Carlo Parenti è allievo all’Università di Firenze del professor La Pira. Si laurea nel 1975 in Filosofia del Diritto e per due anni è assistente incaricato di Storia del Diritto Italiano. Da avvocato si appassiona al mondo delle imprese e diviene, fra l’altro, direttore degli affari legali in Italia per gruppi multinazionali tedeschi e americani, nonché membro di consigli di amministrazione. Suoi saggi filosofici e giuridici sono in volumi che raccolgono scritti di autori diversi.
CARLO PARENTI
LA PIRA E I GIOVANI CARLO PARENTI LA PIRA E I GIOVANI
L’autore incontra La Pira nel 1971 alle sue lezioni di Diritto Romano di cui il professore si serviva per interpretare la storia e il futuro. Si consolida un rapporto con questo mistico prestato alla politica, padre della Costituzione e apostolo di pace. Il libro testimonia per la prima volta i suoi straordinari insegnamenti ai giovani che raffigurava come rondini in volo verso la primavera. Tanti episodi sono inediti e profetici. Ne emerge una personalità ricchissima. La Pira collegava riflessioni bibliche e tomistiche ad altre storiche, politiche, economiche, giuridiche, scientifiche, psicologiche, urbanistiche. Apriva così affascinanti finestre sul mondo, spiegando il senso profondo degli avvenimenti. Filo conduttore del testo è il tema lapiriano sull’unità nel molteplice della famiglia umana, resa possibile alle genti da un processo di partecipazione al fine ultimo della storia: «la pace, il disarmo, la giustizia e la libertà dei popoli di tutta la terra». Colpisce oggi che molti anni fa La Pira fosse stato rimproverato in Vaticano perché correva troppo: «Lei è almeno trent’anni avanti». Ma fu rassicurato: «Vada avanti professore, noi la seguiremo». Molte così le considerazioni sull’attualità del suo pensiero a partire dalle parole di papa Francesco. Ne nasce una sintetica antologia dei loro scritti che presentano sorprendenti affinità maturate nelle comuni radici bibliche. Il cardinale Gualtiero Bassetti, a cui papa Francesco ha chiesto i commenti per la Via crucis del 2016 al Colosseo, nella presentazione al libro ci illumina sulla modernità di La Pira i cui contenuti derivano «dalla sua anima mistica».
Rondini in volo verso la primavera di papa Francesco prefazione di
Gualtiero Bassetti
euro 15,00 www.sefeditrice.it
Società
Editrice Fiorentina
Carlo Parenti
La Pira e i giovani Rondini in volo verso la primavera di papa Francesco prefazione di
Gualtiero Bassetti
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Editrice Fiorentina
© 2016 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account www.twitter.com/sefeditrice isbn 978-88-6032-373-6 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata
Referenze fotografiche Le foto inserite nel presente volume sono pubblicate per gentile concessione di: Archivi Storici dell’Unione Europea: Fondo Enzo Enriques Agnoletti (p. 117) Archivio dell’Istituto Gramsci Toscano (p. 121) Archivio Opera per la Gioventù Giorgio La Pira (pp. 23, 45, 61, 68, 93, 177) Centro Studi Nazionale Cisl (pp. 141, 143) Fondazione Giorgio La Pira (pp. 52, 56, 65, 105, 110, 180, 183) Eleonora Giaconi Galli (p. 76) Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa (pp. 88, 98) Carlo Parenti (pp. 13, 169) Progetto Agata Smeralda (p. 161) Torrini fotogiornalismo (p. 9) L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari di diritti sulle immagini riprodotte con i quali non sia stato possibile mettersi in contatto In copertina La Pira nel 1972 (foto di Vinicio Borri)
Indice
ix
Prefazione di Gualtiero Bassetti
xiii Premessa xvi
Nota di edizione
la pira e i giovani
3
La speranza in un sabato senza vespri
10
Una sera di giugno da Fioretta sotto i tetti di San Frediano
16
Davanti a sé i fini: Ex multi locis in unum locum (da molti luoghi in uno solo)
24
Le lezioni universitarie di diritto romano e la Cina
35
La Resurrezione e la realtà cosmica
38
Nel Comitato di Liberazione e alla Costituente
49
La politica
57
Coi giovani, rondini che volano verso la primavera, fino all’ultima ora
66
Il linguaggio di La Pira: adattivo, poetico, ottimista
74
Ciascuno è persona, specialmente gli ultimi
85
Gli ultimi e don Giulio Facibeni: «il povero facchino della Provvidenza Divina»
89
La Chiesa prima multinazionale
99
Roncalli e Wojtyla: due segreti e una visione
107 La teologia del cappotto 114
La Pira apostolo di pace e le poesie di Ho Chi Minh
135
Con Enrico Mattei: contro la guerra fredda
139
La Pira sottosegretario al lavoro
144
La Pira economista: l’attesa della povera gente
150
L’idea di città: Firenze vista da Fiesole
159
In Nsu da Carlo Carretto a Spello: la famiglia
167
Gli extraparlamentari e l’unica contestazione a La Pira
175
Formatore di giovani liberi
181
Costruire ponti non muri
185
Indice dei nomi
