Sharing as a mean to create a more sustainable society

Page 1

sharing as a means to create a more sustainable society


THESIS WORK: INTERIOR AND PRODUCT DESIGN STUDENT: SARA MASSOLI SUPERVISOR: ANDREA NANNETTI DEGREE: INTERIOR AND PRODUCT DESIGN ACADEMIC YEAR: 2015-2016 UNIVERSITY: ACCADEMIA ITALIANA



<<the more we share. the more we have>> - Leonard Nimoy


abstract L’argomento trattato in questa tesi è la progettazione di un quartiere solidale collocato in una zona dismessa di Roma. Questo progetto di Cohousing, co-abitare, è stato pensato per riqualificare l’area, dandole così una nuova funzione. Questa esperienza è caratterizzata dalla vicinanza di spazi collettivi con le abitazioni dei residenti, che offrono la possibilità a questi ultimi di staccarsi dal mondo frenetico e di tornare ad instaurare rapporti con il vicinato condividendo risorse e servizi. Inoltre il Cohousing è considerato un modello di edilizia sociale, essendo gli abitanti in grado di gestirsi e organizzarsi autonomamente, riscontrando un notevole risparmio economico. Da qui la scelta di usare questo tipo di soluzione architettonica, e di modello di vicinato, per riqualificare un’area così vasta e così piena di potenziale come quella del Gasometro, che nonostante le condizioni di degrado presenta ancora strutture originarie e iconiche della zona. The topic focus in this thesis is the design of a shared neighbourhood located in a disused area of Rome. This Cohousing project was thought to redevelop the area, thus giving it a new function. This experience is characterized by the proximity of public spaces with housing of residents, offering them to break away from the busy world and to establish relations with their neighbours by sharing resources and services. Furthermore, Cohousing is considered a social architectural concept, seeing as the inhabitants are able to manage themselves and organize themselves autonomously, it enables them to experience significant cost savings. Hence the decision to use this type of architectural solution and neighbourhood model, to enhance an area so vast and so full of potential as that of the Gasometer area; which despite its deteriorating conditions still presents original and iconic structures of the area.

5


INDICE CONTENTS capitolo i chapter i

Introduzione introduction

6

capitolo iI chapter iI

REVISIONE BIBLIOGRAFIE REVIEW OF THE LITERATURE

10

capitolo iII chapter iII

METODOLOGIA METHODOLOGY

26

capitolo iV chapter iV

SITUAZIONE ATTUALE PRESENT SITUATION

36

capitolo V chapter V

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO PRESENTATION OF THE PROJECT

45

capitolo Vi chapter Vi

ANALISI DEL PROGETTO ANALYSIS OF THE PROJECT

89

capitolo VIi chapter VIi

CONCLUSIONE CONCLUSion

95

capitolo VIIi chapter VIIi

BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAPHY

97


capitolo i introduzione chapter i introduction


“L’ erba del vicino... è anche la mia!”1 Il cohousing è un’esperienza di vicinato che affianca al proprio alloggio privato spazi comuni e servizi collettivi. Possiamo tradurre il termine cohousing in co-abitare oppure abitazione solidale,rappresentando la fusione tra la classica abitazione privata ed i vantaggi di spazi, risorse e servizi condivisi. La caratteristica che contraddistingue perciò il complesso del cohousing rispetto a un complesso residenziale di tipo tradizionale,è proprio la presenza di spazi coperti e scoperti ad uso comune come sale polifunzionali,cucine comuni,lavanderie, biblioteche, ludoteche, magazzini e altro. A questi si aggiungono gli spazi scoperti quali giardini, orti, cortili, parcheggi, terrazzi comuni e solarium. E sono proprio questi spazi comuni il vero fulcro di queste nuove esperienze residenziali di cohousing in quanto rappresentano una risorsa primaria per la vita e le attività sociali, predisponendo così una base per la crescita di socializzazione e condivisione comune. Il cohousing è un’ esperienza che si modella in base alle esigenze dei cosiddetti cohouser,perciò non esiste un modello predefinito di realizzazione di tali spazi comuni.

“The neighbour’s grass…is also mine!”1 Cohousing is a neighbouring experience that flanks common spaces and collective facilities to private housing. One can translate the term cohousing with cohabitation or collaborative housing, combining classic private homes and the advantage of shared spaces, resources and services. The feature which differentiates cohousing from a traditional residential complex is specifically the presence of indoor or outdoor areas intended for common use: meeting rooms, kitchens, laundries, libraries, play areas, warehouses and more. In addition to open areas such as gardens, vegetable gardens, courtyards, common terraces and sun lounge. These common areas are the true core of the cohousing residential experience. They represent a basic resource in our life and social activities catering for a foundation for socialization growth and common sharing. Cohousing is an experience tailored to the cohousers’ needs and, therefore, has no predefined common area model.

1

1

Studio Tamassociati. Vivere Insieme: Cohousing E Comunità Solidali: Le Chiavi E La Cassetta per Costruire Un Nuovo Modo Di Abitare. Altreconomia, 2012.

1. Caratteristiche del cohousing

1. Features of cohousing

8


In ogni caso come principio alla base della realizzazione di questi vicinati solidali, c’è la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico e la bioedilizia. Fino a qualche anno fa il temine cohousing era quasi del tutto sconosciuto nella nostra penisola, nonostante non mancassero esperienze di vita comunitaria come gli ecovillaggi e i condomini sociali. E’ il 2006 però l’anno di svolta per l’Italia,in quanto si è manifestata una forte crescita dei progetti e di associazioni a favore di questi nuovi “vicinati solidali” come Cohousing.it e Coabitare e Cohabitando. Malgrado tutto questo lavoro già svolto, oggi Roma non ospita nessuna esperienza di cohousing: ciò che blocca l’avvio di un progetto sono sicuramente i costi elevati degli immobili e il mancato interesse delle istituzioni. In realtà esistono una serie di motivi per cui la pubblica amministrazione dovrebbe essere interessata a supportare queste esperienze di cohousing. In realtà esistono una serie di motivi per cui la pubblica amministrazione dovrebbe essere interessata a supportare queste esperienze di cohousing: 1. Beni pubblici prodotti e autogestiti dai privati cittadini: i cohouser possono impegnarsi nel mantenimento o nella creazione di spazi e servizi pubblici;

Anyhow, the basic principle to achieve these collective neighbourhoods is environmental sustainability, energy savings and green building. Until a couple of years ago the term cohousing was completely unknown in our peninsula, despite the existence of community living experiences such as eco-villages and social condominiums. In Italy 2006 was the pivotal year marked by the strong growth of projects and associations in favour of new “Solidarity with the Neighbourhood” such as Cohousing.it and Coabitare e Cohabitando. Despite all the work done so far, Rome has no cohousing experience. The inception of the project is clearly hindered by high building costs and lack of institutional interest. However, there are a series of reasons why the public administration should be interested in sponsoring the cohousing project: 1. Public goods produced and managed by private citizens: cohousers can commit themselves to the maintenance or creation of public areas and services;

SPACES

RESOURCHES

LIVING IN A PRIVATE HOUSE

SHARING WITH NEIGHBOURS

SERVICES

2

3

4

2. Schema rappresentativo 3. Immagine rappresentativa 4. Esempio di cohousing 2. Representative scheme 3. Representative image 4. Example of cohousing

9


2. Vivibilità, capitale sociale e differenze sociali: la qualità degli ambienti,delle relazioni,sono elementi che determinano una parte importante della vivibilità della comunità; 3. Esercizio di cittadinanza: riconoscere un ruolo attivo ai cittadini/utenti è anche terreno ideale per la sperimentazione di buone pratiche di auto organizzazione e partecipazione; 4. Sostenibilità: a livello di edifici, di stile di vita e delle relazioni comunitarie è possibile raggiungere il risparmio per mezzo della condivisione; 5. Modello per l’edilizia sociale: progettando un cohousing, gli abitanti si organizzano per risolvere gran parte dei problemi facendo ricorso a competenze disponibili al loro interno, con un notevole risparmio economico organizzativo. Partendo da questo presupposto ho deciso di incentrare il mio lavoro di tesi su questa nuova tipologia di architettura abitativa, progettando un quartiere solidale di cohousing a Roma, e recuperando una zona ex-industriale della capitale. Il motivo che maggiormente mi ha portato ad avvicinarmi al cohousing, e a sceglierlo come tema progettuale, è stata la volontà di voler ideare una struttura che andasse incontro ad un nuovo bisogno sociale, sempre più comune, di integrazione e condivisione. 2

2

2. Liveability, social capital and social differences: the quality of the environment and relationships play an important role in community habitability; 3. Exercising citizenship: the acknowledgement of an active role to citizens/users is also the ideal opportunity to experiment good practices in selforganization and participation; 4. Sustainability: through buildings, life styles and community relationship one can achieve savings by sharing; 5. Green building model: through cohousing design residents can organize themselves in solving most issues by recurring to internally available skills, with relevant organizational cost saving. Starting from this assumption, I decided to focus my dissertation work on this type of residential architecture. It is centred on planning a supportive cohousing neighbourhood in Rome, and reclaiming a former industrial site. The main reason that led me to cohousing and chose it as my project is the desire to create a structure to cater for a new growing social need for integration and sharing. 2

Guidotti Francesca, Ecovillaggi E Cohousing: Dove Sono, Chi Li Anima, Come Farne Parte O Realizzarne Di Nuovi. Terra Nuova Edizioni, 2013.

5

5. Vivere in una comunità di cohousing

5. Living in a cohousing community

10


capitolo ii revisione bibliografia chapter ii review of the literature


2.1. STORIA ED ESEMPI DI COHOUSING Al fine di spiegare l’importanza del Cohousing nella nostra società e il suoi benefici,è importante andare a vedere dove e quando sono nati questi quartieri solidali. Noi sentiamo per la prima volta parlare di cohousing verso la fine degli anni 60, quando in Danimarca, nei pressi di Copenhagen, l’architetto Jan Gudmand-Hoyer, realizzò un intervento residenziale per definire il concetto di “vicinato solidale”. Nel 1972 infatti venne realizzato il complesso di Skraplanet (là dove tutto è in salita), che rappresenta il primo caso riconosciuto di “comunità vivente”, per 27 famiglie. Il progetto consisteva in trentatre abitazioni singole o con muro divisorio in comune, terrazzate con un piano e mezzo interrato e su differenti livelli. Ciascuna abitazione misurava 157 metri quadrati muri esclusi, con una possibilità di ampliamento di altri 75 metri quadrati.3 Ogni abitazione, così come Jan Godmand Hoyer l’ha progettata, si presenta come una successione di tre livelli: il primo, quello d’accesso, ospita la cucina e la sala da pranzo; il livello inferiore è tutto destinato ai bambini, con tre stanze da letto e un bagno; il terzo livello, lo spazio degli adulti, si trova più in alto della cucina, rialzato di una decina di gradini, con salotto, camera da letto, bagno e terrazza.

3

2.1. COHOUSING HISTORY AND EXAMPLES In order to explain the importance of cohousing and its benefits in our society, it is important to see where and when neighbourhood solidarity began. The term cohousing was first mentioned around the end of the ‘60s, in Denmark, near Copenhagen, by the architect Jan GudmandHoyer, who designed a residential complex to define the concept of “solidarity with the neighbourhood”. The Skraplanet (where everything is uphill) complex was built in 1972 and was the first recognised case of “living community” for 27 6 families. The project was based on 33 single homes or homes divided by a common wall, with a terrace on one floor and a basement, and on different levels. Each home measured 157 square meters excluding the walls, with the possibility of adding another 75 square meters. 3 According to Jan Gudmand Hoyer’s design, each house has a three-level succession: the first floor includes the entrance, kitchen and dining room; the ground floor is entirely dedicated to the children, with three bedrooms and a bathroom. The third floor, ten steps higher than the kitchen, is the area for adults, with a living room, bedroom, bathroom 8 and terrace.

Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007.

7

6. Cohousing di Skraplanet. Abitazione 7. Cohousing di Skraplanet. Retro 8. Cohousing di Skraplanet. Area verde

6. Skraplanet cohousing. Residence 7. Skraplanet cohousing. Back view 8. Skraplanet cohousing. Green area

12


Sono livelli divisi ma che danno la possibilità di svolgere lo sguardo dal livello più privato a quello più pubblico. L’intera struttura del cohousing è pensata affinchè ci siano più possibilità d’incontro ed “eventi sociali” tra i quali uno dei più importanti è il prendersi cura dei bambini. Uno dei motti di Jan Godmand Hoyer è infatti: “se hai figli, hai maggior possibilità di conoscere meglio le persone”.4 Questo progetto attirò molto l’attenzione della stampa, che pubblicò diversi articoli riguardo il cohousing e l’idea di diffuse velocemente in altri Paesi dell’Europa del Nord come Olanda e Svezia. Il primo cohousing nato in Olanda è del 1977 ed è situato tra Amsterdam e Utrecht. Wandelmeent è il nome della strada pedonale che attraversa le sue cinquanta abitazioni, dove vivono circa 200 persone di età diverse: singoli, giovani coppie con o senza bambini e anziani. L’architettura di Wandelmeent è molto particolare: il viale tra le abitazioni è punteggiato da piazzette affiancato dal verde della natura che abbellisce anche le costruzioni. L’unico parcheggio è ben nascosto e grazie ai tetti rotondi e ai diversi colori utilizzati per le facciate, l’aspetto estetico del quartiere è di grande richiamo. Il piccolo borgo è costituito da dieci costruzioni, ognuna forma una cellula base, un circolo (cluster) della comunità.

4

The floors are separate, but they allow for viewing both the private and public areas. The entire cohousing structure is devised to have more meeting and social events, among which the most important is probably caring for the children. One of Jan Gudmand Hoyer’s mottoes is: “if you have children, you have a better opportunity to know people better”. 4 This project received great attention from the Press. Many different articles on cohousing were published and the idea quickly spread to other northern European countries such as the Netherlands and Sweden. The first cohousing project in the Netherlands dates back 9 to 1977 and is situated between Amsterdam and Utrecht. Wandelmeent is the name of a pedestrian street, which runs along fifty houses inhabited by 200 people of different age groups: singles, young couples with or without children and elderly persons. The Wandelmeent architecture is very particular: the lanes between the houses have small green areas that also embellish the buildings. The only parking lot is well hidden and thanks to rounded roofs and different colours used on the facades, the neighbourhood’s aesthetic appearance became very popular. The small village is made up of ten buildings, a cluster 11 of the community.

Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007.

10

12

9. Cohousing di Skraplanet. Servizi comuni 10. Cohousing di Skraplanet. Sala comune 11. Cohousing di Wandelmeent. Esterno 12. Cohousing di Wandelmeent. Esterno

9. Skraplanet cohousing. Common services 10. Skraplanet cohousing. Common room 11. Wandelmeent cohousing. Exterior view 12. Wandelmeent cohousing. Exterior view

13


Ogni costruzione comprende cinque abitazioni e una sala comune abbastanza ampia da accogliere tutti gli abitanti di quel circolo. La sala comune è arredata con una cucina moderna (forno, frigorifero, lavastoviglie,..) con in mezzo una grande tavola circondata da numerose sedie. Inoltre sono presenti altre costruzioni destinate al tempo libero: il grande bar, il centro fitness, il centro fai-da-te, una lavanderia, una ludoteca. Oggi in Svezia esistono circa 50 cohousing, il primo esempio nacqua però a fonte di una richiesta fatta su giornale locale da parte di un gruppo di donne che cercavano di promuovere la realizzazione di un cohousing a Linkoping nel 1977. La motivazione veniva dalla loro esperienza di donne, dalle difficoltà incontrate a combinare il ruolo di lavoratrici a tempo pieno con quello di madri ecc.. L’amministrazione locale, riconoscendone la validità sociale, sostenne l’iniziativa e nel 1980 venne realizzato il primo lotto. Stolplyckan, è ancora oggi la più grande realtà di cohousing in Svezia, con 184 appartamenti raggruppati in 13 caseggiati, realizzati con un sistema di camminamenti che li collegano tra loro. 5

Each building includes five homes and a common room large enough to host all the residents of the cluster. The common room is furnished with a modern kitchen (oven, refrigerator, dishwasher…) with a large table in the middle surrounded by many chairs. Furthermore, there are other common rooms for leisure facilities: a large lounge bar, a wellness centre, a hobby workshop, a laundry room and children’s game room. Today in Sweden there are approximately 50 cohousing projects. The first one originated from a request published in a local newspaper on behalf of a group of women who were promoting 13 cohousing in Linkoping in 1977. It stemmed from the women’s need to find a way to combine their full time jobs and motherhood etc. Acknowledging the social validity of the initiative, the local administration supported it, and in 1980 the first lot was built. Still today Stolplyckan is the largest example of cohousing in Sweden, with 184 apartments grouped in 13 buildings connected by a system of corridors. 5

14

15

5

Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007.

