Collana: ”Gli ori di Conversano n.2”
‘I santi Benedetto e Biagio’ di Paolo Finoglio nella chiesa di San Benedetto dell’omonimo monumentale complesso conversanese
Francesco Saverio Iatta
I restauri cui è stato di recente interessato il monumentale complesso architettonico di San Benedetto 1 e in particolare la sua chiesa (che è stata, purtroppo, oggetto di rilevanti interventi di restauro per la caduta, dalla sua volta, di preziosi stucchi) ci hanno impedito (per fortuna per solo un modesto lasso di tempo) di poter ammirare le grandi tele che ospita la chiesa del più noto e indubbiamente più celebre (e celebrato) complesso monastico conversanese. Questo singolare complesso – che costituiva una vera e propria cittadella che insisteva, per imponente bellezza e quindi come vero e proprio simbolo di potere, nella città antica di Conversano 2 – custodisce una tela dipinta da Paolo Finoglio 3 che, se probabilmente è una delle ultime
sue fatiche 4, è, per unanime avviso, considerata il suo capolavoro assoluto. La tela raffigura ‘San Benedetto e San Biagio 5’ e - sino a poco tempo fa - era stata forse posta in ombra dal ciclo pittorico, profano, delle dieci grandi tele che illustrano la «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso 6 e quindi dalle tele, di tema sacro, che sono custodite nella chiesa dei santi Cosma e Damiano 7. Il D’Orsi 8 già lo considerava il più bel quadro che il Finoglio avesse dipinto nel feudo degli Acquaviva quando questa terra era amministrata da Gian Girolamo II 9 che, in diverse maniere e tempi, venne poi assistito da Isabella Filomarino 10, la sua illustre consorte, e quindi poi assecondato, anche nella sua politica espansiva, da Paolo Antonio di Tarsia 11 il suo letterato-segretario.
Chi dopo il D’Orsi ha ristudiato il dipinto non ha potuto che considerarlo come una delle più alte acquisizioni dell’intero percorso pittorico del pittore di Atella, pittore che fa sua puntando alla decantazione dello stile che nella grande pala di altare di ‘San Benedetto e San Biagio’ non cerca più effetti compositivi straordinari quanto, invece, la monumentale semplicità che s’impone con la sua sola intrinseca forza. I dati che portano a considerare il grande dipinto come il capolavoro assoluto di Paolo Finoglio sono rilevabili in alcuni dei suoi precipui elementi pittorici e formali. L’analisi della tela, pur se per più versi addirittura frustrante, dimostra quanto il grande dipinto sia letteralmente isolato non solo nel complesso della produzione pittorica di Paolo Finoglio quan-
to anche nel complesso della stessa produzione pittorica napoletana del Seicento, tanto che, per comprenderne appieno l’originalità, è necessario far luce sulle affinità che la tela condivide con la scultura napoletana contemporanea. Il dipinto, infatti, ha tutti i caratteri distintivi della monumentalità della coeva scultura e di questa ne cattura, in maniera del tutto singolare, proprio l’imponente solenne grandiosa maestosità. L’eccelsa bellezza del dipinto, invece, si rinviene nella sua solo apparente semplicità compositiva. E poi, subito dopo: si deve alla metafisica luce che scende dall’alto. Per questa serie di concomitanti non affatto casuali accidenti la tela del Finoglio è, quindi, da
considerarsi “uno tra i capolavori della pittura secentesca” proprio per i contrasti cromatici che s’instaurano tra le vesti dei due santi che vi sono raffigurati. San Biagio, infatti, troneggi alla destra della tela in un camice bianco e un piviale di color argento che sfuma nell’oro e nel nero. San Benedetto, al contrario, è rappresentato quale altra faccia di una stessa corretta interpretazione della santità barocca – mentre indossa una severa veste nera. Ebbene in questo grande dipinto il nero acquista valenza di colore così che il Finoglio supera il suo tempo e pare anticipare nel suggestivo effetto che deriva da questo contrasto cromatico quanto, due secoli dopo, si ammirerà in Manet che sottolinea il candore delle carni di Olimpia con
l’escamotage di accostare alla nudità della donna il giovane in nero, così come gli riesce nel Déjuner sur l’erbe.
Insomma come Manet abbandona le consuete sfumature per lasciare spazio ai violenti contrasti
tra luce e ombra così paolo Finoglio, ma ben due cento anni prima, contrappone armoniosamente la luminosa imponenza del bianco e dell’argento che sfumano nell’oro di San Biagio all’altrettanto imperiosa presenza di San Benedetto reso tutto in un nero che, per contrasto, si fa intenso colore. I due grandi santi dipinti – proposti nei loro splendidi colori – se posti l’uno accanto all’altro quasi paiono interrogarsi a vicenda. La tela dei santi Benedetto e Biagio, infatti, celebra una fede prettamente religiosa illuminata dallo splendore magnificente del barocco che segue ossequiente i precetti imposti dalla Controriforma. I protagonisti del Déjuner sur l’erbe di Claude Manet, al contrario, idoleggiano pur essi una fede, ma questa è prettamente laica.
E si rinviene nella pittura e nell’amicizia. Ma sol dopo che non è passato del tutto inutilmente il vento della Rivoluzione francese che, com’è noto, impone al mondo la borghesia e i suoi miti. Se le due tele, per ciò, son poste in un dialettico confronto si coglierà sia la composta lussureggiante magnificenza dei santi Benedetto e Biagio e nel contempo la rappresentazione di una colazione sull’erba rivisitata da un artista che scandalizzò i suoi contemporanei. Le déjuner sur l’erbe scandalizzo i suoi contemporanei non solo per il tema trattato quanto per l’armonica, ardita composizione che, per la singolarità degli accostamenti, non poteva non destare scandalo.