A Marzia Che le nostre anime non smettano mai di viaggiare unite, ricche dei tesori accumulati sulla nostra strada verso l’infinito e oltre
«I politici devono essere poeti, nel significato greco del termine, [cioè] devono essere creativi e passare da un equilibrio pragmatico ad una creatività feconda» Jorge Mario Bergoglio (2004) «Mi frulla in testa una frase di Toynbee: “Le opere di artisti e letterati hanno vita più lunga delle gesta di soldati, di statisti e mercanti. I poeti ed i filosofi vanno più in là degli storici. Ma i santi e i profeti valgono di più di tutti gli altri messi assieme”. Dove sono oggi i santi ed i profeti? Davvero, ce ne vorrebbe almeno uno! Ci rivorrebbe un San Francesco». Tiziano Terzani, Il Sultano e San Francesco. Non possiamo rinunciare alla speranza, 2001
PREfazione Gualtiero card. Bassetti (arcivescovo di Perugia)
Ringrazio l’amico Carlo Parenti per avermi dato l’opportunità di conoscere in anteprima il suo libro e di scrivere queste righe di prefazione. Nelle sue pagine, l’autore trasmette i suoi ricordi e riflessioni circa la persona e la santità del sindaco di Firenze Giorgio La Pira che egli ha avuto il provvidenziale dono di conoscere durante gli anni universitari, avendolo avuto come professore di Istituzioni di Diritto Romano, nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze. Come per tanti altri giovani, lungo il corso di una lunghissima permanenza in cattedra, La Pira non fu per il nostro autore solo un insegnante, ma un maestro, nel senso sapienziale del termine, che nulla toglie al rigore scientifico. Da parte mia sono convinto che La Pira acquisti, proprio in questi anni carichi di drammi e di promesse deluse, una sua cogente attualità. L’accoglienza degli sfollati, la lotta per la “piena occupazione”, il dialogo come unico mezzo per la costruzione della pace, sono i testimoni che il professore consegna a quanti non si rassegnano all’inerzia di fronte alle sfide odierne e alla apparente incapacità della politica di affrontarle. È vero, non si può ridurre la poliedrica personalità di La Pira alla sua sola azione politica, ma non perché esistano più La Pira, sovrapponibili l’uno all’altro: il La Pira giovane animatore dell’Azione Cattolica, l’accademico e luminare delle istituzioni di diritto romano, il
la pira e i giovani
pensatore politico, il sindaco e infine il profetico animatore di una politica internazionale costruita sulla fiducia nella capacità umana di fare la pace e non la guerra. Esiste, invero, un solo Giorgio La Pira, la cui vocazione intima e profonda è quella mistica. È dalla unione di vita col Maestro, che la Pira traeva forza e contenuti del suo apostolato, anche quando questo smise (fra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso) di essere esclusivamente rivolto all’Azione Cattolica e divenne prevalentemente lotta politica in vista della costruzione del bene comune. Contemplata aliis tradere1: è soprattutto l’azione politica che sgorga dalla pienezza della vita interiore di La Pira, dall’unione con Gesù. Don Bensi mi ha raccontato di essere stato testimone delle notti di preghiera del professore, nella sua Chiesa di san Michelino, che seguivano le confessioni sacramentali. Le lettere, recentemente pubblicate, fra La Pira e il suo padre spirituale confermano e attestano quest’anima essenzialmente mistica del professore. Beninteso, il fatto che in La Pira l’azione politica sgorgasse dalla contemplazione e dalla vita unitiva con il Signore non significa che egli fosse un “visionario”, nel senso di fautore di azioni non aderenti alla realtà e non scaturenti dalla lucida analisi delle condizioni concrete del suo tempo. Tutto il contrario: l’affermazione della centralità delle questioni mediterranee e mediorientali per l’equilibrio geopolitico globale, il posto di assoluta preminenza della Cina popolare, l’esigenza di politiche e di scelte economiche europee capaci di generare relazioni e integrazione con la Russia (la casa comune europea), sono solo alcuni esempi della lungimiranza di alcune prospettive genuinamente politiche. A La Pira non mancavano il senso della concretezza e il realismo politico, ma essi traevano origine dalla sua anima mistica che li integrava con due “ingredienti” che oggi nessun politico autentico può misconoscere nella loro essenziale necessità: la profondità e la misericordia. La “profondità” di scorgere nelle culture e nella storia dei popoli una dimensione essenziale, anche in vista delle loro relazioni internazionali. Uno sguardo eminentemente geopolitico, quindi, quello di La Pira, con in più una consapevolezza: le tradizioni religiose, nella
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«Rendere partecipe il prossimo delle proprie esperienze spirituali» (ndr).
