Diego Divano (Novi Ligure, 1982), docente della scuola secondaria e dottore di ricerca dell’Università degli Studi di Genova, ha studiato l’opera di scrittori e giornalisti vissuti tra la fine dell’Ottocento e il Novecento (Giovanni Ansaldo, Umberto Fracchia, Rubino Rubini). Ha pubblicato Alle origini della «Fiera letteraria» (1925-1926) (Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2009) e curato il Carteggio tra Camillo Sbarbaro e Enrico Falqui (Genova, San Marco dei Giustiniani, 2012).
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Edmondo De Amicis a Imperia edmondo de amicis a imperia - catalogo dell’archivio
Destinato alla Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia per volontà del figlio Ugo quale testimonianza di affetto per il luogo in cui lo scrittore aveva visto la luce, il patrimonio archivistico di Edmondo De Amicis ha da tempo rinvigorito la fortuna del celebrato autore di Cuore, stimolando una ricca produzione di studi e ricerche concretizzatasi, a partire dagli anni Ottanta, nella pubblicazione di testi inediti, nella realizzazione di mostre e convegni, nell’elaborazione di saggi critici che hanno permesso di ricomporre, in una forma complessa e sfaccettata, il profilo della vita e dell’opera di uno dei più importanti scrittori italiani dell’età moderna. Le tre sezioni – carte, corrispondenza e iconografia – in cui il presente catalogo scandisce la descrizione e il regesto dei documenti non offrono soltanto al lettore un’organica panoramica delle peculiarità del fondo e una precisa definizione delle caratteristiche di ogni singolo oggetto, ma, nell’ottica di una fruizione finalmente aperta e diffusa, si pongono come un’indispensabile integrazione del parallelo progetto di digitalizzazione dei materiali deamicisiani accessibili e consultabili sul portale Carte d’autore online – Archivi e biblioteche digitali della modernità letteraria italiana.
1. Catalogo dell’archivio a cura di
Diego Divano
Edmondo De Amicis a Imperia 1. Catalogo dell’archivio a cura di Diego Divano
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Volume pubblicato con il contributo del MIUR e dell’Università degli Studi di Genova (cofinanziamento PRIN 2010-2011)
© 2015 Società Editrice Fiorentina via Aretina 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-402-3 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata In copertina: prima carta del manoscritto della redazione definitiva incompleta di Primo Maggio (MS. E.D.A. 7)
Indice
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Franco Contorbia, Premessa
ix Introduzione
xix Abbreviazioni
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catalogo delle carte di edmondo de amicis
3 Volumi 7 Articoli, saggi, racconti 19 Poesie 19 Testi teatrali 20 Quaderni e fascicoli miscellanei 27 Documenti personali 28 Carte d’autore altri
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CATALOGO DELLA CORRISPONDENZA DI EDMONDO DE AMICIS
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Lettere di/a Edmondo De Amicis Lettere a Ugo De Amicis Lettere altri
69 ICONOGRAFIA
69 Edmondo De Amicis 72 Familiari 74 Personaggi 81 Varie
premessa
«Il riordino criticamente e filologicamente sorvegliato degli autografi e dei carteggi di De Amicis esistenti a Imperia e altrove (a Torino, a Firenze…); la sistemazione dello studio e la catalogazione della biblioteca di Edmondo (una tra le capitali biblioteche d’autore dell’Ottocento); la redazione di una attendibile bibliografia degli scritti; il censimento dei materiali iconografici presuppongono di necessità un coordinamento di esperienze e di forze che solo in un quadro di interventi non provvisorio la biblioteca della città natale di De Amicis sarà in grado di operare»: così, sette anni fa, sulla soglia del catalogo Edmondo De Amicis. Le immagini, i libri (il catalogo, si intenda, della «mostra del centenario» della morte di De Amicis, aperta a Imperia dal 22 novembre 2008 al 25 gennaio 2009), mi era accaduto di prefigurare alcune delle linee di ricerca realisticamente perseguibili nel campo degli studî intorno alla figura e all’opera dell’autore di Cuore. Ad onta di una tendenziale inclinazione al pessimismo cosmico, mi corre, oggi, l’obbligo, per una volta, di registrare un risultato non inferiore alle attese. Scontata la storica disponibilità dell’amministrazione comunale di Imperia, l’inatteso finanziamento di un Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN 2010-2011) coordinato da chi scrive, che assumeva come centrali il definitivo ordinamento e la descrizione dell’intero corpus di autografi, lettere, fotografie e volumi di Edmondo (e Ugo) De Amicis pervenuto alla Biblioteca Civica di Imperia dopo la scomparsa della vedova di Ugo De Amicis, signora Vittoria Bonifetti, ha consentito di dar forma compiuta a un’ipotesi di intervento per molto tempo soltanto vagheggiato. La realizzazione dell’impresa si deve a Diego Divano, che ha potuto allestire questo Catalogo dell’archivio, e il complementare Catalogo della biblioteca, valendosi della competente collaborazione di Andrea Aveto e di Francesca Bottero, e dell’ininterrotto sostegno della direttrice della Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia, Silvia Bonjean. Grazie a loro, alla stessa bibliografia degli scritti di De Amicis (di sicuro il più ambizioso e tecnicamente complicato tra i progetti formulati nel 2008) pare lecito guardare come a un lavoro in corso e non più come a un libro dei sogni. Franco Contorbia
Introduzione
I piani più bassi degli scaffali, tutt’intorno alla stanza, sono magazzini di cose morte, dai quali, a metterci appena la mano, escono dei nuvoli di polvere e di tristezza; ma che da anni non tocco più, per un certo senso di ripugnanza, come quello che mi tratterrebbe dallo scoperchiar delle tombe. Sono le raccolte dei giornali da cui ebbi le prime gioie e le prime amarezze di scrittore, i manoscritti ingialliti dei miei libri stampati, e di quelli morti prima di nascere, fasci di lettere d’amici e di sconosciuti, ricevute nello spazio di trent’anni, e ogni specie di avanzi del passato […]. Quella è la gran fossa del mio studio, dove seppellisco ogni giorno qualche cosa, divenuta un ingombro sugli scaffali e nei cassetti; e con ciascuna di quelle cose, senz’averne coscienza, seppellisco alcun che di mio: una simpatia, o una stima perduta, una illusione che s’è spenta, un piacere che non sento più, un proposito a cui ho rinunziato, una speranza a cui son cadute le ali. […] Di tutta questa roba si farà una gran cremazione, dopo fatta la mia (E.[dmondo] De Amicis, La mia officina, in «La Lettura», II, 7, luglio 1902, pp. 577-583, in particolare pp. 580-581).
Viene quasi da sorprendersi, a leggere le amare considerazioni consegnate da Edmondo De Amicis alle pagine della «Lettura» nel 1902, di fronte alla constatazione che una porzione non esigua del materiale conservato nello studio allestito nell’appartamento di via Pietro Micca, 10 a Torino, sua ultima dimora cittadina, sopravvissuta al fascino, non semplicisticamente riconducibile a un abusato stereotipo letterario, dell’autodafé, da oltre trent’anni sia offerta alla curiosità degli studiosi presso un’istituzione pubblica quale la Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia. Tanto più che la condanna dello scrittore, più indulgente verso il consistente e “colorato” patrimonio librario che affollava gli scaffali delle grandi librerie addossate alle pareti e quasi commosso quando osserva le decine di ritratti fotografici appesi qua e là, immergendosi nel ricordo di amici vicini e lontani, viventi e scomparsi, pare proprio abbattersi su quei negletti fasci di manoscritti e di lettere, così ricchi di informazioni per critici, filologi e biografi, andando a collimare con le intenzioni di un figlio più interessato ad un’archiviazione rapida e indolore dell’ingombrante eredità paterna che a una sua tenace glorificazione postuma. La morte del celebrato autore di Cuore, sopraggiunta in una stanza dell’Hotel de la Reine di Bordighera l’11 marzo 1908, consegna infatti al ventinovenne Ugo la responsabilità della gestione di un patrimonio documentario che, al di là della sua inestimabile rilevanza pubblica, ben avvertita dagli stessi contemporanei, reca in sé le stimmate di quelle intricate e dolorose vicende private che solo negli ultimi decenni, in primis grazie alle capillari indagini di Luciano Tamburini (e in particolare al suo Teresa e Edmondo dramma in un interno.