Se si ha, quindi, l’accortezza di porre il dipinto di San Benedetto e San Biagio non solo idealmente accanto al Déjuner sur l’erbe si coglierà, appieno, la singolarità di due quadri che, pur distanti mille miglia nell’individuare un aspetto della realtà, di questa ne sanno cogliere quelle peculiari unicità che solo i capolavori d’arte hanno il dono d’esaltare. In maniera impagabile. 1
Per il monachesimo cistercense femminile cfr. Cariboni G., Il monachesimo femminile cistercense. Ipotesi per la lettura di una complessa realtà istituzionale in Il monachesimo femminile tra Puglia e Basilicata, Atti del convegno di studi promosso dall’Abbazia benedettina barese di Santa Scolastica (Bari 3-5 dicembre 2005), a c. di C.D. Fonseca, collana Per la storia della chiesa di Bari Studi e materiali n.25, Bari 2008, pp.61-74. Per la storia del cenobio benedettino, della sua chiesa e
quindi del complesso agglomerato di vani e alloggi e dependance che costituivano una vera e propria cittadella nella cittĂ antica di Conversano e quindi anche per i casi in cui furono implicate, volenti o nolenti, alcune sue piĂš o meno illustri ospiti cfr. S. Simone, Il mostro della Puglia ossia la storia del celebre monastero di S. Benedetto di Conversano, Pansini, Bari 1885; A. Amatulli, Il monastero di s. Benedetto di Conversano. Origine, trasmissione e difesa dei suoi privilegi, Biblioteca del Seminario Vescovile di Conversano, pp.XVIII-207 (tesi dattiloscritta), s.d.; G. Mongelli, Le Abbadesse mitrate di S. Benedetto di Conversano, Edizioni del santuario di Montevergine, Montevergine 1960; M. Lanera, Appunti per la storia del monastero di S. Benedetto di Conversano, estratto da Studi di storia pugliese in onore di G. Chiarelli, vol. I, Congedo, Galatina 1972; U. Panarelli, Il monastero di s. Benedetto di Conversano. Monografia storico-artistica, Scisci,
Conversano 1977; F. Marangelli, Obbedire perché donne? Le monache di Conversano risposero di no, Ecumenica, Bari 1979; M. Lettere della badessa. Conversano. La corrispondenza ordinaria del monastero di S. Benedetto (Sec. XVI), Congedo, Galatina 1990; A. Fanelli, La giurisdizione badessale di Conversano, diritto femminile in Storia e cultura in terra di Bari, vol. IV, Tipolitografia Pineta, Conversano 1998, pp. 73-90; A. Fanizzi, Cerimonie badessali, in Fogli per Castellana, n. 12, dicembre 1992, pp. 218-304; M. De Nigris, Dall’educandato alla professione solenne. Prassi e tradizione delle benedettine di Conversano (secc. XVIII-XIX), in Oltre le grate. Comunità regolari femminili nel Mezzogiorno moderno fra vissuto religioso, gestione economica e potere urbano, a cura di M. Spedicato e A. D’Ambrosio, collana ‘Saggi e ricerche n. 30’, Dipartimento degli studi di scienze storiche e geografiche - Università degli studi di Bari, Cacucci,
Bari 2001, pp.207-224; Ibidem, Donne e monacazione nel monastero di San Benedetto di Conversano in Carte per la storia di Conversano, Arti Grafiche Scisci, Conversano 2002, vol. I, pp. 119-150;M. Intini, La memoria di donne potenti: Conversano, in La memoria dei chiostri , Atti delle prime Giornate di studi medievali. Castiglione delle Stiviere !!-13 ottobre 2001, G. Ardenna-R. Salvarani (a c. di), Brescia, pp.231-245; V. L’Abbate, Beni monastici a Conversano: il trappeto di s. Benedetto, in Storia e cultura in Terra di Bari. Studi e ricerche, Tomo quinto, a c. di V. L’abbate, Congedo 2010, pp.41-60; M. Intini, La memoria delle donne potenti: Conversano, in La memoria dei chiostri, Atti della prime Giornate di studi medievali Laboratorio di storia monastica dell’Italia Settentrionale, Castiglione delle Stiviere (Mantova) 11-13 ottobre 2001, cura di G. Ardenna e R. Salvarani, CESIMB Centro studi per la storia degli insediamenti monastici brescia-
ni / collana Studi e documenti, Marietti 2002, pp.231-245. Per la storia artistica del complesso di s. Benedetto cfr. M. D’Elia, La pittura barocca in La Puglia tra barocco e Rococò, Electa, Milano 1980, pp. 207 - 230; la scheda a firma di R. Lorusso Romito, Il complesso di s. Benedetto in Conversano in Insediamenti benedettini in Puglia. Catalogo, a cura di M.S. Calò Mariani, vol. II, Congedo, Galatina 1981, pp. 217-235; Ibidem, Note sulla chiesa di S. Benedetto di Conversano, in I santi Benedetto e Scolastica nel XV centenario della nascita, Atti del Seminario di Studi, Schena, Fasano 1981, pp.137 e segg.; Ibidem, Chiesa e monastero di S, Benedetto, in Il territorio di Sud Est a Bari in età medioevale. Società e ambiente,1983; P. Belli D’Elia, Conversano. Abbazia di S. Benedetto, in Puglia XI secolo, Bari 1975 (nuova edizione 1987), pp. 200-2006; Ibidem, Le committenze badessali (secoli XVIXVIII), Le abbazie nullius, Schena, Fasano 1982,
