La sabbia e il tempo
© 2023 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it
facebook account www.facebook.com/sefeditrice
twitter account @sefeditrice
isbn 978-88-6032-705-5
Proprietà letteraria riservata
Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata
Disegno di copertina e disegno di p. 25 Annalisa Convertini (www.annapaints.it)
Io sono nessuno! Tu chi sei?
Sei Nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!
Che grande peso essere Qualcuno!
Così volgare – come una rana che gracida il tuo nome – tutto giugno –ad un pantano in estasi di lei!
(Emily Dickinson)Introduzione I
Sono arrivato alla fine di questo 2022 veramente stanco. Non tanto per le vicissitudini legate al Covid-19 e alle correlate restrizioni sociali e umane degli ultimi due anni, ma per le difficoltà di interazione e comunicazione sottile, che ho incontrato con le persone.
La cappa di pessimismo, le paure che ho visto emergere, la chiusura mentale – manifestata anche da chi pensavo potesse comprendere il particolare contesto in cui ci si stava muovendo e le relative opportunità evolutive –, mi hanno portato a consumare tante energie, nel tentativo di far passare un messaggio di ottimismo, di proporre una diversa lettura delle malattie in generale e di quella pandemica imperversante, di stimolare l’esercizio del buon senso e la conservazione della propria capacità critica.
Una sensazione di impotenza, a più riprese, mi ha investito, soprattutto quando situazioni luttuose o comunque gravi hanno coinvolto persone a me vicine e, di fronte alla caducità della vita, i miei argomenti, la mia ottica sciamanica, hanno avuto poca presa e indotto poco sollievo.
In questi passaggi, le Guide1 non hanno mai smesso di sostenermi, invitandomi quotidianamente alla “centratura”
1 Gli Spiriti Guida o Guide o Maestri sono quelle entità che si percepiscono o si immaginano come esseri viventi, ancorché prive di corpo, tramite le quali si riesce a stabilire una connessione con quella dimensione più ampia che viene per lo più chiamata Aldilà. Da vari anni ho avviato questo rapporto, traendone elementi utili per la quotidianità e costante conforto.
e a riporre maggior fiducia nelle mie capacità, sottolineando sempre che il mio compito non è cambiare o convincere le persone, ma attivare cuori, invitare alla consapevolezza, all’autoanalisi, a fornire strumenti per far sì che ciascuno abbia la possibilità di scandagliare le proprie zone d’ombra.
I mondi sottili hanno fatto pervenire continue informazioni indicanti che stiamo vivendo un cambio epocale in termini vibrazionali, a cui corrisponderà un salto evolutivo, con importanti riflessi sul piano della realtà, con risvolti umani, sociali ed economici senza precedenti.
Infatti, peculiari congiunture astrali, eclissi lunari e solari – a cui sono stati legati portali multidimensionali – hanno scandito i mesi trascorsi, sollecitando l’umanità al rilascio di memorie antiche, di schemi obsoleti e al recupero di un rapporto più sano con la vita e con il mondo.
In questo periodo però tutto mi è parso faticoso. In qualche modo, è come se avessi sviluppato a mia volta un processo di morte, cioè vissuto uno di quei momenti che viene definito come “buio dell’Anima”.
La mia riflessologa2 mi ha detto, guardando la pianta dei miei piedi, che il mio cuore evidenzia una mancanza di entusiasmo e di gioia per la vita, fotografando con lucidità il mio sentire. Ho annuito, abbozzando un sorriso, farfugliando poi qualche parola, nel tentativo di cercare argomenti da opporre, ma non ne ho trovati. La mia amica mi ha, quindi, confortato, aggiungendo che mi sarei sentito meglio, perché il trattamento, in ogni caso, mi avrebbe dato un po’ di energia.
2 Il nostro corpo reca diverse zone che “riflettono” lo stato energetico e fisico di singoli organi, apparati vitali o sistemi fisiologici, come ad esempio l’iride degli occhi, la lingua, il polso, la pianta del piede, l’orecchio e, conseguentemente, vi sono varie discipline mediche o olistiche che si basano sullo studio di tali correlazioni. Qui faccio riferimento alla riflessologia plantare, che è una metodica che si estrinseca nella pressione e nel massaggio della pianta dei piedi, al fine di lenire disturbi o patologie aventi sede in altre parti del corpo e riattivare o riequilibrare talune funzionalità energeticamente depresse o disarmoniche.
