Secret Style Magazine - Luglio 2016

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LUGLIO - AGOSTO 2016

ELISA D’OSPINA

Bimestrale - Luglio - Agosto - anno I N° 6 Registrazione al Tribunale di Napoli n° 45 del 15/09/2015

Quando la Miss è Curvy

INCHIESTA LE NUOVE OSSESSIONI ESTETICHE DEGLI ITALIANI

La Rua DOPO AMICI UN’ESTATE IN TOUR

VI PORTIAMO IN VACANZA CON

Cosima Coppola Daniela Fazzolari Elisabetta Pellini Ilenia Lazzarin

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Axel Andrea Nobile

Barbara Rustici volato Valentina Ia

Noemi Perris

Marcella Mastrobuono

Emanuela Esposito

Candida Angelino

Michela Ponticiello

REDAZIONE

con tri bu tors

Simona VItale

Genny Monfregola

Caterina Laita


EDITORIALE

Per fortuna l’estate torna sempre!

Daniela Iavolato Direttore di Secret Style magazine

Incontriamoci in spiaggia: le nostre Secret’s Girls sono già pronte con tante copie del giornale per uno speciale “Summer Tour”. Voi siete al mare? Take it easy, vi raggiungiamo noi!

E mentre scrivo e attendo le mie vacanze, mi piace pensarvi ciondolanti su un’amaca, magari con lo sguardo rapito da una spiaggia di conchiglie bianche, oppure in riva al mare, rinfrescati dalla spuma delle onde che vi solletica i piedi. L’estate è qui! E noi siamo pronti per stare con voi!! Non dimenticate di mettere Secret in valigia, la vostra amica da borsetta che vi terrà compagnia sotto l’ombrellone fino al rientro. In questo numero, abbiamo dato la caccia ai beniamini più richiesti del panorama televisivo, quelli più amati dal gossip e dal popolo del web…per far felici proprio tutti. Scoprite, dunque, insieme a noi dove e con chi andranno in vacanza le quattro protagoniste del nostro “Speciale inserto Estate”, tutte le tappe dell’estate dei “La Rua” (l’unica band sfornata dall’ultima edizione del talent “Amici 15”), cosa accadrà a settembre durante lo storico concorso “Miss Italia”. Tante le curiosità e tanti i protagonisti, che ringrazio per la fiducia nella nostra penna, che hanno scelto di stare con noi in questo scoppiettante numero. Sfogliate e leggete, ne varrà sicuramente la pena ;) !

R e m m u S h c a e B TouR Tutte le foto e i dettagli dell’iniziativa saranno pubblicati sulla nostra fan page Faceook/ Secretstylemagazine Follow us!

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22 ELISA D’OSPINA Quando la Miss è Curvy

INCHIESTA LE NUOVE OSSESSIONI ESTETICHE DEGLI ITALIANI

La Rua DOPO AMICI UN’ESTATE IN TOUR

VI PORTIAMO IN VACANZA CON

Cosima Coppola Daniela Fazzolari Elisabetta Pellini Ilenia Lazzarin

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luglio - agosto

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In questo

LUGLIO - AGOSTO 2016

Bimestrale - Luglio - Agosto - anno I N° 6 Registrazione al Tribunale di Napoli n° 45 del 15/09/2015

story cover

Foto: Maria La Torre © Ufficio stampa: Manzopiccirillo.com

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numero

L’editoriale di Daniela Iavolato

IN PRIMO PIANO

Fatti, scontenti e rifatti Le nuove ossessioni degli italiani Elisa D’Ospina Miss Italia: perchè curvy?

COVER STORY

Rocìo Muñoz Morales Intervista “no filter”

Magazine LAVORO

A lezione di heart direction con Roberto Barone

TENDENZE

Vip Champion Parata di stelle sull’isola di Capri Psicotest Sei pronta per un nuovo amore?

NUOVI DIVI

Denise Capezza Prima di Gomorra

VIAGGI

In vacanza con i Vip Speciale inserto “Estate”

MODA

Come mi vesto? Summer cult Shopping list Luxury ai miei piedi

y o j n e mer! m u S


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a z n a c a v in con i vip

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SECRET Style magazine Bimestrale gratuito di moda, spettacolo, tendenze, attualità. Luglio-Agosto 2016 Anno I NUMERO 6 Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n° 45 del 15/09/2015 Editore Dadazù Sas Direttore Responsabile Daniela Iavolato direttore@secretstylemagazine.it Direzione Artistica & Graphic Designer Emanuela Esposito gr.emanuelaesposito@libero.it In Redazione Emanuela Esposito, Valentina Iavolato, Noemi Perris, Axel Andrea Nobile, Barbara Rustici Media relations manager for Secret Axel Andrea Nobile Hanno Collaborato Candida Angelino, Valentina Cannava, Claudio Finelli, Caterina Laita, Marcella Mastrobuono, Genny Monfregola, Michela Ponticiello, Marcella Tagliaferri, Simona Vitale Web designer e web master Davide Castronuovo Orange Web www.orangewebstudio.it Redazione Via Guglielmo Marconi, 12 - 80026 Casoria (NA) Tel. 081 19335004 redazione@secretstylemagazine.it Stampa Tuccillo Arti Grafiche Srl, Afragola (NA) Concessionaria esclusiva per la pubblicità

Tel. 081.18995027 info@materiastudio.it

59 60 62 64 67 68 70 74 76

2.0 “Il diario delle It girls scoperte da Secret” Conosciamo Valeria Nardilli Winter preview Trend allert

STORIE

Gente di stoffa La Rua: un’estate in tour

FREE TIME

Gli imperdibili da segnare in agenda

PASSA PAROLA Cinzia Mirabella Vi presento Mario

VITA DA MAMMA Mamme dietro front Annoiarsi serve

CONVERSANDO

Valerio Caprara Una passione chiamata cinema

PAROLE & DINTORNI Di Claudio Finelli

WEB & SOCIAL

Martina Pinto Vi spiego come diventare fashion blogger

IN FORMA

Il mare è una Spa Strategie per rimanere in forma on the beach

DOLCE & SALATO Muffins, sole e fantasia

A CASA

La Grecia a casa tua I consigli del nostro architetto

In tutti i

numeri

INFINE

FASHION EVENTS

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È Moda 2016 Pink Life, One Fashion Night La posta di Secret di Simona Vitale Young Fashion Agency, Charity Gala Ssm | 9


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rifatti

LE NUOVE OSSESSIONI DEGLI ITALIANI Ossessionati dalla loro immagine, da quella che vorrebbero avere, o nella quale sognano di trasformarsi. Dati alla mano la richiesta al ritocco estetico da parte degli italiani è un trend in aumento che, negli ultimi anni, ha subìto un ulteriore incremento delle domande da parte dei ragazzi spinti, a volte, dagli stessi genitori che arrivano dal chirurgo lamentando inestetismi non presenti. A dettare i canoni di bellezza, per i giovani di entrambi i sessi, sono modelli e visioni abbastanza stereotipati. In 3 casi su 4 i metri di paragone, appartengono infatti al mondo dello spettacolo (soprattutto tra le ragazze) e solo in minor misura, alla cer-

chia degli amici o della famiglia. Il rischio, avverte la comunità medica, è quello che possa venire a mancare la percezione del proprio “io corporeo”, costruzione fondamentale per l’accettazione e la consapevolezza del proprio fisico cui poi, eventualmente e solo se necessario, può seguire una richiesta di cambiamento. È lecito dunque diventare come si vuole? Modellarsi e plasmarsi fino allo sfinimento? Fin dove si spingono le nuove ossessioni estetiche? E...Cosa si nasconde dietro queste richieste? Può un professionista rifiutarsi di accontentare i propri pazienti? Secret indaga su tutto questo e…molto altro!!!

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disturbo ossessivo-compulsivo che fa avere una percezione distorta del proprio corpo. Il paziente dismorfico vede un difetto nel suo corpo, a volte lieve e insignificante, a volte addirittura inesistente, che diventa un pensiero fisso, una vera ossessione su cui è concentrato per gran parte del suo tempo. Per far sparire quella ossessione è disposto anche a sottoporsi a numerosi interventi in un crescendo incontrollabile di follie da cui non uscirà mai soddisfatto. Oggi i pazienti sono sempre più spinti nelle richieste. «Che poi anche il concetto di eccesso è relativo» ci spiega Dario Martusciello, chirurgo plastico napoletano «è molto legato al luogo e alla sua cultura. In Brasile, per esempio, hanno dei canoni estetici diversi e un sedere che da noi sembrerebbe eccessivo lì è la normalità. Il punto è che nell’eccesso sono due i soggetti patologici coinvolti: se il paziente ha un dismorfismo è il medico che ha il dovere di frenare richieste che vanno oltre il limite. Esistono due tipi di eccessi nella chirurgia plastica: quello estetico, che supera il limite del buongusto e quello fisico, che crea problemi e patologie. Protesi eccessive e innaturali creano problemi legati

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Negli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 erano star e celebrità, poi sono diventate le impiegate, le commesse e le casalinghe al supermercato a votarsi al ritocchino. A volere il seno più grosso, il naso più piccolo e il viso più giovane nella rincorsa ad una società ossessionata da bellezza e giovinezza. Un’esigenza che è diventata moda. Poi eccessi e mostri al silicone. In Italia solo nel 2014 sono stati eseguiti 244.101 interventi di chirurgia plastica, più di 1 milione se si contano anche i trattamenti di medicina estetica non invasivi come filler e iniezioni di tossina botulinica. La maggior parte dei pazienti sono donne (85%) e l’intervento più richiesto è la mastoplastica additiva (aumento del seno), seguita da liposuzione (eliminazione del grasso) e rinoplastica (rimodellamento del naso). Gli uomini vogliono la blefaroplastica (il sollevamento delle palpebre per ringiovanire lo sguardo) e la rinoplastica. Ma l’intervento in assoluto più richiesto dagli uomini è (sorpresa), la liposuzione*. Accanto a questi interventi correttivi, però, si è sviluppato un filone della chirurgia plastica che spinge sempre più oltre il limite, che asseconda le richieste folli di pazienti con forti disagi o vere e proprie psicopatologie. Circa il 2,5% della popolazione (ma i dati sarebbero addirittura sottostimati) soffre di dismorfofobia, un

* I dati di questo servizio sono stati forniti da AICPE Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica


alla compressione di alcuni nervi. Bisogna imporsi con i pazienti perché loro non hanno bisogno di chi li assecondi, ma di una guida che li rispetti». Qual è il limite tra la libertà di un paziente di fare ciò che vuole del proprio corpo e il diritto di un medico di rifiutarsi di accontentarlo? «Il limite è l’etica, la naturalezza e il buonsenso. Ma ci sono anche dei parametri oggettivi e scientifici che definiscono le giuste proporzioni del volto. Il medico dovrebbe attenersi a queste linee guida, ai canoni definiti che standardizzano la tecnica. Le linee guida per un medico dovrebbero essere come i binari di un treno. Non ci sono veri e propri obblighi, ma implicazioni legali, sì. Una paziente che chiede trattamenti spinti è una paziente che non sarà mai contenta. E se la paziente non è soddisfatta del risultato il medico è perseguibile legalmente. Se una paziente che vuole rifarsi il seno ti chiede una settima dovresti chiederti il perché, dovresti avere il buonsenso di capire che non è solo una mancanza di buongusto estetico, ma anche un rischio. Significa che non hai fatto una valutazione

oggettiva della struttura fisica della paziente. Il corpo umano ha delle potenzialità e se una mente insana vuole spingere oltre le potenzialità della sua struttura fisica il medico compie un abuso ad assecondarla ed è quindi imputabile». Come medico di riferimento del centro ABA di Napoli per la cura dei disturbi del comportamento alimentare, Martusciello collabora con l’associazione per guidare ragazze che si rivolgono a lui chiedendo interventi di chirurgia inutili, che nascondono altri problemi. I distrurbi del comportamento alimentare non sono legati alla voglia di apparire magre o di conformarsi ad un modello di bellezza, ma sono specchio di un disagio che usa il corpo come strumento e come teatro della sofferenza. Possiamo considerare anche la chirurgia estetica da questo punto di vista? «Sì, certamente! Quando la mente soffre canalizza il proprio disturbo in differenti forme. La chirurgia estetica è una di queste. È una delle risposte al disagio, esattamente come anoressia e bulimia. E poi è anche la ris-

Tra le ragazze, la nuova moda è quella di imitare i vip dai volti rifatti di botox che sbandierano una finta naturalezza. Ssm | 13


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posta più facile. Anche un disturbo pericoloso come l’anoressia ha bisogno di una volontà ferrea, di impegno. La chirurgia no. È veloce». Come fa un medico a capire che la richiesta di un paziente nasconde in realtà un disagio di altro tipo? «Studiarne il linguaggio del corpo è già un grande strumento. Sono pazienti evidentemente fragili, che piangono durante il colloquio o nel post-operatorio. Una paziente troppo agitata, che ha repentini cambi di umore e affronta l’argomento con ansia eccessiva, fino alle lacrime. Una paziente che non fa domande o che, al contrario, ne fa troppe, che salta gli appuntamenti. Pazienti che vengono a fare una liposuzione a distanza di un anno.

