living in Marrakech
Politecnico Milano Lab. di urbanistica e paesaggio Workshop Abitare a Marrakech 2017
Alice Brambati Cristian Rosa Sarah Roubach Fabiola Sangineto Ana Tevzadze
il
GIARDIno islamico
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indice
Glossario
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Storia
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Elementi fondanti
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Evoluzioni e declinazioni del giardino islamico
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Evoluzione del giardino occidentale
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Giardino islamico e occidentale: confronto
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Concezione contemporanea del giardino islamico
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Marrakech Casi studio
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Riflessione Passato contemporaneo
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Bibliografia
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glossario Giardini di Babur, miniatura dal manoscritto di Vâkiâat-i Baburi, 1590
Riyad (da addestrare, ammaestrare): giardino appartenente a unâabitazione, spazio verde, rettangolare, chiuso, privato e irrigato, a cielo aperto, circondato da porticati, con percorsi pavimentati, vasche, e canali.
Wast al-dar: forma piĂš ricca e spaziosa di riyad.
alte mura che dispongono di grandi bacini per lâirrigazione, lâalimentazione in acqua potabile e il tempo libero.
Saniya (ruota per lâirrigazione, o noria): giardini privati posti alla periferia urbana irrigati da congegni idraulici.
Munya: appezzamento agriRawda (dal plurale di Riyad): parco o cimitero.
Jnan (da Janna, Paradiso Coranico): spazio agricolo produttivo gestito da privati ma accessibile alla comunitĂ , non irrigato, spesso fuori delle mura; oppure oasi nel deserto.
Arsa: giardino-pomario urbano e irrigato, situato allâinterno delle mura, nelle vicinanze della medina nella cittĂ imperiale, per la sicurezza alimentare durante i seggi.
Hadika (in Marocco): grande giardino pubblico.
Buhayra o Agdal (in Marocco, da âpiccolo mareâ o in berbero): vasti frutteti recintati da
colo prossimo ai centri urbani dotato di edifici e padiglioni, usato come luogo di svago.
Karm (da vigneto): recinti coltivati a verde, sia urbani che extraurbani, destinati agli incontri e allo svago analogamente alle âvigneâ romane e rinascimentali. Da karm il termine castigliano Carme, che significa ancora giardino.
Firdaws (dal persiano, giardino, paradiso): struttura chiusa e quadripartita con al centro una vasca o una fontana, luogo di ricreazione.
Bustan (dal persiano, Bu: profumo + Stan: luogo): anticamente luogo dove sono coltivati fiori ed erbe aromatiche, in
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Nord Africa frutteto ornato da piante decorative.
Bagh (dal persiano, frutteto, lotto di terreno): recinto suddiviso geometricamente attraverso viali alberati e canali che si incrociavano in un terrazzo, padiglione o vasca, accessibile da un portale.
Charbagh (dal persiano, quattro frutteti): Bagh molto grande, murato, quadripartito, attraversato da Shah Juy (canale principale), e suddiviso in Caman (sottomoduli ottenuti da viali e canali).
Hasht Behesht (dal persiano, otto terrazze): variante di charbagh terrazzato.
Cehel Sutun (dal persiano, sala delle quaranta colonne): giardino per le udienze.
Jahannama (dal persiano): giardino attorno a un padiglione ottagonale.
Shalimar (dal persiano, rifugio dâamore): giardino reale tripartito.
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STORIA
Lâinfluenza del prototipo egizio di giardino è un nodo fondamentale per poter comprendere le origini di molti degli elementi fondanti del giardino persiano antico, che sviluppatosi in un contesto geografico prossimo a quello egizio e oggetto di continui scambi culturali mediato dal mondo mesopotamico, è protagonista di una grande fortuna giĂ in epoca antica, che si concluderĂ con la sua assimilazione nel medievale giardino islamico. Il passare dei secoli, il trasformarsi delle culture e delle religioni, vedono permanere miracolosamente immutate alcune caratteristiche che saranno poi descritte quali elementi fondanti del giardino islamico, a conferma di come il seme piantato in epoca antica abbia saputo prosperare nella storia fino alle porte della modernitĂ .
Rappresentazione del giardino di Neuban, tomba tebana, XVIII Dinastia. Scene di cura del giardino.
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Tempio di Aten nella tomba di Meryre a el Amarna, disegno di T.Shurmer
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il giardino egizio LâEgitto è la prima delle civiltĂ antiche a fornire testimonianze storiche del giardino, il cui massimo splendore è raggiunto durante il periodo del Regno Nuovo, in concomitanza con la massima espansione dellâEgitto nellâAsia anteriore.
Analogamente, nella Tomba di Imeni, architetto di Tuthmosis I (1528-1510 a.C.), è raffigurato un vasto giardino definito da un muro di cinta, e una grande vasca rettangolare, circondata da arbusti e filari di palme. Un impianto simile è anche presente nel Tempio di Aton, dio
del sole, in cui acqua e ombra sono elementi fondamentali, cosĂŹ come la geometria del disegno, tipico di una civiltĂ avanzata, matematica, geometrica e astrologica. In tutte le ville si constata una tipologia ricorrente definita da
Tra le varie testimonianze pervenute in epoca contemporanea, la Casa delle Bambole (modello rinvenuto nella tomba mortuaria di Mekere 2000 a.C.) si presenta come una composizione architettonica in cui il giardino è lâelemento predominante, caratterizzato da uno spazio rettangolare e recintato contenente una grande vasca dâacqua nella quale lâedificio vero e proprio è relegato a poco piĂš di un portico.
Modello dello Casa delle bambole, tomba tebana, Metropolitam Museum NY,L.Manniche,1989
La casa e il giardino di Imeni, tomba tebana, disegno
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un alto muro di cinta con uno o piĂš portali dâingresso, cui sono addossati allâesterno edifici di servizio, allâinterno alcuni padiglioni sono disseminati in vario modo nel giardino e si alternano a canali o bacini dâacqua in cui navigano piccole imbarcazioni, o a viali alberati
e boschetti. Lâirrigazione costante è effettuata col sistema dello shaduf in cui anfore piene dâacqua poste al termine di unâasta bilanciata che tramite le manovre di un giardiniere, attinge lâacqua da una fonte principale e la distribuisce nel giardino.
