Montale par lui-meme. Interviste, confessioni, autocommenti 1920-1981

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Francesca Castellano

Montale par lui-même Francesca Castellano

el lunghissimo arco temporale che separa il 1920 dal 1981 Eugenio Montale si è ripetutamente cimentato, dapprima a intermittenze rade e un poco casuali, con il progressivo trascorrere degli anni in modo più sistematico, con le molteplici forme del racconto di sé: quasi sempre su sollecitazione di un intervistatore o di una intervistatrice, con i quali ha messo in scena un vero e proprio braccio di ferro, stabilendo una sottile e spesso callida dialettica di cose dette e taciute, di confessioni e autocensure, di autointerpretazioni e depistaggi. Scontata la costitutiva ambiguità del ‘genere’, Francesca Castellano prende per la prima volta in esame lo sterminato palmarès delle testimonianze autobiografiche e autocritiche di Montale (quasi trecento, mai integralmente raccolte in volume), offrendone una ragionata fenomenologia diacronica e sincronica e indicando le fondamentali linee di forza di un autoritratto apparentemente ‘involontario’, in realtà affidato dal poeta alla scrittura degli altri con una lucida, ironica determinazione.

Interviste, confessioni, autocommenti 1920-1981

Francesca Castellano è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze. Ha svolto ricerche sull’Ottocento e sul Novecento (la letteratura coloniale, Carlo Dossi, Gian Pietro Lucini, Dino Campana, Eugenio Montale, Giorgio Vigolo, i giornali fiorentini del triennio 1943-1946). Ha pubblicato la Bibliografia degli scritti su Eugenio Montale 1925-2008 (in collaborazione con Sofia D’Andrea, premessa di Franco Contorbia, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2012) e Il sangue, l’inchiostro. Storia di Carlo Dossi (Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2016).

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Montale par lui-même

studi 20



Francesca Castellano

Montale par lui-mĂŞme Interviste, confessioni, autocommenti 1920-1981

SocietĂ

Editrice Fiorentina


Š 2016 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-398-9 issn: 2035-4363 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata


Indice

7

1. Forme dell’autorappresentazione

41

2. Giochi (e inganni) della memoria

65

3. Un auto da fĂŠ privato e pubblico

89

4. Piccolo testamento

105

Indice dei nomi



1. Forme dell’autorappresentazione

Ohimè che la memoria sulla vetta non ha chi la trattenga! [...] La scatola a sorpresa ha fatto scatto sul punto in cui il mio Dio gittò la maschera e fulminò il ribelle. Eugenio Montale Verso Siena (La bufera e altro)

Il segno di un fatale isolamento, di una distanza incolmabile e di una proverbiale incomunicabilità governa, in una misura che non ha eguali nella ‘storia’ italiana del genere1, tutte le parole, rinvigorite dalla boîte à surprise del ricordo, e, per rifrazione, i lunghi silenzi, concessi e sibilati da Eugenio Montale nel corso di un vero e proprio stillicidio di interviste rilasciate dal poeta, a partire da una data mirabilmente ‘alta’ e circonfusa dell’incanto della giovinezza, il 1920, fino a un postremo e laconico incontro datato «16 gennaio 1981»2, alle soglie del definitivo congedo dal mondo. Smaliziato conoscitore della macchina del giornalismo e, in misura non effimera, dell’entretien parlato, nonché cauto sperimentatore delle tecniche agguerrite dell’interview3, Montale affida alla scrittura altrui in frammentari hypomnémata la rievocazione della sua vita fuori dai sentieri ufficiali della letteratura e dalla levità della poesia che riscatti e affranchi, infoltendo la schiera di quegli scrittori più o meno illustri «che sono rimasti semplicemente scrittori ma si sono scordati di vivere». Dall’analisi di questi testi, finora mai raccolti in volume4, emerge una autobiografia 1 Con l’unica eccezione dell’inavvicinabile e, di norma, lapidario Carlo Emilio Gadda, «Per favore, mi lasci nell’ombra». Interviste 1950-1972, a cura di Claudio Vela, Milano, Adelphi, 1993. 2 Stefano Maria Casella, Intervista (non immaginaria) ad Eugenio Montale, in «L’anello che non tiene», vol. 8, 1-2, Spring-Fall 1996 [ma 2000], p. 83. Un importante punto di partenza della presente ricerca è stato offerto dalla sezione D Conferenze, interviste e interventi della Bibliografia montaliana di Laura Barile, Milano, Mondadori, 1977, pp. 223-239, riservata alla registrazione di voci per loro natura eterogenee: interviste, risposte a inchieste, ma anche conferenze e interventi di vario genere, di cui sussiste un testo scritto o trascritto. 3 Su Montale intervistatore, e sugli scritti d’invenzione variamente riconducibili al genere intervista, si rimanda al saggio di Niccolò Scaffai, L’intervista con l’autore: il caso di Montale, in Autori, lettori e mercato nella modernità letteraria. Atti del Convegno MOD-Società Italiana per lo Studio della Modernità letteraria, Padova-Venezia, 16-19 giugno 2009, a cura di Ilaria Crotti, Enza Del Tedesco, Ricciarda Ricorda, Alberto Zava, con la collaborazione di Stefano Tonon, Pisa, ETS, 2011, tomo II, pp. 9-18; ora in Il lavoro del poeta. Montale, Sereni, Caproni, Roma, Carocci, 2015, pp. 102-111. 4 Il presente saggio illustra alcuni temi precedentemente indagati in una più ampia ricerca