13. Cohousing di Wandelmeent. Abitazioni 14. Cohousing di Wandelmeent. Sala comune 15. Cohousing di Stolplyckan. Pianta generale

13. Wandelmeent cohousing. Residence 14. Wandelmeent cohousing. Common room 15. Stolplyckan cohousing. General plan

14


Una della particolarità di Stolplyckan è quella di riunire esperienze diverse sotto lo stesso tetto: oltre ai circa 140 appartamenti in affitto, il grande edificio ospita anche 35 appartamenti che funzionano come “struttura” per anziani. Come di norma in tutti i cohousing, anche a Stolplyckan, ognuno ha il suo appartamento dove rifugiarsi quando vuole stare solo, e spazi comuni, in questo caso chiamati “ i 2000 metri quadri di zona giardino” 6 nei quali sono collocati un centro sportivo, una stanza per lavorare al telaio, una falegnameria, una sala da musica (completa di strumenti), una sala da biliardo e un laboratorio di ceramica. Ci sono anche degli spazi più ampi, utilizzati come bar o caffè e se ancora non basta, c’è anche un cucina industriale e un salone per i pasti in comune. Dal momento che la condivisione di ambienti e risorse funziona benissimo, la gente di Stolplyckan ha iniziato a discutere se fosse possibile condividere tra varie famiglie anche l’uso delle auto. A favore sono soprattutto il fattore economico di un minor costo rispetto ad avere una macchina propria e una maggiore compatibilità ambientale dovuta all’uso di un numero minore di automobili.

One of the typical features of Stolplyckan cohousing is to combine different experiences under the same roof: apart from the 140 rented apartments, the building also includes 35 apartments that operate as “structures” for the elderly. In line with all other cohousing communities, even in Stolplyckan each person has an apartment for alone time and common areas, in this case called “the 2,000 square meters of garden area”, 6 including a sports centre, weaving room, carpenter’s workshop, music room (with instruments), billiard room and ceramics workshop. There are also some 16 larger spaces used as coffee shops, and if that isn’t enough, there is an industrial kitchen and a common dining room. Based on efficient resource sharing, Stolplyckan residents started considering the possibility of car sharing among the various families. The main benefits of lower costs compared to each having their own car and great environmental compatibility due to the use of a smaller number of cars.

17

18

6

Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007.

16. Cohousing di Stolplyckan. Esterno 17. Cohousing di Stolplyckan. Esterno 18. Cohousing di Stolplyckan. Esterno

16. Wandelmeent cohousing. Exterior view 17. Wandelmeent cohousing. Exterior view 18. Stolplyckan cohousing. Exterior view

15


Il problema più grande è invece quello della pianificazione e dell’organizzazione necessarie per gestire senza inciampi la condivisione: come prenotare la macchina?7 Così dall’autunno del 2004, a Stolplyckan è attivo un sistema di Car Sharing di due Volvo V70. Il sistema di prenotazione è ingegnoso: si prenota attraverso internet e quando arriva l’ora di usare a macchina, si riceve un sms. Quando si risponde all’sms, la macchina si sblocca automaticamente ed è pronta a partire. La chiave è già inserita, ma il motore non parte se non viene sbloccato dalla risposta dell’sms. Ma è grazie ai due architetti americani, Charles Durrett e Kathryn McCamant, che ci fu la svolta nella nascita e crescita del fenomeno del cohousing: verso la fine degli anni 80 infatti pubblicarono un libro di grande successo che aiutò e portare l’idea di cohousing negli Stati Uniti. Da allora in fenomeno si è esteso in tutto il mondo anglosassone prima e, più recentemente, in altri Paesi quali Giappone, Germania, Francia e Belgio. In Germania la prima esperienza di cohousing si manifestò nel 1983 quando un gruppo di pionieri si riunì con l’idea di avviare un grande progetto dove abitare e lavorare, che potesse ospitare un centinaio di persone.

The largest issue was to plan and smoothly organise the sharing: how to book the car? 7 Therefore since Autumn of 2004, Stolplyckan has a car sharing service of two V70 Volvos. The booking system is quite smart: one books the car on the Internet, thus receiving a text message when the time comes to use the car. When answering the text message, the car is automatically unblocked and it is ready for use. The key is already in the ignition, but the car doesn’t start unless it is unlocked by the text message. However, thanks to two American architects, Charles Durret and Kathryn McCamant the cohousing phenomenon experienced a true turning point. In fact, at the end of the ’80s they published a very successful book that helped to spread cohousing throughout the United States. From then onwards, the phenomenon spread firstly throughout the Anglo-Saxon world and more recently in other countries such as Japan, Germany, France and Belgium. The first cohousing experience appeared in Germany in 1983, when a group of innovators gathered with the intention of starting a great project in which to live and work that could host hundreds of people.

20

19

7

Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007.

21

19. Libro che segnò la crescita del fenomeno del cohousing. Scritto da Kathryn McCamant e Charles Durett 20. Cohousing di Niederkaufungen. Entrata 21. Cohousing di Niederkaufungen. Esterno

19. Book that marked the growth of cohousing phenomenon. Written by Kathryn McCamnt and Charles Durett 20. Niederkaufungen cohousing. Entrance 21. Niederkaufungen cohousing. Exterior view

16


Nel 1986, i rimanenti membri del gruppo iniziale, acquistarono un complesso di edifici che diventò l’attuale cohousing di Niederkaufungen: un insieme di edifici situati nel centro del villaggio, a pochi chilometri dalla città di Kassel. In origine, quella che ora è la comunità, era una grossa fattoria nel cuore del villaggio con una casa principale, e un complesso di laboratori, fienili, tettorie e casette. Quando i primi membri della comunità iniziarono a viverci nell’inverno del 1986, avevano di fronte a sé un lungo percorso di ricostruzione e di ristrutturazione. Un processo che non è ancora ultimato, anche se gran parte del lavoro è stata completata. Le case principali sono state coibentate e dotate di doppi vetri, mentre il tetto è stato sostituito. Per quanto possibile sono stati riutilizzati i materiali edilizi già presenti e i materiali nuovi sono rispettosi dell’ambiente e non inquinanti. Per quanto, infatti, non esplicitamente espresso nel programma di intenti e nei principi della comunità, un obiettivo importante è quello di essere sostenibili e il più rispettosi possibile dell’ambiente. 8 La vecchia stalla è stata trasformata nell’edificio centrale della comunità, con la cucina principale, la sala comune, la biblioteca, lo studio artistico, la sala multimediale, ecc.

8

In 1986, the remaining members of the initial group purchased some buildings that became the current Niederkaufungen cohousing: a group of buildings located in the centre of the village, a couple of kilometres from the city of Kassel. In the beginning, what is the community today, was a large farmhouse in the middle of the village with the main house, a group of laboratories, barns, sheds and small houses. When the first members of the community started living there in the winter of 1986, they had to face a lengthy reconstruction and restructuring process. Although most of the work has been accomplished, the process has 22 still not been completed. The main homes have been insulated and have double-glazing while the roof has been replaced. Whenever possible already-existing materials were used and all those that are new are eco-friendly. And even if not expressly mentioned in the mission statement and community principles, a main objective is the fact of being sustainable and environmentally aware as much as possible. 8 The old stable was transformed into the main central community building, with the main kitchen, common room, library, art workshop, multimedia room, etc.

23

24

25

Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007.

22. Cohousing di Niederkaufungen. Area verde 23. Cohousing di Niederkaufungen. Esterno 24. Cohousing di Niederkaufungen. Area giochi 25. Cohousing di Niederkaufungen. Area comune

22. Niederkaufungen cohousing. Green area 23. Niederkaufungen cohousing. Exterior view 24. Niederkaufungen cohousing. Play area 25. Niederkaufungen cohousing. Common area

17


Altri servizi come la sala da musica, sono situati in altri edifici. Con il passare degli anni sono stati creati giardini, e l’erba ha sostituito l’asfalto realizzando aree vietate alle automobili. E’ strano come il cohousing sia arrivato tardi in Gran Bretagna rispetto agli altri paesi europei, e come stia procedendo a rilento malgrado ci siano molti gruppi che hanno provato e che stanno provando. Dal 1999, i membri di uno dei primi progetti inglesi di cohousing, hanno traslocato nelle case a Laughton Lodge, un ex ospedale nella cittadina di Lewes, da loro convertito in 17 unità abitative. Il Community Project è una vivace comunità inserita in 5 ettari 9 di terreno che ospitano 3 cavalli, un gruppo di conigli e un piccolo pollaio. Il progetto ha preso vita dal desiderio di alcune coppie di vivere in comunità, così decisero di pubblicare un annuncio su The Guardian, per cercare di raggiungere più persone. Trovare il posto giusto e i finanziamenti non è stato facile, perchè le spese andavano oltre le loro possibilità, ma non vi hanno per questo rinunciato. I tre edifici che ospitavano i reparti dell’ospedale vennero trasformati in palazzine con circa sei appartamenti ciascuna. L’edificio principale divenne la casa comune e vennero costruite altre quattro villette monofamiliari.

9

Other facilities such as the music room are located in other buildings. Over the years, gardens have been created and grass has replaced the asphalt producing car-free areas. Strangely, cohousing appeared later in the UK compared to other European countries and is slowly progressing despite there are many groups who have tried to and are trying to implement it. Since 1999, the members of one of the first English cohousing projects moved to the houses in Laughton Lodge, a former hospital in the village of Lewes, turning it into a 17-unit dwelling. The Community Project is a lively community on a 5-hectare 9 piece of land 26 with three horses, a group of rabbits and a small hen-house. The project emerged from the desire of some couples to live in a community, so they decided to place an ad in The Guardian to look for other people. Finding the right location and funding was not easy because they were beyond their means, but they didn’t give up. The three buildings that hosted the hospital wards were transformed into buildings of six flats each. The main building became the common dwelling and another four single homes were built.

Guidotti Francesca, Ecovillaggi E Cohousing: Dove Sono, Chi Li Anima, Come Farne Parte O Realizzarne Di Nuovi. Terra Nuova Edizioni, 2013.

27

28

26. Cohousing di Shawfield. Entrata 27. Cohousing di Shawfield. Esterno 28. Cohousing di Shawfield. Area verde

26. Shawfield cohousing. Entrance 27. Shawfield cohousing. Exterior view 28. Shawfield cohousing. Green area

18


L’edificio comune è enorme e in continua trasformazione fino ad oggi: è dotato di una cucina professionale, una sala da pranzo, una fornita dispensa, una sala giochi per piccoli, una stanza per i ragazzi con biliardo, TV e ping pong, una palestra e una serie di uffici. Il posto sembra veramente un paradiso per i bambini, infatti sia la natura del cohousing che la ruralità del sito, consentono ai bambini di muoversi liberamente fin dalla tenera età. Ci sono tantissime cose da fare: una struttura in legno per i bambini che ancora non camminano, una struttura per lo skateboard, una casa sull’albero e abbastanza giardino. Inoltre biciclette, tricicli, auto a pedali e monopattini si trovano in ogni angolo. Recentemente in Italia si sta manifestando un interesse per questo fenomeno residenziale e, malgrado nel nostro Paese si fa sempre un po’ fatica ad accettare i nuovi movimenti sociali, in alcune aree del territorio esistono diversi progetti in fase di realizzazione. La prima esperienza di cohousing, nata in seno all’Associazione E’/ Co-Housing 10, è stata realizzata nel comune di Monzuno, a 36 chilometri da Bologna. Il borgo, che prende il nome di Castel Merlino, dista circa un chilometro dal centro abitativo ed è situato in mezzo ai boschi dell’appennino tosco-emiliano.

10

The common dwelling is enormous and is still undergoing transformation today: it has a professional kitchen, a dining room, a wellfurnished storage room, a playroom for small children and a game room with pool table, TV and table tennis, a gym and a number of offices. It is paradise for children. In fact the cohousing and the rural site allow children to move freely from an early age. There are lots of things to do: a wooden structure for children who still aren’t walking, a facility for skateboarding, a tree house and a garden. Bicycles, tricycles, pedal cars and 29 scooters are found in every corner as well. Recently in Italy, some interest has been expressed around this residential phenomenon. Despite our country’s resistance to accepting new social movements, in some areas of the territory some projects are underway. The first cohousing experience with the Associazione E’/ Co-housing10 has been set up in the municipality of Monzuno, 36 kilometres from Bologna. The Borgo, called Castel Merlino is one kilometre away from the residential centre and is located in the middle of the woods of the Apennine Mountains between Tuscany and Emilia Romagna.

Guidotti Francesca, Ecovillaggi E Cohousing: Dove Sono, Chi Li Anima, Come Farne Parte O Realizzarne Di Nuovi. Terra Nuova Edizioni, 2013.