Testimonianza pittorica di giardino recintato con vasche dâacqua risalente al Nuovo Regno, Egizio
Grafogramma sumero di un giardino con un albero piantato al centro, allâinterno di un recinto triangolare
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IL GIARDINO PERSIANO ANTICO Nel corso di migliaia di anni, tutte le dinastie che regnano in Persia contribuiscono a far grande il loro paese combattendo la naturale avversitĂ morfologica del territorio e a risolvere il problema dellâapprovvigionamento idrico. Attraverso opere di straordinaria ingegneria idraulica i persiani imparano ad utilizzare lâacqua con cura, in quanto linfa vitale alla vita. La religiositĂ di un popolo, il suo meravigliarsi davanti a un brano di vegetazione, contrastando con le aride distese del deserto, dei mari di sale, delle montagne, dĂ corpo in Persia alla forma architettonica del cahar-bagh, lâarchetipo del giardino persiano antico, rappresentazione
dei quattro punti cardinali e dei quattro elementi fondamentali della vita, derivati dallâidea cosmica dellâuniverso secondo le credenze zoroastriane: acqua, aria, terra e fuoco si manifestano vivi nella vasca dellâacqua, sintesi della vita eterna. Per secoli fedele alla riforma zoroastriana, il popolo persiano adora gli elementi naturali, ed anche col mutare dei credi religiosi a seguito della conquista islamica, rimane viva la sensibilitĂ verso la natura. Il giardino persiano, nonostante lâavvento dellâislam, si integra in esso, andando ad identificare ancora una volta un luogo sacro che diviene ora lâeterno simbolo del paradiso, massima espressione di delizia e felicitĂ . La progettazione del giardino persiano è dunque una combinazione di forme architettoni-
che e di soluzioni appartenenti al periodo pre-islamico che pur dando luogo a continue evoluzioni e raggiungendo terre lontane, conserva immutate le caratteristiche del modello primitivo. Tra gli elementi conservati fin dalle origini si osserva lâorganizzazione geometrica ottenuta incrociando le linee in angoli retti, la presenza di mura perimetrali, la vasca dâacqua centrale allâincrocio di due canali, la rigorosa simmetria, lâordine gerarchico degli elementi ripetuti ricorsivamente nei quadranti, lâutilizzo del numero due e dei suoi multipli nelle ripartizioni fino a raggiungere il numero otto (il due diviene quattro con lâavvento dellâislam), la comparsa di filari di alberi regolari e profumati, fiori e spezie pregiate, fontane, acquedotti, padiglioni, voliere.
Rilievo delle rovine dei palazzi di Ataserse II a Susa, V sec a.C., con il giardino a forma quadripartita
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IL GIARDINO Paradiso CORANICO CORANO 56, 1-32 Quando verrĂ lâÂŤha da venireÂť (il giorno della resurrezione) â 2 Che niuno, allora, potrĂ piĂš smentire, 3 E abbasserĂ , e innalzerĂ [...]. 7 Allora farete tre gruppi [...] 10 E i primi, i primi! â 11 questi saranno gli approssimati ( i piĂš vicini a Dio). 12 Nei Giardini delle Delizie [...]. 27 Quanto a quelli della destra, - che faranno quelli della destra? 28 Staranno fra loti senza spine 29 e banani stracarichi, 30 In una ombra distesa, pressâunâacqua corrente, 32 con frutta abbondanti, 33 mai negate, mai mancanti. 1
il credo delle piĂš antiche religioni dei paesi su cui lâIslam si afferma, trovano nel giardino persiano pre-islamico una materializzazione e una anticipazione di tali immagini stesse: la struttura quadripartita con la fonte dâacqua centrale, cir-
condata da un recinto, colma di profumi, frutti, e uccelli diventa un elemento culturale assimilato dallâIslam e conoscerĂ una nuova fortuna, con una ampia diffusione geografica associata ad una continua evoluzione formale e dâuso.
Numerose sono le sura che descrivono il paradiso promesso ai timorati di Dio, e che illustrano un paesaggio celeste con âgiardini irrigati da fiumi scorrenti sotto i loro alberiâ, o âfiumi di acqua che non si corrompe e di latte dal sapore inalterabile, fiumi di vino che sarĂ una delizia per chi lo berrĂ , e fiumi di miele purificatoâ. Nel Corano si legge del benessere riservato agli eletti ammessi al giardino del Paradiso, serviti da paggi che colmano le coppe da una fonte inesauribile, saziati da ogni frutto e volatile a volontĂ . Tali immagini vive in grado di travolgere
Miniatura, manoscritto di Vâkiâat-i Baburi, 1590
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IL GIARDINO TAPPETO Il tappeto, pur appartenendo alla cultura persiana, entra a far parte del mondo culturale islamico conoscendo con esso un rinnovato periodo di splendore e una piĂš vasta diffusione su tutti i territori islamizzati. Alla sua utilitĂ come elemento dâarredo domestico e oggetto fondamentale nel rituale religioso quale diaframma tra ciò che è caotico e impuro e ciò che è sacro e puro, il tappeto diventa anche lo strumento grazie al quale è possibile trasportare allâinterno delle abitazioni lâaurea del giardino paradisiaco, riproducendo su pregiati tappeti i fiabeschi giardini osservati nelle cittĂ reali. Il tappeto diventa quindi anche uno strumento di rilievo e di trasmissione del patrimonio storico e artistico nel tempo e nello spazio: osservando un tappeto-giardino è possibile cogliere lâessenza di giardini appartenenti a luoghi lontani o andati persi durante il periodo delle devastazioni perpetrate durante le invasioni mongole. La tipologia piĂš frequente mostra al centro, secondo il caratteristico linguaggio stilizzato, una vasca dâacqua da cui si diramano canali e sentieri, ad ottenere la classica struttura quadripartita. Tappeto-giardino, con al centro la vasca dâacqua, i quattro canali-fiumi del paradiso e la quadri partizione.
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Miniatura dal manoscritto di Vâkiâat-i Baburi, 1590
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elementi FONDANTI
La millenaria storia del giardino islamico, dalle sue origini nella Persia pre-islamica, alla sua propagazione in ogni terra sottomessa allâIslam, e quindi alle culture entrate in contatto con tali territori, presenta un notevole gradiente evolutivo sia nella forma, che negli usi e nei significati, risultando notevolmente flessibile e in grado di adattarsi a mutate esigenze, alla disponibilitĂ o carenza di determinate risorse (in primis lâacqua), ai fattori climatici, e ai substrati culturali preesistenti. Ciononostante, in questo suo continuo trasformarsi ed adattarsi, è sempre possibile la lettura della matrice originaria che consente la definizione stessa di giardino âislamicoâ, schematizzabile nella permanenza di quattro invarianti, qui definiti âelementi fondantiâ: la configurazione geometrica, il ruolo e la centralitĂ dellâacqua, la perimetrazione attraverso il diaframma del recinto, e la sacrale attenzione per la componente vegetale.