x edmondo de amicis a imperia. catalogo dell’archivio
Con gli scritti di Teresa De Amicis Conclusione – Schiarimenti – Commenti, Torino, Centro Studi Piemontesi, 1990), sono emerse in tutta la loro flagrante drammaticità. Animo meno sensibile e delicato di quello del fratello Furio, morto suicida il 15 novembre 1899, Ugo reagisce all’evento luttuoso che segna la definitiva esplosione di una convivenza familiare estremamente complicata fin dalla sua prima costituzione accentuando il proprio individualismo e compiendo una precisa scelta di campo nella contesa, da qui in poi avviata verso le vie legali, tra Edmondo e la madre, Teresa Boassi. Abbandonata l’abitazione di piazza dello Statuto, Ugo prende stabilmente a vivere con il padre, terminando gli studi con la laurea in Giurisprudenza nel 1902; coltiva velleità letterarie, riscuotendo i poco convinti incoraggiamenti paterni, e scopre quella tenace passione per l’alpinismo che lo accompagnerà per il resto della vita. La consuetudine quotidiana, prolungata anche nei soggiorni estivi al Giomein – in questo caso è Edmondo a seguire, non senza preoccupazioni, le imprese alpinistiche del figlio e ad apprezzare i paesaggi alpini in virtù delle sue sollecitazioni –, non sembra tuttavia appianare le incrinature che, affondando le radici nell’oppressivo e mai dimenticato ménage familiare, si diffondono fino a coinvolgere l’intero sistema di pensiero e, in ultima analisi, a polarizzarsi intorno a posizioni politiche del tutto inconciliabili: negli anni in cui Edmondo appare ancora, nonostante l’abbandono del progetto di Primo Maggio e un progressivo ritiro dalle manifestazioni pubbliche, tra i più eminenti portavoce dei diritti degli umili e delle classi lavoratrici, Ugo non perde occasione, nei suoi scritti e – non vi è motivo di dubitarne – nella vita privata, per mostrare tendenze scettiche, egotistiche, perfino “superomistiche”, che si potrebbero facilmente ricondurre allo spirito dei tempi se non fossero così apertamente opposte alle concezioni di Edmondo. In questo modo, pesantemente gravata dalle pulsioni all’occultamento dei lati più oscuri o anche soltanto non condivisi del percorso esistenziale paterno, l’azione di Ugo finisce per votarsi alla costruzione postuma di un simulacro destinato a lasciare sguarnita la memoria di Edmondo, alleggerita delle sue sfaccettature pubbliche e private più complesse, di fronte all’inesorabile incedere della modernità, esponendo buona parte della sua opera all’oblio o alla mistificazione. Se si osservano con attenzione alcune delle lettere ricevute da Ugo all’indomani della scomparsa del padre, e soprattutto se si ricorda la rarità degli stralci di lettere che hanno faticosamente consentito, a quasi cent’anni da quegli avvenimenti, la ricostruzione di una per certi versi ancora incompleta vicenda biografica, si capisce come una delle principali preoccupazioni di Ugo dovesse essere quella di rintracciare presso i corrispondenti, magari con lo strumentale ausilio di una sospetta mozione degli affetti, le epistole paterne per sottoporle a un attento vaglio contenutistico. L’operazione non dovette riscuotere particolare successo, poiché i corrispondenti, ben orgogliosi del possesso dei preziosi autografi, nel migliore dei casi si limitarono a concedere semplici trascrizioni delle missive. Solo in un secondo momento, consapevole della necessità di offrire una sistemazione pubblica alle carte prive di implicazioni di carattere personale, Ugo si risolse a nominare un collaboratore esterno capace di consigliare e nel contempo di portare a compimento l’opera di selezione e classificazione dei materiali, trovando in Dino Mantovani, tra i pochi amici a restare intimo della cerchia deamicisiana fino agli ultimi anni di vita dello scrittore, un partner di sicuro affidamento. Trasferitosi nel capoluogo piemontese nel 1895 per occupare una cattedra presso il Liceo «Massimo d’Azeglio» – a partire dal 1901 avrebbe tenuto corsi anche presso la locale Uni-
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versità –, lo studioso di origine veneziana condivideva con De Amicis la passione per i problemi educativi, tanto da allargare il suo approccio pedagogico e divulgativo all’ambito della critica letteraria, condotta in quegli anni con esemplare chiarezza espositiva sulle terze pagine della «Stampa» e del «Corriere della Sera». Fervente ammiratore della prosa di Edmondo, Mantovani si era proposto, fin dai giorni immediatamente successivi alla sua morte, di preparare una monografia a lui dedicata – sul modello del volume con il quale, qualche anno prima, aveva reso omaggio a Ippolito Nievo – da pubblicare per i tipi di Emilio Treves: un progetto mai abbandonato se si pensa che, ancora nel 1913, i necrologi pubblicati all’indomani della sua improvvisa scomparsa lo descrivono intento a perfezionare quest’opera di cui, tuttavia, si sarebbe presto persa ogni traccia. Un grande fermento agli studi di Mantovani dovette darlo, senza dubbio, l’incontro con le carte che Ugo immediatamente mise a sua disposizione, secondo quanto si deduce da un illuminante articolo del conte Ottavio, alias Ugo Ojetti, apparso sull’«Illustrazione italiana», nella rubrica Accanto alla vita, il 7 giugno 1908: Il piccolo studio sul Corso Oporto […] rigurgita dei manoscritti e dei libri del gran morto di jeri. Ve n’è dovunque: nei cassetti, negli scaffali, sulla scrivania. De Amicis è tutto qui, con tutt’i suoi sogni, i suoi affetti, il suo lavoro umanissimo e infinito, le sue lettere agli amici più cari, le lettere degli amici a lui, le traduzioni in cento lingue, gli omaggi e la fede dei lettori più lontani. E Dino Mantovani adesso raccoglie, classifica, sceglie, scheda, copia e fa copiare, questa mole sterminata di lavoro, con intelligenza di critico, con affetto e con discrezione d’amico. Per una settimana, dalla mattina alla sera con Ugo De Amicis, il figliolo amoroso e rispettoso d’ogni volontà paterna, egli ha fatto una prima scelta nella casa stessa e nello studio di Edmondo, ha bruciato interi pacchi di carte sui quali era scritto “da bruciare senza leggere”. Questi monti di manoscritti, di lettere, di note, non sono così che una piccola parte, la migliore, di quel che è rimasto là: e sembrerebbe l’opera di più vite, non d’una sola (XXXV, 23, p. 550).
Proseguendo la lettura ci si trova nell’evidenza di constatare come quella “piccola parte”, o meglio la “migliore”, delle carte temporaneamente traslate nello studio torinese di Mantovani in corso Oporto, differisca di poco, se non di nulla, rispetto ai materiali a tutt’oggi inscritti nel patrimonio archivistico nazionale, segno tangibile che l’ampia e sin troppo sommaria opera di scrematura cui l’eredità documentaria di De Amicis fu sottoposta, fu compiuta a brevissima distanza dalla morte dello scrittore, forse ancor prima che lo studioso veneziano potesse mettervi mano: scorrono così, nel resoconto di Ojetti, i più preziosi reperti di quella collezione oggi conservata, in buona parte, presso la biblioteca imperiese: «il volume delle note per l’Idioma gentile, [quello] pel Primo Maggio», «i titoli dei lavori che egli destinava all’Illustrazione Italiana», e poi naturalmente le lettere, «del Manzoni, del Ruffini, del Verdi, di Victor Hugo, di Emilio Castelar, del Carducci, del Giacosa, dello Zola, del Daudet», in numero che appare infinitamente limitato rispetto alla quantità di missive che lo scrittore certamente ricevette, perché – volendo prestare fede alle dichiarazioni di Mantovani – De Amicis «distruggeva tutto, meno le lettere degli amici più cari e più illustri». Se il progetto biografico di Mantovani, forse in ragione delle complicazioni oggettive determinate dalla vastità dell’opera intrapresa, si sarebbe dissolto prolungandosi in maniera estemporanea fino al 1913 per poi interrompersi, fatalmente, con la scomparsa del biografo (ed essere nella sostanza ripreso, ancora sotto la severa supervisione di Ugo, soltanto cinquant’anni più tardi da Lorenzo Gigli, autore di quella che ancora oggi resta nel complesso
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l’unica vera opera biografica dedicata a De Amicis), di certo il lavoro di revisione e recupero degli scritti deamicisiani si sviluppò in un’attività tanto subitanea e frenetica da apparire non solo poco strategica sotto il profilo commerciale ma perfino rivelatrice dell’ansia di una immediata archiviazione della scomoda eredità dell’autore di Cuore. In poco meno di un anno vedono così la luce, in rapida successione, ben cinque volumi: e mentre il primo di questi, Ricordi d’un viaggio in Sicilia, stampato nell’estate del 1908 da Niccolò Giannotta, rispetta un’antica promessa che De Amicis aveva in animo di onorare fin dalla sua visita nell’isola nel novembre 1906, ben più organico appare il piano editoriale, approntato presso Treves, destinato a offrire una sistemazione definitiva alla maggior parte dei testi apparsi negli ultimi anni della vita dello scrittore in periodici quali «L’Illustrazione italiana» e «Il Secolo XX», ma anche su riviste non direttamente riconducibili alla casa milanese come «La Lettura» e «Natura ed Arte». La mole del materiale raccolto, edito e inedito, è tale da consentire l’uscita in serie di Ultime pagine. I. Nuovi ritratti letterari ed artistici (1° settembre 1908), Ultime pagine. II. Nuovi racconti e bozzetti (31 ottobre 1908) e Ultime pagine. III. Cinematografo cerebrale (11 marzo 1909). Sensibile al côté pedagogico dell’opera di De