A scuola da Fuoriclasse

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Un libro gioco per affrontare i mostri della dispersione scolastica

A scuola da


La presente pubblicazione si inserisce all’interno di “Fuoriclasse: un progetto di contrasto alla dispersione scolastica”. Il progetto ha l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica attraverso la promozione del benessere scolastico per far sì che gli studenti frequentino la scuola con maggiore motivazione e con un migliore rendimento scolastico, attraverso interventi di educazione formale e non formale dedicati a studenti, docenti, famiglie. A Torino, Fuoriclasse si svolge nei quartieri di Falchera, Pietra Alta, Barriera di Milano e Cenisia e coinvolge dieci classi degli Istituti Comprensivi Da Vinci e Racconigi. Per l’implementazione del progetto sul territorio torinese, Save the Children Italia Onlus si avvale della collaborazione delle associazioni Libera e Gruppo Abele e della cooperativa E.D.I..

dalla scuola* se non viene conosciuto e fronteggiato con l’aiuto del gruppo classe e degli adulti di riferimento. Dopo aver dato forma al proprio “mostro della dispersione scolastica”, ciascuna classe ha quindi riflettuto insieme sui possibili modi per affrontarlo. I bambini, divisi in gruppi a seconda delle proprie inclinazioni e passioni (disegnatori, narratori, creatori di giochi), sono quindi passati a disegnare i personaggi, preparare i giochi e narrare le storie, tutto in maniera partecipata. I bambini, veri “esperti” della scuola perché quotidianamente alle prese con le difficoltà dell’avventura scolastica, hanno messo a disposizione il loro immaginario e il loro prezioso punto di vista per sensibilizzare i propri coetanei sull’importanza di completare con successo (e con serenità) il percorso scolastico, in un’ottica di educazione tra pari.

Save the Children Italia Onlus Via Volturno, 58 • 00185 Roma +39 06 4807001 /+39 06 48070039 info.italia@savethechildren.org

Torino, Maggio 2015

Pubblicato da: Save the Children Italia Onlus

Progetto grafico: Elisa Zambelli Font: Zenon © Riccardo Olocco

uesto libro gioco è il frutto del lavoro che i bambini del quartiere Falchera di Torino, che hanno partecipato al progetto Fuoriclasse (classi primarie del plesso Neruda e Ambrosini dell’I.C. Da Vinci), hanno portato avanti durante i laboratori in classe, accompagnati dai nostri formatori e dagli insegnanti. I bambini hanno riflettuto, discusso, giocato e disegnato per individuare quali sono gli aspetti (relazionali, emotivi ma anche più strutturali e organizzativi) che impediscono a loro e a tutti i bambini di poter andare a scuola con serenità, entusiasmo e motivazione. Nascono così i “mostri della dispersione scolastica” che conoscerete durante la lettura di questo libro gioco. Ogni bambino ha creato una parte del mostro sintetizzando in un’immagine

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arney e Silverman, 1996, Bowlby, 1975).

scia; in letteratura si parla di rifiuto scolare (Ke-

e vissuta come un peso che può generare ango-

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pita come luogo che genera ansia, viene evitata

tarsi con il mondo della scuola la quale, perce-

scenti, possano incontrare difficoltà a rappor-

* Capita frequentemente che, bambini e adole-

Ed ora, la parola ai bambini: “Abbiamo scelto di raccontare tre storie che riguardano alcuni problemi della scuola che possono incontrare i bambini che vivono in un quartiere e in una città come la nostra. Alla fine di ogni capitolo sarete voi a scegliere quale sarà il percorso e come finirà ogni storia. Nel libro gioco troverete anche alcuni articoli della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che secondo noi possono aiutare a vivere meglio l’esperienza scolastica. Divertitevi a leggerle e a giocare come ci siamo divertiti noi a crearle!”

