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La Mia Esperienza alla Divina Vicinanza di Bhagavan Srivilas Suri
LA MIA ESPERIENZA ALLA DIVINA PRESENZA DI BHAGAVAN
Srivilas Suri
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STUDIAVO A MADRAS (CHENNAI) per ottenere la laurea. Dato che, nel mio college, avevo guadagnato una buona reputazione come giocatore di cricket e tennis, venni selezionato per rappresentare l’università in tali sport. Questo mi impediva una frequenza minima, ma il preside mi assicurò che, poiché avevo portato credito al college, ero esonerato dal frequentare molte lezioni.
Quando furono annunciate le date degli esami, mi fu negato l’ingresso nella Casa dello Studente per la mancanza della frequenza minima. Ero sconvolto e protestai con veemenza, ma fu inutile. Non partecipai alla cerimonia di premiazione al college e rimuginavo su ciò che dovevo fare. Promossi un’azione legale contro la Dirigenza del College. Questo avvenne nel 1959.
Il Mio Primo Incontro con Swami
Fu durante la visita di Sri Sathya Sai Baba alla casa del dottor Suri Bhagavantam, un mio zio, a Bangalore (Bengaluru) che mio padre venne presentato a Baba che lo invitò ad andare a Prasanthi Nilayam per i festeggiamenti di Sivarathri.
Mio padre mandò a dire (a quei tempi, i telefoni erano rari) che progettava una visita a Prasanthi Nilayam per assistere alle celebrazioni di Sivarathri tenute da Sri Sathya Sai Baba, e mi chiese di recarmi a Kolar Gold Fields (luogo di miniere aurifere, dove ero nato). Stava progettando di viaggiare in macchina. Ero elettrizzato perché riuscii a guidare a lungo e raggiunsi il KGF. Non ero a conoscenza del fatto che Sri Sathya Sai Baba vivesse a Prasanthi Nilayam, a Puttaparthi, e che mio padre fosse interessato a vederLo.
La mattina di Sivarathri del 1959, penso fosse febbraio, partii in macchina per Puttaparthi assieme ai miei genitori. Non c’era una strada adeguata tranne un percorso fangoso. Dopo aver perso la direzione per il villaggio di Puttaparthi, e dopo molte domande informative,
raggiungemmo Prasanthi Nilayam verso le 12. Era in allestimento una Puja per una statua di Shirdi Sai Baba in un capannone di lamiera, e riferirono che Sri Sathya Sai Baba aveva eseguito il Vibhuti Abhishekam materializzando Vibhuti con l’ondeggiamento della mano. Non vedemmo tutto ciò perché eravamo arrivati tardi. C’era una piccola folla di circa 500/600 persone. In quei giorni, non c’erano stanze per ospitare le persone che giungevano a Prasanthi Nilayam. Passammo il pomeriggio in macchina e poi ci recammo al capannone per i Bhajan del pomeriggio e il Discorso. Sri Baba, a cui tutti si rivolgevano come Swami, sedeva su una poltrona imbottita e si muoveva dondolando sulle note dei Bhajan. All’improvviso, ebbe delle convulsioni e, con evidente dolore sul viso, iniziò a tirar fuori dalla bocca dei piccoli Siva Linga! Quel pomeriggio ne fece uscire circa 9. I Bhajan continuarono, ma Swami si ritirò nella Sua stanza. I miei genitori trascorsero la notte nella veranda di un devoto e io dormii in macchina, chiedendomi continuamente chi fosse quell’uomo e che cosa stesse facendo.
Ero perplesso e confuso per l’accaduto. Chi era questa persona minuta, vestita di una Jubba arancione (un lungo indumento somigliante a una tunica a maniche lunghe), che copriva completamente il Dhoti color arancione, con una massa di ricci capelli scuri simili a un’aureola attorno al viso? Pensai che fosse un mago che ingannava le persone con la sua magia per attirarle e ottenere denaro da loro. Ma i miei genitori erano totalmente persi in questo fenomeno.
Il giorno seguente, Swami iniziò a chiamare ognuno per un colloquio personale, che veniva chiamato “interview”. In seguito, dovetti apprendere quanto prezioso e inestimabile fosse questo colloquio. Swami affrontava i problemi personali di ognuno parlando con loro nella stanza e fornendo soluzione e conforto. Prasadam e Vibhuti vennero distribuiti personalmente da Lui assieme alla stampa a colori di una Sua foto. I miei genitori ebbero il loro colloquio, ma io non venni chiamato. Swami disse che Gli sarebbe piaciuto parlare personalmente con me. Mi chiesi di che cosa avrebbe parlato!
