Giovanni Benelli, Un pastore coraggioso e innovatore

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Antonio Lovascio

GIOVANNI

bENELLi Un pastore coraggioso e innovatore prefazione di

Giuseppe Betori



Antonio Lovascio

Giovanni Benelli Un pastore coraggioso e innovatore prefazione di

Giuseppe Betori

Il libro raccoglie testimonianze dei cardinali Giovanni Battista Re, Silvano Piovanelli, Giovanni Coppa, di monsignor Gualtiero Bassetti (arcivescovo di Perugia-CittĂ della Pieve), monsignor Italo Taddei, dello storico professor Andrea Riccardi e, in ordine alfabetico, di: Gilberto Aranci, Mauro Barsi, Andrea Bellandi, Mario Bertini, Riccardo Bonechi, Romanello Cantini, Luigi Cappugi, Dante Carolla, Carlo Casini, Zaira Conti, Averardo Dini, Enrico Gatta, Maria Concetta Guida, Mario Leporatti, Pierfrancesco Listri, Giovanni Momigli, Aldo Patriarchi, Gianfranco Rolfi, Renzo Rossi, Lucia Rossi, Adriana e Paolo Stefanacci, Stefano Tilli

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© 2012 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it blog www.seflog.net/blog facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account www.twitter.com/sefeditrice isbn 978-88-6032-227-2 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata Referenze fotografiche Le foto presenti in questo volume sono pubblicate per gentile concessione dell’Archivio della Diocesi di Firenze e dell’Archivio dell’Opera Madonnina del Grappa, tranne le foto di p. 112, pubblicate per gentile concessione del Centro S. Chiara Audiovisivi In copertina 3 luglio 1977. Il cardinale Giovanni Benelli prende possesso della Diocesi di Firenze nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore


Indice

9 Prefazione di Giuseppe Betori 11 Introduzione 19 da poggiole di vernio al seminario di pistoia Così lo ricordano i vicini di casa, p. 19 - Una devozione particolare per la Madonna di Boccadirio, p. 20 - Per i seminaristi era “il Benellino”, p. 21 - Legge «Il Frontespizio» ed è attratto dalla politica, p. 22

25 un diplomatico raffinato Al centro della Chiesa universale, p. 25 - Nella Francia di de Gaulle e nella Spagna di Franco, p. 26 - All’Unesco si batte per l’alfabetizzazione, p. 27 - La “sua” Africa: apre la strada a papa Montini, p. 28

31 in segreteria di stato: un leader delle riforme Il cardinale Re: «Benelli, una guida sicura. Ecco come ha internazionalizzato la curia», p. 31 - Nei cinque continenti per conoscere i popoli, p. 33 - Il Sessantotto della Chiesa italiana porta alla nascita di «Avvenire», p. 35 - A sostegno dell’enciclica «Humanae Vitae», p. 36 - A Firenze scoppia il caso Isolotto, p. 37 - L’evangelizzazione di monsignor Bartoletti, p. 37 - Quando chiama don Barsotti a predicare gli esercizi al papa e alla Curia romana, p. 38 - Contro il divorzio: uno stile cristiano di vita, p. 39 - Quella calda primavera del 1976, p. 40 - Un capo esigentissimo, ma anche umano, p. 42

45 il “regalo” di paolo vi a firenze «Non sono come mi descrivono i giornali», p. 46 - Un cuore solo e un’anima sola, p. 47 - Chiede consigli ma esige riservatezza, p. 48 Porte aperte in arcivescovado, p. 49


51 protagonista di due conclavi Il 1978, l’anno dei tre papi, p. 51 - Dopo Luciani un polacco: Karol Wojtyla, p. 54

57 dalla costa, la pira e facibeni: le tre “bussole” Una pastorale d’insieme, p. 57 - La catechesi e i colori dell’arcobaleno, p. 58 - L’omaggio a La Pira, testimone della fede, p. 59 - Un centro per gli studenti del Terzo Mondo, p. 60 - A Canterbury con l’Opera Villaggi, p. 61

63 un giorno tutto per i preti

Una guida anche per la Chiesa toscana, p. 63 - La messa del venerdì, p. 64 - Un Fondo per evitare disparità nel clero, p. 65 - Il seminario, la sua prima casa, p. 66

69 la grande svolta Annuncia la Visita pastorale, p. 69 - Piovanelli: «Ha sempre cercato il dialogo con i più lontani», p. 70 - Movimenti animatori di fede, p. 72 - «Ora comincio proprio a fare il prete», p. 73 - Il patrimonio che ha lasciato la Visita pastorale, p. 74 - Nuove chiese: grandi ma semplici, p. 77 - Tutta la diocesi si fa missionaria, p. 78 - Pioniere della pastorale scolastica, p. 79 - La riforma delle medie e le paritarie cattoliche, p. 80

