MAGGIO - GIUGNO 2016
INCHIESTA
Alessio LAPICE
Bimestrale - Maggio - Giugno - anno I N° 5 Registrazione al Tribunale di Napoli n° 45 del 15/09/2015
Cattivissimo io?
L’ANORESSIA CORRE SUL WEB
Viaggio nelle chat per resistere alla fame
Emanuela TITTOCCHIA Grazie al teatro ho sconfitto i miei demoni
A N e Ser
Rossi Il segreto della mia FELICITÀ
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promuovono il convegno
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INTERNET ANORESSIA: Il WEB e la “cultura” pro-ana
Napoli 28 maggio 2016
ore 9:00 – 13:30 Museo PLART VIA MARTUCCI, 48 (NA)
Programma SALUTI ED INTRODUZIONE
Dott.ssa Roberta Gaeta
Assessore al Welfare e Sanità del Comune di Napoli
Dott. David Lebro
Consigliere metropolitano e Capogruppo de “La città Campania domani” al Consiglio Comunale di Napoli
INTERVENGONO
Dott. Paolo Cascia
Dottore in Psicologia e Amministratore di “Idea Psicologia”, Socio Fondatore del Centro HETA (Centro multidisciplinare per il disagio psichico e i disturbi alimentari) nelle Marche.
Dott.ssa Daniela Iavolato
Web writer, giornalista e sociologa. Fondatrice e direttrice della rivista Secret style magazine.
Dott. Alessandro Raggi
Psicoterapeuta e psicoanalista, Docente di Psicologia Analitica Scuola AION di Bologna, Responsabile nazionale Centri ABA.
Dott.ssa Nikla Bene
Psicoterapeuta, Socia fondatrice “Oltre la Tenda” (centro di psicologia per giovani e adolescenti), Socia PsicoTerapicaMente (centro di psicoterapia), psicoterapeuta di ABA Napoli.
CON LA PARTECIPAZIONE E LA TESTIMONIANZA DI
Emanuela Tittocchia
Conduttrice televisiva e attrice di teatro, cinema e televisione.
MODERA
Dott. Claudio Silvestri
Giornalista del quotidiano “Roma”, Segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania.
Con il patrocinio di
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uccede tutte le volte…Ogni volta che imbastiamo un nuovo numero, e la redazione accende i motori per partire, si realizza una piccola, grande magia. Secret ci permette di conoscere e collaborare con persone meravigliose, uomini e donne che grazie alle loro storie, alle loro professioni, finiscono in qualche modo per intrecciare le loro vite alle nostre, oltre che a lasciare tracce indelebili sulle pagine che avete tra le mani. È accaduto con Mario Pantano, un nostro affettuoso lettore che ha deciso di mettere a disposizione le sue conoscenze e informazioni per fornire notizie sulle opportunità di lavoro in Inghilterra a chi ci segue online (www.secretstylemagazine.it). Così come con i medici che, questo mese, ci hanno aiutato a capire il complesso e delicato universo dei disturbi del comportamento alimentare, ancora poco conosciuto. Un mondo complicato che, come vedrete, pone interrogativi inediti e nuovi spunti di riflessione sulle dinamiche che la forza di un gruppo può avere anche quando è nascosto dietro lo schermo luminoso della rete e che, confesso, non immaginavo nemmeno avesse tale portata e dimensione. Qualcosa che ci sembra così lontano e difficile da capire, un’ossessione che nasconde ben altro, spesso banalizzata dall’immaginario collettivo, finché non si decide di conoscerla meglio.
Perché abbiamo scelto di parlarne in una free press dai contenuti apparentemente freschi e leggeri?
Probabilmente perché ci siamo rese conto che se il problema tocca oltre 3 milioni di persone (soprattutto giovani e in larga parte le donne), il disagio è collettivo. Bisogna essere educati e preparati a riconoscere cause e sintomi di queste patologie, imparare a prevenirle ed intercettarle prima che queste possano avere costi altissimi per l’individuo, per la famiglia e la società. Questi disturbi sono multifattoriali: c’è la cultura dietro ma anche lo stile di vita, il disagio personale ma anche quello ambientale. «Non si tratta di malattie dell’appetito» spiega meravigliosamente Fabiola De Clercq, fondatrice dei centri ABA nei suoi scritti, «ma di malattie dell’amore, delle relazioni. Di un amore che non è stato donato o ricevuto nel modo giusto, dove il corpo diventa il luogo della rappresentazione del conflitto». Ci avviciniamo alla Giornata Mondiale dei disturbi del comportamento alimentare, per questo motivo e per tutte le domande che Secret ha lasciato in sospeso, abbiamo deciso di dare vita ad una mattinata di confronto e dibattito.
EDITORIALE
Daniela Iavolato Direttore di Secret Style magazine
Chiunque avesse voglia di approfondire insieme a noi questi argomenti può partecipare al nostro Convegno di Sensibilizzazione e Approfondimento il 28 Maggio al Museo d’Arte PLART dalle ore 9:00. A questo proposito desidero ringraziare di cuore: Il dottor Alessandro Raggi per la preziosa consulenza e per aver messo a disposizione la sua conoscenza alle nostre innumerevoli richieste. Il dottor Paolo Cascia per il contributo fornito. E tutti coloro che fanno parte del progetto “Eat Me” che ci auguriamo di farvi conoscere al più presto. Grazie ancora a Emanuela Tittocchia che ha scelto di condividere con noi la sua esperienza…e a tutti i nostri lettori, che sempre più numerosi stanno facendo crescere Secret. Ssm | 5
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In questo
maggio - giugno 2016
numero
INCHIESTA
Alessio LAPICE
BImestrale - Maggio - Giugno - anno I N° 5 Registrazione al Tribunale di Napoli n° 45 del 15/09/2015
Cattivissimo io?
L’ANORESSIA CORRE SUL WEB
Viaggio nelle chat per resistere alla fame
5
Emanuela TITTOCCHIA Grazie al teatro ho sconfitto i miei demoni
SereNA
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Rossi Il segreto della mia FELICITÀ
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2016 maggio - giugno
22
L’editoriale di Daniela Iavolato
IN PRIMO PIANO
Quelle chat per resistere alla fame Adolescenti sempre più a rischio anoressia Emanuela Tittocchia «Così ho sconfitto l’anoressia»
COVER STORY
Serena Rossi Il segreto della mia felicità
Magazine
36nuovi divi
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LAVORO
Fiere per chi cerca lavoro Sei appuntamenti in giro per l’Italia
IL GIRO DI DOMIDÓ
Vento in faccia al Napoli Bike Festival
TENDENZE
Giornalisti senza bavaglio Fabio Postiglione: storia di minacce e tenacia
NUOVI DIVI Alessio Lapice Cattivissimo io?
PAROLE & DINTORNI Di Claudio Finelli
VIAGGI
Estate 2016 Dove vanno gli italiani?
MODA
Come mi vesto? Welcome to Sicily Shopping list L’estate addosso
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SECRET Style magazine Bimestrale gratuito di moda, stile, tendenze, attualità. Maggio-Giugno 2016 Anno I NUMERO 5 Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n° 45 del 15/09/2015 Editore Dadazù Sas Direttore Responsabile Daniela Iavolato direttore@secretstylemagazine.it Direzione Artistica & Graphic Designer Emanuela Esposito gr.emanuelaesposito@libero.it In Redazione Emanuela Esposito, Valentina Iavolato, Noemi Perris, Axel Andrea Nobile, Barbara Rustici Media relations manager for Secret Axel Andrea Nobile Hanno Collaborato Candida Angelino, Simona Cavallaro, Domenico di Frenna, Claudio Finelli, Chiara Grillo, Marcella Mastrobuono, Mehl Channel, Michela Ponticiello, Marcella Tagliaferri, Simona Vitale Web designer e web master Davide Castronuovo Orange Web www.orangewebstudio.it Redazione Via Guglielmo Marconi, 12 - 80026 Casoria (NA) Tel. 081 19335004 redazione@secretstylemagazine.it Per la pubblicità Tel. 081 19335004 info@secretstylemagazine.it Stampa Tuccillo Arti Grafiche Srl, Afragola (NA)
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2.0 “Il diario delle It girls scoperte da Secret” Conosciamo Dalila De Masi
STORIE
Gente di stoffa Dario Tucci: attore tra palco e realtà
FREE TIME
Gli imperdibili da segnare in agenda
PASSA PAROLA
“081” Risponde Luca Delgado
VITA DA MAMMA
Primina sì o no? Il consiglio della psicologa
BELLEZZA
Make-up Shakera! È estate Capelli Tutti i trend dell’estate
CONVERSANDO
Rosaria De Cicco Mai rimandare a domani
WEB & SOCIAL
Non è la Rai Vent’anni dopo è cult sui social
IN FORMA
Lato “B” L’intralipoterapia come formula d’urto In spiaggia col sorriso Consigli “light” per un’estate al top
DOLCE & SALATO
Sorbetto mango e menta
A CASA
Cucina fusion Oriente e Occidente si incontrano a tavola
In tutti i
numeri
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INFINE
Social Fan La posta del cuore di Simona Vitale L’oroscopo di Secret
Axel Andrea Nobile
Noemi Perris
Marcella Mastrobuono
Emanuela Esposito
Candida Angelino
volato Valentina Ia
Barbara Rustici
Michela Ponticiello
REDAZIONE
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Simona VItale
Chiara Grillo
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«Adolescenti sempre più a rischio anoressia»
ame Il magro mondo delle “pro ana” è ancora online.
Basta digitare qualche parola chiave per entrare in un labirinto di blog dal credo delirante. Una legge mai partita sembrava averli imbavagliati, ma le ragazze hanno saputo organizzarsi e l’unica rimasta a tacere è una società distratta che non sa più osservare né ascoltare. Secret ha esplorato questo universo virtuale, per provare a spiegare le radici di un male sempre più diffuso. Servizio a cura di Daniela Iavolato
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«ALLARME GLOBALE»
I disturbi alimentari sono sempre più in aumento, solo in Italia colpiscono 3 milioni di persone. Anoressia e bulimia rappresentano tra le teenagers la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Ne soffrono oltre 200 mila ragazze di età compresa tra i 12 e i 25 anni.
Nel 2008
l’Eurispes lanciò un allarme agghiacciante annunciando la nascita e la presenza in rete di circa 300.000 siti al mondo a favore dell’anoressia e della bulimia, creati da chi soffre di questo disturbo in maniera compulsiva ed ossessiva, i cosiddetti siti “pro ana” e “pro mia”. Il monitoraggio dell’Ente, dietro la 12| Ssm
tendenza esplosa negli Stati Uniti, arrivò a contarne anche in Italia almeno 400 inneggianti la malattia, tenuti quasi tutti da ragazze di sesso femminile, con un’età media che non superava i diciassette anni. La notizia rimbalzò sui principali organi di informazione: da Panorama alle Iene, passando per la campagna lanciata da Vogue Italia, iniziarono a fioccare le inchieste shock che documentavano un mondo liquido e clandestino, nato nelle stanze del web, dove piccole donne esibivano corpi esili, tenevano il conto delle calorie spronandosi vicendevolmente, chiedevano e dispensavano consigli su come continuare a perdere peso, postando pericolosi trucchi e stratagemmi per digiunare, mentire ai propri genitori, espellere il cibo tra vomito autoindotto e purghe lassative, raccontando con fierezza alle “seguaci” i risultati raggiunti grazie alla “dea Ana”. Un rigoroso e perfetto stile di vita e una musa ispiratrice deviante, dove anche la più piccola trasgressione poteva essere perseguita con pratiche di auto-punizione, in virtù del traguardo di un peso ideale che non superava i 30-40 kg, grazie alla liberazione totale dal desiderio di cibo (l’anoressia nervosa).
L’Accademia Americana dei Pediatri scese imme-
diatamente in campo, avvertendo
che un terzo delle adolescenti (non solo americane), stava apprendendo come dimagrire o usare purghe, attraverso questi siti web (per lo più blog), incentivanti la magrezza estrema, così come furono - e sono ancora allestiti -, convegni in tutta Italia per combattere e comprendere i retroscena del demone online che contribuisce a trascinare nel baratro ragazze sempre più giovani e spesso ossessionate da corpi perfetti. Nel 2008 fu anche la volta del primo disegno di legge che voleva il carcere e sanzioni pecuniarie per chiunque istigasse (anche per vie telematiche) a tenere condotte che potessero sfociare in disturbi del comportamento alimentare. «Una bolla di sapone», affermano gli esperti contattati. «Dal 2008 al 2014 sono state tre le proposte di legge mai approvate in Parlamento, che introducevano nel codice penale il reato di istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia, intervenendo sull’articolo 580». L’allarme lanciato e il polverone mediatico ebbero un solo effetto, quello di far credere alle blogger autrici dei “diari della magrezza” di svolgere un’azione illegale.
“Questo è un blog che parlerà dei disagi..di regole e consigli...un fenomeno che si sta allargando sempre di più e grazie alla scelta che presi anni fa, sono una pro-ana..mi cancellarono il blog in splinder...ma ciò non mi ha fermata..ebbene...siamo pronti??? certooooooo!!!!” (testo estratto da un blog).
Così scopro che in tante scelsero, per timore, di privatizzare, chiudere o abbandonare i propri resoconti online, per migrare su chat blindate, gruppi whatsapp e social network gestiti all’estero, rendendo il fenomeno non più virale, ma segreto, strutturato e irraggiungibile per gli addetti ai lavori, ma non per i cosiddetti “nativi digitali” abilissimi a reperire qualunque informazione in rete.
«LE DIMENSIONI DEL FENOMENO» Lingua inglese 1.100.000 pagine per “pro ana” 91.000 pagine per “pro mia” 3.030.000 pagine per “thinspiration”
Lingua italiana
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462.000 pagine per “pro ana” 106.000 pagine per “pro mia” 5.690 pagine per “thinspiration”
Che cosa è successo dunque dopo il boom mediatico? Le seguaci di
“Ana”, come documenta una recente ricerca del dottor Paolo Cascia (socio fondatore del centro Heta per i disturbi alimentari), non sono affatto sparite, al contrario, si sono moltiplicate e organizzate meglio, celandosi spesso dietro nomi di fantasia. Ad essere cambiate sono piuttosto le piazze virtuali: dai blog ai social, fino alle nuove applicazioni di messaggistica istantanea come Kik, i forum o le Answer di Yahoo. È qui che oggi avviene il primo approccio per lo scambio di numeri e nickname utili a formare gruppi di più semplice interazione sugli smartphone, rischiando di cadere in una spirale emulativa e in dinamiche motivazionali senza via d’uscita.
“Questo non sarà un blog con consigli pro ana, quelli li daremo nel gruppo. Ebbene sì. Ho un gruppo pro ana, per chi si vuole aggiungere lasci il numero qui, oppure il contatto kik. Ps: abbiamo regole ferree, per dimagrire al meglio. Bisogna ogni settimana dire il proprio peso, quanto si mangia al giorno e gli esercizi. No alle scansafatiche! Solo ragazze motivate. Un bacio”. “Siete il mio mondo, siete parte del mio universo nascosto per cui aiutatemi a ritornare magra, insultatemi, datemi dritte, qualsiasi cosa! Scrivetemi qua: ilxxxxxx@outlook. it non lasciatemi scivolare in questo tunnel senza fine…”
Dentro le chat pro ana per un giorno.