pp. 189-204 e Ibidem, Puglia romanica, Jaka Book, Milano 2003, p. 282; F. Vona, Le decorazioni parietali policrome della chiesa di San Benedetto in Conversano e alcuni nuovi ritrovamenti. Appendice: studio diagnostico sui materiali costruttivi e sui prodotti del degrado (G. Quarta D. Melica) in Storia e cultura in Terra di Bari. Studi e ricerche, Tomo quinto, a c. di V. L’abbate, Congedo 2010, pp. 21-30. Per la registrazione delle ‘carte’ del cenobio benedettino, cfr. Le carte del monastero di S. Benedetto nell’Archivio diocesano di Conversano, a cura di R. Colaleo e M. Lippolis, Presentazione di A. Fanelli e V. Castiglione Miniscetti, Introduzione di R. Colaleo e M. Lippolis, collana crescamus n.10 condiretta da A. Fanelli e V. Castiglione Minischetti, Arti Grafiche Scisci, Conversano 2008 e Monastero di s. Benedetto in Le fonti di Conversano, vol. II. L’archivio della Curia vescovile, a cura di Cristiana A.M. Guarnieri e A. Caprio,
Presentazione di D. Padovano vescovo di Conversano-Monopoli e di V. Castiglione Minischetti e A. Fanelli condirettori dell’Archivio Diocesano di Conversano, Prefazione di C. Lavarra direttore scientifico Centro sperimentale di Storia e Arte Conversano, Introduzione di G. Dibenedetto direttore dell’Archivio di Stato di Bari e soprintendente archivistico per la Puglia, con i saggi L’archivio diocesano di Conversano. Un laboratorio di sperimentazione archivistica di D. Porcaro Massafra e L’archivio della Curia vescovile di Conversano di C. Guarnieri, Appendice I. Prospetto dei fondi dell’Archivio Diocesano di Conversano a cura di C. Guarnieri e A. Caprio; Appendice II, Il progetto ‘Pergamo’ per la riproduzione digitale dei fondi pergamenacei pugliesi di C. Palma; Appendice III, Repertorio del fondo pergamenaceo dell’Archivio diocesano di Conversano generato da ‘Pergamo’ on-line a cura di R. Marino, Congedo, Galatina 2008, pp.195-266.
2
Cfr. M. Fantasia, Le benedettine e la gestione dell’Ospedale, in I santi Benedetto e Scolastica nel XV centenario della nascita, atti del seminario di studio 6/7 dicembre 1980, collana ‘Corpus historicum cupersanense n. 2’, Società di Storia patria per la Puglia Sezione di Conversano e Comune di Conversano, Schena, Fasano1981, pp.97104. 3 Tra i primi moderni, attendibili, anche se di fatto oramai superati, contributi sul Finoglio si consultino M. D’Elia, Paolo Finoglio, in Mostra dell’arte in Puglia dal tardo antico al Rococò, De Luca, Roma 1964, pp.145-146.Per dati particolarmente significativi, non solo sulla vita del Finoglio cfr. F. Marangelli, Paolo Finoglio attraverso i documenti ritrovati da Francesca Marangelli in estratto dall’Archivio Storico Pugliese, Organo della Società di Storia Patria per la Puglia, anno XX (1967), fascicolo I-IV, pp.1-19 e F. Marangelli, (a cura di), Paolo Finoglio attraverso
i documenti ritrovati da Francesca Marangelli, ciclostilato - Centro Ricerche, Conversano, 1979.Per i pittori del Guercio, cfr. M. e P. D’Elia, I pittori del Guercio. L’ambiente artistico conversanese ai tempi di Giangirolamo II e di Isabella Filomarino, Molfetta 1970. Per una nota bibliografica he recensisce gli studi sul Finoglio sino al 1978, cfr. R. Buono, Nota bibliografica su Paolo Finoglio, in Ricerche sul Sei Settecento in Puglia, dirette da Luisa Mortari, n. I, 1978-1979, Università degli studi di Bari, Schena, Fasano 1980, pp.91-103.Per Finoglio a Conversano, cfr. M. d’Elia, Paolo Finoglio a Conversano in La Puglia tra barocco e Rococò, Electa, Milano 1982, pp.207 e segg. Per un singolare approccio all’attività pittorica del Finoglio, cfr. AA.VV. Paolo Finoglio, L’altro sguardo, Schena, Fasano 1983, pp.73 in cui sono contributi di G. Ramunni, Presentazione, pp. 1-2; F. Tateo, Presentazione, pp.9-10; U. Panarelli, Introduzione p.12; S. Fizza-
rotti, Premessa p.13, T. Matera De Bellis, L’investigazione del probabile pp.17-25 e A. Nunziante, Intorno ad una messinscena, pp. 2933.Per il ciclo pittorico dedicato dal Finoglio all’illustrazione della Gerusalemme liberata, cfr. V. L’Abbate, Il ciclo pittorico di Paolo Finoglio sulla “Gerusalemme Liberata” nella Pinacoteca comunale, Sisci, Conversano 1999. Per il più recente contributo (arricchito anche dalla più significativa bibliografia accumulata nel corso del tempo sul Finoglio) che ha rilanciato, di fatto, la figura e quindi l’attività del frescante e pittore di Atella, cfr. AA.VV., Paolo Finoglio e il suo tempo, Un pittore napoletano alla corte degli Acquaviva, a cura di Pier L. L. De Castris, Presentazioni di G. Melandri C. D. Fonseca G. M. Jacobitti e V. Bonasora, Electa Napoli, 2000. Per il Finoglio e il suo tempo cfr. C. De Toma (a cura di), Paolo Domenico Finoglio e il suo tempo, (Centro Ricerche), Conversano, 2000.Per un recente sintetico