Sì, in effetti mi ha dato la forza di mettermi in ascolto, nella fiducia, che qualche intuizione, qualche voce interiore mi bisbigliasse una parola, mi indicasse dove trovare il bandolo della matassa. Ed è stato come un soffio leggero e penetrante, un sussurro: «il tuo nome!». È stata come una scintilla che ha fatto partire il flusso dei pensieri… come il “tuo nome”? Che vuol dire? Che c’entra il mio nome? Poi una serie di immagini ha fatto capolino nella mia mente.
Igor Sibaldi3 ha detto che nel nostro nome è nascosto ciò che siamo e che tali informazioni sono più facili da scoprire se viene traslitterato in lettere dell’alfabeto ebraico antico, ricavando il significato dai singoli geroglifici. Ho pensato che potesse essere un nuovo punto di partenza e – perché no – anche divertente. Così ho guardato nella mia libreria e, dopo una breve e febbrile ricerca, ho trovato un paio di testi utili allo scopo4. Poi mi sono servito del Web per trovare qualche fonte aperta che mi aiutasse. Il risultato di questo piccolo lavoro è stato – manco a dirlo – strabiliante e soprattutto mi ha in qualche modo fatto intravedere la luce in fondo al tunnel.
In ebraico non ci sono le vocali, ma solo le consonanti. Non è importante il suono delle parole, ma le “formule” e i significati che esse danno luogo. Sono arrivati così i primi dubbi. Innanzitutto, le lettere ebraiche si leggono da destra verso sinistra e poi ho trovato difficoltà a capire quale lettera ebraica corrispondesse alla “C”. Così, per facilitarmi le cose, ho utilizzato un traduttore automatico disponibile sul web,
3 Igor Sibaldi (Milano, 15 giugno 1957) è uno scrittore, slavista, drammaturgo e traduttore italiano. Si è laureato all’Università Statale di Milano nel 1981 in Lingue e letterature slave. È studioso di teologia, filologia, filosofia e storia delle religioni ed è autore di opere sulle sacre scritture oltre che di narrativa e teatro. Negli anni Ottanta e Novanta ha tradotto varie opere di letteratura russa, in particolare romanzi e racconti di Tolstoj e di Dostoevskij, dedicandovi monografie e saggi introduttivi (Fonte Wikipedia).
4 Igor Sibaldi, Libro degli Angeli e dell’Io celeste, Milano, Pickwick, 2017; Georges Lahy, L’Alfabeto Ebraico. I Ventidue Arcani della Qabalah, Roma, Ed. Venexia, 2008.
che mi ha dato come risultato ירנה, cioè “Henry”. Analizzando le lettere e il loro significato, si ha:
• Yod: far percepire/visibilità/attenzione estroversa/manifestarsi concreto e durevole/dito che indica;
• Resh: aprire/viaggiare/volare/salire/fluire;
• Nun: fare successo/riuscita/concretizzare/cose create, prodotte e conseguenze e successo nel produrle/prodotto risultato dell’azione;
• He: vita/ispirazione/invisibile/ciò che non si vede ancora/ spiritualità/anima/verità/femminilità.
Una prima interpretazione del nome è stata: Colui che, attraverso le azioni concrete, permette di arrivare a percepire ciò che non si vede. Mi è sembrato bello e mi sono gonfiato il petto, il mio ego ha avuto un sussulto di gioia. Poi ho spostato la mia attenzione su un particolare e qualcosa non mi è tornato. Il traduttore automatico mi aveva dato “Henry” non “Enrico”. Forse sarebbe stato più corretto traslitterare il mio nome nella mia lingua e, così facendo, sarebbero state considerate un minor numero di lettere. Quindi, “Enrico” è diventato NRC, cioè:
• “N”: Nun
• “R”: Resh
• “C”: Kaf, potere/possesso/afferrare/comprensione.
Conseguentemente, è venuta fuori una seconda interpretazione: Colui che concretizza la possibilità di elevarsi, di arrivare alla comprensione; e una terza: Colui che con azioni concrete apre alla possibilità (per sé e gli altri) di giungere al proprio potere personale. E poi ce ne sono state altre, ma tutte con lo stesso tema di fondo.
Questo esercizio mi ha consentito di trovare un nuovo equilibrio, di far scivolare via un po’ di incrostazioni mentali gravanti sul cuore. Ho capito, infine, che era arrivato il momento di agire, di ricordare il mio compito in questo mondo,
cioè quello di rendere fruibili, su questo piano della realtà, sapienze antiche e nuove, dare informazioni, per scoprire o far riconoscere alle persone vecchi e nuovi talenti, che le varie vite e questa ultima incarnazione5 hanno messo loro a disposizione.