Sembra surreale? Eppure non lo è! E per scoprirlo mi infilo per un giorno in uno di questi affollati gruppi fingendomi in cerca di “supporters”. Gli obiettivi sono quelli di sempre: creare legami di solidarietà, rompere l’isolamento per trovare amiche capaci di capirti e dare rinforzo alla malattia, di renderla “normale”, laddove nella vita reale è impossibile trovare complicità e comprensione! “Il Web permette alle grida silenziose di essere ascoltate. I blog permettono alle Pro Ana di comunicare, riconoscersi, scambiare e ricambiare racconti di vita: e questo scambio produce veri e propri legami sociali capaci di (ac)cogliere le persone minuscole e invisibili che la società ha messo dietro le quinte”.
Ci arrivo
effettuando una semplice ricerca sull’anoressia. Google (il più grande motore di ricerca al mondo), mi suggerisce prontamente due keywords: “pro ana” e “pro anoressia”, due chiavi che spaSsm | 13
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lancano con un click le porte nelle ossessioni delle teenagers. Scopro i blog, ne leggo almeno una dozzina, e non riesco a credere che sia vero e allo stesso tempo tanto semplice entrare nel “giro”. Inizio a raccogliere qualche pseudonimo tra i commenti e mi sposto, come da istruzioni, su Kik dove avviene il primo approccio con T. una ragazza di appena sedici anni di Roma. Le spiego di non essere molto pratica e di non aver mai parlato con nessuno. “Di Ana?”, chiede lei. Dopo di che mi invita ad entrare nella sua chat di whatsapp. Mi iscrive e nel giro di 5 minuti mi ritrovo in un gruppo dal nome “Thinspiration”. Conta ben 19 amministratrici quasi tutte minorenni e l’idea è quella di essere entrata in una setta, con compagne che si offrono di “iniziare” una principiante. Le loro “chiacchierate” vertono su rigide tabelle alimentari trovate nel web da scambiarsi e seguire, raccontano le loro giornate, si inviano foto ispiranti e messaggini vocali, come questo: “Ho deciso di ricominciare, a mezzogiorno mangerò
un po’ di frutta e poi…boh niente”. Mi dicono che il gruppo esiste per “motivarsi”, ma che se ho voglia di sfogarmi posso farlo, perché loro sono sempre l’una accanto all’altra. Così chiedo se con quel regime alimentare non si corrano seri rischi e qualcuna risponde: “I rischi si corrono solo se davvero campi d’acqua”. “Nel gruppo - mi spiega M. spostandosi in privato -, c’è chi fa cose estreme, ma nessuna di noi è realmente anoressica o bulimica”. Una strana percezione perché T. - con la quale ho parlato sin dall’inizio -, dichiara apertamente di essere “AnaMia”, ovvero di alternare da tre anni “non ricordo nemmeno come e perché” spiega, fasi di digiuno a grandi abbuffate, di aver chiesto anche aiuto, ma di non esserne uscita. “I miei genitori confessa -, non sanno nulla…non se ne accorgono. Non gliene frega niente, anzi mi prendono anche in giro”.
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di questi siti risulta pericoloso»
LE NOSTRE CONVERSAZIONI CONTINUANO E ALLA FINE DI QUESTA LUNGA CHAT NON RESTANO CHE DOMANDE, TANTE DOMANDE IRRISOLTE E se questa ricerca l’avesse fatta un adolescente?
Magari vulnerabile? Magari in cerca di semplici informazioni? Di trucchi per dimagrire? In fondo è semplice come bere un bicchier d’acqua, basti pensare che un terzo delle ragazze che soffrono di disturbi alimentari visita i siti pro ana e pro mia.
Che cosa sarebbe successo?
Lo abbiamo chiesto al dottor Alessandro Raggi, psicoterapeuta, responsabile del centro ABA di Napoli per la cura e il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. E lui ci ha spiegato le ragioni del malessere! Ecco il nostro colloquio.
«L’adolescenza è sempre un momento molto difficile, sia per i ragazzi che per i loro genitori. Sono anni di grandi cambiamenti, molto repentini, che richiedono un riadattamento di tutto il nucleo familiare e ciò non è cosa da poco. Le angosce che scatena il corpo in trasformazione sono enormi e trovarsi in comunità virtuali dove queste angosce vengono amplificate, può essere devastante per soggetti già fragili».
Quindi dottore ritiene sia utile parlarne? «È indispensabile parlare di questi disagi, è la prima forma di prevenzione: è però fondamentale parlarne in maniera consapevole. Nella babele del web, ma anche fuori dal web, si parla purtroppo a sproposito di anoressia, bulimia, binge-eating, e di tutti i disturbi del comportamento alimentare più in generale. Non ci si può improvvisare esperti, queste patologie richiedono molto studio, esperienza clinica, profonda conoscenza delle dinamiche psicologiche individuali, familiari e persino sociali che questi sintomi celano. Già, la parola giusta è “celano”, perché l’apparente semplicità diagnostica di queste manifestazioni cliniche nasconde invece aspetti psicologici molto differenti tra un soggetto e l’altro. Non si può, ad esempio, pensare di affrontare il problema dell’anoressia con gli adolescenti delle scuole illudendosi di fare prevenzione attraverso la divulgazione delle buone pratiche alimentari. L’alimentazione sana è importante, ma anoressie e bulimie sono tutt’altra cosa e non c’entrano nulla con le corrette abitudini alimentari. Occorre parlare anche del web e dei suoi pericoli per bambini e adolescenti - e i nostri interlocutori privilegiati a questo livello sono i loro genitori - ma ciò a mio avviso vale in generale, non solo per quanto riguarda il problema dei siti pro ana». Essere proana significa essere malate di anoressia? «Non necessariamente, ma occorrerebbe prima capire cosa vuol
Dott. Alessandro Raggi Psicoterapeuta, psicoanalista, responsabile nazionale centri ABA.
dire “essere pro ana”. Se intendiamo come “pro ana” tutti i giovani che chattano in questi blog, non credo che ciascuno di loro sia realmente anoressico o bulimico, molti lo fanno per emulazione, per curiosità o semplicemente per “moda”. È certo che c’è comunque del disagio in un adolescente che segue la moda dei blog pro ana, anziché fare altro, ma non è detto che quel disagio sia per forza riconducibile all’anoressia. Se viceversa per proana s’intende chi davvero è convinto di voler esaltare i disturbi del comportamento alimentare, allora è molto probabile che ci troviamo di fronte a soggetti che in qualche modo presentano quasi sicuramente qualche forma di DCA anche se non necessariamente in maniera conclamata. Spesso, infatti, molti giovani presentano situazioni psicologiche già compromesse pur in assenza di sintomi fisici eclatanti o di condotte facilmente individuabili come patologiche. Sono condizioni “sotto soglia” e sono molto numerose». Può però lo “sprono” a seguire la dieta come stile di vita condurre alla malattia? «Assolutamente sì. Certo, occorrono anche altre condizioni perché questo “sprono” produca effetti tanto nefasti: non basta un calcio ad azzopparci, ma se abbiamo già un menisco fragile, qualunque Ssm | 15
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«Hai bisogno di aiuto? Ecco a chi puoi rivolgerti!» sia il motivo, un calcio anche non ben assestato può farci comunque molto male. Facendo però anche il ragionamento inverso, in soggetti nei quali il disturbo sarebbe potuto rimanere “sotto soglia” è più facile, a causa del martellamento continuo della dieta a tutti i costi, che si manifesti una vera e propria condizione patologica». Come mai l’età media di chi soffre di anoressia si abbassa sempre di più? «In realtà non è esattamente così. L’età sicuramente si abbassa, al punto che oggi assistiamo a anoressie infantili e persino anoressie neonatali. Oltre ad abbassarsi, 16| Ssm
però, l’età contemporaneamente si innalza. La forbice dell’età si allarga, questo è il vero fenomeno attuale. Non di rado abbiamo a che fare con donne – e anche uomini – di 40 o 50 anni che magari avevano sviluppato anni fa il sintomo, ma che solo oggi trovano la forza di chiedere aiuto e ciò forse, è uno degli effetti positivi della divulgazione». Quali sono i primi segnali di allarme che un genitore deve saper cogliere? «Ritiro sociale, drastici cambiamenti nelle abitudini o nel comportamento, forti sbalzi d’umore, peggioramento del rendimento scolastico o al contrario eccessivo isolamento in uno studio ossessivo, tendenza al perfezionismo: sono tutti segnali a cui prestare molta attenzione». Come si esce dal tunnel? «Dall’anoressia e dalla bulimia si può guarire e se il soggetto è ancora giovane ne può uscire anche completamente e definitivamente. È però indispensabile intervenire subito e nel modo più adeguato con l’aiuto di uno psicoterapeuta che lavori in equipe. Spesso si perde molto tempo, a volte decisivo, nel tentativo a volte peggiorativo, di ripristinare la condotta alimentare attraverso diete o prescrizioni comportamentali. Si inseguono miraggi di interventi rapidi e indolori, “pappe pronte” all’uso che non scuota-
no troppo l’impalcatura familiare, che non mettano troppo in discussione gli stili genitoriali. Anche il soggetto stesso deve però essere disposto a mettersi in discussione, a impegnarsi in un cambiamento profondo, che non riguardi solo il cibo e l’alimentazione. In casi più gravi o in situazioni dove il disturbo si protrae da tempo, occorrono interventi anche più complessi da valutare caso per caso e serve tempo e pazienza».
EMANUELA TITTOCCHIA
«Così ho sconfitto l’anoressia»
«Dai 12 ai 16 anni ero quella che la gente definisce una bambina cicciottella. Al mare mi sentivo a disagio, mi rifugiavo sempre in un angolo mentre tutti gli altri si divertivano. Ho subìto tutte le prese in giro di amici e parenti, ricordo che dicevano alla mia mamma: “La bambina è troppo grassa devi farla dimagrire”, come se io non fossi lì ad ascoltare. Le persone intorno a me mi facevano sentire diversa, io avevo una sensibilità particolare e soffrivo molto. Così, intorno ai 18 anni, ho iniziato a seguire delle diete per riscattarmi da chi aveva contributo a peggiorare il mio stato d’animo. Tutto è iniziato in questo modo…più dimagrivo, più mi sentivo felice!! Un giorno però ho toccato il fondo e a, quel punto, la mia vita è cambiata». di Daniela Iavolato
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«Negli anni ’90 la parola anoressia non esisteva nemmeno». Inizia così la conversazione con Ema-
Emanuela Tittocchia
(45 anni) Attrice e presentatrice, è diventata popolare al grande pubblico dopo aver preso parte al cast della soap opera in onda su Canale 5 “Centovetrine” 18| Ssm
nuela Tittocchia, una sentita chiacchierata tra donne che nel corso dell’intervista assume i toni di un lunghissimo sfogo «perché in fondo l’anoressia - confessa la popolare showgirl -, ti lascia sempre delle ferite aperte». «I miei genitori non sospettavano nulla, io ero abilissima ad inventare scuse mentre loro, probabilmente, erano ancor più bravi a non voler vedere. La malattia mi ha provocato sette lunghi anni di amenorrea, ma a me non importava nulla. Piuttosto che prendere peso e guarire preferivo restare in quella condizione. Ero in sfida con me stessa, percepivo di avere il controllo del mio corpo e la cosa pazzesca è che riuscivo a sentirmi molto più forte e piena di energie. Nessuno avrebbe più potuto esprimere giudizi, fare stupide battutine sul mio aspetto. Consideravo gli altri “schiavi del cibo”, loro avevano una dipendenza, mentre io no! Ero libera, felice, “pulita” e questa sensazione mi faceva sentire potente. È difficile da far capire, è come essere sotto l’effetto di droghe. Davo il meglio di me, di giorno frequentavo la facoltà di architettura, sotto la pressione dei desideri dei miei genitori, poi correvo ai corsi di recitazione, la mia vera ed unica passione. Di notte studiavo, sembravo un treno in corsa…nel frattempo, diventavo uno scheletro». Quando hai iniziato quindi a prendere consapevolezza di avere un grosso problema? «Ho seguito diverse diete, anche fatte da dietologi. Progressivamente ho eliminato
dalla mie abitudini alimentari dolci, proteine e carboidrati, fino a quando ho iniziato a non mangiare per nulla. Mi sostenevo con una mela o con qualche fetta biscottata. All’epoca non c’era Internet come fonte d’informazione, lessi su un giornale che i sedani non contenevano calorie, così per sei mesi iniziai a magiare solo quelli…da lì è scattata la scintilla. Una mattina, dopo aver fatto a meno del cibo per troppo tempo, ho avuto un’intossicazione. Sono stata malissimo, non ero più in grado di alzarmi dal letto. Tutte quelle forze, che fino a quel momento mi ero illusa di avere, tutto ad un tratto non c’erano più. Non riuscivo nemmeno ad alzare le braccia, così per la prima volta mi sono spaventata e ho capito di aver toccato il fondo. A quel punto anche i miei genitori iniziarono a seguirmi, se sono riuscita a guarire lo devo anche al fatto che, dopo quell’episodio, loro hanno finalmente iniziato ad appoggiare quelle scelte che prima non capivano, né tanto meno accettavano. Così è cominciato un lungo percorso riabilitativo». Che cosa è successo subito dopo? «Il teatro mi ha salvato la vita! Mi sono aggrappata al mio unico sogno, lo stavo perdendo a causa delle assenze dovute alla malattia. Frequentavo una scuola teatrale di Torino seria e severa, quando la direttrice disse a mia madre che ero fuori dal corso, lei andò a pregarla in ginocchio e piangendo le chiese di farmi riammettere. Quella reazione, insieme alla paura di non poter vedere più realizzati i miei desideri, sono state la mia scossa. Mia madre in quel modo mi rese felice e da lì, piano piano, mi sono ripresa».
«Dimagrivo per urlare al mondo qualcosa, perché quando parlavo non mi sentivo ascoltata. Credo di essermi ammalata anche per assecondare le aspettative dei miei genitori. Io amavo il teatro, loro invece insistevano nel volermi architetto. Ho conseguito la laurea per senso del dovere, ma è stato massacrante».
Cosa consigli a tutte quelle ragazze che come te hanno vissuto o ancora vivono questa condizione? «Di non cedere all’illusione di poter fare a meno del cibo, di non vivere nella grande utopia di sentirsi libere e potenti in questo modo, perché il corpo prima o poi ti presenta il conto. Come ho già spiegato l’anoressia è una malattia subdola, nei primi tempi ti mette addosso una inaspettata sensazione di forza ed è proprio questa che, spesso, spinge le ragazze a rifiutare le cure. Mi permetto di fare un appello anche ai genitori. I vostri figli devono essere la priorità! Siate più presenti, più vigili e ascoltateli, prima di ogni altra cosa. Sedetevi a parlare con loro senza giudicarli e non ossessionateli con i vostri desideri, consentite loro piuttosto di rincorrere i propri sogni. La famiglia per un figlio è la cosa più importante». A cosa ti stai dedicando oggi? Quali sono i tuoi progetti? «Innanzitutto, sono in fermento per il grande ritorno su canale 5 di “Centovetrine”. Dal 5 giugno finalmente tornerò, insieme a tutto il cast, a fare compagnia ai nostri fans. Sarò poi in giro per tutta l’estate impegnata nella presentazione di tantissime serate ed eventi. Dulcis in fundo c’è in cantiere un bellissimo progetto che mi rende molto felice con la compagnia di crociere MSC. Sarò infatti la direttrice artistica di nuove settimane tematiche ed iniziative a bordo delle navi a partire dalla prossima primavera. E poi sono di continuo a Napoli…quindi amici di Secret, seguitemi!».
