Londra

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Walter Tripi    Londra

Walter Tripi nasce a Pistoia nel 1989. Cresce con la passione per la lettura, suona la chitarra e si interessa di politica. A fine 2012 esce la sua prima raccolta di componimenti poetici, L’Apnea (Fondazione Mario Luzi), mentre del 2013 è la raccolta di racconti Residui Solidi (Edizioni della Meridiana). Attraverso il proprio blog, www.ilfintocolto.it, elabora costantemente temi e forme diverse di scrittura, facendo convivere la lirica con il gioco e l’ironia.

euro 8,00

Walter Tripi

Lo spirito di una città che diventa preghiera laica, miniera di pensiero e ricordo. Scritta in parte a Londra e in buona parte pensando Londra, in questa lirica si scava nell’intelletto, ci si perde in una meditazione rapida e immediata, dettata dalle percezioni e dall’intuizione. In Londra la città diviene la sua pioggia incessante di sensazioni: i suoi angoli sono ricordi, i suoi personaggi e le sue strade sono stati d’animo, le sue storie sono viaggi in ciò che esiste dentro e mai si potrà vedere da fuori, in qualunque parte del mondo.

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Editrice Fiorentina



Walter Tripi

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Editrice Fiorentina


Š 2014 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice isbn 978-88-6032-282-1 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata


Alla ragazza del Tesco Express che, secondo me, ha capito



londra



Il “Gap” Qui ho conosciuto un Dio, i Gesù Cristo e il loro odore qui, terra d’archetipo e patria qui ho visitato Kennington, per Ponton sconosciuta sfere di vetro attraccate al cielo a spillare litri di solitudine e d’assedio. Ho visto il medioevo, il calamaio, il mio primo bacio e non c’ero per nessuno, neanche per me. Ho visto le figlie degli altri, sono stato. Qui, io testimone oculare di testimoni del peccato peccatori. Qui ho accolto come fratelli i pianti di un Dio, l’ho consolato. Qui ho giocato con mia madre bambina e ho perduto e riperduto il tempo. Da queste parti, aggirandosi, ho visto la notte divisa fra più gole, schiva sulla riva dell’universo, la trachea del giorno. Ho visto draghi e principesse a rincorrerli sulle dune dell’autunno sulle parole vecchie, vinte, vintage,

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su di loro ho visto cadere la voce inciampare e morire senza aver convinto nessuno. Qui, da queste parti, ho visto vagare Dio e gli spiccioli risuonavano nella custodia, battendo come denti freddi all’alba mentre a ritmo di milza scandiva i ricordi, in punto di vita. E a capo. Ho visto, qui, cubi solitari, consumare i colori sfrecciando lungo la vallata perduta dell’attesa e poi giù correre ancora, nei parchi della regina del gemere sotto l’acqua, il languore, una ninfa. All’angolo della strada ho visto un gatto e poi è scomparso. Ho visto sparire il sole e l’ho visto farsi spazio in battaglia campale con la nebbia sparsa sugli occhi. Ho ascoltato la canzone preferita di un anziano roditore, di un giovane pilota d’ore. Ho ascoltato il grido bambino di un uragano impazzito del nord America, l’ho amato. Che almeno lui toglie. In giro si dice che un giorno, comunque, sarà tardi. Ho inanellato francobolli e cartoline su un filo steso da parte a parte di strade cosparse di te, di persone vuote, tra mura in pietra di case antiche

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Indice

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Il “Gap” Il “Train” La “Platform”


nella stessa collana

Pier Luigi Canzi, Per ripetuto caso, pp. 68, 2008. Giovanni Gut, Senza mai fermarsi, pp. 76, 2010. Carlo Cantagalli, Riverberi. Quarantaquattro sonetti, pp. 68, 2011. Walter Rossi, erfahrung. 140 caratteri in poesia, pp. 60, 2012. Carlo Villa, Eclisside, pp. 100, 2013. Emma Pretti, Un guaio che non è stato preso in esame, pp. 100, 2014.



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