Gazzetta dello Sport 25/6/12 | SAS

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

EURO 2012 QUARTI DI FINALE

3’ primo tempo Solo il palo ferma De Rossi Dopo appena 3’ l’Italia potrebbe già essere avanti ma l’esterno sinistro di De Rossi da fuori sbatte sul palo REUTERS

11’ primo tempo supplementare Diamanti sfiora il colpaccio Altro palo nei supplementari: Diamanti disegna un tiro-cross che per poco non beffa Hart REUTERS

IL TABELLONE LA SEMIFINALE CON I TEDESCHI GIOVEDÌ A VARSAVIA

RCS

ITALIA, Gli azzurri dominano gli inglesi Vittoria ai rigori: ora la Germania

L’Inghilterra non punge, pali di De Rossi e Diamanti ma al 120’ è ancora 0-0 Cucchiaio di Pirlo, parata di Buffon, poi il trionfo. Giovedì semifinale a Varsavia DAL NOSTRO INVIATO

LUIGI GARLANDO KIEV (Ucraina)

Siamo sicuri, è stato il cucchiaio di Pirlo a seppellirli. Gli inglesi erano in vantaggio di un rigore per l’errore di Montolivo e Andrea, freddo come una granita, gli ha accarezzato in rete quella meraviglia.

Lì hanno capito definitivamente che non potevano portare a casa la partita, perché troppa è stata la differenza di qualità tra noi e loro. E il dio del pallone a volte esige giustizia con intransigenza. Li abbiamo schiacciati in trappola come topi, li abbiamo presi a pallate per 120 minuti. Non potevamo perdere ai rigori. Infatti

Young ha beccato la traversa, Buffon ha parato Cole e Diamanti ha imbucato la vittoria. Così abbiamo altri ricordi da celebrare, dopo quelli di Berlino. E, come nel 2006, c’è una Germania che ci aspetta in semifinale. Ci andremo senza Maggio (squalificato), con Abate e De Rossi acciaccati. Ma siamo tra le prime quattro

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vittorie ai rigori in 8 occasioni tra Europei e Mondiali. Abbiamo conquistato la semifinale di Euro 2000 (con l’Olanda) e il titolo Mondiale 2006 (Francia k.o.)

d’Europa, ragazzi, noi che due anni fa ci vergognavamo in Sudafrica. Bye bye Gerrard Ma il bello è

come abbiamo battuto l’Inghilterra che ha provato a fare il Chelsea e ora ha altri rigori da maledire. Abbiamo dominato a centrocampo, che è il salotto

buono del calcio, dove le squadre mostrano la loro educazione. Non ci capita spesso. Pirlo sovrano, De Rossi si è ingoiato Gerrard, bravissimo anche Montolivo. Uno spettacolo vedere recuperare tante palle nella loro metà campo. Sempre avanti. Rooney ci ha fatto il solletico, Bonucci ha giocato la partita delle vita. Hanno brillato di meno gli uomini copertina, Cassano e Balotelli, per questo non abbiamo chiuso prima, ma anche loro hanno dato l’anima e cresceranno. Non è notte da bocciature.

Fasce Il primo tempo è nostro, ma come contro Spagna e Croazia, pieno di rimpianti. Ancora una volta non tornano i conti tra quanto creiamo e quanto concretizziamo e ancora una


LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Diamanti ha appena segnato il rigore decisivo, il gruppo azzurro corre a festeggiare la qualificazione REUTERS

5’ primo tempo Johnson trova un Buffon enorme La grande chance inglese arriva in avvio, dopo il palo di De Rossi: un super Buffon ferma l’incursione di Johnson IMAGE SPORT

Ai rigori Il cucchiaio di Pirlo ribalta la serie Pirlo va sul dischetto con l’Italia sotto di un rigore, il suo cucchiaio beffa Hart e ribalta la serie: l’Inghilterra non segnerà più REUTERS

INGHILTERRA

ITALIA

la Moviola

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di FRANCESCO CENITI

2 (4-4-1-1) Hart; Johnson, Terry, Lescott, Cole; Milner (dal 15’ s.t. Walcott), Gerrard, Parker (dal 4’ p.t.s. Henderson), Young; Rooney; Welbeck (dal 15’ s.t. Carroll). PANCHINA Green, Butland, Kelly, Baines, Jones, Jagielka, Downing, Oxlade-Chamberlain, Defoe. ALLENATORE Hodgson. ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno.

(4-3-1-2) Buffon; Abate (dal 46’ s.t. Maggio), Barzagli, Bonucci, Balzaretti; Marchisio, Pirlo, De Rossi (dal 35’ s.t. Nocerino); Montolivo; Di Cassano (dal 33’ s.t. Diamanti), Balotelli. PANCHINA Sirigu, De Sanctis, Ogbonna, Giaccherini, Thiago Motta, Borini, Di Natale, Giovinco. ALLENATORE Prandelli. ESPULSI nessuno. AMMONITI Barzagli, Maggio per gioco scorretto.

GIUDIZIO 777 0-0 AL 120’ SEQUENZA RIGORI Balotelli (It) gol, Gerrard (In) gol, Montolivo (It) fuori, Rooney (In) gol, Pirlo (It) gol, Young (In) traversa, Nocerino (It) gol, Cole (In) parato, Diamanti (It) gol. ARBITRO Proença (Portogallo).

GO! volta il meglio capita a Balotelli: due occasioni sfruttate male. Il meraviglioso palo di De Rossi è sfiga pura. Gli inglesi faticano di più ad avvicinare Buffon, ma il paio di volte che lo fanno trasmettono una spaventosa sensazione di concretezza a noi sconosciuta. Partiamo bene, con sicurezza. Il gran sinistro al volo di De Rossi, dopo tre minuti, era pronto a entrare nella storia passando per la porta, ma sbatte sul palo interno. Si apre però una falla a sinistra. Da lì parte la palla che Johnson arpiona costringendo Buffon al miracolo (5’). Su quel binario lo stesso Johnson si sovrappone a Milner e Balzaretti balla più di sua moglie Eleonora. I lanci di Gerrard allargano il campo anche a sinistra. Temevamo la loro tirannia sulle fasce: eccoci.

Mario Ma è un’impressione,

poi De Rossi fa pronto soccorso a sinistra, Pirlo e i suoi portaborse riportano il palleggio a centrocampo e verso il 20’ il pallino torna in mano nostra. All’ora del tè avremo il 60% di possesso. Ma possedere non basta, bisogna segnare. I movimenti tra le linee di un Cassano atleticamente affannato fruttano poco. Molto meglio le idee in verticale che sorprendono spesso i due centrali difensivi in imbarazzo. Sulla prima parabola di Pirlo, Balotelli ritarda il pallonetto ad Hart, fuori dai pali (25’), sulla seconda di Montolivo va in sforbicia centrale (32’). Gli errori innervosiscono Mario che si becca furiosamente con De Rossi, ma è più solido e presente che nei match precedenti, gli avversari lo sentono. Questa è la via: cercarlo, tenerlo acceso.

La squadra di Prandelli super nel possesso palla ma concretizza ancora poco

Dal dischetto Young prende la traversa e Buffon ipnotizza Cole. Chiude Diamanti

NOTE Spettatori 60.000. In fuorigioco 1-3. Angoli 3-6. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 3’, p.t.s. 1’, s.t.s. 0’.

POSSESSO PALLA

INGHILTERRA 32%

CONTRASTI VINTI

ITALIA 68%

TIRI IN PORTA

I INGHILTERRA 1

INGHILTERRA 52%

Nocerino-gol: c’è fuorigioco giusto annullare Proença chiude il suo Europeo (salvo sorprese, ma con il Portogallo qualificato per la semifinale...) con una discreta partita: sempre vicino all’azione, forse l’unico neo è l’ammonizione ingiusta a Maggio. Nel primo tempo il direttore di gara richiama Rooney che si tuffa sull’entrata di De Rossi (neppure sfiorato l’avversario). Al 38’ Balotelli reclama per un intervento di Terry in area: leggerissimo

ITALIA 48%

TIRI FUORI

IIIIIIIIIII IIIIII ITALIA 11

MOMENTI CHIAVE PRIMO TEMPO 0-0 3’ Gran sinistro di De Rossi al volo: palo. 5’ Johnson riceve in area, miracolo di Buffon. 25’ Da Pirlo a Balotelli con Hart fuori dai pali, ma l’attaccante si fa stoppare il pallonetto. 32’ Montolivo per Balotelli: sforbicia centrale.

Ave, Cesare Anche la ripresa promette bene. Abate ha lasciato la timidezza in spogliatoio e spinge bene. L’Inghilterra sceglie ancora di attendere e ripartire. In 7 minuti tiriamo quattro volte, tre volte nella stessa azione: De Rossi, Balotelli, Montolivo. E sono tutte e quattro palle-gol. Ma quanti tiri vi servono per fare un gol, benedetti ragazzi? Come si fa a non temere di essere puniti per lo spreco quando Hodgson al quarto d’ora butta dentro l’aletta fresca da cross (Walcott) e il pennellone d’area (Carroll)? Prandelli finalmente richiama Cassano (33’) per Diamanti ed è costretto a rinunciare all’ottimo De Rossi (Nocerino), infortunato. Gli acciacchi di Abate impongono anche il terzo cambio (Maggio) prima dei supplementari: non bene. Ma ci conforta un

IIIIIIIIII

INGHILTERRA 6

ITALIA 10

SECONDO TEMPO E SUPPLEMENTARI 0-0 4’ Su angolo, De Rossi mette fuori da due passi. 7’ De Rossi impegna Hart, Balotelli spara sul portiere, Montolivo mette alto. 11’ p.t.s. Palo di Diamanti su tiro-cross. 8’ s.t.s. Da Balzaretti a Diamanti: mette alto.

dato: il gioco, splendido per 93’. Lo ripetiamo nel primo supplementare, condito da un paletto di Diamanti, e nel secondo elettrizzato dal gol di Nocerino: fuorigioco. Poi i rigori della gloria: il primo di Mario all’amico Hart, il cucchiaio sterminatore di Pirlo e la sentenza del dio del pallone. Aver ridotto i maestri inglesi al 35% di possesso palla è una svolta storica che studieranno nei libri di Coverciano, molti capitoli dopo il contropiede. Nessuno ha vinto più di Prandelli nella notte di Kiev, anche con i suoi ragazzi che alla fine vanno ad abbracciare gli avversari. Eleganti con e senza palla. Due anni per crescere ancora, inserire giovani e sfidare il mondo in Brasile. Ma intanto siamo già pronti per l’Europa.

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il contatto, giusto non intervenire. Nella ripresa ci va bene dopo un angolo sulla reciproca trattenuta di De Rossi con Terry: l’arbitro chiama fallo all’inglese, ma forse è l’azzurro a iniziare prima. Al 36’ Barzagli affonda il tackle in modo pericoloso su Young: prende il pallone, ma anche l’avversario. Arriva la prima ammonizione della sfida. Nei supplementari molto discutibile il giallo «pesante» per Maggio (era diffidato): entrata pulita su Young con Proença che prima lascia giocare ma poi su segnalazione dell’assistente ritorna sulla decisione, assegnando la punizione agli inglesi e mostrando il cartellino all’italiano. Al 15’ del secondo tempo annullato giustamente un gol a Nocerino (nella foto), in fuorigioco sul cross di Diamanti.

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012


LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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EURO 2012 QUARTI DI FINALE le Pagelle

di SEBASTIANO VERNAZZA

INGHILTERRA ROONEY NON PERVENUTO, GERRARD CERCA DI RESISTERE, CARROLL NON TIRA MAI 5 7 h l’allenatore Hodgson il migliore Terry

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La stampa «british» criticava Fabio Capello perché italiano e «difensivista» per definizione. «Mister Roy» gode (godeva?) dell’immunità da cittadinanza, però un’Inghilterra così chiusa e rannicchiata in se stessa non l’avevamo mai vista. Spettatori non paganti del bel gioco dell’Italia.

Oh, my God. Che Inghilterra remissiva, tutta difesa e contropiede. Il mondo sembra proprio capovolto.

Fuori campo ha combinato un sacco di guai e sul campo il meglio l’ha forse dato, però il vecchio John conosce il suo mestiere. Il recupero su Balotelli lanciato verso Hart è degno del manuale del bravo stopper. Fondamentale nella ripresa una sua «spizzata» su cross di Abate. Muro portante.

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Hart

Johnson

Lescott

Cole

Milner

Gerrard

Parker

Young

Rooney

Welbeck

Walcott

Carroll

Non dà l’impressione di essere invalicabile. E di riffa o di raffa applica le pezze che servono. Una grossa mano gliela dà Terry, che disinnesca molte mine. Ai supplementari, sul palo di Diamanti, sembra preda di un sonnellino. Ai rigori non fa differenza: il tiro del «Monto” finisce fuori.

Terzino con sembianze da ala. Spinge come un dannato e all’inizio un sacco di problemi ci crea: se non fosse per San Buffon, sarebbe 1 0. Per fortuna sbaglia la scelta dei tacchetti e ogni tre per due finisce a terra perché hanno bagnato l’erba. A lungo andare si esaurisce anche lui.

Non è del livello di Terry. Anzi, pare il panetto di burro della difesa inglese. A lungo si coltiva la speranza che faccia una cavolata e ci va vicino. La scivolata anti Balo su tocco di Cassano gli dà fiducia e Terry lo protegge. Ai supplementari ritorna tremebondo.

Partenza bruciante, come tutta l’Inghilterra. In principio eravamo taglieggiati dalla preponderanza degli inglesi sulle fasce. Cole pareva destinato a luminosa serata. Via via lo scenario è cambiato, con i centrocampisti azzurri a dettare i tempi. E Cole è svanito.

Vale il discorso fatto per Cole. Ammaliante per trenta minuti. La sua palla per Johnson ci ha messo una grande fifa addosso, per non parlare di un doppio dribbling poco dopo. Ammazza, e chi se l’aspettava un Milner così? Poi comincia a perdere olio e Hodgson lo sostituisce con Walcott.

Grande rispetto per l’eterno Gerrard, che perde le personali sfide con De Rossi e Pirlo, e che però lì in mezzo per un’ora fa il suo: cambi di gioco, recuperi, lanci. A ripresa inoltrata si rende conto che non c’è nulla da fare, va sottocoperta e cerca di resistere. Ai rigori non si tira indietro.

Non deve essere facile giocare in mezzo ai vortici creati dai palleggi di Pirlo e compagnia. A furia di correre di qua e di là si consuma, si sfinisce, e presumiamo che Hodgson lo sostituisca per esaurimento energie. Se così non fosse il cambio sarebbe discutibile (Henderson 5,5)

Presente nei primi minuti, quando in tandem con Cole prende di mira Abate e gli fa passare un brutto quarto d’ora. Sembra il preludio a una galoppata, ma è un bagliore, una luce destinata a spegnersi presto. Young costretto a rinculare col passare dei minuti, più scolastico che altro.

Alla fine viene da chiedersi chi l’abbia mai visto in questa partita il grande celebratissimo Rooney. Sì, una volta di testa, con pallone sopra la traversa. L’unica circostanza in cui l’attaccante dello United cerca di graffiare Buffon. Per il resto, nisba. Ai rigori fa il suo dovere.

Acerbo, ma volonteroso. Si guadagna la sufficienza perché non si vergogna di dare manforte in difesa e silenzia due scabrose situazioni davanti a Hart. Quando ci prova al tiro, gli dice male, il pallone finisce alto. Interessanti, ma fuori misura, le «spizzate» per Rooney.

Entra per Milner e non cambia il corso delle cose. Non si ricorda nulla del giovane Walcott. Se ne sta sulla fascia a subire il possesso palla degli azzurri. Da lui Hodgson si aspetta la ripartenza bruciante, la volata squarcia Italia. Niente da fare, non è serata. Si prega di ripassare.

Centravanti scenografico, tutto muscoli e distintivo. Sgomita, si agita, si libra, ma Buffon lo vede col binocolo. Mai pericoloso, la peggior cosa che si possa dire a commento della gara di un attaccante. A sua attenuante il fatto che la squadra lo sostenga poco o niente.

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ITALIA DE ROSSI SFORTUNATO, A MONTOLIVO IL COMPITO PIU’ DIFFICILE, BONUCCI FERMA TUTTI 8 h 7,5

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Padroni contro l’Inghilterra. Catenacciari a chi, cari inglesi? D’ora in poi cambiate registro. E arrossite un po’.

l’allenatore Prandelli

il migliore Pirlo

La rivoluzione culturale è compiuta. Se in un quarto di finale dell’Europeo prendi l’Inghilterra per il collo e la sbatti di qua e di là, significa che il nostro calcio ha svoltato. L’Italia non è più squadra femmina, che fa le fusa e aspetta. «Italy rules», l’Italia governa, per dirla all’inglese.

Contro l’Irlanda si era preso una serata di riposo. Giusto, anche Pirlo ha diritto di staccare. A Kiev si è rivisto il comandante che conosciamo, roba che se a bordo ci fosse stato lui e non Schettino la famosa nave non sarebbe mai affondata. Lo scavetto dal dischetto è lo sberleffo a Sua Maestà.

7,5

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Buffon

Abate

Barzagli

Bonucci

Balzaretti

Marchisio

De Rossi

Montolivo

Balotelli

Cassano

Diamanti

Nocerino

E’ sua la manona che arpiona il tiro da vicino di Johnson. Movimento che ci ha ricordato la pubblicità dell’acqua in cui SuperGigi fa qualcosa di simile. Per il resto sta in souplesse, corricchia su se stesso. Gli inglesi girano al largo. Para il rigore della svolta, quello su Cole.

Per un tempo, anima persa a destra. Young, Cole e Rooney lo puntano e lo tagliano fuori. Sulle fasce l’Inghilterra esercita una naturale superiorità numerica, per ragioni di sistema. Nella ripresa Abate ricomincia a predicare: peccato per i cross nel deserto (Maggio 6).

Ci vuole altro che il giovane Welbeck per spaventare «Barzaglione», maestro nel posizionarsi. Qualche guaio quando gli inglesi trovano i corridoi per puntare la difesa azzurra face to face. Più passano i minuti e più Rooney sbatte contro questo armadio vestito d’azzurro.

Il Bonucci che non ti aspetti. Deciso, ma non sbruffone. Elegante, ma non svampito. Sbroglia più di un intreccio. Non si fa impressionare da Rooney, che al suo cospetto in più di un’occasione rimedia la figura del barilotto. Un Bonucci che cammina sulle sue gambe, senza bisogno di appoggi.

Primo quarto d’ora da incubo. Johnson e Milner lo affettano come un prosciutto. Balzaretti ondeggia, però non si scoraggia. Col passare dei minuti ripiglia colore e molto restituisce, con gli interessi. Gli toccano per giunta i bocconi peggiori, i martellanti Milner e Johnson.

Non lo vedi, ma lo senti. Tesse la tela del suo pressing, è ovunque ci sia bisogno. La nostra superiorità in mezzo poggia sulle sue rincorse. Non si inserisce e non si fa valere al tiro, ma calcolate che siamo a fine giugno: quante maratone ha corso Marchisio in questa stagione?

Come biglietto da visita il sinistro che scrolla un palo di Hart. Avesse segnato, lo avremmo iscritto al concorso del gol dell’anno. «Twitta» alla grande con Pirlo: scambiano palloni e posizioni. Gol sbagliato da due passi, ma è un dettaglio. Esce per acciacchi.

A lui il ruolo più difficile. Chi fa il trequartista muore, nella Nazionale di Prandelli. Il «Monto» però salva la pelle. Prestazione intelligente, metà rifinitore (una gran palla di prima per Balo) e metà mediano (il lavoro sporco). Sbaglia un rigore, ma a questo punto chissenefrega.

Pirlo lo imbocca. «Ragazzo, vai e segna», ma Mario tocca il pallone due volte di troppo e si fa murare da Terry. Perde l’attimo un’altra volta su invito di Cassano, non sfonda la rete in occasione della «tripla», ma tiri in porta 6 volte e si riscatta ai rigori: che freddezza, che precisione.

Aspettando la genialata, che però non gli viene. La fisicità dell’Inghilterra ne mette a nudo la condizione atletica, che è semi fantozzia na. Da salvare l’assist di testa per Balo e un tiro che costringe Hart a goffa respinta. Andava sostituito prima, a lungo abbiamo giocato con un attaccante in meno.

Viene da una carriera in salita. Fino a pochi anni fa remava nel mare magnum dell’ex Serie C. Adesso entra nel quarto di un Europeo, e si concede il lusso di colpire un palo e di segnare il rigore decisivo, come Grosso in Germania. Che sfrontatezza, che personalità. Vai Diamantino.

Quando entra, si trasforma nel pericoloso attaccante che conosciamo. Gli annullano il gol della vittoria: giusto, il fuorigioco c’era, anche se per pochi centimetri, e comunque lui era lì, dove doveva essere. Poi si assume la responsabilità di un rigore pesantissimo e lo trasforma.

GLI ARBITRI:

Proença 6,5 La partita non offre episodi al limite, lui è bravo a tenerla in pungo con credibilità. Quasi tutte le decisioni sono corrette. Miranda 6,5-Santos 6 De Sousa 6-Gomes 6


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

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EURO 2012 QUARTI DI FINALE DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI KIEV (Ucraina)

Raccontava Anton Cechov che, quando in un dramma entra in scena una pistola, state pur certi che presto o tardi sparerà. Noi eravamo partiti dall’Italia con un’arma messa in bella vista, perché nessuno chiedesse pietà: Mario Balotelli. Lui aspettava il momento opportuno per ricordarlo a tutti. Lo ha fatto, non sbagliando quel rigore. Bum: colpito. Ma per innescarlo ci è voluto piombo e polvere da sparo, e quella l’ha fornita lui, il Mito, il capitano: Gigi Buffon, con due parate decisive. Non senza una polemica nel post-partita: «Dopo l’errore di Montolivo ho pensato che dovevo pararne il più possibile, i compagni lo meritavano ed anche io. Perché parlo di me? Se qualcuno ha appena un po’ di lume, lo capisce... Ho molti motivi per essere felice, e qualcuno per essere irritato. In pellegrinaggio? Io faccio tante cose che altri non sanno. Poi un giorno Qualcuno che sta in alto giudicherà».

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ilPersonaggio GIGI BUFFON

I NUMERI

I rigori del capitano: il discorso, un urlo e poi la parata su Cole Il portiere azzurro spinge i compagni: «Ragazzi, andiamo a vincere!» Va a consolare Hodgson. E si sfoga: «Sono felice ma anche irritato» IL PROGRAMMA

E tra due mesi bis con gli inglesi

Girotondo di gloria L’Altissimo

ci perdoni, ma per ora lo preferiamo in veste esplosiva. Balotelli, Pirlo, Nocerino, Diamanti: chi dal dischetto ha premuto il grilletto ha saputo farlo perché Buffon è riuscito a dare la carica giusta. Prima dei rigori Buffon ha radunato tutti: «Forza ragazzi, andiamo a vincere», ha concluso urlando. E il suo grido si è perso nella risposta strillata di tutti gli altri. Poi i rigori, che hanno incollato allo schermo gli occhi del mondo tranne quelli di Gigi. «Non li vedo mai, ero girato come sempre. Lì temevo la beffa, quando comincia una lotteria puoi essere fortunato o sfortunato. Comunque abbiamo meritato. Diamanti? Gli ho detto io di "aprirlo" il rigore e poi mi ha ringraziato. Ma ora il pensiero va ad altri, ai terremotati dell’Emilia e de L’Aquila». Nonni combattenti Chissà se Gigi avrà pensato di nuovo ai suoi nonni morti durante la Prima Guerra Mondiale. In quei giorni, quei ragazzi che hanno salutato la vita troppo in fretta erano dalla stessa parte degli inglesi, e forse per questo Buffon è stato il primo a staccarsi per andare a consolare la truppa di Hodgson. Chiamiamolo «italian style», quello che è mancato agli inglesi nei cori contro Balotelli. Cuore azzurro Ma anche le catti-

verie si perdono nella notte di Kiev, quando la festa si specchia nelle cupole d’oro delle chiese ortodosse. Adesso sotto con la Germania, manco a dir-

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domande a...

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Le stagioni di Gianluigi Buffon con la maglia della Juventus, il suo club dal 2001-2002: in bianconero ha vinto tre scudetti e due Supercoppe italiane.

In alto, Gigi Buffon, 34 anni, si carica assieme agli altri azzurri prima dei rigori. In basso, Buffon para il penalty di Cole buttandosi a sinistra IPP/AFP

lo favorita. Lo dice anche Buffon: «È la più forte con la Spagna, ma in semifinale ci temiamo tutti. Io, poi, non sono il tipo che fa salti di gioia per una semifinale. Certo, per loro due giorni in più di recupero sono tanti, ma io non parto per arrivare secondo, esulterò se alzeremo la Coppa. Qualcosa di importante in fondo, l’abbiamo già vinta, vorremmo che altri azzurri provassero questa emozione. Di solito nel calcio c’è una giustizia quasi divina, che pareggia i conti nell’arco di una vita. Mi auguro aspetti un po’, abbiamo il carattere per fare trovare del duro alla Germania». Discorso ineccepibile.

KIEV Il gruppo di Prandelli, dopo la qualificazione alla semifinale di Varsavia contro la Germania, è rientrato nella notte con un volo charter a Cracovia. Oggi consueto programma post partita: una seduta leggera nel pomeriggio, preceduta dalla conferenza stampa del c.t. Prandelli. I veri allenamenti di preparazione alla sfida di giovedì saranno quelli di domani, visto che mercoledì è già in programma la partenza per la capitale polacca, dove l’Italia sosterrà solo la classica rifinitura della vigilia. Quello di ieri sera è stato solo un arrivederci all’Inghilterra: contro la squadra di Hodgson, infatti, gli azzurri torneranno in campo fra meno di due mesi, nell’amichevole estiva che precederà l’inizio delle qualificazioni al Mondiale 2014 (esordio il 7 settembre in Bulgaria, poi l’11 settembre match in casa contro Malta). Il classico test di metà agosto è previsto il 15 agosto in Svizzera, a Berna: una doppia sfida con gli inglesi molto ravvicinata nel tempo, dopo che erano dovuti passare più di dieci anni (l’ultima volta era stata nel marzo 2002, a Leeds: vittoria degli azzurri per 2-1) prima di riaffrontarli.

OGGI LA DESIGNAZIONE

C’è Webb favorito per dirigere la semifinale

In senso orario: l’inglese Webb, il francese Lannoy e lo scozzese Thomson

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Le presenze di Buffon con la Nazionale, con cui ha debuttato il 29 ottobre 1997 (RussiaItalia 1-1): ha subito 86 reti.

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i trofei vinti da Buffon con la Nazionale: il Mondiale in Germania del 2006. Nel suo palmares azzurro anche un campionato Europeo con l’Under 21 nel 2006.

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DAL NOSTRO INVIATO

FABIO LICARI VARSAVIA (Polonia)

Due strade per l’arbitro di Italia-Germania: il designatore Uefa Pierluigi Collina deciderà soltanto stamattina. Una, quella di garanzia assoluta, porta all’inglese Howard Webb. L’altra, invece, farebbe ricadere la scelta tra il francese Stephane Lannoy e lo scozzese Craig Thomson. Da questa terna uscirà comunque l’arbitro della semifinale Italia-Germania. Webb Sono due le opzioni per-

ché all’Uefa stanno riflettendo se scegliere un arbitro che ha già diretto un quarto (Webb in Portogallo-Rep.Ceca) ma è di valore assoluto, oppure se è preferibile rivolgersi a uno fermo dalla fase a gruppi (appunto Lannoy e Thomson). Webb – che nel 2010 diresse finale mondiale (Spagna-Olanda 1-0) e finale di Champions (Inter-Bayern 2-0) – è stato forse quello con i voti più alti dell’Europeo finora: bene in Russia-Rep. Ceca 4-1 e Croazia-Italia 1-1, benissimo in Portogallo-Rep. Ceca 1-0. Autorevole e preciso, ha recuperato dopo il momento difficile vissuto nel 2011. Con l’italiano Rizzoli, il più positivo in Polonia-Ucraina 2012. Ma potrebbe essere «risparmiato» in vista della finale. Thomson-Lannoy Subito dopo,

per rendimento, viene proprio Thomson che è stato ben giudicato per Portogallo-Danimarca 3-2 (ha visto bene tutti i gol e i fuorigioco) e Rep. Ceca-Polonia 1-0. Sempre oltre la sufficienza il francese Lannoy in Germania-Portogallo 1-0 e Rep. Ceca-Grecia 2-1.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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«L’unico problema è il gol...»

«Vittoria meritatissima»

«Mai viste tante occasioni»

«Impariamo dagli errori»

«Rigori, troppa emozione»

ROBERTO BONINSEGNA

CESARE MALDINI

GIANNI RIVERA

ALDO SERENA

AZEGLIO VICINI

Bella Italia, ma purtroppo abbiamo il problema del gol. Abbiamo ridicolizzato l’Inghilterra, non ho mai visto gli inglesi così scarsi. Se ci fosse stato Capello chissà quante gliene avrebbero dette

Quanta sofferenza, ma è stata una vittoria meritatissima. Gli inglesi mai in partita, ma noi potevamo fare qualcosa di più nella fase offensiva, lì dobbiamo migliorare

È andata bene. Abbiamo dominato, ma è mancato l’inventore dell’ultimo passaggio. Le occasioni sbagliate? Forse tante palle-gol ci hanno colto di sorpresa, non siamo abituati

Abbiamo sovrastato gli inglesi sia dal punto di vista tecnico-tattico sia per la freddezza. Ma loro hanno giocato contronatura. E’ andata bene, ma facciamo tesoro anche degli errori

I rigori non li guardo più, troppa emozione, ripenso a Italia-Argentina... Azzurri superiori, mi ha convinto il centrocampo con Pirlo e De Rossi. Abbiamo sprecato, ma abbiamo preso anche due pali

Se contro la Germania sbagliamo così tanto dobbiamo stare attenti, sono molto più forti degli inglesi. Ce la giocheremo, abbiamo il 50 per cento di chance

Sarà una partita molto difficile, la Germania è considerata la migliore squadra dell’Europeo, è la più completa. Ma noi ci siamo e ce la giochiamo

Sarà più dura. La Germania non rinuncerà a giocare come gli inglesi. Avremo più spazi, rischieremo di più, ma è una sfida apertissima: tutto è possibile ormai nel calcio

Abbiamo le ossa rotte, qualche infortunato, Maggio squalificato, ma anche consapevolezza dei nostri mezzi. Germania favorita, ma possiamo vincere

Mi auguro che non incidano troppo i tempi supplementari e che ci trascini anche l’entusiasmo del successo sugli inglesi. Con l’apporto di tutti si può vincere.

di GABRIELLA MANCINI

«Ma ora attenti: con i tedeschi sarà più dura» Bella manovra degli azzurri, ma tante occasioni sprecate. La vittoria sull’Inghilterra è arrivata soltanto ai tiri dal dischetto dopo tanta sofferenza. Un successo che dà entusiasmo. 1) Come giudica la prestazione degli azzurri? E come spiega tante occasioni sbagliate? 2) Adesso quante chance abbiamo nella semifinale contro la Germania?


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EURO 2012 QUARTI DI FINALE

i Tifosi Cracovia si colora di azzurro: è nostra anche la sfida del tifo CRACOVIA La partita dei quarti dell’Europeo, Inghilterra Italia, è stata giocata a Kiev da due squadre che hanno scelto come sede durante Euro 2012 la città di Cracovia. Il paradosso, ovvero il viaggio nella lontana Kiev di giocatori e giornalisti inglesi e italiani, ha dimostrato la poca lungimiranza dell’Uefa nell’escludere Cracovia dall’elenco delle città ospitanti la massima competizione calcistica europea. Così, invece di sostenere una trasferta sofferta per entrambe, Italia e Inghilterra avrebbero potuto affrontarsi nella stessa città che le ospita dall’inizio di giugno. Anche perché a due passi c’è lo stadio Wisla (capienza 35 mila posti)

adatto a ospitare partite di questo spessore. In ogni caso, da Cracovia — e non solo da Casa Azzurri — il match di Kiev è stato seguito con attenzione e con entusiasmo nella fan zone denominata «Fun Krakow». Per la verità, da quando la nazionale polacca è uscita malamente di scena, le zone destinate ai tifosi non si riempiono come all’inizio dell’Europeo. E così è stato in occasione del duello italo inglese, anche se i tifosi polacchi sono arrivati abbastanza numerosi (circa 5 mila persone) a seguire la partita. Si sono visti pure gruppi di inglesi, pochi invece gli italiani. Lo ha confermato un gruppetto di napoletani, i cui componenti peraltro hanno sottolineato una piccola carenza: la mancanza di informazioni su come seguire a Cracovia gli allenamenti della Nazionale di Prandelli. Insomma, chi è venuto a tifare Italia all’Europeo, lo ha fatto più in forma privata. Gli inglesi, invece, hanno messo in campo un’organizzazione migliore. Malgrado tutto, pure a Cracovia si sentiva il tifo azzurro. L’Italia ha dato vita a una partita intensa ed emozionante, finita con i calci di rigore. Anche i tifosi italiani venuti in Polonia hanno potuto così manifestare la loro gioia e il loro affetto verso la Nazionale. L’Euro derby di Cracovia l’ha vinto l’Italia. Stefan Bielanski

FINALE EMILIA La Nazionale con i terremotati Anche gli abitanti di Finale Emilia, colpiti dal recente terremoto di giugno, hanno potuto seguire gli azzurri di Prandelli LAPRESSE

VARSAVIA Avvolti nel tricolore Nella capitale polacca è stato allestito un maxischermo per permettere a inglesi e italiani di seguire la partita AFP

PRANDELLI D’ITALIA «Noi, grandissimi Non poteva che finire così»

nei 90’ — dice ancora il c.t. — sarebbe stata una partita ancora più spettacolare: con la Germania sono convinto che potremo fare meglio anche sotto questo punto di vista, ma già stasera i nostri attaccanti hanno fatto un grande lavoro». E però alla fine sono serviti i rigori e ai rigori — si sa — «ci vuole anche un pizzico di fortuna: ma noi siamo stati freddissimi». Prandelli li racconta, quei rigori: «Li ho guardati abbracciato a mio figlio. Gli ho detto: "Sei fortunato, non paghi neanche il biglietto". Balotelli ha dimostrato di avere grande personalità, è stato lui a venire da me a dirmi: "Voglio tirare il primo". Ma già prima era stato in partita per tutti i 120’. Cosa ho pensato quando ha sbagliato Montolivo? Peccato, perché aveva giocato una grande partita, uno dei migliori nell’interpretarla. Il cucchiaio di Pirlo? È un campione, sa cosa deve fare: infatti l’ha fatto. E poi la parata di Buffon: Gigi era carico, sapeva che poteva determinare l’esito di questa gara».

«Abbiamo giocato una partita super: siamo stati bravi a non farli ripartire mai» DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE KIEV (Ucraina)

No, non poteva essere come quattro anni fa: i quarti di finale, i rigori, il cazzotto nello stomaco di andare a casa senza avere mai perso. Non più la Spagna ma l’Inghilterra, e il resto maledettamente uguale. No, non poteva essere, e Prandelli lo aveva come profetizzato già ieri mattina, ai microfoni di Rai Sport: «Sono convinto che finora l’Italia abbia fatto qualcosa di più di quel che è giusto. Ora speriamo che arrivi qualcosa di molto bello». Un altro pellegrinaggio? È arri-

vato sì, così bello che Prandelli non ha escluso un nuovo pellegrinaggio al monastero a 20 chilometri dall’hotel del ritiro azzurro: già la scorsa notte, appena rientrati a Cracovia da

clic ANCHE NEL 2008 0-0 MA I RIGORI FURONO FATALI CON LA SPAGNA Conclusione ai rigori anche nei quarti di questa edizione dei campionati europei per la Nazionale. Era stato così anche nel 2008 in Austria e Svizzera. Anche allora, dopo 120 minuti, la gara con la Spagna era finita 0-0. Anche allora la sfida era stata decisa ai calci di rigore. Gli errori di De Rossi e Di Natale, però condannarono gli azzurri, mentre per gli spagnoli, futuri campioni, il rigore decisivo lo aveva segnato Fabregas.

Kiev. Così bello che Prandelli può raccontare anche una telefonata di complimenti del presidente Napolitano: «Grande partita — ha detto poi il c.t. — e avremmo meritato di vincerla prima. Ma non sono sorpreso: sapevo che potevamo fare noi la partita. L’unica nostra preoccupazione era non concedergli ripartenze: siamo stati positivi nella costruzione della manovra — ma questo lo sappiamo fare — ed eccezionali nelle chiusure preventive. E poi ci abbiamo messo la pazienza giusta, cuore, carattere, ma soprattutto idee di gioco straordinarie, la voglia di cercare sempre triangoli e di trovare la profondità». E bravo Mario E infatti l’Italia ha avuto grandi occasioni per far gol, così tante e grandi da rischiare di sconfinare nei rimpianti: «Se avessimo segnato

Energie e infortunati Ora la Ger-

mania, giovedì: «Favorita, assolutamente. Per provare a vincere dobbiamo cercare di recuperare anzitutto gli infortunati, perché sia De Rossi che Abate sono usciti per problemi muscolari; e poi le energie, anche perché loro hanno due giorni in più di riposo. Ma se questa è la nostra voglia di fare calcio, possiamo pensare di fare una grande partita anche giovedì». Cesare Prandelli scappa dalla postazione Rai per abbracciare Buffon AP

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IN TRIBUNA TUTTE INSIEME LE MOGLI E I FIGLI DEI CALCIATORI, CAROLINA CASSANO A PARTE

Sorrisi, maglie e bambini È la partita delle nostre wags DAL NOSTRO INVIATO

FRANCESCO VELLUZZI KIEV (Ucraina)

Da sinistra Andrea Mereghetti, organizzatore dei viaggi, Roberta Marchisio, con il piccolo Davide, Valentina Abate e Cristina De Pin, fidanzata di Montolivo; la mamma di Abate con il piccolo Matteo; la moglie di Antonio Di Natale, Ilenia, con i figli, Filippo e Diletta, e Valeria, la moglie di Cristian Maggio FOTO BOZZANI

Sembra una gita, ma è una sofferenza, fino ai rigori e alla grande gioia. Perché se i mariti combattono sul campo, le mogli dei calciatori lottano in tribuna cercando di tenere a bada i figli dopo una giornata frenetica e interminabile trascorsa tra viaggio, albergo, Casa Azzurri (che per le partite sembra quasi una struttura misteriosa) e quindi la partita: «Ma per arrivare allo stadio abbiamo fatto un chilometro e mezzo a piedi» racconta Ilenia

Di Natale (orecchini tricolori), al debutto con Filippo e Diletta e l’amico inseparabile di Totò, Simone Ronco. Squadra compatta La squadra delle mogli è unita, anche se Carolina Marcialis, la moglie di Cassano se ne sta da un’altra parte, con la maglietta diversa con scritto «Amore mio», insieme a Novella Benini, la compagna di Prandelli. Le altre fanno gruppo: Silvia Diamanti tifa più di tutte, Gaia De Rossi, la figlia di Daniele, gioca con i nonni, Valentina Abate ha la maglia da gara del marito, i Di Natale tutti quella

di Totò. Cristina De Pin si dispera quando il suo Montolivo fallisce il gol, soffre accanto a lei l’etoile Eleonora Abbagnato che come Cristina ha fatto avanti e indietro con l’Italia. Mentre Erminio, quasi un fratello maggiore per tanti calciatori, si coccola il piccolo figlio di Abate, 7 mesi. È ammirevole Carolina Chiellini che è venuta a Kiev nonostante super Giorgio sia fuori causa. E gli amici di Balotelli? Non hanno maglie azzurre, come il cantante Edoardo Bennato, ma soffrono in silenzio per il loro fratello. E faranno festa dopo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ROMA Partecipano anche le autorità Un migliaio in piazza San Silvestro a tifare con l’assessore alla cultura Gasperini e l’ambasciatore britannico Prentice ANSA

MILANO L’onda azzurra in piazza Beccaria A Milano una folla colorata e rumorosa si è radunata davanti al maxischermo di piazza Beccaria NEWPRESS

TAORMINA La suggestiva cornice del Teatro Antico Per seguire in diretta gli azzurri, è stato interrotto il Festival del Cinema. Le premiazioni si sono tenute nell’intervallo ANSA

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VERONA Mario scende... in campo La cresta di Balotelli disegnata in un campo di grano trebbiato: l’opera di Land Art è del famoso pittore Dario Gambarin ANSA

Telefona Napolitano: «Rivedo Berlino 2006» Il capo dello Stato entusiasta. Più saldo il legame tra Abete e Prandelli, che però ora vorrebbe una Figc più «forte» con i club DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI KIEV (Ucraina)

Subito dopo il rigore di Diamanti, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha telefonato al presidente del Coni Petrucci e a quello della Figc Abete per fare i complimenti agli azzurri: «Che grande emozione mi hanno dato i ragazzi. Mi hanno ricordato Berlino 2006. È un successo meritato, l’Italia ha dominato e per questo avrei chiamato anche se avesse perso». Abete e Platini «Siamo più forti

sede ufficiale ritiro estivo f.c. internazionale

noi, ma conta chi segna». Lo dice forte il presidente Giancarlo Abete quando l’Italia è bella, e aggiunge: «De Rossi meritava il gol». Non basta. Rivela anche la stima «segreta» di Platini per Balotelli. «Ne ha grande considerazione, lo considera determinante per l’Italia». Meglio così. Ce ne sarà bisogno per la Germania. Il tutto mentre l’Italia si stringe intorno a Prandelli. Il punto di vista della Federcalcio, d’altronde, lunedì scorso è stato chiaro: «Si va avanti con Prandelli fino al Mondiale del 2014 in Brasile», ha detto Abete. Senza contare come l’approdo ai

quarti, se mai, ha solo rafforzato la piena fiducia che il c.t. gode in Via Allegri. L’allenatore non ha mai risposto, anche perché durante la fase a gironi ha spiegato: «Rimandiamo tutto alla fine dell’Europeo». Il feeling tra Prandelli e la Figc è buono, gli scricchiolii esistono con la Lega di Serie A, cannibale di ogni spazio possibile nel già intasato calendario. Ecco, se la Federcalcio magari gradirebbe un rapporto più stretto fra il c.t. e i club, magari Prandelli avrebbe piacere che per parte sua la Figc alzasse un po’ la voce in qualche momento topico, ad esempio quando c’è

da preparare un Europeo. Insomma, il rapporto deve solo liberarsi di qualche ruggine, senza dover rompere un giocattolo che ha funzionato bene, ricostruendo un ambiente collassato dopo il Mondiale 2010. Ma meglio non correre troppo. Anche perché l’eventuale sostituzione di Prandelli sarebbe un vero problema, visto che martedì anche Fabio Capello ha declinato l’ipotesi. Ma non è questo il giorno delle domande difficili. C’è una gioia grande da assaporare e la Germania all’orizzonte. Si va a Varsavia. Poi si vedrà. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con Gigi Buffon ANSA

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EURO 2012 QUARTI DI FINALE

4 Pirlo: «Il mio cucchiaio

I NUMERI

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i minuti di Buffon Sono 228 i minuti imbattibilità di Gianluigi Buffon, bucato l’ultima volta in Italia-Croazia 1-1 del 14 giugno, da Mandzukic al 27’ del secondo tempo

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il rigore parato Nel quarto contro la Spagna ad Euro 2008 Buffon parò solo a Guiza. Nel 2000 contro l’Olanda eroe fu Toldo: parò il tiro di F. De Boer e Bosvelt (al 38’ ne parò un altro a F. De Boer)

ha tranquillizzato tutti» Lo juventino: «Mi è venuto al momento». Diamanti: «Buffon mi aveva detto dove tirare». Infortuni: allarme De Rossi e Abate 1

DAL NOSTRO INVIATO

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MIRKO GRAZIANO KIEV (Ucraina)

Diamanti-gol! È semifinale! Meritata! Con la Germania! Come a Dortmund 2006. Vive un sogno il talento tutto sinistro del Bologna. Dai campetti impolverati di periferia alla Serie B, poi alla Serie A dei bassi fondi, quindi ieri eroe nazionale. Con la maglia azzurra, esecutore dell’Inghilterra. «Ho creduto sin dall’inizio di arrivare a questo punto dell’Europeo — racconta Diamanti —. È stata una vittoria decisamente meritata, i rigori hanno fatto giustizia di una partita dominata». Ha ragione lui, dal 46’ in poi c’è stata una sola squadra in campo. Grazie anche alla panchina, a Nocerino, Maggio e appunto Diamanti: «Bisogna farsi trovare pronti, quando il mister chiama io ci sono. Cosa ho pensato tra il rigore e l’esultanza? Niente. Ma dopo averlo tirato sono corso a ringraziare Buffon, che mi aveva suggerito dove piazzarlo. Mi ha detto: apri il piede. E io alla fine gli ho detto: hai visto che l’ho aperto? È un sogno, ma ho sempre creduto in me. Sapevo che sarei arrivato in alto, anche quando giocavo in quarta serie». Quindi Pirlo, l’uomo del cucchiaio. Come Tot-

3

1 Il cucchiaio di Andrea Pirlo, 33 anni. Così il fuoriclasse bianconero ha beffato il portiere inglese Hart. 2 Mario Balotelli, 21, ha un piccolo battibecco con De Rossi 3 Sulla maglia c’è scritto Giaccherini, ma quelli sono i capelli di Diamanti: inconveniente prima di entrare in campo EPA/REUTERS/IPP

ti ad Amsterdam, a Euro 2000: «Mi è venuto al momento, ma forse quel colpo ha tranquillizzato e ridato fiducia a tutti». Migliore in campo per l’Uefa, «ma il premio va diviso con De Rossi, che sta facendo un grandissimo Europeo. Paura della beffa? Assolutamente no, l’Inghilterra non ha creato quasi niente. Sapevamo di poter dominare, e Balotelli ha fatto una grandissima partita». Ed ecco De Rossi: «Italia grandissima! Spirito di gruppo eccezionale, ci si aiuta tutti. Se si gioca così, si vince. Pirlo come Totti: folle! Il palo? Devo ancora capire se sono destro o sinistro (sorride, ndr). E sull’occasione sprecata ero sicuro di non essere in fuorigioco, ma pensavo di avere addosso il portiere». Guai in semifinale Gara di cuore, di tecnica e personalità. Sì, l’Italia ha convinto ieri sera, eccome. E diciamola tutta, non è che la sorte fosse dalla nostra parte. Due pali, mai un rimpallo favorevole e poi i muscoli di De Rossi e Abate che smettono di fare il loro dovere e costringono Prandelli a cambi obbligati, e quindi a rinunciare a qualsiasi sortita tattica nei tempi supplementari. Infortuni da valutare molto attentamente in prospettiva Germania, in particolare quello del mostruoso De Rossi. Oltretutto, giovedì a Varsavia mancherà Maggio (squalificato), e se quindi Abate non recupererà, a destra bisognerà lavorare di fantasia: c’è però grande ottimismo sia per il romanista sia per il milanista. Un altro serio ostacolo verso la semifinale lo crea infine un calendario perlomeno discutibile. I tedeschi hanno giocato il loro quarto di finale ben 48 ore prima della banda Prandelli, che oltretutto faticherà non poco a smaltire i 120’ più rigori di ieri sera.