83 firenze capitale della vita «L’aborto è un bubbone da sradicare», p. 83 - Trecento centri e movimenti locali hanno fatto nascere 140mila bambini, p. 84 - La “casa” di Madre Teresa di Calcutta e delle Missionarie della carità, p. 87 - La “Madonnina del Grappa” rinnova la solidarietà di don Facibeni, p. 88 - Le Misericordie d’Italia sono salve, p. 90 - Con i malati davanti alla grotta di Lourdes, p. 91 - Giovani fuori dal tunnel della droga, p. 93 - Il cardinale sfida l’anonima sarda. Liberati i cuginetti Kronzucker, p. 95 - Un prete consegna il riscatto, p. 96 - Il bandito che chiede perdono a Dio, p. 97 - «Fermate la follia del serial killer», p. 98

99 i nuovi “pulpiti di dio” Studio Teologico, un ponte per la cultura, p. 99 - I complimenti di Pertini per la mostra sui Medici, p. 100 - Un laboratorio per i mass media, p. 101 - Dopo «Avvenire» nasce «Toscana Oggi», p. 103 - E la messa arriva in televisione, p. 104 - Politici coraggiosi, che guardino all’Europa, p. 105

107 le grandi emergenze sociali Casa e lavoro, un diritto fondamentale, p. 107 - A fianco degli ope-


rai della Galileo, p. 108 - «Basta ingiustizie. E creiamo lavoro per i giovani», p. 109 - Quando ferma l’abuso di esorcismi, p. 110

113 a loppiano, con chiara lubich Lavora venti ore al giorno. Festa grande per monsignor Piovanelli, p. 114 - «Bisogna uscire dalle sacrestie ed andare per il mondo», p. 115

117 il testamento spirituale «Fidatevi sempre di Gesù Cristo», p. 117 - Parla dello Ior e difende Giovanni Paolo II: «Questo papa ha un carisma straordinario», p. 118 - «Giovani e movimenti sono la mia speranza», p. 119

121 in brasile, tra favelas e lebbrosario Vola a Bahia con la foto di “Pablito” Rossi, p. 121 - «Don Renzo, non ho mai ricevuto così tanti abbracci!», p. 122 - La “cellula lontana” ora è più vicina, p. 125 - Tra gli studenti all’Impruneta: è sempre festa, p. 126

127 a brescia con papa wojtyla per ricordare montini Tra i terremotati con Caritas e Misericordie, p. 129

131 quelle premonitrici omelie del venerdì La dimensione ecclesiale della fede, p. 132 - La forza comunicativa della Parola, p. 133

137 una lezione dal suo letto di morte «Grazie!». L’ultimo soffio prima di abbracciare Dio, p. 138 - «Il suo esempio? Pedagogia ecclesiale», p. 139 - Il cardinale Casaroli: «Lascia un’eredità da non disperdere», p. 140 - L’insegnamento di Benelli nel pensiero di padre Balducci e Mario Gozzini, p. 141

143 giovanni paolo ii: «chiarezza, coraggio e fedeltà di un uomo giusto che ha servito la chiesa»



Prefazione

Nel concludere la sua lettera pastorale Continuiamo insieme! nel secondo anniversario dell’annuncio della Visita pastorale (Avvento 1981), il card. Giovanni Benelli scriveva: «Si tratta di disporre noi stessi, e di aiutare i nostri fratelli a disporsi al sempre nuovo incontro con Cristo, che ci dà luce e salvezza, ma esige da noi l’accettazione del suo dono, l’adesione al suo messaggio, l’adempimento delle condizioni che egli stesso ci pone per una reale e salutare partecipazione alla sua opera redentrice. Noi sappiamo bene che cosa egli ci chiede: rinnegare noi stessi, prendere la nostra croce, seguirlo (cfr. Mt 16,24). Non faremo mai abbastanza per confrontare la nostra vita con queste esigenze evangeliche, anche per veder chiari in noi stessi e non pascerci di illusioni o di vuote parole». Sono affermazioni da cui traspare una tensione spirituale che è posta come fondamento imprescindibile di ogni indicazione pastorale e di ogni presenza dei fedeli cattolici nella vita sociale. Questa unità tra spiritualità, pastoralità e testimonianza nella storia costituisce il segreto della grandezza del card. Benelli e del suo ministero episcopale. Lo avvertii nell’unica occasione che ebbi di entrare in contatto con lui, quando, ormai molti anni fa, mi invitò a presentare al clero fiorentino il nuovo catechismo degli adulti pubblicato dalla Chiesa italiana. Continuo ad 9


