Parco Nazionale dell’Asinara Era una mattina dal cielo terso e cristallino, quando, al termine delle riprese sull'isola dell'Asinara, rientravamo a Stintino. A bordo di una vecchia barca destinata al servizio di trasporto dei passeggeri, lasciavamo alle nostre spalle questa isola magica e incantata con un senso di tristezza, dopo essere stati sedotti dalle sue bellezze naturali e ancora stupiti per i suoi contrasti fra la natura sublime, i resti archeologici e la storica e dolorosa testimonianza data dalla presenza del carcere. Con i componenti della mia troupe televisiva ci guardavamo in silenzio condividendo i nostri sentimenti e le nostre emozioni piÚ profonde. L'Asinara ci aveva accolto con discrezione, ci aveva fatto assaporare lentamente le sue bel- lezze naturalistiche e archi- tettoniche, ci aveva stretto tra le sue braccia con la sua storia e ci aveva accarezzato con la malinconia del suo passato piÚ doloroso. Su questa isola i suoni della natura creano una musica esotica, mentre le forme ciclopiche, primitive e selvagge delle rocce si accompagnano e si fondono con appartate e morbide spiagge; uno spettacolo che non dà altra scelta, se non quella mistica e inebriante del totale abbandono in essa. Durante questa breve traversata avremmo voluto, istintivamente, che grazie ad un magico intervento del passeggiando nel parco
Parco Nazionale dell’Asinara dio del mare, la nostra vecchia e rattoppata barca modificasse la sua rotta riportandoci verso quella fetta di terra, battuta e baciata dal mare, dove piccoli villaggi di pescatori convivono senza contrasto con una natura incontaminata, dove animali e piante rivolgono un inno all'innocenza perduta. Personalmente portavo dentro di me un prezioso carico di immagini che soltanto un'isola come questa, senza alcun inquinamento lumino- so, può offrire. Sarà difficile per me dimenticare quel cielo notturno, quelle miriadi di lontanissime e appena vibranti stelle che vidi nelle notti di sosta a Cala d'Oliva. Un'orgia di lucciole celesti, una densità di presenze, un insieme di arabeschi stellari dotati di una forza e di una eleganza che non avevo mai percepito prima di allora. Durante il tragitto, dunque, accarezzato da un mare svogliato e sonnolento, ero pervaso da un sentimento di nostalgia per ciò che stavo lasciando e riflettevo, al tempo stesso, su come la nostra civiltà dello sperpero, delle luci artificiali che inondano le nostre vie e le nostre piazze, ci privi di una parte del nostro cielo stellato. Una volta giunti al porticciolo di Stintino, riprendemmo il nostro viaggio verso l'altro Parco nel quale avremmo dovuto fare delle riprese: l'Area Marina Protetta di Capo Carbonara, in provincia di Cagliari. passeggiando nel parco
Parco Nazionale dell’Asinara L'esperienza vissuta sull'isola dell'Asinara mi ha cambiato. A mia insaputa è avvenuta una sottile metamorfosi di cui inizialmente avvertii solo alcuni indizi. Gli eventi, che scrivono nuove pagine nel sangue e nella coscienza, bisogni, scompigliano offrono una diversa percezione della realtà e di noi stessi, e non si possono scegliere né rientrano necessariamente nelle nostre aspettative. Tra i ricordi più vividi c'è quello dell'arrivo al porticciolo di Fornelli, che ci pose di fronte al funereo e inquietante ex-carcere speciale dove soggiornarono i più noti capi delle Brigate Rosse dell'Anonima L'impatto emotivo qui fu notevole: un silenzio urlante Sarda. che avvolgeva la costruzione ancora integra, con la facciata nella quale spiccava un immenso e massiccio portone superblindato. Attorno al carcere un tetra panorama meraviglioso: una danza fra un mare azzurro ammaliante e un cucuzzolo composto di sofferte rocce che sfoggiano un ventaglio di caldi ed esotici colori. Sopra l'artistico cucuzzolo, che dona a questa parte del- l'isola un tocco di estro montano, si nascondeva, sfuggendo alla vista degli occhi, una rocca eretta tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento, dove si racconta che il leggendario pirata Barbarossa trascorresse brevi periodi nell'intervallo tra una scorribanda e l'altra. passeggiando nel parco
