Ambrosia 27 - Sovrappeso

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Direttore Responsabile: Daniela Amadesi. Direttore Scientifico: Catia Trevisani. Hanno collaborato a questo numero: Catia Trevisani, Luca Fortuna, Lucio Birello, Mario Picconi, Susanna Garavaglia, Camilla Piantanida, Nadia Serafini.

Registrazione: Tribunale di Milano n. 28 del 28-01-2003. Stampa: Linea Grafica. Città di Castello Editore: SI.RI.E. S.R.L. Viale Col di Lana 6/a 20136 Milano Progetto grafico: Magazino La riproduzione anche parziale di testi, fotografie e disegni è possibile previa autorizzazione.

Cari amici lettori, eccoci a parlare dello squilibrio forse più inviso, il sovrappeso, per ovviare al quale spesso saremmo pronti, imbracciati i canoni estetici imposti dalla nostra società, ad affrontare ogni sorta di sacrificio nutrizionale, da un’alimentazione rigida e monocorde a veri e propri digiuni. La buona notizia è che tanto zelo non solo è sterile, in quanto può sortire al massimo risultati transitori, ma anche controproducente, perché, tra l’altro, può apportare squilibri tali da indurre il nostro organismo “affamato” a recuperare rapidamente quanto gli è stato brutalmente sottratto e anche di più… Pertanto, qui di seguito troverete, oltre a un’attenta analisi delle varie cause – genetiche, metaboliche, psicologiche, ecc. – che possono condurre al sovrappeso, anche indicazioni affidabili per affrontarlo con efficacia, senza cadere nella diffusa tentazione di seguire i “buoni consigli” della rivista più trendy del momento. Buona lettura!

di Catia Trevisani

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di Catia Trevisani Può sembrare banale, ma se affrontato senza isterismi e forzature, l’obiettivo di conservare un peso forma equilibrato rappresenta un ottimo stimolo per prendersi cura di sé e migliorare la propria qualità di vita. Insomma, al di là dei condizionamenti dettati dalle mode e da una società tutta protesa verso l’apparire, l’armonia del corpo è segno di salute ed equilibrio. Secondo le statistiche ufficiali si tratta di una meta sempre più desiderata: il 40% della popolazione adulta è infatti in condizione di sovrappeso, e il 6-7% soffre addirittura di obesità. Il sovrappeso e l’obesità purtroppo non risparmiano oggi neanche i bambini, come dimostra una recente indagine dell’Istituto Nazionale della Nutrizione, dalla quale risulta che il 35% dei bambini italiani è in sovrappeso od obeso. Insomma c’è poco da stare allegri. Il peso ideale Innanzitutto è bene chiarire che si parla di sovrappeso, quando si registra un eccesso di peso rispetto all’altezza secondo precisi parametri aggiornati periodicamente. Si ha invece obesità quando i chili in eccesso superano di oltre il 20% il peso medio ideale, in particolare con una percentuale di grasso corporeo superiore al 30% nelle donne e al 25% negli uomini. Perché si diventa obesi? Molti studi hanno confermato che l’obesità ha una base genetica, legata al metabolismo delle cellule adipose (sede di accumulo dei grassi). Questo spiega perché alcuni individui possono mangiare molto senza ingrassare, mentre altri ingrassano pur limitando le calorie che introducono. La ricerca ha scoperto che ogni persona presenta un punto di equilibrio ponderale programmato fisiologicamente, cui fanno riferimento le cellule adipose: quando la cellula diminuisce di volume, trasmette al cervello lo stimolo della fame. Gli individui obesi, in genere presentano cellule adipose più grandi e in maggiore quantità, per cui sentono maggiormente l’impulso di mangiare. Sembra che il punto di equilibrio ponderale sia legato alla sensibilità delle cellule adipose all’insulina, ormone secreto dal pancreas, la cui funzione principale è quella di regolare il tasso di glucosio nel sangue stimolando le cellule a prelevarlo dal sangue stesso. Il ruolo dell’insulina L’obesità quindi determina un’insensibilità all’insulina. Quando le cellule diventano insensibili all’insulina, la glicemia (il tasso di glucosio nel sangue) aumenta e insorge il diabete. Per riposizionare il punto di equilibrio delle cellule adipose è dunque fondamentale stimolare la loro sensibilità all’insulina: questo è l’unico modo per ottenere risultati significativi a lungo termine. Per raggiungere o stabilizzare il peso forma non occorrono dunque farmaci, diete miracolose e tanto meno interventi invasivi tipo liposuzione: è sufficiente un buon apporto nutrizionale, esercizio fisico, una corretta e una buona attitudine mentale. Quest’ultimo aspetto è molto importante, perché la ricerca scientifica ha rilevato uno stretto collega-

mento tra cervello e sistema digestivo: il cervello controlla l’assunzione quantitativa e qualitativa del cibo, il sistema digestivo (tramite le influenze che il cibo ha sui sistemi endocrino, immunitario e nervoso) condiziona il funzionamento del cervello. In definitiva, si può sentire una grande fame come conseguenza di un elevato dispendio energetico a causa dell’esecuzione di un lavoro particolarmente pesante o di una competizione sportiva, oppure il mangiare può essere semplicemente un modo per placare l’ansia o per “dimenticare”. Si possono consumare dolci e cioccolato per ragioni di cuore e, per le stesse ragioni, si può avvertire una morsa che chiude la bocca dello stomaco. Il comportamento alimentare, funzione profondamente istintiva e naturale, può essere dunque modificato dalla capacità di gestire lo stress, dal contenuto simbolico dei cibi, dalle convenzioni sociali, dal nostro stato emotivo. Nel nostro cervello, in particolare nell’ipotalamo, risiedono il centro della fame e quello della sazietà, che possono essere attivati o inibiti a seconda della prevalenza di certi neurotrasmettitori che a loro volta giungono da un centro di raccolta di tutte le informazioni alimentari provenienti dall’alto (cervello) e dal basso (sistema digestivo), situato nella parte inferiore del tronco dell’encefalo. Dopamina e serotonina Il centro della fame può essere attivato anche dalla dopamina, un neurotrasmettitore prodotto in condizioni di stress, oppure dal neuropeptide Y, un altro potentissimo stimolatore della fame, caratterizzato da una predilezione per gli zuccheri. La serotonina è invece il neurotrasmettitore della sazietà, in particolare sazietà da carboidrati. Livelli elevati di serotonina inibiscono il neuropeptide Y, riducendo il desiderio di zuccheri. Le persone con irrefrenabile desiderio di dolci hanno in genere bassi livelli di serotonina. Serotonina bassa significa un’ansiosa ricerca di cibi in grado di elevare rapidamente il tasso di questo neurotrasmettitore a livello cerebrale: in primo luogo di dolci e carboidrati. Alimenti che per il loro contenuto in triptofano, stimolano la sintesi di serotonina, con il risultato però di far ingrassare. In genere gli obesi mangiano di più, amano consumare in preferenza dolci, presentano un rapporto famelico col cibo, il loro umore è depresso. Questo perché l’aumento dei livelli di serotonina a livello cerebrale incide sulla fame e sull’umore. Per tutte le ragioni sopra menzionate, un serio programma che abbia come obiettivo il raggiungimento del peso ideale, si ribadisce, si deve basare su tre elementi: un’alimentazione corretta ed equilibrata, esercizi aerobici praticati per almeno venti minuti per tre-quattro volte la settimana, un’attitudine mentale positiva. No alle diete aggressive Se si rispettano tutte e tre queste condizioni, è possibile dimagrire in maniera stabile, a un ritmo di mezzo chilo-un chilo e mezzo a settimana, senza grandi sacrifici. Le diete aggressive invece provocano sì una perdita

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di peso rapida iniziale (per lo più si tratta di una diminuzione della massa muscolare e di acqua), ma quasi sempre poi i chili persi vengono rapidamente riguadagnati e anzi, in molti casi, il punto di equilibrio si sposta più in alto, aggravando ulteriormente la situazione. La strategia vincente è dunque la riduzione graduale di peso, ottenuta modificando in modo permanente il regime alimentare e le abitudini. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale fornire all’organismo nutrienti di elevata qualità, altrimenti lo stimolo della fame non si placa e il corpo reagisce risparmiando energie e quindi rallentando il metabolismo, cosa che a lungo termine, significa bruciare meno grasso.


