Silvano Vinceti
Per un pizzico di felicitĂ Trattato semiserio di una pedagogia rovesciata "Uno scritto irriverente ed eccentrico per non allevare e allevarsi imbecilli, ignoranti e invertebrati"
Opera del Maestro Vittore Frattini 1
2
Silvano Vinceti (Castellarano, 17 settembre 1948) è uno scrittore e politico italiano
Ideazione Savi Arbola Realizzazione grafica e sviluppo promozione online: Davide Giulio Maria Arbola Edizione promossa da: Ponte degli Artisti Spazio Ponte degli Artisti Distribuzione e vendita solo online: Amazon – www.amazon.it 3
4
Silvano Vinceti
Per un pizzico di felicitĂ Trattato semiserio di una pedagogia rovesciata "Uno scritto irriverente ed eccentrico per non allegare e allevarsi imbecilli, ignoranti e invertebrati"
2020
5
6
INTRIDUZIONE L'inaspettata epidemia da Covid-19 si è abbattuta sulle nostre esistenze private e sulle diverse articolazioni sociali come una improvvisa violenta tempesta, producendo immeditate e dolorose conseguenze sanitarie, perdite di persone care. Un tornado indomito e potente che ha fortemente scosso le nostre dimensioni, affettive, economiche, pratiche e abitudini consolidate. A scosso, certezze consolidate, amplificato paure e insicurezze, resoci più titubanti e incerti sul nostro prossimo futuro. Nella antica greca attribuivano al Destino, al Fato , il dispiegarsi di tali scombussolamenti e smottamenti di un terreno che si riteneva solido e consolidato. Sempre i greci seppero elaborare e proporre un antidoto culturale come terapeutica risposta al sorgere di una cupa e appiccicosa cattiva sorte. Gli diedero un nome " saggezza come arte del vivere o capacità di vivere nel miglior modo possibile". Fu una importante scuola filosofica gli stoici che seppe, con maestria, acutezza e profondità , elaborare e proporre atteggiamenti e regole che se attuati potevano offrire un efficace farmaco per rispondere in modo adeguato a questi eventi. Solo se si è in grado di coniugare, conoscenza della realtà in cui viviamo , conoscenza di se in rapporto con tale realtà. Controllo e governo di pulsioni e passioni accecanti la ragionevolezza e l'esercizio di una ragionevole libertà in grado di compiere le scelte più adeguate e utili per orientarci in un mare burrascoso, solcato da onde gigantesche, imponenti e sferzanti. Solo si disporrà di tale strumenti, se sapremo applicarli, pur con oscillazioni e momentanei smarrimenti, potremo essere 7
in grado di portare la piccola barchetta della nostra vita in un porto relativamente sicuro. Saremo nella felice situazione di dipanare la fitta nebbia che c'avvolge e ci soffoca, alzare gli occhi al cielo e ritrovare la luce e il calore del sole, la stella cometa che ci può far uscire dalla momentanea palude per farci camminare in un terreno più solido. Questo libro che coniuga una serie di aforismi incentrati sulla - conquista di un pizzico di felicità- con dipinti realizzati da artisti che si sono ispirati a tali scritti, è un diverso modo di offrire a noi e a chi leggerà e vedrà , una occasione per coniugare segni linguistici che parlano allo spirito e segni pittorici che pizzicano e suscitano emozioni. Una felice coniugazione fra, ragione e sentimento, fra, corpo e mente che può essere occasioni per lievitare e rafforzare quella saggezza come arte del buon vivere e immediato godimento del bello artistico . In questo libro intreccio di filosofia e arte risuonano le parole di Dostoevskij "la bellezza salverà il mondo" Noi più modestamente riteniamo che saggezza e bellezza possono contribuire a rendere la nostra e vostra vita una rischiosa e meravigliosa possibilità di essere più veri , autentici, e capaci di camminare verso una conquista di maggiori porzioni di libertà e felicità.
8
Artisti (in ordine alfabetico di pubblicazione) Ada Eva Verbena Adelaide Nacsetti Adriano Junio Tommasi Alessandra d’Ortona Alessandra la Chioma Alessandro Botti Andrea Pellicani Angela Martinelli Anna Montanaro Anna Piano Annamaria Pittari Antonio Fumagalli Armando Trasforini Assunta Mollo Barbara Benvegnu Benedetta Olla Bruno Cesar Carla Pistola Caro Carmen Crisafulli Caterina Rotondo Cecilia Bossi Claudia Pistola Claudio Castellani Creazioni Bianca Stella Cristina Gualmini Dalia Elrashidy Daniela Capuano Daniela Dente Daniela Ferrier
Daniela Rocco Domitilla Verga Daniela Bianchi Elena Rudatis Eleonora Sesana Emanuele Morelli Eufemia Rampi Fernando d’Ospina Francesca Citarella Franco Scacchi Gabriella Negri Giacomo Ponzio Giuseppe Trentacoste Gladys Maria de la Raba Igor Borozan Irene Balducci Keinova Ramila Laura Belloli Laura Feliziani Laura Zilocchi Leonora Rapezzi Liberata Mizzoni Linaldo Cardoso Lorenzo Bettio Luisa Bergamini Luisella Majori Madi Campana Magda Chiarelli Manuela Stefania Marco Bevilacqua
Marco Briolini Maria Augusta Rossi Maria Brillante Maria Camilla Rap Maria Elena Mejani Maria Teresa Cazzaro Maria Teresa Locucco Mariagrazia Caruso Marilena Petrocco Marilisa Perin Mario Napoletti Marta Mariano Matteo d’Errico Matteo Imela Maurizio Governatori Micaela Grassi Micaela Serino Mirko Roncelli Monica Lisi Monica Stellina Nadia Fiò Nicolinka Nikolova Orlando Tocco Ornella Ogliari Patrizia da Re Pier Didoni Pierluigi Bruno Pietro Messina Raffaella Quintadamo Raffaella Vaccari
Roberta Andressi Roberta Bissoli Roberto Morreale Romina Lapertosa Sara Salem Simona Campanella Sonia Scaccabarozzi Stefania Lubatti Stefano Rosa Tina Ambosca Tiziana Cardone Tiziana Pauletto Vittore Frattini
Ideazione: Savi Arbola Realizzazione grafica e sviluppo promozione online: Davide Giulio Maria Arbola Edizione promossa da: Ponte degli Artisti Spazio Ponte degli Artisti 9
Il coraggio di certe affermazioni. Ci vogliono robuste convinzioni nell’affermare che vi è un’unica libertà che valga la pena di essere insegnata: la liberazione dell’animale che è in noi.
10
Ada Eva Verbena "Nel Labirinto… L’Aleph" 11
Le difficili rinunce. Quanta illusione alberga nella scienza quando crede che dalle sue conquiste deriveranno conseguenti credenze del mondo, della storia e dell’uomo. Che scarsa e magra antropologia guida emeriti scienziati, ingenuamente, testardamente impegnati ad ignorare che l’uomo non rinuncerà facilmente, se mai rinuncerà, alle diverse forme, maschere, composizioni, con cui si vestono, si presentano, eternità e onnipotenza.
12
Adelaide Nascetti
13
Il valore di un pensiero. Sembra impossibile convincere i ben pensanti che, un pensiero vale non perchĂŠ infarcito di buoni intenzioni e buoni propositi, ma per la veritĂ che contiene.
14
Adriano Junio Tommasi
15
Perturbanti analogie.
L’Incrocio, l’intreccio il misterioso distillato fra tempo oggettivo e soggettivo è paragonabile al rapporto intercorrente fra la durata delle gocce che compongono una stalattite e la vita della stessa.
16
Alessandra d'Ortona
17
Le personalitĂ del fare.
Non voglio annegare la speranza di incontrare vere personalità ; che facciano cosa credono, come vivono è secondario.
18
Alessandra La Chioma "Anonymous" 19
L’imbrigliabile istinto.
Né croce, ne spada, ne bastone, ne carota, ne lusso e povertà, potranno imbrigliare l’innato.
20
Alessandro Botti 21
La ricetta per evitare la noia: il caos del vivere. La rapidità con cui la noia avvolge è ragione sufficiente per una costante profilassi. Sembra strano, ma spesso e volentieri gli eventi più attesi trascinano con sé noie mortali. Va anche fatto notare che la perfezione, ovunque alberghi, perde in fretta il velo di gioia che ci regala e si trasforma in insostenibile tedio; ecco perché non conviene mai augurarci serafiche ed angeliche vite.
22
Andrea Pellicani 23
Semplice non è sinonimo di elementare. Si deve ancora ripetere che semplice non è sinonimo di elementare, facile, immediatamente comprensibile. Il semplice, può e deve partecipare alla linearità, schiettezza, autenticità, fedeltà insiti nella corrispondenza fra fatti e idee, in tal modo per pigrizie, ataviche comodità, eviteremo, insinuanti abitudini, arrendevolezza ai corvi del potere, di cadere in trappole micidiali.