4

I NUMERI

3

gli azzurri sempre presenti In questo Europeo sono tre i giocatori azzurri in campo finora per tutti i 390 minuti di gioco: sono Buffon, Marchisio e Pirlo

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gli azzurri che c’erano nel 2008 Sono tre i giocatori azzurri presenti nell’ultima partita dell’Italia decisa ai rigori: contro la Spagna a Euro 2008 c’erano De Rossi. Buffon e Cassano

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Il Montolivo Day: sbaglia il rigore ma convince il c.t. DAI NOSTRI INVIATI

MIRKO GRAZIANO FRANCESCO VELLUZZI KIEV

«Terribile, ti crolla il mondo addosso». Riccardo Montolivo tira un sospiro di sollievo dopo il rigore calciato malamente a lato. «In quel momento è dura ma per fortuna Gigi e una traversa mi hanno salvato — continua il centrocampista appena acquistato dal Milan —. I miei compagni mi hanno rincuorato, eravamo comunque tutti fiduciosi. Questa partita riscatta il Mondiale 2010? Quella fu una brutta pagina della Nazionale. Per dimenticare soprattutto il pareggio con la Slovacchia bisogna arrivare in fondo. Ma questa squadra deve inorgoglire gli italiani». E ora il «derby» È stato comunque il giorno di Montolivo. Maglia da titolare, gran partita e Germania in semifinale. Sì, la sua Germania, la patria della mamma, «ma non so se lei verrà a Varsavia per la semifinale». Ecco perché è pure il giorno del Monto. Fuori Thiago Motta, per qualche problemino muscolare, ma soprattutto per scelta tecnica. Un bell’attestato di stima da parte di Cesare Prandelli, nel giorno del primo «dentro o fuori». Riccardo (esordio da titolare in questo Europeo) ha iniziato con un pizzico di timidezza, poi si è sciolto e già a metà primo tem-

Riccardo Montolivo, 27 anni AFP

po era lì, nel vivo del gioco, a dare una mano a Pirlo in fase di costruzione e a De Rossi in copertura, con Gerrard sorvegliato speciale. All’inizio del secondo tempo la grande occasione: Mario Balotelli spara da cinque metri, Hart respinge corto, il Monto entra di destro ma la palla finisce di poco alto. Porta stregata, la stessa del calcio di rigore. In generale, però, è gara da «sette» in pagella. Chiude Thiago Motta, che tornerà utilissimo contro la Germania: «Sto bene, conto di esserci. E questa sera (ieri, ndr) non ci sono dubbi, ha vinto la squadra nettamente migliore. Loro si sono chiusi per tutta la partita, noi abbiamo giocato e dimostrato di essere superiori». Senza discussione. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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EURO 2012 QUARTI DI FINALE

Collezione semifinali: e siamo a 11 Dal Mondiale 1934 a oggi: solo 2 volte gli azzurri hanno mancato la finale. E con i tedeschi... MARCO FALLISI

In fondo, perché stupirci? La fiducia nelle qualificazioni, qualche amichevole deludente a ridosso del torneo, lo scandalo di turno che ci travolge poco prima. E poi i dubbi di formazione, l’esordio senza vittoria e la terza gara che è sempre un «dentro o fuori». Piccole variazioni sul tema a parte, è un film già visto, che ci piace rivedere. Perché, quando di mezzo c’è un Mondiale o un Europeo, l’Italia arriva in semifinale. E giovedì sarà la nostra undicesima volta. La prima volta in casa Ai Mon-

diali abbiamo centrato la semifinale al primo colpo. Dopo la

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le semifinali giocate dall’Italia tra Mondiali ed Europei: 8 vittorie, 2 sconfitte. Con i tedeschi 2 successi su 2

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i successi azzurri su 9 finali internazionali. Agli Europei ’68: 2-0 alla Jugoslavia, ripetizione dopo l’1-1 della prima finale mancata partecipazione nel 1930 in Uruguay, l’Italia debutta da padrona di casa nel ’34: a Milano troviamo l’Austria e un gol di Guaita ci lancia verso la Coppa Rimet (vinta sulla Cecoslovacchia). La doppietta quattro anni dopo in Francia: 2-1 al Brasile e seconda coppa con il 4-2 sull’Ungheria. La storia si ripete anche agli Europei. Assenti nel ’60 e nel ’64, debuttiamo davanti ai nostri tifosi e arriviamo in semifinale. Il 5 giugno 1968, a Napoli, Facchetti e compagni restano inchiodati sullo 0-0 con l’Urss: sarà la monetina a regalarci la finale (vittoriosa, come nel ’34) con la Jugoslavia. Bilancio Gli azzurri tagliano più facilmente il «semitraguardo» ai Mondiali, con 7 giocate e 6 successi, di cui 4 nei 90’: dalla doppietta di Pablito Rossi sulla Polonia nell’82 a quella di Roberto Baggio sulla Bulgaria nel ’94, ci piace chiudere

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Quella leggenda di Spagna ’82 tutta da rileggere

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la pratica senza soffrire troppo. Il discorso si capovolge in Europa: dopo il k.o. del ’68, l’Urss si prende la rivincita nell’88, con un 2-0 che elimina la banda Vicini, bella ma sfortunata (nel ’90 si ferma a un passo dalla finale mondiale contro l’Argentina di Maradona, 3-4 ai rigori al San Paolo). Torniamo a vincere nel 2000: l’Olanda padrona di casa ci mette paura fino al 120’, ma le parate di Toldo e il cucchiaio di Totti ai rigori ci mandano in finale. Dateci i tedeschi E i nostri prossimi avversari? Due le semifinali tra Italia e Germania, entrambe memorabili. La Partita del Secolo, il 4-3 thriller ai supplementari, va in scena il 17

TRA CUCCHIAI E MONETINE QUANTE GIOIE 1

2

3

1 Il cucchiaio di Francesco Totti nella semifinale di Euro 2000 contro l’Olanda: una chicca ripetuta ieri da Pirlo 2 L’Italia supera l’Urss e si qualifica per la finale dell’Europeo del 1968 grazie al lancio della monetina 3 È il Mondiale 2006: il gol di Grosso nei supplementari apre la strada della finale agli azzurri PEGASO/OLYMPIA

giugno 1970 all’Azteca di Città del Messico: «Boninsegna-Schnellinger-Müller-Burgnich-Riva-Müller-Rivera» è il mantra che in tanti hanno ripetuto per digerire il 4-1 in finale dal Brasile di Pelè. Trionfo anche il 4 luglio 2006 a casa loro: a Dortmund, sempre nei 120’, sono Grosso e Del Piero a farci urlare di gioia, prima delle lacrime di Berlino e la coppa del mondo vinta sulla Francia. Li abbiamo incontrati anche nel Mondiale ’78, 0-0, ma era un girone pre-finale, non una partita secca (stessa formula di Euro ’80, eravamo tra le prime 4 anche allora). Quindi, cari Klose e compagni, siamo avanti 2-0. E non c’è due senza... tutti gli scongiuri del caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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NUOVA KIA CEE’D

NUMERI E CURIOSITA’

Così Pirlo inventa calcio 171 tocchi, 16 lanci, 3 assist Il regista azzurro sbaglia solo 6 passaggi su 104 effettuati Domina in mezzo al campo e vince la sfida con Gerrard

le cifre POSSESSO PALLA

ITALIA

68% PASSAGGI UTILI

ITALIA ANDREA SCHIANCHI

89%

la Sfida

Il Professore è rimasto in cattedra per tutta la partita, ha dato lezione, ha spiegato calcio, ha fatto i disegnini alla lavagna e ha interrogato compagni e avversari. E poi, stremato, quando è suonata la campanella si è avviato con tutto il suo sapere alla prova decisiva: lo aspettava un pallone appoggiato sul dischetto del rigore. La sua Italia, in quel momento, era in svantaggio, serviva un numero dei suoi, un colpo di fantasia, un guizzo. Lui ha capito che il treno stava passando e bisognava prenderlo al volo, non c’era tempo da perdere. Ha guardato negli occhi il portiere inglese Hart e ha colpito il pallone con il classico «tocco sotto», quello che in gergo si definisce «cucchiaio». Gol! Gli azzurri sono tornati in partita e poi l’hanno vinta. E lui, il Professore, è corso assieme ai suoi allievi a godersi la festa. Andrea Pirlo ha fatto quello che nessuno si sarebbe aspettato: ci vuole fegato per scegliere quella soluzione, e ci vuole tanta tecnica. La stessa cosa, nel 2000, l’aveva fatta Francesco Totti. Imprese che riescono soltanto ai campioni.

ANDREA PIRLO 33 ANNI ITALIA

STEVEN GERRARD 32 ANNI INGHILTERRA

DE ROSSI

11

57

PASSAGGI SBAGLIATI

Finché è rimasto De Rossi è stato una colonna del nostro centrocampo. Ha lottato, ha sempre aiutato i compagni e ha recuperato ben 11 palloni.

6

PALLONI PERSI

PASSAGGI RIUSCITI

98

Gioco estremamente preciso per l’Italia. L’89 per cento dei passaggi degli azzurri è andato a buon fine.

PALLONI RECUPERATI

PALLONI TOCCATI

171

Completo dominio del campo per gli azzurri. La squadra di Prandelli mette sotto l’Inghilterra dall’inizio alla fine.

22 7

LANCI EFFETTUATI

PIRLO

16

20

2

ASSIST

3

0

Su in cielo a occhi chiusi: Wayne Rooney, 26 anni, e Andrea Barzagli, 31, cercano il pallone nel buio del momento LAPRESSE

sono affidati per costruire la speranza: 171 i palloni toccati dal regista, 98 passaggi riusciti e solo 6 sbagliati. Inoltre, a conferma di una prestazione super, ci sono i 16 lanci effettuati, i 3 cross e i 3 assist. Pochi allunghi In

mezzo al campo l’Italia ha avuto un netto predominio grazie alla superiorità numerica creata dal rombo e Pirlo non è mai andato in affanno, nemmeno quando gli inglesi intralciavano i passaggi al nostro regista. Spesso Welbeck e Rooney si sono opposti a Pirlo, ma raramente hanno avuto successo. E’ vero che il Professore ha perso 20 palloni (che comunque sono pochi se si considera i 171 toccati), però è altrettanto vero che ne ha recuperati 11: un chiaro segnale dello

Numeri da grande Pir-

lo è stato il dominatore assoluto in una squadra, l’Italia, che ha tenuto sempre il comando della partita. Gli azzurri hanno toccato 1190 palloni: impressionante. Gli inglesi, per capire la differenza, si sono fermati a 683. Va bene che si sono disputati anche i supplementari (quindi 30 minuti in più del solito), ma la mole di gioco è stata davvero pazzesca. E Pirlo, da autentico professore, è stato l’uomo cui gli azzurri si

E’ da autentico campione il modo in cui Pirlo calcia il rigore nella serie finale spirito di sacrificio. La sfida contro l’Inghilterra era pure la sfida tra Pirlo e Gerrard: vince l’azzurro. E con molto distacco. Gerrard, nel classico e scolastico 4-4-2 disegnato da Hodgson, si limita a contenere, raramente allunga, quasi mai arriva al tiro. Il capitano inglese calcia una volta in porta, effettua 22 passaggi e ne sbaglia 7, e in tutto tocca 57 palloni. Non sono tantissimi per uno come lui. E sono pochi i lanci che dovrebbero aprire la difesa azzurra: solo due volte Gerrard «sventaglia» il pallone da una parte all’altra del campo. Di fronte a lui Pirlo è un gigante. E l’Italia se lo tiene stretto. © RIPRODUZIONE

Pirlo ha toccato in tutto 171 palloni e ne ha persi 20. Il saldo è comunque a favore del centrocampista azzurro che ha organizzato il gioco e guidato la squadra.

FALLI COMMESSI

BALOTELLI

4 Tante conclusioni verso la porta inglese (addirittura 9: 6 nello specchio e 3 fuori) e anche 4 falli commessi: tanto Balotelli nella partita.

FALLI SUBITI

BALOTELLI

3 PALLONI GIOCATI

ITALIA

1190

RISERVATA

A dimostrazione della prova di sacrificio di Balotelli, ecco i 3 falli subiti dall’attaccante azzurro. Incredibile il numero di palloni giocati dall’Italia. Merito degli azzurri e demerito degli inglesi che hanno lasciato troppi spazi.

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EURO 2012 QUARTI DI FINALE DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO BOLDRINI KIEV (Ucraina)

E alla fine avevano ragione i giornalisti inglesi che dal primo momento avevano previsto che questa partita sarebbe finita ai rigori. Hanno martellato Hodgson e Hart, hanno rispolverato i libri di storia per riesumare fatti e misfatti dal dischetto, hanno persino rievocato il tiro realizzato dal loro portiere all’europeo Under 21 del 2009. Hart si era preparato a dovere. Sabato sera, prima di addormentarsi, aveva rivisto i dvd degli azzurri per scoprire trucchi e punti deboli. E’ andato tutto secondo le previsioni. Tranne un piccolo particolare: ha vinto l’Italia.

Hodgson: «Fa male» 4 0 Ma in Inghilterra finisce sotto accusa I NUMERI

Roy ammette: «L’Italia ha giocato meglio». E gli ex c.t. Taylor e Hoddle lo attaccano: «Troppo attendista»

Maledizione E’ una maledizione quella dei rigori, per gli inglesi. Si sono giocati la finale al mondiale di Italia ’90 e all’Europeo del 1996. Sono usciti ai quarti di un altro mondiale, Germania 2006. Stavolta erano davvero convinti di farcela. Hodgson, che dall’alto della sua esperienza invocava una soluzione diversa, è onesto: «Fa male perdere così, ma l’Italia ha giocato sicuramente meglio. Nella ripresa, abbiamo avvertito la stanchezza. Speravo di poter concretizzare quelle poche occasioni che avremmo potuto creare. Alla squadra non posso rimproverare nulla, ha lottato fino all’ultimo. Sinceramente quando Montolivo ha sbagliato il suo tiro, mi sono illuso di potercela fare, ma è mancato qualcosa nella testa. Il rigore di Pirlo è

clic RIGORI MALEDETTI: INGHILTERRA FUORI PER LA 5a VOLTA DI FILA La maledizione dei rigori continua per la squadra inglese eliminata dalla competizione dagli azzurri di Prandelli. Per la squadra di Hodgson è la quinta eliminazione consecutiva tra Europei e Mondiali. Dopo il passaggio del turno nei quarti di finale con la Spagna nell’Europeo del 1996, i nostri avversari hanno perso con la Germania nella semifinale di Euro 1996 (5-6), con l’Argentina negli ottavi dei Mondiali 1998 (3-4), con il Portogallo nei quarti di Euro 2004 (5-6), ancora con i portoghesi nei quarti del Mondiale tedesco del 2006 (1-3) e ieri sera contro gli azzurri (2-4).

Anche la Bbc ammette: «Giustizia è fatta, l’Italia ha meritato di vincere» stato un segnale per l’Italia». Critiche a Roy Hodgson è formal-

mente imbattuto dopo sei gare. Saluta Ucraina e Polonia a testa alta. L’Inghilterra ha vinto il girone, ha ottenuto due vittorie, si è arresa solo ai rigori. Ma da Oltremanica arrivano già le prime critiche per il calcio iperdifensivista. L’ex c.t. Graham Taylor dice: «Non si può giocare sempre con la stessa formazione e non si può regalare tutto quello spazio a Pirlo». Un altro ex c.t.,

Sopra il rigore decisivo di Alessandro Diamanti, 29 AFP; sotto, il titolo online del Sun, dal film «The italian job»: pianto italiano

Glenn Hoddle, aggiunge: «Hodgson è stato troppo attendista. Tutti ci sono stati superiori nel possesso palla. Le cifre dell’Italia sono imbarazzanti. Perché? Non si può vincere sempre con lo stile Chelsea». Un osservatore neutrale, come Jurgen Klinsmann, dà il colpo di grazia a zio Roy: «L’Italia ha meritato di vincere. E’ stata superiore sul piano del gioco e, cosa sorprendente, anche dal punto di vista fisico».

ro leader: «Abbiamo dato tutto. Ci è mancata la fortuna ai rigori. Quando arrivi ad una soluzione come questa, il fattore fortuna è determinante. Noi però torniamo a casa a testa alta. L’Inghilterra è orgogliosa di noi, anche se mi rendo conto che una sconfitta come questa fa molto male. Eravamo stanchi e questo ha pesato al momento dei rigori». Omaggio a Pirlo Nella delusio-

Il capitano Gerrard parla da ve-

ne inglese e nelle prime reazio-

ni, c’è il tributo a Pirlo per il suo cucchiaio. Rio Ferdinand si è scatenato su twitter: «Pirlo ha dimostrato di essere ancora una volta un fuoriclasse. Il suo rigore è stato un capolavoro». La vecchia Bbc si è confermata esempio di giornalismo obiettivo e imparziale. Ecco il commento un minuto dopo la fine della gara: «Giustizia è fatta. L’Italia ha meritato di vincere». Serve aggiungere altro? © RIPRODUZIONE RISERVATA

NON SOLO CALCIO FINITO IL TORNEO TORNERÀ LA POLITICA IN PRIMO PIANO

«Free Yulia», l’urlo di speranza ucraino I sostenitori della Tymoschenko chiedono di non dimenticare la loro causa DAL NOSTRO INVIATO

FRANCESCO VELLUZZI KIEV (Ucraina)

La Fan Zone di Euro 2012 è proprio uno dei non molti ombelichi del mondo. Un miscuglio di facce e razze con un bagaglio di fantasia. Facce pitturate, acconciature stravaganti (curioso Acharf, un ventenne di Parigi, che ha la testa con la cresta di Balotelli, perché è un fan accanito di Mario), bellezze ucraine mozzafiato, tifosi urlanti, birre e gadgets, mini campi da calcio. Ma nel lungo percorso l’occhio cade quasi obbligatoriamente sui tanti stand dedicati a Yulia Tymoschenko, ex capo del governo e leader dell’opposizione che dal 5 agosto 2011 è in

arresto, ma in regime di detenzione ospedaliera per problemi di salute. Free Yulia Pochi metri, ma in

mezzo a tanto sfarzo, colori e sponsor, emerge la realtà di un paese povero. I volontari che inneggiano alla politica detenuta non hanno i colori celesti dello sponsor tecnico dell’Europeo, ma varie maglie dedicate alla causa che portano avan-

ti senza sosta dall’inizio della manifestazione. C’è un tenero concertino con tre artisti in costume, ci sono alcune persone che, appena adocchiano giornalisti col pass, si avvicinano e dicono «Wait, please». Entrano in una tenda, dove, scorgendo brandine e coperte, si capisce che dormono, ed escono con una maglia in regalo: bianca con la scritta rossa: «Free Yulia» davanti, «football fest in

Sostenitori della Tymoshenko a Kiev: la leader dell’opposizione è in regime di detenzione ospedaliera BOZZANI

prison» dietro con tanto di filo spinato. Un sorriso e una speranza: «Sappiamo che tornerete nei vostri Paesi, ma questa serve per non dimenticarvi di Yulia. È un problema importante». È il problema, qui in Ucraina dove il 1˚ luglio si spegneranno le luci dell’Europeo. E tornerà forte la politica scomoda che il calcio ha fatto scordare soltanto per un mese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

sconfitte in questo Europeo per l’Inghilterra che viene eliminata dopo aver ottenuto due vittorie e due pareggi

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primo 0-0 di questo Europeo; le reti restano 68 in totale, lo stesso numero dopo i quarti della scorsa edizione che alla fine vide 77 gol

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mesi trascorsi dall’ultimo 0-0 della nazionale inglese che a Wembley aveva chiuso senza reti la partita contro il Montenegro: era il 12 ottobre 2000

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partite giocate in ambito europei (qualificazioni e fasi finali) per Steven Gerrard, il capitano dell’Inghilterra somma 9 presenze nelle fasi finali di un Europeo ed è secondo solo a Gary Neville (11)

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partite giocate dagli inglesi nelle fasi finali dell’Europeo: bilancio in parità con 9 vittorie, 9 pari e 9 ko, 36 reti segnate e 31 subite

Zupping DI VINCENZO CITO

«Scelte giuste ma noi non le sappiamo» Ha storpiato i nomi di quasi tutti i calciatori inglesi, chiamandoli «Ronei», «Lescotts», «Uellback» «Harts», ha regolarmente confuso Milner con Parker, a un certo punto si è accanito persino sui nostri (Barzagli è diventato «Balzagli») ma che importa. Alla fine Bruno Gentili ha detto la cosa più bella «Tratteniamo il fiato. Il sinistro di Diamanti, palla in reteeee, l’Italia vince ai calci di rigore!». Bruno Gentili 2 «Ecco, guardate Prandelli! Si è rivolto a Balotelli per dirgli: "Dai, forza! Mettici più cattiveria, più determinazione. Non pensiamo ai giochini, alle finezze, dobbiamo essere più concreti"!». La conferma del bordocampista Alessandro Antinelli «Niente rimproveri, solo applausi». La ragionevole preoccupazione di Beppe Dossena a metà ripresa «Abbiamo visto Prandelli toccarsi i flessori e guardare verso la panchina. Speriamo che anche lui non abbia problemi». In pomeriggio, nell’attesa degli azzurri, avevamo esultato per la Ferrari. Così dallo studio di Radiorai dopo la vittoria di Alonso. «E ora andiamo a bordo pista per sentire Martina Stella!.....Cioè...ovviamente Martina Stella è un’attrice. Volevamo dire Andrea Stella, ingegnere della Ferrari....» L’ottimismo prepartita di Paola Ferrari. «Le scelte di Prandelli sono tutte giuste ma non le sappiamo ancora» La vigilia in spiaggia di Fedele La Sorsa (TgUno) «Finalmente dopo tanto cercare crediamo di aver trovato un’inglesina doc». E lei. «Ma io sono danese!» A «Dribbling» si mettono tutti in giacca e cravatta e spiegano perchè. «E’ il giorno, è il giorno. Bisogna essere seri». Cinque minuti dopo, il conduttore Paolo Paganini «Questa domanda la telespettatrice la chiede testualmente al bel tenebroso di Casa Azzurri. Tu sai se abbiamo un bel tenebroso?». Fabrizio Failla «Vado a memoria ma no, non ricordo nè belli nè tenebrosi». Paganini «No, però dice qua Alessandro Antinelli, Ah ciao Alessandro! L’abbiamo costruita ovviamente...» Dopo il gol non visto dell’Ucraina contro l’Inghilterra. L’arbitro Kassai. «Mi scuso per l’errore». Il presidente della Fifa Blatter «Dopo quello che è successo la tecnologia per la linea di porta non è un’alternativa ma una necessità». Il ct ucraino Blokhin «Era dentro di cinquanta centimetri, a cosa servono cinque arbitri?» Pierluigi Collina, responsabile degli arbitri per l’Uefa «Era gol». Michel Platini, presidente Uefa «Errore dell’assistente di porta». Marco Mazzocchi (Rai) in tv «Una svistina c’è stata». © RIPRODUZIONE RISERVATA +


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LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012


LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

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EURO 2012 QUARTI DI FINALE LE IMMAGINI DELLA PARTITA DI KIEV

Colpi (quasi) proibiti Kung fu, acrobazie e batticuore Chi voleva una partita dura è stato accontentato: guardate quanti scontri al limite IL MEGLIO DI INGHILTERRA-ITALIA 1

Tra la tensione e la gioia finale, colpi proibiti (più o meno legittimi) e scontri al limite del regolamento: Inghilterra-Italia è stata una gara estrema da tutti i punti di vista. Non violenta, ci mancherebbe altro, ma un concentrato di agonismo che spesso sfocia in comportamenti e gesti atletici tipici di altri sport. Come il kung fu di certi interventi difensivi (quello di Abate su Rooney). Oppure il pugilato di Hart, costretto ad esibirsi in un destro al volo per allontanare un tentativo di testa di Balotelli. Chi voleva il calcio muscolare e una partita epica è stato accontentato. Chi invece cercava il romanticismo e le emozioni, non è rimasto deluso. Basta vedere l’espressione di Nocerino dopo aver sbagliato un gol che sembrava fatto. Oppure l’autoflagellazione di Balotelli che, dopo aver mancato un’occasione facile sottoporta, per punirsi ha colpito di collo destro il palo della porta inglese. Non era necessario arrivare a tanto, ma evidentemente Supermario era uno che ci teneva a far bene. Così come De Rossi, che in apertura di gara ha centrato un clamoroso palo con un tiro imprendibile. Strozzando così nelle gole di milioni di italiani un urlo di gioia. Arrivato (per fortuna) dopo i calci di rigore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 La delusione di Antonio Nocerino LAPRESSE

2 Acrobazia di Ignazio Abate su Rooney REUTERS 3 Mario Balotelli tira un calcio al palo REUTERS 4 Prandelli entra quasi in campo a marcare Steven Gerrard REUTERS 5 John Terry «marca» Antonio Cassano LAPRESSE 6 Daniele De Rossi ANSA 7 L’uscita spericolata di Hart su Balotelli REUTERS

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BIERHOFF

EURO 2012 LA RIVALE DI GIOVEDÌ

«La mia Germania ora è più forte» L’ex punta di Udinese e Milan sente la partita «Sarà la rivincita del 2006. E sarà diversa...» DAL NOSTRO INVIATO

PIERFRANCESCO ARCHETTI DANZICA (Polonia)

«Stavolta siamo davanti noi». Oliver Bierhoff, manager della Germania, ex attaccante di Udinese, Milan e Chievo. È questa fiducia a renderla contento di affrontare l’Italia?

«Parlo con rispetto, non solo con voglia di rivalsa. Ma dal 2010 le gerarchie sono cambiate. L’Italia ha giocato una grande partita con l’Inghilterra, ma è battibile, giovedì».

S

HUSQVARNA RACCOMANDA

«

«Mi fa piacere trovare gli azzurri anche per la mia storia personale. E perché rispetto al 2006, i favoriti siamo noi». Aspetta questa rivincita dalla sconfitta nella semifinale mondiale di sei anni fa?

Oliver Bierhoff 44 anni, ex attaccante, ora manager della Germania: in nazionale 70 gare e 37 gol REUTERS

anche rispetto al Sudafrica: ha tanti ragazzi uniti, che si aiutano sempre, pieni di qualità ed entusiasmo. Ma soprattutto sanno tenere i piedi per terra: sanno dove vogliono arrivare, cioè al titolo, ma senza essere presuntuosi. E poi abbiamo la panchi-

Per forza, sarà molto più stanca di voi. Però finora non avete mai vinto in 7 precedenti mondiali o Europei.

«La statistiche sono fatte per essere cambiate e sembra il momento giusto. Non penso che il passato sia un fattore determinante».

Mi fa piacere trovare gli azzurri perché, rispetto al Mondiale, i favoriti siamo noi OLIVER BIERHOFF SULLA SEMIFINALE

«

I vostri scandali? Avrete più motivazioni... E Prandelli sta lavorando bene OLIVER BIERHOFF MANAGER DELLA GERMANIA

na migliore. Ma ha visto chi stava fuori con la Grecia?»

Quale, allora?

Sì, e soprattutto l’allenamento delle riserve il giorno dopo: con Müller, Götze, Gomez, Podolski, Kroos, Bender e altri. Che lusso.

«Questa Germania è migliorata

«Appunto. Non devo dare altre

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spiegazioni». Abbiamo capito: siete già a Kiev?

«No, sarà una semifinale equilibrata e bella. Però noi siamo consapevoli di poter vincere». Aveva detto prima del via: l’Italia è un animale ferito, sarà più pericolosa. Conferma?

«Sì. Scandali e turbolenze cementano la squadra, aumentano le motivazioni. E tolgono pressione. Rispetto al Mondiale poi c’è un gioco più fresco, dei giocatori nuovi e interessanti. Prandelli sta compiendo un buon lavoro. Si è visto con gli inglesi: molte occasioni, squadra sempre all’attacco, meritava di chiudere prima la gara. Dovremo studiarla bene». Le vostre formazioni sono spesso sorprendenti. Decide anche lei?

«Sono presente alle riunioni tecniche, ascolto e imparo. Vedo le partite dall’alto e ho una prospettiva diversa. Posso dire la mia. Però mi tengo fuori dalla preparazione delle partite, nonostante abbia il patentino». A parte le qualità della rosa, siete riusciti anche a controllare le lamentele: ci sono state, ma attenuate.

LA SQUADRA AVRANNO DUE GIORNI DI RIPOSO IN PIÙ

È fisso solo il 4-2-3-1 Ansia Schweinsteiger DAL NOSTRO INVIATO

COSÌ NEL GIRONE

DANZICA

Giovane, tecnica e con due giorni di riposo in più: ecco la Germania che troverà gli azzurri. Joachim Löw non ha una formazione base, ma soltanto una disposizione tattica che non ha mai cambiato: 4-2-3-1. Nella prima fase, l’unica punta era Gomez (3 gol) con Müller e Podolski (una rete) sui lati. Poi con la Grecia il trio è stato cambiato con Klose (una rete), Reus (una) e Schürrle. Per giovedì sembrano risalire le quotazioni dei due esterni, mentre Klose sarebbe leggermente davanti a Gomez. Ma manca tanto tempo. C’è poi un altro problema: Bastian Schweinsteiger ha ammesso di avere ancora noie con la caviglia infortunata il 7 febbraio: «Contro la Grecia ho sbagliato alcuni passaggi facili. Sento ancora dolore. Se l’allenatore decidesse di lasciarmi fuori in semifinale, non avrei problemi». Il sostituto di Schweinsteiger sarebbe il suo compagno nel Bayern, Toni Kroos. La Germania ha segnato finora 9 gol, più di tutte le semifinaliste, con 7 marcatori diversi. Ha incassato però 5 reti e soltanto contro il Portogallo Neuer è rimasto imbattuto, ma è stato salvato due volte dai pali. Il più in forma è il centrocampista Khedira; sempre affidabile Lahm (una rete), che in nazionale viene messo a sinistra.

4-2-3-1

NEUER

J.BOATENG HUMMELS BADSTUBER LAHM KHEDIRA SCHWEINSTEIGER

MÜLLER

ÖZIL

PODOLSKI

GOMEZ GDS

COSÌ NEI QUARTI 4-2-3-1

NEUER

J.BOATENG HUMMELS BADSTUBER LAHM KHEDIRA SCHWEINSTEIGER

REUS

ÖZIL

SCHÜRRLE

KLOSE GDS

COSÌ CON L’ITALIA? 4-2-3-1

NEUER

J.BOATENG HUMMELS BADSTUBER LAHM KHEDIRA

MÜLLER

KROOS

ÖZIL

PODOLSKI

KLOSE

p.f.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GDS


LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

«È normale che a qualcuno non vada di restare in panchina. Molti giocatori sono dei personaggi nei loro club, qui però devono guardare. Mi preoccuperei del contrario. Con tutti i cambi che ha fatto Löw, molti hanno avuto spazio. E si è visto che quando sono entrati, la prestazione è rimasta eccellente». Quindi non è merito del braccialetto portafortuna?

«Parla dello shamballa?». Proprio: traduzione, luce dell’amore.

«È un braccialetto di perle nere su cui sono impresse le iniziali dei nomi di ogni giocatore o membro dello staff, le tre stelle simboli degli Euro-

«

Noi siamo cresciuti, più uniti e umili. E abbiamo un bracciale portafortuna OLIVER BIERHOFF SUL GRUPPO TEDESCO

pei vinti e il logo della federcalcio. Lo portiamo tutti, mogli o compagne comprese. È il simbolo della nostra unione e della nostra convivenza in queste settimane. Significa anche: tutti lavoriamo per lo stesso scopo, e siamo convinti di raggiungerlo». Deludendo così i suoi amici italiani: a proposito, le chiederanno tanti biglietti dal nostro Paese?

Joaquim Löw e Bierhoff INFOPHOTO

«Darei posti solo per il settore tedesco. Ho degli amici anche stretti in Italia, ma gireranno alla larga». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzetta.it

È C.T. DEL GIAPPONE

Gazza

Zaccheroni rinnova fino al 2014

Tvf

Cesare Prandelli, 54 anni REUTERS

INGHILTERRA-ITALIA: LE INTERVISTE E LE REAZIONI DEI TIFOSI Tutto su Inghilterra-Italia: i video con i commenti a caldo di Prandelli e degli azzurri, la reazione dei tifosi italiani a Kiev e i tweet dei nostri inviati. Sul nostro sito ampia copertura dell’Europeo con tutti i gol in 3D.

Alberto Zaccheroni sarà il c.t. del Giappone per altri due anni. Secondo la stampa locale la Federcalcio nipponica, ora guidata da Kuniya Daini, subentrato a Junji Ogura, avrebbe raggiunto l’accordo col tecnico per prolungare fino al 2014 il contratto in scadenza ad agosto. In questo modo Zac guiderebbe il Giappone fino alla fase finale dei Mondiali in Brasile ma l’accordo prevederebbe una clausola per cui, in caso di mancata qualificazione alla Coppa del Mondo, le parti si separeranno entro giugno 2013. Nominato c.t. dopo i Mondiali del 2010, Zaccheroni ha debuttato con la vittoria di misura sull’Argentina in amichevole a ottobre e cinque mesi dopo ha conquistato la Coppa d’Asia (parteciperà alla Confederations 2013) superando in finale l’Australia ai supplementari. Per lui appena 2 k.o. in 24 partite e il primato nel girone B di qualificazione mondiale con 7 punti dopo 3 gare.

LA PORNO STAR INDOVINA FRANCESE NON NE AZZECCA UNA Un video curioso, per sorridere un po’ e anche per ammirare una bella ragazza francese, sicuramente esibizionista. Si tratta di una pornostar che ha deciso di scrivere sul proprio corpo le previsioni dei risultati dell’Europeo. Peccato non ne azzecchi una. Il polpo Paul era altra roba.

Alberto Zaccheroni, 59 anni

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I NUMERI

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I precedenti tra Italia e Germania (Germania Ovest compresa): 14 vittorie per l’Italia, nove pareggi e sette successi tedeschi.

45

Gol azzurri negli scontri diretti con la Germania. Per i tedeschi sono 34.