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sorvegliatissima e vigile, consumata ma non sempre dissolta entro la tensione diadica e l’aleatorietà della forma intervista o riaffiorante in note autobiografiche, in risposte a richieste di chiarimenti su luoghi oscuri dell’espressione poetica, in scritti d’occasione talvolta concepiti in forma di lettera, a lambire i confini della scrittura epistolare, che introducono alla variante assai praticata della risposta per scritto a un interlocutore lontano5, e testimoniano ulteriormente la complessità delle forme di autoesegesi sperimentate da Montale. Il riferimento è ai documenti epistolari, in larga misura dattiloscritti, sollecitati dai puntigliosi quesiti che Silvio Guarnieri amava sottoporre al poeta, che, campione d’evasione («anche se tutto fosse spiegato tu resteresti a mani vuote»6), fornisce solitamente risposte sommarie o elusive, pur non mancando talora di rivelarsi insperatamente prodigo di puntuali indicazioni. Si veda, in tal senso, la lettera a Silvio Guarnieri del 29 aprile 1964: DONNE. I mottetti, esclusi i primi tre, riguardano la stessa persona, che poi sarà chiamata Clizia [Irma Brandeis]. Essa è presente, p. es. nelle Nuove stanza, nella Primavera hitleriana, nel Piccolo testamento, in Palio, nell’Orto e più o meno in tutte le Silvae (nonché in Iride). I primi 3 mottetti riguardano una peruviana che però era di origine genovese e abitava a Genova [Maria Rosa Solari]. Nel 3° c’è un confronto tra la vita di sanatorio di lei e la mia vita di guerra. Chiamerò Clizia col numero 1 e quest’altra col numero 2. Negli Ossi c’è (in In limine, in Casa sul mare e in Crisalide) una donna che chiamerò 3 condotta da chi scrive e confluita nella tesi di dottorato Interviste a Eugenio Montale (1931-1981), discussa nel XXII ciclo del Dottorato di ricerca internazionale in Italianistica presso l’Università degli Studi di Firenze il 21 aprile 2010 (tutor prof. Anna Nozzoli, coordinatore prof. Gino Tellini). In questa sede sono state raccolte, per la prima volta, tutte le interviste, risposte a inchieste, dichiarazioni autobiografiche rilasciate da Montale a quotidiani e periodici italiani e stranieri. La prima selezione di interviste a Montale, affidata da Giorgio Zampa alle pp. 555-607 di Sulla poesia (Milano, Mondadori, 1976), ne comprendeva undici, collocate nella sezione Interviste. Si tratta di conversazioni, per così dire, ‘legittimate’ dal poeta: di qui il loro privilegio di appartenere alla rappresentazione dell’io e la necessità di considerarle ‘a parte’ rispetto alle altre rimaste fuori dal volume, quasi con una loro autonomia di per sé. Esse confluiscono successivamente, con una diversa disposizione, all’interno della sezione Monologhi, colloqui, del terzo e ultimo tomo, intitolato Arte, musica, società di Il secondo mestiere (Milano, Mondadori, 1996): qui Zampa dispone quarantanove interventi montaliani (autocommenti, inchieste e vere e proprie interviste), in tre sottosezioni dal titolo Sulla propria lirica, pp. 1473-1528; Inchieste, pp. 1529-1589; Interviste, pp. 1591-1735. Due interviste disperse sono state ripubblicate da Franco Contorbia: Emanuelli e Montale: un’intervista dispersa, in «La Riviera ligure», VIII, 27, dicembre 1998, pp. 65-71, e Un’intervista di Montale a «Playboy», in La parola e l’immagine. Studi in onore di Gianni Venturi, a cura di Marco Ariani, Arnaldo Bruni, Anna Dolfi, Andrea Gareffi, Firenze, Olschki, 2011, vol. II, pp. 629-645. 5 Il riferimento è ai documenti epistolari, in larga misura dattiloscritti, sollecitati dai quesiti inviati da Silvio Guarnieri al poeta, dei quali ha dato conto Lorenzo Greco, Montale commenta Montale, Parma, Pratiche Editrice, 1980 (nuova edizione accresciuta 1990). 6 I questionari di Silvio Guarnieri e le lettere di Montale vennero pubblicati, nella sequenza stabilita da Lorenzo Greco, in quattro successive puntate: Eugenio Montale. Commento a se stesso. Parte prima: «Le occasioni», in «Il Ponte», XXXI, 10, 31 ottobre 1975, pp. 1126-1154; Parte seconda: dalle «Occasioni» alla «Bufera», in «Il Ponte», XXXII, 6, 30 giugno 1976, pp. 658-678; Parte terza: nella Bufera e dopo. Eugenio Montale commento a se stesso, in «Il Ponte», XXXIII, 1, 31 gennaio 1977, pp. 66-91; Parte quarta: «Satura», in «Il Ponte», XXXIII, 10, 31 ottobre 1977, pp. 1191-1219; poi nel citato Montale commenta Montale; infine, con il titolo Commento a se stesso, nella sottosezione Sulla propria lirica della sezione Monologhi, colloqui di Arte, musica, società, cit., pp. 1503-1528 (citazione a p. 1516).