con ciò che della scuola più lo spaventa o lo preoccupa, incidendo negativamente sulla percezione di ciò che definiamo come benessere scolastico: “il mostro ha la coda perché quando ho le interrogazioni sono nervosa e batto i piedi come il mostro fa con la coda”, “una bocca malvagia per chi sparla dei propri compagni”, “una testa piena di numeri senza senso come la matematica spiegata male”, “ un cuore ferito e con il teschio per l’invidia, la maleducazione, le parolacce, le prese in giro”. Le difficoltà più grandi, le paure più profonde, i bisogni che reclamano di essere soddisfatti, il disagio del non essere capiti o accettati durante il percorso scolastico per i bambini diventano un vero e proprio mostro che intimorisce, paralizza e allontana

il punto di vista dei bambini: i mostri della dispersione scolastica e le risorse per affrontarli

Si ringraziano: Tibisay Ambrosini, Camilla Caccia Dominioni, Paola Pellegrino, Cristina Garavoglia, Marco Braga e tutte le insegnanti delle classi coinvolte.

Il libro gioco è stato progettato dalle classi 4a, 4b e 4c dell’Istituto Comprensivo Da Vinci (scuole primarie, plessi Neruda e Ambrosini).


Art. 29 Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Victoria

Giovanni detto Giò

I personaggi della storia

Sofia e Andrea

giochi

Gloria Khalid Alessio Michele Barbara

storia

disegno

Daniele Alessandro B. Jiajie Hillary Youssef Serena Ayman Chiara Alessandro S. Yasmine

V *

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Il maestro Pietro

Una storia ideata, scritta e illustrata dalla classe 4a

Mi racconto per non perdermi

Hai diritto ad una educazione che sviluppi la tua personalità, le tue capacità e il rispetto dei diritti, dei valori, delle culture degli altri popoli e dell’ambiente.

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Brava Victoria! Che regola hai usato? le chiede il maestro Pietro. La ragazza però non riesce a rispondere. Non importa, vai pure a posto... Victoria torna a posto un po’ triste per non aver saputo rispondere. Il maestro la vede e le dice: Tutto bene? Non avere paura di sbagliare, molti tuoi compagni hanno difficoltà nel parlare. Se vuoi, al cambio d’ora, puoi presentare un po’ te stessa e il tuo paese e io traduco quello che racconterai .

Victoria è una bambina nata e cresciuta in Nigeria. Si è trasferita da poco in Italia e non parla ancora tanto bene l’italiano. Frequenta la quarta elementare. A volte, la mattina, cerca di convincere i genitori a non farla andare a scuola perchè ha paura di sbagliare e poi c’è Giovanni che la prende sempre in giro. Per fortuna ci sono i suoi amici e vicini di casa, Sofia e Andrea. Un lunedì mattina, alla prima ora, ha la lezione di matematica. Victoria riesce a seguire la lezione alla lavagna, ma ad un certo punto il maestro chiede alla classe di risolvere una divisione alla cattedra. Nessuno, tranne Victoria, alza la mano per rispondere. Lei il risultato lo sa, ma ha paura di pronunciare male i numeri. Così si alza e scrive il risultato alla lavagna.

Capitolo 1

Pensi che Victoria rinuncerà?

Pensi che Victoria voglia provare a presentarsi alla classe?

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capito

Victoria rimane in silenzio perché ha troppa paura di sbagliare e che gli altri la prendano in giro. Il maestro passa quindi alla lezione di scienze e verso la fine dell’ora chiede alla classe: Ragazzi, è chiaro per tutti? Alcuni rispondono di sì, altri fanno domande e Victoria è molto invidiosa di come i suoi compagni riescono a capire a e a farsi capire in una lezione così difficile! Pensa che forse nell’intervallo proverà a parlare con i suoi amici Andrea e Sofia in modo che possano dire ai compagni, come Giovanni, di smettere di prenderla in giro e di farla sentire in imbarazzo perché non sa parlare. Victoria ha però paura che poi i suoi amici lo dicano in giro.

Capitolo 3

Vai al

pace parlare uguaglianza spensieratezza comprensione rispetto amicizia rispetto lingua sentimenti

Aiuta Victoria a trovare le parole giuste per superare le proprie difficoltà!

Il cruci puzzle

Gioco

Capitolo 2

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pitolo 6

Pensi che Victoria ne parlerà con i suoi amici?

Vai al ca

Pensi che Victoria non ne parlerà con i suoi amici?