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LA GEOMETRIA
Il giardino islamico, modello di un paradiso ben ordinato, e circondato da un muro che escluda da esso il disordine
Shiraz: Chehel-Sutun
del mondo, è un quadrato che pone al suo centro una sorgente dâacqua, dalla quale si dipartono quattro canali che portano lâacqua a nord, est, sud e ovest, e che dividono il giardino in quattro quarti a loro volta quadrati. Ognuno di essi è analogamente suddiviso in quattro parti quadrate, e, se il giardino è abbastanza grande, ciascuno di questi sedici quadrati è suddiviso a sua volta, ricorsivamente, in altri quattro qua-
Tabriz: Shah Goli
drati: piccoli paradisi nidificati dentro quelli piĂš grandi. Filari dâalberi e padiglioni, disposti ancora secondo tracciati geometrici e ripetuti in modo simmetrico per ogni quarto di giardino, forniscono un riparo dal sole rovente: i fiori sono scelti per i loro colori e profumi e per attrarre gli uccelli, il cui piumaggio gareggerĂ con i fiori e il cui canto farĂ da contrappunto al gorgogliare dellâacqua.
Isfahan: Hesht-i-Behest
Variazioni persiane sul tema del paradiso quadripartito
Teheran:Bagh-i-Gulistan
Il paradiso quadripartito e la sua ramificazione
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Plasmata attraverso vasche, canali e fontane, lâacqua è lâelemento essenziale del giardino islamico, la sua importanza proviene da una tradizione di migliaia di anni di vita nel deserto, a lei è conferito un valore piĂš alto di qualsiasi architettura o della componente vegetale: del giardino lâacqua ne è lâanima, cioè la forza vitale che lo vivifica fino a renderlo unâevocazione paradisiaca. Ancora oggi, il valore della proprietĂ nel deserto è definita non dallâestensione delle terre possedute, ma dal numero dei
pozzi e sorgenti presenti. In un ambiente caldo, secco e sterile, la comparsa inaspettata dellâacqua è tradizionalmente considerata come un atto di favore divino. I tecnici idraulici islamici fondarono le loro esperienze nel sapere maturato tra le piĂš antiche popolazioni mediorientali, in particolare assiri e babilonesi, che disponevano giĂ di macchine elevatrici in grado di rifornire i canali di acque provenienti dai fiumi o dal sottosuolo. Ai persiani spetta lâideazione dei qanat, ovvero dei sistemi di gallerie sotterranee con pozzi di ispezione e ventilazione capaci di captare grosse falde di acqua freatica, poi abbondantemente diffusi in tutto il mondo islamico ed in parte ancora funzionanti: tra i qanat piĂš studiati e meglio conservati i khettara di Marrakech.
Vasche e zampilli, Giardino Fin di Kashan
Grande Cisterna di Alessandria dâEgitto
L'ACQUA
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Alle opere di captazione ed elevazione (mediante lâuso di ruote di legno, le norie), e di trasporto (tramite canali superficiali e acquedotti sospesi), sono associate poi opere di immagazzinamento in cisterne o in vasche aperte (che spesso assumono la forma di grandi bacini con funzioni scenografiche) collocate ad altezza opportuna da poter garantire, oltre che lâirrigazione delle aree agricole, il funzionamento di complessi sistemi di vasche e fontane in giardini ed abitazioni, con i caratteristici zampilli e cascatelle. Nella pratica agricola particolare attenzione è poi data alla modellazione del terreno, livellato con il marhifal, è configurato in modo da ottimizzare il controllo ed il risparmio dellâacqua durante lâirrigazione.
Pozzo di Giuseppe, Il Cairo
Noria sul fiume Tago a Toledo
Noria di Albolafia sul fiume Guadalquivir a Cordoba
Schema di un sistema di qanat
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IL RECINTO
Il recinto permette un esterno e un interno: su questa dualità è imperniato tutto un paradigma di significati che danno corpo al ricco simbolismo del giardino islamico. Ancor prima che a scopi pratici quali la protezione del giardino e la definizione di una proprietĂ privata, lâelemento del recinto (dal semplice muro, allâarchitettura di una casa a patio o di un intero palazzo, o al limite un diaframma di fitta vegetazione), risponde ad esigenze di natura spirituale, separando il dentro dal fuori, lâordine dal caos, la natura addomesticata dai rigori del deserto, e in ultima istanza il paradiso dove è possibile lâavvicinamento a Dio dalla corruzione del mondo.
Recinto murato dellâAgdal di Marrakech
Miniatura di giardino recintato XVI sec
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LE SPECIE VEGETALI
giardino terreno, e lo rendono ancora piĂš vivo, colorato, riempiendolo del loro canto. Grazie alla cura delle specie vegetali, nel giardino ognuno dei sensi trova appagamento: il gusto con la dolcezza degli agrumi e dei datteri; la vista con i colori dei fiori, dei frutti maturi e
del verde dellâerba; lâolfatto col profumo dei fiori; il tatto con la frescura prodotta dallâevaporazione dellâacqua sulla superficie delle foglie e delle vasche; e lâudito col fruscio dei rami al vento, col gorgogliare dellâacqua e il cinguettare degli uccelli.
Tradizionalmente gli Arabi non hanno sviluppato grande dimestichezza per alberi dâalto fusto tipici di climi piĂš temperati che hanno fatto la storia dei giardini europei dallâantichitĂ ad oggi, le loro preferenze sono rivolte ai fiori, agli alberi fruttiferi innestati e sopratutto ad agrumi, palme, meloni, e infine alla semplice erba. Nella segretezza del giardino-paradiso, dove un recinto allontana i rigori del mondo esterno, lâalbero da frutto oltre che anticipazione delle delizie del paradiso coranico, è nutrimento per gli abitanti umani e animali del giardino, tra questi ultimi gli uccelli, giĂ menzionati nel Corano come abitanti del paradiso celeste, abitano anche il
Vegetazione lussureggiante dellâAdgal di Marrakech
Il Giardino delle Rose, miniatura del XVI sec
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ABACO DEI MODI DâUSO I quattro elementi fondanti,
pur costituendo delle invarianti sempre presenti nel percorso che ha portato il giardino islamico ad evolversi nel tempo e nello spazio, garantiscono a questâultimo sufficienti margi-
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ni di flessibilitĂ che gli consentono unâulteriore parabola evolutiva: a paritĂ di tipologia formale, di area geografica e di periodo storico, la possibilitĂ di rispondere a bisogni e modi
d’uso diversi. Qui di seguito viene schematizzato un abaco in cui per ognuno degli otto modi d’uso individuati sono associati degli attributi riguardanti funzione,
grado di privatezza, e sacralitÄ ; i tipi individuati sono rispettivamente: il giardino privato della casa a patio, il cortile destinato a udienze e ricevimenti nelle abitazioni private, la corte in-
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terna al palazzo di nobili e mercanti, il frutteto urbano o suburbano, il grande bacino d’acqua recintato, il giardino urbano pubblico, il mausoleo, e il cimitero.