Parco Nazionale dell’Asinara Una menzione merita senz'altro il viaggio a Cala d'Oliva, che mi offrì un primo sostanzioso assaggio delle diverse sfaccettature che compongono perturbante, affascinante e inimitabile luogo. Partimmo dall'unico attracco presente sull'isola a disposizione di visitatori e turisti, passammo oltre il super carcere e, per- questo correndo l'unica stradina presente in questa parte del- l'isola, scavalcammo un piccolo passo collinare. Dopo due tornanti, l'improvviso spettacolo che si presentò alla vista ci lasciò interdetti. A poche centinaia di metri dalla malandata viuzza, una maestosa visione, una specie di miraggio di sublime perfezione ci abbagliò. Gli occhi venivano rapiti da un insieme di sculture naturali ricavate dal lavorio di milioni di anni del mare su blocchi di rocce granitiche o facendo da corona a una piccola insenatura di sabbia bianca, mescolata a preziosi scisti facendo da corona a una piccola insenatura di sabbia bianca, mescolata a preziosi frammenti di coralli che accarezzavano amorosa- mente una sensuale e femminea porzione di acqua marina. La macchina a bordo della quale ci trovavamo proseguì il suo cammino e, dopo poche centinaia di metri, ecco apparire una serie di piccole carceri che mantenevano intatto il passato, rievocando il periodo in cui centinaia di detenuti vivevano in questi passeggiando nel parco
Parco Nazionale dell’Asinara luoghi per scontare la pena delle proprie malefatte. Il percorso offrì un concatenarsi di forti sensazioni: la tristezza mesta dell'ossario dove riposano i resti di migliaia di prigionieri della Prima Guerra Mondiale; la serie di piccoli ospedali di Cala Reale, dove per decenni una quarantena sanitaria aveva ospitato malati di tubercolosi, colera e altre malattie infettive; il senso di pace e d'abbandono che l'ex-villaggio pescatori di Cala d'Oliva. Quei giorni seppero accelerare in me la percezione del tempo. Quell'isola mi donò, con una generosità inusitata e inaspettata, una tale varietà e ricchezza di materiale di vita che frastornò e annichili Il regolare, corso delle ore. Le sequenze di quest'avventura si susseguivano improvvise e apparentemente in assenza di qualsiasi ordine razionale: prima la scoperta dell'altra metà dell'isola priva di strade, costellata di piccoli ricoveri in pietra destinati alle greggi di pecore e capre; poi la visione di una porzione di natura incontaminata, domi- nata dall'euforbia, una pianta che crea forme semisferiche, composta da piccole, luminose e robuste foglie che, dopo un temporale, mutano il loro colore dal marrone al verde acceso, cambiando come per incanto il colore dell'isola. Porterò sempre con l'acuto dolore, misto a una profonda ammirazione, che attraversò il mio corpo passeggiando nel parco
Parco Nazionale dell’Asinara la sera in cui, se pure stanco e spossato, feci una breve registrazione davanti alla foresteria del matematico me televisiva carcere, a Cala d'Oliva, dove Falcone e Borsellino iniziarono a scrivere l'istruttoria per il maxiprocesso contro la mafia. Per non parlare, poi, della fanciullesca emozione provata durante le riprese alla collaborazione della porto. dell'isola dal mare, grazie Esaltazione causata prima da amabile Capitaneria una sorridente e coppia di delfini, poi dall'improvvisa comparsa di un maestoso capodoglio che ci accompagnò per un breve tratto. Dopo questa visita il mio viaggio proseguÏ verso il sud della Sardegna, ma il mio I cuore e la mia mente erano f rimasti su quella piccola p isola, avvinti dal fascino di quei contrasti, dall'armonia degli opposti, dal abbandonarmi alla pura e incontaminata natura e alla sua bellezza.
