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PARLAMENTO 5 STELLE 26 gli “espulsi”... dalla Boldrini!
Paola Taverna Senato Seduta n° 197 del 24 Febbraio
Ps: per quanto riguarda il decreto Bankitalia, l’EU chiede spiegazioni all’Italia per i 7,5 miliardi di euro dati alle banche private. Per l’EU questi soldi sono un aiuto di Stato che è vietato dalle norme europee.
INFORMAZIONI DAL PARLAMENTO 5 STELLE
Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ideato, progettato e realizzato da Sara Bertilorenzi, via Palestro 36, Massa, 54100 - MS (art.2 comma 1 L.47/1948). Redazione in MoVimento lavora sul MeetUp Toscana 5 Stelle al seguente link http://bit.ly/1bDBtEi Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc. Lo trovi anche sull’omonima pagina Facebook o su http://infoparlamento5stelle.blogspot.it/
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L’ennesimo colpo di stato
www.beppegrillo.it/movimento/parlamento
Arrivano le impressionanti sanzioni ai portavoce deputati del M5S, per le proteste in aula in seguito al Decreto Bankitalia quando il governo precedente elargì 7,5 miliardi di soldi pubblici alle banche private. Il M5S fece ostruzionismo, e alla fine la Boldrini applicò per la prima volta nella storia l’ormai famosa “ghigliottina” tagliando gli interventi in aula e approvando il decreto senza altre discussioni. Il M5S protestò rumorosamente, la deputata Lupo si beccò un ceffone in faccia ad opera dell’illustre statista questore Dambruoso, e oggi arriva la sentenza della Presidenza che punisce tutto ciò. Punisce, ovviamente, solo il M5S: ben 26 i deputati “espulsi” dai lavori di aula fino a 25 giorni, inclusa Loretta Lupo. Trovate la lista qui sotto. Dambruoso prende invece appena 15 giorni di sospensione: mentre un cittadino che picchia una donna fuori dal Parlamento, invece, finisce (giustamente) in gattabuia, Dambruoso resta al suo posto di questore a sovrintendere all’ordine dell’aula! Privilegi da Casta. Ecco la lista dei parlamentari 5 Stelle che non potranno lavorare in aula fino quasi alla fine di Aprile.
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Ma non vi preoccupate: molti di loro saranno nelle piazze, nei mercati, nei paesi a parlare con i cittadini. Un MoVimento inarrestabile: Dino Ferdinando Alberti, Laura Castelli, Diego De Lorenzis, Ivan Della Valle, Alessandro Di Battista, Vittorio Ferraresi, Matteo Mantero, Giorgio Sorial, Simone Valente, Massimo De Rosa, Silvia Benedetti, Massimo Artini, Massimo Baroni, Sergio Battelli, Paola Carinelli, Andrea Cecconi, Claudio Cominardi, Davide Crippa, Luigi Gallo, Mirella Liuzzi, Loredana Lupo, Paolo Parentela, Daniele Pesco, Paolo Nicolò Romano, Stefano Vignaroli e Alessio Villarosa.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei poter essere ironica come in altre occasioni, ma oggi non ci riesco. Non ci riesco, perché come cittadina provo solo sconcerto e indignazione. Vi riempite la bocca dicendo di essere partecipi delle sofferenze del nostro popolo. Ironizzate, come ha fatto il sottosegretario Delrio, su 30 euro di nuove, ulteriori tasse sulle fatiche di una vita di risparmio. Parlate da incoscienti e da sconsiderati, perché non potete rendervi conto di cosa sia l’inferno quotidiano di un normale cittadino italiano. Non potete neanche immaginare la paura dipinta negli occhi degli imprenditori e dei lavoratori che lottano per arrivare alla fine del mese. Non se ne può rendere conto lei, futuro presidente Renzi: lei che, dal 1996, ha fatto solo politica, che si è fatto nominare dirigente dell’azienda di famiglia e