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Volte ai rigori per l’Italia La partita di ieri segna la nona volta per l’Italia ai rigori. Quattro vittorie: Italia-Urss 1991 al torneo Scania, Italia-Olanda dell’Europeo 2000, Italia-Francia della finale mondiale 2006 e Italia-Inghilterra di ieri, per i quarti dell’Europeo

DAL NOSTRO INVIATO

DANZICA (Polonia)

Un tatuaggio sotto il bicipite era la risposta di Luca Toni agli insulti dei tedeschi: alzava il braccio e mostrava la scritta Berlino 2006. Non che la gente si calmasse, anzi, l’irritazione crescente dimostrava quanto bruciasse l’aver mancato la finale del Mondiale in casa. «Abbiamo tutti ancora in testa quella partita, stavolta però forse saranno gli azzurri a non essere contenti di giocare contro di noi» racconta Philipp Lahm, il capitano della giovane Germania. Lui c’era a Dortmund, il 4 luglio 2006. «L’Italia è più forte dell’Inghilterra; è più furba, tatticamente meglio preparata, più difficile da battere. Ma con 4 vittorie abbiamo dimostrato che è difficile fermarci». Sempre battuti Ai tornei non ci sono storie: l’Italia non ha mai perso con la Germania. Ogni generazione ricorda l’esplosione di felicità nelle sfide con i tedeschi. Per i sessantenni, «la» partita è la semifinale di Messico 70: 4-3 ai supplementari, Beckenbauer con il braccio fasciato e Rivera che infila Maier. Quel match ha avuto il rispetto e l’onore anche da parte dei battuti: pure in Germania è stato votato come gara del secolo. Per i quarantenni, e qualcosa di più, l’Italia-Germania scolpita nel cuore è la finale mondiale 1982. Undici luglio, Bernabeu di Madrid: Rossi-Tardelli-Altobelli, l’urlo che poi accompagnava, le sfide in spiaggia con lo straniero, sempre presente nelle nostre vacanze. Per la generazione dei vent’anni, il trionfo di Dortmund, con la botta di Grosso e il contropiede di Del Piero, è

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Da Messico ’70 a Dortmund: è leggenda Sempre sfide epiche, come la finale del Mundial 82. E non ci hanno mai battuto 1

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1. L’esultanza di Rivera dopo il 4-3 nella semifinale mondiale 1970 2. Tardelli festeggia dopo il 2-0 nella finale di Spagna 1982 3. Grosso segna l’1-0 nella semifinale iridata 2006 OLYMPIA-ANSA-GMT

stato il debutto nelle folli emozioni del calcio azzurro. Rinascita Sempre a Dortmund, nell’ultimo dei 30 incroci (con sole 7 vittorie tedesche e 14 italiane), è rinata la competitività azzurra. Il 9 febbraio dell’anno scorso, i bianchi erano già il gruppo meraviglia, fresco e multietnico che aveva

sorpreso al Mondiale; l’Italia invece un abbozzo di idee con il nuovo allenatore, Cesare Prandelli. Non ci calpestarono: 1-1 con reti di Klose e Giuseppe Rossi. Quella sera si capì che forse non eravamo più staccati come al Mondiale. Giovedì è attesa la conferma. p.f.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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EURO 2012 VERSO LE SEMIFINALI BLINDATA DA 8 GARE

IL MURO

NUOVO RICOVERO

Il Portogallo preoccupato per Eusebio

Spagna, è dura segnarti un gol

D’ARCO

Non incassa reti nelle sfide a eliminazione diretta dal 2006 DAL NOSTRO INVIATO

FILIPPO MARIA RICCI Twitter @filippomricci DONETSK (Ucraina)

Fare gol alla Spagna è diventata impresa assai ardua. Noi ce l’abbiamo fatta, e quella di Di Natale è l’unica rete incassata da Casillas in questo Europeo. C’è di più: nelle partite a eliminazione diretta tra Euro e Mondiale la Spagna non prende gol dal 2006. In Germania perse 3-1 negli ottavi contro la Francia e Zidane segnò l’ultima rete, oggi divenuta storica. 8 partite 0 gol Da allora nelle tre partite a eliminazione diretta con Italia, Russia e Germania per la conquista dell’Europeo 2008, nelle quattro con Portogallo, Paraguay, Germania e Olanda per il Mondiale 2010 e sabato sera con la Francia, Casillas non ha preso un solo gol. Otto gare, 300 minuti

(due sono andate ai supplementari) e appena 10 gol fatti perché con un impermeabile così non serve un vestito eccessivamente vistoso. Piqué e Sergio Ramos sono la nuova coppia di centrali della Spagna, nata dall’infortunio di Puyol e dalla grande stagione del madridista al centro della difesa del Real. Dicevano che non andavano d’accordo, in campo però il rapporto è idilliaco. Abbiamo chiesto loro di mostrarci le chiavi di questo dominio difensivo. «Il controllo» Piqué: «La chiave è il controllo. Teniamo palla e così facendo ci difendiamo bene, perché gli avversari creano pochi pericoli e le nostre occasioni alla fine arrivano sempre. Avere il 60-70 per cento di possesso palla ci dà grande tranquillità. Non è solo la difesa a essere concentrata, è la mentalità della squadra che è preparata a difendere. Sappia-

retroscena

Fra popstar e pannoloni Il segreto è la semplicità DONETSK (Ucraina)

Foto di famiglia con popstar. Questo il titolo dell’album della Spagna. Sabato notte due charter Iberia sono partiti da Donetsk verso Danzica: il primo coi giocatori, il secondo coi giornalisti e i famigliari dei 23 di Del Bosque. Se la solidità di un gruppo si misura anche da queste cose, la Spagna è in una botte di ferro. A bordo poca appariscenza, nessun atteggiamento da wag con borsoni firmati e tacchi affilati. Il contrario, piuttosto: genitori, fratelli e mogli dei calciatori orgogliosi di vestire la maglia del parente illustre, bambini piccolissimi da cambiare, rifocillare e far addormentare nella

notte ucraina, grande cordialità e assenza assoluta di divismo di riflesso. Gente comune, imparentata con calciatori che hanno vinto tutto senza perdere il senso della vita. Un gruppo tanto forte da essere capace di assorbire l’urto di una popstar mondiale come Shakira. La colombiana, fidanzata di Piqué, arriva per ultima e scende per prima, si mette alla fila 1 (coi «suoceri»), ha una macchina che l’aspetta in pista mentre gli altri salgono sul bus, ma il tutto è ampiamente giustificato dal suo status di icona pop, sarebbe così in qualsiasi situazione. Perché per il resto, è solo una in più di questo grande gruppo. f.m.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA

mo che se non incassiamo, un gol nostro è sufficiente per farci vincere, e sappiamo pure che con il controllo che manteniamo sulle partite, con le occasioni che creiamo alla fine una rete la facciamo sempre. Con Sergio ogni giorno che passa ci troviamo meglio: è fortissimo, facilita il compito di chi gli sta accanto».

Opalenica (Pol) Brutte notizie per Eusebio. Il più grande giocatore nella storia del calcio portoghese è stato colpito ieri da un malore a Opalenica, in Polonia, dove si trova per seguire l’Europeo. Sentito il parere del suo cardiologo a Lisbona, Eusebio è stato ricoverato nell’ospedale di Poznan. Sul grande ex attaccante — cardiopatico da qualche anno — avrebbero avuto un effetto deleterio le emozioni del quarto di finale con la Repubblica Ceca, risolto soltanto al 34’ s.t. da un colpo di testa di Cristiano Ronaldo. Dopo la prima assistenza prestata dai medici della nazionale portoghese, gli esami all’ospedale di Poznan hanno permesso di escludere che si sia verificato un infarto. L’ex attaccante ieri ha rassicurato i dottori, dicendo di non sentire alcun dolore al cuore. Restano però le preoccupazioni per il deterioramento del suo stato di salute. In passato Eusebio è già stato ricoverato in tre occasioni: la prima volta per una polmonite, la seconda per dei problemi di pressione sanguigna e l’ultima per via di forti dolori al collo. Manuel Martins de Sa © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Il blocco» Ramos: «È fondamentale il blocco, il collettivo, la sicurezza che abbiamo accumulato in questi anni. Sappiamo di essere forti dietro e la cosa offre stabilità a tutta la squadra. Ora è diventata una sfida, continuare a non incassare gol. È fondamentale: queste sono partite chiuse, con differenze minime, e un solo errore ti può costare il torneo, mandarti a casa. Le chiavi? Il sincronismo col compagno di reparto, parlare tanto, stare tatticamente chiusi, ben posizionati, coperti e con le linee ravvicinate». Primo non prenderle, poi il gol verrà. Con il tiki taka, con o senza centravanti, per sfinimento dell’avversario. E allora, sotto con Ronaldo e il suo Portogallo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MONDO SI È CHIUSA LA STAGIONE IN ARGENTINA

Trezeguet trascina il suo River «Re David» è tornato sul trono Ha segnato 13 reti decisive per il ritorno in Primera All’Arsenal Sarandì il torneo Clausura ADRIANO SEU

Ci sono legami indissolubili. Storie che non hanno mai fine, anche quando tutto sembra indicare il contrario. Storie eterne che resistono al peso degli anni, come il connubio tra David Trezeguet e il gol, splendida ossessione e immancabile condimento nella carriera del centravanti franco-argentino, che a 34 anni suonati è stato capace di vestire i panni dell’eroe anche oltreoceano, dopo 16 anni da protagonista in Europa. La doppietta messa a segno sabato, con cui ha resti-

David Trezeguet, 34 anni, ex attaccante della Juventus AFP

tuito il River Plate all’élite del calcio dopo l’inferno della serie B, gli ha permesso di conquistare anche il calcio sudamericano. Zittendo tutti quelli che, al suo arrivo in Argentina sei mesi fa, lo consideravano un giocatore ormai finito.

esperienze in Spagna (all’Hercules) e negli Emirati Arabi (al Baniyas). E invece, dopo 6 mesi e 13 gol in 19 partite di campionato, ha dimostrato che segnare è ancora il suo mestiere. Dopo i trionfi raccolti nel Vecchio Continente con le maglie di Monaco e Juventus (in tutto 2 Supercoppe e 6 scudetti, compresi i due revocati in bianconero), oltre ai titoli con la nazionale francese (un Mondiale nel 1998 e un Europeo nel 2000, con rete decisiva ai supplementari nella finale con l’Italia), gli restava il sogno di vincere con la squadra per cui ha sempre tifato: il River Plate. Il suo più grande amore dai tempi dell’esordio da professionista in Primera División nelle file del Platense. Questo sogno l’ha realizzato sabato, da protagonista, vestendo nuovamente i panni di «Re» David, l’eterno goleador

La chiusura del cerchio La stam-

pa argentina non l’ha affatto accolto con benevolenza. «Non serve più a nulla, è finito, non riesce più a muoversi ed è sempre rotto. Viene solo a rubare lo stipendio», dicevano di lui, reduce da due anonime

All’Arsenal il Clausura Detto del River, il Clausura è andato all’Arsenal Sarandì (vittorioso 1-0 sul Belgrano, gol di Lopez) in volata sul Tigre (2-2 con l’Independiente). © RIPRODUZIONE RISERVATA

ESIBIZIONE A MIAMI

AVEVA 24 ANNI

Festa Messi Tris a Capello

Betis in lutto Roque stroncato da un tumore

Continua la saga Amici di Messi Resto del Mondo. Dopo il 6 6 di pochi giorni fa a Bogotà, migliaia di tifosi hanno affollato le tribune del «Sun Life Stadium» di Miami, nel giorno del 25˚ compleanno di Lionel. Quattordici gol (è finita 7 pari) e spettacolo all’altezza delle attese. Tripletta per il fenomeno del Barcellona, diretto per l’occasione in panchina da Carlos Dunga, ex c.t. del Brasile. A fianco di Messi hanno segnato anche l’interista Milito, Didier Drogba, Rondon e Ortega. Per il Resto del Mondo a referto Luis Suarez (tripletta), Radamel Falcao, James Rodriguez, Nené e il napoletano Edinson Cavani. Grande spazio per le glorie del calcio italiano, a cominciare da Fabio Capello, allenatore del Resto del Mondo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Miquel Miki Roque Farrero (a sinistra nella foto), giocatore 24enne del Real Betis è morto ieri dopo una lunga malattia. Il catalano (era nato a Tremp) era affetto da tempo da un cancro al bacino per il quale era già stato operato. Roque era al Betis dal 2009. Cresciuto nel Lleida, alle origini giocava come difensore centrale ma negli ultimi anni era stato trasformato in centrocampista difensivo. Dopo una lunga parentesi al Liverpool (quattro stagioni da giovanissimo, ai margini della prima squadra allenata da Benitez), era passato per Oldham Athletic e Cartagena prima di firmare con il club andaluso.


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EURO 2012 LA GUIDA TUTTO L’EUROPEO IN UNA PAGINA

MERCOLEDÌ LA SFIDA DI RONALDO IL CAMMINO VERSO LA COPPA GIRONE A

GIRONE B

Olanda

Giocata a:

Varsavia

Data

Incontro

8/6

Polonia - Grecia

Danimarca Germania Portogallo

Giocata a:

Wroclaw

Ore/Risultato 1-1

Rep. Ceca

Kharkiv

Data

Incontro

9/6

Olanda - Danimarca

Portogallo

Ore/Risultato

12/6

Grecia - Rep. Ceca

13/6

Danimarca - Portogallo 2 - 3

12/6

Polonia - Russia

1-1

13/6

Olanda - Germania

1-2

16/6

Grecia - Russia

1-0

17/6

Portogallo - Olanda

2-1

16/6

Rep. Ceca - Polonia

1-0

17/6

Danimarca - Germania

1-2

Portogallo

1

1-0

P G V N P F S

ITALIA

Spagna

DANZICA

Grecia

2

27/6

QUARTI

FINALE

20.45 SEMIFINALI

1/7

20.45

DONETSK

28/6

20.45 SEMIFINALI

QUARTI

VARSAVIA

2

2

23/6

Germania 9 3 3 0 0 5 2

Grecia

4 3 1 1 1 3 3

Portogallo 6 3 2 0 1 5 4

Russia

4 3 1 1 1 5 3

Danimarca 3 3 1 0 2 4 5

Polonia

2 3 0 2 1 2 3

Olanda

Danzica

Croazia

Incontro

10/6

Spagna - ITALIA

10/6

Irlanda - Croazia

14/6 14/6

DONETSK

Spagna

Francia

Italia

0

4

Ieri KIEV

Italia

ai rigori 0 0 d. t. s.

0 3 0 0 2 2 5

Ucraina

Svezia

Giocata a:

Poznan

Ore/Risultato

Francia

Donetsk

Inghilterra

Kiev

Data

Incontro

1-1

11/6

Francia - Inghilterra

1-1

1-3

11/6

Ucraina - Svezia

2-1

ITALIA - Croazia

1-1

15/6

Ucraina - Francia

0-2

Spagna - Irlanda

4-0

15/6

Svezia - Inghilterra

2-3

18/6

Croazia - Spagna

0-1

19/6

Svezia - Francia

2-0

18/6

ITALIA - Irlanda

2-0

19/6

Inghilterra - Ucraina

1-0

CLASSIFICA

P G V N P F S

6 3 2 0 1 4 5

Irlanda

Ore/Risultato

Inghilterra

CLASSIFICA

R. Ceca

GIRONE D

Data

KIEV Olimpico Spagna

CLASSIFICA

22/6

Germania

0-1

1-2

Germania - Portogallo

GIRONE C

Germania

Giocata a:

4-1

9/6

4

Lviv

Russia - Rep. Ceca

8/6

21/6 VARSAVIA

0

P G V N P F S

CLASSIFICA

P G V N P F S

Spagna

7 3 2 1 0 6 1

Inghilterra 7 3 2 1 0 5 3

ITALIA

5 3 1 2 0 4 2

Francia

4 3 1 1 1 3 3

Croazia

4 3 1 1 1 4 3

Ucraina

3 3 1 0 2 2 4

Irlanda

0 3 0 0 3 1 9

Svezia

3 3 1 0 2 5 5

URSS

Spagna

ITALIA

Germania O.

Cecoslovacchia

Germania O.

Francia

Olanda

Danimarca

Germania

Francia

Grecia

2008

2004

2000

1996

1992

1988

1984

1980

1976

1972

1968

1964

1960

ALBO D’ORO

Spagna GAZZETTA DELLO SPORT

MARCATORI

La lotta dei cannonieri ristretta a Gomez e Cristiano Il terzetto alla testa della classifica marcatori dorme sonni tranquilli. Le vere insidie non potevano venire da Inghilterra Italia, vista la mancanza di un vero bomber in campo. Per Ronaldo e Gomez adesso un’occasione d’oro. 3 gol: M. Gomez (Germania); A. Dzagoev (Russia); C. Ronaldo (Portogallo). 2 gol: A. Shevchenko (Ucraina); N. Bendtner e M. Krohn Dehli (Danimarca); V. Pilar e P. Jiracek (Repubblica Ceca); F. Torres, C. Fabregas e Xabi Alonso (Spagna); M. Mandzukic (Croazia); Z. Ibrahimovic (Svezia); D. Salpingidis (Grecia). 1 gol: R. Lewandowski e J. Blaszczykowski (Polonia); F. Gekas, G. Karagounis e G. Samaras (Grecia); R. Shirokov e R. Pavlyuchenko (Russia); A. Di Natale, M. Balotelli, A. Cassano e A. Pirlo (Italia); D. Silva e J. Navas (Spagna); N. Jelavic (Croazia); S. St Ledger (Irlanda); W. Rooney, J. Lescott, A. Carroll, D. Welbeck e T. Walcott (Inghilterra); S. Nasri, J. Menez e Y. Cabaye (Francia); S. Larsson e O. Mellberg (Svezia); Pepe, H. Postiga e S. Varela (Portogallo); R. Van Persie e R. Van der Vaart (Olanda); L. Bender, L. Podolski, P. Lahm, S. Khedira, M. Klose e M. Reus (Germania).

laFotonotizia La polizia ucraina perde la pazienza con «Femen» Nuovo blitz delle attiviste di «Femen», questa volta all’esterno dello stadio di Kiev. Le immagini di ieri mostrano molta meno «delicatezza» al momento dell’arresto delle tre ragazze, rinchiuse senza tanti complimenti nelle gabbie dei furgoni cellulari. I raid dell’organizzazione — che denuncia una crescita del turismo sessuale legata all’Europeo — avvengono con cadenza quotidiana. In queste settimane le attiviste ucraine si sono avvalse del supporto di molte ragazze venute appositamente dall’estero.

CON PISTOLE AD ARIA

Finta sparatoria per il relax dei portoghesi Ritiro movimentato per il Portogallo. Sabato la quasi rissa in allenamento che ha visto Quaresma e Lopes fra i protagonisti. Ieri i giocatori hanno scelto di rilassarsi in vista della semifinale con la Spagna ingaggiando una battaglia con pistole ad aria compressa nelle vicinanze dell’hotel di Opalenica in cui sono ospitati. Fra i più entusiasti Nani, Nelson Oliveira e Hugo Viana. Fra uno sparo e l’altro, allenamento regolare per Fabio Coentrao e Pepe, che sabato avevano interrotto in anticipo la seduta in via precauzionale. Hugo Almeida resta il favorito per rimpiazzare l’infortunato Postiga.


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LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012


LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

di ALESSANDRO DE CALÒ

erto la poderosa Germania di Löw non aveC va bisogno di questo gigantesco assist del calendario per giocarsi da favorita la semifinale di giovedì a Varsavia. La sfida si sarebbe comunque disputata su un leggero piano inclinato, visti gli attuali rapporti di forza. Ma, a questo punto, i tedeschi hanno due giorni e trenta minuti di vantaggio sugli azzurri che arrivano spremuti alla penultima salita della maratona europea. Due giorni di vantaggio per assorbire le botte e riprendere tono sono un’enormità, anche se non bastano a dare per scontato l’esito del confronto. Italia-Germania è un classico che

HO TEMUTO UN’ALTRA GRANDE BEFFA MA POI E’ ARRIVATA LA MAGIA DI PIRLO

Italia-Argentina del 1990. Lì era il nostro mondiale e ci giocavamo la finale: ho pensato «non vivrò mica un'altra beffa come quella?». Già perché al San Paolo, quella notte, ci fu solo l’Italia in campo. Del grande Maradona e di un’Argentina comunque degna, ci mancherebbe altro, della sua tradizione, per 120' si erano perse le tracce. La mia Italia subì mezzo tiro in porta e purtroppo bastò quello a un avversario tutto rintanato nella propria metà campo, per arrivare si rigori. Stavolta i rigori ci hanno invece reso giustizia. Di solito vengono definiti una lotteria, a Kiev, dando un esito sacrosanto, possono essere definiti il verdetto emesso dal dio del pallone. Parliamoci chiaro, l’Inghilterra è stata surclassata, se fosse passata sarebbe stato il più clamoroso «furto»

della storia di questo torneo. Noi abbiamo giocato davvero bene, concentrati, atleticamente a posto, pericolosi in diverse circostanze. Un autentico dominio. Ho visto in questa gara la squadra più forte di questo Europeo, nemmeno la Germania schiacciasassi ha raggiunto le vette di qualità degli azzurri. Per una volta non sarebbe giusto fare graduatorie di merito. Certo, la regia di Pirlo è stata costante e in difesa non hanno concesso mezza palla. A proposito di Andrea, solo i grandissimi campioni possono avere il coraggio di fare il cucchiaio in una situazione del genere, con Montolivo che aveva appena fallito il suo tiro e l’Inghilterra in vantaggio. Penso che la sicurezza irridente di Pirlo sia stata una concausa degli errori di mira dei nostri avversari: certi gesti, in determinati momenti, ti possono mandare in tilt. Avanti così, allora, e per una notte abboniamo a Balotelli i consueti rimproveri sulle scelte e le conclusioni sotto porta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

visto da Zoff

QUEL CUCCHIAIO COME IL MIO TOTTI LÌ HO CAPITO CHE AVREMMO VINTO di DINO ZOFF

i ho pensato, come posso nasconderlo. C Quando ho visto il cucchiaio di Pirlo finire dentro, la mia testa è andata a un altro cucchiaio, quello di Totti che portò la mia Italia in finale a Euro 2000. Lì ho capito che avremmo vinto: quel gol fu di buon auspicio, e così è stato ancora una volta. Anche perché l’Inghilterra aveva già mandato sul dischetto i suoi migliori rigoristi, Gerrard e Rooney. E vai così, grande Italia! Lo sapevo, l’avevo pronosticato, ma non ci voleva molto, perché questa Nazionale è sicuramente tra le migliori quattro d’Europa. Di più: lo è anche a livello di gioco. Si parla tanto della Spagna, ma quello di Del Bosque è più che altro un gioco che ha l’obiettivo di annichilire l’avversario con il possesso palla. Tra l’altro, non sarei così sicuro che il Portogallo si lascerà battere da Iniesta e compagni.

storicamente esalta gli azzurri. Schweinsteiger, dunque, può fare la fine di Gerrard. Lo sa bene anche Löw, che non a caso lega i suoi primi ricordi calcistici allo storico 4-3 nel Mondiale del 1970 all’Azteca, chiuso ai supplementari con un capolavoro di Gianni Rivera. Vincere correndo sui crampi, all’ultimo rigore, come hanno fatto ieri gli azzurri, toglie energie fisiche ma aggiunge forza mentale. E’ un travaso importante, perché l’Italia ha dimostrato di saper giocare un buon calcio. L’autostima a questo punto è indispensabile, non esistono scorciatoie: per battere questi tedeschi biso-

laVignetta

visto da Bergomi

rima dei rigori, mentre cioè i massaggiatoP ri cercavano di rimettere a posto i muscoli più intossicati dalla fatica, mi è tornato in mente

Ma noi non siamo inferiori a nessuno, non mi stancherò mai di ripeterlo. In campo abbiamo dominato l’Inghilterra in lungo e in largo, contro una squadra che definire di basso livello non è giusto. L’abbiamo fatta sembra noi inferiore. È stata davvero un’ottima prestazione: avremmo dovuto e potuto chiuderla già nel primo tempo. E invece i pali, le occasioni mancate. Poi nel calcio c’è sempre timore della beffa, a maggior ragione dopo una partita dominata. Adesso siamo in semifinale. E non è mica finita. Certo, con la Germania non partiremo favoriti, ma nel calcio la storia ha un peso. Ricordo qualche vittoria in passato contro i tedeschi... Magari sarà la serata giusta per Balotelli. Mario è troppo importante per noi: ha giocato bene, è un uomo decisivo, anche se proprio non riesce a buttarla dentro. Vorrà dire che gli toccherà portarci in finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di STEFANO FROSINI

amma mia che sofferenza! L'Italia M avrebbe meritato di vincere nei 120 minuti per le occasioni che ha creato e per il gioco che è riuscita a proporre contro un'Inghilterra molto prudente, scesa in campo con un atteggiamento volto esclusivamente a tenere strette le due linee di difesa e centrocampo per non dare spazio ai palleggiatori azzurri. Ma la posizione di Cassano prima e Diamanti poi, più arretrata e defilata rispetto a quella di Balotelli, ha permesso a loro due e Montolivo di giocare molti palloni vicino all'area avversaria e costruire diverse situazioni di potenziale pericolo. Le poche volte che gli inglesi ci hanno messo in difficoltà è stato quando hanno sfruttato le fasce laterali e il movimento di Rooney che si è allargato spesso riuscendo a creare superiorità numerica e costringendo i nostri di-

fensori a temporeggiare e difendere all'interno dell'area di rigore. Per il resto dominio incontrastato del nostro centrocampo, ben sostenuto dall'azione costante dei terzini. L'ottima condizione atletica, ma anche le distanze perfette tra i giocatori, hanno permesso ai nostri di essere sempre in superiorità numerica nella zona del pallone e spesso vincenti nei contrasti. Peccato che facciamo pochi gol, l'unico difetto di questa bella Nazionale, servono troppe occasioni prima di segnare. Un po' dipende dalle caratteristiche dei nostri attaccanti, Balotelli e Cassano sono due campioni ma non sono stati mai i realizzatori principali delle loro squadre. Un po’ anche dalla poca freddezza in zona gol. Freddezza che invece c'è stata nei calci di rigore dove abbiamo recuperato lo svantaggio iniziale. E poi c'è Buffon che ha messo la sua firma su una semifinale forse inaspettata prima del debutto ma meritatissima dopo quello che si è visto ieri sera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

dallaPrima

L’Italia più bella Adesso il limite è soltanto il cielo di ANDREA MONTI

Quella vignetta su Balotelli (a.mo.) Ieri, alcuni lettori hanno protestato per una vi gnetta di Marini apparsa nella pagina delle opinioni. Balotelli vi era raffigurato come King Kong, abbarbicato al Big Ben anziché all'Empire State Buil ding, nell'atto di respingere le terribili pallonate degli inglesi. Occorre dire con onestà che non è tra le migliori prodotte dal nostro bravo vignettista. E che, di questi tempi e con questi sta di, una misura in più di pruden za e di buon gusto sono neces sarie perché tutto, ma proprio tutto, può essere frainteso. Il giornale è di chi legge: se qual cuno l'ha trovata offensiva ce ne scusiamo, senza nasconder ci dietro la sacra libertà di sati ra. Ma da qui ad accusare la Gazzetta (e il povero Marini) di cripto razzismo ce ne passa. Questo giornale ha sempre combattuto il razzismo negli sta di in ogni sua forma e ha denun ciato i «buuu» a Balotelli come una forma inaccettabile di inci viltà. Pensare che qualche men te malata abbia voluto insinua re nelle nostre pagine l'equazio ne King Kong uguale scimmione nero, più che offensivo è franca mente strumentale e assurdo.

TwitTwit

visto da Marchegiani

ABBIAMO DOMINATO A CENTROCAMPO E QUANTA FREDDEZZA DAL DISCHETTO

gna giocare meglio di loro. Sulla carta, tutto sembra spingere verso una finale tra Germania e Spagna, le due nazionali più complete e in grado di esprimere il miglior calcio degli ultimi anni. Occhio alle sorprese, però. Anche in Champions ci aspettavamo una finale Barça-Real e invece sappiamo com’è andata. Per fortuna l’effetto Chelsea è scongiurato, il catenaccio nell’Europeo non paga. Ma occhio, a Ronaldo potrebbe riuscire il colpaccio contro gli amici spagnoli e non è escluso che gli azzurri ci regalino un bis della semifinale mondiale di sei anni fa. Per diventare campioni, ogni tanto, bisogna anche battere i migliori.

Dalla Ferrari a Valencia fino a Kiev abbiamo trionfato con cuore e classe

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

di LUCA MARCHEGIANI

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SCONGIURATO L’EFFETTO CHELSEA E DAL ’70 I DERBY CON I TEDESCHI...

euroVisioni

di BEPPE BERGOMI

LA GAZZETTA DELLO SPORT

ANDREA BARGNANI Campione di basket in Nba

Crollo psicologico degli inglesi dopo il cucchiaio di Pirlo... numero 1!#fb @AndreaBargnani

ALE DEL PIERO Ex attaccante della Juve

Grande David (Trezeguet). Felice per te e la promozione del River Plate. Siempre #tresegol @delpieroale

JOVANOTTI Cantante

Hai messo un Diamanti dentro al mio cuore (canzone profetica) !!! @lorenzojova

a più bella Nazionale dai tempi del Mondiale di L Germania conquista la semifinale di Euro 2012 ai calci di rigore. Avrebbe strameritato di chiuderla prima ma la sofferenza rende ancor più bella la notizia di questa straordinaria domenica. C'è un'Italia che vince. Vince col cuore, con classe, con grinta. Non bisogna esagerare con le similitudini tra sport e vita, ma il trionfo degli azzurri a Kiev sull'Inghilterra e l'incredibile vittoria della Ferrari a Valencia è una di quelle doppiette che tirano su lo spirito in questi tempi grami. La magnifica banda Prandelli tra i primi quattro d'Europa alla faccia dei foschi presagi che avevano accompagnato la spedizione e quel genio di Alonso saldamente in testa al Mondiale benché stavolta gli toccasse di partire all'undicesima casella. Chi l'avrebbe detto? La morale è la solita, magari un po' consunta ma decisamente consolatoria perché funziona sui campi di gara come nella politica: bisogna crederci sempre, anche quando la sfida è improba e lo spread tra noi e gli altri sembra incolmabile. Ce la ricorderemo a lungo questa giornata di passione e di riscossa. Ieri, domenica 24 giugno, si celebrava San Giovanni Battista, profeta e martire. L'impressione è che «il più grande tra i nati di donna» abbia guardato giù fissando il suo sguardo benigno sul circuito di Valencia in almeno un paio di occasioni: l'ingresso della safety car e lo stop del lanciatissimo Vettel. Il resto ce l'ha messo il pilota spagnolo davanti alla sua gente inanellando una serie di sorpassi memorabili. In serata, la benevolenza del Battista si è estesa all'Olimpico di Kiev, facendoci la grazia sulle uniche due conclusioni rombanti di Johnson e Welbeck con la devota collaborazione di san Gigi Buffon, e propiziando la vittoria finale nella lotteria dei rigori. Ciò detto l'Italia, oltre a tutto il resto, ha colpito due pali e strapazzato i maestri inglesi. Il primo tempo è stato il più bello scampolo di calcio sinora in questo Europeo. Erano anni che gli azzurri

non producevano cinque nitide palle gol contro un avversario di rango, compresa una stupenda conclusione di De Rossi sul palo interno a quattro minuti dall'avvio. Se Balotelli si decidesse a considerare, oltre a se stesso, anche gli avversari che sono pagati per rinvenire sull'attaccante, avremmo chiuso in vantaggio e ci saremmo risparmiati i patimenti successivi. Nel secondo tempo, stesso spartito e stessa musica. Italia in controllo, anzi in dominio. Altre cinque, sei occasioni, la più grossa se la mangia De Rossi a un passo dalla porta, la più bella la toglie il solito Johnson dal piede di Nocerino a pochi istanti dalla fine. Sarebbe stato il giusto colpo del ko. Invece ci sono toccati i supplementari e il supplizio dei rigori. Alla fine San Giovanni, che non fa inganni, decide che ce n'è abbastanza e che ci siamo guadagnati il Paradiso con gli interessi. Ora siamo tra le quattro squadre di vertice del continente. E il calcio espresso sinora in questo Europeo, seppure non eccelso, è migliore di quello visto in Sudafrica. Il che conferma che la festa è qui. E qui si misurano, al netto di Brasile e Argentina, i valori in campo internazionale. Comunque vada a finire, il progetto di Prandelli ci porterà dritto al Mondiale brasiliano. La linea è tracciata, senza nascondersi le difficoltà. Nei prossimi due anni dovremo fare tesoro, con umiltà e saggezza, della splendida vittoria di ieri. Nel 2014, Pirlo e Buffon avranno superato i 35 anni. E' evidente che il calcio italiano, dotato di pochi e formidabili campioni, così avaro nel far crescere giovani talenti, dovrà cambiare registro. E la Federazione, che ha vinto una splendida scommessa, dev'essere il motore del cambiamento. Non vogliamo più sentire che Giovinco e Immobile sono troppo leggeri. O vedere Destro e Borini in panchina nei loro club. Largo ai Verratti e al resto dei giovani piedi buoni in Serie A, come succede in Germania. Giovedì 28 a Varsavia ci toccano proprio i tedeschi. Sarebbe bello dimostrare che non ci servono lezioni. Sono forti, d'accordo, ma dopo ieri sera, per l'Italia di Prandelli il limite è il cielo.


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INSIEME PER VINCERE, HA SENSO. Foto Mezzelani / GMT

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LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

MERCATO IL WORKSHOP DI VILLASIMIUS OGGI ALLE OLIMPIADI DELLE AZIENDE PARTNER È ATTESO CAPITAN AMBROSINI

Il rossonero piace: 82 milioni da sponsor e pubblicità Primo in Italia e 5˚ in Europa nel 2011. Galliani: «È l’unica area dove abbiamo libertà d’azione...» DAL NOSTRO INVIATO

MARCO IARIA twitter@marcoiaria1 VILLASIMIUS (Cagliari)

Come ti coccolo lo sponsor. Non solo con il mare unico della Sardegna, che già sarebbe il top dei viaggi incentive, ma pure con lo sport praticato a stretto contatto coi campioni. Il Milan si è inventato le Olimpiadi rossonere, in omaggio a Londra 2012, e ha radunato fino a domani le sue tren-

ta aziende partner per un workshop atipico: niente giacca e cravatta, ma racchette e sciabole. Sì perché i partecipanti si stanno misurando con una varietà di discipline olimpiche che va dal tennis alla scherma, dall’atletica al nuoto, dal basket al calcio. I capitani delle squadre, dedicate ai Giochi del passato, sono volti conosciuti: Franco Baresi, Franco Bertoli, Paolo Bossini, Massimo Bulleri, Paolo Canè, Stefano Mei, Daniele Massaro, Simone Vanni. A fare gli onori di casa Laura Masi (che si cimenterà nelle vesti di schermitrice) e Mauro Tavola, rispettivamente direttore marketing e vendite del Milan. Oggi al Tanka Village si vedrà anche Massimo Ambrosini. Il capitano rossonero sta

— semmai pensa a come valorizzare San Siro, specie una volta che l’Inter avrà trovato un’altra casa. Ma nel settore commerciale quello rossonero è il più «europeo» dei nostri club.

trascorrendo le vacanze con la famiglia nei dintorni di Villasimius e approfitterà dell’occasione per fare un saluto agli sponsor. Settore chiave Sole, spiagge, cocktail, sport: non c’è contesto migliore di questo per consolidare il rapporto con chi investe capitali sul tuo brand ed è legato strettamente ai tuoi risultati. In tempo di crisi, le sponsorizzazioni sportive hanno sofferto tantissimo, ma il calcio italiano resta un’isola felice. Il confronto con l’estero, tuttavia, spegne il sorriso. La Serie A è indietro anni luce rispetto alle capofila Premier League e Bundesliga per lo sfruttamento dello stadio e del marketing. Il Milan uno stadio di proprietà non ce l’ha

Performance Lo dicono i nume-

ri: i ricavi da sponsor e pubblicità sono passati dai 67 milioni del 2010 agli 82 del 2011. È la migliore performance italiana e la quinta nel Vecchio Continente. Ma si può e si deve fare ancora di più. Come spiegò l’a.d. Adriano Galliani allo sponsor day: «È l’unica area dove abbiamo libertà d’azione, visto che i diritti tv sono centralizzati e gli stadi di proprietà in Italia sono quasi un miraggio». Massimo Ambrosini, 35 anni, capitano e senatore rossonero FORTE

È il giorno di Flamini Milan-Diarra: contatto congelato Oggi il francese darà a Galliani una risposta sul rinnovo Il mediano del Real prende tempo in attesa di sviluppi

Per Mathieu Flamini è il giorno della verità. E in base a quello che succederà, il Milan saprà se a centrocampo dovrà continuare a rivolgere lo sguardo al mercato, oppure se potrà considerarsi a posto. Oggi l’entourage del francese comunicherà per via scritta — non sono infatti in programma incontri — al club rossonero la propria posizione. Un passo dal quale scaturirà, nel bene o nel male, una decisio-

98

le presenze di Flamini in rossonero, che ha vestito la prima volta il 31 agosto 2008 contro il Bologna; 2 sole gare quest’anno

3

5

i club di Diarra: Le Havre, Chelsea, Arsenal, Portsmouth e Real Madrid

28

le sue presenze con i bleus con i quali ha debuttato il 24 marzo 2007 in Lituania

Il nodo è legato allo stipendio di Lass che non vuole concedere sconti ai rossoneri Mathieu Flamini, 28 anni, rossonero dal 2008. Sotto Lassana Diarra, 27 LAPRESSE-CANONIERO

Sondaggio Strettamente legato alle sorti di Flamini resta quindi Lassana Diarra. Il centrocampista del Real, in scadenza fra un anno, non rinnove-

I NUMERI

le sue presenze con la Francia per un totale di 56’ giocati

CARLO LAUDISA MARCO PASOTTO MILANO

ne definitiva. Una situazione resa possibile dal dietro front del giocatore, in seguito al secco messaggio di Galliani di qualche giorno fa: «Per Flamini il tempo è scaduto, la pazienza ha un limite», aveva detto l’a.d. commentando la mancata risposta del francese alla proposta del club rossonero (rinnovo per due anni con stipendio ridotto da 4 a 1,5 milioni a stagione). Dopo aver sentito queste parole Flamini aveva praticamente chiesto a Galliani di tornare sui propri passi, facendogli sapere in tutta fretta di essere intenzionato ad accettare la proposta. Oggi si saprà se le cose stanno davvero così. Una cosa è certa: il pallino è nelle mani del Milan, che non si schioderà dall’offerta iniziale.

4

rà e il Milan, visti gli ottimi rapporti col club di Perez, è stato autorizzato a sondare il terreno col giocatore. C’è quindi stato un primo contatto con l’entourage di Diarra, ma la strada non è così semplice. L’intenzione di Lass sarebbe infatti quella di rispettare il suo contratto per liberarsi poi a parametro zero, sebbene sappia perfettamente che a Madrid sarebbe atteso da una stagione da comprimario. Diarra però sa anche che il Milan gli chiederebbe una drastica riduzione di stipendio rispetto ai 4,3 milioni annui percepiti ora al Real. Insomma, il francese sta prendendo tempo per vederci più chiaro, ma il Milan si è già mosso in modo da riprendere il discorso all’occorrenza. Voci spagnole Dalla Spagna con-

tinuano a rimbalzare con insistenza voci che vorrebbero Kakà al Milan. Cosa smentita seccamente più di una volta da Galliani. Le ultime indiscrezioni parlano di un incontro avvenuto in sede fra il papà del brasiliano, Bosco Leite, e l’a.d. rossonero. Incontro che non trova riscontri: i due si sarebbero effettivamente incrociati in città, ma in modo piuttosto fortuito. Intanto Maxi Lopez, in rientro al Catania dopo il prestito al Milan, continua a restare alla finestra in attesa di trovare la sistemazione più gradita. L’attaccante ha detto no alla proposta del Corinthians (aveva già giocato in Brasile con la maglia del Gremio) perché la sua priorità resta il campionato italiano, o comunque l’Europa. Infine, il club rossonero ha bloccato Hachim Mastour, baby talento italiano di origine marocchina classe ’98 della Reggiana, su cui hanno già messo gli occhi diverse big europee. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN PIANTA STABILE NELLO STAFF DEI PREPARATORI

Costa, un brasiliano per Pato e Thiago

Alexandre Pato, 22 anni FORTE MILANO

Quando Pato e Thiago Silva si ripresenteranno a Milanello dopo l’Olimpiade inglese, troveranno una bella sorpresa. Nello staff dei preparatori atletici troveranno infatti un vecchio amico: Marcelo Costa, fisioterapista e preparatore nel giro della nazionale brasiliana (ha lavorato con l’Under 20 ed è uomo di fiducia del medico della Seleçao, Runco). Costa per il Milan aveva già svolto a Milanello un lavoro da consulente nella passata stagione, occupandosi di Thiago e in particolar modo di Pato durante la fase più delicata del suo recupero. Alexandre si era quindi messo nelle sue mani nelle ultime settimane stagionali, modificando l’impostazione di alcuni esercizi e svolgendo un lavoro mu-

Thiago Silva, 27 anni FORTE

scolare molto specifico. Monitoraggio Costa, insomma, è una figura di assoluta fiducia per il gruppo rossonero brasiliano. Sarà agli ordini del neo responsabile dei preparatori atletici, Simone Folletti, e ovviamente si occuperà con un occhio di riguardo di Pato e Thiago. Il Papero dovrà essere monitorato e seguito nel lavoro quotidiano con estrema attenzione, vista la disastrosa annata da cui è reduce. Ma lo stesso vale anche per Thiago Silva, fuori causa nell’ultimo mese e mezzo di campionato per problemi muscolari che ricomparivano ogni volta che parevano risolti. Pato e Thiago sono state assenze molto pesanti in ottica scudetto: a Costa il compito di salvaguardarli. c.lau.-m.pas. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DUE EX NEL CAMPIONATO BRASILIANO

Ronaldinho-gol: l’Atletico vince ed è 2˚ Per Dida esordio ok con la Portuguesa RIO DE JANEIRO Due ex milanisti sono protagonisti nella 6a giornata del campionato brasiliano. Nella sua terza partita con l’Atlético Mineiro, Ronaldinho segna il primo gol con la nuova squadra. Trasforma il rigore del momentaneo 2-1 nel 5-1 inflitto al Náutico. L’ex del Milan batte anche l’angolo che culmina nel gol del 5-1, messo a segno da Escudero. È la prima gara di Dinho a Belo Horizonte nello stadio dell’Atlético Mineiro, che ora è al secondo posto in campionato con 13 punti, uno di meno del rivale cittadino Cruzeiro. «Gli avversari tremano quando vengono da noi», dichiara un esultante

Ronaldinho, 32 anni FOTOPRESS Ronaldinho. Invece Dida esordisce alla Portuguesa con una vittoria: 1-0 sul San Paolo. L’ex portiere rossonero, 39 anni in ottobre, dice che non ha ancora la forma ideale, però se l’è cavata bene: «Mi mancano quattro partite per essere al 100%». Di recente Dida aveva giocato a beach soccer per il Milan in un torneo in Brasile. Mauricio Cannone


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MERCATO

La difesa cambia Lucio in partenza Rebus Ranocchia Il brasiliano diretto al Fenerbahce. L’azzurro presto incontrerà il club: Psg e City in attesa LUCA TAIDELLI MILANO

Il mercato dell’Inter comincerà dalle fondamenta, quindi dalla difesa. E’ passato un mese dal primo e unico colpo nerazzurro ed è proprio il caso di dire che il club di Corso Vittorio Emanuele è ancora fermo al Pal(aci)o. Non che gli altri - Juve a parte - sparino fuochi d’artificio, ma le secche interiste sono aggravate dalle enormi difficoltà a cedere ultratrentenni dall’ingaggio altissimo. Se non vendi e fai cassa, non puoi comprare. Lapalissiano, quanto doloroso per il tifoso che non si rassegna al basso profilo. Rano in sede Eppure qualcosa

potrebbe finalmente muoversi appunto in difesa. Oggi infatti torna in Italia Andrea Ranocchia, che forse già domani andrà in sede col procuratore Tullio Tinti per capire le intenzioni del club. Ranocchia vorrebbe restare, ma a condizione di potersi giocare le proprie carte. Co-

Lucio, 34 anni, difensore brasiliano. All’Inter dal 2009 IPP

Andrea Ranocchia, 24 anni, difensore, all’Inter dal 2011 FORNASARI

me crede non sia avvenuto nei mesi scorsi, quando vedeva il campo una volta al mese ed era crocifisso ad ogni errore, laddove a qualcun altro veniva perdonato di tutto in nome di un glorioso passato. Ecco perché se Ranocchia non sentisse la giusta fiducia, potrebbe anche chiedere di essere ceduto. Gli estimatori non mancano. E’ vero che quello più concreto, la Juve, non ha

una chance per svariati motivi. Ma anche Psg, City, Zenit e Napoli punterebbero volentieri sul 24enne che sino a pochi mesi fa pareva un predestinato. Il problema restano le richieste nerazzurre: 18-20 milioni. Una cifra che nessuno oggi può mettere sul tavolo, giustificata però dal fatto che l’Inter tra il luglio 2010 (6,5 milioni al Genoa per la comproprietà) e il gennaio

