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Sandro Mottini

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“In famiglia avevamo solo un paio di sci che usavamo io e mio fratello Benedetto, uno a testa…” Sorride Sandro, un sorriso che trasmette la serenità e la felicità di chi ha vissuto e conosciuto. Una vita certamente con sacrifici e grandi sfide, non sempre facile, ma attraversata dall’entusiasmo e dalla voglia di mettersi in gioco. Prima il panificio di famiglia a sfornare il pane per il paese, poi la scuola alberghiera a Bormio: “Mi interessava anche la pasticceria, per cui andai a farmi un po’ di esperienza in Svizzera, a St. Moritz e sul lago di Costanza. Mi sono avvicinato allo sci intorno ai diciotto anni”. Messi per fare dell’attività fisica che gli era stata consigliata, gli sci lo accompagneranno a lungo. E così nel 1959 si iscrive alla scuola per diventare maestro di sci: “L’esame lo sostenni a Bondone, me lo ricordo bene. La notte scese un metro e mezzo di neve e il mattino, nonostante avessi degli sci lunghi 2 metri e 10 centimetri, riuscii lo stesso a fare quattro curve, con grande sorpresa degli esaminatori”. Negli anni Sessanta lo sci diviene quindi per Sandro una professione e diventa il secondo maestro di sci di Livigno. Sono gli anni delle prime società impianti e dei primi skilift, momenti intensi e ricchi di ricordi. “Da tempo mi dedico alla raccolta di sci vecchi, ne possiedo circa 500 paia - dei quali 150 a disposizione del Comune di Livigno per esposizioni - che raccontano cent’anni di storia di questa disciplina”. Pezzi unici, come quelli che si possono ammirare all’interno dell’hotel e del ristorante Camana Veglia. “Gi arredi che provengono da una baita che si trovava dove oggi c’è il lago di Livigno. L’acquistai per conservarne le parti più belle che risalgono anche al 1600”. L’ultima lezione di sci di Sandro Mottini? Un paio d’anni fa con degli amici, ma non siamo sicuri che sarà l’ultima…

By MIKI VERON

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