovano donna, per di più madre di un bimbo piccolo. I sondaggisti avrebbero fatto a gara per misurare le percentuali di consenso vertiginosamente bruciate da un gesto inqualificabile e destinato a ricordare, ad imperitura memoria, i pericoli cui un voto scellerato dato a un movimento di fascisti, nazisti, picchiatori, vicini all’estrema destra di Le Pen e

INFORMAZIONI DAL PARLAMENTO 5 STELLE

Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ideato, progettato e realizzato da Sara Bertilorenzi, via Palestro 36, Massa, 54100 - MS (art.2 comma 1 L.47/1948). Redazione in MoVimento lavora sul MeetUp Toscana 5 Stelle al seguente link http://bit.ly/1bDBtEi Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc. Lo trovi anche sull’omonima pagina Facebook o su http://infoparlamento5stelle.blogspot.it/

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PARLAMENTO 5 STELLE di Alba Dorata, esponeva una nazione che vanta una tradizione millenaria di pensiero, di arte e di cultura come l’Italia. Il Presidente della Repubblica avrebbe monitato severamente e, con viva e vibrante soddisfazione, avrebbe finalmente potuto urlare che i Cinque Stelle “se ne fregano dei problemi della gente”, e avrebbe allargato e consolidato le ormai striminzite intese. Le elezioni europee sarebbero state pesantemente condizionate, perché non si può mandare in Europa una tribù di selvaggi cavernicoli privi del lume della ragione, mentre il Papa avrebbe messo in guardia dal decadimento morale e spirituale cui un popolo distante dalla religione e da Dio incorre, se non ritorna sulla retta via. Ma soprattutto, Laura Boldrini l’avrebbe menata per mesi sul maschilismo primigeno dei grillini, retaggio di una cultura dell’odio nei confronti delle donne, e il responsabile sarebbe stato immediatamente sospeso dall’aula fino a fine legislatura, insieme al suo capogruppo e a tutti coloro che non avessero immediatamente preso le distanze da un gesto tanto degradante, umiliante, mortificante e squalificante. L’Italia sarebbe precipitata nel caos e per mesi non si sarebbe parlato d’altro. Invece l’ha fatto uno di Scelta Civica. Un montiano, quello che era venuto a salvarci da noi stessi e dalla nostra incapacità di autogestirci. E niente… nessun monito, nessuna enciclica, nessuna genuflessione, nessuna condanna, nessun talk show, nessun dolore, tranne La Gabbia di Paragone. Nessuna Lilli Gruber indignata, nessuna femminista invitata a dissertare sulla necessità di dare un segnale chiaro e inequivocabile, nessuno psicologo chiamato a spiegare le ragioni del ritorno dei tempi bui, nessuna legge speciale invocata, nessuna vittima in lacrime a recitare la scena madre dalla D’Urso, nessuna blogger radical chic a twittare inferocita. Niente, nulla di nulla, zero riporto zero. Questa è la dimostrazione più lapalissiana che c’è del marcio e non è in Danimarca, ma in un Paese che ha una classe dirigente da cancellare dalla storia subito, perché emana un fetore rancido e insopportabile: il puzzo di ipocrisia, di opportunismo e di decomposizione di chi ha perso la dignità minima che si conviene a un essere umano; di chi, se non conviene, non prova nessun dolore. Loredana, lo schiaffo che hai preso l’hanno dato all’Italia onesta, quella che non ti lascerà sola.

