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quaderni aldo palazzeschi
Antonio Vinciguerra
E 16,00
Purismo e antipurismo a Napoli nell’Ottocento Antonio Vinciguerra
Nella prima metà dell’Ottocento Napoli fu un centro particolarmente attivo e importante per la produzione lessicografica e per la riflessione sull’italiano. Anche nella capitale borbonica, seppur con qualche ritardo rispetto all’Italia superiore e centrale, prese vita un accanito dibattito intorno al purismo fra i sostenitori di opposte concezioni della lingua, specialmente in seguito alla pubblicazione di quella “Crusca partenopea” che fu il Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti (1841) e del suo contraltare: la Propostina di correzioncelle al gran Vocabolario domestico di Basilio Puoti (1842-1844) di Emmanuele Rocco, che faceva il verso alla Proposta montiana. Il presente volume ricostruisce questo scontro e le relative polemiche, che videro protagonista anche Luigi Settembrini, con l’intento di riportare alla luce un tassello rilevante, ma poco noto, della grande “questione della lingua” nell’Ottocento e di mostrare la complessa e aperta vitalità della cultura napoletana preunitaria. Nell’appendice documentaria si pubblica la parte più significativa della Propostina di Rocco, corredata da un fitto apparato di note, e un’edizione critica del Gozzi, dialogo di Luigi Settembrini conservato tra le “Carte Pessina” della Biblioteca Nazionale di Napoli, scritto dal letterato e patriota napoletano in difesa del vocabolario puotiano, ma rimasto inedito per volontà dello stesso Puoti.
Purismo e antipurismo a Napoli nell’Ottocento
Antonio Vinciguerra si è laureato in Storia della lingua italiana all’Università di Firenze, dove ha poi conseguito il Dottorato di ricerca in Filologie e Linguistica. Dal 2008 è redattore del Lessico etimologico italiano (LEI) e dal 2013 è assegnista presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze; ha svolto inoltre attività di ricerca presso l’Accademia della Crusca. Si occupa prevalentemente di lessicografia e lessicologia italiana e dialettale, di lingua della politica.
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centro di studi ÂŤaldo palazzeschiÂť UniversitĂ degli Studi di Firenze Dipartimento di Lettere e Filosofia
quaderni aldo palazzeschi nuova serie
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La collana ospita ricerche di area italianistica compiute da allievi dell’Ateneo fiorentino, giudicate meritevoli di pubblicazione dal Consiglio Direttivo del Centro di Studi «Aldo Palazzeschi». L’Università di Firenze intende in questo modo onorare la memoria e la patria sollecitudine di Aldo Palazzeschi, che l’ha costituita erede del suo patrimonio ed esecutrice della sua volontà.
Antonio Vinciguerra
Purismo e antipurismo a Napoli nell’Ottocento
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Il volume beneficia di un contributo a carico dei fondi del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Centro di Studi «Aldo Palazzeschi», Università degli Studi di Firenze
© 2015 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-348-4 issn: 1721-8543 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata In copertina: Gaetano Gigante, Via Toledo dalla Piazza dello Spirito Santo, 1837, Napoli, Museo di S. Martino (Fototeca della Soprintendenza Speciale per il PSAE e per il Polo Museale della Città di Napoli e della Reggia di Caserta)
a mamma e papĂ
indice
premessa 11 opere citate per abbreviazione
15
i. basilio puoti e il purismo a napoli
19
ii. le polemiche intorno al «vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di basilio puoti»
47
48 54 64
1. L’attacco di Gaetano Valeriani 2. La guerra letteraria di Emmanuele Rocco 3. Luigi Settembrini difensore del Puoti
appendici avvertenza e criteri di edizione
71
i. dalla «propostina di correzioncelle al gran vocabolario domestico di basilio puoti» di emmanuele rocco
75
Al lettore Isagoge Osservazioni Giunte di vocaboli trovati sopra lavoro Osservazioni sugli autori citati dal Puoti Conchiusione
75 76 86 119 122 126
2. gaspare gozzi. dialogo
129
inserto iconografico
173
indici Indice dei nomi Indice delle parole e delle espressioni notevoli
185 193
premessa