MILANO BOLOGNA direttrice cromoagopuntura dott.ssa Catia Trevisani direttore agopuntura (Scuola Tao) dott. Massimo Muccioli

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Gli errori da evitare Eliminare completamente i carboidrati o i grassi, senza distinzione tra saturi e insaturi, e seguire un regime iperproteico come spesso suggeriscono le fantasiose diete che periodicamente vengono proposte dai rotocalchi femminili può essere estremamente nocivo a causa dell’eccessiva produzione di chetoni che provoca un forte stress a carico dei reni e del fegato. In queste condizioni, il consumo anche di quantità minime di carboidrati tende a provocare un repentino aumento di peso, forzando la persona a ritornare a un regime alimentare iperproteico. È invece molto importante seguire un regime alimentare molto vario ed equilibrato, secondo i principi delle corrette combinazioni alimentari. Non devono assolutamente mancare le verdure: crude e cotte. Una buona zuppa o delle belle insalate miste, arricchite con qualche seme oleoso (girasole, lino, sesamo, mandorle ecc.) assicurano all’organismo vitamine, sali minerali, fibre e carboidrati di cui ha estremo bisogno per il funzionamento ottimale e che tra l’altro garantiscono il raggiungimento di un certo grado di sazietà. Per rafforzare la dieta si può aggiungere a scelta un cereale integrale biologico, o dei legumi, oppure proteine vegetali come tofu, tempeh, o seitan, o anche pesce. L’occhio vuole la sua parte In ogni caso, per ridurre il peso è importante dissociare nella dieta carboidrati e proteine, e consumare molte verdure (crude o cotte) nei modi più svariati: a vapore, alla griglia, al forno, saltate in padella. L’ideale è associare nello stesso pasto più verdure dai colori diversi e ben accostati, preparate in modo diverso. L’occhio vuole la sua parte e un piatto ben presentato dà il piacere di sedersi a tavola ed entusiasmo nell’intraprendere nuove abitudini. Inoltre il ricco apporto di vitamine e sali minerali, assicurato da una dieta a base di verdure, contribuisce a ripristinare un’ottima funzionalità a livello enzimatico, stimola la depurazione dell’organismo, migliora il metabolismo e svolge un’azione generale antiossidante che porta energia e migliora l’umore. A loro volta le crudità favoriscono il riposizionamento del punto di equilibrio, migliorano il livello di zuccheri nel sangue e riducono la pressione sanguigna (se necessario). Molti studi hanno confermato come l’assenza di fibre alimentari nella dieta sia un fattore importante nella genesi dell’obesità, mentre la loro presenza migliora la tolleranza al glucosio, aumenta le calorie espulse con le feci, rallenta l’assunzione di cibo, stimola la secrezione degli ormoni digestivi, favorisce il senso di sazietà (grazie all’aumento del riempimento gastrico), stimola la produzione degli ormoni che riducono la fame (come la colecistochinina, responsabile della produzione di serotonina) e l’azione di riempimento intestinale. In definitiva, le fibre agiscono migliorando in generale il metabolismo degli zuccheri. Per questo stesso motivo, oltre alle verdure, è importante il consumo di cereali integrali (che comunque deve essere in percentuale inferiore rispetto alle prime), sostituiti magari

sporadicamente dalle proteine, in maggior quantità d’origine vegetale. Assolutamente da evitare sono gli zuccheri e le farine raffinate, i grassi saturi, quindi latte e derivati, additivi alimentari, alcool e bibite gassate. Una dieta corretta a base di cibi biologici, privi dunque di additivi e residui agricoli come antiparassitari ed erbicidi evita l’insorgenza di intolleranze alimentari che frequentemente portano a problemi di sovrappeso. L’acqua Molto utile ai fini della riduzione del peso corporeo è l’abitudine di bere acqua lontano dai pasti, avendo cura di scegliere acqua di buona qualità. Bisognerebbe bere quando si ha sete, ma spesso ci si dimentica di farlo, per pigrizia o per non perdere tempo, si ascolta poco il corpo, o si è troppo indaffarati per “staccare” e procurarsi un bel bicchiere d’acqua. Basta premunirsi e portare con sé una bottiglia, in modo da averla sempre a disposizione, quando si avverte anche solo minimamente lo stimolo della sete. Ed è molto probabile che ci accorgeremo di aver bisogno di bere molto più di quanto non avremmo mai pensato. Questa buona abitudine consente di eliminare le ritenzioni idriche e le tossine che si producono durante la giornata, inoltre evita lo stress a carico delle cellule; migliora l’aspetto della pelle e in alcuni casi riesce a risolvere anche il problema della stitichezza. Rivalutare le alghe Un altro alimento da rivalutare sono le alghe. Un cibo, utilizzato dall’uomo fin dai tempi più antichi, e non solo in Asia o sulle coste bretoni, ma anche in alcune zone del Mediterraneo. Le alghe sono da tempo oggetto di studio per le loro molteplici proprietà: stimolano la tiroide e attivano il metabolismo con un effetto dimagrante (ma solo per chi ne ha bisogno); sono remineralizzanti e tonificanti, contrastano il ristagno della circolazione linfatica (e quindi anche la cellulite) e i processi degenerativi e d’invecchiamento, attivano la circolazione. Queste loro preziose proprietà dipendono quasi totalmente dagli oligoelementi e dai macroelementi che esse contengono in grande quantità. In particolare, il trattamento dell’obesità e, più in generale, del sovrappeso è una delle principali indicazioni delle alghe per la loro ricchezza in mucillagini e complessi iodati. Le mucillagini sono sostanze non assimilabili che, assorbendo liquido nell’apparato digerente, aumentano parecchie volte il loro volume. In questo modo attenuano l’appetito, procurano una sensazione di sazietà, accelerano il transito intestinale, limitano l’eccessivo assorbimento di sostanze nutritive. Inoltre, le alghe contengono sostanze in grado di stimolare le lipasi, gli enzimi che presiedono alla demolizione dei grassi. Camminare fa bene L’attività fisica, svolta in modo regolare, è un altro fattore indispensabile per raggiungere il peso ideale, giacché consente di aumentare la massa magra (muscoli) e ridurre il grasso corporeo. Inoltre il movimento contrasta la

riduzione dell’attività metabolica conseguente alla minore quantità di calorie introdotte. Inoltre aiuta l’organismo ad eliminare i ristagni e i prodotti di rifiuto dei tessuti, migliora l’umore ed il senso di benessere, consente uno scarico dello stress e dell’aggressività, libera la mente da pensieri ossessivi, aumenta la capacità di far fronte agli eventi spiacevoli, contrasta la depressione, migliora la postura e la struttura di tutto il corpo. Gli esercizi fisici più indicati sono attività aerobiche come nuotare, correre, andare in bicicletta, giocare a tennis, praticare sci di fondo o anche il semplice camminare di buon passo, un’attività che è praticabile da tutti e che si può fare in qualunque luogo. È sufficiente mezz’ora al giorno per ottenere buoni risultati. Pensare positivo Per prima cosa è necessario modificare il nostro linguaggio, eliminando i termini negativi e sostituendoli con parole o frasi propositive. A qualcuno potrà sembrare strano, ma si tratta di una ginnastica efficace, non solo per perdere i chili di troppo, ma anche per migliorare il nostro stile di vita (cibo per la mente). Tornando al sovrappeso, pensare al positivo significa sostituire il termine “dimagrire” con “raggiungere il peso ideale”; significa focalizzare l’attenzione non sugli “alimenti da eliminare”, ma su quelli nuovi da introdurre o da scoprire. Può risultare molto efficace anche premiare se stessi con un complimento per ogni piccolo passo che si riesce a compiere nella direzione del miglioramento, sottolineare i successi, le esperienze positive, e poi rinforzarle raccontandole agli amici e alle persone care. O anche osservare chi non si sta volendo bene, chi è in sovrappeso o obeso, e sentirsi immensamente fortunati per aver intrapreso una strada che ci sta portando ad una condizione di maggiore gioia e autostima, gratificarsi con della buona musica, o qualsiasi cosa che ci faccia sentire più vivi, nutrire quotidianamente la nostra convinzione. Ognuno può inventare per sé le frasi, le parole che trova più incisive per autoinfondersi entusiasmo, motivazione, piacere per quello che sta attuando. No alle diete tristi Ognuno di noi è più sensibile ad alcune parole, sia in senso negativo che positivo, per questo è utilissimo portare l’attenzione sul nostro linguaggio, in particolare quello interno, che nessuno sente ma che noi ben conosciamo e portare gli aggiustamenti e le correzioni che ci possono aiutare a raggiungere con più facilità e gioia la meta. La felicità è la base della salute, una dieta triste non porta a nulla ed è destinata a essere ben presto abbandonata. Volersi bene, masticare molto e gustare il cibo invece di ingurgitarlo, soffermarsi e aggiungere un tocco di colore ai piatti, dire a se stessi delle belle parole ed infine guardarsi allo specchio e vedere “armonia” è possibile: basta cominciare.