contributo sul Finoglio, cfr. F. Vona, Solo un pittore. I maestri del passato in ARS, luglio 2000, s.i. pagine. Sul Tasso e la cultura figurativa seicentesca, cfr. E. Hénin e O. Bonfait, Dipingere la Gerusalemme liberata nel XVII Secolo, in Intorno a Poussin. Ideale classico e epopea barocca tra Parigi e Roma, Accademia di Francia a Roma 30 marzo 2000 26 giugno 2000, a c. di O. Bonfait er J. C. Boyer, De Luca, Su tasso e pittura figurativa seicentesca Roma 2000; Sui rapporti tra Gian Girolamo II e il pittore di Atella cfr, M. Basile Buonsante, Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona e le arti visive, in Stato e baronaggio. Cultura e società nel Mezzogiorno- La casa Acquaviva nella crisi del Seicento, Atti del III convegno di studi su la Casa Acquaviva d’Atri e di Conversano, Napoli-Conversano-Alberobello 26-28 ottobre 200, a c. C. Lavarra, collana ‘Biblioetca di cultura Pugliese n. 175’, Martina Franca, Congedo 2008, pp.139-167. Per il Finoglio Interprete
del Tasso cfr. Riccardo Scrivano, «Paolo Finoglio interprete pittorico del Tasso» in Stato e baronaggio. Cultura e società nel Mezzogiorno. La casa Acquaviva nella crisi del Seicento, Stato e baronaggio. Cultura e società nel MezzogiornoLa casa Acquaviva nella crisi del Seicento, Atti del III convegno di studi su la Casa Acquaviva d’Atri e di Conversano, Napoli-ConversanoAlberobello 26-28 ottobre 2000, a c. C. Lavarra, collana ‘Biblioetca di cultura Pugliese n. 175’, Martina Franca, Congedo 2008, pp. 169-210. Per la fortuna della Gerusalemme nella pittura napoletana cfr. V. Lotoro «La fortuna della ‘Gerusalemme liberata’ nella pittura napoletana tra Seicento e Settecento», Aracne, Roma 2008. Per una valutazione della pala d’altare ‘San Benedetto e San Domenico” del Finoglio nella chiesa del complesso cistercense di Conversano, cfr. F. Iatta, S. Benedetto e S. Biagio dipinti da Finoglio. La sua tecnica pittorica anticipò di due secoli
quella poi ammirata in un capolavoro di Manet, in Fax, a. XV, del 20/3/2010, p. 18. Per la pala d’altare ‘Sant’Urbano che battezza Valeriano’ del Finoglio in S. Cosma utilizzata come fonte storica, cfr. F. Iatta, Le tele del Finoglio danno voce alla storia. La tela che raffigura Sant’Urbano che battezza Valeriano vale più di una filza di ‘carte’ d’archivio, in Fax, a. XV, del 3/4/2010, p.30. Per l’«Immacolata concezione di Lille» e il rilievo che ha nell’individuare il Finoglio avviato a divenire l’imprenditore di se stesso, cfr. F. Iatta, L’Immacolata di Finoglio torna in città. Fa parte dei dipinti del Museo di Lille che saranno esposti in Pinacoteca da maggio a luglio, in FAX, a. XVI, del 10 aprile 2010, p. 22. Per l’interpretazione dell’atto dotale rogato dal Finoglio in favore della figlia Beatrice, cfr. F. Iatta, Finoglio firma l’atto dotale della figlia, in FAX, a. XV, del 19 giugno 2010, p.26, Ibidem, Finoglio, da un rogito spunta un’ipotesi. Un sugge-
stivo dettaglio della vita dell’artista; per far risposare la figlia vedova le avrebbe donato dei suoi quadri, in Fax, a. XV, del 24 luglio 2010, p.30. Per le oscillazioni del gusto tra Napoli e Roma degli Acquaviva, cfr. F. Vona, Paolo Finoglio e le oscillazioni del gusto tra Napoli e Roma alla corte Acquaviva, in AA.VV., Veronese, Tintoretto e la pittura veneta. Capolavori del Palais des Beaux-Arts di Lille, a cura di A. di Marzo S. Pansini R. Gnisci, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI) 2010, pp. 45-50. Per la Gerusalemme del Finoglio cfr. G. Careri, «Gestes d’amour et de guerre», HEHE, Paris 2005, ma ora cfr. «La fabbrica degli affetti. La Gerusalemme liberata dai Carracci a Tiepolo», Il Saggiatore, Milano 2010. Per Finoglio alla corte degli Acquaviva cfr. F. Vona, Paolo Finoglio e le oscillazioni del Gusto tra Napoli e Roma alla corte Acquaviva, in Veronese, Tintoretto e la pittura veneta. Capolavori del Palais des Beaux-Arts di Lille,
a cura di A. di Marzo S. Pansini R. Gnisci, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2010, pp.51-63. Per Finoglio in S. Paolo Maggiore cfr. P. Leone de Castris, Ancora su Paolo Finoglio in San Paolo Maggiore, in Tempi e forme dell’arte. Miscellanea di Studi offerti a Pina Belli D’Elia, a cura di L. Derosa C. Gelao. Granzi, Foggia 2011, pp. 331-340.Per una recente attribuzione di un dipinto a P. Finoglio, si cfr. J.L. Requena Bravo de Laguna, Una ‘Morte di Lucrezia’ di Paolo Domenico Finoglio in “Paragone-Arte”, a. LXII, Terza Serie, n.100(741), Novembre 2011, pp.4245 4 Cfr. F. Marangelli, Paolo Finoglio attraverso i documenti ritrovati da Francesca Marangelli in estratto dall’Archivio Storico Pugliese, Organo della Società di Storia Patria per la Puglia, anno XX (1967), fascicolo I-IV, pp.1-19 e F. Marangelli, (a cura di), Paolo Finoglio attraverso i documenti ritrovati da Francesca Marangelli, ciclo-