EVOLUZIONE E DECLINAZIONI del giardino islamico Il processo di genesi ed espansione del giardino islamico dalla Persia ad ogni territorio islamizzato vede il permanere degli elementi fondanti inalterati, e nel contempo lâevoluzione dellâorganismo dâinsieme verso nuove forme piĂš o meno distanti da quella pri-
mitiva. Le culture preesistenti, i diversi caratteri climatiche, la differente distribuzione delle risorse, le nuove esigenze dovute a contesti geografici e storici molto lontani tra loro, portano a un processo di trasformazioni parziali, tali per cui è possibile parlare del giardi-
no islamico in termini di declinazioni storico-geografiche. Nei paragrafi a seguire sono considerati gli esiti di alcuni contesti, in particolare la Penisola Iberica, il Marocco, la Sicilia islamica, lâAsia Minore ottomana, lâAsia Centrale, e lâIndia moghul.
Patio de los Leones, Alhambra di Granada
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AL ANDALUS Tratto caratteristico dellâespansione islamica su nuovi territori è lâatteggiamento di assimilazione delle culture indigene ad unire lâelemento locale a quello piĂš propriamente islamico e arabo: la costruzione di nuovi monumenti vede quindi lâutilizzo di materiali provenienti dagli antichi templi e palazzi, addomesticati secondo lo stile dei conquistatori. Capitelli di antichi templi ellenico-romani sono a tuttâoggi presenti nelle moschee nate in antiche cittĂ romane, tra cui ci sono quella di Cordoba e la grande moschea a Damasco. In Andalusia in particolare, si è affermato lâuso di ogiva e archi a semicerchio, insieme con lâarco a staffa di cavallo giĂ utilizzato nelle cappelle bizantine, come ad esempio quella di San Fruttuoso o Lourosa. Ma è col giardino palatino che gli esiti della contaminazione tra mondo cristiano e mondo islamico in Spagna e Portogallo assumono i maggiori caratteri di originalitĂ . Pietro Moreno, pochi anni dopo la conquista di Granada da parte dei re cattolici, alla fine del XV secolo, descrive come ognuno dei giardini del Generalife (Alhambra di Granada) sia uno spazio unico con le proprie caratteristiche
Alhambra di Granada, stratificazione degli elementi
Modi dâuso prevalenti
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particolari, composto da una serie di spazi chiusi, ognuno dei quali ha una sua atmosfera particolare, ogni parte possiede le proprie forme particolari e proporzioni che sono determinati dallo scopo ricreativo per il quale è stato concepito. Ogni giardino è normalmente collegato al successivo mediante un piccolo cancello laterale, galleria o passaggi, che non è parte integrante del giardino e genera un organismo complesso di giardini concatenati in cui è particolarmente marcato lâelemento di discontinuitĂ e di soglia. La forma del cortile-giardino palatino è visibile anche nel Palazzo di Sintra, in Portogallo, in cui corti quadrangolari sono organizzati in sequenze spaziali in cui ogni giardino è al contempo autonomo e dipendente dagli adiacenti.
Palazzo di Sintra, fotografia
Palazzo di Sintra, planimetria
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MAROCCO
In Marocco, lâarte dei giardini risale alla fondazione di Fès, alla fine del VIII secolo: questa cittĂ ha saputo, dallâinizio, integrare i contributi di al-Andalus e Kairouan, cittĂ santa del Maghreb. Dalla fondazione di Fès fino allâinizio del XX secolo (epoca dei protettorati francesi e spagnoli), diversi stili di giardino si sono succeduti, con bellezza e raffinatezza, a se-
conda della ricchezza delle dinastie. Lâevoluzione dellâarte dei giardini in Marocco come nel resto del mondo islamico è stata molto legata alle innovazioni scientifiche, tecniche ed urbanistiche che hanno avuto luogo in Oriente tra il VIII e il XI secolo: grazie al controllo dellâidraulica, dellâagronomia e della botanica, si è resa possibile la creazione di piccoli
giardini privati come di grandi parchi agricoli. La cittĂ islamica vede nel giardino un concetto chiave del proprio sviluppo, a Marrakech le case appaiono come dei cubi annegati in un oceano di verde, che convive con lâelemento minerale ad armi pari.
Dar-al-Batha - Fes Fotografia e planimetria
Modi dâuso prevalenti
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SICILIA âGli arabi châ eran colti e sapientissimi, allorchè vennero a signoreggiare la Sicilia, non conobbero che Palermo,giĂ illustre per antichi onori, non potea avviarsi allâ agricoltura, perchĂŠ povera di terre, e quasi posta sopra uno scoglio alla riva del mare. La vollero quindi aggrandire colle arti,luoghi, mutati gli antichi nomi, non portarono sino ai nostri di, che quello degli Arabi, e camminando intorno a Palermo, si veggono ancora gli avanzi, de grandiosi edifizj, con cui la nobilitaronoâ (Domenico ScinĂ )
cuore stesso della cittĂ , tra i suoi fabbricati e dentro le sue mura e, fuori della cittĂ , fino alla cerchia dei monti. La fertilitĂ del territorio palermitano, definita dalle condizioni ecologiche (miti temperature invernali, disponibilitĂ di acqua che deriva dai monti e che alimenta sia il sistema idrografico superficiale che la falda freatica, suoli resi fertili da interventi di bonifica), ha fin dallâinizio determinato un paesaggio fruttifero e dilettevole
in un territorio conformato, tra la cerchia dei monti e il mare Tirreno, quasi come uno spazio teatrale a rilevare una naturale bellezza, in cui il verde integra
âPalermo deve ai secoli della dominazione araba e poi normanna la fama di âcitta ricca di giardini a sua volta circondata da un giardino piĂš grandeâ (De Seta e Di Mauro, 1980) âUnâisola fertile che ha fontane copiose e alberi con frutta stupendiâ (Amari, 1880-1881).
In Sicilia la cultura dei giardini paradiso è documentata a Palermo, il cui territorio è caratterizzato da un clima e una morfologia molto simile al contesto iranico e mesopotamico, dove verde, acqua e architettura sono parti di un ordinato disegno dâinsieme secondo rigorosi schemi geometrici. La ricchezza di acque sorgive ai margini urbani permette lâesistenza di orti e giardini nel
Palermo - idrografia e monumenti islamici
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Modi dâuso prevalenti
l’abitato urbano alla campagna. Le ragioni che spingono i monarchi normanni, eredi degli emiri siciliani, a circondare Palermo di parchi e giardini sono le stesse che hanno portato al loro sorgere in tutte le capitali
islamiche medievali: la consapevolezza della immagine di forza e di dominio che deriva dalla natura quando Ĩ piegata al soddisfacimento del piacere e del lusso e, nel contrasto con il nudo e secco paesaggio non irriguo, la dimostrazione di
autorevolezza del nuovo potere che si fonda anche sull’appropriazione di un paesaggio e di uno stile di vita che sono parte della cultura degli arabi sottomessi.
