Vivi Consapevole in Romagna

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IL CORAGGIO

di riscrivere una storia Chiara

lavorava in un locale in cui capitavo spesso e, ogni volta che la vedevo, sentivo che era una persona speciale. Era l’unica dello staff che parlava diverse lingue e spesso mi sono stupita della facilità con cui gestiva i clienti stranieri e di come le venisse naturale accogliere le persone. Eppure, nonostante il sorriso, in qualche modo percepivo che lì non era totalmente felice. Un giorno, dopo qualche tempo, sono tornata nel locale e Chiara non era più lì. Il locale che lei sapeva illuminare con il suo sorriso era come offuscato dalla nebbia. Le colleghe mi hanno detto che, dopo 5 anni e nonostante una promozione, Chiara aveva lasciato tutto per seguire la sua passione, fare la chef. Oggi, grazie ai social, la seguo e ho scoperto che in seguito è andata a Milano, ha fatto lavori di ogni tipo nei ristoranti, poi si è trasferita a Londra, affrontando ogni sfida con passione, facendo conoscere i suoi talenti e diventando una chef, come sognava. Eppure, dopo le esperienze a Milano e Londra, Chiara ora è tornata alla sua terra, ha deciso di lavorare nella fattoria di famiglia, che stava andando in declino e, con orgoglio, porta le sue competenze e la sua esperienza internazionale nel posto in cui ha passato felice la sua infanzia.

Giorno dopo giorno, con coraggio, sta riscrivendo la storia di quel luogo, destinato a spegnersi senza di lei, vista

l’età avanzata dei genitori e le scelte diverse dei suoi due fratelli.

Oggi la fattoria ha preso una nuova vita, Chiara ha investito i pochi risparmi di famiglia in una ristrutturazione, ha convertito alcune coltivazioni al biologico e con un’amica architetto (prima senza lavoro) gestisce uno splendido b&b ricavato dalla vecchia stalla. La mamma, ormai anziana per occuparsi dei lavori agricoli, si occupa delle colazioni, che prepara fresche ogni mattina con i prodotti della fattoria o dei mercati contadini, mentre il padre, aiutato da un fattore, porta avanti le coltivazioni e i terreni. Ultimamente Chiara - che racconta ogni giorno la sua storia nel suo blog - ha aperto anche un piccolo e-commerce per vendere on line le marmellate, i succhi, e altri prodotti della fattoria. Nell’ultimo mese ha spedito anche a Londra! Chiara è forte, come le querce che ombreggiavano la sua stanza di bambina nell’amata fattoria, e questa forza le ha permesso di volare lontano. Come le querce, ha anche solide radici e queste, oggi, le hanno dato il coraggio di tornare alla sua terra per darle un nuovo futuro. Ora è felice. In questo numero troverete altre storie ispiratrici di romagnoli coraggiosi e determinati, che hanno scelto di credere nella nostra bellissima Rumagna. Romy Alessandri

Dalla carta al web: cosa fare con i QR code che trovi su Vivi Consapevole in Romagna? Caro lettore, in questo numero c'è una novità: alla fine di alcuni articoli trovi un box con codice QR code. Che cos’è il QR code? È molto semplice: il QR code è un’immagine quadrata in bianco e nero, che puoi “leggere” con il tuo telefonino tramite una apposita app da scaricare e che ti porta ad approfondimenti sul nostro sito.

Cosa devi fare se vuoi leggere il QR code? Scarica con il tuo telefonino una app per leggere i QR code oppure usa l’opzione QR code di Facebook, inquadrando il codice QR con il telefonino. In un attimo potrai leggere l’approfondimento.

È più facile a farsi che a dirsi: provare per credere!


con la

Cooperazione di:

Negozio a Cesena ed eCommerce con più di 70.000 prodotti, fra cui libri CD, DVD e alimenti naturali per permetterti di vivere bene la tua vita, e sperimentare un benessere di corpo mente e spirito. www. macrolibrarsi.it

Fitoterapia, cosmesi naturale, preparati biologici e bioenergetici ricchi d’amore. Nutrimenti del nuovo millennio da una lunga esperienza di vita e di pratica in comunione con la natura. www.remediaerbe.it

Azienda Agricola Biologica, BioAgriturismo, Scuola di Ecologia Applicata a Bagno di Romagna (FC), un luogo meraviglioso, con un panorama mozzafiato e una natura in parte incontaminata. www. autosufficienza.it

Macro è una realtà editoriale consolidata del panorama culturale italiano. Dal 1987 contribuisce con le proprie opere e iniziative alla crescita di una comunità attenta, consapevole e responsabile e oggi è tra i leader europei del settore della conoscenza e del benessere del corpo, della mente e dello spirito. www.gruppomacro.com

Il Forno Cappelletti & Bongiovanni è specializzato nella panificazione con pasta madre di farine di cereali antichi per garantire così pani altamente digeribili, genuini, e naturali. Sono esperti nella produzione di dolci senza zucchero e prodotti Bio-Vegan. www. fornodovadola.it

Le Vie del Dharma è un progetto nato intorno alle molteplici vie dello yoga e vuole raccontare questa antica disciplina nella pluralità dei suoi “sentieri”: le tradizioni, le scuole e gli stili che si sono affinati nei millenni ad opera di Guru, maestri e praticanti. www. leviedeldharma.it

Olfattiva realizza prodotti di aromaterapia e profumeria botanica per il benessere della persona e dell’ambiente, selezionando i migliori oli essenziali dal mondo. Un frammento di Natura da portare con sé. www.olfattiva.it

WASP è un progetto di sviluppo della stampa 3D che fonda le radici nel mondo dell’open-source, per mettere in circolazione conoscenze e strumenti. Produce stampanti solide professionali per uno sviluppo sostenibile. www.wasproject.it

Un giornale, una mappa, una comunità che raccontano, censiscono e mettono in rete i progetti virtuosi, ecologici, etici e innovativi di cui nessuno parla ma che stanno cambiando il nostro paese… in meglio! ww.italiachecambia.org

Vuoi diventare anche tu un sostenitore attivo del progetto? Scrivi a info@viviconsapevoleinromagna.it


Indice

i:

VIVI ECO Fai girare l’economia locale e compra romagnolo! 6

Vivi Consapevole in Romagna dicembre 2018 / febbraio 2019 Anno III – numero 11 Registrazione N. 3/16 effettuata presso il Tribunale di Forlì Editore Macrolibrarsi di Golden Books Via Emilia Ponente 1705 Diegaro di Cesena, FC. Info@viviconsapevoleinromagna.it

SEGUI IL BUON ESEMPIO

Direttore Responsabile Romina Alessandri

La bellezza e l’autenticità di dire Sì!

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L’edilizia cambia e punta al green 12

Corrieri in Bici in Romagna

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Energia positiva

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Ragazzi che viaggiano e lavorano all’estero

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Al Macrolibrarsi Store arriva la mobilità elettrica col network I Feel Greeen

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La casa del Cuculo, molto più che una casa

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La canapa made in Romagna

Welfare Aziendale: quando il lavoro si concentra sul benessere delle persone

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CAMBIAMO LA ROMAGNA Insieme cambiamo la Romagna 18

VIVI IN SALUTE

Redazione, Grafica e Impaginazione Riviste & Co. Comunicazione-Copywriting-Contenuti

EDUCAZIONE CONSAPEVOLE Diventare genitore di se stessi

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La sindrome dell’erba del vicino 24

Yoga al nido

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Quanto può curarci una canzone? 28

Gesti d’amore

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Quando l’acquisto genera cultura 30 Il Fiore della Vita sboccia in Romagna 32 Vi racconto la Mindfulness

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Danza con la vita, riscopri il contatto con il mondo attorno 40

in Redazione Francesco Angelo Rosso, Giorgio Rosso, Massimiliano Cirielli, Roberto Gianelli, Dina Pisicchio Romina Alessandri, Marianna Gualazzi, Valentina Balestri, Francesca Rifici, Andrea Giulia Pollini, Barbara Pozzi, Massimo Moretti, Fabio Cappelletti, Hubert Bosch, Lucilla Satanassi

CULTURA CONSAPEVOLE Fumetti e vignette che raccontano la Romagna (e molto di più) 70

Via Uberti 33, Cesena FC - direzione@rivisteeco.com

Ufficio commerciale Massimiliano Cirielli Roberto Gianelli Dina Pisicchio adesioni@viviconsapevoleinromagna.it Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Giovanni falco, Silvano Ventura, Luigi Angelini, Leonardo Polverelli, Eleonora Scarpellini, Luca Montalti, Simona Cannataro, Andrea Lombardi, Simona Trerè, Roberto Cardinale, Romina Gabanini, Antonio Dal Muto, Roberto Mercadini, Valeria Zoffoli Stampa Rotopress International, Bologna Finito di stampare a novembre 2018 Tiratura: 20.000 copie Immagini acquistate su www.sxc.hu , www.shutterstock.com www.iphoto.it, www.pixabay.com Foto di copertina: Si ringrazia Maurizio Cappelletti dell'azienda Forno Cappelletti & Bongiovanni (Dovadola)

A tu per tu con Roberto Mercadini 72

MANGIA E BEVI SANO Spenditi nella tua Comunità

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MariAlti: dal mare alla montagna, tutta la vera autenticità romagnola 48

VIAGGIA ECO Bertinoro, il balcone della Romagna 75

La rivista trimestrale gratuita è distribuita: • Presso oltre 800 realtà green in Romagna e San Marino (in continuo aumento) • A ll’interno del pacco per chi acquista sul sito macrolibrarsi.it (residente in

Disclaimer

Questa rivista ha solo uno scopo informativo e non intende in alcun modo fornire consigli medici o terapeutici. Ogni decisione relativa all’inizio/cessazione/modifica nell’assunzione di preparati farmaceutici, integratori o altri trattamenti dev’essere presa solo dopo consiglio del proprio Medico curante o di medici di fiducia abilitati all’esercizio di questa professione. Né gli Autori degli articoli né l’Editore rispondono di eventuali problemi causati dal fatto di non aver seguito questa raccomandazione.

É un progetto di:

• P resso il Macrolibrarsi Store a Cesena Romagna e limitrofi) • Tutti gli uffici pubblici dei comuni in Romagna aderenti al progetto • In eventi, fiere, festival olistici o green del territorio (sportelli informativi, biblioteche, IAT, Informagiovani, URP, Proloco ecc.) • Altri canali in via di sviluppo.

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in Romagna Insieme cambiamo la Romagna Chi siamo C’è un proverbio in Burkina Faso: «Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante». È questa la consapevolezza che ci ha ispirati e ci ha dato la voglia di creare l'Associazione Vivi Consapevole in Romagna. Cos’è Vivi Consapevole in Romagna? Prima di tutto, è un gruppo di persone che dà il buon esempio e si impegna quotidianamente per cambiare la Romagna. È anche un sito dove trovare tutte le aziende virtuose, le attività etiche e gli operatori

olistici del nostro territorio. È una rivista cartacea trimestrale, una pagina Facebook sempre aggiornata e una App. Il progetto ha preso vita all’inizio del 2016 e, a oggi, abbiamo creato una rete sinergica di persone e aziende che si aiutano e si sostengono a vicenda. Siamo sempre più convinti: unire la forza dei Romagnoli può davvero rendere la Romagna una terra migliore! Con Vivi Consapevole in Romagna, la Romagna sei tu! E anche tu puoi cambiare le cose in meglio.

Missione e Visione La nostra parola chiave è CONSAPEVOLEZZA, il nostro intento è informare il pubblico e condurlo verso un benessere collettivo di corpo, mente e spirito. Vogliamo creare una nuova comunità consapevole, più sana e felice che renda la Romagna un esempio da seguire in tutto il mondo, conosciuto per l'attenzione per l'uomo e l'ambiente, per il benessere della persona e della natura.

ORGOGLIOSI DELLA NOSTRA TERRA

Siamo Romagnoli, siamo tradizione, siamo divertimento, siamo arte e cultura. Siamo mare, montagna, collina e distese di grano che brillano al sole. Siamo il profumo di una piadina, il sapore dei cappelletti e siamo il gusto di un buon bicchiere di vino. Siamo la dimostrazione di una Romagna più etica, più virtuosa, più ecologica e più responsabile.

Cambia insieme a noi la Romagna L'Associazione Vivi Consapevole in Romagna sta portando avanti CAMBIAMO LA ROMAGNA, un progetto molto ambizioso che vuole ridare fiducia alle persone, costruendo una nuova comunità romagnola pronta a mettersi in gioco in ambiti come l’istruzione alternativa, la natura e l’agricoltura, l’economia sociale e la salute delle persone e del territorio.

Se sei pronto a impegnarti con noi e partecipare, scrivi a info@viviconsapevoleinromagna.it Per rimanere aggiornato sugli sviluppi del progetto puoi inoltre iscriverti al Gruppo Facebook “Cambiamo la Romagna”.

Diventa parte del cambiamento!

Iscriviti all'associazione e partecipa agli incontri che cambiano la Romagna. Vai su http://www.viviconsapevoleinromagna.it/modulo-adesione/ o scrivici a info@viviconsapevoleinromagna.it


Cosa facciamo in Romagna Operiamo a favore della Romagna, contribuendo ad affiancare, nella sua riconosciuta caratteristica di regione economicamente prospera, anche quella di modello di comunità ecologicamente sana. Diamo voce e visibilità alle persone e alle attività romagnole che vogliono cambiare la Romagna e che lavorano per un mondo di persone sane e consapevoli in Romagna. Ecco alcuni esempi: •• Acquista Green (negozi biologici, erboristerie, parafarmacie, gruppi d’acquisto solidale, produttori alimentari, aziende agricole, artigianato, arredamento e abbigliamento) •• Arte e cultura (associazioni culturali e sportive, onlus, ecomusei e istruzione alternativa) •• Eco turismo (agriturismi, B&B e hotel ecosostenibili, ecovillaggi, fattorie didattiche, festival ed eventi dedicati alla salute e al benessere) •• Mangia Bio & Veg e Bevi Sano (ristoranti biologici, bar, gastronomie e gelaterie, street food e vegan chef ) •• Operatori olistici (naturopati, nutrizionisti, chi si dedica al mondo dei massaggi e del reiki, pranoterapeuti, counselor e anche i veterinari green) •• Salute e benessere (centri yoga e pilates, palestre olistiche, centri benessere ed estetici, ambulatori di cure alternative) •• Tecnologia e bioedilizia (studi di tecnologie innovative, di architettura sostenibile, di energia rinnovabile, imprese edili e di depurazione dell’acqua) Buone pratiche Ora tocca a te trovare la realtà green che stai cercando in Romagna. Vai su Autosufda seguire www.viviconsapevoleinromagna.it e scarica la APP e la guida alla Romagna Green. ficienza

La Rivista gratuita Trovi la rivista cartacea trimestrale gratuita: •• Presso oltre 800 realtà in Romagna, limitrofi e San Marino •• Presso il Macrolibrarsi Store a Cesena •• In eventi, fiere, festival olistici o green del territorio •• In tutti gli uffici del turismo dei comuni aderenti in Romagna (sportelli informativi, biblioteche, IAT, Informagiovani, URP, Proloco ecc.) •• All’interno del pacco per i clienti di macrolibrarsi.it (residenti in Romagna, limitrofi e San Marino) •• Altri canali in via di sviluppo

Magiar sano, bio, veg, Km0

Crescita personale

Viaggi eco ed eventi Green

Salute naturale Medicina alternativa

Comuni virtuosi Spiritualità

Amici animali Ecologia e sostenibilità

FORMATO RIVISTA: 19,5 x 26 cm, p. 80 PREZZO DI COPERTINA: Gratuito

Chi crede nel progetto e lo sostiene Queste sono le aziende sul territorio che operano nei settori del biologico, del naturale, della salute olistica, della produzione che rispetta l’ecologia, dell’innovazione che hanno scelto di credere e investire sul cambiamento della Romagna: Macrolibrarsi, Gruppo Macro, La Fattoria dell’Autosufficienza, Remedia, Forno Biologico Cappelletti e Bongiovanni, Olfattiva, Le Vie del Dharma, Wasp e Italia che Cambia. Sono loro i primi sostenitori di Vivi Consapevole in Romagna.


Vivi eco

Fai girare l’economia locale e compra romagnolo! Valorizza la tua terra e rendila autosufficiente Francesco Angelo Rosso

U

n pò di anni fa, ho letto un libro pubblicato da Macro Edizioni dal titolo Un istante dopo. L’autore racconta la storia di un paese americano che, a seguito di una catastrofe, mette fuori uso tutte le centraline elettroniche per via di un’inversione dei poli magnetici. Di conseguenza, qualunque apparecchiatura elettronica, in un istante, cessa di funzionare. Posteriormente alla lettura di questo libro, mi è stato veramente chiaro quanto dipendiamo per tutto dall’elettricità e dall’elettronica. Senza centraline le auto non funzionano, i trasporti si bloccano, gli ospedali chiudono, i negozi si svuotano e ben presto la vita della gran parte delle persone diventa un incubo. Secondo l’autore del libro, un anno senza elettricità sterminerebbe il 70% della popolazione occidentale. Oggi viaggiamo su un’auto prodotta in Giappone e alimentata da un combustibile che arriva dall’Arabia Saudita, mangiamo cibo che arriva dall’Argentina, ci vestiamo con abiti prodotti in Cina, ci riscaldiamo con il metano proveniente dalla Russia, arrediamo la no-

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stra casa con mobili svedesi, facciamo i nostri acquisti online da un sito americano, affidiamo i nostri risparmi a una banca olandese e così via. Qualsiasi prodotto consumiamo, viaggia in lungo e in largo per il pianeta. Il risultato di questo modo di vivere è che siamo tremendamente dipendenti da un’economia sulla quale non abbiamo il minimo controllo e spesso neanche una minima consapevolezza. Oltre a creare danni ingenti con l’inquinamento di terra, di aria, di acqua, con la distruzione di intere comunità e con lo sfruttamento di manodopera a basso costo e minorile, diventiamo sempre più fragili. La nostra vita dipende da rapporti economici internazionali e dalle scelte di grandi corporazioni: noi non siamo più in grado di vivere senza di loro. Non sappiamo coltivare, non sappiamo riscaldarci, non sappiamo produrre energia, non sappiamo costruire la nostra casa. Spesso sappiamo solo battere le nostre dita in uno strumento informatico, anch’esso oggetto di sfruttamento, in Africa per le materie prime e in Asia per l’assemblamento.


Possiamo continuare a essere dipendenti dai grossi gruppi economici internazionali e di conseguenza asservire le loro scelte oppure scegliere di essere noi creatori della nostra vita e del nostro mondo: essere autosufficienti. Questa è una della ragioni principali che mi ha portato a fondare nel 2009 “La Fattoria dell’Autosufficienza”. Non mi piace un mondo di sudditi consumatori a favore di pochi gruppi di predatori internazionali. Non mi piace che il mio Paese diventi sempre più povero a favore di pochissimi ricchi. Non mi piace che il paradiso naturale – la nostra madre Terra – continui a essere abusato e sfruttato per l’interesse folle di pochi ricchi.

Penso che oggi ci siano le conoscenze sufficienti per creare una nuova era dove l’uomo torni a essere custode della Natura come avviene da sempre per i popoli nativi e perché ciò accada è necessario diffondere esempi concreti.

Prima di ogni altra cosa, è necessario essere autosufficienti nella salute. La medicina scientifica, ossia quella che tutela gli interessi delle grandi case farmaceutiche internazionali, è un fallimento continuo per ciò che concerne la salute. Riesce a tenere le persone malate in vita per lungo tempo ed è molto abile nel gestire i sintomi di una malattia: tutto questo a discapito della salute. Oggi molti dati confermano che la medicina scientifica è la principale causa di malattia. La salute, o c’è o non c’è, e se dipendiamo in continuazione da farmaci e medici vuol dire che non siamo in salute e che non siamo autosufficienti. Come faremmo senza medico e senza farmaci? Se la nostra salute dipende da una pillola, sappiamo già che siamo poco resilienti. Da un giorno all’altro, potrebbe, per infiniti motivi, non essere più disponibile quella pillola. Nascere in casa, essere allattati al seno, non vaccinarsi e non usare farmaci vuol dire essere autosufficienti e spesso vuol dire anche essere sani. Il mio medico mi ha visto 2 volte negli ultimi 15 anni: una volta ho chiesto un certificato medico sportivo necessario per fare una maratona, l’altra volta avevo bisogno che confermasse la mia stabilità mentale, per potere maneggiare le armi. Vivere in Fattoria circondato dalle montagne verdi, mangiare cibo sano e bere acqua di sorgente, è il modo in cui mi hanno fatto nascere e crescere i miei genitori e questo mi permette, ancora oggi, di essere autosufficiente e in salute.

Autosufficienza e acqua

Altro aspetto fondamentale è l’acqua! Senza acqua pura siamo spacciati. Nonostante il referendum contro la privatizzazione dell’acqua, la maggior parte di noi paga una bolletta a un’azienda privata e spesso è raggiunto dall’acqua tramite pompe elettriche che potrebbero smettere di funzionare. Ecco perché ho scelto di fondare La Fattoria dell’Autosufficienza in un luogo dove l’acqua delle sorgenti è autogestita e arriva agli edifici per caduta. L’acqua pura negli anni a venire sarà una risorsa sempre più rara perché stiamo continuando a inquinarla in tutti i modi possibili. Avere accesso a una sorgente di acqua pura, è un lusso già oggi e domani lo sarà ancora di più.

Autosufficienza e cibo

Quando siamo autosufficienti per la nostra salute e per l’acqua, è necessario pensare al cibo. È una follia sotto tutti i punti di vista far arrivare il cibo da altre parti del pianeta. In Italia si produce sempre meno cibo. Dal 1930 a oggi, la superficie dei boschi in collina e montagna è triplicata e la pianura si è ricoperta di cemento e asfalto. Da quasi trent’anni la produttività dei terreni non aumenta: ciò comporta che grandi quantità di cibo di scarsissima qualità ci raggiunga da tutte le parti del

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Autosufficienza e salute


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mondo e in particolare dai luoghi dove si può inquinare senza limiti e fare sfruttamento di manodopera. Il cibo che in passato era considerato medicina, oggi è diventato invece causa di malattia, grazie anche alla manipolazione dell’industria alimentare. In Fattoria cerchiamo quindi di autoprodurre tutto il possibile: cereali antichi, legumi, ortaggi di tutti i tipi, frutti di bosco. Frutta e uova vengono prodotti senza alcun utilizzo di concimi chimici, diserbanti, pesticidi o altre porcherie comunemente utilizzate in agricoltura convenzionale. In questo modo non inquiniamo quando coltiviamo, non inquiniamo quando trasportiamo e ci curiamo mentre mangiamo cibo sano appena raccolto e di altissima qualità.

Autosufficienza ed energia

Anche l’aspetto energia è fondamentale. Oggi per l’energia in Italia dipendiamo dal petrolio dell’Arabia Saudita, dal nucleare della Francia e dal metano della Russia. Sarebbero bastati i nostri soldi, utilizzati invece dal governo per salvare le banche private, per riconvertire l’intera nostra infrastruttura energetica alle rinnovabili. Oltre a dipendere dall’estero, per la nostra energia, siamo anche molto abili nello sprecarla. Oggi ci sono le conoscenze per fare case che non consumano energia, mentre invece si continua a costruire e ristrutturare edifici che sono totalmente inefficaci sotto il profilo del consumo energetico. In Fattoria abbiamo ristrutturato rispettando i criteri della classe A, utilizzando solo materiali naturali, mantenendo il vincolo storico-paesaggistico. Grazie a una caldaia a legna super efficiente, pannelli solari e impianto di riscaldamento microcapillare, usiamo solo poca legna del nostro bosco per scaldare gli edifici. Per l’energia elettrica, al momento ci rivolgiamo a una società che garantisce solo energia prodotta da fonti rinnovabili ma siamo in procinto di renderci autosufficienti tramite un impianto fotovoltaico e una centrale microidroelettrica.

Autosufficienza e ancora altro…

L’autosufficienza può essere anche istruzione, socialità, divertimento, cultura ecc. Non deve e non può

Contatti:

La Fattoria dell’Autosufficienza Via Paganico, Bagno di Romagna (FC) Tel 0543.918302 Cel 335.8137979 Sito: ww.autosufficienza.it

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L'economia a misura d'uomo ►

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essere autosufficienza solo di un singolo e nemmeno può essere vissuta in modo estremo. Non ho mai conosciuto nessuno autosufficiente al 100%, in tutto, e neanche penso sia possibile. Come la felicità, anche l’autosufficienza deve essere un tendere, un andare verso. Già essere autosufficienti come regione sarebbe un risultato grandioso e per farlo sarebbe semplicissimo. Come fare? Compra solo prodotti e servizi romagnoli, pataca!

Francesco Angelo Rosso Nato in casa nel 1985, ha sempre vissuto in mezzo alla natura e ai libri. Sin dalla tenera età ha sperimentato stili di vita alternativi rispetto al modello dominante: ha seguìto un’alimentazione sana e naturale, utilizzato terapie dolci senza farmaci e vaccini, ha avuto una formazione culturale lontana da qualsiasi tipo di dogma, sia religioso che sociale. A 21 anni, mentre è iscritto alla Facoltà di Economia del Turismo a Rimini, diventa amministratore delegato e coordinatore di Macrolibrarsi, a 24 ideatore e presidente de La Fattoria dell’Autosufficienza, pochi anni più tardi è AD di Gruppo Editoriale Macro. Promuove incessantemente l’informazione indipendente e le pratiche ecologiche di autosufficienza e permacultura attraverso eventi e le riviste Vivi Consapevole e Vivi Consapevole in Romagna. Capacità di visione, tenacia e spirito sognatore lo portano a dare realtà concreta a progetti lungimiranti e di grande ambizione culturale.