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In un colloquio ci sono una serie di comportamenti che il medico dovrebbe sapere individuare per capire che dietro una richiesta c’è un problema. Bisognerebbe creare un codice del linguaggio del corpo a cui affidarsi e alcuni colleghi ci hanno anche provato, ma non è facile». Negli ultimi anni si è abbassata l’età dei pazienti? «Sì, molto. Le nuove generazioni vivono di selfie, per loro l’apparire è diventato molto più importante dell’essere. E se non hai una personalità forte, che ti consente di essere indifferente alle pressioni sociali, ne diventi facilmente schiavo. Da me vengono moltissime ragazze accompagnate dai genitori». Quindi i genitori le sostengono? «Più che sostenere, direi che i genitori non possono fare a meno di essere accondiscendenti». Cosa le chiedono principalmente? «Le ragazze chiedono spesso l’aumento delle labbra, ma solo del labbro superiore. Non capisco perché. Mi è capitato di fare interventi alle labbra o dei filler al viso e ho detto di non preoccuparsi perché quel gonfiore antiestetico sarebbe sparito in qualche giorno e il viso si sarebbe assestato. E invece era proprio in quei primi giorni in cui erano innaturalmente gonfie che hanno riempito i social di selfie. Sono insicure, cercano solo attenzione». Quanto conta la cultura e il livello di istruzione nell’approccio alla chirurgia plastica? «Tantissimo. La cultura ti spinge ad avere un pensiero critico e anche una certa autoironia. Se la tua mente non è allenata all’autoironia sei molto più esposto a subire le pressioni sociali». Quale è stata la richiesta più assurda che le hanno fatto? «Una persona voleva aumentare gli zigomi senza protesi o iniezione di prodotti, facendo una specie di farina con le sue ossa, attraverso la rottura e scomposizione delle sue ossa da reimpiantare nello zigomo. Il problema degli eccessi nella chirurgia plastica è che il medico ha perso il suo ruolo. Il medico non è più quello che fa


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la diagnosi e indica le giuste soluzioni, ma è diventato lo strumento che serve al paziente per fare quello che ha già in mente, perché magari lo ha letto su Internet». Negli ultimi tempi sono cambiate le richieste? «Oggi il trend è quello del bio, della naturalezza, delle cellule staminali. Si va verso il concetto del rispetto delle proporzioni». Quindi una tendenza positiva... «Sì, anche se si è creato un bipolarismo tra il grosso della popolazione che va verso questo trend ed una piccola parte che nel suo egocentrismo spinge ancor più verso l’eccesso inverso. Perché la nostra è una società alla costante ricerca di attenzione e gli eccessi sono un modo per ottenerla. Ma il trend è sicuramente un approccio più morbido». Anche la naturalezza è una moda? «Credo proprio di sì. La storia si ripete ciclicamente. Dopo gli eccessi degli anni ‘90 c’è una attenzione forte verso le cose naturali in tutti i campi, anche nel cibo. Ma da qui a dieci anni, ho paura che si tornerà alla chirurgia spinta degli anni ‘90». Non si dovrebbero formare i medici alla promozione di un’estetica più consapevole? «L’Ordine dei Medici prevede degli aggiornamenti su questi argomenti, ma un vero congresso in cui si definisca la collaborazione che deve esserci tra psicologo e chirurgo estetico non è mai stato fatto. Alla facoltà di Medicina è previsto un esame di psicologia, ma non si

Un’indagine shock rivela che un teenager italiano su 3 si rifarebbe dal chirurgo plastico. studia come applicare la psicologia al proprio settore. Per questo la chirurgia estetica si muove sempre sul filo del rasoio ed è affidata sempre al buonsenso del medico. In una società come la nostra ormai la chirurgia estetica e la psicologia dovrebbero camminare sempre insieme».

di Marcella Mastrobuono

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Miss Italia:

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domande a Elisa D’Ospina


? y Per il quinto anno consecutivo lo storico concorso “Miss Italia” ha aperto le porte alle model curvy, puntando l’occhio della telecamera su quelle donne “generose” che hanno fatto delle proprie forme morbide e burrose un vessillo per sdoganare il modello della miss filiforme. Una piccola rivoluzione oltre la “44”, fortemente voluta dalla patron Patrizia Mirigliani, ispirata alle donne pin up degli anni ’50, che ha premiato con un boom di presenze i tre maxi casting di Bologna, Roma e Bari. Il sogno naturalmente è quello di diventare (il

Seneparla

prossimo settembre) la nuova Miss Curvy, dopo la campana Vincenza Botti vincitrice 2015 del titolo. Eppure, nonostante l’iniziativa non sia ai nastri di partenza, anche quest’anno c’è chi si divide, obiettando che tutta questa campagna pro forme sarebbe in realtà un deleterio inneggiare all’obesità. Per contro c’è chi, invece, sostiene che le modelle del concorso di “over” non avrebbero nulla, piuttosto si tratterebbe di un’operazione “politicamente corretta” con ragazze ben piazzate, con curve esplosive al posto giusto!

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La discussione su Facebook. Pareri discordanti e commenti al vetriolo che arrivano per lo più dagli haters, gli “odiatori” del web, spesso portavoci di convinzioni ideologiche proprie dell’italiano medio che ancora strizza l’occhio ad un certo tipo di tabù. Così succede che se la giuria posta le foto delle ragazze selezionate, la gente cavalca l’onda della polemica. Una valanga di giudizi che impongono ci si soffermi a pensare sul senso dell’iniziativa e il significato delle parole: perché curvy non è “obeso” ma, piuttosto, sinonimo di una bellezza sana ed equilibrata. Da qui l’iniziativa controcorrente del programma di promuovere donne dalle taglie diverse, consapevoli delle proprie forme, specchio di una matura accettazione e valorizzazione di sé. Donne in fondo più vicine e riconoscibili, lon-

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tane dalla dittatura estetica imperante. Lo sa bene Elisa D’Ospina, che sul “curvy” ha costruito la sua carriera, portando il termine per la prima volta in Italia dopo aver calcato le passerelle internazionali con la sua bellezza giunonica. Madrina dei casting e presidente della giura tecnica di “Miss Italia”, è a lei che abbiamo chiesto di far luce sul caso con 5 domande “flash”.

di Daniela Iavolato

Elisa D’Ospina Opinionista, star del web e dei social. Ma soprattutto scrittrice impegnata nella lotta contro i disturbi del comportamento alimentare (è autrice del libro “Una vita tutta curve” edito da Giunti). Indossatrice curvy internazionale, collabora con testate online come Vogue.it e Ilfattoquotidiano.it. È ambassador per il ministero della Salute contro i DCA.


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A scanso di equivoci ci spieghi innanzitutto cos’è una model curvy? «Una modella curvy è un’indossatrice che ha una taglia compresa dalla 44 alla 48 in Italia, mentre all’estero può avere qualche taglia in più».

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Come e perché hai iniziato a farti portavoce del messaggio curvy? «Non c’è stato un momento specifico in cui ho deciso di essere portavoce. I miei impegni di modella sono combaciati con attività mediatiche e raccontando la mia storia ho capito che le donne hanno voglia di essere rappresentate a 360 gradi. Vivendo la moda dal di dentro ho trovato tante contraddizioni e ho iniziato a parlarne e a denunciare».

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Perché una fascia plus size anche a Miss Italia? Quanto è importante questo messaggio? «È una fascia curvy, non plus size. Curvy vuol dire formosa, la bellezza non si misura in una taglia ed è questo il messaggio che abbiamo voluto sostenere anche con un’organizzazione come Miss Italia. Allo stesso modo non siamo promotrici dell’obesità quindi le nostre ragazze sanno che l’essere in salute deve essere un obiettivo molto importante».

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Da modelle troppo esili, a quelle troppo obese. L’accusa è quella di far passare messaggi sbagliati: da un eccesso all’altro, pur di essere politically correct, cosa rispondi a chi la pensa così? «Hanno ragione. L’obesità è una patologia da non sottovalutare. Ma curvy non ha nulla a che fare con l’obesità».

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Cosa c’è ancora da fare per introdurre non solo in Tv modelli di bellezza più “umani”? «Sono stati fatti passi da gigante. Basti pensare che sono stata la prima ad avere una rubrica sulla moda che non discriminava nessun tipo di fisicità. In 4 anni di Detto Fatto su Rai2 ho vestito donne dalla taglia 38 alla 58 ed è stato bellissimo regalare loro l’emozione di essere regine e protagoniste per un giorno».

Curvy non è “obeso”, ma sinonimo di una bellezza sana ed equilibrata, che appartiene ad un corpo in perfetta armonia. Donne, in fondo, più vicine e riconoscibili che riscoprono il significato di rotondità mediterranea un tempo incarnata dalla grande Sofia Loren.

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Prenotazioni/Reservations +39 3457043670

Via Caracciolo,1 - NAPOLI 20| Ssm


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un Laveritaè Vive un momento d’oro, impegnata nel lavoro e a fare la mamma della piccola Luna, avuta dal compagno Raul Bova. Intelligente e perfezionista, non ama parlare di sé, o meglio, non ama le etichette che via via le sono state affibbiate. Soprattutto, non ama il gossip e ha vissuto le bugie raccontate sul suo conto da una “certa stampa” come vere e proprie ingiustizie. Oggi, Rocío Muñoz Morales, a quattro anni dal film “Immaturi” che le ha aperto le porte del pubblico italiano, è una donna completa e consapevole che ha preso in mano la sua vita, la sua famiglia e si sente amata e stimata per quello che è. E in questa intervista “no filter” confessa tutto quello pensa sull’amore, l’Italia e il lavoro… svelando per la prima volta un sogno nel cassetto che sta per realizzarsi. di Candida Angelino foto di Maria La Torre 22| Ssm


n altra

Rocío Muñoz Morales 28 anni, attrice e top model spagnola. Arriva in Italia per recitare nel film “Immaturi” dove conosce il compagno Raoul Bova. È attualmente impegnata sul set della quarta stagione della fiction “Un passo dal cielo”.

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lavorare abbandonando la sua Madrid, inseguendo lavoro e amore. Impegnata sul set della quarta stagione di “Un passo dal cielo” in onda su Rai Uno, non nasconde il legame con questa serie che, insieme al Festival di Sanremo, le ha regalato la popolarità… «È una grande emozione tornare a girare per questa produzione. Un passo dal cielo è stato il primo prodotto che ho fatto in Italia. Dopo l’esperienza del film del 2012 Immaturi, sono state le prime persone a credere in me. All’inizio avevo molti dubbi sul personaggio di Eva Fernàndez, non credevo che il pubblico potesse amarlo, e invece, grazie anche all’aiuto dei registi e di tutta la squadra, il pubblico si è affezionato tantissimo. Torno sempre col sorriso sul set, perché interpretare Eva in qualche modo mi ha aperto i cuori degli italiani». E quel periodo, il 2015, è stato un anno speciale perché sei stata scelta per Sanremo. Che effetto ti fa ripensarci? «Quando Carlo Conti mi ha scelto per il Festival io parlavo ancora poco l’italiano. Se ci ripenso è stata una follia, e infatti spesso ne parlo con la mia famiglia. Se me lo chiedessero attualmente non so come me la caverei! È stata un’esperienza talmente grande per le mie aspettative che l’ho vissuta in totale inconsapevolezza». Il tuo arrivo in Italia è stata una scelta sentimentale o professionale? «Io sono approdata in Italia In Spagna avevo una carriera in un momento in cui sentivo di voler provare nuove espelavorativa avviata: facevo spot, rienze, crescere a livello prorecitavo in una serie tv, fessionale. ero molto richiesta. In Spagna avevo una carriera Ma, a un certo punto, lavorativa avviata e in quel ho deciso di provare nuove periodo recitavo in una serie L’accento spagnolo è incon- esperienze professionali, volevo tv. cambiare qualcosa. fondibile, ma con l’italiano Sono stata io a chiedere di ha fatto passi da gigante e Ho lavorato con una produzione non esserci nella stagione le si deve riconoscere an- in Germania prima di fermarmi successiva: volevo cambiare che un’ottima proprietà di in Italia per amore e per lavoro. qualcosa, ma non sapevo anlinguaggio. Tono spigliato cora bene come. Tant’è che e molto accomodante, per certi tratti sempre in quel periodo mi sono ritrovata a lavorare confidenziale, Rocío Muñoz Morales si con una produzione in Germania e ho fatto un film racconta senza filtri e dà la sensazione tedesco. In Italia avevo le porte semiaperte perché di voler farsi conoscere dal pubblico. avevo già fatto Immaturi, avevo conosciuto profesQuel pubblico per il quale ha scelto di sionisti italiani, iniziavo a capire un po’ la lingua,

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insomma cominciavo a incuriosirmi. Tutto ciò però senza alcuna certezza, e anche se sono abituata a essere una donna indipendente già da molto giovane, comunque mi impauriva dover ricominciare da zero un’altra vita lontana da Madrid». Poi hai deciso di rimanere, sono fioccate tante proposte lavorative e hai cominciato ad investire nel nostro Paese, studiando la lingua e lavorando ardentemente. Ti senti gratificata? «Assolutamente sì. Io ancora non ho parole per ringraziare chi ha creduto in me, le opportunità che mi sono state offerte e l’affetto della gente. Ero abituata a viaggiare tanto, ho lavorato molto come testimonial, modella, ma tornavo sempre a casa mia, nella mia Madrid. Questa è stata la prima volta in cui ho consapevolmente scelto di trasferirmi in un’altra nazione. Certo, a tutto ciò poi hanno contribuito anche i sentimenti…Adattarmi ad un’altra città, un altro modo di vivere, all’inizio mi ha spaventata ma al tempo stesso il lavoro è stata la grande motivazione ad impegnarmi e a imparare la lingua. Senza non avrei potuto continuare a fare ciò che amo. Non è stato tutto facile, ovvio, e nemmeno le proposte mi sono, per così dire, piovute dal cielo. Col senno di poi però posso dire che è stato l’investimento più importante, ma anche più gratificante della mia carriera lavorativa. Ne è valsa pena». Il lavoro è dunque una tua grossa priorità. E la recitazione, dove sei approdata dopo esser passata in diversi settori dello spettacolo, è la tua più grande passione. Qual è il ruolo che preferisci interpretare? «Mi definisco una persona curiosa, e lo sono nella vita e nel lavoro. Anche durante la maternità ho seguito corsi di recitazione per migliorarmi, per tenermi in allenamento ma anche perché mi piace tanto. Mi sento viva e quindi più è lontano il ruolo da quello che sono, più è eccitante la sfida che devo intraprendere per interpretarlo. Il bello è che qui in Italia ho avuto a che fare con ruoli diversi, ed è stata una sfida costante con me stessa.

Sicuramente è più difficile far ridere il pubblico che farlo piangere. Ho un grande rispetto per il genere della commedia, e per quanto lo consideri complicato, ha un ritmo che mi piace tantissimo e amo interpretarlo. D’altra parte mi affascinano anche i ruoli più impegnativi, quelli più “tosti”, e studio tantissimo per farli alla perfezione. Se ho scelto questo lavoro è proprio perché mi dà la possibilità di non fare mai la stessa cosa e di sentirmi sempre messa alla prova». Esiste secondo te una differenza tra l’affetto del pubblico spagnolo - che ti ha visto crescere professionalmente prima ballerina, poi testimonial e modella, infine attrice - e quello italiano? «Ho capito che sono entrambi capaci di regalare tanto affetto. Tutt’ora alcuni fan spagnoli mi scrivono dicendo che seguono quello che sto facendo in Italia, e questo è molto bello. La gente quando ti ama si dà fino in fondo. Però farlo in un posto che non è tuo è quasi una sfida per-

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«Su di me sono state dette una bugia dietro l’altra. Addirittura, per mano di alcuni giornalisti, le belle notizie si sono trasformate in cose brutte. Ora basta, ho imparato a incassare in silenzio e ho smesso di prendermela. Non tento più di smentire le false notizie, la mia vita è altro e preferisco isolarmi da queste chiacchiere».

sonale: una lingua che non conosci, un pubblico nuovo, modi simili di lavorare, ma comunque diversi sotto certi aspetti. Quando normalmente si parla degli spagnoli si dice (e io non mi sento molto identificata in questo) che siano molto “calienti”. Il pubblico italiano invece secondo me è molto più affettuoso. Da quando ho ripreso a girare per Un passo dal cielo, nel paesino di San Candido, dove è ambientata la serie, la gente mi ferma, mi chiama con il nome del personaggio, “Eva”. Poi ho avuto modo di farmi conoscere senza filtri al festival di Sanremo: su quel palco non interpretavo alcun ruolo, ero me stessa con tutti i pregi e i difetti. In Tango per la libertà, che è andato in onda su Rai Uno a gennaio, ho fatto un ruolo completamente diverso. Quando mostri varie sfaccettature del tuo talento, il pubblico può apprezzarti ancor di più come attrice e come professionista». Credi dunque di esserti anche scrollata di dosso l’etichetta di “compagna di Raoul Bova”, che a forza di gossip ha accompagnato la tua ribalta in Italia? «Di solito si tende a dare delle etichette, soprattutto