24
Angela Martinelli
25
E la chiamano civiltĂ del benessere.
Essere schiavi e non conoscere il padrone, essere disarmate vittime verso un sfuggente carnefice. Essere sfruttati nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore e non ribellarsi. Sentire che una tetra voragine sta inghiottendo i giovani ed essere impotenti. Guardarsi allo specchio e non vedersi; e la chiamano la civiltĂ del benessere.
26
Anna Montanaro
27
La tenerezza non guarda la carta d’identità. La tenerezza è un sentimento, dolce, caldo, sottile e umido che allieta il cuore con la delicatezza del volo di una farfalla, di un fiocco di neve, scende con morbidezza e musicalità in una notte d’inverno. La tenerezza offre colori tenui e sfocati ma densi di vibrazioni che oltrepassano cuore e corpo per riverberare di tenue nuance l’oggetto evocatore, in seminatore delle emotive note. La tenerezza, come una fanciulla smemorata attecchisce e germoglia in esseri disparati, sussurra pacatamente l’arrivo, non porta, pregiudizi o preconcetti figli spietati e intolleranti di fanatismi ideologici, integralismi religiosi, esasperati manicheismi. Non si ritira sdegnosa, non fugge dai cuori di efferati aguzzini, criminali della storia e del progresso. Come, un profumato vento di primavera, il canto di un usignolo, un’estiva luna appena abbozzata si fanno gustare, godere senza chiedere carte d’identità, similmente la tenerezza scompiglia, scioglie figure sociologiche, deformazioni storiografiche e, fra le ammuffite e annerite pagine del passato, racconta di sé del caloroso abbraccio ricevuto da nazisti o fascisti, comunisti o stalinisti, probi o reprobi, carnefici o vittime. Senza scomporsi, senza piegarsi, porta con se le faziose costruzioni concettuali d’angeli o demoni, barbari o civili. Cara tenerezza non puoi certo fondare una morale, riscattare un carnefice o un boia, ma puoi sprigionare luci di profondità e saggezza, caricarti di lieta provocazione invitandoci a non ucciderti nei cuori dei negletti, per collocarti solo ed esclusivamente in quelli dei probi. Se si terrà a mente il messaggio, se si saprà leggere il tuo invito, si eviterà di riproporre mostri, ma solo uomini che, in preda a deliri, sanguinolenti passioni hanno lastricato la storia di morti e croci, senza per questo non averti ospitato, accudito e amato. 28
Anna Piano
29
Le alchimie di vizi e virtĂš.
Si dovrebbe rimuginare spesso sulle strane alchimie di vizi e virtĂš, sulla metamorfosi che subiscono e come non di rado, da uno scandaloso vizio, fiorisce una prodiga virtĂš.
30
Annamaria Pittari
31
Un cammino che c’allontana dal mondo laggiù. Sognare, forse morire al mondo dei più. Osare, forse cadere, ma avere pur sempre tentato. Guardare il mondo la giù, e poi riprendere lo zaino e proseguire un cammino che non sappiamo dove porta, ma sappiamo che c’allontana da quel mondo laggiù.
32
Antonio Fumagalli
33
I mercanti delle fasulle civiltà.
Evviva i bordelli e le puttane, le bische e i fumatoi. Evviva i nascosti luoghi dove il branco giovanile tesse le sue bravate, sfoga repressioni, violenze quotidiane, percorre le strade del mondo in cerca di conquiste e libertà. Evviva cimiteri ed ospedali, ricoveri borghesi e proletari. Evviva l’uso di tali mezzi per tonificare il temperamento, sviluppare la sensibilità, accentuare l’inquietudine da precarietà; sperimentare, grigiori e opacità della società, cadere nell’errore per tentare di risalire, rafforzare la personalità dalle mille traviazioni e tentazioni che risplendono “nella amata società”. Evviva un sapere boicottato nelle scuole, anestetizzato in famiglia, bollato peccaminoso dai soliti mercanti di fasulle civiltà.
34
Armando Trasforini
35
La scarsità del sentimento morale produce atteggiamenti moralistici. Troppe volte, per acquietare una coscienza superficialmente imbellettata di sani principi, ci trasformiamo in integerrimi e spietati giudici, quasi vi fosse un rapporto direttamente proporzionale fra abbondanza di valutazioni e giudizi e scarsità di corrispondenti sentimenti vissuti. Si è proprio il caso di dirlo che superficiali credenze, per calmare, tranquillizzare ben altri stati d’animo, tendono a produrre scomposti ed esagerati atteggiamenti moralisti.
36
Assunta Mollo 37
Fare della pochezza l’angelo della lieta novella. Essere pedanti non sempre è un difetto, essere tacciati di pedanteria non sempre è un’offesa, anzi, in epoche infarcite da culturale depauperazione diventa un eccellente modo per convincersi d’avere messo a frutto letture e ragionamenti. La frequenza con cui vengo apostrofato con l’insinuante vocabolo è motivo di sentita riconoscenza verso una società che ha elevato , pressapochismo, superficialità, luoghi comuni, banalità, inestimabile dote da esibire nei salotti buoni. Si è forse pedanti se si rammenta che non vi è saggezza antica che non ricorda la finitudine delle mentali facoltà, la fragilità dei buoni propositi, la debolezza alle illusioni, le scivolate a comportamenti dettati da scabre passioni. Si è forse barocchi, insopportabili se si sottolineano crepe e disarmonie che formano i profili psicologici dell’io e della coscienza. No, si è solamente degl’imperdonabili romantici che non indietreggino di fronte alle difficoltà conoscitive. Si è solo degli artigiani della vita che non rinunciano al tentativo di variare le sue forme, non demordono nel proposito di fare della pochezza l’angelo dalla lieta novella. 38
Barbara BenvegnĂš 39
Il riscatto dell’imprevisto.
Siamo entrati in una stagione dove l’imprevedibile cessa d’essere una metastasi psicologica.
40
Benedetta Olla
41
Il cantico della Natura. Se, camminando in una valle raffinatamente vestita da possenti, fragili, snelli e aerei abeti, si desta un violino e inizia a espandere un suono continuo, melodico, acuto e argenteo. Se, osservando delicate acrobazie di rondine in fiore che, accarezzano e baciano un azzurro cielo settembrino, sarai alleggerito da pesantezze e noia, da ringhiose rabbie per torti subiti, atti non realizzati. Se, continuando a penetrare nel bosco vestito a festa, un sorridente sole compone, con la complicità del vento, un mobile profumato quadro di verdi ingenui, chiassosi, silenziosi, rumorosi, lenti e in movimento. Se, veste di acrobatica luce foglie grandi e piccole, basse e alte, sole o in compagnia. Se, tutto questo leverà dal cuore il cadenzato suono di un’arpa. Se, quelle mobile forme bianche e nere di piccoli volatili che, come fiocchi di neve turbinanti in un cielo scomposto, mobili inflorescenze di un nervoso ciliegio spettinato da una brezza primaverile, diffondono una vellutata sensazione di libertà, un’improvvisa, gratuita, profonda emozione di bellezza offerta senza un perché. Se, attraversando un rustico e malandato ponte di legno, collocato come rampicante edera sul tortuoso letto d’un esuberante torrente vestito di pure e gaudenti acque, si leveranno canti di clarini e violoncelli. Se, mirando i provetti e arditi voli, di questi volatili in frac, pittori senza pennelli che disegnano fugaci figure spettinando una fantasia primitiva e ancestrale, sarai invaso da immagini liete e festose, sentimenti sereni e pacati. Se, valli e abete, torrenti e rondini, spazzano fuori dal cuore avidità e ambizioni, odi e risentimenti, velleità e presunzioni, vestono la psiche di un’intimità, morbida ed elegante, allora, solo allora puoi buttare nel cesso trattati sull’io, su spettri e demoni dell’interiorità. Potrai prima che pensare, sentire che questo e solo questo è la risposta a tanti interrogati, dubbi, affannose ricerche, violenta difesa di forzieri e manieri. Che solo questo purifica il tempo dalle scorie d’una civiltà che ti soffoca, t’abbaglia e, e non t’appartiene. 42
Bruno CesĂ r
43
Le sentite verità.
Anche un sapere, un precetto etico, un valore da rispettare, un pratico impegno da esplicitare, acquista fecondità, capacità d’inseminazione nella misura in cui è accompagnato da semplici emozioni che ne assicurano cura, difesa e amore. Cosa sarebbe un’elevata verità, il solenne impegno di rispettarla, senza un sentimento che me la fa sentire mia, prontamente mia, intensamente fusa in me.