avvertirlo nelle ricorrenti testimonianze che raccolgo nel mio percorrere l’arcidiocesi, quando in molti fanno riferimento alla profondità della sua personalità, al clima di comunione da lui sempre cercato, alla valorizzazione delle persone chiamate alla collaborazione, a quanto siano state determinanti alcune sue scelte pastorali. È perciò più che un dovere di memoria quello che l’Arcidiocesi fiorentina fa con la pubblicazione di questa biografia, la cui redazione è stata affidata a uno dei collaboratori più stretti a Firenze del card. Benelli, che ringrazio di cuore per la qualità del lavoro; e con lui ringrazio quanti, testimoni della vita del card. Benelli, hanno accolto l’invito a donarci una loro testimonianza. Oltre la memoria, c’è infatti anche la certezza che ripercorrere l’avventura umana ed ecclesiale di questa grande figura della Chiesa italiana e universale del secolo scorso abbia qualcosa da dire anche per gli orientamenti da assumere, come persone e come comunità, nei nostri tempi. L’auspicio è che una lettura diffusa di questo testo ci aiuti a costruire una comprensione più chiara e più profonda del nostro recente passato, per individuare oggi linee di esperienza cristiana coerenti e condivise. Firenze, 15 agosto 2012 Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria + Giuseppe card. Betori Arcivescovo di Firenze

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Introduzione

A trent’anni dalla morte (26 ottobre 1982) risulta più facile inquadrare la vera dimensione religiosa di uno degli attori più creativi, determinati e discussi del travagliato postConcilio, come è stato il cardinale Giovanni Benelli; che, con la prematura chiamata del Signore, ha interrotto bruscamente, a soli sessantuno anni, la vita terrena e il suo intenso seppur breve ministero pastorale a Firenze, dove non si è mai stancato di predicare e pretendere dai suoi preti e dai laici di «marciare uniti nella carità». Non disdegnando di farsi discepolo del suo popolo per meglio servirlo. Gli storici nei prossimi decenni ne approfondiranno meglio la figura, studiando i corposi dossier degli archivi segreti. Ma intanto i suoi contemporanei e le generazioni più giovani, attraverso l’esercizio della memoria possono rinnovarne l’esempio e analizzarne la linea pastorale, in tutte le sue sfaccettature. Spero di poterli aiutare, con questa mia rilettura della vita e dell’opera benelliana, che parte da una domanda. Che vescovo e apostolo di Cristo è stato Benelli? «È stato un uomo che ha servito la Chiesa, senza mai servirsi di essa». Con scultorea sintesi Giovanni Paolo II lo ha consegnato alla storia; ma il suo giudizio ci esorta a continuare a rendere merito a questo pastore generoso, che alcuni vaticanisti – segnalandolo tra i papabili e poi tra i protagonisti nei due Conclavi del 1978 – con sottile ironia chiamavano «Sua Efficienza». 11


Decisionista? Un “uomo del fare” – piuttosto – dotato di solida cultura giuridica e teologica, innestata – qualcuno si stupirà – su interessi letterari coltivati nel seminario di Pistoia leggendo «Il Frontespizio»; arricchita soprattutto da una forte tensione interiore. Ricchezza spirituale non da tutti colta – specialmente da chi scambiava la sua operosità come brama di potere – nei lunghi anni trascorsi nella diplomazia vaticana (in sedi di assoluto prestigio: la Francia di Charles de Gaulle, dove ha conosciuto Jacques Maritain; in Spagna durante la dittatura del generale Franco; in Africa, che ancora lo considera “amico”); al fianco di Paolo VI come sostituto alla Segreteria di Stato. Infine durante l’esperienza episcopale fiorentina, da molti osservatori vista come tappa di passaggio prima di un rapido ritorno nei Palazzi Apostolici, che evidentemente non rientrava nei piani di Dio. In questa “rivisitazione” – condotta con l’aiuto di testimonianze dirette, rileggendo la sua Parola e i miei appunti degli anni passati alla guida della redazione fiorentina di «Avvenire» e in Consiglio pastorale – affiorano connotati nuovi di un’azione episcopale caratterizzata, sì, da un forte dinamismo (quasi presagisse un trapasso precoce e volesse guadagnare tempo) ma attuata con intelligenza acuta e lungimiranza; oserei dire: senso profetico. Soprattutto nel segno della fedeltà e dell’obbedienza ai suoi pontefici: Montini («padre e maestro»), Luciani («il papa amico»), Wojtyla («il più carismatico»). Un «seminatore» infaticabile, fiducioso nella forza attraente della verità; che si è consumato per servire Cristo. Alimentato da una fede che possiamo definire semplice, robusta e coerente, senza cedimenti, per usare profili che spesso ricorrono nelle parole di Benedetto XVI, eletto alla porpora cardinalizia proprio insieme al compianto arcivescovo. 12