2011 (12 milioni per la seconda metà, compresa la cessione di Destro) su Ranocchia ha investito tantissimo. Lucio va Il principale freno di Ranocchia, negli ultimi mesi, è stato Lucio. E tra mercoledì e giovedì dovrebbe concretizzarsi la partenza del 34enne centrale brasiliano verso il Fenerbahce. I turchi sono disposti a pagargli un biennale da 3 milioni a stagione con opzione per il terzo anno legata alle presenze nel secondo. Condizioni simili a quelle che legano Lucio ai nerazzurri (biennale da 3,5), che però non possono illudersi sul fatto di monetizzare pure sul cartellino. Silvestre, Juan e i baby Cedere l’ex Bayern sarebbe un’operazione importante per il monte-ingaggi ma anche per stringere con Silvestre. L’argentino del Palermo piace, ma per spendere 8,2 milioni per un 27enne bisogna pensarci non una ma tre volte. Ecco perché la sensazione è che l’ex Catania arriverà soltanto se sarà ceduto anche Ranocchia. Poi a Stramaccioni, Branca e Ausilio toccherà un’ulteriore riflessione. Cosa fare di Juan Jesus? Il 21enne ex Internacional si sta facendo le ossa col Brasile dopo mesi da oggetto misterioso in nerazzurro. Molte squadre di A (Bologna su tutte) lo vogliono e l’idea è quella di mandarlo a giocare con continuità. Magari proprio a Palermo, per ottenere uno sconto su Silvestre. Fermo restando che verrà valorizzato uno tra Bianchetti e Spendlhofer, gioiellini della Primavera, con Juan in uscita l’Inter potrebbe tornare su Marco Andreolli, ex molto apprezzato cui l’anno prossimo scadrà il contratto col Chievo, che dovrà abbassare le pretese per non perderlo gratis a gennaio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RADUNI DOVE E QUANDO RICOMINCIANO LE SQUADRE DI SERIE A

A inizio luglio si torna a lavorare Roma, Parma e Udinese le prime I giallorossi sono a Trigoria il 3, Donadoni e Guidolin di nuovo in campo dal 4

LA MAPPA I RITIRI 2012-13

ALEX FROSIO

L’estate è appena cominciata ma le vacanze stanno per finire, almeno per le squadre della Serie A. A inizio luglio cominciano i primi raduni per la stagione 2012-13, aperitivo dei classici ritiri estivi, che quest’anno sono per tutti in Italia. I primi a partire La Roma si ritrova a Trigoria già il 3 luglio: c’è fretta di rivedere Zdenek Zeman al lavoro, poi dal 5 al 17 luglio i giallorossi si trasferiranno armi, bagagli e palloni a Riscone di Brunico, dove non mancheranno di certo i «gradoni» tanto cari alla preparazione del boemo. Il 4 clima ancora da supplemento vacanziero per il Parma, che ha organizzato un pre-ritiro a Olbia (fino al 10, poi dal 14 al 28 la truppa di Donadoni sarà a Levico Terme). D’ARCO

Chi gioca presto Lo stesso gior-

no, ricomincia l’Udinese di Francesco Guidolin, che si raduna a Udine e poi il 15 partirà per il ritiro vero e proprio di Arta Terme (fino al 4 agosto): l’obiettivo dei friulani sarà presentarsi già in forma al decisivo playoff di Champions (10

agosto il sorteggio, 21 o 22 agosto l’andata e 28 o 29 il ritorno). Il primo impegno ufficiale della stagione toccherà però all’Inter, che dovrà affrontare il terzo turno preliminare di Europa League (2 e 9 agosto): per questo Stramaccioni chiama a

raccolta i nerazzurri alla Pinetina il 6 luglio e da lì immediata partenza per il ritiro di Pinzolo (fino al 15). Nello stesso giorno ripartono anche la Lazio a Formello (che poi dal 9 al 26 sarà ad Auronzo di Cadore) e il Bologna, al lavoro in città fino

alla partenza per Andalo (il 16). Il Milan, come di consueto, si ritrova in casa, tra i boschi di Milanello, dal 9 luglio, mentre i campioni d’Italia della Juventus riprendono il 12 luglio, con il ritiro di Chatillon. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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MERCATO

Bruno Alves

La richiesta A fine Europeo sa-

Bruno Alves, 30 anni, nell’ultimo campionato russo 36 presenze con lo Zenit San Pietroburgo AFP

Cattivo, tecnico Ecco il guerriero che vuole la Juve Il difensore portoghese ha scelto: dopo l’Europeo chiederà allo Zenit la cessione LUCA CALAMAI

La prossima mossa tocca a Marotta. Per chiudere l’affare Bruno Alves-Juve per lo Zenit la società bianconera deve mettere sul piatto una contropartita tecnica gradita a Luciano Spalletti. Il club di San Pietroburgo non considera il difensore portoghese un incedibile ma lo ha pagato 22 milioni nel 2010. L’operazione più costosa degli ultimi anni. E quindi, in questo momento,

non è disposto a cederlo in prestito o, tantomeno, a svenderlo. Lo Zenit in cambio di Bruno Alves non vuole soldi ma un giocatore. Spalletti pensa a Pepe che andrebbe a coprire un buco che la squadra russa ha sulla fascia o Quagliarella che andrebbe a dare valore al reparto offensivo. Il tecnico toscano, invece, non è interessato né a Krasic, né a Iaquinta, che gli sono già stati proposti. Al massimo potrebbe prendere in considerazione Matri ma solo come soluzione di riser-

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campionati vinti da Bruno Alves: quattro in Portogallo con il Porto e due in Russia con lo Zenit

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milioni di euro: la cifra che nell’agosto 2010 lo Zenit spese per comprare il difensore dal Porto

rà lo stesso Bruno Alves a cercare di accelerare il trasferimento appoggiandosi, come al solito, a papà Ahmed Washington, figura che lo accompagna in ogni passo della sua carriera. Papà Alves è molto conosciuto anche in casa Zenit visto che lo segue durante gli allenamenti, nei ritiri pre-partita, nei contatti con Spalletti e con la dirigenza. Bruno non muove foglia senza il benestare del padre. Ed è stato proprio il pittoresco Ahmed Washington a dichiarare chiusa l’esperienza in Russia del suo ragazzo. E a spalancare la porta alla Juve. Bruno Alves ci starebbe a meraviglia accanto a Chiellini e Barzagli. La rapidità non è il suo forte. E questo è il motivo per cui Spalletti lo ha fatto scivolare in panchina. Ma ha fisico, cattiveria, è abile nel gioco aereo e, da vecchio centrocampista, conosce l’arte di far partire l’azione dalla difesa. Non a caso, dopo le prime partite dello Zenit, la stampa russa lo aveva etichettato come un piccolo Beckenbauer proprio per l’abilità di uscire dall’area palla al piede. Inoltre, e questo non è un dato da trascurare, ha quell’esperienza internazionale di cui la Juve ha bisogno dovendo affrontare la prossima Champions. Un guerriero Bruno Alves non è

certo il tipo che si spaventa nelle situazione ambientali calde. Se qualcuno ha dei dubbi vada a rivedere le battaglie che ha combattuto nei derby tra Porto e Benfica. Un guerriero in campo, un ragazzo dolce lontano dagli allenamenti. A San Pietroburgo lo hanno visto più volte all’Ermitage. E grazie a una facilità innata di imparare le lingue era riuscito a entrare in sintonia anche con la tifoseria russa. Nonostante sia di colore Bruno Alves è molto amato dalla curva dello stadio «Petrosky». Un caso unico. Nell’elenco dei suoi amici figura anche Rosina, abituale compagno di carte... E’ probabile che l’ex granata gli abbia descritto Torino e la sua «rivale» Juve. Avrà usato le parole giuste? Chissà... A quanto pare sì, visto che il nazionale portoghese ha già indicato come prima scelta per il futuro proprio la squadra bianconera. Ora tocca alla Juventus. © RIPRODUZIONE RISERVATA

v Caso El Kaddouri IL TREQUARTISTA DEL BRESCIA

identiKit & CARRIERA

va. Su queste basi la trattativa ha buone possibilità di chiudersi velocemente mentre la Juve preferirebbe la soluzione del prestito con diritto di riscatto o quantomeno non è disposta a fare follie. Tra l’altro Pepe avrebbe dato il benestare a trasferirsi a San Pietroburgo dove guadagnerebbe molto di più.

«Non ho firmato, aspetto la Juve»

BRUNO ALVES

Corioni annuncia: «È già del Parma». Ma il belga frena. Il piano: prenderlo assieme

Nato il 27/11/1981 a Povoa de Varzim

Portogallo Ruolo difensore Altezza 189 cm Peso 81 kg Le sue squadre Porto B 1999-02 Farense 2001-03 Vitoria Guimaraes 2003-04 Aek Atene 2004-05 Porto 2005-10 Zenit 2010-12 In nazionale Portogallo 2007-12

GIAN PAOLO LAFFRANCHI

Dove va El Kaddouri? Il Brescia non ha dubbi: affare fatto con il Parma. Peccato che il giocatore la pensi diversamente: vuole la Juve. Il caso è aperto, anche se per Gino Corioni il discorso sarebbe chiuso in partenza. «È tutto a posto con il Parma — dice il presidente del Brescia —. La Juve era interessata, ma non abbiamo trovato l’accordo. Credo che El Kaddouri abbia pure già firmato con il Parma, stavolta senza consultare il suo agente Striani, che per tutto l'anno mi ha messo in difficoltà convincendo il ragazzo a non rinnovare il contratto in scadenza nel 2013. Ho un ottimo rapporto con la Juve, che era disposta ad aiutarmi. Il Parma ha fatto l'offerta migliore e per me è tutto deciso». Al Brescia 3,6 milioni, quadriennale per El Kaddouri. Che però non ci sta. Replica «Sia chiara una cosa: non ho firmato nulla — assicura il trequartista dal Belgio —. Né con la Juve né con il Parma. Chi dice il contrario è fuori strada. Non ho rifiutato il Parma, ma preferisco la Juve, sogno di giocare in bianconero. Non ho scavalcato nessuno, non ho mai ricevuto documenti del Parma e il Brescia non mi ha mai chiamato. So che la Juve mi vuole e spero che i club si mettano d'accordo». È già successo di recente per Leali, portiere dell’Under 19 ceduto per 4 milioni. Per El Kaddouri l'offerta sarebbe di 3, vincolati però ad alcuni bonus (presenze, reti). Juve e Parma a questo punto potrebbero anche mettersi d’accordo per una comproprietà. L’asse consolidato con l’operazione Giovinco in questo senso è una garanzia. Striani, agente di El Kaddouri, è fiducioso: «Un punto d’incontro si può trovare e Omar ha scelto la Juve. Non so che accordo abbiano Brescia e Parma, ma conosco la volontà del ragazzo, che non andrà via da Brescia come un ladro. Se volesse, potrebbe rispettare il contratto e trovare un club. Il Brescia con la sua cessione avrà comunque una plusvalenza, l’ha acquistato a 100 mila euro e lo rivenderà a una cifra diversa. E in questi anni non si è certo svenato per pagargli lo stipendio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

CINA L’EX TECNICO BIANCONERO

Lippi vince 3-0 e va in fuga Il Guangzhou ora vola a +7 (f.li.) Ora per Marcello Lippi è fuga vera. Un altro successo del Guangzhou Evergrande nella 14a giornata del campionato cinese (3 0 sul campo del Liaoning) e i punti di vantaggio sono 7. Il Guangzhou si è imposto con i gol di Jang, Gao Lin e Conca. Il Beijing ha perso in casa (0 1) con lo Jangsu che l’ha raggiunto al 2˚ posto. Domenica giro di boa: Lippi, contro il Beijing, può allungare ancora. CLASS. (prime pos.): Guangzhou Evergrande 32; Beijing e Jangsu 25; Guangzhou R&F e Changchun 24.

TRATTATIVE GIALLOROSSE IL D.S. CONTINUA A INSEGUIRE L’ATTACCANTE

Taccuino

La Roma perde Marquinho e non molla Destro

SCUDETTO GIOVANISSIMI

Sabatini in lotta con Inter e Juve Per il brasiliano no del Fluminense Sondato Guidetti

Si è conclusa ieri la prima fa se delle finali per il titolo nazionale dei Giovanissimi professionisti. Le semifinali Inter Napoli e Milan Ju ventus e si giocheranno domani a Montepulciano e San Quirico D’Or cia, in provincia di Siena.

ALESSANDRO CATAPANO ROMA

Un pallino e un tormento, per ricominciare. Il pallino, anzi pallone, è Mattia Destro: 21 anni, 12 gol nell’ultimo campionato di A, aveva fatto la bocca all’Europeo e dopo il taglio gli è rimasto solo l’amaro. Si consolerà con l’approdo in un grande

club: Inter? Juve? Roma? Non dipende da lui, ma dalle società che detengono le sue metà: il Genoa flirta con l’Inter, il Siena con la Juventus. La Roma — che al momento segue pure le evoluzioni di John Guidetti, italosvedese da 20 gol con il Feyenoord ma di proprietà del City — fa la terza incomoda, ma con quante chance? Certamente, Destro è il pallino di Walter Sabatini: per una ragione tecnica (centravanti moderno, ha stregato pure Zeman) e una questione personale (il d.s. ha fatto sapere che dall’operazione Destro deriverà il successo o l’insuccesso del suo lavoro, chissà perché). Perciò, la Roma continuerà a fargli la corte nei prossi-

di Castan, centrale difensivo in arrivo dal Corinthians: fanno circa undici milioni, tanti. Logico che siano spariti i 4,5 che la Roma deve al Fluminense per il riscatto di Marquinho. Ecco il tormento: Sabatini ha fatto un’offerta al ribasso al club di Rio (2,6 milioni), la risposta ufficiosa è stata deludente, oggi si attende quella ufficiale: sarà un no, e in questo caso tanti saluti al povero emigrante che sognava il grande calcio e rischia di tornare a casa dopo soli sei mesi. Più facile, invece, rimpossessarsi del talento di Florenzi, in comproprietà col Crotone. La Roma giura che farà il ritiro con Zeman. In bocca al lupo.

mi giorni, nonostante la concorrenza e il costo: quindici milioni di euro la Roma può metterli insieme solo con cash e giocatori, da Borriello a Bertolacci (entrambi, dicono, graditi al Genoa). Se Destro arriverà, qualcun altro partirà: Borriello, se qualcuno lo vuole. Oppure Osvaldo, non un intoccabile. E se toccasse a Borini, appena riscattato dal Parma a suon di milioni (5,3)? Il recente atteggiamento dell’azzurro («Non ci sto a una nuova comproprietà») ha indispettito la dirigenza romanista, complicandole il piano economico di questa estate. Tormento I cinque e rotti di Borini sommati ai cinque e mezzo

Marquinho, 25 anni, 3 gol in A LIVERANI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Semifinali: Milan-Juve e Inter-Napoli

SUMMER GAMES

Calcio e spettacolo da oggi a Cagliari Scatta oggi all’Hotel Parco Torre Chia (Cagliari) il torneo Sum mer Games 2012 con calciatori e personaggi della televisione. Tra gli altri Schelotto, Pinzi, Domizzi, El Shaarawy, Di Michele. Dal mondo dello spettacolo Giorgio Pasotti, An na Safroncik, Stefano Masciarelli, Lola Ponce. Chiusura il 1˚ luglio.


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MERCATO

Gamberini, Cissokho e il sogno Meireles Il Napoli prende forma Il club vuole consegnare al tecnico 2-3 rinforzi prima del ritiro. L’attacco non preoccupa: con Pandev e Insigne è ok al o Benatia dell’Udinese.

TRE NOMI SULLA LISTA DI BIGON

Centrocampo La prima idea di

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1 Aly Cissokho, 24 anni, esterno mancino del Lione AFP 2 Alessandro Gamberini, 30 anni, difensore della Fiorentina dal 2005 FORNASARI 3 Raul Meireles, 29 anni, centrocampista portoghese del Chelsea LIVERANI MIMMO MALFITANO NAPOLI

Aveva coltivato un sogno, Walter Mazzarri, per la difesa: avrebbe voluto Branislav Ivanovic, l’energico difensore del Chelsea. Ma l’illusione è durata appena qualche giorno, fino a quando dal club inglese non è arrivata la notizia del rinnovo del contratto del giocatore che ha imposto l’accantonamento di quell’idea che tanto era piaciuta all’allenatore. Sarebbe servito il suo ingaggio, a puntellare un reparto che nella passata stagione ha incassato 46 reti soltanto in campionato. Ma, dopo la puntualizzazio-

ne del Chelsea, l’interesse s’è spostato su Alessandro Gamberini della Fiorentina. Di certo non si tratta di un top player, ma di un difensore dello stesso livello di Campagnaro e Cannavaro. Mazzarri lo conosce bene, l’ha seguito sin dai tempi del Bologna, quando lui allenava la formazione Primavera e Gamberini giocava in prima squadra. La valutazione si aggira intorno ai 4 milioni di euro. In alternativa, ci sarebbe il brasiliano Miranda, dell’Atletico Madrid, che Bigon ha visionato in più di una occasione nel corso dell’ultima Europa League: gli spagnoli chiedono circa 10 milioni. Altrimenti, si lavorerà per Zapata del Villarre-

Per la difesa oltre al viola sono in ballo pure Miranda e Benatia

A centrocampo piace Diarra ma c’è anche la concorrenza del Milan

Walter Mazzarri resta Lassana Diarra del Real ma nelle ultime ore si è inserito anche il Milan. L’allenatore ha invitato De Laurentiis e Bigon a provarle tutte pur di convincere il giocatore ad accettare le loro proposte. Ma non ha perso la speranza, l’allenatore, di poter avere Raul Meireles, l’altro centrocampista impegnato in questo Europeo con il Portogallo, che affronterà la Spagna in semifinale. Non è escluso che subito dopo quest’impegno, Riccardo Bigon possa provare l’affondo definitivo per regalare a Mazzarri un primo top player. Nelle intenzioni del club c’è la volontà di assicurare all’allenatore almeno 2-3 titolari importanti prima dell’inizio del ritiro, a Dimaro, il prossimo 10 luglio. E oltre al centrocampista portoghese, il direttore sportivo proverà a stringere i tempi anche per Cissokho, l’esterno sinistro del Lione: c’è una differenza di 4 milioni di euro tra domanda e offerta. Dopodiché, il Napoli dovrà convincere il giocatore ad accettare un ingaggio di 2,5 milioni di euro a stagione. L’impressione è che la trattativa possa concludersi positivamente. Anche per la fascia sinistra inseguiva un sogno, Mazzarri, ma Maurizio Zamparini ha risposto picche alla richiesta fatta da De Laurentiis per Balzaretti.

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I NUMERI

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le presenze stagionali di Cissokho con il Lione in Ligue 1. L’esterno mancino ha giocato 2.669 minuti.

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le presenze di Gamberini con la Fiorentina nell’ultimo campionato di Serie A. In totale il difensore centrale è stato in campo 2.581 minuti.

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le presenze stagionali di Raul Meireles in Premier League con il Chelsea per un totale di 1.964 minuti.

Attacco E’ il reparto che meno

preoccupa, al momento. Mazzarri ha preteso il riscatto di Goran Pandev che sarà l’altro attaccante al fianco di Cavani. Con la partenza di Lavezzi, il macedone è destinato a rivestire un ruolo da protagonista nella prossima stagione. Inoltre, l’allenatore avrà a disposizione il talento indiscutibile di Lorenzo Insigne che resterà a sua disposizione, mentre non gli dispiacerebbe l’ingaggio di Maxi Lopez come vice Cavani.

Idee Bologna: Mesto o Motta a destra, piace Caldirola, davanti spunta Longo dirola). A centrocampo sfuma Fernandes (andrà allo Sporting). In attacco piacciono Longo (Inter), Gabbiadini (Atalanta) o Straqualursi (Tigre), si aspetta per domani la risposta del Lione per Belfodil (3,5 milioni), altrimenti Bueno (Nacional) o Gomez (Verona, proposto lo scambio con Crespo). Altre trattative L’Udinese ha scelto Maicosuel: il trequartista del Botafogo sarà in Friuli già domani per le visite; ceduto

Yilmaz arriva Ederson firma Diakite tratta Da sfoltire la rosa di Petkovic che fu sconfitto da Reja nel 2010 DAVIDE STOPPINI ROMA

Tre firme in tre giorni, sembra il titolo di un film e invece è il programma della Lazio. Yilmaz, Ederson e Diakite: Petkovic guarda, spera, lavora e intanto studia. In settimana è atteso a Roma. Forse un po’ preoccupato per l’organico extralarge: dopo le comproprietà, sono 44 i giocatori in rosa. «In Turchia è andata male perché ne ho allenati 47», ama ricordare. Dovrà convivere con il fantasma di Edy Reja, che a Roma ha fatto benissimo. E che... lo ha già sconfitto: strano incrocio, era il 26 gennaio 2010, in amichevole lo Young Boys del croato fu battuto 2-1 dall’Hajduk di Reja, che 15 giorni dopo sarebbe arrivato alla Lazio.

Ederson e Diakite Intesa che c’è già con Ederson:

tra oggi e domani visite mediche, poi la firma (4 anni a 1,7 milioni). L’intesa va invece raggiunta con Diakite: domani il suo agente, Savini, incontrerà la Lazio. Il francese è in scadenza 2013: se non firma, va sul mercato (piace in Inghilterra). Ma il rinnovo è l’opzione più probabile. Poi sarà caccia a due terzini: a sinistra il sogno resta Balzaretti. Perché nei 44 uno così non c’è.

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Pescara: Elyounoussi, poi su Colucci Maicosuel a Udine. N’Diaye per Firenze

Dopo il riscatto di Diamanti, il Bologna sprinta sul mercato. In porta Gillet non verrà ceduto (c’era il Torino), in difesa a destra le alternative sono Mesto e Motta e a sinistra Jokic o Modesto (sarebbe un ritorno), al centro si aspetta una risposta dall’Inter per Juan e arriveranno due giocatori: uno esperto (può essere Mareco) e uno giovane (piace Cal-

Burak Yilmaz, 26 anni, punta del Trabzonspor REUTERS

In arrivo L’organico ricco, peraltro, era anche l’incubo di Reja. I sorrisi di Petkovic sono tutti per Burak Yilmaz, la sua prima firma. La Lazio negli ultimi sette giorni è riuscita a dare una svolta positiva a una trattativa che si era incartata. C’è l’accordo con il giocatore per uno stipendio fisso da 2,1 milioni, che con i bonus lievita fino a 2,5. Va colmata la distanza sulle modalità di pagamento: Lotito vorrebbe rateizzare i 6,6 milioni (5 di clausola rescissoria e 1,6 per evitare che in caso di futura cessione il 25% finisca nelle casse turche), il Trabzonspor pretende il versamento in un’unica soluzione. Oggi è previsto un contatto tra i due club, la fumata bianca è in arrivo, se è vero che il giocatore su twitter ha già salutato i tifosi e il suo presidente, Sadri Sener, ha dichiarato: «Burak è d’accordo con la Lazio, i due club troveranno un’intesa».

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LE TRATTATIVE IL GENOA SPRINTA PER VELAZQUEZ E NON MOLLA MARTINEZ

BREGA-DI FEO-TOSI

LAZIO TRA INGAGGI E RINNOVI

Maicosuel Reginaldo de Matos, 26 anni REUTERS

PANCHINE Vujadinovic allo Sturm Graz. Il Genoa stringe per il centrale Velazquez (Independiente), e aspetta la punta Martinez (Velez). Il Chievo è su Crimi (Grosseto, piace anche al Parma), Caracciolo (Brescia) e Di Michele (Lecce, piace anche al Monaco ma tratta il rinnovo in Salento). Il Pescara a centrocampo punta Colucci (Cesena), intanto è arrivato Elyounoussi (firmerà un triennale) e il Monaco si rifà sotto per Capuano. Oltre a Elm, Badelj e Ralf, a centrocampo la Fiorentina punta anche Alfred N’Diaye (Bursaspor, costa sui 3 milioni), tratta il rinnovo con Behrami e aspetta la decisione di Kharja sull’offerta dell’Al Arabi. Il Parma in settimana cercherà di stringere per Parolo (Cesena). Maxi Lopez ha detto no al Corinthians: vuole restare in Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Samp: rientrati i Garrone, ora l’incontro con Benitez Siena-Cosmi: nodo contratto Riccardo ed Edoardo Garrone sono rientrati a Genova, di ritorno da un viaggio di lavoro in Argentina. Con loro può partire l’assalto definitivo a Benitez. Il giorno giusto dovrebbe essere domani a Parigi o a Londra, col sospirato incontro tra le parti, dopo che un intermediario ha sistemato molti dei dettagli dell’accordo col d.s. Sensibile. Al tecnico e al manager Quilon verrà sottoposto anche il contratto pluriennale con emolumenti a salire stagione per stagione. Balla un anno di contratto, invece, tra il Siena e Serse Cosmi. Fin dal primo incontro col presidente Mezzaroma, l’allenatore perugino ha chiesto un biennale. Ieri il d.s. Antonelli ha fatto sapere a Cosmi che la società vorrebbe vincolarlo solo per una stagione. In attesa di sviluppi (senza biennale Cosmi potrebbe non accettare), il Siena valuterà l’ipotesi Giampaolo, meno probabile la soluzione Mangia. Calvi-Da Ronch


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MERCATO L’INTERVISTA

L’attaccante tra scelte di Prandelli e mercato «Mai sentito il c.t. ma non meritavo l’Europeo»

Poi quattro anni con la Fiorentina, con altre voci: Roma, Valencia, Juve... Pentito di non aver accettato?

LUCA BIANCHIN

Ci sono eventi che, apparentemente insignificanti, fanno sentire invecchiata una generazione. Eccone uno: Alberto Gilardino il 5 luglio compirà trent’anni. Fa impressione ai figli dei primi anni Ottanta, quelli che ai compagni di classe nel 2000 dicevano «c’è uno del Piacenza che è fortissimo»: per loro Gilardino è ancora il fenomeno che il Trap non portò all’Europeo 2004, il talento in crescita che passò la palla a Del Piero per il 2-0 alla Germania. Deve fare impressione soprattutto a lui, al Gila, perché lo hanno fatto sentire vecchio improvvisamente. Preziosi, il suo presidente, lo ha scaricato: «Alberto? Per il modello di calcio che vuole riproporre il Genoa, non sarà contento di restare. Se trova una sistemazione bene, altrimenti lo terremo». Gilardino si sente ripetere la frase all’inaugurazione di uno showroom di Pal Zileri in centro a Milano, mentre intorno a lui camminano modelli

« «

I capi ultrà non li conosco, né vado all’Osteria del Coccio: per me la curva è una Ho rifiutato la Juve per la Fiorentina. Il Monaco? Non mi ha cercato

«Dai, non torniamoci. Io sono andato via dalla Fiorentina per la Nazionale, però questa volta non meritavo. Non mi sarei convocato neanche io». Nel 2008, quando lasciò il Milan, c’era meno tranquillità.

«Il Milan è stato il mio massimo e quando mi hanno mandato via l’ho presa malissimo. Ora però capisco, era giusto: giocavo con Ronaldo, Pato, Inzaghi. Extraterrestri».

«A volte non è dipeso da me, però sono stato vicino alla cessione solo una volta: mi voleva la Juve, ho rifiutato per salvare la Fiorentina, che era tra le ultime in classifica».

natore. E poi io di mercato non parlerei...». Allora mettiamola così: ha seguito la Ligue2, la B francese in cui giocherà il Monaco?

Poi il Genoa: stagione orrenda ma gol-salvezza all’ultima giornata. Tutto da cancellare?

«Mai vista. A me piace la Premier».

«Per abitudine considero ogni anno importante però sì, è stata una brutta stagione».

Italia-Inghilterra, molto attuale. Arrivano telefonate dai nazionali in Polonia?

«Sento solo Montolivo, via twitter».

Che cosa è successo quel pomeriggio contro il Siena? È vero che è stato il presidente Preziosi a farvi togliere le maglie?

E Prandelli?

elegantissimi. In giacca blu, Gila decide di adeguarsi: risponde con eleganza («Voglio solo andare in ritiro col Genoa e fare una grande stagione»), anche se si capisce che non è l’attaccante più felice del mondo. Gilardino, quella sistemazione l’avete trovata? Si parla del Monaco...

«Col Monaco non c’è nulla, con le altre squadre ancora meno. Devo capire qual è la volontà del Genoa, con cui ho firmato per quattro anni, e del suo alle-

«L’ho visto ad aprile, quando ha fatto il giro dei ritiri».

«No, a me lo ha detto Marco Rossi. Certo, il comportamento della curva non è stato positivo».

Poi nessuna chiamata?

«Nessuna, non ci siamo mai parlati al telefono da quando è c.t.». Quindi il vostro rapporto è peggiorato rispetto ai tempi della Fiorentina?

«Mah... il mio nei suoi confronti non è cambiato». A settembre Prandelli disse: «Non convoco Gilardino, l’ho visto poco sereno». Gilardino

v identiKit & CARRIERA

Gilardino futuro «Genoa, mi vuoi? O la Premier...»

era poco sereno anche prima dell’Europeo?

A proposito, ha conosciuto Fabrizio Fileni, il capo tifoso coinvolto nella riunione con Criscito, Sculli e Altic?

Alberto Gilardino, 29 anni, 4 gol in 6 mesi col Genoa PEGASO

«Mai conosciuto, per me la curva è un tutt’uno». E all’Osteria del Coccio, dove il gruppo è stato fotografato, è mai stato?

«Mai». © RIPRODUZIONE RISERVATA

GENOA-SIENA DOPPIA INCHIESTA SUI TIFOSI

Ultrà arrestati, primi interrogatori I giocatori tacciono

Il presidente Preziosi e Marco Rossi, capitano con le maglie LAPRESSE FILIPPO GRIMALDI GENOVA

Rimane apertissimo il fronte della (doppia) indagine avviata dalla Procura della Repubblica genovese sulla sospensione di Genoa-Siena del 22 aprile scorso. Domani è previsto l’interrogatorio di garanzia degli ultrà rossoblù ritenuti i leader della rivolta del Ferraris: sette di loro sono da giovedì scorso agli arresti domiciliari, mentre per altri tre è stato disposto l’obbligo di dimora con divieto di allontanamento notturno. Alcuni di loro, inoltre, sembrano intenzionati a fare ricorso al tribunale del Riesame, ed è ipotizzabile — alla luce di questa eventualità — che possano decidere di fare scena muta quando compariranno davanti al giudice.

Testimoni cercansi Gli inquiren-

ti ne sono certi: l’episodio di Marassi (per cui gli steward non hanno fornito aiuto alle indagini) è solo l’ultimo di una pericolosa intromissione dell’ala dura del tifo nell’ambiente rossoblù, squadra e società. Tutti da scoprire, invece, i nomi dei protagonisti dell’irruzione del 12 gennaio negli spogliatoi del «Pio XII», con la squadra «sequestrata» (gli inquirenti usano questo termine) e intimidita, alla presenza di un dirigente. Dainelli, poi ceduto, ha parlato. Gli altri compagni, invece, no: in Questura pensano che la missione punitiva avesse come protagonisti molte facce note fra gli ultrà. La squadra è omertosa, ma perché ha paura? Lo chiederanno ai giocatori appena il Grifone tornerà in campo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE BWIN LA SVOLTA

Lerda riparte da Lecce «Ora basta studiare...» L’ex tecnico del Toro cerca il rilancio dopo un anno di inattività «Farò un calcio offensivo. E voglio puntare su Di Michele» GIUSEPPE CALVI

Ricomincia da Lecce, senza neppure sapere in quale categoria allenerà. Franco Lerda, 45 anni da compiere il 19 agosto, accetta il rischio e lancia una nuova sfida con Savino e Antonio Tesoro, padre e figlio, che aveva conosciuto nella Pro Patria e hanno appena rilevato dalla famiglia Semeraro la proprietà del club. «Sabato a cena, a Bergamo, io e Savino abbiamo deciso di tentare un’altra avventura insieme — dice Lerda, sposato con Monica e papà di Mattia, 22 anni, esperienza tra i giovani del Torino, e Filippo, 16 —. Già è tutto a posto: firmerò un contratto biennale, con obiettivi a seconda del campionato nel quale giocheremo. Sono entusiasta, lavorerò in una piazza prestigiosa e avrò l’opportunità di rilanciare una squadra sempre ambita da tecnici e calciatori. A 21 anni, scoprii quanto è bella Lecce...».

attendere le sentenze della giustizia sportiva. In ogni caso, i Tesoro allestiranno un organico competitivo. Con la Pro Patria, ai playoff mancammo il salto in B. Sono passionali, spontanei. E ho scoperto Savino e Antonio innamoratissimi di Lecce. Ci sono i presupposti per riportare la gente allo stadio».

la scheda FRANCO LERDA 44 ANNI ALLENATORE

Franco Lerda è nato a Fossano (Cuneo) il 19 agosto 1967. In serie A ha giocato con il Torino (dove è arrivato all’età di 14 anni) dall’85 all’87, poi con Brescia e Napoli dal ’93 al ’95. Ha chiuso la carriera nel 2003 con la Canavese.

A

AFFARI IN BALLO

Mendicino e Biraghi verso il Cittadella

S

Bari su Zampa e Emmanuel Il Varese punta Cristiano Juve Stabia, idea Pugliese

Ettore Mendicino, 22 anni, attaccante della Lazio: nell’ultima stagione ha giocato a Gubbio, poi da gennaio al Taranto

Quale sarà il progetto tattico?

«Non mi inchiodo solo su un modulo. Punto su un calcio offensivo, nel Torino ho adottato il 4-2-3-1 e il 4-2-4, ma in carriera ho esaltato le caratteristiche dei giocatori a disposizione anche con 4-3-3 e 4-4-2, e con la variante del rombo. Non contano tanto i numerini, quanto la mentalità: la mia squadra deve essere aggressiva, capace di attaccare con continuità. Quando giocavo, ho appreso lezioni importanti da Lucescu, Vicini e Perotti: grazie ai loro suggerimenti, ho creato il mio cocktail».

2005 Comincia la carriera di allenatore nel Saluzzo (Serie D), poi guida il Casale (D). il Pescara e la Pro Patria (Prima divisione), 2009-10 Debutta in Serie B col Crotone, chiudendo all’ottavo posto. 2010-11 Va al Torino,

S Matteo Ardemagni, 25 anni, attaccante dell’Atalanta: su di lui c’è in atto un duello tra Cesena e Varese. Lo scorso anno ha chiuso al Modena

Mancata la promozione in A col Torino e rimasto sotto contratto col club di Cairo, la scorsa stagione non ha allenato. Ha studiato qualche tecnico?

sfiorando i playoff dopo essere stato esonerato e richiamato.

In quale occasione?

«Dopo la trafila nel vivaio del Torino, andai a fare esperienza in B e nell’88 giocai nel Taranto, sotto la guida di Veneranda e poi di Clagluna. Nel Lecce c’era Ezio Panero, attaccante, mio amico d’infanzia: eravamo cresciuti a Centallo, vicino Cuneo. Con la mia Miniclub, mi spostavo da Taranto a Lecce per trascorrere qualche ora con Panero. Da avversario, ho ammirato la tifoseria giallorossa. Ora voglio conquistarla con il mio calcio».

«In ritiro, Luis Enrique e Gasperini. Durante l’anno, ho visto Genoa e Sampdoria». Ha già un’idea sui giocatori vincolati al Lecce?

«Conto tantissimo sulla struttura-base. Per me risulteranno fondamentali Giacomazzi, Esposito e Benassi, se saranno ancora orgogliosi di giocare nel Lecce. E vorrei allenare di nuovo Di Michele, che ora è svincolato. Nel Torino non ho potuto contare su David, finito sul mercato per problemi con una frangia di tifosi. Ma a Cairo dicevo spesso "presidente, Di Michele può essere il valore aggiunto del Torino". Se ha voglia, David si divertirà nel mio Lecce!».

Dopo aver cullato il sogno di promozione in A, con Crotone e Torino, quali ambizioni potrà avere con una società che rischia addirittura la retrocessione in Prima divisione?

«Spero che il Lecce conservi il posto in B ma so che dovremo

MERCATO

S Andrea Cristiano, 27 anni, esterno offensivo dell’AlbinoLeffe. Il Varese punta su di lui per esaltare il 4-4-2 di Castori

CIRICI-D’ANGELO

Archiviate le comproprietà, il mercato entra nella seconda fase. Oggi potrebbe essere ufficializzati Moriero e Sarri sulle panchine di Grosseto e Empoli; con Lerda a Lecce, resta solo il Modena senza tecnico: in pole c’è sempre Mangia. Lo Spezia resta la Cristiano Biraghi, 19 anni regina del mercato: in settimana saranno ufficiali Bovo (Padova) e Iacobelli (Alto Adige) ed è previsto un nuovo incontro con il Torino per la fumata bianca dell’operazione di Cesare, poi il d.s. Ricci proverà a chiudere per la nuova prima punta: in pole c’è sempre Danilevicius; per la mediana idea Memushaj (Carpi). Affari in ballo Il Cesena dopo Succi (tra oggi e domani sarà ufficiale) è pronto a sferrare l’attacco decisivo per Di Roberto (Cittadella); intanto, nell’operazione Colucci il Pescara offre Togni o Maniero; dovesse partire Malonga (piace al Novara, ma i romagnoli non lo cedono in prestito) il presidente Campedelli andrà all’assalto di Ardemagni, con Granoche prima alternativa. Su Ardemagni c’è anche il Varese, che è vicina a definire Cristiano dall’AlbinoLeffe. Il Cittadella stringe per Biraghi (Inter, ex Juve Stabia): le parti sembrano sempre più vicine, poi il d.s. Marchetti cercherà di chiudere anche per Mendicino (Lazio, ultima stagione tra Gubbio e Taranto). Anche il Bari bussa alla Lazio per il prestito di Zampa e Emmanuel; Torrente vorrebbe il portiere Farabbi (in attesa di riavere in prestito dal Genoa Lamanna) e Briganti dal Gubbio. Il Padova sprinta su Nardini (Modena, c’è anche il Lecce) in attesa di Cofie, il Sassuolo a breve ufficializzerà Chisbah (Parma). Il Brescia punta Granoche, ma non in uno scambio di prestiti con Caracciolo, per l’attacco sempre viva la pista Babacar (Fiorentina) mentre nelle ultime ore sono salite le quotazioni di Pellè (Parma, ha chiuso la stagione alla Samp). Il Grosseto ha riscattato Uliano (Alto Adige), la Ternana Dianda (Verona). Alla Juve Stabia piace il Pugliese del Verona.

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PRIMA DIVISIONE LA SQUADRA

Paolucci e giovani da lanciare Tutto da scoprire il nuovo Como L’ex allenatore del Chieti ha lavorato con Zeman. Il ritorno di Galia e Fontolan

PRECAMPIONATO

Tottenham B e l’Inter a luglio COMO Precampionato di lusso allo stadio Sinigaglia. Prima della partenza per il ritiro in Trentino in Val Passiria, il Como ospiterà sabato 21 luglio il Tottenham B (la prima squadra sarà in tournèe negli Usa): durante la serata sarà presentata la squadra. Martedì 24 ci sarà l’amichevole con l’Inter.

LILLIANA CAVATORTA COMO

Il Como riparte da capo. Società nuova, staff ancora più nuovo. Il gruppo di imprenditori comaschi subentrato a febbraio ha fatto piazza pulita su tutti i fronti, affidando il compito della ricostruzione tecnica a Mauro Gibellini. L’ex d.s. del Verona a Como si era fatto conoscere e apprezzare da giocatore, protagonista di una promozione in serie A nel 1984. Prima mossa di Gibellini, la scelta di portare Giovanni Dolci, ex d.s. del Viareggio, che dovrebbe avere la responsabilità

Silvio Paolucci, 51 anni SCOLPINI

della prima squadra. E poi la scelta del tecnico, che è caduta su Silvio Paolucci, lo scorso anno protagonista in Seconda col Chieti, arrivando alla finale playoff. Il tecnico, 51 anni, farà l’esordio in Prima divisione. Il Como gli ha offerto un contratto annuale. «Era la nostra pri-

ma scelta — spiega Gibellini —: è un tecnico di buon senso, non giovanissimo, ma fresco come curriculum. Ha personalità, è supermotivato e predilige i giocatori tecnici e giovani». Caratteristiche che guideranno le scelte di Gibellini nella costruzione della squadra.

Modello Zeman L’elemento decisivo per la scelta è stato il cammino del Chieti: «Paolucci ha un grande merito: ha fatto giocare a calcio una squadra di giovanotti sconosciuti, portandola in finale playoff, grazie a un gioco piacevole, ordinato ed efficace. Mi piace la sua idea di calcio: ama giocare con un 4-2-3-1, ma sa adattarsi perfettamente ad altri moduli, in base agli uomini che ha disposizione. E ha lavorato con Zeman quando era ad Avellino, rimanendone affascinato». Amore per Zeman a parte — «Ma per favore, non accostatemi a lui, perché è inavvicinabile» —, Paolucci che ancora non è stato presentato ufficialmente, ha parlato di Como come di «un’opportunità a cui non potevo rinunciare». Ora si tratta di fare la squadra, per ora un solo movimento ufficiale: l’acquisto in prestito del portiere Alessandro Micai, classe 93, dal Palermo. L’impronta sarà comunque giovane. A proposito: c’è l’obiettivo di ricostruire il vivaio: sono tornati nel ruolo di supervisori due storici ex del Como, Roberto Galia e Silvano Fontolan. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PANCHINE

La Pro Patria ha scelto: Firicano Tedesco a un passo dal Foligno Aldo Firicano è il nuovo allenatore della Pro Patria. L’ex difensore ha guidato l’anno scorso il Borgo a Buggiano. Il d.s. Ferrara ammette che non è stata una scelta semplice: «In totale abbiamo cercato 8 9 tecnici, poi siamo arrivati a Firicano». Settimana decisiva per la scelta dell’allenatore del Foligno. Dopo il rifiuto di Torricelli e Semplici il presidente Zampetti e il nuovo d.g. Damaschi puntano su Giovanni Tedesco, ex capitano del Perugia che lo scorso anno ha allenato gli Allievi del Palermo. La trattativa è stata già avviata: entro oggi o domani dovrebbe esserci l’incontro decisivo. Tedesco sembrerebbe intenzionato ad accettare. Società Si attende per oggi la

decisione del Tribunale di Ferrara in merito alle istanze di fallimento presentate dai creditori nei confronti della Spal

(tra questi c’è anche l’avvocato Mattia Grassani per oltre 120 mila euro). Difficilmente la società rispetterà la scadenza odierna sul pagamento degli stipendi di aprile: prevista un’ulteriore penalizzazione. Si rischia di partire col 6. C’è il rischio della mancata iscrizione a meno che intervengano altri imprenditori. Affari La Paganese, neo

promossa in Prima divisione, ha ufficializzato il rinnovo contrattuale di Fusco, Fava e Galizia. Il Perugia ha ingaggiato l’esterno sinistro difensivo Bruno Martella (20 anni), di proprietà della Sampdoria, la scorsa stagione al Viareggio. Serie D Il Pizzighettone ha scelto il nuovo allenatore per la prossima stagione: sarà Alessio Tacchinardi, 36 anni. L’ex centrocampista di Atalanta, Juventus, Villarreal e Brescia sostituisce Paolo Bertani.