5 GIORNI A 5 STELLE #temposcaduto FATTI, NON GOSSIP. OGNI VENERDÌ IN DIRETTA ALLE 13.30 SU WWW.PARLAMENTARI5STELLE.IT “Tic-tac, tic-tac. Il loro tempo è scaduto. Protagonista di questa settimana, nostro Benchè si presentino con facce finto-nuove malgrado, anche la presidente della Camera il Governo Renzi è agonizzante ancor prima Laura Boldrini, che abbiamo denunciato per di cominciare ad agire. A inizio settimana, diffamazione a seguito degli insulti gratuiti nel corso delle sedute per votare la “fiducia” contro gli attivisti del MoVimento. Il Movimento 5 Stelle le ha cantate chiare al Vi parleremo anche di conflitto d’interessi. neo premier, prima al Senato e poi alla Ca- Quello che riguarda i ministri del Lavoro Giumera: e come sempre lo ha fatto utilizzando liano Poletti e dello Sviluppo Federica Guidi, i fatti, non gli slogan. per i quali abbiamo chiesto le immediate Gli stessi fatti che hanno portato ad appro- dimissioni con due mozioni al Senato. vare alla Camera la nostra proposta di legge Tic-tac, tic-tac. Il loro tempo è scaduto. contro i reati ambientali e migliorare il testo In alto i cuori.” M5S Camera sulla delega fiscale. Perchè il Movimento Scarica il magazine 5 giorni a 5 stelle qui: è questo. Affrontare i problemi reali dei http://www.beppegrillo.it/movimento/ cittadini con pragmatismo e senza ideologia, parlamento/5-giorni-a-5-stelle-magazine. per smascherare l’ipocrisia del potere. html 1
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PARLAMENTO 5 STELLE non ha mai veramente lavorato in vita sua! Lei che a 39 anni sembra così giovane, mentre non è nulla più che una spruzzata di profumo per coprire il tanfo del vecchio sistema! Mi creda: il più grande piazzista di professione, evasore e corruttore di minorenni per hobby, lo abbiamo già avuto al Governo per più di 12 anni! Ormai vi riconosciamo a prima vista. Del resto, proprio Berlusconi non ha mai mancato di ricordare pubblicamente che lei porta avanti le sue stesse idee sotto le insegne del PD. Essendo egli il suo mentore, capiamo che lei ambisca a divenire l’allievo che supera il maestro: ma non a spese degli italiani! Non possiamo più permettercelo. Non se ne possono rendere conto i suoi Ministri, non più d’emergenza - un Esecutivo non più politico, ma di legislatura - anche perché non se ne rendevano conto nemmeno prima. Alla faccia della discontinuità: all’Interno Alfano lascia il posto ad Alfano; alla Salute Lorenzin sostituisce Lorenzin; alle Infrastrutture Lupi cede il passo a Lupi. Orlando cambia poltrona e passa alla Giustizia, così come Delrio diventa Sottosegretario alla Presidenza. Per non parlare di Franceschini, che lei qualche anno fa chiamava «vice-disastro»: ora avrà il compito di tutelare i nostri beni culturali. Grazie! Se ci aggiungiamo una raccomandata di ferro come la Madia, nota tra l’altro per essere una degli ignavi che nel 2009 permisero la vergogna dello scudo fiscale, possiamo proprio dormire sonni tranquilli! Lei oggi entra impettito e sorridente in quest’Aula per l’investitura da Presidente del Consiglio con l’arroganza e la prepotenza di chi ha incassato un giro fortunato di roulette al casinò della politica: ma in nome di chi o di cosa vuole governare questo Paese, Presidente? Vuol farci credere che basti autolegittimarsi con le preferenze informali dei simpatizzanti del PD, espresse oltretutto per scegliere un segretario, o che siano sufficienti 136 voti nelle segrete stanze di un’assemblea condominiale di partito? Glielo diciamo noi: no, non bastano. L’unica scelta coerente e onesta sarebbe rimettersi al giudizio degli elettori; ma questo non è nei vostri programmi, né negli interessi di coloro che tirano veramente le fila dietro alle sue battute e al suo sorriso. Lei non è affatto l’onesto ed esuberante sindaco che