Salsabil nel Chiostro di Monreale – Palermo
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IMPERO OTTOMANO Il giardino ottomano si origina dallâinnesto delle forme del bagh (giardino, frutteto) timuride con il disegno del pairidaeza (recinto) persiano, ai quali si sommano influenze bizantine e piĂš in generale europee (hortus conclusus) giĂ presenti nei territori di espansione turca. Dedita alla cura dei giardini del sultano è una corporazione di giardinieri, i bostangi, attraverso una composizione sempre diversa di elementi tradizionali: chioschi, voliere, parterre dâacqua centrale con o senza fontana, aiuole quadrate o rettangolari ornate da cipressi e alberi da frutto. Sul parterre dâacqua centrale si
affacciano due o quattro chioschi lignei (kosk) disposti al centro dei lati del quadrato, le fasce verdi si collocano tra lâacqua e il recinto, e su queste fasce trovano spazio gli altri elementi. La composizione tipica del giardino persiano si adatta alle dimensioni contenute di un giardino segreto dove non trovano piĂš spazio grandi strutture vegetali.
Harem, Topkapi Saray, planimetria
Con la trasformazione dellâAcropoli di Bisanzio in residenza imperiale (Topkapi Saray, Maometto II, a partire dal 1462), la nuova reggia diventa una collezione di giardini di dimensioni e tipi diversi: cortili minuti interni ai corpi del palazzo, o grandi parchi tutto intorno.
Modi dâuso prevalenti
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Miniature di bostangi con modelli di giardini
Quarto Cortile, Topkapi Saray
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ASIA CENTRALE In Europa occorre attendere il Seicento e il Settecento per poter parlare delle prime passeggiate pubbliche da percorrere sia a piedi che in carrozza, parchi e giardini che rinnovano sostanzialmente lâimmagine delle cittĂ occidentali e che, con la loro destinazione alla ricreazione pubblica, forniscono nuovi servizi capaci di soddisfare in chiave ludica o igienica tutte le classi dei loro abitanti fornendo un maggiore tenore di qualitĂ della vita alla popolazione inurbata. Esperienze che hanno dei prece-
denti illustri nella rifondazione di Samarcanda di Tamerlano o nella pianificazione di Isfahan dello shah Abbas. Lâincontro, alla fine del XIV secolo tra la civiltĂ nomade turca e quella sedentaria iranica porta ad un processo di urbanizzazione con lo stanziamento della
Viale Kuiyaban-i Caharbagh a Isfahan
popolazione nella periferia, attorno alle grandi tenute imperiali. Il centro della città è pertanto occupato da enormi giardini attraverso i quali lunghi viali portano alle porte della città . Città giardino ante litteram che spesso si adattano alle preesistenze, come nel
Modi dâuso prevalenti
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caso di Isfahan in cui la preesistente piazza Maydan Ĩ mantenuta e ampliata a costituire al contempo un cortile d’onore antistante la residenza reale,
la sede delle ambasciate straniere e di importanti complessi religiosi, l’accesso al grande bazar, luogo di parate militari ed esecuzioni capitali, campo
Piazza Maydan a Isfahan
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da polo, attorniata da alberi e canali, e nodo da cui si dipartono dritti e lunghissimi viali alberati.
india A partire dal XVI secolo il giardino islamico assume in India una nuova funzione: pur conservando la forma di un caharbagh quadripartito, con abbondanza di vasche e canali resa possibile dalla generositĂ dâacqua del territorio, diventa un portale dâingresso che dalla terra conduce direttamente al paradiso promesso, luogo di collegamento tra i regni del cielo e la terra, e pertanto sito adatto allâerezione di un grande mausoleo in cui motivi persiani e indĂš si mescolano
tra loro. Numerosi sono i mausolei eretti nei territori dellâIndostan dai sultani moghul, e ad ognuno alla tomba custodita nellâarchitettura monumentale è sempre associato un giardino nella sua forma caharbagh. Il mausoleo vero e proprio è collocato indifferentemente al centro della quadripartizione (mausoleo di Humayun a Delhi, mausoleo di Akbar a Sikandra, mausoleo di Jahangir a Sahdara), o come fondale del giardino che è a sua volta cuore di un complesso piĂš grande che, come nel caso del Taj Mahal ad Agra, arriva a comprendere oltre al mausoleo, anche
Mausoleo di Akbar a Sikandra Planimetria
caravanserragli, foresterie, moschee e minareti agli angoli sia del mausoleo che del grande giardino, ad evidenziarne la struttura quadripartita.
Taj Mahal ad Agra Planimetria e fotografia
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EVOLUZIONE DEL GIARDINO OCCIDENTALE il giardino romano La Roma Repubblicana La civiltà romana è legata alla società contadina, alla campagna da cui trae sostegno tramite il raccolto, i boschi e i fiumi. Si parla di hortus, ovvero di terreno recinto che fa parte integrante della casa. Casa e giardino sono inscindibili, il giardino è parte del focolare domestico dedicato al culto dei Lari (Lares familiares), antenati e protettori della casa e della famiglia. Il rapporto tra natura e divinità è espresso anche tramite i santuari rustici, cappelle collocate nei campi e nei boschi. I boschi sono sacri, liberi di crescere e prosperare.
La Roma dellâImpero
La natura ha una dimensione piĂš contemplativa e intellettuale in periodo augusteo. Lâhortus prima in un lato della casa, si sviluppa intorno allâatrium secondo una tipologia di origine etrusca e di tipo rustico.
Pompei, Casa dei Vetii, Pompei, Casa di Giulia Felice
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Acquista importanza il peristilio. Acquedotto privato per alimentare il giardino e piante sempreverdi. Architettura, botanica e idraulica diventano componenti strutturali del giardino, importanza del rapporto tra edifici e spazi aperti, pergole, colonnati, statue, siepi, canali ed esedre, formano spazi recinti con sfondi e prospettive trompe l’oeil. Es. casa pompeiana dei Vettii: rapida sequenza atrio-giardino con peristilio.