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Speciale dittatura

Lo schiaffo alla democrazia

Loredana Lupo Camera Seduta n° 163 del 30 Gennaio

Signor Presidente, ringrazio tutti i colleghi presenti in Aula. Io intervengo, appunto, sul processo verbale per rettificare e chiarire la mia posizione avvenuta ieri per un fatto proprio personale. Purtroppo, come è noto a quest’Aula, ieri io mi sono vista costretta, da opposizione quale sono, a scendere in maniera del tutto pacifica verso i banchi del Governo anche perché, di natura, per chi non mi conoscesse, sono una persona molto moderata e pacata, infatti in quest’Aula non ho mai preteso di offendere nessuno, e, nell’atto in cui sono scesa, il Questore Dambruoso ha pensato bene che questo mio atteggiamento potesse ledere la sua persona, che non era ivi presente in quell’istante e ha pensato bene di usarmi violenza fisica perché, nell’atto in cui una persona decide di fare un gesto come quello del deputato Dambruoso, quanto meno, se fatto con istinto – qualsiasi uomo qui dentro me lo può confermare – avrebbe chiesto immediatamente scusa, ma dalle immagini che sono circolate, fortunatamente, grazie ai telegiornali, è stato possibile verificare che mi ha spinto ulteriormente e che, nell’atto in cui gli ho spiegato che quest’atto non gli era concesso poiché c’erano già delle persone deputate a fare questa misura di contenimento all’interno dell’Aula, lui

non ha minimamente mostrato scuse nei miei confronti. Ora, io chiedo a questa Presidenza, che penso deciderà di aiutarmi, visto che è stata lesa una persona nella sua carica istituzionale qui dentro, fisicamente, e non è condivisibile da nessuno – mi auguro –, come da articolo 60, comma 3, del Regolamento, di interdire la partecipazione ai lavori parlamentari intanto fino alla dimissione del Questore Dambruoso, che abbiamo chiesto attraverso atto ufficiale a questa Camera. All’interno della Commissione giustizia questa mattina mi è stato detto – ero lì presente – che il PD dava sostegno al Questore Dambruoso. Io sono stata colpita fisicamente e in maniera ingiusta quando c’erano delle persone qui dentro che erano deputate a contenere quella situazione, e inoltre non ho avuto la solidarietà da parte di quest’Aula nella mia persona. Questo non è corretto, e voglio che venga messo agli atti, come cittadina e come parlamentare della Repubblica italiana.

Per le banche è sempre Natale Matteo Mantero Camera Seduta n° 161 del 28 Gennaio (...) Per quanto riguarda l’ordine del giorno, siccome parliamo di IMU, la Presidente Boldrini fa una valutazione politica, peraltro erronea – quindi evidentemente mente o sbaglia


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MO IMENTO 39

– perché dice che se questo decretolegge decade i cittadini andranno a pagare l’IMU e la cosa non è la verità. (...) Vi ruberò ancora pochi minuti del vostro tempo per dimostrare quanto voi state rubando agli italiani. Infatti, Rosato dice che questa è una cosa per i cittadini; effettivamente sì, è per i cittadini che sono proprietari di banche. La cancellazione dell’IMU, bacata dalla mini-IMU, è soltanto la foglia di fico, che, cadendo, ha lasciato scoperto il vergognoso regalo di 7 miliardi e mezzo di euro alle banche e alle associazioni private azioniste di Bankitalia. Si tratta di una vera e propria ruberia delle riserve della banca nazionale, dei soldi degli italiani, che sono costretti da venerdì a mettersi in fila per ottemperare obblighi di un fisco vessatorio e caotico, reso incomprensibile e spesso ispirato a ragioni clientelari. L’accordo tra Banca d’Italia e BCE porta i nostri soldi fuori dall’Italia, consegnandoli in mano ai tedeschi, ai cinesi, agli americani, perché è questo che state facendo: state regalando i nostri soldi ai Paesi stranieri. E questo i cittadini devono saperlo. Devono capire che, mentre i loro investimenti prendono lo 0,10,2%, questo decreto-legge garantirà agli azionisti un rendimento addirittura del 6 per cento senza rischi. State garantendo agli azionisti una rivalutazione del capitale di 48 mila volte. Complimenti. (...) Non avete accolto un nostro emendamento nel quale chiedevamo di annullare la discussa rivalutazione delle quote di via Nazionale che garantirà a Intesa e Unicredit, che sono i due più importanti azionisti, e alle altre banche un guadagno compreso tra i 2,7 e i 4 miliardi di euro dei nostri soldi. Abbiamo proposto, altresì, di coprire la mini-IMU applicando una tassazione sulle concessionarie del gioco d’azzardo. Questo è un emendamento, tra l’altro, che ci arriva dai sindaci dell’Emilia Romagna, che sono i sindaci del PD, quindi i vostri sindaci. (...) Mi piacerebbe concludere, se ho ancora tempo, con le parole di un verso di una canzone di De Andrè, che dice: «Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti». Ma questa non ve la faremo passare.