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Durante la lezione di scienze Victoria non capisce molte cose. Il suo compagno di banco e amico Andrea le deve spiegare alcune parole che lei non conosce, ma Giovanni è infastidito e dice: Fate silenzio che non capisco nulla! I due amici, per evitare di essere sgridati dal maestro, smettono di parlare. La ragazzina ora non capisce quasi nulla della spiegazione. Victoria, ma cosa fai? Ti guardi attorno come una bambina piccola, ahahaha! esclama Giovanni. Tutti si mettono a ridere tranne i suoi due veri amici. Cosa avete da ridere? chiede arrabbiato il maestro. Non starete per caso prendendo in giro la vostra nuova compagna? E poi continua Victoria, non avere paura di sbagliare. Hai tutto il diritto di farlo e se qualcuno non ti rispetta dovrà fare dei compiti di punizione.

Capitolo 5

Victoria ha trovato le parole giuste, ma il maestro non ha il tempo per farla presentare a tutta la classe. Ora c’è l’intervallo di metà mattina e Victoria lo passa ad ascoltare i suoi amici e a ridere quando Andrea fa le battute. Dopo un po’ incontra il suo compagno Giovanni che le dice: Stai sempre zitta. Secondo me non sai parlare l’italiano. Non devi venire a scuola perché sei un’ignorante . Victoria si arrabbia moltissimo, ma non lo fa vedere. Così va dai suoi amici e spiega cosa le ha detto quell’antipatico. Non ascoltarlo – le dice Sofia – è solo un maleducato, prova a dirlo al maestro. Anche se sbagli sono sicura che non ti sgriderà e se qualcuno ti prende in girò sarà sgridato lui .

Capitolo 4

Se vuoi al cambio d’ora puoi presentare un po’ te stessa e il tuo paese e io traduco, così i tuoi compagni ti conosceranno meglio .

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Pensi che Victoria rimarrà in silenzio tutto il giorno per la paura?

Vai al capitolo 2

Pensi che Victoria reagisca e provi a superare la paura?

Pensi che Victoria reagirà spintonando gli altri ragazzi?

Pensi che Victoria parlerà lo stesso con il maestro?

Ma, appena Sofia si allontana per andare a salutare una sua amica, un gruppo di alunni si avvicina a Victoria e le dice di farsi gli affari propri che tanto anche se parlasse non la capirebbero. Tutti ridono, ma Victoria è arrabbiatissima e vorrebbe reagire con violenza, anche se sa bene che verrebbe punita.

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Victoria nell’intervallo dopo pranzo gioca con i suoi amici a nascondino, poi dopo un po’ gioca a basket. Giovanni, insieme ad altri suoi amici, la prende in giro per come Victoria chiama il nome “Sofia” dicendo: Sovìa Sovìa . Tutti si mettono a ridere. Sofia si avvicina alla sua amica e le dice: Non è importante come pronunci il nome ma è importante che ci vogliamo bene. Giovanni però continua. Ma chi se ne frega tu parli come una bambina piccola. Ahahah! I maestri non vedono la scena e non intervengono. Victoria pensa che sarebbe giusto dare una bella lezione a quei ragazzi che la prendono in giro anche se sa che verrà punita dai maestri.

Capitolo 7

Vai al ca pitolo 7

Rispondi al quiz per aiutare Victoria a raccontare le sue emozioni e le sue esperienze.

L’amicizia in un quiz

Gioco

Capitolo 6

Pensi che troverà il coraggio di parlarne con i grandi?

Pensi che Victoria si vendicherà con le maniere forti?

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olo Vai al capit

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Tornando a casa, Victoria all’ improvviso incontra una strana figura che la spaventa tantissimo. Sono due mostri siamesi attaccati per le braccia, con due corpi, delle corna, due code, due teste, quattro ali, due bocche e due cuori e un robottino volante come compagno che le consiglia le cose più brutte da dire alle persone perché aveva un super potere. Quel mostro rappresenta tutte le cose brutte della scuola come: il mangiare non buono, essere sgridati, essere presi in giro e non essere compresi o non essere considerati. Il mostro blocca la strada a Victoria e le dice: Aa Ah! Hai visto quanto è brutto andare a scuola? Ti prendono in giro, ti offendono e la vergogna è molto brutta, poi quando vieni sgridato non è piacevole… Tornatene a casa che tanto se non capisci non impari nulla e fai perdere tempo agli altri! Victoria, dopo aver ascoltato il mostro, non voleva più andare a scuola perché aveva paura di essere sgridata o essere di nuovo presa in giro. Prese però coraggio e pensò a quante cose nuove poteva imparare a scuola. Poi c’erano sempre i suoi amici Sofia e Andrea che le sarebbero mancati troppo. olo 9 Vai al capit Decise quindi di tornare a scuola e parlarne con il maestro. 15