30

31

29. Cohousing di Shawfield. Cucina comune 30. Cohousing di Shawfield. Sala comune 31. Cohousing di Shawfield. Area verde

29. Shawfield cohousing. Common kitchen 30. Shawfield cohousing. Common room 31. Shawfield cohousing. Green area

19


È composto da quattro casolari per un totale di circa 800 metri quadrati e da 21 ettari di terra con una parte di bosco. L’esperienza si poneva a metà tra un cohousing e un ecovillaggio, dove l’obiettivo era quello di ridare nuova vita ai concetti di gratuità, scambio e aiuto, condividendo tempi, competenze e spazi (cucina comune, lavanderia, magazzino,..).11 Nella primavera del 2010 si ritrovano a Firenze una decina di associazione e gruppi con un sogno in comune: quello di costruire un cohousing sul loro territorio. Il risultato è la nascita della Rete Italiana Cohousing, la quale ha una propria organizzazione interna funzionale al raggiungimento degli scopi condivisi, e che si riconosce in questo manifesto. La Rete Nazionale intende 12 : 1. Promuovere e diffondere sul territorio nazionale la cultura del cohousing e interagire con realtà affini, sia a livello nazionale che internazionale; 2. Sostenere gruppi di cohousing, condividendo le conoscenze acquisite e le esperienze maturate, per renderle patrimonio collettivo; 3. Interagire con gli enti pubblici e privati e con tutte quelle realtà territoriali che a vario titolo sono impegnate in attività di supporto alla realizzazione di abitazioni solidali;

It is composed of four houses for a total of about 800 square metres and 21 hectares of land including a part of the forest. The experience is somewhere between a cohousing and an ecovillage project, where the goal was to give new life to the concept of gratuity, trade and aid, by sharing time, skills and spaces (kitchen, laundry, warehouse in common). 11 In the Spring of 2010 ten associations and groups got together in Florence with a common dream: to build a cohousing structure in their territory. The result is the birth of the Italian Cohousing Network, whose internal functional organisation is to achieve shared goals, in line with this manifesto. The National Network is aimed at 12: 1.Promoting and disseminating throughout the national territory a cohousing culture and interacting with similar realities, at the domestic and international levels; 2.Supporting cohousing groups, by knowledgesharing turning them into a collective asset; 3. Interacting with public and private bodies and all various territorial realities in some way involved in support activities for collaborative housing; 32

11

Studio Tamassociati. Vivere Insieme: Cohousing E Comunità Solidali: Le Chiavi E La Cassetta per Costruire Un Nuovo Modo Di Abitare. Altreconomia, 2012. 12 Manifesto Rete Nazionale, Firenze, 2010 http://www.cohousingintoscana.it/oldsite/article8621.htm

32. Promuovere e diffondere su territorio nazionale la cultura del cohousing

32. Promoting and sharing the culture of cohousing in our country

20


4. Fornire informazioni ed essere stimolo e supporto alle amministrazioni pubbliche nello sviluppo di strumenti normativi e operativi volti a favorire la costruzione e la diffusione di insediamenti di cohousing. Un’esperienza più recente e concreta di cohousing in Italia è rappresentata da un progetto nuovamente promosso dall’ Associazione E’/CoHousing, che da diversi anni contribuisce alla realizzazione di cohousing nella provincia di Bologna. Il gruppo di cohouser che partecipano all’esperienza di San Lazzaro è composto da 12 nuclei, tra famiglie e singoli, per un totale di 20 adulti e 15 bambini. Il complesso residenziale è frutto di una sostituzione edilizia: infatti il terreno era precedentemente occupato da un edificio di scarsa qualità che è stato demolito. Si tratta quindi di una riqualificazione urbana. Il lotto ha una superficie ridotta (circa 2.000 metri quadrati) ma la filosofia dell’intervento di realizzazione del cohousing ha portato ad una scelta di interrato per mitigare la presenza di autovetture e aumentare gli spazi scoperti comuni. L’intervento è composto da un edificio di 4 piani per un totale di 12 alloggi. 13

4. Supplying information, fostering and supporting public administrations in developing regulations and operational tools to favour the building and dissemination of cohousing settlements. A more recent and concrete cohousing experience in Italy is another project promoted by the Associazione E’/Co-Housing that has been working for some years on cohousing in the Province of Bologna. The group of cohousers, who participated in the San Lazzaro experience, is made up of 12 units, families and singles, for a total of 20 adults and 15 children. The residential 33 building is the result of a reclaiming initiative: the land was previously occupied by a poor quality building that was demolished. Hence this is an urban renewal project. The lot has a small surface area (about 2,000 square metres), but cohousing intervention philosophy has led to choosing to build underground to mitigate the presence of cars and increase common outdoor spaces. The outcome is a 4-story building for a total of 12 units. 13

34

35

13

Studio Tamassociati. Vivere Insieme: Cohousing E Comunità Solidali: Le Chiavi E La Cassetta per Costruire Un Nuovo Modo Di Abitare. Altreconomia, 2012.

33. Cohousing di San Lazzaro. Render progettuale 34. Cohousing di San Lazzaro. Pianta generale 35. Cohousing di San Lazzaro. Edificio di notte

33. San Lazzaro cohousing. Render of the project 34. San Lazzaro cohousing. General plan 35. San Lazzaro cohousing. Night view of the building

21


Particolare attenzione è stata posta nella progettazione di spazi ad uso comune, spazi che sono stati posti al piano terra, in modo da essere in diretta relazione con il giardino, ma anche in modo da permettere un accesso diretto dalla via pubblica (pedonale, ciclabile e carrabile per portatori di handicap). Gli spazi/servizi condivisi prevedono: sala attività comuni, lavanderia, locale per la musica, locale attrezzi e bricolage e zona biciclette. In particolare la sala per attività comuni rappresenta “il cuore e il centro della convivenza” nonché la porta d’accesso per sviluppare l’integrazione sociale. L’intervento di cohousing è inoltre caratterizzato da aree verdi comuni, orto condiviso e spazi per il riciclo dei rifiuti.

2.2. CARATTERISTICHE DEL COHOUSING Sebbene le diverse esperienze di cohousing si diversificano tra loro per dimensione, ubicazione, tipologia di proprietà, aspetti progettuali e priorità, possiamo notare come ci siano delle caratteristiche comuni ad ogni progetto di “vicinato solidale” 14 : 1.Partecipazione. I residenti organizzano e partecipano ai processi di pianificazione dell’operazione immobiliare e sono responsabili in modo collegiali delle decisioni finali.

14

Particular focus was given to planning the areas of common use, which were placed on the ground floor to that they are directly connected to the garden and allow direct access to public life (pedestrian walkways, bicycle lanes, access for disabled persons). Shared spaces/services include a common activity room, laundry room, music room, tool and hobby workshop room and bicycle parking. The common activity room more specifically represents “the core and centre of living together” as well as the passage way to developing social integration. Cohousing also features various common green areas, garden and shared spaces for recycling waste. The building’s structure consists of a system of selfsupporting X-lam wood panels.

2.2. COHOUSING CHARACTERISTICS Despite the fact that cohousing initiatives differ in shape, location, ownership, design and priorities there are some common features in each “solidarity neighbourhood” project 14 : 1.Participation. Residents organise and participate in the real estate planning phase and are jointly responsible for the final decisions.

Guidotti Francesca, Ecovillaggi E Cohousing: Dove Sono, Chi Li Anima, Come Farne Parte O Realizzarne Di Nuovi. Terra Nuova Edizioni, 2013.

36

36. Cohousing di San Lazzaro. Esterno

36. San Lazzaro cohousing. Exterior view

22


2. Progettazione internazionale. Il cohousing è progettato in modo da incoraggiare un forte senso di comunità. Architettura e design servono a creare e a rafforzare questo senso di appartenenza. 3. Ampi servizi in comune. Gli spazi comuni sono parte integrante del cohousing e sono progettati per un uso quotidiano a integrazione degli spazi privati. 4. Gestione diretta da parte dei residenti. I residenti gestiscono la struttura prendendo le decisioni in comune durante incontri periodici; non esiste una gerarchia e nessuno vale più di un altro. 5. Risparmio economico. La condivisione dei beni e dei servizi consente di risparmiare sul costo della vita perchè si riducono gli sprechi, il ricorso a servizi esterni, il costo dei beni acquistati collettivamente. Sono perciò queste le cinque caratteristiche che definiscono l’esperienza del cohousing. Mediamente, un cohousing, ospita da 15 a 40 15 unità abitative che convivono come una comunità di vicinato. Nella maggior parte delle comunità si ricorre ad una disposizione di abitazioni a schiera lungo strade e cortili pedonali.

15

2. International planning. Cohousing is designed to encourage and strengthen a community feeling. The architecture and design serve to create and boost a sense of belonging. 3. A broad range of common services. Common areas are an integral part of cohousing and are designed to be used daily use in addition to private areas. 4. Direct management by the residents. Residents manage the structure by making joint decisions during periodical meetings; there is no hierarchy, and no one has greater clout than others. 5. Energy saving. Sharing of goods and services allows for saving on living costs, because there are cuts in wastes and use of external services, as well as the cost of goods purchased collectively. Therefore, these are the five features that define the cohousing experience. A cohousing project on average hosts from 15 to 40 15 dwelling units living as a neighbouring community. In most communities homes are located in a row along streets and pedestrian courtyards.

Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007.

37

37. Principi del cohousing. Risparmio e condivisione

37. Principles of cohousing. Saving and sharing

23


Inoltre, solitamente, i cohousing sono vicinati di nuova costruzione in quanto è difficile creare spazi comuni o strutture specifiche in edifici già esistenti. Ciononostante esistono anche comunità che hanno scelto come edifici vecchie fabbriche abbandonate o edifici caduti in disuso. Le priorità di un cohousing variano a seconda dei cohousers. Infatti sempre più frequente, oltre alla ricerca di uno stile di vita più comunitario, è il bisogno di una maggiore sensibilità ecologica attraverso l’utilizzo di energia solare o eolica, praticando la raccolta differenziata e l’orticoltura biologica. • IL COHOUSING: STRATEGIA SOCIALE Il cohousing nasce in risposta alle esigenze di coppie, giovani e famiglie, di voler condividere spazi e servizi comuni come il mangiare, la cura del verde ecc. Insomma qualcosa di più rispetto al tradizionale condominio e un posto dove a legare tutti i membri del vicinato è la condivisione dell’economia. Per questo motivo, il requisito principale per poter attivare questo processo partecipativo di progettazione sociale è la capacità di ascoltare. 16

Furthermore, cohousing is usually based on new residential neighbourhoods since it is difficult to create common areas or particular structures in already existent buildings. However, there are also some communities who have chosen to use old abandoned factories or unused buildings. Cohousing priorities vary according to the cohousers. In fact, more and more often, in addition to the search for a more community lifestyle, there is an ever increasing need for environmental awareness through the use of solar or wind energy, recycling and organic farming.

38

39

• COHOUSING: A SOCIAL STRATEGY Cohousing emerged as a response to the need for couples, young people and families to share areas and common facilities such as eating, gardening, etc. In brief, it is something more than a traditional condominium and a place where economy sharing binds all the members of a neighbourhood. Therefore, the necessary requirement to begin this participatory process of social planning is the ability to listen. 16

40

16

Studio Tamassociati. Vivere Insieme: Cohousing E Comunità Solidali: Le Chiavi E La Cassetta per Costruire Un Nuovo Modo Di Abitare. Altreconomia, 2012.

38. Cohousing come strategia sociale 39. Cohousing come stategia sociale 40. Cohousing come stategia sociale

38. Cohousing like a social strategy 39. Cohousing like a social strategy 40. Cohousing like a social strategy

24


• IL COHOUSING: STRATEGIA VERDE Il cohousing nasce anche come occasione di sperimentare un nuovo approccio alla progettazione sostenibile, così da favorire il risparmio energetico e diminuire l’impatto ambientale della comunità. La proposta, di conseguenza, è che il progetto rispetti i seguenti criteri 17 : 1. Riqualificazione di un edificio esistente di pregio; 2. Sostituzione edilizia di un edificio esistente di poco pregio; 3. Nuova costruzione a basso impatto ecologico; • IL COHOUSING: STRATEGIA ECONOMICA Altro beneficio che ne deriva dalla realizzazione di cohousing sono i risparmi economici che garantisce una struttura di vicinato solidale. Sono infatti gli approcci sociali di condivisione e ecologici prima descritti a dare una massima semplificazione strutturale del vicinato che quindi permette di ottenere benefici ambientali e finanziari.. Questo concetto vale per le singole unità abitative, le quali devono essere trasformabili secondo il mutare delle esigenze e delle disponibilità economiche, ma vale soprattutto per gli spazi comuni.

17

• COHOUSING: A GREEN STRATEGY Cohousing also emerges as an opportunity to experiment a new sustainable planning approach, to favour energy saving and cut the community’s ecological footprint. Consequently, the proposed project must be compliant to the following criteria17: 1. Reclaiming a valuable existing building; 2. Replacing a poorly valuable existing building; 3. Building anew at low environmental impact; • COHOUSING: AN ECONOMIC STRATEGY Another benefit that results from the creation of cohousing is the amount of savings that provide a supportive neighbourhood structure. In fact, it is the social sharing and ecological approaches described above, which provide a maximum structural simplification of the neighbourhood, thus allowing for environmental and financial benefits. This concept applies to individual residential units, which are to be transformed according to the changing needs and of the income available, particularly true in the case of common areas.

Studio Tamassociati. Vivere Insieme: Cohousing E Comunità Solidali: Le Chiavi E La Cassetta per Costruire Un Nuovo Modo Di Abitare. Altreconomia, 2012.

41

41. Cohousing come strategia verde. Esempio di eco-housing

41. Cohousing like a green strategy. Example of an eco-housing

25


Applicando perciò questi principi, un cohousing può permettere dei risparmi veramente significativi, dando la possibilità ai cohouser di ricavare spazi comuni e servizi che rappresentano l’anima del progetto stesso.

Therefore, by applying these principles cohousing can achieve significant savings, making it possible for cohousers to build common areas and facilities that represent the heart of the project.

42

42. Risparmiare condividendo

42. Saving by sharing

26


capitolo iiI METODOLOGIA chapter iiI METHODOLOGY


3.1. BUILDING WITH CONTAINERS Nel 1956 Malcom McLean lanciò un nuovo sistema di trasporto merci su larga scala: il container. Grazie a questa nuova invenzione cambiarono radicalmente le modalità e la scala di trasporto, i porti, le navi, le aree di stoccaggio e l’economia stessa. Nacque così la logistica “intermodale” che anticipava l’inizio della globalizzazione. Ancora oggi infatti milioni di containers viaggiano nel mondo su nave, treno o camion; ma una volta giunti a destinazione nella maggior parte dei casi non tornano indietro. Il container di per sé ha un costo d’acquisto molto basso, infatti costa circa 2.500 euro se nuovo, 1.200 euro circa per un usato. 18 A questo punto la domanda da porsi è: “Come trasformare questa “scatola magica” 19 in architettura?”. Queste strutture sono impermeabili, economiche, sicure e altamente resistenti. Le loro dimensioni sono standard a livello internazionale ed inoltre ne esistono di diversi tipi che variano in altezza, forma e copertura. La caratteristica più importante dei containers è la coincidenza che vede la progettazione dello spazio interno di trasporto della merce adattato a scala umana. I containers possono essere uniti insieme o semplicemente affiancati, formando complesse strutture architettoniche.

18

3.1. BUILDING WITH CONTAINERS In 1956 Malcom McLean launched a new system for a large-scale transportation of goods: the container. Thanks to this new invention the method and level of transporting goods changed radically, as well as ports, ships, warehousing and the economy itself. So the so-called “intermodal” logistics was launched marking the beginning of globalisation. Still today, in fact, millions of containers travel around the world by ship, train or vehicle; however, once they have reached their destination most of the times they do not go back. The container in itself has a very low cost; in fact 43 a new one costs about €2,500 while a used one costs around € 1,200. 18 At this point, one should ask themselves: “How can this “magic box” 19 be transformed into architecture?”. These structures are water-proof, cheap, safe and very sturdy. The size of containers follows an international standard; plus they also differ in height, form and type of cover. The most important characteristic of the containers is the harmony between the design of the internal area used for shipping goods, which is adapted for human beings. Containers can be connected to one another or simply put side by side, forming complex architectural structures. 44

Boundaries, international Architectural Magazine. Container Architecture. October-December, 2012. Marc Levinson, The Box. How the Shipping Container Made the World Smaller and the World Economy Bigger, Princeton University Press, 2006. 19

WATERPROOF

ECONOMIC

RESISTANT

45

43. Ship containers. Trasporto merci 44. Caratteristiche containers 45. Ship containers

43. Ship container. Transport of goods 44. Containers’ features 45. Ship containers

28


Allo stesso tempo, i containers possono anche essere facilmente trasformati, tagliando i fogli di metallo che funzionano da involucro e rinforzando i risultanti vuoti con profilati in metallo. 20 La base dei containers è molto rigida e robusta poiché costituita interamente di una struttura in profili metallici sulla quale è poggiato il pavimento, solitamente in bamboo o in compensato. Il resto della struttura è composta da profili tubolari quadrati posti in corrispondenza degli spigoli e da un foglio di lamiera piagata che, saldato alla base e ai profili, ricopre tutte le pareti del container. L’elemento risultante da questa struttura complessa è un container resistente alle flessioni e alle compressioni. Per poter trasformare i containers in architetture bisogna dare molta importanza al foglio metallico che ricopre l’intera struttura, inoltre l’assemblaggio va fatto al momento e nel luogo stabilito. 21 Il container è infine un elemento strutturale completo, nel quale ogni componente lavora insieme per mantenere la sua forza strutturale naturale. In questa ottica è importante inoltre definire anche un’altra parte importante della struttura ossia il lato del container che ospita le porte di accesso all’interno della struttura.