L’#impeachment per Napolitano: il documento Questa mattina, 30 gennaio 2014, il MoVimento 5 Stelle ha presentato la: DENUNCIA PER LA MESSA IN STATO D’ACCUSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CONCERNENTE IL REATO DI ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA Il Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napoli- come «il decreto- legge reiterato - per il fatto tano, nell’esercizio delle sue funzioni, ha violato di riprodurre (nel suo complesso o in singole - sotto il profilo oggettivo e soggettivo, e con mo- disposizioni), il contenuto di un decreto-legge non dalità formali ed informali - i valori, i principi e le convertito, senza introdurre variazioni sostansupreme norme della Costituzione repubblicana. ziali - lede la previsione costituzionale sotto più Il compimento e l’omissione di atti e di fatti idonei profili». La forma di governo parlamentare, ad impedire e a turbare l’attività degli organi alla luce dell’attività normativa del Governo, costituzionali, imputabili ed ascrivibili all’operato pienamente avallata dalla connessa promulgazidel Presidente della Repubblica in carica, ha one da parte del Presidente della Repubblica, si è determinato una modifica sostanziale della forma sostanzialmente trasformata in «presidenziale» di stato e di governo della Repubblica italiana, o «direttoriale», in cui il ruolo costituzionale del delineata nella Carta costituzionale vigente. Si Parlamento è annientato in nome dell’attività rilevano segnatamente, a seguire, i principali atti normativa derivante dal combinato Governoe fatti volti a configurare il reato di attentato alla Presidenza della Repubblica. Costituzione, di cui all’articolo 90 Cost. 2. RIFORMA DELLA COSTITUZIONE 1. ESPROPRIAZIONE DELLA FUNZIONE E DEL SISTEMA ELETTORALE LEGISLATIVA DEL PARLAMENTO E ABUSO DELLA Il Presidente della Repubblica ha formalmente e DECRETAZIONE D’URGENZA informalmente incalzato e sollecitato il ParlaLa nostra Carta costituzionale disegna una forma mento all’approvazione di un disegno di legge di governo parlamentare che si sostanzia in un costituzionale volto a configurare una procedura saldo rapporto tra Camere rappresentative e straordinaria e derogatoria del Testo fondaGoverno. La prevaricazione governativa assoluta, mentale, sia sotto il profilo procedimentale che caratterizzata da decretazione d’urgenza, fiducie sotto quello degli organi deputati a modificare parlamentari e maxiememendamenti configura, la Costituzione repubblicana. In particolare, il piuttosto, un ordinamento altro e diverso che non disegno di legge costituzionale governativo preconosce più il principio supremo della separazi- sentato alle Camere il 10 giugno 2013, sulla base one dei poteri. Il predominio legislativo da parte dell’autorizzazione da parte del Capo dello Stato, del Governo, attraverso decreti legge, promulgati istituiva una procedura di revisione costituzionale dal Presidente della Repubblica, viola palesein esplicita antitesi sia rispetto all’art. 138 Cost., mente sia gli articoli 70 e 77 della Costituzione, sia rispetto all’art. 72, quarto comma, della sia le norme di primaria rilevanza ordinamentale Costituzione che dispone: «La procedura normale (quale la Legge n. 400 del 1988), sia numerose di esame e di approvazione diretta da parte della sentenze della Corte costituzionale (tra tutte: Camera è sempre adottata per i disegni di legge sentenza n. 29 del 1995, n. 22 del 2012 e n. 220 del in materia costituzionale ed elettorale». Il Capo 2013). Ma al di là del pur impressionante aspetto dello Stato ha, dunque, promosso l’approvazione quantitativo che, comunque, sotto il profilo del di una legge costituzionale derogatoria, tra le rapporto costituzionale tra Parlamento e Governo altre, della norma di chiusura della Costituzione assume fortissima rilevanza, è necessario ovvero l’art. 138 Cost. - minando uno dei principi rimarcare, parallelamente, una preoccupante cardine del nostro ordinamento costituzionale: espansione della loro portata, insita nei contenuti la sua rigidità. Egli ha tentato di trasformare la normativi e, soprattutto, nella loro eterogeneità. nostra Carta in una Costituzione di tipo flessibile. Aspetto ulteriormente grave è la reiterazione, Flessibilità che, transitivamente, si sarebbe attraverso decreto- legge, di norme contenute potuta ritenere espandibile, direttamente ed in altro decreto-legge, non convertito in legge. indirettamente, alla Prima Parte della CostituziLa promulgazione, da parte del Presidente della one repubblicana, in cui sono sanciti i principi Repubblica, di simili provvedimenti è risultata in fondamentali della convivenza civile del nostro palese contrasto con la nota sentenza della Corte ordinamento democratico. Il Presidente della costituzionale n. 360 del 1996, che ha rilevato Repubblica ha, inoltre, in data 24 ottobre 2013,