Capitolo 8

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Dobbiamo trovare il modo giusto per esprimere le nostre preoccupazioni e sentimenti. Parlare con qualcuno di cui ci fidiamo è importante e può esserci di aiuto per superare le difficoltà di ogni giorno!

Un’amica abbiam trovato e la sua storia abbiam raccontato!

Fine della storia

Utilizza le parole a lato per raccontare la storia di Victoria.

Un giorno, Victoria

Gioco

per stare bene a scuola

Victoria riesce a parlare con il maestro e a dire che dei compagni, soprattutto Giovanni, la prendono in giro; allora il maestro decide di richiamarli. Sentite ragazzi, prima di prendere in giro una persona guardate voi stessi e ricordate che la diversità ci arricchisce, perché impariamo cose nuove da chi è diverso da noi . Da quel momento i compagni non la presero più in giro, ma Giovanni non era convinto. Allora il maestro propose di fare un gioco in cui ognuno raccontava la sua storia. Victoria raccontò la sua storia e tutti rimasero impressionati da quante cose Victoria poteva insegnare loro.

Capitolo 9

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Art. 12 Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Emanuele Noemi Zoe Alfred Giorgia Carola Guido

Il padrone della fabbrica

Hebaa Martina Sofia Aurora Vincenzo Andrea

I personaggi della storia

Alice e Hamdi

Dario Jacopo Cecilia Luca Giulia Leonardo

storia

disegno

giochi

V *

e

Una storia ideata, scritta e illustrata dalla classe 4b

Un prato a scuola, per essere felici!

Hai diritto ad esprimere la tua opinione su tutte le questioni che ti riguardano. La tua opinione deve essere ascoltata e presa in seria considerazione.

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La classe 4b della scuola elementare Albert Einstein aveva sempre passato gli intervalli nel cortile pieno di alberi e con un grande prato. Tutte le classi andavano sempre lì a giocare e a studiare le bellissime piante, ma la fabbrica vicino aveva reso impossibile giocare fuori perché la stavano ristrutturando e i materiali di lavoro finivano nel cortile. C’era tanto inquinamento che aveva fatto persino ammalare alcune piante. Per questo gli studenti dovevano restare dentro la scuola anche nelle giornate più belle. Potevano giocare con i puzzle, con i giochi di società, gli scacchi e a volte fare giochi più movimentati in corridoio, se le mastre erano d’accordo. Alice e Hamdi erano due alunni molto bravi e molto simpatici a tutta la classe.

Capitolo 1 Erano degli ottimi compagni di classe e avevano capito che tutti i ragazzi erano ormai stanchi di questa situazione. Che facciamo? dice Hamdi a Alice. Dovremmo parlarne con i compagni e trovare la soluzione migliore . Rispose l’amica. Sarà dura e poi tra un anno andremo alla scuola media, è fatica sprecata… Non so se ne vale la pena .

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Pensi che Alice e Hamdi decidano di continuare a stare sempre in classe?

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Pensi che Alice e Hamdi ne discutano con i compagni?

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Tutto l’anno la classe passava gli intervalli in aula: giocava a carte, giochi di società, puzzle e così via, però dovevano stare sempre seduti. In realtà si alzavano sempre, correvano, litigavano e spesso andavano alla finestra per vedere il cortile ed erano tristi perché volevano uscire a giocare. Il maestro Mario si arrabbiava per la confusione e sgridava chi non fosse seduto al proprio posto, dava anche dei compiti di punizione. Per fortuna nell’intervallo del pomeriggio c’era la maestra Tina, che li faceva almeno uscire in corridoio a giocare e a sfogarsi. Ma questo accadeva solo una volta alla settimana. Negli altri intervalli si annoiavano sempre molto.