44
Carla Pistola 45
Le rose e violette d’una autentica pedagogia.
Buona procedura, sana profilassi mentale, ottimo investimento esistenziale “il mettere fra parentesi” le robuste, marmoree, svettanti e diffuse convinzioni. Buona prospettiva, eccitante esercizio di creatività quel ritorno alle origini, piccola e semplice regoletta che ci permette di rivedere o finalmente vedere le cose con i nostri occhi e non con quelli della tradizione, dei santoni del sapere. Ottimo abito mentale la spruzzatina di scetticismo, di dubitatività che non deve risparmiare neppure le nostre ideazioni. Mettere assieme tale fertile e fruttuosa compagnia, articolarne un balletto mentale, porterà finalmente a una seria definizione di quel che siamo: un intreccio di una naturalità ereditata e una umanità ideata. Qui risiede la scommessa, l’enigma irrisolto dell’essere, il punto di partenza di ogni costruzione antropologica; trampolino di lancio, o gustoso terreno su cui seminare, rose e violette di un’autentica pedagogia. 46
Opera di Vittore Frattini Caro 47
Irraggiungibili vette.
Se fossimo giunti alle vette della civiltà laica, scientifica, pragmatica, tecnologicamente avanzata, potremmo continuare ad adorare Dei e potentissimi spiriti? Potremmo mai, con la mano sinistra sollevare l’effige della ragione e con la destra della fantasia?
48
Carmen Crisafulli
49
Il gigantesco valore di alcuni messaggi. Vorrei dare un umile consiglio a chi non si rassegna alle brutalità , miserie e pochezze dell’oggi: spogliatevi di un vecchio, inadeguato armamentario mentale, ritornate ad una lettura dei fatti, forse si materializzerà la risposta. Potrete evitare di disperdervi in vane convinzioni su imminenti apocalissi, rivincite di Satana, fine della storia e truculenta affermazione del regno del male, incorreggibili brutture della natura umana. Se farete questo coglierete fino in fondo il gigantesco valore della vita e del messaggio di fratello Francesco.
50
Caterina Rotondo
51
Le difficili rinunce.
Quanta illusione alberga nella scienza quando crede che dalle sue conquiste deriveranno conseguenti credenze del mondo, della storia e dell’uomo. Che scarsa e magra antropologia guida emeriti scienziati, ingenuamente, testardamente impegnati ad ignorare che l’uomo non rinuncerà facilmente, se mai rinuncerà alle diverse forme, maschere, composizioni, con cui si vestono, si presentano, eternità e onnipotenza.
52
Cecilia Bossi
53
Capovolgere il modo di guardare il mondo. Ci sono momenti che ci s’interroga se guardiamo in modo appropriato il mondo. Può essere che capovolgerlo si spalanchino inaspettate sorprese, emergano paesaggi inusitati e imprevisti che ci possono arricchire di scenografia, morfologie, utili per ridisegnare il nostro essere in esso.
54
Claudia Pistola 55
I contrasti che infiammano.
Prima che il sole tramonti, che la danza di gialli e rosati, rossi ed azzurri, abbia concluso lo spettacolo, potremo finalmente deporre le assurde pretese o del dominio di una matematica ragione, o d’esplosive passioni. Eppure, la freccia saetta veloce da un arco in tensione fra corda e legno, il violino sussulta e vocifera per un ingegnoso attrito di staticità e movimento; siamo cosÏ ottusi da non vedere che in tale contrasto divampa, s’infiamma una vita che vale.
56
Claudio Castellani
57
La complicità della coscienza nello scarto fra teorizzato praticato. Le meraviglie insite nella lingua non cessano mai di stupire; anzi l’abilità, con cui s’indicano le stesse cose con nomi diversi, rende il linguaggio simile ai trucchi dei prestigiatori. Ma fra tutte le stupefacenti alchimie quella che m’attrae e il silenzio della parole e l’urlo dell’azione. Un cambiamento di direzione porta a vestire di vocaboli semplici movimenti di biologica materia, e voilà, come l’araba fenicia, sprizzano dal nulla leziosi arzigogoli che rispondono al nome di vacuità. Se non è questa una magia della coscienza, che in tal guisa, evita di creare scompiglio e disagio fra i valori assunti e quelli praticati. Comoda e protettiva dal momento che tale psicologico sommossamento raramente è esercitato.
58
Bianca Stella
59
Giocare con un cruciverba a libero schema. Non provando accese simpatie per le classiche partizioni di cui sono imbevute le altrettanto classiche esposizioni, di altrettanto classiche opere filosofiche, ho volutamente ommesso di preannunciare che come in precedenza abbiamo attraversato altri territori, siamo entrati nella regione della didattica neoprimitivistica. D’altra parte, convinto d’avere un lettore acuto ed attento, ma state attenti alle vuote adulazioni, ho ritenuto di procedere come se stessimo giocando con un cruciverba a schema libero.
60
Cristina Gualmini
61
La ricchezza dell’effimero.
L’effimero a tutta la mia stima, non ha pretese di nobiltà, si presenta per quello che è, non impegna ne coinvolge più di tanto, e alla bisogna, ci se ne può liberare facilmente.
62
Dalia Elrashidy
63
La catartica liberazione delle primitive passioni. Nella sagace commistione, di fisicità e psichicità, splende per utilità sociale, l’alleggerimento d’energie per frustrazioni naturali, la liberazione catartica di pulsioni e primitive passioni. Nella pedagogica composizione dei processi di sublimazione, trasfigurazione fantastica, onirica, ed estetica, si stemperano, s’addolciscono, s’attenuano le schioppettanti innate spinte.
64
Daniela Capuano
65
Ogni liberazione è il risultato di concrete azioni. Ha il suo fascino l’espressione” occorre morire per rinascere” ho l’altra “ bisogna abbattere per ricostruire” o una maggiormente orecchiabile “ ogni crisi è difficoltà che apre nuove possibilità”. Personalmente gradisco questa “ per potere emanciparsi dalle storiche schiavitù si deve prendere consapevolezza di esse e, poi lottare senza risparmiare energie provando a conquistare piccole porzioni di libertà, sapendo che la liberazione è il risultato di sequenze d’azioni, non onirici sogni di sicuri regali”
66
Daniela Dente 67
Si deve nutrire l’intelletto.
Si può e si deve avere in gran conto l’attività della succulenta, variegata, profumata e gustosa alimentazione dello spirito. Si può e si deve dedicare, tempo, energia, soldi e spazio, per non cadere in quella patetica compagnia dell’allegra compagnia dei magna, magna, che nutrono solo ed esclusivamente quella biologica cosa che si chiama panza. Si può e si deve ricercare piatti rari e comuni, poveri e ricchi, leggeri e pesanti, tanto la mente sa digerire meglio dello stomaco. La fortuna di tale valore e che non ama fissare un più basso o un più alto; ogni intelletto è buona misura di se stesso.
68
Daniela Ferrier
69
Si sia saggi tutori della curiosità.
Ogni curiosità, anche se d’origine istintuale, va accudita, alimentata, annaffiata ogni giorno come una pianta di rose rosse. Aumentare la potenza di una curiosità, ridurre paure, pigrizie, debolezze e rinunce, fa conquistare una forza maggiore nell’appagamento. Scommettendo sul freddo, celebrale valore della libertà, si conquista capacità di scelta e d’azione, intensificando l’energetico fluido dell’istinto di curiosità s’estendono le regioni del mentale incedere, del pratico cercare. Con piccole dose, di furbizia e scaltrezza, si possono svegliare, smuovere molossi e pigri spiriti, ridargli il gusto del viaggio, della scoperta; fruttuosa didattica da non sottovalutare che potrebbe rivelarsi generosa nel gioco che stiamo reciprocamente consumando. 70
Daniela Riccò
71
La vetusta pretesa di presunta superiorità. L’essere padri e madri, insegnanti, preti o cardinali, anziani e canuti, professori o intellettuali, riconosciuti e stimati eruditi o colti. Vestire i panni del poeta o dello scrittore, dell’artista o dello scultore, del martire o dell’eroe, del politico o dell’imprenditore, dei cantanti o dei calciatori, d’attori o di pilota di formula uno, da forse uno speciale diritto ad essere emulati ed ascoltati, imitati ed e invidiati da fanciulli e adolescenti. Per alcuni di loro sembrerebbe di sì, per altri non se ne parla nemmeno, ma la questione dirimente non è questa, e la risposta è semplice: no non esiste nessun diritto, nessuna pretesa superiorità. Se si è assetati conta l’acqua, se affamati il cibo, se si abbisogna di riferimenti, contano quelli che rispondono ai bisogni vitali; ma qui casca l’asino, come fa un animo facilmente suggestionabile, bisognoso di modelli, con la mente non ancora attrezzata, istinti, sentimenti forti ed esplosivi a orientarsi nel mercato delle identità? Ecco dove una presunta superiorità produce il peggio di se, perché non ha dubbi sulle risposte, tanto meno sulle offerte. 72
Domitilla Verga
73
Non ci si stanchi d’esercitare lo scetticismo. Non bisogna mai dimenticar il fertile atto dello scetticismo, evita di farci cadere in oleose e nauseabonde trappole, invischiarci in credenze che se assumono i contorni di certezze assolute, possono sospingerci in baratri senza fondo. Occorre rammentare il savio insegnamento del filosofo Hume: nella misura in qui le percezioni si allontanano “dal qui e adesso” diminuisce la probabilità di verità, aumenta la possibilità di falsità. Cercheremo di tenere in giusto conto l’insegnamento avendo lucida chiarezze, che le ipotesi che formano l’architrave del gioco dei valori, ne compongono la struttura portante, sono umane così umane, prive della pretesa d’essere emanazione di un’infallibile spirito.
