Costruzione del ponte sull’Onizzetto vecchio nel 1936 (Foto Archivio Storico Comunale)
Presentazione Dal 10 giugno 2011 per tre giorni la sala consiliare del Comune di Leno ospita la mostra “ACQUA - sorgenti, fontanili, seriole nella campagna leneseâ€?. L’esposizione riunisce le belle mappe dei quattro comprensori delle acque irrigue comunali disegnate dall’ing. Giovanni Barbera a metĂ del secolo XIX. Si tratta di documenti unici dell’Archivio storico comunale che l’Amministrazione intende far conoscere a tutti cittadini di Leno e ai visitatori occasionali. Il percorso espositivo, breve ma denso di riferimenti storici e locali, presenta il territorio comunale, campagna e centro urbano, entrambi innervati di sorgenti, fontanili, corsi d’acqua, fossi, seriole, canali, rogge, torrenti, ponti, mulini, attraverso un’immagine particolarissima, non lieve e piuttosto impegnativa, che parla la lingua GHOOD FDUWRJUDĂ€D VWRULFD /¡DSSXQWDPHQWR q XQ IRUWH ULFKLDPR GXQTXH per gli esperti e, sicuramente, una curiositĂ per tutti. )DUj GD FRUROODULR DOOD PRVWUD OD YLVLRQH GL IRWRJUDĂ€H VFDWWDWH SHU LOOXVWUDre, in altro modo, i luoghi dell’acqua e le presenze che persistono ancora oggi nel paesaggio lenese a raccontare frammenti della nostra storia. I quattro comprensori delle acque irrigue comunali Durante il secolo XIX i comuni della pianura bresciana, proprietari ab antiquo dell’acqua destinata all’irrigazione delle campagne, avviarono XQD UHYLVLRQH GHL FRUVL G¡DFTXD DWWUDYHUVDQWL L ORUR WHUULWRUL DO Ă€QH GL ULQsaldare i propri diritti evitando l’insorgere di liti con i possidenti terrieri e di riorganizzare in modo piĂš razionale l’irrigazione delle campagne. ,O &RPXQH GL /HQR FKH Ă€Q GDO VHF ;,9 WUDHYD GDOO¡DIĂ€WWR GHOO¡DFTXD LUULJXD LO VXR SULQFLSDOH UHGGLWR IHFH PROWR GL SL GL XQD VHPSOLFH YHULĂ€FD Il reticolo idrico comunale di eccezionale vastitĂ comportava l’obbligo di un riesame particolareggiato e preciso in vista delle necessarie boniĂ€FKH LQ DUHH GHVWLQDWH DOO¡DJULFROWXUD FKH SURJUHVVLYDPHQWH GLYHQWDYD GL tipo intensivo, e dell’assegnazione di ore d’acqua a vecchi e nuovi utenti secondo tariffe aggiornate.
Nel 1840, l’ing. Giovanni Barbera, bresciano di origine nobile, venne incaricato di redigere il catasto delle acque di Leno. Un lavoro molto impegnativo che l’ingegnere realizzerà in parte a tavolino ma, soprattutto, muovendosi nella campagna lenese, camminando lungo i vasi irULJXL PLVXUDQGR DSSH]]DPHQWL ÀVVDQGR FRQÀQL FDOFRODQGR OD SRUWDWD GHOO¡DFTXD GHL GLYHUVL IRVVL OH RUH H L PLQXWL GL à XVVR GHOO¡DFTXD DIÀWWDWD ai singoli proprietari di campi, disegnando bocche, partitori, ponti, immissari e emissari di rogge. Il territorio comunale fu suddiviso secondo quattro comprensori irrigui ai quali venne attribuito il nome della roggia iniziatrice di un percorso che, col passare dei secoli, si era trasformato in un’articolata rete di fossi e seriole minori: Comprensorio I della Seriolazza, Comprensorio II del Naviglio, Comprensorio III della Benvenuta, Comprensorio IV della Bassina. ,O ULVXOWDWR GHO ODYRUR GHOO¡LQJ %DUEHUD q UDSSUHVHQWDWR GD XQ FRPSOHVVR di documenti di grande pregio che fermano, a metà del sec. XIX, l’immagine del territorio comunale e della sua società agricola in corso di trasformazione. Primi fra tutti sono i fogli di mappa dei quattro comprensori che sono HVSRVWL LQ PRVWUD /D WHFQLFD GHOOD UDSSUHVHQWD]LRQH GHO WHUULWRULR q mutuata dal catasto austriaco e prima ancora dalla mappa napoleonica. 'XQTXH LO FDWDVWR DFTXH q JHRPHWULFR H SDUWLFHOODUH $FFDQWR DOOH PDSpe, i registri che descrivono il percorso delle rogge, tratto dopo tratto, D SDUWLUH GDOOD URJJLD SULQFLSDOH FKH RULJLQD VHPSUH DO FRQÀQH FRQ L comuni viciniori di Ghedi e Bagnolo Mella. /D GHVFUL]LRQH GHO VLVWHPD LUULJXR q DFFXUDWLVVLPD H SUHFLVD RJQL FRUVR G¡DFTXD VHFRQGDULR KD XQ SURSULR QRPH H OR VWHVVR q SHU OH VRUJHQWL ULsorgive, i fontanili, le bocche idrauliche, i luoghi di divisione dell’acqua, i mulini, i ponti. Le rogge lungo il loro percorso si arricchiscono di nuova acqua proveniente dalle sorgenti di pianura e si distribuiscono, attraverso la moltiplicazione di rami, sulla totalità della campagna innervando angoli asciutti, raggiungendo cascine e muovendo mulini per riversarsi in altri FRUVL G¡DFTXD ROWUH L FRQÀQL FRPXQDOL LQ XQ ULQQRYDWR H SHUHQQH FLFOR irriguo. /D GHVFUL]LRQH QRQ q XQ HVHUFL]LR GL DELOLWj SHU O¡LQJ %DUEHUD EHQVu ÀQDOL]]DWD DOOD UHYLVLRQH GHOOD UXRWD JHQHUDOH GL RUH H PLQXWL GHVWLQDWL DOO¡LUULJD]LRQH H GHOOH TXRWH G¡DIÀWWR GHOO¡DFTXD DOO¡DVVHJQD]LRQH GHOOD manutenzione degli argini e dei manufatti esistenti lungo i canali. 2JJL LO UHWLFROR LGULFR GHO &RPXQH GL /HQR q LQ JUDQ SDUWH WUDVIRUPDWR molti canali si sono prosciugati, di nuovi ne sono stati scavati e altri ancora scorrono interrati e coperti dal suolo stradale. Tuttavia, come in passato, la campagna rivendica il proprio diritto all’uso dell’acqua corrente e libera per poter prosperare e dare i suoi frutti. La buona conservazione di questo patrimonio naturale diviene un impegno forte H XQD VÀGD SHU LO IXWXUR GHOOD 7HUUD Giuseppina Caldera