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Via Agnano Astroni, 24 Napoli 80125 Campania (Italy) www.termediagnano.com info@termediagnano.com hotel +39 0817622180 / +39 0817622148 info@hoteltermeagnano.com spa +39 0816189242 spa@termediagnano.com piscine esterne +39 0816189290 piscine@termediagnano.com cure termali +39 0816189111 info@termediagnano.com
Hotel Congressi Terme Benessere Archeologia
A pochi minuti dal centro di Napoli, nel verde della Conca di Agnano, sorge uno dei complessi termali più antichi e prestigiosi d’Europa. I resti archeologici ritrovati accanto alle sorgenti di Agnano, sia di origine greca che romana, sono le testimonianze di una intensa attività termale svolta già in epoca antichissima, che ha avuto il suo apice con la realizzazione di un impianto termale nel I secolo d.c. per volontà dell’imperatore Traiano. L’attuale struttura affonda le radici nella prima “Società Terme di Agnano” che affidò la progettazione di un grande complesso termale al giovane architetto piacentino Giulio Ulisse Arata. L’ambizioso progetto, partito nel 1909, fu completato a metà degli anni ’20. *N.B. Le cure termali possono essere effettuate solo una volta l’anno (previa prescrizione), due volte l’anno in caso di invalidità.
Piscine termali Nel 2011 sono state inaugurate 2 eleganti piscine termali all’aperto di oltre 400mq adagiate nel verde, circondate da confortevoli chaise longue e piacevoli zone ombreggiate. In uno spazio coperto trovano invece spazio 4 piscine coperte con idromassaggi che si aggiungono a quella attigua alle grotte termali. Lo spa cafè e le cabine massaggie trattamenti estetici completano l’offerta. 20| Ssm
Fulcro delleTerme di Agnano sono le saune a calore secco naturale denominate “Stufe di San Germano”, chiamate così in onore del vescovo di Capua che nel VI secolo si recò alle terme di Agnano per curare una fastidiosa artrite. Le saune a calore secco rappresentano un fenomeno unico in Europa. Si tratta di grotte di tufo alimentate da soffioni vulcanici la cui temperatura varia tra i 40 e i 70°C. Le condizioni climatiche che si creano all’interno di queste saune sono determinate dall’elevata concentrazione di sali minerali e di idrogeno solforato e dalla scarsa presenza di vapore acqueo.
Il parco naturale e le 72 sorgenti termali
La spa e le stufe di San Germano Le Terme di Agnano sono adagiate al centro del complesso vulcanico di Agnano e della più grande caldera dei Campi Flegrei, in un grande parco di oltre 60 ettari, e utilizzano le acque di 72 sorgenti minerali ricchissime di proprietà curative. Il grande parco è una vera e propria oasi verde ricca di castagni, olmi, roveri e piante di ogni genere che immerge gli ospiti in un mondo sospeso, lontano dal rumore e dallo stress della vita metropolitana; aria ossigenata, rumori e profumi della natura: basta varcare l’ingresso per sentirsi avvolti da un’atmosfera di relax e benessere.
L’hotel a 4 stelle e il centro congressi L’Hotel delle Terme dispone di 62 camere dotate di ogni comfort, di cui 32 con vista sul parco della struttura. Connessione Wi-fi gratuita e SKY tv. L’hotel è anche organizzato per accogliere eventie congressi con 10 sale conferenza, dotate di tecnologie all’avanguardia, con una capacità di 10 - 280 persone.Un elegante ristorante affacciato sul parco e ispirato alla cucina mediterranea e un ampio parcheggio per oltre 250 auto completano l’offerta della struttura.
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Rossi SERENA 22| Ssm
e...
Io, Davide il segreto della
© Maria La Torre
felicita
Attrice, doppiatrice, cantante. Serena Rossi ha iniziato la sua carriera a soli sedici anni, incantando il pubblico con la sua voce nel musical di Claudio Mattone ispirato al film “Scugnizzi”. Il suo successo lo deve in parte alla famiglia, che ha saputo modificare per lei le proprie abitudini: «Mio padre mi accompagnava sul set quando ancora ero minorenne, mi venivano a prendere a scuola, hanno collaborato tantissimo prima che potessi decidere da sola del mio futuro» racconta a Secret. Idolo delle bambine e travolgente principessa napoletana, oggi Serena è un’artista a 360 gradi con un grande sogno da realizzare, questa volta, insieme all’inseparabile Davide Devenuto. L’attore al quale è legata da otto anni, conosciuto sul set della soap “Un posto al sole”, l’uomo «che» confessa «mi ha cambiato la vita!». di Candida Angelino Ssm | 23
© Ilaria Rucco
Serena Rossi, 30 anni È stata notata per la prima volta dal pubblico napoletano nel 2002 accanto a Sal Da Vinci nel musical “C’era una volta…Scugnizzi”. In primavera è stata regina d’incassi nel film “Troppo napoletano”. 24| Ssm
«Ciao! Sono la principessa Anna» ci sussurra una voce fiabesca ed eterea dal telefono, come quelle che si sentono nei cartoni animati. Così l’intervista, che assomiglia più ad una chiacchierata con una cara amica, si colora di aneddoti e piccole storie, tutte da raccontare. Dall’altro lato del telefono c’è lei, simpatica ed autoironica: Serena Rossi. Attrice e cantante napoletana che, cresciuta sotto i riflettori, ha cucito su di sé tanti talenti, e gradualmente li ha tirati fuori, godendo di una popolarità sempre più vasta.
Per la prima volta nei panni di doppiatrice per il colossal internazionale targato Disney, Frozen - Il Regno di ghiaccio, la bella e giovane attrice, ci ha raccontato l’emozione di ritrovarsi catapultata in nuovo mondo. Che tipo di esperienza è stata? «Mi è piaciuta tantissimo, ma devo anche confessare che è stato difficile. Sei in una sala buia, cuffie in testa e ferma davanti ad un film d’animazione. E sei consapevole che solo attraverso la voce devi riuscire a dare anima a tutte le emozioni che quel personaggio vive anche con il corpo, con il viso, i gesti. Quando ho fatto il provino per prestare la voce alla Principessa Anna, mi hanno mandato a Los Angeles. Non avrei mai sperato di spuntarla, essendo in lizza con tante altre attrici italiane più note di me. Invece ho scoperto che la mia voce era quella che più si avvicinava al timbro dell’originale». E sei diventata, insieme a Serena Autieri (voce della principessa Elsa), un idolo per bambini e adolescenti… «Sì, il successo di Frozen è stato tale che davvero mi sono sentita un idolo per loro. Devo svelarvi che, soprattutto a Natale, sono stata invasa dalle richieste di tutte le mie amiche e conoscenti, le quali mi chiedevano la cortesia di registrare un memo vocale per fare gli auguri alle loro figlie, e anche figli, con la voce della principessa Anna. Deve essere stata una grande emozione per loro, e sono stata felice di poterli accontentare».
Com’è stato lavorare con un’altra napoletana doc? Vi ritroveremo insieme anche in Frozen 2? «Con l’altra Serena è nato un bellissimo rapporto, ci chiamiamo “sorellona e sorellina”. È stato un grande motivo d’orgoglio ritrovare due napoletane, due temperamenti meridionali, a fare le protagoniste di un enorme successo internazionale. Dopo il film ci è stata data la possibilità di doppiare anche tante altre cose, come il cortometraggio di Frozen Fever che si è visto nelle sale prima della proiezione di Cenerentola. Abbiamo doppiato i personaggi di Frozen per la serie Once Upon a time, e sicuramente ci ritroveremo a lavorare per Frozen 2, anche se è presto per poter dire quando uscirà. Io e lei intanto ci scriviamo tantissimo. Sono stata da poco a vederla a teatro e posso dire che facciamo l’una il tifo per l’altra».
Il lavoro continua a portarti lontano da Napoli, città in cui non vivi più da un bel po’ di anni. Ma che rapporto hai con la tua terra d’origine e con la tua famiglia? «È vero, io vivo a Roma ormai da sette anni per amore e per lavoro, ma sono vicina a Napoli, ad appena un’ora di treno, e così subito torno da mamma, papà e mia sorella. Ci sono stata ultimamente per girare il film uscito ad aprile “Troppo Napoletano”, e per quell’occasione nessun albergo a cinque stelle. Ho trascorso più di un mese a casa di mamma, sono tornata figlia ed è stato bellissimo farsi coccolare. Il rapporto con i miei cari poi è veramente speciale. Devo a loro gran parte del mio successo: la mia è una famiglia musicale, in un certo senso artistica, anche se nessuno lo fa per professione. Se io sono cresciuta in mezzo alla musica e all’arte lo devo a loro. Ho iniziato a cantare nei locali prima con
«Mi vedo mamma... Immagino la scena: io e Davide mentre viaggiamo e lavoriamo assieme, sempre con il nostro piccolo vicino».
Sul set del film di Alessandro Siani “Troppo napoletano” con Gigi e Ross.
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un amico di mio padre, poi con il mio papà che mi accompagnava alla chitarra. I miei sono stati fondamentali per la mia gavetta: quando andavo ancora al liceo, mio padre mi accompagnava sul set perché ero ancora minorenne, mi venivano a prendere a scuola, hanno collaborato tantissimo. E si sono lasciati sconvolgere un po’ anche le vite, prima che diventassi maggiorenne e potessi decidere da sola del mio futuro». Per “Troppo Napoletano”, dunque sei tornata a girare per le strade di Napoli, tra l’altro con personaggi che sono diventati ormai delle icone della napoletanità. Come ti sei trovata? «Vi dico solo che è stato difficilissimo cercare di rimanere seria. Per questo film ho interpretato il ruolo di una mamma del quartiere Sanità, lo stereotipo della mamma premurosa e morbosamente attaccata al figlio…insomma un personaggio tipicamente napoletano! Sia con il bambino (interpretato da Gennaro Guazzo) che con Gigi e Ross, conosciuti per la prima volta sul set, si è creata un’atmosfera giocosa e molto divertente, è nata una bellissima amicizia. Poi c’è stato il tocco di Alessandro Siani, che di per sé è una garanzia».
In tema di famiglia, speri di averne una tua, o rimani concentrata sul lavoro? «Il lavoro è una cosa fondamentale, ma forse adesso posso dire che non è più la priorità per me. Nei primi anni ero concentrata solo su quello, non avevo una storia consolidata. Da quando ho la mia storia con Davide, che dura da otto anni, sono cambiata, cresciuta e anche le mie priorità sono cambiate». E tra dieci anni, come ti vedi? «Sicuramente mi vedo mamma, anche se non riesco a fissare un termine o una scadenza. La maternità è un approdo naturale, ovviamente per tutte le donne che lo desiderano…E così, quando succederà, credo che riuscirò a trovare anche io quell’equilibrio per far conciliare il lavoro con l’arrivo di un figlio, come fanno, non senza difficoltà, tutte le madri che lavorano. Immagino la scena: io e Davide mentre viaggiamo e lavoriamo assieme, sempre con il nostro piccolo vicino». Il tuo percorso nel mondo dello spettacolo sembra una fiaba moderna: una ragazza giovanissima, umile, ma piena di talento, che dal musical teatrale Scugnizzi trova il trampolino di lancio
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© Maria La Torre
«Ho rinunciato a un’adolescenza normale, le mie scelte mi hanno catapultata presto nel mondo dei grandi e con la maturità mi sono resa conto che nel mio percorso di crescita c’erano dei buchi».
© Maria La Torre
«Adoro cucinare e preparare cenette per gli amici. La felicità è questa! Mangiar bene e guardare le nostre serie preferite in Tv io, Davide e la nostra cagnetta Emma».
con la seguitissima serie “Un posto al sole” che la consacra al grande pubblico. Ma quanto lavoro e sacrificio c’è dietro a tutto ciò? «Ci sono tanti sacrifici, ma mi piace pensare che sono fortunata. D’altronde non mi sveglio tutte le mattine alle 4 per andare in miniera. Certo, non è nemmeno tutto oro quello che luccica. Spesso le persone hanno un’idea sbagliata del nostro mestiere fatto di ribalta, di successo, applausi e affetto che ti viene regalato da tanti fan. Nel mio caso, mentre vivevo il periodo più complesso della vita, l’adolescenza, mi sono ritrovata catapultata nel mondo dei grandi, quello del lavoro, tutti si aspettavano sempre tanto da me. E quindi io avevo una gran paura di deludere queste aspettative, e ho rinunciato ad un’adolescenza normale. Nessuno mi ha mai obbligata, è vero. Ma le scelte che ho fatto da piccola, dopo mi sono un po’ pesate. Con la maturità ti rendi conto che nel tuo percorso di crescita ci sono dei buchi. Per esempio non ero per niente in grado di gestire un’amicizia e coltivarla. Tutto mi era facile, le persone intorno mi adoravano, ma le amicizie, quelle vere, era difficile costruirle. Davide, il mio compagno, in questo mi ha aiutato tanto. Adesso sono piena di amici, ma ci ho dovuto lavorare». E quando è arrivata la popolarità, come l’hai gestita? E la competizione con le colleghe? «La competizione c’è, è naturale, anche da parte mia. Ma io la vivo in un senso
positivo: se una è più brava, non rosico, anzi approfitto di quello stimolo per fare ancora meglio. Mi piace viverla così, riconoscere il talento. Io ho tante amiche attrici, la verità è che però lego di più con gli addetti ai lavori, come costumisti e parrucchieri. Di amiche donne ne ho: Christiane Filangieri, Elena Sofia Ricci, Elena Di Cioccio, Miriam Dalmazio, conosciuta sul set di “Che dio ci aiuti”. Ci sono quelle che non puoi definire “amiche”, ma anche tante brave persone. Bisogna saper fare una buona selezione. La popolarità arriva e ti travolge. Ma quello da cui devi difenderti sono le batoste che in questo mondo non mancano mai, soprattutto se cerchi di rimanere quella che sei. Vedi tante cose che non ti piacciono, fai più fatica a guadagnarti il lavoro e magari vedi che altre persone ti superano in modo ingiusto. Certo, è innegabile che se cammini per la tua strada, ci metti un po’ di tempo in più a raggiungere gli obiettivi, ma quando poi arriva l’occasione giusta, la soddisfazione è massima!». Cosa manca adesso alla tua carriera? «A dire il vero, sono contenta così! Sono arrivata ad un grado di consapevolezza per cui mi vivo le cose con l’approccio giusto, senza essere troppo aggressiva o soffrire per una mancata occasione. Ho fatto di tutto: cinema, doppiaggio, un programma televisivo, teatro, canto, fiction. Mi è stato dato modo di esprimermi a 360 gradi. Vorrei solo continuare a fare questo, senza dover mai rinunciare a qualcosa: unire l’amore per il canto alla recitazione, senza dover mai scegliere tra l’una e l’altra. Valutare le occasioni di volta in volta con la mia agente. Sarò pazza, ma credo nella meritocrazia a lungo termine, diciamo così. Con me ha funzionato: lavorare duro e raccogliere i risultati col tempo». Quando chiudi il mondo fuori dalla porta e rientri in casa col tuo compagno? «Quello è il momento più felice della mia vita! Mi metto il pigiama, cucino qualsiasi cosa, dal pane alla pasta. Adoro stare ai fornelli! Poi mi piace organizzare cenette per gli amici, ma la cosa che amo in assoluto è stare sul divano io, Davide e la nostra cagnetta Emma a guardare le nostre serie preferite, dopo aver mangiato bene e aver bevuto un sorso di vino. Per me questa è la felicità!». Ssm | 27
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# LAVORO
Mai stati a una fiera per chi
cerca
LAVORO? «I saloni che orientano i giovani all’impiego sono un’ottima occasione per farsi conoscere, sostenere colloqui, dare alle aziende il proprio curriculum. Per fare colpo ti occorre solo qualche dritta…» 28| Ssm
Ti suggeriamo 6 appuntamenti in tutta Italia da non perdere!