Capitolo 3

Vai al

Aiuta i nostri protagonisti a trovare le risposte giuste!

Il quiz dei diritti

Gioco

Anche noi abbiamo dei diritti a scuola esclamò Hamdi. Ho già sentito questa parola… già, ma quali? continuò Alice.

Capitolo 2

Un giorno Alice non ce la fece più a sopportare questa situazione e decise di proporre a tutta la classe di provare a pensare al loro cortile ideale, per fare qualcosa di diverso… Che noia! A che serve? pensò qualcuno, spegnendo l’entusiasmo che Alice provò a portare.

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Pensi che la noia prenderà il sopravvento?

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Pensi che la classe proverà ad immaginare il cortile?

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Gli alunni si annoiavano ogni giorno di più a giocare sempre dentro. Spesso sbuffavano e diventavano rumorosi, urlavano, litigavano tra loro. Un giorno Marcello e Alberto stavano giocando a shanghai con i bastoncini, ma Gabriele, che come sempre in classe si agita e corre, spostò il banco e fece cadere tutti i pezzi. Alberto per la rabbia glieli tirò dietro. Fermi! Cosa fate? – urlò la maestra Tina – è pericolosissimo! Basta! Oggi per voi è finito l’intervallo. Tornate a posto! La classe tornò seduta ai propri banchi. E adesso starete in silenzio fino alla fine della ricreazione . Allora Alice e Hamdi decisero che era ora di parlare con la maestra Tina del loro diritto di giocare all’aria aperta anche a scuola.

Capitolo 5

Non tutti i compagni erano sicuri di voler mandare la lettera al preside, qualcuno diceva che sarebbe stato inutile e propose di buttare la lettera.

Caro preside, tutta la scuola vorrebbe uscire a giocare in cortile, ma non può perché c’è la fabbrica e noi vorremmo che si spostasse. C’è sempre tanto inquinamento e tanti materiali pericolosi in cortile, ma noi abbiamo il diritto di giocare e di uscire fuori a divertirci. Cosa potremmo fare? Vorremmo un suo aiuto, la 4b

La 4b decide di chiedere aiuto al preside e di scrivergli una lettera. Hamdi la legge durante l’ora di storia.

Capitolo 4

Maestra, noi litighiamo perché non abbiamo spazio per giocare. Dopo tante ore di scuola abbiamo voglia di correre e giocare all’aria aperta . La maestra Tina decise di aiutarli. Avete ragione, ma invece di litigare perché non parlate tra voi e proviamo a trovare insieme una soluzione?

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Pensi che sia tutta fatica sprecata ?

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Pensi che ne discutano in classe?

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Pensi che butteranno via la lettera?

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Pensi che presenteranno la lettera al preside?

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Divertiti a completare la parte mancante dei disegni!

L’altra metĂ

Gioco

Capitolo 6

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Il gioco di immaginare il cortile fu un successo, ma dopo qualche giorno la situazione tornò come prima, soprattutto a causa delle belle giornate di sole. Il giorno dopo però i ragazzi decisero di chiedere di parlare in classe della fabbrica che stava inquinando il giardino della scuola e di come risolvere il problema. Alice e Hamdi consigliarono di parlare col preside. Sara, Clelia e Simone suggerirono di pagare la fabbrica per demolirla, mentre altri compagni di chiedere di costruire un altro giardino o di uscire in cortile con le mascherine. Ma la maestra Tina dovette bloccare alcune proposte non realizzabili, come quella di demolire la fabbrica. Ragazzi cari, l’unica cosa che posso proporre è di parlare con il preside.

Capitolo 7

Pensi che scriveranno una lettera al preside?

Pensi che la maggioranza deciderà di arrendersi?

Lui vi capirà, ma non è detto che i proprietari della fabbrica siano d’accordo… Questo portò ancora un po’ di sconforto nella classe e qualcuno propose di lasciar perdere tutto. Facciamo una votazione – esclamò Hamdi – quanti vogliono che se ne parli con il preside, scrivendo una lettera, alzino la mano. Se la maggioranza vince ne scriveremo una .