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quando non si conoscono le persone. Io sono stata molto testarda e ho continuato a fare quello che volevo, andando per la mia strada: crescere. Devo dire che attualmente mi sento veramente apprezzata nel mio lavoro, sia dalle persone per cui lavoro che dal pubblico. Questa è la mia grande soddisfazione. Inizialmente soffrivo molto per quello che scrivevano sul mio conto perché mi sembrava molto ingiusto, ancora oggi vedo che si continua a scrivere una bugia dietro l’altra, non ne azzeccano una. Addirittura, notizie belle si sono trasformate, per mano di alcuni giornalisti, in cose brutte. Eppure credo di aver imparato bene l’italiano! Per alcuni anni ho studiato giornalismo in Spagna, ma non ho concluso la laurea. Però ricordo bene che l’obiettivo del giornalismo è dare un’informazione corretta e reale. Purtroppo per me ho trovato sempre il contrario! Ora basta, ho smesso di prendermela e ormai non tento più di smentire notizie false. La mia vita è altro...e preferisco isolarmi da queste chiacchiere». Com’è Rocío sul lavoro? E in amicizia? Credi alle amicizie che nascono sul set? «Sono una persona socievole e affettuosa, adoro il contatto e le dimostrazioni di stima e bene. Sul lavoro però sono anche molto disciplinata, perfezionista. Per godermelo ho bisogno quindi di arrivare sempre molto preparata, concentrata, non amo farmi distrarre. Ma devo confessarti che la mia migliore amica spagnola è un’attrice, tra l’altro pazzesca, bellissima e bravissima. Nel tempo è diventata la migliore amica, quella a cui si racconta tutto. Per me non esiste la rivalità, è una parola che non appartiene al mio mondo. Anche sul set di Un passo dal cielo, di Tango per la libertà, ho stretto bellissimi rapporti, che ritengo


autentici. Non sono una persona che si circonda di tantissimi amici, ma quelli che ho li considero indispensabili. Per quanto li abbia conosciuti sul set, sono persone che mi toccano molto il cuore, con sentimenti veri e valori importanti che appartengono alla mia vita lontano dai riflettori. D’altronde non amo la mondanità e vivo le mie relazioni in assoluta intimità». C’è un sogno, un desiderio professionale che ancora non hai realizzato, ma vorresti fare a tutti costi? Nuovi progetti, lavori in cui potremo rivederti, oltre a quelli attuali? «Ho sempre avuto un sogno, che mi stimolava e mi intimoriva allo stesso tempo. Quel sogno si chiama teatro. E finalmente ho avuto il coraggio di buttarmi in questa nuovissima avventura. Appena saranno finite le riprese della serie, inizierò subito a prepararmi per quest’altro progetto, uno spettacolo di teatro che presenteremo il prossimo gennaio. Non vedo l’ora di cominciare a fare le prove: ho trovato un testo molto bello, un personaggio molto interessante e un bel gruppo di giovani attori teatrali. È un lavoro che porta con sé un bellissimo messaggio, scritto molto bene. Da sempre l’ho desiderato, ma non mi sentivo ancora pronta. Ora, finalmente, sì».

Con la piccola Luna, nata lo scorso dicembre, che mamma sei? Come ti definiresti? «Come ho già detto, sono una persona affettuosa, soprattutto con le persone che amo non lesino manifestazioni d’affetto, baci e abbracci. Sono sempre pronta a ribadire il mio amore per loro a parole e a fatti. Ed è questa una delle prime cose che intendo trasmettere a mia figlia. Ho una famiglia solida alle spalle, due sorelle maggiori, mia madre e mio padre, che mi hanno insegnato ad essere fedele a quello che sono, nel lavoro come nella vita. Certo, in privato mi sento più protetta e sento che devo offrire protezione anche a quel piccolo esserino che mi ha riempito la vita. Non sono una cuoca provetta ma per lei sono diventata campionessa delle pappe, amo vederla crescere e farei di tutto per vederla sempre serena. Però non sono una mamma apprensiva, anzi ritengo che ogni persona debba essere libera di decidere da sé. Certo, io vorrei che Luna vivesse sempre momenti felici, ma so che non è possibile. Dal canto mio non le detterò mai regole, le trasmetterò solo valori. Le farò vedere il bello del mondo, dandole delle basi che la aiutino anche nei momenti che non saranno facili. Questa secondo me è la cosa più importante».

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# LAVORO

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A lezione di “heart” direction con Roberto Barone 28| Ssm

CAN

YOU Radio, eventi notturni, serate nelle più esclusive location in Italia e all’estero. Comunicare attraverso la musica e la propria voce. Quanti ragazzi sognano un lavoro come questo? Come si riesce a trasformare un sogno in realtà? Ce ne parla Roberto Barone, che a soli tredici anni muove i primi passi verso una carriera che lo porterà a cavalcare l’onda delle performance e della radio. Oggi, dopo quasi quarant’anni di carriera trascorsi tra la direzione di RDS e di Radio KissKiss, la creazione di Radio Tour e il progetto di Radio Capri, si è tuffato in un’altra realtà, quella di Lunare Project con Radio Yacht, che popola ormai le serate nel “bel Paese” e oltreconfine, descritta come «una filosofia di vita che si traduce in uno stile, un punto di vista che promuove percorsi musicali alternativi».


Roberto Barone ama definirsi un “heart” director, «perché con gli anni, alla strategia e alla tecnica tendo ad affiancare sempre di più anima e sentimento». L’intento di questa nuova idea è per lui «quello di far evadere l’ascoltatore da una realtà manipolata e resa grigia dai poteri forti e consentirgli di ridisegnare una realtà fantastica fatta di etica, libertà, rispetto degli altri e della natura». Nonostante il suo lavoro si svolga alla luce della luna, tra ritmi e luoghi che molti ragazzi sognano di poter frequentare stando dall’altra parte della pista, lui non ama le etichette e i circuiti, e confessa di non essere mai stato attratto dalla movida notturna. Quella che per molti giovani quindi rappresenta una scorciatoia per unire guadagno e divertimento, si presenta come una strada lunga da percorrere, nella quale più che il desiderio del profitto facile, è necessario portare con sé una forte dose di disciplina. «La disciplina è uno degli elementi principali per arrivare all’obiettivo, in qualsiasi mestiere. Dedizione, cultura, fantasia, metodo, lungimiranza e passione possono portarti molto lontano ma molti amano le scorciatoie e allora bisogna poi affidarsi alla fortuna e non più al talento». L’universo radiofonico quindi resiste nel mercato del lavoro e nell’immaginario collettivo, nonostante l’epoca storica in cui viviamo ci sottoponga ad un continuo bombardamento di forme di comunicazione in evoluzione perenne, sempre più estemporanee e visive, e sopravvive alla lotta contro i podcasts e forme di contatto di facile accesso grazie al fascino che essa riesce ad esercitare sulle persone. Perché? Presto detto, «Perchè rimane un mezzo magico, è un mezzo caldo, visivo. Stimola la fantasia, ti fa evadere portandoti dove vuoi essere. Chi non è affascinato dalla magia?». E in tutto quello che è magico, si sa, c’è bisogno di riuscire a far fluire se stessi, la propria essenza, ed è per questo che Roberto Barone sostiene che il background necessario di un buono speaker radiofonico sia «una buona tecnica, tanto lavoro su di sé di introspezione e analisi». Perché «conoscere te stesso ti consente di comunicare bene con gli altri. Fidelizzare non convincendo, ma attraendo, e non solo per il timbro della voce ma per l’uso delle parole. La radio deve toccare l’ascoltatore e ricongiungerlo con se stesso. Bisogna creare un rapporto intimo di

«Non ho mai amato l’omologazione e ho sempre provato ad applicare la fantasia alla vita. Da qui nascono radio Yacht e Lunare project, entrambi i format sono fortemente romantici. Così mentre radio generaliste e tv ti distruggono la speranza, questi due progetti, legati tra loro, consentono all’utente di spostare lo sguardo verso altri orizzonti: quello della bellezza e del sogno possibile».

fiducia. Si deve essere credibili e crearsi una buona reputazione». Il suo consiglio ai ragazzi che custodiscono nel loro cassetto il sogno di intraprendere questa strada? «Impegnarsi e allontanarsi da coloro che non hanno fiducia nel mezzo e consigliano al prossimo “il solito lavoro sicuro”, di ascoltarsi, credere in se stessi e lavorare sodo su tecnica, metodo e gestione dell’ emozione. Non avere fretta di esporsi per non bruciarsi».

di Emanuela Esposito Ssm | 29


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i Vip Champion # TENDENZE

accende l estate

e s e r p ca 32| Ssm


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Parata di stelle sull’isola Per una manifestazione esclusiva che nel mese di giugno ha animato Capri, richiamando volti noti dello showbiz nazionale tra sportivi, giornalisti, protagonisti della Tv e dello spettacolo, impegnati a sfidarsi a colpi di calcetto e tennis. ph: Nicola Milano

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La Dolce Vita tra il gelo dei naufraghi dell’Isola L’evento, organizzato nel lungo week end del 2 giugno, da Giuliano e Maria Annigliato, ha visto come madrina Alena Seredova. Presente anche quest’anno Stefano De Martino che, archiviato il matrimonio con Belen, è stato paparazzato in compagnia della sorella Adelaide. Simpatiche mattatrici della settima edizione sono state Pamela Prati, Tosca D’Aquino, Roberta Morise, Lorena Cacciatore e Raffaella Fico insieme ai naufraghi dell’ultima stagione dell’Isola dei Famosi Mercedes Henger accompagnata dall’inseparabile madre Eva, Andrea Preti, Claudia Galanti e Patricia Contreras, che i bene informati hanno visto poco affiatati tra loro. Hanno partecipato a tutte le attività in programma Valeria Marini e il direttore di “Chi” Alfonso Signorini, che anche quest’anno ha strappato agli avversari il trofeo del torneo di tennis. Insieme a tanti amici si sono ritrovati a Capri anche Pasqualina Sanna con il compagno Lucas Peracchi, i giornalisti Valter De Maggio, Pierluigi Pardo e Raffaele Auriemma, la modella curvy Elisa D’Ospina, Beatrice Valli, i calciatori Fabio Quagliarella, Guglielmo Stendardo, Jacopo Sala e Marco Rigoni. Tra i momenti più simpatici, le goliardiche serate nella rinomata taverna “Anema e Core” di Guido Lembo.

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AMORE

Sei pronta per un nuovo

L’estate, i viaggi, i nuovi incontri: tanta libertà, sole, mare e zero stress. È il momento giusto per una nuova avventura? Scoprilo con il nostro test! A cura di Dott.ssa Carmela Vitale

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IN VACANZA CURO DI PIÚ IL MIO ASPETTO FISICO: A) Sì, tanto B) Sì, ma non molto C) No, sono sempre uguale LA MIA VACANZA IDEALE È:

A) Solo divertimento B) Mare, sole e divertimento C) Totale relax e tranquillità QUANDO SONO IN VACANZA... A) Riesco a staccare la spina e mi faccio travolgere da nuovi incontri e amicizie B) Riesco a staccare la spina, ma ho bisogno di un po’ di tempo per farmi travolgere da nuovi incontri e amicizie C) Riesco a staccare la spina, ma non mi faccio travolgere da nuovi incontri e amicizie SE ACCANTO AL MIO OMBRELLONE C’È QUALCUNO CHE MI ATTRAE: A) Trovo subito una strategia per approcciare B) Ci penso bene sulla strategia da utilizzare per poter approcciare C) Non approccio con chi non conosco


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RISULTATI PROFILO A: Per te l’estate è puro divertimento, riesci a rilassarti e a staccare la spina e sei pronta e favorevole per un’avventura estiva. PROFILO B: Per te l’estate è divertimento, ma anche mare e sole; riesci a rilassarti e a staccare la spina ma prima di intraprendere un’avventura estiva ci pensi bene. PROFILO C: Per te l’estate è totale relax e tranquillità, riesci a rilassarti ma non sei pronta per un’avventura estiva. Ssm | 37


Denise Capezza

NUOVI

i d a Prim a r r o m Go fatto ho

E S O C

E H C R TU a a alla tram assomigli e h c hia, a rc sc u le T ta in a rocambo A che, vola e ri a reggere. Ha una vit se d i i d il c e ra, diffi tu Un’attric . ra a lm c fi le n o u di rietà di notev a e la noto tato ruoli i Gomorr d e ha interpre pezza n a io C g a e , Denis onda st ” c a se ll e la n o ri a p Do italiani. on “M cuori degli ottenuta c i a ) c te ti n ia e d e lm m re (fina conquista è pronta a

di Caterina

Laita

Ha solo 25 anni, eppure la sua vita è talmente intensa che quasi disarma. Una giovane diva, Denise Capezza, napoletana doc, oggi conosciuta in Italia grazie alla serie televisiva Gomorra 2. Denise inizia la nostra conversazione con molta simpatia, quasi come fossimo due amiche sedute ad un tavolino di un bar dinanzi ad un bel caffè con sfondo il Vesuvio. In realtà ci separa una cornetta telefonica a causa dei kilometri, ma subito lei si lascia trasportare dal racconto della sua vita. Chiacchieriamo un po’ per rompere il ghiaccio e inizia, fiera, a raccontarmi della sua formazione artistica, del fatto che credeva nel suo futuro come ballerina, un futuro purtroppo stroncato da un incidente che le ha impedito di proseguire la sua promettente carriera. Un vuoto incolmabile, che l’ha portata a scoprire dentro di sé nuovi talenti. Ecco così spuntare dal cilindro un battito inaspettato, quello per la recitazione.