Sarà perché rappresentano il tassello mancante tra il mondo della scuola e quello delle aziende, ma le fiere del lavoro sono sempre più diffuse e gettonate. Sono, infatti, un’ideale punto d’incontro tra domanda e offerta di lavoro, che mette a confronto i neolaureati con il mondo dell’impresa e dell’alta formazione. Hanno diversi nomi, recruitment fair, job days, career days, employment fair, ma un obiettivo comune: in queste occasioni, le aziende, rappresentate dai manager dell’Area Risorse Umane, sono a disposizione per illustrare le caratteristiche delle proprie realtà lavorative e per individuare potenziali candidati. Tanto per citare un esempio, l’ultimo job day di JOB&Orienta, il più grande salone dell’orientamento in Fiera a Verona, ha contato ben 65.000 visitatori e oltre cinquecento espositori, dove il 25 per cento dei candidati ha dichiarato di aver trovato davvero un impiego. Che aspetti allora? Presentati anche tu! Temi di essere impreparato? No panic! Qualche piccolo suggerimento…Te lo diamo noi! di Valentina Iavolato
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Informarsi è fondamentale
cartacea è sempre ben accetta e gradita. Un altro aspetto da non trascurare è il modo di presentarvi: concisi ma incisivi. Ricordatevi infatti che dal vostro modo di apparire e di comunicare, un’azienda si profila un primo giudizio.
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Comunicare con tutti
Un fattore che spesso si sottovaluta è il passaparola. Cercate di vivere questi appuntamenti come un momento per fare conoscenza e per relazionarsi con più persone possibili. Non si può mai sapere da dove può scaturire una buona occasione!
Metti in conto un workshop
Durante le fiere si tengono seminari che affrontano temi dai quali potresti trovare numerosi spunti, prenota online quelli che ti interessano.
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Ecco invece le prossime occasioni 2016 in programma. Segna queste date: 15 Giugno Job Meeting BOLOGNA presso Palazzo dello Sport Piazza Azzarita ore 9.00 – 17.00 info: http://www.jobmeeting.it/eventi/job-meeting-network/job-meeting-bologna 29 Settembre Job Meeting MILANO presso AFOL Area Metropolitana Milano ore 9.00 – 17.00 info: http://www.jobmeeting.it/eventi/job-meeting-network/job-meeting-milano
Dal momento che questi eventi sono delle vere opportunità, è importante presentarsi preparati. Arrivare disinformati all’appuntamento con un’azienda, è un segnale di scarso interesse e mancanza di motivazione. Vi consigliamo di consultare l’elenco delle aziende presenti sul sito ufficiale della manifestazione e “studiare”, tramite i siti web istituzionali, tutte le informazioni salienti di queste imprese: il tipo di business, le modalità di selezione e le prospettive di carriera in modo tale da poter fare domande precise e puntuali ai responsabili.
6 Ottobre Job Meeting TORINO presso Palazzetto dello Sport Parco Ruffini ore 9.00 – 17.00 info: http://www.jobmeeting.it/eventi/job-meeting-network/job-meeting-torino
Grinta e cv alla mano
23 Novembre Job Meeting PISA presso Stazione Leopolda ore 9.00 – 17.00 info: http://www.jobmeeting.it/eventi/job-meeting-network/job-meeting-pisa
Vi consigliamo di portarvi molte copie, firmate e aggiornate, del vostro Curriculum Vitae in versione cartacea ed elettronica. Ovviamente non aspettatevi che tutte le aziende le raccolgano: alcune vi chiederanno di inoltrare il vostro CV attraverso Internet, altre di compilare dei moduli, ma la copia
18 Ottobre Job Meeting Napoli Università Federico II – Scuola Politecnica delle Scienze di Base ore 9.00 – 17.00 (presso la storica sede di Piazzale Tecchio) info: http://www.jobmeeting.it/eventi/job-meeting-network/job-meeting-napoli
Dal 24 al 26 Novembre JOB&Orienta presso Fiera di Verona ore 9.00 - 18.00 info: http://www.joborienta.info Ssm | 29
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il giro di DOMIDO
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espressione positiva targata napoliwithme
Vento
infaccia
di Domidò
«Ciao e benvenuta/o al quinto appuntamento del “Giro di Domidò”! Piaciuti i Lip Dub? Allora ecco una nuova ventata di Espressione Positiva... #Boom! Dopo la canzone “NapoliWithMe” è la volta di “Vento in Faccia”, sempre in modalità #SocialSong. Realizzeremo il videoclip durante i giorni del Napoli Bike Festival il 20, 21 e 22 Maggio alla Mostra D’oltremare. Ecco il testo, ho aggiunto anche gli accordi a mò di falò!» AL N AP
SOL DO E’ così che ho iniziato SOL DO a pedalarci su SOL DO a quei pensieri fissi SOL DO a cui nel tempo dai del tu. SOL DO Mi deprimo facilmente LAm RE in mezzo alla gente che non ride più SOL DO che resta connessa LAm che va fuori di testa RE e non si ascolta più... io vado, SOL DO con il vento in faccia LAm ingrano la marcia RE e non ci sono più SOL DO sono ospite del Mondo LAm RE vado in giro pedalando lontano dai guai SOL DO LAm Forza nelle gambe, benzina è cuore e mente RE arrivo dove sei tu SOL DO se la vita è una ruota LAm RE quando posso ci sto su, con te...
a, il testo continu seguici su fb: poliWithMe SocialSong Na Frenna D o m i d o N twyml e D mi a g a z i n e Secret S
E FESTIV BIK AL LI O
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c’è!
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# TENDENZE
GIORNALISTI SENZA BAVAGLIO Ti accorgi che si guarda sempre intorno anche se porta occhiali da sole. A destra. Poi a sinistra. Spesso smette di parlare e fissa qualcosa per qualche secondo. È sempre attento a tutto quello che gli succede intorno anche quando sembra rilassato. Del resto, anche se giovane, Fabio Postiglione ha sulle spalle 14 anni di mestiere nella cronaca nera e giudiziaria del “Roma”, storico quotidiano di Napoli. È sempre attento perché è un bravo giornalista. Ma anche perché da quasi un anno subisce le minacce della camorra. Gli hanno squarciato la sella dello scooter, rotto i freni, forato le gomme della macchi-
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na, sradicato gli specchietti e distrutto l’auto a bastonate. L’hanno inseguito fin sotto casa. Al momento ancora non si conosce il nome dei colpevoli, le indagini sono in corso. L’ultima intimidazione l’ha subita a dicembre, poi, grazie ai riflettori accesi su di lui da tanti colleghi e dal Presidente della FNSI Giulietti, è iniziato un periodo di apparente tregua. La scorta, però, Fabio non ce l’ha. Il Comitato per l’Ordine Pubblico e la sicurezza ha ritenuto che bastasse una vigilanza saltuaria sotto casa: «Non vorrei mai la scorta perché non sarei più libero, non riuscirei a lavorare e questa sarebbe la vera sconfitta. Come dovrei lavorare?
Al telefono, da casa? Come si fa a fare il giornalista senza vivere il territorio? Accontentandosi dei racconti degli altri e romanzandoli, ma non è la stessa cosa. Se non ti sporchi le scarpe, se non vedi il sangue per terra non è la stessa cosa. Per adesso non credo di averne bisogno. Il fatto che qualcuno venga a darti fastidio è quasi normale per chi fa questo mestiere in un certo modo, la mia vera paura è che si crei un precedente, che si creda di poter minacciare un giornalista senza alcuna conseguenza. La libertà di stampa è un diritto del lettore prima ancora che del giornalista. Una stampa libera, giornalisti senza condizionamenti, sono gli strumenti più potenti per combattere la camorra». Sono due le inchieste che ad un certo punto catalizzano l’attenzione dei clan su di lui. Nel novembre del 2014 una sparatoria avvenuta di notte al Vomero viene interpretata come un avvertimento nei confronti di un tatuatore nel cui negozio erano stati ritrovati alcuni bossoli. La polizia offre questa versione ai giornali, loro la diffondono. La notizia, però, è stata fatta circolare da un informatore pagato dal clan, creata ad arte. Il Roma lo scrive e inizia un’inchiesta che riconduce la misteriosa sparatoria e
alcuni incendi avvenuti successivamente, alla lotta tra i Cimmino del Vomero e i clan di Secondigliano per una serie di appalti. Al giornale cominciano ad arrivare lamentele e richieste di rettifica. A luglio il capoclan del Vomero Luigi Cimmino viene arrestato per estorsione. In una intercettazione dice alla moglie: «Quel giornalista deve essere sistemato. Fategli capire che sta sbagliando». Il Roma pubblica anche questo, ma dopo 11 giorni il “diavolo” (così lo chiamano), è di nuovo libero. Inizia la sua latitanza e iniziano anche le intimidazioni a Fabio Postiglione. Ma un cronista che fa bene il suo lavoro di nemici se ne fa tanti, in posti diversi, per ogni inchiesta chiusa. E lui lo sa bene:«Ce ne sono alcune più toste di altre e tu sai già che ti creeranno più problemi. La camorra va in tilt per 3 cose: quando gli tocchi i soldi, i figli e la moglie. In una sola inchiesta noi abbiamo parlato dei soldi riciclati in attività alimentari lecite, dei figli del capoclan che le gestivano tramite i prestanome e della moglie che si lamentava con noi di quello che pubblicavamo». L’”inchiesta tosta” è quella sulle nuove estorsioni e inizia nel giugno scorso, quan-
Bocca chiusa. «Quel giornalista deve essere sistemato». Se fai la cronaca nera a Napoli devi essere molto coraggioso o incosciente, ma Fabio Postiglione, giovane cronista dello storico quotidiano “Roma”, non sente di essere nessuna delle due cose. «Non sono un eroe faccio solo il mio dovere, non puoi arrenderti se ti minacciano, tanto vale cambiare mestiere. Non riuscire a lavorare, questa sarebbe la vera sconfitta. La libertà di stampa è prima di tutto un diritto del lettore e per me solo questo conta, raccontare».
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(nella foto) Fabio Postiglione
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L’ARIA CHE TIRA L’Italia perde quattro posizioni nella classifica di Reporters sans Frontieres sulla libertà di stampa nel 2016, scendendo dal 73mo posto del 2015 al 77mo (su un totale di 180 Paesi). Fra i motivi che, secondo l’organizzazione con base in Francia, pesano sul peggioramento, il fatto che “fra i 30 e i 50 giornalisti” sarebbero sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni.
do la saracinesca di un ristorante sul lungomare di Napoli viene incendiata. La camorra non chiede più soldi in contanti ai ristoratori, ma impone i suoi prodotti, soprattutto pesce e mozzarella, a prezzi superiori a quelli di mercato. Le estorsioni, scrive Postiglione, vengono dai Quartieri Spagnoli. La pubblicazione degli articoli scatena le ire del clan, guidato dal boss in carcere e dai figli. Parlano dei nuovi affari e di una presunta frattura tra i fratelli. La moglie del boss si presenta anche al giornale portando il messaggio: «Il boss non gradisce». Siamo a luglio, mese in cui l’auto e lo scooter di Fabio subiscono i primi danneggiamenti. Al Roma cominciano ad arrivare lettere direttamente dal 41 bis, le più dure dopo la maxiretata che a settembre ha decapitato il clan Mariano con più di 40 arresti. Ci sono anche la donna e i suoi figli. Nelle lettere il capoclan si riferisce a Fabio chiamandolo pentito, collaborazionista, trombone della Procura e gli dice che, se vuole, può incontrarlo di persona. Da allora la vita cambia, il direttore gli chiede di non firmare alcuni pezzi, ma lui non si ferma e continua a scrivere anche nei momenti più critici: «Lo faccio semplicemente per senso del dovere, non certo perché mi senta un eroe. Mi piacerebbe essere d’esempio per chi ha paura e dopo la mia e della collega di un altro giornale sono arrivate nuove denunce da altre parti della Campania. Questo per me è importante. Non puoi arrenderti se ti minacciano, tanto vale cambiare mestiere». Gli attacchi subiti da Fabio sono stati alla moto e all’auto, mai fisici. «Non sono stupidi, è una strategia. Vogliono dare la sensazione di averti in pugno, che ad ogni pez-
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zo scomodo devi aspettarti qualcosa, ma senza mai esporsi al punto da farti capire chi sono. Il loro gioco è logorarti col dubbio. È una partita a scacchi. E io odio gli scacchi». L’ultima mossa sembra essere un episodio avvenuto qualche sera prima di questa intervista. Una macchina in controsenso, sotto casa, due ragazzi a bordo. Si fermano, lo guardano e ripartono. L’auto appartiene ad un pluripregiudicato dei Quartieri Spagnoli. Ci salutiamo pensando che sia una buona idea tatuarsi uno scacco. Magari sul braccio sinistro. Accanto alla bussola che indica solo il Sud. di Marcella Mastrobuono
© Fotolia
In prima linea.