Pompei, Casa di Loreio Tiburtino, pianta
Pompei, Casa di Loreio Tiburtino, fotografia
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Pompei, casa dei Vetii, Pompei, casa di Giulia Felice
il Medioevo Gli ordini religiosi non sono piĂš solo trasmettitori di cultura, ma acquistano importanza sociale come centri di lavoro e produzione. Bernardo da Chiaravalle (1090 â 1153): il monastero deve possedere un recinto con piante da frutto dove i malati possano passeggiare, luogo gradevole in cui trovare la pace e il sollievo
del corpo e della mente, nella ricerca di Dio. Giardino come luogo di preghiera, in grado di separare lâuomo dalle cose terrene ed elevare lo spirito. Una planimetria di Canterbury del 1165 mostra circa la metĂ dello spazio occupato dai chiostri con diversa connotazione interna: il giardino delle erbe, câè una vasca circondata da alberi allineati in filari, oltre le mura si vedono frutteti e vigneti, e la pianta accompagna un
Schema di un giardino medioevale
piano dettagliato per lâadduzione dellâacqua che alimentava vasche e fontane per lâirrigazione. La tipologia ricorrente: giardino recinto, prevalenza di alberi da frutto, compare un ruscello o una fontana.
Planimetria dellâabbazia di San Gallo IX secolo
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Canterbury, piano delle acque del Priore Wiberto per l’Abbazia, 1165 circa (Landsberg,1995)
Libro del Duca dei veri amanti,manoscritto XV secolo (biblioteca nazionale Parigi, Catalogo Esposizione, 2002)
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La nascita del Barocco Durante il â600 in Francia lâassolutismo politico tende alla negazione del naturalismo e del razionalismo rinascimentale per rappresentare una realtĂ solenne e grandiosa, idealizzata. Inizia la costruzione del bello, dellâartificio complessivo, arte ispirata al sovrano. LâAccademia diventa indispensabile supporto per la culla dellâassolutismo intellettuale di Luigi XIV durante il Grand Siècle. Le parti a prato si basano su complicati disegni (parterre de broderie). A Vaux le Vicomte, Louis Le Vau (1612-1670) progetta la nuova residenza che emerge fra specchi dâacqua su un rilievo del terreno, in posizione centrale rispetto allâintera composizione articolata su tre ampie terrazze in successione, su un lieve dislivello. Lâasse centrale, fortemente dominante, ingloba lâedificio e ne fa uno degli elementi nodali del progetto, divide in due gli ambiti funzionali dellâintera area, una anteriore con grande corte quadrata fiancheggiata da edifici di servizio, ed uno posteriore destinato alla corte e agli ospiti. Al di lĂ del canale lâasse prospettico continua, focalizzandosi su uno spazio semicircolare, da cui si dipartono tre assi,
uno che prosegue il tema della centralitĂ e gli altri due obliquamente proseguono addentrandosi nel bosco. Lâacqua arricchisce la maestosa scenografia ed è presente in tutte
le forme possibili. Il limite del giardino non è piÚ un muro, un bordo definito, ma una foresta.
Vaux le Vicomte, planimetria
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Giardini di Versailles, rappresentazioni
Versailles, planimetria generale
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Giardini di Versailles, fotografia
Il paesaggio inglese Nel corso del XVIII secolo lâegemonia politica e culturale europea passa dalla Francia allâInghilterra dove la struttura del potere è accanto alla monarchia, il ruolo importante del Parlamento. Lâarte di costruire i giardini secondo natura usando la ragione e lâintelletto convivono con sentimento e romanticismo. Contrario nel costringere a forme
geometriche le piante come coni o piramidi e piantarli in rigidi filari, favorendo lâuso degli alberi da frutto. Stephen Switzer imposta il nuovo sistema di fare giardino su tre principi: Utile Dulci, ricerca di un sapiente equilibrio fra piacevolezza della composizione ed economicitĂ della gestione, Ingentia Rura, integrazione del parco con la campagna che si ritrova nei sentieri allâinterno del giardino, nelle passeggiate nelle radure, e Symplex Munditiis, semplicitĂ come principio fondamentale nella
costruzione del giardino. Bridgeman applica per la prima volta la recinzione ha-ha, in cui il fossato rinforzato da palizzate di scoraggiamento per gli animali, sostituisce il muro di cinta e permette un inserimento visivo completo nel paesaggio. Brown introduce lâacqua a forma di ruscelli, stagni, laghi in conche erbose circondate da boschetti, accolgono piccole architetture poste attorno, che si riflettono, e rievocano un sapore classico arcadico.
Vaux le Vicomte, planimetria
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Recinzione ha-ha, incisione 1718
Switzer,la ferme ornÄĹ e, planimetria
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Stowe
GIARDINO ISLAMICO E OCCIDENTALE CONFRONTO il giardino romano SIMILITUDINI Presenza d’acqua, varie specie arboree, luogo chiuso, contemplativo.
DIFFERENZE Recinto chiuso, non necessariamente geometrico quadripartito, societÄ contadina coltivazione del terreno, presenza di architettura (cappelle, santuari rustici), il bosco sacro, passeggiata alberata + portico.
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il MEDIOEVO SIMILITUDINI Presenza di acqua, vasche e fontane, schemi e forme precise in cui inserire la vegetazione, concetto legato alla sacralitĂ del luogo.
DIFFERENZE Il giardino può essere piÚ di uno, è soprattutto a scopo medicinale e produttivo, si articola in sequenza per aggregazione anche di appezzamenti di terreno, ha dimensione abbaziale piÚ che domestica.
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Giardino medievale, anonimo,1405
la nascita del BAROCCO SIMILITUDINI
Geometria, ricchezza della vegetazione.
il PAESAGGIO INGLESE SIMILITUDINI
Importanza della natura, tema dellâacqua.
DIFFERENZE Visuali a campo lungo, presenza del bosco, dimensioni amplificate, invenzioni di getti dâacqua, statue e fontane elaborate, prati artificiosi, fasto e creativitĂ , effetti scenografici.
DIFFERENZE Prevale la natura spontanea contro lâartificio e le regole geometriche, lâacqua scorre naturalmente, non vi è una visione complessiva definita ma degli spazi che si scoprono progressivamente.
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CONCEZIONE CONTEMPORANEA DEL GIARDINO ISLAMICO
Il giardino islamico, durante la sua evoluzione millenaria, ha notevolmente cambiato forma, usi e significati in base alle esigenze del luogo e ai fattori climatici e culturali. Nonostante la sua flessibilità è sempre stato possibile riconoscere gli elementi fondanti che caratterizzano la definizione stessa di âRyiadâ: la geometria del sistema, la presenza dellâ acqua, il limite del recinto e la componente del verde. Mentre in passato la composizione di questi elementi, insieme a una grande concezione religiosa e spirituale, sono stati dei modelli per altre culture, oggi prevale maggiormente lâ attenzione verso la crescita della cittĂ . Lâ urbanizzazione di questi paesi, nel tempo, ha modificato delle strutture imprescindibili e delle ideologie che
sono state la base della societĂ islamica per millenni. La prevalenza degli spazi pubblici rispetto a quelli privati, ad esempio, annullano la spiritualitĂ legata al concetto di recinto come elemento che divide interno ed esterno. Ordine e caos appartengono allo stesso sistema eliminando la possibilitĂ di un avvicinamento terreno a Dio. Per aumentare la ricchezza delle cittĂ sono stati trovati dei compromessi che non tengono conto delle invarianti che caratterizzano il âgiardino paradisoâ. Non sempre viene mantenuta la forma quadrata, ma lâorganizzazione dello spazio segue regole geometriche caratterizzate dalla presenza di verde che soddisfa esclusivamente il suo ruolo ornamentale. La componente dellâ acqua
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resta fedele alla tradizione, considerata lâ anima del giardino caratterizza gli spazi marocchini, modificando in qualche occasione la sua centralitĂ .