Ho rammentato che uno degli strumenti di cui sono dotato per fare questo è scrivere, raccontare le mie esperienze, perché altri possano rispecchiarsi e intravedere così nel proprio vissuto i segnali che l’Universo6 e le Guide hanno inviato loro negli anni, per sostenerli nella quotidianità e indirizzarli nel loro cammino.
Ed eccomi qui, ancora una volta, a far fluire dal mio intimo parole, frasi, concetti, che riflettono immagini, percezioni, sensazioni, emozioni e che riempiono pagine, con la speranza che possano riscaldare i cuori dei lettori, stimolare la loro curiosità e soprattutto indurli a porsi domande, che costituiscono in definitiva il carburante per il risveglio, in questa congiuntura più che mai necessario.
5 La reincarnazione è una idea antica, accettata da alcuni e disconosciuta da altri, in entrambi i casi per motivi religiosi, logici o di buon senso. I sostenitori di questo concetto, nel mondo occidentale, credono che si traduca per lo più in un susseguirsi di vite in termini temporalmente lineari, i cui esiti condizionano quella attuale. Personalmente, ritengo che all’atto della nascita vi sia, fra le altre cose, un download di memorie di “altri tempi” o dimensioni, che non sono strettamente collegate all’individuo, ma che costituiscono parte delle condizioni accettate per la nuova esperienza terrena, influenzandone la personalità, il corpo e le possibilità evolutive. In tal senso, la do per scontata, pur essendo consapevole che chi legge queste pagine possa avere una opinione diversa o credere in qualcosa d’altro.
6 Intendo con questo termine tutto ciò che è vita e dà vita, che va al di là della nostra comprensione, che ci compenetra, ci sostiene e ci assiste, con le sue innumerevoli sfaccettature fisiche, energetiche e vibrazionali.
Nel corso della vita di ciascuno di noi ci sono molti vissuti, che, nella dinamica fisica ed emozionale del momento, non vengono compresi o, peggio, vengono male interpretati. In alcuni casi questo dipende dalla giovane età. Infatti, quando si è bambini, è difficile rendersi conto della propria connessione con l’Invisibile7 o con quella parte misteriosa e saggia di noi stessi, perché sembra tutto un gioco o un sogno. In altre circostanze, le situazioni di vita possono essere inquadrate solo alla luce di una visione più ampia, che unicamente l’esperienza può consentire di dare. D’altro canto, il mosaico della propria incarnazione rivela il suo disegno solo man mano che i tasselli vengono creati e messi al loro posto, pertanto ciò che ora non sembra avere significato, lo avrà poi, in virtù di altre contingenze.
Come in una partita a scacchi, ad ogni mossa di un giocatore possono seguirne diverse altre ben precise, ma la sequenza potrà subire modifiche o essere stravolta a seconda di come l’avversario muoverà i propri pezzi. La strategia adottata da entrambi sarà soggetta a continui adattamenti, in ragione dell’andamento della partita. È necessario che si sviluppi il gioco, affinché i movimenti dei pezzi sulla scacchiera abbiano un senso. In ogni caso, la bontà delle singole scelte operate potrà essere verificata solo all’esito finale della sfida.
La mia ricerca mi ha portato a comprendere che, in realtà, la vita è una partita dove i due avversari sono la stessa persona, che ha deciso su quale scacchiera giocare, quanti e quali pezzi utilizzare, avendo già stabilito una strategia, di cui però ha dimenticato le linee guida. Inoltre, la sua condotta di gara
7 Uso questo termine con la lettera maiuscola per indicare quella dimensione che trascende la realtà ordinaria, percepibile con i sensi più sottili, permeata da energie e frequenze caratterizzate da alto potenziale evolutivo, di guarigione e intrise d’Amore, ma sulla quale si tende anche a proiettare le proprie brutture, paure e limiti, dando origine ai propri mostri interiori.
è condizionata da fattori che esulano dalla partita stessa, ma che spesso incidono sulla sua capacità di esprimere il meglio di sé stesso.
Fuor di metafora, ci reincarniamo per fare una esperienza in questa dimensione, avendo degli obiettivi di massima, ma la nostra vita viene interferita da una serie di memorie legate alla genealogia dei nostri genitori, al proprio background reincarnativo, alla propria coscienza cellulare, nonché dai traumi di cui si è vittima sin dal concepimento e dal libero arbitrio.
Insomma, è una partita difficile, dove il premio consiste unicamente nell’aver giocato bene, al massimo delle proprie capacità e quanto più possibile in aderenza a quella che era la strategia iniziale.