IL DOPPIO FONDO con ANGELA ROSA D’AURIA RITA RUSSO ALESSIA SANCHEZ ANTONIO TORINO
scenografia e progetto grafico EMANUELA ESPOSITO
testo di EMANUELA ESPOSITO regia di DARIO TUCCI si ringrazia ASSIA FIORILLO
fonico ANTONIO PARASCANDALO tecnico luci ENRICO SCUDIERO
10 E 11 giugno ore 21.30 teatro ARCA’S via Veterinaria, 63 (NA)
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NUOVI
S I V I T T CA
e c i p a L o i s s Ale
e ssio Lapic le A , o m r sche ore e buca lo are l’att af h c lo o o c c ti e tinu a pic magn iavo con a uieto”. «D Sguardo b q re m ir a “ C to i. n i lì ssa ha un pa ava nei miei pia arebbe stato, d r s t e non rien a su quello ch ret. d’oce nta a Sec mente id io futuro» racco a vuole…tenetelo amm cos stell poco, il sa bene to da Ca e ti r c a e p v , in o e h lsiv riuscito a è i, n g o Adesso c é il ragazzo impu s di h nuova ia piena chio! Perc bia con una valig ere che sarà lui la ta ett mare di S E c’è da scomm ! a . d a a n farsi str ne italia io is v le te a stella dell rillo di Chiara G
A soli diciannove anni ha esordito ne “Il peccato e la vergogna 2” e, da quel momento, è in continua ascesa alternando ruoli di successo in: “L’onore e il rispetto 4”, “Sotto Copertura”, “Task Force 45 – Fuoco amico” e “Gomorra 2” (in onda in questi giorni su Sky Atlantic). Alessio Lapice è un attore versatile e ambizioso che sogna di debuttare sul grande schermo e continuare a lavorare con registi di fama internazionale. Sei giovanissimo ed hai già collezionato fiction di successo. Come ti sei avvicinato a questo mondo? E che cosa ti affascina di più? «Da piccolo non immaginavo nemmeno di fare l’attore, avevo ben altre idee. Cambiavo passioni di continuo e fare televisione non rientrava nei miei piani. Poi un giorno, intorno ai 16 anni, ho conosciuto delle persone che facevano teatro e ne sono rimasto affascinato! Da quel momento, 36| Ssm
recitare è diventato il mio pensiero fisso, la sola passione che sia rimasta costante. Così ho iniziato a frequentare diversi workshop e seminari. Sono entrato in Accademia, a Roma e a Milano, e ho fatto tanti provini. Quello che più di ogni altra cosa mi affascina di questo lavoro, è sicuramente la possibilità di entrare in contatto con realtà e personaggi che nella vita ordinaria non avrei mai avuto occasione di conoscere. Crescere facendo l’attore è una continua esplorazione». Da “Sotto Copertura” a “Task Force 45 - Fuoco amico” passando per “Gomorra 2”. I personaggi che hai interpretato sono in netto contrasto fra loro. In quale ruolo sei più a tuo agio? «Ogni ruolo ha un suo fascino straordinario. In “Gomorra 2” e in “Sotto Copertura” sono diventato il cattivo per eccellenza, a differenza del paramedico Francesco De Lucia che avete visto nella serie “Task Force 45 - Fuoco amico”. Un personaggio, quest’ultimo, completamente agli antipodi. Molto sensibile…l’anello debole del gruppo, al quale però sono particolarmente affezionato perché mi ha dato la possibilità di metter-
DIVI
? io
Alessio Lapice Attore, 25 anni. È in Tv con “Gomorra 2”. Ssm | 37
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O M I S S
© Alesandro Robboni
mi alla prova con qualcosa che, fino ad oggi, non avevo ancora avuto modo di sperimentare». C’è un attore a cui ti ispiri? «Il mio mito italiano è Giancarlo Giannini, con il quale ho avuto il grande piacere di studiare. Tra gli attori americani, invece, i miei modelli sono Matthew McConaughey e Bryan Cranston». Qual è stata invece l’emozione più forte vissuta su un set? «Senza dubbio, la più forte sensazione è stata quella provata sul set della fiction trasmessa da Rai Uno e diretta da Giulio Manfredonia “Sotto Copertura”. Nella mini serie io ero “Rudy”, lo spietato braccio destro del boss (ex latitante) dei Casalesi Antonio Iovine. Una storia inevitabilmente intrecciata a Napoli, la mia città, dove conservo carissimi ricordi della mia infanzia. Per tutto il tempo delle riprese ho provato un’alternanza di emozioni, un misto tra rabbia e adrenalina. Girare nella mia terra è stata l’esperienza più emozionante che mi sia capitata fino ad oggi, una storia sicuramente dolorosa e di forte impatto emotivo quella offerta al pubblico, ma che rappresenta comunque uno spaccato della realtà campana». Come Gomorra, che cosa hai provato quando hai saputo di essere nel cast della seconda stagione? Che clima si è creato poi sul set? «Quando mi è stato confermato che facevo parte del cast non potevo crederci, è stato come entrare in un quadro meraviglioso, che prima potevo solo osservare. Pensavo di trovare un clima più ostile e riservato, invece è stato tutto l’opposto. Sono stato messo subito a mio agio, non ci sono star, ma solo tante persone che amano il proprio mestiere e hanno voglia di dare il massimo! Ho lavorato soprattutto con Claudio Cupellini, un regista bravissimo che ama il suo lavoro e gli attori e che sa bene quali corde toccare. Ho avuto modo di conoscere un po’ tutti gli attori 38| Ssm
del cast, in particolare Salvatore Esposito, noto ormai come Genny. Un attore che stimo davvero tanto. Una persona umile, simpatica e capace». Come si svolge una tua giornata tipo lontana dagli impegni di lavoro? «Le mie giornate sono quelle di un “normale” ragazzo di città: leggo, studio, faccio sport ed esco con gli amici. Non sono molto mondano e non mi piace frequentare locali, preferisco stare a casa oppure fare delle lunghe passeggiate. Se avete voglia di incontrarmi, citofonatemi piuttosto che cercarmi in discoteca!». Che cosa sarebbe successo se non avessi fatto l’attore? «Francamente non saprei, forse avrei continuato a studiare all’università per accontentare mia madre. I miei genitori adesso molto sono contenti, ma chiaramente all’inizio, quando ho confessato loro di non voler più continuare gli studi di giurisprudenza per fare l’attore, è stata una grossa sorpresa». Quanto influiscono nella tua carriera artistica i legami familiari? «Tantissimo, la mia famiglia è il mio grande punto di riferimento. Quando torno a casa cerco di trascorrere più tempo possibile con loro, soprattutto con mia sorella. I miei genitori mi hanno dato un’enorme fiducia, senza porre limiti e ostacoli alle mie scelte. Sono dei napoletani atipici sotto quest’aspetto ma tipici per altri, ad esempio ogni festività dobbiamo necessariamente trascorrerla insieme!». Passando ai sentimenti, c’è una donna nella tua vita? «No, in questo momento sono single. Quando arriverà l’anima gemella sarò qui ad aspettarla, non c’è modo di scappare! Probabilmente ci stiamo già cercando, solo che io non riesco ad incontrarla, e lei non riesce a trovare me». Come ti vedi a 30 anni? «Beh, innanzitutto spero che tutti i miei affetti siano sempre presenti nella mia vita, nonostante la lontananza. A 30 anni mi vedo come l’Alessio dei 18, ai tempi della scuola, ma con nuove gratificazioni da aggiungere al mio lavoro. Ho tanti sogni da realizzare, mi piacerebbe esordire al cinema, magari con i registi che ho sempre stimato come Tornatore o Lucchetti».
Parole& dintorni La rubrica di parole e libri (parole nei libri) di Claudio Finelli
«Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere».
©Luciano Correale
Così scriveva Emily Dickinson per esprimere il proprio personale rapporto con la parola e con la capacità evocativa che ne può derivare. Ecco perché ho scelto di chiamare questa rubrica Parole&dintorni, perché le parole strutturano e costruiscono il nostro habitat sociale e affettivo. Arredano le nostre vite, rendendole più agevoli e più sicure. Più giuste e più belle. Migliori. E il territorio preferito dalle parole è quello dei libri. Delle pagine in cui prendono vita, segnando percorsi, attraversando esistenze, moltiplicandosi nel mondo. Dunque la mia rubrica sarà una rubrica di parole e di libri. Per l’esattezza: di parole rubate ai libri. E di libri resi belli dalle parole.
Claudio Finelli (Napoli, 1973) docente, critico letterario e teatrale, blogger LGBT (Pride Time) delegato cultura di Arcigay Napoli e presidente di Arcigay Campania, ha curato la raccolta di racconti “Se stiamo insieme”. È autore dell’antologia poetica “Sulle mie labbra” e, con Mario Gelardi, del fortunato format teatrale “Do not disturb”. Collabora con il Nuovo Teatro Sanità di Napoli. È creatore e direttore artistico della rassegna letteraria “Poetè” che ha luogo presso il Chiaja Hotel de Charme di Napoli.
Le parole, come ben sapete, non sono avulse dal tempo in cui vivono, dalla stagione in cui ritrovano la propria intensità semantica. E poiché ci avviamo verso l’estate, stagione in cui vedremo sfilare nelle nostre città i cortei arcobaleno della comunità LGBT (lesbian, gay, bisex e trans), la parola che scelgo per questa rubrica è Pride. Una parola inglese entrata da alcuni anni nel lessico comune per indicare le manifestazioni che rievocano i fatidici moti di Stonewall del 1969, quando nella notte tra il 27 e il 28 giugno, l’ennesima retata della polizia nel pub Stonewall Inn a New York, frequentato abitualmente da omosessuali, appiccò la miccia della prima storica rivolta del movimento gay nel mondo. Pride significa orgoglio. L’orgoglio di essere quel che si è, alla luce del sole, senza vergogna. Un orgoglio che nacque proprio durante quei moti. La recente pubblicazione di Felix Cossolo, “40 anni in movimento 1975-2015: un viaggio nella storia della militanza gay”, curato da Lucia Mazzilli ed edito dall’Associazione Gaystreet di Milano, ripercorre attraverso un repertorio fotografico inedito, l’evoluzione dell’orgoglio gay nel nostro Paese, passando attraverso inquietudini, trasformazioni sociali, paure e nuove disobbedienze. Un’evoluzione che ha investito tutti gli ambiti della vita degli italiani, ma che non ha ancora eliminato pregiudizi, violenze e stigmi. A tal proposito, è necessario ricordare uno dei racconti più significativi della letteratura italiana contemporanea, “Un Bacio” di Ivan Cotroneo, ristampato da Bompiani nel 2016, in concomitanza con la distribuzione nelle sale del film che lo stesso Cotroneo ha tratto dal proprio racconto. L’opera, liberamente ispirata all’omicidio del quindicenne californiano Larry King, è un racconto lungo che parla d’amore e di coraggio ma anche di disprezzo e paura. Da un lato Lorenzo, che non ha vergogna della propria omosessualità. Dall’altro Antonio, adolescente eterosessuale che non riesce a gestire i propri timori e le proprie debolezze, e vive le attenzioni che gli riserva Lorenzo come fossero un’onta da cancellare col sangue. Un corto circuito fatale, il cui esito tragico fissa in maniera paradigmatica quanto manchi ancora per abbattere l’omofobia dal nostro immaginario collettivo e per rendere la società in cui viviamo, una società migliore, più inclusiva. Una società in cui Lorenzo, potrebbe raccontare orgoglioso agli amici del suo amore per Antonio senza il pericolo di essere deriso, isolato. O, peggio ancora, ucciso. Ssm | 39
Dove vanno gliITALIANI?
# VIAGGI
te e
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La classifica dell’estate… Chi sale e chi scende! Isole paradisiache o città d’arte? Abbiamo scovato per voi le destinazioni più gettonate dagli italiani per questa estate 2016. Scegliete insieme a noi la vostra preferita!
L’estate è vicina, le temperature iniziano a salire così come sale la voglia di partire e godersi il meritato riposo lasciandosi alle spalle lo stress quotidiano. Tantissimi sono gli italiani che hanno già prenotato la propria vacanza, facendo attenzione al budget e approfittando delle formule “prenota prima”. Incrociando i dati forniti da vari portali, in base alle prenotazioni effettuate dagli utenti, abbiamo stilato una mini classifica delle mete più gettonate. La prima cosa che ci è saltata all’occhio? A quanto pare oltre il 70% degli italiani quest’anno non varcherà i confini e si dividerà tra le città d’arte e le spiagge assolate del nostro Bel Paese. Un dato importante, frutto del contagio “rischio attentati” che ha messo nell’ombra, quest’anno, alcune mete un tempo molto frequentate. Egitto, Turchia e Tunisia, sono le prime a scendere nella top ten delle mete più richieste, così come la Francia che vede crollare la domanda per Parigi, la più ambita del turismo culturale. Over booking, invece, per il resto d’Europa e per i sempre verdi Stati Uniti. 40| Ssm
E voi? Se non avete ancora le idee chiare su dove trascorrere le tanto agognate ferie lasciatevi ispirare… Italia that’s amore! Liguria, Puglia, Sardegna e Sicilia sono le regioni preferite per trascorrere le vacanze estive targate 2016. Tutte offrono la possibilità di combinare mare, arte, cultura e divertimento. Impossibile non cedere al fascino delle Cinque Terre liguri, delle bellissime e selvagge coste della Sardegna o dell’immenso patrimonio artistico ed architettonico della Puglia e delle bellezze naturali ed archeologiche della Sicilia. Vamos a la playa La penisola iberica con le sue isole continua ad essere gettonatissima dai turisti italiani. La cordialità ed il calore del popolo spagnolo, i costi abbordabili e le molteplici attrazioni richiamano ogni anno soprattutto i giovanissimi. Le destinazioni più scelte anche quest’anno sono
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ndi a ti qui n o r p Tutti renotare? zo p raz l'imba a. o l o s C'e non scelt della ountdown in re el c mette et e esa d In att nticate di ia di Secr dime vostra cop rtolina! a la na ca valigi nviateci u i Madrid con i suoi musei e le vie eleganti, Palma de Maiorca con le sue spiagge incontaminate, Ibiza per la sfrenata movida notturna e Formentera per la caccia al vip. Mare e Miti Anche quest’anno la Grecia si è piazzata sul podio delle destinazioni più amate dagli italiani. Economica, piena di divertimento, con un mare da favola e vita notturna a iosa. Le isole greche sono adatte a tutte le tipologie di viaggiatori e soddisfano ogni esigenza. Le preferite dai turisti sono la romantica Santorini, la modaiola Mykonos, la variegata Rodi e la più vicina Corfù. New York New York Così cantava Frank Sinatra nella celebre canzone dedicata alla città che non dorme mai. Ad oggi un gran numero di turisti italiani hanno scelto come destinazione per le vacanze la “grande mela”. Uno dei fattori principali di questa scelta è il costo
dei voli, notevolmente più vantaggioso rispetto ad altre mete. Aggiungiamo lo stuzzicante cambio euro-dollaro ed ecco che scatta la voglia di assistere ad un musical di Broadway, passeggiare tra le mille luci di Times Square, fare windows shopping nelle boutique di lusso della Fifth Avenue ed ammirare l’iconica Statua della Libertà. Mare profumo di mare La Croazia soddisfa le esigenze di ogni turista. La sua meravigliosa costa è caratterizzata da suggestive insenature, le isole offrono spiagge paradisiache, l’entroterra è macchiato da immensi campi di lavanda e le città hanno un ricco patrimonio culturale ed artistico. A tutto questo, aggiungendo i costi particolarmente bassi dei servizi e delle strutture ricettive, ecco che anche quest’anno è stata la meta prescelta da buona parte dei vacanzieri. Dubrovnik con il suo caratteristico centro storico, Hvar ed il suo delizioso porticciolo e la giovanissima Pag sono le località con il maggior numero di prenotazioni. di Barbara Rustici
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# MODA
Come mi vesto?
welcome
Š Outfit D&G
to
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Albachiara Guindani Chocker cuore swarowski Jimmy Choo Raffy
estate addosso
Phillip Lim Alix minaudiere
Albachiara Guindani Collana boule intarsi nappa e seta
Dolce & Gabbana Espadrillas
Miss Bikini #sins - Balance
Jimmy Choo Halley
Mara Hoffman Swimwear
SHOPPING LIST
Dolce & Gabbana Foulard
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©Pepe Russo
# 2.0 VITA DA IT GIRL
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La napoletana scelta da
Bruna, occhi scuri, fisico mozzafiato, tipica bellezza mediterranea. Forse è per questo che una delle case di moda più importanti al mondo l’ha scelta come protagonista di uno spot. Lei è Dalila De Masi, napoletana, 24 anni e modella. Tra un set e l’altro trova anche il tempo per studiare legge. Quest’anno è diventata testimonial della linea DNA di Dolce&Gabbana e lo spot da tempo impazza sul web: un richiamo alla femminilità classica, alla donna del Sud dannatamente bella e passionale, la donna che da sempre i due stilisti italiani prendono come musa. E Dalila incarna perfettamente questo prototipo, non solo per i suoi tratti, ma anche per la sua dolcezza e il suo carattere determinato.
è i h C alila? D
D&G
Sono le nuove imprenditrici del settore moda: girano il mondo tra una sfilata e l’altra. Sono le: instagramers, fashion bloggers, youtubers, ovvero giovani ragazze che lavorano sul web, condividono foto, scrivono articoli, creano tendenze. Coccolate dai brand come le star, invidiate ed imitate, sono riuscite a trasformare un hobby in lavoro. CONOSCIAMOLE! Ssm | 45
©Pepe Russo
Come hai cominciato a fare questo lavoro? «È una passione che porto con me sin da bambina, ho partecipato a vari concorsi di bellezza da piccola, come Miss Muretto e Miss Italia, e da lì ho iniziato a presentarmi a diverse agenzie di moda. Così, piano piano, sono arrivate le prime proposte di lavoro». Che cosa ami del tuo lavoro? «Mi piace tutto di questo lavoro, mi piace esprimere emozioni in foto e valorizzare i capi che indosso». Come si svolge la tua giornata lavorativa? «La giornata da modella inizia molto presto, si va subito al trucco e al parrucco, e già questo è il desiderio di ogni donna, essere coccolata da professionisti del settore che fanno di tutto per renderti al top. Poi si inizia a scattare e per me è la fase più bella, dove finalmente puoi dare il meglio di te, esprimendo te stessa davanti a una macchina fotografica. Sicuramente i vari cambi, le giornate lunghe e lo stress psicofisico di quelle giornate non sono una passeggiata, ma l’importante è farlo con passione perché è il lavoro più bello del mondo». Come è stato lavorare per una grande casa di moda come Dolce & Gabbana? «Lavorare per Dolce & Gabbana è stato davvero emozionante, un sogno che si è realizzato. Guardavo spesso le loro meravigliose campagne pubblicitarie, è sempre stata la mia casa di moda preferita, e trovarmi come protagonista in un loro spot è stata senza
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Dal 7 al 10 luglio, gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, approderanno a Napoli per festeggiare i trent’anni della loro celebre casa di moda. Il grande appuntamento prevede quattro giorni di sfilate ed eleganti incontri che coinvolgeranno gli alberghi ed i luoghi più belli e importanti della città. Attesi 400 artisti di fama mondiale tra cui la grande Sofia Loren, in veste di madrina ufficiale. Un evento ad alto tasso glamour e una straordinaria occasione per Napoli, che ancora una volta si conferma come una città amata ed apprezzata in tutto il mondo.