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Denise inizia a frequentare una scuola di cinema ed una di teatro a Napoli, poi nel 2011 si trasferisce a Roma per proseguire gli studi. L’esordio verso l’estero inizia proprio dalla capitale, qui comincia a lavorare come attrice e viene scelta come protagonista per la campagna televisiva mondiale della Qatar Foundation (sponsor della squadra di calcio del Barcellona). Ma la sua permanenza a Roma dura solo pochi mesi perché, dopo aver sostenuto tre provini in lingua inglese, viene scelta da un’importante produzione estera come protagonista nella serie televisiva turca “Ucurum”, poi venduta in 13 paesi del mondo. Esatto! Denise Capezza in Turchia è una star acclamatissima sin dalla sua prima interpretazione. Come è nata questa stella napoletana in Turchia? «Mi fu proposto di sostenere un provino in lingua inglese per una serie televisiva turca che trattava del complesso tema


© Alfredo De Lise

DIVI

Denise Capezza 25 anni. Ha interpretato il ruolo di Marinella nella serie “Gomorra 2”. Ssm | 39


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affermarmi anche in Italia, nel mio Paese. I provini per Gomorra 2 sono durati molto, poi ecco la scelta del regista Stefano Sollima di volere me per interpretare la bella, malinconica e fatale Marinella, vittima e, al tempo stesso, carnefice del mondo della camorra». Considerando che quella è una realtà difficile da comprendere perché non ti appartiene direttamente, quanto si avvicina a te il personaggio di Marinella? «Marinella è un personaggio che ho voluto da subito, appena letto il copione ho pensato che quel ruolo doveva essere mio. Marinella è una donna molto forte che vive in una società complicata. Sposata con il figlio della boss Scianel, diventa “vedova” troppo giovane perché il marito finisce in carcere poco dopo. Vittima della suocera, Marinella cerca una via d’uscita, un rifugio mentale e lo fa attraverso una storia parallela con Mario. Così ho interpretato quel tradimento, quella evasione da una realtà troppo difficile, quella vena di sentimento pulito in un contesto sporco fatto di crimini e camorra. Forse l’unica storia vera all’interno di tutta la serie, l’unico vero rapporto è proprio quello tra Marinella e Mario. Ho vissuto la conoscenza del personaggio in modo molto intimo, ho provato a comprendere, ho provato a pensare come lei, come se fosse un’amica che stavo scoprendo. Un personaggio molto intenso. Per questo ruolo, ma anche per la vita sul set, ringrazio in particolar modo Francesca Comencini, unica donna regista della serie che per me è stata un punto di riferimento». Il tuo ultimo impegno prima della pausa estiva? «Ho appena ultimato le riprese di un film dal titolo Ho riconosciuto la felicità dal rumore che faceva allontanandosi per la regia di Stefano Incerti, dove interpreto il personaggio di “Maria”, co-protagonista del segmento “storia di Sasà”. Un film che mi vedrà in coppia con l’attore Salvatore Striano (il film dovrebbe uscire il prossimo autunno n.d.r.). A giugno inoltre ho preparato lo spettacolo sold out Benzina, portato in scena al “Kju Festival” presso la Galleria Primopiano di Napoli, tratto dall’omonimo romanzo di Elena Stancanelli, adattamento teatrale di Daniele Falleri per la regia di Eduardo di Pietro». © Alfredo De Lise

del traffico della prostituzione. Il provino era per il ruolo da protagonista e io non parlavo bene l’inglese, ma decisi di impegnarmi comunque con tutte le mie forze ed approfondii la lingua, in maniera tale da poter sostenere al meglio quell’audizione. Al regista piacqui subito, ma il mio inglese non era molto convincente, così decisi di imparare la parte in turco (premetto che non conoscevo il turco) e lo feci in soli tre giorni. Volevo giocare quella carta e volai ad Istanbul dove fui scelta per interpretare il ruolo di Felicia, una giovane ragazza vittima del traffico della prostituzione». Due lingue, anzi tre perché la protagonista era moldava. Hai dovuto imparare anche il moldavo. Come è stato affrontare questo momento di una così forte crescita? «Sì, oltre al turco ho dovuto imparare anche il moldavo e posso dire in tutta onestà che, per quanto stessi vivendo un’esperienza unica, quello fu anche il periodo più difficile della mia vita. Ricordo un Natale, noi giravamo anche 48 ore di fila ed io mi sentivo davvero sola, triste perché così giovane ero lontana dalla mia famiglia. Non è stato facile, ma dopo quel momento di sconforto mi sono poi ritrovata in una vera e propria favola». Sì perché sei diventata subito molto amata in Turchia per la tua interpretazione, come hai vissuto quella fama inaspettata? «In realtà, nel caos iniziale non ho avuto nemmeno modo di capire cosa realmente mi stesse accadendo. Un giorno, in una di quelle rare volte che si riusciva ad uscire perché liberi dal set, mentre passeggiavo per strada un gruppo di donne mi si avvicinò, abbracciandomi e baciandomi per la mia interpretazione. Quei gesti riuscirono a gratificarmi e a farmi sentire il calore e l’affetto del pubblico per il modo in cui riuscivo a trasmettere la personalità e le emozioni del personaggio. Quello per me fu il primo momento in cui capii veramente cosa stessi costruendo intorno a me». Quali personaggi interpretati senti particolarmente tuoi? «Dopo le due stagioni di Ucurum, le proposte lavorative continuavano ad arrivare e così decisi di restare ad Istanbul. Nei tre anni in cui ho vissuto lì ho ricoperto altri ruoli da protagonista in altre tre serie televisive e in due film per il cinema. Tra i personaggi che ho interpretato porto nel cuore con particolare affetto Asya, personaggio vissuto in un adattamento moderno di Oliver Twist (per Fox TV); e la sordomuta Canan interpretata in una serie televisiva dal forte richiamo politico il cui tema principale erano le problematiche tra curdi e turchi. Per recitare il ruolo di Canan mi sono trasferita in Kurdistan e ho dovuto imparare il linguaggio dei segni turco. Non è stato semplice girare quella serie. Ricordo che alcune volte abbiamo dovuto abbandonare il set a causa delle guerriglie in atto». Poi dalla Turchia decidi di tornare in Italia perché ti viene proposto di sostenere un provino per Gomorra 2 la serie. «Sì, ho pensato che forse quello era il momento giusto per


In vacanza con i

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# VIAGGI

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In famiglia, in totale relax o in giro per gli eventi piĂš mondani? Dove vanno e...soprattutto, cosa fanno i Vip in vacanza? Scoprilo con noi! Quattro le protagoniste scelte da Secret per questo speciale inserto a cura di Daniela Iavolato

estate!

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LA MIA VACANZA SARÀ last minute

Elisabetta Pellini Partita nel ’95 dai concorsi di bellezza, oggi è la popolare attrice di fiction di successo come: Le tre rose di Eva, Il Maresciallo Rocca 3, Questa è la mia terra. Impegnata in prima linea nella battaglia contro lo stalking, si occupa di temi sociali come l’autismo, l’Alzheimer e la violenza sulle donne.

Come e con chi trascorrerai le tue vacanze? «In questi ultimi anni le mie estati sono state sempre “last minute”. Mi capita sempre più spesso di essere sul set d’estate e le vacanze, di solito, si riducono alla sola settimana di Ferragosto, quando le produzioni e i cast si fermano. Preferisco organizzare un bel viaggio durante l’inverno e andare alla scoperta di nuovi posti e culture. Ora sto girando una fiction per Rai 1, Scomparsa, con Vanessa Incontrada e Giuseppe Zeno, per la regia di Fabrizio Costa, finiremo le riprese ad ottobre. Farò quindi una pausa “mordi e fuggi” nel Mediterraneo, ma

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ancora non ho programmato nulla. Ciò che è certo, è che a fine agosto non perderò il compleanno di mia mamma Graziella. Festeggeremo in Liguria, a Rapallo». Un ricordo speciale di una vacanza che porti nel cuore? «Di ogni vacanza ho ricordi speciali e bellissimi legati a nuovi luoghi, conoscenze, tramonti, albe, canzoni ed esperienze spensierate su cui ridere o rimpiangere. Ogni viaggio ti lascia qualcosa di meraviglioso, sarebbe un sogno poter esser sempre in viaggio alla scoperta del mondo. Io adoro le vacanze all’avventura. Ho girato il Messico in bus e in macchina con degli amici, percorrendolo “coast to coast”. A Natale ho fatto un bellissimo viaggio in Marocco, alla visita delle Città Imperiali e della città Azzurra». Il posto a cui sei più affezionata? «Amo viaggiare e amo l’Africa dove ho girato Un coccodrillo per amico e La stagione delle piccole piogge. I lavori all’estero mi hanno permesso di conoscere meglio nuove culture». Cosa non manca mai nella tua valigia? «Viaggio sempre con un bagaglio a mano, un borsone che non imbarco. Preferisco stare leggera e non mancano mai il mio profumo, il telefono, scarpe comode e il passaporto, ovviamente». Com’è stato il tuo anno? «Direi positivo. Le costellazioni dicevano che questo sarebbe stato un anno di bilanci e di sfide..Bene, sono in attesa di vedere cos’altro succede! L’importante per me è credere sempre nei sogni. La vita ti mette a dura prova e i sogni ti permettono di viverla con più serenità». Quali progetti ti aspettano al rientro? «Devo terminare la fiction per Rai 1 Scomparsa. Doppiarmi per la fiction appena terminata per Canale 5, Solo per amore 2 e spero di poter volare in Giappone per seguire il lungometraggio La mia famiglia a soqquadro. Una commedia di Max Nardari, dove con Marco Cocci, Bianca Nappi ed Eleonora Giorgi, sono protagonista. Tengo molto a questo progetto, ne consiglio caldamente la visione a grandi e piccini perché fa riflettere sul tema delle famiglie attuali. Mi auguro venga proiettato nei cinema italiani in autunno con una buona distribuzione».

Elisabetta Pellini


Cosima Coppola Come e con chi trascorrerai le tue vacanze? «Con il mio collaudato gruppo di amici stiamo organizzando una vacanza estera. Dopo Minorca, che lo scorso anno ho amato tantissimo, quest’anno la nostra scelta cadrà probabilmente su Formentera, un’altra isola della Spagna. Ma i paparazzi non mi prenderanno!! Sarà infatti una vacanza all’insegna del mare e del relax, niente follie! Poi, come ogni anno, tornerò per 15 giorni in Puglia dalla mia famiglia, per coccolare la mia mamma e recuperare il tempo passato lontano dai miei affetti». Un ricordo speciale di una vacanza che porti nel cuore? «Ho uno speciale ricordo di Mykonos. Qualche anno fa, mi trovavo lì per girare un film in inglese per il cinema Wog Boy: The Kings of Mykonos. Ricordo che avevo l’adrenalina a mille per quella nuova avventura ed è stato bello unire la vacanza al mix di emozioni legate all’esperienza sul set. Mi sono goduta un mese e mezzo di Grecia, tra lavoro e serate brave, è stato davvero un periodo speciale». Il posto a cui sei più affezionata? «La mia Puglia! Lì ritrovo gli amici di sempre e il calore dei miei concittadini. Tutte le estati la tappa a Fragnano, dove sono nata, è d’obbligo. Quando torno mi aspettano serate tranquille a casa tra giochi, i panzerotti di mamma e abbondanti cucine pugliesi. Non a caso a settembre rientro sempre con 5 chili in più». Cosa non manca mai nella tua valigia? «Quando mi sposto per andare al mare, assolutamente protezione a schermo totale per la mia pelle chiarissima. Poi, tanti vestiti leggeri e scarpe comode. La mia valigia è “easy”, vivo le vacanze all’insegna dell’avventura, senza troppe pretese». Com’è stato il tuo anno? «Un anno positivo di esperienze e bellissime collaborazioni. Per esempio mi sono lanciata nella folle avventura di Tale e quale show. In questa edizione c’erano persone preparatissime sul canto e imitatori di professione e per me, che non sono una cantante professionista, è stata un’esperienza dura ma formativa. Tutto sommato mi sono difesa bene». Quali progetti ti aspettano al rientro? «Sono molto scaramantica, nell’aria c’è qualcosa ma è troppo presto per dare notizie certe. Posso solo dire che a breve mi auguro di tornare sul piccolo schermo con una nuova fiction».

Cosima Coppola Da ballerina esordiente sul palco del Bagaglino a giovane attrice richiesta sul piccolo schermo. L’onore e il rispetto, Donne sbagliate, Io ti assolvo, Viso d’angelo, sono solo alcune delle fiction a cui ha preso parte. Dopo l’esordio sul grande schermo con Wog Boy: The Kings of Mykonos, è stata scelta da Carlo Conti nel programma di successo Tale e quale show in onda lo scorso inverno.

PUGLIA E FORMENTERA tra amici e famiglia Ssm | 43


DIVISA TRA AMICHE e fidanzato

Come e con chi trascorrerai le tue vacanze? «Quest’anno gli impegni di lavoro mi tratterranno in città fino a Ferragosto, per questo motivo non ho ancora avuto la possibilità di fare programmi. In generale, comunque, sono sempre quella dell’ultimo momento, inizio a progettare le mie ferie circa una settimana prima di partire. Una certezza però ce l’ho! Farò sicuramente una vacanza con le amiche e una con il mio fidanzato». Un ricordo speciale di una vacanza che porti nel cuore? «Ho un ricordo magico di una vacanza fatta nel 2007 a Cuba con la mia famiglia al completo. La porto nel cuore perché è stata l’ultima esperienza tutti insieme: mamma, papà e mia sorella. Dopo di che, per i vari impegni di tutti, non siamo più riusciti a ritrovarci e organizzarci, la ricorderò per tutta la vita». Il posto a cui sei più affezionata? «Sicuramente la costiera amalfitana, in particolare Positano. Un posto magico, ancora incontaminato nella sua magia presepiale. Ci vado almeno una volta l’anno». Cosa non manca mai nella tua valigia? «Non manca mai…mezza casa! (ride n.d.r.). Purtroppo non riesco a fare a meno di nulla, devo sempre portami dietro tutto: il must have delle mie vacanze è sicuramente il mio libro di meditazioni, ma per esempio non dimentico mai nemmeno la piastra per i capelli...sacro e profano insieme! Partire per una settimana o un mese per me non fa differenza, la

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Ilenia Lazzarin Nei panni di Viola Bruni dal 2001, è uno dei volti più amati della soap di Rai 3 Un posto al sole. Ha preso parte a fiction di successo come Fuoriclasse e Un passo dal cielo, in autunno sarà al timone della nuova stagione de Il contadino cerca moglie su Fox Life Italia, alle prese con 5 contadini single che tenteranno di trovare la loro anima gemella tra i single di città.

mia valigia è sempre grande e strapiena». Com’è stato il tuo anno? «Molto impegnativo, pieno ed emozionante! È stato un anno di evoluzione sia umana che spirituale, sono stata travolta da grandi cambiamenti interiori, da nuove relazioni umane e professionali. Sono infatti la nuova conduttrice, al posto di Simona Ventura, del programma in onda su Fox Life Italia Il contadino cerca moglie. Lo stiamo girando proprio in questo periodo e andrà in onda il prossimo autunno. Per me è un’occasione molto importante e di grossa responsabilità. Sono al timone di una trasmissione che lo scorso anno è stata magistralmente condotta da un’icona della Tv, un onore immenso. Spero di essere all’altezza». Quali progetti ti aspettano al rientro? «Decisamente quelli in corso, sono concentratissima su tutto quello che mi sta capitando e, naturalmente, su questo nuovo progetto. Da luglio riprendo anche Un posto al sole, il mio rifugio, non posso stargli lontana troppo tempo. Spero soltanto di riuscire ad avere più tempo libero per i miei affetti più cari e per il mio fidanzato. In questo periodo così intenso sono tutti molto compresivi con me, mi sostengono molto. Cosa posso desiderare di più?».

Ilenia Lazzarin


Come e con chi trascorrerai le tue vacanze? «Quest’anno è in programma una doppia vacanza: la prima in tre! La prima parte dell’estate la trascorreremo infatti da soli con il nostro bimbo (l’attrice, diventata da un anno mamma, è sposata con il modello Sergio Sparascio n.d.r.), mentre ad agosto saremo con i nonni e tanti zii!». Un ricordo speciale di una vacanza che porti nel cuore? «Le vacanze sono per antonomasia momenti spensierati della nostra vita, ho tantissimi ricordi indimenticabili che mi rallegrano sempre l’anima. Per questo motivo mi risulta difficile fare riferimento ad un’unica esperienza, ma se proprio devo citarne una, il primo ricordo che mi salta in mente è quello della prima vacanza fatta da sola in compagnia della mia amica Francesca. Un’estate all’avventura in giro per le isole greche: zaino in spalla e sacco a pelo pronto per dormire ovunque capitasse… certe volte anche nei porti in attesa di un traghetto».