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FORMULA 1 GP EUROPA Partenza sprint Al via ne supera tre Partito 11˚, Alonso brucia in partenza Button, Di Resta e Rosberg LIVERANI

ilCommento

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I NUMERI di UMBERTO ZAPELLONI

Ora sognare non è più da visionari Le lacrime di Alonso sono dolci come quelle che ti porta una gioia inattesa, una vittoria neppure sognata. Sono la cornice di un’impresa che produce solo superlativi per Fernando e la sua Ferrari. La gara dipinta sulla pista di Valencia resterà nella storia del suo sport e riaccende la luce su un futuro tutto da conquistare. Ma ha vinto l’uomo o ha vinto la macchina? Alla domanda vecchia come la Formula 1 si può dare una sola risposta: è stata la vittoria di Alonso, ma anche della Ferrari che, al contrario degli avversari, gli ha messo in mano una macchina affidabile e non ha sbagliato nulla ai box. Una domenica perfetta dopo un sabato da incubo. Sono bastati 57 giri, 308 chilometri, per passare dall’inferno al paradiso; dalla paura di aver gettato la Grande Occasione alla convinzione di avere in mano la Grande Opportunità. Dopo l’undicesimo posto in qualifica, neppure il più ottimista dei ferraristi poteva prevedere una gara così, con un Alonso monumentale e gli avversari che uno dopo l’altro (prima Vettel, poi Hamilton) sparivano dall’ordine d’arrivo, consentendo a Fernando la prima mini fuga della stagione in classifica con 20 punti di vantaggio su Webber, probabilmente l’avversario meno pericoloso. Il pilota Alonso è stato straordinario. La grinta con cui ha attaccato e superato Grosjean per il secondo posto dopo la ripartenza dietro la Safety Car è l’immagine della sua gara. Ma un attacco così lo fai solo se stai guidando una macchina in cui hai una fiducia totale. E ieri Fernando ne ha fatti 10 per arrivare a tagliare il traguardo davanti a tutti nella vittoria più bella di una carriera già baciata da due titoli mondiali. Che bello quel podio che in un colpo solo raggruppava tutta la storia della Ferrari moderna, quella targata Montezemolo. Ci sono la Ferrari di oggi (Alonso), quella di ieri (Raikkonen) e quella dell’altro ieri (Schumacher). Tre uomini e una macchina. Tre campioni del mondo del passato e, forse il campione del mondo del futuro visto che adesso Alonso non può più nascondersi: diventa lui il favorito per il titolo 2012. La Ferrari deve migliorare ancora, non sempre avrà l’aiuto che ha avuto ieri dagli avversari, ma Alonso è l’unico ad esser sempre andato a punti quest’anno e i miglioramenti che si sono visti gara dopo gara sono significativi. Vuol dire che il metodo di lavoro, tra simulazioni e messa in opera, ora è quello giusto. E sognare non è più da visionari. © RIPRODUZIONE RISERVATA

twitter@uzapelloni

20

Gare di fila con Alonso a punti Lo spagnolo è l’unico che quest’anno ha sempre preso punti: la striscia dura da 20 gare. Lewis Hamilton rimedia invece il primo zero stagionale ed è raggiunto a quota 7 da Mark Webber e Kimi Raikkonen

155

Podi in carriera per Schumi Tra il primo e l’ultimo sono trascorsi oltre 20 anni: l’esordio alla cerimonia di premiazione avvenne con il 3˚ posto in Messico il 22 marzo 1992

11

Piloti sul podio nel 2012 Fernando Alonso e Lewis Hamilton ne vantano 4 a testa. A 3 c’è Kimi Raikkonen, a 2 Jenson Button, Sebastian Vettel, Nico Rosberg, Sergio Perez e Romain Grosjean, a 1 Pastor Maldonado, Mark Webber e Michael Schumacher

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Autori del giro veloce Il solo a concedere il bis è stato Sebastian Vettel, mentre alla compagnia si è aggiunto ieri Nico Rosberg

a cura di Giovanni Cortinovis

12˚ giro Sorprende Hülkenberg La rimonta continua su Hülkenberg (foto). Subito dopo tocca a Maldonado IPP DA TV

17˚ giro Prima Webber... Dopo 16 giri è 9˚, ma nel giro dopo ne passa 2: inizia con Webber... IPP DA TV

GRANDE Emozione Alonso Rimonta da urlo e fuga Mondiale

Vettel rompe, Hamilton finisce contro il muro e sul podio il duro Fernando scoppia in lacrime PINO ALLIEVI VALENCIA (Spagna)

Non aveva ancora tagliato il traguardo che gli uomini del box Ferrari, via radio, lo hanno sentito piangere nel casco dalla commozione. Lacrime che ha continuato a versare quando è sceso dalla Safety Car che lo aveva recuperato in pista e i meccanici gli si sono fatti attorno, abbracciandolo. Alonso il duro, Alonso l’imperturbabile, Alonso il trascinatore, Alonso il romantico che finalmente, ogni tanto, cede a una disciplina mentale ferrea e si lascia andare come ognuno di noi. Mentre sul podio si mischiavano le note dell’inno spagnolo e di quello di Mameli, Sergio Marchionne ha chiamato al telefonino Stefano Domenicali: «Faccia i miei complimenti a Fernando e a tutti i suoi ragazzi». «Non manche-

Grosjean k.o. quando è 2˚, ne approfittano Raikkonen e Schumacher rò», ha risposto il responsabile della Gestione Sportiva, pure lui con gli occhi lucidi e i segni in volto di una tensione che lo serrava dal maledetto sabato di vigilia, quando le Ferrari erano andate più piano del previsto e addirittura il podio pareva irraggiungibile. Rimonta Alonso ha vinto par-

tendo 11˚. Sono 10 i sorpassi quasi tutti spettacolari effettuati ai danni di Button, Rosberg, Di Resta, Hülkenberg, Maldonado, Webber, Senna, Schumacher, ancora Di Resta e Grosjean. E già questo è eccezionale. Ma la cosa più sorprendente è che adesso comanda il campionato con un margine consistente e con la consapevolezza di poterci restare, se le cose continueranno a girare bene. Crescita Quello che stiamo vedendo in pista è il miglior Alonso di sempre, con una fiducia nei propri mezzi che sovrasta al momento quelli che gli fornisce la Ferrari. Ma siccome la Ferrari stessa è in rimonta, il

momento positivo forse potrà continuare. Guai però a illudersi: senza la Safety Car per sgombrare in un tempo interminabile i detriti della collisione Kovalainen-Vergne, la Ferrari al massimo sarebbe giunta 3ª. In quel momento, a metà gara, Sebastian Vettel dominava con 19" su Romain Grosjean, 30" su Lewis Hamilton e 34"3 su Alonso. La versione «D» della Red Bull aveva stordito gli avversari, non c’era match. Poi la neutralizzazione e, alla ripresa, il guasto all’alternatore a Vettel e quello, 7 giri più tardi, a Grosjean che dopo essersi fatto sorprendere da un guizzo felino di Alonso, era secondo con buone possibilità di attaccare la rossa. Controllo Fuori gioco due pi-

loti di quel calibro, per Alonso è stata una passeggiata, perché uno come lui quando è al comando fa catenaccio e non lo passa nessuno. Fernando ha controllato senza ansia eccessiva sia Hamilton sia Kimi Raikkonen, che per un attimo avevano dato la sensazione di poter rimontare. Poi Hamilton si è messo nei guai con le sue mani, in un match ravvicinato con Maldonado (che si sarebbe piazzato sicuramente terzo) catastrofico per entrambi. E Alonso, con i suoi due principali avversari per l’iride a far da spettatori imbufaliti, è andato a trionfare, mentre da dietro, fra crolli e collisioni, usciva dal nulla Michael Schumacher, terzo. Quarto era un Webber senza unghie, inesistenti gli altri. Sfortunato nuovamente Massa, messo k.o. prima dalla sua macchina (fondo piatto staccato) poi da una botta di Kamui Kobayashi, in una giornata da podio, visto che a metà distanza o quasi era molto davanti a Schumi. Fuga A questo punto la Ferra-

ri comincia davvero a credere che possa essere l’anno del Mondiale. Perché é in testa senza avere la macchina più rapida e se la sorte le dà una spin-

ta come ieri, il sogno può avverarsi. La prossima gara di Silverstone, su una pista vera, veloce, probante, ci dirà qual è il valore assoluto della F2012, al di là della bravura inarrivabile di Alonso. Perché sinora ha fatto quasi tutto lui, ma prima o poi la Ferrari dovrà metterlo nelle condizioni di attaccare, non solo di giocare in contropiede. Se ce la farà, la strada sarà in discesa. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LE RIMONTE DA RECORD

Solo in 6 hanno vinto dall’11a posizione Ma Watson stupì negli Usa: era 22o!

17˚ giro ...poi è il turno di Senna Il secondo sorpasso in questo giro è ai danni di Senna: Alonso è 7˚ IPP DA TV

18˚ giro Tocca a Schumacher La furia di Alonso si abbatte anche su Schumacher, superato all’interno IPP DA TV

22˚ giro Anche Di Resta cede Giro numero 22: Alonso attacca e supera Di Resta: lo spagnolo è 4˚ IPP DA TV

34˚ giro Grosjean s’inchina È Grosjean l’ultimo a cedere agli attacchi dello spagnolo della Ferrari IPP DA TV

Prima di Fernando Alonso altri 5 piloti avevano vinto partendo dall’11o posto. Ma la rimonta per eccellenza è quella compiuta al Gran Premio Usa Ovest 1983 da John Watson con la McLaren: 22o in qualifica a 3"983 dal ferrarista Patrick

Tambay, dopo 23 giri era ancora 13o. Poi, con una serie di sorpassi, passò in testa al 45o giro e vinse davanti al compagno Niki Lauda, partito 23o e autore del miglior giro. Solo loro due e René Arnoux chiusero a pieni giri. g.cor.

GRANDE GRANDE «Il trionfo più bello della mia carriera» Fernando: «In Spagna c’è crisi, ma tanta gente è venuta a tifare per me. Dovevo ripagarla» DAL NOSTRO INVIATO

LUIGI PERNA VALENCIA

Si è messo le mani davanti alla visiera del casco per coprirsi gli occhi, come se non ci credesse. Poi nel giro d’onore ha afferrato una bandiera della Spagna da sventolare verso i tifosi. E in cima al podio si è piegato sulle gambe, sfogandosi in un pianto pieno di commozione. Sulle tribune attorno al porto di Valencia, la gente l’ha accolto con un urlo da stadio, come se la nazionale avesse segnato un altro gol all’Europeo. E vedendo la «furia rossa» sciogliersi in lacrime l’ha sostenuta con un applauso forte. Perché un Fernando Alonso così emozionato non si era mai visto. Neppure nei giorni delle grandi sfide vinte contro Schumacher sulla Renault e dei due titoli Mondiali. Orgoglio Via radio,

prima che la sua Ferrari si fermasse in pista e arrivasse a «soccorrerlo»

Fernando Alonso, 30 anni, scende dalla Safety Car ed esulta con la bandiera della Spagna ACTION IMAGES

l’auto del servizio medico, l’ingegnere Andrea Stella gli ha gridato in italiano: «Giornata fan-ta-sti-ca». Uno dei tanti aggettivi al superlativo per descrivere l’ennesima magia di un campione che riesce a rimediare a situazioni impossibili, in questa stagione tra le più combattute e travagliate. «È difficile esprimere a parole quello che provo — racconta Alonso —. È una sensazione unica e speciale, un sogno che mi sto godendo. La vittoria a Barcellona con la Renault nel 2006 era ancora nei

miei ricordi. Ma come emozioni questo è il trionfo più bello della carriera, ottenuto con una squadra speciale, rossa come la bandiera spagnola. Niente è paragonabile a quello che ho vissuto sul podio, mi sono sentito orgoglioso, come Nadal e la nazionale in semifinale all’Europeo. Questo è un momento di crisi per la Spagna, tanta gente ha fatto sacrifici per venire a vedermi e io sentivo di doverli ripagare». Che sorpassi C’è riuscito con un’impresa d’altri tempi e l’aiu-

« «

Che commozione: mi sono sentito come Nadal o la nazionale agli Europei di calcio Ci sono macchine più veloci, ma se stai sulla Ferrari non puoi che lottare per il titolo

to della fortuna. Ma ha fatto il miracolo di salvare le gomme morbide nel traffico dei primi giri, rimontando dall’11˚ posto delle qualifiche con sorpassi a raffica: Button, Rosberg e Di Resta al via; Hulkenberg al 12˚ giro; Maldonado al 14˚; Webber, Senna, Schumacher e ancora Di Resta dopo la prima sosta; infine Grosjean al 34˚ giro con un sorpasso mozzafiato. In tutto 10 perle di guida, senza contare le posizioni guadagnate su Raikkonen, Kobayashi e Hamilton grazie ai box. «Ci sono stati tanti momenti chiave — continua Alonso, che ha bissato il trionfo sotto la pioggia della Malesia —. All’inizio sono stato molto aggressivo, ho rischiato in qualche sorpasso, e con Grosjean ci siamo anche toccati. Poi, quando si è ritirato Vettel e mi sono trovato in testa, è stata lunga arrivare in fondo. A 8 giri dalla fine ho detto via radio: "Le gomme sono finite, che facciamo torno ai box?". Erano finite come in Canada. Abbiamo aspettato un giro e un altro ancora, controllando i tempi di Hamilton e Raikkonen che inseguivano, e alla fine abbiamo deciso di proseguire. Ho saputo solo dopo dell’incidente di Hamilton». Batticuore L’ultimo batticuore

cheTris Quanta storia del Cavallino che fa festa Non solo Alonso. Sul podio di ieri a Valencia c’è tanta Ferrari. Raikkonen e Schumacher infatti hanno guidato e vinto con la monoposto del Cavallino. Ed entrambi con la Ferrari sono diventati campioni del mondo: Raikkonen nel 2007, Schumacher per ben cinque volte, dal 2000 al 2004. Ora tocca ad Alonso conquistare il titolo con la rossa.

nel giro d’onore, quando ha parcheggiato la sua Ferrari. «Era il momento migliore per fermarsi. Troppa la felicità per pensare a che cosa sia successo. Siamo passati dalla massima delusione alla massima gioia, come mi ero augurato dopo le qualifiche. Lo sport è imprevedibile, soprattutto la F.1. E questo deve insegnarci che non bisogna mai mollare, perché ci si può risollevare e vincere». Ora si è ripreso la testa del Mondiale, davanti a Webber, Hamilton e Vettel. Diventa lui il pilota da marcare tra due domeniche a Silverstone. «Siamo onesti dicendo che dobbiamo ancora lavorare, perché ci sono macchine più veloci. Ma lotteremo per il Mondiale, l’unico obiettivo possibile quando ti chiami Ferrari». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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FORMULA 1 GP EUROPA Calendario: tra due settimane c’è Silverstone BAHRAIN 1˚ VETTEL SPAGNA 1˚ MALDONADO MONACO 1˚ WEBBER

AUSTRALIA 1˚ BUTTON MALESIA 1˚ ALONSO CINA 1˚ ROSBERG

CANADA 1˚ HAMILTON EUROPA 1˚ ALONSO 8 LUGLIO G. BRETAGNA

22 LUGLIO GERMANIA 29 LUGLIO UNGHERIA 2 SETTEMBRE BELGIO

14 OTTOBRE COREA DEL SUD 28 OTTOBRE INDIA 4 NOVEMBRE ABU DHABI

9 SETTEMBRE ITALIA 23 SETTEMBRE SINGAPORE* 7 OTTOBRE GIAPPONE

18 NOVEMBRE STATI UNITI 25 NOVEMBRE BRASILE *In notturna

Fernando fa la corsa perfetta Partenza, rimonta e gestione della macchina eccezionali. È l’unico ad avere vinto due gare le pagelle

di PINO ALLIEVI

Non bastano più le parole...

VINCITORE GLOBALE

h 10

Fernando Alonso

Le parole, dinanzi a una corsa come la sua, sono un’aggiunta superflua. Bisognerebbe lasciar parlare i fatti e far scorrere le immagini di una giornata che resterà nella storia. Almeno della Ferrari. Perché vincere partendo dall’11˚ posto è eccezionale. Ma poi c’è dell’altro, ovvero il ritiro dei due principali rivali di Alonso in campionato, Vettel prima e Hamilton poi. Tanto che il pilota spagnolo ora veleggia da leader con ben 20 lunghezze su Webber e 23 su Hamilton. Una corsa eccezionale, sorpassi perfetti, una sicurezza che per la Ferrari è una garanzia: l’arma in più è lui

9 Sebastian Vettel

8 Romain Grosjean

8 Pastor Maldonado

Dopo 10 giri aveva 11’’4 su Grosjean, 12’’3 su Hamilton e 19’’5 su Alonso. Anche dopo la Safety Car avrebbe allungato. Invece lo stop. Non per colpa sua ANSA

Migliora di gara in gara e stavolta è stato bravissimo in partenza. Stesso guasto di Vettel, ma una maturità che cresce. Presto arriverà la vittoria LAPRESSE

Un voto alto che vale anche per la Williams. Efficace e tempista il venezuelano, il 3˚ posto sarebbe stato suo con un momentino di pazienza in più. Peccato LIVERANI

7 Kimi Raikkonen

7 Michael Schumacher 5 Lewis Hamilton

Ci vorrebbero un paio di caffè prima del via, si sveglia sempre a metà gara. Il 2˚ posto è ottimo, ma non ha mai dato la sensazione di poter attaccare Alonso LAPRESSE

È rinvenuto fortissimo nel finale, passando indenne tra piloti che rallentavano, ritirati e incidenti. Un bell’incoraggiamento al morale di un campione che non s’arrende ANSA

Bella corsa, i nervi lo hanno tradito quando le gomme hanno ceduto. Prima l’aveva frenato la McLaren con un disastroso pit stop. Irascibile, ma giustificato… OLYCOM

7

6

6

6

5,5

5

Hülkenberg

Di Resta

Rosberg

Kobayashi

Webber

Button

Portare la Force India al 5˚ posto di un GP è come vincere. Bravissimo. E sempre davanti al compagno Di Resta, sia in qualifica sia nella corsa AFP

Finisce settimo: cambio gomme eccessivamente ritardato per il vezzo di fare una sola sosta

Cinque posti persi al via, altri svaniti nel nulla dopo la Safety Car, poi la rimonta al 6˚ posto. Poteva cambiare prima le gomme?

Penalizzazione eccessiva (5 posti in griglia a Silverstone) per l’incidente con Massa, dopo i danni patiti dalla botta con Senna

Continua il momento no, il suo ottavo posto non dice nulla. Anche la McLaren ha in casa il suo «caso Massa»

LAPRESSE

CANONIERO

È partito in fondo per un guasto alla Red Bull, però in corsa (4o) non ha mai avuto la velocità sufficiente per fare vedere qualcosa EPA

ANSA

AFP

classifiche GENERALE NAZ

SCUDERIA

1.

SPA

Ferrari

ALONSO

TEMPO/DISTACCO (PIT STOP) in 1h44’16"649 (2) media 177,727 km/h

2.

RAIKKONEN

FIN

Lotus-Renault

3.

SCHUMACHER

GER

Mercedes

4.

WEBBER

AUS

Red Bull-Renault

a 13"628 (2)

5.

HÜLKENBERG

GER

Force India-Mercedes

a 19"993 (2)

6.

ROSBERG

GER

Mercedes

a 21"176 (2)

7.

DI RESTA

GB

Force India-Mercedes

a 22"866 (1)

8.

BUTTON

GB

McLaren-Mercedes

a 24"653 (2)

9.

PEREZ

MES

Sauber-Ferrari

a 27"777 (2)

10. SENNA

BRA

Williams-Renault

a 35"961 (2)

11.

AUS

Toro Rosso-Ferrari

a 37"041 (2)

12. MALDONADO*

VEN

Williams-Renault

a 54"630 (2)

13. PETROV

RUS

Caterham-Renault

a 1’15"871 (4)

14. KOVALAINEN

FIN

Caterham-Renault

a 1’34"654 (2)

15. PIC 16. MASSA

FRA BRA

Marussia-Cosworth Ferrari

RICCIARDO

PHOTO4

Lo spagnolo come Mansell: 1˚ su 19 piste GIOVANNI CORTINOVIS

Con il successo di Valencia salgono a 19 i tracciati su cui Fernando Alonso si è imposto in F.1. Lo spagnolo eguaglia Nigel Mansell al 3˚ posto e davanti ha solo Alain Prost con 22 circuiti e Michael Schumacher con 23. Sebastian Vettel, per fare un paragone, è a 17 e Lewis Hamilton a 14. Con questa sono 3 i successi di Fernando nel GP d’Europa, ma le 2 precedenti vittorie le aveva ottenute nel 2005 e 2007 al Nürburgring. Lo spagnolo diventa poi il 3˚ pilota dopo Schumacher e Rubens Barrichello ad aver vinto il GP d’Europa su 2 diversi tracciati: 5 trionfi al Nürburgring e 1 a Jerez per Schumi, 1 al Nurburgring e 1 a Valencia per Rubinho. Per Alonso è solo la seconda vittoria in patria, ma la prima con la Ferrari: nel 2006 si impose a Barcellona con la Renault. In totale le vittorie sono 29, gliene mancano 2 per eguagliare al 4˚ posto Nigel Mansell. Infine il ferrarista si avvicina a Niki Lauda, 8˚ nella classifica dei giri in testa: con i 24 di ieri è a 1.538, contro i 1.592 dell’austriaco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

zoom sulla corsa

ARRIVO POS PILOTA

LA STATISTICA

a 6"421 (2) a 12"639 (2)

a 1’36"551 (2) a 1 giro (4) 17. DE LA ROSA SPA Hrt-Cosworth a 1 giro (2) 18. KARTHIKEYAN IND Hrt-Cosworth a 1 giro (3) 19. HAMILTON GB McLaren-Mercedes non arrivato (2) * penalizzato di 20" per aver causato l’incidente con Hamilton GIRO PIÙ VELOCE: il 54˚ di ROSBERG in 1’42"163, media 190,953 km/h DISTANZA: 57 giri pari a 308,883 km RITIRATI: al 27˚ giro VERGNE (FRA-Toro Rosso) incidente; al 34˚ giro KOBAYASHI (GIA-Sauber) incidente; al 34˚ giro VETTEL (GER-Red Bull) alternatore; al 41˚ giro GROSJEAN (FRA-Lotus) alternatore. NON PARTITO: GLOCK (Ger-Marussia) LEADER DELLA CORSA: dal 1˚ al 33˚ giro Vettel; dal 34˚ all’arrivo Alonso

Vergne e Kobayashi saranno retrocessi rispettivamente di 10 e 5 posti in griglia a Silverstone per aver causato gli incidenti con Kovalainen e Massa

PILOTI POS NOME

NAZ

PUNTI

AUS

MAL

CIN

BAH

SPA

MON

CAN

EUR

1. ALONSO 2. WEBBER 3. HAMILTON 4. VETTEL 5. ROSBERG 6. RAIKKONEN 7. GROSJEAN 8. BUTTON 9. PEREZ 10. MALDONADO 11. DI RESTA 12. KOBAYASHI 13. SCHUMACHER 14. HÜLKENBERG 15. SENNA 16. MASSA 17. VERGNE 18. RICCIARDO 19. KOVALAINEN 20. PETROV 21. GLOCK 22. PIC 23. KARTHIKEYAN 24. DE LA ROSA

SPA AUS GB GER GER FIN FRA GB MES VEN GB GIA GER GER BRA BRA FRA AUS FIN RUS GER FRA IND SPA

111 91 88 85 75 73 53 49 39 29 27 21 17 17 16 11 4 2 0 0 0 0 0 0

10 12 15 18

25 12 15

2 12 15 10 25

18

10

15 25 10 12 18 2

10 6 25 12 8 4 18

25 12

6

6 12 4 25 10 18 15

25 4

8 18 18

15 4

1 8

4 8 6 15 12 2

6

4 2

25 8

1 1 2 8

8 18

6 10

6 2

1 1

15 10 1

4 1 8

1

-

-

-

8 6 27 18 6 10 25 1

37 10 2 23 18

18 25 22 11 8 17

6 2

4 2

-

-

COSTRUTTORI

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.

RED BULL MCLAREN LOTUS FERRARI MERCEDES SAUBER WILLIAMS FORCE INDIA TORO ROSSO CATERHAM MARUSSIA HRT

176 137 126 122 92 60 45 44 6 0 0 0

30 40 6 10 12 1 2

12 15 10 25 1 18 8 8 4

22 33 8 2 25 1 10

37 4 33 8 11

8

1 10

12 4 18 25 23 2 1 16

CAMBI GOMME

GIRI VELOCI

Le sigle delle Pirelli: S=soft; M=medie; N=nuove; U=usate. Tra parentesi il giro della sosta e alla fine le soste totali. NC=non classificato ALONSO SN SN (15) MN (28) 2 RAIKKONEN SU SU (14) MN (28) 2 SCHUMACHER MN SN (19) SU (41) 2 WEBBER MN SN (19) SN (38) 2 HÜLKENBERG SU MN (14) MN (28) 2 ROSBERG SU MN (20) SU (46) 2 DI RESTA SU MN (23) 1 BUTTON SU MN (10) MN (26) 2 PEREZ MN SU (10) SN (25) 2 MALDONADO SU MN (14) MN (28) 2 SENNA SU MN (20) DT (24) 2 RICCIARDO SN SN (14) MN (37) 2 PETROV SN SN (13) SU (25) MN (28) MN (47) 4 KOVALAINEN SN SN (12) MN (27) 2 PIC MN SN (11) MN (28) 2 MASSA SN MN (11) SN (27) MU (34) SU (53) 4 DE LA ROSA SN SU (14) MN (28) 2 KARTHIKEYAN SN SU (15) MN (29) DT (39) 3 HAMILTON SU MN (13) MN (28) 2 GROSJEAN SU SU (16) MU (28) 2 NC VETTEL SU SU (16) MN (29) 2 NC KOBAYASHI SU SU (14) MN (20) 2 NC VERGNE MN SU (17) 1 NC

1. Rosberg 1’42"163 (54˚ giro) 2. Webber 1’42"717 (40˚) 3. Schumacher 1’43"099 (43˚) 4. Perez 1’43"526 (43˚) 5. Alonso 1’43"666 (40˚) 6. Ricciardo 1’43"674 (44˚) 7. Raikkonen 1’43"686 (43˚) 8. Grosjean 1’43"764 (38˚) 9. Hamilton 1’44"007 (43˚) 10. Maldonado 1’44"064 (43˚) 11. Di Resta 1’44"101 (45˚) 12. Senna 1’44"111 (44˚) 13. Hülkenberg 1’44"226 (40˚) 14. Petrov 1’44"253 (54˚) 15. Massa 1’44"431 (36˚) 16. Vettel 1’44"555 (18˚) 17. Button 1’44"806 (48˚) 18. Kobayashi 1’45"082 (22˚) 19. Kovalainen 1’45"294 (40˚) 20. Vergne 1’45"491 (22˚) 21. Karthikeyan 1’46"388 (42˚) 22. Pic 1’46"701 (43˚) 23. De la Rosa 1’46"799 (36˚)

Nico Rosberg, 26 anni REUTERS


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FORMULA 1 GP EUROPA DAL NOSTRO INVIATO

MASSA CHE AMAREZZA

LUIGI PERNA VALENCIA (Spagna)

«Peggio non poteva andare»

Per Alonso è un confidente. Una sorta di fratello maggiore, più che un team manager a cui rendere conto solo di prestazioni e vittorie. Perciò l’abbraccio con Stefano Domenicali sotto il podio è stato carico di significati. C’era dentro la gioia per un successo insperato e l’orgoglio di aver riscattato un sabato da dimenticare. «In questa vittoria c’è molto di Alonso. È stato straordinario, perché senza quei sorpassi nei momenti chiave sarebbe stato difficile rimontare. Fernando ha scaricato in pista tutta la tensione che aveva, attaccando all’inizio e gestendo le gomme in modo fantastico. Su di lui c’era una pressione enorme, correndo in casa, e ovviamente eravamo delusi dall’11o posto in qualifica. È un successo pesante, perché i nostri rivali si sono ritirati. Siamo contenti di regalarlo alla gente della nostra terra, che attraversa momenti difficili», spiega Domenicali.

Felipe: «Avevo una macchina da favola, invece...» DAL NOSTRO INVIATO

VALENCIA

Dedica Lo stesso pensiero rivol-

«

A fine gara ci siamo fermati per mantenere nel serbatoio il minimo di benzina

STEFANO DOMENICALI RESPONSABILE GES FERRARI

to dal presidente Luca di Montezemolo, che ha dedicato la vittoria «agli emiliani che stanno soffrendo per il terremoto e come noi sono gente abituata a non mollare mai. Dal 1973 a oggi non ho mai visto un gran premio come questo. E anche Alonso mi ha detto che vincere con la Ferrari in Spagna è unico. Sono contento per Domenicali e per la squadra». Presto potrebbe esserci anche una sorpresa: l’idea è quella di portare Alonso in visita alle tendopoli nelle prossime settimane. Leader Mai Fernando è stato

coinvolto in un team quanto lo

GP2 SERIES

Razia beffa Calado all’ultima curva e bracca Valsecchi VALENCIA — (ro.chi) Luiz Razia mette a segno un colpo importante in gara 2 della GP2 Series. Il brasiliano della Arden ha superato nel finale Fabio Leimer e proprio all’ultima curva James Calado, in crisi di gomme. Così arriva a 1 solo dal leader del campionato Davide Valsecchi. Il pilota di Erba, bloccato alla prima curva dall’incidente innescato da Marcus Ericsson, ha recuperato dall’ultima alla 10a posizione, ma fuori dalla zona punti. «Nel fine settimana — ha detto Valsecchi — è successo di tutto. Io e il team abbiamo commesso qualche errore». Classifica (dopo 6 gare su 12): 1 Valsecchi (Ita) 141; 2. Razia (Bra) 140; 3. Calado (GB) 95; 4. Chilton (GB) 93; 5. Van der Garde (Ola) 89. Prossima gara: Silverstone (7 8 luglio).

OH CAPITANO

Consolazione Domenicali sa an-

samo su quelle di Felipe Massa, sprofondato in un altro weekend da incubo. «È difficile immaginare più sfortuna della sua. Prima ha raccolto dei detriti in pista danneggiando il fondo piatto. Poi, subito dopo aver fatto la sosta, è entrata la Safety Car. E per finire Kobayashi l’ha centrato. Dobbiamo portarlo in qualche santuario... Però siamo convinti che Felipe ora abbia in pugno la macchina e a Silverstone tornerà tra i migliori». Nella tana degli inglesi, dove vinsero nel 2011, Alonso e la Ferrari vanno da capoclassifica del Mondiale. «Ma le condizioni sono diverse — avverte Domenicali —. Non dimentichiamo che la Red Bull di Vettel era davanti prima del ritiro. Sono migliorati molto con le ultime evoluzioni e sono tornati i più veloci. Noi non siamo allo stesso livello, anche se la macchina è competitiva. Questo deve essere uno sprone per i tecnici. Non bisogna fermarsi, perché in F.1 le cose cambiano in fretta».

che lenire le ferite. Sparge bal-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«È stato fantastico coi suoi sorpassi Ma quanta paura» Domenicali: «Temevamo un bis del Canada» Montezemolo: «Dedicato ai terremotati» è da tre anni alla Ferrari. È diventato il capitano della Nazionale rossa, l’uomo di riferimento per i tecnici, il leader carismatico. «Nel finale c’era la paura che si ripetesse ciò che è successo in Canada con l’usura delle gomme. Ma stavolta le nostre valutazioni erano giuste e la strategia ha funzionato alla perfezione — continua Do-

Taccuino RALLY NUOVA ZELANDA

Loeb, è dominio Tutto come previsto. Seba stien Loeb vince per la 3a volta il Ral ly Nuova Zelanda e vola nel Mondia le con 5 centri su 7 gare. Il compa gno della Citroën Hirvonen, come previsto, non ha attaccato, scivo lando a 29"6. Poi le Ford di Solberg e di Evgeny Novikov. Classifica (do po 7 gare su 13): 1. Loeb (Fra) p. 145; 2. Hirvonen (Fin) 107; 3. Sol berg (Nor) 90; 4. Ostberg (Nor) 80.

TRICOLORE MOTO

Ragazzini d’assalto (p.g.) Brillano i 15enni nel Tri colore velocità al Mugello. Dalla Por ta (Aprilia) ipoteca il titolo 125 per la scivolata di Moretti (Mahindra). In Supersport primo successo del co etaneo Nocco (Kawasaki), grazie a Russo (Yamaha) che ha festeggia to un giro prima (14o). Dominio Hon da in Moto3 con Calia, 17 anni, nuo vo capoclassifica. In Supersport successo di Roccoli (Yamaha), nel la Stock 1000 di Goi (Ducati), di Cle menti (Bmw) in Superbike.

menicali —. L’obiettivo era marcare Hamilton, soprattutto dopo il ritiro di Vettel e di Grosjean. Certo, abbiamo temuto che Raikkonen potesse passare Lewis e in pochi giri attaccarci. Ma anche Kimi ha consumato molto le gomme nella lotta. A fine gara, nel giro di rientro, ci siamo fermati per mantenere nel serbatoio il li-

vello minimo di benzina richiesto dal regolamento». Gli fa eco il tecnico Pat Fry: «Nelle qualifiche eravamo stati forse troppo sicuri di noi stessi in Q2 (restando fuori dalla sessione decisiva; n.d.r.). In gara siamo stati perfetti».

Mettetevi nei suoi panni. Da una parte del motorhome c’è il compagno Alonso che festeggia come se avesse alzato la coppa del Mondo al Bernabeu e dall’altra lui che racconta l’odissea di un altro GP buttato al vento. «Che cosa volete che dica? — spiega rassegnato Felipe Massa —. Non me ne andata bene una. Al 7o giro si è staccato qualcosa dal fondo piatto, forse nell’urto con un detrito, e ho perso aderenza, tanto che pensavo di aver bucato una gomma dietro. La macchina fino a quel punto era favolosa, già immaginavo una grande gara. Invece sono dovuto tornare ai box, perdendo ogni possibilità». Urto Massa scattava dal 13o po-

sto, ma è stato meno incisivo di Alonso alla partenza. «Nelle qualifiche eravamo troppo sicuri di entrare in Q3 e lo abbiamo pagato. Ma le prestazioni c’erano. In gara infatti avevo un buon passo e sarei potuto restare col gruppo davanti. Poi ci si è messo anche Kobayashi, che mi è venuto dentro finendo di rovinarmi la gara. Sono felice per la vittoria di Fernando, ma amareggiato perché poteva essere una giornata bella per entrambi». lu.pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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FORMULA 1 GP EUROPA

Una delusione doppia L’alternatore punisce Vettel «Era una gara perfetta poi...»

RED BULL FUORI GIOCO Al 34˚ giro Sebastian Vettel, al comando dalla partenza, è costretto a ritirarsi per un problema all’alternatore della Red Bull IPP

Pastor si difende: «È stato lui a buttarmi fuori pista, non mi ha lasciato spazio» L’inglese: «Mi riscatterò a Silverstone»

Sebastian: «Il motore si è ammutolito» Horner: «Ora diventa dura, Alonso sta facendo una stagione straordinaria» DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA CREMONESI VALENCIA (Spagna)

L’alternatore della Renault: ecco il pezzo che è finito sul banco degli imputati. Colpa sua se Sebastian Vettel ha perso una gara che aveva in pugno. Colpa sua se Romain Grosjean non ha potuto riassaggiare lo champagne a quindici giorni di distanza dal secondo posto in Canada. Due motori, lo stesso guasto. «Sappiamo

«

Merda! È molto frustrante perdere un GP così, avevo tutto sotto controllo

SEBASTIAN VETTEL PILOTA RED BULL

che abbiamo avuto un problema elettrico — spiega nel giallo motorhome Rob White, direttore tecnico di Renault Sport —: non c’era nessuna novità al riguardo e qualcosa di simile era già accaduto quest’anno, ma eravamo riusciti a porvi rimedio, questa volta invece proprio no. Le cause? Il caldo? Abbiamo un elenco lungo così di possibili ragioni, ma potremo dire qualcosa di più soltanto quando smonteremo il motore».

Gara Sebastian Vettel ha cominciato ad accorgersi che qualcosa non andava mentre in pista c’era ancora la Safety Car, il cui ingresso gli aveva fatto dilapidare il vantaggio enorme accumulato sino al 28˚ giro, quando aveva ben 19" su Grosjean. Sul cruscotto si è accesa una spia, dal box hanno provato a intervenire con una procedura di emergenza. Ma è stato tutto vano. «A un certo punto ho perso l’acceleratore e il motore si è ammutolito», le parole dell’iridato. Il quale, sceso dalla macchina, nel tripudio dei tifosi spagnoli, ha gettato via con rabbia i guanti, mentre sul muretto il d.t. Adrian Newey si teneva le mani nei capelli. «Merda! È molto frustrante perdere una gara così — ripete —. Avevamo un grande passo, ero sorpreso di come stavamo andando e anche quando la gara è ripartita avevo tutto sotto controllo. Pure le gomme. Stava andando tutto alla perfezione. Perfetta la partenza, i pit stop, la gara...Credo che tutti sanno come sarebbe finita, invece...». Invece, ammette il responsabile del team Christian Horner, il campionato si fa incredibilmente duro. «Perché Alonso sta facendo una stagione straordinaria e fa punti in tutte le gare». Inchiesta Ma, come se non bastasse il ritiro di Vettel, la Red Bull ha dovuto penare sino a sera, sino a quando i commissari non hanno dato luce verde alla RB 8 di Mark Webber, finito 4˚: l’inclinazione del tirante della sospensione posteriore era al limite del regolamento. Ma dentro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lewis accusa il pit-stop e Maldonado: «Giornataccia» DAL NOSTRO INVIATO

VALENCIA

DOMENICA NERA PER L’INGLESE Al 28˚ giro secondo pit stop per Hamilton che perde 10"; l’inglese poi al 56˚ abbandona la gara per un contatto con Maldonado IPP

«Just a bad day at the office». Dopo aver scaricato la propria rabbia, gettando il volante fuori dall’abitacolo, Lewis Hamilton ha scelto un approccio molto britannico per descrivere una delle peggiori gare dell’anno. Prima l’ennesimo inconveniente al secondo pit stop (tradito da un martinetto che, rompendosi, ha fatto ricadere pesantemente l’anteriore) che gli fa perdere 4 posizioni e 10", poi le gomme che cedono di schianto e infine la collisione con Pastor Maldonado che lo getta fuori dalla corsa. Colpe Si discuterà a lungo se

Lewis abbia fatto bene o meno a resistere al venezuelano con le gomme sulle tele. «E’ vero che le gomme erano finite ma in pista non si cede mai la posizione», è stata l’opinione del britannico che poi si è calato in trincea davanti al fuoco di fila delle domande riguardanti la sua versione dell’incidente. «Non ricordo nulla — ha finto — so solo che sono entrato in curva e non ne sono uscito, che mi sono trovato a muro». Secondo Martin Whitmarsh, il capo McLaren, «Lewis non avrebbe dovuto resistere così, però faccio notare che si era già difeso con caparbietà anche con Grosjean e Raikkonen e non ha fatto nulla di differente con Maldonado. Colpa di Pastor». Giudizio Stessa cosa hanno pen-

sato i commissari che hanno inflitto 20" di penalità al venezuelano. «Ma è stato Lewis a buttarmi fuori. Non mi ha la-

sciato spazio, sono salito sul cordolo e non ho potuto fare nulla. Non so perché guidasse così visto che le sue gomme erano finite mentre io avevo un ottimo ritmo». Mondiale Al di là dell’episodio. Lewis era arrivato a Valencia con 2 punti su Alonso e se ne è andato con 23 di distacco dalle spagnolo. «Abbiamo perso molti punti e la situazione si è fatta delicata, proverò a riscattarmi a Silverstone». E la

«

Sono entrato in curva e non ne sono uscito: mi sono trovato contro il muro

LEWIS HAMILTON PILOTA MCLAREN

McLaren dal canto suo ha tanti compiti a casa da fare: dalle gomme («non so dove sarei piombato se fossi arrivato in fondo», ammette Hamilton) ai contrattempi ai box. «Il martinetto ero una delle novità introdotte negli ultimi gran premi — ha ammesso Whitmarsh — e la cosa buffa è che ci aveva permesso di completare il primo pit in 2"6, il più rapido della storia». a.cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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FORMULA 1 GP EUROPA DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA CREMONESI VALENCIA (Spagna)

Non sono bastati 46 gran premi, due anni e mezzo di Mondiale. No. Michael Schumacher ha dovuto attendere altre quattro ore e mezzo per gioire appieno del suo primo podio di questa seconda carriera in F.1. È successo che, in regime di bandiere gialle (dopo la collisione tra Hamilton e Maldonado), Michael Schumacher è stato pizzicato con l’ala mobile aperta e solo dopo aver ascoltato la sua versione, rivisto il video e analizzato i dati, Mika Salo (il pilota che sostituì Michael alla Ferrari dopo l’incidente di Silverstone ’99), Paolo Longoni e Garry Connelly hanno confermato il terzo posto. Si sono infatti resi conto che, una volta accortosi delle bandiere gialle, Schumi ha «ridotto in maniera significante la velocità». Cartolina E sarebbe

stato un peccato se il podio di Valencia fosse stato cancellato da una penalizzazione, perché per i tifosi della Ferrari ha costituito una cartolina speciale. C’era rappresentata la Ferrari di oggi (Alonso), quella di ieri (Raikkonen) e quella dell’altroieri (Schumi appunto). «È stata davvero una curiosa coincidenza — ha ammesso il sette volte campione del mondo — e sul podio scherzavamo proprio su questo fatto. Andrea (Stella, che ha ritirato la coppa dei costruttori;

Schumi è terzo con il brivido «Non ci credevo» Prima la gioia, poi il rischio penalizzazione «Ho dovuto chiedere al muretto dov’ero...»

clic SUL PODIO A 43 ANNI E MEZZO: NON ACCADEVA DAL ’70 MA I 53 DI FAGIOLI SONO UN MIRAGGIO (g.cor.) Da 42 anni (Gran Bretagna ’70) un pilota così vecchio non saliva sul podio. Schumi ci è riuscito a 43 anni 5 mesi e 12 giorni: è 12o assoluto. Al comando Luigi Fagioli (Francia ’51) a 53 anni e 22 giorni.

n.d.r.) è l’ingegnere di pista di Fernando ed è stato in passato anche un tecnico mio e di Raikkonen. È stato bello rivederlo lassù. Ricordo con piacere i miei giorni a Maranello, sono contento per Fernando e la Ferrari». Sorpresa

Ancora a 5 giri

Michael Schumacher, 43 anni, con il trofeo per il 3˚ posto: non saliva sul podio da 46 GP ANSA

dalla fine, mentre era 8˚, Schumi mai avrebbe immaginato di ritrovarsi lassù a osservare il pubblico spagnolo in delirio per Alonso. «Al podio non ci ho mai pensato durante la gara. Quando ho tagliato il traguardo infatti ho chiesto al muretto dove mi fossi piazzato, vedevo negli specchietti Webber e supponevo che lui dovesse trovarsi al 7˚ o all’8˚ posto. Quando mi hanno detto "terzo, podio" non potevo crederci. Ero così preso dalla battaglia che avevo perso ogni riferimento! Per me è un momento di emozione intensa».