di Nadia Serafini Entrando in erboristeria, specie in questa stagione ci si trova davanti a una vastissima ed eterogenea scelta di prodotti “dimagranti”: capsule da assumere prima dei pasti, compresse da assumere dopo, flaconcini da diluire in acqua, bottiglioni da ingurgitare, bustine da sciogliere…Ce n’è per tutti i gusti: per chi vuole dimagrire sui fianchi, ma non sulle cosce, chi vuole diminuire il giro vita, ma non il giro busto, chi deve drenare, chi deve sgonfiare, rassodare, tirare… Bene, con un po’ di buon senso siamo tutti in grado di capire che fondamentalmente sono delle sciocchezze; ciononostante, il fatto che questi prodotti riempiano gli scaffali dei negozi e svuotino le tasche delle donne di tutte le età sta a significare che il mercato dei dimagranti muove grandi quantità di denaro e fa sì che le varie aziende studino continuamente nuovi prodotti con vesti accattivanti, per far leva sul desiderio comune della nostra società: essere in forma, rapidamente e senza sacrifici. Non è necessario essere dei nutrizionisti per sapere che per essere in forma è importante seguire un’alimentazione equilibrata e varia, ricca di alimenti il più possibile freschi e cucinati in modo semplice e soprattutto è indispensabile dedicare almeno mezz’ora al giorno a una regolare attività fisica, con lo scopo di mantenersi tonici e di non rallentare il metabolismo, che, specie nel momento in cui si comincia una dieta ipocalorica, tende ad assumere un regime al “risparmio”. Prima di elencare le piante che possono essere di aiuto nel momento in cui si decida di seguire una dieta dimagrante, ovviamente consigliata da un dietologo e non dalla rivista del momento, ritengo opportuno descrivere a grandi linee il genere di prodotti che generalmente si trovano in commercio, per imparare a conoscerli ed evitarli, prodotti che generalmente sono costosi, inutili, spesso dannosi. Vediamo come e perché. I rimedi di origine più o meno vegetale che compongono i dimagranti sono di quattro tipi, spesso presenti contemporaneamente nello stesso prodotto: lassativi, diuretici, inibitori dell’assorbimento intestinale, stimolanti del metabolismo. I lassativi sono generalmente di tipo antracenico, cioè irritano la mucosa del colon, inducendo l’evacuazione. Sicuramente efficaci come lassativi (hanno però notevoli effetti collaterali provocando assuefazione e danni permanenti al colon, se l’assunzione è prolungata), sono del tutto inutili come dimagranti, visto che l’assorbimento avviene a livello di intestino tenue e non di colon. Rientrano generalmente nella composizione di questi prodotti perché l’intestino “vuoto” è generalmente accompagnato da una sensazione di “pancia piatta” e anche per ovviare a una stipsi che spesso interviene nel momento in cui si diminuisce l’introito di cibo. I diuretici hanno lo scopo di aumentare l’eliminazione di liquidi, si urina di più e si ha la sensazione di sciogliersi e di dimagrire. In alcuni casi vengono usati diuretici irritanti il glomerulo renale (uva ursina, ginepro), assolutamente da evitare, altre volte vengono usati diuretici molto più maneggevoli senza effetti dannosi sul rene. È da tenere in consi-

derazione, tuttavia, che l’uso di diuretici deve essere accompagnato da un abbondante introito d’acqua e da un’eventuale integrazione di potassio e magnesio (naturalmente presenti in frutta e verdura). Glucomannano, chitosano e tutto ciò che passa sotto il nome di inibitori dell’assorbimento (o più commercialmente “dimagrisci senza sacrifici”), sono polisaccaridi non digeribili con grande capacità di idratazione, che una volta nello stomaco, contribuiscono al suo riempimento raggiungendo prima la sensazione di sazietà e, una volta nell’intestino, avvolgono i vari frammenti del bolo alimentare impedendone l’attacco da parte degli enzimi digestivi e quindi limitandone l’assorbimento. Queste molecole di per sé non sono dannose, ma l’uso continuativo di polisaccaridi in prossimità dei pasti ha due tipi di effetti collaterali. Il primo è la mancanza di selettività: queste molecole, una volta idratate avvolgono qualsiasi cosa senza selezionare le molecole utili da quelle in eccesso; la conseguenza è il mancato assorbimento di nutrienti indispensabili come vitamine, minerali, acidi grassi, amminoacidi, oltre che di eventuali farmaci o rimedi di altra natura che vengono assunti contemporaneamente. Il secondo effetto collaterale è di natura psicologica; alimentarsi in modo corretto deve essere una abitudine, un modo per imparare a gustare i pasti senza esagerare; usando questi prodotti invece, si tende a concedersi di tutto, sapendo che tanto non si ingrassa. Generalmente si ha esattamente l’effetto opposto visto che si supera spesso la capacità di assorbimento del prodotto assunto. Passiamo infine agli stimolanti del metabolismo: fucus, arancio amaro, caffé, tè verde, guaranà… questi ultimi caratterizzati dalla presenza di caffeina con attività simpaticomimetica, il primo stimolante l’attività tiroidea, il secondo stimolante la lipolisi; senza entrare nello specifico di ogni singola pianta e dell’attività specifica dei principi attivi contenuti, andiamo direttamente a spiegare gli effetti negativi conseguenti. Il metabolismo basale è un equilibrio individuale fisiologicamente regolato dal sistema nervoso vegetativo ed endocrino ed è la conseguenza di una “ragionata” considerazione dell’organismo nel suo insieme come patrimonio genetico e abitudini di vita. È un segnapassi accuratamente tarato e, se stimolato, generalmente risponde nell’immediato con un’accelerazione, ma poco dopo con un rallentamento di compenso. Spesso questo rallentamento è di lunga durata, a volte addirittura permanente. Ad esempio, una tiroide costretta a lavorare sopra le righe per un certo periodo, tenderà poi a un ipotiroidismo spesso definitivo. Questo perché il nostro sistema nervoso vegetativo, a cui presiede l’ipotalamo, che poi tramite l’ipofisi regola le varie ghiandole endocrine, ha il continuo controllo di tutto l’organismo e regola il metabolismo in base alla disponibilità di nutrienti, alle abitudini quotidiane, allo stile di vita individuale; alterare grossolanamente con uno stimolante questo sofisticato equilibrio equivarrebbe a manomettere il delicato e complesso meccanismo di un orologio svizzero con l’intenzione di farlo correre più veloce.

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Oltre a questi danni molto gravi e a lungo termine, che purtroppo spesso derivano dall’assunzione di questo tipo di rimedi, se ne hanno altri, che però generalmente sono di breve durata e svaniscono con l’interruzione dell’assunzione: tachicardia, palpitazioni, extrasistoli, aumento della pressione arteriosa, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione. Da non dimenticare è che il danno ossidativo (in parole più semplici l’invecchiamento) è direttamente proporzionale al metabolismo. Quanto più rapido è il metabolismo, tanto più elevato è il danno ossidativo. Detto questo, diventa ancora più chiaro quanto già esposto e quanto già ci suggerisce il comune buon senso: occorrono alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, calorie in entrata leggermente inferiori alle calorie spese, dimagrimento graduale e seguito da personale competente, specie se il sovrappeso supera i cinque, sei chili. E la fitoterapia può essere d’aiuto? Sì, in due modi principalmente. Nel momento in cui si utilizzano i grassi immagazzinati, il fegato deve lavorare più del solito per ossidarli completamente, inoltre insieme ai grassi vengono mobilizzate anche molte tossine liposolubili stoccate nel tessuto adiposo. Per sostenere il fegato nel suo metabolismo e nel suo lavoro di eliminazione o neutralizzazione delle tossine sono utili tutti i rimedi di sostegno epatico, in particolare Rosmarino TM per l’attività di drenaggio ed antiossidante, Rosmarino MG come drenante epatico e disintossicante di tutto l’organismo, Curcuma ES o EF con attività antiossidante, di drenaggio biliare, e di sostegno nel metabolismo del colesterolo. Per lo stesso motivo è bene utilizzare un drenante linfatico come Betulla verrucosa linfa, Betulla verrucosa gemme o Betulla pubescens gemme, specie nelle persone linfatiche e con tendenza ad edemi diffusi. Diuretici più marcati come Pilosella TM o Betulla verrucosa TM non sono particolarmente indicati per quanto detto sopra, a meno che non ci sia una forte ritenzione idrica; in questo caso una pianta diuretica può essere indicata, dopo aver escluso eventuali problemi al rene che potrebbero essere la causa della ritenzione idrica. Se si è afflitti dalla cosiddetta “fame nervosa”, infine, tutti i consigli elencati sopra potrebbero non essere di nessuna utilità, visto che il problema riguarda la sfera psicoemotiva e non solo quella fisica. Escludendo i disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia di competenza psicologica, tutte le forme di iperfagia rivolta soprattutto a carboidrati e aggravate da situazioni stressanti, preoccupazioni, sindrome premestruale ecc. traggono di solito giovamento dai classici rimedi che aiutano a modulare le risposte organiche allo stress, come l’oligoelemento diatesico Manganese-Cobalto (Mn-Co), come regolatore delle distonie da stress cronico e da Fico gemme MG, come grande rimedio armonizzatore del ritmo, in questo caso fame-sazietà.