Daniela Fazzolari Il posto a cui sei più affezionata? «Il posto a cui da sempre sono più affezionata è il mio mare di Siderno, un paesino della Calabria dove è nato il mio papà. Ci vado da quando ero bambina e quello per la mia famiglia era il momento più atteso dell’anno dopo la fine della scuola». Cosa non manca mai nella tua valigia? «È impossibile fare un elenco, nella mia valigia c’è davvero di tutto!». Com’è stato il tuo anno? «Quest’anno per me è stato davvero importante. Il primo anno di vita di mio figlio Andrea che mi ha completamente assorbita e catapultata in una dimensione che a parole non riesco nemmeno a descrivere..la maternità è una gioia immensa, la si può soltanto vivere, sono estremamente felice». Quali progetti ti aspettano al rientro? «Vedremo…per ora c’è sicuramente la voglia di riprendere in mano, a partire dal prossimo anno, qualche progetto lasciato indietro».

VACANZE DA MAMMA CON Sergio e Andrea

Daniela Fazzolari È stata l’amatissima Anita Ferri di Centovetrine in onda su Canale 5, poi a sorpresa nella soap ha vestito i panni di Diana Cancellieri. Nell’estate del 2008 la ritroviamo invece tra i protagonisti del cast di Un posto al sole d’estate, ma ha recitato anche sul grande schermo diretta dal maestro dell’horror Dario Argento. Ha preso parte a fiction di successo come Io ti assolvo, R.I.S. 4 - Delitti imperfetti, Don Matteo 7, I misteri di Laura. Ssm | 45


# MODA

Come mi vesto?

Summer

© Outfit Fendi

CULT 46| Ssm


y r u x

Sand ate, Swaro ear color . Il footw e oro estate è dell’

lu

ai miei piedi © Deasandals

T

t s i l g pin p ietre i o p h n s o vsk ali c

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# 2.0 VITA DA IT GIRL

Sono le nuove imprenditrici del settore moda: girano il mondo tra una sfilata e l’altra. Sono le: instagramers, fashion bloggers, youtubers, ovvero giovani ragazze che lavorano sul web, condividono foto, scrivono articoli, creano tendenze. Coccolate dai brand come le star, invidiate ed imitate, sono riuscite a trasformare un hobby in lavoro. CONOSCIAMOLE!

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a i m La a r t vita MA E N I C e

a d o Chi è ? a i r e l Va

Esistono persone nate per eccellere in qualcosa. Ne esistono altre che non si accontentano di una, ma riescono in molte. Valeria Nardilli è una di queste. Romana, a soli 25 anni vanta un curriculum alle spalle da fare invidia a un settantenne. La sua gavetta non poteva che cominciare con il teatro, quando era ancora una bambina, per continuare poi con il cinema, la moda e persino la sceneggiatura. Ha partecipato a film come “Io è morto” o “Spiral” ed è stata protagonista di video musicali come quelli di Lorenzo Fragola e Briga. Insomma Valeria sa bene cosa vuole. Non ama definirsi, dice, ma non ci vuole molto per capire che è una persona determinata, tenace, cocciuta. Conosciamo allora le mille sfumature di Valeria!! Mua: Giulia Giorgi / Baburka Production Factory Foto di AEterna Photography Studio Ssm | 49


8045 followers su Instagram Nata il16/09/1991 Vive a Roma Instagram Valerianardilli Facebook Valeria Nardilli

Ti dedichi a tante cose e riesci bene in tutte, c’è qualcosa che ti contraddistingue e ti permette di avere successo? «Non credo di “avere successo”, ma credo di fare dei passi importanti verso una maturazione professionale. Tanti miei colleghi si lamentano che non c’è lavoro, io delle volte sono stanca per il troppo lavoro. Forse è questo che mi contraddistingue: sono una stacanovista, non mollo mai, so reinventarmi e creare lavoro. Io penso che tutto arrivi a chi se lo va a prendere». Nella tua carriera hai lavorato anche con grandi artisti. Chi ti ha lasciato un segno particolare?

«Devo dire che ho imparato molto da ogni persona che ho conosciuto, dal più piccolo al più grande. Ho imparato chi non voglio essere, quanto è importante l’umiltà, quanto alcune persone abbiano afferrato un sogno con i denti e quante siano capitate lì per caso. In questo lavoro ogni esperienza è un microcosmo, ogni troupe diventa una famiglia. Ti capita di avere a che fare con le più svariate personalità e arrabbiarti, essere felice, stringere amicizie». In futuro pensi di continuare su questa strada o hai altri progetti? «Il mio futuro cambia in continuazione. A me piacerebbe fare la regista ma, nel contempo, sto cercando in tutti i modi di inventarmi qualcosa che mi permetta realmente di realizzare il mio sogno: girare il mondo». Che rapporto hai con te stessa? Ti piaci sempre o hai anche tu i tuoi momenti no? «Io e me stessa siamo sempre in conflitto e i momenti no prendono spesso il sopravvento. Non sputo in faccia alla provvidenza, mi sento fortunata, ma penso sia umano non piacersi a volte. Dentro di me ci sono una bambina capricciosa e una donna saggia e matura che si tengono per mano». Che consiglio daresti alle ragazze desiderose di intraprendere la tua stessa carriera? «Direi loro di lasciar perdere (ride, ndr). Spesso si pensa che si riesca a diventare “ricchi e famosi” senza avere né arte né parte e, delle volte, succede. Ma a quale prezzo? Con quali compromessi? E soprattutto, quanto può durare? Io dico che il cinema è un lavoro duro, pieno di sacrifici, frustrazioni e sudore. I “no” sono tanti, i “sì” sono belli e ti riempiono di gioia perché rari e sudati. Bisogna valutare se si è disposti ad essere sempre messi in discussione, a vedersi passare avanti miriadi di persone poco meritevoli e ricevere tante porte in faccia. Bisogna avere anche tanta fortuna, sì bisogna contare anche quella». Passando alla moda…Ti ritroviamo spesso su cataloghi di moda, siti internet e riviste. Ma qual è il tuo vero stile? «Smetterò di vestirmi di nero quando inventeranno un colore più scuro, oppure, mi vesto di nero perché è morta l’intelligenza. A parte tutto, ho uno stile tutto mio, non spendo molti soldi in abbigliamento, amo i mercatini delle pulci e gli abiti vintage a poco prezzo, mi piace spulciare, rovistare e sentirmi bella senza spendere una fortuna».

di Michela Ponticiello

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Trend allert

WINTER colle

ction

Ciò che il fashion comanda, il fashionista osa! E voi? Sicure di avere le idee chiare su come osare il prossimo inverno? Ecco alcuni consigli sui trend della prossima stagione! di Genny Monfregola Ssm | 51


Per il prossimo inverno trionfo di beige in tante nuance, dal cammello all’oro e dai toni rosati che arrivano al nude. Mise interamente in beige sono state avvistate sulle passerelle di Givenchy e Dior. Mentre il verde dalle tinte pastello presentato da Hermès, viene proposto sulle passerelle in diverse sfumature: verde lime, militare, safari e sottobosco. Il giallo per illuminare i nostri outfit, dal

no

r an e v che d’in

limone al giallo ocra è stato il protagonista di Acne studio e MaxMara.

N te ud a e” e color

Bomber in nylon, Jersey dai colori pastello a quelli in raso, iper decorati, in pelle, lavorati, ricamati o stampati come quelli di Moschino.

lo sportwear è presente in passerella ormai da qualche stagione, chic e raffinati sono sempre

più i capi che assumono un carattere estrema-

mente elegante e sofisticato senza rinunciare alla comodità di capi quali: felpe, joggers, bombers e collegiali uniti a capi di gusto più classico.

Sportwear, comode ma

chic

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Capospalla MAXY o striminzito? Dalla Cappa per uno stile chic e raffinato come quelle presenti nelle collezioni di McQueen o Valentino, ad un classico più rock degli anni ‘80: il chiodo in pelle; con zip, spalline, pailettes e applicazioni. Il chiodo da sempre amato e adatto a tutte le donne, in alcune versioni lo ritroviamo scamosciato o con inserti in pelliccia cortissima (Diesel, Balenciaga, Valentino). Anche il giubbotto in denim è un must have: chiaro, scuro o dai diversi lavaggi, con toppe o stemmi applicati passando per i più estrosi dal gusto western con frange, borchie ed occhielli.

In Pijama al

Non solo di notte ma anche di giorno. In ufficio, per l’aperitivo o di sera: il pijama, già anticipato da molti stilisti, ha guadagnato il posto nelle mise più ricercate adatte

Party

ad ogni occasione. Veloce da indossare e comodo da portare, a righe, fiorato, in raso di seta o caldissime lane, con cintura o bottoni, stampato e ricamato, vediamo modelle in pijama da camera calcare le passerelle anticipando quello che sarà uno dei trend più divertenti di questa stagione.

Trionfo di

Accessori

Quest’anno la doppia borsa è uno dei trend più interessanti! Divertitevi a creare combinazioni stravaganti, unendo tracolle e pochette, clutch e shopper di diverso colore, forma o materiale (Dior, Prada). Potrete altrimenti scegliere di portare una sola borsa abbinata al soprabito o della stessa fantasia del vostro capo, meglio se impreziosite da gioielli e inserti in pelliccia. A dominare la prossima stagione saranno gli stivali, accompagnati da calze di lana altissime fino al ginocchio o in stile western!

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La Rua

Daniele Incicco (voce e chitarra), William D’Angelo (chitarre), Davide Fioravanti (pianoforte, fisarmonica, glockenspiel), Nacor Fischetti (batteria, fx), Alessandro Mariani (chitarre, banjo) e Matteo Grandoni (contrabbasso, basso) sono i sei componenti della band pop/nu-folk La Rua formata nel 2004 ed esplosa sul palco di Amici di Maria de Filippi.

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# STORIE

DOPO AMICI Gente di stoffa

la nostra estate e in

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La Rua

Ciclone

Presenza scenica e grinta da vendere, i La Rua sono la vera novità dell’ultima edizione del talent show di successo Amici di Maria de Filippi. Una music band carica di energia esplosiva che, ad ogni apparizione e sotto lo sguardo di un attonito Morgan, ha letteralmente “sfondato” gli schermi televisivi di tutti gli italiani. Eliminati in fase “serale” contro il cantautore napoletano Lele Esposito, hanno già intascato un contratto con la Universal Music Italia e mentre “Sotto effetto di felicità” (il loro nuovo lavoro anticipato dal singolo “Il sabato fa così”, prodotto da Dario Faini e La Rua), fa il pieno di presenze nelle tappe instore di tutta Italia, la band racconta in esclusiva a Secret l’esperienza nel programma e la rovente estate che si appresta a vivere in giro per le piazze dello stivale.

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Nonostante la mancata vittoria ad Amici 15 siete consapevoli del fatto che rappresentate la rivelazione musicale del programma? «Siamo consapevoli del grande lavoro fatto dentro il programma e dei preziosi insegnamenti appresi da professori e coach. Abbiamo imparato molto e ad ogni esibizione ci siamo messi sempre alla prova, nel tentativo di offrire ogni volta uno spettacolo diverso per il pubblico che ci seguiva, dando sempre il massimo e il meglio delle nostre possibilità». Che cosa ha rappresentato il talent per i La Rua e che effetto fa, dopo tanta gavetta, un contratto con la Universal e tanto successo? «Una bella sfida e un grande percorso di crescita che ci ha temprato sia psicologicamente che musicalmente. Ne usciamo arricchiti senza alcun dubbio. Entrare a far parte di una grande squadra come quella della Universal, ci spinge a dare ancora di più e a ricambiare la fiducia riposta in noi con i live


estivi e nuovi brani». Per una band come la vostra abituata alla libertà che offre il palco, che cosa è stato più difficile cambiare per adeguarsi alle regole ferree di un contenitore televisivo? Cosa di Amici porterete sempre nel cuore e quale tra i giudici quello che avete preferito di più? «Inizialmente abbiamo incontrato qualche difficoltà nel trovare il modo di canalizzare e far arrivare la nostra energia a chi ci guardava da casa, ma poi il percorso è stato in salita. Psicologicamente, l’esperienza ad Amici ci ha condotti ad un livello di reattività alta e ad una metodologia lavorativa ferrea, è stata dura, ma ci ha reso senza dubbio più forti. Tra i giudici che abbiamo apprezzato particolarmente, bisogna citare sicuramente Morgan, artista di una cultura

musicale impressionante, che ci ha regalato pareri dal valore davvero inestimabile». L’incontro con Elisa quanto è stato importante? Che cosa ha aggiunto al vostro modo di fare musica? Su quale genere musicale si avvicina il vostro nuovo lavoro? «L’incontro con Elisa è stato illuminante, ci ha fatto crescere enormemente. Lei ha capito fin da subito la nostra natura, il nostro sound e ha saputo fare centro con i brani che ci ha assegnato, amplificando al massimo il nostro potenziale. Elisa ci ha dato la possibilità di lavorare molto sui dettagli, in particolare negli arrangiamenti, soprattutto sul lato elettronico. E proprio la musica elettronica è una componente fondamentale del nostro nuovo album Sotto effetto di felicità, anche se sempre miscelata al nostro

lato più acustico». Dove puntano i La Rua dopo il boom di Amici? «A portare l’energia mostrata nel programma anche fuori. Lo spettacolo estivo è già partito e non vediamo l’ora di farlo vedere e ascoltare a tutti quelli che vorranno venire ai nostri live, soprattutto non vediamo l’ora di conoscere tutti i nostri fan». Come passerete l’estate? «Saremo in giro per l’Italia per far ascoltare la nostra musica e presentare il nostro nuovo album Sotto effetto di felicità. Non potrebbe esserci modo migliore per vivere quest’estate».

di Noemi Perris

Il 25 giugno è partito il tour dei La Rua. Ecco i prossimi appuntamenti confermati: 16 luglio - Barolo (CN) Collisioni Festival (supporto Marco Mengoni) 23 luglio - Porto San Giorgio (FM) Notte Rosa Revolution 29 luglio - Corigliano Calabro (CS) Centro Commerciale i Portali 31 luglio - Ripatransone (AP) Piazza XX Settembre 7 agosto - Ripaberarda (AP) Piazza Santa Maria 13 agosto - Roseto degli Abruzzi (TE) Parco del Borsacchio 30 agosto - Alba Adriatica Festa di Fine Estate 15 settembre - Terni Terni on Festival Ssm | 57


www.mademodel.it

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teatro

#FREETIME

Teatro Lendi

Il direttore Francesco Scarano propone ai suoi abbonati dodici spettacoli e il consueto fuori programma di San Valentino con Gigi Finizio in concerto. L’apertura è affidata a Lina Sastri e al suo “Mi chiamo Lina Sastri”. Seguiranno Giacomo Rizzo, Serena Autieri, Benedetto Casillo, Sal Da Vinci, Marino Bartoletti e Simone Schettino, Lello Arena e Isa Danieli, Carlo Buccirosso, Biagio Izzo , la coppia Peppe Lanzetta e Federico Salvatore. Chiude il cartellone in abbonamento Nino D’Angelo in “Io senza giacca e cravatta”.

musica

Massive Attack in concerto

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I Massive Attack, la band esponente del panorama elettronico, torna a Napoli. Il loro stile, denominato dalle etichette discografiche Trip-Hop, mescola l’hip-hop newyorkese fondendosi con il soul, il reggae, l’elettro e il dub. L’appuntamento è all’Arena Flegrea il 27 luglio.