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Descrizione Fisica Geomorfologia Situata sopra la punta più estrema a Nord-Ovest della Sardegna, l'isola dell'Asinara è delimitata da Punta Colondri a sud (39° 59' N), Punta dello Scorno a nord (41° 07'), Punta Salina a ovest (4° 15') e Punta Sabina a est (4° 06'). Essa si estende su una superficie di circa 52 km con un perimetro costiero di circa 110 km e una estensione in lunghezza di oltre 18 km. Nella parte settentrionale è larga 7 km mentre il punto più stretto è di 290 m all'altezza di Cala di Sgombro.
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Descrizione Fisica Il paesaggio di questa affascinante isola è caratterizzato da vaste aree di roccia affiorante e presenta un'esigua copertura vegetale prevalentemente di macchia arbustiva ad eccezione della zona di Elighe Mannu, che presenta una formazione boschiva a leccio. L'isola è costituita da quattro piccoli rilievi montuosi collegati tra loro da istmi. Il maggiore, sia per estensione che per altitudine, è Punta Scomunica (408 m), situato a nord e collegato a sud alla Piana di Perdu, nella cui parte meridionale è situato il complesso del Monte Ruda (215m), che si estende su una superficie collinare di circa 2 km l'istmo sottostante di Punta Marcutza (195 m). Al centro- sud dell'isola, nella zona di Stretti, si trovano i rilievi di Punta Tumbarino (214 m), Punta Romasino (215 m) e Guardia del Turco (128 m). La zona meridionale dell'Asinara è dominata dalla Punta Maestra Fornelli (265 m) e da aree composte da scisti e paragneiss identici a quelli della penisola di Stintino, dalla quale l'isola è separata dallo stretto di Fornelli. La costa dell'Asinara presenta un aspetto assai variegato. La parte occidentale, difficilmente accessibile dal mare, è ripida e rocciosa, con falesie che a volte raggiungono i 200 m, e plasmata dall'azione delle correnti marine dal moto dei venti. La parte orientale, invece, è bassa e rocciosa con le belle passeggiando nel parco
Descrizione Fisica spiagge Fornelli, Sant'Andrea e Cala d'Arena, che presentano alcuni stagni retrodunali, oltre a La Reale, Traboccato e Punta Sabina. La storia geologica dell'isola dell'Asinara iniziò circa 350 milioni di anni fa, quando gigantesche magma granitico trasformarono o "metamorfosarono" le rocce preesistenti. Per questo l'isola è costituita sia da affioramenti granitici, con le loro bellissime strutture rotondeggianti, che da placche di rocce metamorfiche di varia composizione. Il granito è una roccia compatta, dura e non stratificata che può essere modellata dall'azione erosiva dell’acqua e del vento, assumendo così forme arrotondate. II granito è caratterizzato, inoltre, dalla presenza di numerosi filoni di diversa composizione e di variegati colori, che sono il riempimento di fratture nella massa. Tipica e anche la sua patina rossastra riconducibile alla ossidazione del ferro contenuto in alcuni materiali della roccia. Bellissime formazioni granitiche si possono osservare in diverse aree dell'isola dell'Asinara. Vicino a Fornelli, per esempio, si trova il Castellaccio: uno splendido rilievo di granito cubiforme e arrotondato; mentre sulla carrareccia che porta al castello diroccato, si può ammirare, sulla sinistra, la Pietra Forata, il cui foro è nato dall'erosione di un vecchio tafone da parte del vento. passeggiando nel parco
Descrizione Fisica I tafoni, cavità formatesi nella roccia granitica per azione del vento e dei granelli di sabbia da esso trasportata, costituivano in passato un ricovero per i pastori e il loro bestiame in caso di maltempo. Proseguendo sulla strada verso nord, si può ammirare un grande blocco di granito con la forma di un Cammello accovacciato mentre, più avanti, si scorgono gli Isolotti Nani di "Cala Sgombro di dentro", piccoli scogli tondi di granito. Salendo verso Punta Scomunica si possono inoltre notare altre figure plasmate dal vento e dalla pioggia, come per esempio lo Scoiattolo