Viceversa

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filipponaitana

UNGARETTIANA

viceversa

Società

Editrice Fiorentina



ungarettiana 20

collana di poesia, traduzioni e saggi diretta da Paolo Valesio e Alessandro Polcri

«Ungarettiana» si interessa a un’esperienza di poesia che sappia fare convivere un forte senso della situazione italiana con una significativa apertura internazionale. Nel repertorio della collana rientrano libri monolingui in italiano, libri bifronti (tradotti in italiano) e saggi. Siamo convinti che la poesia sia in prima istanza ricerca di linguaggio e linguaggio della ricerca. Ma quello che noi in ultima analisi cerchiamo non è, come spesso accade di trovare nella lirica contemporanea, un eccesso di esistenza al ribasso, spesso ridotta a catalogo di fatti insignificanti narrati con una lingua scolorita; è, semmai, una nuova e accresciuta quantità di vita e di pensiero. Lo stile sarà la forma di quella quantità e sarà a volte semplice, a volte – perché no? – complesso e seletto. Ma saranno i poeti che sceglieremo a condurci là dove ancora non sappiamo di voler andare.



Filippo Naitana

Viceversa prefazione di

Ann Lauinger

Società

Editrice Fiorentina


© 2021 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn 978-88-6032-614-0 ebook isbn 978-88-6032-616-4 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata In copertina Edward Hopper, American, 1882-1967 Room in Brooklyn, 1932 Oil on canvas Unframed: 73.98 x 86.36 cm (29 1/8 x 34 in.) Framed: 88.9 x 100.3 x 7.6 cm (35 x 39 1/2 x 3 in.) Museum of Fine Arts, Boston, The Hayden Collection—Charles Henry Hayden Fund 35.66 Photograph ©  2021 Museum of Fine Arts, Boston © 2021 Heirs of Josephine N. Hopper / Licensed by Artists Rights Society (ARS), NY


To Erin, always



prefazione

Quasi perfettamente al centro di Viceversa, la raccolta d’esordio di Filippo Naitana, Senza dare nell’occhio ci consente di cogliere retrospettivamente il passaggio di un giovane da una cultura e una lingua a un’altra, e insieme di prevedere che questo particolare giovane avrà una vocazione poetica. Sono le dieci della mia prima notte in America. Le parole volano a velocità folle, senza supervisione, difficili da afferrare.

La situazione è familiare a chiunque abbia mai tentato di destreggiarsi in una nuova lingua. L’immersione linguistica – quest’espressione dal suono tecnicamente rassicurante – potrebbe far pensare a un bagno caldo, ma più spesso è una violenta doccia fredda. Comunque, dopo l’iniziale fatica a gestire ogni sorta d’interazione, anche minima, l’io poetico ha un improvviso guizzo d’audacia: Incoraggiato, di slancio mescolo a mente il mazzo di carte da studio che è il più prezioso dei miei nuovi possessi. Ne sfilo la bianca colomba: «Sto cercando di non dare nell’occhio», azzardo, ed è difficile capire chi fra noi due sia più deliziato dal trucco, lui, che mi guarda come fossi una gazza che abbia appena citato Shakespeare, o io, che mi marino nell’orgoglio per aver vinto una risata grassa e un high-five.

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Come dovremmo interpretare l’impulso di sfoderare a caso un’espressione idiomatica, in mancanza di indizi che la indichino come appropriata? La dizione della poesia trasforma il nostro studente di lingua in apprendista prestigiatore, che sorprende se stesso almeno quanto il suo interlocutore. Ma in questo evento linguistico, sostanziato in ugual misura di coinvolgimento ed estraniamento, che cos’è l’abilità del mago se non l’ardire del poeta? La lingua che gli turbina attorno lo investe di piacere, lo allontana dal meramente pratico, ed eccolo lì, che gioiosamente canta e balla sotto la pioggia. Ci aspettiamo che da poeta “fra più mondi” Naitana scriva di entrambe le sue patrie geografiche, e non restiamo delusi. Ma naturalmente i mondi esperienziali del poeta di rado rimangono ordinatamente separati. Se Senza dare nell’occhio ottiene dalla scossa dell’incontro linguistico una pozione effervescente, un testo come Neve intreccia meditativamente due luoghi e più tempi, rivelando che la coscienza del poeta non è tanto divisa quanto messa in gioco in un complesso scenario di memoria e percezione. Neve si svolge nella realissima città universitaria di New Haven, in Connecticut; un luogo reso riconoscibile, paradossalmente, da punti di riferimento ormai scomparsi, vittime dello sviluppo urbano: il vecchio negozio di scarpe all’angolo fra York e Broadway e la tavola calda accanto, il cinema d’essai, e la rivendita di dischi col grande gatto tigrato che poltriva sempre in vetrina; tutti rimpiazzati dai soliti sospetti. Addio micio, benvenuto Barbour.