TOP O events Gli indirizzi top per scoprire la città. I ristoranti più in voga, le migliori SPA. Ma anche le mostre, i musei da visitare, eventi e manifestazioni.

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Scelti da Secret

festival

Ischia Summer Festival Apre Clementino

Ischia Summer Festival 2016 - Arena del Negombo Agosto, Isola di Ischia. Una grande iniziativa nell’isola di Ischia rivolta ad un pubblico variegato. Il festival musicale prende il via l’11 agosto con Clementino. Prosegue martedì 16 agosto con Fiorella Mannoia, mentre mercoledì 17 agosto sarà la volta di Rocco Hunt. Chiude la kermesse Claudio Baglioni, venerdì 19 agosto.

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Passa parola

CINEMA

Un calice di vino e una piacevole atmosfera, l’intervista aperitivo è con la “guerriera sensibile” Cinzia Mirabella, una delle attrici più amate del panorama campano. Lei si presenta allegra, spontanea e genuina. Ma quello che più colpisce è la grinta, quella che mette nel lavoro, come nella vita. Ha ultimato da poco le riprese del cortometraggio “Le ragazze di Mario”, per il quale dirige e interpreta. Ad accompagnarla un cast importante, capitanato da Tosca D’Aquino e Arduino Speranza, insieme a Martina Pinto, Veronica Rega e Gianluca Magni. Mario, il suo pub e le sue ragazze. Gli scheletri del passato, il terribile mostro del cancro che ritorna…Una storia che commuove.

Come nasce questo corto? «Quando mi si è presentata l’occasione di avere un sostegno attraverso il contributo dell’IMAIE, mi sono subito attivata per costruire una sceneggiatura per un cortometraggio. Da sempre il cinema è la mia passione e, negli ultimi anni, ha superato quella per il teatro. Nel cassetto avevo una vecchia sceneggiatura per un lungo, ho estrapolato una mini storia ed è nato Le ragazze di Mario. Una storia di amicizie e di amore, intrecciata alla tragedia di Seveso e le innumerevoli morti dovute allo scoppio del reattore chimico, dal quale fuoriuscì la velenosa diossina». E così hai messo su un cast notevole, come è avvenuto questo incontro? «Nel film ho avuto il piacere di dirigere Tosca D’Aquino, una mia grande amica. Tempo fa, c’eravamo promesse 60| Ssm

Cinzia Mirabella «Vi presento Mario»


di lavorare insieme, è stato un onore poterle cucire addosso un ruolo drammatico che esalta tutta la sua bravura. Ad accompagnarla sulla scena uno degli attori, per me, fra i più interessanti nel panorama teatrale e cinematografico. Napoletano, un artista poliedrico che sa muoversi con disinvoltura, passando dal drammatico al comico, Arduino Speranza, al quale ho affidato il ruolo di Mario. Un ruolo complesso che ha diversi registri nella sua costruzione perché è cinico ma, al contempo, sa essere buono; un personaggio ricco di sfaccettature. La brava Martina Pinto, volto molto amato dal pubblico, interpreta Flora, la figlia naturale dei due protagonisti. Veronica Rega, bravissima anche lei nella costruzione del suo personaggio malinconico ma deciso, è invece Rosita, amica di Flora e di Andrea da me interpretata. A completare il cast c’è Gianluca Magni, altro volto noto al grande pubblico per la sua presenza in numerose fiction. Infine due attrici debuttanti, Angelica Loredana Anton e la piccola Francesca Onoris». Qual è il segreto di una buona sceneggiatura? Quali ingredienti deve avere? «Di base è indispensabile una buona storia che sappia crescere nel corso del racconto, poi ci deve essere sempre un colpo di scena, non prevedibile agli occhi del pubblico». Nel teatro come al cinema, il tuo sguardo riflette spesso l’universo femminile, come mai questa scelta? «Il mondo delle donne, e non perché appartengo alla categoria, è sempre pieno di grandi sensibilità, di storie mai scontate, di coraggio espresso sempre con orgoglio e determinazione, un mondo fecondo dal quale si impara sempre». Infatti, negli ultimi anni, la tua carriera vira verso il cinema di ricerca che abbraccia sempre più il sociale. Una scelta che esprime una volontà precisa? «In parte c’è che in Italia il cinema

appartiene a una casta nutrita di attori. Si assiste a poco ricambio, a noi attori impegnati e di “nicchia” viene chiesto soprattutto di partecipare a progetti indipendenti perché portiamo, sicuramente, qualità e impegno. Non ci riconoscono come attori da botteghino, ma ben venga che ci siano registi che non rispondono a queste logiche e credono, piuttosto, nel talento…altrimenti staremmo a casa a girarci i pollici». Nella tua vita, sia di attrice che come regista, hai lavorato con diversi artisti ma chi più di tutti reputi un mentore, la tua “guida”? «L’incontro con Pappi Corsicato è stato sicuramente quello più illuminante. Lui, con la sua leggerezza, mi ha trasportato nel suo mondo e io mi sono ritrovata a fare cose con una naturalezza incredibile». Quali sono invece i progetti che negli ultimi anni hanno significato di più per te? «Nel cinema sicuramente il film Esodo di Ciro Formisano che parla delle vicissitudini di un’esodata. Una storia dura che fa riflettere sulla condizione di milioni di lavoratori che, in attesa dei loro diritti pensionistici, vivono ormai di stenti. A teatro I liberatori, tratto da La pelle di Curzio Malaparte che mi vede nei panni solo di regista. Ho portato gli spettatori nei luoghi della guerra, nei ricoveri, facendo rivivere loro momenti dolorosi della storia napoletana e dell’umanità. E lo spettacolo Sebben che siamo donne, uno spettacolo al femminile pieno di voci e di storie in cui interpreto otto eroine tutte diverse tra loro. Nella prossima stagione teatrale porterò invece in giro Novecento di Baricco, insieme ad Emilio Marchese». Per la comunità gay sei un’icona e da sempre sei al fianco delle cause lgbt, che effetto ti fa questo enorme affetto? «Sento molto la causa lgbt, certo bisogna ancora combattere, la strada è lunga e tortuosa, ma prima o poi arriveremo ad avere i diritti per tutte le persone

di qualsiasi sesso e di qualsiasi orientamento sessuale, ne sono sicura! Sono felice di rappresentare le loro cause, il pubblico gay mi segue da tanto. È sempre in prima fila ad applaudirmi, questo mi rende felice ed orgogliosa. Significa arrivare al cuore della gente, la nostra forza è il pubblico». Lo scorso anno sei tornata alla ribalta con la serie web Tarok di Ciro Formisano su il “Fatto Quotidiano” accanto a Rosaria De Cicco, ce ne parli? «Un‘esperienza divertentissima, con Rosaria c’è un affiatamento ormai consolidato eravamo reduci da una tournée dal titolo Vacanze turche, in cui si esplorava il mondo delle cinquantenni in modo divertente, ma anche riflessivo. E poi Ciro è un regista fantastico che mette a proprio agio gli attori». Quali sono i tuoi progetti futuri? «Sto finalmente lavorando alla sceneggiatura del mio lungo. Un progetto ancora “top secret”, l’unica cosa che posso dire è che gli spunti autobiografici sono tanti. Sono molto emozionata per questo. Inoltre, sta per uscire il film Astrid, di Federico Mattioni, altro regista che stimo molto, che mi vede in un ruolo inedito. Stupirò il mio pubblico!».

di Daniela Iavolato

© Valerio Matteu

Il cast sul set di

“Le ragazze di Mario” Ssm | 61


# VITA DA MAMMA

© Fotolia

MAMME: DIETRO FRONT!

Annoiarsi serve! Lo afferma la psicologa: «L’assenza di continui stimoli e attività svolge una funzione importante. È il motore della creatività: allontanando videogames e impegni in più, abitueremo i nostri figli alla noia e al gioco spontaneo».

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conoscenza del proprio mondo emotivo e, parallelamente, si mostrano completamente iperadattati al mondo degli adulti che li circondano. La gestione del tempo libero diventa un vero problema nella misura in cui il piccolo non è abituato a sperimentarsi e non conosce se stesso, se non come copia conforme delle aspettative genitoriali. Questi bambini potranno poi diventare degli adolescenti insicuri e caratterizzati da quella tipica forma di apatia della giovinezza contemporanea. Si tratta di uno stato di mancanza di

© Fotolia

Dottoressa, perché strutturare la giornata di un bambino può sortire un effetto contrario a quello desiderato? «Da bambini si imprimono nella mente le principali convinzioni di copione che saranno poi ripetute, in forme e contenuti diversi, per il resto della vita. Ai genitori è affidato quindi l’onere di proporre e stimolare la creatività. Spesso e volentieri, però, questi bambini non hanno né il tempo né lo spazio per entrare in contatto con se stessi e con le loro preferenze, perché si ritrovano impegnati in attività che il più delle volte non hanno scelto o, peggio, non amano e quindi, una volta lasciati soli, non sanno in alcun modo gestire il “dolce far niente”. Ecco che nasce poi il rifugio nelle strumentazioni tecnologiche». Come sedimenta nei bambini il controllo del loro tempo da parte dei genitori e il conseguente rifugio nella tecnologia? «I bambini che si sono rifugiati in una vita virtuale, spesso non hanno alcuna

© Fotolia

I bambini di oggi…insicuri, fragili, spesso stressati fin da piccoli dalle richieste dei genitori che tendono ad organizzare le loro giornate riempendole di attività da fare invidia alla rigida e fitta agenda di un adulto. Molti genitori alla frase: “Mamma mi annoio!” entrano in panico e inventano qualunque cosa pur di non sentire sbuffi, sbadigli e borbottii di sottofondo. Ecco spiegato perché la maggior parte delle mamme e dei papà tendono, a quel punto, a fare la cosa più semplice: fornire intrattenimento tecnologico. Ipad, Playstation, Wii e affini sono un ottimo sistema per riempire rapidamente il senso di noia dei nostri piccoli, così che noi adulti possiamo continuare a fare ciò che stavamo facendo. Quasi come se ogni momento della giornata dovesse essere necessariamente scandito da un qualche input utile a sviluppare una determinata abilità del bambino. Insomma, tutto per rendere i propri bambini “attivi”, pur di non farli annoiare. Ma siamo proprio sicuri che vada bene così? L’analisi che viene fuori dalla consulenza della psicologa e psicoterapeuta Nikla Bene, capovolge la convinzione che la noia sia diseducativa e dannosa e invita i genitori ad invertire questa tendenza.

passioni dovuto a una poca abitudine a contattare se stessi». Quali conseguenze può avere sugli adolescenti questa fase vissuta durante l’infanzia? «La conseguenza è la crescita del numero di adolescenti che non sembrano più curiosi della vita e delle possibilità che quest’ultima può offrirgli. Vengono attratti da poche cose, il più delle volte nocive per se stessi, e si isolano sempre più dai rapporti sociali, reputando l’incontro con l’altro una sorta di antagonismo piuttosto che di complicità e di solidarietà. Anche per gli adolescenti la gestione del tempo risulta dunque difficile e di conseguenza finiscono o per isolarsi o per uniformarsi alla massa». Cosa significa quindi per un bambino essere lasciato libero di esprimersi? «Entrare in confidenza con il vuoto o, per dirla più semplicemente, con l’ozio. Significa concedersi la possibilità di sentire i propri bisogni e di trasformare il vuoto apatico in un vuoto fertile. Per questo, ricordiamoci tutti di lasciare nelle nostre agende degli spazi bianchi, liberi da impegni, spazi dedicati a noi stessi e ai nostri figli».

di Emanuela Esposito

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# CONVERSANDO

Valerio Caprara

cinema

Una passione chiamata

Docente di storia del cinema e critico cinematografico, esperto di cinema americano e appassionato di western, autore di numerose monografie e al contempo cinéphile per antonomasia. Valerio Caprara, classe 1946, ci parla della sua passione più grande, quella per la “settima arte”, cavalcando ricordi di infanzia e riflessioni attuali, con l’ardore proprio solo di un onnivoro che si ciba del proprio oggetto del desiderio: i film. 64| Ssm

Com’è nata la sua passione per il cinema? «Sono nato a Roma, poi all’inizio degli anni Cinquanta mi sono trasferito a Portici, quando ero ancora bambino. Lì in quel periodo c’era un numero incredibile di sale cinematografiche e questa cittadina vesuviana veniva utilizzata dalle produzioni per le “preview”, cioè venivano presentati in anteprima film di tutte le categorie per testare le reazioni del pubblico. Avendo una madre molto appassionata di cinema, per anni mi ci ha portato lei e avendo la possibilità di tante


sale e tanti titoli, la sua passione evidentemente è trané arte né industria, è un’industria che ha cambiato il smigrata in me. Dopo di che, da adulto, mi sono laureconcetto di arte”. È una materia talmente complessa ato in Lettere e ho intrapreso la carriera universitaria di che rende impossibile un giudizio solo sul contenuto o assistente in letteratura italiana moderna e contemposolo sulla forma. Gli studiosi, i critici, gli appassionaranea all’Orientale di Napoli. Poichè lì c’era la prima ti, i cinefili, devono essere sempre capaci di coniugare cattedra di storia del cinema in Campania, pioneristicale proprie emozioni e conoscenze in modo onnicommente affidata al professor Mino Argentieri, ebbi l’ocprensivo e mai escludente, altrimenti non è giudizio sul casione di unificare la carriera universitaria passando cinema». da Letteratura italiana a Storia del cinema. Quali sono i film ai quali è più legato non come criContemporaneamente, per le circostanze fortunate deltico, ma come persona? la vita, avendo scritto un paio di monografie sul cinema «Siccome sono una persona estremamente passionale, americano, fui chiamato dal direttore de “Il Mattino” i film più importanti nella mia formazione e nella mia che voleva svecchiare, voleva cambiare, prendere dei infanzia sono stati i western, perché negli anni ’50 e ’60 giovani che fossero più vicini ad il western era il genere avventuroun rapporto cinéphile con il ciso per eccellenza, diversamente da nema e non solo contenutistico o oggi che il suddetto genere corriIl giudizio è libertà, è letterario. Ed è così che sono disponde al fantasy. Il western univa evoluzione della critica, ventato critico del quotidiano dal l’amore per la natura, per i paesagè formazione culturale febbraio del 1979. gi sconfinati e per l’avventura, alla degli studiosi,può esseDa lì si è sviluppata poi la mia carlealtà, allo scontro e alla battaglia. re anche asperrimo ma riera-passione. Altri film che ho amato sono stati è cosa a sé stante. Questo è un po’ l’itinerario: Porfilm con forti dosi di erotismo, pertici, anni ’50, il grandissimo faro ché da adolescente ti apri alla vita della passione ecumenica per anche dei sensi, ed è chiaro che i film di quegli anni, quando il quelli, al cinema, sono molto potenti. cinema era ancora una lingua unica e unificata e non Questo mi ha indotto a pensare che il cinema sia poc’era differenza tra le persone che andavano a vedere tentemente erotico anche quando non lo è in modo o giudicare i film di Fellini o i western di serie B o C. evidente, perché ti fa entrare nelle vite degli altri, e l’eSi amavano tutti i tipi di film, anche quelli cosiddetti rotismo non è in fondo entrare nella vita del partener, “popolari”». conoscerlo? Da qui nasce quindi la sua posizione nei confronti Il cinema con quella sua forza a volte un po’ ruffiana, a della critica cinematografica? volte un po’ scorretta perché usa lo schermo, il buio, le «Sì, questa è la quintessenza della storicizzazione del musiche, ti fa entrare in altre vite in un modo seduttivo, cinema. Perché il cinema è, è stato e sarà sempre frutcosa che senza di esso non potresti fare. Come potrebbe to della fusione tra i motivi del successo di un film e un maschio recuperare un senso di femminilità e vicel’avanzamento progressivo della tecnica, del talento, versa? I film di più grande impatto per me quindi sono del trovare i mezzi per meglio interpretare quella che è stati ad esempio quelli di John Ford, a cominciare da stata l’arte chiave del ‘900, prima con le avanguardie e Sentieri selvaggi, a quelli con Kim Novak, che è la mia l’unificazione tra emozioni e immagini, e poi tra emoattrice preferita, come Pic nic, o i gialli di Hitchcock zioni, immagini e sonoro. come La finestra sul cortile o La donna che visse due È tutto estremamente legato, e io non sono mai stato favolte, dove al brivido e all’emozione forte del thrilling, vorevole alle divisioni manichee tra arte e commercio, della paura e della suspense, si univa anche questo mesarte e industria. Come disse Cocteau “Il cinema non è saggio erotico subliminale delle bionde hitchcockiane