20 - 21

At the same time, containers can also be easily transformed, by cutting the sheets of metal that act as covers and reinforcing the empty spaces that are formed with metal section bars.20 The base of the containers is very rigid and strong, since they are entirely built of a structure made of metal profiles upon which the flooring is paved, usually with bamboo or plywood. The rest of the structure is made up of square tube profiles set in correspondence with the corners as well as with a folded metal sheet that, being welded down at the base and the profiles, covers all the container’s sides. The element that results from this complex structure is a container that is resistant to distortion and compression. In order to transform containers into architecture 46 it is necessary to give great importance to the metal sheet that covers its entire structure, as well as ensuring that it is assembled instantly and on the designated site. 21 The container finally becomes a complete structural element, in which each component works together to maintain its natural structural capacity. From this viewpoint, it is important to also define another important part of the structure as well, that is the side of the container which will include the entrance door leading inside the structure.

Garrido Luis De. Green Container Architecture 3. Monsa, 2015.

47

46. Struttura containers. Telaio 47. Struttura containers. Pareti

46. Containers’ structure. Frame 47. Container’s structure. Walls

29


In conclusione i containers permettono di costruire edifici in maniera veloce, economica e facile. Ugualmente questi elementi possono essere presi e spostati velocemente, a buon prezzo e facilmente in ogni occasione e necessità. I possibili usi sono molteplici: uffici, moduli abitativi di emergenza, abitazioni, ristoranti, ecc. E’ proprio questo l’aspetto più interessante del riuso di queste strutture in architettura: la grande libertà di approccio con la quale ognuno può affrontare la progettazione. Niente è codificato, si deve riscrivere ogni volta tutto da capo ogni volta, inventando nuovi modi di interpretare lo spazio. Come già detto prima, esistono diversi tipi di containers nel mercato, che differiscono in grandezza e caratteristiche, così da poter andare incontro ad ogni specifico condizione di trasporto delle differenti merci. Le dimensioni di tutti i containers sono regolate dalla norma ISO 6346 22 e includono: • Dry Van. Questi sono i containers più comuni, impermeabili e utili per il trasporto di qualsiasi tipo di merce. I Dry Van containers esistono in due diversi formati che differiscono per lunghezza: 20 piedi e 40 piedi.

In conclusion, the containers allow for constructing buildings in a very quick, inexpensive and simple manner. Just the same, these elements may be moved around quickly at a low price and effortlessly on every occasion or need. The possibilities for their use are numerous: offices, emergency module housing, housing, restaurants, etc. This is precisely the most interesting aspect of these structures in architecture: the great liberty of approach when designing them. There are no codes. Every aspect must be drawn up from square one each time, inventing new ways of interpreting an area. As already mentioned 48 before, there are many types of containers on the market that differ in size and characteristics, so that each specific condition for transporting various goods may be established. The sizes of each of the containers are regulated by the ISO 6346 laws 22, which include: • Dry Van. These are the most common containers, water-proof and useful for transporting every type of cargo. There are two different sizes of dry van containers that are either 20 or 40 feet long.

49

22

Garrido Luis De. Green Container Architecture 3. Monsa, 2015.

50

48. Esempio di architettura con i containers 49. Esempio di architettura con i containers. Negozio 50. Esempio di architettura con i containers. Ristorante

48. Example of architecture using continers 49. Example of architecture using continers. Store 50. Example of architecture using continers. Restaurant

30


• High Cube. Questi hanno le stesse caratteristiche dei Dry Van, ma presentano un’altezza di 2,90 m anziché 2,60 m. • Reefer. Questi sono containers refrigerati e isolati, capaci di conservare il freddo e il caldo al loro interno. Per quanto riguarda le dimensioni, sono uguali a quelle dei Dry Van. • Open Top. Anche questi containers hanno le stesse dimensioni dei Dry Van, ma presentano la porte superiore aperta. Flat Rack. Questi containers non hanno le pareti laterali e a volte non presentanto la parete frontale o posteriore. • Open Side. Questi sono containers aperti da un lato per permettere il carico e lo scarico di merci grandi più facilmente. • Tank. Questi containers sono usati per il trasporto di liquidi. Sono vasche contenute in una cornice strutturale ed hanno le stesse dimensioni dei Dry Van. • Flexi-Tank. Questi containers, di solito nella misura 20 piedi, accolgono una vasca flessibile, ad uso singolo, in polietilene.

• High Cube.These have the same characteristics as the Dry Vans, but they are 2.90 meters high instead of 2.60. • Reefer. These are refrigerated, isolated containers that can control both cold and hot temperatures on the inside. As far as the dimensions are concerned, they are exactly the same as the Dry Van containers. • Open Top. These containers are also the same size as the Dry Van ones, but the top side is open. • Flat Rack. These containers do not have side walls, and sometimes they do not have the front or back sides. • Open Side. These containers are open on one side to allow for easier loading of large cargo. • Tank. These containers are used for transporting liquid. They are vessels surrounded by a metal frame and are the same size as the Dry Vans. • Flexi-Tank. These containers, usually 20 feet long, hold a flexible vessel, for single use, and are in polyethylene.

51

51. Tipologie di containers

51. Containers’ specifications

31


I containers hanno una durata di vita che mediamente va tra i 7 e i 14 anni 23, ma il loro utilizzo come “costruzioni” per gli edifici e le architetture ne permette l’incremento del periodo di vita grazie alla ridotta necessità di manutenzione. In conclusione costruire con i containers è molto stimolante e attraente per molti motivi 24 : • Psicologico. L’attività di comporre strutture e costruire usando questi blocchi ci riporta all’infanzia, quando si giocava con le costruzioni in legno o n plastica e di vari colori. • Compositivo. Creare strutture complesse e creative utilizzando standard containers è una vera e propria sfida. • Costruttivo. Assemblare containers è un’operazione estremamente facile. • Economico. Usando queste strutture come base per la progettazione degli edifici permette un notevole risparmio economico.

Containers usually last from about 7 to 14 years23, but their use as “structures” for buildings and architecture allows for longer use, thanks to the reduced needs of maintenance. In conclusion, building with containers is very stimulating and appealing for many reasons 24 : • Psychological. Putting together structures and building using these blocks takes us back to our childhood, when we used to play with multicoloured wooden and plastic blocks. • Compositional. Creating complex and creative structures using standard containers is truly a great challenge. • Constructive. Assembling containers is an extremely simple operation. • Economic. Using these structures as a base for designing buildings allows for economising considerably.

ADVANTAGES

they are modular outstanding fire can be used as (easy to combine) and safety rating shelters for tornados

they are cheap

52

23 - 24

Garrido Luis De. Green Container Architecture 3. Monsa, 2015.

they have standard shipping sizes

they are avaliable all around the globe

53

52. Vantaggi dei containers 53. Infografica sulla vita dei containers di Self Storage Finders

52. Containers’ advantages 53. Infographic about the life-cycle of containers by Self Storage Finders

32


3.2. ESEMPI DI CONTAINER ARCHITECTURE Una volta spiegati i pregi e le caratteristiche dell’utilizzo di queste strutture per la creazione di architetture, vediamo alcuni esempi di architetti che hanno deciso di lavorare con i containers. La 2+Weekend House è una piccola ma moderna unità abitativa realizzata a Trebnie, Slovenia, e realizzata dall’architetto Jure Kotnik. La casa è composta da due livelli rappresentati da altrettanti containers disposti perpendicolarmente tra loro: questo dimostra come un numero minimo di questi elementi possa offrire soluzioni abitative funzionali. L’esterno della casa dai colori e dai motivi stravaganti non fa che accentuare il suo carattere moderno, mentre l’interno rispecchia il comfort con il salottino, la cucina abitabile e i terrazzini. 25

3.2. EXAMPLES OF CONTAINER ARCHITECTURE Once an explanation of the positive qualities and characteristics of how to use these structures for designing architecture has been given, let us examine some examples of architects, who have decided to work with containers. The 2+Weekend House is a small modern house unit built in Trebnie, Slovenia, designed by the architect, Jure Kotnik. The house is built on two levels that are represented by two containers placed perpendicularly to one another: this demonstrates how a small number of these elements can offer 54 a functional housing solution. The outside of the house is painted using extravagant colours and designs that can only but emphasise its modern characteristics, while the inside suggests comfort including a sitting room, kitchen and small terraces. 25

55

56

25

http://www.digsdigs.com/2-weekend-modern-container-small-house/

54. Planimetria 2+Weekend house 55. Prospetti 2+Weekend house 56. 2+Weekend house

54. Plan of the 2+Weekend house 55. Views of the 2+Weekend house 56. 2+Weekend house

33


A Zurigo invece è stato costruito un intero negozio Freitag utilizzando esclusivamente containers: una torre di 9 piani progettata dallo studio di architetti Spilmann-Echsle che nel 2006 decisero di creare questo negozio nel terreno abbandonato adiacente il magazzino del famoso marchio. Per la struttura sono stati scelti dei containers standard da 20 piedi sia per gli elementi della torre, sia per quelli destinati alla base di 4 X 2. L’altezza dell’edificio arriva cosi a ben 26 metri internamente dedicati all’esposizione e alla vendita dei prodotti dell’azienda: più di 1500 borse. I containers sono stati trasportati via treno fino a Zurigo, dove sono stati successivamente montati e assemblati tra loro. Durante questa fase inoltre, sono stati eliminati i soffitti e le pareti laterali così da ottenere un grande spazio aperto per la realizzazione dello store che culmina su una piattaforma panoramica con una vista mozzafiato della città e della natura circostante. 26

Instead in Zurich an entire Freitag store was built using only containers: a nine-story tower designed by the architecture firm, SpilmannEchsle, that in 2006 decided to create this store on the abandoned ground next to the famous brand’s warehouse. As for the structure, standard 2-foot containers were chosen to build both the tower as well as those for the 4 x 2 base. The building is a good 26 metres high and is internally used as a showroom and for selling the company’s products: more than 1,500 bags. The containers were transported by railway to Zurich, where they were then built and assembled together. Also during this phase, the roofs and side walls were eliminated so as to obtain a large open space to build the store that tops off on a panoramic platform with a breath-taking view of the city and its natural surroundings. 26

57

26 26

http://www.freitag.ch/media/stores/zurich Boundaries, international Architectural Magazine. Container Architecture. October-December, 2012.

58

57. Progetto del negozio Freitag 58. Negozio Freitag

57. Project of the Freitag store 58. Freitag store

34


Un ulteriore esempio di architettura realizzata con i containers, e certamente di notevole impatto, è la APAP Open School di Anyang, nella Corea del Sud. Questa struttura è infatti ben visibile dalla città e dal 2010, anno di realizzazione, è diventata un punto di riferimento nello skyline e soprattutto molto apprezzata dai turisti. L’edificio è costituito da otto containers combinati tra loro attraverso un pattern a spina di pesce e con un’inclinazione di 45 gradi. 27 Il terreno e la sua naturale forma ha costretto i due architetti, Ada Tolla e Giuseppe Lignano, a elevare la struttura ad un’altezza di tre metri dal terreno. Proprio per questo un container è stato disposto direttamente in prossimità del percorso pedonale. Il secondo piano è invece interamente dedicato ad una grande sala multifunzionale. I lati dei containers sono vetrati, così da permettere un illuminazione ed una aerazione naturali. Infine una scala interna collega con il livello più alto della struttura, dove si trova il tetto che offre una vista straordinaria del parco e della città.

Another example of architecture realised with containers and that is certainly of great impact is the APAP Open School of Anyang, in South Korea. This structure is in fact clearly visible from the city and, since 2010, when it was built, it became a reference point in the city’s skyline and above all very much acclaimed by tourists. The building is made up of eight containers, set together in a fishbone pattern at a 45° angle.27 The land and its natural form forced the two architects, Ada Tolla and Giuseppe Lignano, to lift the structure three metres above ground. It is precisely for this reason that one container was 59 placed directly next to a pedestrian walkway. Instead, the second level is entirely dedicated to a large, multi-purpose space. The sides of the containers are glazed, allowing natural light and cross ventilation. Finally, an internal stairway leads to the structure’s higher level, where there is the roof that offers an extraordinary view of the park and city.

60

61

27

Boundaries, international Architectural Magazine. Container Architecture. October-December, 2012.

62

59. APAP Open School. Esterno 60. APAP Open School. Esterno 61. APAP Open School. Dettaglio 62. APAP Open School. Modellino

59. APAP Open School. Exterior view 60. APAP Open School. Exterior view 61. APAP Open School. Detail 62. APAP Open School. Model

35


Ma assolutamente più interessante è la Container City di Londra: un nuovo metodo di gestione dello spazio urbano, che prevede la costruzione di edifici nella zona est di Londra completamente in metallo. Questo nucleo residenziale, progettato da Nick Lacey and Partners, è nato per accogliere ragazzi che non potevano permettersi una casa in affitto nella città inglese a causa dei costi troppi elevati. Perciò si è deciso di realizzare questa struttura formata esclusivamente da contenitori metallici trasformati in monolocali.28 Infatti questi containers dispongono tutti di bagno indipendente, cucina e camera da letto, ed hanno la possibilità di essere ampliati per consentire di avere un piccolo orto o giardino. Questi containers vengono tutti dalla Cina e sono disponibili in affitto per 75 sterline a settimana. I lavori sono iniziati nel 1998 e ad oggi questa città di containers rappresenta inoltre un polo culturale grazie ai numerosi eventi, laboratori e mostre che si tengono al suo interno.

Nevertheless, the most interesting example is the Container City of London: a new method of managing urban space, which includes the construction of buildings - completely made in metal – situated in east London. This residential area, designed by Nick Lacey and Partners, was developed to house young people who could not afford to rent a house in the city given the high London costs. Therefore, it was decided to build this structure formed only of steel containers transformed into one bedroom flats.28 In fact, these containers all have a separate bathroom, kitchen and bedroom, and it is possible to add on 63 and allow for a small garden. These containers all come from China, and it is possible to rent them out for 75 pounds a week. Construction began in 1998, and today this city of containers also represents a cultural centre thanks to numerous events, workshops and exhibitions that are held there.

64

65

28

http://www.italoeuropeo.it/news/164-economia-news/4275-londra-il-villaggio-dei-container-city

63. Container City 64. Container City. Schema strutturale 65. Container City

63. Container City 64. Container City. Structural scheme 65. Container City

36


capitolo iV situazione attuale chapter iv present situation


4.1. STORIA DEL GAZOMETRO Negli ultimi anni si sta verificando un sempre maggiore interesse per l’archeologia industriale che, dall’Ottocento, modifica il paesaggio e le testimonianze di molte città. Uno splendido esempio sono i gasometri, che proprio per le loro dimensioni e posizioni, non solo rappresentano residui del passato, ma rientrano nell’effettivo panorama urbano. Queste strutture furono ideate nei primi anni del XIX secolo in Inghilterra, con l’avvento della rivoluzione industriale. I gasometri servivano infatti per accumulare il gas utilizzato per alimentare i primi lampioni cittadini. Successivamente però, con l’evoluzione e l’avvento della corrente elettrica e dei gas liquidi, questi accumulatori di gas vennero rimpiazzati e infine abbandonati. Ma liberarsene non è una cosa così semplice: nonostante non siano più utilizzabili rimane, come detto prima, la loro valenza storica ed urbanistica. In molte città d’Europa si è lavorato, e si sta lavorando, su progetti per una riqualificazione di queste strutture: il gasometro di Dresda è diventato un albergo, mentre quello di Lipsia viene utilizzato come spazio espositivo; a Londra di recente un gasometro vittoriano e stato riconvertito in un parco pubblico. E in Italia?