L’ALTRO EX FERRARISTA

Il solito Kimi: «Non era ciò che volevo»

Sensazioni «È fantastico essere

tornati lassù dopo così tanto

«

Bella questa festa Ferrari con Stella, ex ingegnere mio e di Raikkonen MICHAEL SCHUMACHER SETTE VOLTE IRIDATO

tempo. Un paio di volte ci ero andato vicino ma non aveva funzionato. Credo che la chiave della nostra gara sia stata abbandonare a un certo punto la strategia di una sosta per passare alle due, in modo tale da avere gomme fresche per il finale, mentre gli altri faticavano perché avevano ormai i pneumatici usurati. Io e il team siamo stati molto criticati, soprattutto negli ultimi tempi, e questa è la miglior risposta che potevamo dare». Il podio sancisce di fatto il rinnovo con la Mercedes pure per il 2013? Su questo punto il campionissimo resta vago: «Mai detto che avrei deciso entro l’estate, datemi il tempo necessario e vedrete». © RIPRODUZIONE RISERVATA

VALENCIA — Faceva effetto osservare il podio di ieri perché accanto ad Alonso c’erano due piloti che avevano chiuso con la F.1 e sono tornati sui loro passi. Ma se per Schumi si è trattato di una prima assoluta, per Raikkonen (foto LaPresse) è diventata quasi un’abitudine visto che è la terza volta che ci arriva. Ed è anche per questo che non è del tutto felice. «Il secondo posto non è ciò che vogliamo. Al via Maldonado mi ha spinto fuori e ho perso un po’ di posti, a un certo punto mi sono ritrovato in lotta ancora con Pastor ma mi spingeva sempre al largo. Ho provato e riprovato. Ma non avevamo un grande ritmo e le gomme non si scaldavano bene. Per questo e anche per il mio piccolo errore dopo la Safety ho perso il posto su Hamilton. Se avessi potuto ripassarlo lo avrei fatto subito, non avrei aspettato il penultimo giro. Il guaio è che non avevo velocità». Gli chiedono se scommetterebbe su Alonso iridato. «Forse spenderei quei soldi per qualcosa d’altro...». a.cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CICLISMO 99a EDIZIONE PARTENZA CON UN PROLOGO DI 6,4 KM A LIEGI, IN BELGIO. SCARPONI E BASSO GLI ALTRI UOMINI FORTI

Vincenzo Nibali, 27 anni

Sabato scatta il Tour: Nibali sfida Evans e Wiggins

BOENSCH BEES

Ci siamo. Dopo tante parole, sabato scatta la 99ª edizione del Tour de France: 21 tappe, 3497 km. Anticipato di una settimana per evitare la concomitanza con le Olimpiadi (la prova in linea dei Giochi si svolgerà a Londra il 28 luglio, 6 giorni dopo l’apoteosi sui Campi Elisi), il Tour 2012 si presenta senza Alberto Contador (squalificato per la positività al

Tour 2010) e Andy Schleck (frattura all’osso sacro). I favoriti sono l’australiano Cadel Evans, 35 anni, vincitore nel 2011, e il britannico Bradley Wiggins, 32, il più forte nelle corse a tappe del 2012 (ha vinto Parigi-Nizza, Romandia e Delfinato). Ma dopo quanto avvenuto al Giro d’Italia (1˚ il canadese Hesjedal) e al Giro di Svizzera (1˚ il portoghese Rui

Costa), aspettiamoci una corsa aperta e ricca di sorprese. L’Italia schiera i tre migliori uomini da giri: Vincenzo Nibali (che dopo una grande primavera non ha corso il Giro e punta tutto sulla Grande Boucle), Michele Scarponi (4˚ nella corsa rosa) e Ivan Basso (5˚). Li aspettano 101 km a cronometro: si parte sabato con un prologo di 6,4 km a Liegi, in Bel-

Cataldo tempo d’artista Bravo Moser: è quinto Tricolori crono in Trentino L’abruzzese, appassionato di disegno e acquerelli, vince con 2" su Malori. Basso perde 3’25" DAL NOSTRO INVIATO

CIRO SCOGNAMIGLIO

Dario Cataldo, 27 anni

twitter@cirogazzetta LEVICO TERME (Trento)

BETTINI

Il disegno è la grande passione di Dario Cataldo. Matita, tecniche a spruzzo come spray o aerografia, anche gli acquerelli, più pratici da tenere nella valigia «permanente» che accompagna la vita del corridore. La moto, una FZ6, se l’è «disegnata» e verniciata da solo. Qualcuno lo chiama «l’artista». Ieri, al Tricolore a cronometro, Cataldo ha creato un piccolo capolavoro, vincendo lo «scudetto» di specialità. Malori, il campione uscente, si è arreso per appena 2" dopo 37 km. Pinotti, 5 titoli contro il tempo, ha chiuso 3˚ a 35". Gioia «Il Trentino è la mia terra promessa — sorrideva l’abruzzese, 27 anni, che corre per l’Omega-Quick Step —. Nel 2001, da allievo, a Borgo Valsugana avevo vinto la Coppa d’Oro. E nel 2006, sull’Alpe di Pampeago, avevo messo il sigillo sul Giro d’Italia dilettanti». Il d.s. Davide Bramati faticava a contenere l’euforia e Cataldo aggiungeva: «Per lui ho un pensiero speciale. All’intertempo ero qualche secondo dietro a Malori e Pinotti, ma sapevo che sugli strappi avrei potuto fare la differenza. Ai -2 km mi ha urlato di fare la volata della vita. Io sono arrivato con l’acido lattico anche alle orecchie, due secondi non sono tanti ma sono bastati...». Sono bastati anche a deludere Adriano Malori, che già di recente allo Slovenia aveva perso una crono per 1". Di rilievo la prestazione di Moreno Moser, 5˚ a 1’09", all’indomani della prova in linea che si era giocato

Under 23: Coledan batte Martinelli Donne: Guderzo CRONO ELITE 1. Dario CATALDO (Omega-Quick Step) km 37 in 45’49", media 48,454; 2. Adriano Malori (Lampre-Isd) a 2"; 3. Marco Pinotti (Bmc) a 35"; 4. Dall’Antonia a 45"; 5. Moser a 1’09"; 6. Marangoni a 1’34"; 7. Montaguti a 1’36"; 8. Trentin a 2’09"; 9. Balloni a 2’16": 10. Biondo a 2’23"; 11. Miletta (dil) a 2’35"; 12. Boaro a 3’11": 13. Reda a 3’13", 14. Bertazzo a 3’21"; 15. Caccia a 3’22"; 16. Basso a 3’25"; 17. Viviani a 3’27": 18. Franzoi a 3’38"; 19. Malacarne a 3’49"; 20. Venezia (dil) a 3’57". Partiti 35, arr. 33. CRONO UNDER 23 1. Massimo COLEDAN (Trevigiani) km 22,8 in 29’43", media 46,035; 2. Davide Martinelli (Hopplà) a 4"; 3. Mirko Trosino (Hopplà) a 8"; 4. Di Luca a 17"; 5. Scartezzini a 19". CRONO DONNE 1. Tatiana GUDERZO (MCipollini) km 22,8 in 32’10", media 42,528; 2. Elisa Longo Borghini (Hitec) a 1’01"; 3. Noemi Cantele (Be Pink) a 1’13"; 4. Valsecchi a 1’21"; 5. Ratto a 1’22".

Ancora una prova convincente di Moreno Moser, già terzo sabato nella gara in linea fino alla fine (3˚). Boaro, frenato da una recente caduta, ha chiuso 12˚. Pesante il ritardo di Ivan Basso, all’ultimo test prima del Tour: 16˚ a 3’25". «Ma arrivavo da un blocco di lavoro importante e la prestazione va valutata in quest’ottica», dice il varesino, che non aveva corso sabato. E’ appena sceso da due

GLI ALTRI CAMPIONI NAZIONALI

Boonen torna sul trono di re del Belgio Tris di Wegmann, per Sagan 13˚ urrà (n.li.) Giornata di campio nati nazionali su strada ieri in tutta Europa. E alcuni vincitori di nome. In Belgio, Tom Boonen (Omega Quick Step) batte allo sprint Goddaert e Vandousselae re, succede a Philippe Gilbert e bissa il titolo 2009. Tripletta di Fabian Wegmann (Garmin) in Germania, davanti a Gerdemann; bis di Peter Sagan (Liquigas, per lui 13˚ successo 2012) in Slovacchia su Peter Velits e di Niki Terpstra (Omega) in Olanda con 1’58" su Lars Boom; prima

i risultati

volta di Edvald Boasson Hagen (Sky) in Norvegia, di Francisco Ventoso (Movistar) in Spagna su Koldo Fernandez, di Nacer Bouhanni (Fdj) in Francia su Demare e di Ian Stannard (Sky) in Gran Bretagna. Altri vincitori: Kohler (Bmc, Svi); Didier (RadioShack, Lus); Hutarovich (Fdj, Bie); Lander (Glud, Dan; Brammeier (Omega, Irl); Bazayen (Astana, Kaz); Golas (Omega, Pol); Vorganov (Katusha, Rus); Grivko (Astana, Ucr); Miholjevic (Acqua&Sapone, Cro).

settimane di quota sul Passo San Pellegrino-Cima Uomo. Negli under 23, successo di Massimo Coledan su Davide Martinelli, figlio di Beppe. Donne: titolo a Tatiana Guderzo. È stata una Settimana Tricolore, quella trentina, ben organizzata e applaudita da tutti, anche per il livello tecnico delle gare: dal 2013, il presidente federale Di Rocco ha annunciato che si faranno bandi di gara per le singole competizioni nelle varie categorie. Completo Cataldo, passato pro’ con la Liquigas, dal 2009 è nel gruppo Quick Step. Il contratto

è in scadenza, Dario ha proposte interessanti (Garmin, Lampre). Non vince molto (ultimo successo prima di ieri, il Gp Beghelli 2010), ma è un corridore completo e costante, che ha chiuso gli ultimi due Giri a ridosso dei primi dieci (12˚). Al tricolore crono, era arrivato 2˚ nel 2010 dietro a Pinotti. «Sono un ragazzo silenzioso, che non ama i proclami, e forse per questo vengo un po’ sottovalutato. Tra i professionisti, ho cominciato facendo il gregario e ogni stagione cresco un pochino. Un po’ come Hesjedal, che ha appena vinto il Giro a 31 anni».

gio, poi due maxi-crono di 41,5 km a Besançon (8ª tappa), prima delle Alpi, e di 53,5 km a Chartres il penultimo giorno. Tappe di montagna: La Toussuire sulle Alpi, Luchon e Peyragudes sui Pirenei, ma tante giornate ricche di trabocchetti e strappi mai visti al Tour (La Planche des Belles Filles, 7ª tappa, e Porrentruy, ottava). © RIPRODUZIONE RISERVATA

A

NUOVI CAMPIONI

il retroscena

L’Italia olimpica con Pinotti-Trentin Incognita Pozzato

S Dario Cataldo è nato il 17 marzo 1985 a Miglianico (Chieti). Pro’ dal 2007, corre per l’Omega-Quick Step. Tre vittorie, primo titolo italiano

S Tatiana Guderzo è nata il 22 agosto 1984 a Marostica (Vi). Corre per la MCipollini. Iridata 2009, bronzo olimpico 2008, quattro tricolori a crono

S Massimo Coledan è nato il 7 agosto 1990 a Motta di Livenza (Tv) e corre per l’Uc Trevigiani. Già tricolore junior 2008, è fratello di Marco, pro’ nella Colnago FOTOSERVIZIO BETTINI

DAL NOSTRO INVIATO

LEVICO TERME (Trento)

Spettatore attento e più che interessato. Il c.t. Paolo Bettini non si è perso le fasi cruciali della Settimana Tricolore, anche perché l’Olimpiade di Londra è dietro l’angolo (prova in linea il 28 luglio, crono il 1˚ agosto) e lui deve consegnare i nomi entro il 6 luglio. Detto che Elia Viviani si è guadagnato il «pass» per la pista, e può essere tranquillamente utilizzato anche per la strada senza che Bettini debba indicarlo tra i convocati, il c.t. deve giocoforza attendere il pronunciamento del Coni sul caso di Filippo Pozzato, che ha ammesso di recente la frequentazione con il discusso medico Michele Ferrari. Se il vicentino sarà deferito, niente Giochi. Altrimenti Pozzato — 2˚ al Fiandre nel 2012 — un posto ce l’ha. Lo stesso discorso vale per Luca Paolini, fondamentale per Bettini e a 35 anni ancora competitivo (7˚ al Fiandre, 11˚ alla Roubaix, ora è atteso dal Tour de France). E per Vincenzo Nibali, attualmente il numero uno del ciclismo italiano (pure lui atteso dal probante banco di prova del Tour), capace di vincere a inizio stagione la Tirreno-Adriatico e di sfiorare Sanremo (3˚) e soprattutto Liegi-Bastogne-Liegi (2˚). Bettini può fidarsi molto anche di Marco Pinotti: è vero che ieri non ha vinto il tricolore a crono, ma non correva dal Giro d’Italia e a 36 anni il bergamasco costituisce una garanzia di professionalità e preparazione. Restano molto alte pure le quotazioni di Matteo Trentin: neopro’, classe 1989, alla Sanremo è caduto sul rettilineo finale (era da 4˚-5˚ posto), e poi l’Omega Quick Step (un gruppo che Bettini conosce come le sue tasche) lo ha inserito tra i «titolari» di Fiandre e Roubaix. Al fianco di sua maestà Boonen, e scusate se è poco. Si corre in 5, e tra questi c’è il cronoman. Sui nomi, Bettini si è sempre tenuto abbottonato, ma possiamo provare a ricapitolare: Nibali, Trentin, Paolini, Pinotti (favorito per la crono) e Pozzato, più Viviani. Ma se Pozzato fosse deferito? Il c.t. lavora anche su Sacha Modolo e Roberto Ferrari. Tutti e due erano all’ultimo mini-ritiro azzurro: Ferrari ha colto una grande tappa al Giro, ma resta un po’ «acerbo» a certi livelli; Modolo l’anno scorso ha chiuso 2˚ la Preolimpica dietro Cavendish (su distanza ridotta) e aveva infilato una grande seconda parte di stagione (10 successi). Probabilmente è ancora «in vantaggio» su Ferrari, ma il suo 2012 finora è stato al di sotto delle attese. ci. sco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Martini «Messere» del calcio storico

FIRENZE — (f. cal.) Per la prima volta il ciclismo entra nell’albo d’oro del calcio storico fiorentino, nato il 17 febbraio 1530. Il grande Alfredo Martini è stato il «Magnifico Messere» nella partita finale disputata in piazza Santa Croce davanti a 5 mila spettatori. Si sono sfidati due popolari quartieri: Azzurri (Santa Croce) e Bianchi (Santo Spirito), che hanno vinto per 4 «cacce» a zero. «Ho avuto le stesse emozioni di quando dirigevo gli azzurri», ha detto il mitico c.t. NEWPRESS/ANSA

MOUNTAIN BIKE

Under 23: Kerschbaumer 2˚ in Coppa del Mondo (m.gaz.) A Mont St. Anne (Can), nella Coppa del Mondo di mtb cross country, Gerhard Kerschbaumer (Tx Active Bianchi) 2˚ negli under 23 a 34" dall’olandese Van Der Heijden. Marco Aurelio Fontana (Cannondale) 9˚ nella gara elite vinta da Schurter (Svi) su Hermida (Spa) e Kulhavy (Cec), gli ultimi 3 iridati della specialità. RAGNOLI TRICOLORE (m. gaz) Assegnati a Schio i tricolori marathon. Sui 78 km assolo di Juri Ragnoli (Scott Racing) con 7’25” su Longo e 9’26” su Pettinà (1˚ Under 23). Tra le donne bis di Daniela Veronesi (Torpado). BRAVO PAEZ (m.gaz.) In Val Gardena, nella Sella Ronda Hero (82 km), trionfo del colombiano Leo Paez (Tx Active Bianchi) su Celestino e Debertolis.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

ATLETICA TRIALS USA

Thrilling nei 100 donne Non basta il fotofinish Neppure i millesimi di secondo dividono Felix e Tarmoh Forse ci sarà uno spareggio per decidere chi va ai Giochi DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO LOPES PEGNA EUGENE

Nella giornata in cui la solita Carmelita Jeter s’impossessa senza troppi patemi dei 100 (10"92), succede un fatto storico: un ex-aequo per il terzo posto fra Jeneba Tarmoh e Allyson Felix. Il super-rallenty del fotofinish da due diverse angolazioni non riesce a dirimere la faccenda (conta la posizione del tronco, spiega la federatletica Usa, allegando la foto a un comunicato ufficiale) e neppure il rilievo cronometrico, che aggiunge il millesimo di secondo (11"068), aiuta a spezzare il pareggio. Ai Giochi o ai Mondiali la situazione verrebbe risolta nel modo più semplice:

assegnando una medaglia in più. Ai Trial, il problema diventa un autentico rompicapo perché solo tre atleti si qualificano per Londra e nel regolamento non esiste una procedura che possa dare una mano a risolvere il caso. Discussione E’ ciò su cui stanno

discutendo in queste ore i dirigenti federali. Potrebbe addirittura passare l’idea di far correre nuovamente i 100 alle due atlete. Ma in un primo momento, il terzo posto era stato assegnato alla Tarmoh, mandata regolarmente in conferenza stampa come terza olimpica. Ignara di tutto aveva espresso la sua gioia di fronte a una platea di giornalisti. Dovesse rimanere esclusa, quel momen-

to felice si trasformerebbe in un dramma personale. Lolo Nei 100hs s’impone Dawn

Harper in 12"73 davanti a Kellie Wells. Ma la vera sorpresa è la qualificazione di Lolo Jones in 12"86. Era la favorita per l’oro a Pechino quattro anni fa, ma dopo aver inciampato sul penultimo ostacolo in quella finale (finita al 7˚ posto), si era un po’ persa. Non le aveva giovato qualche tempo fa aver rivelato in un’intervista (cult su YouTube) di essere ancora vergine e di voler rimanere tale fino al matrimonio. Racconta: «Ora mi prendono tutti in giro, ma è ciò che penso: sarà un regalo bellissimo al mio futuro marito». Per la cronaca: non è fidanzata. «Appena vengono a

conoscenza della mia decisione, molti scappano e non si fanno più sentire. Non pensate che sia facile: senza sesso è dura resistere». Esclusi Oltre a Clay, il grande escluso del sabato è il pesista pluridecorato Adam Nelson: due argenti olimpici (Sydney 2000 e Atene 2004) e un oro e quattro argenti mondiali. Non riesce a qualificarsi neppure per la finale e scoppia a piangere nelle braccia della moglie. «Scusatemi sono un tipo emotivo», dice, ritrovando il sorriso. Aggiunge: «La pioggia non mi ha aiutato e tre settimane fa mi sono infortunato all’inguine. Ma non mi ritiro. Non fino a quando avrò questa passione. Sono triste, i Trials, però, sono il modo più giusto di fare selezione ed è il luogo dove cominciano nuove storie. Come anni fa era iniziata anche la mia». Nei turni di qualificazione dei 100 di sabato, Justin Gatlin è nettamente il più veloce di tutti con 9"90. Ma anche Tyson Gay è soddisfatto di aver chiuso al primo posto la sua batteria con 10", il secondo miglior tempo. Dice: «Mi sento bene e questo è l’importante».

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ANCORA LA JETER I 100 femminili dei Trials di Eugene sono stati dominati in 10"92 (+0.9) da Carmelita Jeter che si era abbastanza nascosta durante i turni eliminatori e non aveva forzato soprattutto nei primi due turni sotto la pioggia. In questa stagione la Jeter, 32enne californiana di Los Angeles, alta 1.63 per 53 kg, ha già corso in 10"81 il 5 maggio a Kingston, dove ha sconfitto le avversarie giamaicane che troverà a Londra. Comunque ha un primato personale sui 100 di 10"64 fatto registrare nel 2009 a Shanghai e 22"20 sui 200 (2011), specialità nella quale nel 2012 è apparsa meno competitiva

Semifinali Nella prima semifina-

le, vince Rodgers in 10"00 (+1.4), ma Walter Dix (3˚ in 10"16) sembra azzopparsi negli ultimi metri. La seconda è regolata ancora da Gatlin, stavolta però, in 10"06 (+1.4) davanti a Patton. Nella terza, Gay ha un avvio un po’ lento, ma poi si riprende e chiude in 10"04 (-0.6). Gli altri due finalisti sono Bailey e Dix. Il fotofinish non è riuscito a dividere la Tamoh (1ª corsia) dalla Felix (2ª)

Carmelita Jeter, 31 anni REUTERS

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Taccuino TRIALS TRINIDAD

Bledman 9"86 nei 100 PORT OF SPAIN (Tri) — Ai Trials di Trinidad, personale sui 100 (con un progresso di 3/100) del 24enne Keston Bledman in 9"86 (+1.4), 4ª prestazione mondiale stagio nale, davanti a Richard Thompson (9"96). Uomini. 100 (+1.4): Bledman 9"86; Thompson 9"96; Sorrillo 10"03; Burns 10"06; Callender 10"12. 400: Gordon 45"40; Quow 45"40. Donne. 100 (+0.6): Baptiste 10"98; Hac kett 11"14; Selvon 11"24. Triplo: Alexander 14.04 ( 0.3).

TRIALS BAHAMAS

Pinder 44"77 sui 400 NASSAU (Bah) — Ai Trials delle Bahamas, personale sui 400 del 23enne Demetrius Pinder con 44"87. Uomini. 100 ( 1.5): Atkins 10"38 (b. Green 10"20/+0.1). 400: Pin der 44"77 (b. 44"94); Miller 44"87; C. Brown 45"19; A. Williams 45"78. Alto: Barry 2.29. Triplo: Sands 17.04 ( 0.9). Donne. 100 (+0.4): Sturrup (41 anni) 11"53. 200 (+1.1): Peter (I.V.) 22"89.

MEETING DI NIVELLES

Doppietta Pearson: 11"20 e 12"52 NIVELLES (Bel) — Doppietta dell’iridata australiana Sally Pearson al 26˚ meeting di Nivelles (Bel), con 11"20 nei 100 (stagionale) e 12"52 nei 100 hs, a 3/100 dal proprio miglior crono 2012. Oscar Pistorius, che in questi giorni fa base a Gemona, fa 46"20 nei 400, lontano dal minimo A (45"30) richiestogli dalla propria federazione entro fine mese. Uomini. 400: Pistorius (Saf) 46"20. 800: Amos (Bot/jr) 1’45"13. 1500: CRESPI 3’41"69. Donne. 100 ( 1.2)/100 hs (+0.4): Pearson (Aus) 11"20/12"52; Za gre 12"89 (r.n.). 1500: BONGIOVANNI 4’21"12. Triplo: Mbango (Fra) 14.23 (+1.3); 3. D’ELICIO 13.20 (+1.3).

STRADA A TELESIA

Verso Londra: Straneo vincente (m.m.) Ieri sera a Telesia (Bn), con caldo e umidità, test su strada per i quattro maratoneti olimpici azzurri (km 10). Uomini: 1. Limo Kiprop (Ken) 28’45"; 2. Regasa (Eti) 28’49"; 3. Sebahire (Rua) 29’00"; 5. Pertile 28’05". Donne: 1. Straneo 32’24"; 2. Incerti 32’49"; 3. Alemayehu (Eti) 33’31"; 4. Console 33’51"; 6. Maraoui 34’28"; 7. Souf yane 34’37"; 8. Dal Ri 35’05". TEST LA ROSA A Grosseto test sui 1500 per Stefano La Rosa prima degli Europei di Helsinki. A Grosseto. Uomini. 1500: La Rosa 3’44"38; Bussotti Neves (j) 3’46"40. Disco: Aniballi 52.20. A Imperia. Uomini. 1500: Guidotti Icardi 3’45"95. 110 hs ( 0.1): Devarti 13"92. Alto: Fassinotti 2.15. Donne. 400: Calcagno 54"60. A Feltre (Bl). Uomini. 1500: Obrist 3’47"45 DOPPIETTA CARIRI A Milano, per la quinta volta, dop pio scudetto per la Cariri Rieti (come già tra il 1999 e il 2002). Uomini: Cariri 165; Atl. Vicentina 155; Atl. Berga mo ’59 154. Donne: Cariri 166; Atl. Firenze Marathon 155; Enterprise Sport & Service 154.5. MONTAGNA GIOVANE (g.v.) A Glendalough (Irl), azzur ri ok nell’incontro u. 18 di corsa in montagna. Tra gli uomini successo di Crippa (3˚ Cavagna, 5˚ Gritti) e a squadre. Tra le donne 8ª Spagnoli, 13ª Comola, 16ª Zec ca e squadra seconda.

PALLAVOLO LE NAZIONALI IMPEGNATE IN ORIENTE NEL GRAND PRIX E NELLA WORLD LEAGUE

Italdonne Serena, chiude in bellezza Ortolani (29 punti) travolgente: rimontata la Polonia. Male gli azzurri in Corea ALESSANDRO ANTONELLI

L’Italia si congeda dal Grand Prix vincendo il girone di Taiwan, con una incredibile partita con la Polonia, scappata in vantaggio due set a zero e poi rimontata dalle azzurre e superata in volata, anche grazie alla prestazione di Serena Ortolani (29 punti). Vittoria però che non basta per recuperare e qualificarsi per la finale a sei di Ningbo (Cina), dove da mercoledì saranno impegnate Stati Uniti, Cina, Turchia, Thailandia, Brasile e Cuba. Bracci conferma Caterina Bosetti opposta alla palleggiatrice e spostando la Ortolani di banda senza compiti di ricezione. Perso il parziale rimette la Ortolani opposta, ma nel finire del set subisce l’allungo polacco per lo 0-2. Qui comincia la rimonta azzurra culminata nel quinto set con un gran muro. «Non è stato facile

battere la Polonia – ha commentato Bracci – entrambe già sapevamo di non poter andare in finale, ma hanno onorato a pieno il loro impegno». Titolari a Dallas Brutta sconfit-

ta degli azzurri nell’ultima gara in Sud Corea. Sono stati superati dalla Francia, in formazione sperimentale, in tre set e abbandonano definitivamente le speranze di qualificarsi alle finali di Sofia. Montagnani schiera in avvio una formazione inedita con Falaschi in regia e Sabbi opposto, De Togni e Cester al centro, Maruotti e Lanza di banda, Rossini libero. Gli azzurri rispondono con un avvio impeccabile che li porta sul 16-11, ma i transalpini recuperano e effettuano il sorpasso con Ngapeth al servizio sul 21-22 per poi chiudere ai vantaggi. Azzurri avanti 8-4 nel terzo subiscono un parziale di 9-2 e non trovano le energie per cambiare rotta. Ultimo weekend da venerdì a domenica a Dallas, la partenza è prevista questa mattina con il gruppo che si è qualificato ai Giochi unica eccezione Giovi al posto di Kovar: Bari, Birarelli, Boninfante, Fei, Giovi, Lasko, Mastrangelo, Papi, Parodi, Savani, Travica e Zaytsev. L’Italia per Londra?

ITALIA POLONIA

La Germania di Guidetti fuori dalle finali del Grand Prix

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(a.a.) Grand Prix. Anche alla Germania di Guidetti non basta chiudere imbattuto il torneo di Osaka per accedere alle finali, è la prima esclusa. Le prime sei sono in campo a Ningbo (Cina) da mercoledì. A Osaka (Giap). Germania-Turchia 3-1 (24-26, 25-17, 25-18, 25-15), Giappone-Sud Corea 3-0 (25-22, 25-20, 27-25). A Bangkok (Tha). Argentina-Serbia 0-3 (16-25, 22-25, 24-26), Stati Uniti-Thailandia 3-0 (25-16, 25-17, 25-7). A Luohe (Cina). Cuba-Portorico 3-0 (25-17, 25-17, 25-21), Cina-Brasile 0-3 (20-25, 22-25, 19-25). A Taipei (Taiwan). Taiwan-Dominicana 1-3 (18-25, 25-21, 18-25, 22-25), Italia-Polonia 3-2. Classifica: Stati Uniti 27; Cina 23; Turchia 21; Thailandia 20; Brasile, Cuba 19; Germania 18; Polonia 16; Giappone, Italia 13; Serbia 11; Dominicana 7; Portorico 5; Sud Corea 4; Argentina, Taiwan 0. LE AZZURRE DI BARBOLINI (s.m.) L’Italia di Massimo Barbolini (quella con le titolari) si aggiudica anche la seconda gara consecutiva con il Volero Zurigo, disputatasi a Cologne (Brescia), con il punteggio di 3-0 (25-22, 25-14, 25-14) in poco più di un’ora di gioco.

(23-25, 20-25, 26-24, 25-23, 15-13) ITALIA: Folie 4, Rondon 3, Barcellini 15, Anzanello 10, C. Bosetti 17, Ortolani 29; Sirressi (L), De Gennaro, Gennari 2, Pisani 4, Signorile. N.e. Lombardo. All. Bracci POLONIA: Wolosz 1, Zebrowska 12, Okuniewska 15, Kaczor 11, Kosek 7, Bednarek 26; Strasz (L), Skorupa 1, Kasprzak 11, Skowronska 6, Tokarska. N.e. Maj. All. Swiderek ARBITRI: Bjelic (Ser), Ramamurthy (Ind) NOTE Spettatori 2000. Durata Set: 26’, 25’, 28’, 27’, 14’; totale 120’. Italia: battute bagliate 8. vincenti 10, muri 11, errori 34; Polonia: b.s. 7, v, 3, muri 22, errori 25.

FRANCIA ITALIA

la guida

3 0

(26-24, 25-15, 25-22) FRANCIA: Toniutti, Tillie 10, Hardy-Dessources 9, Moreau 16, Tuia 10, Trefle 10; Samica, Ngapeth, Pujol. Non entrati Rouzier, Sol. All. Blain ITALIA: Maruotti 7, De Togni 5, Sabbi 18, Lanza 11, Cester 8, Falaschi; Rossini (L) De Marchi 1, Vettori 1, Baranowicz. Non entrati Kovar, Buti. All. Montagnani ARBITRI: Tano (Giap), Ali Jaafar (Bah) NOTE Spettatori: 580. Durata Set: 27’, 23’, 27'; totale 77’. Francia: battute sbagliate 5, vincenti 6, muri 2, errori 14. Italia: b.s. 11, v. 2, muri 7, errori 22.

Serena Ortolani, 25 anni, capitana dell’Italia FIVB

WORLD LEAGUE Girone A a Kaliningrad (Rus). Serbia-Giappone 3-2 (23-25, 25-19, 19-25, 25-19, 15-10), Cuba-Russia 3-1 (25-23, 25-22, 24-26, 25-20). Classifica: Cuba 23; Serbia 15; Russia 13; Giappone 1. Girone B classifica finale: Polonia 29; Brasile 26; Canada 10; Finlandia 7. Girone C a Gwangiu (S.Cor). Sud Corea-Stati Uniti 0-3 (20-25, 18-25, 18-25), Francia-Italia 0-3. Classifica: Stati Uniti 20; Francia 17; Italia 11; Sud Corea 6. Prossimo turno a Dallas (Usa) Girone D Guimaraes (Por). Germania-Bulgaria 3-1 (25-20, 28-26, 22-25, 25-22), Argentina-Portogallo 3-1 (25-18, 18-25, 26-24, 25-21). Classifica: Germania 22; Bulgaria, Argentina 16; Portogallo 0. Prossimo turno a Sofia (Bul) FORMULA Alle final six di Sofia (Bul) dal 4 all’8 luglio le prime di ogni girone, la migliore seconda e la Bulgaria.


LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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ATLETICA TRIALS USA

Le 10 fatiche di Superman Eaton, decathlon mondiale: 9039 punti Record dopo 11 anni: «E’ stata una magia, è come se in 48 ore avessi vissuto tutta la mia vita» DAL NOSTRO INVIATO

Ashton Eaton

MASSIMO LOPES PEGNA EUGENE (Oregon, Usa)

100 METRI 10"21 E’ il miglior tempo di sempre nel decathlon, vale 1044 punti

LUNGO 8.23 Anche questa cifra e la migliore di sempre nella specialità: 1120 punti

E’ il momento in cui si apre uno squarcio d’azzurro fra i nuvoloni neri che hanno inzuppato la pista in queste prime due giornate di Trials. Un record del mondo sembrava improponibile, quello del decathlon, in cui devi essere superman già in condizioni normali, era fuori discussione. Invece, il giovane Ashton Eaton, 24 anni, idolo di casa dopo aver frequentato la University of Oregon, si ritrova all’ultimo evento, i 1500 metri, con la possibilità storica di abbattere il primato del mondo caduto undici anni fa nelle mani del ceco Roman Sebrle. Serve un miracolo, perché per scavalcare quel record dovrà correre in 4’16"23, al di sotto del suo personale. Il decathlon è uno degli eventi cult in America. Dopo la sua vittoria all’Olimpiade di Montreal nel ’76, Bruce Jenner diventò un personaggio superpopolare: fu capace di trasformare quell’oro in milioni di dollari. Popolarità Foto sulla mitica

PESO 14.20 Qui Eaton ha giocato in difesa ed ha raccolto soltanto 741 punti

ALTO 2.05 Una buona misura per un decathleta che ha portato al suo score 850 punti

400 46"70 Un ottimo giro di pista concluso con un tempo che vale 973 punti

è nato a Portland (Oregon) il 21 gennaio 1988. E’ alto 1.86 per 86 kg. Aveva un personale nel decathlon di 8729 punti (Eugene 2011).Era stato argento ai Mondiali di Daegu nel 2011 EPA

confezione di cereali (stampata anche oggi, in una sorta di revival), programmi televisivi, ingaggi per tenere conferenze in giro per gli States. In questi giorni diceva: «Chi vince questo evento ai Giochi non è solo un campione olimpico, diventa parte della storia di questo Paese». Nel bene e nel male. Perché il decathlon evoca anche il ricordo di pesanti sconfitte. Nel ’92, alla vigilia di Barcellona, la Reebok s’inventò la sfida fra Dan O’Brien e Dave Johnson. In tv girarono decine di spot e in quelle settimane la loro notorietà rivaleggiò con i grandi del baseball, basket e football, generalmente irraggiungibili da chi frequentava le piste. Ma quel duello finì prima di cominciare: ai Trials, O’Brien non riuscì a superare alcuna misura nell’asta e il piano fallì miseramente. Johnson, poi, a Barcellona si accontentò del bronzo. Cameratismo Con mille pensieri che gli ballano in testa, Eaton inizia la sua ultima prova dopo aver già realizzato eccellenti risultati (100, lungo, ostacoli, asta), quasi da specialista. Dirà: «Due giorni fa mi sarebbe bastato andare a Londra, poi però ti trovi davanti

110 HS 13"70 Un’altra grande prestazione a cui la tabella assegna 1014 punti

DISCO 42.81 I lanci sono il settore debole per Eaton, prestazione da 722 punti

GARA

EATON (USA)

SEBRLE (R.CECA)

RECORD DECATHLON

PUNTI EATON

100 Lungo Peso Alto 400 110 hs Disco Asta Giavellotto 1500 TOTALE

10"21* 8.23* 14.20 2.05 46"70 13"70 42.81 5.30* 58.87 4’14"48* 9039

10"64 8.11 15.33 2.12 47"79 13"92 47.92 4.80 70.16 4’21"98 9026

10"21 8.23 19.17 2.27 45"68 13"47 55.87 5.76 79.80 3’58"70

1044 1120 741 850 973 1014 722 1004 721 850

*personale

una possibilità del genere e che fai, non ti ci butti?». E così si butta. I 20 mila intenditori che assiepano l’Hayward Stadium, il piccolo stadio considerato la culla dell’atletica Usa (è qui che Phil Knight testò il primo paio di scarpe Nike), rit-

CRONOLOGIA RECORD Punti Atleta 8704 D. Thompson 8723 J. Hingsen 8743 D. Thompson 8779 J. Hingsen 8798 J. Hingsen Tabella dal 1985 8832 J. Hingsen 8847 D. Thompson 8891 D. 0’Brien 8994 T. Dvorak 9026 R. Sebrle 9039 A. Eaton

mano ogni suo passo. I colleghi Joe Detmer e Curtis Beach s’improvvisano lepri. Racconta: «Ma non era programmato, è che fra noi c’è un sincero cameratismo, che chiamiamo "brotherhood". Ai 600 metri ho capito che qualcosa di magico stava per succedere». Succede. Eaton straccia il suo p.r.: 4’14"48. Fa segnare 9039 punti, 13 in più rispetto a Sebrle. Batte per la prima volta il campione del mondo 2009 e 2011, Trey Hardee, che arriva secondo nonostante un gomito operato a settembre.

Paese (Gb) (Ger.O) (Gb) (Ger.O) (Ger.O)

Anno 1982 1982 1982 1983 1984

(Ger.O) (Gb) (Usa) (R.Ceca) (R.Ceca) (Usa)

1984 1984 1992 1999 2001 2012

onda il dramma di uno dei «brother», il più famoso del gruppo: viene eliminato Brian Clay, argento ad Atene e olimpionico a Pechino, che non gareggia da due anni ed è finan-

Dawn Harper ha vinto i 100 hs AP

1’46"40; 5. Wieczorek 1’46"48. II: 1. Mulder 1’46"14; 2. Symmonds 1’46"82; 3. Martin 1’47"37. Alto: 1. Nieto, J. Williams, Dilling, Kynard 2.18. Peso: 1. Hoffa 21.22; 2. Cantwell 20.25; 3. Whiting 19.94; 15. Nelson 18.47, el. Giavellotto: 1. Glover 80.27. DONNE - 100. Sf. I (+0.9): 1. Jeter 11"07; 2. Felix 11"23. II (+1.4): 1. Anderson 11"12; 2. Knight 11"13; 3. L. Williams 11"15; 4. M. Barber 11"26, el. III (+1.4): 1. Madison 10"96; 2. Gardner 11"10; 3. Tarmoh 11"10; 4. Freeman 11"17, el; 5. L. Barber 11"24, el. 400. Sf. I: 1. Richards 50"81; 2. Trotter 51"23; 3. Dixon 51"58; 4. 51"62; 5. Wineberg 51"94. el. II: 1. McCorory 50"55; 2. Dunn 50"99; 3. Hastings 51"28; 4. Beard 51"59; 5. Atkins 51"76, el.

Il dramma Ma soprattutto va in

ziariamente a pezzi senza neppure un contratto per le scarpe. Vive un incubo simile a quello di O’Brien, che è lì a due passi a fare il telecronista: inciampa nell’ultimo ostacolo, pensa di essere squalificato, si deconcentra, e infila tre nulli nel disco. Zero punti e addio Londra. Emozione Eaton non trova le parole: «Questo record rappresenta tutto il lavoro pazzesco che ci metti». Ha cominciato bambino a pochi passi da qui: «Salti, corri come tutti gli altri amichetti. Poi fai qualche gara. Non sei tu che vai dal decathlon è lui che viene a prenderti». Fa le foto di rito accanto a quel numero magico che lampeggia sullo schermo nell’erba fradicia: «In quel punteggio c’è tutto l’amore che ho per questo sport. In questi due giorni succede di tutto: è come se tu vivessi la tua intera vita in queste 48 ore. Ami la vita, perciò anche il decathlon». E come la vita, ci sono gioie e amarezze. C’è il suo sorriso che non si spegnerà per molti giorni e c’è la faccia ombrosa di Clay che, nonostante la batosta, dice: «Solo il fatto di essere stato testimone di una giornata così storica, mi riempie di felicità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ASTA 5.30 Un’altra grande prestazione che gli permette di aggiungere 1004 punti

GIAVELLOTTO 58.87 Ultima prova difficile che vale solo 721 punti: per il record decisivi i 1500

1500 4’14"48 L’ultima delle dieci fatiche gli rende 850 punti: bastano per superare Sebrle

i risultati I 100 ostacoli alla Harper in 12"73 Lolo Jones resuscita: è terza Anche lei a Londra FINALI UOMINI - Decathlon: 1. Eaton 9039; 2. Hardee 8383; 3. Horn 7954; 4. Detmer 7931; 5. Helwick 7744; 6. Harlan 7715; 7. Moss 7712; 8. Lazas 7660. 12. Clay 7092. DONNE - 100 (+0.9): 1. Jeter 10"92; 2. Madison 10"96; 3. Tarmoh e Felix 11"068; 5. Knight 11"14; 6. L. Williams 11"18; 7. Gardner 11"28; 8. Anderson 11"37.