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Valerio Caprara


in apparenza molto fredde ma in realtà estremamente calde». Che peso ha avuto la sua carriera di critico parallelamente a quella universitaria? «Ho avuto la fortuna di poter fare entrambe le carriere, l’insegnamento e la critica. Ho perso sicuramente qualcosa nei due campi, non diventando né una sorta di primario all’università, né forse il top dei giornalisti cinematografici, però ho guadagnato immensamente sia nei rapporti umani, sia nella freschezza mentale, perché passavo dal fare un’intervista di due ore ad un’attrice, ad una tesi complessa e approfondita su un argomento complicato di storia del cinema, e passavo dai rapporti con i colleghi a quello con gli studenti, i discepoli, gli appassionati. Ed è una cosa che mi ha dato moltissimo e tuttora è quella che mi dà più soddisfazione, molto più di un articolo o un’apparizione in tv». Che pensa del rapporto della critica con il mercato e del possibile potere attribuito alla stampa? «Il rapporto della critica con il mercato è sempre stato molto limitato, cosa che ha fatto sempre infuriare i critici che si sono sentiti spesso irrisi. Penso che le categorie del commerciale, del successo di botteghino, siano categorie pari alle altre. Il vero appassionato di cinema guarda anche questi film, non li mette in una gerarchia.

Il 7 novembre parte Noir Factory, il laboratorio diretto da Valerio Caprara e Giuseppe Cozzolino, che si occuperanno di insegnere ai ragazzi come scrivere racconti, come realizzare e allestire il “pilot” di una serie web giallo/thriller. Non mancheranno prestigiose guest stars che si alterneranno durante le lezioni del laboratorio ospitato dalla Scuola di Cinema di Napoli. Tutte le info su: www.scuoladicinema.tv www.valeriocaprara.it

A me non interessa se un film sia campione di incassi o meno, cioè non sostengo mai che solo i film di nicchia siano buoni film, né il contrario. Adesso il potere delle major sembra più invadente, più ingombrante perché è la dimensione del cinema che si è ridotta. E, parallelamente, quello della critica è diventato molto, molto basso, anche se la critica non dovrebbe mai avere un potere, dovrebbe solo accompagnare l’evoluzione del cinema. Noi critici, come lo spettatore originario, vediamo e giudichiamo entrambe le categorie, anche se teniamo conto delle differenze. Curiamo che non si sia solo prede della promozione. Su quello non bisogna fare battaglie morali, ma testimonianza. Queste sono cose che accadono, ma a volte accade anche che ci siano casi in cui il passaparola faccia la fortuna di un film, come nel caso di Smetto quando voglio di Sibilia». Con il tempo la produzione cinematografica italiana è diventata molto più ampia. Crede che la quantità abbia in qualche modo inficiato la qualità? «In Italia si producono troppi film, che poi non hanno la possibilità di essere visti. La produzione è diventata molto più asfittica, tra gli anni ’80 e 2000 si sono chiuse quasi il settanta per cento delle sale, la gente ormai vede i film a casa. Eppure la produzione resiste ancora, in maniera però un po’ schizofrenica, cioè si fanno tanti titoli però poi non si fanno vedere, non si proteggono e non si accompagnano. Quindi abbiamo paradossalmente troppi film prodotti e pochi film supportati, significativi, un po’ anche per la persistenza di una cultura cinematografica media. Perché penso che la cultura cinematografica alta e altissima e quella bassa e bassissima ci siano sempre, anche se in numeri diversi. Ma è l’abitudine di andare al cinema, è la produzione media ad essersi molto assottigliata. Basti pensare che per molti italiani la produzione media è rappresentata dalle fiction Rai o Mediaset. Non credo che si possano fare distinzioni nette, vedo un magma dal quale è molto difficile uscire con risposte draconiane. C’è la pirateria dei film, c’è per l’Italia ad esempio la lunga pausa estiva durante la quale la gente non va al cinema, c’è il nuovo linguaggio seriale. In sostanza credo che si dovrebbero produrre meno film, ma questi film non si dovrebbero abbandonare mai, a seconda della loro costituzione. Il film debole dovrebbe essere accompagnato di più e viceversa».

di Emanuela Esposito 66| Ssm


Parole& dintorni

Siamo ormai entrati nel pieno dell’estate, del sole che impone finalmente abiti leggeri. E quale indumento è più adatto, per le piacevoli passeggiate di questa stagione, di una candida chemise in mussola di cotone? Ecco, la parola su cui voglio focalizzare la vostra attenzione è proprio questa: chemise. Non per darvi consigli sul vostro guardaroba, ma per riflettere insieme a voi sull’importanza che hanno La rubrica di parole e libri gli oggetti, perfino quelli che appartengono al mondo del costume (parole nei libri) e della moda, nella ricostruzione del nostro passato, della nostra di Claudio Finelli storia e dei nostri sentimenti. Lo spunto ce lo offre un saggio del fashion designer sardo Fabrizio Casu, Il lungo viaggio di una chemise (Europa edizioni, Roma), in cui proprio la chemise, diventa il feticcio grazie al qua«Non conosco nulla al mondo che abbia le scandagliare il passaggio tra Settecento e Ottocento, guidantanto potere quanto la parola. doci tra segreti di corte, acute analisi sociologiche e interessanti A volte ne scrivo una, e la guardo, perlustrazioni antropologico-culturali. fino a quando non comincia a splendere». La chemise in questione è quella scandalosamente ostentata da Maria Antonietta nel ritratto eseguito dalla pittrice amica ElizaCosì scriveva Emily Dickinson per esprimere il beth Vigée Lebrun ed esposto al Salon di Parigi nel 1783, che proprio personale rapporto con la parola e con suscitò il putiferio dell’aristocrazia perché, per la prima volta, una la capacità evocativa che ne può derivare. Ecco regina decise di farsi ritrarre senza rispettare alcun protocollo. perché ho scelto di chiamare questa rubrica ParoLa reine en gaulle, questo il titolo del dipinto, fu inizialmente le&dintorni, perché le parole strutturano e costruipercepito come la sfrontata rappresentazione di una sovrana discono il nostro habitat sociale e affettivo. Arredano le nostre vite, rendendole più agevoli e più sicure. scinta, “straniera” e avvezza a qualsiasi dissoluzione e vizio. In Più giuste e più belle. Migliori. E il territorio preferirealtà, ci suggerisce il lavoro di Casu, dietro la scelta di indossare to dalle parole è quello dei libri. Delle pagine in cui un abito così misurato e spoglio, si celava il vero spirito di Maria prendono vita, segnando percorsi, attraversando Antonietta, che considerava l’etichetta solo un retaggio arcaico esistenze, moltiplicandosi nel mondo. oltre che un’incombenza snervante che le avvelenava l’esistenza. Dunque la mia rubrica sarà una rubrica di parole Ecco, dunque, che lo studio relativo all’evoluzione di un abito e di libri. Per l’esattezza: di parole rubate ai libri. semplice assume un valore nuovo, umano, e ci parla al tempo E di libri resi belli dalle parole. stesso di un processo di liberazione che riguarda il sesso femminile e Maria Antonietta, primo inconsapevole esempio di proto-femminismo romantico nella sua vocazione a disfarsi di ogni orpello della tradizione e del fasto. Questo saggio ci richiama alla mente un romanzo-ricerca di successo pubblicato qualche anno fa dalla giornalista televisiva Lorenza Foschin, cioè Il Cappotto di Proust (Mondadori, Milano), in cui l’autrice, seguendo e indagando la vera storia di un cappotto, capo d’abbigliamento da cui l’autore di À la recherche du temps perdu non volle mai separarsi, riuscì a ricostruire l’universo umano della Parigi del tempo e quello intimo e sentimentale dello stesso Marcel, preda involontaria della capacità evocativa degli oggetti che aveva teorizzato nel Claudio Finelli celeberrimo episodio della madeleine. (Napoli, 1973) docente, critico letterario e teaIn entrambi i testi, gli oggetti-feticcio svolgono un ruolo specifico nella storia trale, blogger LGBT (Pride Time) delegato culsoggettiva dei protagonisti, imponendosi come seducenti oggetti transizionali, tura diArcigay Napoli e presidente di Arcigay in grado di permettere al lettore di entrare in diretto contatto con una dimenCampania, ha curato la raccolta di racconti “Se sione oggettiva ed emotiva del tempo, dei luoghi, delle dinamiche relazionali stiamo insieme”. È autore dell’antologia poetica e della storia. Sono oggetti semplici ma importantissimi, perché determinano “Sulle mie labbra” e, con Mario Gelardi, del foruna sorta di “terra di mezzo”, fatta di dettagli reali e mera immaginazione, tunato format teatrale “Do not disturb”. Collabora con il Nuovo Teatro Sanità di Napoli. È creaesperienze comuni e paesaggi da sogno, scenari di passione e trasparenze non tore e direttore artistico della rassegna letteraria prive di qualche umanissima e imprevedibile sdrucitura. “Poetè” che ha luogo presso il Chiaja Hotel de Charme di Napoli.

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n o i h s fa

# WEB E SOCIAL

Martina Pinto

VI SPIEGO COME DIVENTARE

BLOGGER

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89 mila seguaci solo su Instagram, quasi 50 mila su Facebook, Martina Pinto, giovane attrice italiana sembra il nuovo fenomeno del web. L’abbiamo vista in tv e sul grande schermo, ma da qualche anno è diventata anche una fashion blogger grazie al suo seguitissimo blog ilblogdimartina.com dove dà consigli di moda, bellezza e lifestyle. Ogni giorno posta foto con indosso qualcosa di cool e, immediatamente, la rete impazza: migliaia di like da tutto il mondo. Tantissime le aziende che la scelgono per pubblicizzare i loro prodotti: «È il bello di essere una web influencer!». Perché piace? Tutto merito della sua semplicità: è bella, simpatica e per niente artificiosa. L’abbiamo incontrata e lei ci ha spiegato come è riuscita ad avere tanto successo.


sa mai che qualcuno abbia ragione». Che consiglio daresti alle giovani aspiranti fashion blogger? «Certe volte sono tentata a rispondere “ma chi te lo fa fare”, perché in realtà, oggi come oggi, è un lavoro davvero tremendo, psicologicamente parlando. Devi essere pronto ad essere “usato” quando servi e magari messo nel dimenticatoio per qualche anno. È un lavoro instabile, discontinuo, per questo devi avere sempre qualcosa che ti tenga attivo e ti faccia sentire vivo, la vita non è un è eterno set». Parlando di set, il tuo blog ha influito in qualche modo sul tuo lavoro di attrice? «In Italia non riusciamo ad uscire da certi stereotipi e pregiudizi. Io penso che le due cose possano coesistere tranquillamente senza che l’una danneggi l’altra. Fuori dal contesto italiano, nessuno snobba un’attrice se ha un blog o ha altri interessi oltre a quello del set, al contrario può diventare un valore aggiunto; mentre qui sembra essere quasi un difetto che pesa». In futuro pensi di continuare con il tuo blog? Che progetti hai? «Il blog mi sta dando davvero tante soddisfazioni! Mi ha fatto conoscere persone meravigliose, mi ha dato la possibilità di lavorare con marchi che non conoscevo, con altri che ammiro, mi ha aperto le porte a cose nuove e inaspettate, come il doppiaggio o la creazione di una linea di bikini. Il 24 Giugno sono stata, per esempio, a Ibiza con il brand Subdued. Ho un sacco di progetti per questa estate, ma non solo!».

fashion

Martina, ti seguono in tanti e ormai sei un’icona di stile. Come ci sei riuscita? Qual è il tuo segreto? «È una cosa che mi chiedo anche io! In realtà non ho fatto altro che essere me stessa, ho cercato il contatto con le persone mostrandomi per quello che sono nella vita di tutti i giorni! Credo di essere stata anche aiutata molto dal mio lavoro di attrice, il mio piccolo pubblico non mi ha mai abbandonata! Inoltre non credo ci sia un segreto. Puoi mettere in atto tutte le strategie di marketing e comunicazione del mondo, ma le persone vogliono solo vederti “umana”, la trasparenza vince su qualsiasi tattica! E poi, diciamocelo chiaramente, ci vuole anche un pizzico di fortuna!». Tantissime aziende ti chiedono di collaborare solo per avere una foto in cambio. In che modo tutto questo diventa possibile? «Siamo in un’era in cui i social sono diventati il primo mezzo di comunicazione, che ci piaccia o no. Per cui, molte aziende preferiscono investire su una pubblicazione online invece che su una cartacea. Personalmente scelgo di collaborare con brand che sono in linea con il mio stile, perché in questo lavoro è importante soprattutto fare le scelte giuste». Che rapporti hai con i followers? Ti capita mai di essere criticata? «Devo dire che mi sento davvero fortunata perché i miei followers sono dolci ed affettuosi. Certo, capita anche la persona che ti critica a prescindere, ma devo dire che non ho mai dato troppo peso a queste cose. Non che non mi feriscano, anzi, provo sempre a riflettere sulle critiche che vengono fatte, non si

di Michela Ponticiello

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mare # IN FORMA

il

e una

© Fotolia

Spa 70| Ssm


beauty on the beach Vuoi rimanere in forma anche in estate? Niente di più facile, se ti trovi al mare ti basterà trasformare la spiaggia e l’acqua in una palestra o una Spa outdoor. Abbiamo scelto per te alcuni esercizi che agiscono sui punti cruciali che ti regaleranno un fisico più snello e tonico. di Emanuela Esposito

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© Fotolia

Acquagym per le gambe

Muoversi in acqua offre svariati benefici al nostro corpo: modella la muscolatura in modo uniforme, drena i liquidi del corpo soprattutto dalle cosce in giù, migliora la circolazione costituendo così un valido alleato contro la cellulite. Si bruciano più calorie, perché il corpo si difende dalla temperatura dell’acqua e inoltre l’acqua oppone resistenza ai movimenti, costringendo i muscoli a lavorare di più e l’organismo a spendere più energia. Come fare: stenditi sul bagnasciuga e immergi le gambe in acqua. Fai due serie da 30 di sforbiciate, con i glutei serrati, alternando movimenti dall’alto verso il basso. Ripeti lo stesso esercizio a pancia sotto.

