Massimo Bettetini Luce di Candoglia
Massimo Bettetini (1965), laurea in Medicina (tesi: Arte e arte-terapia: la fiaba come elemento di transizione tra l’Io e il Tu), si è occupato del valore della metafora, della fiaba, della parola. Nel 1990 vince il Premio Internazionale Eugenio Montale per la poesia inedita. Per Rusconi libri ha diretto la collana Fiabe curando Fiabe boeme (1993), Fiabe georgiane (1993), Fiabe russe (1994). Ha pubblicato le raccolte Io ti conosco (In dialogo, Milano 2014), Il tordo solitario (In dialogo, Milano 2015), La luna nel Naviglio (Interlinea, Novara 2015), Passo d’altrove (In dialogo, Milano 2016), Quando cade la nebbia nasce l’infinito (Interlinea, Novara 2018). Ha scritto saggi, prediligendo il dialogo denotazioneconnotazione, e una trilogia su L’affettività dei bambini da 0 a 6 anni (San Paolo, Cinisello Balsamo 2007), L’affettività dei ragazzi da 6 a 12 anni (San Paolo, Cinisello Balsamo 20153), L’affettività degli adolescenti da 12 a 18 anni (San Paolo, Cinisello Balsamo 2010). Ha diretto collane di libri a sfondo pedagogico. È autore di tre biografie. Ha curato e tradotto Tutte le opere di Teresa d’Avila, testo spagnolo a fronte (Bompiani, Milano 20182).
Massimo Bettetini
Luce di Candoglia
Il poeta mago procede qui per accumulazioni, salti lessicali e culturali, decantazioni operate nell’alambicco della lingua e delle figure culturali, quasi a voler disorientare il lettore, impedendogli ogni torpore, l’acquiescenza alle abitudini dell’hypocrite lecteur. Qui, sembra voler dire, non troverete alcun verso trasparente, niente Chiare fresche dolci acque o Dolce e chiara è la notte e senza vento… Bettetini si pone su un crinale arduo e scosceso: lascia spesso parlare la voce interiore, dandole piena padronanza sulla lingua, fino a sfiorare una occulta logica onirica in ossequio ai presupposti delle poetiche moderne da Mallarmé in poi. O forse e meglio: lascia che la lingua si faccia voce interiore. (dalla Prefazione di Bruno Nacci)
euro 10,00
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Editrice Fiorentina