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PARLAMENTO 5 STELLE nel corso dell’esame parlamentare riferito alla riforma della legge elettorale, impropriamente convocato alcuni soggetti, umiliando istituzionalmente il luogo naturalmente deputato alla formazione delle leggi. Si tratta, segnatamente, del Ministro per le Riforme Costituzionali, del Ministro per i Rapporti con il Parlamento e Coordinamento delle Attività di Governo, dei Presidenti dei Gruppi Parlamentari “Partito Democratico”, “Popolo della Libertà” e “Scelta Civica per l’Italia” del Senato della Repubblica, e del Presidente della Commissione Permanente Affari Costituzionali del Senato.

Speciale dittatura

del nostro Stato». In definitiva, anche in occasione della sua rielezione, il Presidente della Repubblica - accettando il nuovo e doppio incarico - ha violato la forma e la sostanza del testo costituzionale, connesso ai suoi principi fondamentali.

5. IMPROPRIO ESERCIZIO DEL POTERE DI GRAZIA L’articolo 87 della Costituzione assegna al Presidente della Repubblica la possibilità di concedere la grazia e di commutare le pene. La Corte costituzionale ha sancito, a tal riguardo, con sentenza n. 200 del 2006, che tale istituto trova supporto costituzionale esclusivamente al fine di «miti3. MANCATO ESERCIZIO DEL POTERE DI RINVIO gare o elidere il trattamento sanzionatorio per PRESIDENZIALE eccezionali ragioni umanitarie». Viceversa, in data Il Presidente della Repubblica, recita l’articolo 74 21 dicembre 2012, il Capo dello Stato ha firmato il della Costituzione, prima di promulgare un prodecreto con cui è stata concessa al direttore del getto approvato dalle due Camere, può rinviarlo quotidiano “Il Giornale”, dott. Sallusti, la comal mittente, chiedendo una nuova deliberazione. mutazione della pena detentiva ancora da espiare Il rinvio presidenziale costituisce una funzione nella corrispondente pena pecuniaria. A sostegno di controllo preventivo, posto a garanzia della di tale provvedimento presidenziale, il Quirinale complessiva coerenza del sistema costituzionale. ha «valutato che la volontà politica bipartisan esSpiccano, con evidenza, alcuni mancati e doverosi pressa in disegni di legge e sostenuta dal governo, interventi di rinvio presidenziale, connessi a non si è ancora tradotta in norme legislative». norme viziate da incostituzionalità manifesta. Analogamente, il Presidente della Repubblica, in Possono, in particolare, evidenziarsi sia con data 5 aprile 2013 ha concesso la grazia al colonriferimento alla legge n. 124 del 2008 (c.d. «Lodo nello Joseph L. Romano, in relazione alla condanna Alfano»), sia con riguardo alla legge n. 51 del 2010 alla pena della reclusione e alle pene accessorie (c.d. «Legittimo impedimento»). Nel primo caso, inflitta con sentenza della Corte d’Appello di le violazioni di carattere costituzionale commesse Milano del 15 dicembre 2010. La Presidenza della ad opera della Presidenza della Repubblica sono Repubblica ha reso noto che, nel caso concreto, risultate duplici, stante sia l’autorizzazione alla «l’esercizio del potere di clemenza ha così ovviato presentazione alle Camere del disegno di legge a una situazione di evidente delicatezza sotto governativo, sia la sua relativa promulgazione; il profilo delle relazioni bilaterali con un Paese norma, questa, dichiarata integralmente incosamico». Con nota del 13 agosto 2013, inoltre, il tituzionale dalla Consulta con sentenza n. 262 Presidente della Repubblica ha impropriamente del 2009. Nel secondo caso, la legge promulgata indicato le modalità dell’esercizio del potere di è stata dichiarata parzialmente illegittima dalla grazia, con riferimento alla condanna definitiva Corte costituzionale, con sentenza n. 23 del del dottor Berlusconi, a seguito di sentenza penale 2011 ed integralmente abrogata con referendum irrevocabile relativa a gravissimi reati. popolare del giugno 2011. Dunque, anche con riguardo agli istituti di clemenza, il potere nelle mani del Capo dello Stato 4. SECONDA ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA ha subito una palese distorsione, ai fini risolutivi REPUBBLICA di controversie relative alla politica estera ed Ai sensi dell’articolo 85, primo comma, della Cos- interna del Paese. tituzione «Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni». É, dunque, evidente che il testo 6. RAPPORTO CON LA MAGISTRATURA: PROCESSO costituzionale non contempla la possibilità dello STATO - MAFIA svolgimento del doppio mandato da parte del Capo Anche nell’ambito dei rapporti con l’ordine dello Stato. A tal riguardo, il Presidente Ciampi giudiziario i comportamenti commissivi del ebbe a dichiarare che: «Il rinnovo di un mandato Presidente della Repubblica si sono contraddistinti lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle per manifeste violazioni di principi fondamentali caratteristiche proprie della forma repubblicana della nostra Carta costituzionale, con riferimento