Quando fui chiamato da Lui, mi chiese che cosa stavo facendo a Chennai. Gli risposi che stavo studiando per la laurea. Egli disse: “No, stai sprecando il tuo tempo e stai andando a vedere dei film di una diva cinematografica. Ti sei rovinato la salute con il cibo dell’hotel e hai sviluppato un’ulcera.” Riimasi sbalordito oltre ogni immaginazione! Chi aveva detto a Swami della mia salute e del mio andare al cinema quando ero a Chennai? Stava cercando di ottenere una risposta da me? Perfino i miei genitori non erano a conoscenza di quello che stavo facendo a Chennai. Qualcuno aveva forse parlato a Swami di me? Ma perché avrebbe dovuto dirlo a Swami? Ero pieno di ogni sorta di dubbi.
Poi disse: “Voglio che tu torni dopo aver lasciato i tuoi genitori. Ero scioccato e mi chiedevo se avesse dato loro questa informazione su di me. Non so che cosa mi spinse a tornare, anche dopo che aveva rivelato i miei modi di vivere a Chennai. Tornai.
Nel frattempo, mio padre si ritirò dal KGF e, su consiglio di Swami, si associò alla Commissione per l’Energia Atomica come Direttore Generale delle Operazioni Minerarie a Jaduguda, un luogo a 30 km da Jamshedpur.
Swami Guarisce la Mia Ulcera
A quel tempo, il viaggio verso Prasanthi
Nilayam era molto difficoltoso. Da Bengaluru, si doveva prendere un treno per Hyderabad alle 10 di sera e scendere alla stazione di Penukonda verso le 2,30 del mattino. Dalla stazione, bisognava camminare per circa due chilometri per raggiungere la fermata dell’autobus. Il primo autobus partiva da Penukonda alle 6 del mattino e raggiungeva Bukkapatnam verso le 8. Durante il viaggio, i locali criticavano Swami dicendo che era un truffatore che imbrogliava la gente e dissuadevano le persone dal visitare Prasanthi Nilayam. Dopo aver raggiunto Bukkapatnam, si doveva proseguire lungo il lago di Kothacheruvu, ancora per 2 chilometri, per raggiungere infine Prasanthi Nilayam. Dal balcone del primo piano, Swami contava il numero di persone che arrivavano in un particolare giorno. Erano non più di 10. Chiedeva loro di fare un bagno nel fiume Chitravathi nelle vicinanze e di andare ai Bhajan. Bisognava raccogliere l’acqua dal fiume Chitravathi con dei mestoli perché era pieno di sabbia. In quei giorni, non c’erano bagni o servizi igienici.
Durante uno dei miei viaggi, andai con mio cognato che stava pensando di cambiare sede di lavoro da Bengaluru a Bhopal, ma Swami lo consigliò di rimanere a Bengaluru e di assumere un nuovo incarico con la nuova Government Electric Factory in fase di costituzione con la collaborazione tedesca.
Dopo il colloquio, Swami chiese alle persone del gruppo se pensavano di partire la sera stessa. Il cibo nella mensa di quei giorni era per un numero limitato di persone e, se si arrivava in ritardo, non ne restava. Le bancarelle esterne erano molto poco igieniche, ed era impossibile mangiare lì, perché gli alimenti erano pieni di aglio e peperoncino in polvere.
Stessa cosa sarebbe accaduta durante il ritorno. Venne perciò presa una parvenza di cibo e il viaggio verso la stazione di Penukonda iniziò. Fu necessario attendere lì il ritorno del treno Hyderabad-Bengaluru, che sarebbe arrivato intorno alle 2 del mattino per raggiungere Bengaluru alle 6. Dato che in quei giorni non c’erano le prenotazioni, bisognava entrare a fatica negli scompartimenti di prima classe attraverso le altre classi. Un rituale molto faticoso!