La poesia, però, non solo si rifiuta di rimanere dove si sta svolgendo, ma rifiuta anche il quando, e perfino il con chi. Dopo una battuta di “Mike”, il “Genio” informatico di un qualche negozio Apple, ci si sposta all’aperto, dove fa freddo e nevica. Quasi subito, la voce poetica cede alla tentazione di immaginare una luminosa sera d’estate in compagnia di un “lettore”, invocato im-

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provvisamente per condividere ricordi e riflessioni. Nell’ultimo moto della poesia, il protagonista, di nuovo solo, è «al contempo su entrambe le sponde dell’Atlantico»: guarda i fiocchi di neve attraverso il parabrezza dell’auto a New Haven, ma è simultaneamente scolaro a Oristano che si gode una rara nevicata: Pura, incontaminata felicità è ciò che ci lanciamo, a stento mascherata da palle di neve.

L’evocazione della vita americana contemporanea nelle poesie di Naitana – vengono in mente Verso casa e La ruota dei colori – è acuta e perfettamente intonata. Nella bellissima aubade Siamo senza latte, uno dei testi più riusciti della raccolta, fa la sua comparsa perfino Walt Whitman, quasi a dare al poeta più giovane la sua benedizione. Nel caffè di quartiere, un «anziano signore / la cui barba e paglietta a tesa larga hanno l’America / scritta dappertutto» offre uno sguardo complice e poche parole di saggezza. Ma, senza sosta, la poesia prosegue e l’amante sussurra versi realmente tratti da Foglie d’erba (splendidamente tradotti da Naitana nella versione italiana) mentre si china a svegliare l’amata che dorme: Non parole, mormoro, tornato al tempo tranquillo del tuo corpo a riposo, non musica, o rime io voglio, non usanze o lezioni, sia pure delle migliori, solo il ninnare mi piace, il brusio della tua voce a valvole. Poi apro piano le tende e ti do il bacio del buongiorno.

Whitman è sicuramente uno dei genius loci di Viceversa, ma senz’altro più pervasiva è la presenza di un altro nume tutelare, Dante, al quale del resto Naitana, un italianista, ha professionalmente dedicato cure particolari. Non apparirà perciò strano che

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in vari testi affiorino riferimenti a Beatrice, all’esilio del poeta e a specifici momenti della Commedia. Un’ascendenza dantesca si può forse scorgere anche nella struttura del volume: quattro parti di nove poesie ciascuna, precedute da una Nota dell’autore e seguite da un Epilogo (la toccante poesia intitolata L’apprendista). I lettori interessati all’architettura delle raccolte poetiche scopriranno che merita prestare attenzione alle simmetrie create dalla disposizione dei testi in questo volume. Voglio qui solo sottolineare come L’apprendista, le cui parole sono stampate in forma di cerchio, fornisca la più paradossale delle conclusioni, un finale senza fine che annulla la possibilità stessa di concludere. Con quest’ultima poesia non solo viene ancora una volta ribadita la fede dell’autore nella visionaria circolarità dantesca, ma soprattutto vengono emblematicamente incoronate con un maestoso (e dirompente) salto fuori dalla linearità e dalla perdita le tante meditazioni del libro sul tempo – personale, generazionale, storico. Viceversa non è un libro voluminoso, ma ha ampiezza, perché Naitana è uno scrittore “tra mondi” in più di una maniera. La scelta di includere poesie scritte in italiano, poesie scritte in inglese e le traduzioni italiane di queste ultime, complica il modello di raccolta bilingue al quale siamo abituati, con “gli originali” ordinatamente affiancati dalle loro traduzioni. La prassi di scrittura dell’autore inizia qui una sorta di conversazione interculturale (innanzi tutto con se stesso), sollevando quesiti – e non in modo meramente teorico – su cosa significhi padroneggiare più di una lingua (o esserne padroneggiati?). Solo una di queste lingue può essere l’idioma “originale” dello scrittore? Esiste un’ineludibile cronologia che allinea una lingua o l’altra al passato, al presente o al futuro? Il ricorrere nel volume delle figure di Adamo ed Eva suggerisce una possibile risposta, ricordandoci che il linguaggio è inestricabile dalla nascita – e forse dalle molteplici rinascite – della coscienza. Infine, queste sono poesie che nascono da un confronto serrato col mondo e al contempo da una sorta di contemplazione