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all’autonomia e all’indipendenza della magistratura da ogni altro potere statuale. La Presidenza della Repubblica, attraverso il suo Segretario generale, in data 4 aprile 2012, ha inviato al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione una lettera nella quale si chiedevano chiarimenti sulla configurabilità penale della condotta di taluni esponenti politici coinvolti nell’indagine concernente la trattativa Stato-mafia e, addirittura, segnalando l’opportunità di raggiungere una visione giuridicamente univoca tra le procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta. Inoltre, il Presidente della Repubblica ha sollevato Conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo, in merito ad alcune intercettazioni telefoniche indirette riguardanti lo stesso Capo dello Stato. Tale iniziativa presidenziale, fortemente stigmatizzata anche da un presidente emerito della Corte costituzionale, ha mostrato un grave atteggiamento intimidatorio nei confronti della magistratura, oltretutto nell’ambito di un delicatissimo procedimento penale concernente la presunta trattativa tra le istituzioni statali e la criminalità organizzata. Sempre con riferimento al suddetto procedimento penale, il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente della Corte di Assise di Palermo una missiva, al fine di sottrarsi alla prova testimoniale. In particolare egli ha auspicato che la Corte potesse valutare «nel corso del dibattimento a norma dell’art. 495, comma 4, c.p.p. il reale contributo che le mie dichiarazioni, sulle circostanze in relazione alle quali è stata ammessa la testimonianza, potrebbero effettivamente arrecare all’accertamento processuale in corso». Il Presidente della Repubblica in carica non sta svolgendo, dunque, il suo mandato, in armonia con i compiti e le funzioni assegnatigli dalla Costituzione e rinvenibili nei suoi supremi principi. Gli atti e i fatti summenzionati svelano la commissione di comportamenti sanzionabili, di natura dolosa, attraverso cui il Capo dello Stato ha non solo abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri ma, nei fatti, ha radicalmente alterato il sistema costituzionale repubblicano. Pertanto, ai sensi della Legge 5 giugno 1989, n. 219, è quanto mai opportuna la presente denuncia, volta alla messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica per il reato di attentato alla Costituzione. MoVimento 5 Stelle, Camera e Senato messa_stato-daccusa-Napolitano_30-01-2014.pdf


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