Quella fede da lui presentata nell’ultima omelia come «una decisione personale», ma soprattutto come «una dimensione ecclesiale». Un vescovo scomodo, Benelli. E per questo spesso sotto i riflettori dell’informazione e bersaglio di una parte dell’opinione pubblica. Antimachiavellico nella patria di Machiavelli. Il suo amore alla Chiesa e alle anime lo ha sempre spinto ad affrontare con coraggio i problemi anche più delicati, senza badare al proprio tornaconto o all’impopolarità. Senza cercare compromessi, ma guardando a ciò che la coscienza gli suggeriva – è stato ad esempio il caso della complessa vicenda del sequestro e della liberazione dei tre cuginetti Kronzucker da parte dell’Anonima Sarda – come scelta giusta e doverosa. Ecco allora farsi promotore, negli anni Settanta, della mobilitazione e delle battaglie contro divorzio e aborto, attirandosi gli strali del fronte cosiddetto radicale e laicista, pur soffrendo per le lacerazioni della società italiana e dello stesso mondo cattolico, già percorso in quegli anni da fenomeni di contestazione e dissenso. Uomo di passioni e di slanci. Un leader. Un riformatore, aggiornato, chiaro e antiretorico. Sia nel guidare il rinnovamento e la riorganizzazione della Curia romana per adattarla alle direttive del Concilio Vaticano II; sia nel mettersi in gioco a Firenze, felice come un «apprendista» di poter finalmente vivere la sua «pienezza episcopale» ispirandosi ai tre «fari» della Chiesa fiorentina: Elia Dalla Costa, don Giulio Facibeni e Giorgio La Pira; tre “pietre miliari” che tuttora orientano la linea pastorale dell’attuale arcivescovo, il cardinale Giuseppe Betori. Modelli incomparabili di vita cristiana per il mondo di oggi. Trent’anni dopo, con questo “viaggio” nella comunità ecclesiale, riscopriamo un Benelli ancor più riflessivo, che ci colpisce soprattutto per la serenità con cui ha affrontato 13


l’ultimo tratto del suo percorso terreno. Quanti spunti di insegnamento da quel mese di ottobre 1982, dal suo letto di morte! Per il resto, tra le novità, trova conferme la bontà del suo “disegno” episcopale, ancora vivo e attuale. Viene ancora richiamato per l’impostazione innovativa della Visita pastorale; per il rapporto schietto e paterno con il clero, per la “rivitalizzazione” delle vocazioni sacerdotali, per la spinta unitaria data alle associazioni giovanili e ai movimenti del laicato cattolico, al mondo del volontariato. Per le aperture al dialogo con la società (non solo sui temi del rispetto e della difesa della vita, di ogni vita umana) perché ha saputo coglierne non solo la positività delle aspirazioni, ma anche il peso di alcune drammatiche emergenze, come il lavoro, la casa e la droga. Anche i più critici non si dimenticano che – rifuggendo da ogni forma di sfarzo – Benelli si è privato dei suoi beni personali offrendoli in una vendita di beneficenza, per integrare i fondi e le offerte raccolti per sostenere l’oneroso impegno dell’arcidiocesi in favore delle nuove chiese, dei tossicodipendenti e dei profughi del Vietnam e della Cambogia. La solidarietà, con la fede, è stata infatti uno dei suoi principali paradigmi. E i segni di questa solidarietà sono ancora visibili nei progetti da lui realizzati, o comunque completati e portati avanti dai suoi successori. A Firenze (città di Dante e Galileo, resa incantevole da Michelangelo, Brunelleschi e dal genio dei più grandi artisti) ha infine rivalutato l’importanza della cultura, già pensando alla trasformazione (ci riuscirà il cardinale Piovanelli nel 1997) dello Studio Teologico in una Facoltà aperta al confronto con le altre Istituzioni universitarie toscane. E un occhio di riguardo ha avuto per le Comunicazioni sociali. Con Benelli i mass-media hanno recitato un ruolo 14


primario di collegamento con la società. Non solo tramite «Avvenire» o il settimanale diocesano, ma anche con la radio e la televisione. Perché – pur affidandosi alle sue incisive omelie, preparate con cura maniacale, quasi fossero encicliche – ne aveva scoperto l’efficacia nel trasmettere la parola di Dio. Rispettoso delle idee altrui, ma esigente nel chiedere una corretta informazione sull’attività e sui protagonisti della comunità ecclesiale. Informazione che purtroppo anche ai nostri giorni vediamo sovente distorta o enfatizzata. Ecco perché, come giornalisti cresciuti in quegli anni, cerchiamo di tenere ben scolpito nel nostro codice etico il profondo e vibrante magistero del cardinale Benelli, il suo forte testamento spirituale («Fidatevi sempre di Cristo») lasciato – come sintesi di vita e di ministero episcopale – a tutta la Chiesa fiorentina e a quella universale. Antonio Lovascio

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