Guarda l'intervista sul canale Youtube di Vivi Consapevole in Romagna


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La canapa made in Romagna Canapa sì o canapa no? Ecco tutta la verità, nient’altro che la verità! Intervista a Giovanni Falco a cura di Francesca Rifici

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a canapa è una pianta di cui si parla tanto, da sempre. Abbiamo intervistato Giovanni Falco, che con grande entusiasmo e disponibilità ci ha chiarito diversi dubbi sull’utilizzo della canapa, sulla sua illegalità, spiegandoci i benefici e raccontandoci un po’ di storia.

Green Star coltiva e lavora la canapa: di cosa si occupa esattamente?

Green Star Distribution® nasce nel giugno 2017 in Romagna (per la precisione nelle fertili campagne della provincia di Forlì), durante l’inizio del “fenomeno” cannabis light in Italia. La nuova legge datata dicembre 2016 ed entrata in vigore nel gennaio 2017 (L.242/2016) ha aperto nuovi orizzonti in questo settore. In questo nuovo mercato si lavora con processi produttivi dedicati alle piante di canapa da infiorescenza; la sfida è diventata proprio questa, coltivare nel nostro Paese (nel pieno rispetto della normativa) i fiori più belli provenienti da varietà di cannabis che sono state selezionate negli anni per usi completamente diversi. Coltiviamo in Romagna (con metodi completamente naturali e organici) le migliori infiorescenze di Canna-

bis sativa L. che le nostre terre agricole possono fornirci. Per stare al passo con un mercato in continua evoluzione, da quest’anno, sono operativi anche i primi impianti indoor, e a breve anche le prime greenhouse, dove continueremo a produrre profumatissimi fiori a ciclo continuo anche nei mesi invernali. Oltre a essere direttamente produttori, abbiamo anche una nostra rete commerciale di ingrosso che copre una moltitudine di varie attività (growshop, canaperie, erboristerie, parafarmacie, tabaccai…) distribuite su quasi tutto il territorio nazionale.

Quando parliamo di canapa, il nostro pensiero va subito a una sostanza illegale mentre spesso ignoriamo che si tratta di un prodotto naturale che possiede molteplici benefici: ce ne parli un po’?

La pianta di canapa ha origini antichissime, ed è sempre stata utilizzata dalle popolazioni del nostro pianeta per una miriade di scopi, anche completamente diversi tra loro. Purtroppo nell’ultimo mezzo secolo, a causa di un proibizionismo spinto da fortissimi interessi economici globali delle grandi corporation, si è rischiato quasi di farla scomparire dalle culture popolari che in passato ne hanno sempre beneficiato. Ma facciamo un po’ di chiarezza: cosa c’è di illegale per le leggi del nostro Paese in una pianta così eccezionale? L’unica sostanza in essa contenuta attualmente illegale in Italia è il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), uno dei più noti principi attivi della cannabis, e attualmente fra i più studiati fitocannabinoidi.

I nostri HEMP_Grower; la raccolta

Le Terre di Romagna

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Vivi eco

La ricerca medica ha potuto appurare, con studi scientifici decennali, le numerose proprietà mediche del THC: è un ottimo antidolorifico, ha spiccate proprietà antinausea e antiemetiche, è un anticinetosico ed euforizzante, stimola l’appetito, abbassa la pressione endoculare e l’aggressività. A causa dei suoi effetti anche psicotropi, il THC risulta inserito nell’elenco delle sostanze vietate nel nostro Paese, e quindi non di libera produzione e vendita (solo le farmacie possono fornire a pazienti muniti di apposita ricetta medica medicinali a base di THC). Tutta la Cannabis, di libera vendita nel nostro Paese (quindi acquistabile senza presentazione di ricetta medica), è a basso tenore di THC (esattamente con un valore di THC < 0.6%, attuale limite di legge). Nelle infiorescenze prodotte dalle piante di cannabis, sono presenti anche tantissimi altri principi attivi dalle appurate proprietà benefiche per gli esseri umani. Sicuramente il più blasonato in questi periodi è il CBD (cannabidiolo); seguono CBN (cannabinolo), CBC (cannabicromene), CBG (cannabigerolo), e molti altri non meno importanti: in totale quasi una settantina di principi attivi. Negli ultimi anni, sempre più Paesi in tutto il mondo stanno tollerando e liberalizzando il consumo di cannabis, anche contenente THC in elevate concentrazioni. A distanza di anni, sono inevitabili i traguardi sociali raggiunti in questi Stati, come ad esempio il calo indiscusso della criminalità, il calo delle spese sanitarie nazionali, l’aumento dell’occupazione collegata alle enormi entrate per il fisco generate dalla tassazione di questo settore, e comunque un benessere generale collettivo anche per tutte quelle persone che si erano sempre espresse contrarie alla legalizzazione. Se ci soffermiamo sugli aspetti medici la risposta sarà subito molto chiara: quali sono attualmente le principali patologie per le quali è indicato il trattamento medico a base di cannabinoidi?? Insonnia, cefalea, dolore mestruale, stress, dolore cronico, cancro, epilessia, fibromialgia, endometriosi, depressione, sclerosi multipla, Parkinson, diabete, HIV/AIDS, Alzheimer, nausea e vomito, malattia di Crohn, schizofrenia, psoriasi, asma, glaucoma, malattia autoimmune, sindrome di Tourette, spasticità. Non tutte queste malattie possono essere del tutto curate con i cannabinoidi, ma la loro funzione risulta ugualmente fondamentale perché riesce a contrastare o alleviare gli effetti collaterali che la maggior parte delle terapie tradizionali procurano ai pazienti.

Come era utilizzata la canapa nell’antichità?

Nell’antichità la canapa era utilizzata prevalentemente per la realizzazione di tessuti di qualità e allo stesso tempo resistenti (come ad esempio le vele delle navi) e cordame di qualità superiore. Veniva utilizzata per

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I vantaggi della canapa per l’ambiente e l’ecologia ●● Produzione di carta ecologica e di qualità superiore a quella prodotta con la cellulosa degli alberi. ●● Produzione di tessuti ecologici e di qualità superiore a quelli in cotone e/o sintetici. ●● Produzione di oli combustibili ecologici a impatto praticamente zero sul nostro ecosistema, che potrebbero sostituire completamente tutti i combustibili di derivazione fossile e potrebbero alimentare le grandi centrali fino ad arrivare alle piccole automobili (energia pulita per tutti, economica, e a impatto zero). ●● Produzione di materiali per l’edilizia ecologici e di qualità superiore (basti pensare che i materiali ignifughi prodotti con la canapa hanno una resistenza al fuoco superiore ai comuni materiali più diffusi). ●● Più della metà dei principi attivi sintetici contenuti negli attuali medicinali potrebbe essere sostituita dai cannabinoidi o dai derivati degli stessi (cosa che un po’ alla volta fortunatamente sembra stia già accadendo).

Cime Profumate

produrre carta (la costituzione americana è scritta su carta di canapa), senza dover abbattere preziosissime foreste e alimenti prodotti utilizzando i semi, sia decorticati che macinati e sotto forma di farina.

Fino a quando esisteranno multinazionali che lucrano sulla vita delle persone e agiscono senza portare rispetto nemmeno alla terra che ci ospita, risulterà complicato realizzare tutti questi magnifici progetti, ma noi continuiamo a lavorare, perché crediamo realmente di poter un giorno vivere in un mondo migliore di quello attuale, in modo da poter lasciare ai nostri figli un futuro senza l’incombenza di disastri ecologici.


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Romagna, prodotti coltivati con metodi organici e naturali

Con la canapa si realizzano diversi prodotti per uso alla persona e per l’ambiente: a chi sono rivolti e consigliati? I prodotti a base di canapa (intesi sia come alimenti, integratori alimentari, oppure anche prodotti cosmetici) sono rivolti e consigliati proprio a tutti, dai bambini fino agli anziani, senza tralasciare nessuna categoria. Ad esempio, l’olio alimentare di canapa è ricco di nutrienti e sostanze importanti per la nostra salute; come sali minerali, vitamine, e amminoacidi ma la sua caratteristica principale è quella di essere una delle poche fonti vegetali di acido alfa-linolenico, meglio noto come acido della serie omega-3. Si tratta di una sostanza che possiamo assumere solo ed esclusivamente con l’alimentazione, e per questa definita “essenziale”. L’olio di canapa offre un equilibrio perfetto tra gli omega-3 e gli omega-6 (rapporto 3:1).

Dietro chi utilizza la canapa come materia prima, c’è spesso una spinta di carattere etico e morale: cosa ti ha spinto a fare questa scelta?

Tutti i vantaggi che la canapa ci offre per contribuire a un pianeta sempre più GREEN sono stati determinanti in questa scelta. Credo veramente che sia possibile vivere tutti in maniera più ecosostenibile, senza dover rinunciare a nulla; viviamo in un pianeta che ci offre sempre molte alternative, poi sta a noi intraprendere le scelte corrette. Rimanendo sul tema delle infiorescenze, indubbiamente non posso negare quanto per me sia importante anche questo specifico settore; gli enormi benefici che i cannabinoidi offrono verso noi esseri umani, sono ormai riconosciuti perfino dalle principali organizzazioni mondiali. La mia unica domanda è solo e semplicemente questa: possiamo realmente trasformare la nostra amata terra in un mondo migliore, abbiamo sia i mezzi che la competenza per farlo, e allora… #PERCHÉ NO? Abbiamo intervistato:

Giovanni Falco

Nasce a Taranto nell’anno 1982, ma risiede e cresce in Romagna fin dall’infanzia. Completato il percorso scolastico concluso con un diploma da Geometra, trascorre qualche anno viaggiando e lavorando contemporaneamente con aziende locali; dal 2007 a oggi collabora attivamente con uno studio tecnico Forlivese, avviando una sua attività nel settore informatico. Da giugno del 2017, insieme ad altri 3 soci, fonda la “GREEN STAR distribution” operante nel settore della canapa.

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L’edilizia cambia e punta al green

La forte spinta che viene dalla Romagna grazie alla stampa 3D Massimo Moretti

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etti un giorno a Massa Lombarda il “gotha” della stampa 3D, applicata all’architettura sostenibile. Riunisci su un palco i maggiori esponenti del “green building” provenienti da San Francisco, da Barcellona, da Parigi, da Pisa, ovviamente assieme a WASP che ha organizzato l’evento e ha fatto gli onori di casa. Falli parlare al pubblico, falli raccontare i loro progetti, i loro risultati e i loro sogni, le loro soddisfazioni, le loro sofferenze e le loro speranze. Chiedi loro di confrontarsi, di scambiarsi informazioni, di ragionare sulla condivisione del sapere che elimina il segreto industriale. Invitali a parlare di una tecnologia pulita che ha il problema di farsi accettare dalle normative, di nuovi approcci, nuovi materiali, nuova estetica e tanto altro ancora. Fallo, tutto questo, per ben tre ore in una chiesa sconsacrata al centro del paese e scoprirai che

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circa duecento persone affollano la sala, alcune di loro addirittura costrette a rimanere in piedi. La affollano e non se ne vanno per tutto il tempo. L’attenzione non cala mai e i presenti, alcuni dei quali completamente digiuni di stampa 3D, sono affascinati dai racconti e dalle immagini che scorrono alle spalle del team WASP e di Mahriz Akhavan Zakeri (XTReeE Parigi), Alexandre Dubor (IAAC Barcellona), Enrico Dini (DSHAPE Pisa), Ronald Rael (Emerging Objects Dan Francisco).

Mettiamo che sia accaduto davvero…

È accaduto davvero lo scorso 6 ottobre. Noi di WASP (si sa, a volte ci piace giocare) avevamo addirittura intitolato l’incontro “A call to save the world”. Esagerato? Forse sì, ma nei prossimi 30 anni, secondo alcuni studi, serviranno case per circa 3 miliardi di persone, gran parte delle quali non può permettersi di affrontare le spese necessarie. Inoltre se l’edilizia continuerà


Tecnologia made in Romagna per migliorare la vita delle persone

WASP ha ora a disposizione una macchina, una stampante 3D denominata Crane che può generare costruzioni di qualsiasi forma e dimensione, utilizzando semplicemente terra e materiale di scarto della filiera agroalimentare. La possibilità di avere simultaneamente molteplici corpi stampanti, installati su un sistema modulare a tralicci, garantisce elevate estensioni di stampa, impensabili con le tecniche finora esistenti. Il caso-studio Gaia, la casa che WASP ha ufficialmente inaugurato lo stesso giorno della conferenza, rappresenta il primo manufatto realizzato con tale tecnologia e può essere considerato un modello architettonico ecosostenibile dal minimo impatto ambientale, alla luce dei materiali di cui è costituito. Gaia, infatti, è stata concepita come dimostrazione tangibile delle potenzialità della stampa 3D in terra cruda applicate al riutilizzo dei materiali di scarto della filiera del riso. Ma l’obiettivo di WASP è da sempre quello di valorizzare in ogni territorio gli elementi naturali a disposizione, puntando a realizzare una costruzione CO2 negativa. Dunque presto verranno fatte altre sperimentazioni, ad esempio con gli scarti della banana e della palma.

Nuovi modi di progettare il futuro

Come si diceva, la Crane è una stampante 3D di tipo collaborativo e modulare su cui si possono montare diversi bracci di stampa che lavorano insieme. Un’importante novità è che il concetto si rovescia: si può partire dal progetto e in seguito si assembla la stampante.

Contatti:

Wasp Viale Zaganelli, 26 - Massa Lombarda (RA) Tel.: 0545 82966 Sito: www.wasproject.it

WASP ha battezzato la Crane la “stampante infinita”, perché essendo costituita da moduli, potenzialmente può espandersi, all’infinito. La stampa 3D a scala architettonica, nonostante sia ancora un territorio in via di definizione, sta raccogliendo negli ultimi anni un grande interesse e un notevole sviluppo grazie alle sperimentazioni presenti ormai in tutto il mondo. Certo non è facile delineare ora fino a che punto tale tecnologia potrà intervenire nella progettazione architettonica dei prossimi decenni, tuttavia è auspicabile un ruolo da protagonista nella ricerca di nuovi e sostenibili paradigmi costruttivi ed è certo che WASP, e la Romagna, saranno protagonisti.

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a sfruttare materiali come il cemento è indubbio che il mondo si troverà in una situazione sempre più preoccupante. Del resto basta un dato per rendersene conto: una tonnellata di cemento genera una tonnellata di CO2.

Massimo Moretti È nato a Lugo nel 1959. Il padre era un contadino appassionato di meccanica e motociclette, la madre bracciante agricola. Massimo cresce nel laboratorio del padre affascinato dalle scintille che scaturiscono dalla mola a mano. Maker e smanettone dalla tenera età di 6 anni, impara i rudimenti dell’elettrotecnica all’Istituto professionale di Lugo. All’età di 15 anni resta orfano del padre colpito da una forma di leucemia allora incurabile. Per aiutare la madre e la sorella, lascia la scuola e trova lavoro nella fornace di Massa Lombarda. Combattuto fra la necessità di un lavoro e la consapevolezza che quel lavoro non è la sua via, inizia lo studio delle filosofie orientali e delle arti marziali, entrando nella Nazionale italiana, mentre segue gli insegnamenti dei grandi maestri profughi tibetani al monastero di Pomaia. A 18 anni abbandona il lavoro e, aiutato dalla madre, completa gli studi in elettronica. A 20 anni assieme a un amico fonda la prima società che si occupa di progettazione elettronica. Dopo avere sviluppato progetti per 30 anni, nel 2012 Massimo fonda WASP (World’s advanced saving project) con un gruppo di neolaureati in design del prodotto. Finanziando la ricerca tramite la vendita dei prodotti derivati dalla ricerca stessa, Wasproject sviluppa processi replicabili dal basso, collaborando con centri di ricerca in tutto il mondo per dare risposte ai bisogni di base dell’umanità.

Guarda l'intervista sul canale Youtube di Vivi Consapevole in Romagna

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Dalla schiavitù a Shamballa ►

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Energia positiva

Quanti vantaggi si possono ottenere applicando stili di vita nuovi e un po’ di buon senso? Ogni anno, la famiglia media, spende intorno Silvano Ventura

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i sono almeno 3 fonti di energia alla portata di tutti e strettamente correlate fra loro: sono l’efficienza, il risparmio energetico e la terza, ma prima in ordine di importanza, è il buon senso! La verità è che sprechiamo moltissima energia, provocando danni all’ambiente e… Al nostro portafoglio. Oltre l’80% delle case nelle quali viviamo, è stato costruito in epoche dove non era ancora prevista alcuna normativa sul risparmio energetico. Dei veri colabrodo di energia. Si tratta in gran parte di edifici vecchi, che hanno bisogno di interventi di adeguamento e di efficientamento che ci consentano di risparmiare, avendo un maggior comfort, abbattendo nel contempo le emissioni inquinanti. Nelle nostre città conviviamo con livelli di inquinanti tra i più alti del mondo! Sono tante le sostanze nocive per la nostra salute: particolato, ozono, biossido di azoto, monossido di carbonio e biossido di zolfo. Sostanze che sono particolarmente dannose per il sistema cardiovascolare e quello respiratorio. L’inquinamento atmosferico, è dovuto a diverse fonti di emissione di gas nocivi, residui della combustione delle attività industriali, del traffico, degli allevamenti intensivi, ma in modo rilevante anche del riscaldamento delle nostre case. Più la nostra casa è mal isolata, più dobbiamo riscaldarla bruciando gas, gasolio, legna, pellet ecc. I problemi più rilevanti e comuni delle nostre abitazioni sono le dispersioni termiche dalle pareti perimetrali esterne, dai solai, pilastri e dagli infissi. Sembra strano, eppure a molti non è noto che la spesa energetica è una delle voci che più pesano sul bilancio delle famiglie italiane.

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ai 2000 euro per riscaldare o rinfrescare la propria abitazione. Questa spesa può essere abbattuta del 50% con interventi che possono rendere più confortevole sia d’inverno che in estate la casa in cui viviamo e migliore l’aria che respiriamo nelle nostre città. Ancor più vantaggi si possono ottenere applicando stili di vita nuovi e di buon senso. Ad esempio praticare un’economia di condivisione nel proprio condominio. Acquistare e utilizzare attrezzature in comune, barattare o donare oggetti, vestiti o giocattoli, non più utilizzati nella nostra famiglia, oppure occuparsi “a rotazione” dei bambini ad esempio portandoli a scuola con una sola auto o fare la spesa per gli anziani o ammalati del condominio. Sono tutte “buone pratiche” che ci danno la possibilità di risparmiare denaro e di salvaguardare l’ambiente, adottando “relazioni di buon vicinato”.

Silvano Ventura È imprenditore, editore e giornalista, consulente nei processi di cambiamento in azienda. Master in Marketing e in creazione di aziende innovative. Master in PNL. Si occupa di transizione e di processi di crescita e cambiamento personale e di comunità. È co-fondatore e direttore responsabile del network Vivere Sostenibile (www.viveresostenibile.net). Per contattarlo: direzione@viveresostenibile.net


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Welfare Aziendale:

quando il lavoro si concentra sul benessere delle persone A Cesena Welfare Gratis si occupa di fornire servizi a tutte le aziende del territorio interessate a questo nuovo modello lavorativo Luigi Angelini

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l Welfare Aziendale è un nuovo modo di vivere il lavoro, legato al benessere dei dipendenti e mirato alla loro piena soddisfazione. Si tratta nello specifico dell’insieme di tutti i benefit e servizi messi a disposizione dall’Azienda e che tendono a migliorare la vita privata e lavorativa del dipendente e della sua famiglia e al tempo stesso, godendo di una totale esenzione fiscale e contributiva, riducono i costi aziendali.

La normativa in corso per il Welfare Aziendale

L’Art 51 del TUIR disciplina la Determinazione del Reddito di Lavoro Dipendente e anche le relative esclusioni dalla tassazione. Le leggi di Stabilità 2016 e 2017 nella nuova formulazione della lettera f dell’art 51 del TUIR dispongono che non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente una serie di voci riferibili a servizi di Welfare aziendale come le somme, i servizi e le prestazioni erogate dal datore di lavoro in maniera volontaria o

in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, offerti alla generalità dei dipendenti o a loro categorie e loro familiari. L’erogazione dei benefit in conformità a disposizioni di contratto, di accordo o di regolamento che configuri l’adempimento di un obbligo negoziale, determina la deducibilità integrale dei relativi costi da parte del datore di lavoro ai sensi dell’art.95 del TUIR e non solo nel limite del 5 per mille del totale, secondo quanto previsto dall’art 100 del medesimo testo unico. Tale limite di deducibilità continua a operare invece, in relazione alle ipotesi in cui le opere e i servizi siano offerti volontariamente dal datore di lavoro. Lo Stato quindi invita le aziende a erogare premi aziendali sotto forma di servizi: il premio viene decontribuito e detassato totalmente e i lavoratori ne trarranno vantaggio economico percependone la totalità, mentre prima ci pagavano i contributi. Per fare un esempio pratico: se per un premio teorico di 1000 euro, l’azien-

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Vivi eco da sostiene un costo fino a 1600 euro mentre al dipendente ne rimangono circa 700, passando dal welfare aziendale gli stessi 1000 euro rimarranno invariati: 1000 come costo aziendale e 1000 spendibili sottoforma di beni e servizi dal dipendente.

Welfare Gratis: local welfare tailor made

In questo quadro si colloca Welfare Gratis, piattaforma locale nata a Cesena per l’erogazione di strumenti di welfare, completamente gratuita e operante principalmente in Romagna. Su Welfare Gratis sono presenti sia convenzioni con i migliori fornitori nazionali (Amazon, Ikea, buoni Conad, buoni benzina ecc.), ma anche il dentista, i ristoranti, la SPA, le terme, il cinema, i parchi, i libri e le riviste e sono tutti accanto all’azienda o alla residenza dei suoi dipendenti, con l’obiettivo di soddisfare chi beneficia del portale e dare nuova luce al nostro territorio.

Come funziona

Il meccanismo è molto semplice: le aziende che vogliono erogare premi o benefit ai propri dipendenti contattano la piattaforma che crea un portafoglio virtuale associato all’indirizzo mail del proprietario. Il portafoglio può essere speso comprando subito i servizi impiegati o rendicontando spese per l’istruzione dei figli, il mutuo di casa o le spese sanitarie degli anziani. In più ogni dipendente può richiedere un servizio vicino a casa o all’ambiente di lavoro e la piattaforma si impegna entro un mese a contattarlo e proporre il convenzionamento. Così il Welfare diventa un catalizzatore di benessere e un’ottima opportunità per le imprese, anche più piccole, di aumentare la competitività riducendo il costo del personale da un lato e dall’altro incrementare il senso di appartenenza dei lavoratori. “Crediamo fortemente che avere dipendenti sereni sia sul luogo di lavoro che a casa permetta di creare un ambiente di lavoro dal quale nessuno vorrà separarsi, la nostra mission è in primis la felicità delle persone”. Ed è dalle parole del suo CEO Luigi Angelini che è palpabile quanto il benessere di lavoratori, Aziende e fornitori sia insito nella natura del progetto.

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Progetto che ha già ottenuto ottimi risultati: oltre 100 piattaforme create ognuna con i suoi dipendenti e portafogli virtuali già spendibili. «Abbiamo scelto di partire da qui perché convinti che una persona soddisfatta generi un continuo processo di fidelizzazione, fiducia e ne conseguano una serie di aspetti molto positivi. Ci interessa avere un’azienda sana che possa fare utile, ma soprattutto ci siamo accorti che possiamo fare un lavoro in cui tutti risparmiano dei costi e possono stare meglio».

Quali i vantaggi di una piattaforma locale di Welfare? I vantaggi sotto diversi punti di vista sono molteplici: ●● per il lavoratore che non vedrà decurtato il premio che gli spetta e potrà scegliere tra un ventaglio di proposte su misura, ●● per l’azienda che aderirà al portale, in quanto soggetta a un evidente risparmio fiscale, ●● per i fornitori che ne faranno parte, poiché inseriti su un circuito di vendita online in cui sono già presenti centinaia di aziende ognuna con i suoi dipendenti, ●● e in generale per il nostro territorio, per la sua riqualificazione e un suo costante sviluppo.

Una soluzione che fa bene al dipendente, ma anche all’economia aziendale e territoriale.

Luigi Angelini imprenditore cesenate, nel 2000 fonda Media Consulting, società di Web Marketing che studia progetti ad hoc per e-commerce o turismo, nel 2011 realizza Tippest il portale di couponing che si snoda tra Emilia Romagna, Marche e Veneto. Dal 2017 esce con Welfare Gratis, la piattaforma di riferimento di Welfare Aziendale in Romagna.