Il Regno di Napoli sembra non venir quasi sfiorato dalla incandescente ondata di polemiche linguistiche che nel corso dell’Ottocento, movendo dalla Milano della «Biblioteca italiana» e della Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca del Monti, aveva acceso il dibattito intorno all’italiano nel resto della Penisola. Nonostante fosse una delle maggiori centrali del tradizionalismo purista, la “Scuola di lingua italiana” fondata a Napoli dal marchese Basilio Puoti suscitava infatti considerazione e rispetto, tanto da costituire un faro per la gioventù liberale e da esser meta di pellegrinaggio per molti, perfino per un classicista come Leopardi. Tuttavia, anche all’ombra del Vesuvio, seppur con qualche ritardo rispetto alla guerra fra lombardi e toscani e con tono e con mezzi ben diversi, si scatenò un aspro contrasto intorno al purismo fra i sostenitori di opposte concezioni della lingua, specialmente in seguito alla pubblicazione di quella “Crusca partenopea” che fu il Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti (1841). Questo scontro e le relative polemiche, che coinvolsero oscuri pedanti e personaggi di spicco, erano destinati a cadere nell’oblio dopo l’unificazione nazionale e la creazione di un’aureola mitica intorno al Puoti, come padre nobile del liberalismo napoletano, con l’encomiastico ritratto che ne fece De Sanctis ne L’ultimo de’ puristi. Ma, anche se non è facile coglierne appieno il senso e la portata attraverso i documenti che ne sono rimasti, ho creduto utile riportare alla luce questo tassello apparentemente marginale della grande “questione della lingua”, perché ci mostra la complessa e aperta vitalità della cultura napoletana preunitaria, facendoci comprendere meglio certe costanti della sua ideologia linguistica e l’importanza
12 purismo e antipurismo a napoli nell’ottocento
della lessicografia meridionale anche come banco di prova di quella ideologia. Il presente lavoro prende avvio proprio dalla storia e dall’analisi del Vocabolario puotiano: un’opera che risulta pienamente ispirata agli ideali linguistici e civili che animarono il purismo napoletano, e grazie alla quale il Puoti forse sperava anche di lasciar traccia di sé negli annali della grande lessicografia italiana. Tale vocabolario, tanto rigorosamente puristico da richiamarsi esplicitamente e continuamente all’Accademia della Crusca come «supremo tribunale della favella», troppo altero e tutto sbilanciato sul toscano letterario trecentistico e cinquecentistico a scapito del napoletano, non mancò però di suscitare critiche e attacchi. Il fronte “antipurista” fu rappresentato principalmente da due giornalisti-vocabolaristi: il romagnolo Gaetano Valeriani (venuto a Napoli nel 1836 per sfuggire le persecuzioni politiche del colonnello Freddi) ed Emmanuele Rocco, i quali, qualche anno prima, avevano partecipato a un’altra impresa lessicografica napoletana: il Vocabolario universale italiano comunemente detto “Tramater” (1829-1840), che era stato a sua volta criticato dal Puoti per aver accolto troppe voci neologiche e forestiere. In particolare Rocco, con la sua Propostina di correzioncelle al gran Vocabolario domestico di Basilio Puoti (1844) (che qui ripubblico parzialmente in appendice) – ispirata chiaramente alla Proposta montiana – si propose di mettere alla berlina il Puoti e la sua opera, al punto da indurre Luigi Settembrini, appassionato frequentatore della scuola puotiana, a intervenire in prima persona a difesa del maestro, scrivendo un dialogo «ben impepato», il Gozzi, nel quale la polemica linguistica si estende a toccare anche temi di carattere civile e politico. Questo scritto del Settembrini rimase tuttavia inedito per volontà dello stesso Puoti, il quale temeva che potesse causare dei fastidi al suo discepolo, da poco uscito dal carcere e tenuto sott’occhio dalla polizia borbonica. Il manoscritto del Gozzi (conservato presso la Biblioteca Nazionale di Napoli) costituisce senza dubbio un documento di notevole valore, non solo al fine di una più completa ricostruzione delle accese discussioni che si svolsero a Napoli intorno al vocabolario del Puoti, ma anche perché ci restituisce una testimonianza diretta della formazione puristica del giovane
premessa 13
Settembrini, e perciò mi è parso opportuno riproporlo nel presente volume, pubblicandone un’edizione critica. Come si comprende, sullo sfondo di queste vicende si agitano aspirazioni ideali e speranze politiche contrastanti e c’è la Napoli di Ferdinando II: una città che si rivela un centro particolarmente attivo anche per la produzione lessicografica e per la riflessione linguistica sull’italiano e sul dialetto, e dove si formano personaggi che, seppur in modi e per ragioni differenti, avranno un peso rilevante nelle vicende culturali dell’Italia unita. Una versione ridotta di questo lavoro è apparsa a puntate nella rivista «Lingua nostra», diretta da Andrea Dardi e Massimo Fanfani (ai quali va la mia gratitudine), fra il 2012 e il 2013. Qui, oltre ad avere integrato e rielaborato parti del testo e dell’appendice documentaria, ho aggiunto degli indici finali per i nomi e le forme trattate.