Amicis, Mantovani, responsabile della scelta dei testi e autore dell’introduzione che apre il volume, componeva infine l’antologia scolastica Alla gioventù. Letture scelte dalle opere di Edmondo De Amicis, comparsa il 1° ottobre 1908, offrendo un ulteriore contributo alla sedimentazione, presso le future generazioni studentesche, di quell’immagine edulcorata e sbiadita dello scrittore che così poco avrebbe giovato alla sua memoria. Contestualmente Ugo, ben prima che la partita editoriale potesse dichiararsi conclusa – ancorché integrata qualche anno dopo dall’allestimento delle più spinose raccolte di scritti politici, non a caso pubblicate, sempre per cura di Mantovani presso Treves, solamente nel 1910 (Lotte civili) e nel 1911 (Speranze e glorie – Le tre capitali. Torino-Firenze-Roma) –, si preoccupò di trovare un’istituzione pubblica alla quale destinare il meglio delle carte paterne già sottoposte all’iniziale opera di inventariazione: a seguito dei pressanti inviti del Sindaco di Torino, Secondo Frola, il Municipio del capoluogo piemontese entrò così in possesso, a pochi mesi dalla scomparsa dello scrittore (una breve nota della «Stampa» consente di far risalire la notizia al 5 giugno 1908), della maggior parte delle redazioni definitive degli scritti deamicisiani rimasti nello studio di via Pietro Micca, tra i quali spiccavano, oltre a un rilevante numero di articoli, saggi e singoli capitoli, gli autografi di Gli amici, La carrozza di tutti e L’idioma gentile, ancora oggi conservati presso la Biblioteca Civica di Torino. Trattenuti per sé, insieme al cospicuo patrimonio librario (di cui ci si occupa in parallelo nel Catalogo della biblioteca), soltanto i materiali “privati” – quel poco di corrispondenza sfuggita alle fiamme e i taccuini personali – o quelli considerati poco significativi ai fini di una conservazione postuma – i brogliacci di appunti, i manoscritti preparatori, le redazioni preliminari e alcuni scritti “minori” –, Ugo De Amicis si ritagliò, da quel momento in poi, il ruolo di severo custode della memoria paterna, scoraggiando più che incentivando gli studi in suo onore, e assistendo al progressivo declino di una fortuna che, appesantita dai tratti sentimentali, edulcorati, pacifisti dell’opera dello scrittore (solo una parte, come è ormai ben noto, dei colori della sua tavolozza), finì per dissolversi sotto i colpi dell’evolversi del gusto e della mentalità determinato dallo scoppio della Prima guerra mondiale e dall’avvento del marziale ventennio fascista. Felice eccezione in questa complessiva perdita di interesse per una figura che, tutt’al più, poteva godere di qualche considerazione se confinata al solo ambito della letteratura per
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l’infanzia – esclusiva chiave di lettura anche della De Amicis renaissance degli anni Cinquanta –, la neonata città di Imperia, pur costituendo il solo ambito territoriale in cui il 21 ottobre 1846 – precisamente a Oneglia, uno degli undici comuni accorpati sotto l’attuale denominazione dal regio decreto del 21 ottobre 1923 – aveva visto la luce lo scrittore, trasferitosi a Cuneo con la famiglia al seguito del padre regio banchiere di sali e tabacchi già nel 1848, mantenne ben saldo il rapporto con l’autore di Cuore, inaugurando una lunga stagione di iniziative finalizzate a tenerne viva la memoria e a rivalutarne il ruolo di promulgatore dei più nobili valori patriottici, morali e letterari, associati al concetto di italianità. Può dunque essere letta in quest’ottica la decisione del Municipio ponentino di varare una sottoscrizione per finanziare un monumento dedicato a De Amicis alla quale parteciparono, versando un obolo di dieci centesimi, migliaia di bambini italiani – le firme dei quali riempirono ben 137 volumi – tra il 1924 e il 1930. Ancora oggi visibile presso il giardino di piazza della Vittoria, il monumento scolpito da Giacomo Giorgis fu svelato nel 1932, nell’ambito di una più ampia serie di celebrazioni deamicisiane culminate con l’organizzazione, tra il 15 e il 22 maggio di quell’anno, di una mostra collocata, per volontà del podestà della città Giorgio Stoppani, presso il nuovo palazzo comunale. L’allestimento, curato da Leonardo Lagorio, storico direttore della locale Biblioteca Civica, e da Pietro Nurra, suo omologo presso la Biblioteca Universitaria di Genova, offrì ai numerosi visitatori la possibilità di prendere visione di alcuni degli oggetti appartenuti allo scrittore, ma soprattutto di entrare in contatto con un’accurata selezione di libri e manoscritti, perlopiù ricevuti in prestito da Ugo De Amicis, ma pure provenienti da altre biblioteche italiane, dalle case editrici Barbèra e Treves-Treccani-Tumminelli e da alcuni collezionisti privati – tra i quali l’albergatore Eusebio Peraldo, ospite fisso di De Amicis a Bordighera e al Giomein, e Mimì Mosso Ferraguti, nipote di Emilio Treves, già autrice nel 1925 del volume mondadoriano I tempi del Cuore. Vita e lettere di Edmondo De Amicis ed Emilio Treves, in cui sono illustrate, attraverso la riproposizione di larghi stralci di lettere, le vicissitudini del rapporto tra lo scrittore e l’editore. Venne così per la prima volta a comporsi, seppur soltanto temporaneamente riunito, il nucleo originario del fondo archivistico imperiese, all’interno del quale appariva già ben visibile l’eccezionale varietà di documentazione dispiegata tra autografi, corrispondenza e iconografia. La consuetudine di Imperia con la memoria di De Amicis si intensificò, se possibile, nel dopoguerra e in particolar modo in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario della morte dello scrittore: ancora Leonardo Lagorio era artefice di una mostra inaugurata l’11 marzo 1958, nella quale era sostanzialmente riproposto l’impianto espositivo di ventisei anni prima, ma con il valore aggiunto di alcuni manoscritti che, già appartenuti alla famiglia Treves e offerti in visione al pubblico nel 1932, passavano in questa circostanza sotto la diretta tutela della Biblioteca Civica: si tratta del volume rilegato comprendente quarantaquattro lettere scritte da De Amicis a Emilio Treves, dei due volumi contenenti la redazione definitiva della parte prima e della parte seconda del Romanzo d’un maestro, e, infine, del manoscritto autografo delle Poesie, edite da Treves nel 1881. Colpito da tanta dedizione, prima che la morte lo cogliesse a Torino nel 1962, Ugo De Amicis decise di premiare gli sforzi di Lagorio e della città ligure lasciando disposizioni alla moglie, Vittoria Bonifetti, affinché destinasse alla biblioteca imperiese il rilevante patrimonio costituito dalla carte e dai libri dello scrittore (oltre ad alcuni mobili e oggetti che hanno consentito, in anni più recenti, perfino una suggestiva ricostruzione del suo studio torine-
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se), riservando invece al Comune di Torino una cospicua somma di denaro finalizzata, in onore delle aspirazioni educative paterne, al finanziamento di alcune borse di studio per i bambini meno fortunati. Il lascito testamentario redatto nel 1967, ed eseguito alla morte della vedova di Ugo all’inizio del 1970, tenne però fede alle volontà dell’erede per la sola parte archivistica dell’operazione, mentre ben più complesse furono le vicende riguardanti l’effettiva attribuzione del patrimonio economico, in particolare i proventi dei diritti delle edizioni di Cuore pubblicate all’estero – definiti con un po’ di enfasi dalla stampa nazionale come il “tesoro di Edmondo De Amicis” –, che, al centro di una lunga contesa giudiziaria cui presero parte anche le municipalità di Torino e di Imperia, finirono poi volatilizzati senza lasciare tracce presso la sede di Lugano del Banco di Roma in cui erano stati originariamente depositati. Sebbene ritardato da lungaggini burocratiche, l’ingresso dei documenti nella Biblioteca Civica di Imperia, alla cui direzione era nel frattempo subentrato Guido Sanlorenzo, comportò la nomina nel 1978 di un comitato scientifico composto da Giorgio Bertone, Vittorio Coletti, Franco Contorbia, Franco Croce Bermondi, Elio Gioanola e Edoardo Sanguineti, tutti docenti dell’Università degli Studi di Genova, incaricato di portare a compimento l’opera di archiviazione e inventariazione dei materiali in previsione del recupero di alcuni dei testi poco o nulla conosciuti dello scrittore e della promozione di una serie di iniziative pubbliche in occasione del settantesimo anniversario della sua scomparsa. Fin dalle prime e parziali analisi dei documenti si comprese come l’operazione fosse destinata a imprimere una vera e propria svolta agli studi deamicisiani, da tempo stagnanti e troppo legati ad approcci univoci, non a caso rifioriti da quel momento in poi superando vecchi pregiudizi e indirizzandosi ad accogliere la diversità delle prospettive tematiche e stilistiche che avevano caratterizzato le diverse stagioni artistiche dello scrittore. Punto di partenza e al contempo apice di questo processo fu la sostanziale riscoperta dell’ideologia politica di De Amicis, sapientemente occultata sotto la regia del figlio Ugo e riportata nel vivo dell’agone letterario dalla pubblicazione del più importante tra i suoi inediti, Primo Maggio, stampato da Garzanti nel 1980. Conformemente alla storica criticità del tema trattato, per ragioni di carattere editoriale e in contrasto con la volontà dei curatori, il romanzo – composto sulla base dello studio di due manoscritti presenti nel fondo, una stesura preliminare completa e una redazione definitiva prematuramente interrotta – fu redatto a partire dalla sola parte esistente della versione finale per poi proseguire, alla conclusione di questa e senza alcuna discontinuità, con la redazione preliminare, pure in assenza del benché minimo apparato critico, rifiutato dalla casa editrice. Le polemiche proseguirono anche all’indomani dell’uscita del volume, questa volta non limitate soltanto alle questioni filologiche ma allargate all’interpretazione del romanzo e soprattutto, in ultima analisi, alla valutazione da attribuire al socialismo dello scrittore, per alcuni convinta e concreta passione politica frutto di una vera e propria conversione, per altri sentimentale e passeggera inclinazione in continuità con le precedenti esperienze esistenziali. Meno irta di ostacoli fu, invece, l’opera di allestimento della ricca mostra di materiali deamicisiani che, sotto la supervisione di Franco Contorbia, la città di Imperia decise di aprire tra il 30 aprile e il 3 maggio 1981, in contemporanea con lo svolgimento di un convegno cui presero parte i più importanti studiosi dell’opera di De Amicis, rendendo finalmente visibili ai cittadini i risultati della sistemazione del fondo acquisito dalla Biblioteca Civica all’interno di un percorso espositivo di centottantacinque pezzi trascelti tra oggetti perso-
