Lezioni di cinema e di regia

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biblioteca di letteratura 21

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Antonio Carlo Vitti attualmente insegna storia del cinema italiano presso l’Indiana University in Indiana. Si occupa di letteratura moderna, d’immigrazione e di storia del cinema. Ha pubblicato saggi e monografie su vari registi italiani e vari periodi del cinema.

€ 20,00

Lezioni di cinema e di regia a cura di Antonio Carlo Vitti

fia un’attenzione particolare, non soltanto per l’elevata qualità della produzione nazionale ma anche perché il cinema è lo specchio più eloquente e immediato d’un ambiente sociale, dei suoi costumi, dei suoi problemi, delle sue aspettative. Perciò esercita un forte potere d’attrazione, sia per il semplice spettatore sia per chi desidera conoscerlo in maniera più diretta, attraverso una libera conversazione con chi lo sogna, lo vive e lo produce.

Lezioni di cinema e di regia

Le interviste riunite in questo volume per iniziativa e cura di Antonio C. Vitti offrono un ampio, movimentato, inedito panorama del cinema italiano, dall’età del neorealismo fino ai tempi attuali. Lo scopo del curatore è di superare la distanza tra autore, pubblico e studiosi di cinema, con l’intento programmatico anche di superare una distanza fisica e intellettuale. Nel campo artistico e culturale italiano, spetta alla cinematogra-

Antonio Carlo Vitti



biblioteca di letteratura collana internazionale diretta da Gino Tellini

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Lezioni di cinema e di regia a cura di Antonio Carlo Vitti

SocietĂ

Editrice Fiorentina


© 2013 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-256-2 issn: 2036-3559 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata Le foto presenti in questo volume provengono dall’archivio privato del curatore e dagli archivi dei registi intervistati e sono pubblicate per gentile concessione In copertina: Erico Menczer (si ringrazia il figlio Fil Menczer per la gentile collaborazione)


A tutti quelli che amano il cinema e non saprebbero vivere altrimenti



Indice

xi Prefazione

lezioni di cinema e di regia

3

Gianni Amelio

29

Marco Amenta

47

Renzo Badolisani

57

Enrico Bernard

69

Claudio BondĂŹ

77

Mimmo Calopresti

93

Guido Chiesa

105

Sergio Colabona

111

Salvo Cuccia

131

Giuseppe De Santis

159

Carlo Lizzani

171

Erico Menczer

185

Francesco Munzi

195

Francesco Rosi


209

Andrea Salvadore

213

Giovanna Taviani

221

Vittorio Taviani

239

Giuseppe Tornatore

255

Roberta Torre

277

Tonino Valerii

299

Carlo Verdone

311

Vito Zagarrio

317 Indice dei nomi


Prefazione

In un’intervista al regista canadese Paul Higgis, che nell’ottobre 2012, spinto dal suo amico Giuseppe Tornatore, si apprestava a girare a Cinecittà il suo nuovo film The Third Person (2014) su tre storie, tre coppie e tre fasi dell’amore, mi ha colpito molto una frase, a proposito dell’Italia: «Amo così tanto questo paese che il mio sogno è di diventarne un giorno cittadino onorario». Nell’intervista ha aggiunto di apprezzare il lavoro artistico cinematografico che si fa in Italia e di voler dare il suo contributo a un paese in crisi, volendo anche capire le cause di questa crisi. Riferendosi direttamente alla cultura italiana, il regista canadese ha espresso anche la sua forte ammirazione per il cinema italiano contemporaneo. Vivendo all’estero ho visto che molti film girati da registi stranieri che si avvicinano all’Italia spesso non riescono a sfuggire agli stereotipi più comuni, anche perché lo stereotipo fa parte delle attese del grosso pubblico internazionale e delle strategie commerciali. Queste riflessioni mi hanno spinto a terminare un mio vecchio progetto, orientato a far conoscere il cinema italiano partendo dal suo cuore, attraverso una serie di incontri con alcuni protagonisti. Da ammiratore e studioso d’un cinema che non ha niente da invidiare alla produzione di altri paesi, ho pensato di far vivere direttamente la cultura cinematografica italiana dando la parola a una schiera di autori di cinema, documentari e fiction, diversi per età e formazione, provenienti dalle più varie latitudini della penisola; dal Nord al Centro al Sud. Mi sono rivolto ai registi senza intermediari, poiché sono loro i veri protagonisti. Desideravo sapere come