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di tale agone; e se l’io e il mondo sono i poli di Viceversa, essi vengono costantemente illuminati dalla memoria e dall’amore. Per l’autore, la memoria include l’immaginazione storica e la reminiscenza dell’infanzia; comprende padri e figli, letterari e non. Quanto all’amore, nessuno potrebbe esserne un osservatore più partecipe di Naitana in questa raccolta senza abbracciarne i suoi molteplici travestimenti – l’amore del mondo fenomenologico e delle creature senzienti che lo abitano. Le palle di neve a Oristano si sono sciolte da tempo ma, grazie ai magici atti di traduzione eseguiti dalla poesia, la «pura, incontaminata felicità» che ne è il fulcro non scomparirà. Ann Lauinger

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Nota dell’autore

Fra i tesori conservati al Museum of Fine Arts di Boston c’è anche Room in Brooklyn (1932) di Edward Hopper. Ritrae una donna di spalle, seduta vicino a un’ampia tripla finestra che arriva fin quasi al pavimento. Il capo pare leggermente inclinato. Legge? Guarda la gente per strada? Corteggia un’assenza? Nella stanza così come sull’edificio di mattoni rossi antistante la luce si affievolisce proprio nella sua direzione. E se oltre i vetri si vedessero anche scorci di Firenze, di Napoli o delle coste sarde? Viceversa ha preso forma fra l’Italia, dove sono cresciuto, e gli Stati Uniti, dove vivo da più di vent’anni. Tra le forme di transito – fisico, linguistico, antropologico, spirituale – che il libro racconta, una è all’origine di questa breve nota. Vi si alternano poesie in italiano e poesie scritte in inglese e poi tradotte in italiano. In quest’ultimo caso, la scelta di pubblicare l’originale inglese a fronte vuole sia documentare il processo di scrittura così come si è sviluppato, sia proporre un risvolto forse meno consueto di vita e parola fra i due mondi: quello della poesia “esofona”. Hamden, 2021

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I



Cosmogonia del pudore Dopo il terzo morso Adamo si trovò sospeso fra due città, e le seppe arse dal contagio del tempo. Una era tutta sprazzi della memoria, assente e insidiosa di mille segrete fantasie dolenti – quasi una scomposta idea del sacro. L’altra non era ma perennemente diveniva, come un nettare o una crisalide, imprigionata tra la notte e la brina. Poi, gli occhi volti al cielo e il cuore al silenzio, si scoprì nudo.

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Stimmate Il santo ha un colorito verdognolo
 che mal si distingue dal cenerino del saio. Le orecchie grandi e ferine distraggono
 dai protagonisti del dramma che è il volto: gli occhi rivolti al cielo e la bocca dischiusa. Ma c’è di più: si scorge un riflesso luciferino nelle pupille del Francesco che torreggia
 al centro del dipinto di Bartolomeo da Foligno. «È un morto vivente?» La domanda non intrude il silenzio ovattato del museo universitario, ma sottotitola lo sguardo incuriosito di un bambino – figlio, forse, della coppia di professori che da dietro a montature modaiole mesce timidamente bibliografie e piacere. Ma sì, ha ragione l’infante!
 Questa pagina di agiografia a tempera
 ha qualcosa del licantropico-postmoderno che imperversa sul piccolo schermo. Anche lo scorrere del rosso lungo linee perfettamente rette, dagli arti e il torace del Cristo-Serafino agli arti e il torace del Poverello, inietta nel Quattrocento una vena digitale: un futuro ulteriore

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nel già-futuro che è l’arte del tempo. E a poco valgono l’oro sontuoso che sorge alle spalle della Verna e dà risalto al fiammeggiare delle ali che incastonano in cielo il Cristo in croce, e gli alberi che adornano il monte quasi fosse un preziosissimo triregno anziché lo scarno teatro dell’impressione delle stimmate: qui c’è uno strappo, una ferita in libertà.

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Ringraziamenti

Si dà grato riconoscimento ai seguenti periodici, siti, quotidiani e volumi in cui sono apparse per la prima volta versioni delle seguenti poesie: «Levania» (Nuovo Mondo, Foliage, Eresia in forma di rosa, Prologo, Jacopone a Manhattan); «The Massachusetts Review» (Cosmogonia del pudore); «nuoviargomenti.net» (Sbucciare un’arancia, Stimmate, Dissolvenze scandinave, Le verità di Facebook, Fenomenologia dell’addio, Lato B, Leonardo innamorato, C’era una volta in America); «La Repubblica» (Scacco matto, Verso casa); Writers Between Worlds / Scrittori fra più mondi (In una goccia d’ambra, La legge di Coulomb: una variante, L’avventura, Cicerone al tramonto, Rapporto di volatilità, Corno di battaglia).