74
Donatella Bianchi
75
Eterne dimenticanze.
Un eterno difetto ottico: non si vedono le proprie deficienze, ma sulle altrui si sfoggia la vista del falco.
76
Elena Rudatis
77
Il vantaggio degl’ignavi.
Siamo sempre alle solite, ancora una volta si dimenticano le situazioni, cornice, contesto, scenografia e in certa misura, sceneggiatura del nostro divenire; che possono essere i giorni dispari virtuosi, quelli pari vizianti. Fortunati gli ignavi, per loro è piÚ facile condannare o assolversi.
78
Eleonora Sesana 79
Formali differenze.
Il pavido si sente a suo agio nelle realtĂ formali,, il coraggioso si lascia avvolgere e penetrare da realtĂ sentite e vissute.
80
Emanuele Morelli 81
L’importanza della solidità del terreno. Credo che dovremmo seriamente e scrupolosamente interrogarci sui criteri che guidano la scelta dei valori, domandarci pignolescamente dove tali criteri traggono la loro legittimità. Verificare pazientemente, costantemente e lungamente se i punti di partenza emanatori della legittimità poggino sul terreno della realtà e della verità; se no sono cassi amari.
82
Eufemia Rampi
83
Attenti alle ragnatele e trabocchetti d’insinuanti culture. Quando, ci si accorgerà che mistificazioni e dissimulazioni culturali hanno disseminato, ragnatele e trabocchetti dove facile è cadere ed essere inviluppati, si potrà avanzare con maggiore sicurtà e temere meno gli avvoltoi della società.
84
Fernando d’Ospina 85
Il sentimento meno ricercato.
L’avversione verso un mondo perfetto, un uomo perfetto, una felicità perfetta.
86
Francesca Citarella
87
Vini prelibati.
Accantonando l’illusione di eliminare le frustrazioni si sorseggia un vino di una vigna molto rara.
88
Franco Scacchi
89
La grazia meno ricercata: guardare con profonditĂ il mondo e se stessi.
90
Grazia Negri
91
Guardare avanti senza urlare o perdersi in anoressiche lamentele. Chi pensa che l’opaca menzogna permetta sterili mimetizzazioni, chi, in cuor suo sente che riconoscere i pericoli, assumerli con compostezza, evitando spavalderie e superficialità, rende un servizio alla crescita e al consolidamento delle personalità, sa cosa deve accettare e respingere. Sa individuare i nemici di ogni generoso dispiegamento di qualità e vitali volontà, non si perde in urla scomposte, in anoressiche lamentele anoressiche. Guarda avanti quel tanto che basta per rafforzare, tempra e carattere di chi, non sbiancherà o si piegherà, quando la realtà lo chiamerà alle prove su cui si gioca la continuità o la secca interruzione d’una vita.
92
Giacomo Ponzio
93
L’esecrabile esercizio di vizi e virtù.
Tentare di fottere la moglie dell’amico, non è poi così male, rientra nell’ordine degl’istinti, della maschia competizione; anche nella femmina la strisciante maschilizzazione tende a lievitare simili orientamenti. Nascondere tali desideri, si rientra nel costume degli ipocriti e menzogneri che, a quanto sembra, sono la maggioranza. La differenza è sostanziale; che si sia mossi da tali impulsi è naturale, che si faccia giuramento d’amicizia e rispetto rientra in quel esecrabile esercizio di vizi e virtù.
94
Giuseppe Trentacoste
95
Uscire dalla confusione fra giudizi di verità e di valore. Siamo così appassionatamente, disarmatamene ubriacati dalla confusione, tra giudizi di verità e giudizi di valori, da non sapere più districare la matassa. L’avere accumulato, un quantum di tempo storico trasbordante da ogni parte, non solo ci schiaccia sotto il peso di innumerevoli ricami concettuali e composizioni culturali, ma, per una sbandata dell’intelletto, s’assumono come evidenti, esaustive e giustificate, proposizioni frutto di scelte convenzionali, soggettive, arbitrarie.
96
Gladys Maria de la Raba
97
Il salvifico istinto.
Inoltrarci nel ginepraio, nel paludoso terreno, nelle zone di confine fra innato e artefatto, non solo richiede grossa sensibilità e acuta vista, ma dovendo attraversare ostici deserti culturali ci si deve affidare al salvifico istinto, ottima guida nelle tempeste di sabbia degli istinti e nelle illusorie oasi dell’intelletto.
98
Igor Borozan
99
Ascoltar di piĂš i sensi.
Si dovrebbe dare maggiore ascolto e fiducia ai sensi; se cosi fosse certe immonde e grossolane certezze non dovrebbero avere cittadinanza nella mente.
100
Irene Balducci
101
Rompere l’eternità insita nelle abitudini. Si deve tenere l’attenzione sveglia, nutrire e rafforzare gli anticorpi spirituali, vigilare costantemente sui peggiori virus produttori di psicologiche malattie mortali. Si deve tenere a bada, la foga e l’avidità della eternità che si insinua nelle innumerevoli abitudini che cadenzano con impressionanti regolarità la quotidianità. Non è forse vero che la maggioranza delle persone vive il quotidiano come se fosse l’eterno, mantenendo, a debita distanza, anzi a kilometriche distanze, ogni sfarfallamento di ideuzze che ricordano la precarietà, l’indeterminatezza e la brevità della presenza su questa terra.
102
Kamila Kerimova
103
Domani è un altro giorno, si vedrà.
Solo le personalità che vivono con leggerezza il contrasto tra vita e morte, possono ballare con il divenire, empirlo di senso, spessore, poetare con l’alba e l’aurora. Solo gli animi fini e sofferti, che sentono, fortemente sentono che ogni attimo è irripetibile, sono gli autentici artefici d’ogni creazione estetica, politica. I trepidanti e appassionati amanti del mondo, che come funamboli compongono le proprie figure sulla sottile corda della vita, rammentando che domani è forse un altro giorno, si vedrà.
104
Laura Belloli
105
Sconce abilitĂ .
E’ strabiliante la bravura con cui si dissimula quello che dovrebbe essere importante ma non lo è.
106
Laura Feliziani
107
SpazialitĂ .
Vicinanza e lontananza variegati sensi che cadenzano atti e comportamenti rivolti ad una composita essenza, ad una tensione fra ragione e sentire, fra fisicitĂ e spiritualitĂ .
108
Laura Zilocchi
109
I privilegi del vacuo.
Il vacuo dispone di una sua araldica e dato che in epoche trascorse dimorò nei piani alti della cultura, può a ragione sbandierare illustri avi e preservare orgoglio e spessore storico. A ben guardare, anche nell’oggi ha mantenuto tale privilegio.
110
Leonora Rapezzi
111
Un cammino che ci allontana dal mondo laggiù. Sognare, forse morire al mondo dei più. Osare, forse cadere, ma avere pur sempre tentato. Guardare il mondo la giù, e poi riprendere lo zaino e proseguire un cammino che non sappiamo dove porta, ma sappiamo che c’allontana da quel mondo laggiù.
112
Liberata Mizzoni
113
Ci sono valori da cui non si può prescindere?
Stiamo camminando su un oscuro, melmoso e paludoso terreno, avvicinandoci ad un’impalpabile, impercettibile linea di confine dove le indicazioni si fanno, ambigue, oscure, indecifrabili. Saremmo tentati di fermarci, girare la testa e abbracciare sicuri e certi segnali che ci vengono offerti dalle culture del passato, ma sentiamo che il destino ci chiama a proseguire il cammino, anche se non conosciamo con certezza, meta, direzione di marcia da seguire. Siamo giunti ad un crocevia, dove si dispiegano innumerevoli sentieri, alcuni fin troppo battuti, altri appena abbozzati, alcuni che mantengono intanto la verginità. Pur se divorati, da dubbi e incertezze, timori e ansie, dobbiamo avere il coraggio di percorrere inusitati sentieri, inevitabilmente sfocianti in aspre montagne, dirupi e valli. A contatto con fiere sconosciute da cui arduo è difendersi, dobbiamo porre con limpidezza e chiarezza, il ruolo svolto dalla animalità. In che modo gioca, nell’ideazione di un sistema di valori, se sia portatrice di valori da cui non si può prescindere? 114
Lorenzo Bettio 115
Gli schiavisti della storia.