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nali, manoscritti, lettere, opere a stampa, libri contenenti dediche autografe e fotografie schedate nel catalogo Edmondo De Amicis. Mostra bio-bibliografica e iconografica, oggi praticamente introvabile, ancorché foriero di interessanti spunti per tutti coloro che vogliano accostarsi sotto nuove prospettive allo studio dell’autore di Cuore. Non si può quindi fare a meno di notare come il confronto con i materiali conservati presso l’istituzione imperiese sia divenuto, con il passare degli anni, un appuntamento ineludibile per gli interpreti deamicisiani, le cui tracce sono facilmente riscontrabili in monografie e saggi diramatisi a sondare in modo finalmente capillare vita e opere dello scrittore: accanto a testi di più ampio respiro, come il volume antologico Opere scelte della collana «i Meridiani», edito nel 1996 con Introduzione di Folco Portinari e con Cronologia di Giusi Baldissone – che, soprattutto nell’apparato di note dedicato a Primo Maggio, riedito in tale sede con significative varianti rispetto all’edizione Garzanti, trae spunto da una rinnovata consuetudine con i manoscritti imperiesi –, si sono progressivamente esplorati differenti filoni tematici, sviluppati da ogni interprete in conformità con le proprie inclinazioni personali, ciascuno dei quali corrispondente a una porzione della sfaccettata personalità di un autore che, nel corso della sua lunga carriera, ha saputo cimentarsi, seppur con esiti qualitativi non sempre significativi, in una grande varietà di generi letterari. Hanno così preso forma le ricerche di Pino Boero sulla pedagogia deamicisiana (Non si sgomentino le signore…, conferenza sull’educazione fisica letta e commentata da Pino Boero, Maria Cristina Ferraro e Giovanni Ricci, Genova, Tilgher, 1984; Cuore. De Amicis tra critica e utopia, Milano, Angeli, 2009); quelle di Franco Contorbia (De Amicis, «Primo Maggio», il socialismo, Modena, Mucchi, 1995) e di Giorgio Bertone sul versante politico e giornalistico; quelle di Gianfranca Lavezzi sulla poesia; quelle di Alberto Brambilla sulle passioni sportive e sul rapporto dello scrittore con altri intellettuali della sua epoca (De Amicis: paragrafi eterodossi, prefazione di Luciano Tamburini, Modena, Mucchi, 1992); quelle di Luigi Cepparrone sui legami con la società sudamericana (Gli scritti americani di Edmondo De Amicis, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2012); quelle di Bianca Danna (Dal taccuino alla lanterna magica. De Amicis reporter e scrittore di viaggi, Firenze, Olschki, 2000) e di Valentina Bezzi (Nell’officina di un reporter di fine Ottocento. Gli appunti di viaggio di Edmondo De Amicis, prefazione di Ilaria Crotti, Padova, Il Poligrafo, 2007) sui libri e sui taccuini di viaggio: un quadro che, pur annoverando soltanto alcuni dei tanti esempi possibili, ben sintetizza la plurivocità degli indirizzi percorsi o ancora percorribili, senza contare le numerose occasioni in cui i più importanti studiosi deamicisiani si sono dati appuntamento per mettere a confronto i risultati delle proprie indagini – ultime delle quali il convegno nazionale Edmondo De Amicis. Scrittore d’Italia, tenuto a Imperia il 18 e 19 aprile 2008, momento culminante delle celebrazioni per il centenario della morte (per cui si vedano gli atti pubblicati sotto il titolo Edmondo De Amicis. Scrittore d’Italia, a cura di Andrea Aveto e Francesca Daneri, Imperia, Città di Imperia-Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio», 2012), e la di poco successiva mostra iconografica e bibliografica allestita da Franco Contorbia presso il Centro Culturale Polivalente del capoluogo ponentino tra il 22 novembre 2008 e il 25 gennaio 2009 (oggetto del catalogo Edmondo De Amicis. Le immagini, i libri, mostra del centenario a cura di Franco Contorbia, Albenga, Litografia Bacchetta, 2008). Apparirà dunque singolare la comparsa di un Catalogo dell’archivio di Edmondo De Amicis che giunga a così grande distanza dalla collocazione dei documenti all’interno della biblioteca imperiese e al termine di un lungo percorso di studi che ha già adeguatamente
xvi edmondo de amicis a imperia. catalogo dell’archivio
prodotto, anche se forse non ancora nella maniera più esaustiva, i risultati resi possibili dalla lettura e dall’interpretazione degli autografi. Al di là della pratica esigenza di offrire una classificazione che renda più semplice ed efficace la ricerca e l’individuazione dei materiali, il presente lavoro si propone dunque di fornire una panoramica generale del fondo deamicisiano conservato dalla Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio», fornendone il regesto definitivo e una sintetica descrizione, nell’ambito di un più ampio progetto di riorganizzazione che comprende una parallela ricognizione dei volumi della biblioteca, e soprattutto la completa digitalizzazione dei documenti inseriti nel portale Carte d’autore online – Archivi e biblioteche digitali della modernità letteraria italiana, nei cui spazi è possibile compiere ricerche indicizzate visualizzando le riproduzioni originali di ogni singolo oggetto bibliografico corredato da apposite schede catalografiche che ne descrivono le principali caratteristiche. Il connubio tra la dimensione cartacea e quella digitale non consente soltanto di soddisfare in modo più preciso gli interessi degli studiosi, ma dà vita a una struttura aperta che ben si presta all’accoglimento di nuovi accessi, adeguandosi alle possibili sorprese che l’incedere del tempo sa talvolta regalare. Poco prima che il presente catalogo andasse in stampa la libreria antiquaria fiorentina Gonnelli bandiva all’asta – annoverandoli alle schede 632 e 633 del catalogo Asta 19. Libri, manoscritti e autografi (Firenze, 7-8 aprile 2016), pp. 243-244 – due autografi deamicisiani fino a quel momento di proprietà di ignoti collezionisti privati: una redazione dei primi due capitoli di Primo Maggio (che a una prima e sommaria ricognizione sembrerebbe collocarsi in una posizione cronologica intermedia tra le due redazioni autografe conosciute) e un breve testo contenente la trama del romanzo e alcune riflessioni a questa dedicate fino ad oggi noto soltanto nella sua prima pubblicazione a stampa (sul quotidiano «Nuova Stampa sera» del 7-8 luglio 1949), riportata alla luce da Franco Contorbia nel citato volumetto De Amicis, «Primo Maggio», il socialismo. Grazie allo sforzo dell’amministrazione comunale e al liberale contributo di alcuni estimatori dell’opera dello scrittore mossi dal desiderio di arginare la dispersione dei suoi autografi, i documenti sono stati acquistati, entrando a far parte a pieno titolo del patrimonio dell’istituzione culturale imperiese a ulteriore arricchimento della collezione di cui le pagine che seguono ambiscono a rendere conto. Diego Divano
Il materiale è stato diviso in tre sezioni – carte, corrispondenza e iconografia – ciascuna delle quali è a sua volta divisa in sottosezioni che raggruppano documenti di carattere diverso. La sezione propriamente dedicata alle carte, infatti, si apre con la descrizione dei manoscritti (raccolte di note e appunti preparatori, stesure preliminari o redazioni definitive) che hanno dato vita ad alcuni dei libri di De Amicis, disposti in ordine di pubblicazione (Poesie, Gli amici, Sull’Oceano, Il romanzo d’un maestro, La carrozza di tutti, L’idioma gentile, Primo Maggio): ciascuna scheda fornisce nella sua riga iniziale le informazioni di base sulla natura del documento; seguono, nel secondo paragrafo, le indicazioni della tipologia (manoscritto o dattiloscritto), del numero di carte impiegate e delle modalità del loro utilizzo (scritte sul fronte, sul retro, su entrambi i lati, presenza di bifoli), della presenza di numerazione (d’autore o moderna), di titoli interni o di altre particolarità e delle dimensioni delle carte; ulteriori paragrafi sono dedicati a eventuali allegati, alle informazioni relative al supporto che contiene il manoscritto, alle successive pubblicazioni a stampa, anche parziali, del suo contenuto, alla collocazione assegnata al documento che ne permette il reperimento all’interno dell’archivio.