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Cambiamo la Romagna

Insieme CAMBIAMO LA ROMAGNA Unisciti all’associazione che vuole migliorare la nostra terra La Redazione

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ontagiati dalla voglia di cambiare, di migliorare la nostra terra, l’obiettivo che ci diamo non è semplice. Puntiamo a rendere la Romagna un modello mondiale, conosciuto per l’attenzione per l’uomo e l’ambiente, per il benessere della persona e della natura. Già molte persone e attività del nostro territorio stanno andando verso questa direzione e siamo certi che, da veri romagnoli, se stiamo insieme, con l’apertura mentale e la voglia di fare che ci contraddistingue, riusciremo a raggiungere questo obiettivo.

Gli scopi dell’Associazione

Le finalità dell’associazione sono: ●● operare a favore della Romagna, contribuendo ad affiancare, nella sua riconosciuta caratteristica di regione economicamente prospera, anche quella di modello di comunità ecologicamente sana; ●● aggregare e dare voce alle persone e alle attività romagnole che vogliono cambiare la Romagna affinché diventi una regione modello a livello mondiale per l’attenzione al benessere della persona e dell’ambiente visti in chiave ecologica; ●● dare visibilità alle attività, alle persone, alle comunità e alle esperienze che lavorano per un mondo di persone sane e consapevoli in Romagna; ●● trasmettere i valori dell’etica, dell’ecologia e del benessere.

Insieme cambiamo la Romagna

Al fine di portare avanti gli scopi e le finalità dell’associazione, abbiamo creato 5 tavoli operativi, ognuno con obiettivi specifici, che riuniscono volontari che vogliono impegnarsi e dare il proprio contributo concreto sul territorio. In questo modo le persone si conoscono, si aggregano e operano insieme. I 5 gruppi di lavoro sono: ●● Economia: perché diventi al servizio dell’uomo e non al servizio del denaro. ●● Natura e agricoltura: perché l’uomo diventi un custode della natura anziché distruggerla. ●● Ecologia e riciclo: per imparare a trasformare i rifiuti in risorsa, come avviene normalmente in natura. ●● Salute: per riuscire il più possibile ad avvicinarsi a una visione olistica di noi stessi e utilizzare cure naturali e non chimiche. ●● Istruzione: per costruire una comunità educante e per insegnare non solo ai bambini a credere in un nuovo mondo.

Incontro dei soci dell'Associazione Vivi Consapevole in Romagna alla Fattoria dell'Autosufficienza a Bagno di Romagna

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Comunità educante a supporto di chi sceglie un’istruzione alternativa Il tavolo istruzione nasce con la voglia di creare una comunità educante, che, secondo la visione olistica, si pone l’obiettivo di creare uno spazio educativo per tutti i membri della comunità, integrando quindi genitori, bambini, educatori e cercando di usufruire delle conoscenze di anziani, artigiani, e persone che possano passare i loro valori e i loro talenti ai bambini. Sono tante le famiglie che cercano per i propri figli un ambiente educativo alternativo ai percorsi scolastici pubblici e privati attualmente presenti sul territorio romagnolo. Per questo il Tavolo ISTRUZIONE ha creato un FORMAT (budget, business plan e piano didattico a più livelli per diverse fasce d’età, studi di fattibilità sui progetti) che può essere di aiuto alle famiglie che scelgono l’home schooling oppure a chi, pur avendo effettuato la scelta della scuola pubblica, sta comunque cercando nuovi metodi di insegnamento e orientamento per il

proprio bambino. Una volta definito il Format è stato condiviso con il Gruppo di partecipanti, per prendere spunto e ispirazione. Il progetto, al momento, serve a promuovere gruppi di genitori che, insieme ad educatori e professionisti, propongono nuove forme di istruzione e orientamento.

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TAVOLO EDUCAZIONE e ISTRUZIONE

Il progetto in pillole

Il tavolo istruzione porta avanti dversi progetti per: ●● Offrire il FORMAT (sia la parte didattica sia la parte budget) a tutti gli iscritti. ●● Cercare fondi (contattare aziende, persone e altre istituzioni interessate) per creare un vero e proprio progetto educativo alternativo. ●● Riunire professionisti ed educatori che possano contribuire alla realizzazione dei vari progetti, per le varie fasce d’età e secondo le esigenze delle varie famiglie. ●● Mobilitare le coscienze affinché ci sia fiducia verso un nuovo modo di educare, anche integrato con la scuola e vicino alle istituzioni, con l’unico fine di dare un futuro migliore ai nostri bambini.

É fondamentale per noi continuare a organizzare eventi che diano voce a nuovi progetti educativi in Romagna per fare sì che attirino e ispirino sempre più persone, cercando di unire adulti e bambini in una grande e sana comunità educante. Per leggere i resoconti di tutti gli incontri del Tavolo ISTRUZIONE-> bit.ly/Cambiamo-la-Romagna-Istruzione

I prossimi eventi del Tavolo Istruzione Domenica 13 gennaio

Domenica 17 Febbraio

Domenica 24 Marzo

Festa dei RE Magi con Caccia al Tesoro

Festa dell’Amore in Comunità

Festeggiamo insieme la Giornata della Felicità

Per tutte le informazioni: istruzione@viviconsapevoleinromagna.it - info@viviconsapevoleinromagna.it

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TAVOLO ECONOMIA

Mercati biologici in Romagna ed Economia del Bene Comune L’obiettivo del tavolo ECONOMIA è grande, davvero grande: istituire una moneta complementare locale. Proprio come il Sardex in Sardegna, un esempio di aiuto reciproco che dimostra il forte senso di appartenenza alla comunità dei sardi. Per arrivare lì, oltre a sostenere l’Economia del Bene Comune, altro grande scopo del Tavolo Economia, bisogna partire dalle basi. Il mercato in piazza è una di queste basi. Un mercato non è solo un luogo dove andare a comprare qualcosa. È il modo per conoscere di persona da dove provengono gli ingredienti e stringere la mano ai produttori. Fare due chiacchiere e ridere insieme. In fin dei conti, la fiducia, si costruisce proprio così.

Mercati biologici in Romagna

Ecco che allora abbiamo fatto di tutto per partire e finalmente a fine maggio abbiamo inaugurato il primo mercato a Cesena, il ”Farmer’s Market Vivi Consapevole” presso il Macrolibrarsi Store, una delle realtà fondatrici del progetto Vivi Consapevole in Romagna. Le amministrazioni che ci hanno dato disponibilità e che sarebbero felici di accogliere i mercatini, per ora, sono Cesena, San Mauro Pascoli, Savignano sul Rubicone e Sogliano, dimostrando la volontà di promuovere questo stile di vita più sano anche sul loro territorio. Abbiamo inoltre creato un vero e proprio sistema di garanzia partecipata, per definire le aziende che faranno parte dei mercati, che segue regole che vanno ben oltre a quelle previste per la coltivazione biologica, dove sono gli stessi produttori e consumatori che si autocertificano. Ciò significa che ogni produttore all’interno dei mercati è stato accettato dopo un controllo diretto di altri produttori (se faccio pomodori, sarà un altro coltivatore di pomodori a certificare il buon operato della mia azienda) e dai consumatori che visitano direttamente la realtà.

Sono stati messi a punto una serie di documenti per il lancio di questo sistema di garanzia partecipata Vivi Consapevole in Romagna indispensabile per poter sviluppare il progetto ”Mercati Locali“. In particolare osservando l’esperienza di altri sistemi di questo tipo sia italiani che esteri sono stati messi a punto: ●● Carta dei principi ●● Spiegazione Garanzia Partecipata ●● Manuale di visita ●● Dichiarazione di adesione ●● Norme di funzionamento ●● Regolamento dei mercati ●● Protocollo bio Ora stiamo creando un nucleo di aziende agricole e di trasformazione che si presteranno al sistema di garanzia partecipata, sia per il controllo che per essere controllate. Il numero minimo per partire, indicativamente 6-8 aziende, è dato dal numero di aziende necessarie per far partire un altro mercato.

Cerchiamo altre aziende etiche disposte a partecipare ai mercatini che non abbiano il biologico solo nel loro campo, ma anche nella loro mente (e nel loro cuore)! Economia del Bene Comune

Come abbiamo anticipato, l’altro grande obiettivo del tavolo Economia è far conoscere al nostro territorio i vantaggi dell’Economia del Bene Comune. L’Economia del Bene Comune è il movimento nato in Austria pensato per le aziende (ma che può essere portato avanti anche dalle famiglie), ispirato al modello economico alternativo proposto da Christian Felber, docente, economista, autore di saggi sulla sostenibilità della crescita, tra cui spicca il libro L’Economia del Bene Comune: un modello economico che ha futuro.

L’Economia del Bene Comune si basa sul concetto di non concorrenza. Le aziende e le persone collaborano al fine di perseguire un unico obiettivo: il maggior bene comune. Nello specifico oltre al bilancio economico, un’azienda presenta anche un bilancio sociale del bene comune, molto particolare e dettagliato, che descrive il suo

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metodo di lavoro e la sua eticità. Da questo bilancio si ricava un punteggio su cui viene definito uno sconto fiscale. Oltre a questo la trasparenza nei confronti dei consumatori, permette loro di scegliere con consapevolezza ciò che stanno comprando.

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Se è vero che sosteniamo ciò che acquistiamo, è nostra responsabilità scegliere bene, con maggior coscienza, perché ricordiamoci sempre che sono le nostre decisioni a condizionare il nostro futuro, oltre che il nostro presente. Ecco perché, per attuare l’Economia del Bene Comune anche qui in Romagna, il tavolo economia ha istituito un gruppo che faccia da punto di riferimento per il territorio, in modo che chiunque si voglia avvicinare a questa nuova economia possa farlo facilmente e con risultati tangibili. Il 23 giugno 2018 alla presenza del coordinatore italiano Bernhard Oberrauch è stato costituito il gruppo territoriale: Remedia, Macrolibrarsi e Forno Cappelletti saranno le prime aziende romagnole a sottoporsi al bilancio dell’Economia del Bene Comune. Si è sottolineato il fatto che sarà compito delle 3 aziende che stanno effettuando ora il bilancio, diffondere in un secondo momento l’Economia del Bene Comune fra le aziende e gli enti pubblici della Romagna.

Per leggere i resoconti di tutti gli incontri del tavolo ECONOMIA -> bit.ly/Cambiamo-la-Romagna-Economia

TAVOLO ECOLOGIA

Dal riciclo della plastica, all’autoproduzione, con serate di sensibilizzazione e raccolta rifiuti sul territorio Il Tavolo Ecologia comprende tantissimi obiettivi. Il primo di tutti è restituire la “consapevolezza ecologico ambientale” alle persone. Per farlo siamo partiti dal riciclo della plastica, perché ciò che facciamo nella nostra casa si riflette non solo sulla nostra cittadina ma anche sul mondo intero. Nei primi incontri abbiamo quindi discusso sull’importanza del riciclare, anche creativamente, su come diminuire il consumo di plastica e su come fare davvero la raccolta differenziata. Un altro argomento molto sentito nel tavolo Ecologia, e che continueremo ad approfondire tramite serate ed incontri formativi, è l’autoproduzione: detersivo, dentifricio, shampoo e tanti prodotti fatti in casa sono ottime alternative per acquistare meno plastica e soprattutto risparmiare tanto!

Se l’era 1.0 è stata l’era dell’uomo che addomestica il fuoco, la 2.0 quella dove l’uomo scopre l’agricoltura, la 3.0 quella dove scopre l’industria e il petrolio (trasporti), la prossima era è la 4.0. L’era dove l’uomo non è più predatore ma bensì custode del pianeta e della vita.

Per cambiare le cose più importanti dobbiamo partire dal basso, l’unica cosa da fare è informarsi e informare! L’agire consapevole è un arma potente. Il tavolo Ecologia ha già organizzato diversi eventi, dalla raccolta differenziata durante la Camminata per l’Acqua agli incontri con i bambini a scuola, per insegnare loro come e perché usare meno plastica, e continuerà a proporre attività e conferenze aperte a tutti per diffondere sempre di più il rispetto verso la natura, gli animali e di tutto ciò che ci circonda. Per questo è stata creata anche la pagina Facebook specifica “Tavolo Ecologia Vivi Consapevole in Romagna” che dà consigli su come vivere in maniera più ecologica, come i suggerimenti del #freeplasticfriday, che ci aiutano a stare almeno un giorno senza plastica. In più sulla pagina FB potete rimanere aggiornati sui vari incontri. Inizia a seguirla da subito!

Per leggere i resoconti di tutti gli incontri del tavolo ECOLOGIA -> bit.ly/Cambiamo-la-Romagna-Ecologia

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TAVOLO NATURA E AGRICOLTURA

Dall’ecosovversione all’agricoltura energetica Il Tavolo Natura e Agricoltura è partito dallo sviluppo di un movimento già esistente, ma ancor troppo poco conosciuto: l’Ecosovversione. L’Ecosovversione, che si alimenta di gesti e pensieri positivi, ha l’obiettivo di cambiare lo stato della natura e del mondo, compresi gli esseri viventi, attraverso le energie sottili. Da soli possiamo fare molto ma sono proprio le azioni collettive che fanno la differenza e riescono a cambiare davvero le cose!

Promuovere l’Ecosovversione

Per promuovere e portare l’Ecosovversione in giro per la Romagna il tavolo Natura e Agricoltura ha organizzato due eventi quest’anno che replicherà anche nel 2019: ●● La Celebrazione ecosovversiva per l’Acqua alla Diga di Ridracoli: abbiamo deciso di ritrovarci sulle sponde del Lago di Ridracoli, in onore dell’acqua, per depurarla e purificarla con le nostre energie, grazie alle Gocce di Luce e ad attività e riti dedicati a questa preziosa fonte di vita. Purificare l’acqua del lago di Ridracoli significa far arrivare vibrazioni positive nelle case di tutti i romagnoli. L’appuntamento sarà, come al solito, per il lunedì di Pasquetta che nel 2019 cade il 22 aprile. Presto vi daremo tutti i dettagli. ●● Camminata per l’Acqua: dopo la splendida esperienza di questi ultimi due anni (chi c’era se lo ricorderà per sempre), anche nel 2019 abbiamo deciso di metterci in cammino per l’acqua. 5 giorni immersi nelle meraviglie romagnole. Il percorso che faremo è ancora in fase di definizione ed entro il prossimo incontro decideremo se percorrere ancora una volta il Fiume Savio, come già due anni fa, oppure inoltrarci nella bassa Romagna e percorrere il Senio. Chi è interessato a partecipare

all’organizzazione della Camminata per l’Acqua o vuole darci qualche consiglio sui percorsi più vicini ai fiumi romagnoli è il benvenuto al tavolo!

Si inizia a piantare alberi

Viste le tante richieste che sono arrivate in questi mesi e il grande interesse da parte dei partecipanti del Tavolo, abbiamo deciso che il nostro prossimo obiettivo sarà piantare alberi! È stato bellissimo vedere come durante l’ultimo incontro i nostri occhi abbiamo iniziato a brillare al sentire questa idea. Tante sono state le proposte ispirate da questo nuovo obiettivo: oltre a piantare alberi in zone pubbliche come scuole, giardini e parchi, e in zone private presso le aziende che partecipano al tavolo, ci piacerebbe piantare semi. Da qui la voglia matta di unirsi e creare bombe di semi, da lanciare in tutta la Romagna!

Abbiamo in mente di organizzare una giornata aperta a tutti, dove insieme impareremo come impastare, con le nostre mani, le bombe di semi. Un’altra vittoria per l’EcoSovversione! Agricoltura consapevole: ecco la novità!

Visto che il nome del tavolo è Natura e Agricoltura, è ora di iniziare anche a portare avanti progetti che diffondano un’agricoltura sempre più attenta alla natura e al territorio. Ecco perché abbiamo deciso di organizzare giornate formative sul campo (e nel campo) presso le aziende biologiche che sono all’interno dell’Associazione Vivi Consapevole in Romagna. Saranno giornate dove potremo vedere con i nostri occhi come si coltivano in modo sano i doni della terra, anche a casa nostra, con momenti dedicati alla formazione vera e propria, per far conoscere alla persone (contadini compresi) i vantaggi di un’agricoltura più consapevole. Durante i prossimi incontri definiremo un calendario di eventi dedicati a tutti gli splendidi progetti che vi abbiamo appena raccontato. Se anche tu sei interessato a partecipare al tavolo Natura, ti aspettiamo al prossimo incontro! Per leggere i resoconti di tutti gli incontri del tavolo NATURA -> bit.ly/Cambiamo-la-Romagna-Natura

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Conferenze ed eventi di salute naturale, passando prima di tutto dal cuore Il Tavolo Salute ha come obiettivo quello di promuovere, condividere e divulgare una concezione più ampia di quella che comunemente viene vista come idea di vita sana ovvero: “Stato di benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Salute. Il Tavolo Salute è formato da persone che agiscono su se stesse per essere felici, per condividere le proprie esperienze ed essere un punto di riferimento per chi crede nel cambiamento e desidera migliorare la qualità della propria vita. La parola “cuore“, troppo spesso inflazionata, è in realtà davvero il punto cardine, il centro, per muoversi con verità ed efficacia verso gli obiettivi. Per cuore, intendiamo disponibilità di tempo, quindi partecipazione agli incontri; di lavoro, interventi attivi ed efficaci, di progettazione, nuove idee, nuove forme di espressione, nuove modalità, capaci di risvegliare l’amore per se stessi e la cura, per uno stato di salute a 360 gradi. Il tavolo Salute durante l’estate ha organizzato tantissimi eventi: gli incontri al Bagno Veneto di Cesenatico dove l’obiettivo era “AmarSi: riconoscere, accettare ed integrare le parti opposte del sé”, i martedì sera alla Rocca Malatestiana di Cesena, dove gli operatori hanno messo a

disposizione i loro talenti e le loro capacità, dando la possibilità di sperimentare trattamenti alternativi e seguire workshop su tecniche di guarigione olistica. Sono nati anche i “lunedì del negozio”, presso il Macrolibrarsi Store di Cesena, che ha messo a disposizione la saletta eventi per conferenze e appuntamenti di salute naturale.

Cambiamo la Romagna

TAVOLO SALUTE

Al momento il Tavolo Salute non sta organizzando altri incontri perché è alla ricerca di un nuovo coordinatore volontario. Questa figura è necessaria per portare avanti le iniziative, coinvolgere altri operatori del benessere e comunicare attivamente con tutta l’associazione gli sviluppi degli obiettivi condivisi. Chi fosse interessato a candidarsi come coordinatore del tavolo e condivide con noi la voglia di veder crescere i frutti di una Romagna migliore, più etica e sana, può contattarci a info@viviconsapevoleinromagna.it

Per leggere i resoconti di tutti gli incontri del tavolo SALUTE-> bit.ly/Cambiamo-la-Romagna-Salute

VUOI FAR PARTE DELL’ASSOCIAZIONE VIVI CONSAPEVOLE IN ROMAGNA? Partecipa all’incontro di gennaio dell'Associazione Vivi Consapevole in Romagna. Ti racconteremo i valori alla base del progetto che stiamo portando avanti e potrai conoscere i capogruppo dei tavoli operativi. Ci sarà la possibilità anche di diventare socio dell’Associazione Vivi Consapevole in Romagna e ottenere tutte le informazioni per partecipare agli incontri che organizziamo per migliorare la nostra Terra.

Per partecipare all'incontro o a uno dei tavoli operativi scrivici a:

info@viviconsapevoleinromagna.it Per rimanere aggiornato sugli sviluppi del progetto puoi inoltre iscriverti al Gruppo Facebook “Cambiamo la Romagna”.

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Vivi in Salute

La sindrome dell’erba del vicino Ama la tua terra, acquista in Romagna Hubert Bösch

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uando tanti anni fa ho iniziato a coltivare l’orto, mi sono accorto che non era assolutamente vero che l’erba del vicino fosse più verde. Anzi, le mie verdure, coltivate con tanta cura, avevano un sapore e un’energia mai riscontrata prima. Forse l’avevano solo per me, poiché avevo ritrovato un intimo rapporto con il cibo ma questo non era importante e non cambiava l'effetto piacevole.

Per qualche strano motivo quello che hanno gli altri, sembra spesso difficile da ottenere oppure sempre più bello e più buono. In realtà, il fatto di pensare che quello che non abbiamo sia più bello di quello che abbiamo, ci rende infelici e ci rovina la vita. La sindrome dell’erba del vicino si annida in numerosi aspetti della nostra vita. Si tratta di un atteggiamento mentale che possiamo riconoscere nei confronti di cose materiali, ma anche di qualità, di talenti, di riconoscimenti e di autostima.

L’erba che viene da lontano

Anche nel settore erboristico, vanno di moda i preparati fatti con piante che arrivano da lontano. Una volta gli erboristi e i guaritori usavano principalmente le piante del posto, e non solo perché erano di più facile reperibilità. Erano piante con cui avevano instaurato un rapporto profondo che permetteva di intuire e conoscere nel dettaglio il loro messaggio e potere. Si potrebbe obiettare che nella propria zona, in questo caso in Romagna, non esiste una tale varietà di erbe curative da poter affrontare tutti i disturbi che si presentano. In realtà non è così, per un semplice motivo. In Natura esiste un equilibrio dinamico, cioè un continuo adeguarsi e bilanciarsi nel tentativo di migliorare, crescere, evolvere. Questo è possibile solo quando

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Vivi in Salute

C'è un altro motivo estremamente importante per preferire le erbe del posto: le piante si adattano all’ambiente in cui crescono e questo adattamento si esprime nella composizione dei principi attivi. Così il messaggio che portano trasmette all’uomo anche la capacità di adattarsi all’ambiente in cui vive. Fidiamoci delle piante autoctone

Se pensiamo alla malattia come a una disgrazia, piovuta dal cielo, è normale che cerchiamo solo di liberarcene il prima possibile. Da questo punto di vista è comprensibile che si cerchi l’erba miracolosa. Per apparire tale deve arrivare da lontano, non può essere l’erbaccia dei nostri campi. Invece il più delle volte l’umile erba dei campi fa di più della pianta esotica miracolosa di turno. Negli ultimi decenni abbiamo assistito al passaggio di numerose piante esotiche miracolose che altrettanto miracolosamente dopo 2-3 anni sono sparite nel dimenticatoio. Non è che non fossero efficaci, solo non mantenevano le esagerate promesse, nutrite da chi proponeva la vendita, dimenticando che spesso la stessa efficacia, talvolta anche superiore, fosse possibile trovarla nelle piante intorno a noi. Anche i pochi ricercatori del settore di solito sono colpiti dalla sindrome dell’erba del vicino e si concentrano su principi attivi esotici, recandosi fino in Amazzonia o in Cina per trovarli. Noi, a Remedia, preferiamo le umili proprietà curative dei nostri “compaesani” vegetali, che nella loro semplicità possono aiutarci a superare anche problemi gravi. Come per esempio il Prugnolo, una pianta che con i suoi spini può darci fastidio e che per questo ha dovuto rifugiarsi in zone abbandonate per sopravvivere. Il macerato glicerico delle sue gemme, preparato con cura e attenzione, ha aiutato numerose persone a passare la chemioterapia senza grossi disturbi.

sono presenti tutte le risorse necessarie e, la Natura, in milioni di anni, ha imparato a metterle a disposizione. L'unico problema potrebbe risultare la nostra ignoranza rispetto alle proprietà curative di numerose piante che crescono nella nostra zona. Proprio per questo noi, a Remedia, studiamo da decenni le proprietà fisiche, energetiche e spirituali delle piante. Una ricerca che ha portato allo sviluppo di centinaia di preparati erboristici innovativi, partendo dalle piante che coltiviamo o troviamo spontaneamente intorno a noi.

Quando Jean ci racconta con grande stupore la storia dei suoi calcoli renali non si tratta di un’azione miracolosa, ma della naturale forza “staminale” di tre piante che crescono nel nostro Paese: Crespino, Limone e Betulla. L’ecografia aveva evidenziato la presenza di diversi calcoli che necessitavano un intervento per la rimozione. Abbiamo consigliato di prendere i gemmoderivati di queste tre piante per 2-3 mesi. Non essendo molto convinto della possibilità di successo Jean li ha assunti solo per un mese e ha deciso di farsi operare. Al risveglio dall’anestesia il chirurgo dice: «Non abbiamo trovato alcun calcolo». Certo, oggi siamo fortunati, perché rispetto a 100 anni fa la fitoterapia ha fatto passi da gigante con l’intro-

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Vivi in Salute

duzione dei Fiori di Bach, dei gemmoderivati e ultimamente dello Spirito degli Alberi. Abbiamo a disposizione degli strumenti non solo più efficaci, ma anche più adatti all’attuale stadio evolutivo dell’umanità.

L’importanza della qualità

Per ottenere risultati come quelli descritti è importantissimo che i preparati a base di piante siano di ottima qualità. A partire dalla salubrità e dall’energia del luogo di coltivazione o raccolta, fino all’attenzione prestata durante la raccolta e la trasformazione, la quale dev’essere effettuata in modo da preservare al meglio il prezioso messaggio della pianta. Quando le piante vengono da lontano, è difficile sapere come sono state coltivate, raccolte e trasformate. E non sempre le storie raccontate corrispondono alla verità. Certo, possiamo pretendere, come per gli alimenti, la certificazione biologica. Meglio di niente, ma non garantisce una qualità alta, perché le norme del biologico, in sostanza, chiedono solo di sostituire i prodotti chimici con prodotti di origine naturale.