sulla sinistra e, più avanti, il Becco Aperto sulla destra. Vicino al Faro si ammirano gli enormi Tafoni Rossi, ricoperti dalla tipica crosta rossastra dovuta, come già accennato in precedenza, all'ossidazione del ferro. Consistente è la presenza nell'isola di rocce metamorfiche diversi tipi. I più diffusi sono i micascisti, dall'aspetto apparentemente stratificato, ma in realtà pieni di scistosità causate dalle pressioni del metamorfismo. Di colore marrone scuro, quasi nero quando sono bagnati dal mare, sono facilmente riconoscibili perché composti prevalentemente da mica, minerale costituito da brillanti lamelle. Affiora menti di micascisti si possono osservare lungo la costa prima di Cala d'Oliva, il cui particolare aspetto passeggiando nel parco
Descrizione Fisica è il risultato della forte pressione dei marmi granitici subita 350 milioni anni fa. Micascisti molto scuri costituiscono, infine, gli Isolotti del Candelliere, davanti alla costa occidentale dell'Asinara. Un altro tipo di roccia metamorfica è lo gneiss, molto simile al granito per aspetto e composizione. Di partico- lare interesse è la composizione dello gneiss di Cala Reale, dove il feldspato potassico, di colore bianco e a forma di parallelepipedo, raggiunge qui dimensioni straordinarie fino a 15 cm di lunghezza. Anche nei pressi del Lazzaretto, vicino alla costa, si vedono ragguardevoli affioramenti di "ortogneiss", una roccia dai gran- di cristalli chiari di feldspato lunghi tra i 5 e 10 cm. Anche lo gneiss a volte è plasmato in modo da assumere forme bizzarre come, per esempio, l'Ibis vicino a Punta Sabina. Nelle vicinanze dell'abitato di Cala d'Oliva a sud, vicino al mare è possibile ammirare la cosiddetta Testa di Nefertiti, una grande roccia metamorfica che deve il suo nome al mitico personaggio moglie di un faraone dell'antico Egitto. Nella località di Scorno, vicino al Faro, si trova la rara "anfibolite nera", una roccia particolare scientifico in quanto potrebbe risalire, stando agli studi dei geologi dell'Università di Sassari, all'età precambrica, ossia a 600 milioni di anni fa, caso in cui si tratterebbe della più antica formazione passeggiando nel parco
Descrizione Fisica rocciosa in Italia. Il clima dell'isola dell'Asinara è assai mite. Il mese più freddo è febbraio, con una media di 10° C, mentre quello più caldo è agosto, con temperature intorno ai 23° C. I venti che soffiano più di frequente sull'Asinara sono il ponente (circa il 35% dei giorni) e il maestrale (circa il 13% dei giorni). Particolari problemi causa il levante (circa il 20% dei giorni) che ostacola l'approdo sull'isola e rende difficile la navigazione verso i vicini porti di Stintino e Porto Torres. Per quanto riguarda la piovosità, il clima dell'isola dell'Asinara può essere considerato semiarido con una media annua di 500 mm, un valore tra i più bassi di tutta la Sardegna. Storicamente, però, è documentata la presenza di sorgenti sull'Asinara, tuttora presenti in diverse regioni dell'Isola. I tentativi di emungimento effettuati nel passato hanno dimostrato che le falde d'acqua molto superficiali ed esigue sull'isola sono e per questo sono stati realizzati piccoli invasi superficiali a Fornelli e Santa Maria ad utilizzo zootecnico, trasformati poi in risorse pota- bili per i carcerati. A Campu Perdu, al centro dell'isola, un invaso collinare fornisce l'alimentazione idrica dell'intera piana sino a Traboccato. Viene usato in diversi modi e, mediante un sistema di serbatoi e stazioni di pompaggio, l'acqua viene distribuita per uso passeggiando nel parco
Descrizione Fisica civile e agricolo. L'abitato di Cala d'Oliva, nella parte settentrionale dell'isola, è autonomo dal punto di vista idrico: l'acqua dell'invaso del Pecorile, potabilizzata a piede diga, viene condotta verso il serbatoio principale del luogo e da qui, a gravità , arriva a tutte le case. Le acque reflue confluiscono in una vasca vicino al porto e vengono infine inviate al depuratore.