introduzione xvii Le stesse modalità espositive interessano la seconda, la terza e la quarta sottosezione, dedicate agli autografi di articoli, saggi e racconti, perlopiù pubblicati su periodici e poi ristampati nei volumi antologici che, soprattutto negli ultimi anni di carriera, De Amicis aveva preso a pubblicare con cadenza regolare presso la casa editrice Treves, alle poche poesie sparse, ai testi teatrali, ai quaderni e fascicoli miscellanei (sottosezione in cui sono compresi anche i celebri taccuini che accompagnarono lo scrittore durante i suoi viaggi in Europa e Sudamerica). La seconda parte del catalogo comprende l’elenco dei documenti epistolari ricevuti (→) o inviati (←) da De Amicis, disposti secondo l’ordine alfabetico dei corrispondenti. Ciascuna scheda riporta le indicazioni relative alla data di composizione, effettiva o ipotizzata, alla tipologia documentaria, alle condizioni del supporto e alle sue eventuali intestazioni, alla presenza di indirizzi, alla consistenza (numero di carte o bifoli e loro impiego) e alle dimensioni fisiche; seguono un breve sunto del contenuto e, qualora esistenti, le segnalazioni della presenza di buste e di ripubblicazioni a stampa del testo della missiva (soltanto se riportate in versione integrale o riprodotte parzialmente in sedi particolarmente significative); in chiusura è collocata l’indicazione della segnatura. Allo stesso modo, benché separate rispetto alle prime, sono trattate le lettere inviate a Ugo De Amicis, la cui registrazione si è arrestata all’anno 1908 comprendendo quindi gran parte delle testimonianze di cordoglio ricevute in occasione della morte del padre ma anche alcune delle lettere relative ai primi tentativi di recupero degli autografi deamicisiani dispersi. Chiude il volume il completo regesto dei documenti iconografici presenti nel fondo, immaginato quale supporto integrativo all’effettiva visualizzazione dei materiali disponibili non soltanto, per esteso, all’interno del portale Carte d’autore online, ma anche, per buona parte, nel volume Edmondo De Amicis. Le immagini, i libri, realizzato da Franco Contorbia in margine alla citata mostra del centenario: troviamo in questa sezione le fotografie dello scrittore, dei suoi più stretti familiari, le riproduzioni di alcune immagini di vita, con particolare riferimento alle villeggiature trascorse in compagnia del figlio Ugo al Giomein nei primi anni del nuovo secolo, i ritratti in posa dei più illustri intellettuali dell’epoca, italiani e stranieri, che un tempo costituivano, affissi alle pareti, il principale vanto di quello studio in cui De Amicis aveva vissuto, scritto e sofferto, lasciando ai posteri la possibilità di ricomporre, seppur faticosamente, le tracce della sua lunga e tormentata esistenza. A margine di queste note desidero esprimere la mia gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di tale ricerca, condotta per larga parte presso la Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia dove ho potuto quotidianamente contare sul supporto competente e cordiale della direttrice, Silvia Bonjean, e di tutto il personale tecnico e bibliotecario. Il processo di allestimento del presente catalogo si è poi valso della insostituibile collaborazione di Andrea Aveto, di Francesca Bottero e di Giorgina Colli, nonché di quanti – Chiara Colli Staude e Laura Moure Cecchini – hanno offerto il loro aiuto per la traduzione di alcuni documenti in lingua straniera. A Franco Contorbia, massimo studioso di Edmondo De Amicis e regista dell’intera operazione, va infine il mio più sentito riconoscimento per la fiducia mostratami e per il suo costante sostegno.
Abbreviazioni
CUO Mimì Mosso, I tempi del cuore. Vita e lettere di Edmondo De Amicis ed Emilio Treves, Milano, Mondadori, 1925. IMG Edmondo De Amicis. Le immagini, i libri, mostra del centenario a cura di Franco Contorbia, (Imperia, Centro Culturale Polivalente, 22 novembre 2008-25 gennaio 2009), Albenga, Litografia Bacchetta, 2008. MOS Edmondo De Amicis. Mostra bio-bibliografica e iconografica, a cura di Franco Contorbia (Città di Imperia, Palazzo Comunale, 30 aprile-3 maggio 1981), Oneglia, Tipolitografia Dominici, 1981. ORI Mimì Mosso, Le origini e le vicende del “Cuore” di Edmondo De Amicis (dal Carteggio inedito di Emilio Treves), in «L’Illustrazione italiana», XLIX, 40, 1° ottobre 1922, pp. 388-393. REP Valentina Bezzi, Nell’officina di un reporter di fine Ottocento. Gli appunti di viaggio di Edmondo De Amicis, prefazione di Ilaria Crotti, Padova, Il Poligrafo, 2007. SPA Maria de Las Nieves Muñiz Muñiz, Cartas de españoles a Edmondo De Amicis: aportación al conocimiento de las relaciones literarias hispano italianas en la segunda mitad del XIX, in «Anuario de estudios filológicos», III, 1980, pp. 101-113.