E se volessimo fare il punto della situazione? Fermarsi un attimo e cercare di capire come sta andando la partita? Beh, si può far leva sui ricordi! Si può provare a fare una selezione di quelli che si ritiene più significativi, in modo da verificare se sono portatori di qualche indizio sugli obiettivi a cui si sta puntando o se quelle immagini possono far luce su qualche aspetto o qualità di noi stessi – e, quindi, sulla nostra vita –, sulle direzioni che abbiamo preso o stiamo prendendo.
Ed è quello che farò in queste pagine. Proverò a sondare i miei ricordi più importanti, quelli maggiormente impressi nella mia memoria, facendo riferimento, per lo più, a luoghi a cui sono legate determinate sensazioni, emozioni e scene della mia vita, pur sapendo che il tempo e la mia interpretazione soggettiva possono averne modificato l’essenza e la potenza o deformato qualche dettaglio.
In ogni caso, cercherò di far emergere ciò che hanno di pregnante, in relazione soprattutto allo sviluppo del mio rapporto con l’Invisibile e gli Spiriti Guida, alla mia crescita personale, con l’auspicio che qualche lettore si diletti a fare altrettanto con i propri vissuti e in questo trovi conforto e stimolo, convincendosi a portare avanti la sua partita con maggior vigore e fede in sé stesso.
Siamo tutti speciali. Lo sappiamo fin da piccoli. Da bambini ci sentiamo normalmente così. Indipendentemente dalle condizioni in cui nasciamo, ci percepiamo al centro del mondo, il quale, brutto o bello che sia, sappiamo portare con sé buone cose, nascoste dietro a ogni angolo. Dentro di noi avvertiamo che potenzialità infinite sono pronte a emergere, a prescindere dalla più o meno soffocante educazione di chi ci ha generato, di chi ci aiuta a crescere o della società in cui abbiamo “scelto” di vivere.
I bambini sono genuinamente egoisti ed egocentrici, generalmente sfrontati, irrimediabilmente sognatori, non hanno limiti, se non quelli che, a torto o a ragione, impongono loro gli adulti. Ogni oggetto, gesto o situazione può diventare qualcosa di magico o assumere caratteri teatrali, che vanno dal buffo, al tragicomico, al drammatico, al surreale. Quando siamo piccoli, l’immaginazione e la fantasia ci sono proprie e riempiono le nostre giornate, così cresciamo guardando a prospettive che, in un modo o nell’altro, sono infinite, sull’onda di una mal repressa sensazione di invincibilità.
È nella nostra natura il pensiero di poter incidere sulla realtà, di vedere ciò che altri non vedono, di far vedere agli altri ciò che non riescono a vedere, di poter cambiare le cose in meglio, di progredire rispetto a chi ci ha preceduto o comunque di fare diversamente, perché interiormente sappiamo che non esiste una scelta giusta o sbagliata, ma solo diverse opportunità.
L’educazione patriarcale – e ancora di stampo agricolo pastorale – imperante, la scolarizzazione mummificante, le sovrastrutture della società, le distorsioni delle relazioni che ne conseguono, le religioni plastificate e patinate, sono gli elementi che tendono a ridimensionare la spinta genuina all’espressione di ciò che intimamente siamo, alla fecondità innata che trabocca dai nostri talenti, all’abban -
donarsi a ciò che c’è di più divino in noi 8 e che è nostro per nascita.
Sono sicuro che non ci sia persona adulta che non percepisca dentro di sé questo impulso e che, anche di fronte alle brutture del mondo, non fiuti intimamente la possibilità di cambiare la realtà in meglio o di dare una sterzata, a seconda dei propri ideali, prendendo in considerazione, in alcuni casi, anche il sacrificio personale.
È per questo che ritengo che siamo tutti eroi. Combattiamo tutti le nostre battaglie personali, in una maniera o l’altra, piccole o grandi che siano, con tutti i limiti che ci siamo creati nel tempo o che abbiamo accettato che la vita ci imponesse, con la speranza di attagliare la nostra realtà a quello che crediamo sia bene o aderente alle nostre convinzioni, fissazioni e paturnie e lo facciamo spesso in maniera coraggiosa, quotidianamente, strenuamente, a volte fino all’annullamento, pur con la consapevolezza profonda che potrebbe costarci quanto abbiamo fatto fino a quel momento.
Eh, sì! Nasciamo eroi! Ecco perché la letteratura o la filmografia, che tratta di mondi fantastici e di supereroi, ha sempre tanto successo: va a nutrire la nostra primigenia parte intrepida, creativa, il nostro bambino interiore, che è ancora ricco di potenzialità e che urla dentro di noi, per spingerci al “bene”, che non può essere altro che amore incondizionato e disinteressato.