Nella foto: ProprietĂ agricola area Fornelli
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La Flora La Flora Terrestre La flora dell'isola dell'Asinara 678 specie comprende diverse, di cui 616 sono spontanee, mentre le restanti 45 sono state introdotte dall'uomo sia a scopo ornamentale che a scopo produttivo. A causa dell'intenso sfrutta- mento da parte dell'uomo nel corso del XX secolo, la vegetazione dell'Asinara ha subito gravi danni, soprattutto nella parte interna del- l'isola, mentre condizioni di maggiore naturalità si possonou osservare nella zona costiera. Circa la metà della flora spontanea dell'Asinara è costituita da composite (leguminose e graminacee), ombrellifere e scrofulariacee.
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La Flora Per quanto riguarda la vegetazione boschiva, la situazione ne attuale è molto cambiata rispetto al secoli scorsi a causa del taglio a raso, degli incendi e del pascolo eccessivo; grandi danni causa inol- tre anche la presenza di cinghiali e termiti. Mentre nel passato il bosco si estendeva su un territorio molto più ampio dell'isola, oggi ne sono rimasti solo pochi etta- ri vicino a Elighe Mannu, con un'importante lecceta che, secondo antiche descrizioni di botanici, avrebbe occupa- to in passato una parte più estesa. Alcuni esemplari di lecci più anziani si possono osservare anche nella zona di Fornelli con degli esemplari che raggiungono anche i 20 m di altezza con tronchi fino a 7 m di circonferenza. Per conservare questa importante specie, nel 1995 è stato avviato un programma di riqualificazione ambientale che riguarda l'intero territorio dell'isola. Sull'Asinara possono anche osservare altre specie del genere Quercus, come il Quercus congesta, presente con alcuni esemplari nella zona di Cala d'Oliva, e il Quercus suber, ovvero quercia da sughero o sughera, con pochi esemplari nella zona meridionale dell'isola Inoltre, soprattutto nelle aree di Elighe, Fornelli Campu Perdu, si trova anche il pino domestico (Pinus pinea) il cui fogliame assomiglia a quello del pino marittimo (Pinus pinaster Acton). passeggiando nel parco
La Flora mentre la sua chioma ad ombrello è più regolare. Tra le specie introdotte dal- l'uomo, prevalentemente in prossimità delle zone abitati- ve, sono da ricordare l'acacia (Acacia ayanophylla), il ciliegio (Prunus avium), il susino (Prunus domestica), il castagno (Castania sativa), il pioppo bianco (Popolus alba) e l'eucalipto (Eucaliptus camaldulensis). L'aspetto caratteristico dell'isola è dato però prevalentemente dalla macchia, composta da piante arbusti- ve sempreverdi, nelle sue diverse varianti strutturali: bassa, rada, alta.