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nota biobibliografica

Filippo Naitana è nato a Oristano nel 1967 e vive a Hamden, in Connecticut. Sue poesie e traduzioni letterarie sono apparse su «Levania», «The Massachusetts Review», «Journal of Italian Translation», «La Repubblica», «nuoviargomenti.net» e nel volume plurilingue Writers Between Worlds – Scrittori fra più mondi. Si è laureato in storia all’Università degli Studi di Firenze e ha conseguito il Ph.D. in letteratura italiana alla Yale University. I suoi interessi di studio vertono su Dante e la tradizione classica, e sui rapporti culturali fra le due sponde adriatiche nel Rinascimento. È professore associato e direttore del programma di Italianistica presso la Quinnipiac University.

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indice

9 Prefazione Ann Lauinger 15 Nota dell’autore

I 19 Cosmogonia del pudore 20 Stimmate 22 Fenomenologia dell’addio 23 Le verità di Facebook 25 Vita Nuova 26 Lato B 27 B-side 30 Imago 31 Dissolvenze scandinave 32 Leonardo innamorato 33 Leonardo in Love

II

37 Jacopone a Manhattan 38 In una goccia d’ambra 39 In a Drop of Amber 40 La legge di Coulomb: una variante 41 Coulomb’s Law: a Variant 44 L’Avventura 45 L’Avventura


46 47 48 49 50 51 52 53 54

Cicerone al tramonto Cicero at Dusk Rapporto di volatilità The Volatility Report Corno di battaglia Battle Horn Senza dare nell’occhio Keeping a Low Profile Eresia in forma di rosa

III 57 Prologo 59 Neapolis 60 C’era una volta in America 61 Once Upon a Time in America 62 Neve 63 Snow 66 Alba 67 Dawn 68 Volo notturno 69 Red-eye 70 Verso casa 71 Heading Home 72 La cruna 73 The Traveling 74 Foliage

IV

77 Nuovo Mondo 78 Scacco matto 79 Checkmate 80 La ruota dei colori 81 Working the Palette


82 Il segreto 83 The Secret 84 Siamo senza latte 85 We Are Out of Milk 88 Alti sbuffi 89 Tall Blows 92 Domande e risposte 93 Q & A 94 Ritorno all’Eden 95 Return to Eden 96 Alacre

Epilogo

99 L’apprendista

101 Note 103 Ringraziamenti

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Nota biobibliografica


ungarettiana 1. Emma Pretti, I giorni chiamati nemici, pp. 84, 2010 2. Vera Lucia de Oliveira, La carne quando è sola, pp. 72, 2011 3. Leopoldo María Panero, Ianus Pravo, Senz’arma che dia carne all’«imperium», pp. 92, 2011 4. Patrizia Santi, Frammenti, periferici, pp. 56, 2013 5. Alberto Bertoni, Traversate, pp. 152, 2014 6. Marco Sonzogni, Ci vuole un fiore, pp. 72, 2014 7. Mario Moroni, Recitare le ceneri, pp. 96, 2015 8. Antonio Barolini. Cronistoria di un’anima, Atti dei Convegni di New York e di Vicenza nel centenario della nascita, a cura di Teodolinda Barolini, pp. xxx+342, 2015 9. Antonio Bux, Kevlar, pp. 144, 2016 10. Mauro Roversi Monaco, Mauritania, pp. 108, 2016 11. Attraversare le parole. La poesia nella Svizzera italiana: dialoghi e letture, a cura di Tania Collani e Martina Della Casa, pp. xx-156, 2017 12. Michele Marullo Tarcaniota, Poesie d’amore, testo latino a fronte, a cura di Pietro Rapezzi, pp. 148, 2017 13. Corrado Paina, Largo Italia, pp. 92, 2018 14. Mallarmé. Versi e Prose. Traduzione italiana di F.T. Marinetti, seconda stesura inedita, a cura di Giuseppe Gazzola, pp. 164, 2018 15. Angelo Scipioni, De renuntiatione. Scritture di mari(lyn)ologia, prefazione di Guido Monti, pp. 208, 2019 16. Simona Mercuri, Umanesimo latino e volgare. Studi su Fonzio, Poliziano, Pico e Machiavelli, a cura di Anna Corrias, Eva Del Soldato, Marcella Marongiu, Laura Refe, pp. xvi+292, 2019 17. Prospettive incrociate. La poesia nella Svizzera italiana: dialoghi e letture, a cura di Martina Della Casa e Clémence Bauer, pp. xx-180, 2019 18. Patrizia Santi, Caro marzo, prefazione di Mauro Roversi Monaco, pp. 96, 2020 19. Writers Between Worlds / Scrittori fra più mondi, a cura di Paolo Valesio, Flavia Manservigi, Marcello Neri, pp. xiv-158, 2021 20. Filippo Naitana, Viceversa, prefazione di Ann Lauinger, pp. 112, 2021


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