Aga Khan Museum Il parco eâ progettato dal paesaggista Vladimir Djurovic, in collaborazione con progettisti Moriyama & Teshima con la sede a Toronto. Djurovic ha lavorato per creare uno spazio semplice ma nello stesso tempo espressivo. Lo spazio unisce i due edifici. Il progettista descrive la sua visione per il parco come una sistema che âcattura lâessenza del giardino islamico e lo traduce in unâespressione che riflette il suo contesto e lâetĂ contemporaneaâ. Il parco incorpora il giardino islamico âChaar Bhagâ con piscine riflettenti, passerelle, e componenti adatte al clima di Toronto, in modo che il giardino cattura la bellezza cruda dellâinverno canadese, cosĂŹ come la fioritura dellâestate. ComprenderĂ spazi per la programmazione ed esterni destinati ad incontri educativi, oltre ad offrire un luogo di tranquillitĂ e relax.
the garden of forgiveness Il giardino è considerato allegoricamente come rappresentazione dei tre principi essenziali di passato, presente e futuro. Si colloca nel cuore del quartiere centrale di Beirut ed è circondato dalle chiese storiche e dalle moschee. I sei edifici come nel resto della cittĂ si affacciano sul sito. Eâ considerato unâoasi della se-
Aga Khan Museum, Toronto Vladimir Djurovic e Fumihiko Maki
renitĂ e della contemplazione allâinterno di una cittĂ frenetica, e fa coesistere al suo interno la storia passata e presente di Beirut. Strati artificiali e naturali si alternano dentro e attorno al punto del focolare. Il giardino è lo specchio della cittĂ frenetica e vibrante che lo circonda.
Planimetria The Garden of Forgiveness
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The Garden of Forgiveness, Beirut, Gustafson Porter
museo delle arti islamiche MSP ha creato dettagliati disegni urbani e paesaggistici per un certo numero di siti tra cui quelli per il Parco delle Mangrovie e il Museo del Parco. Il Parco delle Mangrovie si trova alla fine sia della Promenade che del lungomare. Il Museo del Parco è un mondo ricco di elementi suggestivi per i visitatori, ed è composto da tappeti di giardini, salotti, passerelle, serre, voliere, sculture, âcase di farfalleâ, aree pic-nic, fontane e una miriade di altre attivitĂ .
Tutte queste parti sono tessute insieme da una griglia di passerelle che variano in larghezza, nella struttura e nel design. Allâinterno dei Giardini del Museo che conclude il percorso costiero a nord, ci sono giardini di mangrovie che ricordano quelli del Parco delle Mangrovie. Qui le mangrovie diventano lo sfondo e la cornice per una espressione culturale del paesaggio in cui gli spazi intimi creati forniscono ombra, tranquillitĂ e sollievo alla rigiditĂ della griglia. Il nuovo Museo delle Arti Islamiche di Doha si struttura sul bordo di questo parco, entrando in contatto attraverso il muro del giardino, la creazione
Doha Corniche, Doha, Qatar Martha Schwartz
di un punto finale e la destinazione significativa della forma a âCâ interna alla passerella. Diventa la prima delle isole galleggianti e stabilisce il modello per il resto del Museo del Giardino.
Museo delle arti islamiche di Doha, Quatar Brune Jatsch Partners, Massie Architecture
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Torri giardino di anfa In Marocco, nel quartiere di Les Hopitaux a Casablanca, è stato avviato il progetto di MAISON ĂDOUARD FRANĂOIS che prevede la costruzione di tre torri residenziali e di alcuni uffici. La particolaritĂ , cosĂŹ come per il Bosco verticale di Milano, è che allâesterno questi edifici saranno decorati con piante. In questo caso sono stati scelti il gelsomino e la buganvillea bianca, un vitigno autoctono del Sud America. Queste due specie sono state appositamente volute dai progettisti poichĂŠ, una volta cresciute, appariranno come una maestosa tenda vegetale calata sugli edifici residenziali. Le costruzioni piĂš basse, invece, riservate agli uffici, si differenzieranno dalle torri grazie lâuso di fiori multicolori.
Torri Anfa, Casablanca Maison Edouard Francois
Edifici residenziali Torri Anfa, Casablanca
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MARRAKECh casi studio I GIARDINi DEL AGDAL LâAgdâl di Marrakech, o âprato chiusoâ in berbero, è un insieme di giardini di 400 ettari di superficie, situati a sud del Dar el-Makhzen, il palazzo reale, nella Medina. Ancora in funzione oggi, è una testimonianza della permanenza e del raffinamento del giardino âal almohadâ del XII secolo, come i giardini della Buhayra di Siviglia, tipo caratterizzato dalla presenza di grandi bacini dâacqua. Questi serbatoi servono sia allâalimentazione in acqua potabile della cittĂ che allo sviluppo di attivitĂ ludiche.
contiene lâuliveto; piĂš lontano, un vigneto, dei fichi, delle palme⌠Tutti questi recinti comunicano tra di loro, separati solo da vialetti piantati di essenze profumate.
Unâaltra specificitĂ dellâAgdâl è la divisione in recinti: il primo recinto contiene lâaranceto, collocato vicino al grande bacino, per beneficiare dellâacqua; il secondo recinto, piĂš esteso,
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Bacino e padiglione di Dar al Hana nel AgdÄËl
Planimetria generale del AgdÄËl
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il palazzo al Badi Nel XVI secolo, il regno dei Saâdi ha visto la rinascita dellâarte del giardino a Marrakech, in particolare con la creazione del palazzo al-BadĂŽ, con giardini interni e dipendenze principesche, su 2,5 ettari. Al contrario del gigantesco parco âal almohadâ, rappresenta il culmine dellâarchitettura del riyâd: un recinto rettangolare e due qubbas (padiglioni) laterali, tra i quali si sviluppa un imponente corte rettangolare, caratterizzata da un lungo bacino rettangolare, di 90 x 20 m, al centro del quale si trova una piccola isola quadrata fiorita, che permette di collegare
i percorsi laterali. Al di sotto e sui due lati del bacino si trovano dei parterres piantati, anche loro rettangolari. Altri bacini rettangolari completano lâimpianto, alle estremitĂ dei parterres. Tutti i bacini sono costruiti al di sopra del livello del suolo, per permettere lâirrigazione gravitazionale dei parterres. Questi ultimi sono piantati in quinconces, con agrumi ed essenze aromatiche. Infine, al lato est del grande riyâd si trova il grande giardino di cristallo, con dei parterres rettangolari e una vegetazione varia e lussuosa.