1. Forme dell’autorappresentazione   9 [Paola Nicoli]. Nella Casa dei doganieri e in Incontro c’è la donna che chiamerò 4 [Anna degli Uberti]. Morì giovane e non ci fu nulla tra noi. Nella Bufera sarà presente anche la donna 5 [Maria Luisa Spaziani], ma ne parleremo in seguito perché è solo il contraltare di Clizia ed è meno importante7.

Già in occasione del congresso internazionale per il centenario della nascita di Eugenio Montale, tenutosi a Genova nell’ottobre 1996, Marziano Guglielminetti invitava a guardare con maggiore attenzione all’io delle interviste giornalistiche, a questo modo di affidare tracce ed echi del proprio io alla carta stampata, lasciando circoscrivere la propria parola pubblica o la propria parola carpita da altri, talora in mancanza di un esercizio maggiore, e più impegnato di sé su sé8. L’intervista può in effetti assurgere a modalità autobiografica emblematica della tarda modernità letteraria9, configurandosi come narra7 La lettera a Silvio Guarnieri è in Lorenzo Greco, Montale commenta Montale, cit., pp. 33-35 (33). Sul tropo delle Muse, lungamente investigato dalla critica montaliana, si rinvia alle appassionate indagini, in particolare attorno a Anna degli Uberti, Irma Brandeis, Maria Rosa Solari, di Paolo De Caro, Journey to Irma. Una approssimazione all’ispiratrice americana di Eugenio Montale. Parte prima: Irma, un «romanzo», Foggia, De Meo, 1996 (nuova edizione accresciuta, Foggia, De Meo, 1999); Irma politica: l’ispiratrice di Eugenio Montale dall’americanismo all’antifascismo, Foggia, Renzulli, 2001; Invenzioni di ricordi. Vite in poesia di tre ispiratrici montaliane, Foggia, Centro Grafico Francescano 2007, e di Franco Contorbia, Una Donna Velata tra Lucia ed Irma, in Lucia Rodocanachi: le carte, la vita, a cura di Franco Contorbia, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2006, pp. 101-128. Di capitale importanza, Eugenio Montale, Lettere a Clizia, a cura di Rosanna Bettarini, Gloria Manghetti, Franco Zabagli (Milano, Mondadori, 2006), con un impeccabile saggio introduttivo di Rosanna Bettarini, alle pp. VII-XLI (ora in Scritti montaliani, a cura di Alessandro Pancheri, introduzione di Cesare Segre, Firenze, Le Lettere, 2009, pp. 245-277), e Carla Riccardi, Montale dietro le quinte. Fonti e poesia dagli Ossi alla Bufera, Novara, Interlinea, 2014. 8 Sul piano teorico e critico-interpretativo la storia del genere intervista, sistematicamente indagata in Francia, nel corso dell’ultimo trentennio, soprattutto da Gérard Genette e da Philippe Lejeune, costituisce in Italia un capitolo ancora in cerca d’autore. Tra gli studi si segnalano quelli di Walter Mauro, L’intervista letteraria: lo scrittore e il potere, in L’intervista strumento di documentazione. Giornalismo-Antropologia-Storia orale, Atti del Convegno, Roma, 5-7 maggio 1986, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1987, pp. 47-52; Stefano Verdino, Le interviste, in Questioni di teoria critica, Napoli, Guida, 2007, pp. 99-107; Veronica Ujcich, L’intervista tra giornalismo e letteratura. Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Primo Levi, Roma, Aracne, 2008; Stefano Carrai, Calvino e le interviste, in «Giornale storico della letteratura italiana», CXXX, 630, 2° trimestre 2013, pp. 173-184. L’unico contributo critico sulle interviste rilasciate da Montale è costituito da Marziano Guglielminetti, L’io delle interviste, in Il secolo di Montale. Genova 1896-1996, Atti del Congresso internazionale per il primo centenario della nascita di Eugenio Montale, Genova, 9-12 ottobre 1996, a cura della Fondazione Mario Novaro, Bologna, il Mulino, 1998, pp. 647-666; poi, con il titolo Eugenio Montale, nella sezione Interviste di Dalla parte dell’io. Modi e forme della scrittura autobiografica nel Novecento, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2002, pp. 181-199. 9 Marziano Guglielminetti, Biografia e autobiografia, in Letteratura italiana diretta da Alberto Asor Rosa, V, Le questioni, Torino, Einaudi, 1986, pp. 829-886 (886): «Ma è pur vero che un discorso di genere è molto arduo da mandare avanti come se nulla fosse accaduto nel nostro secolo, e non fossero nati diversi modi di raccontare gli altri e se stessi. Si è già menzionata l’intervista, ma sono da tempo presenti e operanti il dialogo radiofonico, il film biografico, il documento vissuto, l’‘histoire de vie’; e non è detto che il catalogo debba arrestarsi qui». Come è noto, le interviste agli scrittori costituiscono un vero e proprio genere giornalistico-letterario largamente diffuso sulle pagine dei quotidiani e dei periodici nel corso del Novecento: dalle prime pionieristiche manifestazioni seguite alla pubblicazione, nel 1895, presso l’editore milanese Dumolard, del notissimo libro di Ugo Ojetti Alla scoperta dei letterati e dalla ‘fondazione’, nel 1901, della terza pagina quale spazio istituzionalmente destinato alla letteratura, alle arti figurative, alla musica da parte del direttore-proprietario