100 hs (-1.6): 1. Harper 12"73; 2. Wells 12"77; 3. L. Jones 12"86; 4. Crawford 12"90; 5. Manning 12"92; 6. Rollins 12"94; 7. Perry 12"97; 8. Ali 13"02. QUALIFICAZIONI UOMINI - 100. Q.ti. I (+0.7): 1. Dix 10"03; 2. Patton 10"06; 3. Newman 10"19. II (+1.4): 1. Rowland 10"16; 2. Demps 10"18. III (+1.5): 1. Rodgers 10"05; 2. Mitchell 10"13. IV (+1.6): 1. Gay 10"00; 2. Bailey 10"03; 3. Derosier 10"17. V (+1.7): 1. Gatlin 9"90; 2. Kimmons 10"11; 3. Silmon 10"17. 400. Sf. I: 1. McQuay 44"84; 2. Mance 44"99; 3. Gehret 45"22; 4. Verburg 45"31; 5. C. Smith 45"61, el. II: 1. Merritt 44"78; 2. Nellum 45"16; 3. Mitchell 45"27; 4. Wariner 45"27; 5. Lawrence 45"40, el. 800. Sf. I: 1. Robinson 1’45"83; 2. Solomon 1’46"03; 3. Greer 1’46"28; 4. Jock

800. Sf. I: 1. Beckwith 2’00"57; 2. Gall 2’00"58; 3. Wright 2’00"88; 4. Kampf 2’02"59; 5. B. Martinez 2’02"82. II: 1. Montano 2’00"25; 2. Schmidt 2’00"50; 3. Vessey 2’01"01. 100 hs. Sf. I (+1.2): 1. Wells 12"74; 2. Crawford 12"78. II (+1.2): 1. Manning 12"72; 2. L. Jones 12"75; 3. Perry 12"80; 4. Ali 12"84. III (+0.5): 1. Harper 12"65; 2. Clemson 12"70; 3. Price 12"85, el.; 6. Hayes 12"98, el. Triplo: 1. Smock 13.80m (+1.9). TRIALS BRITANNICI PROCTOR A 6.95 BIRMINGHAM (Ing) - A Birmingham, nella terza e ultima giornata dei campionati britannici, 6.95 (+0.1) in lungo di Shara Proctor, record nazionale migliorato di cinque centimetri dopo 29 anni (era di Bev Kinch). Uomini. 200

(+1.5): Ellington 20"56. 400: Rooney 45"93. 800: Osagie 1’46"89. 110 hs (-0.1): Pozzi 13"41; Clarke 13"45 (b. 13"38/+0.5). Alto: Grabarz 2.28. Disco: Okoye 63.46. Donne. 400 hs: Shakes Drayton 55"45. Lungo: Proctor 6.95 (+0.1); Ugen 6.74 (+0.5). Asta: Bleasdale 4.71. STAGIONALE ASTA MOHR VOLA A 5.91 Il tedesco Malte Mohr, a Ingolstadt (Ger), è volato a 5.91 con l’asta, miglior prestazione mondiale stagionale. Poi tre nulli a 6.01. A Jyvaskyla (Fin) personale all’aperto nell’alto di Osku Torro con 2.28. A Huelva (Spa) personali sugli 800 per il cubano Maurys Castillo (1’44"89) e lo spagnolo Luis Alberto Marco (1’45"13). A San Pietroburgo (Rus), 2.25 in alto per Aleksey Dmitrik e 4’02"23 di Yulia Chizhenko nei 1500.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

NUOTO DA OGGI TRIALS STATUNITENSI

D numeri& STATISTICHE

numeri& STATISTICHE

D

MICHAEL PHELPS

RYAN LOCHTE

Sfida fra Tritoni Sempre Phelps contro Lochte Guerra di nervi e strategie A Omaha l’anteprima di Londra, ma la tensione tra i due è già alta. E il Kid di Baltimore fino all’ultimo non ha rivelato se nei 400 misti ci sarà o no DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO ARCOBELLI OMAHA (Usa)

Ryan Lochte non è prigioniero dell’essere leggenda come Michael Phelps. E’ uno che non lo fa «per soldi, ma per sentirmi bene: quando salgo sul blocco mi interessa solo dare tutto, è questa la mia estasi». Che si manifesta in una parola apparentemente senza significato: «Jeah». La intona quasi in falsetto anche quando incrocia il Mito nella pancia dell’Arena che da oggi riapre al nuoto americano per le selezioni olimpiche, qualcosa di più di un pool party come le definiscono i giornali di questa città che sta davvero al centro di tutto, raccontata dalle ballate di Bruce Springsteen. Lochte non fa il misterioso come Phelps: dice semplicemente è arrivato «il mio momento». Michael che sabato compirà 27 anni e ha vinto 14 ori olimpici come Tiger Woods ha vinto 14 Major, non intende per nessuna ragione lasciare la scena al compagno col quale giocava a carte nel Villaggio di Pechino 2008 preparando così gli otto trionfi in serie; non intende perdere ancora nei 200 misti o nei 200 stile libero come ai Mondiali di un anno fa a Shanghai, e dunque un vero grande (anzi grandissimo) accetta la sfida e rilancia, a costo di smentirsi: «Mai più i 400 misti, sono una gara che ti svuota» aveva detto dopo la celebrazione del sorpasso olimpico a Mark Spitz (7 ori nel ’72). Dubbi In verità, Phelps ha capi-

P A sinistra Michael Phelps, compirà 27 anni sabato

to che soltanto battendo Lochte nei 400 misti potrà tornare il super-asso dei Giochi: con una vittoria d’apertura centrerebbe anche il record immacolato a livello maschile nella storia olimpica, e cioè tre vittorie in tre edizioni nella stessa gara, opzione

che Phelps potrà, anche perdendo il primo giorno, ritentare nei 100 e 200 farfalla, e nei 200 misti, di cui il soldato Ryan è campione e primatista mondiale. Perché allora, seduto a fianco dell’immancabile allenatore Bob Bowmann, continua a non parlare di questa gara, anche se poi gli ultimi indizi (ha tagliato i baffi, è quindi pronto a gareggiare) suggeriscono che alla fine oggi sarà regolarmente sul blocco? Peraltro in una gara che i due potrebbero tranquillamente spartirsi nonostante il medagliato mondiale Tyler Clary sia un avversario da rispettare (quest’anno 4’13"). Perché, appunto, Phelps ha voluto mettere pressioni al rivale che da sempre ha preferito un percorso diverso dal suo. Phelps colleziona sponsor, guadagni e medaglie; Lochte invece si diverte di più a collezionare paia di scarpe (130). Phelps s’era caricato per il bonus da un milione di dollari se avesse eguagliato Spitz nel 2008, Lochte neanche ne parla di premi, perché la sua filosofia si basa sulla leggerezza, che piace così tanto che persino Vogue lo ha preferito a Phelps, accanto a Serena Williams e alla calciatrice Hope Solo. Dopo LeBron James, solo Lochte ha avuto questo onore: e questo ha fatto imbestialire Phelps. Duelli E sia duellissimo, dunque. In acqua e fuori. Le selezioni americane vivranno nel corso della settimane di questi confronti per determinare poi come sarà pro-

Michael sa che solo battendo il rivale in quella gara sarà ancora l’asso dei Giochi Ryan non ha mai monetizzato i successi come ha fatto il compagnoavversario Ma lo ha fatto infuriare quando è stato scelto da Vogue per una storica copertina

grammata la messe di medaglie da conquistare a Londra. Lochte, sembra, si acconterebbe di sette, Phelps non vorrebbe essere a questo punto da meno: anzi vorrebbe il terzo otto di fila dopo Atene e Pechino, prima di lasciare. Phelps continua a dire che le critiche e le sconfitte di questo quadriennio trascorso più a godersi la fama che a ritrovare la fame (di faticare), gli hanno fatto solo bene, e che Lochte è la carica migliore per il suo ritorno da numero uno, per non finire una carriera irripetibile da perdente. E mentre il mito Mark Spitz cli manda a dire: «al suo posto farei meno gare per vincere o mi ritirerei anziché accontentarmi di qualche argento o bronzo», c’è chi gli chiede spiegazioni persino sulle 2 sconfitte in 14 mesi dal cinese Wu Peng nei 200 farfalla che non perdeva mai, e lui: «Non posso essere sempre allo stesso livello anche nei Grand Prix, ho dovuto sistemare alcune cose. Ora mentalmente e fisicamente sono tornato quello di Pechino. Lochte? E’ normale che lui voglia mettere fine al mio ciclo, ma anche io vorrei chiudere alla grande». Futuro Così dopo i 400 misti,

che nelle selezioni 2008 furono il confronto più serrato (Lochte non ha più il 4’06"08), saranno i 200 sl e 200 misti a sublimare questo confronto titanico. Poi Lochte si dedicherà al dorso, Phelps al delfino, e infine si ritroveranno a fianco nelle staffette olimpiche. Le medaglie e la gloria da spartirsi e contendersi: benvenuti al duello più pazzo delle piscine. Chi sarà il campione perfetto? © RIPRODUZIONE RISERVATA

la guida La Torres cerca la sesta Olimpiade Come dice Phelps «i Trials per gli americani sono più difficili che i Giochi»: da oggi saranno selezionati in 52 (26 uomini e 26 donne), condizione necessaria per qualificarsi nelle gare individuali a Londra sarà arrivare tra i primi 2. Il più anziano è il ranista Steve West, 40 anni (il più giovane è il 15enne Coling Ellington), non molla a 32 anni Jason Lezak, che ritrova Antohny Ervin. Dara Torres e la più anziana a 45 anni e detiene il maggior numero di Olimpiadi Usa: punta sulla sesta. Attrazione sarà la quarantenne Janet Evans, iscritta nei 400 e 800 sl, di cui detiene tutt’ora il record americano (8’16"22): s’era ritirata nel ’96. Melissa Franklin e Allison Schmitt sono le osservate speciali per i 200 sl: la baby fenomeno è attesa anche nel dorso (iscritta a 5 gare come Natalie Coughlin), l’allieva di Bowman nei 400 sl. Rebecca Soni è l’incontrastata regina della rana, specialità in cui non molla Amanda Beard, a caccia dei quinti Giochi. Natalie Coughlin è, invece, l’unica americana ad aver vinto 6 medaglie in un’unica edizione e può diventare nei 100 dorso la prima americana a fare la tripletta in 3 Olimpiadi nella stessa gara. Programma (ore 10 batterie, 18.45 semifinali e finali, orario locale, + 7 italiane). Oggi: 400 mx uomini, 100 farf. donne, 400 sl U, 400 mx D, 100 rana U. Finali: 400 mx U e D, 400 sl U. Domani: 100 dorso D, 200 sl U, 100 rana D, 100 dorso U, 400 sl D. Finali: 100 farf. D, 100 rana U, 400 sl D. Mercoledì: 200 sl D, 200 farf. U, 200 mx U. Finali: 200 sl U, 100 dorso D e U, 100 rana D. Giovedì: 100 sl U, 200 farf. D, 200 rana U. Finali: 200 sl D, 200 farf. U, 200 mx D. Venerdì: 100 sl D, 200 dorso U, 200 rana D, 200 mx U. Finali: 200 rana U, 20 farf. D, 100 sl U. Sabato: 50 sl U, 800 sl D, 100 farf. U, 200 dorso D. Finali: 200 rana D, 200 dorso U, 200 mx U, 100 sl D. Domenica: 50 sl D, 1500 sl U. Finali: 200 dorso D, 100 farf. U, 800 sl D, 50 sl U. Lunedì 2. Finali: 50 sl D, 1500 sl U.

Q A destra Ryan Lochte. 28 anni la prossima settimana


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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BASKET IL TECNICO AZZURRO VA IN TURCHIA

A Pianigiani è fatta

NUOVE PANCHINE

S Messina Ha lasciato i Lakers e firmato un triennale col Cska Mosca col quale aveva vinto 2 euroleghe. Sostituisce Kazlauskas

S Repesa Torna in Eurolega firmando con Malaga, reduce da una stagione deludente. Repesa, dopo l’addio a Treviso nel 2011, ha vinto il titolo croato con il Cibona

Ora ha 20 milioni di nuovi tifosi Biennale col Fenerbahce: «Strutture da Nba Adesso vogliono una identità anche in Europa» LUCA CHIABOTTI

Creta La squadra è un blocco di creta da modellare partendo da una base di giocatori turchi di ottimo livello (Atsur, Onan, Peker, Savas, Preldzic, Ermis) e stranieri tutti da scegliere. Tra questi, ovviamente piacerebbe Bo McCalebb ritenuto però da Diner fuori portata economicamente. Viene dato per fatto che sia Luca Dalmonte ad accompagnarlo come assistente: «Vorrei avere con me qualcuno che conosca già il mio modo di lavorare» si limita a dire il c.t. che un vice lo ha già: Ertugrul Erdogan che portò la squadra al titolo durante la malattia di Tanjevic. Sistemata la professione, restano le sensazioni: «Ieri ho cenato in un posto meraviglioso sul Bosforo. Mi sono detto: fermati un po’ di più su questi attimi. Sono stanco, ma è stata una settimana di grandi emozioni, tutte positive, anche quando si è trattato di lasciare la mia città. E bello trovarsi di fronte a nuove prospettive, tanto importanti».

Simone Pianigiani ha visto passare la sua immagine sui maxischermi dell’aeroporto di Istanbul mentre ieri stava tornando in Italia. E’ diventato una breaking news del telegiornale, succede se fai parte della Fenerbahce Republic, 20 milioni di persone che spingono i canarini, anzi i Sari Kanaryalar, col loro tifo. Da ieri, il c.t. azzurro è ufficialmente l’allenatore del club turco, l’unico tra i grandi che ha la base e il cuore in Asia. Ha firmato un contratto per due anni più uno di notevole peso, non solo economico. Ambizione Il Fenerbahce punta

ovviamente a rivincere il campionato turco (ne ha conquistati 4 negli ultimi 6 anni) ma ha un’ambizione più alta: entrare stabilmente nell’elite europea dopo aver raggiunto, come massimo risultato, i playoff 2008, quando fu sconfitta da Siena di Pianigiani. Il tutto sostenuto da tanti soldi, anche se non solo quelli del Cska o del Barcello-

Simone Pianigiani, 43, e Luca Dalmonte, 48, dall’Italia al Fenerbahce? CIAM

RUGBY CONCLUSO IL TOUR NELLE AMERICHE

Italia, buon finale Stati Uniti battuti A Houston gli azzurri vincono 30-10 con 3 mete. In tre partite, sei debuttanti Edoardo «Ugo» Gori, 23enne n. 9, si invola in meta a metà del secondo tempo. Di sette mete complessive nelle tre partite del tour, il toscano ne ha firmate due LAPRESSE

que o sei — ammette il c.t. Jacques Brunel — ma abbiamo fatto ancora troppi errori di conservazione del possesso, come in tutto il tour. L’atteggiamento, però, è rimasto positivo. Volevamo vedere i giovani all’opera, ci siamo riusciti ed è questo che forse ci ha impedito di avere continuità nel gioco». Il bilancio Con Minto al palo per un infortunio a un ginocchio, tra Argentina, Canada e Stati Uniti (due successi e una sconfitta), i debuttanti in Nazionali sono stati sei: Benettin, Andrea Pratichetti e Alberto De Marchi (anche come titolari) più Fu-

A

NUOVE PANCHINE

S Mahmuti Il tecnico turco lascia il Galatasaray e torna all’Efes che lo aveva lanciato. Al suo posto va Ataman che ha vinto il titolo col Besiktas (passato a Kunter)

S Obradovic Ha lasciato il Panathinaikos ma ora è libero... Al suo posto, Jasikevicius o Zdovc. Anche Ivkovic che ha vinto l’Eurolega ha lasciato l’Olympiacos

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Taccuino NAZIONALE

Oggi il c.t. è a Roma con la Sperimentale Di ritorno da Istanbul, Simo ne Pianigiani si è fermato a Roma dove si sta allenando la Nazionale Sperimentale. Domani il trasferi mento in Francia dove l’Italia gioche rà due amichevoli con la Francia, il 27 a Pau e il 29 a Boulazac.

MERCATO

Hawkins al Fener? Diawara a Venezia David Hawkins, già a Siena con Pianigiani nel 2009 10, sta trat tando con il Fenerbahce. Yakouba Diawara, la scorsa stagione a Vare se, è vicino a Venezia. TREVISO C’E’ Ultime ore per salva re Treviso. Con questo Iban: IT70 B050 3561 8200 5057 0496 011 inte stato al comitato Treviso Io ci sono si può partecipare, con quote mini me di 100 euro, all’operazione per evitare che la ex Benetton chiuda.

L’INFORTUNIO

Francia, Parker Olimpiade a rischio Tony Parker ha dichiarato di aver rischiato di perdere l’uso del l’occhio sinistro dopo la ferita alla cornea procuratasi nel corso di una rissa in un locale di New York nella quale è stato incidentalmente coin volto. Operato il 17 giugno, il play francese degli Spurs ora rischia di saltare l’Olimpiade. «Non pensavo che la ferita fosse così grave — ha scritto sul suo sito Internet — una scheggia è penetrata per il 99% nel l’occhio». Su richiesta di San Anto nio, Parker tornerà negli Stati Uniti il 5 luglio per sottoporsi a una visita specialistica e per incontrare lo staff della squadra. «La decisione spetta loro», ha detto Parker che ov viamente non giocherà i test contro l’Italia.

CANOA EUROPEI A ZAGABRIA

ser, Giazzon e Romano. Insieme a loro, Morisi, Furno e D’Apice, alla prima volta nella formazione di partenza. Insomma: pensando al futuro, è stato un mese utile. Solo tre i giocatori in campo per 240’: Benvenuti, Zanni (41 presenze consecutive in azzurro) e Antonio Pavanello. I problemi restano i soliti, la base si è allargata. Con una menzione speciale per Castrogiovanni: due match da capitano, due successi... E per lo stesso Brunel: Mallett, per vincere due partite consecutive, dovette aspettare la 41ª della sua gestione, il tecnico francese c’è riuscito all’ottava... Arrivederci a novembre per il trittico casalingo con Tonga, Nuova Zelanda e Australia. Suonerà un’altra musica. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA

STATI UNITI-ITALIA

Il tour azzurro nelle Americhe finisce con una (larga) vittoria contro gli Stati Uniti (30-10). Castrogiovanni e compagni, a Houston, in Texas, nella notte italiana di sabato, di fronte a 17.214 spettatori (record per una partita casalinga delle Eagles), commettono ancora molti errori, soprattutto palla in mano. Ma dopo una mezzora difficile, dilagano. Sfruttando anche i cartellini rossi ai danni di Andrew Suniula e Paul Emerick tra il 4’ e il 26’ della ripresa. Arrivano anche tre mete (a una), firmate da Festuccia, Gori e Burton. «Ne avremmo potuto realizzare cin-

na, ma soprattutto dall’impianto più bello d’Europa, un’arena con rifiniture e spazi di lavoro di livello Nba. «Col Fenerbahce iniziamo assieme — dice Pianigiani — perché anche il loro management è nuovo sotto la guida di Kemal Diner col quale c’è stato subito un feeling particolare sul modo in cui sviluppare il progetto. La richiesta è di costruire un gioco identificabile, di squadra, che assieme alle strutture più belle d’Europa, da Nba, porti ad una fidelizzazione ancora più accentuata, ad un brand di alta qualità non solo in Turchia ma che ci mantenga stabilmente anche nell’elite d’Eurolega. Avevo deciso di lasciare Siena pronto a dedicarmi solo alla Nazionale prima di avere questa opportunità. Poi non ho potuto non coglierla.

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MARCATORI: p.t. 3’ m. Festuccia tr. Bocchino, 11’ c.p. Wyles, 13’ c.p. Bocchino, 27’ m. Emerick tr. Wyles, 32’ c.p. Bocchino, 34’ m. Gori tr. Bocchino; s.t. 27’ c.p. Bocchino, 37’ m. Burton tr. Burton. STATI UNITI: Wyles; Paterson (1’ s.t. Hawley), Emerick, A. Suniula, Hume; R. Suniula, Petri (36’ s.t. Timoteo); Clever, Lavalla (11’-16’ s.t. Durutalo), Mokate (24’ st. Durutalo); Doyle (27’ s.t. Liufau), Stanfill; Fry (1’ s.t. MacDonald), Biller (27’ s.t. Asbun), Pittman (6’ s.t. Fry). All. Tolkin. ITALIA: McLean; Venditti (2’ s.t. Sgarbi), Quartaroli (9’ s.t. Venditti), Morisi, Benvenuti; Bocchino (35’ s.t. Burton), Gori (22’ s.t. Tebaldi); Barbieri (33’ s.t. D’Apice), Ma. Bergamasco (14’ s.t. Favaro), Zanni; Furno, A. Pavanello; Castrogiovanni (33’ s.t. Al. De Marchi), Festuccia (14’ s.t. Giazzon), Al. De Marchi (2’ s.t. Rizzo). All. Brunel. ARBITRO: Garces (Francia). NOTE: p.t. 10-20. Spettatori 17.214. Gialli: nessuno. Rossi: 4’ s.t. A. Suniula, 26’ s.t. Emerick. Calci: Wyles 2 su 4 (5 punti); Bocchino 5 su 6 (13 punti), Burton 1 su 1 (2 punti). Altri test - A Buenos Aires: Argentina-Francia 10-49. A Burnaby: Canada-Georgia 31-12.

Idem anonima Chiude ottava

Josefa Idem, 47 anni, impegnata nella finale del K1 500 a Zagabria IPP

(ri.cr.) Una giornata storta. Una finale che certo non fotografa lo stato di forma attuale di Sefi Idem a un mese dai Giochi. Di sicuro, la campionessa eterna non si aspettava una prestazione così anonima agli Europei sul lago Jarun di Zagabria, un ottavo posto a quasi 5" dalla vincitrice, la rediviva tedesca Katrin Wagner-Augustin, una delle rivali storiche dell’azzurra. Serenità Il commento, pacato e

senza troppi patemi, è affidato al marito-allenatore Guglielmo Guerrini: «Una gara che non ci è piaciuta non tanto per il risultato, ma perché in questo momento Josefa ha le potenzialitá per fare molto meglio, come ha dimostrato in allenamento e qui in batteria e semifinale. E’ arrivata perfino dietro l’austriaca Lehaci — prosegue — che normalmente non vede proprio. Ma senza drammi. Ci sono gare buone e

altre meno. L’importante è continuare sereni e arrivare giusti per l’Olimpiade». A metà gara, la Idem era 7ª, ma praticamente attaccata all’ungherese Kozak, che poi ha chiuso seconda, quindi è mancato un po’ di spunto: l’1’54"112 finale è ben distante dalla soglia dell’1’50" che si vaticinava alla vigilia e che peraltro è stata abbassata solo dalle prime due in un contesto che potrebbe tranquillamente ripetersi a Eton, il bacino a cinque cerchi. Il futuro per Sefi è già domani: «Un giorno di riposo e poi si va in Val Senales per il lavoro di finalizzazione: non c’è preoccupazione, sono convinta che quanto di buono fatto fino ad ora riverberà i suoi effetti a Londra». Futuro La spedizione azzurra torna dalla Croazia con una sola medaglia, il bronzo conquistato ieri dal C2 200, specialità non olimpica, grazie ai giovani

Santini e Incollingo (gara vinta dai lituani Labuckas e Gadeikis). E’ un podio che conferma l’assai positivo fermento della canadese, un settore da sempre in sofferenza che sta trovando protagonisti nuovi e motivati. Nelle specialità olimpiche, terzi posti in finale B di Rizza nel K1 200 e di Ricchetti-Regazzoni nel K2 200, quarto di Norma Murabito nel K1 200 donne e quinto di Craciun nel C1 200, risultati che vanno valutati in prospettiva, perché il d.t. Mazzoni, accanto ai tre qualificati per Londra (Idem, Benassi e Murabito) ha portato una squadra under 23 proiettata a Rio. E infatti il presidente Buonfiglio è soddisfatto: «La strada è tracciata». © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMUNE DI MILANO DIREZIONE CENTRALE SPORT, BENESSERE E QUALITA’ DELLA VITA SETTORE SPORT E BENESSERE Via Marconi n. 2 - 20123 MILANO tel. 02-88464045 e-mail: roberto.castellini@comune.milano.it ESTRATTO BANDO DI GARA CIG 43272721D2 Questo Ente indice gara, mediante procedura aperta con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per l’affidamento in “concessione d’uso del Centro Sportivo Cappelli Sforza di via Lampugnano, 80 Milano”. La durata della concessione sarà determinata in funzione degli investimenti che saranno realizzati ed in particolare 19 anni per investimenti uguali o superiori ai 500.000,00 euro; 11 anni per investimenti tra i 200.000,00 euro e i 500.000,00 euro; 6 anni per investimenti inferiori ai 200.000,00 euro. L’importo del canone annuo posto a base di gara è pari a € 1.606,87 oltre I.V.A. Termine ricezione offerte 8 agosto 2012 ore 12,00. Documentazione integrale disponibile sul sito www.comune.milano.it sezione bandi. p. Il Direttore del Settore Sport e Benessere Daniela Fabbri


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GOLF LADIES EUROPEAN TOUR

Diana a un passo dal trionfo «Mi godo la bella rimonta» Luna seconda a Praga con un grande giro finale: «Peccato per i putt sbagliati. E ora lo Us Open». Zorzi 7a, Croce 16a. Vince l’inglese Reid DAVIDE CHINELLATO

Impresa sfiorata. Diana Luna sogna la prima vittoria del 2012 con un fantastico ultimo giro del Prague Masters, torneo del Ladies European Tour disputato a Praga, Repubblica Ceca, ma deve accontentarsi del 2˚ posto dietro l’inglese Melissa Reid, che la precede di un solo colpo. «Sono molto contenta — racconta la 29enne romana, 2a già all’Australian Ladies Masters —. Ottimo risultato considerando il vento abbastanza forte. Sono molto soddisfatta della mia giornata e del mio torneo». Il giro finale Diana ha chiuso in 208 colpi (70 69 69), ma aveva affrontato le ultime 18 buche partendo dal 7˚ posto. Le difficoltà della Reid (un bogey e 10 par nelle prime 11 buche) e il crollo di Stefania Croce, 2a prima dell’ultimo giro, avevano rimesso in corsa la golfista romana, la cui rincorsa (4 birdie nelle prime 12 buche) si è però arrestata con un bogey alla 16 che ha consegnato la vittoria all’inglese. «Ero molto indietro e ho rimontato un sacco di posizioni — dice Diana del suo giro finale — mentre lei ha mantenuto il suo score. Il problema è stato nei giri precedenti, in questo torneo non ho puttato molto bene: sul green ho lasciato qualche colpo di troppo». Diana Luna, che ha chiuso a 8 sotto il par e si è messa in tasca 25.375 euro, non è stata l’unica azzurra nella top ten: Veronica Zorzi ha chiuso 7a con 211 colpi (66 72 73). Stefania Croce è sprofondata dal 2˚ al 16˚ posto con un disastroso giro finale in 77 colpi, 5 più del par, mentre Margherita Rigon ha chiuso 48ª. La vincitrice Di tutte le avversarie che potevano batterla, la Luna ha comunque accettato più volentieri la sconfitta da Melissa Reid: perché la 25enne inglese, seconda nella money list del LET 2011, era al rientro dopo 4 settimane di stop forzato per superare il lutto della morte della madre, scomparsa in un incidente d’auto in Germania. La

A

LE ALTRE ITALIANE

S Veronica Zorzi ha chiuso al settimo posto con 211 colpi (66 72 73, -5). Dopo 36 buche era quarta in classifica, prima del terzo giro a +1

Taccuino EUROPEAN TOUR

Colonia, vince Willett Colombo chiude 64˚ Danny Willett ha vinto il Bmw International Open al Golf Club Gut Lärchenhof (par 72) di Co lonia. L’inglese ha chiuso con 277 colpi (65 70 69 73, 11) alla pari con l’australiano Marcus Fraser (64 74 68 71), che ha buttato via il succes so con un bogey all'ultima buca. Al playoff decisivo un altro bogey di Fraser alla quarta buca. Terzi con 278 ( 10) l’irlandese McGinley, lo spagnolo Fernandez Castaño e l’in glese Wood. L’italiano Federico Co lombo ha chiuso 64˚ con 292 colpi (73 68 75 76, +4).

CHALLENGE TOUR

Niente quarto turno In Scozia 1˚ Walker

S Stefania Croce ha finito al 16˚ posto con 213 colpi (70 66 77, -3). Ma dopo due turni era seconda, prima di un brutto terzo giro da 77 colpi (+5).

Diana Luna, 29 anni, romana, è professionista dal 2001. In carriera ha vinto cinque tornei dell’European Tour SCACCINI

Reid ha retto la pressione fino al putt da 180 centimetri che le ha dato la vittoria, poi è scoppiata in lacrime. «Ma non ero nervosa — ha precisato —: dopo tutto quello che è successo a me e alla mia famiglia nell’ultimo mese niente mi sembra più difficile. Il mio coach mi aveva preannunciato che tutto questo mi avrebbe reso più forte, e così è stato». «È una grande giocatrice a prescindere da quello che le è successo — ha detto di lei la Luna — credo meritasse la vittoria tanto quanto la meritavo io». Obiettivo US Open Diana punta

l’obiettivo oltre Atlantico: la settimana prossima partirà per gli Stati Uniti, dove dal 5 luglio andrà all’assalto dello US Open: «Questo è un bellissimo 2˚ posto perché andiamo incontro a tornei importanti — spiega Diana —: è il momento giusto per fare un buon risultato e prendere fiducia per il resto della stagione. Obiettivo negli Usa? Un bel torneo e giocare come so. È un traguardo alla mia portata». Melissa Reid, 24 anni, al 4˚successo all’European Tour

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clic ALL’ASTA UN GUANTO DI TIGER WOODS BASE 2000 DOLLARI

Un guanto da golf autografato e indossato da Tiger Woods (nella foto) è stato messo all’asta alle Julien’s Auctions di Beverly Hills. Sarà battuto nel primo giorno di aste dedicato alle icone musicali e alle leggende sportive. Si tratta del guanto sinistro griffato Nike, con autografato sul palmo della mano con inchiostro blu il 19 marzo 2009. Base d’asta 2000 dollari.

S Margherita Rigon ha finito in 48a posizione con 219 colpi (73 72 74, +3). Fuori al taglio Sophie Sandolo, 71a con 147 colpi (73 74, +3).

Sam Walker ha vinto lo Scot tish Hydro Challenge (Challenge Tour) al MacDonald Spey Valley GC (par 71) di Aviemore, in Scozia. Con un birdie alla 3a buca, l’inglese ha battuto nello spareggio il conna zionale Wakefield: dopo tre giri era no in testa con 201 colpi ( 12), poi il 4˚ turno non si è disputato causa maltempo. Fuori al taglio gli italiani Matteo Delpodio, Alessio Bruschi, Gregory Molteni e Andrea Perrino.

ALPS TOUR

Haut Poitou,successo per Gros, Rota 10˚ Il francese Sebastien Gros ha vinto l’Open International du Haut Poitou (Alps Tour) al Golf du Haut Poitou (par 73) di Saint Cyr, in Francia, suo primo successo con 211 colpi (70 65 76, 8). Decimo An drea Rota con 219 colpi (par), 17˚ Andrea Romano con 221 (+2), 32˚ con 224 Aron Zemmer (+5), 45˚ con 229 Leonardo Motta (+10).

ERA STATO ANNULLATO

Trofeo Marazza dal 3 luglio ad Asolo Si svolgerà dal 3 al 5 luglio ad Asolo il Trofeo Silvio Marazza, gara dilettantistica nazionale, origi nariamente prevista la scorsa setti mana al Golf Club Milano. Con gli atleti provenienti da tutta Italia già impegnati nel giro di prova, la gara era stata unilateralmente annulla ta dal circolo monzese per compor tamenti poco conformi all’etichetta da parte dei giocatori. La Federa zione, garante delle manifestazioni agonistiche, non ha condiviso la scelta e si è sentita scavalcata. I comportamenti scorretti (pare zol le non rimesse a posto, carrelli tra scinati in prossimità dei green e un giocatore che si è levato tempora neamente la maglietta) vanno cen surati e i responsabili puniti. Ma mandare all’aria un’intera manife stazione, colpendo anche chi non aveva responsabilità è sembrato eccessivo, fuori luogo ed evitabile.


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TUTTENOTIZIE & RISULTATI Tuffi GRAND PRIX A BOLZANO

Cagnotto batte le cinesi dai 3 m

Tania Cagnotto, 27, ieri sul podio

(al.f.) Davanti al suo pubblico, Tania Cagnotto è 1ª dai 3 metri nella tappa finale del Grand Prix Fina a Bolzano: chiude con 357.80 punti, suo 3˚ punteggio in carriera, battendo le cinesi Liu Jiao e Wang Han. «Le cinesi? Non sono quelle che troverò a Londra, ma mi avevano già battuto: oggi ho vinto io. La Sanchez invece è stata brava e ai Giochi ci sarà. Mi sentivo un po’ tesa, mi capita sempre quando gareggio in casa, il pubblico è stato affettuoso. Con la preparazione sono a posto, i tricolori di Cosenza serviranno per provare ancora una volta prima dell’Olimpiade». Andrea Chiarabini, 17enne allievo di Francesco De Angelis, è 3˚ dalla piattaforma 10 metri con il personale di 450.60 punti. Risultati. Uomini. 10 m: 1. Yang Jian (Cin) 525.10, 2. Chen Aisen (Cin) 483.55, 3. CHIARABINI 450.60; 3 m sincro: 1. Chao He-Shixin Li (Cin) 434.01, 2. Paez-Contreras (Ven) 388.77, 3. Pacheco-Ruvalcaba (Mes) 379. 80, 4. Benedetti-Rinaldi 375.51, 5. Billi-Tocci 369.48. Donne: 3 m: 1. CAGNOTTO 357.80, 2. Liu Jiao (Cin) 342.95, 3. Wang Han (Cin) 341.25, 6. Dallapè 283.90; 10 m sincro: 1. Huixia Liu-Jiaming Zhu (Cin) 329.70, 2. A. Ware-P. Ware (Can) 304.38, 3. Marquez-Rivas (Mes) 290.25.

Ippica STRAPPO MUSCOLARE, CARRIERA IN BILICO

Black Caviar, 22 su 22 e un infortunio: ritiro? Alla fine che Black Caviar sia riuscita a vincere la 22ª corsa di un carriera immacolata, nella giornata di chiusura del Royal Ascot, è stato un piccolo miracolo. La campionessa australiana si è infatti infortunata durante i 1200 metri delle Diamond Jubilee Stakes vinte di misura (testa e incollatura i distacchi) davanti a Moonlight Cloud e Restiadargent. Un distacco esiguo, causato dalla disattenzione del fantino Luke Nolen, che ha valutato male la posizione del traguardo rialzandosi ai cento finali quando era nettamente in vantaggio. Rilassamento che ha causato

la rimonta dei due francesi, sventata anche per la reazione di Black Caviar. Ieri mattina alla 6 anni è stato infatti riscontrato uno strappo a un posteriore, che per fortuna non ne ha condizionato troppo il rendimento in pista, ma questo probabilmente rende ancora più grande la sua prestazione. Nulla di grave ma sufficiente per rimette in discussione la volontà di mantenerla in allenamento, per ripresentarla in gara a novembre sulle piste di casa. L’alternativa ora diventa il ritiro e la decisione in tal senso verrà presa al massimo entro un mese.

A SAN SIRO

Faciascura, Wild e Wedding: i Botti si prendono tutto A San Siro si prendono tutto i Botti. Nel GP Italia assolo di Wild Wolf (trainer Stefano), reduce dal 2˚ nel Derby. Nell’Incisa primo piano di Faciascura (ancora Stefano Botti) su Delicatezza, mentre Freezy è finita ultima. Nel Mezzanotte successo di Wedding Fair allenata da Endo. 3ª corsa GP d’Italia (lr) m 2400: 1 Wild Wolf (F. Branca); 2 Bit of Hell; 3 Orpello; Tot.: 1,70; 1,32, 1,54 (3,77) Trio: 10,57. 6ª corsa Pr. M. Incisa (gr. 3) m 2000: 1 Faciascura (C. Colombi); 2 Delicatezza; 3 Aquila d’Oriente; Tot.: 9,88; 4,45, 4,92 (39,03) Trio: 301,07. OGGI QUINTÉ A TARANTO (inizio alle 16.25) scelta Let Me Coach Lf (13), Love Story Nor (10), Mail Wise As (5), Lupetto (11), Ione Dts (15), Gerek Naf (6). ANCHE Albenga (t. 15.10), Palermo (15.35), Ravenna (14.30), Corridonia (17.15) DANEDREAM MALE Pessima prova di Danedream (A. Starke) nel GP de Saint Cloud (gr. 1, m 2400): la vincitrice dell’Arc 2011 è finita ultima, il successo è andato a Meandre (A. Guyon).

Da sinistra Black Caviar, Restiadargent (3˚) e Moonlight Cloud (2˚) REUTERS

Scherma COPPA A CHICAGO

Football LA DISAVVENTURA DEI GIANTS, ARRIVATI IN SICILIA A 3 ORE DAL VIA

Olimpiadi

Vecchi terza nella sciabola

Il Super Bowl è Parma-Catania Bolzano perde il volo e va in bus

Arabia Saudita: 1a donna olimpica

Irene Vecchi risale sul podio nella prova di Coppa del Mondo di sciabola a Chicago (Usa). L’azzurra si è fermata in semifinale, battuta dall’ucraina Kharlan, che ai quarti aveva superato l’altra italiana, Gioia Marzocca. Nel maschile ottima prova del 18enne Luca Curatoli, battuto ai quarti dall’ungherese Szilagyi dopo aver superato i quotati Dumitrescu e Buikevich. Sciabola donne. Finale: Kharlan (Ucr) b. Zagunis (Usa) 15-10. Semifinali: Zagunis (Usa) b. Zhu (Cina) 15-13; Kharlan (Ucr) b. Vecchi 15-5. Quarti: Vecchi b. Kovaleva (Rus) 15-11; Kharlan (Ucr) b. Marzocca 15-8. Sciabola uomini. Finale: Szilagyi (Ung) b. Kim (S.Cor) rit. Semifinali: Kim (S.Cor) b. Apithy (Fra) 15-8; Szilagyi (Ung) b. Limbach (Ger). Quarti: Szilagyi (Ung) b. Curatoli 15-14.

(m.sal.) Il Super Bowl sarà tra Panthers Parma e Elephants Catania, il 7 luglio a Varese. E’ il verdetto delle semifinali di ieri. Per i parmigiani è la terza finale di fila, dopo le due vinte nel 2010 e 2011, conquistata battendo 42-20 i Warriors Bologna in quella che era la rivincita della finale dello scorso anno. Mentre i catanesi hanno sofferto molto di più con i Giants Bolzano, battuti 30-27, per centrare il secondo Super Bowl negli ultimi 3 anni (quello del 2010 perso contro Parma 56-26 a Sesto S. Giovanni). Ma quello che resterà, nella memoria di questo turno di semifinali è l’impresa dei Giants Bolzano. Che sabato mattina, radunatisi per andare all’aeroporto e volare in Sicilia, hanno scoperto che i loro biglietti non esistevano. Un disguido nelle prenotazioni, probabilmente. Così è stata presa in

considerazione l’ipotesi di dividere la delegazione su tanti voli: ma non si è andati oltre i 21 posti su 6 tratte diverse, con spese fuori budget. Recuperato un pullman, non si trovavano autisti. Ma il defensive end Francesco Giuliano l’autista lo fa di mestiere, e si è offerto. Partenza alle 15.10 di sabato, per attraversare l’Italia (1415 km) e arrivare allo stadio di Catania ieri mattina alle 11.37. Quindi spaghettata e tutti in campo, compreso Giuliano, che ha giocato tutta la partita. Ed è pure andata male: coi siciliani avanti 30-27, a 1’43" dalla fine, Bolzano ha avuto un 4˚ tentativo a una yard dal touchdown. Un fuorigioco l’ha rimandato indietro, e il risultato è rimasto definitivo. Quindi tutti in pullman, per fortuna da Messina a Salerno su traghetto, per far riposare Giuliano.

Ora è ufficiale: l’Arabia Saudita, dove le competizioni sportive sono vietate alle donne, consentirà per la prima volta ad un’atleta di partecipare ai Giochi. Nella dichiarazione, riportata dalla BBC, il comitato saudita afferma: «Vigileremo la partecipazione delle atlete che potranno qualificarsi». Sarà molto probabilmente la diciottenne amazzone Dalma Malhas a partecipare ai Giochi per la prima volta. A metà aprile, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Rogge aveva detto che stava continuando a «parlare con l’Arabia Saudita sulla presenza delle donne ai Giochi», in vista del fatto che il paese Saudita aveva affermato che non avrebbe inviato atlete a Londra. Un’inversione di rotta da parte dell’Arabia Saudita che, insieme a Qatar e Brunei, non aveva mai fatto esordire una donna alle olimpiadi.