catalogo dell’archivio
catalogo delle carte di edmondo de amicis
volumi Poesie, Milano, Treves, 1881 Manoscritto rilegato con inserti a stampa; 132 cc. (56 cc. solo r.; 76 cc. su r. e v.); su cc. 1-132, num. irregolare, intercalate a cc. recanti i titoli di sezione, le poesie Il figliuolo del cieco (Ricordi della campagna) – Bontà (A un amico) – La guerra – Preghiera – Siviglia – Gelosia – A un’andalusa – Nei sotterranei dell’Escuriale – Paesaggio olandese – L’amore del barcarolo – Nevicata (vicino a Leida) – Al Marocco (Terminando un libro) – Nell’accampamento – La carovana sul monte – Al pittore Enrico Junck – A una turca – Sulle carneficine della Bulgaria – All’acque dolci – In casa del Curato (Ricordi della Campagna) – Sopra una culla [pagine a stampa incollate su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratte da Pagine sparse, quarta edizione, Milano, Tipografia Editrice Lombarda, 1877, pp. 275-281; 4 cc. (3 cc. su r. e v.; 1 c. solo r.); dimensioni irregolari: da mm. 170x107 a mm. 170x118] – Grandinata – Nel torrente – La letterata – Biografia – Il cocciuto – L’amico del poeta – Una visita – Polemica (Il figlio al padre) – Di notte – La circolazione dei libri – A un giovanetto – I toscaneggiante (Un piemontese a un toscano) – Un ammiratore – Crescit eundo – Incoraggiamento – A mia madre – Gli ultimi anni a Giuseppe Giacosa – Il 20 settembre 1870 – Sotto le mura di Roma (prima del 20 settembre) all’amico Edoardo – Il 15 ottobre 1877 (A mia madre) [allegata variante quarta strofa; 1 c.; mm. 155x103] – Al pittore Paolo Michetti – Visite alla piccola morta. Quadro di Demetrio Cosola di Chivasso – Il gioiello della vedova. Gruppo di Adalberto Cencetti di Roma – La prima prova. Busto di Emilio Marsili di Venezia – Allo scultore Pietro Costa vincitore del concorso per il monumento a V. E. in Torino – Sulla strada ferrata – Sul mare – Al mare – La pioggia – Alla pioggia – Per un sentiero [ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «Fanfulla della Domenica», II, 25, 20 giugno 1880, p. (2) (con il titolo, cassato, Ricordi della campagna); 1 c.; mm. 83x94] – Alla Terra – Mezzogiorno (In villa) – L’ultimo giorno – Il contadino – La contadina – La morte del mastino (a un poeta verista) [ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «Il Preludio», IV, 13, 1° luglio 1880, p. 150; 1 c.; mm. 92x73] – Cause ed effetti (a un poeta idealista) [ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «Preludio», IV, 13, 1° luglio 1880, p. 150; 2 cc.; c. 1 mm. 42x69, c. 2 mm. 55x70] – Fra cugini. A Michele Lessona – L’amore al tramonto – Per l’inaugurazione d’un busto al generale Perrone di San Martino morto nella battaglia di Novara – Sfogo del farmacista – Sfoco della farmacista – A un critico [ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «capitan Fracassa», I, 27, 20 giugno 1880, p. (2); 1 c.; mm. 72x70] – A un [altro] critico [ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «capitan Fracassa», I, 4, 28 maggio 1880, p. (2); 1 c.; mm. 64x74] – A un grande poeta – A un poeta pedante [ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «capitan Fracassa», I, 39, 2 luglio 1880, p. (2); 1 c.; mm. 74x82] – Invito alla villa. A Enrico Panzacchi – Gratitudine – Eloquenza – Il bersagliere e Risurrezione [ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «Fanfulla della Domenica», II, 31, 1° agosto 1880, p. (2) (dove le due poesie compaiono con il titolo comune, cassato, Ricordi della guerra. I.-II.); 1 c.; mm. 145x106] – I bimbi – Annunzio di nascita – Sopra il quadernetto d’un bimbo – Ogni mattina – Gli emigranti – All’ospedale – Miseria (A
4 edmondo de amicis a imperia. catalogo dell’archivio un amico) – Miseria – Sopra una casa d’ospizio – Incredibile dictu – Lampi tristi – Il mendico – A un esploratore dell’Affrica – Davanti al palazzo – Per la veste lilla – A un bellimbusto – Come vorrei morire – A mia madre – A un amico – Carità alla moda (Lettera d’un proprietario) – Il Creso – Il deputato Oibò [versione ms. affiancata da ritaglio a stampa incollato su foglio bianco rilegato nel manoscritto estratto da «capitan Fracassa», I, 47, 10 luglio 1880, p. (1); 1 c.; mm. 75x70] – Alla Gloria – Nel giardino – A Firenze – All’autore delle Lacrymae – Piovete, o baci – All’arte – A una furia – Al libro; dimensioni irregolari: da mm. 76x76 a mm. 210x135. Rilegatura in pelle con l’intestazione in oro «De Amicis | – | Poesie | (manoscritti)». Collocazione: MS. LETT. 4.
Gli amici, Milano, Treves, 1883, 2 voll. Note, appunti, indici relativi all’opera. Manoscritto; 85 cc. [33 cc. solo r.; 28 cc. su r. e v.; 24 bifoli (di cui 6 impiegati su 1 f., 11 su 2 ff., 5 su 3 ff., 2 su 4 ff.)]; num. mod. 1-101; su c. 39 (num. mod. 46) minuta di lettera a destinatario non identificato del 24.08.1882 inerente all’inaugurazione della tranvia Pinerolo-Perosa; c. 56 (num. mod. 67) a stampa; dimensioni irregolari: da mm. 207x136 a mm. 311x420. Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Gli amici | (Note)»; nell’interlinea del titolo l’indicazione aggiunta a lapis «Anno 1883». Collocazione: MS. E.D.A. 1. Stesura preliminare parziale di alcuni capitoli dell’opera inframmezzati da note e appunti preparatori. Manoscritto; 323 cc. (259 cc. solo r.; 64 cc. su r. e v.); num. irregolare; num. mod. 1-321; mm. 310x105. Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Gli amici | (Note)». Collocazione: MS. E.D.A. 2.
Sull’Oceano, Milano, Treves, 1889 Stesura preliminare dell’opera (cc. 1-176), seguita da note e appunti preparatori (cc. 177-191). Manoscritto; 191 cc. [132 cc. solo r.; 49 cc. su r. e v.; 10 bifoli (di cui 7 impiegati su 2 ff., 1 su 3 ff., 2 su 4 ff.)]; cc. 1-172 num. 1-202 + 10 bis + 12 bis + 14 bis + 14 ter + 114 bis, num. mod. 1-177+ 79 bis; cc. 173-175 num. 145-147, num. mod. 178-180; c. 176 num. mod. 181; cc. 177-191 num. mod. 182-197 + 181 bis; su c. 187, num. mod. 193, incollato ritaglio a stampa; dimensioni irregolari: da mm. 182x210 a mm. 310x420. Allegati: 1) lettera ms. di Francesco Denza a Edmondo De Amicis dell’08.11.1888 su carta intestata «Società | meteorologica italiana | Osservatorio Centrale | Moncalieri»; 1 bifolio impiegato su 2 ff.; mm. 210x265; 2) disegno di nave autografo; 1 c. su r. e v.; mm. 290x450; 3) cartoncino affrancato sul quale è incollata una cartolina postale intestata «Premiato Stabilimento Tipografico | Licinio Cappelli | Libraio Editore di Sua Maestà la Regina Madre | Rocca S. Casciano», indirizzata «Gentilissimo | Sig. Ugo De Amicis | Via Pietro Micca | Torino»; t.p. 30.03.08; 1 c.; mm. 223x327 (cartoncino) e mm. 90x130 (cartolina). Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Sull’oceano | (1ª copia)». Collocazione: MS. E.D.A. 12.
Il romanzo d’un maestro, Milano, Treves, 1890 Note e appunti relativi all’opera. Manoscritto; 145 cc. [36 cc. solo r.; 30 cc. su r. e v.; 79 bifoli (di cui 4 impiegati su 1 f., 23 su 2 ff., 25 su 3 ff., 27 su 4 ff.)]; cc. 1-145 num. mod. 1-205; su cc. 23, 48, 94, 102, 105, 106, 118, 121, 122, 128 e 129, num. mod. 28, 64, 134, 145, 150, 152, 169, 174, 175, 182 e 183, incollati ritagli a stampa; dimensioni irregolari: da mm. 210x160 a mm. 334x433. Allegati: 1) lettera ms. di Giuseppe Arnaldi a Edmondo De Amicis del 06.05.1889; 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 210x270 (fasc. varie); 2) lettera ms. di Giuseppe Arnaldi a Edmondo De Amicis del 20.05.1889; 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 210x270 (fasc. varie, precedentemente incollata su c. 106, num. mod. 153 v.); 3) lettera ms. di Giuseppe Arnaldi a Edmondo De Amicis del 24.05.1889; 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 211x272 (fasc. varie); 4) opuscolo a stampa di Edoardo Conti, La scuola rurale attuale in Italia, Lodi, Tip. C. Dell’Avo, 1885 (estratto dal «Corriere dell’Adda» di Lodi); 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 300x406 (fasc. varie); 5) ritaglio a stampa dell’articolo Il tema del giorno; 1 c. su r. e v.; mm. 124x226 (fasc. varie); 6) opuscolo a stampa intitolato Carattere anagliptografico Braille; 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 232x155 (fasc. varie, presente una seconda copia); 7)