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dubbio la cosa più bella che potesse capitarmi». Che effetto ti fa vedere le tue immagini ovunque? «È una sensazione indescrivibile riconoscersi su un catalogo o su un cartellone pubblicitario. Il più delle volte sono i miei amici a dirmi di avermi vista ed è sicuramente piacevole. All’inizio mi faceva più effetto, poi con il tempo mi sono abituata, ma resta comunque una bellissima cosa». Come ti vedi tra 20 anni? «Tra 20 anni vorrei essere felice come lo sono adesso e sentirmi realizzata. Nello specifico non saprei dire cosa immagino di poter fare, perché la vita è una scoperta piena di sorprese, quindi sarà lei a decidere per me». Il tuo outfit ideale? «Un completo di pizzo nero, magari firmato proprio Dolce&Gabbana!».
1563 followers su Instagram Nata il 29/11/1991 Vive a Napoli Instagram dalilademasi Facebook Dalila De Masi
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©Pepe Russo
©Pepe Russo
di Michela Ponticiello
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Š Ettore Palazzi
# STORIE
Gente di stoffa
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DARIO TUCCI
Attore
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tra palco e realtà
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Dario Tucci è un giovane attore talentuoso che lavora incessantemente per trovare la sua dimensione. Mantiene vivo il suo entusiasmo nonostante le difficoltà storiche e sociali dei nostri tempi e quelle di una Napoli fervida ma ostica. L’umiltà, la bravura, l’aspetto baciato da una natura generosa e l’incondizionata dedizione alla propria passione, sono carte più che sufficienti alla piena realizzazione di un sogno che lo aspetta dietro l’angolo. Come hai scoperto la passione per il teatro? «Sin da piccolo sono stato un bambino dalla verve accesa e questo mondo mi ha sempre affascinato. Con i miei amichetti spesso inscenavo piccoli “sketch” tratti da film horror o da scene di vita quotidiana. Poi nel 2002 vidi un cartellone pubblicitario di un’accademia teatrale a Napoli, e decisi subito che mi sarei iscritto». La tua formazione è avvenuta a Napoli, ma affonda le sue radici anche a Roma. Cosa ti
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© Ettore Palazzi
© Maria Panico
Dario Tucci Attore, 29 anni. Potete seguirlo su Fb, su Instagram e guardare il suo showreel su youtube.
ha spinto ad allontanarti dalla tua città? «La voglia di allargare la mia giovanissima carriera a nuovi orizzonti, di sperimentare. Ha giocato molto anche il desiderio di mettermi alla prova affrontando la paura di dover andare avanti unicamente con le mie forze e la curiosità di vivere in una città completamente nuova. Di quegli anni porterò sempre con me un ricordo meraviglioso e nostalgico». Trovi che l’approccio all’ambiente teatrale-cinematogra-
fico della capitale sia diverso da quello campano? «Roma e Napoli sono città molto simili, anche nel campo artistico. Sono entrambe stimolanti, energiche, poetiche e in continuo fermento. L’unica sostanziale differenza è che nella capitale c’è un maggior numero di produzioni teatrali e cinematografiche che presentano una richiesta più intensa di lavoro e un fortissimo ricambio di attori rispetto a tutto il resto d’Italia. D’altronde il luogo comune che
© Maria Panico
“chi vuole far l’attore deve andare a Roma”, ha un fondo di verità». Una lunga gavetta tra teatro, fiction, cortometraggi, spot e posati per foto artistiche. In quale di questi linguaggi di comunicazione ti rispecchi di più? «In tutti! Non saprei quali scegliere, l’importante è che il progetto sia coinvolgente, originale, realizzato con passione e che sia curato in ogni minimo particolare da parte di tutti i componenti dello staff». Nel tuo curriculum c’è anche la regia dello spettacolo “Il Doppio Fondo”, andato in scena a Napoli lo scorso aprile. Com’è stato passare dietro le quinte? «Dopo qualche anno trascorso sul palco, ho sentito fortemente la necessità di passare “dall’altro lato’’, seppur per una parentesi, e di cercare di trasmettere agli attori tutto ciò che mi piacerebbe un regista trasmettesse a me. Mi piace definire ogni aspetto dei loro personaggi, trovare un modo per renderli funzionali, incisivi senza però essere mai invasivo. Credo che usare un metodo aggressivo nei confronti di un collaboratore, di uno studente o di un’artista sia spesso controproducente. Ad ogni modo, è stata un’esperienza unica, c’è stata un’empatia mai creata in nessun altro cast. Veniteci a vedere alla prossima replica a giugno e sarete voi a giudicare!». Quali progetti hai in cantiere? «Ho da poco terminato le riprese del cortometraggio “Rêverie”, della Landmesser Production, e a breve usciranno alcuni spot pubblicitari ai quali ho partecipato, tra cui quello per Rio Mare con Alessandro Gassman. Ora sto girando una miniserie per il web “Desire: Setup”. Inoltre è da un pò che
ho in mano un progetto per una web series». C’è qualcosa che vorresti fare in campo artistico e non ne hai ancora avuto la possibilità? «Ma certo, ho ancora tanti progetti di cui mi piacerebbe far parte, un bel film al cinema con alcuni dei miei registi italiani preferiti come Özpetek e Virzì oppure intepretare il ruolo di un vero outsider, un freak!». Quali difficoltà hai dovuto affrontare per inseguire il tuo sogno? «Ho dovuto e devo ancora affrontare! Penso che questa sia la risposta potenzialmente più lunga di tutte (ride, n.d.r.). Mi soffermerei non tanto su cose risapute come il nepotismo e la chiusura di determinati circuiti, ma sul fatto che chi sceglie di “fare l’artista” in questi anni corrotti da una profonda crisi economica e sociale, venga considerato un perditempo, perchè dovrebbe inseguire e raggiungere al più presto gli standard della vita medio-borghese: comprare casa, trovare un lavoro a tempo indeterminato e sposarsi. Ecco, la mia maggior difficoltà è proprio far capire alle persone che tanti, come me, sono disposti a sacrificare tutto questo per cercare fino alla fine di realizzare un sogno». Qual è l’aspetto più bello del tuo lavoro? Fare l’attore è come girovagare - spesso gratis - (ride, n.d.r.) in una macchina del tempo, del luogo, dei corpi. Hai la possibilità di vivere ed esplorare mondi sconosciuti, vivi una sorta di vita parallela. Un giorno sei un nobile dell’800, l’altro un mago che vola sui parchi di Roma...Meglio di così! Fare l’attore è uno dei mestieri più belli al mondo!». di Emanuela Esposito
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#FREETIME
5 c’è!
festival
Napoli bike festival
Il 20, 21 e 22 maggio la Mostra d’Oltremare ospiterà la V edizione del Napoli Bike Festival 2016, la rassegna che punta a promuovere la cultura della bicicletta. Preparate le vostre biciclette e consultate il programma per partecipare! www.napolibikefestival.it
Tevents OP Gli indirizzi top per scoprire la città. I ristoranti più in voga, le migliori SPA. Ma anche le mostre, i musei da visitare, eventi e manifestazioni.
Scelti da Secret
festival [kju:] Festival
Il [kju:] Festival è il primo Festival di cultura Queer ideato e realizzato in Campania da Arcigay Napoli e dal Nuovo Teatro Sanità. Dal 17 al 26 giugno, il numero Zero del [kju:] Festival coinvolgerà diversi spazi napoletani, in cui sarà possibile assistere a spettacoli, reading, presentazioni e incontri pubblici tutti oltre qualsiasi etichetta, qualsiasi stereotipo e qualsiasi pregiudizio.
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c’è!
cinema
Un film di Massimo Natale Il traduttore
con Claudia Gerini, Kamil Kula, Silvia Delfino, Piotr Rogucki, Anna Safroncik e con la partecipazione di Marcello Mazzarella E Eva Grimaldi. Dal 26 maggio. Andrei Bina è uno studente rumeno che grazie a una borsa di studio frequenta un corso di specializzazione in lingue straniere all’Università. Dato che i soldi della borsa sono pochi, di sera lavora in una pizzeria e di giorno saltuariamente in questura, dove traduce gli interrogatori e le intercettazioni di suoi connazionali. Andrei viene messo in contatto dalla sua tutor con una sua amica antiquaria, Anna Ritter, che vuole far tradurre il diario del marito tedesco, scomparso da poco in circostanze misteriose. Andrei viene catapultato in un mondo che fino a quel momento non aveva neppure osato sognare.
cinema
Un film di Jeff e Mike Zimbalist Pelé
Con Vincent D’Onofrio, Colm Meaney, Diego Boneta e Rodrigo Santoro. Dal 26 maggio.
Pelé racconta l’incredibile storia vera del leggendario giocatore di calcio che da semplice ragazzo di strada raggiunse la gloria, appena diciasettenne, trascinando la nazionale brasiliana alla vittoria del suo primo mondiale nel 1958 e diventando poi il più grande calciatore di tutti i tempi vincendo altre due Coppe del Mondo. Nato in povertà, Pelé affronta un’infanzia difficile. Ha usato il suo stile di gioco poco ortodosso e il suo spirito indomabile per superare ogni tipo di ostacolo e raggiungere la grandezza che ha ispirato un intero Paese, cambiandolo per sempre.
c’è!
festival
Mediterranean Pride Of Naples
#piccoli annunci #piccolo prezzo #scopri come fare
Scrivi a
info@secretstylemagazine.it
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Passa parola
“081” Risponde: Luca Delgado
Luca Delgado è uno scrittore napoletano, classe 1979. Insegna lingua e letteratura inglese alle superiori e italiano per stranieri. È adattatore e traduttore teatrale e collabora da anni con il regista Peter Brook. Ha lavorato inoltre con i registi Peter Sellars e Luca De Fusco.
S
Sei definito da molti uno degli autori più rappresentativi della letteratura contemporanea campana. Come ti senti in questa definizione? «Mi sento in buona compagnia e ne sono lusingato. La nostra è una terra di grandi scrittori e credo che questo sia un periodo particolarmente florido. Io provo a ritagliarmi il mio spazio, senza competizione, semplicemente guardandomi attorno con un sorriso. In seno al mio progetto di #Riscetamento (che vi invito a scoprire sui social) c’è anche quello di radunare gli scrittori napoletani intorno a un movimento letterario che racconti questo tempo di cambiamento».
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Il rapporto con la tua città è forte, da cosa nasce questo amore incondizionato? «Nasce da una semplice considerazione. Napoli mi ha dato una lingua bellissima, un’identità di cui andare fiero, il cibo che mi nutre (e anche bene), un clima che mi mette di buon umore, e una famiglia super allargata formata dal nostro popolo. Mi ha dato un modo di pensare e di confrontarmi con il resto del mondo, mi ha dato la voglia di andare via e di ritornare, di migliorarmi e di lavorare tanto. Insomma, questa città mi ha dato tutto, come posso non amarla?». Sei stato spesso al centro di forti dibattiti di chi invece Napoli la critica, credi sia una città strumentalizzata? «Beh, direi proprio di sì. Nell’ascoltare la tua domanda, la prima cosa che ho pensato è che avrei dovuto rispondere partendo con la solita premessa: “a Napoli ci sono molte cose che non vanno, ma…”. E invece mi sono stufato pure di dover fare questa precisazione all’inizio di ogni considerazione sulla mia città. Siamo così abituati ai discorsi negativi su Napoli che ogni volta che si racconta qualcosa di bello sembra sempre che ci si debba giustificare, pare che questo non sia un luogo per buone notizie, che quando accade qualcosa di positivo non se ne possa godere appieno. Così facendo, parafrasando Troisi, godiamo poco, godiamo male. C’è un dato di fatto: nell’epoca dell’informazione fatta con i click, dove ogni click vuol dire soldi per le varie testate on line, dove non si distinguono più le notizie shock dalle bufale, dove tutto è un costante invito ad aprire link, Napoli funziona benissimo ed è un marchio molto redditizio. Napoli funziona con gli stessi meccanismi della pornografia, ma se la gente vuole goderne veramente e pienamente
deve venire a vederla con i propri occhi». Il tuo libro si chiama 081, ed è stato subito un successo. Ce ne parli? «081 è la storia di un senzatetto che “abita” nel centro antico di Napoli, più precisamente sulle scale della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Per lui pare non vi sia più futuro, fin quando un giorno s’imbatte in un’attrice bellissima di cui si invaghisce. Qui comincia allora la sua seconda vita, fatta di appostamenti e pedinamenti che lo porteranno a scoprire i segreti dell’attrice e a trovare finalmente il proprio posto nel mondo. Per lui 081, oltre che riportare alla memoria l’idea di una casa, è quel numero che ci rappresentava come comunità prima dell’avvento dei cellulari. La prospettiva del protagonista è quasi inedita perché osserva la realtà che lo circonda senza il filtro di uno schermo». Se dovessi descrivere il tuo libro con tre aggettivi? «Risulterò autoreferenziale ma dovrò pur rispondere no? Avvincente, sorprendente, spiazzante». Verso che direzione sta andando la tua letteratura? «Dal punto di vista dei temi, il mio prossimo romanzo sarà un thriller-noir politico, ambientato in epoca contemporanea intorno a una campagna elettorale. Quindi è molto attuale. Dal punto di vista della scrittura, continuo la mia ricerca personale di un linguaggio che giochi con le parole, come hanno fatto i miei maestri Joyce e Queneau». Napoli è lo sfondo o il fulcro dei tuoi racconti? «È lo sfondo per il plot: le storie che racconto potrebbero essere ambientate in qualsiasi altro luogo del mondo. Ma per la caratterizzazione dei personaggi, per le situazioni che si sviluppano intorno a essi, credo che Napoli sia la protagonista aggiunta.
Poi io sono uno pigro e maniacale allo stesso tempo: molti dei luoghi descritti nei miei romanzi sono quelli che frequento, perché mi piace la comodità di poterli andare a ispezionare quando ne ho voglia e, al contempo, ho la certezza di riuscire a essere molto preciso nei dettagli». Progetti futuri? «Come dicevo, ho un romanzo quasi finito e spero di riuscire a completarlo prima dell’estate. Nel mese di maggio torno a teatro, ancora con il maestro Peter Brook con il quale collaboro da diversi anni e che arriva in Italia per un tour di 20 date: Roma, Fermo, Modena, Firenze, Perugia. Il suo nuovo spettacolo si chiama “Battlefield”; lavorare con lui è una delle grandi fortune che mi sono capitate nella vita. Oltre a quella di essere nato a Napoli, ovviamente». Di Axel Andrea Nobile
“081” di Luca Delgado Editore Homoscrivens, collana “Dieci”
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primina sìno o? Scuola:
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# VITA DA MAMMA
Ecco il consiglio della psicologa: «Spesso si decide di anticipare pensando “mio figlio è avanti”. Non sempre è la scelta giusta, anche se il bambino è sveglio e veloce, potrebbe mancargli la maturità emotiva».