Canoa

per scolpire i fianchi

Sabbia

La pratica del canottaggio interessa tutte le fasce muscolari: gambe, addominali, spalle, braccia. Ad essere maggiormente sollecitati, però, sono i muscoli del torso e delle braccia. Le gambe invece restano in tensione durante tutto l’allenamento e si rassodano, mentre i fianchi vengono modellati dalla continua torsione del busto. Come fare: la prima tecnica da mettere in atto è la pagaiata propulsiva in avanti: schiena dritta, gambe chiuse e piedi posizionati sul puntapiedi. Ruotando il dorso, immergi la pala in acqua prima da un lato e poi dall’altro, variando di tanto in tanto l’impugnatura della pagaia. Continua per qualche minuto dopo che la resistenza dei muscoli si sarà fatta sentire e poi torna a riva.

per uno scrub fai da te La sabbia, con qualche accorgimento e consiglio, può dimostrarsi un’alleata formidabile della pelle. Tutto merito della consistenza dei suoi granelli che hanno un ottimo potere esfoliante, ideali per un peeling fai da te, low cost e dal risultato garantito. Come fare: metti in una ciotolina tre pugni di sabbia, mischiala con acqua di mare, e, se puoi, anche del sale fino (3 cucchiai), amalgamando fino ad ottenere un composto spalmabile. Non ti resta che stendere il composto ottenuto sul corpo, strofinando con una leggera pressione, soprattutto su gomiti e ginocchia, e più delicatamente sul decolleté, evitando la zona del viso. In questo modo si favorisce il rinnovo cellulare, si eliminano le cellule morte, donando nuova luce alla pelle. Dopo aver fatto il bagno, avrai una pelle di seta! 72| Ssm


Nuoto per glutei e schiena

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Senza ombra di dubbio, stiamo parlando di una delle discipline più complete nel panorama delle attività fisiche. Oltre a rafforzare tutti i muscoli, il nuoto affina la silhouette, rinforza il sistema cardio-respiratorio e, producendo endorfine, aiuta a rilassarsi. Come fare: gli stili che dovrai praticare sono i seguenti, mirati a scolpire alcune zone critiche del corpo. Il Dorso, per snellire il giro vita, tonificare la schiena e rassodare i glutei. È raccomandato a tutti coloro che soffrono di problemi alla colonna vertebrale. Scolpisce e tonifica i muscoli della schiena. La Rana, per snellire fianchi e ginocchia e rassodare l’interno coscia. È il solo stile che non possiede una fase di spinta a livello delle braccia. Attenzione: la rana è sconsigliata alle persone che soffrono di problemi cervicali e lombari. Il Crawl o stile libero, per rassodare addominali e glutei e sviluppare bicipiti e pettorali. Permette di allenare soprattutto le zone interne del corpo ed è relativamente facile da praticare.


s n fi f u e l M so

# DOLCE & SALATO

Mirtilli, cioccolato, frutti di bosco. I muffins sono una tentazione irrinunciabile... Ma se trasformassimo questo dolce in un pranzo da portare in spiaggia? I muffins salati sono una ricetta nuova, fresca e semplice da realizzare. Con i suggerimenti della nostra chef, mangeremo con gusto anche in spiaggia! a cura di Marcella Tagliaferri ph: Oriana Lippa

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Marcella Tagliaferri Chef. Da 15 anni nel campo della ristorazione, si è formata presso “Gambero Rosso”. Ha lavorato all’Hotel Romeo e ha partecipato al talent Hell’s Kitchen Italia. Lavora attualmente come chef, sostiene “l’home restaurant” e crede nell’idea di “cucina come momento di aggregazione”.


a i s a t n eefa Ingredienti per 20 muffins 140 ml di latte 70 ml di olio di semi 3 uova 200 gr di farina 1 bustina di lievito istantaneo per torte salate sale e pepe q.b. 100 gr di parmigiano grattugiato basilico fresco origano q.b.

Preparazione

Per prepararli ci vogliono 10 minuti, e non c’è bisogno di attrezzature da professionisti. Ti basteranno una terrina, una frusta (a mano), un frullino o una planetaria. Uniamo uova, latte ed olio e sbattiamo con la frusta: poi aggiungiamo la farina setacciata, il sale, il pepe, il parmigiano e il lievito. Quando il composto sarà omogeneo possiamo aggiungere la nostra farcitura di pomodori secchi. Possiamo usare quelli sott’olio, li sgoccioliamo, li tritiamo e li aggiungiamo al composto insieme all’origano e al basilico anch’esso tritato. Accendiamo il forno a 190 gradi e facciamolo riscaldare. Prendiamo i pirottini e mettiamoli su una teglia. Riempiamoli del composto aiutandoci con un mestolino fino a 3/4. Tenendoli ben distanziati, inforniamoli per almeno 20 minuti. Lasciamoli raffreddare anche se sarà dura non cedere alla tentazione di mangiarli tutti. Il giorno successivo puoi svegliarti con tutta calma, prendere il tuo fagotto pieno di muffins e in pieno relax puoi andare al mare senza la fretta di dover cucinare qualcosa. Buon appetito e...buon bagno!

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# A CASA

La Grecia a casa

tua

Nei periodi caldi la nostra mente viaggia in quei luoghi dove la vita sembra trascorrere piÚ rilassata e felice, con spiagge bianche e mare blu, come la Grecia. Lo stile Greco con le sue cromie che spaziano proprio dal bianco al blu, con i suoi elementi naturali, ci trasporta magicamente in quei luoghi meravigliosi. Fotolia Ssm 76| Š


© Fotolia

Analizziamo a fondo quali sono gli elementi caratteristici di questo stile, e cerchiamo di capire come riprodurli anche in una casa in città. Una caratteristica molto importante per una casa in perfetto stile greco sono gli angoli smussati e tondeggianti, le finestre ad arco, i soffitti con travi a vista, ma non solo. Per ricreare questo stile bastano alcuni piccoli accorgimenti, e il gioco è fatto.

Palette COLORI blu bondi

celeste zaffiro

turchese

azzurro

blu blu cobalto

Pareti. I muri possono essere bianchi, meglio se in calce viva, o tinteggiati in colori pastello nelle tonalità dell’azzurro. Infissi celesti e travi di legno a vista, rendono l’ambiente luminoso e mediterraneo. Tinteggiamo anche il soffitto in azzurro, così che la luce solare possa riflettere il colore sulle pareti donando un effetto ancora più caldo e accogliente. Esploriamo tutte le potenzialità di questo colore, utilizzando tutte le sue tonalità, da quella più carica a quella più tenue, agendo sulle superfici degli interni e incorporandolo con gusto nei singoli arredi. Eccovi una lista dei colori da utilizzare: blu, blu cobalto, celeste, turchese e zaffiro. Elementi di arredo. L’arredo deve essere decisamente minimale, con elementi in legno naturale, con dettagli eccentrici quali ceramiche, mosaici e arazzi, anfore o ceramiche con tonalità di blu, cuscini in tela o in cotone con colori pastello, di una cromia delicata che non contrasti con il resto dell’ambiente. Osiamo usando il colore sabbia e il lilla, delicati e

rilassanti rendono il tutto ancora più armonioso. L’ambiente esterno. L’esterno sarà anch’esso bianco, va arricchito con fiori e piante della macchia mediterranea, essenze aromatiche, bouganvillea, fichi d’India, gerani, giacinti, oleandri, tulipani e piante grasse. Veliamo l’ambiente con una tenda a strisce verticali bianche e blu e arricchiamo il nostro spazio con un tavolino e sedie. Non saturiamo l’ambiente esterno con troppi arredi e accessori, cerchiamo di conservare lo stesso minimalismo degli interni. Piastrelle. Nella nostra casa in stile ellenico possiamo utilizzare delle piastrelle decorative in ceramica smaltata, richiamando lo stile di Gio Ponti per il Parco dei Principi a Sorrento. Disegnate nel 1960, rappresentano un pezzo di storia del design italiano che si armonizza perfettamente con il nostro piccolo angolo di Grecia.

di Valentina Cannava

© Fotolia

Valentina Cannava

Architetto. Laureata a Napoli nel 2009, fonda lo studio V_Land LandScape Architect & Interior Designer. Vive e lavora a Tokyo (Giappone) come architetto freelance.

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# FASHION EVENTS

è

MODA

© Outfit Romeo Gigli Plus Donna

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2016

© Outfit Salvatore Pappacena

ROMINA GIAMMINELLI per © Nicoletta Carneiro Beachwear


IN PASSERELLA STILISTI E STAR INTERNAZIONALI PER

È MODA2016

Emilio Fede con Anna Paparone e Gaetano Gaudiero

Nella location di Piazza a Mare a Pozzuoli si è svolta la diciottesima edizione di “È Moda”, organizzato dalla P&P Academy di Anna Paparone con la regia della Clarence Management. Evento che ha registrato il sold out. Presentato da Gaetano Gaudiero e Anna Paparone ha visto griffe internazionali in passerella come: Romeo Gigli Plus, Solo Soprani Couture, Lancetti, Le Chic di Sfiorami di Salvatore Fiorentino, Veronica Guerra, l’Alta Moda di Salvatore Pappacena, Nicoletta Carneiro brand di costumi da bagno 100% hand Made . Oltre la moda hanno presenziato diverse “eccellenze” tra cui : la bellissima showgirl di “Made in Sud”, Elisebetta Gregoraci come premio alla tv, Sal Da Vinci per i suoi progetti sociali, Nicola Coletta come giovane attore partenopeo dell’Action Academy di Roma, Marco Maddaloni per lo sport e il sociale, Mario Gioia chirurgo plastico, Lello Radice attore cinematografico, agli imprenditori Felice Mallardo e Paolo Vitale, all’assessore della Regione Campania Chiara Marciani, all’assessore alla Cultura del Comune di Pozzuoli Alfonso Artiaco. Tantissimi ospiti nel parterre come Davide Marotta, Rosario Miraggio, Emilio Fede, Romina Giamminelli di “Pechino Express” Rai2 in veste anche di testimonial per Nicoletta Carneiro. Un ringraziamento va ai partner ufficiali Antonio Riccardo e Nicola Acella della Academy Make Up, e al parrucco di Ciro Paciolla, e tutti gli sponsor presenti tra cui Profumerie Mallardo e Luxury Cars and Yachts di Tonya De Rosa e Pietro Paolo Somma.

a cura di Roberto Fabris ph: Carlo Ferrara

Premiazione eccellenza in ambito tv Elisabetta Gregoraci

Tonya De Rosa di Luxury Cars and Yachts con Elisabetta Gregoraci

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Pink Life One

n o i h s a F Night Moda e media si sono date appuntamento in riva al mare, al Nabilah, per la prima versione estiva della One Fashion Night, l’evento organizzato dall’editore e direttore della rivista Pink Life, Linda Suarez, con all’art direction del fotografo di moda Giorgio Attanasio. Una notte tra vip per celebrare l’alta moda campana con le sue eccellenze creative e sartoriali.

ph: Bruno Ciniglia

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© Fotolia

Quando lui ti fa sentire una seconda scelta Cara Simona,

la

di

POSTA Secret

ti scrivo perchè ho un problema con un uomo che sto frequentando. Purtroppo si dimostra anaffettivo, a volte sembra che non abbia proprio a cuore la nostra storia. Si comporta in maniera indifferente con me e io mi arrabbio ogni qual volta mi sento messa da parte. Mi sento sempre la seconda scelta: vengo dopo gli amici, il lavoro, la sua famiglia, gli interessi e così via. Vorrei fare qualcosa per suscitare la sua attenzione. Qualche volta mi ha anche detto che mi ama ed è stato fantastico. Altre volte invece si comporta come se non esistessi affatto per lui. Ho fatto qualsiasi cosa per farlo innamorare: pensa che sono anche dimagrita 10 chili, ho indossato i miei abiti piuì belli, ho cucinato per lui ogni sera che restava da me, ho rispettato la sua libertà, sono andata ad assisterlo a casa quando era ammalato e l’ho amato con tutta me stessa. Ma niente è servito. Vorrei tanto farlo innamorare pazzamente di me. Simona cosa possa fare? Che atteggiamento giusto o comportamento dovrei adottare? Grazie. *Patrizia da Pozzuoli*

di Simona Vitale

Simona Vitale La woman coach che ti cambia la vita. Aiuta le donne a raggiungere i propri obiettivi personali. Ogni mese risponde alle tue lettere dandoti consigli per la carriera o aiutandoti a risolvere dubbi e problemi che ostacolano la tua crescita personale. Scrivile a: redazione@secretstylemagazine.it

Cara Patrizia,

purtroppo non ti darò un consiglio per accalappiare l’attenzione di quest’uomo, piuttosto ti lascerò un interrogativo: perchè vuoi a tutti i costi l’amore di un uomo che si dimostra poco incline all’amore? Se è vero che l’uomo di cui sei innamorata non è capace di provare trasporto verso di te in maniera continuativa, perchè non accetti la realtà come dato di fatto? Molte donne restano imprigionate in storie che non funzionano. Restano aggrappate al potenziale della relazione piuttosto a ciò che c’è. Valuta allora la tua relazione per ciò che è adesso, non per ciò che potrebbe essere. Meriti molto di più rispetto ad un uomo che non ti fa sentire al sicuro, nè amata immensamente. Alza la tua percezione di valore interno. Non meriti le briciole. Non sarà un vestito, nè una messa in piega, nè una strategia seduttiva a portare verso di te l’amore di quest’uomo. Sei già amabile così come sei, non hai bisogno di aggiungere, nè togliere altro. Buona fortuna.

Simona Vitale - www.simonavitale.com Ssm | 81


N G O I N H U S YO FA Y C N E G A

CHARITY

gala A Villa Domi la moda incontra la solidarietà. Una serata di beneficenza voluta da Nancy D’Anna e Gaetano Agliata per raccogliere fondi a favore della Fondazione Sorrisi Onlus, l’associazione che grazie alla clownterapia dona gioia e sorrisi ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici. Attori, stilisti e imprenditori uniti in una notte magica di moda, arte e cultura. Madrine di eccezione della serata sono state Elisabetta Pellini e Daniela Fazzolari. ph: Pasquale Garofalo

© Umberto Raia

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La freepress che mancava! Sfogliala, portala con te, leggi di piĂš ...ANCHE ONLINE! www.secretstylemagazine.it Ssm | 83


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