Il male non esiste. Ciò che si intende per “male” è solo una degradazione del bene. Chi fa del “male” è solo colui che tenta inconsciamente di cambiare a suo modo la realtà e lo fa in maniera impropria, perché ha perso l’orientamento, ha perso il contatto con la sua parte più sacra, con la sua energia originaria e, in definitiva, con la sua parte umana. Questi si
8 Personalmente credo che tutte le grandi tradizioni religiose rechino, fra le altre cose, un messaggio che invita al riconoscimento della propria natura spirituale e, quindi, divina, che si estrinseca in una intelligenza sottile, profonda, che costituisce una sorta di bussola della vita, il faro della propria esistenza.
approccia al mondo dimenandosi, incurante dei danni, come una belva che tenta strenuamente di sopravvivere in un mondo che percepisce ostile, ma senza costrutto.
Tutti i miti e le saghe raccontano che gli eroi sono favoriti, guidati da Dei o da forze sovrannaturali e, del resto, tutte le tradizioni fanno riferimento a esseri di luce ed entità benevole che assistono gli uomini fin dalla nascita, a cui si dà più o meno ascolto o a cui ci rivolge nei momenti difficili. Non ho dubbi che tutto questo corrisponda al vero, perché questa è la mia esperienza, questa è stata finora la mia vita.
Il mio sforzo è quello di portare chi mi circonda a riconoscere la propria specialità, le modalità con le quali opera la sua parte eroica, sia nel bene che nel male, a verificare quanta energia venga caparbiamente utilizzata per rinnegare sé stessi e la propria unicità, a prendere atto con quanta ostinazione ci si opponga all’aiuto che ci viene fornito dall’Universo, dalle Guide, dall’Invisibile, sotto forma di segnali, presagi, intuizioni indotte, incontri e coincidenze significative.
Tutti noi abbiamo lasciato sul nostro cammino, come Pollicino, delle briciole di pane per ritrovare la strada di casa, dobbiamo solo rintracciare quelle che non si sono perse nel fitto bosco della vita quotidiana o sono state mangiate dai nostri demoni interiori. Le nostre briciole sono i ricordi di quei vissuti che ci hanno emozionato, coinvolto, ci hanno dato incredibilmente energia o tremendamente depresso, ci hanno ricordato di essere vivi o ci hanno dato la certezza di essere profondamente umani… ma ci hanno anche rammentato l’imprescindibilità dell’aiuto che proviene dal mondo spirituale.
Fin da piccolo ho avuto la netta sensazione di essere seguito, che occhi benevoli si posassero su di me, che esseri di altre dimensioni proteggessero ciò che c’era di buono in me e i miei
sogni. Il buio della notte non mi ha mai fatto paura, perché sono sempre stato consapevole che entità di luce mi avrebbero preservato nella densità di quella oscurità.
Crescendo, ho cominciato inizialmente a identificare quelle energie in figure familiari, perché mia madre, nello sviluppo delle sue capacità medianiche e psichiche, mi raccontava delle sue premonizioni, dei suoi presagi, delle sue articolate visioni, ove nonni, cugini e altri membri della famiglia defunti sembravano parlarci e assisterci nelle fatiche della quotidianità. Le sedute spiritiche9 a cui partecipava vedevano poi, come suo Spirito Guida, la mia nonna paterna, che costituiva riferimento e filtro per le comunicazioni.
I successivi percorsi personali mi hanno permesso di sviluppare diversamente il mio potenziale psichico, ma anche di acquisire informazioni che hanno ampliato la mia concezione dell’Invisibile. Vi è tutta la letteratura riguardante gli Angeli e la corrispondente ondata creativa che ha preceduto la comparsa dell’uomo, da cui ho attinto ad ampie mani. Ma anche gli scritti teosofici di Madame Blavatsky, Alice Bailey e altri, che parlano dell’esistenza della Confraternita della Fratellanza Bianca Universale, costituita da esseri spirituali, che fin dalle origini si sarebbe assunta il compito di sostenere l’umanità nella sua evoluzione verso i gradi superiori della spiritualità, perfezione e consapevolezza. Si tratta dei “Maestri Ascesi” di origine terrestre, che pur avendo raggiunto l’illuminazione, continuano a incarnarsi volontariamente per portare avanti la loro missione. Tra questi vi sono anche personaggi famosi della storia e delle varie tradizioni spirituali, tuttora presenti sulla terra, ma con un diverso corpo fisico.