I veri schiavisti della storia sono i fautori e difensori di un mondo che non c’è. Provetti inoculatori di credenze, desideri, speranze che cozzano violentemente e fragorosamente contro gli scogli della realtà .
116
Alessandra Botondi 117
Recuperare il senso dell’irripetibile.
State accorti, non allentate le redini del focoso, imprevedibile, ammaliante cavallo, che tesse e ritesse nel vellutato e imperscrutabile mondo della psiche. Aguzzate la vista, con l’acutezza e precisione di un falco, sviluppate l’olfatto, con la maestria e scaltrezza della volpe, muovetevi circospetti, come i maestosi felini nelle notti africane. Lievitate continuamente queste insostituibili doti naturali se volete prontamente scovare, smascherare, annientare le abili trami del tessitore di infauste incoscienze che spengono vitali istinti, la coscienza del tragico, il sentimento della precarietà del vivere. Peccato che secoli d’inquinamento culturale abbiano confuso il senso dell’irripetibile, in un flaccido molloso sentimento della necessaria tranquillità del vivere. 118
Luisella Majori
119
Le cose che non si vogliono sapere.
Chissà perché diffusi atteggiamenti di matrice animalesca, riescono a mimetizzarsi con bontà e disponibilità, perdendo la loro brutalità. Gli inconsapevoli espedienti camuffatori di cui si avvale la società possono essere individuati nelle consuetudini, in diffusi abiti, in costruzioni artificiosi di mostri e mostriciattoli. Ci si dovrebbe chiedere se tali piccoli atti barbarici, anche se abilmente camuffati, non vengono facilmente assorbiti dalle nuove generazioni. D’altra parte, non è forse acclarato che siamo tutti dei pedagoghi, anche se troppe volte non lo sappiamo o non vogliamo saperlo.
120
MadĂŹ Campana 121
Il paradosso dell’eccesso di studi e speculazione sulla nobile arte dell’’educare. In che strano universo viviamo, mai come nell’oggi si dedicano attenzioni e studi all’arte del formare. Mai come oggi siamo invasi da miriadi di consigli, di manuali pratici, abbiamo moltiplicato e consolidato istituzione a tale scopo finalizzate. Mai come oggi assisto sconsolato al diffondersi di gratuite violenze, inaudite speculazioni. bavosi mercimoni culturali e psicologi nei riguardi dei bambini.
122
Magda Chiarelli
123
Un sano rispetto dell’altro.
Solo se si saprà consolidare lo spartano modello educativo, si dovrà essere fieri di sé stessi, non per cadute narcisistiche ma per sano rispetto dell’altro.
124
Manuela Stefania Vanelli
125
Andare oltre le abitudini per scoprire sagaci e utili ottiche. Non dovremmo mai dimenticarci che noi siamo un fascio di mentali e pratiche abitudini, cambiarne alcune comporta liberazione di forze, energie, creatività , di schizzi mentali per freschi e inusitati ricami di idee. Le abitudini, che non sono altro che la sedimentazione ordinata e ripetitiva d’atti sorgivi e nuovi, dispongono di una loro, perseveranza, costanza e durata. Grazie alla ricchezza o maledizione di tali costumi si può consolidare originali procedimenti interpretativi per sagaci ed utili ottiche. Andare oltre le abitudini per scoprire sagaci e utili ottiche.
126
Marco Bevilacqua
127
Riaffermare l’ancestrale senso del divenire. Se si vuole recuperare un ancestrale senso del divenire non si deve fuggire dall’atroce sentimento del tragico, lo si deve vivere, vivere senza riserve, senza indugi, senza fughe.
128
Marco Briolini
129
Fuggire, nascondersi, morire.
Si fugge quando ci si sente soffocare, ci si nasconde quando non si è accolti, si muore un pò quando non ci si permette di sbocciare.
130
Maria Augusti Rossi 131
La superficialitĂ sulle cause dei mutamenti: una insperabile fortuna. Beato chi ignora le autentiche cause dei suoi mutamenti, potrĂ ingenuamente e stoltamente attribuirle a chissĂ quali nobili principi.
132
Maria Brillante
133
Non mortifichiamo la bestia che è in noi. Si decanta spesso e a sproposito, la nemesi storica, cioè l’inverarsi prima o poi di una giustizia mantenutesi per un certo tempo in stato dormiente o sonnecchiante. Sarebbe un proficuo atto di preveggenza, di prudenza, sapere che se si mortifica la bestia che vive in noi, prima o poi si prenderà la rivincita e allora, si salvi chi può.
134
Maria Camilla Rita Rap
135
Giunge il momento di lasciare le compagnie di viaggio. Non si vorrebbe lasciare le piacevoli compagnie di viaggio, ma giunge il momento in cui la meta auspicata ti chiede d’andare, cercare, vagare, perderti e ritrovarti; unico modo per scoprire chi siamo.
136
Linaldo Cardoso
137
L’enigma sempre vecchio e sempre nuovo delle parole. Il fascino delle parole, la possibilità di indicare cose nuove, l’ampliamento dello spazio dove loro sono regine, il loro uso all’interno delle proposizioni, nei giudizi, nei ragionamenti le rende opere d’arte, stelle luminose, pazze della rappresentazione della realtà vera o presunta. Le rende strumento fondamentale di comunicazione e comprensione, di arricchimento o impoverimento, occasione di libertà- o schiavitù, di cartelli stradali per giungere alla meta agognata o indicatori infidi e truffaldini di una fantomatica terra promessa. Le parole questo potente strumento umano, pur se alcune di loro portano gli acciacchi, le rughe, le ferite degli anni, nascondo e celano sensi ambigui, torbidi e sfuggenti; rappresentano il vestito per nuove opportunità di coscienze adeguate alla scommessa che ogni generazione, ogni vita che apre gli occhi al mondo anelita e persegue, consapevolmente o inconsapevolmente: la realizzazione. 138
Maria Elena Mejani
139
Indomabile amante.
Amante come sono di tempeste e bufere, dell’esplosive forze della natura, sono tonificato e confortato dalla indomabilità della vita.
140
Maria Teresa Cazzaro
141
Difendere se stessi da se stessi.
Si avesse l’intellettuale onestà d’ammettere le contraddizioni, s’eviterebbero fiumi di parole, faticanti discussioni, si conquisterebbe la capacità della misura. Se si consolidasse tale virtù resterebbe tempo ed energie per capire come, recuperare il perduto ardore per la vita, difendere se stessi da se stessi e ridurre lo sport dell’autocrocefissione.
142
Maria Teresa Locucco 143
La potente macchina trita anime.
E voi integerrimi umanisti, fanatici teologici, convinti difensori dei tradizionali ideali di società dove lo spirito svetta aitante sul basso ventre, siete mai stati toccati dal dubbio che una potente macchina trita-anime poteva sorgere in un’alba come tante, prendere le redini della storia, decapitare barbarescamente i vostri idoli che in parte sono anche i miei.
144
Mariagrazia Caruso
145
La spietatezza del presente, la generositĂ del futuro. Avrete notato che molte sane ribellioni famigliari e sociali sono il lievito di piccoli salti di civiltĂ ; discontinuitĂ che subiscono angherie, ostracismi, inquisizioni, carcerazioni da un tempo sempre inevitabilmente spietato nel presente, ma capace di sussulti di lungimiranza e gratitudine nel futuro: Peccato che i malcapitati, inconsapevoli innovatori vivano in quel presente.
146
Marilena Petrocco
147
Una saggia miscelazione.
Si potrĂ pure mescolare scienza e letteratura per rendere piĂš appetibile la faticosa costruzione di un accettabile futuro.
148
Marilisa Perin
149
L’occasione che potremmo essere.
Se è vero che la coscienza è nella storia della evoluzione un virgulto appena sbocciato è altrettanto vero che anche i virgulti mettono radici, si dotano di tronco e chioma e, prima o poi, sono in grado di reggere tempeste, bufere, siccità e geli. Se si è costruttori di futuro e si ha sufficiente fede per non piegarsi all’insulso presente, quel che non offre il presente, potrà dispiegare il futuro. E voi giovani vittime dell’oggi, sappiate riscattarvi da genitori o educatori, perché tutti siamo in qualche modo occasione per altri, anche se la questione dirimente è che tipo d’occasione potremo essere.