xii    lezioni di cinema e di regia

hanno scoperto di voler fare cinema e come hanno acquistato un proprio stile. Volevo scoprire i film che li hanno influenzati e il significato stesso che attribuiscono al cinema, con le molte responsabilità che vengono da questa difficile e appassionante professione. Volevo sapere a quali registi si sono ispirati, come scrivono le loro storie, come lavorano con gli attori, con le attrici, con gli sceneggiatori, con i direttori di fotografia e come questo lavoro sia cambiato negli anni. La mia curiosità nasceva anche dal voler sapere come evitano le imposizioni commerciali di un’arte spettacolare dominata dal denaro e dal guadagno senza evadere la realtà e la responsabilità di creare un cinema personale. Ho intervisto registi appartenenti a epoche diverse per sapere come è cambiato il modo di fare cinema, di concepirlo, di scriverlo e di viverlo. Per scoprire quanto il cinema contemporaneo sia rimasto fedele al grande cinema del dopoguerra che servì a ridare dignità alla nazione sconfitta ma che creò anche un nuovo stile cinematografico. La mia curiosità nasceva anche dal volere sapere in che modo il cinema italiano del passato, che evoca ancora passioni nel mondo, sia anche un’eredità pesante per i registi di oggi. Oggigiorno sembra che la cultura sia un lusso che possiamo permetterci soltanto quando avremo risolto tutti gli altri irrisolvibili scompensi finanziari ed economici. Allora, per parte mia, ho voluto reagire, far qualcosa, chiamare direttamente a raccolta, ma senza però dirlo esplicitamente, i registi che creano cultura, per condividere con loro la passione per il cinema. Ho voluto tendere la mano e difendere il diritto alla cultura e alla sua diffusione con un piccolo contributo personale, collegandomi direttamente dall’altra parte dell’oceano con i cineasti italiani, consapevole di poter fare qualcosa per non farsi cancellare dalle regole ferree del mercato e dell’austerità economica. Sono fortemente convinto che spesso quello che manca al cinema italiano è la visibilità e non la creatività. Manca la forza di trovare il modo di distribuirlo anche fuori dai grandi centri metropolitani e di portarlo, tanto per restare dove vivo, in periferia; nel cuore dell’America, dove molti sognano tutto quello che nel loro immaginario appartiene al mito italiano come nel film Break Away diretto da Peter Yates. Sono partito dalla consapevolezza che il cinema italiano ha ancora molto da offrire dopo il grande fenomeno culturale del dopoguerra, come mostra la rinascente creatività delle gio-


prefazione   xiii

vani leve e delle nuove registe e dei tanti documentari usciti negli ultimi anni. È stata una vera gioia per me, dopo aver visto e studiato i film di questi registi, riflettere insieme sul loro lavoro e su come sviluppano la propria creatività. Sentirli parlare della loro esperienza con passione per poi comunicare agli altri i loro propositi e le loro idee. Le conversazioni sono state fatte senza formalità e sono trascritte fedelmente. Sono l’esito di un progetto coltivato nel tempo e sostenuto da incontri sul cinema che ho organizzato in Italia e negli Stati Uniti. Per me è stata una straordinaria esperienza e voglio ringraziare tutti i cineasti che hanno collaborato e senza disappunto anche quelli che non hanno avuto il tempo per rispondere alle mie domande. Vorrei ringraziare l’amico Gino Tellini che ha accettato di pubblicare il volume e che mi ha sollecitato a portarlo a termine. Antonio C. Vitti Bloomington, Indiana


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