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Un tempo la chiamavamo “primina”, oggi, anche se i termini per indicarla sono cambiati, il dubbio dei genitori rispetto alla questione se anticipare o meno l’entrata dei propri figli nel mondo della scuola primaria resta il medesimo. Ai genitori di bambini nati nei primi mesi dell’anno, lo Stato dà la possibilità di iscrivere i propri figli anticipatamente alla scuola dell’obbligo, in modo da evitare ritardi dovuti ad esigenze burocratiche. Un tempo era necessario un piccolo esame preliminare per potervi accedere, oggi invece le procedure si sono liberalizzate al punto che la scelta sembra ricadere quasi esclusivamente sui genitori. Le perplessità di questi ultimi, pertanto, sono numerose. I bambini che entrano anticipatamente nella scuola primaria ne avranno sicuramente beneficio o potrebbero manifestare delle difficoltà? La psicologa, psicoterapeuta esperta in infanzia e adolescenza, Francesca Amoruso, ci mette a disposizione la sua professionalità per aiutare i genitori a districarsi tra dubbi e indecisioni. È un vantaggio per i bambini entrare anticipatamente nella scuola primaria? «Purtroppo questa non è una decisione facile per i genitori, è chiaro che bisognerebbe valutare caso per caso, ma in linea di massima non sempre la scuola anticipata risulta essere un vantaggio. Se il momento non è propizio per il bambino, si finisce per negargli un anno di attività più vicine ai suoi bisogni in favore di altre strumentali. È evidente che imparare a leggere e a scrivere siano delle abilità fondamentali, ma se i tempi non sono
maturi si penalizza lo sviluppo di attività parimenti importanti legate alla socializzazione e quindi alla capacità di relazionarsi con gli altri». Perché anticipare i tempi della scuola dell’obbligo potrebbe risultare fallimentare? «Perché non è detto che i bambini che manifestano uno sviluppo cognitivo particolarmente avanzato, siano poi pronti per affrontare la scuola primaria. Un ruolo fondamentale è giocato dallo sviluppo socio-affettivo del bambino, se le attività proprie della scuola dell’obbligo non rispondono alle reali esigenze dell’alunno, potrebbero essere vissute come forzature, e di conseguenza creare dei problemi». Ci faccia un esempio, quali problemi potrebbe creare la scuola anticipata? «L’iper-responsabilizzazione dei bambini potrebbe causare, in seguito, una difficoltà nell’accettazione dei fallimenti, essi fanno parte della vita e vanno affrontati. Nel caso però di bambini abituati ad essere sempre all’altezza, un fallimento potrebbe essere vissuto come eccessivamente frustrante e provocare sofferenza». Quali potrebbero essere le misure atte a sostenere i genitori in questa scelta? «Sicuramente affidarsi alle indicazioni delle maestre. Siccome le valutazioni cambiano da bambino a bambino, il supporto di esperti
del settore che seguono quotidianamente i propri figli, può risultare prezioso e rassicurante». Questa fase di sviluppo dei bambini è molto delicata, quali sono le nozioni utili per non sbagliare? «In questo momento della vita dei bambini, si passa dalla fase pre-concettuale a quella in cui comincia a svilupparsi il pensiero intuitivo. Questo avviene in maniera autonoma e creativa, quindi sarebbe necessario che i bambini imparassero ad esercitare questo tipo di pensiero attraverso il gioco, non mediante l’acquisizione della scrittura e della lettura. Come sostenuto dallo studioso Winnicott, fonte di ispirazione per le mie attività, la vita culturale dell’essere umano si pone in una posizione di diretta continuità con il gioco, se quindi al bambino viene data questa possibilità comincerà a vivere in maniera creativa relazionandosi con oggetti e persone, se invece questa possibilità non venisse stimolata a sufficienza potrebbe limitare le opportunità culturali del bambino». di Noemi Perris
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# BELLEZZA
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estate!
È
Questa estate vince chi si trucca senza regole. Abbinare con precisione mani e piedi, smalti e rossetti non è più di moda. Via libera ai contrasti, scegli in completa anarchia le tonalità che fanno per te! Segui il tuo umore, tira fuori l’istinto. di Valentina Iavolato
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COLORS
TOP
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1. Mascara Maxi Lash, Guerlain 2. Blush I’m shocked, Sephora 3. Brush per polveri (viso), Kiko 4. Made to last-eyeshadow, Deborah 5. Watery mousse eyeshadow, Deborah 6. Rossetto Rouge Automatique, Guerlain 7. Eyeliner liquid gel, Deborah 8. 24 ore waterproof eyeshadow, Deborah 9. Eyeliner waterproof, Collistar 10. They’re real - push up liner, Benefit 11. Necessarie, h&m
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TRUCCO a prova D’
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raccolti,
Pronte a giocare con i capelli?
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«In una parola, eclettiche. Sono così le tendenze estate 2016», spiega l’hair stylist Giuseppe Cerella della maison CHD Salon e Ambassador nazionale di L’Oréal Professionnel. Studiando i look proposti durante le Fashion Week di New York, Londra, Milano e Parigi i consulenti d’immagine CHD hanno reinterpretato gli hair mood avvistati sulle passerelle dell’alta moda e studiato nuovi trend per un’estate da vivere all’insegna del glamour! Scopriamoli insieme!
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GetWet Metallic
Un look forte e deciso, come ogni donna. La tendenza Metallic, proposta da brand come Chanel, MiuMiu e Alberta Ferretti, lascia ampio spazio agli accessori per capelli. Raccolti in pettinature o lasciati sciolti per evidenziare forme e lunghezze, lo styling viene arricchito ed impreziosito da accessori inusuali e di design.
Osare con eleganza. Look forte e deciso, proposto dalle passerelle di marchi come Dsquared2, Kenzo e Marc Jacobs, Get Wet è un invito allo styling bagnato. Un’immagine audace e d’impatto, da portare con sicurezza e disinvoltura specialmente nei mesi più caldi dell’anno.
Be Italian
La freschezza del sapore del made in Italy. Un tuffo nel Mediterraneo. Una donna sensuale e allo stesso tempo provocante. Donne d’altri tempi che rimandano alla bellezza degli anni 40 e 50; donne iper-femminili e dalla spiccata sensualità. Il fascino dei capelli morbidamente raccolti che lasciano scoperto il collo, ma anche gli sguardi provocanti di un volto in parte nascosto dietro onde voluminose.
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# CONVERSANDO
ROSARIA DE CICCO:
«Mai rimandare a Incontro Rosaria De Cicco dietro le quinte del teatro “Il Primo”, al termine del suo ultimo spettacolo, “Regine”. Ha indosso ancora gli abiti di scena. Sul viso e sul corpo i semi delle carte francesi disegnati dalla truccatrice. E ancora trabocca di emozione dopo aver salutato il pubblico con gli occhi lucidi. Questa stessa trepidazione di vivere, di esprimersi, di rivelarsi, viene fuori dal suo parlare accalorato e familiare. Come fosse una metafora, mentre si strucca e lava via le ultime tracce dei personaggi che l’hanno vestita sul palco, iniziamo a chiacchierare e si apre sempre di più per raccontarsi. di Emanuela Esposito
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oma
Da dove nasce il tuo impegno sociale per la legalità e per le donne? «Io non so da che cosa può nascere, forse da una sorta di inevitabilità, non riesco ad immaginare di avere un atteggiamento qualunquista a riguardo. Io non credo di essere una persona migliore di altre, semplicemente non posso farne a meno. Poi, soprattutto, è una cosa molto legata al mio lavoro, perché altrimenti il mestiere dell’attore non ha senso, diventa un lavoro narcisista, che ha come fine semplicemente la propria visibilità. Invece deve avere necessariamente, soprattutto oggi, in questa epoca, un fine sociale». Teatro, televisione e dal 1996 anche il cinema. Sei stata diretta da registi del calibro di Ferzan Özpetek, Pasquale Falcone e Antonio Capuano. Tutte realtà del grande schermo molto diverse. Cosa conservi di queste esperienze? «Ho girato con ognuno di loro tre film, e ognuno di loro mi ha dato qualcosa. Sicuramente Antonio è il più burbero, ha un carattere molto duro, ma ho sempre ricevuto grandi insegnamenti da lui. Pasquale Falcone è proprio il compagno di giochi, al quale non saprei mai dire di no, e infatti lavorerò di nuovo con lui a fine maggio. Ferzan Özpetek è veramente una persona
ani Âť Rosaria De Cicco Attrice, 58 anni. Si divide tra teatro, cinema e Tv. Ssm | 65
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Rosaria De Cicco durante lo spettacolo “Regine”, diretto da Giuseppe Bucci.
© Sonia De Rosa
© Maria Luisa Ferraro
Ognuno ha un destino, ma noi stessi contribuiamo a costruirlo. La vita è qualcosa che molto spesso lasciamo passare perché pensiamo di poter rimandare tutto a “domani”, e invece no, non c’è da procrastinare niente. Quegli incidenti mi hanno dato anche una minore paura della morte, penso che la morte faccia parte della vita, e che come si vive così si muore. Quindi tanto vale vivere al meglio, perdonando, dando priorità alla solarità. Io sono molto fortunata perché sono nata in Occidente, quindi sono una persona che ha già un destino fortunato. In più faccio un lavoro che adoro, insomma ho una vita che mi straordinaria, che mi ha dato molto, sopratpiace, anche con tutte le sofferenze. tutto dal punto di vista umano. Mi ha inseSe si impara a considerarle necessarie, si gnato che le cose si dicono con grande impara a vivere». semplicità, come lui fa nei suoi film. Quali sono i tuoi obiettivi come attrice e Lui racconta quello che vive, ma con una tale come donna? normalità, con una tale verità e soprattutto «Esprimere il meglio che con un tale amore che ti posso e non rinunciare mai lascia sempre veramente «Sono a scoprire altre cose dentro con il cuore pieno di cose semplicemente di me, cercare di trasforma“ricevute”. Adesso girerà re tutto quello che di negauna donna che lotta un film a Napoli, e credo tivo so che c’è ancora nella tutti i giorni che questa città sia il commia vita, e ottenere così un pletamento giusto del suo per tirare fuori disarmo interiore. cuore turco». il meglio che ha».». Perché sono convinta che Hai interpretato il ruotutte queste cose alla fine lo di un’insegnante in possano darti i risultati che magari non hai “Troppo napoletano”, cosa significa per mai avuto perché eri arrabbiata o perché te essere “troppo napoletani”? pensavi che gli altri avessero avuto più di te. «Dico sempre che noi a Napoli abbiamo Tutto questo è stupido, bisogna solo pensare troppo di tutto, abbiamo troppo di bellezza, a fare bene le proprie cose. Ecco, fino all’uldi arte, di civiltà, di calore, ma anche di matimo istante della mia vita io spero di fare laffare e di sporcizia, e non sappiamo gestibene quello che faccio, qualunque cosa sia. re i due lati perché sono “troppo”, entrambi. E soprattutto ricordarmi che questo momenPerò forse l’assurdo è che senza la parte neto non torna più. Se io lo lascio andare senza gativa probabilmente non ci sarebbe quella godermelo, senza capire cosa può essere positiva. Allora per me, essere “troppo napofino in fondo, io non sto utilizzando la vita, letani” vuol dire, come per le donne del mio che è il dono più prezioso. spettacolo, lottare sempre per far venir fuori C’è un detto che riassume quello che penla parte migliore che rischia di essere canso: “Se semini un pensiero nasce un’azione, cellata o sotterrata dalla parte buia. E Napoli se semini un’azione nasce un’abitudine, se è l’emblema dell’umanità. Ognuno di noi ha semini un’abitudine nasce un carattere, se la parte illuminata e la parte oscura. Dipende semini un carattere nasce un destino”». da noi quello che viene fuori. Quindi questo è il “troppo”, è l’essere ricchi, di tutto». Due gravi incidenti hanno segnato la tua vita. In che modo hanno ti hanno cambiata? «Sono molto più prudente innanzitutto. Ho capito che mi sono state date due occasioni in più e non si possono sprecare. Penso che nulla accada per caso, ognuno di noi ha una funzione, una missione. Così è cambiato il mio atteggiamento nei confronti della vita, ora assaporo e sfrutto ogni momento.
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# WEB E SOCIAL
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cult
o continu n i e n i Pag mento, azze, a n r o i g ag ag te alle r o e foto s i v r e t n i e ia di vid centina rogramma, lp con cult de à di chattare nni lit possibi oniste. Vent’a g le prota n è la Rai” o … dopo “N un fenomeno a è ancor a…sul web. olt questa v
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“Affatto deluse” “Se non vi piace il programma vi prego non lo guardate, basta cambiare canale, però leggere un giornale o con cautela guardare qualcosa di meglio d’una telenovela [..]” Così risuonava la popolare sigla del programma di culto “Non è la Rai”, il varietà di lolite degli anni novanta ideato da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo, trampolino di lancio per decine di ragazze e sogno proibito di tutte quelle rimaste a casa. La trasmissione andò in onda per ben quattro stagioni, poi il 30 giugno 1995 calò ufficialmente il sipario. Eppure Non è la Rai, almeno per i nostalgici, non muore mai e le ex ragazze ritornano a spopolare grazie al tam tam partito dai fan sui social che, a gran voce, ne hanno chiesto il ritorno con l’apertura di numerosi siti e forum, primo tra tutti: www.nonelarai.it. Il boom viene raggiunto con Facebook, dove sette sono le fan page intitolate al programma, ognuna nata con una propria precisa caratteristica. Fra le più seguite e le più chiacchierate (dove i fans tra di loro si confrontano e si scontrano, portando alla luce vecchie rivalità, presunte o reali, tra le diverse ragazze), Non è la Rai TUBE, Affatto Deluse, Non è la Rai Revolution, Non è la Rai Cult, Non è La Rai - Le, Secchiate Marko23v -, The Best of Non è la Rai e la giovane Non è la Rai Noi, gestita invece da alcune delle ex beniamine del pubblico.
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Per le foto di repertorio si ringrazia Marco Geppetti, fotografo ufficiale di Non è la Rai. Si ringrazia inoltre la pagina Non è la Rai Revolution.
Ogni giorno, su queste pagine vengono inseriti video estratti dalla trasmissione, interviste, foto inedite e curiosità…con un numero di visualizzazioni da fare invidia ai più gettonati YouTubers. La viralità del fenomeno convince così un gruppo di direttori artistici e discografici indipendenti a produrre “Affatto Deluse”. Un progetto musicale, o meglio, una trilogia di compilation che raduna le voci originali di “Non è la Rai” (ragazze, vocalist e coriste), per regalare ai fans una raccolta celebrativa con le canzoni mai pubblicate. Mantenendo il sapore originale di quegli anni indimenticabili, riecco quindi le best songs delle ex colleghe di Ambra, da Pamela a Francesca Pettinelli, passando per Sabrina Marinangeli, Miriam Calzolari, Eleonora Cecere, Angela Di Cosimo e le altre cosiddette “Affatto Deluse”: Arianna Becchetti, Letizia Sedrick, Monica Catanese. Ritroviamo tra le tante guest star anche: Ilaria Galassi, Emanuela Panatta e Alessia Gioffi, che hanno preso parte al terzo volume; così come le vocalist che hanno prestato le loro voci ai playback delle ragazze che non sapevano cantare: Loredana Maiuri, Stefania Del Prete, Annamaria Di Marco, Letizia Mongelli, Antonella Tersigni, Lilla Costarelli e Raffaella Misiti. Di Axel Andrea Nobile
Leggi di più su Non è la Rai sul nostro sito www.secretstylemagazine.it
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Lato
# IN FORMA
Ahi ahi ahi!