150
Mario Napoletti
151
Smarriti ma vivi.
Beati gli smarriti se hanno mantenuto in vita l’istinto della vita.
152
Marta Mariano
153
Patetiche contraddizioni. Vorrei fare alcune domande ai fanatici sostenitori del liberismo, gl’incalliti sostenitori della società a primato economico, degl’indefessi marionettisti del produrre e consumare, degl’ideatori di un’esistenza spesa all’affannoso aumento del conto in banca. Vorrei chiedere a lor signori, ma siete voi per caso cattolici o laici, credenti nella solidarietà, e nell’altruismo, nella cultura della bellezza e della verità, in una vita piena di senso? Se lo siete, mi dovete spiegare come coniugare tale cascata di umanità con l’inumanità contenuta nel vostro sistema.
154
Matteo d’Errico
155
Un carico di dolore che gratifica.
Ogni atto di liberazione richiede il dolore della schiavitÚ, l’amore per la libertà ; diversamente si scade nel comico e nel ridicolo.
156
Matteo Imela 157
Ci vuole lungimiranza e sagacia per riconoscere il ruolo purificante e rasserenante della esperienza Dionisiaca. Se i nostrani educatori, fossero attenti a ciò che serve all’individuo, non l’ho sacrificassero sull’altare dei pregiudizi, dei servilismo a, Stato, Chiesa e capitale. Se questi sedicenti educatori non fossero imbevuti di dogmatismi e residui maleodoranti da passati escrementi metafisici. Se sapessero recuperare la semplicità dell’osservazione, la leggerezza della riflessione. Avessero veramente a cuore il bene degli altri, da tempo, avrebbero compreso il ruolo, purificatore, rasserenante e social, del Dionisiaco. Ma ottusi e conformisti come sono, continuano imperterriti a crocefiggere ogni atto che si eleva a questo simbolico Dio dell’ebbrezza, del momentaneo oblio dalle sfighe quotidiane. 158
Maurizio Governatori 159
Quando il contenuto è avariato.
Ogni travaso, di nozioni, esperienze, credenze e idee, può essere compiuto con padronanza di tecniche, precisione e meticolosità di procedure, con affetto e costanza, eppure i risultati potrebbero essere fallimentari. Si potrebbe ipotizzare che forse il contenitore e acciaccato o inadatto, ma spesso accade che il contenuto sia avariato.
160
Micaela Grassi
161
La complessità dell’Io, le semplificazioni della psicologia. L’Io è ben più composito, vasto e articolato per poter risolvere i suoi problemi con gli insegnamenti psicanalitici.
162
Micaela Serino
163
Le indefinibili sensazioni dell’eternità di un attimo. Se per un semplice caso vi troverete circondati da un’improvvisa visione, da una vibrante, ebbra, variopinta danza di centinaia di lucciole, e inaspettatamente sarete invasi da commozione e leggerezza. Se osserverete estasiati il gratuito spettacolo, sarete attraversati da un indefinibili sensazioni dell’eternità di quell’attimo, di un tempo già finito, forse mai iniziato; godrete, soffrirete per tale mistero, consapevoli che il terreno inquieto cielo stellato è copia unica di un quadro d’autore che non lascerà altra traccia di se, se non leggiadri ricordi. Se di tale pazzia o momentanea accecante saviezza, saprete capire qual senso disvela, allora sarete padroni di un mondo che basta e avanza per scrivere quel libro il cui titolo ci piace immaginare possa essere “confesso che ho veramente vissuto!”. 164
Mirko Roncelli
165
Non conta tanto la qualità dell’acqua ma la possibilità di tuffarsi e muoversi in essa. I Principi del caleidoscopio culturale non accampano erudizioni, dotte conoscenze, non sono missionari del vero e del bello, tanto meno s'accollano il peso della storia e delle sue giravolte. Il loro anelito, la maggiore preoccupazione risponde al nome di tentare di vivere. Volano rasoterra, non per questo starnazzano o strisciano; sono un incrocio fra, formiche e cicale e sono in cerca di vesti robuste ma non sfarzose, di una casa comoda ma non lussuosa. Evitano inutili e stucchevoli esibizionismi ma, non rinunciano ai basilari nutrimenti di corpo e spirito. Possono saltellare, zigzagare, seguire irregolari percorsi, non sottoporre al microscopio fedi e credenze e applicano con disinvoltura il criterio: il vero è utile, possiamo nuotare disinvoltamente in acque calme e mosse, limpide e torbide, dal momento che non conta tanto la qualità dell’acqua quanto il poter tuffarsi e muoversi in essa. 166
Monica Lisi
167
L’antico vezzo di privilegiare le parti sul tutto. Cosa pensereste di un fotografo chiamato per scattare fotogrammi d’una antica villa con annesso giardino e cappella mortuaria se si limitasse a rappresentare solo alcune stanze. Sicuramente il senso di realtà di cui siete dotati vi porterebbe a chiedere come mai solo una parte e non il tutto? Supponete che l’artista ne rimanesse offeso, mortificato, albergasse grumi d’argomenti per convincervi che vi state sbagliando. Sono convinto che con difficoltà manterreste la calma. Se poi il nostro vanesio continuasse indefesso a sostenere la bizzarra tesi sareste tentati o di chiamare un’autoambulanza o di ritenerlo flippato.
168
Monica Stellina Citrita 169
Quando fra scelta ed azione s’inserisce, il vuoto, il nulla, la maschera. Alleluia, alleluia! l’insieme è un ostico, difficile concetto da sorseggiare. Fra i tanti insieme che ci circondano molti sono effimeri, amputati d’ogni fondamento, privi di parti essenziali per esaurire o rendere esaustiva una mappa esistenziale. Un insieme di valori dovrebbe presentare le fattezze di un borgo medievale racchiudente l’indispensabile dentro le Mure al fine di regolare la vita di una comunità, soddisfare le esigenze prime, comprendere in un gioco ambiguo, di passato, presente e futuro, i mille modi d’essere individuali e collettivi che ritmano, interpretano, musicano, suonano l’incedere di un gruppo. Quando tale reticolo è inquinato, da significative istanze di vita fuoriuscite da pedanti e lontane elucubrazioni, appesantito, da presunte preziosità o da pura animalità, allora s’innesta un cortocircuito, una pesante smagliatura, un sommossamento geologico e tra scelta e azioni s’inserisce il vuoto, il nulla, la finzione, la maschera. 170
Nadia Fiò
171
Cosa si scommette, che cosa si mette in campo? La vita è troppo breve, precaria, sottoposta a mille tribolazioni e privazioni, parca di gioie e soddisfazioni, ma non per questo, non è una stupenda e meravigliosa scommessa. Si occorre sapere che prima o poi giunge il momento di gettare il dado, attraversare la linea di confine fra virtuale e reale, intenzione e azione, fantasia e verità. Dal primo vagito, dal primo sguardo, inizia un’avvincente avventura che non si esaurirà, se non un attimo prima di morire. La scommessa è insita nell’esistenza ma la questione capitale è come si scommette e che cosa si mette in campo.
172
Nikolinka Nikolova
173
La fatica del cambiamento.
Spesso i cambiamenti comportano l’abbandono di vecchi metodi e atteggiamenti, la sostituzione con altri che si presumono maggiormente adeguati. Come sempre si levano i soliti corvi che lanciano gracchianti ululati di protesta magnificando il presente e immerdando il possibile. Come sempre occorre abbondanti porzioni di tolleranza, pazienza, compostezza e ritegno, ma attenti a non eccedere in auto-mortificazione, e signorilità , ecco perchÊ assestare alcuni colpi efficaci evita danni futuri. Per quanto mi riguarda, disponendo di scarsa solidarietà sociale per cretini e conservatori non riesco a trattenermi dal mandarli a cagare.
174
Orlando Tocco 175
Mai sottovalutare.
E voi amanti inguaribili del razionalismo non vi sembra di avere sottovalutato la bestia che ci portiamo in grembo.
176
Ornella Ogliari
177
Sono le risposte che contano.
Non è più le età per tergiversare con il nulla o l’effimero, il vento della sfida ci spettina comunque, tanto vale dire sì, dieci volte si, e attrezzarci per rispondere in forme acconce e adeguate.
178
Paolo Rui
179
Si deve iniziare a fare una oculata pulizia. Se avessi una robusta ed estesa ramazza ripulirei, in breve tempo l’ammuffito, appassito cortile della storia, dove giacciono possenti, puzzolenti, austeri e spenti concetti come: la necessità del bene e del male, il necessario ordine o l’inevitabile, la salvezza o la divina condanna, la razionalità certa e sicura ecc. ecc..