1. Padiglione verde 2. Gruppo di abitazioni 3. Parterres piantati 4. Grande bacino 5. Bacini agli angoli 6. Padiglione dei cinquanta cubiti 7. Padiglione di cristallo 8. Padiglione del heliotrope 9. Dimora estiva 10. Giardino di cristallo
Planimetria de palazzo al-BadĂŽ
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Corte giardino del palazzo al-BadÄĹ˝
Giardino del palazzo al-BadÄĹ˝
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Il giardino majorelle Il giardino Majorelle è una creazione dellâartista francese Majorelle, appassionato di Marrakech, che ha acquistato nel 1922 un palmeto di 1 ettaro, a nord-ovest della medina, dove fa costruire una villa-atelier attorno alla quale costituisce un grande giardino botanico, ricco di essenze provenienti da tutto il mondo,
e caratterizzato dal colore âblu majorelleâ, creato dal pittore, un oltremare forte e profondo che risalta i verdi del fogliame. Lâimpianto è ispirato al giardino islamico, con la presenza di elementi dâacqua sin dallâingresso, caratterizzato da una piccola fontana. Un lungo bacino dâacqua alimentato dalla fontana quadrata dipinta di blu majorelle occupa il centro del giardino, accanto alla villa-atelier, diventata museo berbero. Le varie essenze sono disseminate nelle superfici piantate,
secondo una composizione piĂš pittorica che geometrica, lungo i percorsi sinuosi ai muretti dipinti. Tra ombra e luce, suono delicato dellâacqua e canto dei bulbul, il giardino Majorelle perpetua la tradizione del giardino islamico.
Planimetria del giardino Majorelle
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1. Fontana all’ingresso 2. Cactus 3. Fontana quadrata blu Majorelle 4. Museo berbero 9. Bacino delle ninfee 10. Palme 12. BambÄĹĄ
Museo berbero nel giardino Majorelle
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Giardino del giardino Majorelle
il cyber parc Arsat Moulay Abdessalam Il parco Arsat Moulay Abdessalam è un giardino storico creato nel XVIII secolo, durante il sultanato degli Alawide, secondo la tipologia dellâarsa (giardino-pomario urbano e irrigato) lungo le mura della medina su due lati, e esteso su 8 ettari. Lâingresso è caratterizzato da un bacino dâacqua quadrato. Lâarsa era organizzata in quadrati di coltivazione, e allineamenti di vegetali. Allâinterno di questi quadrati crescevano anche arbusti infestanti, e il suolo era coperto dâerba. I quadrati sono costeggiati da percorsi in terra ocra. Lâirrigazione si faceva secondo il sistema ancestrale dei Sekkaia. Questo giardino ha avuto un ruolo particolare nella storia di Marrakech; era un luogo emblematico dellâespressione del potere politico, ma anche di arte e di feste popolare, aperto anche alle innovazioni tecnologiche dellâepoca.
educativo sulle tecnologie nel campo della comunicazione. Gli ambienti del parco sono stati mantenuti, piantando molti nuovi alberi, rispettando le essenze già presenti. Il tema dei quadrati di coltivazione è stato anche rinforzato con una copertura vegetale al suolo, dando forma a una distesa di verde gradevole. Il sistema di irrigazione è stato moderniz-
zato, mantenendo anche il sistema originale, per dimostrazione a scopo educativo. Nella ristrutturazione del parco, si è quindi voluto conser-
Nel 2005, la fondazione Mohammed VI per lâambiente ha iniziato la restaurazione di questo giardino, mettendo in valore il suo patrimonio storico e iscrivendolo in una prospettiva sul futuro, come spazio
Vista aerea del parco Arsat Moulay Abdessalam
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vare questo aspetto della sua storia, come luogo di incontro, di cultura e di apertura. Rivisto in chiave contemporanea, il parco ha visto lâaggiunta di luoghi piĂš specifici per accogliere i cittadini: lâanfiteatro, spazio allâaperto, accessibile gratuitamente, dotato di un muro di proiezione e di un palco; la spianata, allâingresso principale del parco, attrezzata da fioriere con vari tipi di arbusti, roseti e numerose panchine, che si può trasformare in luogo di festivitĂ , per eventi culturali e artistici; lo spazio lettura, attrezzato di tende ombreggianti. Eâ interessante vedere come il concetto contemporaneo di spazio pubblico, rivolto allâaccoglienza e al dare spazi di espressione ai cittadini, ha condotto allâindividuazione di spazi con funzioni specifiche differenti, piuttosto che di un grande luogo unico.
Bacini dâacqua della piazza centrale
Sistema di coltivazione e irrigazione del arsa
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Anfiteatro nel del parco Arsat Moulay Abdessalam
riflessione passato contemporaneo Abbiamo analizzato lâ evoluzione e le modifiche che ha affrontato il giardino islamico nel corso dei secoli per comprendere quali elementi siano fondamentali per una buona lettura e per un approccio corretto al nostro progetto. Durante lâ espansione araba, si sono fusi insieme diversi stili che tenevano conto delle caratteristiche del territorio e delle matrici fondanti che abbiamo individuato. India, Turchia e penisola iberica, ad esempio, mantengono come fattori comuni la geometria e la proporzione degli spazi, lâ idea di limite e soglia che separano privato e pubblico e la centralitĂ dellâ elemento piĂš rappresentativo. In altre realtĂ , come in Francia e in Inghilterra, contemplazione e sacralitĂ del luogo vengono sostituiti da un radicalizzazione assolutistica dove i protagonisti sono lâ uomo e la costruzione del âbelloâ. Viene eliminato il modulo geometrico per dei disegni molto piĂš articolati, la centralitĂ degli elementi conferisce prestigio e monumentalitĂ , lâ acqua è un
ornamento che arricchisce la composizione e il giardino non presenta un limite, diventa un bosco. Oggi lâ arte del giardino islamico ha perso parte della sua identitĂ per adattarsi in parte al mondo che lo circonda.
Quindi come dovrebbero operare i nuovi progettisti in questo contesto? Ă piĂš corretto riproporre e mantenere inalterata la struttura e la spiritualitĂ dei giardini originali nonostante lo sviluppo del mondo arabo? Oppure proporre un ulteriore evoluzione, utilizzando gli stessi principi fondanti con una nuova lettura nel contesto contemporaneo?
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bibliografia
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