4.1. THE HISTORY OF THE GAZOMETER Over the past years there has been more and more interest in industrial architecture that, since the 1800s, has changed the landscape and state of many cities. Splendid examples of this are gasometers, which, precisely for their sizes and positions, not only do they represent a remnant of the past, but they are also a part of the urban scene. These structures were designed in the early 19th century in England, with the advent of the Industrial Revolution. Gasometers were in fact needed to accumulate gas used to fuel the early city lights. Later, however, with the development 66 and advent of electricity and liquid gas, these gas holders were substituted and finally abandoned. Yet, getting rid of them is not so easy: despite the fact they are no longer used, as mentioned before, they are still of historical importance for the city. In many European cities, much work has been done, as is still being done, on designing the redevelopment of these structures: the gasometer of Dresda has become a hotel, while the one in Lipsia is used as an exhibition hall. Recently in London a Victorian gasometer was transformed into a public park. And what about Italy?

67

68

69

66. Intervento di riqualificazione gasometro di Dresda 67. Intervento di riqualificazione gasometro di Lipsia 68. Intervento di riqualificazione gasometro di Londra 69. Intervento di riqualificazione gasometro di Londra

66. Redevelopment of Dresda’s gasometro 67. Redevelopment of Lipsia’s gasometro 68. Redevelopment of Londra’s gasometro 69. Redevelopment of Londra’s gasometro

38


70

70. Gazometro di Roma Ostiense

70. Gazometro in Roma Ostiense

39


Uno degli esempi più importanti di Gasometro è quello presente nel quartiere Ostiense di Roma, utilizzato dai romani per attività domestiche e per l’illuminazione cittadina. Ma questa affascinante archeologia industriale, non è che un tassello di una vera e propria “officina del gas” ancora oggi presente nel quartiere di Roma, e ricco di storia per i cittadini. Quella che oggi viene semplicemente identificata come una delle tante sedi ITALGAS, nel 1910 rappresentava infatti la prima grande officina per la lavorazione del gas. Situata all’interno di un’ansa del Tevere, incrocia rispettivamente a nord e ad est due delle più importanti vie commerciali del quartiere romano: a nord si trova chiusa da via del Commercio, mentre ad est da via Ostiense. Il terreno dove è ubicata l’officina si trovava a 10 metri sul livello del mare, anche se viene successivamente innalzato ulteriormente di 4 metri così da permettere un margine più alto in caso di piene più alte del Tevere.29 In prossimità di questo c’erano i magazzini del carbone, le sale forni e due vasti piazzali per il deposito del coke.

One of the most important examples of gasometers is present in the Ostiense area in Rome, used by the Romans for domestic work and public lighting. But this fascinating industrial architecture is only a block in a true “gas workshop” still present today in this area of Rome. It has extremely enriched the history for the population. A place which today is identified simply as on one of the many workplaces of ITALGAS, in 1910 represented in fact the first large workshop for manufacturing gas. Located in a small cove of the Tiber River, it intersects in the north and east with two of the most important business roads of 71 this Roman district: in the north is closes with Via del Commercio, whilst at east by Via Ostiense. The land upon which the shop is located is found 10 metres above sea level, although later it was lifted another 4 metres, so that there would be a greater margin in case the Tiber should flood. 29 Nearby there were also warehouses for storing coal, large rooms for ovens and two large areas for depositing coke.

72

29

Daniela La Lamia, Archeologia industriale: L’Officina a Gas di San Paolo – un contributo storico, 2013. http://romatevere.hypotheses.org/555

73

71. Pasolini davanti al Gazometro 72. Gazometro di Roma Ostiense. Foto storiche anni Cinquanta 73. Gazometro di Roma Ostiense. Foto storiche anni Cinquanta

71. Pasolini near the Gazometer 72. Gazometro in Roma Ostiense. Photographs of location during the Fifties 73. Gazometro in Roma Ostiense. Photographs of location during the Fifties

40


74

75

74. Foto storiche 75. Foto storiche

74. Historical photographs of the location 75. Historical photographs of the location

41


Dopo vennero installate due sale macchine per l’estrazione del gas e per la depurazione umida, le vasche per l’acqua ammoniacale e per il catrame, il locale per la depurazione secca del gas, il locale per la misura e distribuzione del gas, i gazometri, due fabbricati per il gasacqua e il gasometro principale. I lavori iniziarono nel 1908 dove si organizzò e pianificò l’area complessivamente pari a 119.850 m2: 21.950 sarebbero stati occupati dall’officina elettrica, oggi ACEA, e i rimanenti 97.000 dall’officina a gas, attuale ITALGAS. 30 Come detto prima, oltre al gasometro più grande, vennero costruiti da Samuel Cuttler & sons di Londra, altri 3 gasometri di minori dimensioni: essi entrarono in funzione nel 1910 e hanno una capacità rispettivamente di 25.000 m3., i primi due e di 60.000 mc., il terzo. Il gasometro principale venne invece costruito nel 1936 dalla ditta Klonne Dortmund e Ansaldo di Genova e ha una capacità di 200.000 m3. Negli anni Sessanta e Settanta vennero effettuati interventi di manutenzione straordinaria, che portarono alla decisione di non utilizzare più queste strutture oltre la capacità di 65.000 m3., ossia non oltre la seconda alzata. 31

Later two large warehouses were built and they contained the machinery to extract gas and wet scrubbers, the tanks for gas water and tar, the room for dry scrubbing gas, the room for measuring and distributing gas, the gasometers, two manufacturers for gas-water and the main gasometer. Building began in 1908 when the entire area of 119,850 m² were organised and planned: 21,950 m² were to be used by the warehouse for electricity, today’s ACEA, and the remaining 97,000 by the warehouse for gas, today’s ITALGAS. 30 As mentioned before, in addition to the bigger gasometer, Samuel Cuttler & Sons of 76 London built another three smaller gasometers. They started functioning in 1910, and the first two can respectively hold 25,000 m³, while the third can hold 60,000 m³. The main gasometer was instead built in 1936 by the company Klonne Dortmund and Ansaldo of Genoa and can hold a volume of 200,000 m³. During the 60s and 70s extraordinary maintenance work was carried out, which lead to the decision to no longer use these structures to hold more than 65,000 m³, in other words, no higher than the second level. 31

78

30 - 31

Daniela La Lamia, Archeologia industriale: L’Officina a Gas di San Paolo – un contributo storico, 2013. http://romatevere.hypotheses.org/555

77

79

76. Insegna dei costruttori inglesi Samuel Cuttler & sons di Londra 77. Visione dei quattro gasometri 78. Struttura del Viag 79. Strutture Tramogge

76. Banner with che name of the builders Samuel Cuttler & sons. 77. View of the four gasometri 78. Viag 79. Hoppers

42


Nel 1981 iniziò il processo di metanizzazione a Roma con la conseguente dismissione dei gasometri: infatti attualmente l’Esercizio Romana Gas (ITALGAS) si occupa esclusivamente della rete di distribuzione del metano. Così i fabbricati e le architetture industriali vennero pian piano dismessi e dopo gli anni Settanta furono smantellati. L’area, in particolare quella adiacente al Tevere, oggi rispecchia una situazione di degrado ambientale per la quale si auspica un intervento di reinterpretazione e riqualificazione, nel rispetto delle preesistenti testimonianze archeologico-industriali ed urbanistiche.

In 1981 in Rome the process of conversion to methane began with the consequent disuse of the gasometers. In fact, today, the Esercizio Romana Gas (ITALGAS) handles only the distribution network of methane. So, little by little buildings and industrial architectures were slowly discontinued, and after the 70s they were taken apart. The area, particularly the one near the Tiber, at present reflects a situation of environmental decline that one should hope will lead to an intervention to re-interpret and re-claim it, according to the pre-existent archaeological, 80 industrial and urban structures.

4.2. PRECEDENTI INTERVENTI E SITUAZIONE ATTUALE Il solito problema che blocca i vari cantieri e le iniziative per la riqualificazione dell’area intorno al Gazometro è che questi lavori vanno sempre più a rilento, sembrando così infiniti e impossibili da realizzare. In ogni caso, grazie ad alcuni interventi artistici realizzati in occasione della Notte Bianca del 2006, il Gazometro è stato trasformato per una notte in un Luxmetro. 32 Per i romani quella sera è stato possibile ammirare come uno dei più rappresentativi simboli dell’industrializzazione può diventare una così grande opera luminosa.

4.2. PREVIOUS INTERVENTIONS AND THE SITUATION TODAY The same old problem that obstructs the various building sites and initiatives for the re-qualification of the area around the Gazometro is that these works continue to proceed slowly, thus seeming endless and impossible to realise. In any case, thanks to some artistic interventions made during the “Notte Bianca” in 2006, the Gazometro was transformed into a lux meter for a night. 32 For Romans that night it was possible to admire how one of the most typical symbols of industrialisation can become such a huge luminous work of art. 82

32

Valentina Nicolò, Gazometro: il moderno Colosseo da valorizzare, 2009. http://www.06blog.it/post/4878/gazometro-il-moderno-colosseo-da-valorizzare

81

80. Metanizzazione dei gasometri 81. Struttura gasometri 82. Fase di costruzione

80. Methane process of gasometri 81. Gasometri structure 82. Construction’s phase

43


A fare sì che tutto questo potesse essere possibile ci hanno pensato i 10 chilometri di fibra luminosa composta a sua volta da oltre 1 milione di lampadine led e disposta lungo tutto il perimetro del Gazometro.33 In questo caso l’intento era quello di utilizzare la gigante struttura metallica come sfondo per eventi artistici e culturali. Ma come solitamente succede, anche questa volta l’esperienza ha tardato nel ripetersi. Negli ultimi due anni infatti il Gazometro è diventato il simbolo e l’immagine dell’estate capitolina attraverso la realizzazione di bar, ristoranti, eventi culturali e luoghi mondani: Gazometro e Riva Ostiense. L’iniziativa è nata proprio per ricreare la storia ed il vissuto della “Roma dei lavoratori” in una zona importante come quella rappresentata dal quartiere Ostiense, ex polo industriale e ora luogo di ritrovo della Dolce Vita romana. Inoltre questa è un’occasione per presidiare una possibilità di degrado urbano, coinvolgere i giovani e sfruttare l’area come centro di cultura multiforme. Così dall’estate del 2013 la struttura, unica e densa di reperti archeologico-industriali, rende possibile vivere un’altra suggestiva magia di Roma e del Tevere, grazie anche alle molteplici attività ed eventi che si vanno a presentare e che porta un sempre maggiore numero di visitatori.

33

In order for this to be possible, 10 kilometres of bright fibres made up in turn of 1 million led lights were set along the perimeter of the Gazometro. 33 In this case the intention was to use the gigantic metallic structure as the background for artistic and cultural events. But as usually occurs, it took some time for the event to repeat itself. In fact, during the last two years the Gazometro has become the symbol and image of the Rome’s summer by setting up bars, restaurants, cultural and social events: the Gazometro and Riva Ostiense. This initiative was proposed precisely to recreate the situations of the history and past of the “the Rome of workers” in an important area such as that represented by the Ostiense district, a former industrial focal point and now a meeting place for the Roman Dolce Vita. Besides, this is an opportunity to safeguard from the possibility of urban blight, getting young people involved and exploiting the area as a centre of a melting pot of cultures. So, since the Summer of 2013 the structure, unique and filled with archaeological and industrial artefacts, makes it possible to 83 experience another suggestive magical aspect of Rome and the Tiber, thanks also to the numerous activities and events that are presented and that attract more and more visitors.

Valentina Nicolò, Gazometro: il moderno Colosseo da valorizzare, 2009. http://www.06blog.it/post/4878/gazometro-il-moderno-colosseo-da-valorizzare

83. Locandina evento Estate Gazometro

83. Event poster Estate Gazometro

44


Ma l’unica vera forma di tutela dal degrado di questa meravigliosa e importantissima zona, è viverla sempre. La riscoperta di questo luogo suggerisce un continuativo utilizzo dell’area. In conclusione ancora oggi questa zona così importante non riesce ad essere sfruttata dalla città per quella che è la sua importanza storica ed architettonica, creando e realizzando un progetto di vera riqualificazione che valga 365 giorni l’anno e non solo per alcuni momenti dell’anno.

However, the only true form of protection from the decline of this marvellous and very important district is to live it always. Rediscovering this area implies using it continuously. In conclusion, still today this very important area is incapable of being utilised by the city as far as its historical and architectural worth are concerned, creating and realising a project to truly reclaim it – one that can be used 365 days a year and not only in some moments during the year. 84

85

86

87

84. Area Gazometro attuale 85. Area Gazometro attuale 86. Tramogge attuali 87. Gazometro illuminato. Luxometro

84. Gazometer area current state 85. Gazometer area current state 86. Hoppers current state 87. Gazometer illuminated. Luxometro

45


capitolo V presentazione progetto chapter v presentation of the project


La ricerca messa in luce precedentemente mi ha portata all’ideazione di un possibile progetto di cohousing a Roma. La zona interessata, una delle più ricche di storia ma anche una tra le più degradate, è la zona circostante il Gazometro, nel quartiere Ostiense di Roma. L’idea di cohousing che ho deciso di portare all’interno del mio progetto, è un concetto di “quartiere solidale” che non si contrappone ma piuttosto cerca di instaurare un dialogo con l’aspetto industriale della zona, e che riesce così a preservare l’importanza delle tracce archeologico-industriali rappresentate dalle strutture ancora presenti. La domanda che mi sono posta è quindi: <<Come aggiungere nella zona strutture per le abitazioni senza sconvolgere il clima” e l’identità dell’area?>>. Da qui è nata l’idea di usare delle strutture semplici, modulari e trasportabili, come i containers, per le abitazioni dei possibili residenti di questo particolare cohousing. In questo modo gli edifici “nuovi”, che si vanno ad aggiungere a tutto ciò che ancora è presente nella zona del Gazometro, saranno strutture che oltre ad essere economiche, potranno essere modificate in qualsiasi momento.

The research highlighted earlier led me to the notion of a possible project of cohousing in Rome. The area involved - one of the most antique historically speaking but also one of the most in decline - is the area around the Gazometro, in the Ostiense district of Rome. The idea of cohousing that I have decided to include in my project is the concept of “neighbourhood solidarity” that does not contrast, rather attempts to establish a dialogue with the industrial aspect of the area. It should be thus capable of preserving the importance of the archaeological and industrial traces that are represented by the structures still present. The question I asked myself was therefore: <<How is it possible to add structures for housing in this area without upsetting the atmosphere and identity of the area? >>. This led me to the idea of using simple structures, modular and mobile, such as containers, for the housing of possible residents of this particular cohousing experience. In this way the “new” buildings that must be added to all 88 the rest still present in the area of the Gazometro will be structures that, besides being economical, may be modified at any time.