180
Patrizia da Re
181
L’interiore magma che chiede d’essere orientato. Un magma rovente, molloso, vigoroso, potente scorre in arterie e vene. Magma silenzioso, attento, pronto a sprigionare inusitate, sconosciute energie; s’inviluppa su se stesso, forgia e ri-forgia rosse e borbottanti figure, pressando e premendo quel corpo animato che noi siamo. Segna la sua presenza con ermeti linguaggi. Come un falco privato della libertà , cerca e ricerca il cono vulcanico; non sa chiedere, attendere, vuole fortemente vuole e quando non li si offre lo sfogo, esplode violentemente trascinando con se diritto e morale. In quel magma vigoroso e borbottante risiedono le originali e primitive nostre forze che non desiderano altro di sfogarsi, scaricarsi, liberare per il tramite del corpo la tensione accumulata, orientata, saggiamente orientata alla vita. 182
Musica: Duo Didoni
Pier Didoni "Il riscatto di Alfio" 183
L’unica isola a cui ci è dato approdare: la vita solamente la vita. Ridere del tragico, volare oltre, senza rimuoverlo o sminuirlo, assumerlo come punto di partenza capovolto di un’originaria fuga dalla vita, dalla lotta, dalla sofferenza. Sottoporlo a lavaggio e contro lavaggio mentale e affettivo, poi allargare le braccia, accoglierlo come frutto di una millenaria patologia rappresenta l’atto più alto, significativo, vivificante di un tuffo nel mare caotico e affascinante degli eventi. Ma occorre essere determinati, fortemente determinati a nuotare in esso per raggiungere non l’isola promessa, ma l’unica isola su cui ci è dato approdare: la vita, solamente la vita.
184
Pierluigi Bruno "Funambolo" 185
Una sana profilassi.
Una insostituibile ricetta: esercitarsi almeno due volte al giorno ha esprimersi, senza filtri e paranoie, sentimenti e convinzioni. L’unico limite a tale sbocco di sincerità assicurarsi che l’interlocutore non abbia tendenze manesche.
186
Pietro Messina
187
Con la reciprocità si possono evitare tediosi lamentismi. Ebbene sia, lasciamo libero sfogo alla fantasia, abbuffiamoci di sogni e artistiche rappresentazioni del desiderato mondo, tanto, labili sono i confini che separano la realtà dal possibile. Come non si potrebbe mantenere colore, sangue, vitalità alle temporali forme del futuro, dove con ingordigia inavvedutezza e bisogno, disperato bisogno, allestiamo scenograficamente le vicende che sentiamo riscattare il tedio e grigiore degl’interminabili momenti che inviluppano i vari “qui e adesso”.
188
Raffaella Quitadamo 189
L’armonia del corpo che crede, la goffaggine del corpo che mente. Quale musica, danza, melodiosa ritmicità , risiede in un corpo che comunica convinzioni vissute. Quale stonatura e goffaggine manifestano i corpi dei falsi, dei rettori e dei venditori di fumo.
190
Raffaella Vaccari 191
La morte dell’esistenza, l’Epifania d’una vita inconsciamente rivissuta.
L’io che noi vorremmo essere che ci hanno detto che dovremmo essere, lo specchio nel quale ci rappresentiamo, riconosciamo perde, peso, spessore e consistenza negli indefinibili amanti del vuoto; evapora fino a perdersi nelle nebbia. Ha inizio quella mistica del ritorno ad un’indistinta fusione con il mondo che non c’è. Il recupero in chiave simbolica, fantastica di una mitica naturalità. La riattivazione del cordone ombelicale, unico e completo nutrimento, in uno stato di non senso, non coscienza, non essere per la ragione ma essere per la natura e nella natura. Emerge uno spirito che anela a sciogliersi con le stelle, la terra, l’armonia dei sistemi stellari, il regolare ed eterno scorrere delle stagioni. Si giunge all’abbraccio intimo e tranquillizzante con quel nulla creduto, drammaticamente riconosciuto, dove sfocia magicamente un nuovo paradiso, senza consapevolezza di un paradiso. Si compie quel processo a ritroso da una umanità mancante a un pieno di naturalità. La mistica raggiunge necessariamente la sua estasi come compimento della morte della esistenza. Epifania di una primitiva vita rivissuta. 192
Roberta Andressi 193
Pochezze che rimangono pochezze.
E’ pur vero, che una piccola imperfezione in un perfetto corpo tende ad amplificarsi. Preso atto che di perfezioni in giro non se ne vede, le pochezze di cui discutiamo difficilmente eccederanno in lievitazione.
194
Roberta Bissoli 195
L’oblio: l’alleggerimento della insopportabilità del vivere. L’oblio non è forse un aspetto che respirare e abita in ogni psiche. Risponde ad una esigenza sorniona e accattivante, la ricerca d’uno stato di quiete, di equilibrio, di momentaneo o permanente refrigerio dalle bordate della realtà. Sicuramente vi sono varie forme di oblio: la rimozione dei debitori, di atti fastidiosi e avversati; l’accantonamento di impegni onerosi e di incontri indesiderati; la riduzione di valori, dei principi architrave dell’umanità.. La graduale, inesorabile, sequenziata spogliazione del nostro Io, dei tratti che producono, squilibrio, inadeguatezza. La fuga da prove e verifiche che non reggiamo. Insomma questa ideuccia va a braccetto con la regressione, producendo una coppia di abili killer di quel trombonesco ideale di felicità e realizzazione, disgustoso retaggio d’un epoca inflazionata da macabre fantasia funzionali a stendere un pietoso velo sulla pavidità dell’essere. 196
Roberto Morreale
197
La perdita della visione d’insieme è alla base delle trionfanti schizofrenie multiple.
Oltre agli esperti dell’organismo, abbiamo quelli della psiche, dell’anima, dell’inconscio. Poi sempre in un ambito rigorosamente delineato, anche se non si sa bene su quali basi, vi è la biologia, l’etologia, l’ecologia, la sociologia, la storia, l’antropologia con conseguenti varie ramificazioni. Inoltre vi è il settore della morale, dei valori, delle ideologie politiche, dei fini da perseguire, del vattelapesca. Siamo confusamente immersi in un ginepraio di sapere, di teorie, di dottrine, di linguaggi, di analisi e diagnosi, che raramente comunicano fra loro, anzi spesso ognuna riafferma il suo primato o lo splendido isolamento. Amici miei potrà sembrare originalità, ma tutti i cultori di queste rami e rametti non differiscono dal nostro fantasioso e strano fotografo. Ebbene si, siamo degl'inconsapevoli orfani del tutto, della realtà come la percepiamo nello scorrere delle esperienze. Siamo diventati degli ebeti incapaci di rapportare sensazioni e costruzioni ideali, se non nella forma di miriadi di losanghe di un mosaico sconosciuto. Forse qui sta uno dei motivi delle nostre schizofrenie multiple. 198
Romina Lapertosa
199
Solo nelle disarmonie s’esercita il libero arbitrio. L’esercizio della libertà , intesa come scelta in atto, cesserebbe di colpo in un mondo perfetto, dato che saremmo in assoluta armonia con le situazioni date.
200
Sara Mohamed Salem
201
Il succo della cultura ridotta a genetica. Gli araldi del “ritorno al naturale gruppo da preda” incarnano l’ideologia delle piccole patrie, dove Nazione, popolo, razza, ed etnia culturale entrano in simbiosi perfetta. Combattano alacremente ogni dottrina dell’universalismo umano, e sono istintivamente e spontaneamente contrari alle miscelazioni multi-culturali. Bollano, capziosi, retorici e , artificiali quegli intellettuali e quei modelli politicosociali, non iscritti in quel' innato sistema di comportamenti e atteggiamenti, succo e contenuto della cultura ridotta a genetica.
202
Simona Campanella
203
L’ebbrezza di certe misture sociocomportamentali. Dove, forza, spontaneità , sentimento, istinto, si legano armonicamente con idee di organizzazione e funzionamento sociale, si sostanzia un'invincibile mistura sociocomportamentale, ebbra e satolla di sÊ stessa.
204
Sonia Scaccabarozzi
205
Il nefasto ruolo dei killer terminologici.
E allora che si fa?. Come si esce da questo collo di bottiglia? Si può evitare di ripercorrere le solite strade degli imperdonabili abbagli dell’intelletto?. Abolire questi killer terminologici, riformulandoli su basi diverse?. Togliendo lavoro e pane ai tanti terapeuti ed educatori che sostano su questa terra?. Sarò cinico ma partendo dall’ultimo interrogativo credo che sia un atto previdente, di pulizia e salute sociale, la riconversione professionale di questi signori. Il resto, certo che si può uscire dal collo di bottiglia, ossigenando in profondità il cervello, rinfrescando la vita, eliminando i killer terminologici, sostituendoli con un criterio di ciò che è utile o dannoso alla conservazione e realizzazione umana. L’ho scritto, l’ho riscriverò fino alla noia. 206
Stefania Lubatti 207
Il fastidio da eccessi di Io.