Bibliografia Piterà F., Compendio di gemmoterapia clinica, De Ferrari Editore, Genova, 1996. Rossi M., Tinture madri in fitoterapia, Studio Edizioni, Milano, 1999. Nicoletti M., Botanica farmaceutica, Edizioni SES, Napoli, 2007.

Margini E., Malesi Bini L., Mariotti Lippi M., Manuale di botanica farmaceutica, PICCIN, Padova, 2006. Bottaccioli F., Psiconeuroimmunologia, Red Edizioni, Como, 1995. Campanini E., Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche nuove, Mil

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di Luca Fortuna L’Aromaterapia si rivela un‘insostituibile alleata nella lotta ai chili in eccesso, molti sono gli oli essenziali che si rivelano preziosi, con la loro attività delicata, ma incisiva, in grado di svolgere una pluralità di effetti benefici in tutta sicurezza. Il primo passo consiste nell’evitare gli errori più frequenti: saltare i pasti, sottoporsi a diete troppo drastiche e prestare ascolto a trattamenti miracolosi. In questi casi l’unico risultato che si ottiene è il cosiddetto “effetto yo-yo”, rapida perdita di peso, con successivo rapido riacquisto, cui si aggiunge un incremento della massa grassa. Si instaura così un circolo vizioso, che può determinare gravi danni per la salute. Sovrappeso e obesità sono provocate da una pluralità di cause: alimentazione scorretta, sedentarietà, alterazioni del metabolismo, genetica, comportamenti indotti da fattori psicologici ed ambientali. L’approccio deve quindi interessare tutti gli elementi coinvolti, correggendo abitudini errate e innescando un processo di cambiamento e rinnovamento. La frontiera più avanzata del benessere contemporaneo si prende cura del corpo, ma non trascura la psiche. Lo scopo è quello di recuperare la forma fisica e l’armonia delle mente utilizzando unicamente prodotti naturali, semplici ed efficaci, con un occhio di riguardo all’ambiente in cui si vive.

Ansia e inquietudine Si combattono con oli rilassanti e armonizzanti, che eliminano i ristagni psichici e liberano la mente, come la tsuga canadensis e il sedano.

Combattere la fame Vincere la golosità e tenere sotto controllo l’appetito sono spesso la chiave di volta per il successo di una dieta dimagrante. Spuntini vari ed attacchi di fame segnano il naufragio di quasi tutte le diete, i duri sacrifici cui ci si è sottoposti sono vanificati e talvolta accade di ritrovarsi con più chili di prima, aumentando frustrazione e disagio. Le emozioni svolgono un ruolo primario nei processi che regolano il controllo del peso corporeo e non è pensabile intraprendere un percorso di dimagrimento senza considerare il profilo emotivo. L’ansia, la depressione, la rabbia, lo stress e la noia possono tradursi in un bisogno impellente di cibo che si placa con dolci o stuzzichini salati in grado di portare un apparente sollievo, acquietando i tumulti della psiche. La cosiddetta “fame compulsiva” che porta a sfogarsi sul cibo e che lascia dietro di sé un’eredità pesante, fatta di mortificazione e senso di colpa. Aromi e profumi sono un ottimo sistema per bloccare gli stimoli psichici inconsci, che rendono difficile la perdita dei chili in più e favoriscono la riduzione del peso in eccesso. L’aroma-psicologia utilizza gli oli essenziali per influenzare positivamente gli stati mentali, le fragranze entrano in contatto con il subconscio e incidono su comportamenti e sentimenti, stimolano stati d’animo positivi e contrastano le emozioni negative. L’impiego è molto semplice, basta vaporizzare le essenze con l’aiuto di un bruciaprofumi o in alternativa impregnare sottili strisce di tessuto da posizionare nelle bocchette del condizionatore, o infine versare gli aromi su un fazzoletto di carta e inalarli.

Aromi e psiche Nei momenti più difficili un ambiente impregnato da una fragranza adatta donerà un grande sollievo. La cucina e la sala da pranzo rivestono un ruolo di primaria importanza e necessitano di una cura particolare. Alcuni aromi che vi si trovano, come quello del pane appena sfornato, del cioccolato o di alcune spezie, tentano e solleticano le papille gustative, aumentando l’appetito e spingendo a mangiare di più. Vanno quindi contrastati con una miscela gradevole e leggera, a base di oli essenziali di pompelmo, ginepro e solidago, da diffondere poco prima dei pasti. Se la golosità spinge a mangiare porzioni eccessive, si può ricorrere all’olio essenziale di patchouli, che dona sazietà e spinge a staccarsi dal cibo. La volontà vacilla? Di fronte a un dolce o ad uno stuzzichino non si riesce a dire di no? L’ajowan con il suo aroma speziato e pungente, sosterrà e donerà la forza per resistere. Il cibo è diventato un pensiero fisso? Un’ossessione che non si riesce ad allontanare? La solidago spazza via qualunque catena, libera dai legami e allarga la mente. Si è vittima di un irrefrenabile impulso a mangiare qualcosa? Ci si sveglia nel cuore della notte per saccheggiare il frigorifero? Dopo un pasto frugale ed attento assale la voglia di cioccolato? La risposta più efficace è l’olio essenziale che si ricava dal tè del Labrador (ledum groenlandicum), da impiegarsi in tutte le situazioni di emergenza, in alternativa il patchouli.

Depressione e umore nero Sono squilibri che abbattono il morale e la vitalità, per innalzare lo spirito e portare un soffio di ottimismo sono utili gli aromi rivitalizzanti e vivificanti, quali il copaiba e il cardamomo. Rabbia e irritazione Incidono sulla qualità della vita, se vengono represse possono causare seri danni ed esplodere senza preavviso; preziose allora le essenze di legno di rosa e di lavanda vera, che disperdono l’aggressività. Stress e iperattività Limitano la libertà e impediscono di rilassarsi, arrivano ad intaccare ogni aspetto della vita, per combatterli e ritrovare la serenità si può ricorrere a due oli pregiati, il ledum groenlandicum e la solidago canadensis. Noia Porta al prevalere di incertezza ed apatia, si contrasta con essenze rivitalizzanti e vivificanti come il pepe, l’ajowan e la noce moscata.

Come perdere peso Esiste una ricetta infallibile: alimentazione corretta, sana e variata; la giusta dose di attività fisica e l’impiego dei prodotti che la natura mette a disposizione. Tutte le scorciatoie, i programmi senza rinunce e i

metodi rivoluzionari, sono destinati a fallire miseramente. Drenare le tossine La prima tappa di un qualunque programma volto alla riduzione del peso è la depurazione del corpo dalle tossine, cui segue l’eliminazione di liquidi e grasso in eccesso e si conclude con il rassodamento dei tessuti. Le prime due settimane saranno dedicate alla preparazione del terreno, a risvegliare l’organismo sollecitando dolcemente il metabolismo e a favorire il rinnovamento cellulare. Depurarsi significa liberarsi dalle tossine accumulate a causa dell’inquinamento, da un’alimentazione scorretta, dall’assunzione di farmaci, dal fumo, dall’alcool e da tutti quei fattori che interferiscono con l’equilibrio. Due semplici mosse per essere belli dentro e fuori. Un olio aromatico da massaggiare due volte al giorno costituito da 100 ml di jojoba cui aggiungere 5 gocce di olio essenziale di solidago, 5 gocce di copaiba e 5 gocce di sedano. Un bagno fragrante due volte alla settimana con essenze di solidago e lemongrass. Preparare una ciotola di ceramica con circa 250 grammi di sali del Mar Morto o in alternativa sale marino integrale, un cucchiaio di jojoba e 10 gocce di ciascun olio; immergersi nella vasca, versare il composto e attendere 15-20 minuti. Al termine una doccia rinfrescante per favorire la concentrazione e tonificare i tessuti. Ultimata la fase preparatoria, si procederà ai trattamenti per sciogliere gli accumuli di grasso, smobilizzare i cuscinetti adiposi, ridurre la cellulite, risolvere gli edemi e contrastare il gonfiore. Il tempo richiesto sarà proporzionale ai chili in eccesso da smaltire, ma i risultati non tarderanno a manifestarsi. Le infinite possibilità di combinazione degli oli essenziali consentono di realizzare miscele personalizzate, adatte a tutte le esigenze e intercambiabili tra loro. PER LA DONNA Sovrappeso Quando i chili in più sono pochi, solitamente distribuiti in modo uniforme nel tessuto sottocutaneo, le essenze più utili da impiegare sono due, il pepe nero e la solidago canadensis. L’olio di pepe è efficace nel ridurre gli accumuli di grasso sottocutaneo, svolge una decisa azione lipolitica e promuove l’eliminazione dei pannicoli adiposi. Dalla solidago si ricava un olio pregiato e attivo, che aiuta a ridurre gli edemi e favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Efficace drenante linfatico, agisce in profondità. Coadiuvanti gli oli di rosmarino verbenone e di geranio. Il rosmarino è un eccellente lipolitico, stimolante delicato per le funzioni del fegato e della cistifellea. Migliora la circolazione sanguigna e ha un effetto tonificante sui tessuti. Il geranio è utile per rimuovere i ristagni di liquidi, le sue componenti simil-ormonali sono utili per riequilibrare i livelli di estrogeni. I primi risultati sono visibili dopo circa una settimana di trattamento. Olio massaggio: 100 ml olio base + 10 gc