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vuol far credere. Perché non ci dice chi sono i burattinai che la manovrano? Solo pochi giorni fa, parlando del Governo, aveva liquidato la questione con un «ma chi ce lo fa fare?» Beh, oggi conosciamo la risposta, almeno parziale: glielo fa fare Carlo De Benedetti, tessera n.1 del PD, di certo uno dei massimi esperti italiani di rottamazione, essendo il demolitore di un gioiello italiano come l’Olivetti. Chi ha pagato la sua campagna alle primarie, presidente Renzi? Pensa davvero che il popolo italiano sia così ingenuo da bersi la storiella del mercato rionale, che non sappia delle sue cene a porte chiuse con gli squali dei veri mercati che le interessano, cioè quelli finanziari, o della sua benevola investitura da parte della troika e delle banche speculatrici che ci hanno condotto sull’orlo della catastrofe? Ormai solo chi sceglie consapevolmente di non sapere può ignorare l’evidenza dei fatti. Questo appello non lo rivolgo nemmeno a lei, ma ai colleghi del Partito Democratico. Signori, voi che avete scaricato in un lampo il vostro vecchio segretario Bersani, voi che avete defenestrato Enrico Letta con una disinvoltura degna dei migliori trasformisti, voi che al posto di smacchiare il giaguaro avete ridipinto il Gattopardo, per una volta fate sul serio la cosa giusta. Abbiate la dignità e il coraggio di recidere il cordone ombelicale da un monarca presidenziale che ha tradito la Costituzione, di spezzare le catene della schiavitù delle lobby e dei grandi imprenditori che hanno già abbandonato a se stesso il Paese. (...) Votate no! Restituite la parola all’unica autorità legittima rimasta: il popolo italiano.
L’Europa chiede anche questo Daniela Donno Senato Seduta n°197 del 24 Febbraio Signor Presidente, onorevoli cittadini, mi chiedo se in questo show mediatico e poco politico, tra ricerca di notorietà, corsa alla poltrona, si occuperà dei diritti umani, signor Presidente del Consiglio. Si occuperà della situazione nelle carceri
italiane? Entro il 28 maggio dovrà dare delle risposte alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Si occuperà delle centinaia di vittime del femminicidio, degli oltre 50.000 senzatetto, dei senza dimora, degli esodati, degli operai? Come pensa di proteggere i magistrati e gli uomini delle Forze dell’ordine che indagano sulle trattative Stato-mafia? Quanto e perché deve aspettare il giudice Di Matteo per avere il bomb-jammer? E che dire dei cittadini e delle cittadine lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersexual (LGBTI), che aspettano il riconoscimento della propria identità? Crede forse che la fame, la violenza, la mafia si combattono solo con un suo tweet? Vivere dignitosamente la propria esistenza è un diritto. Forse per lei è un concetto diverso, ci eviti almeno gli spot di propaganda e i suoi punti di sintesi! I suoi sono slogan, non serie riforme. Non calpesti i temi etici che sono la nostra vita, mente, cuore, integrità! Oggi, qui e non solo, si vede un mostruoso deserto che puzza di morte ed una Repubblica fondata su facce di bronzo!