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zione dispersa, frantumata, o comunque affidata a occasioni estemporanee (l’uscita di un libro, convegni, conferenze, premi letterari), laddove ogni narrazione distesa, unitaria e coerente viene disattesa sul nascere nella descrizione di singoli frammenti irrelati di memorie e di confessioni, senza dimenticare il ricorso, sempre più frequente, al libro-intervista per raccontare agilmente le tappe di una carriera, affrontare gli snodi storici e artistici di una intera vita10. L’intervista sembra sempre configurarsi come una forma costituzionalmente aperta e mista tra la scrittura autobiografica e quella biografica, che a volte assume le caratteristiche del lavoro a due mani e sperimenta esiti che infrangono le pacifiche norme del genere, muovendosi tra le turbolenze di verità e di finzioni messe in scena dall’io autobiografico. Si tratta di composizioni e trasposizioni ibride e eterogenee sempre in bilico tra biografia e autobiografia, in un groviglio di possibilità11 che mette in gioco le problematiche dell’identità e del doppio, della menzogna e dello svelamento, dell’omissione e della sovrabbondanza, definitivamente sottratto alle regole del racconto di sé. Se si leggono queste testimonianze di sé12, quasi sempre indotte, salta subidel «Giornale d’Italia», Alberto Bergamini, al crescente rilievo che il dialogo tra giornalisti e letterati ha conquistato sulle pagine dei giornali nel corso del Novecento (soprattutto tra gli anni Sessanta e gli Ottanta), fino alle profonde trasformazioni innescate, alle soglie del nuovo millennio, dall’avvento di inedite procedure comunicative e a un rapido, precipitoso declino. Il rituale dell’incontro è oggi sempre più eluso e sostituito con comunicazioni affidate in larga misura a supporti telematici, in una rinuncia della ‘presenza’ dello scrittore e del contraddittorio diretto, dello spazio intenso e autorevole del dialogo. 10 La bibliografia montaliana non annovera un vero e proprio libro-intervista, nonostante il journal di Domenico Porzio, Con Montale a Stoccolma. Diario di Svezia, con un prologo a Milano e sedici fotografie dell’autore (Milano, Ferro, 1976) attinga largamente alla forma dialogica, come pure la biografia, curata da Giulio Nascimbeni, stampata a Milano da Longanesi nel 1969, con il titolo Eugenio Montale (terza edizione aggiornata e accresciuta: Montale: biografia di un «poeta a vita», Milano, Longanesi, 1975; quarta: Montale. Biografia di un poeta, Milano, Longanesi, 1986). Non possono propriamente dirsi tali, infine, né Annalisa Cima, Incontro con Montale, con uno schizzo inedito di Marino Marini, Milano, All’Insegna del Pesce d’Oro, 1973 (II edizione: Incontro Montale 1973, Milano, All’Insegna del Pesce d’Oro, 1996; poi, parzialmente in Dialoghi con il poeta, in «Il Gazzettino», LXXXVIII, 252, 24 ottobre 1975, p. 3, e in Meeting Montale, translated by Margherita Bogat, in «Denver Quarterly», 15, Fall 1980), né la raccolta postuma di confidenze e riflessioni del poeta, pubblicata da Ettore Bonora, Conversando con Montale, Milano, Rizzoli, 1983. Neppure ascrivibile al genere è la curiosa raccolta intitolata Nel nostro tempo, apparsa nel novembre 1972 presso Rizzoli all’interno della «Biblioteca delle idee dell’Istituto Accademico di Roma». Il libro non è entrato a far parte dell’opera omnia montaliana, pur trattandosi di un volumetto d’‘autore’, che riordina un insieme di frammenti nati da diverse occasioni, scelti e orchestrati in un singolare montaggio da Riccardo Campa, con il verosimile avallo (o la non opposizione) del poeta, a formare un’autoantologia, priva, malauguratamente, dell’indicazione di provenienza di ogni pezzo: «un collage di molte mie confessioni e annotazioni desunte da riviste quasi clandestine, “numeri unici”, almanacchi, risposte a inchieste, interviste scritte o registrate: pagine che spesso risalgono a quaranta, cinquant’anni addietro, fatta eccezione per qualche frammento più recente. Alcune note sono anche ricavate dal mio libro Auto da fé [...]. L’insieme può dirsi nuovo se è vero, come fu spesso osservato, che nulla è più inedito del già edito»: così Montale nella premessa dal titolo Di questo libro (pp. 7-9; 7). 11 Philippe Lejeune, Autobiographie, in Dictionnaire des genres et notions littéraires, Paris, Albin Michel, 1997, p. 49. 12 In particolare, si ricordano, in ordine cronologico, le raccolte di interviste a narratori e poeti italiani del primo e del secondo Novecento: Carlo Emilio Gadda, «Per favore, mi lasci nell’ombra». Interviste 1950-1972, cit.; Gabriella Poli-Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta. Incon-


