Andrea Fagioli (Firenze, 1956) è vicedirettore del settimanale «Toscanaoggi». È stato vicecaporedattore al quotidiano «Avvenire» con cui collabora tuttora. Dirige la rivista di educazione audiovisiva «Edav». Suoi scritti su don Divo Barsotti sono stati pubblicati nei volumi Testimoni della Chiesa italiana (a cura di Elio Guerriero) e I cristiani vogliono essere cristiani (a cura di Paolo Canal).
DON DIVO
Don Divo Barsotti Il cercatore di Dio
Le pagine di questo libro sono frutto di numerose interviste a don Divo Barsotti sugli argomenti più vari: dalla religione all’attualità, dal digiuno al terrorismo, dalla preghiera alla giustizia. Alcune vengono riproposte sostanzialmente come sono state a suo tempo pubblicate su «Avvenire» e su «Toscanaoggi», mentre altre sono state adattate per l’occasione e in qualche caso integrate con brani o discorsi del «padre» per rendere il pensiero più completo senza per questo rinunciare all’immediatezza dell’intervista e quindi della parola parlata. Il volume, infatti, vuole dare in modo semplice e agile un’idea della profondità del pensiero barsottiano, «che nella sua integrità è invece recuperabile – come scrive il cardinale Ruini nella Presentazione – nella grande mole dei suoi scritti». Per questo le interviste sono state divise in una ventina di temi a conclusione dei quali sono riportate le indicazioni bibliografiche per poterli approfondire.
BARSOTTI Il cercatore di Dio Dieci anni di interviste
a cura di
Andrea Fagioli
presentazione di
Camillo Ruini
euro 12,00 www.sefeditrice.it
Società
Editrice Fiorentina
Don Divo Barsotti, il cercatore di Dio Dieci anni di interviste a cura di
Andrea Fagioli con la collaborazione della
ComunitĂ dei figli di Dio presentazione di
Camillo Ruini
SocietĂ
Editrice Fiorentina
© 2008 Società Editrice Fiorentina via Aretina 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 fax 055 5532085 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn 978-88-6032-078-0 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata Referenze fotografiche Archivio di Casa San Sergio, Settignano
Indice
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Presentazione di Camillo Ruini
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Don Barsotti, la vita e le opere
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Dieci anni di interviste
21 25 31 37 41 49 55 61 67 73 77 81 87 91 95 97 101 107
Il male L’amore La fede La centralità del Cristo La preghiera Il digiuno La santità La Russia Il Natale La Pasqua Il Giubileo Il prete La Chiesa La giustizia Il terrorismo La pace La poesia La vita eterna
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La Comunità dei figli di Dio
Divo Barsotti al suo tavolo di lavoro in una immagine degli anni Cinquanta
Presentazione
Don Divo Barsotti è stato un cercatore di Dio, uno di quelli autentici, di quelli di fronte ai quali non si poteva che esclamare: «Questo è un prete che ci crede davvero!». «Cerco Dio solo»: tre parole, l’impegno di una vita. Quello che assumono i consacrati della sua Comunità, la «Comunità dei figli di Dio», al momento della consacrazione e che ha dato il titolo a un volume con il quale la Comunità celebrò gli ottant’anni del fondatore. Don Divo ha «cercato Dio solo» e lo ha fatto attraverso una vita eremitica ai bordi del mondo. La «sua» Casa San Sergio, oasi di silenzio e di preghiera, si affaccia sull’inquieta città di Firenze. Lassù, sulle colline di Settignano, don Barsotti ha portato il rigore della spiritualità russa senza dimenticare, poco più sotto, la realtà quotidiana, quella dei cristiani comuni, dei padri e delle madri di famiglia, di chi ogni giorno lotta per tenere accesa la fiamma della fede. Don Barsotti, uomo di Dio, non faceva sconti: «Chiedo a voi la fede, una fede semplice, pura, ma grande... Amate la Chiesa, il sacramento visibile della Presenza di Dio quaggiù sulla terra. Siate certi e sicuri della vostra vocazione e sappiate difenderla. Dio chiede la fede, e tanto più questa è vera, tanto più è potente» (sono parole tratte dal suo testamento).