catalogo delle carte di edmondo de amicis 5 carta di riconoscimento Quinto congresso dei maestri elementari (Torino, 1885); 1 c. su r. e v.; mm. 277x420 (fasc. varie); 8) ritaglio a stampa dell’articolo Il canto nelle scuole (dal «Corriere della Sera» del 21 novembre 1889); 1 c. su r. e v.; mm. 555x110 (fasc. varie); 9) ritaglio a stampa dell’articolo Distribuzione dei premi all’Istituto Bonafous (dalla «Gazzetta piemontese» del 15 giugno 1885); 1 c. su r. e v.; mm. 300x63 (fasc. varie); 10) estratto dal periodico «L’Unione dei maestri elementari d’Italia», XII, 45, 16 settembre 1890, pp. 369-370 e 383-384; 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 250x350 (fasc. varie); 11) ritaglio a stampa dell’articolo Maestre elementari in Germania; 1 c. su r. e v.; mm. 190x127 (fasc. varie); 12) ritaglio a stampa privo di titolo in lingua francese; 1 c. su r. e v.; mm. 230x68 (fasc. varie); 13) foglio ms. con orari mezzi di trasporto; 1 c. su r. e v.; mm. 134x154 (fasc. varie); 14) lettera ms. degli scolari dell’Istituto per ciechi Principe di Napoli a Edmondo De Amicis del 21.02.1890; 1 bifolio impiegato su 3 ff.; mm. 309x410 (fasc. varie); 15) foglio illustrato con immagini di paesaggi e monumenti greci; 1 c.; mm. 127x198 (fasc. varie); 16) modulo a stampa compilato ms. intestato «Esattoria di Torino»; 1 c.; mm. 250x179 (fasc. varie); 17) fascetta postale intestata «Campiglia Cervo Biellese, 15.10.1889»; 1 c.; mm. 52x257 (fasc. varie); 18) appunti mss. di lezioni scolastiche; 3 bifoli impiegati su 4 ff.; mm. 308x418 (fasc. varie); 19) opuscolo a stampa di Angelina Andreis, Relazione sul lavoro manuale in plastica introdotto in una delle scuole elementari femminili di Roma nell’anno scolastico 1888-89, Roma, Tipografia Editrice Romana, 1889; 14 pp.; mm. 215x144 (fasc. varie); 20) ritaglio a stampa dell’articolo Istituto per le maestre-giardiniere in Roma (da «La scuola nazionale»); 1 c. su r. e v.; mm. 300x208 (fasc. varie); 21) opuscolo a stampa intitolato Istituto per ciechi in Torino. Relazione del Consiglio d’amministrazione all’Assemblea Generale dei Soci 21 giugno 1885; 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 211x136 (fasc. varie); 22) opuscolo a stampa intitolato Istituto per ciechi in Torino. Statuto organico e regolamento d’amministrazione, Torino, Bona, 1882; 20 pp.; mm. 128x197 (fasc. varie); 23) prove di scrittura Braille; 3 cc. (2 cc. solo r.; 1 c. su r. e. v.); dimensioni irregolari: da mm. 250x172 a mm. 310x210 (fasc. varie); 24) opuscolo a stampa intitolato Relazione sull’andamento della Cassa-Pensioni per gli insegnanti elementari municipali nell’anno 1884; 1 bifolio impiegato su 3 ff.; mm. 266x422 (fasc. varie); 25) articolo a stampa intitolato Lettera aperta al Ministro per la Pubblica Istruzione siglato X. [sciolto da De Amicis in L.(uigi) Drochi] (da «La scuola rurale italiana», III, 6, 15 febbraio 1884, pp. 88-90); 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 288x385 (fasc. varie); 26) opuscolo a stampa, con appunti mss. sul frontespizio, intitolato Distribuzione dei premi alle allieve delle scuole festive della città di Torino per l’anno scolastico 1884-85, Torino, Eredi Botta Tipografia del Municipio, 1885; 19 pp.; mm. 243x170 (interno al manoscritto, non computato nel numero delle carte, num. mod. 24). Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Note | per | Il romanzo d’un maestro». Collocazione: MS. E.D.A. 11. Stesura preliminare dell’opera. Manoscritto; 381 cc. [370 cc. solo r.; 4 cc. su r. e v.; 7 bifoli (di cui 4 impiegati su 2 ff., 2 su 3 ff., 1 su 4 ff.)]; su cc. 1-2, num. mod. 1-4, appunti; cc. 3-7 num. 2-11, num. mod. 5-13 + 13 bis; su c. 8, num. 1, num. mod. 14, il titolo di capitolo: Alla scuola normale; su c. 9 il titolo di capitolo: Garasco; cc. 9-52 num. 1-42 + 19 bis + 42 bis, num. mod. 15-58; su c. 53 il titolo di capitolo: Piazzena; cc. 53-95 num. 1-43, num. mod. 59-101; cc. 96-99 num. I-IV, num. mod. 102-105; su c. 100 il titolo di capitolo: L’ex-granatiere; cc. 100-109 num. 1-10, num. mod. 106-115; su c. 110 il titolo di capitolo: Altarana; cc. 110-189 num. 1-78 + 78 bis, num. mod. 116-195; su c. 190 il titolo di capitolo: La cugina Sardegna; cc. 190-194 num. 1-5, num. mod. 196-200; su c. 195 il titolo di capitolo: Strascichi della guerra; cc. 195246 num. 79-130, num. mod. 201-252; su c. 247 il titolo di capitolo: Camina; cc. 247-276 num. I-XXX, num. mod. 253-282; cc. 277-286 num. 31-40, num. mod. 283-292; su c. 287 il titolo di capitolo: I martiri della ginnastica; cc. 287-296 num. I-X, num. mod. 293-302; cc. 297-316 num. 41-60, num. mod. 303-322; su c. 317 il titolo di capitolo: Cerro; cc. 317-353 num. 1-37, num. mod. 323-359; su c. 354 il titolo di capitolo: Gli esami di concorso; cc. 354-364 num. 348-357 + 357 bis, num. mod. 360-370; su c. 365, num. mod. 371, il titolo di capitolo: Le conferenze pedagogiche; cc. 366-381 num. 2-16 + 10 bis, num. mod. 372-387; dimensioni irregolari: da mm. 310x210 a mm. 310x420. Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Romanzo | d’un | maestro | (1ª copia completa)». Collocazione: MS. E.D.A. 10. Redazione completa della Parte prima. Manoscritto rilegato; 191 cc.; su c. 1, non num., il titolo: Il romanzo d’un maestro (cassato il precedente Maestri e maestre); su c. 2, non num., indice della prima parte; cc. 3-191 num. 1-187 + 10 bis + 85 bis (c. 4 non num.); mm. 309x205. Rilegatura in pelle e tela con l’intestazione in oro «De Amicis | – | Il romanzo di un maestro | – | (autografo) | Volume I». Collocazione: MS. LETT. 2.
6 edmondo de amicis a imperia. catalogo dell’archivio Redazione incompleta (mancante c. num. 55) della Parte seconda. Manoscritto rilegato; 313 cc.; su c. 1, non num., indice della seconda parte; cc. 2-313 num. 1-305 + 52 bis + 160 bis + 177 bis + 202 bis + 208 bis + 259 bis + 263 bis + 298 bis; mm. 309x207. Rilegatura in pelle e tela con l’intestazione in oro «De Amicis | – | Il romanzo di un maestro | – | (autografo) | Volume II». Collocazione: MS. LETT. 3.
La carrozza di tutti, Milano, Treves, 1899 Note, appunti, indici relativi all’opera. Manoscritto; 47 cc. [18 cc. solo r.; 12 cc. su r. e v.; 17 bifoli (di cui 1 impiegato su 1 f., 5 su 2 ff., 7 su 3 ff., 4 su 4 ff.)]; cc. 1-47 num. mod. 1-62; su c. 35 r. e v. (num. mod. 46) incollati alcuni ritagli di giornale inerenti a piccoli incidenti tranviari; dimensioni irregolari: da mm. 143x211 a mm. 311x421. Allegato: volantino a stampa con appunti mss. intestato «Società Torinese di tramways e ferrovie economiche»; 1 bifolio impiegato su 4 ff.; mm. 283x430. Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Note | per | La Carrozza di tutti». Alcune carte del manoscritto sono riprodotte in Valentina Bezzi, De Amicis nella «carrozza di tutti». Note per un viaggio in tranvai, in «Bollettino del C.I.R.V.I.», XXIV, 47, gennaio-giugno 2003, pp. 41-97 (in particolare pp. 70-92). Collocazione: MS. E.D.A. 3. Stesura preliminare incompleta (mancanti alcune cc. del capitolo intitolato Maggio) dell’opera. Manoscritto; 273 cc. [245 cc. solo r.; 13 cc. su r. e v.; 15 bifoli (di cui 4 impiegati su 1 f., 10 su 2 ff., 1 su 3 ff.)]; su c. 1 il titolo di capitolo: Gennaio; cc. 1-18 num. 1-20 + 20 bis; su c. 19 il titolo di capitolo: Febbraio; cc. 19-20 non num.; cc. 21-49 num. 2-31; su c. 50, non num., il titolo di capitolo: Marzo; cc. 51-70 num. 2-21; su c. 71 il titolo di capitolo: Aprile; cc. 71-93 num. mod. 1-23; su c. 95 il titolo di capitolo: Maggio; cc. 94-96 num. 2-4; cc. 97-103 num. 13-20; su c. 104, non num., il titolo di capitolo: Giugno; cc. 105-130 num. 2-27 + 14 bis + 23 bis; su cc. 131-132 il titolo di capitolo: Luglio; c. 131 non num.; cc. 132-153 num. 1-24; su c. 155 il titolo di capitolo: Agosto; cc. 155-177 num. 1-24; su cc. 178-179 il titolo di capitolo: Settembre; c. 178 non num.; cc. 179-201 num. 1-24 + 17 bis; su c. 202 il titolo di capitolo: Ottobre; cc. 202-223 num. 1-22; su c. 224 il titolo di capitolo: Novembre; cc. 224-246 num. 1-23; su c. 247 il titolo di capitolo: Dicembre; cc. 247-273 num. 1-27; dimensioni irregolari: da mm. 310x210 a mm. 310x420. Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Carrozza di tutti | (1ª copia | incompleti i mesi di marzo e maggio)» [i.e. il capitolo intitolato Marzo risulta completo]. Collocazione: MS. E.D.A. 4.