1. Forme dell’autorappresentazione   11

to agli occhi che Montale mentre si descrive intesse trame in cui vissuto e immaginazione spesso si intrecciano in un gioco che tradisce chiaramente l’affidabilità del patto autobiografico o pacte de verité13, muovendosi abilmente tra deviazioni e censure, che incarnano i momenti di più schietta testimonianza autobiografica e, al contempo, progressimamente inficiano ogni narcisistico «piacere di parlare di sé»14, entro la ritualità labirintica di rivelatori silenzi. Il poeta si nasconde, saremmo tentati di dire, ma quasi mai risparmia se stesso, così di intuizioni le pagine delle interviste formicolano: Montale, pungolato dalle domande e a sua volta provocatorio, procede nel fitto del suo universo di citazioni, riferimenti, paragoni, ricordi, riportando sempre dal vagabondaggio più estroso il filo di una continuità, di una coerenza, di una fedeltà per cui tout se tient, a dispetto del caso e delle insidie dell’occasione. Ogni volta che si pratica il genere intervista, e ancor più nel caso del tutto inconsueto di Montale, occorre tener conto della straordinaria eterogeneità delle forme adottate, e delineare una fenomenologia del genere come paratetri, interviste e conversazioni con Primo Levi, Milano, Mursia, 1995; Pier Paolo Pasolini, Interviste corsare sulla politica e sulla vita 1955-1975, a cura di Michele Gulinucci, Roma, Liberal Atlantide Editoriale, 1995; Romano Bilenchi, Le parole della memoria. Interviste 1951-1989, a cura di Luca Baranelli, prefazione di Romano Luperini, Fiesole, Cadmo, 1995; Primo Levi, Conversazioni e interviste 1963-1987, a cura di Marco Belpoliti, Torino, Einaudi, 1997; Mario Luzi, Conversazioni. Interviste 1953-1998, a cura di Annamaria Murdocca, prefazione di Stefano Verdino, Fiesole, Cadmo, 1999; Giorgio Manganelli, La penombra mentale. Interviste e conversazioni (1965-1990), a cura di Roberto Deidier, Roma, Editori Riuniti, 2001; Piero Bigongiari, Nel mutismo dell’universo. Interviste sulla poesia 1965-1997, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 2001; Interviste a Pirandello. «Parole da dire, uomo, agli altri uomini», a cura di Ivan Pupo, prefazione di Nino Borsellino, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2002; Interviste a d’Annunzio 1895-1938, a cura di Gianni Oliva, con la collaborazione di Maria Paolucci, Lanciano, Carabba, 2002; Franco Fortini, Un dialogo ininterrotto. Interviste 19521994, a cura di Velio Abati, Torino, Bollati Boringhieri, 2003; Carlo Levi, Un dolente amore per la vita. Conversazioni radiofoniche e interviste, a cura di Luigi Lombardi Satriani e Letizia Bindi, Roma, Donzelli, 2003; «Era così bello parlare». Conversazioni radiofoniche con Giorgio Caproni, prefazione di Luigi Surdich, Genova, il melangolo, 2004; Luigi Malerba, Parole al vento, a cura di Giovanna Bonardi, San Cesareo di Lecce, Manni, 2008; Amelia Rosselli, È vostra la vita che ho perso. Conversazioni e interviste 1964-1995, a cura di Monica Venturini e Silvia De March, prefazione di Laura Barile, Firenze, Le Lettere, 2010; Italo Calvino, «Sono nato in America...». Interviste 1951-1985, a cura di Luca Baranelli, introduzione di Mario Barenghi, Milano, Mondadori, 2012; Pier Paolo Pasolini, Povera Italia. Interviste e interventi: 1949-1975, a cura di Angela Molteni, Milano, Kaos, 2013; Mario Rigoni Stern, Il coraggio di dire no: conversazioni e interviste 1963-2007, a cura di Giuseppe Mendicino, Torino, Einaudi, 2013; Giorgio Caproni, Il mondo ha bisogno dei poeti. Interviste e autocommenti 1948-1990, a cura di Melissa Rota, introduzione di Anna Dolfi, Firenze, Firenze University Press, 2014; Aldo Palazzeschi, Ritratti nel tempo. Interviste 1934-1974, a cura di Giorgina Colli, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura-Università degli Studi di Firenze, 2014. Sulle interviste rilasciate da Pratolini si rinvia al saggio di Anna Nozzoli, Autorappresentazione e autointerpretazione nelle interviste a Vasco Pratolini, in Vasco Pratolini (1913-2013), a cura di Maria Carla Papini, Gloria Manghetti, Teresa Spignoli, Firenze, Olschki, 2015, pp. 169-179. 13 Non si può non rimandare all’ormai classico saggio di Philippe Lejeune, Le pacte autobiographique, Paris, Éditions du Seuil, 1975 (traduzione italiana: Il patto autobiografico, Bologna, il Mulino, 1986), al più recente Signes de vie. Le pacte autobiographique 2, Paris, Éditions du Seuil, 2005, e a Gérard Genette, Seuils, Paris, Éditions du Seuil, 1987 (traduzione italiana: Soglie. I dintorni del testo, a cura di Camilla Maria Cederna, Torino, Einaudi, 1989, pp. 352-358). 14 Il rinvio è al XXI dei Pensieri, in Giacomo Leopardi, Tutte le opere, con introduzione e a cura di Walter Binni, con la collaborazione di Enrico Ghidetti, Firenze, Sansoni, 1969, tomo I, pp. 222-223.