Letta-Renzi non cambia niente Alessio Mattia Villarosa Camera Seduta n°179 del 25 Febbraio
Signor Presidente, Presidente Renzi, diciamoci la verità, lei i nostri programmi li conosce molto bene, i nostri 20 punti sono on line da oltre un anno, non servono consultazioni. La realtà è che siamo diversi, troppo diversi. Noi viviamo di concretezza e voi di slogan. Ad esempio, voi la chiamate spending review, solo che noi intendiamo la soppressione degli enti inutili, i privilegi, intendiamo l’eliminazione delle auto blu, delle pensioni d’oro. Pensiamo all’eliminazione degli enormi sprechi della pubblica amministrazione. Voi invece volete solo svendere il patrimonio pubblico immobiliare e le nostre migliori aziende pubbliche. Presidente, noi lo sappiamo che non vi piacciono le banche pubbliche. Lei non ha aperto bocca sui 7 miliardi e mezzo rubati alla nostra Banca d’Ita-
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lia per darli alle banche private. D’altronde, lei poco tempo fa ha ricevuto le lodi di un’importante banca privata svizzera. Ma addirittura pensare di vendere il 40% di Poste: capisco che vi piace fare affari con Poste – Ducati Energia gli ha già venduto le macchine elettriche, la Piaggio dei Colaninno da poco ha venduto 30 milioni di euro di scooter, lo capisco–, ma con l’enorme sviluppo bancario e finanziario che questa azienda pubblica ha vissuto negli ultimi anni, può mai essere la svendita la soluzione? E, poi, per quanto, mi scusi, Presidente? Per 4 miliardi? 4 miliardi un’azienda che, solo nel 2012, ha prodotto un miliardo e 32 milioni di euro di utile? E per farci cosa? Per ridurre il debito pubblico? Quindi, la sua soluzione è quella di ridurre un debito pubblico pari a 2.100 miliardi con 4 miliardi di euro? È assurdo: lo 0,2%. Vede, Presidente Letta... Presidente Renzi, mi scusi, ma è facile confondersi, noi siamo troppo diversi: mentre lei pensa di tassare le rendite finanziarie (…), noi puntavamo a colpire gli speculatori, ovvero quelli che cercano nell’economia finanziaria solo lauti guadagni, nelle 24 o 48 ore, fregandosene dell’economia reale e, a volte, scommettendo sui fallimenti delle aziende. È così. Presidente, non prendiamoci in giro: lei parla di legge elettorale nelle stanze chiuse della sua sede con uno dei suoi migliori amici, tra l’altro, senza preferenze, nonostante la sentenza della Corte costituzionale. Perché lo vogliamo dire ai cittadini italiani che la sua legge elettorale non permetterà agli elettori di scegliere tutti i candidati? Glielo vogliamo dire? Ebbene, mentre voi parlavate di welfare, di benessere sociale, di discorsi pregni del miglior politichese sentimentale – siete bravi, d’altronde –, mentre lei parlava di reddito minimo, in quei momenti, anzi, prima di quei momenti, noi – noi, però – del M5S stavamo depositando un testo di legge base qui alla Camera sul reddito di cittadinanza. (…) Però, purtroppo, Presidente, lei non durerà a lungo: lo sa bene lei, lo sappiamo noi, lo sa bene anche l’ex Ministro Barca, a quanto pare! E le dico «purtroppo» – le dico purtroppo –, perché farà perdere altro tempo al nostro Paese, che di tempo, purtroppo, non ne ha. Quindi, vorrei chiudere il mio discorso, però, con un augurio, un augurio che ho sentito spesso in questi giorni
rivolgerle, che ho sentito qua, in questo Palazzo, da molte forze politiche; lo stesso augurio, caro Presidente, che lei ha rivolto all’ex Presidente Letta prima di prendere il suo posto. Le volevo dire: stia sereno, Presidente. Stia sereno.
Chi inquina ora paga! Salvatore Micillo Camera Seduta n°180 del 26 Febbraio Signor Presidente, colleghi, Ministro, nel corso di questi mesi, tra i banchi di quest’Aula e tra le stanze del Governo, sono circolate svariate idee e provvedimenti finalizzati al contrasto del grave inquinamento ambientale che affligge, da Nord a Sud, svariate aree del nostro Paese e come perseguire i responsabili degli scempi ambientali che abbiamo ormai tutti imparato a riconoscere come tali. Pensiamo ai rifiuti tossici sepolti nei rilevati realizzati per la costruzione delle autostrade del Nord, alla conclusione dei processi riguardanti il caso Eternit, alla bomba ecologica rappresentata dall’Ilva di Taranto, fino a giungere al caso Campania. Un caso troppo spesso pubblicizzato erroneamente come «Terra dei fuochi», poiché, in realtà, inquadra un fenomeno ben più ampio dei roghi e degli sversamenti abusivi di rifiuti tossici. (…) Quella che in oltre 15 anni, forse 20, grazie al contributo di imprenditori senza scrupoli, politici, malavita organizzata ha dato vita al più grande attentato mai conosciuto ai danni della salute pubblica e degli ecosistemi, che al momento sappiamo di sicuro essere quelli campani, ma che purtroppo non esclude altri possibili coinvolgimenti geografici. Basti ricordare che il traffico lungo l’asse nord-sud, con termine in Campania, delle enormi quantità di veleni industriali smaltiti a basso costo negli anni ‘90 non è altro che il frutto del cambiamento di rotta di quei carichi di morte che fino all’assassinio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin raggiungevano indisturbati le coste dell’Africa per poi sparire sotto l’alta coltre degli scenari di guerra onnipresenti da quelle parti.