Che cosa mi spingeva a sopportare questo calvario ogni volta che visitavo Prasanthi Nilayam? Che cosa mi stava attraendo verso Swami come una calamita? Perché stavo andando da Lui anche dopo che mi aveva smascherato? Non avevo risposte. Durante una delle mie visite a Prasanthi Nilayam, Swami mi chiese: “Perché arrivi in questo modo? Vieni oggi, ti curerò l’ulcera.” Non avevo neppure fatto il bagno e stavo aspettando di prendere congedo da Swami. All’improvviso Swami mi chiamò dentro e disse: “Bangaru, Neevu Chaala Rozulunundi Kadupu Noppito Bhada Padutunnavu. Inka, Eeroju Nunchi Nee ulcers Nenu Nayam Chesthanu” (soffri di mal di stomaco da molti giorni; da oggi ti curerò l’ulcera). Materializzò della Vibhuti, mi chiese di fare un respiro profondo e me la mise in bocca. Poi disse: “Eeroju Nunchi Nuvvu Gongura Avakai Kharam Anta Thinavacchu” (da oggi puoi mangiare tutti i sottaceti che vuoi).
Uscii dalla stanza in uno stato di shock e stordimento! Partii per Bengaluru in viaggio verso Chennai per il mio esame e scrissi a mio padre di questo strano miracolo di Swami. Dopo l’esame, andai a Jamshedpur per stare con i miei genitori. Non credendo di essere guarito dall’ulcera, non toccai i sottaceti.
Alla Divina Vicinanza di Bhagavan
Giunse Dasara e io fui a Prasanthi Nilayam prima dell’arrivo dei miei genitori. Mentre concedeva un colloquio ai miei genitori, Swami disse: “Kolar (è così che si rivolgeva a mio padre), hai sei figli; perché non Mi dai questo figlio? Mi prenderò cura di lui.” Mio padre accettò immediatamente senza nemmeno consultarmi e fu così che, nel 1960, rimasi a Prasanthi Nilayam. Mi chiamò da parte e disse: “Yemi Nuvvu Inka Naa Meeda Nammakamu Leda? Yenduku Avakai Gongura Tinatalledu” (non hai fede in Me? Perché non mangi i sottaceti?)
Lasciando da parte i miei dubbi, dal 1960 cominciai a mangiarli e, fino a oggi, la mia ulcera non è riapparsa! Mentre ero a Prasanthi Nilayam, ricevetti una lettera di nomina come impiegato, in quota sportiva della State Bank of India, per uno stipendio base di 175 rupie più una diaria di 50, per un totale complessivo di 225 rupie! Informai mio padre che disse: “Fai tutto ciò che Swami vuole che tu faccia.” Riferii a Swami dell’offerta di lavoro ed egli mi chiese: “Tuo padre manderà 225 rupie ogni mese per il tuo soggiorno a Prasanthi Nilayam? Se non lo farà, ti darò Io ogni mese 225 rupie per la tua permanenza.” Non seppi dare risposte e mi meravigliai della Sua e del motivo per cui dovette farlo.
La Vita a Prasanthi Nilayam in quei Giorni
A KGF ero abituato al lusso dell’acqua calda e del bagno. A quel tempo, a Prasanthi Nilayam non c’erano né gabinetti né bagni. Io, però, ero abituato a fare il bagno solo con acqua calda anche in estate. Così, riuscii a individuare una famiglia, all’esterno di Prasanthi Nilayam, che mi avrebbe dato l’acqua calda per 25 paise. Non c’era elettricità nelle case del villaggio e, nella penombra del primo mattino, quando mi radevo, controllavo ogni volta le mie guance per verificare se mi fossi rasato bene! Dopo un rapido bagno, mi recavo vicino al portico della veranda per il Darshan del mattino.
Il Nagar Sankirtan si svolgeva a Prasanthi Nilayam alle 5 del mattino e tutti dovevano partecipare dopo aver fatto il bagno. Ero un dormiglione e non partecipavo mai al Nagar Sankirtan.
Mi fu chiesto di dormire vicino all’ingresso della stanza dei colloqui assieme ad altri due volontari. Swami veniva spesso giù, ci oltrepassava e faceva una passeggiata nel portico prima di tornare nella Sua stanza al piano di sopra. Non ce ne accorgevamo e il giorno seguente Swami ci rimproverava per aver dormito così profondamente, ignari delle sue visite notturne.