9 La seduta spiritica, detta anche seduta medianica, è una delle pratiche più famose usate nello spiritismo. È una riunione di persone che hanno in comune il desiderio di entrare in contatto con entità spirituali, soprattutto defunti, allo scopo di rivolgere loro domande specifiche. Presume in concreto una manifestazione degli spiriti e implica un loro scambio di pensieri con i mortali. Questo genere di contatti o colloqui verrebbero generalmente facilitati dall’intervento di un medium (Fonte Wikipedia).
Secondo alcuni, i membri più elevati della Fratellanza Bianca sarebbero originari di altri luoghi del cosmo, come Sirio, le Pleiadi e Venere e si sarebbero stabiliti in un luogo chiamato Shambala, nei pressi del deserto del Gobi, detto anche “Isola Bianca”, costituente una dimora percepibile solo sul piano eterico e non su quello fisico.
D’altro canto, ho sperimentato le tecniche di psicodinamica e quelle immaginative, che mi hanno permesso di apprezzare come la parte più ampia, più saggia, più potente – o “Io grande”10 – di ciascuno di noi possa proiettarsi e oggettivizzarsi in figure di riferimento, che ci appaiono esterne, magari con nomi, che, dal punto di vista del nostro inconscio, hanno una valenza sottile e simbolica importante.
Ritengo che non sia facile orientarsi nell’Invisibile, perché tante sono le nozioni, le informazioni e le materie su cui focalizzare l’attenzione, che spesso fanno a cazzotti con le nostre idee, pregiudizi, convinzioni, paure personali – che vanno in risonanza con quelle collettive –, sensi di colpa, tristezze. Inoltre, spesso, si trovano nella quotidianità interlocutori eterogenei, che possono essere d’aiuto o fuorvianti, a seconda dell’ampiezza del loro ego spirituale o della loro genuinità come operatori olistici. In tal senso, ho avuto sia esperienze positive, che altre meno costruttive, ma sono comunque grato a tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino spirituale e nella vita.
Attualmente, utilizzo la scrittura psichica11, grazie alla quale mi connetto con le “mie” Guide, alle quali chiedo lumi in ordine a qualsiasi argomento che mi coinvolga oppure in re-
10 “Io piccolo” e “Io grande” sono concetti che uso seguendo le definizioni che a questi dà Igor Sibaldi. L’“io piccolo” è il nostro consueto stato di coscienza dominato dalla razionalità e legato all’oggettività, mentre l’“Io grande” è quella parte dove si trovano le strutture superiori della psiche.
Cfr. Igor Sibaldi, Vocabolario, Milano, Anima Edizioni, 2009, p. 198.
11 Si traduce nella capacità di comunicare per iscritto con il proprio Sé superiore o con gli Spiriti Guida, mercé lo sfruttamento di un leggero stato non ordinario di coscienza.
lazione a quesiti che altri mi chiedono di sottoporre, concernenti problematiche personali. Sono in genere due e in questo periodo si presentano con il nome di Lady Rowena e Maria Maddalena12. Raramente vi sono entrambe a rispondermi, ma quando accade fanno un po’ da “poliziotto buono e poliziotto cattivo”. In precedenza vi sono state altre figure di Maestri Ascesi ed Entità di Luce. Non conosco i motivi per i quali nel tempo siano cambiate. Probabilmente è correlato al fatto che anche io sono in continua evoluzione. Prendo le informazioni che arrivano con “beneficio d’inventario”, cercando sempre di rimanere con i piedi per terra, meravigliandomi ogni volta, se ciò che mi dicono risulta poi coerente o coincidente con i fatti della vita. Ciò che noto però è che una energia è sempre più morbida e avvolgente, mentre l’altra più spesso è netta e pragmatica. In ogni caso, i contenuti sono sempre privi di fronzoli o frasi superflue, nonché chiari nella loro essenza.
Non sono certo il primo che colloquia con le sue Guide. Ci sono esempi di persone più illustri13 – a cui certo non mi paragono – e tutti hanno avuto a che fare, almeno inizialmente, con due figure. In ogni caso non mi soffermo troppo su questo, preferisco focalizzare sul fatto che questo tipo di connessione mi aiuta nel mio tran-tran giornaliero, mi è di supporto, conforto e di stimolo, per andare avanti sul percorso della consapevolezza e crescita interiore, per tirar fuori, possibilmente, sempre il meglio di me stesso ovvero andare oltre i miei limiti personali.