prefazione
loro pluralità, permeano le culture e le storie dei popoli e se – sulla scia di san Francesco d’Assisi – si “rovesciano le crociate”, si opera, cioè, per il dialogo tra tradizioni diverse (ecco i Colloqui Mediterranei), si trovano ragioni ed energie per superare la conflittualità attraverso vie pacifiche e si smascherano la miopia e la fallacia delle ragioni della guerra. La pace è più ragionevole della guerra, soprattutto da quando la guerra – nell’era atomica – non è più in grado di consegnare né vinti né vincitori, come confermano drammaticamente le interminabili guerre che dagli anni ’90 del secolo scorso stanno squassando gli equilibri e mettendo a serio rischio la tenuta di intere aree (compresa l’Europa) ben oltre i limiti geografici delle azioni belliche. Non solo profondità, ma anche la “misericordia” è la virtù eminentemente politica che La Pira traeva dalla sua vita unitiva col Signore e che ci consegna oggi. La misericordia, ovviamente, è quella di Dio: è l’origine, il senso e il destino di tutta l’umanità, della vita di ognuno. Nessun uomo è escluso da questa volontà creatrice d’amore che trova in Gesù la sua vetta più alta; questa volontà creatrice non solo è donata, ma è anche partecipata all’uomo e alla donna, immagini di Dio. La politica, allora, sarà costruire la città dell’uomo inclusiva. Questa l’autentica cifra dell’impegno cristiano in politica: non le vuote devozioni pubbliche, non le – spesso strumentali – crociate sui valori senza che essi siano mai tradotti in priorità fattive, in danari spesi, in realizzazioni concrete: ma la città che include, la politica che riconosce, fattivamente, nel diritto all’istruzione, al lavoro e alla casa i presupposti ineliminabili per lo sviluppo pieno, nella famiglia e nella società, della personalità dell’uomo. Quale modello di sviluppo può dirsi adeguato se esso priva – come il nostro – i giovani «di lavori degni che permettano loro di svilupparsi per mezzo delle loro mani, della loro intelligenza e delle loro energie?» (Francesco, discorso in occasione del conferimento del premio Carlo Magno, 6 maggio 2016). Una politica inclusiva, solidarietà che sostanzia i diritti della dignità, per la quale lottare senza giochi al ribasso e soprattutto senza anteporre mai i propri interessi e la propria carriera: mi piace terminare questa mia breve premessa alle pagine di Carlo Parenti lasciando la parola a La Pira stesso: xi
la pira e i giovani Ebbene, signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia! Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle crea ture senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.). È il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città – e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina – dalla mia coscienza di cristiano: c’è qui in giuoco la sostanza stessa della grazia e dell’Evangelo! Se c’è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano in ispecie non c’è!
xii
PREMESSA Carlo Parenti
Sono passati oltre trentotto anni da quel sabato senza vespri che pose fine all’esperienza terrena del professor Giorgio La Pira. Il giorno della morte di La Pira fu infatti sabato 5 novembre 1976. Il professore morì poco prima dell’ora del vespro. In una lettera del 1936 aveva scritto: «anche per noi verrà l’ora in cui ogni fatica sarà finita e sarà per sempre aperta la porta del Paradiso! Il sabato senza vesperi, il giorno senza tramonti». Lo avevo conosciuto seguendo da studente del primo anno di giurisprudenza, nell’anno accademico 1971-1972, le sue lezioni di Istituzioni di Diritto Romano del quale il professore si serviva come paradigma per interpretare la storia e come strumento di profezia. L’ho frequentato durante i miei anni universitari e dopo il giugno del 1975, terminata l’università, l’ho visto con crescente intensità fino al termine della sua vita. In occasioni diverse mi sono trovato a raccontare alcuni ricordi ad amici e conoscenti, differenti per storia, cultura, credo, sensibilità ed esperienza. Molti distanti dal cattolicesimo, tutti sempre sorpresi dall’originalità del suo pensiero e della sua azione. Ma ne sapevano poco. Mi hanno così invitato con forza a fissare su pagina i ricordi che conservo, nel convincimento che possano comunque essere una testimonianza da non disperdere. Ricordi dei sei anni in cui ho avuto il dono di poter frequentare e conoscere il professore. Episodi rimasti impressi – un indelebile imprinting umano, culturale, e politico – negli occhi e nella mente di uno studente universitario di quei tempi.