Per me l’agricoltura biologica è molto di più, anzi è un’altra cosa. È una visione diversa della vita, un riconoscere che il terreno è un organismo vivente in intima relazione con le piante e che, anche le piante, hanno bisogno di un’alimentazione sana che può essere fornita solo dall’interazione con tutta la vita presente nel sottosuolo: microrganismi che preparano in modo equilibrato le sostanze nutritive, funghi che entrano in simbiosi con le piante e così via.

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Questo vuol dire aiutare la Natura a trovare un equilibrio in cui non c'è più bisogno di pesticidi. Questo, per me, è il vero biologico e per riconoscerlo non resta che informarsi sulla storia del prodotto e del suo produttore. E lo possiamo fare facilmente se scegliamo prodotti a km0.

Ritrovare il rapporto con quello che ci nutre

L'esperienza di vita mi ha mostrato che il rapporto con quello che ingeriamo ha un’importanza capitale per il nostro benessere. Rapporto che purtroppo nella vita moderna è quasi scomparso, a partire dall’alimentazione. È difficile sapere da dove vengono le zucchine o le mele, per non parlare del chi le ha coltivate e in che modo. Questo ha creato un distacco affettivo dal nostro nutrimento che possiamo recuperare se andiamo a comprare gli alimenti direttamente dal contadino o, almeno, in un punto vendita che ci racconta la storia di quello che vogliamo acquistare.


Questa è una domanda che sento spesso e alla quale mi piace rispondere. Affermo con decisione che comprare prodotti di ottima qualità, fatti nel proprio territorio, costa meno che comprare gli stessi prodotti che arrivano da lontano. Certo, se guardiamo in modo miope solo quello che dobbiamo sborsare all'atto dell'acquisto, può sembrare che spendiamo tanto. Miope perché non teniamo in considerazione alcuni fattori:

Sapere che dietro a quello che ingeriamo c'è una bella storia di vita, passione e amore è già di per sé un nutrimento importantissimo, che ci fa star bene e gustare al meglio la bontà. Ci aiuta anche a focalizzare l’attenzione sull’atto di mangiare o bere, fattore altrettanto importante. Quando mangiamo, ci porta a non esagerare con le quantità perché riusciamo a ottenere una più completa soddisfazione. Quando prendiamo un rimedio, la consapevolezza e l’attenzione che prestiamo durante l’assunzione aumentano il suo effetto benefico.

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Ma quanto ci costa l'erba di casa nostra?

•• un preparato erboristico, fatto con tutti i crismi, ha un'efficacia superiore a un dosaggio più basso. Perciò possono bastare 100 ml di gemmoderivato per ottenere la risoluzione di un problema, mentre di un gemmoderivato che costa poco probabilmente non basteranno 200 ml per ottenere lo stesso risultato. •• Spesso il prezzo basso è frutto di inquinamento o di sfruttamento di persone, si contribuisce al cambiamento climatico, alla distruzione dell’ambiente, all’immigrazione e ad altri problemi che siamo chiamati tutti a pagare. •• Con ogni nostro acquisto sosteniamo il mondo che c'è dietro al prodotto. Diciamo a produttori, commercianti e finanzieri: «Continuate così, lo approviamo». Acquistando la tintura di propoli possiamo sostenere l’apicoltore biologico della nostra regione anziché incentivare lo sfruttamento dell’apicoltore cinese che, per risparmiare, usa vernice al piombo il cui residuo lo ingeriamo assieme al rimedio. Che valore ha, per te, vivere in un mondo in cui le relazioni umane sono più importanti dei soldi? •• Acquistando in Romagna sosteniamo l’economia locale, i soldi rimangono nella nostra regione, diventando meno dipendenti dalle leggi di un mercato globale con le sue sgradevoli conseguenze.

Hubert Bösch Cofondatore di Remedia, ricercatore, naturopata, scrittore. Come ricercatore si occupa attualmente dello Spirito degli Alberi e dell’utilizzo delle energie sottili. Il suo impegno per il bene comune l’ha portato a fondare una comunità negli anni Settanta, a scrivere diversi libri per avvicinare le persone alla Natura, a condividere le sue esperienze e conoscenze, a fare scelte coerenti con i princìpi del bene comune. Per contattarlo scrivi a hubert@remediaerbe.it

Guarda l'intervista sul canale Youtube di Vivi Consapevole in Romagna

Contatti:

Remedia Via dei Laghetti, 38 - Sarsina (FC) Tel. 0547 95352 Email: info@remediaerbe.it Sito: www.remediaerbe.it

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RI-prendersi la propria salute ►

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Quanto può curarci una canzone? La musica ci influenza: ecco come possiamo scegliere le frequenze benefiche Intervista a Leonardo Polverelli, a cura di Valentina Balestri

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a musica è forse la più bella forma d’arte che ci sia. Dalle orecchie arriva dritta al cuore, abbracciandoci, consolandoci e tenendoci compagnia. Immaginare un mondo senza musica, senza ritmo, senza melodia, è come immaginare un mondo senza colore, in bianco e nero, sbiadito. Ognuno di noi ha un legame particolare con la musica: ognuno la sperimenta come crede, ascoltandola, cantandola, componendola, condividendo la sua potenza comunicativa e associandola a momenti della vita che, con essa, diventano indimenticabili.

Può la musica essere benefica e curativa?

Abbiamo intervistato Leonardo Polverelli, musicista detentore del Guinness World Record per la maratona di canto più lunga del mondo (quasi 102 ore). Leonardo sa che la musica ha un grande ruolo nella vita di tutti noi e, dopo averla studiata e praticata a lungo, ha scoperto che può essere un potente e prezioso strumento da conoscere e utilizzare a nostro vantaggio. Siamo rimasti molto incuriositi dal suo modo di affrontare il mondo attraverso la musica e, per questo, gli abbiamo chiesto di descriversi e di spiegare perché ha deciso di dedicare la sua vita a questa meravigliosa arte.

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«Chi sono? Sono un bambino di 48 anni, con moglie e 4 figli, in cammino verso mete ogni giorno diverse» ci racconta Leonardo. «So che tutto è continuamente in movimento e io, semplicemente, cerco di godermi il “Viaggio”. Al momento il modo migliore per presentarmi è come musicista, cantautore, scrittore e relatore.

Utilizzo la musica come mezzo principale di espressione perché non ha limiti concettuali e permette di arrivare dall’altra parte del mondo (e oltre) senza muoversi da casa. In particolare mi soffermo sull’esperienza di canto continuo che mi ha permesso di ottenere, nel 2011, dopo più di 100 ore di musica ininterrotta, un riconoscimento a livello mondiale e tanta tanta soddisfazione. La mia passione per la Musica nasce dall’ascolto della stessa e da una chitarra regalata da mio cugino Maurizio, artista lui stesso. Se non fosse arrivata la chitarra, sarebbe subentrato il pianoforte, ma in questa linea temporale è andata così».


Vivi in Salute Quanto ci condiziona la musica?

Leonardo ci spiega che ci sono frequenze “negative” che impediscono di ragionare lucidamente, rendendoci più influenzabili e manipolabili dai segnali ostili che provengono dall’esterno.

Le onde sonore non condizionano solo la nostra mente ma anche il nostro corpo: modificano la pressione sanguigna, alterano il battito cardiaco e la respirazione. Possono aumentare la sudorazione, cambiare la resistenza elettrica della pelle e lo stimolo delle onde cerebrali. L’altra faccia della medaglia è costituita dalle frequenze cosiddette benefiche. Queste frequenze sono molto positive per noi e ci permettono di vivere in maniera più cosciente ed equilibrata, coerente con il nostro potenziale.

«L’Arte della Musica spazia a 360 gradi e mi diletto a rendermi disponibile nei più svariati impegni. Di solito vengo chiamato come relatore in convegni dove racconto, attraverso la Musica, le mie esperienze a contatto con il Mondo Invisibile, che può non essere visto, ma sicuramente può essere percepito. Io cerco proprio di fare questo: accorgermi di ciò che mi circonda e stabilire un contatto. Da sempre sono stato attratto da fenomeni inspiegabili, al limite della comprensione umana e poterli esplorare anche grazie alla musica è per me un onore. Non disdegno comunque di suonare e cantare semplicemente come intrattenitore a feste di piazza, locali pubblici, come artista di strada oppure come fonico ai convegni. Di solito la gente che si ferma da me inizia a guardarmi in modo strano, poi inizia a sciogliersi, raccontandomi il più delle volte di “fatti strani” a loro capitati… La musica mi mette in contatto con le persone e questo è il regalo migliore che si possa avere reciprocamente».

Frequenze benefiche in armonia

«Quando siamo in armonia con noi stessi» ci racconta Leonardo «diventiamo automaticamente “portatori sani di Frequenze Benefiche”. Ci sono studi scientifici ed esperienze verificate da medici che confermano tutto ciò. Nelle mie composizioni, le frequenze che utilizzo, testate dai medici agopuntori Burdiol e Nogier e trasformate in frequenze audio, vanno ad agire su entrambi gli emisferi del cervello. Nello specifico i 160 e i 320 Hz, permettono di ragionare “con la propria testa” e non sottostare a tutto ciò che cellulari e media ci bombardano addosso costantemente. Con queste frequenze impariamo a riconoscere quali sono le giuste domande da porci. Poi le risposte arrivano… In fondo, sono tutte dentro di noi. La Musica è di grande importanza, specialmente per le persone più sensibili, perché rompe ogni tipo di barriera, qualunque siano la sua origine, lingua, religione o politica».

Musica, musica e ancora musica

Leonardo Polverelli si impegna con grande passione nel suo obiettivo: far conoscere le frequenze benefiche al mondo. È sicuro che la musica possa aiutare e, in un certo senso, liberare la vita delle persone.

Abbiamo intervistato:

Leonardo Polverelli Musicista, scrittore, relatore e attore, cantautore ed interprete professionista, si avvale di un repertorio che va dagli anni '60 ai giorni d'oggi. La sua Musica è a 360 gradi e si rende disponibile a seconda delle occasioni: serate da ballo, musica d'ascolto sia italiana che internazionale, colonne sonore, musica per meditazioni con frequenze benefiche. Oltre alla sua voce che gli ha permesso di vincere un importante Guinness World Record nel 2011 di cui ancora è il detentore (La Maratona di Karaoke individuale più lunga del mondo con quasi 102 ore cantate ininterrottamente) si accompagna con la chitarra, la batteria e si avvale di strumenti che vanno a toccare le corde più profonde dell'animo umano: il Gong, la Campana Tibetana, il Tamburo Sciamanico. Per contattarlo: www.leonardopolverelli.eu 333 3071999

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Vivi in Salute

Quando l’acquisto genera cultura Prima di acquistare, stringiamoci la mano! Barbara Pozzi

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utti noi apprezziamo quando il barista che ci prepara il caffè o la panettiera sotto casa ci salutano con calore. Quello che ci viene offerto, oltre che un prodotto o un servizio, è il senso di appartenenza a un luogo, a una comunità. Romagna è una terra di grande energia, famosa per essere popolata da gente laboriosa, allegra e tenace. Un terreno fertile per l’iniziativa e l’intraprendenza, dove si percepisce cuore e impegno. La passione per il proprio lavoro e la capacità di fare squadra assumono nella cultura romagnola il ruolo di valore fondante. Anche per queste ragioni, il nostro è un territorio costellato da piccole aziende a gestione familiare che portano avanti un prezioso sapere: la conoscenza di un mestiere. Nella gran parte dei casi queste piccole aziende sono aperte al pubblico e partecipano alla vita delle città e dei paesi in modo diretto. Un contesto di questo tipo ci permette di entrare in contatto con i produttori con grande facilità. Scegliere di acquistare presso aziende locali non vuol dire solo avere a disposizione un prodotto di qualità o fare una scelta sostenibile a livello ecologico. Ricercare prodotti realizzati sul proprio territorio significa mettersi nella condizione di creare legami umani, di conoscere persone e realtà nuove. Vuol dire generare valore e cultura attraverso i propri acquisti. Ti stai chiedendo come? Scopriamolo insieme.

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Com’è fatto? Ritorno alla curiosità

Gli avanzamenti industriali e tecnologici della nostra epoca ci hanno indubbiamente allontanati dal chiederci come sono stati realizzati gli oggetti dei quali ci circondiamo, i cibi che mettiamo in tavola, gli abiti che indossiamo. In alcuni casi, invece, scegliamo consapevolmente di non chiederci come siano stati realizzati o dove. Recarsi a conoscere un produttore può essere una gita divertente da fare con la propria famiglia o con i propri amici, un momento di condivisione e arricchimento prezioso. Spesso è più semplice di quanto sembri: basta individuare i giorni di apertura, oppure telefonare per sapere se c’è la possibilità di una visita. A questo fine, Vivi Consapevole in Romagna ha progettato un’App dove trovare le aziende, le associazioni e i laboratori che lavorano per


migliorare il luogo in cui viviamo, fornendo servizi e prodotti naturali sviluppati in maniera etica e sostenibile. Del resto, i prodotti che scegli ogni giorno fanno parte della tua vita, della tua storia. Entrare in contatto con chi li realizza ti rende protagonista delle tue scelte.

Prendere coscienza rispetto a ciò che si utilizza quotidianamente è un percorso di riscoperta, una finestra aperta per la propria curiosità. E cosa potrebbe renderci più consapevoli che toccare con mano il processo produttivo di una piccola o media azienda? Condivisione è Conoscenza, Conoscenza è Autoproduzione

Toccare con mano il lavoro di un artigiano è prezioso e importante, ma impararlo lo è ancora di più. Creare qualcosa è un piccolo allenamento per le mani, il cervello e il cuore. Sono tantissime le realtà che offrono la possibilità di imparare ad autoprodurre ciò che ci occorre: corsi di cucina naturale, laboratori di falegnameria, saponificazione o panificazione. Da un prodotto può nascere una passione, da un incontro una vera e propria cultura personale.

Contatti:

Olfattiva Viale Zaganelli, 30 - Massa Lombarda (RA) Tel.: 0545 82966 Sito: www.olfattiva.it

Leggi di più L'eleganza del riciclo ►

Olfattiva è un opificio che si occupa della realizzazione di prodotti di Aromaterapia e Profumeria Botanica. Da più di dieci anni lavoriamo con rispetto e dedizione oli essenziali 100% naturali, puri e completi per il benessere dell’uomo e dell’ambiente. Fin dalla nascita del progetto il nostro intento è stato quello di diffondere la conoscenza degli oli essenziali e dei loro immensi benefici nel quotidiano. A questo fine, da anni pubblichiamo settimanalmente articoli ma soprattutto incontriamo le persone e le accogliamo nel nostro laboratorio. Se desideri approfondire l’uso degli oli essenziali, le applicazioni per il benessere psicofisico, la pulizia della casa e la bellezza, vieni a trovarci! Teniamo corsi e incontri sull’Aromaterapia Sottile, l’Aromaterapia Applicata e la Profumeria Botanica. Al fine di poter accogliere sempre più persone e condividere passione e conoscenza, a partire da gennaio l’Opificio Olfattiva si trasferirà in una sede più grande, con un’ampia zona corsi e una piccola biblioteca di Aromaterapia e discipline olistiche aperta al pubblico. Chi desidera potrà venirci a trovare tutti i giorni dal lunedì al venerdì, anche al di fuori degli eventi. Questo è un passaggio molto importante per noi: significa poter contribuire, nel nostro piccolo, a diffondere cultura sul territorio. Dove ci trovi? In Viale Zaganelli 26, a Massa Lombarda (RA).

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Ti aspettiamo da noi: gli incontri di Olfattiva

Ti aspettiamo! Un saluto profumato.

Barbara Pozzi Barbara cresce in una famiglia che le trasmette, fin da piccola, un profondo amore per la Natura. Appassionata di botanica, la madre le regala un estrattore: questo dono è il seme di un percorso che la porterà a conoscere a fondo gli oli essenziali, studiando da autodidatta, partecipando a corsi di naturopatia e aromaterapia e poi sperimentando sul campo. La sua visione è, fin dall’inizio, quella di riproporre un profumo completamente naturale, privo di qualsiasi additivo e che restituisca l’energia sottile della pianta da cui proviene, proprio come si faceva nelle antiche tradizioni di fitoterapia e profumeria, andate perdute nel tempo. È così che nel 2006, assieme a Massimo Moretti, Barbara fonda l’Opificio Olfattiva. Aromaterapeuta del progetto, Barbara si dedica alla creazione di prodotti di Profumeria Botanica per il benessere dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda.

Guarda l'intervista sul canale Youtube di Vivi Consapevole in Romagna

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Il Fiore della Vita

sboccia in Romagna Una comunità di amici per la vita e l’economia naturale Intervista a Giorgio Gustavo Rosso a cura della Redazione

Formato da molti cerchi sovrapposti, il Fiore della Vita è la forma più conosciuta e forse più complessa della geometria sacra. La rappresentazione del Fiore della Vita è stata ritrovata in molte civiltà, in diverse epoche, in ogni parte del mondo, a partire da Cina, India, Giappone, Israele, Spagna, Germania e anche in Italia. Secondo alcuni “Nell’Universo tutto è stato creato attraverso lo schema del Fiore della Vita, ogni molecola della vita, ogni cellula nel nostro corpo ha alla base questa struttura: è lo schema armonico della creazione e della vita nell’Universo.” https://www.visioneolistica.it /fiore-della-vita/ Drunvalo Melchizedek, scienziato, fisico, matematico, inventore e ricercatore, ha dedicato la sua vita a rendere accessibili gli insegnamenti della geometria sacra in tutto il mondo. L’Antico Segreto del Fiore della Vita è l’opera che contiene la sintesi delle sue ricerche su questo argomento. Puoi trovare una rappresentazione artistica dello schema di creazione del Fiore della Vita a questo link: https://bit.ly/2ROgFWw

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na figura geometrica, un fiore rappresentato in diverse parti del mondo con differenti significati: anche Leonardo da Vinci studiò la figura del fiore della vita e le sue proprietà. Le forme, le parole e la materia hanno una loro frequenza vibratoria, più o meno armoniosa: simboli come il Fiore della Vita possono essere utilizzati per diffondere la sua vibrazione di armonia (ad esempio per armonizzare l’acqua o l’energia dell’ambiente in cui viviamo).

“Tutta la materia è vibrazione e la vibrazione è energia.” Albert Einstein Il Fiore della Vita è la nuova proposta proveniente dal Mondo Macro e ne parliamo con Giorgio Gustavo Rosso, fondatore e ideatore del Gruppo Macro.

Come nasce il Fiore della Vita e cos’è?

Il nostro fiore è un progetto concreto composto di diverse parti, i petali, ognuno dei quali può modificare il nostro modo di vivere in maniera amorevole divertente e stimolante verso noi stessi, chi ci vive accanto, la comunità a cui facciamo parte, l’ambiente naturale.

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Tanti petali, ognuno dei quali si orienta su progetti specifici diversi?

Esatto, il “primo petalo” del Fiore della Vita è forse quello più importante: vogliamo organizzare un Gruppo di Auto-produzione familiare che può realizzare un impatto formidabile sulla nostra vita e la nostra economia personale e locale, liberandoci da alcune delle prigioni in cui ci siamo messi.

Proponiamo alle persone di imparare e praticare l’auto-produzione e trasformazione di alimenti per ricette e bevande, cosmetici e rimedi naturali, abbigliamento, arredamento… con lo sviluppo di attività formative ed educative indipendenti centrate sulla persona e i suoi bisogni fondamentali. Oltre a ciò promuoveremo l’acquisto di prodotti biologici a km 0, sani e stagionali, con la massima riduzione della plastica e il massimo riciclo delle confezioni e per trattare prodotti sfusi allo scopo di sviluppare al massimo l’auto-produzione e l’economia locale.


Scambio Prodotti

Che obiettivi vi proponete con questo progetto?

Uno dei nostri obiettivi più importanti è cercare di ridurre sensibilmente gli orari di lavoro per poter vivere meglio e in maniera più soddisfacente e appagante. Lo sviluppo dell’economia di scambio locale ridurrà la necessità di intermediari e di inutili passaggi, limitando costi o addirittura eliminandoli completamente. E creando entrate alternative a quelle monetarie e molti altri vantaggi, a partire da stili di vita più in armonia con se stessi e con l’ambiente in cui viviamo.

Mi puoi spiegare meglio come il Fiore della Vita può aiutare questo sogno comune a tanti di ridurre gli orari di lavoro? Prova a immaginare cosa succede se ti autoproduci molta parte di ciò che mangi, bevi e usi come rimedi naturali, cosmetici, detergenti e detersivi, e poi anche piccole riparazioni dell’abbigliamento e dell’arredamento. Tu produci o impari a fare certe cose, e i tuoi familiari amici e colleghi ne imparano altre che poi vi scambiate. Quando il numero, la qualità e la quantità di queste attività crescono automaticamente si riducono le nostre necessità di denaro per ottenerle, viviamo in maniera più sana e appagante, lavoriamo con soddisfazione insieme ad altri e ci scambiamo esperienze e conoscenze importanti che contribuiscono a migliorare la tua vita sotto molti ambiti.

Mi puoi fare qualche esempio concreto di come il Fiore della Vita vuole operare?

Una tipica esperienza del Fiore della Vita sarà l’organizzazione di incontri per l’autoproduzione: ad esempio per

Baratti dei lavori familiari

AutoAutoproduzione sufficienza

Riduzione orari lavoro

IL FIORE DELLA VITA

Vivi in Salute

Economia Naturale

Sapere comune

IL FIORE DELLA VITA auto produrti gli ingredienti di una colazione sana naturale locale e di stagione, che ti costa poco e ti porti a casa i prodotti realizzati durante il corso – se sarai soddisfatta oltre alla colazione scoprirai che se vuoi farti altre cose c’è questa iniziativa che si chiama Fiore della vita. Faremo incontri con i migliori produttori della Romagna per sapere tutto ciò che hanno imparato. O impareremo le migliori abitudini e tecniche per tenere in ordine la casa o il posto dove lavoriamo.

Si tratta di cambiare gradualmente l’ordine delle nostre priorità: è più importante lavorare tanto per guadagnare per consumare prodotti spesso di scarsa qualità, oppure è più importante organizzarsi per ottenere una vita di miglior qualità sotto tutti i punti di vista? È più importante la qualità della mia vita o la quantità delle cose che ho? Sono più importante io e uso il mio tempo per volermi bene, oppure vendo o spreco il mio tempo per fare quello che fanno tutti? Quanto sono realmente felice e soddisfatto della vita che faccio? Con il Fiore della Vita dai molto più valore a te stesso e al tuo tempo, dai importanza a quanto sei felice. Il Fiore della vita da fiducia ai suoi associati: le ore di volontariato si traducono in diritti di partecipazione ai corsi. Parteciperai e farai volontariato per vivere e fare esperienze diverse dalle solite abitudini quotidiane e settimanali. Per costruire un modo di vivere più sano e naturale, più gioioso e capace di soddisfare i tuoi reali bisogni di relazioni gentili e armoniose.

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Vivi in Salute

Che somiglianze e differenze ci sono rispetto ad altre iniziative già presenti in Romagna?

La nostra attività si basa su diversi aspetti fondamentali strettamente concatenati tra loro: offriremo corsi per imparare a fare autoproduzione per i propri bisogni e per scambiare le proprie produzioni. Abbiamo già in programma uno spazio in cui disporre le attrezzature per trasformare i chicchi in farine con piccoli mulini, i semi in olio con frantoi ad uso casalingo, per auto-produrre succhi, estratti e latti vegetale, conserve sughi e marmellate.

Vogliamo dedicare particolare attenzione alla produzione di germogli, alimenti fermentati e paste madri, nonché pasta fresca con ingredienti eccellenti, pani piadine e pizze realizzati con grani antichi senza lieviti artificiali. Un progetto che avrà bisogno di molte persone: come pensate di organizzare le attività e con quali risorse?

Proponiamo un mix di volontariato e professionalità, che si ispira al modello della Food Coop di New York, in modo da essere un grande motore di sviluppo di un’economia locale a misura d’uomo ed ambiente. Importante sarà l’adesione dei volontari che insieme a un piccolo nucleo di professionisti ci permetterà di avviare gradualmente le attività che riscuoteranno maggior interesse e coinvolgimento. Tra i nostri programmi c’è anche quello di offrire informazioni e consulenza per ottenere i migliori contratti telefonici, per l’energia, le assicurazioni e i migliori rapporti con gli istituti bancari. Svolgeremo le attività di formazione necessarie a realizzare stili di vita basati su benessere e prosperità, e al tempo stesso imparare a ridurre sprechi e consumi inutili che ci imprigionano e ci costringono a rinunciare a vivere secondo i nostri ideali e valori, per passare la vita a lavorare per cose spesso inutili ma che acquistiamo per compensare il vuoto di vite senza amore verso noi stessi e chi ci vive accanto.

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Il modello Food Coop di New York È sicuramente molto interessante e se inizialmente era considerato utopico è oggi la più innovativa esperienza sociale degli Stati Uniti. Di certo presuppone una rete di persone che si muovono con lo stesso intento. Esatto. Il primo traguardo è quello di creare una rete di collegamento per avere una banca di informazioni che permetta a tutti di conoscere chi, in Romagna e non solo, si impegna per sviluppare la prosperità e la bellezza delle nostre località e del benessere, senza essere predatori di persone e di risorse ambientali e neppure compulsivamente consumisti. In questo modo potremo costruire nuove comunità centrate sulle persone invece che sul denaro.