In queste pagine riporterò a volte, in corsivo, le risposte dei Maestri. In alcuni casi sono frutto delle canalizzazioni14
12 Sono entrambe Maestre ascese, custodi del Terzo Raggio Rosa ovvero dell’Amore incondizionato.
13 Dante, Yeats, Jung, Castaneda ecc.
14 La canalizzazione, o in inglese channelling, è un termine utilizzato nell’esoterismo e nella letteratura New Age per riferirsi a un metodo di comunicazione tra un essere umano e un’entità di un’altra dimensione, generalmente un Angelo, un Maestro “asceso”, uno spirito del piano astrale o un’entità ritenuta un dio, un alieno ecc. (Fonte Wikipedia).
operate tramite Sabrina Beretta15, in altri sono il risultato della mia scrittura psichica – o automatica che dir si voglia –, ma saranno inserite esclusivamente perché funzionali o integranti gli argomenti, i ricordi o i fatti di volta in volta narrati.
Nulla accade per caso e tutto ha un senso. E tanto più guardo indietro nel tempo, al mio vissuto, più mi accorgo di quanto sia vera questa affermazione. La nostra vita è intrisa di collegamenti con situazioni, persone ed eventi che vanno spesso al di là della nostra comprensione. Gli intrecci che ci avvolgono sono a volte sottili, perché hanno origine in altri luoghi, tempi e dimensioni, ma hanno dei temi di fondo ben precisi e la nostra esistenza ha direzioni chiare e inequivocabili, anche se tendiamo spesso a perdere l’orientamento.
Si parla spesso di karma e per lo più a sproposito. Secondo la mia esperienza, si tratta “unicamente” di una legge universale, che governa la necessità che il nostro tessuto animico sia scevro da imperfezioni, da “buchi” lasciati qua e là nelle diverse incarnazioni. Le distorsioni e i disordini che intaccano il nostro potenziale di essere umani, a seguito del libero arbitrio, i blocchi che ne derivano e che vanno a incidere, di conseguenza, sulle nostre vite, non devono sedimentarsi, ma essere risolti, compresi, integrati e – come viene spesso detto nei lavori sciamanici – trasmutati in Luce e Amore.
15 Sabrina Beretta nasce con un dono che la porta a essere in diretta connessione con gli Angeli e con le creature di Luce. Ha sviluppato sin dall’infanzia una forte sensibilità e ricettività, che l’hanno ben presto spinta a diventare ella stessa una guida per gli altri esseri umani, verbalizzando loro i suggerimenti, i messaggi e spesso le istruzioni provenienti da Coloro che da un’altra visuale possono aiutarci a evolvere verso la Pienezza dell’Esistenza e verso la Pace del Cuore, aiutandoli a trasmutare i loro blocchi. Ho già avuto modo di evidenziarne le qualità e il ruolo importante nella mia vita nel mio precedente libro, Hashmal. Il cammino di un uomo comune alla ricerca di sé stesso, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2020, pp. 29-34.
Va da sé che la vita è sostanzialmente una scuola dove si impara a discernere la nostra zona d’“ombra”16, sia quella positiva, costituita dai nostri talenti, che vanno riconosciuti e impiegati, sia quella negativa, costituita da tutta una serie di squilibri, incoerenze, traumi, connessi alla nostra costellazione familiare, al nostro background transpersonale, al vissuto attuale e alla coscienza cellulare che sostiene la nostra incarnazione.
In tal contesto, quindi, nessun incontro, importante o meno che sia, è casuale. Ci circondiamo esattamente delle persone che sono, in un modo o nell’altro, utili alla nostra evoluzione. A cominciare dai genitori e parenti, proseguendo per partner, amici e conoscenti. Quelli che ci piacciono di più sono ovviamente coloro in cui riconosciamo parti di noi che apprezziamo maggiormente o con i quali condividiamo le medesime idee sulla vita e il medesimo approccio alla quotidianità. Viceversa, quelli che non sopportiamo o mal digeriamo sono quei soggetti che riflettono i profili di noi che deprechiamo o le cui convinzioni confliggono fortemente con le nostre. Sono tutti specchi, che ci mostrano chi siamo, come siamo diventati, come dovremmo essere oppure no.
Si fa un gran parlare a tal proposito di “incontri karmici”, “anime gemelle” e “fiamme gemelle”, ma mi preme in questa sede sfrondare la questione dagli aspetti romantici e favolosi. Gli “incontri karmici” arrivano a noi per sciogliere questioni irrisolte in altre vite. In senso lato, sono utili a completare esperienze che, sul piano relazionale, non hanno avuto la possibilità di esprimersi in maniera esaustiva. Va da sé che si può
16 Ho ripreso un termine utilizzato da Carl Gustav Jung. Questi fa riferimento all’“ombra” proprio perché è una parola che dà l’idea di vaghezza, di un qualcosa di evocativo e nel contempo sfuggente. Esprime l’insieme dei contenuti e delle esperienze che rigettiamo, spediamo nell’inconscio o che impediamo di far affiorare dall’inconscio, perché non le comprendiamo e/o ci fanno paura. È costituita dagli aspetti della coscienza e del vissuto con i quali non vogliamo o non sappiamo fare i conti e che sono pertanto oggetto di meccanismi di esclusione.