la pira e i giovani
Ma la spinta decisiva è stato un discorso di papa Francesco ai membri degli Istituti Secolari del 10 maggio 2014. Quando gli è stato chiesto dell’avanzamento delle cause canoniche per Giorgio La Pira e Armida Barelli (cofondatrice nel 1921 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e nominata nel 1946 da papa Pio XII vicepresidente generale dell’Azione Cattolica), ha replicato, alludendo a Karol Wojtyla: «andate avanti, eh, il popolo qui, nel 2005 ha gridato “santo subito” e poco dopo è stato fatto santo, gridate voi per questi due». Nasce così il presente lavoro. Testimonianza e riflessione attualizzata di fatti veri vissuti direttamente da un giovane tra quei giovani – che La Pira raffigurava «come rondini in volo verso la primavera» – cui dedicava il suo insegnamento: vorrei fossero i lettori di questo libro. Molti episodi sono inediti, particolarissimi e profetici e arricchiscono la ricostruzione della sua vita. Dalla sequela di tali diversissimi fatti cerco di restituire olisticamente la personalità incredibilmente poliedrica di La Pira, collegando le radici bibliche e le riflessioni tomistiche a quelle storiche, politiche, economiche, giuridiche, scientifiche, psicologiche, urbanistiche, ecc. È un tentativo non di dipingere un quadro, ma di realizzare il bozzetto di una scultura – e ognuno la interpreta e realizza a modo del suo sentire – attorno a cui muoversi per vedere da più visuali la figura completa. Non si procede quindi per fatti cronologicamente ordinati, ma scolpendo la materia per fasi successive su parti diverse e tutto ha origine dalla mia diretta esperienza con lui. Filo conduttore di questo volume è il tema lapiriano sull’unità nel molteplice della famiglia umana, resa possibile alle genti tutte da un processo organico di partecipazione al fine ultimo della storia: «la pace, il disarmo, la giustizia e la libertà dei popoli di tutta la terra». È il punto centrale di convergenza verso cui tutto l’universo (fisico e storico) per il professore era ed è in movimento: «ex multis locis in unum locum». Ho svolto molte riflessioni sull’attualità del pensiero “lapiriano” che inoltre ritengo di rinvenire – considerato che esso trova radice nelle Scritture – in molte della parole e dei gesti di papa Francesco (che rappresenta per me un dono profetico). Ho poi condotto una analisi comparativa dei loro testi da cui emergono quantomeno sorprendenti affinità se non analogie. Penso quindi che molti siano i parallelismi tra questi due uomini di fede. Se non sembrasse apoloxiv
premessa
getico potrei dire che in controluce ho fatto una ricerca sulle consonanze tra il pensiero di La Pira e il magistero di papa Francesco. Ho fatto ampio ricorso a citazioni per rendere più diretto e autentico il racconto e ne è nata quasi una sintetica antologia dei loro scritti. Mi colpisce che ben cinquant’anni fa in Vaticano un importantissimo cardinale, avendo rimproverato La Pira perché correva troppo – «Lei è almeno trent’anni avanti» –, subito dopo lo rassicurò: «Vada avanti professore, Noi la seguiremo». Se, come ha detto il cardinal Betori, nell’omelia della messa fiorentina per il 38° anniversario della morte del professore, «La Pira si fece strumento per proporre un incontro più profondo con Gesù», io molto più modestamente vorrei essere strumento per proporre un incontro più profondo con il professore. In questo sono certamente un testimone di parte. Infine ricordo, non senza commozione, che il professore ci diceva che un giorno bello ci saremmo tutti ritrovati nella comunione dei Santi, nell’aldilà. Amici e nemici, tutti in pace, così come nella profezia del suo Isaia profeta (11,6): Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà.
Speriamo, caro professore… spes contra spem… sarebbe bello… sarà bello! Firenze, 27 marzo 2016 (Pasqua di resurrezione)
xv
Nota di edizione
I testi completi delle citazioni di La Pira, se non diversamente indicato, sono reperibili nei siti della Fondazione Giorgio La Pira, che ringrazio: www.giorgiolapira.org e www.fondazionelapira.org. I testi completi delle citazioni dei pontefici si trovano, attraverso la data e/o l’occasione, nei siti della Santa Sede: w2.vatican.va e www.news.va. Per notizie biografiche delle persone citate, oltre a quanto indicato in nota, si vedano i siti di: santiebeati, wikipedia, treccani, filosofico.net. Per filmati sul professore si vedano i siti di: Rai e youtube. Un audiolibro si trova in radiovaticana.