Nella foto: cisto marino
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La Flora Si possono anche distinguere diversi tipi di macchia a seconda delle specie dominanti: la macchia a lentisco (Pistacia lentiscus) e a olivastro (Olea oleaster), a euforbia (Euphorbia dendroides), a ginepro Juniperus phoenicia), che colora il paesaggio di bellissime tonalità di verde, giallo e rosso, a Callicotome villosa, e a Cistus monspeliensis, con i suoi piccoli fiori bianchi dall'intenso a profumo. Particolarmente suggestivo è il contrasto dato dall'azzurro intenso delle baie e le euforbie, che crescono sulle pendici che discendono verso il mare, e che dopo la fioritura mostrano una particolare colorazione rosso fuoco. Nell'Ovest dell'isola, a strapiombo sul mare, si osservano due diverse fasce di à vegetazione. La prima è costituita da specie alofite, perché più esposta all'azione dell'aerosol marino. In questa fascia si trovano il finocchio marino (Crithmum maritimum), il Limonium acutifolium, soprattutto da giugno a settembre, e l' Erodium corsicum, ovvero il becco di gru corso, endemita sardocorso, diffuso soprattutto nella Sardegna settentrionale calcarea e incluso nella lista rossa delle specie italiane in pericolo, La seconda fascia presenta la combinazione di fiordaliso spinoso (Centaurea horrida) e astragalo (Astragalus terracia- noi), a cui si associano altre specie come la Thymelea irsuta e l'Euforbia passeggiando nel parco
La Flora pithyusa. Il fiordaliso spinoso è la specie di maggiore interesse naturalistico dell'isola per- ché si tratta di un paleoendemismo - una specie di antica origine considerata una sorta di fossile vivente - esclusivo della Sardegna settentrionale e diffuso, oltre all'Asinara, solo sulla penisola di Capo Falcone, a Capo Caccia e a Tavolara. Sull’Asinara questa specie si trova più alte di Punta dello Scorno, su substrati molto diversi, come gli scisti, il granito e il calcare, a seconda delle condizioni climatiche.
Nella foto: fiordaliso spinoso
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La Flora II suo nome scientifico, Centaurea horrida, si riferisce all'aspetto molto spinoso dei suoi pulvini di colore grigio-cenere, un adattamento alle estreme condizioni ecologiche nelle quali la specie vive. L'astragalo invece forma cespugli rotondeggianti con rami corti e spinosi e presenta, a differenza del fiordaliso spinoso, un colore brillante. Sulle spiagge sabbiose del- l'isola vivono specie come l'Agropyron junceum, la Graminacea comune e l'Ammophilia litoralis o sparto pungente, che fissano le sabbie con il loro apparato radicale. Gli stagni temporanei nella parte meridionale dell'isola vicino a Fornelli, Cala Reale, Campu Perdu e sulla piccola spiaggia di Cala d'Oliva, data l'alta concentrazione salina dell'acqua dovuta all'essiccamento estivo, sono l'habitat ideale del Limonium laetum, una specie rara e in via di estinzione. Altri endemismi importanti, ma di diffusione piÚ ampia, sono il giglio stella, la ginestra corsa, il gigaro sardocorso e l'acchiappamosche. Quest'ultima, il cui nome scientifico Helicodiceros muscivorus, è una pianta endemica della Sardegna, Corsica e Baleari e si riconosce facilmente dal colore rosso mattone del fiore che ha la forma di un grande imbuto con al centro una lunga protuberanza pelosa. L'odore acre del fiore attira una particolare specie di passeggiando nel parco
La Flora mosche. (Sarcophaga carnaria) che consentono l'impollinazione passando da un fiore all'altro. L'infiorescenza a forma d'imbuto funziona infatti come un pannello solare in grado di assorbire le radiazioni luminose per riscaldarsi. In questo modo si sviluppano correnti di convenzione termica verso l'interno del fiore, dove si trovano gli organi della riproduzione. La Flora Marina La variegata morfologia dei due versanti dell'isola offre degli habitat ideali per una grande varietà di specie vegetali marine. Il versante occidentale, con i suoi pendii molto ripidi che scendono rapidamente oltre i 50 metri e con forti correnti, non dispone di formazioni di significativi depositi sabbiosi, ma la costa è formata da anfratti, canaloni e spaccature. Il versante orientale invece si presenta basso, soprattutto roccioso e delle volte sabbioso. I fondali verso il golfo scendono lentamente fino alla profondità tipica del Golfo dell'Asinara, a circa 50 metri. Il fondo del mare sembra variabile causa dei frequenti affiora- menti del substrato. Più al largo, intorno alla batimetri- ca dei 50 metri, il substrato è composto da sedimenti e detrito organogeno. La limitata profondità e pen- denza dei fondali orientali e le condizioni meteo-marine di passeggiando nel parco