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Chi non vorrebbe un “di dietro” così? Sodo, alto e tonico. Ci stai provando da quando hai acquistato l’abbonamento in palestra, eppure i risultati non sono ancora quelli sperati. Non sarà forse arrivato il momento di ricorrere all’aiutino? Ssm | 71
Formula per la cura d’urto
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L’arma vincente per eliminare le adiposità superflue è, come ci spiegano gli addetti ai lavori, l’intralipoterapia. Ovvero, un rimedio soft e non invasivo che elimina la culotte de cheval senza ricorrere alla liposcultura, semplicemente iniettando farmaci lipolitici come Acqalyx, Alyda o fosfatidilcolina in grado di determinare la lisi degli adipociti e la successiva saponificazione del grasso con la sua espulsione attraverso le vie linfatiche. L’utilizzo di questa tecnica è rigorosamente riservato ai soli medici estetici che hanno conseguito una formazione specifica. Va quindi effettuato da mani esperte e abilitate!
Come funziona: Una volta disegnata l’area da trattare si procede con una infiltrazione sottocutanea che prevede l’impiego di un ago molto sottile che rilascia le opportune quantità di soluzione. Per eliminare il fastidioso inestetismo sono generalmente necessarie dalle 4 alle 6 sedute, con frequenza trisettimanale, da alternare a massaggi drenanti. Durata dell’effetto: Il risultato può essere permanente se la paziente riesce a controllare l’alimentazione. Per mantenere a lungo i risultati, infatti, la prima regola è quella di sostituire ai carboidrati raffinati (pane, pasta, riso, dolci, etc) la loro versione integrale. Costo: circa 200 euro a seduta. di Valentina Iavolato
Bella sotto il sole Il consiglio in più per glutei da pin~up
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Crema abbronzante snellente intelligente Collistar - € 29,50
Trattamento solare snellente Somatoline cosmetic - € 36,00
2 Leviga: Complexe Anti-Capitons combatte efficacemente le adiposità LPG - € 48,00
In spiaggia o subito dopo
per un fondoschiena perfetto applica ogni due ore un solare ad azione snellente (1-2) su glutei e cosce o un levigante contro i cuscinetti (3). Puoi anche utilizzare uno scrub rimodellante delle zone critiche (4).
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3 Fango scrub rimodellante zone critiche Collistar - € 33,95
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Prova
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Ingia l o g c a i sp
o s i r r o s HT G I li L state g i s con er un’e TOPro p al na Cavalla di Sim
L’estate è quasi pronta a stravolgere le nostre giornate e se da una parte non vediamo l’ora di riporre cappotti e vestiti pesanti per iniziare ad indossare il bikini, dall’altra parte siamo restii e preoccupati di lasciare tutti quegli strati di stoffa che ci coprono e “non mettono fretta”, che permettono di non trattenere il fiato per tirar in dentro la pancia e rimandare i buoni propositi. Niente paura dunque e soprattutto, la parola d’ordine è: “no panic!“. Basterà seguire poche regole per arrivare in spiaggia senza musi lunghi. Prima di tutto, bisogna chiarire un concetto molto importante: correre verso un peso più basso, iniziando a seguire diete fai da te super drastiche non serve a nulla! Se volete perdere davvero il grasso in eccesso, dovete imparare a mangiare il “giusto” e cioè quello di cui il vostro organismo ha veramente bisogno, eliminando gli eccessi. Digiunare può peggiorare soltanto le cose, rallentando il vostro metabolismo basale e di conseguenza ostacolando il vostro dimagrimento. Facciamo un esempio facile: se improvvisamente il vostro datore di lavoro vi riducesse lo stipendio drasticamente, continuereste a spendere soldi con la stessa tranquillità di prima? La risposta è sicuramente no. Ecco, questo è quello che succede al vostro organismo quando riducete al minimo i vostri pasti. Attiva un processo di autodifesa riducendo la spesa energetica. Insomma, tanta fatica per nulla! Per questo motivo, il primo consiglio che vi
o
dò è quello di chiudere in ripostiglio la bilancia di casa e cominciare a dare peso soltanto a quello che dicono i vostri vestiti. Tenere un’agenda dove appuntare tutto quello che mangiate, bevete, l’attività fisica che eventualmente praticate, può essere di grande aiuto. Potrete cosi rendervi conto facilmente di come state organizzando le vostre giornate alimentari e, se necessario, correggere il tiro. Puntate su cibi ricchi di fibre e acqua come frutta e verdura. La natura fortunatamente è dalla nostra parte e ci offre un’ampia scelta di prodotti dalle proprietà straordinarie: anguria, albicocche, melone, prugne, carote, cetrioli, lattuga, melanzane, pomodori, zucchine, etc. Basterà quindi, semplicemente seguire la stagionalità degli alimenti per fare il carico di vitamine, minerali, ridurre la ritenzione idrica ed idratarsi al meglio. In questo modo, e bevendo ogni giorno almeno 2 litri d’acqua, cercheremo anche di ridurre quella pelle a buccia d’arancia che d’estate è quasi impossibile nascondere. Per aumentare l’introito di liquidi sono ok anche le tisane: poco estive ma con zero calorie. Non dimenticate la vostra quota giornaliera di carboidrati. Scegliete cereali preferibilmente integrali e cercate di variare il più possibile. Una dritta: l’orzo, ottimo da mangiare anche freddo in spiaggia, abbinato con delle verdure, ha meno calorie della pasta e del riso ed è ricco di fibre e fosforo, un minerale importante per il metabolismo energetico. Ssm | 75
# DOLCE & SALATO
SORBETTO
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e poritveo l l a è e r L’estatil caldo in aor glia e con anche la vti, ma torna lati e sorbet casa di ge fare se in latiecosa i ha una gerbetto non sQuesto so il dolra? o e menta è gnerà mang e accompa estivi ce chri pomeriggi frei vost iudendo la menracchzza della delsche nota dolceanna ta, lacchero di c o del lo zu cco esotic e il to o! mang
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Ingredienti 100 gr zucchero di canna 200 gr di acqua 1 mango maturo 2 foglie di menta
Procedimento Iniziate creando uno sciroppo unendo in un pentolino lo zucchero di canna, l’acqua e le foglie di menta. Date una veloce mescolata e mettete sul fuoco a fiamma bassa. Quando lo zucchero sarà completamente sciolto, togliete il pentolino dal fuoco, eliminate le foglie di menta e fate raffreddare a temperatura ambiente. Nel frattempo pulite il mango eliminando la buccia e tagliatelo a pezzetti. Frullatelo a lungo fino a ridurlo in una purea. In una ciotola mischiate lo sciroppo ormai
freddo e la purea di mango e mettete il tutto in freezer per un’ora. Trascorsa l’ora di riposo prendete il sorbetto che risulterà ancora abbastanza liquido e mischiatelo con un cucchiaio per evitare che la superficie congeli. Ripetete quest’operazione ogni ora, finché non otterrete la consistenza desiderata, in totale dovrebbero essere necessarie cinque ore. Servite il vostro sorbetto in una coppa fredda e ultimate decorando con qualche fogliolina di menta e un pò di buccia di limone. Ssm | 77
# A CASA
L’Oriente e l’Occidente si incontrano... a tavola! Ingredienti partenopei e tecniche giapponesi mixate insieme in questa nuovissima ricetta di cucina fusion! di Marcella Tagliaferri
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o l o s n No ushi s Tataki di Palamita con finocchio croccante e gioco di agrumi
Ingredienti (per 4 persone) 1 Palamita da 1 kg 1 confezione di ribes 1 arancia 200 gr di sesamo nero olio extravergine q.b. colatura di alici (per condire) 3 finocchi
Procedimento
Prima di tutto prepariamo il ghiaccio necessario per rendere i finocchi croccanti. Sfilettiamo la palamita (ricaviamone quattro bei filetti), assicurandoci che non ci siano spine. Adesso stendiamo la pellicola da cucina su un piano e avvolgiamo ogni filetto di palamita ottenendo delle caramelle, in modo da compattare i filetti e dare una forma cilindrica. Mettiamo le quattro “caramelle” nel congelatore. Nel frattempo, con l’aiuto di un’affettatrice tagliamo in fette sottilissime i finocchi e lasciamoli in acqua e ghiaccio in modo che diventino croccanti. Estraiamo dall’arancia il succo e addensiamolo aggiungendo xantana o maizena con l’aiuto di un frullatore ad immersione. Versiamolo in un biberon e riponiamolo in frigo. Stacchiamo i chicchi di ribes dal grappolo e mettiamoli entrambi da parte perché serviranno a colorare la nostra insalatina di finocchi, dandole la giusta acidità. Quindi prepariamo il gomashio. Che cos’è? Sesamo nero tostato in padella con qualche pizzico di sale e poi frullato fino ad avere l’aspetto di una panatura nera. Tiriamo fuori le nostre caramelle di palamita dal congelatore. Ora siamo pronti per procedere.
Scoliamo i finocchi croccanti, ma ricordiamo di condirli alla fine perché altrimenti perdono la loro consistenza e croccantezza, mettiamoli al centro del piatto e guarniamo con il succo d’arancia e qualche chicco di ribes. È il momento di scottare i nostri filetti. Ungiamo una padella con un filo d’olio e quando sarà bella calda scottiamo uno alla volta i filetti. La caratteristica del tataki è che il pesce è ben cotto e croccante fuori e crudo dentro. Ogni filetto dovrà cuocere dieci secondi per lato per avere una cottura perfetta. Adesso tagliamolo in quattro “cilindri”. Impaniamoli nel gomashio lasciando però pulite le basi. Mettiamo il nostro tataki nel piatto e condiamo la nostra insalatina con un po’ di colatura di alici e una citronette (olio aromatizzato al limone). Il nostro piatto è pronto. Possiamo guarnirlo con della barba di finocchio oppure qualche fiore e...Buon appetito!
Marcella Tagliaferri
Chef. Da 15 anni nel campo della ristorazione, si è formata presso “Gambero Rosso”. Ha lavorato all’Hotel Romeo e ha partecipato al talent Hell’s Kitchen Italia. Lavora attualmente come chef, sostiene “l’home restaurant” e crede nell’idea di “cucina come momento di aggregazione”. Ssm | 79
ion & go! CHD fash
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Simona Vitale La woman coach che ti cambia la vita. Aiuta le donne a raggiungere i propri obiettivi personali. Ogni mese risponde alle tue lettere dandoti consigli per la carriera o aiutandoti a risolvere dubbi e problemi che ostacolano la tua crescita personale. Scrivile a: redazione@secretstylemagazine.it
LA POSTA di Secret di Simona Vitale
Se lui vuole una donna “con le palle”? Cara Simona,
ho letto la tua ultima risposta nella posta di Secret e mi sei piaciuta molto. Ho deciso allora di contattarti anche io per una questione che riguarda mio marito. In questo periodo non andiamo molto d’accordo e quello che mi dice durante i litigi mi fa male. Quello che mi fa più male è quando dice che sono troppo fragile ed insicura. Molto spesso piango quando è così duro con me, e allora mi sento dire che sono troppo debole per affrontare la vita. Vorrei trovare un modo per essere più forte e farmi apprezzare di più da mio marito. Per il momento non so neppure cosa rispondere quando mi attacca. Come potrei ribattere quando mi dice che vuole “una donna con le palle?”(scusa l’espressione). Un abbraccio fiducioso. *Marta da Napoli*
Cara Angela,
riprendo subito la tua domanda e ti rispondo in maniera precisa. «Come potrei ribattere quando mi dice che vuole una donna con le palle?» «Hai mai valutato l’ipotesi dell’omosessualità?». Ecco cara, questa risposta così ironica serve a rompere uno schema nel quale mi pare di capire ti ficchi spesso: le giustificazioni. Non giustificarti mai per come sei, in particolare non giustificarti di essere donna. Ammira ed imita le altre donne che si permettono di essere morbide e vulnerabili. È la tua natura ed è bellissimo esprimere la propria energia femminile. Inoltre non giustificandoti più, cesseranno prima i litigi. Ti auguro il meglio. Simona Vitale - www.simonavitale.com Ssm | 81
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Gli astri
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Ariete
Toro
Gemelli
Cancro
Leone
Vergine
Bilancia
Scorpione
Sagittario
Capricorno
Acquario
Pesci
I nati sotto questo segno vivranno un periodo di grande stabilità amorosa grazie a Saturno che porterà un gran desiderio di mettere questa estate basi solide per una vita di coppia ancora più felice. I single del segno lasceranno spazio ad incontri basati su sentimenti maturi e non superficiali. Denaro e lavoro non saranno invece particolarmente beneficiati.
Il cielo è benevolo con voi in questi mesi caldi. Venere entrerà nel segno durante il mese di agosto e favorirà le coppie legate da molti anni, così come i single del leone. Generosi saranno infatti i flirt in spiaggia.
State attraversando un periodo particolarmente pesante anche nella vita di coppia con un partner d’amore che chiede forse troppo da voi e voi non sapete accontentare le sue richieste. Cercate di essere più pratici perché a settembre tutto cambierà.
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Giove vi protegge almeno fino ai primi giorni di Settembre, potete quindi provare ad innamorarvi, oppure a migliorare il vostro rapporto d’amore. I mesi estivi saranno molto positivi per quanto riguarda il lavoro, sia per chi lo cerca sia per chi desidera nuove svolte. Giove è favorevole, approfittatene.
L’estate è piena di incontri favorevoli, eccitanti, molto interessanti. Approfittatene perché da settembre le cose cambieranno un po’. Utilizzate questi mesi per corteggiare, farvi corteggiare oppure per vivere la vostra attuale storia d’amore in maniera ancora più coinvolgente.
I single si daranno un gran da fare in questi mesi estivi, state per vivere un’estate alla ricerca dell’anima gemella. E se siete già in coppia? Iniziate a fare progetti di vita a due, questi sono i mesi adatti.
Questa è un’estate in cui dovete decidere di chiudere eventuali rapporti sentimentali non positivi, rapporti d’amore che si trascinano da tempo in un modo non più stimolante. L’estate vi chiede di rilassarvi, rigenerarvi e ricarcarvi in vista dei numerosi impegni che vi attenderanno nel prossimo inverno.
Quest’estate vi tocca studiare! Questo è il periodo in cui dovete prepararvi facendo stages, corsi di perfezionamento, studiando moltissimo perché da settembre le cose assumeranno una piega diversa e le novità arriveranno una dopo l’altra, ma solo chi sarà preparato potrà cogliere i frutti di Giove.
Dopo un 2015 da dimenticare e un 2016 iniziato con fatica, adesso finalmente siete tra i segni che vivranno questa stagione estiva all’insegna della felicità perché inizierete a sentire la positività del prossimo ingresso di Giove a partire da Settembre. Splende il sole in amore, favorito anche il lavoro.
Il periodo è ottimo per poter fare progetti di vita a due, questo splendido cielo favorisce i matrimoni e rende possibile il desiderio di un figlio. Siete tra i segni ai primi posti della classifica primavera-estate. Un bel colpo, no?
Durante questi mesi privilegerete le amicizie perché è tra queste che si nasconde un nuovo amore. Se invece siete in coppia buone notizie perché sarà un’estate di grandi sintonie e all’insegna del divertimento.
Siete tra le vittime dell’opposizione di Giove che porta tanta confusione. Le coppie che sono in crisi devono prendere una drastica decisione, ma necessaria proprio durante questa estate per non andare avanti per altri due anni con problemi continui dovuti ai litigi.
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