Oggi oltre l’80% dei nostri acquisti proviene dalle multinazionali: dipende da ognuno di noi proseguire così o impegnarsi per uscire da questa economia sempre più monopolistica e globalizzata, che distrugge le culture locali e l’economia sana e solidale. Per sviluppare comunità locali libere e autosufficienti sono necessarie iniziative concrete da parte di ognuno di noi, tramite nuove attività e organizzazioni, che in realtà sono evoluzioni dell’organizzazione sociali e civili più antiche. L’umanità è fatta per vivere insieme, aiutandoci reciprocamente invece di essere isolati e in perenne conflitto e competizione come ci vorrebbe suggerire il sistema informativo ed educativo contemporaneo.

Che altro possiamo sapere del Fiore della Vita?

Il secondo petalo di questo Fiore della Vita è l’intento di sviluppare il “Baratto dei lavori familiari” , per favorire maggiori scambi fra le persone in termini di tempo


Vivi in Salute

"Il pane fatto da te o da chi conosci o da un artigiano locale, a lievitazione naturale, con grani antichi macinati da poco e con ingredienti biologici è il simbolo di un modo di vivere amorevole verso noi stessi e tutto il mondo" e servizi. Il Fiore della Vita è concreto e con solide basi, i suoi pilastri sono basati sul selezionare le migliori pratiche disponibili per semplificare la nostra vita quotidiana, riappropriarci delle nostre capacità manuali, ridisegnare l’uso del tempo e delle risorse per una vita a misura di bambini, anziani, donne e uomini consapevoli. Tutto questo può avere un grande impatto sul nostro territorio e su tutte le sue attività. Autoproduzione, acquisti consapevoli e scambi di produzioni familiari possono orientare le nostre scelte e le nostre risorse verso la comunità e l’economia locale. Il Fiore della Vita” nasce sul fertile terreno dell’amore verso noi stessi e di chi ci vive accanto, e seguendo i prinicipi e gli ideali dell’economia del bene comune: si potrà sviluppare grazie alla collaborazione di tutti coloro che intenderanno dedicarsi alla sua crescita e sviluppo.

Leggi di più Utilizzare geometrie e frequenze per il benessere ►

Sono molto interessata a saperne di più: mi puoi dire come vi posso contattare?

In questi giorni abbiamo iniziato a preparare la realizzazione del sito/blog fioredellavita.it, dove pubblicare le informazioni che stiamo raccogliendo: intanto ci puoi scrivere le tue impressioni e le tue domande a info@fioredellavita.it

Abbiamo intervistato:

Giorgio Gustavo Rosso Editore e giornalista, ha fondato il Gruppo Editoriale Macro.

Guarda l'intervista sul canale Youtube di Vivi Consapevole in Romagna

Contatti:

Gruppo Macro Via Giardino 30, Cesena (FC) - Tel. 0547 346258 FB: Gruppo Macro - Sito: www.gruppomacro.com

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Vivi in Salute

Vi racconto la Mindfulness Cos’è e come può aiutarci? Eleonora Scarpellini

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ggi la parola mindfulness è entrata nel linguaggio comune e tutti ne parlano come panacea per stress e infelicità. Ma di cosa si tratta veramente? In un mondo desideroso di soluzioni rapide e scorciatoie la mindfulness rischia di essere trasformata nell’ennesima pillola prêt-à-porter per il benessere. Eppure se siamo disposti a guardare più a fondo dietro questa parola si cela un insegnamento dalla storia millenaria e la possibilità di coltivare, con costanza, un modo diverso di stare nella vita.

La mindfulness: un po’ di storia

La parola mindfulness, in italiano consapevolezza, corrisponde al modo in cui abbiamo tradotto la parola sati proveniente dal pali, antica lingua con cui è stato scritto il canone buddhista. Sati significa non solo consapevolezza ma anche attenzione e comprende il concetto “tenere in mente di essere consapevoli”, con un atteggiamento di accettazione, mai giudicante. Alle radici della mindfulness si trova l’insegnamento di Buddha che raccontò la Via per raggiungere la cessazione della sofferenza. La strada con cui questa antica Via ha incontrato l’Occidente si deve all’intuizione di Jon Kabat-Zinn che dopo una lunga pratica personale di meditazione vipassana e yoga si chiese come poter far arrivare i benefici da lui sperimentati

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a persone che stavano vivendo condizioni di sofferenza come il dolore cronico e che non erano motivate a entrare in un tempio buddhista. Nasce così nel 1979 il Center for Mindfulness - University of Massachusetts Medical School, all’interno del quale prendono forma i programmi di riduzione dello stress oggi noti come Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR). Da questo momento in poi la mindfulness incontra contesti medici e psicologici per aiutare un numero sempre più vasto di persone, offrendo uno spazio laico fuori dal contesto buddhista, pur continuando a riconoscerne la derivazione.

Il mio incontro con la Mindfulness

La parola chiave che si usa nella mindfulness è “curiosità”. Ci diamo la possibilità di coltivare un’attenzione curiosa e affettuosa nei confronti del nostro respiro, in questo momento, momento dopo momento. Ed è la curiosità che mi ha condotta su un aereo, più di dieci anni fa, diretto in India. In quel momento ero psicologa con le idee poco chiare sulla prosecuzione del mio percorso formativo e così mi presi una pausa per andare a visitare un luogo del Karnataka, Gokarna, dove ogni anno si svolge una festa sacra. Il mio intento non era prettamente spirituale ma l’India è un luogo che non può lasciare indifferenti, è una


Cosa succede in una seduta di Mindfulness Quando ci incontriamo per praticare, come ogni mercoledì sera a Rimini, ci prendiamo sempre il tempo di arrivare. Sembra banale ma non lo è. Quando arriviamo in un luogo siamo ancora presi dalla modalità del “fare” da cui proveniamo dopo i molti impegni della giornata e il primo spazio è dedicato all’arrivo, a rendersi conto che siamo vivi, interi, insieme. Successivamente conduco la meditazione guidata di consapevolezza che può essere seduta sul respiro, oppure distesa con l’attenzione rivolta alle sensazioni del nostro corpo, oppure in movimento, con la meditazione camminata o lo yoga. Ogni pratica è volta ad “allenare” il ritorno all’oggetto di meditazione (respiro, corpo ecc.) tutte le volte che, inevitabilmente, ci troveremo altrove. Non si tratta quindi di “controllare” o “eliminare” i pensieri, questo non è possibile. Coltiviamo però un nuovo modo di starci, più aperti, non giudicanti e facciamo spazio. Alla fine ci prendiamo sempre un momento di condivisione libera e volontaria, non per giudicare come è andata ma per osservare ancora una volta cosa abbiamo visto. Il gruppo è forza e sostegno, rispecchiamento e unione, ci mostra la reciproca connessione. Non siamo isole ma oceano.

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terra che coltiva semi da cui possono nascere piante meravigliose, solo con un gesto. Quando sono tornata ho desiderato fortemente continuare a nutrire quei semi e ho cercato luoghi di pratica e conoscenza. Le prime sedute sullo Zafu (cuscino per la meditazione Zen) sono state un combattimento con postura, irrequietezza e mente vagante. Eppure, nonostante gli ostacoli, sentivo la motivazione a proseguire crescere, sentivo che qualcosa si era avviato. Dopo alcuni anni ho incontrato Corrado Pensa e Neva Papachristou, entrambi maestri di Dharma. Il sorriso di Neva, che mi ha accolto all’arrivo durante il primo ritiro con loro, resterà impresso nel mio cuore per sempre, come il sorriso della gioia e dell’accettazione senza giudizio. Oggi continuo a seguire il loro insegnamento partecipando a ritiri e corsi intensivi. L’incontro con la mindfulness per me avviene successivamente a quello con il Dharma, quando all’interno del percorso di specializzazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale ho seguito l’insegnamento dedicato al suo utilizzo in psicoterapia. Da questo percorso nasce “Il respiro – centro per la mindfulness”, con l’intenzione di condividere e portare la consapevolezza a beneficio di più persone, affinché ci sia un luogo dove chiunque ne abbia l’intenzione possa avvicinarsi alla pratica. Nel 2017, al progetto si è unita Francesca Micaela Serrani, anche lei psicoterapeuta, insegnante di mindfulness.

I benefici della Mindfulness nella nostra vita

Quando racconto la mindfulness, nascono la difficoltà che incontro è nel provare a concettualizzare qualcosa che non è un concetto ma un’esperienza: non la si può capire, la si può vivere e scoprire. La cosa che posso dire è che ti cambia la vita, tutta e completamente, perché completamente diverso è l’approccio che ti insegna. Quando mi prendo la libertà di osservare il contenuto della mente, nascono chiarezza e quiete. Quando mi accorgo di ogni momento in cui sta partendo una reazione abituale e automatica ma distruttiva, inspiro, mi

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radico alla terra, e attuo una pausa che mi consente di scegliere diversamente.

Dalla pratica della mindfulness nascono come fiori sintonia con il presente, saggezza in azione, libertà di scegliere, amore e accettazione autentica per noi stessi e gli altri, così come siamo, così come sono.

Eleonora Scarpellini Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, insegnante certificata di Interventi Basati sulla Mindfulness (MBSR – MBCT), docente Scuola Psicoterapia Cognitiva SPC, formatrice mindfulness. Meditante di tradizione Theravada. Conduce gruppi di pratica mindfulness, MBSR, ritiri e corsi intensivi di meditazione a Cesena, Rimini, Fano e Ancona. Per contattarla: www.ilrespiromindfulness.it info@ilrespiromindfulness.it

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Se ho più spazio vedo più chiaramente, se vedo più chiaramente divento più saggio, coltivo relazioni sane e profondamente ricche, scelgo nel bene mio e dell’altro. È un cammino di continua scoperta e conoscenza di noi stessi e della nostra interconnessione con gli altri. Quando conosco esco dall’ignoranza e questo mi apre nuove possibilità, nuovi orizzonti guidati da un motore completamente diverso: la consapevolezza.

In quella luce si vede tutto: i bei tesori che si è felici di aver riscoperto; gli angoli polverosi e dimenticati che fanno dire “sarà meglio dare una pulita”; i cimeli di un passato dal quale pensavamo di esserci liberati molto tempo fa. Li riconosciamo tutti, con una consapevolezza aperta, vasta e affettuosa. - Sharon Salzberg – Co-fondatrice dell’Insight Meditation Society di Barre, Massachusetts


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Danza con la vita,

riscopri il contatto con il mondo attorno Ritorno alla convivialità, alle danze popolari, al divertimento condiviso Francesca Rifici

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Cesena, esiste un’associazione di promozione sociale che si chiama Kilombo. Il nome mi ha subito incuriosita e dopo aver ascoltato le parole di Sara, una dei due fondatori, ho compreso il perché mi sono sentita subito attratta e stuzzicata, con la voglia di saperne di più. Kilombo raduna arti, musiche e danze popolari e tradizionali di tutto il mondo, mediante cicli di attività ed eventi mirati alla riscoperta degli spazi e delle libertà espressive. Nasce nel 2013, dando vita sin da subito a un’intensa girandola di corsi e seminari, eventi e appuntamenti. La sua sede è a Cesena e ha inaugurato le sue attività organizzando la prima edizione del KILOMBO FESTIVAL a giugno 2013.

Convivialità: un valore tutto romagnolo

Il nome esprime e racchiude appieno gli obiettivi dei soci fondatori: i QUILOMBOS sono comunità formate da persone che, durante l’epoca della schiavitù in Brasile, riuscirono a sfuggire alla segregazione e a dar vita a veri e propri villaggi autogestiti. Da queste coraggiose realtà sono nate (o sono state recuperate) espressioni culturali profonde e dirette, con uno spirito di pura condivisione,

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accoglienza e aggregazione. Fino a qualche decennio fa, in Romagna, come in molte terre italiane, si usava praticare “la veglia” all’interno delle case, ovvero il ritrovarsi, nelle ore serali, per condividere momenti di aggregazione. E allo stesso modo, venivano creati spazi dedicati al ballo e al divertimento, dove la musica era il collante e il movimento del corpo portava benessere dentro e fuori. C’erano condivisione, convivialità, voglia di stare bene insieme. Kilombo rievoca questo sentire popolare: organizza e diffonde corsi di danze del sud Italia, di tamburi a cornice, di teatro e numerosi incontri di approfondimento sugli stili di ballo tradizionale, in particolare di pizzica pizzica, tammurriata, sonu a ballo e tarantella di area garganica. E non solo! Vengono creati momenti di pura festa e convivialità con l’organizzazione di concerti ed eventi musicali per i soci. Questo accade anche in collaborazione con alcune realtà e associazioni del territorio cesenate, che mettono a disposizione, a tale scopo, anche i propri mezzi di diffusione (social e siti di riferimento).


Vivi in Salute Una nuova forma di espressione moderna

Le danze popolari portano alla memoria le antiche tradizioni. Certamente le danze tradizionali permettono di annodare il filo della memoria collettiva con il passato e con le comunità che le hanno generate. Voler recuperare il passato, per rivivere quei momenti, non è sempre la scelta migliore ma riportare quelle tradizioni nel presente, aiuta a mantenere vivi i valori, integrandoli con le abitudini moderne. Kilombo ha scelto di non andare nella direzione di rievocazione nostalgica, ma di ricercare gli aspetti ancora vitali delle culture tradizionali: riscoprire le comunità che ancora mantengono vivo il patrimonio coreutico e per le quali la danza e la musica svolgono ancora una funzione identitaria.

Perché dedicarsi alle danze popolari?

Ci sono varie ragioni che portano le persone ad avvicinarsi a questo ambiente. La spinta più immediata è la curiosità, mossa spesso dall’immaginario esotico promosso dai grandi mezzi di comunicazione. Al di sotto di questo livello, però, più in profondità, troviamo il bisogno di convivialità, di divertimento, di trovare un ambiente accettante nel quale scoprire un linguaggio del corpo che permetta di entrare in comunicazione con l’altro in modo diverso, di trovare un canale di relazione attraverso la danza e la cultura. Ed è quello che Kilombo si impegna a fare.

Attraverso la danza tradizionale è possibile mettersi in contatto con tanti aspetti della persona, perché la danza veicola contenuti differenti: cultura, relazione, consapevolezza corporea, senso di comunità, conoscenza delle peculiarità locali, attenzione al territorio. Pizzica pizzica, tarantella, ballo sul tamburo: alla riscoperta delle danze popolari L’associazione Kilombo si fa promotrice di danze popolari che permettono alle persone di vivere una dimensione diversa rispetto alla quotidianità, fatta di ritmi e impegni.

Attraverso il ballo, la persona decide di lasciare andare schemi mentali e costrutti e abbandonarsi all’istinto, al movimento, al gioco, alla leggerezza. Attualmente sono attivi diversi corsi e stages legati alle danze del sud Italia. Abbiamo scoperto che il termine “Tarantella” è un nome generico, usato per catalogare una vasta famiglia di danze dell’Italia meridionale. Ne fanno parte, solo per citarne alcune: ●● la pizzica pizzica (l’origine dello sdoppiamento nel nome non è chiara, forse un rafforzativo, come corri corri, mangia mangia, dormi dormi). Si tratta di una danza diffusa nel Salento fino a tutta la zona di Matera, con molteplici e macroscopiche varianti locali; ●● le tarantelle di area garganica, in particolare nella variante carpinese; ●● il ballo sul tamburo (o tammurriata), danza tradizionale campana, in particolare nella variante sarnese. Si tratta di una danza ancora particolarmente legata alle feste devozionali del calendario mariano, sebbene la sua origine sia molto più antica. A queste si aggiungono anche le danze di area calabrese: ●● la tarantella del Pollino; ●● il sonu a ballu di area reggina. Ognuna di queste danze presenta peculiarità specifiche e una propria “grammatica” ma tutte condividono il fatto di essere danze a improvvisazione (cioè di non avere una coreografia predefinita). Il senso è quello di costruire la danza in un dialogo con l’altro, utilizzando caratteristiche motorie specifiche che vanno dalla tonicità del movimento al tipo di grownding, e con l’ausilio di ritmiche briose che stimolano l’attivazione tonica e psichica. Ogni danza porta inscritta nel proprio “codice genetico” la cultura che l’ha originata. Se è vero che tutte provengono da un contesto agro-pastorale, ciascuna porta il segno della diversità geografica e culturale di provenienza, diversità che troviamo anche nell’uso dei diversi strumenti musicali.

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Vivi in Salute Strumento arcaico e benefico: il tamburo

Il tamburo è riconosciuto nella tradizione popolare come strumento di accompagnamento, le cui vibrazioni diventano benefiche per la persona. Kilombo ha sviluppato un laboratorio, attualmente in atto, sulle tecniche tradizionali del tamburo nel sud Italia. Il laboratorio ha lo scopo sia di trasmettere le tecniche che di comunicare la grande varietà di suoni presenti nelle diverse aree. Nella multiforme e variegata tradizione musicale del sud Italia, il tamburello ne è di sicuro l’elemento portante più arcaico e significativo. La varietà di ritmi, suoni e tecniche ad esso legate, sono l’espressione di altrettanta diversità dei luoghi e della gente che vive e suona questa musica. Nel corso del laboratorio verranno analizzati differenti stili e suonate del

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macrogruppo della “Tarantella”, nelle sue varianti locali in Puglia, Campania, Lucania, Calabria e Sicilia.

Teatro e narrazione: libertà di uscire da schemi e rigidità

Una delle attività svolte è legata al teatro e alla narrazione. Pensiamo che per approcciarsi a certe arti serva un talento innato, una capacità intrinseca di saper recitare. E in realtà, il teatro e la narrazione diventano strumenti preziosi per superare i propri personali limiti, liberandosi del timore del giudizio esterno. Questo corso ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a esplorare le proprie capacità espressive, abitare il corpo, condividere storie. Una possibilità per trasformarci nel luogo umano in cui vengono elaborate e condivise le emo-


Dalla Romagna con tanto cuore

La Romagna è una fucina di idee innovative ma che possiedono radici ben profonde, come nel caso dell’associazione Kilombo e dei suoi bellissimi corsi. Mi ha colpito la modalità in cui è nato questo progetto e perché viene portato avanti. L’impulso iniziale arriva da Sara Berardi e Roberto Pirruccio che trovandosi a girare l’Italia inseguendo i vari appuntamenti musicali e di danza, si sono accorti della socialità positiva che si veniva a creare in queste situazioni. Hanno avvertito l’esigenza di ricreare un contesto simile in Romagna, con l’obiettivo di

trovare anche uno spazio di approfondimento culturale, legato alle culture popolari e tradizionali. Questo è stato lo spirito iniziale che si è mantenuto intatto nel tempo e si è sempre più radicato. È sempre la passione che dà luce a progetti che possono cambiare la nostra vita, migliorare quella delle persone attorno ed essere utili per la socialità. Passione e un unico grande valore che non tramonta mai: agire con il cuore.

Vivi in Salute

zioni, le percezioni, le consapevolezze, le esperienze. Il teatro è un gioco dove non si vince e non si perde, dove possiamo sentirci liberi di uscire dai nostri soliti schemi comportamentali per sperimentarne di nuovi e forse imparare a metterci in gioco anche nella vita di tutti i giorni. La funzione sociale del teatro, quella di condividere storie, di scambiare conoscenza e umanità in modo diretto, si è in parte perduta nella rigida divisione tra spettatore e attore, tra palco e platea. In questo laboratorio si cerca di recuperare quell’antica funzione, che era propria del teatro popolare. Le persone imparano a raccontare e raccontarci, apprendendo tecniche e strumenti che permettono loro di farlo efficacemente in ogni momento della vita. Il corso è rivolto a chiunque senta di avere voglia di raccontare, di possedere delle storie o di raccontarne una.

Francesca Rifici Appassionata di lettura e scrittura sin da bambina, scrive articoli per riviste e blog dedicate alla salute alternativa e al mondo green. Naturopata, esperta di Medicina Tradizionale Cinese e Riflessologia, ha approfondito negli anni la sua passione per la medicina alternativa con lo studio della cucina naturale, a basso indice glicemico. Organizza serate a tema legate all’energia degli alimenti secondo l’alimentazione naturale, cene e showcooking. Riceve su appuntamento per consulenze personalizzate e trattamenti. Per contatti: www.francescarifici.com info@francescarifici.com

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Mangia e Bevi Sano

Spenditi nella tua Comunità Torniamo a stringerci le mani, a guardarci negli occhi: questo è il motore della nuova economia Fabio Cappelletti

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ompra in Romagna, Patàca! Questo è il macro tema di questo numero che mi infiamma particolarmente gli istinti: si parla di uno dei valori per me più importanti. Non voglio fare il fenomeno o l’estremista ma certamente rappresenta uno dei “fondamenti” che tengo in considerazione ogni volta che spendo denaro per le esigenze e abitudini della mia famiglia, per stringere collaborazioni di lavoro, per scegliere materie prime

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da trasformare nel mio laboratorio. Cerco sempre di fare del mio meglio per soddisfare questo valore.

Il valore di spendere denaro all’interno del proprio circuito di appartenenza, della propria comunità o scegliendo prodotti a Km0, è un valore importante, che se fosse condiviso da tutti avrebbe una forza tale da rivoluzionare completamente il sistema economico che siamo abituati a conoscere e a vivere. Guardando da un punto di vista più distaccato, siamo spesso abituati a subirlo.


C’era una volta un fornaio romagnolo…

Il mio mestiere è fare il pane e sperimentare ricette sempre nuove con i prodotti di stagione: a Dovadola e al mercato a Forlimpopoli, effettuo vendita diretta e mi capita di chiacchierare volentieri con diverse persone. Ho sentito spesso lamentele sul fatto che qui da noi non si trova più lavoro. Ricordo con precisione di aver ascoltato il dialogo di due persone e l’una raccontava all’altra che aveva acquistato prodotti su Amazon, il sito e-commerce molto conosciuto. Si argomentava sui vantaggi dei prezzi e la praticità dell’acquisto. Quando è arrivato il turno per questa persona di comprare il pane, ci siamo confrontati sulla carenza di lavoro e sulla difficoltà che il figlio riscontrava nel trovarlo. Mi è sembrato un po’ un controsenso, analizzando con attenzione il nostro scambio di opinioni.

Se ci abituiamo a comprare su Amazon sicuramente spendiamo meno e impieghiamo meno fatica ma d’altra parte, contribuiamo a mettere in difficoltà il circuito territoriale, lo stesso che poi aiuta i nostri figli a trovare lavoro. Questo è un semplice esempio e sono certo che il lettore saprà capire molto bene il concetto che desidero trasmettere. Detto questo, capita anche a me (rara-

Mangia e Bevi Sano

Riflessione di un fornaio strano: mio Babbo Maurizio Acquistare su Internet è una follia. Le persone pensano che acquistare su Internet sia più comodo, economico, e che sia la migliore delle scelte, una vera e propria occasione. Ma purtroppo non è così! È come l’energia di una centrale atomica: energia a basso prezzo, molto comoda da utilizzare e riproducibile ovunque. Se consideriamo il costo dell’energia, calcoliamo tutti i fattori del ciclo produttivo come lo stoccaggio di materiale radioattivo, eventuali incidenti, costo di impianto e di smantellamento, il consumo di uranio che è un elemento che finirà come il petrolio, il costo inizia a diventare alto. Questo è quello che accade acquistando su Internet perchè i materiali sono prodotti molto lontano rispetto al luogo in cui vengono consumati, viaggiano molto, inquinando cielo e terra. Il beneficio economico di queste transazioni non cadrà di certo sul territorio in cui viviamo ma sul tuo territorio cadrà l’impatto degli imballaggi dei prodotti acquistati, l’inquinamento del trasporto e l’effetto domino di chiusura di negozi, perdita dei mestieri artigiani e dei loro antichi saperi. Con la conseguente disgregazione delle comunità e la perdita della libertà di scelta, tutti saranno costretti ad acquistare solo in questo modo perché non ci saranno alternative, se non qualche catena di supermercati che probabilmente avrà stretto una sorta di contratto con il monopolista della situazione (e personalmente credo sia l’obiettivo di multinazionali come Amazon). Se ci va bene, siamo proprio rovinati!

mente) di fare acquisti on line ma sono consapevole delle motivazioni che mi portano a farlo. Come ogni situazione, non serve essere troppo estremi ma serve essere consapevoli delle proprie azioni. Una cosa è farlo pensando che sia il metodo migliore di commercio e un altro è farlo con la consapevolezza di cosa si sta facendo, di cosa vuol dire e di quali conseguenze possono nascere nel concentrare i propri acquisti su piattaforme on line. Spesso accade che, vivendo in questa benedetta società, siamo talmente bombardati di idiozie, di false esigenze o di false soluzioni che non ci permettono di avere un quadro corretto della situazione circostante. Non sempre abbiamo la possibilità e la capacità di scegliere o di valutare quale sia la soluzione migliore a lungo termine per noi, i nostri figli e l’economia circostante

Le vecchie economie funzionano ancora?