La Flora questo versante offrono l'habitat ideale per vaste praterie a Posidonia oceanica. Quest'ultima è molto diffusa sui fondali sabbiosi fino a 40 metri di profondità, dove forma praterie a volte molto estese fino a 7.000 foglie per metro quadrato. La posidonia fa parte del gruppo delle fanerogame marine, piante molto più differenziate delle alghe con le quali vengono spesso scambiate. Si tratta, infatti, di vegetali terrestri che, pur vivendo sotto la superficie del mare, hanno radici, fusto, foglie, fiori e frutti. La posidonia, attualmente purtroppo in regressione, è una pianta di grande rilevanza ecologica, perché concorre a difendere le coste dall'azione delle onde: la regressione di un solo metro di una prateria di posidonia può causare infatti l'erosione di circa 15 metri di litorale sabbioso. Persino le sue foglie morte gettate in riva sono di grande importanza per la protezione delle coste dall'erosione, perché accumulandosi sui litorali formano le cosiddette banquette, strutture in grado di trattenere la sabbia. Le praterie di posidonia possono inoltre essere considerate come delle enormi nurseries nelle quali trovano riparo molteplici specie di pesci nel periodo della riproduzione. Durante la notte, però, molti animali abbandonano le praterie e salgono a quote superiori per trovare più ossigeno e cibo. passeggiando nel parco
La Flora Tra le piante acquatiche presenti nel mare dell'Asinara ricordiamo la Cymodocea nodosa che si trova in tutto il Mediterraneo in luoghi ripa- rati su fondali sabbiosimelmosi a profonditĂ tra i 6 ed i 10 metri. Si tratta di una pianta con foglie di colore verde-grigio, larghe circa 2- 4 cm e lunghe 10-30 cm che presentano 7 o 9 nervature parallele. Nelle acque dell'isola si trovano anche alcune specie algali di particolare interesse scientifico, come l'alga rossa Lithophyllum lichenoides e l'alga bruna Laminaria rodriguezii.
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La Flora Quest'ultima, che si trova soprattutto nelle acque profonde di Punta dello Scorno, rappresenta un raro paleoendemismo nel Mediterraneo. Essa presenta un tallo costituito da stoloni cilindrici, ramificati e a forma di radice articolato in uno stele breve e in un lungo corpo fogliaceo, nastriforme, non ramificato, ondulato al margine coriaceo, di colore verde-oliva. La Laminaria rodriguezii può raggiungere un'altezza di circa 1 metro. Altre grandi alghe brune di origine atlantica sono, per esempio, la Cystoseira, il Sargassum, la Dictyopteris e Phyllariopsis. Proseguendo, tra Punta Barbarossa e Punta Lunga, in fondali compresi entro 1 e 15 metri di profondità , si trovano popolamenti di alghe fotofile (ossia che vivono n zone ben illuminate) come l'Acetabularia acetabulatum, la Padina pavonia, il Dasycladus vermicularis e l'Halopteris scoparia. L'Acetabularia acetabulum si distingue per il tallo lungamente che nella parte superiore presenta un disco a forma di ombrello (largo circa 1 centimetro), con incrostazioni calcaree, normalmente di colore bianco, delle volte anche verdognolo. Il disco è diviso in numerose concamerazioni radiali, ognuna delle quali contiene numerosi si gametangi (i cisti) che in inverno emettono esogameti. Si trova di solito in scogli e blocchi rocciosi in baie tranquille, fino a 3-4 metri di passeggiando nel parco
La Flora profondità. Infine, la Halopteris scoparia è un'alga bruna con tronchetti dotati di numerosi ciuffetti fitti, di colore bruno scuro. È molto diffusa, anche in gran- de quantità, in luoghi calmi e soleggiati, fino a una profondità di circa 5 metri.
Nella foto: ombrellino di mare
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La Flora
Nella foto: folta vegetazione con euforbia
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