stilato - Centro Ricerche, Conversano, 1979 e Bari. Mostra dell’Arte in Puglia dal tardoantico al barocco, catalogo della mostra, a c. di M. D’Elia, Roma 1964, p.146. 5
F[abrizio] V[ona], Paolo Finoglio, 42. I santi Benedetto e Biagio. Olio su tela, cm.264x190. Conversano, chiesa di San Benedetto in “Paolo Finoglio e il suo
tempo. Un pittore napoletano alla corte degli Acquaviva”, a cura di P. L. Leone De Castris, Presentazioni di G. Melandri C. D. Fonseca G. M. Jacobitti e V. Bonasora, Napoli, 2000, p.168, colonne III-IV. 6
Cfr.V[incenzo] P[ugliese], Il ciclo dei dipinti spirati ad altrettanti episodi della ‘Gerusalemme liberata’ in Paolo Finoglio e il suo tempo. Un pittore napoletano alla corte degli Acquaviva, a cura di P. L. Leone De Castris, Presentazioni di G. Melandri C. D. Fonseca G. M. Jacobitti e V. Bonasora, Napoli, 2000, pp.166-168 e V. L’Abbate, Il ciclo pittorico di Paolo Finoglio sulla “Geru-
salemme Liberata” nella Pinacoteca comunale, Sisci, Conversano 1999. 7 Cfr. A. Fanelli, Cultura economia e religiosità a Conversano nel Seicento. Per una lettura storica e iconografica del monastero e della chiesa dei SS. Cosma e Damiano, collana ‘crescamus n.2’, Scisci, Conversano 2004 e F. Lofano, Gli stucchi della Chiesa dei SS. Medici a Conversano: il programma iconografico e una proposta per Andrea Bolgi, Prefazione di Damian Dombrowski, Schena, Fasano 2009; F. Iatta, Gli stucchi della chiesa dei SS. Medici, in FAX, a. XIV, del 5 dicembre 2009; Id. Gli stucchi di San Cosma sono del Bolgi, in FAX, a. XV, 20 febbraio 2010, p.22. 8 “Sull’altare maggiore dell’antica chiesa di san Benedetto la tela con i Santi Benedetto e Savino (sic) può considerarsi il più bel quadro che il nostro pittore abbia dipinto nel feudo degli Acquaviva”, cfr. M. D’Orsi, Paolo Finoglio, pittore na-
poletano, in “Iapigia”, anno IX, fasc. III, pp. 350351. 9 Per un ritratto moderno della personalità e quindi delle ‘gesta’ di Gian Girolamo II Acquaviva d’Aragona (1600-1665) cfr., anche se mostra non pochi limiti dovuti sia al tempo in cui fu redatto e non meno all’anti tirannismo che lo contraddistingue, il noto e benemerito contributo stilato da L. Pepe, Nardò e Terra d’Otranto nel moti del 1647-1648 in Archivio storico pugliese, vol. I. fasc. I, a. 1894 e vol. I, fasc.2-3-4, 1895 ristampato a cura di G. Pepe, Manduria-Bari 1962; E. Fasano Guarini, Acquaviva D'aragona, Giovan Girolamo (Giangirolamo), in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia Treccani, www.treccani.it, lemma che pur mostra qualche sfilacciatura rispetto ai più avvertiti contributi venuti dopo. M. Sirago Il feudo acquaviviano in Puglia (1575-1665) in Archivio storico pugliese, a. XXXII, fascicoli I - IV, gennaio-dicembre
1984, I parte, pp.73-122; Ibidem, Due esempi di ascensione signorile. I Vaaz conti di Mola e gli Acquaviva conti Conversano tra ‘500 e ‘600 (Terra di Bari), estratto da Studi storici Luigi Simeoni, Istituto per gli studi storici veronesi, Verona 1986, pp. 169-213; Ibidem, I feudatari di Castellabate in età moderna, in Salerno e il Principato Citra nell’età moderna (secoli XVI-XIX), Atti del Convegno di Studi Salerno, Castigline dei Genovesi, Pellezzano 5-7 dicembre 1984, Centro studi «Antonio Genovesi» per la storia economica e sociale, Pubblicazioni dell’Università degli Studi di Salerno, collana Serie Atti di Convegni Miscellanee n. 17, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1987, che pur attingendo a fonti di prima mano non sempre offre interpretazioni del tutto esaurienti se non felici. M. Viterbo (Peucezio), Il “Guercio di Puglia” e la rivoluzione di Masaniello, in Storia della Puglia dalla preistoria alla fine del XVII secolo attraver-
so le vicende dell’antica contea di Conversano, vol. III, Castellana la contea si Conversano e l’abazia di San Benedetto. L’Età Moderna, Schena, Fasano 1987, pp.171-295, aggiornato cultore delle vicende della contea conversanese, ma il cui limite di fondo sono l’accettazione, a volte quasi, passiva di alcuni luoghi comuni che sarebbero invece da sfatare. A. Spagnoletti, Giangirolamo Acquaviva: un barone meridionale tra Conversano, Napoli e Madrid in Un barone meridionale nella crisi del Seicento. (Dai memoriali di Paolo Antonio Di Tarsia), a cura di A. Spagnoletti e G. Patisso, presentazione di F. Tateo, Congedo, Galatina 1999, pp. 1-24; Ibidem, Le dinastie italiane nella prima età moderna, collezione di Testi e di Studi-Storiografia, Il Mulino, Bologna 2003 che risultano, almeno sino a oggi, i contributi cui si può rifare per avere anche preziose indicazioni sia per ulteriori mirate ricerche quanto per ben più esaustivi contributi. Clelia Iacobone, Il conte di