A fianco di questo episodio, accadono situazioni diametralmente opposte. Un cliente che poi è diventato un amico, viene tutti i giovedì al mercato e insieme

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Mangia e Bevi Sano

abbiamo concordato di rispolverare un vecchio sistema economico, il baratto. Io gli metto nella borsa due pagnotte di montanaro e lui lascia a me una bottiglia del suo vino di cui conosco ogni caratteristica, perché facendolo per passione, me ne racconta le procedure di lavorazione. Sono stato anche alcune volte a casa sua e ho avuto modo di vedere la vigna, la “cantina” e tutto il materiale che utilizza per la vinificazione. Con questa modalità, ho la possibilità di consumare vino da uva coltivata con “metodo” naturale, senza solfiti aggiunti, prodotto qui vicino, senza bisogno di nessuna certificazione, nessun intermediario, nessun trasporto e nessun imballo (anzi quando raccolgo un po’ di bottiglie vuote, gliele riporto) nessuno spreco, pochissimo inquinamento ma soprattutto qualità alta e garantita. Anche questi sono vantaggi tangibili che puoi concretizzare soltanto se spendi, scambi o interagisci nel tuo territorio. Non è immediato capire che se scegliamo – ove possibile e il più possibile – di spendere nel nostro territorio, avremmo poi di riflesso benefici che non riusciamo nemmeno a immaginare.

L’economia locale parte dalle relazioni

A volte penso alla mia realtà: abito a Dovadola, un piccolissimo paese della Romagna forlivese, dove credo non manchi nulla per poter essere indipendenti da tutto ciò che questo sistema ha creato. Per fortuna ci sono ancora molti alberi e boschi, campi da coltivare, il fiume, l’aria pulita, la tranquillità: tanti ingredienti che noi abitanti spesso sottovalutiamo o

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non prendiamo per niente in considerazione. Se ci soffermiamo a pensare, scopriremmo quanto può essere importante tutto questo per il futuro della nostra comunità, delle nostre famiglie e del nostro territorio e ci metteremmo subito tutti insieme a lavorare per portare il nostro piccolo paese verso un’altra direzione, una direzione sicuramente più sostenibile e certamente più felice. Invece sento spesso pensieri e lamenti che vanno verso la direzione opposta e questo un po’ mi ferisce ma non ferma il mio istinto di andare verso una comunità più collaborativa, più comprensiva, più unita, più prospera e più felice. I HAVE A DREAM! Un giorno (spero e credo non molto lontano da oggi) tutti i Romagnoli riacquisteranno consapevolezza e inizieremo tutti a soddisfare le nostre esigenze acquistando i frutti del territorio, partendo da quelli alimentari. E inizieremo a sviluppare relazioni con chi coltiva e/o trasforma il cibo, ricreando quelle connessioni che con le nuove tecnologie di oggi abbiamo perso o delegato, e che sono l’ingrediente fondamentale per ricostruire una forte comunità.

Noi romagnoli siamo forti e con tanta voglia di fare: in ogni cosa che facciamo ci mettiamo la passione e questo è l’ingrediente più importante che dà valore a ciò che ci circonda, un valore che è già inestimabile.


Mangia e bevi (bene!) in Romagna

È chiaro che è difficile applicare questo valore, questo principio o questo concetto su tutte le nostre scelte e spese, soprattutto in un periodo in cui non siamo ancora pronti al 100% a questo nuovo concetto o stile di vita ma siamo in cambiamento, in fase di transizione. Una delle prime scelte, probabilmente la più semplice e immediata da mettere in atto per incentivare e velocizzare il processo e anche per mettere alla prova questo “punto di vista”, è iniziare a valutare consapevolmente come e dove acquistare il cibo. In Romagna c’è la possibilità di avere tantissime varietà di alimenti: diventa così meno complicato iniziare a comprare principalmente alimenti coltivati e/o trasfor-

Contatti:

Forno Biologico Cappelletti e Bongiovanni Piazzale Vittoria 6, Dovadola (FC) Cell: 338 145 9338 Email: fornodovadola@gmail.com FB: N el NOME del PANE Forno Cappelletti & Bongiovanni Dovadola

Leggi di più Cosa vuol dire guardarsi dentro ►

Mangia e Bevi Sano

mati in Romagna o il più vicino possibile a casa nostra. Sono certo che questo rappresenti un buon punto di partenza verso il cambiamento globale. Sono fiducioso e speranzoso: vedo con i miei occhi, in alcune piccole realtà che fanno parte della mia quotidianità, come il mercatino di produttori locali biologici di Forlimpopoli, sempre più gente attenta a questo tipo di tematiche, sempre più persone che si stanno risvegliando e acquistano con consapevolezza. Ogni persona proviene da percorsi differenti, utilizza approcci non uguali per tutti ma tutti sono mossi da un fondamento comune, lo stesso principio, gli stessi valori fondamentali e le stesse esigenze verso un’unica direzione. Il sistema, così come lo conosciamo ora, non è più sostenibile e il cambiamento è in atto verso una destinazione più consapevole, più attenta al contesto e all’ambiente in cui viviamo e non più solo verso il profitto economico di pochi a discapito della salute di tutto l’ecosistema Terra. Il cambiamento è in corso e nessuno potrà fermarlo, che lo si voglia oppure no.

State vicini alla terra: più ci allontaniamo più peggioriamo la sua vita, la nostra e quella di chi ci sta intorno.

Fabio Cappelletti Fabio Cappelletti è nato e risiede a Dovadola (FC), nelle prime colline dell’Appennino tosco-romagnolo. Da sempre è appassionato di boschi, fiumi, piante e tutto ciò che la natura crea. Le sue esperienze lavorative nel settore dell’allevamento industriale e in campo farmaceutico gli hanno dato la possibilità di capire di persona come funzionano certe tematiche, al giorno d’oggi. Di conseguenza, il suo processo naturale di crescita personale lo ha portato a cambiare il suo stile di vita. Fabio crede nel cambiamento e quotidianamente si impegna per realizzarlo. Da sette anni gestisce il Forno Biologico Cappelletti e Bongiovanni, l’attività di famiglia da due generazioni, panificando a pasta madre e utilizzando farine locali di grani antichi macinati. Ha una grande passione che è quella di andare a cercare tartufi nelle nostre colline.

Guarda l'intervista sul canale Youtube di Vivi Consapevole in Romagna

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MariAlti: dal mare alla montagna, tutta la vera autenticità romagnola

La passione per la birra si incontra con l’amore per la nostra terra Intervista a Luca Montalti, a cura di Andrea Giulia Pollini

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a canzone che tutti i cesenati conoscono intona proprio così “dal mare alla montagna c’è tutta la Romagna”. Ebbene sì, in questo caso si sono incontrati i due elementi romagnoli per eccellenza: la montagna e il mare. Abbiamo intervistato Luca Montalti dell’azienda MariAlti, che ci ha raccontato come da una passione e da un piccolo garage possano nascere tante cose, prima tra tutte la birra. Luca è riuscito a inseguire la sua vera vocazione e insieme al suo braccio destro, un grande amico d’infanzia, è riuscito a trasformare un semplice sogno nel suo lavoro. È stato davvero un onore conoscere un romagnolo così, che crede ancora nel cambiamento e che è convinto che la nostra terra sia autentica. La Romagna ha bisogno di persone ricche di valori che tramandino usanze antiche dal passato verso un futuro più consapevole e Luca è una di queste.

Ciao Luca, vorremmo conoscere più da vicino la tua storia, la storia della tua birra e come sei arrivato al punto in cui ti trovi oggi.

Da grande amante della birra un giorno mi sono chiesto: perché non provare a farmela da solo? Così ho coinvolto un grande amico, anche lui appassionato di luppolo, e dal mio piccolo garage è partito il nostro grande sogno: creare un’azienda di birra artigianale biologica al cento per cento Romagnola. All’inizio facevamo molti esperimenti, per capire quali erano le scelte migliori e i gusti più audaci da proporre. Vedendo che tra i nostri amici e conoscenti la nostra birra piaceva, abbiamo iniziato ad aumentare le quantità e a presentarci a qualche azienda. La nostra birra ha continuato a essere apprezzata e credendo nell’artigianato e nelle bellezze del nostro territorio, abbiamo escluso immediatamente l’ambito industriale. Avevamo ben chiaro come volevamo lavorare: creare prodotti esclusivamente a km0 e di alta qualità, in modo da valorizzare la nostra splendida Romagna.

La nostra birra nasce e cresce insieme a noi, testimoni di un processo dall’inizio alla fine del tutto artigianale, perché solo se ci metti il cuore puoi essere fiero di ciò che fai.

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«Abbiamo iniziato con la Campesina, la nostra prima birra biologica, che in spagnolo significa campagnola. Ci siamo appoggiati all’Agriturismo Malloura a Fiumicino che fa coltivazioni biologiche tra cui l’orzo. Dopo la raccolta dell’orzo a cui partecipiamo attivamente, ci spostiamo al birrificio Malatestiano di Cesena, gestito dal Mastro Birraio, per la “cotta” della birra, la sua lavorazione e per farla riposare. Attualmente siamo una “brew firm”. Questo termine viene utilizzato per quelle aziende che affittano un impianto altrui avendo una ricetta propria. Quindi noi, “birrai senza impianto”, mettiamo mano a macchinari presi in affitto, seguendo però l’intero processo produttivo, dalla scelta delle materie prime al confronto con il mastro birraio, ogni volta plasmando la ricetta in base alle diverse condizioni, affinché la birra risulti sempre migliore.

Campesina, Tortuga, Ninik, Tci Bèla: una varietà di birre e di gusti tutti da scoprire. Ogni birra è un racconto, ma quella che sta facendo battere i cuori romagnoli è la “Tci Bèla”. Ti va di spiegarci questo successo?

La birra Tci Bèla è la nostra birra preferita, perché viene fatta con la varietà di pesche del territorio chiamata “La Bella” di Cesena, una pesca bianca dolcissima, dal profumo molto accentuato. Come ben saprete questo tipo di pesca ormai non viene coltivato quasi più, perché è una varietà molto tardiva: matura lentamente e ciò significa che si inizia a raccogliere molto tardi, quando ormai il mercato delle pesche è alla sua fine stagionale. In più è molto delicata e fragile e per questo molti nel tempo hanno smesso di produrla. Ma noi non l’abbiamo dimenticata: dal Bellini a oggi, la sua poesia è rimasta nei nostri cuori. L’abbiamo voluta riscoprire, ridando valore alla sua bellezza e alla sua freschezza, tipica di una ragazza cesenate. Dalla “Bella”

di Cesena è nata così la Tci Bèla, birra genuina negli ingredienti e nel sapore, che si abbina a qualsiasi pasto e lascia quel sapore di grande freschezza in bocca. La Tci Bèla ha fatto davvero innamorare tutti, tanto che l’Agriturismo Malloura che collabora con noi ha deciso di ideare un piatto proprio con questa birra, e non sono i soli… Anche la Gelateria Leoni di Cesena in questi giorni sta creando un gelato con la nostra “Belà”! Siamo felicissimi di portare la nostra passione in giro per la Romagna.

Dietro ogni birra c’è una storia, e non una qualsiasi. C’è una storia che riguarda noi, la nostra terra, la nostra vita e la nostra famiglia.

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Autenticità romagnola, birra biologica e tanta passione: la ricetta di MariAlti

Noi romagnoli anche se non abbiamo mai avuto una tradizione birraia, siamo testardi e quando decidiamo di fare una cosa la portiamo a termine. Proprio da qui è nato lo slogan di MariAlti: “Romagna loves beer”, perché noi romagnoli oltre ad amare la Romagna e le nostre tradizioni amiamo (oltre al vino) anche la birra e tutto ciò che insieme al nuovo può portare a un cambiamento consapevole e innovativo, sempre tenendo alta la bandiera dell’artigianato green. Abbiamo intervistato:

Luca Montalti Romagnolo DOC, sempre sotto le ali di un datore di lavoro, ha deciso di essere imprenditore di se stesso facendo ciò che ama: la birra artigianale. Una delle sue birre si chiama Ninik in onore della sua nipotina Nina: bionda e profumata come la birra da lui creata. Per maggiori informazioni: www.marialti.com info@marialti.com

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La bellezza e l’autenticità di dire Sì! Come si diceva una volta, moglie e buoi dei paesi tuoi Intervista a Simona Cannataro, a cura di Andrea Giulia Pollini

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oglie e buoi dei paesi tuoi” è un vecchio detto popolare che ci insegnava che è importante dare valore alle persone e alle cose di “casa tua”, della tua città o regione ed è proprio questo quello di cui voglio parlarvi. L’Alveare che dice Sì! è un grande progetto partito tre anni fa in Francia, ma che sta già spopolando in tutta Europa. Ha contagiato anche noi Romagnoli, infatti dopo l’apertura a Bologna, l’Alveare che dice Sì! sta arrivando anche a Cesena.

Si tratta di un’idea rivoluzionaria di filiera corta che si fonda sull’economia partecipativa, la famosa sharing economy. Non ci vogliono permessi speciali, né grandi aziende, ma solamente passione per il cibo e un po’ di buona volontà. Questa fantastica idea nata principalmente per promuovere i piccoli artigiani e contadini locali permette a tutti di partecipare e di sostenere una realtà innovativa e a km zero.

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Ciao Simona e grazie mille per la tua disponibilità. Abbiamo notato il vostro progetto perché ci ha colpito molto la vostra presenza in tutta Europa e la vostra forza e nel voler cambiare in modo consapevole il mondo. Raccontaci come è nato il progetto e perché avete scelto un nome così particolare. In cosa rispecchia un alveare naturale? L’Alveare che dice Sì! arriva in Italia alla fine del 2015, sulle orme del progetto francese “La ruche qui dit oui”. Il fondatore di questa startup, Eugenio Sapora, lavorava in Francia e faceva la spesa nella Ruche del suo quartiere: si è appassionato così tanto al progetto che ha abbandonato una avviata carriera da ingegnere per tornare in Italia e fondare un ”Alveare che dice Sì”.


Segui il buon esempio Il nome evoca la forza di un gruppo, in questo caso un gruppo d’acquisto, e denota quanto l’apporto del singolo sia fondamentale per la riuscita di un progetto collettivo, proprio come all’interno di un vero alveare. Nella pratica funziona così: ogni produttore della rete ha un suo minimo d’ordine, ovvero una cifra minima da soddisfare per sostenere le sue spese di viaggio e la consegna. Se quella cifra viene ripartita tra i membri di una comunità sufficientemente numerosa, sarà facile per il produttore raggiungere il suo minimo e ognuno potrà sentirsi libero di acquistare anche delle piccole quantità di prodotto. Quando il minimo è raggiunto, l’Alveare ha detto sì e il produttore verranno a consegnare personalmente la spesa ai membri dell’Alveare.

In che cosa è un progetto innovativo? Perché è un cambiamento vitale per la società e come è organizzato l’alveare? I vostri prodotti sono biologici e lavorate con agricolture ecosostenibili?

Il progetto si basa su un’idea semplice e antica, e cioè quella di acquistare quello che mangiamo direttamente da chi lo produce. La parte innovativa è la nostra piattaforma, che è strutturata in modo tale da far sì che anche chi è da solo e non vuole o non può impegnarsi in progetti solidali, possa sostenere attraverso i suoi acquisti la filiera corta e la piccola produzione locale. Ci si può iscrivere a un alveare in maniera completamente libera: non ci sono abbonamenti, né minimi d’ordine o obblighi di acquisto. Ognuno compra solo quando vuole, solo quello che gli è necessario. In questo modo cerchiamo anche di

ridurre gli sprechi alimentari: chi vive da solo difficilmente riesce a smaltire una cassetta mista di frutta e verdura, ma se fa la spesa all’alveare può comprare anche solo sei uova e 1 Kg di mele, per intenderci. Ogni alveare ha un suo gestore, un privato cittadino o un’associazione che si incarica di visitare e di selezionare i produttori, radunare la comunità, organizzare le vendite attraverso il portale (e tutto sempre con il nostro supporto). Per questo suo lavoro, il gestore percepisce un compenso: il 10% di ogni vendita settimanale del suo alveare. Non è un guadagno paragonabile a un lavoro a tempo pieno, ma se l’alveare funziona bene può diventare un interessante reddito complementare. Tra i produttori ci sono tanti certificati biologici e altrettanti con altre certificazioni, ma abbiamo deciso di non imporre certificazione, dato che conosciamo tantissimi piccoli produttori che per scelta o per necessità non la prendono, ma che lavorano nel modo più naturale possibile.

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La forza del progetto è anche la conoscenza diretta delle persone con cui lavoriamo: la spesa ogni settimana ci viene distribuita in Alveare direttamente dalle mani dei produttori, il che vuol dire che possiamo chiedere loro continuamente lumi sul loro lavoro. E anche andare a trovarli, se vogliamo! I gestori spesso organizzano coi membri delle loro comunità delle bellissime “Alverigite” dai produttori. La nostra oggi è una rete di gruppi d’acquisto che è diventata di respiro europeo, e che vuole cambiare il modo di fare la spesa di quante più persone possibili. Attraverso il nostro sito i produttori locali e consumatori si uniscono per Abbiamo intervistato:

Simona Cannataro Responsabile della Comunicazione per L'Alveare che dice Sì. 34 anni, calabrese di nascita ma piemontese d'adozione, Simona è laureata in Comunicazione e coltiva da sempre la passione per il cibo e per le tematiche ambientali. Per maggiori informazioni: https://alvearechedicesi.it/it assistenza@alvearechedicesi.it

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accorciare la filiera alimentare e sostenere il consumo di prodotti freschi, genuini e a km zero. Posso comprare nell’alveare sotto casa dai produttori più vicini, ma posso anche andare in Spagna o in Francia e fare lo stesso, senza altre iscrizioni né vincoli.

Fare la spesa è un atto politico: scegli bene! Con un sistema alimentare più giusto possiamo sostenere la produzione locale e i prodotti di qualità. Quella dell’alveare è un’idea innovativa e interessante che fa sì che non esistano differenze tra grandi e piccoli, ma che tutti possano partecipare. Poter conoscere il contadino che ci consegna direttamente in mano i suoi prodotti, potergli chiedere come li ha coltivati, curati e fatti crescere; poter creare un rapporto di amicizia e rispetto, è una grande svolta per tutta l’economia. Fare la spesa in questo modo, sostenendo il territorio, diventa sul serio un atto politico. Ricordate di scegliere bene perché non c’è niente di meglio di “contadini eroi” dei paesi tuoi.



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Corrieri in Bici in Romagna Il servizio corriere ecologico che viaggia su due ruote La Redazione

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iamo sempre alla ricerca di esempi romagnoli virtuosi da esportare in altre regioni e nel resto del mondo: si sa, noi romagnoli amiamo distinguerci ed essere eccentrici, senza mai dimenticare la tradizione. A Forlì, abbiamo scoperto un servizio innovativo, originale ed eccentrico ma assolutamente legato a una passione tipicamente romagnola: la bicicletta. Abbiamo conosciuto Denis Frulloni, titolare di Corrieri in Bici, il servizio di consegna pacchi a domicilio effettuato interamente su un mezzo a due ruote. Qualunque sia la stagione, calda o fredda, il servizio è garantito e sempre attivo, come un tradizionale corriere con tutti i vantaggi di un mezzo ecologico a due ruote.

Acquista e consegna in Romagna

Acquistare prodotti del territorio, aiuta l’economia locale a diventare sempre più prospera. Se i piccoli e medi produttori della Romagna vendono i loro prodotti, tutto il territorio ne beneficia. Il denaro chiama altro denaro e offre la possibilità di usufruire di mag-

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giori servizi. E non dimentichiamo il grande vantaggio di acquistare prodotti del territorio, che nella maggior parte dei casi sono sinonimo di grande qualità. E se a tutto questo, aggiungessimo un corriere che consegna porta a porta che conosce bene il suo territorio e la sua gente? Il vantaggio è ancora maggiore. Il corriere non è più solo una figura sconosciuta che rappresenta un’azienda internazionale ma diventa un concittadino, facilmente riconoscibile e rintracciabile. Non male! Corrieri in Bici è un servizio che offre diverse tipologie di consegna: pony express, corriere tradizionale e servizi postali. Tutto su due ruote. Il corriere opera prevalentemente in ambito urbano e ad oggi i servizi richiesti sono tanti. Primo fra tutti il food delivery, ovvero la consegna di pasti pronti a domicilio come pizza, hamburger, ristoranti e rosticcerie di ogni tipologia. Anche per il ristoratore è più semplice relazionarsi con qualcuno che conosce direttamente, con cui si instaura un rapporto di fiducia reciproco.

La nuova frontiera del corriere in bicicletta è la consegna di spesa a domicilio, a supporto di chi non ha sufficiente tempo per muoversi o non ne ha le possibilità.


bicicletta inoltre offre una maggiore agilità negli spazi ristretti e una maggiore economia delle risorse. La consegna nei centri urbani è facilitata perché sono più vivibili, più liberi dal traffico di veicoli a motore, generato principalmente dal trasporto di grandi merci.

Come nasce l’idea di un corriere in bici?

Il servizio di Corrieri in Bici sta iniziando a prendere piede nel nostro paese ed esistono anche alcuni casi all’estero. Inizia a essere un mestiere scelto da tutti coloro che desiderano valorizzare il proprio territorio, unendo la passione per la bicicletta con i valori di ecologia ed ecosostenibilità. Tutte le consegne vengono effettuate con una speciale bici, lunga un paio di metri e capace di contenere fino a 10 kg di peso. Una missione da compiere sempre, col sole e con la pioggia battente. Non sempre è possibile effettuare una consegna utilizzando un corriere su due ruote, soprattutto per il trasporto di grandi merci e quantità. Allo stesso tempo, è molto più conveniente un servizio ecologico e veloce dedicato ai centri urbani, in cui la viabilità è limitata. Se esistesse un corriere in bici in ogni città, anche la natura ne trarrebbe beneficio e potremmo tornare a instaurare rapporti diretti con le persone, scambiandoci un sorriso o stringendoci la mano. Abbiamo bisogno di rapporti di fiducia per far crescere e prosperare l’economia della nostra bellissima Romagna.

L’idea nasce dalla necessità di trovare nuove opportunità di lavoro in settori in espansione, come quello delle consegne a domicilio. Con un servizio di questo tipo, andiamo a sviluppare settori già aperti e che hanno necessità di essere sviluppati secondo regole che rispettano le nuove esigenze moderne. Il servizio è disponibile per chiunque e il servizio postale in particolare è rivolto principalmente ad aziende e professionisti.

Vantaggi per i romagnoli e per il territorio romagnolo

I punti di forza di questo servizio sono tanti. In primis c’è la passione di chi ogni giorno si occupa di questa attività e la volontà di offrire un buon servizio non dimenticando valori come l’eco-sostenibilità e la cura per l’ambiente. Scegliere e amare il lavoro che si fa non è poca cosa: ci permette di tornare a casa la sera stanchi ma felici e soddisfatti. Quanto può guadagnarne in questo modo la qualità di vita? Consegnare pacchi a domicilio utilizzando un mezzo di trasporto come la

Passione, ecologia e valori importanti

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Non finisce qui: il corriere si occupa anche di logistica documentale (consegna di pratiche delegabili presso uffici pubblici e privati ed enti), trasporto e recapito lettere e pacchi, last mile delivery (consegne a domicilio di merci dai magazzini di stoccaggio), distribuzione materiale promozionale (volantinaggio).

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Ragazzi che viaggiano e lavorano all’estero Per crescere e imparare a guardare il mondo con occhi nuovi Andrea Lombardi

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er alcuni potrebbero sembrare solo viaggi, ma se poteste vedere il cambiamento che fanno gli studenti dopo tre, quattro settimane di lavoro all’estero capireste quanto il nostro lavoro sia importante: passare un periodo lontano da casa, studiando, lavorando e vivendo in un paese diverso da quello in cui si è nati è il miglior modo per prepararsi non solo al mondo del lavoro, ma al proprio futuro. Ogni giorno mi rendo conto della potenza che ha a che fare questo tipo di esperienza, specialmente quando sei ancora un adolescente. Di quanto possa aprire la mente, aiutarti a crescere sia umanamente che professionalmente. Oggi che viviamo in un mondo in cui le relazioni con l’estero, economiche, politiche e non solo, sono quotidiane, oggi che sapere l’inglese o un’altra lingua oltre all’italiano è fondamentale, oggi che si guarda allo “straniero” come a qualcuno di diverso, beh, oggi il nostro lavoro cresce di importanza, giorno dopo giorno.

Abbiamo un obiettivo, molto ambizioso, ma che ci spinge a migliorarci continuamente: vorremmo che un giorno, magari non troppo lontano, tutti i ragazzi europei, grazie ai progetti Erasmus+ finanziati dall’Unione Europea, possano fare un’esperienza di studio o lavoro all’estero.

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Oggi solo una piccola parte degli adolescenti può farlo, a causa di risorse limitate e di alcune criticità. Siamo sognatori? Forse, ma quando eravamo in un piccolissimo ufficio e ogni anno gestivamo progetti per un centinaio di studenti, avevamo l’obiettivo di raddoppiare, triplicare, quadruplicare i nostri numeri. Oggi grazie a Uniser e alla sua rete di partner, in Italia e in tutta Europa, oltre duemila studenti possono fare progetti di mobilità internazionale per l’apprendimento. La strada è ancora lunga, ma l’entusiasmo non ci manca.

L’importanza di fare esperienze lavorative all’estero

Oggi il mercato italiano, in quasi tutti i settori lavorativi, non basta più alle aziende. Tutti guardano “fuori”, la parola d’ordine è “internazionalizzazione”. Ma prima di farlo, prima di iniziare a lavorare con un paese straniero è bene conoscerlo, dal punto di vista culturale, linguistico e professionale. Come operano fuori dai nostri confini nel settore in cui si è scelto di lavorare? Quali sono le aspettative, le prospettive e le differenze rispetto all’Italia? Come ci si


approccia a persone che hanno usi, costumi e abitudini diversi dai nostri? Lo shock culturale andando in Spagna può essere considerato minimo, ma nella vita lavorativa, ogni piccolo particolare cambia le dinamiche professionali.