89

88. Vista satellitare dell’area Ostiense 89. Zoom area Gazometro

88. Satellite view of the area Ostiense 89. Zoom area Gazometer

47


Foto del modellino rappresentativo dell’area di intervento. Realizzato in compensato. Scala 1:250

Photos of the area’s model. The model was done in plywood. Scale 1:250

48


Foto del modellino rappresentativo dell’area di intervento. Realizzato in compensato. Scala 1:250

Photos of the area’s model. The model was done in plywood. Scale 1:250

49


PIANTA GENERALE COHOUSING - scala 1:1000 GENERAL PLAN OF COHOUSING - scale 1:1000


aree verdi green areas

area residenziale residential area

area servizi services area

vasca e ponti tank and bridges

PIANTA AREE COHOUSING - scala 1:1000 AREAS PLAN OF COHOUSING - scale 1:1000

gazometro


Di conseguenza, tutte le strutture esistenti dell’area, avranno un ruolo fondamentale all’interno del progetto, e saranno riconvertite in spazi comuni e in luoghi di aggregazione. In funzione di tutta la ricerca svolta sulla storia e sugli esempi di cohousing presenti in tutto il mondo, ho deciso di prevedere molte aree verdi e molte sale polifunzionali per attuare al meglio i principi e ricreare il clima di questi quartieri sociali. A questo scopo mi sono servita di tre strutture giganti presenti nell’area che fino agli anni settanta svolgevano la funzione di deposito di carbone. Questi silos-tramogge, costituiti da strutture portanti e solai in cemento armato, attualmente presentano dei problemi di degrado strutturale, ma possono essere facilmente risanati e consolidati in quanto sono stati costruiti per supportare carichi ben più considerevoli rispetto a quelli di uso ordinario. In questo modo queste strutture giganti diventano polo funzionale dell’intero quartiere ospitando varie attività e servizi comuni quali mensa, lavanderia, biblioteca, palestra, ludoteca per bambini,...

Consequently, all the existent structures in the area will play a fundamental role within the project, and they will be reconverted into common areas and community centres. According to all the research carried out on the history and examples of cohousing present all over the globe, I have decided to include many green areas and common areas to better fulfil the main points and recreate the atmosphere of these social neighbourhoods. For this reason I have used three huge structures present in the area and that up until the 70s were used as a warehouse for coal. These hopper-shaped storage bins, made up of load-bearing structures and floors in reinforced concrete, present these problems of structural decay today, but they may be easily restored and re-established in that they were built to withhold loads much greater than 90 those of ordinary use. In this way these giant structures become a functional pole for the entire neighbourhood by hosting various activities and community services such as soup kitchens, laundry rooms, library, a gym, or a play centre for children…

90. Render delle tramogge allo stato attuale

90. Renders of the Hoppers’ current state

52


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 1 - stato attuale TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 1 - current state

PROSPETTO FRONTALE FRONT VIEW

PIANTA PIANO TERRA PLAN GROUND FLOOR

PROSPETTO LATERALE SIDE VIEW

PIANTA PRIMO PIANO PLAN FIRST FLOOR

SEZIONE AA’ SECTION AA’

PIANTA TERZO PIANO PLAN THIRD FLOOR


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 2 - stato attuale TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 2 - current state

PIANTA PIANO TERRA PLAN GROUND FLOOR

PIANTA PRIMO PIANO PLAN FIRST FLOOR

PROSPETTO LATERALE SIDE VIEW

PIANTA TERZO E QUARTO PIANO PLAN THIRD AND FOURTH FLOOR


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 2 - stato attuale TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 2 - current state

PROSPETTO FRONTALE FRONT VIEW

SEZIONE AA’ SECTION AA’


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 3 - stato attuale TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 3 - current state

PROSPETTO FRONTALE FRONT VIEW

PIANTA PIANO TERRA PLAN GROUND FLOOR

PROSPETTO LATERALE SIDE VIEW

SEZIONE AA’ SECTION AA’

PIANTA PRIMO PIANO PLAN FIRST FLOOR

PIANTA SECONDO PIANO PLAN SECOND FLOOR


Il progetto verte quindi sulla volontà di riqualificare questi “monumenti dell’industria” che abbiamo la fortuna di avere, e non sempre sfruttare. Altro elemento importante, e di testimonianza archeologica della zona, è il Viag. Questo elemento svolgeva la funzione di distillare il carbone e di collegarlo con gli impianti di stoccaggio. Il Viag è composto da due corpi centrali di fabbrica, di diversa altezza, costruiti sullo stesso asse. Come le tramogge, anche questo gigante industriale, presenta una struttura in cemento armato, coperta da capriate in acciaio. Nonostante l’attuale stato di degrado, questo edificio rappresenta il fulcro dell’area, considerando le sue dimensioni e la sua centralità. Proprio per questo un altro importante obiettivo del mio lavoro è quello di preservarne l’identità e la memoria attraverso un processo di “ricostruzione della sua figura”. Il Viag in questo modo non solo rimarrà l’elemento centrale dell’intero cohousing, ma diventerà inoltre un elemento visibile e riconoscibile anche di notte grazie all’installazione luminosa che ne riprodurrà la forma. Per quanto riguarda invece la lunghissima passerella che lo attraversa e che divide a metà l’area, lunga ben oltre 120 metri, essa rimarrà intatta e svolgerà una funzione centrale nella disposizione delle residenze.

The project revolves, therefore, around the desire to re-qualify these “monuments of industry” that we are lucky enough to have, and not always to exploit them. Another important element, that is another archaeological example of the area as well, is the Viag. This construction functioned as a coal distiller and was used to connect it to the warehouses. The Viag is made up of two central buildings, with different heights, built on the same axis. Just as for hoppers, this industrial giant is also built in reinforced concrete covered with a steel truss. Despite the present-day state of decline, this building represents the cornerstone of the area, bearing in mind its size and central location. For this very reason another important goal of my work is to preserve its identity and memory through a process of “reconstructing its figure”. In this way, the Viag will not only remain the central element of the entire cohousing 91 project, but it will also become a structure that is visible and recognisable even at night, thanks to the lighting installation that will outline its form. Instead, as for the very long walkway that crosses through it and divides the area in half - more than 120 metres long - it will remain intact and will play a central role in arranging the houses.

91. Render del Viag allo stato attuale

91. Renders of the Viag’ s current state

57


Il lungo porticato che la sospende, grazie anche alla sua altezza importante, rappresenta un efficace soluzione per creare un’alternanza di disposizione in altezza delle abitazioni, e rappresenta un elemento fondamentale per lo skyline della zona. Ma nell’area del Gazometro, oltre a tutti questi imponenti edifici industriali, troviamo anche 5 vasche profonde 5 metri al di sotto del piano stradale che occupano una superficie totale di oltre 6mila m2.34 Queste vasche erano in origine utilizzate per lo stoccaggio del carbon coke che in questo modo veniva in parte sommerso e in parte no. Attualmente vengono semplicemente utilizzate come vasche serbatoio d’acqua per gli impianti antincendio. Le soddisfacenti condizioni generali della struttura perimetrale delle vasche, ne permettono una plausibile riconversione: infatti l’enorme vasca diventerà un “piccolo Tevere”. Sempre per l’idea progettuale di non voler costruire niente di invasivo nell’area per non danneggiare l’identità del sito, aggiungendo strutture prefabbricate come i containers, ho voluto ricreare dei ponti e dei passaggi sopraelevati alle vasche. I tre nuovi elementi di passaggio serviranno a guidare le persone dall’area circostante il Gazometro verso le aree residenziali e dei servizi, e viceversa.

34

The long portico that is suspended, thanks also to its great height, represents an efficient solution for creating an alternation in how high the houses are arranged and represents a fundamental element in the area’s skyline. However, in the area of the Gazometro, in addition to these massive industrial buildings, there are 5 fivemetre deep tanks that are below ground level and that cover a total area of more than 6 thousand square metres.34 These tanks were originally used to stock coke, and in this way, one part was immerged while the other wasn’t. Today, they are simply used as reservoirs for the fire prevention systems. The satisfactory general conditions of the perimeter structure of the tanks allow for a 92 plausible reconversion: in fact the enormous tank will become a “small Tiber”. Again as regards the idea of not wanting to build anything invasive in the area so as not to damage the identity of the site, by adding prefabricated elements such as containers, I wanted to recreate bridges and passageways that cross over the tanks. The three new passageways will serve to guide people in the area around the Gazometro towards the residential and service areas and vice versa.

Daniela La Lamia, Archeologia industriale: L’Officina a Gas di San Paolo – un contributo storico, 2013. http://romatevere.hypotheses.org/555

92. Render della vasca allo stato attuale

92. Renders of the tank’ s current state

58


Inoltre questi passaggi, ognuno lungo ben 48 metri, saranno completamente vetrati così da permettere a chi passeggia di godersi tutto l’anomalo panorama circostante Per quanto invece riguarda le residenze, ho progettato cinque diverse tipologie di appartamenti, così da soddisfare ogni richiesta: dal singolo studente alla famiglia con bambini. Ognuna di esse è costituita unicamente dalla composizione di containers, disposti in forme e combinazioni varie. I dislivelli ed i basamenti previsti dal progetto, hanno l’intento di elaborare l’attuale skyline ed evidenziare le le nuove strutture.

In addition, these passageways, each 48 metres long, will be completely surrounded by glass so that those who walk by are able to enjoy the entirely exceptional view around them. Instead, as far as the residences are concerned,I designed five different types of flats, so as to satisfy all requests: from the single student to the family with children. Each one of them is built solely with the use of containers, set in various forms and combinations. The various levels and foundations designed into the project are meant to elaborate the present skyline and emphasise the new structures.

93

93. Disegni a mano dello skyline dei gasometri

93. Sketch of the skyline

59


5.1. LE TRAMOGGE Come giĂ introdotto precedentemente, queste testimonianze archeologico-industriali, rappresentano elementi fondamentali per questo nuovo quartiere solidale. Nel cohousing infatti, sono di fondamentale importanza tutti quei luoghi e spazi di uso comune che forniscono occasione di scambio e socializzazione tra i residenti. Per adempiere a questo proposito, ho deciso di dedicare la mia attenzione a questi veri e propri giganti che svettano nell’area circostante il Gazometro, facendo un intervento di riqualificazione degli spazi interni e creando perciò laboratori e sale comuni.. Tutte e tre le tramogge infatti, sviluppandosi in verticale, permettono un intervento di riqualificazione interna non invasivo, e che sopratutto mantenga lo scheletro esterno originario e caratteristico della struttura.

5.1. THE HOPPERS As already introduced before, these archaeological and industrial examples represent fundamental elements for this new neighbourhood solidarity. In fact, in cohousing, all those places and areas for common use that offer an opportunity for exchange and socialising among residents are of fundamental importance. To fulfil this objective, I have decided to focus my attention on these truly huge giants that tower above the area around the Gazometro. I want to promote an intervention for the requalification of indoor space and therefore create workshops and community rooms. All three hoppers in fact, that rise up vertically, allow for an internal non-invasive requalification and above all for maintaining the original external structure that is also characteristic.

94

94. Disegni a mano delle Tramogge

94. Sketches of the Hoppers

60


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 1 - stato modificato TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 1 - modified state

PROSPETTO FRONTALE FRONT VIEW

PIANTA PIANO TERRA - INTERNET CAFÈ PLAN GROUND FLOOR - INTERNET CAFÈ

PROSPETTO LATERALE SIDE VIEW

PIANTA PRIMO PIANO - LUDOTECA PLAN FIRST FLOOR - PLAY AREA

SEZIONE AA’ SECTION AA’

PIANTA TERZO PIANO - BIBLIOTECA/AREA STUDIO PLAN THIRD FLOOR - LIBRARY/STUDY AREA


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 2 - stato modificato TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 2 - modified state

PIANTA PIANO TERRA - CAFFETTERIA/AREA RISTORO OUTDOOR PLAN GROUND FLOOR - CAFETERIA/RESTAURANT OUTDOOR

PIANTA PRIMO PIANO - AREA RISTORO PLAN FIRST FLOOR - DINING AREA

PROSPETTO LATERALE SIDE VIEW

PIANTA TERZO E QUARTO PIANO - STANZE OSPITI PLAN THIRD AND FOURTH FLOOR - GUEST ROOMS


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 2 - stato modificato TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 2 - modified state

PROSPETTO FRONTALE FRONT VIEW

SEZIONE AA’ SECTION AA’


DISEGNI TECNICI TRAMOGGIA 3 - stato modificato TECHNICAL DRAWINGS HOPPER 3 - modified state

PROSPETTO FRONTALE FRONT VIEW

PIANTA PIANO TERRA - SALE HOBBY PLAN GROUND FLOOR - RICREATION ROOMS

PROSPETTO LATERALE SIDE VIEW

PIANTA PRIMO PIANO - LAVANDERIA PLAN FIRST FLOOR - LAUDRY ROOM

SEZIONE AA’ SECTION AA’

PIANTA SECONDO PIANO - PALESTRA PLAN SECOND FLOOR - GYM


Per la prima tramoggia ho pensato ad una riconversione degli spazi interni per creare sale ricreative e didattiche, ognuna di esse dotata di angolo caffetteria e servizi. Al piano terra, subito all’entrata della struttura, troviamo una grande area computer, simile ad un internet caffè, con al centro due grandi tavoli che accolgono le postazioni computer. Essendo la condivisione uno dei principi del cohousing, ho pensato che sarebbe stato utile progettare una sala in cui si potesse usufruire del servizio internet, creando allo stesso tempo una situazione di condivisione e interazione tra i residenti del quartiere.

For the first hopper I envisioned reconverting indoor space to create recreational and teaching rooms, each of them equipped with a coffee corner and bathrooms. On the ground floor, right at the entrance of the building, there is a large computer area, similar to an internet café, with two large tables in the centre upon which computers are placed. Given that sharing is one of the main principals of cohousing, I thought it would be useful to design a room in which it is possible to use the internet, creating at the same time a situation in which the residents of the neighbourhood can share and interact.

95

95. Render dell’Internet Cafè

95. Render of the Internet Cafè

65


96

96. Render dell’Internet Cafè

96. Render of the Internet Cafè

66


Al secondo piano della tramoggia, subito sopra gli imbuti che servivano come deposito di coke, ho pensato di ideare una sorta di ludoteca: uno spazio in cui i bambini potessero avere tutto a portata di mano e alla loro altezza. L’elemento principale, posizionato al centro della sala, è una mini libreria per bambini, di forma curvilinea. Questa determina la divisione dello spazio in due piccole aree distinte: l’area espositiva dei libri e l’area lettura. Ho pensato di progettare quest’ultima elevandola di tre piccoli gradini, come a ricreare una collinetta, dove i bambini possono mettersi seduti e leggere. Ma questa ludoteca non è caratterizzata solamente dalla libreria, al suo interno troviamo infatti anche tutti i classici elementi e oggetti che servono ai bambini per giocare e intrattenersi. Inoltre ho previsto un’area ristoro dove i genitori possono stare e socializzare, mentre i loro bambini giocano e imparano insieme. dello spazio in due piccole aree distinte: l’area espositiva dei libri e l’area lettura.

On the hopper’s second floor, directly above the shafts that were used to store coke, I imagined designing a sort of game room: a place where children have all they need on hand - also at their eye level. The main element, set in the middle of the room, is a tiny children’s library that is curvilinear. This entails dividing the space into two small distinct areas: the area where the books are laid out and the reading area. I wanted to design this area raising it up by three small steps, as if to create a small hill, where the children can sit down to read. Nevertheless, this game room is not characterised by the library alone. In fact, in it we also find all the classic elements and objects that are necessary for children to play and have fun. In addition, I have included a dining area where parents can stay and mingle, while their children play and learn together.

97

97. Render della ludoteca

97. Render of the play area

67


98

98. Render della ludoteca

98. Render of the play area

68


All’ultimo piano della tramoggia, il quarto, ho pensato invece di creare una sorta di biblioteca con area studio. La posizione alta offre silenzio e tranquillità poiché è presente un piano intermedio tra la ludoteca e l’area biblioteca, rappresentato dalla grande vasca a imbuto. In questa ultima sala comune della prima tramoggia perciò sono presenti scaffali per l’esposizione di libri e una grande tavolata come ulteriore postazione computer e studio. Inoltre ho pensato di progettare un’altra area, più riservata, con divanetti per il piccolo ed appartato angolo caffetteria. Questa prima tramoggia offre quindi tutti i servizi utili e comuni che permettono ai residenti di questo cohousing di avere a disposizione le aree ricreative, a pochi passi dalla propria casa.