Pertanto, se oggi è la Campania la regione finita sotto i riflettori grazie al lavoro di attivisti, di chi ci ha preceduto e di chi oggi persegue quella lotta per il diritto alla verità e alla salute, non possiamo escludere, e non ce lo auguriamo, che i traffici possano ulteriormente subire nuove virate verso nuovi lidi. Nasce da qui, dall’esigenza di rendere innanzitutto giustizia ai territori martoriati e di tutelare quelli sani da potenziali nuove aggressioni ambientali, la necessità di mettere mano a una radicale riforma del codice penale della quale oggi ci troviamo a discutere in questa Aula. Una riforma che, sebbene annunciata timidamente in passato e puntualmente sparita nei meandri dello scarso impegno di una classe politica, per poco o per niente attenta a ciò che accadeva sul proprio territorio, oggi trova il giusto sfogo in questo testo che vede unificati il mio contributo, al quale ho voluto dare priorità fin dal mio primo giorno di lavoro da deputato e da membro della Commissione Giustizia, e i contributi dei colleghi Realacci e Pellegrino per definire una volta per tutte le disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente. (…). Ma anche, e soprattutto, per porre un argine definitivo di fronte ad un costante inasprirsi di quello stesso danno ambientale che fino ad oggi aveva trovato nell’impalpabile disciplina sanzionatoria codificata nel cosiddetto Testo Unico sull’ambiente un ostacolo che potremmo definire ridicolo per coloro che a fronte di anni di sversamenti e avvelenamento, spesso anche molto gravi, di aria, terra ed acqua potevano incorre al massimo in qualche centinaio di euro di contravvenzione. Contravvenzioni spesso elevate contro le figure terminali di un fenomeno che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, era ed è in realtà molto più ampio, e che come tale richiedeva interventi più severi e oculati. (…) Una svolta che serviva a dare nuova spinta anche e soprattutto in ambito giudiziario, nel quale il 12 novembre scorso il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti intervenne ad una nostra audizione, affermando che il codice penale Rocco coi sui 83 anni suonati avesse bisogno di rinnovamento. Significative le testimonianze dei vertici del Corpo forestale dello Stato, da sempre in prima linea nelle
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PARLAMENTO 5 STELLE operazioni riguardanti queste fattispecie di reato, che nelle persone di Cesare Patrone, capo del Corpo, e del generale Sergio Costa, protagonista assoluto delle drammatiche vicende della «terra dei fuochi», hanno ricordato: «Noi ci troviamo, come forze dell’ordine e non solo noi, ma tutte e cinque le forze di polizia nazionali, in grande difficoltà, perché ad oggi il concetto di disastro ambientale non è normato. Si tratta di un cosiddetto disastro innominato, di fronte, peraltro, ad altre ipotesi di disastro che sono, invece, concepite già come fattispecie autonome nel codice penale. Penso al disastro ferroviario, per esempio. Il concetto di disastro ambientale, al di là se sia nel codice penale o nel decreto legislativo n.152 del 2006, per noi è un’esigenza assoluta». (…) Ecco: oggi, con l’introduzione nel codice penale dei reati di inquinamento, di danno, di disastro ambientale, abbiamo la possibilità insieme, noi tutti in quest’Aula, di offrire una risposta definitiva, alle istituzioni che ce lo chiedono, ai territori che portano addosso le ferite, e ai tanti cittadini che invocano giustizia per loro e per i loro familiari, che in tanti hanno spesso pagato con la vita le nefandezze perpetrate troppo a lungo sulle loro terre (…) 20 anni di attesa, signor Ministro, 20 anni in cui la nostra terra poteva raccontare una bellezza diversa: la vera bellezza, che forse è stata nascosta per troppo tempo. Il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente.