trattare di figure dello stesso sesso o meno e/o di età diverse. Mia moglie e mia figlia, per esempio, sono state incontri karmici. In una canalizzazione del 2013 è emerso chiaramente:
Nel 1540 vi è stato di te il non riuscir a portare a termine il piano divino, a causa di una morte prematura, avvenuta a causa delle forme medianiche che ti appartengono, dove l’accusa per stregoneria, diavoleria e di contatto col maligno ti hanno visto essere giustiziato a Lucca attraverso una feroce tortura, che ha visto spezzarti le braccia, sia a livello della struttura ossea che muscolare e poi essere stato bruciato sul rogo.
Di quella vita fa parte tua figlia, di quella vita fa parte la persona che ti ha iniziato – perché vi era una collaborazione con lei – e fa parte tua moglie, perché ti aveva in quell’esistenza partorito e, di conseguenza, era stata un punto di riferimento per te e successivamente anche un “appoggio”, per consentirti di fuggire ed evitare di morire, proprio perché vi era la volontà di voler utilizzarti come capro espiatorio di un insieme di cose che potessero mantenere il regime di prosperità nelle mani di pochi, attraverso quella forma e struttura generata nella terra.
E tua figlia è stata insieme a te bruciata sul rogo, perché anch’essa accusata di eresia dove a causa della sua bellezza e del tuo stesso talento ha condiviso purtroppo lo stesso destino, seppur non vi era una parentela tra di voi.
Ecco perché in questa vita vi è come il bisogno in un certo senso di prendere contatti con tutto quello che è stato interrotto, ma in una modalità che non ti veda nel servizio, ma a servizio della luce e quindi di non dover subire nuovamente tutto quello che ne è conseguito nella possibilità di manifestare talenti e attitudini. […]
Questa vita è stata poi in un certo senso connessa e legata a quella che hai vissuto successivamente nel 1700 con le altre due creature, ma in questa non vi era tua figlia e di questa vita non vi è niente che ti devi portare da risolvere, perché quello che si è concretizzato ora ha sciolto il karma e ha permesso a te la continuità di vedere generativamente creare qualcosa di
tuo e qualcosa di suo che già vi apparteneva e che vi è stato impedito. […]
Vi sono stati però anche altri incontri, che per motivi diversi non hanno avuto, in tutto o in parte, gli sviluppi auspicati, ma perché, semplicemente, non ne avevano bisogno. Riconoscere un’“anima gemella” è altrettanto importante, perché questa costituisce la parte mancante di noi stessi. Due anime che si completano l’un l’altra. Il simbolo del TAO può essere utile per comprendere questo concetto: due sezioni sinusoidali che si integrano in unica sfera, dove ciascuna contiene il principio (sferico) dell’altra. Anche in questo caso la controparte può essere dello stesso sesso o meno, avere età similare o differente. In ogni caso l’incontro comporta un innalzamento di frequenza, con la crescita rigogliosa dei propri doni e talenti.
Le “fiamme gemelle” sono invece due parti di una stessa anima, di cui una è sempre “maschile” e l’altra è sempre “femminile”. In questo caso l’unica variabile può essere costituita dall’età.
In tutti e tre i casi non sempre all’incontro consegue, quindi, sul piano della materia, una relazione duratura nel tempo, stretta o intima. Può capitare l’opposto. La verità è che sono
tutte “attivazioni”, che riceviamo per “fare Anima” in questa vita, cioè per sperimentarne la pienezza, l’intensità, costituita da sentimenti ed emozioni, che solo in questa dimensione terrena è possibile provare.
Sto ancora cercando di capire se ho conosciuto la mia “anima gemella” e la mia “fiamma gemella”, perché non sono ancora sicuro che determinati incontri e le relative accelerazioni interiori siano riconducibili a determinate persone, identificabili con queste figure.
Comunque, credo che l’Universo ci inviti a interpretare tanti diversi “ruoli”, in numerosissime “rappresentazioni” umane, pertanto non ci sarà mai per ciascuno di noi una scelta giusta o errata, una vita spesa bene o un’altra meno, un incontro idoneo o inadeguato, ma solo diversi infiniti campi di probabilità, recanti differenti opportunità, che si tradurranno nella realtà come la nostra Anima vorrà. Tutto il resto, come detto, sono solo specchi.