Instead for the top floor of the hopper, the fourth, I tried to create a sort of library with a study hall. The high position offers silence and peacefulness given that there is a floor between the game room and the library, represented by the large funnelshaped tank. Inside this last common area of the first hopper, therefore, there are shelves for putting books and a large table to be used as another place for using computers and to study. Moreover, I have decided to design another area, more private, with sofas for the small and secluded coffee area. So the first hopper offers all the functional and common services that allow the cohousing residents to have all the recreational areas at their disposal, so close to their own homes.

99

99. Render della biblioteca

99. Render of the library

69


La seconda tramoggia è molto particolare nella sua forma in quanto presenta uno sviluppo non solo verticale, ma anche orizzontale al piano terra, caratterizzato da un grande portico. Proprio grazie alla sua forma, diversa dalle altre due strutture, ho pensato alla sua riqualificazione trasformando i suoi spazi interni ed esterni in caffetteria, mensa comune e camere per gli ospiti e i parenti dei residenti. Altro aspetto importante del vivere in un cohousing è infatti la creazione di spazi dove mangiare insieme, cucinare insieme e interagire scoprendo questa nuova modalità di condivisione dei pasti. Anche questa tramoggia inoltre, presenta su ciascun piano bagni e servizi. Il piano terra, avendo questo grande portico di entrata, mi ha suggerito subito la creazione di un spazio comune all’aperto: una serie di angoli barbecue per pranzi di famiglie o con gli amici, con grandi banconi e divanetti dove mangiare e stare insieme. Adiacente a questo spazio troviamo un angolo al coperto con funzione di bar e caffetteria, con altrettanti divanetti, tavoli e mensole dove fare colazione, o semplicemente prendersi un tè.

The second hopper has a very particular form in that it is built not only vertically, but also horizontally to the ground floor, and includes a large portico. It is precisely thanks to its form, different from the other two structures, that I thought of its requalification by transforming its indoor and outdoor areas into a coffee shop, common dining room and rooms for people and relatives who visit. Another important aspect of living in a cohousing situation is in fact creating areas for eating together, cooking together and interacting also rediscovering this new way for eating together. This hopper also includes restrooms on each floor. The ground floor, given this large portico at its entrance, immediately evoked the idea of creating a common area out in the open: a series of barbeques for family gettogethers or with friends, with large tables and settees for eating and spending time together. Next to this room there is an indoor area that acts as a bar and cafeteria, with more settees, tables and shelves where one can have breakfast or simply have a cup of tea.

100

100. Schizzo della struttura area barbecue

100. Sketch of the element for the area barbecue

70


101

101. Render della zona all’aperto

101. Render of the outdoor area

71


102

103

102. Render della caffatteria. 103. Render della caffetteria

102. Render of the cafeteria 103. Render of the cafeteria

72


Per quanto riguarda il primo piano, ho pensato di adibirlo interamente a grande sala mensa comune, progettando l’angolo per la preparazione dei pasti e una grande dispensa con tutto l’occorrente. La sala è caratterizzata da due lunghe file di tavoli dove c’è la possibilità di interagire tra un tavolo e l’altro grazie alla disposizione a 45° delle sedute. Lungo il perimetro della sala troviamo invece una serie di divanetti con tavolini per rilassarsi e socializzare. Il terzo e il quarto piano, non occupando la stessa area dei sottostanti piani, ma essendo di dimensioni inferiori, sono stati convertiti in camere per gli ospiti. Ogni piano presenta tre camere matrimoniali con bagno privato all’interno, così da poter ospitare amici o familiari dei residenti. La volontà perciò è quella di progettare luoghi di mensa e bar comuni nello stesso edificio in cui si trovano anche le camere per gli ospiti, così da creare una sorta di Bed and Breakfast all’interno del cohousing. In questo modo nel quartiere crescono i servizi e gli spazi comuni di cui possono usufruire i residenti.

As far as the first floor is concerned, I thought of allocating it completely to a large common dining room, designing an area for cooking meals and a large pantry with all necessities. The room is characterised by two long rows of tables where there is the possibility of interacting between one table and another thanks to the 45° angle set up of the seats. Instead along the walls of the room there is a series of settees with coffee tables to relax and socialise. The third and fourth floors, given that they don’t occupy the same area as the floors below, and however, seeing that they are smaller, have been converted into guest rooms. Each floor has three double bedrooms each with a private bathroom so that one can have non-resident friends and relatives stay over. Hence, my desire is to design rooms for dining and a common coffee bar in the same building in which the guests rooms are situated. In this way a sort of Bed and Breakfast atmosphere is created within the cohousing structure. So, the number of services and common areas, which the residents can use, thus increase.

104

104. Render della mensa comune

104. Render of the dining area

73


105

105. Render della mensa comune

105. Render of the dining area

74


La terza ed ultima tramoggia, caratterizzata da una struttura molto semplice, presenta al suo interno i tipici elementi a imbuto per il deposito coke. Al suo interno è composta da tre livelli, per ognuno dei quali è stata progettata una riqualificazione delle aree, degli spazi funzionali e dei servizi comuni. Lo scopo di creare tutte queste sale è quello di incentivare gli abitanti a trascorrere molto tempo fuori casa così da poter interagire con gli altri ed usufruire di tutti i servizi in comune messi a disposizione. Il piano terra della tramoggia ospita varie sale dedicate agli hobby, quindi un’area interamente dedicata all’arte, la falegnameria e l’utensileria. In questo modo viene offerta una gamma di attività per il tempo libero ed il luogo in cui svolgerle.

The third and final hopper, based on a very simple structure, contains on the inside the typical funnelshaped elements for the storing coke. Inside it is made up of three levels. For each of these a project has been designed for the requalification of the area, of the functional zones and the common services. The aim to create all these rooms is to encourage residents to spend lots of time outside the home, so that they can interact with others and use all the common services that have been made available. he hopper’s ground floor includes various hobby rooms, and consequently an area entirely dedicated to art, carpentry and a tools workshop. In this manner a variety of activities for leisure time is offered, not to mention the place where they can be carried out.

106

106. Servizi presenti nella terza tramoggia

106. Services of the third hopper

75


107

108

107. Render della sala hobby 108. Render del laboratorio fai da te

107. Render of the ricreation room 108. Render of the DIY lab

76


Al secondo piano della tramoggia si trova invece un altro servizio molto utile per una piccola comunità o quartiere: la lavanderia. Si è deciso infatti di sfruttare l’intera area del secondo piano per creare una lavanderia ed un angolo stireria. Al suo interno si trovano diverse postazioni di lavaggio ed asciugatura oltre ad un angolo appositamente attrezzato per stirare. La struttura della tramoggia inoltre prevedeva già una sorta di terrazzamento, che nel progetto è stato adibito a spazio per l’asciugatura dei panni. Nella lavanderia si trova un piccolo angolo caffetteria dove sostare e socializzare nell’attesa dei lavaggi. Infine, il terzo e ultimo piano è dedicato alla palestra e alla piscina. In questo modo i residenti dovrebbero avere a disposizione una buona quantità di servizi, nell’ottica di condivisione ed integrazione auspicata da un sistema di vivere comunitario.

n the second floor of the hopper there is still another very useful service that a small community or neighbourhood can use: the laundry room. In fact, the entire area on the second floor was used to create a laundry room and area for ironing clothes. Inside there are numerous washing machines and dryers in addition to the area set up precisely as a place to iron. The hopper’s structure also includes a sort of terrace, which in the project was assigned as an area for drying clothes out in the open. In the laundry room there is a small coffee area where one can sit and socialise while waiting for their clothes to finish. Finally, the third and final floor includes a gym and a swimming pool. The residents should therefore have quite a lot of services available, with a view towards sharing and integration expected by a system of community living.

109

109. Render della lavanderia. Area lavaggio

109. Render of the laundrymat. Washing area

77


110

110. Render della lavanderia. Angolo caffè e vista della terrazza

110. Render of the laundrymat. Cafè corner and view of the terrace

78


111

112

111. Render della lavanderia. Area stiro 112. Render della palestra

111. Render of the laundrymat. Ironing area 112. Render of the gym

79


5.2. L’AREA RESIDENZIALE L’intera zona abitativa è composta da cinque diverse tipologie di appartamenti. Ognuno di essi è esclusivamente realizzato con strutture metalliche di ship containers che, posizionati in differenti combinazioni, formano residenze singole o familiari. Il progetto si propone di non snaturare l’aspetto dell’area con la realizzazione di consuete edificazioni, ma di integrarlo con l’utilizzo di elementi dal sapore industriale, quali sono i containers.. Essi infatti possono essere modificati, o addirittura sostituiti, in qualsiasi momento. Per salvaguardare le abitazioni dalle infiltrazioni d’acqua, il progetto prevede che gli elementi siano leggermente sollevati dal suolo. Le tipologie delle residenze sono cinque: piccolo bilocale, bilocale, trilocale, quadrilocale e villetta su due livelli. La scelta di progettare queste varianti deriva dalla volontà di creare spazi adhoc per ogni tipo di situazione familiare. Infatti questo cohousing può essere abitato dal singolo studente, dalla famiglia con bambini, dalla coppia di anziani, ecc.. Ognuno degli appartamenti è dotato di ogni servizio necessario.

5.2. THE RESIDENTIAL AREA The entire living area is made up of five different types of flats. Each of these is made exclusively with the metallic structures of ship containers that, positioned in different combinations, form single or semi-detached homes. The project is intended to not distort the aspect of the area by constructing the usual buildings, rather by integrating the area with the use of elements that seem to have an industrial appearance, as occurs with containers. In fact they can be modified, or even substituted, at any time. In order to protect the houses from the penetration of water, according to the project, the elements are placed slightly above the ground. There are five different types of houses: small two-bedroom flats, two-bedroom flats, three-bedroom flats, four-bedroom flats and small two-story small homes. The decision to design these alternatives stems from the desire to create ad hoc homes for every kind of family situation. In fact, this cohousing can be used by a single student, a family with children, an elderly couple, etc… Each one of these flats has every kind of facility necessary.

113

113. Schema rappresentativo delle diverse tipologie di residenze. Composizione con i containers e render

113. Representative scheme of the different types of residences. Containers’ compositions and renders

80


Il più piccolo, formato da due containers da 20 piedi, misura una superficie di 30 m2 all’interno della quale si è progettato un mini appartamento comprensivo di zona giorno con angolo cottura, zona letto e bagno. Questo piccolo appartamento è perfetto per il singolo inquilino . Il bilocale è invece formato da due containers da 20 piedi e un container da 40 piedi, per una superficie totale di 60 m2. Questo modulo è perfetto per coppie o amici e comprende soggiorno, cucina abitabile, camera da letto e bagno. Il trilocale è invece formato da un container da 20 piedi e due container da 40 piedi. Conta un superficie totale di 75 m2 ed è composto da cucina, soggiorno, camera matrimoniale, cameretta e bagno. Il quadrilocale, composto da tre containers da 20 piedi e da due containers da 40 piedi, consta un superficie totale di 105 m2. Questo appartamento è formato da cucina con sala da pranzo, soggiorno, camera matrimoniale, camera con doppi letti singoli e doppi servizi. L’ultimo modulo progettato è un appartamento su due livelli, una sorta di villetta, per una superficie totale di 155 m2. Il piano terra presenta la stessa composizione del quadrilocale ed è composto da cucina con sala da pranzo, soggiorno, camera matrimoniale e doppi servizi.

Il piano superiore invece, composto da un container da 40 piedi e due containers da 20 piedi, presenta due camerette e un bagno e due grandi terrazze che poggiano direttamente sui containers del piano inferiore. Tutti questi moduli sono dotati di accesso privato e sono totalmente immersi nel verde. Alcuni appartamenti, monolocali e bilocali, sono posizionati direttamente sopra la passerella adiacente il Viag. L’accesso è dato attraverso tre ascensori completamente vetrati che portano all’entrata delle residenze.

The smallest one, made up of two twenty-foot containers, measures a surface of 30 square metres within which, there is a mini flat including a living area with a kitchenette, a sleeping area and a bathroom. This small flat is perfect for a single person. The two-bedroom flat instead is made from two twenty-foot containers and a forty-foot container, with a total surface of 60 square metres. This module is perfect for couples or friends and includes a sitting room, a live-in kitchen, a bedroom and bathroom. The three-bedroom flat is formed from a twenty-foot container and two forty-foot containers. It covers a surface of 70 square metres and includes a kitchen, sitting room, master bedroom, small bedroom and bathroom. The four-bedroom flat, made from three twenty-foot containers and two forty-foot containers totals a surface of 105 square metres. This flat includes a kitchen and dining room, a sitting room, master bedroom, a bedroom with two single beds and two bathrooms. The last module designed is a flat built on two floors, a sort of small single home, with a total surface of 155 square metres. The ground floor has the same make up of the four-bedroom flat and includes a kitchen with dining room, a sitting room, a double bedroom and two bathrooms.

Instead, the first floor, made up of a forty foot container and two twenty foot containers, includes two small bedrooms and a bathroom and two large terraces that lie directly on the containers of the floor beneath it. All these modules have independent entrances and are completely surrounded by greenery. Some flats, single- and two-room flats, are positioned directly above the walkway next to the Viag. The entrance is situated between the three lifts completely surrounded in glass that lead to the entrance of the houses.

81


DISEGNI TECNICI RESIDENZE - scala 1:100 TECHNICAL DRAWINGS RESIDENCES - scale 1:100

APPARTAMENTO XS - 30 m2 APARTMENT XS - 30 m2

APPARTAMENTO S - 60 m2 APARTMENT S - 60 m2


DISEGNI TECNICI RESIDENZE - scala 1:100 TECHNICAL DRAWINGS RESIDENCES - scale 1:100

APPARTAMENTO M - 75 m2 APARTMENT M - 75 m2

APPARTAMENTO L - 105 m2 APARTMENT L - 105 m2


DISEGNI TECNICI RESIDENZE - scala 1:100 TECHNICAL DRAWINGS RESIDENCES - scale 1:100

APPARTAMENTO XL - 155 m2 APARTMENT XL - 155 m2


114

114. Render della zona residenziale e delle abitazioni collocate sulla passerella del Viag

114. Render of the residential area and of the houses placed on the Viag footbridge

85


5.3. LE VASCHE E IL VIAG Cerchiamo quindi di dare un’immagine nuova a questo ambiente denso di preesistenze archeologico- industriali, integrando le strutture esistenti con il nuovo progetto, senza sconvolgere l’atmosfera e le memorie del luogo. In questa ottica sono state mantenute e riconvertite anche le vasche limitrofe al Gazometro. La loro grande dimensione, complessivamente di oltre 350 metri di lunghezza, ha generato l’ipotesi di superarle mediante tre passerelle di attraversamento completamente vetrate, quasi una metafora dei ponti sul fiume. Su questo “piccolo Tevere” esse creano il collegamento pedonale tra il gazometro e la zona residenze e servizi. I tre camminamenti sono composti da otto containers da 40 piedi ciascuno. Considerata la loro lunghezza, questi passaggi vetrati potrebbero anche essere utilizzati per installazioni artistiche temporanee.

5.3. THE TANKS AND THE VIAG Therefore, let’s try to give a new image to this location filled with pre-existent traces of archaeological and industrial remains, integrating the existent structures with the new plan, without unbalancing the atmosphere and memories of the site. This is how even the tanks that border the Gazometro were preserved and reconverted. Their huge dimension, more than 350 metres long, lead to the hypothesis of bridging over them by using three walkways completely glassed in order to cross them, a metaphor of a bridge over the river. Over this “small Tiber” they would create115 a pedestrian overpass between the Gazometro and the residence area and services. The three walkways are made up of eight containers that are 40 feet long each. Bearing in mind their length, these glass passages could also be used to temporarily mount pieces of art.