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Un’altra giornata di scuola era finita. Alice e Hamdi stavano tornando a casa. Appena entrati nel cortile del condominio spuntò da dietro un bidone una figura stranissima, che bloccò loro la strada dicendo: Eccomi qui! Sono il mostro che ama far odiare la scuola ai bambini… Sono diviso in tante parti del corpo e tutti mi chiamano “Due facce”. Le mie corna hanno il significato della rabbia che c’è quando le cose non vanno bene, un mio orecchio fuma perché a scuola c’è sempre confusione. La mia grande faccia è piena di numeri senza senso, proprio come la matematica spiegata male. E poi ho le ali per spostarmi più velocemente dove c’è qualcosa che non va e una bocca marcia per la mensa disgustosa. L’altra faccia è disgustata dai bagni e impazzisce per le tante materie da studiare. E ancora le gambe mostruose per chi deve fare tanta strada per andare a scuola e una bocca malvagia per chi sparla dei propri compagni… E voi vi preoccupate di non poter stare nel vostro cortile? Ma a chi interessa se voi state bene o no a scuola? Uscite presto da lì che tanto non serve a nulla! Poi sparì. I ragazzi erano impietriti e non riuscirono a tirare fuori le parole di bocca. Ma si decisero che era il momento di fare qualcosa: andare a parlare con il preside.

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La classe andò dal preside che li ascoltò con attenzione. Il preside decise di chiedere al signor De Verdi, il proprietario della fabbrica, di sospendere i lavori di ristrutturazione nell’orario di scuola almeno per i mesi da Marzo a Giugno. Il preside e il signor De Verdi si incontrarono. Gentile signor De Verdi, la 4b mi ha parlato del problema del cortile ma è tutta la scuola a voler giocare fuori, le chiedo se può sospendere i lavori nei giorni di scuola fino alle 16 da qui a fine anno scolastico, dato che siamo già quasi ad Aprile . Sono d’accordo, capisco anche che farei arrabbiare tutte le famiglie della zona e che rischierei di subire una protesta con i cartelli .

Capitolo 9

Fine della storia

Questo ambiente è ancora inquinato! Aiuta i protagonisti a individuare gli oggetti che inquinano la natura!

Il diritto a un ambiente sano

Gioco

Aiuta il cavallo saggio, mascotte della scuola, a individuare le cose da far sparire dal giardino.

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Abbiamo bisogno di stare in un ambiente sano, pulito, sereno e giocoso per imparare tante cose nuove!

per stare bene a scuola

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Matteo

storia

Morena la iena, Luca spaccanuca, Salvatore il distruttore

giochi

Alessandro Simone P. Youssef Simone C. Gabriele Sara

*

I personaggi della storia

Viola e Lorenzo

Azzurra Ludovica Tommaso Giulia C. Davide Giulia T. Nunzia Edoardo Asia

disegno Lulù Emily Andrea Daniele

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Una storia ideata, scritta e illustrata dalla classe 4c

La strada per la scuola: che fatica!

Hai diritto ad andare a scuola. La scuola deve essere aperta e gratuita per tutti.

Art. 28 Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

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Matteo è un bambino di 9 anni biondo, alto, un po’ in carne, molto studioso e riservato. Una mattina si sveglia, e come ogni giorno da qualche tempo, non vuole andare a scuola. Chiama la mamma dal letto e le dice: Non voglio andare a scuola. Ho mal di testa e mi sento la febbre . Vieni qui che ti misuro la febbre… Non hai niente, puoi andarci benissimo. Ma Matteo continua a insistere che lui a scuola non riesce proprio ad andarci. La mamma non vuole sentire storie: Su su Matteo. Ogni mattina la stessa storia, alzati! Gnaaah! Anche questa volta Matteo non è riuscito a convincere i genitori a non farlo andare a scuola, dove ogni giorno rischia di subire scherzi, prese in giro e insulti da parte di alcuni compagni più grandi.

Capitolo 1

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Capitolo 2

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Aiuta Matteo a raggiungere la scuola!