GiĂ siamo infastiditi da un solo Se, immaginiamoci da una tale sfilza di Io.
208
Stefano Rosa
209
Le dolci note di un fondato spartito. Quale strumento prodigioso suoni solitario artista. In che modo racchiudi, nell’espandersi, dilatarsi, rannicchiarsi, arzigogolare in alto e in basso a dritta e a manca della tua fisarmonica, tutta la scala musicale, le sonanti note, toni acuti e bassi, lunghi e corti. Proprio tu fisarmonica, sei inconsapevole simbolo d’altri fraseggi musicali, di rapide salite e altrettanto movimentate discese di Do e Sol. Quella fisarmonica che movimenta il psicologico ventre dove camminano pesanti, sgraziati, saltellano in punta di piedi, si trascinano sfiancate, spossate le variegate forme delle umane ideazioni. Gorgheggi, virulenti, inarticolati, di primordiali suoni che non sappiamo decifrare; essoteriche note inneggianti alla magia, mistici suoni aleggianti paradisi futuri, eterni riposi. Severe note che rilasciano altre piccole e smilze, le prime invisibili, ma padrone di un essere che non tocchiamo, le altre tangibili, sbiadite apparenze del mondo. Suona, suona interiore fisarmonica, diffondi altre essenze che possono giungere come prelibate delizie ad un orecchio che sa riconoscere la presenza degli spartiti dove si stagliano, mondo e uomo in carne ed ossa. 210
Tina Ambosca 211
Meglio volare raso terra.
Vale la pena di rammentarci che fra mirabolanti o parche proposte didattiche, conviene sempre affidarsi al senso pratico, a quella istintiva capacità di cogliere il credibile; ecco perché scegliere il volo raso terra, forse ci può permettere di volare più alti. Al contrario optare per le alte vette ci potrebbe riservare cadute rovinose e, dato i costi della sanità pubblica, meglio evitare.
212
Tiziana Cardone
213
L’Io, un folto guardaroba dove ci si dimentica di qualche capo d’abbigliamento. Si non ci sono dubbi, per noi occidentali il peso culturale ci sta letteralmente schiacciando. Pensiamo soltanto come abbiamo resa, barocca, bizantina, complicata l’interiorità. Noi stiamo ai Greci che disponevano solo del concetto di consapevolezza, come un elefante sta ad una libellula. La parola psiche, contenitore del conscio e dell'inconscio è una espressione di pubblico dominio. Se poi procediamo per riduzione di sfere di competenze, perveniamo alla coscienza di cui si danno innumerevoli specificazioni che, vanno dalla coscienza filosofica, religiosa, magica, animistica, a quella scientifica, sociale, civile, famigliare.
214
Tiziana Pauletto
215
Il maestro si fa allievo, l’allievo maestro. Come artistici tramonti si vestono di tenui colori, di rosa e d’azzurro, d’arancio e marrone, di grigi e alabastro e, un pittorico fiume, riverbera tali figure, aggiungendo tocchi di verde e d’argento, di bianco e di blu. Aggiungendo, gorghi che cantano un inno al giorno morente. Un tocco di grazia di un artistico fiume d'acque correnti, vibranti, tremanti, lente e veloci, festose e contente per la sera incipiente. Gioco sublime fra, tramonti e fiume che risorge nel maestro che si fa cielo e tramonto per riversare al giovane, scenari e visioni che spoglia e riveste facendole sue. Come l’acqua del fiume protende ad un mare, così quel giovane vuole sfociare nel mare di quella cultura tratteggiata nel cielo. Il maestro pago d'essere stato aurora e crepuscolo, si fa di nuovo allievo, tuffandosi nel gioco magico e fluente del divenire del mondo e di se stesso. Vestendo i panni di un allievo di un vero che, guizza magico e sfuggente fra gli estetici arabeschi del tramonto che riflette se stesso in un artistico fiume che scorre e muta il ricevuto dono. 216
Vittore Frattini 217
Silvano Vinceti Biografia Nel 1986-87 fu tra i fondatori della formazione politica dei “Verdi del Sole che ride”, di cui fu anche primo coordinatore nazionale. Il suo impegno ecologista lo vide tra i responsabili del referendum contro le centrali nucleari. Presidente dell’associazione ambientalista “Kronos 1991” dal 1988 al 1993. Il suo impegno politico lo porta negli anni a ricoprire diversi ruoli: consulente parlamentare, consulente del Ministero dell’Ambiente, responsabile tecnico di Commissioni parlamentari di Camera e Senato e collaboratore del Ministero per il Turismo. Dal 2002 al 2004 è stato autore e conduttore Rai per programmi storico-culturali. Fondatore e presidente del “Comitato Nazionale per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali” nato nel 2002 a Scandiano, con la ricerca dei resti mortali del conte Matteo Maria Boiardo, autore del poema cavalleresco Orlando innamorato. Negli anni l’esperienza della ricerca dei resti del Boiardo, si ripete per quelli del Petrarca, di Pico della Mirandola, di Poliziano e di Leopardi. Silvano Vinceti lavora anche alla ricostruzione dei visi di Dante Alighieri, Pico della Mirandola e Poliziano, rese possibili grazie a sofisticate tecnologie. Nel biennio 2009-2010 il lavoro di ricerca sui resti mortali di Caravaggio porta al ritrovamento a Porto Ercole. Nel 2010 ha affermato di aver scoperto lettere e numeri nel dipinto della Gioconda con una ricerca sui resti mortali della prima modella usata da Leonardo Da Vinci nel plesso di Sant'Orsola a Firenze, ma senza alcun esito verificato. 218
Opere - Oltre il nulla. Armando Editore, 1999 - Ancorar il tempo. Sovera Edizioni, 2001 - L'Enigma Boiardo. Armando Editore, 2003. - Salò capitale. Breve storia fotografica della RSI. Armando Editore, 2003 - L'attualità del Petrarca. Armando Editore, 2004 - All'ombra della luna. Armando Editore, 2005 - Delitti e misteri del passato. (scritto con Luciano Garofano e Giorgio Gruppioni). Rizzoli, 2008 - L'enigma Caravaggio. Ipotesi scientifiche sulla morte del pittore. (scritto con Giorgio Gruppioni). Armando Editore, 2010 - Il mistero Caravaggio. Una vita dissoluta, una morte misteriosa, un corpo scomparso. Rizzoli, 2010 - Caravaggio. La culla del grande pittore. Una ricerca sulla gioventù dell'artista. (scritto con Giorgio Gruppioni). Armando Editore, 2010 - Porto Ercole. L'ultima dimora di Caravaggio. (scritto con Giorgio Gruppioni e Antonio Moretti). Armando Editore, 2010 - Operette morali. Leopardi il filosofo della speranza. (di Giacomo Leopardi, a cura di Ludovico Fulci e Silvano Vinceti). Armando Editore 2011 - Il segreto della Gioconda. Armando Editore, 2011 - Francesco il rivoluzionario di Gesù. Armando Editore, 2012 - Alla ricerca della Gioconda. Armando Editore, 2014 - L'altra Gioconda di Leonardo. I misteri di un capolavoro ritrovato. Armando Editore, 2016 - Il furto della Gioconda: Un falso al Louvre? Armando Editore, 2019 - Raffaello tra Leonardo e Michelangelo. Armando Editore, 2020 - Per un pizzico di felicità. Self Publishing Amazon, 2020
Edizione promossa da: Ponte degli Artisti Spazio Ponte degli Artisti
219
Per un pizzico di Felicità è un libro eccentrico perchè prende le distanze dalla mole di proposte pedagogiche, filosofiche e consuetudinari per educare ed educarsi . E' un libro irriverente con punte di ironia e scintille di satira lanciati come dardi fiammeggianti nei riguardi dei consolidati metodi e contenuti del formare e formarsi avvolti dalla d'orata aureola del - giusto modo-. Sbirciando sui suoi contenuti espressi nella veste poetica, letteraria, lirica e immediata dell'aforisma, entrano in scena : debolezza, precarietà, smarrimento, fallimento, tragicità , come musicali occasioni per conquistare quel vitale sorso di libertà, leggerezza e sicurezza . Per danzare sulle precarie corde dell'osare e rischiare- per far sbocciare una vita che meriti di essere pienamente vissuta. Un libro che si dona ad ognuno di voi per fare di- ognuno di voi- il protagonista per conquistare e far conquistare un Pizzico di Felicità.
Distribuzione e vendita solo online: Amazon – www.amazon.it 220