Un ragazzo che va a lavorare in un paese europeo ha possibilità di studiarlo a 360°, partendo dal cibo per arrivare ai diversi aspetti della vita aziendale. Perché i progetti siano il più possibile ottimizzati, perché le aziende in cui i giovani vanno a lavorare all’estero siano il più possibile adatte alle loro esigenze e affinché i fondi dell’Unione Europea siano spesi al meglio, noi lavoriamo con le scuole e gli enti di formazione. Li aiutiamo a scrivere progetti che poi gestiamo dalla A alla Z: selezioniamo gli studenti che partiranno, troviamo l’impresa giusta in cui lavoreranno, e gestiamo logisticamente il loro soggiorno all’estero, dai pernottamenti agli spostamenti. Questo grazie anche a una fitta rete di aziende come Uniser che operano in Spagna, Francia, Inghilterra, Polonia e così via. Non aiutiamo solo i ragazzi italiani ad andare all’estero ma anche gli studenti stranieri a venire a lavorare e studiare in Italia.

Ragazzi che tornano cresciuti

Sono tanti i ragazzi che ogni anno lavorano e si formano a migliaia di km da casa. Tornano arricchiti professionalmente, linguisticamente e culturalmente. Sono esperienze di tirocinio, sì, ma sono soprattutto esperienze di vita che, a volte, si trasformano in trampolini: è capitato che ai ragazzi venissero proposte vere e proprie offerte di lavoro o periodi di tirocinio retribuito durante il periodo estivo, come è successo quest’estate per un ragazzo spagnolo che è stato richiamato

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dal centro estivo Pianeta Estate per fare l’animatore ai bambini. Capita anche che i ragazzi vengano qua già con un percorso formativo importante alle spalle e chiedano specificatamente di poter lavorare in una data azienda che loro stessi hanno selezionato, questo è il caso di due ragazzi tedeschi che ci hanno chiesto di poter lavorare alla Fattoria dell’Autosufficienza. Loro sono una coppia di ragazzi appassionati di agricoltura naturale che hanno soggiornato e lavorato alla Fattoria per 3 settimane e sono stati molto grati con noi per la bellissima esperienza che hanno vissuto.

Quando i ragazzi tornano dalle loro esperienze sono diversi. Diversissimi. Per molti di loro (considerate che spesso hanno sedici, diciassette e diciotto anni) è la prima volta lontano da casa, genitori e amici: devono per forza responsabilizzarsi, imparare a cucinare, a fare la spesa, a prendere un autobus chiedendo informazioni in una lingua che non parlano perfettamente. Arriveranno in azienda e dovranno confrontarsi con colleghi diversi da loro, con cui spesso parlano un inglese alle prime armi... Banalmente? Anche solo mangiare piatti che non hanno mai assaggiato prima. In una parola: crescono. Dal punto di vista personale, lavorativo, umano e linguistico. Tutto questo in meno di un mese.

Andrea Lombardi Ormai dieci anni fa arrivava a Parigi per un’esperienza nel settore della mobilità formativa per l’apprendimento. Qui non solo si innamora di questo mondo, ma conosce Elena, una sua futura socia. Al ritorno dalla Francia in poche settimane coinvolge anche Enrico e Alberto in un progetto decisamente visionario. Un progetto che si chiama Uniser e che oggi conta dieci soci e quasi trenta dipendenti. Oggi, anche grazie a Uniser, ciò che informalmente chiamiamo "Erasmus per gli studenti delle scuole superiori" è una realtà solida e in grande crescita in tutti i paesi d’Europa. Per maggiori informazioni: www.uniser.net segreteria@uniser.net

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Al Macrolibrarsi Store arriva la mobilità elettrica col network I Feel Greeen Insieme c’è più energia (pulita e che fa bene all’ambiente) Simona Trerè

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a rivoluzione elettrica è alle porte, anzi è già iniziata. Sebbene il mercato sia ancora agli esordi, le auto elettriche stanno diventando una realtà sempre più presente nel panorama mondiale. Anche in Italia, nonostante abbia stentato a partire, il settore della cosiddetta e-mobility pare stia iniziando a prendere piede, tanto da far pensare che a breve ci troveremo di fronte a una vera e propria e-mob revolution! La mobilità elettrica offre l’opportunità di contrastare due rilevanti problemi ambientali del nostro tempo. Il primo è l’uso delle fonti fossili (petrolio e metano) con cui stiamo attualmente alimentando le auto, causando emissioni che provocano un costante aumento del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. La seconda è l’inquinamento dell’aria delle nostre città (polveri sottili, fumi tossici ed emissione di sostanze cancerogene) che provoca conseguenti risvolti negativi a livello di salute e di benessere in generale. Con la mobilità elettrica si evitano entrambi questi problemi.

Naturalmente per essere considerati davvero sostenibili i mezzi elettrici dovrebbero essere alimentati con un’energia altrettanto sostenibile, quindi non proveniente da fonti fossili (es. dalle centrali a carbone), bensì da fonti pulite (quindi da impianti rinnovabili o da energia elettrica verde certificata). Sono sempre maggiori le iniziative che nascono a favore di una mobilità pulita ed elettrica. Un esempio?

Il 29 settembre 2018 si è tenuta l’inaugurazione della nuova colonnina elettrica del network I Feel Greeen di Energia Corrente, installata presso il Macrolibrarsi Store a Cesena. È stata una giornata dedicata alla

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rivoluzione energetica, durante la quale le due aziende cesenati, insieme all’Assessore alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Cesena Francesca Lucchi, hanno parlato dell’importanza della mobilità elettrica e dell’uso di energie rinnovabili e pulite. «Macrolibrarsi ha scelto di aderire ad I Feel Greeen» spiega l’amministratore delegato di Macrolibrarsi Francesco Rosso «perché è un progetto completamente in linea con i nostri valori. Promuovere una mobilità sostenibile e l’uso di energia rinnovabile all’interno delle aziende e delle abitazioni rispecchia la nostra filosofia, che è quella di avere il minor impatto possibile nell’ambiente e favorire il benessere delle persone». «Mi aspetto che il nostro esempio» continua Rosso «sia una piccola goccia all’interno di un grande vaso verso una mobilità green, una spinta che porti a questo tipo di filosofia e di modo diverso di guidare, oltre a rappresentare un servizio sicuramente molto gradito verso i nostri clienti che si sono già buttati nel mondo dell’elettrico». «I Feel Greeen è il network di Energia Corrente dedicato alla mobilità elettrica e all’energia verde certificata» prosegue l’amministratore delegato di E.CO-Energia Corrente Vincenzo Maria de Rosa «che ha come principale obiettivo la ricerca di soluzioni innovative in ambito green. Vogliamo trasmettere alla nostra clientela i valori che ispirano il rispetto dell’ambiente, e in questo caso specifico la possibilità di muoversi in


Non resta che aggiungere che insieme c’è davvero più energia perché l’unione fa la forza, soprattutto quando si tratta di realizzare progetti che coinvolgono il territorio e l’ambiente.

Simona Trerè Responsabile Comunicazione & Sostenibilità per E.CO, società di energia e servizi green. Dal 2009 opera nel settore della sostenibilità ambientale, collaborando con importanti aziende ed enti del settore per la realizzazione di progetti sullo sviluppo sostenibile. Progettista e docente esperta di comunicazione ambientale, nel 2016 ha curato e realizzato il corso “Consumo Responsabile e Sostenibile per la Tutela del Benessere e dell’Ambiente”. Dal 2010 è inoltre redattrice ambientale per riviste e testate di settore. Ecologista fin da bambina, ha trasformato la sua passione in professione. Per maggiori informazioni: 0547 419980 www.energiacorrente.it

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maniera sostenibile coniugando l’utilizzo del vettore elettrico con l’energia da fonti rinnovabili». «La partnership con Macrolibrarsi» continua de Rosa «è nata dal fatto che condividiamo gli stessi valori e la stessa filosofia di approccio a certe tematiche. Questo ci ha portato ad avere una convergenza per fare rete sul territorio, in modo da offrire servizi finalizzati a una maggiore tutela e sensibilizzazione ambientale». «Stiamo lavorando al nuovo Piano Energetico Comunale» racconta l’Assessore alla Sostenibilità Ambientale Francesca Lucchi «e credo che sia imprescindibile lavorare su di esso pensando che l’energia verde abbia un ruolo sempre maggiore. La mobilità elettrica, sia veicolare che ciclabile, ha un ruolo importante e nei prossimi anni comincerà veramente a prendere piede su tutti i territori, per cui le città devono adeguarsi per essere all’altezza e pronte per un sistema economico che si sta trasformando».

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La casa del Cuculo,

molto più che una casa Una comunità educante, una scelta di vita, una grande famiglia Intervista a Roberto Cardinale, a cura della Redazione

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i fianco al grande gelso bianco pluricentenario ci appare la Casa del Cuculo: pietre grigie e ormai invecchiate che ricoprono una grande casa di fine Ottocento immersa nella vallata tra Bertinoro e Meldola. Altalene appese agli alberi in stile “bambini sperduti” di Peter Pan. Una comunità scelta, una casa accogliente che tra artisti e bambini trasmette sin da subito l’amore e la passione che li unisce, verso la natura.

Ciao Roberto, ci piacerebbe conoscere meglio la Casa del Cuculo. Raccontaci dei suoi spazi, di cosa ospita all’esterno e ovviamente di tutte le persone che vivono al suo interno.

La Casa del Cuculo è nata come comunità artistica, dall’idea di Marcello, pittore e musicista che è venuto

ad abitare qui tanti anni fa. Da allora il progetto si è evoluto e ha cambiato la sua essenza, soprattutto dal 2008 con l’arrivo del primo bambino in casa. Io e la mia compagna ci siamo trasferiti qui nel 2015. Ora siamo tre famiglie, per un totale di undici anime felici. Vivere qui, a Meldola, tra le colline lussureggianti della Romagna è davvero speciale ed essere parte di una piccola cooperativa di artigianato culturale, che confeziona modelli unici di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale delle comunità, lo è ancora di più! Attualmente stiamo allargando la casa, costruendo una parte laterale. La struttura della casa è in legno, con tamponamento in balle di paglia. L’intonaco esterno e interno è costituito da terra, calce e argilla. Il tetto è costruito con pannelli di fibra di legno naturale e l’intonaco è in terra, paglia, argilla e acqua; coperto con una rete di fibra di canapa o plastica naturale. Queste due stanze ci daranno la possibilità di avere più spazi privati in vista della crescita dei bambini. Questa grande casa di pietra, oltre alle nostre camere, un bagno, una cantina e molti spazi comuni, accoglie lo studio dell’artigiano e liutaio Giulio, un angolo pittura e tutta l’esposizione delle opere di Marcello. La Casa del Cuculo comprende anche un progetto di natura agricola di sussistenza, con una food forest molto rigogliosa, alcune arnie di cui ci occupiamo io e la mia compagna e grazie alle quali possiamo produrre il nostro miele e tanto tanto verde di cui ci prendiamo cura tutti insieme. C’è anche una compost toilet, perché il nostro motto principale è riciclare e non creare scarto.

Una cosa che si nota subito arrivando è la presenza dei bimbi, la loro energia. Che importanza hanno nella vita della casa e come riuscite a vivere tutti insieme come una grande famiglia?

I bambini sono l’essenza di questa casa: dettano spazi, tempi e attività nelle vite di tutti. Vivere tutti insieme nella stessa casa è un grande arricchimento, i bambini crescono seguendo le regole generali che condividiamo insieme ovviamente, e si considerano come fratelli tra di loro.

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Ovviamente oltre che condividere le gioie della vita quotidiana condividiamo anche i momenti di tensione che però cerchiamo di risolvere, cercando di vedere sempre le note positive della vita. È una convivenza particolare dettata da un fine comune: vivere insieme in maniera ecologica, raggiungere dei compromessi per relazionarsi con gli altri al meglio e cercare di rispettarci e rispettare la natura in più possibile.

Cosa comprende la vostra visione della vita? Cosa fate per migliorarvi e essere un esempio per gli altri? Inoltre oltre ad essere una famiglia particolare e una comunità ricca di artigiani, so che siete anche un’Associazione. Quali attività e corsi organizzate?

Cerchiamo di vivere nel modo più green possibile, riciclando e non creando scarto. La compost toilet e la food forest che seguiamo tutti insieme servono proprio per insegnare anche ai nostri figli l’importanza di non sprecare ma riutilizzare. Usiamo principalmente detersivi biologici, non siamo allacciati all’acquedotto, non abbiamo lo sciacquone nel bagno così risparmiamo molto anche sull’acqua.

Consumiamo all’incirca 1 metro cubo di acqua alla settimana, che è quello che consuma una normale famiglia di tre persone, mentre noi siamo in undici. Prendiamo l’acqua dalle grondaie, recuperandola dai tetti. Non potendo avere un pozzo, perché il terreno è franoso, utilizziamo delle cisterne. Cerchiamo di stare sempre a contatto con la natura e trasmettere alle persone che frequentano i nostri corsi l’importanza di questo legame profondo, per dare sempre più valore alla natura nelle nostre vite. Tra le tante attività che organizziamo, una delle mie preferite si chiama “Perma Blitz”: una giornata in cui invitiamo amici e famiglie a vivere la comunità assieme impegnandoci in attività educative all’aria aperta coinvolgendo anche i più piccoli. Abbiamo numerosi progetti per il futuro, quali il “Termocompost. Ha due funzioni principali: è in grado di produrre tonnellate di compost di ottima qualità rigenerando lo scarto biodegradabile e può riscaldare l’acqua fino a 55 °C circa. Tutto ciò grazie al processo di compostaggio di ramaglie tritate e di altri scarti biodegradabili, di cui abbondiamo.

Segui il buon esempio

Ci vediamo come una comunità educante, mangiamo tutti assieme seduti alla stessa tavola, nutriamo un grande rispetto l’uno verso l’altro come una grande famiglia anche se non di sangue, ci sentiamo come una “grande tribù”.

Prossimi corsi alla Casa del Cuculo Percorso sull’orientamento e la vocazione autentica “The HeART of Change" 13-14 aprile / 4-5 maggio / 25-26 maggio Per maggiori info contattate Roberto scrivendo a: rob_cardinale@yahoo.it

La Casa del Cuculo è una cooperativa di lavoro con tre soci, è un’associazione di Promozione Sociale con una dipendente e diversi collaboratori ed è la sede di un’altra associazione: “Paradiso Ritrovato”, nata nel 2010, che organizza corsi di permacultura, di vita in natura, di vocazione autentica, di sviluppo e di risorse educative.

La Casa del Cuculo non è solo una dimora ma una fucina di idee, passioni ed esperienze che si mescolano per dare vita a qualcosa che va oltre la semplice convivenza. Un nuovo modo di crescere e sperimentare insieme il mondo. Abbiamo intervistato:

Roberto Cardinale Appassionato della natura, è un uomo che si considera in cammino e sempre alla ricerca. Ama la Casa del Cuculo e cerca sempre di migliorare la sua vita e quella della sua famiglia, sviluppando le attività che gli piacciono di più per creare un mondo migliore. Oltre al suo impegno e lavoro nell’Associazione “La Casa del Cuculo” si occupa di wine export, attività che lo porta a lavorare molto all’estero. Roberto si considera un uomo “da giacca e cravatta”, appassionato della musica folk e innamorato della natura. Per contattarlo: rob_cardinale@yahoo.it www.casadelcuculo.org

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Educazione Consapevole

Diventare genitore di se stessi Come far rifiorire il proprio bambino Romina Gabanini

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n tanti anni di lavoro con i bambini come educatrice e insegnante mi sono ritrovata più volte, e spesso inconsapevolmente, con una parte di me che si coinvolgeva tanto sia nelle vicende più dolorose di alcuni bambini, che in episodi estemporanei di emozioni forti, da pianti disperati a grandi arrabbiature o forti timori. Mi ritengo una persona sensibile ed empatica ma col tempo ho compreso che erano proprio i bambini a scuotermi molto, come se andassero ad aprire delle porte dentro di me, porte dietro alle quali c’erano ancora episodi, o meglio, sensazioni e stati d’animo non del tutto compresi e vissuti. Quando arrivano dei figli, o quando ad esempio lavoriamo con i bambini, stare accanto a loro spesso fa risvegliare quel bambino interiore che magari in qualche modo avevamo nsopito. Allora andiamo incontro ai nostri figli con un bambino ferito dentro e non siamo liberi di accogliere quel figlio o quel bambino con serenità. Trascorrere molto tempo con i bambini, se sei un genitore o un insegnante non ti risparmia nulla della vita. I bambini ti mettono costantemente in contatto con tutti gli aspetti del nostro essere umani, dalle gioie più pure alle paure più profonde, perché loro, i bambini, sono permeabili a tutto e si lasciano attraversare, aperti, da tutti i movimenti della vita, sanno che hanno scelto di venire sulla Terra proprio per questo e a questo sono molto legati.

Essere genitore

Quello che mi succedeva, e che so succedere anche a molti genitori, è che sentivo molto stress e tutta fatica nel lavoro e la necessità di occuparmi del mio mondo interiore, che sentivo premere per essere riconosciuto e richiamare la mia attenzione. Così, per forza di cose, a un certo punto, ho cominciato a occuparmi della mia bambina interiore. Ho dedicato molto tempo ed energie alla conoscenza di me stessa e alla mia crescita interiore, facendomi anche aiutare e sostenere. E così col tempo ho potuto notare che stare con i bambini diventava a mano a mano un po’ più semplice e che riuscivo meglio a essere loro di sostegno durante le onde emozionali, che inevitabilmente arrivano,

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quando ci si lascia toccare dalla vita e quando si vive appieno il rapporto con gli altri e con se stessi. In realtà grazie a loro, stavo sanando me stessa. La nostra grande “Maestra” Maria Montessori, che tanto ha dato all’umanità imparando proprio dall’osservazione dei piccoli, sosteneva che i principi fondamentali per lo sviluppo di un bambino sano, sicuro e felice, possono essere applicati anche al BAMBINO INTERIORE che abita ogni adulto, un bambino spesso ancora legato alle sue ferite emotive.

L’educazione non ha a che fare solo con i piccoli, ma con ogni Essere Umano che, continuamente, affronta situazioni nuove e continue trasformazioni dentro e fuori di sé. Se quel bambino interiore non è accolto da un adulto amorevole e rassicurante continuerà ad affrontare le novità e i cambiamenti così come ha fatto un tempo... Spesso con timore, insicurezza o rinuncia, oppure con troppa spavalderia e senso di ribellione, comunque non in contatto con la sua Verità più profonda. Se invece ne ascoltiamo i bisogni possono accadere svolte evolutive importanti, a qualsiasi età, le quali portano con sé nuova forza vitale!

Chi si prende cura del nostro bambino interiore? Siamo qui per imparare, dalla scuola della vita. E finché c’è vita ci saranno lezioni! Ed ecco allora che sorge una domanda. Chi si prende cura, chi si occupa del nostro bambino interiore? Chi si prende cura del nostro bambino interiore è un’altra parte di noi che possiamo chiamare il GENITORE INTERIORE. Egli dimora dentro di noi e agisce anche a nostra insaputa, agisce così come ha imparato. Così come


Occorre arrivare a formare persone che abbiano un genitore interiore sano, accogliente, coraggioso e capace di dare fiducia a se stessi e alla vita.

Il punto non è di elaborare tutti gli eventi dolorosi che ci sono accaduti, o le sensazioni spiacevoli che ci sono rimaste dentro; il punto che ci dà maggiore forza è sviluppare quella parte di noi accogliente e saggia che ci permette di vivere ed esprimere ogni tipo di esperienza interiore con apertura e fiducia. Il punto, a mio avviso, è di allenarsi a contattare una sorta di Madre e Padre Universali che ci amano e ci sostengono e che ognuno di noi ha dentro, i quali possono trasmetterci le qualità di accoglienza, amore incondizionato, tenerezza, forza, sicurezza e coraggio e diventare così genitori di noi stessi.

Educazione Consapevole

ha visto fare perché la maggior parte dell’apprendimento avviene attraverso l’esempio. Allora il nostro genitore interiore avrà a che fare con nostro padre e nostra madre e con il loro modo di essere. Spesso frasi che abbiamo ascoltato uscire dalle loro bocche, risuonano ancora dentro di noi e le abbiamo fatte nostre convinzioni e credenze, cioè le crediamo ancora vere senza esserci mai chiesti se per noi è davvero così. Ora, è importante che, senza giudizio, ci rendiamo consapevoli di com’è il nostro genitore interiore. Perché è solo vedendolo e ascoltando quello che ci dice che possiamo eventualmente trasformarlo in favore del nostro benessere. Che tipo di genitore è? È amorevole e accogliente? È severo e critico? Mi ascolta? Mi vede? Mi rimprovera? Mi incoraggia a essere me stesso? Mi spaventa? È preso dai suoi problemi e dalle sue aspettative su di me? Potrebbe essere infantile e bisognoso, se a sua volta non ha avuto genitori sicuri e maturi. Potrebbe essere un ottimo genitore protettivo e rassicurante, se non fosse che non tiene conto che oramai sono cresciuto e mi tratta ancora come un piccolo essere indifeso. Ecco allora per me il nocciolo della questione.

Romina Gabanini Pedagogista, educatrice, specializzata in sistemica familiare. Dopo vent’anni di lavoro a stretto contatto con i bambini come insegnante ed educatrice, oggi si occupa di coadiuvare i genitori ad aiutare i loro figli attraverso incontri di sostegno alla genitorialità, laboratori e attraverso le costellazioni familiari. Per maggiori informazioni: www.romina-gabanini.it

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Yoga al nido

Mani a triangolo e dita strette cantando OOOMMM Valeria Zoffoli

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cco, il suono del campanellino avvisa i bambini che il momento dedicato allo yoga sta per iniziare. Silenziosi e ordinati (per quanto l’età lo consenta) ognuno si toglie scarpe e calzini come a volere in quel gesto lasciare fuori anche quei pensieri e quelle emozioni che hanno abitato finora il corpo. Oltre la tenda tutto profuma d’incenso, la penombra facilita una maggiore concentrazione e la musica permette alla mente di calmarsi e mettersi in posizione di ascolto. I tappetini colorati sono già disposti a cerchio, per favorire la comunicazione e lo scambio di idee, al centro di essi una candela accesa invita al riscaldamento del corpo: prima scaldiamo i piedini, poi le gambe, le braccia e le mani e infine il collo. Questo gioco e il dare a ogni parte del corpo il proprio nome, aiuta a sviluppare la coscienza corporea già presente nel bambino ma

ancora inconsapevole. Come un nuovo linguaggio, una strada, un tuffo o un’arrampicata, anche lo yoga si può insegnare ai bambini fin dalla più tenera età, e all’Isola di Peter Pan questo lo sappiamo molto bene visto che da 4 anni è una costante esperienza di gruppo al nostro nido. Il progetto annuale, integrato al programma educativo, è organizzato in incontri settimanali in uno spazio predisposto e ben organizzato, ed è proprio grazie a questa continuità che i bambini vivono il fare yoga come una vera e propria routine.

Favole, immagini e l’elefantino Ganesh

Per prima cosa si impara a stare nella posizione seduta corretta e in quella in piedi corretta. Poi si passa a tante altre forme, che movimentano il nostro yoga: la stanchezza del gatto, la lentezza della neve, la saggezza del gufo, la forza del leone, la grandezza del salice e la profondità dell’acqua. Utilizzando brevi favole o immagini i bimbi del Peter Pan imparano a trasformare il loro corpo in animali, oggetti, sentimenti, elementi naturali o energia fino ad assumere vere e proprie posizioni yogiche. Alle volte ci viene in aiuto anche l’elefantino Ganesh o qualche altro personaggio mediatore.

Non esistono mai esercizi giusti o sbagliati, tutto si sperimenta lasciando che l’energia del gruppo sia l’unica vera guida, partendo dagli spunti dei bambini, dalle loro emozioni, dai loro bisogni. In questo modo le lezioni non sono mai tutte uguali ma diventano ogni volta uno stimolo, un motivo di interesse e conoscenza per i bambini, che giorno dopo giorno, diventano più consapevoli del loro corpo, di quanto esso possa essere pesante o leggero, grande o piccolo; diventano più sicuri di sé e del loro ambiente. Nessun risultato, neppure il più semplice è visibile da subito, anzi spesso ci sembra di non avere fatto nulla, nulla di ciò che era previsto, nulla di ciò che ci aspettavamo, poi quando meno te l’aspetti li ritrovi con i piedini incrociati, le mani a triangolo e le dita strette, la testa china che prende l’energia dalla terra... Che cantano OOO-

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La cremina dei sogni per rilassarsi un Po'

Rilassarsi, è questo che avviene nella seconda metà della nostra lezione di yoga, durante la quale i bimbi sono invitati a stendersi e a rilassarsi e grazie al potere della “cremina dei sogni” a chiudere gli occhi e a sentire il proprio respiro. Ciò che rende lo yoga al nido un

momento così unico e speciale ogni volta, ogni anno, è la possibilità che offre di imparare a conoscerci, a rispettarci, a vederci, a sentirci, a volerci bene e anche a quella possibilità. Ogni volta lo spazio si trasforma in cielo, in mare, le dita in formiche, le mani petali su cui riposare. Lo yoga al Peter Pan nasce soprattutto dall’incontro fra la conoscenza, la consapevolezza e la sicurezza che l’adulto può ancora imparare molto dalla gentilezza, dalla forza e dalla leggerezza dei bambini. Grazie yoga!