Il labirinto

Gioco

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Matteo si trova davanti all’ingresso dei giardini, aiutalo ad attraversare il parco senza fare brutti incontri.

Pensi che Matteo passerà per la strada più lunga?

Pensi che Matteo passerà per i giardini?

Così si veste controvoglia, fa colazione e saluta la mamma. Ora, come ogni mattina, deve camminare fino alla scuola elementare. Oggi è anche in ritardo e deve camminare molto veloce per non entrare a scuola dopo il suono della campanella. Se prende la strada più corta rischia di incontrare quei ragazzacci attraversando i giardini, mentre se vuole passare per una strada più lunga, ma più sicura in cui incontrerà anche gli amici, rischierà di fare tardi.

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Matteo arriva davanti a scuola. Sono le 8 del mattino. Alcuni chiacchierano o parlano delle interrogazioni, alcuni giocano a campana, altri ripassano la lezione. Vede che sono arrivati anche i suoi due migliori amici, Lorenzo e Viola. Ora è più sereno, ma ad un certo punto nota che sono presenti anche i compagni che lo prendono sempre in giro, e ha paura. Passerà un altro giorno cercando di evitarli o troverà il coraggio di parlare?

Capitolo 4

Matteo arriva nella piazza dove abitano i suoi amici Lorenzo e Viola. “Vorrei tanto fare la strada con loro – pensa – spero che non siano già partiti”. Dopo poco tempo si sente: Matteo, Matteo siamo qua! Erano i suoi amici che uscivano dalla panetteria dove avevano preso la merenda. I tre si salutano e riprendono a camminare. Come stai? Hai studiato per oggi? gli chiedono. Il ragazzo non risponde. Ehi, ti vedo un po’ giù anche oggi. C’è qualcosa che non va? Gli chiede Viola. Matteo vorrebbe dire cosa lo spaventa e lo agita tanto, ma ha paura, così è indeciso se dire la verità o inventare una scusa, dicendo di avere male alla gamba e di non aver dormito tutta la notte per questo.

Capitolo 3

Pensi che Matteo ne parlerà in classe?

Pensi che Matteo terrà tutto dentro anche oggi?

Pensi che Matteo racconterà la scusa del male alla gamba?

Pensi che Matteo racconterà ai suoi amici i suoi veri problemi?

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Gli amici allora gli dicono: Se hai male torniamo un po’ indietro e passiamo per i giardini . Matteo non vorrebbe, però li segue. Magari con i suoi amici sarà più al sicuro da quei bambini che lo prendono sempre in giro. Ad un certo punto, mentre gli amici si avviano per i giardini, Viola esclama: Mi sono dimenticata una cosa a casa! Voi andate pure . Ma Lorenzo dice: Viola, vengo con te così ti aiuto. Tu inizia ad andare a scuola, Matteo – dice ancora Lorenzo – e avvisa la maestra che tarderemo un po’ . E se ne vanno di corsa. Matteo allora si trova da solo all’ingresso dei giardini. La sua scusa della gamba, invece di aiutarlo, lo ha messo ancora più in difficoltà. Infatti ora è agitato e spaventato più degli altri giorni.

Capitolo 5

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Pensi che Matteo vorrà tornare verso casa e chiederà al vicino di essere ospitato perché sta male?

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Pensi che Matteo passerà per i giardini?

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Matteo ha finalmente trovato le parole per parlare dei suoi problemi con gli amici. Viola, Lorenzo, io ho finto di avere male alla gamba. In realtà avevo paura di incontrare tre bambini che mi prendono in giro perché studio tanto; si fanno chiamare Morena la iena, Luca lo spaccanuca e Salvatore il distruttore. Sono più grandi di noi, ma li abbiamo in classe. Sono molto furbi perché fanno tutto di nascosto. Io non ho avuto il coraggio di dirvelo e vi chiedo scusa con tutto il cuore. Per loro è un divertimento prendere in giro gli altri. Sono proprio dei cattivi, cattivi veri e propri! Lorenzo e Viola lo ascoltano in silenzio, ma ormai sono arrivati davanti alla scuola. Matteo vede in lontananza i famosi tre ragazzacci che stanno già prendendo in giro un suo compagno di classe.