Conversano Giangirolamo Acquaviva, in Puglia dal Quattrocento al Novecento. Manale di storia regionale, Premessa di C. Iacobone, Introduzione di L. Masella, Edipuglia, Bari 2004, equilibrato, sintetico ritratto del conte di Conversano, anche se risente del suo carattere peculiarmente divulgativo. A. Spagnoletti, I poteri territoriali dall’età Aragonese all’età Spagnola, in Storia della Puglia. I. Dalle origini al Seicento, collana ‘Storia e società’ a cura di A. Massafra e B. Salvemini, Laterza, Bari 2005; Ibidem, Le forme e i protagonisti del conflitto sociale e politico, in Storia della Puglia. II. Dal Seicento a oggi, collana ‘Storia e società’ a cura di A. Massafra e B. Salvemini, Laterza, Bari 2005, cui sono rilevanti, pur nella loro concisione, alcune più che pertinenti indicazioni. V. L’Abbate, Il conte Gian Girolamo II Acquaviva d’Aragona, in Ricerche storiche su Conversano e dintorni, Età moderna e contemporanea (secc. XVII - XIX), a cura del Comune di Conver-
sano dell’Università popolare e della terza età di Conversano e della Sezione di Conversano della Società di Storia patria per la Puglia, vol. III, Tipolitografia Pineta, Conversano 2005, pp.22-33, che ha, purtroppo, il suo limite nel tentativo, pur a volte ben più che riuscito, di divulgare nodi storico-sociali che non sempre si prestano, alle semplificazioni cui pur si deve ricorrere per delinearli nelle opere di divulgazione. G. Galasso, A proposito di Acquaviva e di Spagna nel Mezzogiorno d’Italia, in Stato e baronaggio. Cultura e società nel Mezzogiorno. Atti del convegno di studi La casa Acquaviva d’Atri e di Conversano NapoliConversano-Alberobello 26-28 ottobre 200, a c. di C. Lavarra, Introduzione di Francesco Tateo, collana ‘Biblioteca di cultura pugliese’, serie seconda n.175, Congedo, Martina Franca 2008, pp.17-24. F. Iatta, Il Guercio di Puglia era davvero guercio?, in FAX, a. XV, del 16/1/2010, p. 16; Ibidem, Wikipedia vs. Gian Girolamo II. Come
difendersi quanto si effettua una ricerca dalle lusinghe e dai trabocchetti di internet, in FAX, a. XV, del 29/5/2010, p.20; Ibidem, Gli schiavi alla corte di Gian Girolamo II. Erano sei: due donne, due uomini e due fanciulli al servizio del Guercio delle Puglie, in FAX, a. XV, del 17/7/2010, p.28 e Il Guercio è morto il 14 maggio 1665. Lo provano le messe di suffragio celebrate in onore di Gian Girolamo II, nella chiesa di San Benedetto, in Fax, Edizione Conversano. a. XV, del 21 agosto 2010, p.26. Mariella Basile Buonsante, Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona e le arti visive, in Stato e baronaggio. Cultura e società nel Mezzogiorno - La casa Acquaviva nella crisi del Seicento, Atti del III convegno di studi su la Casa Acquaviva d’Atri e di Conversano, NapoliConversano-Alberobello 26-28 ottobre 200, a c. C. Lavarra, collana ‘Biblioteca di cultura Pugliese n. 175’, Martina Franca, Congedo 2008, pp.139167 che offre il primo e quindi più interessante
tentativo di sondare uno dei più singolari sfaccettati e accattivanti modi di delineare uno degli aspetti della personalità e quindi indirettamente delle peculiarità che caratterizzano l’operato, a volte sin anche singolarmente contraddittorio, del conte di Conversano; ma che proprio per il suo pionierismo e forse poi pure per la brevità del saggio stesso pare non ancora del tutto atto a penetrare, davvero appieno, anche questa non affatto modesta caratterizzazione della complessa personalità di Gian Girolamo II. Pur se non si può non concedere alla Basile Buonsante l’indubbio merito di aver, meritoriamente, avviato una serie di sondaggi che rinvengono i loro più riusciti esiti nei contributi che Francesco Tateo ha dedicato, in più occasioni, a specificare, sin nei dettagli più singolari. Le matrici culturali di cui si valgono e a cui quindi attingono gli Acquaviva d’Aragona, per cui cfr. F. Tateo, La cultura letteraria in Puglia nell’età barocca, in La Puglia tra barocco e
rococò, Electa, Milano 1982, pp. 321-344; Ibidem, Prefazione a T. Matera De Bellis – A. Nunziante – S. Fizzarotti - E. Di Gioia, Paolo Finoglio. L’altro sguardo, Schena, Fasano 1983, p.9; Ibidem, Altri oggetti preziosi in casa Acquaviva: le metafore poetiche, in Contributi sul Seicento conversanese, Presentazione di D. Judice, Interventi di R. Ruotolo, F. Tateo e M. d’Elia, collana ‘quaderni conversanesi n. 14, Centro conversanese ricerche di storia e arte, Grafica Scisci, Conversano 1984;Ibidem, La cultura nel periodo spagnolo, in Storia della Puglia, Vol. II, Adda, Bari 1987, pp. 54-57; Ibidem, La cultura alla corte degli Acquaviva, in Paolo Finoglio e il suo tempo. Un pittore napoletano alla corte degli Acquaviva, Banca del Salento, Electa Napoli, Napoli 2000, pp.59-62; Ibidem, Istituzione cortigiana e letteratura nel feudo degli Acquaviva, in Stato e baronaggio. Cultura e società nel Mezzogiorno. La casa Acquaviva nella crisi del Seicento, Atti