Le interviste a don Divo che compongono questo volume rendono appena un’idea, immediata però ed efficace, della profondità del pensiero barsottiano, che nella sua integrità è invece recuperabile nella grande mole dei suoi scritti, molti dei quali vengono indicati come approfondimento bibliografico dei singoli temi trattati nelle interviste. Il numero dei volumi citati testimonia anche l’alto valore culturale, oltre che spirituale, della produzione letteraria di don Barsotti, il cui unico rammarico, probabilmente, è stato di non aver mai goduto in vita di un giusto e doveroso riconoscimento accademico. Cardinale Camillo Ruini Presidente del Servizio nazionale per il Progetto culturale
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Dieci anni di interviste
Le pagine che seguono sono frutto di numerosi incontri con don Divo Barsotti dal 1994, anno del suo ottantesimo compleanno, al 2004, anno del suo novantesimo compleanno. Quasi tutti incontri a Casa San Sergio finalizzati a interviste per il quotidiano «Avvenire» e per il settimanale «Toscanaoggi». C’è stato poi un solo incontro successivo, ma don Divo era già costretto nella sua piccola stanza (appena lo spazio per il letto, una poltrona, la scrivania) e il motivo di sofferenza, spirituale più che fisica, era determinato dall’impossibilità di recarsi, come avrebbe voluto, di fronte a quel piccolo tabernacolo, giù in cappella, dal quale lo separava una scala ripida e stretta. Altre dichiarazioni o pensieri negli ultimi tempi della sua vita sono stati raccolti con l’intermediazione di padre Serafino Tognetti. Le interviste hanno riguardato gli argomenti più vari: dalla religione all’attualità, dal digiuno al terrorismo, dalla preghiera alla giustizia. Questo volume le raccoglie tutte. Alcune vengono riproposte sostanzialmente come sono state pubblicate, mentre altre sono state adattate per l’occasione e in qualche caso integrate con brani o discorsi di don Barsotti, per rendere il pensiero più completo senza per questo rinunciare all’immediatezza dell’intervista e quindi della parola parlata. Il volume, infatti, vuole dare
in modo semplice e agile un’idea della profondità del pensiero barsottiano, «che nella sua integrità è invece recuperabile – come scrive il cardinale Ruini nella Presentazione – nella grande mole dei suoi scritti», ai quali rimandiamo. Per questo abbiamo scelto di dividere le interviste a temi (indicandone una ventina, ma sarebbero stati anche molti di più) mettendo a conclusione di ognuno le indicazioni bibliografiche per poterlo approfondire. In questo sta anche l’originalità del volume e il prezioso contributo della Comunità dei figli di Dio, con padre Serafino e padre Stefano Albertazzi in testa, ai quali va un sincero ringraziamento anche per tutte le volte che mi hanno fraternamente accolto e per le volte che mi hanno coinvolto nelle loro iniziative. I riferimenti bibliografici mancano soltanto a conclusione di temi molto particolari come il Giubileo o di stretta attualità come la giustizia, il terrorismo e la pace, per i quali non esistono testi specifici di Barsotti. Va anche detto che alcune di queste interviste sono state raccolte nel volume curato da Paolo Canal per la San Paolo, I cristiani vogliano essere cristiani, mentre un «ritratto» del padre mi era stato chiesto per un altro volume della San Paolo a cura di Elio Guerriero, Testimoni della Chiesa italiana. Tornando agli incontri con don Barsotti, ricordo che lasciavano il segno. Confesso che a volte accendevo il registratore e lasciavo don Divo parlare, anche per un’ora. Dopo di che, per l’intervista, facevo una cernita tra tutto quello che aveva detto. Il resto lo tenevo per me. Spesso non ti guardava, socchiudeva gli occhi per meditare e per dirti la cosa più giusta e profonda possibile. Ma quando ti guardava dritto negli occhi, avvertivi un bri18
vido: sembrava che ti scrutasse dentro, mentre tu vedevi nel suo volto la serenità del mistico e leggevi nei suoi occhi la fede viva. Era anche un uomo duro, passionale, forte, ma al tempo stesso dolce e paterno. Io ricordo soprattutto gli occhi del padre. E poi le sue riflessioni, le sue considerazioni mai banali, sempre profonde, spiazzanti, provocatorie. Tra gli incontri, quello che rammento con più emozione, ma anche con un po’ di orgoglio professionale, è quello con Barsotti e Mario Luzi insieme, a casa del poeta, nella primavera del 2004. L’idea di mettere di fronte, per un dialogo a tutto campo, i due grandi vecchi toscani in occasione del loro novantesimo compleanno (entrambi erano del 1914) fu di Roberto Righetto, amico e collega, responsabile delle pagine culturali di «Avvenire». All’inizio sembrava quasi impossibile, ma poi, con la fondamentale collaborazione di don Serafino, ci riuscimmo. Il faccia a faccia (pubblicato in occasione della Pasqua del 2004 su «Avvenire» e su «Toscanaoggi») si svolse, come detto, a casa di Luzi, all’ultimo piano in via di Bellariva a Firenze: i due grandi vecchi, uno in carrozzina e l’altro affondato e affaticato in una poltrona di vimini, che parlano insieme, con voce fioca, ma che esprimono insieme, a novant’anni suonati, un grande inno alla vita. Il ricordo geloso di quell’incontro (di cui siamo stati testimoni soltanto io e don Serafino) è nitido nella memoria, così come quello dell’abbraccio tra Luzi e Barsotti, qualche giorno dopo, al Teatro Saschall. Era il 25 aprile 2004 e il fondatore della Comunità dei figli di Dio festeggiava il giorno dei suoi novant’anni. L’amico poeta li avrebbe compiuti a distanza di qualche mese, il 20 ottobre. Luzi se n’è andato il 28 febbraio 2005. Barsotti lo ha 19
seguito a un anno di distanza. Quella festa in mezzo a migliaia di amici, e soprattutto ai suoi «figli», è stata il suo «canto del cigno». Da allora ha iniziato a spengersi lentamente. Ora resta la sua eredità, che è magnifica.
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