Capitolo 7

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amicizia coraggio gentilezza onestà lealtà rispetto dolcezza cuore sorriso divertimento serenità amore

Se le difficoltà vogliamo superare, queste parole sono da trovare.

Trova le parole!

Gioco

Matteo decide di parlarne con i suoi amici, però non trova le parole. Aiutalo con il gioco!

Capitolo 6

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Pensi che Matteo chiederà agli amici di non dire nulla, continuando a non avvisare nessuno della sua difficoltà di andare a scuola e tornando a casa triste e scontento?

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Pensi che Matteo entrerà a scuola a parlarne con le maestre?

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Matteo va a casa triste e sconfitto e si siede sulle scale nel portone. All’ improvviso sente delle voci e compare un mostriciattolo sulla sua spalla destra. Il mostro è costituito da 10 teste, collegate da dei colli di serpente, oppure sono attaccate al resto del corpo in qualche strano modo. Poi ha un torace a forma di libro, un cuore che fuoriesce dal corpo e 5 braccia e 2 chele, una coda infuocata con gli aculei poi delle gambe tozze e pelose. Ogni parte rappresenta una cosa brutta della scuola: invidia, parolacce, maleducazione, le prese in giro, il parlarsi alle spalle, un ambiente inquinato, la confusione, non essere ascoltati e aiutati nei momenti difficili, non avere luoghi e momenti per giocare. Il mostro ha anche un aiutante, ha 7 tentacoli, 4 occhi e 6 denti. Spia le classi per vedere dove c’e un ragazzo che non è felice di andare a scuola. Il mostro dice a Matteo: Hai visto che brutto andare a scuola? Meno male che sei tornato a casa! Andare a scuola non serve a niente, non impari nulla, nessuno rispetta i tuoi diritti, se ne fregano. Ad esempio c’erano dei ragazzi che ti prendevano in giro oggi. Nessuno ha notato che stavi male. Nemmeno Viola e Lorenzo. Quindi è bello andare a scuola? Ahahahahah! Matteo è spaventato dal mostro ma poi pensa ai suoi amici e si accorge che il mostro ha detto solo bugie perché Viola e Lorenzo si erano accorti subito che lui stava male. Non dà retta al mostro e decide che è venuto il momento di far valere i suoi diritti e stare bene a scuola.

Capitolo 8


Fine della storia

Unisci i puntini, colora la figura e dentro la chioma scrivi cosa ti fa stare bene a scuola!

Il grande albero

Gioco

Matteo trova il coraggio di raccontare tutto alla sua maestra che lo rassicura e decide quali provvedimenti prendere con quei ragazzi non tanto bravi. La maestra gli dice: Matteo, ti ricordi il Grande Albero che abbiamo in cortile e la storia che abbiamo letto in classe? Lo sai che a volte chi ci tratta male è ancora più debole e impaurito di noi? Spero che tu, Morena, Luca e Salvatore possiate conoscervi meglio e diventare amici . Dopo aver parlato con Viola e Lorenzo e con gli insegnanti Matteo decide di affrontare la situazione e di parlare nell’intervallo ai suoi compagni Luca, Salvatore e Morena e chiedere di giocare. All’inizio furono sempre antipatici e sgarbati nei giochi, ma con il passare dei giorni cominciarono a essere più gentili.

Capitolo 9 Finalmente Matteo è riuscito a superare una sua grande difficoltà e a far valere il proprio diritto di essere felice a scuola e pensa: “Grazie, Grande Albero!”

Dobbiamo rispettare gli altri, anche quelli che non la pensano come noi, aiutare i compagni in difficoltà e avere il coraggio di dire ciò che non ci fa stare bene.

per stare bene a scuola

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Fuoriclasse è un progetto di Save the Children che mira a contrastare la dispersione scolastica attraverso interventi educativi preventivi in contesti scolastici ed extrascolastici nelle città di Bari, Crotone, Milano, Napoli, Scalea e Torino. Le attività sono dedicate a studenti, docenti e famiglie. Per l’implementazione del progetto sul territorio torinese, Save the Children si avvale della collaborazione dell’Associazione Gruppo Abele, dell’Associazione Libera e della cooperativa E.D.I.


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