Cascina Mirabella

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NOTIZIE STORICHE La Cascina Mirabella è una delle più belle cascine lenesi, è situata appena fuori dal paese a lato della provinciale Leno-Manerbio. Prese il nome dai conti Langosco di Mirabello. Il complesso originariamente comprendeva numerosi fabbricati realizzati in epoche diverse dal XIV al XV secolo: la casa padronale (vedi foto n°7), di un certo pregio architettonico, con decorazioni e affreschi, la casa del massaro, le abitazioni dei salariati, stalle, fienili, porcili e pollai. Il cascinale è stato abitato fino al 1988 e l’azienda agricola ha continuato l’attività fino al 1993. Alla casa padronale era unita una chiesa (K)dedicata a S. Bernardo, oggi sconsacrata. Entrando nella chiesa si respira un’atmosfera gotico-fiorita, anche se leggermente ritardata nel tempo. Dal punto di vista architettonico risulta chiara l’impostazione spaziale del dialetto gotico-lombardo, specialmente nella scansione del bacino absidale con copertura a vele ogive accentuate dai costoloni anche troppo aggettati, ma non organicamente risolti (vedi foto 7-12-13). L’edificio, in fase di ristrutturazione, è proprietà privata con destinazione residenziale. Possiamo trovare due diverse tipologie di copertura: quella a capriate lignee, con terzere, travetti, listellatura longitudinale e manto in coppi e quelle a volta mattoni ( vedi foto 11). I vari fabbricati presentano diverse configurazioni: partendo dalla più semplice a pianta rettangolare, fino ad arrivare ad una pianta ad “L” oppure ad “U”. Le murature presentano la stessa tipologia costruttiva in mattoni, con pilastri e campate parzialmente tamponate. Interessante è il muro a nord (vedi foto n° 14) che presenta una muratura listata con corsi di mattoni regolari intervallati da file di ciottoli disposti a spina di pesce. I solai si presentano a volte a crociera ad ombrello nei corpi rivolti a sud, mentre sono lignei con travetti e tavolame nel corpo rustico rivolto a nord. Le finiture superficiali sono realizzate con intonaco e malta di cemento o calce tinta. Il palazzetto nobile presenta decorazioni ad affresco all’esterno dei prospetti e nel salone al piano terra. Sono presenti anche interessanti camini in aggetto, internamente di semplice fattura con cornice e mensola in pietra (vedi foto 3). Le finestre non presentano strombature, ma hanno semplice profilo rettangolare .

A I tre corpi di fabbrica disposti ad “U” delimitano una piccola corte, i cui prospetti sono gradevolmente movimentati dal cambio di quota dei fabbricati e dai rapporti pieni e vuoti delle facciate ritmate dai pilastri degli edifici agricoli.

B I corpi di fabbrica disposti a “L” costituiscono un interessante palinsesto storico, dove i cambi di quota dei fabbricati, i rapporti di pieni e vuoti dei prospetti, gli elementi decorativi ed architettonici contribuiscono alla ricchezza del complesso. Gli spazi sono organizzati per successione di stanze prive di disimpegni (vedi foto 4).

C Il lungo corpo di fabbrica presenta le tracce delle fasi di ampliamento, documentati dai cambi di altezza dell’edificio. Il corpo centrale rivolto a nord è caratterizzato da un porticato; oltre l’attuale piano terreno ( stalle) si può ipotizzare di introdurre uno o due nuovi livelli di orizzontamenti nello spazio occupato dai fienili (vedi foto 5).

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Il corpo di fabbrica si presenta architettonicamente unitario: un grande ambiente con portico a doppia altezza addossato al corpo delle stalle (vedi foto 10).

Grazie all’intervento di recupero e restauro è possibile ridare lustro ad un cascinale che ha costituito una presenza rilevante per il territorio, dal Rinascimento al secolo scorso. Infatti nel complesso sono presenti fabbricati dell’800, del ‘700, del ‘600 e via via un susseguirsi a ritroso nella storia fino alla chiesetta trecentesca di San Bernardo. Gli interventi di riqualificazione sono mirati al riutilizzo in chiave residenziale dei fabbricati più significativi attraverso opere di restauro, recupero delle strutture portanti (composte da cotto, terra, ciottoli e calce) e delle colonne in pietra, oltre al riutilizzo per l’orditura del tetto o per la ricostruzione dei solai, delle travi in legno di rovere, dei travetti e delle capriate.


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