12   Montale «par lui-même»

sto, che sfugge a ogni rigida caratterizzazione15. Le numerose interviste concesse dal poeta (quasi trecento pezzi) hanno visto la luce su quotidiani e riviste di diversa natura, da periodici di carattere prettamente letterario a testate e rotocalchi di più larga fruizione, alle quali si aggiungono alcune interviste radiofoniche e televisive trasmigrate poi sulla carta stampata16. Tutte insieme concorrono a comporre un ritratto d’autore certamente discontinuo, nel tempo e nello spazio, ma coniugato alla prima persona. Le interviste e le inchieste presentano molteplici elementi di distinzione e variano nella tipologia a seconda delle modalità di svolgimento e del luogo di edizione al quale sono destinate. Non univoca ma sfaccettatissima e plurale la tipologia dei documenti presi in esame, che serbano traccia delle dichiarazioni rilasciate alla stampa nel corso degli anni: dalla letterale rielaborazione sulla pagina di materiali fonici registrati all’adozione dello schema del questionario che prevede domande e risposte scritte, dal ricorso agli strumenti canonici dell’inchiesta intorno agli argomenti più diversi e talora peregrini (dall’ermetismo allo sbarco sulla Luna, dalla pena di morte ai rapporti tra sesso e letteratura)17 all’impiego di autocertificazioni o di frammenti epistolari d’auto15 John Rodden, Performing the Literary Interview. How Writers Craft Their Public Selves, Lincoln and London, University of Nebraska Press, 2001, in particolare Introduction: The Literary Interview as Public Performance, pp. 1-22. 16 Non saranno, invece, oggetto d’indagine in questa sede le numerosissime interviste radiofoniche e televisive concesse dal poeta. 17 Tra le risposte a inchieste mi limito a segnalare: Lorenzo Gigli, Inchiesta mondiale sulla poesia. Le risposte al nostro questionario, in «Gazzetta del Popolo», 4 novembre 1931, p. 3 (poi in Eugenio Montale, «Che cosa intendo per poesia», in «il Giornale nuovo», 24 ottobre 1975, p. 3; raccolto infine in Sulla poesia, cit., pp. 557-558 e in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp. 1529-1531); Parliamo dell’ermetismo, in «Primato», I, 7, 1˚ giugno 1940, pp. 7-8 (poi in Sulla poesia, cit., pp. 558561 e in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp. 1531-1534); Giuseppe Ravegnani, Opinioni sul romanzo, in «Corriere Padano», 1˚ febbraio 1942, p. 3 (poi in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp. 1534-1535); Eugenio Montale, La malattia del copione, in «Sipario», II, 13, giugno 1947, pp. 9-10; Teatro e scrittori, ovvero di una incredulità ad oltranza, in «Sipario», I, 2, giugno 1946 pp. 9-10 (9); Carlo Bernari, Non invidiate la loro sorte. 5. Apollo e le Muse a Milano, in «Tempo», XIII, 13, 7-14 aprile 1951, pp. 13-15 (14-15), ripubblicato in Non invidiate la loro sorte, a cura di Rocco Capozzi, Torino, Nuova ERI-Edizioni RAI Radiotelevisione Italiana, 1991, pp. 5-83 (66-67); Italia domanda. Chi sono? Sono poeti. Che cosa fanno? Scrivono. E come vivono?, in «Epoca», VIII, 98, 23 agosto 1951, pp. 6-8 (6); Carlo Bo, Inchiesta sul neorealismo, in «Quaderni della Radio», XIII, Torino, ERI, 1951 (poi in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp. 1536-1538); Eugenio Montale, La critica servizio inutile, in Inchiesta sul libro italiano, a cura di Corrado Alvaro, in «Bollettino del Sindacato nazionale scrittori», III, 1-2, agosto 1952, pp. 70-71; Italia domanda. La canzone di successo vola terra-terra, in «Epoca», IX, 113, 6 dicembre 1952, pp. 4-5; Enrico Falqui, La terza pagina, in «Quaderni della Radio», XXX, Torino, ERI, 1953 (poi in Enrico Falqui, Giornalismo e letteratura, Milano, Mursia, 1969, pp. 96-97 e in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp. 1538-1539); Carlo Vigoni, Lettera d’estate da Milano. Le vacanze degli scrittori, in «La Fiera letteraria», IX, 30, 25 luglio 1954, p. 1; 9 domande sul romanzo, in «Nuovi Argomenti», 38-39, maggio-agosto 1959, pp. 1-72 (16-17) (poi in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp. 1545-1546); Che cosa pensate del caso Chessman, dei crudeli rinvii e della pena di morte?, in «Corriere d’informazione», 3-4 maggio 1960, p. 5; 8 domande sulla critica letteraria in Italia, in «Nuovi Argomenti», 44-45, maggio-agosto 1960, pp. 54-58 (poi in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp. 1547-1551); Sesso e letteratura. Il parere di Montale, Quasimodo, Buzzati e Testori, in «Corriere Lombardo», 4-5 novembre 1961, p. 7; 7 domande sulla poesia, in «Nuovi Argomenti», 55-56, marzo-giugno 1962, pp. 42-46 (poi, con il titolo 7 domande sulla poesia a E. M., in Sulla poesia, cit., 1976, pp. 587-592, e in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., pp.