transfissiante

Obesità In questo caso i chili in eccesso sono molti, interessano praticamente tutto l’organismo e si concentrano su addome, fianchi, glutei e cosce. Se nonostante i sacrifici non si riesce a perdere peso, probabilmente gli sforzi sono diretti nella direzione sbagliata e occorre ricercare le cause ostative. Una delle principali cause dell’obesità riguarda uno squilibrio del sistema endocrino, che determina un’alterazione di una o più ghiandole quali: la tiroide (responsabile del metabolismo basale), il pancreas (regolatore degli zuccheri), il fegato (centrale chimica dell’organismo), le surrenali (deputate alla produzione di energia), ipofisi ed epifisi (regolano gli impulsi della fame-sazietà). L’olio essenziale di ledum groenlandicum, prezioso e raro, è un efficace regolatore del sistema endocrino. Rivitalizza la tiroide, modula il pancreas e le surrenali, detossifica il fegato e regolarizza l’appetito. Efficace dove altri rimedi hanno fallito, agisce delicatamente, innescando un processo virtuoso di cambiamento. È il punto di svolta, che segna l’inizio del percorso positivo. Libera da metodi drastici, soluzioni miracolose, programmi da fame e terapie pseudoinnovative, che sono emanazioni dirette del marketing e poco hanno a che vedere con la ricerca della salute e del benessere. Coniugando effetti sul fisico, con influssi sulla psiche, apre le porte ad un dimagrimento sano e naturale. Un primo importante risultato è quello di riscoprire la capacità di sapersi controllare, migliorare l’autostima ed essere confortati da una perdita di peso lenta, ma stabile. Per utilizzare questo efficacissimo estratto basta preparare un olio da massaggio composto da 100 ml di calophilla inophilla cui aggiungere 30 gocce di ledum, con cui massaggiare delicatamente il corpo mattina e sera. Una volta alla settimana preparare un impacco a base di 200 gr di fango del Mar Morto o fango vulcanico e 10 gocce di ledum, applicare sul corpo, avvolgere con tessuto traspirante e tenere in posa per 30 minuti, prima di rimuoverlo. Altri oli utili in questo ambito sono quelli di pompelmo (lipolitico e drenante), geranio (regolatore ormonale) e pepe (lipolitico e diuretico). Alternare con: Olio massaggio 2: 100 ml olio base + 10 gc pompelmo, 10 gc pepe, 10 gc geranio. Fango: 100 gr fango + 3 gc solidago, 3 gc pepe. Edema Ritenzione di liquidi che ristagnano nell’organismo, riguarda principalmente le gambe e le braccia, ma può interessare tutto il corpo. Caviglie gonfie e borse sotto gli occhi sono tra i segni più evidenti. L’olio essenziale più utile arriva dal grande nord, la solidago canadensis, in grado di spazzare via i liquidi in eccesso, migliorando la microcircolazione venosa e linfatica.

Olio di jojoba 100 ml con 30 gocce di solidago, per un massaggio tutte le mattine, dopo la doccia. Per un bagno aromatico aggiungere 10 gocce di solidago e 10 gocce di geranio ad un pugno di Sali del Mar Morto, da sciogliere in acqua non troppo calda. Uno scrub efficace si ottiene mescolando una tazza di Sali del Mar Morto con olio di jojoba fino ad ottenere una morbida pasta, a cui aggiungere 3 gocce di solidago. Spalmare il composto sulla pelle con movimenti rotatori, partendo dalle caviglie risalendo fino alla vita e dai polsi arrivando progressivamente alla schiena. Olio massaggio: 100 ml olio base + 10 gc solidago, 5 gc pompelmo, 5 gc sedano, 5gc rosmarino verbenone, 5 gc geranio, 5 gc pepe. Bagno: 250 gr sale + 10 gc rosmarino verbenone, 5 gc pompelmo. Gonfiore Classico rigonfiamento nella regione intestinale, che può condurre ad una perdita di tonicità dei tessuti. L’olio essenziale di sedano è il principale alleato contro l’antiestetica pancia a palloncino. Preparare un olio da massaggio composto da 100 ml di jojoba in cui diluire 20 gocce di sedano, massaggiare due volte al giorno lontano dai pasti, per ottenere velocemente un buon risultato. Elimina il gonfiore migliorando i processi digestivi, per un effetto “ventre piatto”. Olio massaggio: 100 ml olio base + 10 gc geranio, 10 gc sedano 5 gc arancio amaro, 5 gc rosmarino verbenone, 5 gc pepe. PER L’UOMO Pancetta Tipico disturbo maschile che segna l’addome dovuto all’accumulo di grasso e alla contemporanea presenza di gonfiore ed edema. Olio massaggio: 100 ml olio base + 10 gc pompelmo, 10 gc sedano, 10 gc rosmarino verbenone, 10 gc pepe. Fango: 100 gr fango + 3 gc pompelmo, 3 gc pepe. Maniglie dell’amore Interessano i fianchi e sono tipicamente maschili, dovute all’azione degli ormoni. Vanno affrontate con decisione e determinazione, ricorrendo ad un olio essenziale specifico, il pepe nero. Insistere sulla zona con un massaggio intenso, due volte al giorno, 100 ml di jojoba con 20 gocce di pepe. Preparare un fango di argilla da arricchire con 3 gocce di olio essenziale di pepe, applicare sull’addome e i fianchi, avvolgere con pellicola trasparente e tenere in posa 20 minuti circa. Per un rapido risultato è consigliabile eseguire un fango al giorno per 3 giorni, seguito da un giorno di riposo, altre tre applicazioni seguite da 2 giorni di riposo, infine tre nuove applicazioni con 3 giorni di interruzione prima di iniziare un nuovo ciclo. Olio massaggio: 100 ml olio base + 15 gc pepe, 10 gc sedano, 10 gc arancio amaro, 5 gc rosmarino verbenone. Fango: 100 gr fango + 3 gc arancio amaro, 3 gc pepe.

Definizione muscolare Trattamento utile per far emergere gli addominali o per aumentarne la definizione, spesso accade che nonostante gli allenamenti e gli esercizi in palestra gli addominali rimangano nascosti da uno strato di grasso che resiste ostinatamente. L’olio essenziale di pepe nero è un insostituibile sciogligrasso e un fidato alleato per gli sportivi. Il classico rigonfiamento nella regione intestinale, che può condurre a una perdita di tonicità dei tessuti, può essere combattuto con l’olio essenziale di sedano che è il principale alleato contro l’antiestetica pancia a palloncino. Olio massaggio complex: 100 ml olio base + 20 gc pepe, 10 gc rosmarino verbenone, 10 gc pompelmo. Fango: 100 gr fango + 4 gc pepe, 1 gc rosmarino verbenone. Bibliografia Fortuna L., Aromaterapia Naturopatica, Edizioni Enea, Milano, 2006. Fortuna L., Dimagrire con l’Aromaterapia, Xenia Edizioni, Milano, 2007. Fortuna L., Aromaterapia per l’anima, Xenia Edizioni, Milano, 2005.

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solidago, 10 gc pepe, 10 gc rosmarino verbenone, 5 gc sedano. Massaggiare sulle zone da trattare due volte al giorno. Bagno: 250 gr sale + 10 gc rosmarino, 5 gc geranio. Almeno 2 volte a settimana.

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di Mario Picconi Un eccesso di peso è una condizione soggettiva in cui la persona si trova in uno stato di squilibrio metabolico tale da provocare un incremento ponderale; condizione soggettiva in quanto il peso di una persona è determinato da variabili quali le abitudini alimentari, le fasi della vita, la costituzione, l’ereditarietà, la cultura, patologie endocrine, patologie psicologiche, ecc. In generale, si considera sovrappeso una persona che pesa fino al 20% in più del suo peso ideale, misura oltre la quale si parla di obesità di vario grado. È necessario considerare se la necessità del soggetto di perdere peso sia un problema reale o illusorio, ovvero dettato da condizionamenti esterni. Le tabelle percentili del peso ideale di una persona devono poter essere adattate in maniera intelligente, sia perché l’incremento di peso può costituire un fattore di importanza psicologica, sia perché può rappresentare l’evidenza di una malattia metabolica importante di cui non si era consapevoli fino a quel momento. Inoltre, nella nostra società, la ricerca di una forma fisica “da velina” certo non si sposa con la reale necessità fisiologica di un individuo, quindi accondiscendere alle richieste spropositate che in certi casi vengono formulate può arrecare un grave danno alla salute. In particolare, la Medicina Tradizionale Cinese si occupa degli squilibri energetici, pertanto se la persona è in sovrappeso per un fattore costituzionale non ci sono squilibri su cui operare, ma anzi se ne possono creare. L’Agopuntura o la Cromopuntura possono aiutare a riequilibrare le cause alla base dei disturbi dell’alimentazione e del peso e risultano più efficaci se combinate con una terapia dietetica, con la psicoterapia e magari con il Qi Gong, tenendo sempre conto della personalità del soggetto.