116

117

115. Schizzo prospettiva della vasca e dei ponti 116. Schizzo pianta della vasca e dei ponti 117. Schizzo attraversamento della vasca

115. Perspective sketch of the tank and the bridges 116. Sketch of the tank and the bridges in the area 117. Scketch of the tank’s crossing

86


118

118. Render dei ponti e attraversamenti

118. Render of the bridges and the walkways

87


119

119. Render dei ponti e attraversamenti

119. Render of the bridges and the walkways

88


Un’altra importante struttura della zona è rappresentata dal Viag, il complesso edificio che divide trasversalmente in due l’intera area oggetto dell’intervento. Questo “gigante” rettilineo segna il territorio in modo incisivo sia planimetricamente che altimetricamente. Date la sua imponenza e particolarità, l’edificio assume un ruolo importante in questo progetto e, nonostante se ne preveda una parziale demolizione per l’eccessivo degrado strutturale, vengono utilizzate e reinventate le componenti più significative. La lunghissima passerella sopraelevata sarà attraversata ed anche sormontata da alcuni moduli abitativi, mentre il mastodontico blocco centrale, un tempo forno per il carbone,avrà una riconversione artistica.. Lo skyline volumetrico della parte che sarà demolita rimarrà nella memoria grazie all’utilizzo di installazioni luminose permanenti.

Another important structure in the area is the Viag, the complex building that crosses and divides the total area of intervention in two. This straight “giant” marks the territory in a trenchant manner as regards both the layout and the altimeter. Given its importance and particular traits, the building plays an important role in this project and, despite the fact that it includes a small demolition due to the extreme structural decay, the most significant components are used and re-invented. The very long overhead walkway will be crossed and even surmounted in some of the living modules, while the gigantic central part, at one time the oven for the carbon, will undergo an artistic reconversion. The volumetric skyline of the part that will be demolished will remain in our memories thanks to the use of the permanent lighted installations.

120

120. Render nottuno del Viag illuminato

120. Render during the night of the illuminated Viag

89


capitolo Vi analisi progetto chapter vi analisys of the project


6.1. IPOTESI DI URBANIZZAZIONE DELL’ AREA Dopo aver messe a punto la fase di ricerca e la fase progettuale del cohousing, mi sono focalizzata sull’area urbanistica che stavo andando a trattare cercando di sviluppare diverse ipotesi di urbanizzazione dell’area. L’intero processo si è sviluppata attraverso l’ideazione di una serie progetti urbani, ognuno dei quali comprendeva la divisione dell’area in macroaree tematiche e in diversi percorsi. Tutto questo lavoro di analisi del paesaggio urbano è stato fatto tenendo conto soprattutto di tutte le strutture ed elementi attualmente presenti nell’area. Inoltre ho cercato di migliorare il collegamento dell’intera zona del cohousing, con le vie principali che si sviluppato perimetralmente all’area, come ad esempio via del Commercio e via Ostiense. Questo perchè attualmente l’area è circoscritta ed isolata rispetto al resto della zona, nonostante la sua collocazione strategica.

6.1. THE THEORY OF URBANISING THE AREA After having completed the stage of research and the stage of planning the cohousing, I focused my attention on the urban area that I wanted to deal with, trying to develop various theories on the urbanisation of the area. The entire process was based upon the idea of a series of city projects, each of which included dividing the area into thematic macro-areas and into various programmes. This entire process of analysis of the urban landscape was done bearing in mind mostly all the structures and elements that are present in the area today. In addition, I tried to improve the connection of the entire zone of the cohousing with the main roads that have developed along the perimeter of the area, such as for example the Via del Commercio and the Via Ostiense. This has occurred because today the area is delimited and isolated with respect to the rest of the area, despite it strategic location.

121

121. Schizzi e studi di planimetria urbanistica. Sviluppo ed evoluzione

121. Sketches of urban planning. Development and evolution

91


In funzione di tutti questi elementi, ed osservando il contesto urbanistico, sono giunta alla conclusione che l’ipotesi più funzionale potrebbe essere quella di una disposizione urbanistica dell’area incentrata sul prolungamento della via del Commercio. Questo permette la progettazione di un’area parcheggio per i residenti del quartiere cohousing, con accesso diretto alle loro residenze. Grazie a questa piccola urbanizzazione dell’area si è cercato non solo riqualificare l’area creando un nuovo collegamento, ma anche di dividere internamente l’area del cohousing in aree tematiche: l’area dei servizi, l’area residenziale, il verde, la cultura. L’area sarà inoltre caratterizzata da una forte presenza di verde intorno alle varie strutture e percorsi venutisi a creare.

Depending on all these elements, and observing the urban context, I have reached the conclusion that the most functional theory could be an urban setting of the area that is based on the extended part of the Via del Commercio. This allows for designing a parking area for the cohousing residents to have direct access to their homes. Thanks to this small urbanisation project of the area, an attempt has been made not only to redevelop the area creating a new connection, but also to internally divide the cohousing area by theme: the service area, the living area, the greenery and culture. The area will also be characterised by the strong presence of greenery around the various structures and courses that have been created.

122

122. Schizzo della soluzione finale. Proposta di urbanizzazione dell’area

122. Sketches of the final solution. Proposal of the urbanization

92


6.2. STILE E MATERIALI DEGLI INTERNI Un ruolo importante è rappresentato anche dalla scelta dei materiali, dei colori e degli arredi da usare per gli interni del progetto. Questo progetto di riqualificazione urbana, è collocato in una zona ex industriale, della quale conserva ancora numerose caratteristiche e testimonianze. Per questo motivo, ho pensato che gli interni e gli arredi dovessero allinearsi a questo stile, richiamando l’atmosfera e le sensazioni della zona. I materiali che ho usato sono tutti materiali che richiamano il mondo dell’industria come per esempio il metallo, i mattoni, oppure il cemento, materiali che rappresentano la durezza e la freddezza degli ambienti industriali. Analogamente perciò, anche i colori che troviamo all’interno delle sale comuni, sono tutti colori molto scuri e freddi. Ma lavorando in questa direzione è probabile dare una immagine troppo “da fabbrica” agli interni, ed è perciò auspicabile trovare degli espedienti per “ammorbidire” questo stile così heavy. Ecco quindi la scelta di usare del parquet come pavimentazione, in contrasto con i rivestimenti e gli arredi neri: in questo modo l’ambiente trova un elemento caldo che ne bilancia l’atmosfera.

Allo stesso modo la scelta di contrastare il cemento con colori pastello, rappresenta un espediente per spezzare la monotonia del grigio senza però indebolire il carattere industriale.

6.2. THE STYLE AND MATERIALS FOR THE INTERIOR DESIGN Another important role is represented by the choice of materials, colours and furnishings used for the project’s interior decoration. This project of urban redevelopment is located in a former industrial zone, the characteristics and testimonies of which are still conserved. For this reason, I believe that the interior design and furnishings should follow this style, recalling the atmosphere and sensation of the area. The materials that I used all recall the industrial world such as for example metal, bricks, or even cement – all materials that represent the rough and cold industrial atmosphere. Therefore, likewise the colours that are used in the common rooms are all dark and cold. However, following this tendency it is probable that the interior decor will look too much like a “factory”, and for this reason resorting to other tones should be preferred to “soften” this style that is so harsh. For this reason it was decided to use wood flooring to contrast with the black upholstery and furniture: in this manner, the room contains a warm element that balances out the atmosphere.

Just the same, the choice to contrast the cement by using pastel colours represents a way to break up the monotony of grey without weakening the industrial look though.

93


material: concrete

material: black resin

material: different plastics

material: teak parquet

material: bricks

material: metal

material: white corian

94


6.3. ARREDI UTILIZZATI Anche gli arredi fanno la loro parte di coprotagonisti in questa rappresentazione progettuale. La maggior parte degli arredi utilizzati appartengono all’azienda Vitra. Numerose nei vari ambienti arredati sono le Eames Chair, nelle loro diverse composizioni e colorazioni. Anche le Panton Chair sono molto presenti, sia nella versione standard che in quella Junior. All’interno del progetto sono presenti anche elementi custom come ad esempio la libreria-gioco della ludoteca, o l’intera struttura presente nell’area barbecue. Gli arredi ed i complementi, con le loro forme tendono a contribuire ed accentuare lo stile industriale degli interni.

6.3. THE CHOICE OF FURNISHINGS The furnishings also play an important role in this project representation. The majority of the furnishings used are of the Vitra company. Throughout the various furnished rooms there are numerous elements from Eames Chair, in a variety of arrangements and colours. Even many Panton Chair products are present, both in the standard version as well as the Junior one. Included in the project are also custommade elements such as for example the book and game- shelf in the game room, or the entire structure present in the barbeque area. Through 123 their forms, the furniture and accessories tend to contribute and accentuate the industrial interior design style.

124

123. Eames Plastic Chair, Charles Eames, 1950, Vitra. Varie tipologie 124. Panton Chair, Verner Panton, 1949-1950, Vitra. Varie tipologie

123. Eames Plastic Chair, Charles Eames, 1950, Vitra. Different types 124. Panton Chair, Verner Panton, 1949-1950, Vitra. Different Types

95


capitolo Vii conclusione chapter vii conclusion


La nostra società recentemente si sta sensibilizzando verso certi aspetti comunitari con scambi di servizi, idee ed esperienze. Per questo motivo la richiesta di cohousing è in aumento, così come le persone che scelgono di vivere abbracciando questa filosofia. Questo nuovo modo di abitare e di convivere può essere una risposta innovativa alla società e allo stile di vita attuale. Il cohousing offre la possibilità di staccarsi un po’ da mondo frenetico e di tornare ad instaurare rapporti con il vicinato condividendo le risorse e i servizi. Questo tipo di quartieri sociali è dotato anche di aree verdi e si producono e coltivano i prodotti a pochi passi dalla propria abitazione, senza alcun costo aggiuntivo. Il cohousing è veramente una risposta innovativa, in grado di unire la tradizione perduta dei luoghi comuni per l’incontro e la condivisione, e il rispetto dell’ambiente. Queste nuovo modo di abitare inoltre stimola il senso di appartenenza ad una comunità e promuove una reciproca collaborazione così da migliorare lo stile di vita quotidiano.

125

Ed anche se non esistono due progetti identici di cohousing nel mondo, poiché sono progetti unici e irripetibili, alla base di questi quartieri troveremo sempre le stesse caratteristiche e gli stessi obiettivi: CONDIVISIONE E SOCIALIZZAZIONE PER UN VIVERE PIU’ SANO. Questo è stato il motivo che mi ha spinto principalmente ad avventurarmi in questo mondo e a sceglierlo come tipologia progettuale per il mio lavoro finale. Il cohousing incarna molti principi di un vivere sano che purtroppo oggigiorno stanno andando a perdersi sempre di più. Spero che con questo progetto ci si avvicini a questo mondo solidale, e soprattutto spero possa essere di aiuto alla diffusione di questo concetto.

Recently our company has become more aware of certain community aspects with the exchange of services, ideas and experience. For this reason the number of requests for cohousing is increasing, just as is the number of people who choose to live according to this philosophy. This new way of inhabiting and living together can be an innovative answer for society and today’s lifestyle. Cohousing offers the possibility to step back from this hectic life and go back to establishing relationships in the neighbourhood through sharing resources and services. This kind of social neighbourhood is also provided with green areas and produce is planted and grown close to home, without any additional costs.

Cohousing is truly a groundbreaking response that is capable of combining the lost tradition of common areas for meeting and sharing with others with respect for the environment. This new way of living also stimulates the sense of belonging to a community and promotes reciprocal cooperation with the aim of improving everyday life style. And although there are no two identical cohousing projects in the world, precisely because they are unique and inimitable designs, these neighbourhoods are all based on the same characteristics and have the same goals: SHARING AND SOCIALISING TO LIVE HEALTHIER LIVES. This is the reason that essentially inspired me to embark upon this adventure into this world and choose it as the type of project for my final paper. Cohousing embraces many principals of a healthy lifestyle that is unfortunately fading away more and more these days. I hope that through this project it is possible to verge upon this sympathetic sphere, and above all I hope that that it may be of aid in making this concept better known.

126

125. E’ ora di condividere 126. Socializzare e condividere

125. It’s time to share 126. Socializing and sharing

97


capitolo Viii bibliografia chapter viii bibliography


LIBRI BOOKS

SITI WEB WEBSITES

- Guidotti Francesca, Ecovillaggi E Cohousing: Dove Sono, Chi Li Anima, Come Farne Parte O Realizzarne Di Nuovi. Terra Nuova Edizioni, 2013.

- www.informagiovani-italia.com/cohousing.htm

- Lietaert Matthieu, Cohousing E Condomini Solidali: Guida Pratica Alle Nuove Forme Di Vicinato E Vita in Comune Con Allegato Il Documentario “Vivere in Cohousing”. AAM Terra Nuova, 2007. - Studio Tamassociati. Vivere Insieme: Cohousing E Comunità Solidali: Le Chiavi E La Cassetta per Costruire Un Nuovo Modo Di Abitare. Altreconomia, 2012. - Garrido Luis De. Green Container Architecture 3. Monsa, 2015. Boundaries, international Architectural Magazine. Container Architecture. OctoberDecember, 2012. - AR: Architetti Roma, La Grande Bellezza. Dicembre, 2014.

-http://cohousingsiamonoi.blogspot.it/2012/11/ spazi-e-servizi-comuni-nei-cohousing.html

-http://www.zen17279.zen.co.uk/CCTHC_ project.htm -http://www.italoeuropeo.it/news/164-economianews/4275-londra-il-villaggio-dei-container-city

- www.cohousingbologna.org - www.cohousing.org.uk/community-project

-http://www.industrialeweb.com/archeologiaindustriale-gazometro/

- www.stolplyckan.nu

-http://romatevere.hypotheses.org/555

- www.wandelmeent.nl

-http://www.06blog.it/post/4878/gazometro-ilmoderno-colosseo-da-valorizzare

- www.kommune-niederkaufungen.de - http://www.eudomia.com/container-abitativi -http://www.digsdigs.com/2-weekend-moderncontainer-small-house/ -http://www.freitag.ch/media/stores/zurich -https://www.zuerich.com/it/visitare/attrazionituristiche/freitag-tower

99


ringraziamenti Desidero innanzitutto ringraziare il mio relatore, il professor Andrea Nannetti, per la sua disponibilità e per aver dedicato numerose ore alla mia tesi, per avermi fatto avvicinare al mondo del Cohousing e per avermi consigliato e appoggiato nel mio progetto. Ringrazio inoltre il mio co-relatore, nonché Direttore dell’Accademia Italiana, il professor Filippo Pernisco, per essersi dimostrato disponibile e per avermi incitato ad osare sempre di più nei miei progetti. Un sentito grazie ai miei professori per avermi accompagnata e aiutata a crescere in questi tre anni accademici. Un ringraziamento speciale va alle persone che hanno condiviso con me questa bellissima avventura, le mie compagne di corso. Grazie ad Alice e Martina, per la loro amicizia e per il loro affetto, dimostratomi anche nei momenti meno facili; grazie per essere cresciute insieme e per avermi sempre sostenuto e incoraggiato: grazie Pallette per aver reso speciale questi tre anni. Grazie di cuore alla mia famiglia per essermi sempre stata accanto e presente in tutti i miei progetti. Grazie al mio fidanzato, Andrea, per il suo fondamentale sostegno e per aver creduto in me. Grazie a tutti per aver reso questi anni un’esperienza indimenticabile.

100


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.