L’idioma gentile, Milano, Treves, 1905 Stesura preliminare incompleta dell’opera (cc. 1-153), seguita da note e appunti preparatori, correzioni, liste di parole (cc. 154-293). Manoscritto; 293 cc. [203 cc. solo r.; 17 cc. su r. e v.; 73 bifoli (di cui 17 impiegati su 1 f., 19 su 2 ff., 22 su 3 ff., 15 su 4 ff.)]; su c. 1, num. mod. 1, il titolo: L’idioma gentile; su c. 2 il titolo di capitolo: A un giovinetto; cc. 2-4 num. mod. 2-5; cc. 5-16 num. 1-12, num. mod. 6-17; su c. 17, num. mod. 18, il titolo di capitolo: La lingua e l’amor proprio; cc. 18-19 num. II-III, num. mod. 19-20; su c. 20 il titolo di capitolo: Sul modo di imparare a parlare; cc. 20-22 num. 1-3, num. mod. 21-23; c. 23 num. mod. 24; cc. 24-26 num. 2-IV, num. mod. 25-27; su c. 27, num. mod. 28, il titolo di capitolo: A ciascuno il suo; cc. 28-31 num. 2-5, num. mod. 29-32; su c. 32, num. mod. 33, il titolo di capitolo: L’affettazione; cc. 33-34 num. 2-3, num. mod. 34-35; su c. 35 il titolo di capitolo: Madama Piesospinto; cc. 35-36 num. mod. 36-37; cc. 37-39 num. 3-5, num. mod. 38-40; su c. 40, num. mod. 41, il titolo di capitolo: Pronunzia; cc. 41-44 num. I-5, num. mod. 42-45; cc. 45-46 num. mod. 46-47; su c. 47 il titolo di capitolo: Sul modo di studiare; cc. 47-49 num. I-III, num. mod. 48-50; su c. 50 il titolo di capitolo: I cinque metodi; cc. 50-52 num. I-III, num. mod. 51-53; cc. 53-58 num. mod. 54-59; su c. 59 il titolo di capitolo: Dal 300 al 700; cc. 59-69 num. 1-11, num. mod. 60-70; su c. 70 il titolo di capitolo: Farsi uno stile; cc. 70-76 num. irregolare, num. mod. 71-78; su c. 77 il titolo di capitolo: Precettistica; cc. 77-78 num. mod. 79-80; cc. 79-81 num. 3-5, num. mod. 81-83; su c. 82 il titolo di capitolo: Scrivere come si parla; cc. 82-83 num. mod. 84-85; cc. 84-86 num. 3-5, num. mod. 86-88; su c. 87 il titolo di capitolo: Piensa antes; cc. 87-88 num. mod. 89-90; cc. 89-91 num. 3-5, num. mod. 91-93; su c. 92 il titolo di capitolo: Con la penna in mano; cc. 92-96 num. 1-5, num. mod. 94-98; su c. 97, num. mod. 99, il titolo di capitolo: La sfilata dei periodi; cc. 98-101 num. 2-5, num. mod. 100-103; su c. 102 il titolo di capitolo:
catalogo delle carte di edmondo de amicis 7 Il periodo perfetto; cc. 102-103 num. mod. 104-105; cc. 104-106 num. 3-5, num. mod. 106-108; su c. 107 il titolo di capitolo: Sulla falsa ornamentazione; cc. 107-108 num. mod. 109-110; cc. 109-111 num. 3-5, num. mod. 111-113; su c. 112 il titolo di capitolo: L’armonia; cc. 112-113 num. mod. 114-115; cc. 114-115 num. 3-4, num. mod. 116-117; su c. 116, num. mod. 118, il titolo di capitolo: Del correggere; cc. 117-121 num. 2-6, num. mod. 119-123; su c. 122, num. mod. 124, il titolo di capitolo: Gli ardiri; cc. 123-127 num. 2-6, num. mod. 125-129; cc. 128-129 num. mod. 130-131; su c. 130, num. mod. 132, il titolo di capitolo: Il pudore / La falsa vergogna; cc. 131-132 num. 2-3, num. mod. 133134; cc. 133-136 num. 2-5, num. mod. 135-138; c. 137 num. mod. 139; cc. 138-146 num. 3-11, num. mod. 140-148; cc. 147-153 num. irregolare, num. mod. 149-155; cc. 154-293 num. mod. 156-336 + 208 bis + 220 bis + 224 bis + 244 bis; dimensioni irregolari: da mm. 213x134 a mm. 310x420. Allegato: articolo a stampa intitolato Frammento d’un medaglione a firma E. De Amicis (dalla «Gazzetta del Popolo della Domenica», XVII, 37, 10 settembre 1899, p. 290); 1 c. su r. e v.; mm. 465x315. Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Idioma gentile | 1ª copia incompleta». Collocazione: MS. E.D.A. 5.
Primo Maggio, a cura di Giorgio Bertone e Pino Boero, Milano, Garzanti, 1980 Stesura preliminare dell’opera. Manoscritto; 373 cc. (360 cc. solo r.; 12 cc. su r. e v.; 1 bifolio impiegato su 3 ff.); su cc. 1-2, non num., indice dell’opera; su c. 3, non num., descrizione dei personaggi; su c. 4 il titolo: 1° Maggio; cc. 4-7 num. 1-4; su c. 8 il titolo di capitolo: Cambiasi e Alberto; cc. 8-12 num. I-V; cc. 13-372 num. 30-386 + 209 bis + 256 bis + 272 bis + 284 bis + 295 bis + 344 bis + 344 ter + 369 bis; su c. 373, non num., indice di una raccolta di articoli; mm. 310x210 (c. 3 mm. 310x420). Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Primo Maggio | 1ª copia completa». Collocazione: MS. E.D.A. 8. Redazione dei capitoli I e II (incompleta) cronologicamente collocabile tra la stesura preliminare (MS. E.D.A. 8) e la parziale redazione definitiva (MS. E.D.A 7). Manoscritto; 33 cc.; su c. 1 il titolo: Capitolo I | – | Primo Maggio; cc. 1-24 num. 1-24; su c. 25 il titolo: Capitolo II | – | Padre e figlio; cc. 25-33 num. 25-33; mm. 310x210. Rilegatura in pelle con l’intestazione in oro «Edmondo de Amicis | I° maggio». In attesa di collocazione. Redazione definitiva incompleta (interrotta al cap. VI della quinta parte) dell’opera. Manoscritto; 265 cc. (253 cc. solo r.; 11 cc. su r. e v.; 1 bifolio impiegato su 1 f.); su cc. 1-2, num. mod. 17-16, indice dell’opera; su c. 3, num. 1, il titolo: Primo Maggio; cc. 4-59 num. 3-56 + 37 bis + 45 bis + 54 bis (cc. 6-24 num. mod. 4-22); cc. 60-71 num. 57-67 + 67 bis e 1-12; cc. 72-133 num. 68-127 + 98 bis + 126 bis; su c. 134, num. 127 bis e 1, il titolo di capitolo: Il vecchio muratore; cc. 135-141 num. 128-134 e 2-8; cc. 142-145 num. 135-138; cc. 146-265 num. 147-265 + 244 bis; mm. 310x210 (c. 265 mm. 310x420). Cartellina originale in cartoncino con l’indicazione ms. «Primo Maggio | Testo definitivo incompleto»; al centro l’indicazione ms. «Giannotta». Collocazione: MS. E.D.A. 7.
Articoli, saggi, racconti [In sogno] Redazione mutila della parte iniziale del testo edito, con il titolo In sogno, in «Fanfulla», VII, 210, 5 agosto 1876, p. [4] [1ª parte] e 212, 7 agosto 1876, p. [4] [2ª parte]; poi in Pagine sparse, nuova edizione accresciuta di quattordici nuovi scritti, Milano, Tipografia Editrice Lombarda, 1876, pp. 327-358. Manoscritto; 33 cc. (30 cc. solo r.; 3 cc. su r. e v.); cc. 1-33 num. 2-34; su c. 33 v., num. 34 v., l’indirizzo ms. a lapis «Milano | Via Appiani 10 | Pavia | Tipografia editrice lombarda»; mm. 303x105. Cartellina originale in cartoncino, contenente tutti i fascicoli contraddistinti dalla collocazione MS. E.D.A. 6, con l’indicazione ms. «Pagine sparse | Ritratti letterari | Il vino | (Incompleti)». Collocazione: MS. E.D.A. 6 (fasc. 2).