1. Forme dell’autorappresentazione   13

re, dal riferimento alla immediatezza del tempo reale al recupero delle parole, e del senso, di un incontro nel gioco della memoria18, sino al caso limite della fulminea dichiarazione d’autore concessa al volo all’anonimo interlocutore: Montale – chi non lo sa? – «sta sempre zitto». Così, quando lo abbiamo visto di ritorno dal suo viaggio a Cesena, e gli abbiamo chiesto notizie sul «Premio Serra» (lire centomila), si è limitato a guardarci di sottecchi, stringendosi nelle spalle. Dopo un poco, sono venuti fuori i nomi dei vincitori: Emilio Tadini di Milano, un giovane non ancora ventenne, e il bolognese Antonio Rinaldi. «Come sono le poesie?» «Così» «Ma che cosa avete 1552-1558); Roberto Leydi, Allarmi, siamo ermetici, in «L’Europeo», XVIII, 23 (868), 10 giugno 1962, pp. 44-51; Non esiste il vero Verdi, in «La Fiera letteraria», XLII, 17, 27 aprile 1967, pp. 7-8 (7); Le ceneri di Pasolini. Dibattito internazionale sulla sua poesia contro gli studenti, in «L’Espresso», XVI, 25, 23 giugno 1968, pp. 14-15 (15); Walter Mauro, Questi i giudizi su «Americana» di Vittorini, in «Momento-sera», 31 ottobre-1˚ novembre 1968, p. 8; Edgardo Bartoli, La civiltà messa in versi, in «Corriere della Sera», 29 giugno 1969, p. 13; Cesare Capone, La Luna sarà ancora dei poeti, in «Tempo», XXXI, 30, 26 luglio 1969, p. 57; Vittorio G.[iovanni] Rossi, Gli uccelli non votano, in «Epoca», XXI, 1012, 15 febbraio 1970, p. 37; Grazia Livi, Lo scrittore e il suo peccato capitale. 1. Le gioie dell’accidia, in «Corriere della Sera», 8 ottobre 1970, p. 11; Grazia Livi, Lo scrittore e il suo peccato capitale. 4. I capricci della gola, in «Corriere della Sera», 5 novembre 1970, p. 11; Camilla Cederna, Benvenuti a Inquinopoli, in «L’Espresso», XVII, 12, 21 marzo 1971, pp. 12-13 (12); Lia Quilici, Cento cose da odiare, in «L’Espresso», XVII, 25, 20 giugno 1971, pp. 12-13 (12) (poi in Il secondo mestiere. Arte, musica, società, cit., p. 1568); Giampaolo Pansa, Inchiesta su una città dal futuro difficile. I paradossi di Milano, in «La Stampa», 23 febbraio 1972, p. 3; Vittorio Bruno, L’invettiva di Montale, in «Il Secolo XIX», 3 maggio 1973, p. 3; La pena di morte per chi rapisce i bambini. Sì? No?, in «Lo Speciale», I, 7, 3 dicembre 1974, pp. 16-21 (17); Lamberto Artioli, I rapporti fra cultura e sport, in «Corriere della Sera», 2 dicembre 1975, p. 19; Walter Della Monica, Sopravvivenza del mondo contadino, in «La Fiera letteraria», LII, 74 (22), 30 maggio 1976, pp. 8-9 (poi con il titolo IV Intervista, in I dialetti e l’Italia. Inchiesta fra scrittori poeti sociologi specialisti, Milano, Pan, 1981, pp. 38-43). 18 Più d’una conversazione con Montale rivive tra le pagine degli interventi di Luciano Rebay, ancora mai raccolti in volume, a partire dai celebri, e squisitamente fiorentini, «diàspori» (diòsperi) dell’Elegia di Pico Farnese: I diàspori di Montale, in «Italica», XLVI, 1, Spring 1969, pp. 33-53; La rete a strascico di Montale, in «Forum Italicum», V, 3, September 1971, pp. 329-350; Sull’«autobiografismo» di Montale, in Innovazioni tematiche espressive e linguistiche della letteratura italiana del Novecento. Atti dell’VIII Congresso dell’Associazione internazionale per gli studi di lingua e letteratura italiana, New York, 25-28 aprile 1973, a cura di Vittore Branca, Robert Clements, Cesare De Michelis, Stephan Di Scala, Olga Ragusa, Michael Ricciardelli, Firenze, Olschki, 1976, pp. 73-83; Montale, Clizia e l’America, in «Forum Italicum», XVI, 3, Winter 1982, pp. 171-202 (poi, in La poesia di Eugenio Montale. Atti del Convegno Internazionale. Milano, 12-13-14 settembre, Genova, 15 settembre 1982, Milano-Genova, Librex, 1983, pp. 281-308); Un cestello di Montale: le gambe di Dora Markus e una lettera di Roberto Bazlen, in «Italica», LXI, 2, Summer 1984, pp. 160-169 (poi, in La poesia di Eugenio Montale. Atti del Convegno Internazionale tenuto a Genova dal 25 al 28 novembre 1982, a cura di Sergio Campailla e Cesare Federico Goffis, Firenze, Le Monnier, 1984, pp. 107-117); Montale per amico, in «Annuario della Fondazione Schlesinger», Lugano, [novembre] 1994, pp. 67-83 (poi in «La Rivista dei libri», V, 9, settembre 1995, pp. 40-43, e in La Liguria di Montale. Atti del Convegno, Monterosso, 11-13 ottobre 1991, a cura di Franco Contorbia e Luigi Surdich, Savona, Sabatelli, 1996, pp. 263-279); Montale: Dopo una fuga/After a fight, in Montale e gli altri, in «Sigma», XX, 3, gennaio-giugno 1995, pp. 130-152; Montale testimone del Novecento, in Sur Eugenio Montale, in «Revue des Études Italiennes», XLIV, nouvelle série, 3-4, juillet-décembre 1998, pp. 165-168 (poi in Studies for Dante. Essay in honor of Dante Della Terza, a cura di Franco Fido, Rena A. Syska-Lamparska, Pamela D. Stewart, Fiesole, Cadmo, 1998, pp. 361-365); Ripensando Montale: del dire e del non dire, in Il secolo di Montale, Genova 1896-1996, cit., pp. 33-70. Degli incontri versiliesi con il poeta durante l’estate del 1977 offre testimonianza Glauco Cambon, Summer Days with Eugenio Montale, in «Canto», II, 1, Spring 1978, pp. 71-97 (poi con il titolo Montale sull’ultima spiaggia. Pagine di diario, in La poesia di Eugenio Montale, cit., pp. 335-356, e in Saggi montaliani (1960-1984), a cura di Riccardo Scrivano, Roma, Studium, 2013, pp. 128-155.


