«L’Ultima»

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Giovanni Pallanti

Giovanni Pallanti è nato e vive a Firenze. Dottore in Lettere e professore di Scienze sociali. Già vicesindaco di Firenze (1992-1995) ha insegnato come docente invitato Etica economica alla Facoltà di Economia dell’Università di Firenze ed Etica di impresa alla Scuola di Scienze aziendali. Scrittore e giornalista, collabora al quotidiano «La Nazione» e al settimanale cattolico «Toscana Oggi». Tra i suoi libri più recenti 1829 e dintorni (Lef, 2009) ed Elia Dalla Costa (San Paolo, 2013) con la prefazione del cardinale Giuseppe Betori.

«L’Ultima». Scrittori, artisti e teologi tra cattocomunismo e fascismo

«L’Ultima» fu una rivista fiorentina anticonformista ispirata dal filosofo Ferdinando Tirinnanzi e dal grande scrittore Giovanni Papini, diretta da Adolfo Oxilia. Ospitò tra gli altri autori il cardinal Jean Daniélou, Ernesto Balducci, Mario Gozzini, Giovanni Michelucci, Giorgio La Pira, Piero Bargellini, Adriana Zarri, Ottone Rosai, Attilio Mordini, Silvano Panunzio, Divo Barsotti, Pietro Scoppola, Bruno Nardini, Benvenuto Matteucci, Vittorio Citterich, Carlo Betocchi, Nazareno Fabbretti, David Maria Turoldo, don Zeno Saltini, Bonaventura Tecchi, Adriano Olivetti e Carlo Coccioli. Fu una rivista di scrittori, artisti e teologi molti dei quali scelsero di militare tra cattocomunismo e fascismo. «L’Ultima» (1946-1962) fu il frutto delle contraddizioni culturali e religiose scaturite negli intellettuali italiani dopo il ventennio fascista e la Seconda guerra mondiale in un continuo confronto a distanza con la cultura francese di Mauriac, De Lubac, Maritain e Mounier. Il libro ripercorre la storia de «L’Ultima», i pensieri e le proposte di questi e altri scrittori nel periodo 1946-1956.

euro 14,00 www.sefeditrice.it

Giovanni Pallanti

«L’ULTIMA» Scrittori, artisti e teologi tra cattocomunismo e fascismo postfazione di

Carlo Lapucci



Giovanni Pallanti

«L’Ultima»

Scrittori, artisti e teologi tra cattocomunismo e fascismo postfazione di Carlo Lapucci

Società

Editrice Fiorentina


Š 2016 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice isbn 978-88-6032-376-7 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata In copertina Massimo Giannoni, Interno della Libreria Seeber, olio su tela, 150x200 cm, 2013 (per gentile concessione)


In memoria della mia mamma Cesarina Isolani: a cui devo tutto. Grazie per sempre. In memoria del mio babbo Gastone, che nella sua breve vita mi ha visto solo quando ero un ragazzo. Al mio fratello Simone. Al consigliere regionale Paolo Bambagioni che mi ha aiutato in momenti difficili chiedendomi solo di essere fedele alle mie idee. Con l’augurio che continui a vivere da uomo giusto e coraggioso.



Indice

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Ringraziamenti

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Introduzione

«l’ultima» scrittori, artisti e teologi tra cattocomunismo e fascismo 3 La gestazione e i primi due anni 27 Dal ’48 al ’51: uno sguardo all’Europa. Il distacco di Papini 45 La fase teologica 87 Dal 1951 al 1956: «L’Ultima» negli anni dell’ascesa politica di Giorgio La Pira 101 Conclusione: l’idea apocalittica in «L’Ultima» 109 Postfazione. La parabola de «L’Ultima» e il dramma degli Ultimi di Carlo Lapucci appendice 127

E così arrivò buon’«Ultima»

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I collaboratori de «L’Ultima»

133 Bibliografia consultata



Ringraziamenti

Un grazie particolare va alla memoria del professor Giorgio Luti: si deve al suo magistero e alla sua conoscenza della storia delle riviste fiorentine l’esistenza di questo libro. Senza i suoi consigli e i documenti che mi ha dato provenienti da uno studio seminariale su «L’Ultima» da lui guidato questo lavoro sarebbe stato più povero. Al pittore Massimo Giannoni che mi ha concesso di riprodurre un suo quadro nella copertina. Al prof. mons. Andrea Drigani, ordinario di Diritto canonico alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale, che mi ha ben consigliato per la stesura di questo lavoro. A Giuseppe Bellatti, amico di una vita e sempre solidale con me nelle vittorie e nelle sconfitte. Un ringraziamento particolare allo scrittore Pucci Cipriani che mi ha messo a disposizione un dossier documentario sui collaboratori de «L’Ultima» a lui donato da Adolfo Oxilia e che viene pubblicato in appendice a questo libro.