In MTC il sovrappeso è di solito associato alla ritenzione di flegma e umidità, derivanti da un deficit di Qi o di yang, con Reni e Milza deboli o instabili; i quadri energetici più comuni di sovrappeso per alterazione del metabolismo sono: - deficit di Qi di Milza; - deficit di yang di Rene.

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Deficit di Qi di Milza Segni e sintomi: sovrappeso, catarro nelle vie respiratorie, sensazione di pesantezza agli arti. La lingua ha un induito grasso e bianco. Il polso è vuoto o scivoloso. Trattamento 6 CV Qihai, tonifica il Qi, tonifica i Reni e fortifica lo yang. Cromopuntura: rosso o moxa; 12 CV Zhongwan, armonizza il jiao medio, tonifica la Milza. Cromopuntura: rosso; 25 ST Tiantu, regola milza e stomaco, risolve l’umidità. Cromopuntura: giallo; 36 ST Zusanli, rinforza la Milza e risolve l’umidità, tonifica il Qi. Cromopuntura: rosso o moxa; 13 LR Zhangmen, armonizza Fegato e Milza. Cromopuntura: verde; 10 LI Shousanli, regola il Qi, armonizza Intestino e Stomaco. Cromopuntura: verde o giallo; 6 TR Zhigou, regola il Qi, purifica il calore nei tre jiao. Cromopuntura: verde; 20 BL Pishu, tonifica Qi e yang della milza, risolve l’umidità. Cromopuntura: rosso o moxa. Deficit dello yang di Rene Segni e sintomi: sovrappeso, ritenzione di liquidi, freddolosità alla schiena, gambe e basso addome. La lingua è pallida, umida, con induito bianco; il polso vuoto, lento, scivoloso, profondo. Trattamento 6 CV Qihai, tonifica il Qi, tonifica i Reni e fortifica lo yang. Cromopuntura: moxa; 9 CV Shuifen, regola i passaggi dell’acqua e tratta l’edema. Cromopuntura: rosso; 12 CV Zhongwan, armonizza il jiao medio, tonifica la Milza. Cromopuntura: rosso; 6 SP Sanyinjiao, risolve l’umidità, tonifica il Rene. Cromopuntura: rosso; 9 SP Yinlingquan, apre i passaggi dell’acqua, risolve l’umidità. Cromopuntura: rosso; 6 TR Zhigou, regola il Qi, purifica il calore nei tre jiao. Cromopuntura: verde o giallo; 4 GV Mingmen, tonifica i Reni. Cromopuntura: moxa; 20 BL Pishu, tonifica Qi e yang della Milza, risolve l’umidità. Cromopuntura: rosso o moxa; 22 BL Sanjiaoshu, regola Milza e Stomaco e risolve l’umidità. Cromopuntura: rosso; 23 BL Shenshu, tonifica i Reni e fortifica lo yang. Cromopuntura: rosso o moxa. Bibliografia Maciocia G., La diagnosi in medicina cinese, Casa Editrice Ambrosiana, Milano 2005. Ross J., Combinazione dei punti di agopuntura, Casa Editrice Ambrosiana, Milano 2001. Deadman P., Manuale di agopuntura, Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2000.

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di Camilla Piantanida La Reflessologia plantare è un’arte molto antica che permette di interagire con l’individuo indagando sul suo stato attuale di salute sollecitandolo verso l’equilibro psicofisico. La stimolazione dei punti riflessi si effettua con una pressione delle dita attraverso il massaggio oppure con sollecitazioni più sottili attraverso l’applicazione di essenze floreali o fasci di luce colorata (Cromopuntura). Il sovrappeso può essere causato da eccessi alimentari, da problemi endocrini, stress o anche da sovraccarico dell’apparato digerente e degli organi emuntori. Può essere accompagnato da stanchezza, difficoltà digestive e vari disagi anche di ordine psichico: il tessuto adiposo può essere vissuto come uno strato di protezione oppure come coperta calda e accogliente. Con la Reflessologia plantare si possono stimolare gli organi emuntori e digestivi per favorire il processo depurativo e migliorare la digestione. Si possono inoltre trattare punti che influenzano positivamente l’umore e, di conseguenza, il rapporto con il proprio corpo. Iniziare il trattamento con Rene, Uretere e Vescica permette di sollecitare la disintossicazione e di rinforzare la volontà. Un rene in buon equilibrio dona forza vitale e tenacia indispensabili per seguire una dieta! Il punto del Rene può essere stimolato anche con l’impiego di un fascio di luce rossa che dona forza e favorisce la vitalità cellulare. Il trattamento di tutto il Sistema linfatico permette di migliorare il drenaggio e la disintossicazione. Si può continuare massaggiando il Sistema nervoso (encefalo, midollo spinale e plesso solare) per aiutare il cliente a sedare la fame nervosa ed a mantenere calma e tenacia. È poi utile trattare tutto l’Apparato digerente per migliorarne l’attività. La zona riflessa dello Stomaco è particolarmente importante poiché a volte si mangia per la sensazione di dover “riempire un buco” o anche per una sensazione di bruciore o dolore. Sulla pianta del piede sinistro si trova il riflesso del cardias e del fondo dello stomaco da trattare in caso di bruciori e tensione nervosa. Sulla pianta del piede destro si trova il riflesso di corpo ed antro il cui massaggio permette di migliorare i dolori d’organo. Se le zone si presentano molto tese bisogna soffermarsi con un massaggio leggero oppure con un fascio di luce verde, riequilibrante. Il trattamento del punto riflesso della Tiroide e della Zona del metabolismo permette di migliorare i tempi di digestione e di assorbimento. Inoltre la tiroide è legata alla capacità di esprimersi e di manifestare la propria creatività. Un dolore in questa zona può essere migliorato con l’impiego di un fascio di luce arancione, che stimola l’espressione oppure con l’applicazione di Water Violet dei Fiori di Bach, che permette di aprirsi al contatto e alla comunicazione profonda, aiuta a manifestarsi e ad esprimersi con sincerità. Se il problema è di ordine endocrino, ha senso trattare anche i punti riflessi dell’Ipofisi diretta per equilibrare il lavoro di tutte le ghiandole. È molto importante massaggiare i punti riflessi del Fegato emozionale e fisico e della Vescica biliare. Molto spesso, infatti,

mangiare troppo nasconde qualche insoddisfazione o qualche rancore, sentimenti che “risiedono” in questi organi. Il fegato è più legato alla rabbia, la cistifellea alla frustrazione e all’indecisione. Un fascio di luce verde può aiutare a sedare il dolore di questi punti. Agrimony sul punto riflesso del fegato è il Fiore di Bach che permette di sedare il tormento interiore, quello non manifestato espressamente. Sui punti della cistifellea può essere utile Scleranthus, il fiore dell’indecisione, o anche Centaury, per aiutare a ritrovare la propria autostima e l’espressione dei propri desideri. Il sovrappeso riporta alla sensazione di trattenere, non esprimersi con serenità e all’incapacità di rapportarsi in modo armonioso con l’ambiente esterno. Per questo motivo è utile soffermarsi sul punto riflesso del Pancreas e su tutta la zona dell’Intestino: il punto del pancreas può dolere in caso di continua elaborazione di pensieri in solitudine, si tratta di un organo che parla della sensazione di isolamento e della preoccupazione per qualcosa o qualcuno vissuta come responsabilità gravosa. Oltre al massaggio delicato ma profondo può essere utile un fascio di luce giallo che dona gioia e vitalità. La zona dell’intestino tenue può dolere in caso di infiammazioni e difficoltà digestive.