del III convegno di studi su la Casa Acquaviva d’Atri e di Conversano, Napoli-ConversanoAlberobello 26-28 ottobre 2000, a c. C. Lavarra, collana ‘Biblioteca di cultura Pugliese n. 175’, Martina Franca, Congedo 2008, pp.85-102. 10 Per cenni sulla vita e quindi la considerazione in cui era tenuta, presso i suoi contemporanei, Isabella Filomarino cfr. Diario / di Francesco Capecelatro / contenente la storia / delle cose avvenute nel Reame di Napoli / negli anni 16471650 / Ora per la prima volta messo a stampa /sul manoscritto originale / con l’aggiunta / di varii documenti per la più parte inediti ed annotazioni/ dal marchese / Angelo Granito / principe di Belmonte, vol. III, G. Nobile, Napoli 1854, pp.119,120 e p. 528; M. Sirago, Il feudo acquaviviano in Puglia (1575-1665) in Archivio storico pugliese, a. XXXII, fascicoli I - IV, gennaiodicembre 1984, I parte, pp.73-122; Ibidem, I feudatari di Castellabate in età moderna, in Salerno
e il Principato Citra nell’età moderna (secoli XVI-XIX), Atti del Convegno di Studi Salerno, Castigline dei Genovesi, Pellezzano 5-7 dicembre 1984, Centro studi «Antonio Genovesi» per la storia economica e sociale, Pubblicazioni dell’Università degli Studi di Salerno, collana Serie Atti di Convegni Miscellanee n. 17, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1987; A. Fanizzi, Armi e baroni. Controversie e duelli degli Acquaviva d’Aragona dal 1636 al 1732, Levante, Bari 1985, pp. 66 e 92-93, Ibidem, Donna Isabella Filomarino contessa di Conversano, in “La Bruna” il nobile culto carmelitano di donna Isabella, a cura di G. Lenoci, Grafica Imprint, Conversano luglio 2000, pp.12-17; per la data di matrimonio di Isabella cfr., p. 72, nota n.14, colonna II, in F. Vona, P. Finoglio a Conversano: le volte dipinte, in “P. Finoglio e il suo tempo. Un pittore napoletano alla corte degli Acquaviva”, Electa, Napoli 2000, pp.63-73 e Ibidem, Paolo Finoglio e le
oscillazioni del gusto tra Napoli e Roma alla corte Acquaviva, in “Veronese, Tintoretto e la pittura veneta. Capolavori del Palais des Beaux-Arts di Lille”, a cura di A. di Marzo S. Pansini R. Gnisci, S. Editoriale, Cinisello Balsamo (MI) 2010, pp. 52-53. Per alcuni aspetti della complessa personalità di Isabella, cfr. F. Iatta, Un’inedita lettera di Isabella Filomarino. Fu scritta dalla contessa al cardinale Francesco Barberini e svela un retroscena della storia di Conversano, in FAX, a. XV, del 22/5/2010, p. 22; Ibidem, Gli schiavi alla corte di Gian Girolamo II. Erano sei: due donne, due uomini e due fanciulli al servizio del Guercio delle Puglie, in FAX, a. XV, del 17/7/2010, p.28; M. Proietto, Una donna di potere del XVII secolo: Isabella Filomarino, Contessa di Conversano, Tesi di laurea anno: 2010-11; Università: Università degli Studi di Bari, Facoltà: Lettere e Filosofia, Corso: Scienze dei beni culturali, Relatore: Elena Papagna; F. Iatta, Una lettera di Isabella a
Francesco Sylos, in FAX, a. XIX, del 15 febbraio 2014, p. 26; Ibidem, Il messaggio implicito della lettera di Isabella, in FAX, a. XIX, del 22 febbraio 2014, p.23; Ibidem, Questa Casa non sa far il gioco della canicola, in FAX, a. XIX, dell’8 marzo 2014, p. 25 e Ibidem, Perché Isabella scrisse a Sylos?, in FAX, a. XIX, del 15 marzo 2014, p.23; Ibidem, Una lettera di Isabella Filomarino a Giulio Carafa (in corso di pubblicazione); Ibidem. Isabella si è sposata il 4 aprile 1622(in corso di pubblicazione); Ibidem, Isabella Filomarino contessa di Conversano nella contesa giurisdizionale che contrappone Giuseppe Palermo vescovo della diocesi conversanese alle badesse di San Benedetto (in corso di pubblicazione); Ibidem, Nuove fonti per la data del matrimonio di Isabella Filomarino (in corso di pubblicazione). 11 Per un aggiornato quanto puntuale profilo di Paolo Antonio Tarsia, cfr. M. A. Mastronardi,
Paolo Antonio Tarsia, in Puglia Neo-latina. Un itinerario del Rinascimento tra autori e testi, a cura di F. Tateo, M. de Nichilo e P. Sisto, Regione Puglia Assessorato alla cultura e al turismo, Cacucci, Bari 1994, pp. 371-405; Ibidem, Modelli classici e modelli umanistici nella storiografia di Paolo Antonio di Tarsia, in Umanismo y pervivencia del mondo clasico. Homenaje al professor Antonio Fontàn, a cura di José Marìa MaestreJoaquìn Pasqual Barea-Luis Charlo Brea, Alcañiz, Madrid 2002; F. Tateo, Lungimiranza del Guercio di Conversano. Le vicende della città pugliese narrate dall’uomo di corte al seguito di Gian Girolamo Acquaviva, in La Gazzetta del Mezzogiorno, mercoledì 18 ottobre 2000, p.24, Ibidem, Presentazione, in Giangirolamo Acquaviva: un barone meridionale tra Conversano, Napoli e Madrid in Giangirolamo II Acquaviva. Un barone meridionale nella crisi del Seicento. (Dai memoriali di Paolo Antonio Di Tarsia), a cura di
