Illuminata Medori
“Sotto la noce” All’ombra dei ricordi il passato insegna
Illuminata Medori
“Sotto la noce”
All’ombra dei ricordi il passato insegna prefazione di Paolo Raffaelli
Società
Editrice Fiorentina
© 2013 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it blog www.seflog.net/blog facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account www.twitter.com/sefeditrice isbn 978-88-6032-259-3 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata Referenze fotografiche Le foto pubblicate nel presente volume provengono dagli archivi privati dell’autrice e delle persone citate nel libro (per gentile concessione) Copertina a cura di Studio Grafico Norfini (Firenze)
A tutti coloro che sanno ricordare e amare
Indice
9 Prefazione di Paolo Raffaelli
13 Presentazione di Illuminata Medori
l’ambiente
17 Guardea
21 Scopeti
vita nel paese
27
Un’adolescente di cinquant’anni fa
32
Si ammazza il “porchetto”
34
La coglitura delle olive
38
In processione
44
In pellegrinaggio
50
I corsi popolari
persone e fatti
57
Anticlericale di fuoco
58
A Roma
59
L’Emma e Giovanni
61
A Guardea Vecchia
63
La Gilda
65 Orazio
il passato nel presente
75
“Se mete”
81
“Se trebbia”
87
La compagnia dei caciari
95 Conclusione
97 Ringraziamenti
Prefazione
Aprite questo libro e sentirete il profumo della spiga odorosa che la mamma e la nonna mettevano nel cassone della biancheria perché sapesse di fresco e di buono. In queste pagine la maestra Illuminata riesce a fare di Guardea Vecchia e di Scopeti, dei personaggi disegnati con schizzi rapidi e sinceri, e dei frammenti di vita della campagna e della scuola, del borgo e delle amicizie, qualcosa di più di reperti di memoria, sia pure rischiarati dal lume dell’affetto e della nostalgia. Sono brani vivi della identità profonda, intima, di ciascuno di noi, o meglio, di ciascuno di quelli di noi che non si vergognano di ritrovarsi, e di ritrovare il senso integro della loro esistenza, nella grande rivelazione di Settimio: «L’amore è il Paradiso dei poveri». I sedili di travertino che erano la tribuna affacciata sui giochi antichi, la campana, i quattro cantoni; il “prete” di legno incurvato con il secchiello della brace per scaldare, prima del sonno, le lenzuola ruvide, fredde e umide; la prima televisione che porta in casa Hugo e Dumas ma anche Rin Tin Tin e Febo Conti; le classi divise in maschi e femmine, di cui una bambina timida non riesce a conservare un bel ricordo. Attenzione: l’invito a godersi la freschezza e la leggerezza della lettura, non è di maniera; persino la scelta di un linguaggio, di una grammatica, di una sintassi che sono rigorosamente in corda, in termini cronologici ma anche emotivi, con il tempo e il modo del ricordo d’infanzia, d’adolescenza, di gioventù della maestra Illuminata, non implicano né ingenuità né tantomeno semplificazioni artificiose. Tanto la forma che il contenuto di questi testi, a me pare, cercano di restituire un sapore, un senso dell’armonia, ma anche la contraddittorietà, le difficoltà, di un’epoca trascorsa ma non per questo archiviabile. Cosicché vale la pena di godersi come bozzetti gustosi, come quadri d’ambiente o addirittura come scenografie, il rito atavico del 9
“sotto la noce”
porchetto trasformato in cibo nobile per l’intera famiglia, o la raccolta delle olive o – magnifica! – la processione del Beato Pascuccio che protegge salute e raccolto; così come ciascuno può ritrovare la sua prima uscita di casa nel pellegrinaggio pagato con le prime ripetizioni, in una gioventù in cui la scoperta di Torino o Courmayeur valeva certamente di più della gita odierna del quinto a Barcellona o a Praga. Questo livello di lettura, come di una godibile narrazione in cui ritrovarsi, spensieratamente, magari commuovendosi sulle proprie, di memorie, evocate dalla lettura, questo livello di lettura – dicevo – è certo possibile e plausibile, forse è addirittura il più immediato e necessario, ma non basta, secondo me almeno. Non basta perché in realtà la maestra Illuminata, partendo dalla vecchia Guardea e da Scopeti, dice la sua sulle contraddizioni di un tempo più vasto, come quando ricordando la prima nomina di insegnante ai corsi popolari ci suggerisce la riflessione su un tempo in cui scuole e istruzione erano, forse ben più consapevolmente di oggi, fattori decisivi di maturazione, di emancipazione, individuale e collettiva; la lezione grande, e intramontabile, di don Milani. O come quando, quasi mescolandola in una svelta e splendida galleria di personaggi e di situazioni, bozzetti delicati, nel tracciare i quali nemmeno la commozione appesantisce la mano, si staglia la figura di Orazio, l’uomo con la schiena dritta e la testa alta anche quando era curvo sull’aratro, capace, in poche battute, di dirci che nessuna censura, autoritaria o strisciante, può impedire a una persona pulita di farsi ogni giorno società, patria e democrazia, non con parole vuote, ma nei fatti. Il passato nel presente, ci mette in scena la maestra Illuminata, e lo dice in modo esplicito, la responsabilità come ragione di esistenza alta quasi quanto l’amore ricchezza dei poveri. Queste sono le chiavi di lettura che restano impresse, che riproducono consapevolezza e responsabilità, categorie fuori moda. Ma poi si può sempre – è il fascino di questa scrittura – ritornare a una godibilità quasi fisica della narrazione: il pranzo della mietitura, sotto la “cerqua”, e par quasi, alla lettura dello scarno menù, di sentire il sapore del sugo d’oca e dell’oca arrosto. Si scelga ciascuno la sua chiave di lettura, dunque, oppure, meglio, si rinunci a cercare una chi10
prefazione
ave, e ci si lasci andare al piacere della parola narrata: lascerĂ dentro lo stesso profumo lievissimo, la stessa sensazione di freschezza, delle spighe della mamma e della nonna dentro il cassone della biancheria di un tempo, che era ruvida, ma pulita col pezzo di sapone duro sul pietrone rustico del lavatoio. Paolo Raffaelli
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Presentazione
All’età di sessant’anni “suonati”, libera da impegni professionali, ho più tempo da dedicare alle attività che per un bel periodo della mia vita sono state poco coltivate. Tra queste, stimolata da insistenze esterne e familiari, ho sentito il bisogno di scrivere avvenimenti e aneddoti della mia vita vissuta nel paese. Facendo ciò, penso di aver concretizzato i tre momenti fondamentali del tempo. Il presente che sto vivendo come il fusto di un albero irrobustito dalle stagioni della vita; il passato, radici forti, aggrappate alla terra che hanno permesso la crescita dell’albero; il futuro che si rinnova, stagione dopo stagione, con fioriture, frutti e nuovi rami rappresentanti le nuove generazioni. Le narrazioni, proprio perché vissute, saranno accompagnate da sentimenti e affetto verso tutti coloro che, protagonisti delle storie, mi hanno permesso di credere nell’onestà, nella laboriosità, nella serenità… nei veri autentici valori della vita. Consigli per un buon uso: leggere attentamente, rispettare la punteggiatura, i silenzi, chiudere gli occhi e immedesimarsi nel racconto: si ritorna giovani! Illuminata Medori
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