Una volta fu organizzata una cerimonia scolastica a Dharmavaram in cui Swami avrebbe parlato. I villaggi e le città intorno a Puttaparthi erano governati da membri della sinistra e Dharmavaram non faceva eccezione. Qui, il preside era il fratello maggiore di Swami. Egli aveva organizzato un autobus per gli abitanti di Prasanthi Nilayam per partecipare alla riunione, e, assieme a me, altre due persone furono messe a sorveglianza dell’autobus. Gli oppositori cominciarono a disturbare l’incontro non appena Swami iniziò a parlare. Swami era preoccupato che le azioni di disturbo potessero diventare violente e, nell’andare via, dette istruzioni affinché gli abitanti di Prasanthi Nilayam fossero portati indietro in tutta sicurezza. Egli aspettò alla periferia di Dharmavaram e se ne andò solo dopo che l’autobus ebbe sorpassato la Sua auto.
In quei giorni, c’era carenza di volontari e solo in pochi facevano i lavori che Swami prescriveva. Un giorno, i devoti servivano alla mensa, il giorno dopo aiutavano in cucina, un altro giorno pulivano i locali
e un altro ancora erano Dwarapalaka (guardiani) vicino alla stanza delle udienze.
A quel tempo, c’erano due grandi capannoni. Uno era riservato alle donne residenti a Prasanthi Nilayam, mentre l’altro era destinato ai devoti che venivano per il Darshan. Non vi era alcuna restrizione sul numero di giorni di permanenza, ma venivano poste domande per sapere se le persone rimanessero continuamente per mesi, poiché c’era la possibilità che elementi antisociali o criminali si nascondessero nei locali per sfuggire all’arresto.
Era normale per Swami dare denaro e medicine ai bisognosi nel capannone dove avevano preso riparo dopo essere diventati dei senzatetto o donne vedove senza un rifugio. Essi godevano della benevolenza di Swami. Swami teneva molte merci nel capannone delle donne. Era di regola che nessun giovane vi entrasse senza essere accompagnato da Surayya o da qualsiasi altra persona anziana. Venni incaricato del compito di dare denaro o medicine a tali donne. Andavo non accompagnato da una persona anziana. Le donne protestarono del fatto che un giovane (allora avevo appena 20 anni) entrasse nel capannone, mentre le esse si stavano vestendo o stavano dormendo. Tramite la sorella maggiore di Swami, fecero richiesta affinché non potessi entrare nel capannone delle donne.
A seguito delle lamentele su di me, un giorno Swami convocò una riunione dei residenti che vivevano nei due capannoni. All’incontro c’erano più donne che uomini. Swami rimproverò aspramente le donne dicendo che erano discendenti di demonesse e, in virtù dei loro meriti nelle vite precedenti, godevano ora della grazia di Swami. Avevano avuto la possibilità di correggere il loro comportamento, ma si lamentavano sempre le une delle altre e combattevano tra loro. Inoltre, non avevano mai concesso un posto ai nuovi arrivati e occupavano la prima fila nei Bhajan o in una riunione come fosse una questione di diritto. Swami disse alle donne che non avevano il diritto di accusare quel giovane (intendendo me) che era stato mandato da Lui e che non avrebbe intrapreso alcuna azione in base alla loro denuncia. Così, con parole molto forti, ammonì le donne e mi diede un lasciapassare. Non sono forse benedetto? Non mi riempii di ego per il lasciapassare di Swami. Decisi invece di servirLo in qualsiasi incombenza Egli volesse che Lo servissi!
I devoti lentamente iniziarono ad aumentare e le udienze, sia di mattina sia di pomeriggio, duravano tre ore. Per tutto il tempo, ero solito stare in piedi per oltre tre ore al mattino e due ore il pomeriggio, fuori della stanza, controllando i devoti. Molte volte, saltavo il pranzo in mensa e mi nutrivo di qualcosa di commestibile fuori dei locali. Poi iniziò ad arrivare una marea di devoti di Mumbai.
Sviluppai una relazione cordiale con le sorelle di Swami e Suo cugino, Sri Kishtappa. Raramente interagivo con Suo fratello, Sri Janakiramaiah, dato che era molto impegnato a presenziare al lavoro di Swami. Egli si recava da Swami per cercare guida e consiglio. A volte, nel caso non avessi potuto pranzare alla mensa, le sorelle di Swami mi servivano il pranzo. Durante la mia permanenza al Nilayam, ebbi la fortuna di incontrare i genitori di Swami. (Continua nella prossima pubblicazione...)