Un’importanza particolare va data a tutta la zona del Colon, Sigma e Retto in quanto organi di eliminazione. Molto spesso le persone in sovrappeso soffrono di disturbi dell’alvo, meteorismo e fermentazioni. Mangiare in modo scorretto ed affaticare gli organi emuntori infatti significa mettere a dura prova la flora batterica simbionte. La salute del colon permette di indagare circa il rapporto che l’individuo ha con l’ambiente esterno e, quando questa zona è dolente, può suggerire un profondo stato di malinconia e solitudine. Una luce verde, riequilibrante, permette di infondere l’energia solare del giallo e la serenità del blu. È consigliabile finire il trattamento ripetendo il massaggio di tutto il linfatico e di Rene, Uretere e Vescica. Bibliografia Trevisani C., Reflessologia Naturopatica, Edizioni Enea, Milano, 2006: 195. Anodea J., Il libro dei chakra, il sistema dei chakra e la psicologia, Neri Pozza,Vicenza, 1998: 565. Lacy M.L., Conosci te stesso attraverso i colori, Gremese Editore, Roma, 1989: 138. Bach E., Opere Complete, Macro Edizioni, Cesena, 2002: 313 Netter, Medicina interna di Netter, Edizioni Masson, Milano, 2005: 1175.


MILANO

Medicina Tradizionale Cinese 20-21 Settembre 04-05 Ottobre 25-26 Ottobre Cromopuntura 24-25-26 Ottobre

Iridologia 20-21 Settembre 11-12 Ottobre 22-23 Novembre

Comunicazione vibrazionale 15-16 Novembre 29-30 Novembre

Omeopatia 11-12 Ottobre 15-16 Novembre

Idrotermofangoterapia 08-09 Novembre 22-23 Novembre

Kinesiologia e Intolleranze alimentari 29-30 Novembre

Introduzione alla Naturopatia: Filosofia olistica ed evoluzione della Medicina 08-09 Novembre 22-23 Novembre

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Reflessologia secondo livello 06-07 Settembre

FIRENZE Macrobiotica 06-07 Settembre

Medicina Tradizionale Cinese 20-21 Settembre 04-05 Ottobre 08-09 Novembre

Kinesiologia e Intolleranze alimentari 27-28 Settembre Reflessologia secondo livello 11-12 Ottobre

Introduzione alla Naturopatia: Filosofia olistica ed evoluzione della Medicina 15-16 Novembre

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di Lucio Birello Per definire il sovrappeso è necessario ovviamente stabilire quale sia il peso normale di una persona. Questo peso “ideale” deve tener conto dell’altezza e dell’età del soggetto in esame. La medicina ufficiale usa come parametro di valutazione il BMI: indice di massa corporea, che è il rapporto fra il peso espresso in kg e l’altezza, al quadrato, espressa in metri. Viene considerato normale un BMI fra 18.5 e 25. In medicina naturale il sovrappeso diventa più umano, meno tecnico. Si tiene conto, infatti, oltre che del peso e dell’altezza, anche della costituzione corporea, studiata con i principi dell’Omeopatia. Questa disciplina, infatti, annovera tre tipologie principali: - fosforica, dove prevalgono gli arti sul tronco, come nel classico soggetto longilineo; - sulfurica, in cui predomina l’apparato muscolare; - carbonica, in cui sono i tessuti lipidici a dominare. Quindi, in quest’ottica, il calcolo per determinare il normopeso sarà: cm di altezza eccedenti il metro meno 4-5 kg per il fosforico, meno 2-3 kg per il sulfurico, bene così per il carbonico. L’Iridologia è una metodica che può essere di grande aiuto per capire le cause del sovrappeso. L’Iridologia costituzionale, in particolare, fornisce i seguenti dati: - iride marrone: può indicare dismetabolismo epatico con possibile alterazione della produzione dei trigliceridi; - iride mista: può far pensare a disbiosi intestinale con eccessiva produzione di tossine e conseguente ristagno di liquidi; - iride connettivo debole: tipiche sono le fibre connettivali di sostegno disposte in modo disomogeneo con zone di addensamento e zone povere di fibre che indicano una debolezza generale di organi e sistemi; anche in questo caso potrebbero esserci liquidi incarcerati nei tessuti periferici; - iride essudativa: caratterizzata da tofi, piccole formazioni bianche simili a batuffoli di cotone disposti in cerchio alla periferia dell’iride; è la classica condizione di difficoltà a smaltire i liquidi interstiziali; - iride colesterinica: si distingue per un anello periferico bianco-giallastro che non lascia intravvedere la struttura sottostante, l’eccesso di grassi è segnalato dal deposito di tali sostanze sull’iride stessa; - iride allergica (azzurra e/o vasi scerali peri-iridei): suggerisce l’ipotesi che vi sia una intolleranza alimentare alla base del sovrappeso. Vi sono poi altri segni interessanti che si possono rilevare con l’esame dell’ iride: - rigonfiamento della zona della corona: secondo il dottor S. Rizzi è un segno di diatesi psicotica, con tendenza alla ipertrofizzazione dei tessuti, senza un preciso significato funzionale; - pupilla ristretta (miosi): indica una predominanza del sistema parasimpatico con forte impulso alimentare, con un apparato digerente sempre pronto all’esperienza digestiva; - corona allargata: tendenza del bolo alimentare a procedere lentamente con conse-

1_Pupilla 2_Colon 3_Tiroide

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guente aumentato assorbimento dei cibi; - macchie o lacune in zona tiroide; - pigmenti marrone-beige sulla superficie iridea: attenzione perché, oltre che dell’interessamento della funzione pancreatica insulino-produttrice, può trattarsi di una carenza di dolcezza (espressa o ricevuta) che trova nei dolci la compensazione affettiva. Oppure della sensazione di essere vittima di una ingiustizia, condizione in cui solo il cibo riesce a dare un senso di gratificazione. Sul piano energetico possiamo rilevare un OPI ipertrofico associato a una lenta velocità di contrazione dell’iride sotto stimolo luminoso. È questa una condizione di eccesso di yin, con tendenza al rallentamento del metabolismo, pigrizia, freddolosità, deposito di lipidi nei tessuti periferici.

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L’interpretazione psicoemotiva, invece, porta la nostra attenzione sulle deformazioni pupillari, in particolar modo sui settori: - nasale: dove indicano un contrasto interiore, una tensione dell’ego che può essere compensata dal cibo; - temporale inferiore: dove, essendo questo il settore del piacere, fanno pensare che il cibo venga vissuto come una gratificazione vicariante; - temporale superiore: dove, essendo questo il settore del confronto con gli altri, inducono a interpretare l’eccesso alimentare come un’autopunizione, un sistema per sottrarsi al confronto con il mondo esterno. Naturalmente tutte queste considerazioni non possono prescindere da una diminuzione dei cibi ad alto contenuto di calorie e a un aumento del dispendio energetico legato all’attività fisica.

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Di Susanna Garavaglia La Mappa Digerente ci mette in relazione con la parte più materiale della realtà, operando in modo che la materia, il cibo, si elevi, diventi energia, si faccia Spirito. L’elaborazione, la digestione, l’assorbimento e l’eliminazione del cibo non sono un meccanico “introdurre-distribuire-eliminare” ma si rivelano tappe di un atto magico o, addirittura, sacro che compiamo ogni giorno da quando siamo nati. Perché, infatti, ci riportano più volte quotidianamente in contatto con una sorta di transustanziazione, ricordandoci che nel ciclo di questa nostra esistenza noi siamo trasmutatori di energia, assorbiamo le energie della terra e le trasformiamo attraverso di noi. L’innalzamento della frequenza vibratoria della coscienza richiede anche la sublimazione delle energie materiali, e i disagi a livello del sistema digerente possono aiutarci a capire come orientarci in questo nostro cammino evolutivo di consapevolezza e di trasformazione. Un aumento di peso può derivare da una iperalimentazione o da un ipometabolismo. L’una e l’altra causa sono fortemente collegate con un contatto non armonico con il nostro mondo emozionale. La Psiconeuroimmunologia, scienza che studia i rapporti tra psiche, sistema nervoso centrale e sistema immunitario documenta come lo stress psicologico possa deprimere le risposte immunitarie e come i neuropeptidi, molecole rilasciate e captate dalle cellule immunitarie, nervose ed endocrine, possano essere definite le parole che permettono alla nostra mente, alle nostre emozioni e al sistema immunitario di comunicare tra loro. Ha scoperto queste molecole la neurofisiologa Candace Pert, direttrice del centro di biochimica cerebrale del NIMH, National Institute for Mental Health, trovandole attive in tutte le cellule del corpo, ma soprattutto nel sangue e nel sistema immunitario. Si tratta di neuropeptidi che non trasmettono solo informazioni ormonali e metaboliche ma “emozioni” e segnali psicofisici, veicolando nel corpo ogni stato emotivo e ogni sentimento. Ciò significa, quindi, che ogni cellula o parte del corpo pensa, “sente” e prova “emozioni”, prova piacere e dolore e trova strategie metaboliche per il benessere: ogni cellula, ancora, elabora le proprie informazioni psicofisiche e le trasmette ad ogni altra parte del corpo, attraverso una fittissima rete di comunicazioni. Pare che il maggior numero di neuropeptidi sia concentrato tra l’amigdala e l’ipotalamo, deputati alla gestione dei ricordi e delle emozioni; proprio in quella zona la ghiandola ipofisi modula l’attività di tutte le altre ghiandole. Dopo avere ricevuto dal Sistema nervoso e dal Sistema sanguigno le informazioni di ogni parte del corpo, le elabora, ne valuta il senso e secerne nel sangue gli ormoni, messaggeri biochimici che portano a compimento le decisioni per il benessere globale. Ogni volta che viviamo un’emozione positiva, i neuropeptidi favoriscono quelle reazioni che attivano il sistema immunitario. Viceversa, una depressione emotiva porta con sé la sua inibizione. Le emozioni e le sensazioni, fondamentali nel processo di memorizzazione delle espe-