A. Spagnoletti e G. Patisso, Congedo, Galatina 1999, pp. VII – X; F. Iatta, Appunti per un profilo di Paolo Antonio Tarsia, prima puntata in L’altroFax, a. II, n.127, p.4, del 23/7/2004; Ibidem, seconda puntata a. II, n.128, p.4, del 27/7/2004, p.4, Ibidem, terza puntata a. II, n.129, del 28/7/2004, p.6; G. di Staso, Tra biografia e autobiografia La vida de don Francisco de Quevedo y Villegas di Paolo Antonio di Tarsia in Stato e baronaggio. Cultura e società nel Mezzogiorno. La casa Acquaviva nella crisi del Seicento, Atti del Terzo Convegno di Studi su La casa Acquaviva d’Atri e di Conversano (NapoliConversano-Alberobello, 26-28 ottobre 2000), a cura di C. Lavarra, Introduzione di F. Tateo, Centro ricerche di storia e arte Conversano – Università degli Studi di Bari Dipartimenti di Scienze storiche e sociali e di italianistica, Congedo, Galatina 2008, pp.123-138. Quello che segue è l’elenco delle opere pubblicate dal segretario let-
terato di Gian Girolamo II e quindi di quelle che avrebbe approntate o che comunque aveva in mente di approntare e quindi pubblicare: “De Sancti Johannis Baptistae humanae salutis prodromi laudibus oratio panegirica”, F. Savio, Napoli 1643; “Ara parentalis, Didaco Lopez de Haro a Sotomaiori Carpiensium Marchioni etc. vita functo epi-taphiis ac symbolis tumultuariae erecta ornataque, Typis Iuliani de Paredes”, Mantuae Carpethanorum 1648; “Divae Virginis Insulanae Cupersanensis historia”, Typis Iuliani de Paredes, Mantuae Carpethanorum 1648; “Historiarum Cupersanensium libri tres”, Typis Iuliani de Paredes, Mantuae Carpethanorum 1649; “Nuptialis currus elogiis ac symbolis apparatus ad hymenaeos augustissimi et potentissimi Philippi IV et Mariae Annae Hispaniarum regibus”, Typis Xoenodochi Generali, Caesaraugustae (Saragozza) 1649; “Memorial politico-historico del doctor Pablo Antonio de Tarsia que ofrece a la catolica y
real magestad del rey n. señor d. Felipe IV el grande”, en Madrid 1657; “Memoriale, s.d. (SEÑOR. Don Pablo Antonio de Tarsia…)Memorial a la Catolica, y real magestad del rey nuestro señor d. Felipe IV el Grande, s.d.; Memoriale, s.d. (Señora D. Iosia de Argon…); “Europa singulas atque praecipuas urbes et oppida singulis carminibus descripta continens”, Typis Pauli de Val, Madrid 1659; “Succus prudentiae sacro-politicae ex nonnullis r.p. Ioannis Nierembergii Societatis Iesu operibus expressus et per locos communes digestus”, Sumptibus Claudii Bourgeat et Michel Lietard, Lione 1659; “Vida de don Francisco de Quevedo y Villegas”, Pablo de Val, Madrid 1663; “Tumultos de la ciudad y reyno de Napoles en el año 1647”, C. Bourgea, Lione 1670; “De nundinis”, manoscritto conservato presso la Biblioteca dei Gerolamini di Napoli, con la segnatura XXVIII. 3. 10. P.A. Tarsia, inoltre, nel suo “Memorial politico-historico”,
elenca, come proprie, le seguenti opere: “Feralium animadversionem subscesivus calamus”; “Centuria di epigrammi e di elogi”; “Vita del Cardinal Baronio”; il trattato: “Subterraneos, sus causa, y maravillas”; il trattato: “De manna”, il trattato: “Las Rotas que en diferentes tiempos han tenido los Franceses en Italia”, delle quali però, almeno sino ad ora, non è stato possibile reperire alcuna traccia. Gli “Historiarum Cupersanensium libri tres” furono editi una seconda volta nel “Thesaurus Antiquitatum et Historiarum Italiae, quo continentur optimi quique scriptores qui Campaniae, Neapolis, Magnae Graeciae confiniumque populorum ac civitatum res antiquas aliasque vario tempore gestas memoriaque prodiderunt diger olim coeptus cura et studio Ioannis Georgi Graevi”, Petrus Vanderae, Lione 1723. L'opera, infine, fu inserita in D. Giordano, Delectus scriptorum rerum neapolitanarum, F. Ricciardi, Napoli 1735, coll. (?) 649 - 752. Gli “Histo-
riarum Cupersanensium libri tres” sono stati tradotti dal sacerdote Vincenzo D'Aloia (manoscritto conservato presso la Biblioteca Nazionale di Bari, Fondo D'Addosio, I/78, datato 1805). E, in maniera per molti versi inesatta e inattendibile, dal canonico Giuseppe Bolognini (G. Mongelli, Conversano 1935). L'«Europa singulas carminibus...»ebbe una seconda edizione, accresciuta e corredata dalle note di Biagio Tarsia, fratello dell'autore (H. Boissat - G. Remeus - C. Bourgeat et M. Lietard, Lione 1661). Recente è l'edizione della “Divae Virginis Insulanae Cupersanensis historia”, introduzione, traduzione e note a cura di Angelo Fanelli, Pascale, Castellana Grotte 1992. Lo stesso Fanelli ha poi curato l'edizione di alcuni epigrammi latini, inediti, del Tarsia (vedi. Spigolature archivistiche europee su Conversano, in AA. VV. , Studi in onore di M. Marangelli, a c. di F. Tateo, Schena, Fasano 1990, pp. 232-235).