14   Montale «par lui-même» fatto, in quei due giorni?» «Mi hanno portato nel teatro Comunale, ho cantato il Don Giovanni: si sentiva benissimo anche dal loggione...»19.

Oltre a vere e proprie interviste, caratterizzate dalla domanda dell’uno e dalla risposta dell’altro in un continuum che consente di riascoltare con nitidezza le parole del poeta, numerosissimi sono i testi discorsivi nei quali, invece, le parole di Montale vengono introdotte e riportate con l’uso del discorso indiretto; a essi si affiancano resoconti di incontri di carattere più memorialistico e spesso pubblicati a distanza di tempo dal colloquio con l’autore, ritenuti in ogni caso documenti vitali e importanti, come le interviste apparse dopo la morte del poeta, spesso soggette a manipolazioni più o meno evidenti, a ripetizioni di dichiarazioni rilasciate in altre occasioni o a caratteristiche che avvicinano il testo a una sorta di rievocazione o presentazione dell’autore, rimaneggiate dai curatori mediante il ricorso ad ambigue tecniche combinatorie e arricchite di agili e talvolta scarsamente attendibili profili bio-bibliografici. Il tessuto verbale e ritmico di queste composizioni è oltremodo fitto e inevitabilmente discontinuo, le possibilità di rintracciare lo stile si allargano quando le risposte sono scritte, specie nelle interviste senza mediazioni altrui, ovvero le inchieste. Quasi mai il colloquio di Montale con un critico o giornalista si articola su uno scambio di informazioni fondato sull’alternanza di domande e risposte scritte, che consenta di riascoltare con nitidezza le parole del poeta; più numerose sono le interviste stenograficamente trascritte con un margine più o meno alto di soggettività o di arbitrio, implicito nell’impiego del montaggio. Nel corso di un incontro milanese in Via Bigli, 15, dove Montale sembra vivere come «imboscato fuori del mondo», ostentando una posizione defilata rispetto agli eventi della storia ufficiale, una «troppo giovane e troppo bella»20 Dacia Maraini avvicina il taciturno e aguzzo poeta, che alterna osservazioni laconiche a calcolati silenzi, verità a menzogne o a vistosi lapsus della memoria: Lei è nato a Genova vero? La sua famiglia era ricca? La mia era una famiglia medio-benestante. Mio padre importava prodotti chimici dall’America. Di dov’era suo padre? Di Monterosso. Quattro stazioni prima di La Spezia. E sua madre? Di Nervi. Quanti eravate in famiglia? Sei figli. Uno dei fratelli è morto. Siamo rimasti in cinque, quattro fratelli e una sorella. 19 Montale a Cesena ovvero Musica e Poesia, in «Le carte parlanti», giugno 1947, p. 3. Sul Premio «Renato Serra», con commissione giudicatrice composta da Eugenio Montale, Carlo Muscetta, Sergio Solmi, si veda Franco Contorbia, Montale, Serra, Cesena, in «Il Lettore di provincia», XVI, 63, dicembre 1985, pp. 119-123 (poi, con il titolo Montale a Cesena, in Montale, Genova, il modernismo e altri saggi montaliani, Bologna, Pendragon, 1999, pp. 129-140). 20 Eugenio Montale, A cena con Moravia, in «Corriere della Sera», 25 febbraio 1968, p. 11; ora in Prose e racconti, a cura e con introduzione di Marco Forti, note ai testi e varianti a cura di Luisa Previtera, Milano, Mondadori, 1995, pp. 1089-1093 (1091).


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