rienze, sono le principali responsabili del funzionamento dei meccanismi neurofisiologici alla base della nostra salute: quando siamo esposti ad un’esperienza stressante o quando viviamo una forte emozione, abbiamo bisogno di esprimere quello che proviamo: rabbia, paura, delusione. Se riusciamo a farlo, diamo il via a un’attivazione biologica che, tra l’altro, libera le catecolamine attraverso il sistema nervoso simpatico, stimola la corteccia surrenale a produrre corticosteroidi e permette l’espressione dell’emozione corrispondente spingendo al comportamento adeguato, per lo più di attacco o di fuga. Al termine di tale reazione, che è fisiologica e sana, ritorniamo alla condizione nella quale ci trovavamo prima che tutto questo avvenisse. Ma il problema nasce quando non riusciamo a esprimere la nostra emozione, magari perché subiamo dei blocchi che arrivano dall’esterno ma soprattutto perché siamo in balia di riflessi condizionati, legati a esperienze magari lontane nel tempo ma che ci hanno insegnato a minimizzare, a tenere tutto dentro, a dire che va tutto bene, che non importa, anche di fronte a traumi e a notevoli stress. Questa tendenza a dare poca importanza all’impatto emozionale e a sedarlo prima che possa manifestarsi e sfogarsi, è spesso accompagnata da pensieri autosvalutanti, del tipo “Tanto nessuno mi capisce”, “Io non merito niente”, “Agli altri non importa il mio dolore”, “Se reagisco crollo”, “Tanto non sono all’altezza”. Talvolta queste forme-pensiero radicate da chissà quanto tempo, sono mascherate invece dalla falsa convinzione di una propria presunta forza, del tipo “Io posso sopportare di tutto”, “Nulla mi ferisce”, “Ho una resistenza incredibile” e così via: in questi casi l’esposizione all’agente stressante continua ad agire, anche se non ne siamo consapevoli o se crediamo di esserci lasciati tutto alle spalle e, dato che un certo modo di strutturare la mente porta con sé un certo tipo d’emozioni, ecco che questo nostro modo di pensare riesce a minare il nostro stato di benessere generale. E a farci accumulare peso, alterando inoltre molto spesso il nostro rapporto con il cibo o il nostro metabolismo. Per chi vive il rapporto con il cibo come atto consolatorio, capace di riempire il vuoto esistenziale, tra i Fiori di Bach può essere utile Mustard, come nel caso di Lucia, una donna che soffre di solitudine ed è incline ad attacchi di inconsolabile tristezza. Abbinato a Chicory se, come in lei, predomina un atteggiamento possessivo che la spinge al ricatto affettivo per controllare la vita dei suoi figli e dei suoi nipoti. La sua insicurezza la spinge a cercare nel cibo quello che crede di non trovare in chi ama, ma in modo sbagliato. Se il cibo è il primo atto di discriminazione perché scegliamo di mangiare oppure no, quando e di cosa cibarci, c’è un forte collegamento con il tema della libertà e del libero arbitrio. Spesso sorgono problemi nell’alimentazione quando il ricatto affettivo spinge ad un eccessivo controllo sulla vita degli altri e ad un conseguente non rispetto per la loro libertà.

Tra i Bush per una persona come lei è utile lavorare sul sovrappeso anche con Rough Bluebell, molto adatto per quando si chiude in atteggiamenti da martire per convenienza. E, visto che si sente sempre in credito con la vita, vedendo il vuoto anche nella pienezza che i suoi occhi non riescono nemmeno a scorgere, ha buoni risultati sul suo sovrappeso anche con Southern Cross, o tra le Combinazioni di Essenze Bush, con Confid che, aiutandola a prendere contatto con la sua responsabilità, le fa comprendere come lei stessa e solo lei stessa sia l’unica persona in grado di prendere in mano il timone della propria vita. Diverso è il caso di Luigino e Angelica che vivono il rapporto con il cibo in modo aggressivo, come sfogo della loro rabbia. Holly, tra i Bach, ha aiutato il primo, abbinato al Bush Red Helmet Orchid. È entrato nella sua rabbia legata ad un cattivo rapporto con il padre. Per Angelica invece è stato utile Agrimony per togliersi di dosso quella maschera che la costringeva a mostrare l’aspetto gioviale e sereno di sé, soffocando una rabbia primordiale che poteva placarsi soltanto in abbuffate di tipo bulimico. Anche Impatiens è un grande aiuto nelle vere e proprie crisi di fame, così come Cherry Plum, in grado di placare l’eccesso e la fame nervosa. Tra le Essenze Ambientali Alaskane Solstice Storm riporta luce a chi, come Luigino e Angelica, si sente nella tempesta. E per non starla ad ascoltare si abbuffa di cibo. Laura è in sovrappeso per il forte stress e sviluppa un’obesità di tipo reattivo. Le possono essere d’aiuto Fiori di Bach come Oak che le consente di capire quando è ora di smettere e di lasciare andare la tensione verso il risultato; e Vervain perché troppo spesso questa donna ignora i segnali del suo corpo e porta ogni cosa all’eccesso, anche il suo superimpegno nel lavoro con conseguente proiezione sul cibo di quanto non riesce a procurarsi attraverso il piacere. Dovere sì, piacere mai. Angelo si sente limitato nel suo corpo fisico, non abbastanza innamorato di sé, ma incline a vergognarsi, a sentirsi goffo in questo corpo che non lo rappresenta. Si cura con il Bush Wild Potato che lo aiuta ad alleggerire il senso di pesantezza prima di tutto a livello dell’immagine dell’Io. Flannel Flower lo aiuta a liberarsi dal senso di indegnità derivato da molestie subite durante l’adolescenza per le quali tende a rinchiudersi dentro al suo corpo che, come una nuvola protettiva morbida e immensa, lo tiene contemporaneamente lontano da sé e dagli altri. Lo stesso meccanismo di fuga dentro a una gabbia di gomma agisce in Agata che si nasconde ai suoi stessi occhi perché ha confuso, fin da bambina, i bisogni con la fame. Ogni volta che desiderava piacere trovava soltanto cibo a soddisfarla. Cibo che da adolescente vomitava più volte al giorno, dopo averlo voracemente incorporato in sé, con conseguenti sensi di colpa.


E, come capita a chi vive il disagio di non riconoscere nemmeno più i confini del suo stesso corpo, Agata ha vissuto anche lei ripetuti abusi, sviluppando per questo e per le sue abbuffate bulimiche un incredibile e devastante senso di colpa. Per una donna come lei che lievita per non soffrire e per dimenticare di esistere, il Bach Pine è un buon supporto. E anche Impatiens, quando vorrebbe tutto subito e Rock Water, in quei periodi in cui, per questo motivo, si impone diete rigide e prive di senso. Per chi non riesce a entrare in contatto sereno con il cibo, Chicory e Larch aiutano

MILANO 15-16 Novembre

a seguire una giusta alimentazione, tra i Bach e, tra i Bush, Bauhinia. E se il rapporto con dieta e sovrappeso diventa un’ossessione, White Chestnut aiuta a staccare la spina con questo pensiero troppo ricorrente, Mimulus a non vivere il rapporto con il cibo come una fonte di terrore, Gentian ed Elm a non demoralizzarsi troppo e Chestnut Bud ad imparare dagli errori passati e presenti.

Dethlefesen Thorwald, Il destino come scelta, Ed. Mediterranee, Roma, 1984. Garavaglia S., Diario di Psicosomatica, Tecniche Nuove, Milano, 2007. Field R.T., Nati per guarire, Amrita, Torino, 1985. Bruch H., La gabbia d’oro, Feltrinelli, Milano, 1994. De Clercq F., Fame d’amore, BUR, Milano, 2002. De Clercq F., Tutto il pane del mondo, Bompiani, Milano, 2005. Gordon R., Anoressia e bulimia, Cortina, Milano, 2004. Lavanchy P., Il corpo in fame, Rizzoli, Milano, 1994. White I., Essenze floreali australiane, Tecniche Nuove, M

Bibliografia Dahlke R., Malattia linguaggio dell’anima, Ed. Mediterranee, Roma, 1992.

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