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OOMMMM. Con la pratica cerchiamo di trasmettere il valore della cura, del volersi bene, dell’ascolto del corpo e dei pensieri, perché così è più facile arrivare al cuore! Per i bambini così piccoli è molto importante imparare a fermarsi, ad allenare la mente a “rallentare”, a pensare, aspettare, a riposare; attività sempre più difficile data l’iperstimolazione e la fretta a cui spesso sono esposti.

Valeria Zoffoli Nel 1995 ha aperto come educatrice-socia il primo nido privato a Cesena, poi convenzionato con il comune. Da quel momento si è sempre occupata di servizi per l’infanzia, dall’organizzazione alla gestione, aprendo altri 4 nidi, una scuola dell’infanzia, centri gioco, e centri sperimentali. Ama conoscere persone, la fotografia e il cinema. Per contattarla: info@isoladipeterpan.it www.isoladipeterpan.it

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Gesti d’amore

Accompagnare le donne nell’allattamento al seno per tutelare la salute di mamma e bambino Romina Alessandri

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ell’ultimo periodo sono stati organizzati diversi flash mob per sensibilizzare sempre di più le neomamme e le famiglie verso l’allattamento al seno dei neonati così da evitare il diffondersi del ricorso al latte artificiale quando non necessario. Spesso le neomamme, stanche dopo il parto e dopo notti insonni, cedono di fronte alle prime difficoltà dell’allattamento al seno e si rivolgono al latte artificiale per comodità e per essere sicure di nutrire abbastanza il bambino. Per evitare questo problema, esistono moltissime associazioni di aiuto e consulenza gratuita, a cui le neomamme possono rivolgersi, per avere consigli e assistenza durante questo delicato processo verso l’allattamento naturale.

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Perché allattare al seno? •• Aumenta notevolmente le difese immunitarie del bambino, fornendogli gli anticorpi attraverso la madre. •• È in grado di difendere il bambino da malattie come diarrea, otiti e altri disturbi gastrointestinali o respiratori. •• Previene le allergie, il diabete e il rischio di obesità. •• La posizione “cuore a cuore” che si assume durante l’allattamento crea un forte legame con la madre che segnerà positivamente per sempre il bambino e la sua mamma. •• Il latte della mamma si adatta alle esigenze fisiche che il bebè sviluppa di mese in mese, cambiando continuamente la sua composizione.


Molte mamme non sanno che allattare al seno, oltre a essere un grande dono per il bambino, è assolutamente positivo anche per loro stesse. Per esempio in poche conoscono tutti i benefici che può avere l’allattamento, tra cui: ●● aiuta a ritrovare il peso forma perché fa bruciare molte calorie; ●● accelera il puerperio e il ritorno alla normalità della mamma, grazie alle contrazioni uterine stimolate dall’allattamento; ●● aiuta ad aumentare la produzione del latte; ●● riduce il rischio di tumore al seno e alle ovaie; ●● riduce il rischio di contrarre il diabete prima della menopausa.

La cosa ancora più interessante è che allattare porta a un grande rilascio di endorfine, gli ormoni del benessere che ci rendono felici e sereni, evitando la depressione post partum e alleggerendo la stanchezza.

Buone notizie dall’Istat Secondo i dati ISTAT aumentano, rispetto al 2005, le donne che allattano al seno (85,5% contro l’81,1%). Continua a crescere anche la durata media del periodo di allattamento: da 6,2 mesi nel 2000 a 7,3 mesi nel 2005 fino al valore di 8,3 nel 2013. Il numero medio di mesi di allattamento esclusivo al seno è pari a 4,1; il valore più alto si registra nella Provincia autonoma di Trento (5,0) e quello più basso in Sicilia (3,5).

Le iniziative di informazione sui benefici dell’allattamento sono fondamentali per promuovere sempre di più l’allattamento al seno ed è sempre più necessario un lavoro di rete tra Associazioni, Ospedali, Servizi del territorio oltre al coinvolgimento diretto dei medici pediatri di base. In Romagna abbiamo l’associazione ViaLattea, che grazie a mamme volontarie (formate come peer counselor) riesce ad accompagnare le donne in questo delicato percorso, anche con sostegno telefonico o con consulenze a domicilio.

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I benefici dell’allattamento per la mamma

Per maggiori informazioni: www.vialatteaonlus.org Facebook: Via Lattea Forlì Mail: vialattea@gmail.com

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Fumetti e vignette che raccontano la Romagna (e molto di più) La storia e l’identità romagnola diventano opere d’arte grazie alla matita e alle idee di Antonio Intervista a Antonio Dal Muto a cura della Redazione

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bbiamo avuto l’onore di incontrare Antonio Dal Muto, architetto e interior designer, ex meteorologo, appassionato di vignette e fumetti. I suoi disegni ci hanno colpito subito e lo abbiamo invitato a raccontarci un po’ della sua passione per questa arte curiosa e particolare.

Ciao Antonio, prima di parlare delle tue magnifiche vignette, siamo curiosi di sapere quando e da dove è nata la tua passione per il disegno? Il mio background scolastico è da sempre legato all’arte: ho preso la maturità artistica e sono diventato architet-

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to e interior designer. Adoro dipingere e mi è capitato di creare scenografie per il Campanone, il festival della canzone romagnola famoso fino agli anni ‘90. Nel tempo ho intrecciato la mia passione per il disegno al mio grande interesse per la storia e così è nata l’idea di unire questi due mondi disegnando fumetti storici. Ho iniziato con la storia a fumetti della città di Cesena, che ho conosciuto e approfondito durante i miei studi di Architettura. Poi ho continuato con Forlì, Ravenna, Rimini e altre città romagnole.


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L’arte è sempre una necessità: cosa ti ha spinto a raccontare le storie di Romagna?

L’ho fatto per tramandare la nostra cultura in una maniera accessibile a tutti: il fumetto racconta e fa vedere ciò che furono le città attraverso ricostruzioni documentate anche con fonti archeologiche, ma soprattutto per rendere disponibili le nozioni storiche locali a coloro che non essendo romagnoli vivono in città che non conoscono a fondo; conoscere la storia della città in cui si vive significa amarla e difenderla, difendere la sua identità! Ecco perché nelle mie vignette i disegni e le ricostruzioni ambientali sono tutti legati a riferimenti storici ben precisi: non c’è nulla di inventato. Laddove c’erano tracce archeologiche, come ad esempio quelle dei palazzi imperiali di Ravenna, le ricostruzioni sono state ancor più verosimili, e nei vari periodi o fasi storiche le ricostruzioni hanno tenuto conto dell’evoluzione generale delle architetture.

In questo modo, attraverso i disegni si può raccontare la storia di chi e cosa eravamo, per cambiare e migliorare ciò che siamo adesso. Anche coloro che vengono da lontano possono conoscere le origini del paese in cui ora abitano.

Illustrazione della città di Cesena disegnata per una fiaba

Visto che l’argomento di questo numero della rivista è “Compra in Romagna Patàca”, come lo disegneresti questo consiglio?

Ah, bella domanda! In quest’epoca piena di tecnologia mi immagino una APP che fa uscire una mano dallo schermo del computer e questa mano ti schiaffeggia ogni volta che vai online per comprare da una multinazionale estera. Magari, dopo qualche schiaffone ci renderemmo conto di quanto sia deleterio per noi e per la nostra terra comprare fuori dalla Romagna!

Antonio dal Muto Fumettista e caricaturista, innamorato della storia e dell’arte, ha disegnato l’evoluzione nel tempo di diverse città romagnole e continua a portare avanti pubblicazioni, progetti e iniziative per promuovere la cultura e la storia della nostra terra. Per contattarlo: a.dal.muto@alice.it 349 3580890

Cata

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A tu per tu

con Roberto Mercadini Il poeta parlante di Romagna si racconta

Intervista a Roberto Mercadini, a cura di Valentina Balestri

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bbiamo conosciuto Roberto personalmente in occasione della scorsa Camminata per l’Acqua, durante il suo spettacolo a Villa Torlonia. Ne siamo rimasti subito affascinati. È sorridente e gentile e ascoltarlo durante il suo monologo è stato magnifico: lui è un vero portento! Ci ha fatto ridere, pensare, anche un po’ commuovere ma soprattutto ci ha fatto riflettere sull’importanza della nostra cultura, delle nostre scelte e su quanto, se lo vogliamo, possiamo fare la differenza. Intervistarlo per noi è davvero un immenso piacere.

Ciao Roberto, ti va di raccontarci come tutto è iniziato, qual è stata la passione che ti ha portato a diventare il “poeta parlante”, volto romagnolo conosciuto e apprezzato per la sua personalità e arte? Da bambino ti immaginavi di diventare colui che sei ora?

Sono stato un bambino timidissimo ed estremamente impacciato. Raccontare una barzelletta o una qualche storiella divertente mi faceva sentire a mio agio. Mentre recitavo non ero io, non ero “Roberto”, impersonavo qualcun altro, qualcos’altro; la finzione mi proteggeva e, allo stesso tempo, mi permetteva di esprimermi. È il paradosso del teatro: le maschere degli antichi attori greci ne amplificavano la voce e, allo stesso tempo, ne celavano il volto. Capii che quella poteva essere la soluzione alla mia timidezza, un modo che avevo per uscire allo scoperto: mi sentivo più a mio agio su un palco davanti a cento persone che faccia a faccia con un altro bambino. Nel paese dove vivo, Sala di Cesenatico, ogni epifania c’era uno spettacolo al teatro parrocchiale. Un piccolo varietà fatto dai bambini. Qualcuno cantava, qualcuno ballava, qualcuno faceva giochi di prestigio ecc. Io raccontavo barzellette o partecipavo a qualche scenetta. Aggiungevo sempre dei pezzi al copione. Una volta avevo una piccola parte in una scenetta con molti personaggi. Sentii il pubblico ridere a crepapelle dalla mia prima battuta a quando uscii di scena. Dietro le quinte il presentatore, l’unico adulto, mi prese da parte : “Oh, eccezionale! Eccezionale!”. Disse solo così, poi si fiondò sul palco. Penso che fu il primo complimento “teatrale” ricevuto. Me lo ricordo ancora; saranno passati trent’anni, più o meno.

Porti in giro la Romagna grazie ai tuoi monologhi e alle tue opere. Cosa ami della Romagna che ti dà la voglia di “analizzarla” e raccontare la sua identità? Tutti i romagnoli amano la Romagna e hanno un legame affettivo profondo con la propria terra. Non conosco un letterato romagnolo che non affianchi alla sua attività artistica o accademica anche lo studio del dialetto, del folklore o della storia locale.

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E il motivo per cui siamo tutti così appassionati della Romagna, penso, è che è una terra di passioni. Passioni in tutti i sensi. La passione per la vita, per la politica, per il lavoro, per la bellezza, persino la passione per la passione. La Romagna in passato è stata anche una terra estremamente violenta, funestata dall’odio; perché la passione non è sempre innocua. Ho sempre in mente dei versi bellissimi di Aldo Spallicci che dicono (li cito tradotti in italiano): «Cos’è mai il cuore, se nel cuore non c’è una fiamma / cos’è mai campare, se non si cerca la battaglia». Ecco, noi siamo così.

Visto l’argomento di questo numero della rivista (comprare locale) mi piacerebbe conoscere qual è la tua idea di “spesa etica”. Pensi che sia importante comprare in Romagna?

Credo che ognuno di noi attui il cosiddetto “voto del portafoglio”. Cioè noi, tutti i giorni, decidiamo come mangiare, come vestirci, come spostarci ecc. E in questo modo promuoviamo certi comportamenti e ne ostacoliamo altri, premiamo certe azioni e ne puniamo altre. Penso che sia molto importante esserne consapevoli. Riguardo al comprare in Romagna; credo che ognuno debba sentire un poco il dovere di conoscere, valoriz-

zare, proteggere le cose buone e belle della sua terra. Se non lo facciamo noi, chi allora?

Se ogni luogo conosce e preserva le sue eccellenze, tutte le eccellenze restano al mondo. Si agisce nel locale, per creare un beneficio che è anche globale. Prendiamo “La Bella” di Cesena. Era una pesca a pasta bianca, strepitosa, esportata in tutto il mondo; l’unica usata per fare il cocktail Bellini. Ora è uscita dal mercato. E perché? Perché essendo una pesca a pasta tenera, bastava un piccolo urto e si formava una macchia scura sulla superficie. Il frutto restava ottimo al gusto, ma noi abbiamo ormai un rapporto “cosmetico” anche con il cibo; vogliamo che sia bello da vedere, di una bellezza asettica, plastificata. Perciò a un certo punto nessuno ha più comprato quella pesca favolosa; ed è uscita dal mercato.

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Nessuno è snob in questo senso, nessuno teme di apparire provinciale o arretrato; mentre c’è in tutti passione e affetto.

Torniamo a parlare di te. Quali progetti stai portando avanti al momento? Anche nel 2019 potremo venirti ad ascoltare ai tuoi eventi? E cosa ha in serbo il futuro? Hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare? Nel 2019 ricorrono i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Il Teatro Stabile d’Abruzzo, nella persona del suo direttore, Simone Cristicchi, mi ha commissionato un monologo su Leonardo. Ci sto lavorando. Il testo è praticamente pronto. Anche se credo che continuerò a rimaneggiarlo e perfezionarlo fino alla fine (come, d’altra parte, faceva Leonardo con i suoi dipinti). Dal monologo vorrei anche trarre un libro. Ho già un contratto con Rizzoli. Vedremo.

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Cesena: il mistero di Cesare Borgia Tratto dal libro I misteri di Cesena di Roberto Mercadini Siamo abituati a considerare Cesena una bonaria località di provincia. Invece a Cesena sono accadute cose grandiose e terribili. Cito un personaggio fra tutti: Cesare Borgia. Il Borgia, leggendario personaggio del Rinascimento, aveva scelto Cesena come capitale del suo Ducato di Romagna. Questo è il motivo per cui Cesena compare nel Principe di Machiavelli. Il Borgia, figlio del Papa, è immensamente ricco e potente. Tiene a corte, niente meno, il grande Leonardo da Vinci. Spietato, scaltro, sfrenatamente ambizioso, la sua ascesa è così rapida e impetuosa che i suoi stessi alleati lo temono. Decidono di coalizzarsi contro di lui, di tradirlo per non essere, come scrive uno di loro “ad uno ad uno divorati dal dragone”. Verranno schiacciati come insetti.

Poi, proprio quando Cesare sembra ormai inarrestabile, suo padre, Papa Alessandro VI, muore (forse avvelenato) e lui si ammala (probabilmente di sifilide). Segue il papato più breve della storia, quello di Piccolomini, solo 26 giorni. Il papa successivo è Giulio II, al secolo Giuliano Della Rovere: il Papa che ordinerà a Michelangelo di dipingere la Cappella Sistina. Giulio II viene eletto all’unanimità. Da notare una cosa: Cesare è così potente da pilotare alcuni cardinali nel concistoro. Per cui Giulio II è stato eletto anche per volontà del Borgia. E infatti all’inizio sembrano alleati. Il Papa promette al Borgia di nominarlo capitano generale della Chiesa, cioè comandante dell’intero esercito pontificio. Non male. Ma è una trappola. Un giorno, dopo averlo convocato, lo fa arrestare! Dopodiché il Papa entra a Cesena con l’esercito pontificio e la conquista. Cioè, ricapitolando: il Papa (presunto alleato del Borgia) conquista la città del Borgia, con l’esercito di cui il Borgia, in teoria, è il comandante. Pazzesco! Finisce così il Ducato di Romagna. È una storia di sangue, tradimenti, intrighi ambizione sfrenata, capovolgimenti della sorte tanto coinvolgente da far impallidire molti romanzi e molte serie TV. E in quella storia Cesena è stata, come dico nel mio libro, “la tana del dragone”.

Roberto Mercadini

Cesare Borgia

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È nato a Cesena nel 1978. Con oltre 150 date all’anno, porta in giro per la Romagna e per il resto d’Italia i suoi spettacoli di narrazione e i suoi monologhi poetici. Su temi che spaziano dalla Bibbia ebraica all’origine della filosofia, dall’evoluzionismo alla felicità. Per maggiori informazioni: associazione.mikra@gmail.com - 349 5384058


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BERTINORO, il balcone della Romagna La Redazione

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a saga delle cartoline dalla Romagna continua con Bertinoro, piccolo paese medievale sulle colline romagnole. Bartnòra in romagnolo, è situato sulla cima del monte Cesubeo, a 15 km da Forlì, in un ambiente collinare e ricco di vegetazione. Da sempre, questo borgo romagnolo è riconosciuto per il buon cibo, le sue stradine ricche di storia e le sue vedute panoramiche. Non manca il romanticismo, che si incontra nei suoi ristoranti, nelle sue bellissime terrazze da cui si vede il mare e nei suoi scorci nascosti.

Lungo le vie del borgo

Le vie del borgo di Bertinoro riportano indietro nel tempo, con i loro ciottoli e la loro unicità. Percorrendo a piedi le strade, fra palazzi storici, chiese, abitazioni e sentieri che costeggiano i resti dell’antica cinta muraria, si respira un’atmosfera di stampo medievale. Il simbolo della città si identifica con Palazzo Ordelaffi, antico palazzo municipale risalente al 1306, il quale custodisce due importanti sale: la Sala del Popolo, utilizzata per le riunioni cittadine, e la Sala della Fama, meglio conosciuta come Sala Quadri perché al suo interno si conserva il ciclo delle tele dedicato alla storia di Bertinoro, opera del pittore Antonio Zambianchi.

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Dante Alighieri e i monumenti di Bertinoro

Bertinoro è ricca di storia e passeggiando per il borgo è possibile annusare e rievocare ancora le vicende passate. Molti edifici antichi ancora esistenti ci permettono di calarci in questa atmosfera. Il fulcro della cittadina è Piazza della Libertà, il crocevia principale da cui si ramificano le strade di Bertinoro. In Piazza della Libertà troviamo la Torre dell’Orologio che, in passato, grazie alla sua notevole altezza, fungeva da faro per i naviganti. La cattedrale, dedicata a Santa Caterina di Alessandria patrona del borgo, è situata sempre nella piazza principale, fu iniziata sul finire del XVI secolo e ultimata nel 1601. Dalla stessa piazza godiamo di una vista magnifica, una terrazza sui colli romagnoli che a perdita d’occhio arriva fino al mare. Quando si passeggia per le vie di Bertinoro, vietato perdere la Rocca: costruita prima dell’anno Mille, nel 1302 ospitò persino Dante Alighieri, come ricorda Carducci nella sua ode “La Chiesa di Polenta”. Dal 1994 è sede del Centro Residenziale Universitario di Alta formazione e Ricerca di Bertinoro e dal 2010 è sede anche del Museo Interreligioso, dedicato a studi, ricerche e opere d’arte sulle tre grandi religioni monoteiste.

Al suo interno, piccoli e lunghi corridoi conducono a stanze diverse: per il visitatore sembra di trovarsi dentro un labirinto. Continuando la salita, dalla Rocca, ci troviamo nel punto più alto di Bertinoro dal quale, al tramonto, si gode di una vista magnifica.

La colonna degli anelli e dell’ospitalità

Il cuore dei romagnoli è rimasto lo stesso nel tempo: un buon bicchiere di vino e due chiacchere attorno

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al fuoco, sono state e sono ancora simbolo di questa terra. La convivialità, la condivisione, l’ospitalità. Alcuni documenti risalenti all’anno 995 narrano di come il confronto con l’altro e la consuetudine dell’ospitalità fossero attitudini già presenti all’epoca. Nel cuore del paese, risiede uno dei principali monumenti, la “Colonna delle Anella”, nota anche come colonna dell’ospitalità. Fu fatta costruire per volontà di Guido del Duca e Arrigo Mainardi, per porre fine ai continui scontri tra le famiglie nobili del luogo. La colonna aveva 12 anelli, a ognuno corrispondeva una famiglia: quando un pellegrino giungeva a Bertinoro e legava il suo bastone o il suo cavallo a uno degli anelli, veniva ospitato dalla famiglia che esso rappresentava.

Strade artistiche in Bertinoro

Ci sono due strade artistiche che meritano di essere percorse: la strada della Vendemmia e quella dei Mestieri Scomparsi. Si tratta di due vie del borgo in cui artisti locali espongono le proprie opere in maniera stabile. Vengono rappresentati i i temi che i nomi stessi delle strade richiamano. La prima è via Vendemini, un vicolo di circa 100 m in cui si ammirare sette tele rappresentanti i momenti salienti della vendemmia, una dopo l’altra; la seconda è situata all’inizio di via delle Mura e ospita sei dipinti di artisti contemporanei che celebrano le antiche tradizioni di Bertinoro e le abilità manuali dei suoi abitanti.

L’oro di Bertinoro: l’albana di Romagna e i suoi vini

Bertinoro è rinomata in tutta la Romagna per l’eccellenza dei suoi vini. Il prodotto tipico più conosciuto è l’Albana, chiamato anche “l’oro di Bertinoro”: è un vino bianco DOCG prodotto da vitigni autoctoni romagnoli. Altre due specialità note sono il Pagadebit e la dolce Cagnina di Romagna. Il Pagadebit è un vitigno che produce uve bianche ed è così chiamato per la sua resistenza: anche nelle cattive annate, riusciva sempre a produrre una minima quantità che permetteva al vignaiolo di “pagare i debiti”. La Cagnina invece è un vino che viene consumato subito dopo la vendemmia, le sue note giovani si accompagnano perfettamente ai sapori dolci. Un must tutto romagnolo? Castagne e cagnina!

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Specialità culinarie di Bertinoro

In tutta la Romagna si mangia la piadina ma non sappiamo perché, nelle osterie di Bertinoro sembra trovare un posto d’onore. Piadina calda e squacquerone sono immancabili, o ancora piadina e Savor, una marmellata contadina casereccia che viene prodotta nel periodo successivo alla vendemmia, il tutto accompagnato dal Saba, uno sciroppo d’uva utilizzato per insaporire bevande e alimenti.

Bertinoro in pillole

Storia Come nasce la città di Bertinoro? Due sono le leg-

gende che hanno creato la sua storia e che si tramandano sul nome Bertinoro. La prima racconta che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, proprio in terra romagnola, assaggiato un vino servito in un’umile coppa di terracotta, disse: «Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro». Da qui il nome della città. La seconda teoria, fa derivare il nome “Bertinoro” dal genitivo dei frati britannici che anticamente soggiornarono in questa terra, britannorum, poi modificatosi nel tempo e nelle diverse trascrizioni. Si tratta di una città molto antica, che fonda le sue origini nella lontana preistoria. Sono avvenuti ritrovamenti di resti di un antico pozzo, in località Panighina, a circa 2 Km dal centro di Bertinoro che riportano la sua origine a molto lontano. La presenza umana in epoca preistorica, in questa zona, è confermata da resti che indicano una frequentazione del-


la collina di Casticciano (la cui frazione attualmente conta pochi abitanti). Nell’Alto Medioevo, Bertinoro fu sottoposta all’influenza della città di Ravenna e, successivamente, fu assegnata all’imperatore Federico I di Svevia. Nel 1278, gli Asburgo cedettero la Romagna alla sede pontificia e anche Bertinoro passò sotto la sovranità dello Stato della Chiesa e, nel 1361, fu nominata sede vescovile.

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Altitudine: 254 metri sul livello del mare Abitanti: 10947 Superficie: 57 Km2

Eventi inverno 2018

Da gennaio a marzo, ogni domenica dalle 15:30 si può partecipare a “I Pomeriggi del Bicchiere”, appuntamenti che hanno il profumo e il sapore dell’ospitalità, per ritrovare il gusto del buon cibo e del buon vino. Musica, arte e poesia sono la ricetta vincente per vivere e riscoprire Bertinoro. L’Albana Déi è un evento che si svolge l’ultima domenica di maggio, in sinergia con l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna di degustazione delle Albane di Bertinoro. A giugno “Vini e Sapori in strada” dove Bertinoro, il “Balcone della Romagna” si trasforma per l’occasione in un salotto in cui sono allestiti i tavoli per la degustazione e l’acquisto di vini e prodotti tipici delle aziende locali. L’estate è un susseguirsi di eventi culturali, tra i quali concerti di blues e jazz e il festival Entroterre Festival, un evento itinerante e di respiro internazionale. Da ricordare la notte bianca di Bertinoro, sempre in estate che accoglie centinaia di visitatori ogni anno.

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in Romagna Cambia la Romagna insieme a noi In Romagna sta succedendo qualcosa di straordinario: le persone e le aziende si uniscono per migliorare la nostra terra.

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Sostenitori attivi del progetto

Francesco Rosso Fattoria dell'Autosufficienza

Massimo Moretti Wasp

Fabio Cappelletti Forno Cappelletti & Bongiovanni

Barbara Pozzi Olfattiva

Hubert Bosh e Lucilla Satanassi Remedia

Giorgio Gustavo Rosso Gruppo Editoriale Macro


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