Nessuno tocchi le ‘slot’ Matteo Mantero Camera Seduta n°181 del 27 Febbraio Signor Presidente, come dicevano i miei colleghi, ancora una volta al Senato si sono alleggeriti i pochi vantaggi che eravamo riusciti ad inserire in questa delega al Governo alla Camera e che riguardavano il divieto dei giochi che causano patologia e la pubblicità dei giochi che causano patologia. Come al solito, quando noi diciamo che non ci fidiamo di questo Governo abbiamo ragione,
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Approvata la prima legge sui reati ambientali In sintesi il provvedimento approvato: - inserisce nel codice penale un nuovo titolo VI-bis, dedicato ai delitti contro l’ambiente, al cui interno sono previsti 4 nuovi delitti - introduce il delitto di inquinamento ambientale (art. 452-bis), punito con la reclusione da 2 a 6 anni e la multa da 10.000 a 100.000 euro; - introduce il delitto di disastro ambientale (art. 452-ter), punito con con la reclusione da 5 a 15 anni; - introduce il delitto di traffico e abbandono di materiale di alta radioattività (art. 452-quinquies), punito con la reclusione da 2 a 6 anni e la multa da 10.000 a 50.000 euro; - introduce il delitto di impedimento al controllo ambientale (art. 452-sexies), punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni; - stabilisce che per l’ipotesi colposa di inquinamento e di disastro ambientale la pena sia diminuita da un terzo alla metà (art. 452-quater) ; - prevede che la pena per i reati associativi connessi ai delitti contro l’ambiente sia aggravata (art. 452-septies); - stabilisce che le pene previste possano essere diminuite dalla metà a due terzi per coloro che collaborano con le autorità prima della definizione del giudizio (ravvedimento operoso) (art. 452-opties); se per operare tali attività l’imputato chiede la sospensione del procedimento penale, il giudice può accordare al massimo un anno, durante il quale il corso della prescrizione è sospeso ; - stabilisce, in caso di condanna o patteggiamento per uno dei nuovi delitti ambientali, nonché per associazione a delinquere (tanto comune quanto mafiosa) finalizzata alla commissione di delitti ambientali, che il giudice debba sempre ordinare la confisca; se la confisca dei beni non è possibile, il giudice ordina la confisca per equivalente; analoga disposizione è inserita nel codice dell’ambiente, per il delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art. 452-novies); - obbliga il condannato al recupero e - ove possibile - al ripristino a proprio carico dello stato dei luoghi (art. 452-decies); - prevede il raddoppio dei termini di prescrizione del reato per i nuovi delitti; - fa conseguire alla condanna per i nuovi delitti l’incapacità a contrarre con la p.a.; - impone al pubblico ministero procedente di dare comunicazione al Procuratore nazionale antimafia delle indagini per i nuovi delitti contro l’ambiente; - coordina la disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in caso di reati ambientali; - introduce nel codice dell’ambiente un procedimento per l’estinzione delle contravvenzioni ivi previste, collegato all’adempimento da parte del responsabile della violazione di una serie di prescrizioni nonché al pagamento di una somma di denaro. perché ogni volta che ci sono interessi di lobby potenti come quella del gioco d’azzardo, si va sempre in loro favore e lo dimostrano gli sconti da due miliardi e mezzo a 500 milioni che gli avete fatto nei giorni scorsi, il respingimento di emendamenti come quello in cui chiedevamo la soppressione della mini IMU aumentando la tassazione sul gioco d’azzardo. Quindi, ancora
una volta, quando ci sono dietro i soldi vi piegate sempre alle lobbies che vi controllano. Questa cosa non è più accettabile. Dal 2004 a oggi è quadruplicato il volume del gioco d’azzardo e questo vostro comportamento ha causato una malattia, un milione di italiani sono malati per colpa vostra... Questa è una vostra precisa responsabilità, assumetevela.