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Introduzione

Chi prende in mano questo libro, come capita a chiunque entri in una libreria, avrà già letto la quarta di copertina. In sintesi lì c’è tutto quello che «L’Ultima» ha rappresentato nella cultura e nella ricerca teologica della seconda metà del Novecento in Italia e non solo. Vide la luce subito dopo la Seconda guerra mondiale, con lo sguardo rivolto in modo particolare alla cultura francese ed ebbe una serie di pubblicazioni importanti fino al 1956: l’anno in cui morì Papini e quando padre Ernesto Balducci decise di fondare «Testimonianze». Finì esausta per mancanza di originalità nei primi anni Sessanta del secolo scorso. Questo libro guarda soprattutto agli anni dal ’46 al ’56. «L’Ultima» fu la zattera letteraria su cui si arrampicarono molti intellettuali, cattolici e no, naufraghi della Seconda guerra mondiale. Alcuni di loro, come Papini, erano stati interventisti nei primi anni del Novecento e furono fieri dell’Italia vincitrice della Prima guerra mondiale. Vittoria, quella dell’Italia, sostanzialmente effimera, che era costata migliaia di morti e di feriti. Gli scontri tra fascisti, socialisti e comunisti tolsero di mezzo qualsiasi ipotesi di vita democratica nell’Italia degli anni Venti del secolo scorso. Con l’affermazione del fascismo, a cui aderì anche Giovanni Papini, il popolo italiano coxi


nobbe un regime autoritario che con lo sbarco in Sicilia degli eserciti angloamericani finì nel luglio del 1943. Poi ci fu la sanguinosa parentesi della Repubblica di Salò e della piena e totale dipendenza di Benito Mussolini da Adolf Hitler. Alla Repubblica di Salò aderirono in diverso modo sia Giovanni Papini che Attilio Mordini, scrittore su «L’Ultima» dal 1953 al 1962. In Francia, invece, François Mauriac, premio Nobel per la letteratura nel 1952, si schierò con il generale De Gaulle nella resistenza contro il nazifascismo e Maritain diventò, durante la Quarta Repubblica, frutto della resistenza non solo gollista al regime del maresciallo Petain, ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Ambedue fecero una scelta democratica e antitotalitaria. Molti degli scrittori de «L’Ultima» fecero invece, anche dopo la Seconda guerra mondiale, scelte diverse. Molti di loro, anche per ragioni anagrafiche, furono fascisti. Alcuni lo rimasero anche dopo il 1945. Altri diventarono comunisti, come Gozzini. Attilio Mordini, già ricordato, fu vicino alla polizia politica della Repubblica di Salò e rimase in modo suggestivo fascista anche dopo la Seconda guerra mondiale1. Ernesto Balducci e Mario Gozzini maturarono in questi anni la loro scelta: Balducci, come detto, alla metà degli anni Cinquanta, fondò la rivista «Testimonianze» e Gozzini iniziò un percorso politico che lo portò nel 1976 a es1  Cecilia Nubola, Fasciste di Salò, Roma-Bari, Laterza, 2016, pp. 101102. Attilio Mordini era aggregato alla famigerata Banda Carità insieme alla moglie Margherita Mancuso che fu processata dalla Corte d’Assise di Padova come appartenente alla Banda Carità. Tra gli imputati Attilio Mordini era stranamente assente nonostante che la moglie lo accusasse di averla istigata a far parte della banda di torturatori.

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sere eletto senatore nelle liste del Partito Comunista come “indipendente”. Giorgio La Pira e Piero Bargellini furono nel mondo cattolico fiorentino quelli che fecero la scelta cristiana e democratica alternativa al comunismo e al fascismo come fecero quegli intellettuali cattolici francesi già ricordati. Piero Bargellini era stato anche un eroico combattente nella Prima guerra mondiale, decorato di medaglia d’argento al valor militare. Dopo il 1945 Bargellini si schierò contro ogni totalitarismo. Ambedue diventeranno sindaco di Firenze e parlamentari eletti nelle liste della Democrazia Cristiana. Quindi «L’Ultima» fu davvero una zattera su cui salirono per poco o molto tempo scrittori, artisti e teologi che fecero negli anni che gli rimasero da vivere scelte alternative tra di loro. Un’attenta riflessione di quello che succede oggi in Italia e nel mondo fa ben comprendere il dramma, apparentemente lontano, degli Ultimi. Scandali, corruzione e guerre che si combattono in varie parti dello scacchiere geopolitico rendono attuale la lettura di queste pagine. Silvano Panunzio, ancora un esempio, su «L’Ultima» proponeva un’intesa teologica e politica tra il cattolicesimo e l’islam come fanno alcuni intellettuali ancora oggi. Panunzio, combattente nella Seconda guerra mondiale, rimase chiaramente, anche dopo il 1945, un teorico di un fascismo mistico con lo sguardo rivolto a Oriente: senza esplicitarlo, Panunzio riproponeva nel rapporto positivo tra cattolici e islamici il dna di un fronte potenzialmente antiebraico già sperimentato dal nazismo. Quindi questo libro è utile per comprendere gran parte xiii


di quello che accade oggi o potrebbe accadere domani, di bene e di male, a una civiltà come quella occidentale giunta agli estremi limiti di resistenza dopo i quali c’è il rischio della sua estinzione in nome della “globalizzazione”. Firenze, maggio 2016

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g.p.


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