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Baseball

Judo

SERIE A (m.c.) Nettuno sempre 4˚, vincendo la serie con Parma, che si arrende dopo aver recuperato dallo 0-3 al 3-3. Bologna con 13 valide completa l’enplein con Grosseto (Bischeri, 3/4, l’unico a battere valido). Vittorie larghe e cappotto anche per Rimini (3 hit per Maza e Chavez) in rimonta con Novara e San Marino, che si libera di Godo solo al 7˚. 12˚ turno, gara3: Bologna-Grosseto 8-2; Rimini-Novara 11-3; Nettuno-Parma 4-3; Godo-San Marino 6-15. Classifica: San Marino 750 (27-9); Rimini, Bologna 722 (26-10); Nettuno 611 (22-14); Parma 500 (18-18); Godo 361 (13-23); Grosseto 222 (8-28); Novara 111 (4-32).

MELONI SECONDO (e.d.d.) Roberto Meloni 2˚ nell’European Cup a Praga. In finale dei 90 kg sconfitto da Krisztian Toth (Hun). Soraya Luri Meret 5ª: migliore piazzamento per l’Italia nella giornata conclusiva dell’Europeo U17 a Bar, in Montenegro. Con l’oro di Alessandra Prosdocimo (63), i terzi di Adele Ravagnani (48) e Sofia Fiora (52), i quinti di Angelo Pantano (50), Chiara Carminucci (63), Soraya Luri Meret (+70) ed il settimo di Davide Pozzi (90), l’Italia è 6ª nel medagliere.

THOME Il 7-6 dei Philadelphia Phillies sui Tampa Bay Rays è stato deciso da un walk-off homer, fuoricampo che ha chiuso la gara di Jim Thome. Per lui il 13˚ in carriera, nessuno ne ha fatti così tanti nella storia della Mlb. Con 12 Jimmie Foxx, Mickey Mantle, Stan Musial, Frank Robinson e Babe Ruth. Per Thome è stato il 609˚ fuoricampo, col quale eguaglia Sammy Sosa al 7˚ posto della classifica dei fuoricampisti di tutti i tempi.

Beach Volley CONTINENTAL CUP (c.f.) È sfumata ieri a Mosca, dopo il k.o. contro la Svizzera 3-1 di Gioria-Momoli e Giombini-Orsi Toth, l’ultima speranza italiana di qualificare una 2ª coppia femminile ai Giochi. Le azzurre hanno chiuso la finale della Continental Cup con un 4˚ posto che le taglia fuori dalla World Cup (a Mosca da giovedì a domenica) cui invece accedono le elvetiche e l’Olanda. Successo e pass per Londra alla Russia, Canada e Australia, nel maschile per Norvegia, Canada e Giappone.

Boxe BENTORNATO EMILIANI (r.g.) Oltre 300 spettatori a Daverio (Va) per il rientro dopo 7 anni del massimo leggero Loris Emiliani (8), 29 anni, siciliano, residente a Mendrisio (Svi), licenza kosovara, guidato da Augusto Lauri, contro Janos Furedi (Ung, 0-3-1), finito ko 1, confermando l’antica potenza. Nel 2006 è stato Mondiale Youth Ibf. Debutto positivo del superwelter Esposito (1), vincitore su Csipak (Ung, 0-11-1) squalificato 3 dopo due kd. VAI WILDER (r.g.) Il massimo Deontay Wilder (Usa, 23) prosegue la striscia vincente. A Tuscaloosa (Usa), il bronzo di Pechino ha messo ko al 4˚ round Owen Beck (Gia. 29-11). ARGENTINO IN RAMPA (r.g.) A Los Angeles (Usa) l’argentino Lucas Matthysse (31-2) conquista il continentale Wbc superleggeri, costringendo Soto (Mes, 59-8-2) alla resa al sesto tempo. È qualificato sfidante del vincitore tra Danny Garcia (Usa 23) e Amir Khan (Ing, 26-2), il 14 luglio a Las Vegas. A S. Antonio (Usa) il supermedio Camacho jr. (54-4-1), 33 anni, fermo da 14 mesi, ha messo ko 1 Charles (7-5). AZZURRINI (i.m.) Agli Europei junior di Sofia (Bul), 265 pugili di 35 nazioni, l’Italia perde al primo turno nei 60 kg Francesco Maietta battuto 15-4 da Morokhin (Rus). Gli accoppiamenti degli altre tre azzurrini u16: 52 Colella-Sanjura (Mol), 56 Genesio-Ruddick (Ing), 66 Sarchioto-Adzinayev (Bie).

Canoa COPPA SLALOM (a.fr.) In Coppa del Mondo di slalom, a La Seu d’Urgell (Spa), il C2 di Pietro Camporesi e Niccolò Ferrari chiude con un buon 8˚ posto, vittoria dei francesi Labarelle-Peschier. Da giovedì la squadra olimpica azzurra va a Londra per il 4˚ raduno stagionale.

Hockey ghiaccio Draft Nhl Yakupov n. 1 PITTSBURGH (Usa) Gli Edmonton Oilers, per la terza volta consecutiva in possesso dalla prima scelta del draft Nhl, hanno puntato sul 18enne russo Nail Yakupov, ala destra dei Sarnia Sting della Ontario Hockey League (la scorsa stagione 31 gol in 42 partite). Era dal 2004 (Alex Ovechkin a Washington) che l’onore non spettava a un russo. Il draft - 1. Edmonton: Nail Yakupov (Rus), ala destra; 2. Columbus: Ryan Murray (Can), difensore; 3. Montreal: Alex Galchenyuk (Rus), centro; 4. NY Islanders: Griffin Reinhart (Can), difensore; 5. Toronto: Morgan Reilly (Can), difensore; 6. Anaheim: Hampus Lindholm (Sve), difensore; 7. Minnesota: Matt Dumba (Can), difensore; 8. Pittsburgh: Derrick Pouliot (Can), difensore.

PREZZI D’ABBONAMENTO C/C Postale n. 4267 intestato a: RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI ITALIA 7 numeri 6 numeri 5 numeri Anno: e 299,40 e 258,90 e 209,10 Per i prezzi degli abbonamenti all’estero telefonare all’Ufficio Abbonamenti 02.63798520 INFO PRODOTTI COLLATERALI E PROMOZIONI Tel. 02.63798511 - email: linea.aperta@rcs.it

Testata registrata presso il tribunale di Milano n. 419 dell’1 settembre 1948 ISSN 1120-5067 CERTIFICATO ADS N. 7335 DEL 14-12-2011

La tiratura di domenica 24 giugno è stata di 442.950 copie

Nuoto BOCCHIA VELOCE (al.f.) Federico Bocchia vince i 50 sl a Molinella (Bo) in 22"28. A Crema. Uomini: 100 fa Migliorini 55"91. Donne: 50 fa Buratto 28"40.

Pallavolo MERCATO (f.c. - s.m.) Elena Koleva, bulgara classe 1977, è il nuovo bomber nella neo-promossa Flero (Brescia). Giorgio Barbareschi (da Genova) schiaccerà a Reggio Emilia mentre ad Atripalda arriva il centrale Andrea Di Marco (nell’ultimo biennio a Loreto). Primi acquisti anche per Sora. I laziali di Ricci si sono assicurati il 28enne schiacciatore finlandese Antti Saltala, nelle ultime due stagioni in Polonia col Delecta Bydgoszcz.

Softball PLAYOFF (m.c.) Playoff decisi: dentro Bollate e Bologna, fuori Legnano e Forlì. 8ª di ritorno: Bologna-Nuoro 8-2, 11-4 (5˚); Montegranaro-Legnano 0-1, 6-3; La Loggia-Forlì 3-1, 4-6; S. Marino-Bollate 0-3, 3-5. Riposa: Des Caserta. Recupero: Legnano-Montegranaro 7-0 (6˚), 8-12 (8˚). Classifica: Caserta 866 (26-4); Bollate e La Loggia 600 (18-12); Bologna 593 (19-13); Forlì 448 (13-16); Legnano 433 (13-17); Nuoro 400 (12-18); S.Marino 300 (9-21); Montegranaro 241 (7-22).

Sport invernali MONDIALI SLITTINO A Riga (Let), durante il 40esimo congresso della federazione internazionale, sono stati assegnati i Mondiali 2015, a Sigulda (Let) e quelli 2016, a Koenigssee (Ger). L’edizione 2013 sarà invece ospitata da Whistler (Can), sulla pista di Vancouver 2010, mentre nel 2014 i Mondiali non si disputeranno per la concomitanza dei Giochi di Sochi.

Tennis NUOVE CLASSIFICHE Ferrer torna numero 5 superando Tsonga. Uomini: 1. Djokovic (Ser) 12.280; 2. Nadal (Spa) 10.060; 3. Federer (Svi) 9.435; 4. Murray (Gb) 6.980; 5. (6) Ferrer (Spa) 5.250; 6. (5) Tsonga (Fra) 5.230; 7. Berdych (Cec) 4685; 8. Tipsarevic (Ser) 3200; 9. Del Potro (Arg) 3180; 10. Isner (Usa) 2655. Gli italiani: 26. Seppi 1390; 68 (64) Fognini 695; 79. (77) Volandri 630; 86. (87) Lorenzi 598; 89 (88) Cipolla 591; 97. Starace 558; 118. (117) Bolelli 461. Donne: 1. Sharapova (Rus) 9.490; 2. Azarenka (Bie) 8.800; 3. A. Radwanska (Pol) 7.320; 4. Kvitova (Cec) 6.775; 5. Stosur (Aus) 6.100; 6. S. Williams (Usa) 5.640; 7. Wozniacki (Dan) 4366; 8. Kerber (Ger) 4275; 9. Bartoli (Fra) 3800; 10. ERRANI. Le altre italiane: 17. Pennetta 2470; 23. Vinci 1965; 26. Schiavone 1930; 112. (115) Knapp; 113. (112) Brianti 610; 145. Giorgi 449. MILANO CHALLENGER (m.l.) Oggi al via l’Atp Challenger Milano (montepremi 30.000 euro, terra) fino al 1˚ luglio sui campi dell’Harbour Club. Lo spagnolo Robredo contro l’azzurro Galvani, mentre Naso sfiderà lo slovacco Capkovic.

Vela Coppa America Tappa a Newport (r.ra.) Inizia domani negli a Newport (casa dell’America’s Cup dal 1930 al 1983) la 3a tappa delle World Series di quest’anno che assegnerà la vittoria del circuito 2011-12. 8 gli equipaggi (Artemis (Sve), Team New Zealand, Team Korea, Energy Team (Fra), Luna Rossa e Oracle (Usa) con 2 equipaggi. I team più accreditati per la vittoria sono gli americani guidati da Spithill che ha 4 punti di vantaggio sui neozelandesi. Le regate inizieranno giovedì 28. EUROPEO (r.ra.) Inizia a Punta Ala il Campionato Europeo ORC. 33 gli scafi al via in rappresentanza di 8 nazioni. Tra i sicuri protagonisti il TP52 Aniene 1˚ Classe di Martini (tattico Vascotto) il GS 46 Luduan Reloaded di Sylos Labini e Scugnizza NM38 di De Blasio. Oggi sono in programma 3 bastoni, domani la regata d’altura.

COLLATERALI * Con Soldatini d’Italia N. 55 e 11,19 - con Indistruttibili N. 34 e 11,19 - con Paperinik N. 21 e 11,19 - con Capolavori delle grandi civiltà N. 18 e 11,19 - con Holly e Benji N. 17 e 11,19 - con War Movies N. 14 e 11,19 - con Alberto Sordi N. 26 e 11,19 - con Aerei Collection N. 11 e 14,19 - con Gilles Vi leneuve e 14,19 -con GrandeAlpinismo N. 8 e 12,19 - conPanini N. 8 e 6,19 - conLibro Juve e 9,19 - con la Grande Storia del Giro N. 6 e 8,19 - con Libro della Salute e 14,10 - con Lupin N. 7 e 11,19 - con Alessandro Del Piero e 11,19 - con Grandi Club Raggi X N. 3 e 4,19 - con T-shirt Inv ncibili e 16,19 - con Le Stelle della NBA N. 1 e 6,19 - con DVD Inzaghi e 14,19 - con Libro Mondiale più bello e 14,19 - con Magic Europeo Card e 11,19 - con SportWeek e 2,70 - con Max e 3,50 PROMOZIONI Non vendibili separatamente nella provincia di Reggio Emilia (con esclusione di Sassuolo): La Gazzetta dello Sport e 1,00 + La Notizia Giornale di Reggio e 0,20. In Calabria: La Gazzetta dello Sport e 1,00 + il Domani dello Sport e 0,20 ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure ad A.S.E. Agenzia Servizi Editoriali - Tel. 02.99049970 - c/c p. n. 36248201. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.

PREZZI ALL’ESTERO: Albania e 2,00; Argentina $ 8,70; Austria e 2,00; Belgio e 2,00; Brasile R$ 7,00; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro e 2,00; Croazia Hrk 15; Danimarca Kr. 18; Egitto e 2,00; Finlandia e 2,50; Francia e 2,00; Germania e 2,00; Grecia e 2,00; Irlanda e 2,00; Lux e 2,00; Malta e 1,85; Marocco g 2,20; Monaco P. e 2,00; Norvegia Kr. 22; Olanda e 2,00; Polonia Pln. 9,10; Portogallo/Isole e 2,00; Romania e 2,00; SK Slov. e 2,20; Slovenia e 2,00; Spagna/Isole e 2,00; Svezia Sek 25; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Tunisia TD 3,50; Turchia e 2,00; Ungheria Huf. 600; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.


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ALTRI MONDI

Il fatto del giorno

_una svolta storica

DI GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

La vittoria musulmana rivoluzionerà l’Egitto? Morsi ha vinto con il 51,7% dei voti. Il nuovo presidente promette rispetto per le altre religioni, ma la legge coranica sarà centrale Il nuovo presidente egiziano si chiama Mohamed Morsi, ed è stato candidato dagli islamisti riuniti nel partito dei Fratelli musulmani. Ha preso il 51,7% dei voti. Il suo avversario era Ahmed Shafiq, uomo dei tempi di Mubarak, di cui era stato anche premier. I sostenitori di Morsi hanno riempito piazza Tahrir per festeggiare. I seguaci di Shafiq si sono dati appuntamento a Nasr City, un altro distretto del Cairo. Ma si sono presentati in appena duemila e la polizia li ha tenuti a bada avvertendo che «questa volta non scherzeremo».

1Forse, prima di addentrarci nei vari significati, converrà dire qualcosa su questo Morsi.

Intanto non era lui il vero candidato dei Fratelli, che avrebbero voluto portare alla presidenza Khairat Saad el-Shater, riccone di 62 anni (mobili e tessuti di lusso) che deve avere avuto un qualche ruolo nell’assassinio di Sadat: dopo quell’attentato (1981) scappò a Londra. Adesso la commissione elettorale gli ha impedito di partecipare e al voto è stato invece ammesso Morsi, un ingegnere di 61 anni che ha passato molti anni negli Usa per specializzarsi. Morsi ha fatto finora discorsi abbastanza moderati. Per esempio, lunedì scorso, quando s’è autoproclamato vincitore nonostante i risultati non fossero ancora noti (e mentre anche Shafiq teneva conferenze stampa in cui sosteneva di essere lui il prescelto): «Un saluto di pace anche a quelli che non hanno votato per me. Sono tutti figli dell’Egitto e sia-

Piazza Tahrir al Cairo in festa per l’elezione di Mohamed Morsi REUTERS

«

Non tradirò Dio nella difesa dei vostri diritti e dei diritti di questa nazione MOHAMED MORSI NEO PRESIDENTE EGIZIANO

mo tutti fratelli egiziani». Ha persino salutato i copti, cioè i cristiani d’Egitto che vengono ciclicamente massacrati dagli islamisti. Ieri, dopo l’annuncio della vittoria, il suo portavoce ha detto: «Siamo arrivati a questo momento grazie al sangue versato dai martiri della rivoluzione. L’Egitto inizierà una nuova fase della sua storia». Morsi ha anche promesso che l’Egitto non sarà trasformato in una teocrazia e che le altre religioni saranno rispettate.

to che l’Islam avrà una parte centrale nel suo governo. E inoltre: sostegno ai palestinesi «nella loro legittima lotta» e fine del rapporto di subordinazione agli Stati Uniti. All’annuncio dell’elezione quelli di Hamas a Gaza hanno fatto festa. Nei territori, la vittoria di Morsi è vista come un rafforzamento della lotta contro Israele. Mubarak, schierato di fatto con gli americani che hanno riempito il Paese di soldi, era per Israele un punto d’appoggio o almeno un retroterra tranquillo. Si potrà dire la stessa cosa adesso?

3 Si potrà? È presto per far previsioni. L’aria è che i militari abbiano fatto vincere Morsi al termine di una dura trattativa.

4 2 I militari «hanno fatto vinceQuindi crede che possiamo sta- re»? Morsi non è stato regolarre tranquilli?

mente eletto?

Non troppo, però. Morsi ha det-

Ci sono talmente tanti indizi,

che potremmo quasi dire di essere in possesso di una prova. I risultati erano già pronti lunedì 18 giugno. Ma la Commissione elettorale ha annunciato che prima di giovedì 21 non sarebbe stato possibile renderli noti: c’erano troppi ricorsi contro brogli veri o presunti. Ora, lei capisce che la Commissione elettorale, con in mano questi brogli, aveva un’ottima arma per far vincere questo o quello. I militari avevano appena sciolto il Parlamento, appoggiandosi a una sentenza dei giudici costituzionali (tutti uomini di Mubarak) in base alla quale la legge elettorale era illegale. Nel Parlamento gli islamisti avevano la maggioranza dei due terzi. Inoltre, un’ora dopo la chiusura delle urne, domenica 17, la Giunta ha pubblicato una dichiarazione costituzionale in cui dava a se stessa il potere di formare una nuova Assemblea costituente. Nella stessa dichiarazione le deleghe assegnate al futuro presidente erano molto ridotte. L’avvertimento implicito in questo colpo di Stato era chiaro: ti facciamo anche vincere, ma non permetteremo che comandi troppo. Morsi deve avere accettato il compromesso, anche se farlo perdere avrebbe potuto scatenare una guerra civile. Shafiq — l’uomo di Mubarak — sarebbe stato un balzo indietro esagerato. Persino l’Economist aveva giudicato la sua candidatura «indecent».

5 A proposito, Mubarak è vivo o

A notizie

LUSI IN CELLA

Tascabili Abbattuto un caccia di Ankara

S Spuntano due lettere di Rutelli Nell’interrogatorio di Luigi Lusi sabato davanti al gip di Roma si è parlato anche di due lettere scritte da Rutelli all’ex tesoriere della Margherita. Ce ne sarebbe una in cui Rutelli rimprovera Lusi per aver restituito al Parlamento europeo alcuni rimborsi avuti e non spesi dal Partito Democratico Europeo. Ci sono poi due mail del 2009 in cui Lusi farebbe presente a Rutelli che il meccanismo di distribuzione dei fondi non era più virtuoso «perché i soldi sono destinati a singole persone». E ieri è tornato a parlare lo stesso Rutelli: «La stampa dà credito a un ladro, quanto durerà il tormento delle vittime?»

Tensione Siria-Turchia In campo Europa e Nato Venti di guerra tra Siria e Turchia, dopo che venerdì Damasco ha abbattuto un caccia turco che aveva violato per pochi minuti lo spazio aereo siria no. Per la Turchia, le truppe di Assad avrebbero colpito nello spazio internazionale: per questo Ankara ha chiesto per domani una riunione Nato. E il ministero degli Esteri turco ha avvertito Damasco di «non sfidare militarmente». Oggi della questione si occupa il Consiglio dei ministri degli esteri Ue in Lus semburgo, mentre in Siria il sangue scorre ancora: a Dayr az Azor, est di Damasco, i bombardamenti di Assad continuati ieri hanno causato 63 morti.

Tra i terremotati a Mirandola

Il Dalai Lama in Emilia «La determinazione vi restituirà il futuro»

Il Dalai Lama a Mirandola con i vigili del fuoco ANSA Un messaggio di speranza e solidarietà. E una donazione di 100 mila euro. Il Dalai Lama ha fatto visita alle zone terremotate dell’Emilia, dove martedì arriverà anche il Papa. Centinaia di persone lo hanno atteso a Mirandola (Mo) per stringergli la mano e lui non si è sottratto. «Dovete essere determinati — ha detto — solo questo vi aiuterà a costruire una nuova casa e a tornare a guardare al futuro». Il leader spirituale dei tibetani ha parlato anche di Milano e del dietrofront per la cittadinanza onoraria: «Non faccio politica, non è un problema».

morto?

Gli effetti della crisi in Italia

Martedì scorso era morto, mercoledì è stato resuscitato. È un altro elemento di cui i generali si servono per tenere in bilico la situazione. È vero che Morsi non vuole più gli americani. Ma ha anche promesso di ridurre la disoccupazione fino al 7%. E vuole abbassare il tasso d’inflazione. E vuole ridurre l’indebitamento. E vuole aiutare gli egiziani poveri aumentando del 2% le tasse. Avrà bisogno anche lui di denaro. E magari, guarda un po’, si tratterà proprio di dollari...

Sfratti per morosità In 5 anni il 64% in più

© RIPRODUZIONE RISERVATA

È boom di sfratti nell’Italia in crisi. Quasi 56 mila famiglie nel 2011 hanno infatti avuto un provvedimento di sfratto per morosità. Il dato è in linea con la situazione del 2010 ma negli ultimi 5 anni, cioè da prima della crisi a oggi, gli sfratti per colpa della morosità sono aumentati del 64%. La città con più casi di questo genere è Roma: nel 2011, secondo i dati del ministero degli Interni, sono stati eseguiti 4.678 provvedimenti. Cifre pesanti si registrano anche a Torino (2.523), Napoli (1.557 e 1.255 nel resto della provincia), Milano (1.115 nel capoluogo ma ben 3.244 nel resto della provincia).


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ALTRI MONDI

NON SOLO FORMIGONI

Sanità in Lombardia: ci sono altri indagati Si allarga l’inchiesta sulla sanità lombarda della Procura di Milano nella quale è indagato per concorso in corruzione e

finanziamento illecito Roberto Formigoni (che ieri, però, ha ribadito di «non aver ricevuto avvisi di garanzia»). Con lui dovrebbero essere indagati per corruzione il d.g. dell’assessorato alla Sanità Carlo Lucchina, il faccendiere Pierangelo Daccò e l’ex assessore Antonio Simone.

UN 40ENNE SUL TANARO

Salva i figli nel fiume poi sparisce in acqua Tragedia ad Antignano d’Asti: un 40enne albanese è scomparso nel fiume Tanaro dopo avere salvato i figli dall’an

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negamento. L’uomo stava trascorrendo la domenica con la moglie e i figli di sei e otto anni. I piccoli sono caduti in acqua e il papà si è subito tuffato: li ha recuperati e portati a riva, poi è scivolato ed è stato trasportato via dalla corrente. Il corpo non è ancora stato ritrovato.

A tutta Prada detta le regole: Salute mischiare i colori si può LO SHOW A BOLOGNA

DI MABEL BOCCHI

Alle sfilate di Milano dominano le tinte forti. Da Bikkembergs l’uomo è iper tecnologico e Moncler si ispira al look dei velisti FABRIZIO SCLAVI MILANO

ai piedi stile e dettagli...

Miuccia Prada lancia la nuova collezione estate 2013. Nel «bianco totale» è in scena un esercizio di stile dove tutto il superfluo è cancellato e il rigore diventa il tema principale. Giacche, abiti, trench e camicie sembrano tagliati direttamente sul corpo degli uomini, il mix dei colori è l’unica licenza accettata. Rigore anche per i colori scelti: decisi, forti ma non accesi. Il marrone abbinato a righe blu, il rosso rubino al beige, il grigio all’azzurro oltremare. Le camicie sono di due colori, come sono di due colori complementari anche i pantaloni. Nel «quadrato» di Prada: tutti insieme, uomini e donne, indossano lo stesso tipo di moda, lo stesso atteggiamento sicuro, tutti simili ma ognuno con possibilità di poter mostrare la propria personalità D’avanguardia Da Dirk Bikkem-

bergs tanti uomini che sembrano venuti dallo spazio, con corazze di tessuti trapuntati, scarpe «segnaletiche» e copripantaloni fluorescenti. La tecnologia più avanzata per supportare un’idea stilistica d’avanguardia. Giacche, shorts, cabannes per tutti gli uomini che vogliono farsi notare anche per la loro fisicità, e la mostrano attraverso la trasparenza dei capi indossati e le giacche che sembrano gusci di alluminio. Ecco poi Siviglia dove lo sport diventa couture, con quell’energia che un uomo trae dalle sfide: i riferimenti agli sport servono per

Tod’s Realizzate a mano, classiche con brio e in vari colori: per una pennellata di ottimismo

Cesare Paciotti Le scarpe-pantofole «Oblò» in morbida nappa rivestite con una corazza a fori circolari Un modello di Bikkembergs ANSA

Trussardi torna alla tradizione E da Alessandrini le lavorazioni sono artigianali

La passerella di Prada ANSA

sentirsi più sicuri. Da Moncler Gamme Bleu, invece, fanno spettacolo i ballerini di tip tap che portano a Milano una ventata di Hollywood. E poi, trasparenze, sartorialità e riferimenti agli appassionati della barca a vela, tutto in una cornice di bandierine che parlano nel gergo marinaro. Tutti al mare Entriamo nel giardino incantato di Trussardi, quasi un giardino di famiglia dove tutti gli amici sono pronti per andare al mare. Tutti uniti dallo stesso gusto elegante e ita-

liano, ispirazione ai capi più significativi della storia del brand, come il blouson rivisto in nappa che sembra carta. Torna inoltre in pista il logo ovale con il levriero. Un attimo di serenità e self confidence da Daniele Alessandrini che presenta un mix di materiali e lavorazioni che sembrano venire dai telai a mano: i capi sono come prove di tessuti, un campionario di disinvolta ricercatezza. Colori naturali, piccole stampe, trecce, righe, stuoie, mescolati con preciso senso creativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA STORIA LA PICCOLA È STATA RIPORTATA ALLA LUCE DOPO 86 ORE: TROPPO TARDI

IN ARRIVO CARONTE

È morta Mahi, la bimba caduta nel pozzo in India

Temperature giù Ma il grande caldo torna nel weekend

La morte della piccola Mahi, la bimba indiana di 5 anni caduta mercoledì, il giorno del suo compleanno, in un pozzo a Manesar, non lontano da Nuova Delhi, mentre giocava con gli amichetti, è avvenuta in diretta tv. Il caso ricorda quello di Alfredino Rampi, il bimbo che 31 anni fa tenne col fiato sospeso l’Italia e il mondo interno. Così ieri, dopo 86 ore, il corpicino di Mahi è stato estratto dal pozzo profondo 25 metri, attraverso un tunnel parallelo. Ma non c’è stato nulla da fare. Per qualche decina di minuti milioni di persone hanno sperato nel miracolo. Che però non c’è stato, come nel caso di Alfredino, 6 anni, caduto in un pozzo a Vermicino (tra Roma e Frascati) nel 1981. I medici hanno detto che Mahi è arrivata già morta. L’autopsia ha chiarito che se il tunnel fosse stato scavato più rapidamente la piccola non avrebbe comunque avuto speranze: «Era in decomposi-

Un gruppo di soccorritori al lavoro per estrarre Mahi dal pozzo ANSA

zione: è morta lo stesso giorno o quello dopo l’incidente». Non sono mancate le polemiche sui soccorsi: i genitori (la mamma Sonia e il papà Neeray) hanno dato la colpa agli amministratori della città: «Hanno cominciato a riflettere sul da farsi soltanto la mattina dopo». s.an.

La piccola Mahi: aveva 5 anni ANSA

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Tutto come previsto: dopo i nubifragi di sabato che hanno colpito in particolare il Veneto, anche ieri le tempe rature sono leggermente cala te. Così, tra oggi e domani, l’anticiclone subtropicale Scipione che ha infuocato l’Italia lascerà definitivamente centro e sud. Attenzione, però, perché tra venerdì e sabato arriverà Caronte, il secondo, e ancora più robusto, anticiclo ne subtropicale che soffierà fino al 9 luglio aria molto calda dall’entroterra algerino verso tutta l’Italia. Si raggiungeranno facilmente i 40˚ al sud, i 37 a Roma, Firenze e Bologna. E, intanto, il gran caldo sta riu scendo a «squagliare» pure il Polo Nord: su Canada orientale, Alaska e Siberia si registrano temperature anomale, fino agli 8 10 gradi. Negli ultimi 10 giorni i ghiacci artici si stanno fondendo ad un ritmo 5 volte superiore al normale: a fine estate potrebbero raggiungere la minima estensione di sempre.

Lo studio americano S Stasera sold out con i big emiliani Tutto esaurito stasera allo stadio Dall’Ara di Bologna al Concerto per l’Emilia, lo show per raccogliere fondi in favore delle popolazioni colpite dal terremoto (che andrà in diretta su Rai 1). La conferma è arrivata via Twitter da Luca Carboni, uno degli artisti che saliranno sul palco: «Esaurito il Dall’Ara! 40000!!! Grazie a tutti!!!». Ci saranno tanti big della musica emiliano-romagnola, che hanno risposto all’appello del leader dei Nomadi Beppe Carletti: Guccini, Ligabue (nella foto), Laura Pausini, Zucchero, Cesare Cremonini, Gianni Morandi, Caterina Caselli, Nek. E ci sarà anche Giuliano Razzoli, campione olimpico di slalom: «Porterò la mia solidarietà come sportivo»

Allergia al cibo: in città i ragazzi soffrono di più I ragazzini che abitano in città, rispetto ai coetanei di campagna, hanno più probabilità di soffrire di allergie al cibo: il problema riguarda quasi un bambino su dieci nelle aree urbane, più di sei su 100 in quelle rurali. Una differenza più che doppia nel caso di alimenti come noccioline, molluschi e crostacei. A calcolarlo uno studio americano su 38.465 under 18 pubblicato sulla rivista «Clinical Pediatrics». In pratica, a una maggiore densità di popolazione corrisponde una maggiore probabilità di allergie alimentari. Trend simili sono stati osservati anche per condizioni correlate come l’asma, l’eczema, la rinite allergica e la congiuntivite.

In ufficio aumenta lo stress

L’open space al lavoro rende meno produttivi Gli uffici open space abbassano la produttivi tà e fanno male alla salute. Lo rivela uno studio del «Berkeley’s Center for the Built Environment», che ha coinvolto 65mila lavoratori di tutti e 5 i continen ti: lo spazio condiviso, anziché rafforzare lo spirito di collaborazione, contribuisce solo ad abbassare la concentrazione e innalzare lo stress. Sul banco degli imputati il brusio che genera fastidio e distrazione, e la mancanza di privacy, che obbliga ad allontanarsi dal posto per poter fare una conversazione riserva ta. L’interazione auspicata è inesistente e le comuni cazioni avvengono il più delle volte, anche tra «compagni di banco», attraverso sms oppure mail.

DOPO LA MATURITÀ LA BIVONE AL TALENT

L’ambiziosa Miss Italia fa i provini di X Factor

Stefania Bivone e i giudici di X Factor LAPRESSE Determinata a realizzare i propri sogni. Uno dopo l’altro. Così Stefania Bivone, la Miss Italia in carica, ha scelto di partecipare alle selezioni di X Factor e si è presentata alle audizioni al Teatro Nazionale di Milano. «Mi piace cantare da quando sono una bambina — ha detto la 19enne calabrese — appena terminerà l’anno da Miss mi dedicherò con impegno alla musica perché vorrei fosse questa la mia carriera». Chissà che cosa ne pensano i 4 giudici del talent di Sky Uno, Morgan, Arisa, Elio e Simona Ventura. Di sicuro la concorrenza sarà spietata, visto che ai casting si sono presentati in oltre 60 mila. Stefania ha trovato il tempo di dedicarsi alla musica nonostante il periodo impegnativo: in questi giorni è alle prese con la Maturità al Liceo scientifico Pizu di Palmi. Instancabile.


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LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

55

ALTRI MONDI Oroscopo

21/3 - 20/4

21/4 - 20/5

21/5 - 21/6

22/12 - 20/1

22/6 - 22/7

23/7 - 23/8

LE PAGELLE

Ariete 6+

Toro 7,5

Gemelli 5,5

Capricorno 8

Cancro 7

Leone 6,5

DI ANTONIO CAPITANI

L’operosità e la cura del particolare vi giovano. E vi fanno suscitare interesse. Pure suino. Il lavoro comunque vi rende un cicinìn idrofobi.

La Luna è super, il vostro umore migliora, voi create e lavorate con successo. L’ardor suino sovrasta la poesia del cuor, ma va bene.

La giornata è una mezza palla. Per lavoro, amore, famiglia e pancia in disordine. E manco si fornica. Ussignùr, state su: migliorerà.

Giornata piena di stimoli ottimi, per lavoro, soldi, ferie. Un colloquio riesce bene, i vostri punti simpatia (anche suina) aumentano. Uau.

Con i ritmi che si fanno placidi, vi è facile lavorare con profitto e quagliare in tutto. Il còr però s’accascia, il sudombelico s’arrangia.

24/8 - 22/9

23/9 - 22/10

23/10 - 22/11

23/11 - 21/12

IL MIGLIORE Le idee di tutti voi sono geniali. E magari aprono la pista a un nuovo, fortunato corso di vita. Sudombelico estatico, charme magnetico.

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Vergine 7,5

Bilancia 6,5

Scorpione 7+

Sagittario 6-

Acquario 6,5

Pesci 5,5

Non lasciate insfighire da niente e spendete cum grano salis soldi e parole. La fiducia in voi stessi è concausa di successo, pure suino.

Giornata con lo zebedeo a strascico. Vostro e di chi dovrà sopportarvi. State su, proponete, non rinunciate. E se non si fornica, pazienza.

Consensi e fortuna vi risarciscono delle eventuali amarezze. E ogni iniziativa parte col piede giusto. Un alone fascinososuino v’avvolge.

Tutto procede per il verso giusto. Grazie anche al sostegno di amici e clienti. L’attività fisica riequilibra il fisico, il sex lo tonifica.

Porte si chiudono, portoni si aprono, le vostre energie crescono. E, tutto sommato, un po’ di solitudo, oggi, giova. Ma c’è carenza suina.

ALEX SCHWAZER

Potreste sbavar aggressività come i mastini. Smettetela e sfoderate un po’ di faccia di glutei: vi converrà. Amore e sex peggio del Mibtel.

L’atleta azzurro è nato a Vipiteno (Bolzano) il 26 dicembre 1984. Oro ai Giochi di Pechino 2008, è fidanzato con Carolina Kostner

Gazzetta.it

Televisioni in chiaro 10.50 RICETTE DI FAMIGLIA 11.30 TG4 - TELEGIORNALE 12.00 CUORE CONTRO CUORE 12.55 DISTRETTO DI POLIZIA 13.50 FORUM 15.10 TELEFILM 17.00 COMMISSARIO... 18.55 TG4 - TELEGIORNALE 19.35 RICETTE DI SERA 19.45 TEMPESTA D'AMORE 20.30 LA SIGNORA IN... 21.10 IL PATRIOTA Film 0.20 CINEMA D'ESTATE 0.25 CARNERATHE WALKING MOUNTAIN 0.45 TG4 NIGHT NEWS

7.30 9.45 11.10 12.30

RAITRE

7.35 RAI PARLAMENTO 10.10 UNOMATTINA 12.00 LA PROVA DEL CUOCO 13.30 TG1 14.10 VERDETTO FINALE 15.15 UN CASO D'AMORE 17.00 TG1 17.15 HEARTLAND 18.00 IL COMMISSARIO REX 18.50 REAZIONE A CATENA 20.00 TG1 20.30 AFFARI TUOI 21.20 CONCERTO PER L'EMILIA 23.55 UN'ESTATE ITALIANA 1.00 TG1 - NOTTE 1.30 CHE TEMPO FA 1.35 SOTTOVOCE 2.05 RAI EDUCATIONAL

7.30 CARTONI ANIMATI 10.20 LA COMPLICATA VITA DI CHRISTINE 10.40 TG2 11.25 TELEFILM 13.00 TG2 13.50 MEDICINA 33 14.45 SENZA TRACCIA 16.15 TELEFILM 18.15 TG2 18.45 COLD CASE 19.35 GHOST WHISPERER 20.30 TG2 21.05 SQUADRA SPECIALE COBRA 11 23.30 TG2 23.45 MATRIMONI E ALTRI DISASTRI 1.15 RAI PARLAMENTO TELEGIORNALE

8.00 10.10 11.15 12.00 12.45 14.00 15.00 17.25 19.00 20.00

Film sul Digitale Terrestre

Lo Sport in chiaro, sul satellite e sul digitale terrestre

PREMIUM

IN DIRETTA

13.55 DRIVE ANGRY PREMIUM CINEMA 15.45 UNA CELLA IN DUE PREMIUM CINEMA 17.15 FOURSOME MYA 17.25 FACCIO UN SALTO ALL'AVANA PREMIUM CINEMA 19.05 SCREAM 2 PREMIUM CINEMA 21.15 ZODIAC JOI 21.15 SCREAM 4 PREMIUM CINEMA 23.15 CAPPUCCETTO ROSSO SANGUE PREMIUM CINEMA 1.05 DUE MARITI PER UN MATRIMONIO PREMIUM CINEMA

CALCIO 12.00 MANCHESTER CITY VASCO DA GAMA

22.55 23.00 23.35

Lion City Cup U15 SportItalia

BASEBALL 2.00

SOUTH CAROLINA ARIZONA NCAA College World Series ESPN America

BILIARDO 8.30

SNOOKER Wuxi Classic Da Wuxi, Cina Eurosport 2

20.00 20.30 21.10 0.15 1.15 2.00 2.45 3.40

14.00 WIMBLEDON Sky Sport 3 e Sky Sport Extra

SKY SPORT 1 11.00 CALCIO: DINAMO ZAGABRIA LIONE

16

31

ANCONA

20

29

AOSTA

18

25

BARI

22

32

BOLOGNA

20

32

min max

CIELO

VENTI

CAGLIARI

20

32

Sole

Deboli

CAMPOBASSO

20

30

Moderati

CATANIA

18

30

FIRENZE

17

31

Test Match

Da Franciacorta

20.00 AUTOMOBILISMO: INDYCAR IOWA 23.30 RUGBY: ALL BLACKS IRLANDA Test Match

SKY SPORT 2 Wimbledon 2011

Trento

20 30

18 29

Milano

Venezia

21 30

Perugia

18 31

17 31

27

MILANO

20

28

ROMA

NAPOLI

13

33

17 34

PERUGIA

13

30

POTENZA

18

29

Agitati

Nebbia

Il sole oggi MILANO

ROMA

REGGIO CALABRIA

24

33

ROMA

20

34

TORINO

21

28

TRENTO

18

28

Sorge

Tramonta

Sorge

Tramonta

TRIESTE

5:35

21:15

5:35

20:49

23

30

VENEZIA

20

30

Martina Grimaldi (nella foto) è stata argento ai mondiali di nuoto di fondo, 10 Km: le sue aspettative per Londra nel video

Euro 2012.

17.00 RUGBY: ITALIA - FIGI Mondiale U20

Euro 2012

IL BLOG

20.00 RUGBY: SUD AFRICA NUOVA ZELANDA

16.45 CALCIO: GERMANIA GRECIA

Scopri i segreti della rinascita del River Plate

Mondiale U20

18.45 BILIARDO: SNOOKER

22.00 TIRO A VOLO: 2° GRAN PREMIO

Dopo un anno in B il glorioso club di Buenos Aires torna in A guidato da Matias Almeyda e con i gol di Trezeguet

Skeet maschile

23.30 TIRO A VOLO: 2° GRAN PREMIO

Euro 2012

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Skeet femminile

Domani

Dopodomani

In Sicilia, in Sardegna e sul meridione nuovamente assenza di precipitazioni e cielo sereno o poco nuvoloso. Al Centro e al Nord molto sole ma anche dei rovesci o temporali più probabilmente sui rilievi e durante il pomeriggio.

Cielo sereno o poco nuvoloso con valori termici prossimi alle medie tipiche della seconda metà di giugno. Solo sulle Dolomiti ci sarà qualche pioggia durante le ore pomeridiane, associata alla formazione di nubi cumuliformi sparse.

Ancona

Firenze

27

Mossi

Martina Grimaldi e i suoi sogni per Londra 2012

22 34

18 25

17

Neve

IL VIDEO

Bologna Genova

23

31

Alonso è in testa al Mondiale di Formula 1, dopo l’esaltante successo a Valencia: chi è il rivale più pericoloso?

19 30

L'AQUILA

21

Alonso in vetta: qual è il rivale più pericoloso?

20 32

GENOVA

PALERMO

13.05 CALCIO: INGHILTERRA ITALIA

Al Nord zone di sereno si alterneranno a qualche rovescio o temporale più probabile su Alpi e Prealpi e durante il pomeriggio. Altrove invece cielo sereno o poco nuvoloso, solo a tratti Trieste parzialmente nuvoloso ma senza precipitazioni.

Molto forti

Calmi

TENNIS: WTA EASTBOURNE 10.30 CALCIO: SPAGNA FRANCIA 9.45

Oggi

Torino

23.45 23.50 23.55 24.00 1.50

TG LA7 COFFEE BREAK TI CI PORTO IO I MENÙ DI BENEDETTA TG LA7 EXODUS L’ISPETTORE BARNABY I MENÙ DI... CUOCHI E FIAMME TG LA7 OTTO E MEZZO CON... L’INFEDELE Attualità TG LA7 TG LA7 SPORT MOVIE FLASH HALIFAX OTTO E MEZZO

RAI SPORT 1

23.25 CALCIO: INGHILTERRA ITALIA

22.00 TENNIS: WIMBLEDON

Test Match

18 27

18.00 18.55 20.00 20.30 21.10

IL SONDAGGIO

EUROSPORT

Wuxi Classic Da Wuxi, Cina

09.35 TENNIS: NADAL DJOKOVIC

11.30 RUGBY: AUSTRALIA GALLES

Aosta

13.30 14.10 16.10

Euro 2012

Coperto

Temporali

AUTOMOBILISMO: TROFEO 500 ABARTH

8.00

Forti

MARI

23.00 0.50 1.45 2.40

17.00 RUGBY: ALL BLACKS IRLANDA

Rovesci

Pioggia

16.45 17.10 17.35 18.30 19.00 19.25 21.10

SKY SPORT 3

15.00 CALCIO: FAN CLUB MILAN 15.30 CALCIO: FAN CLUB ROMA

ALGHERO

CARTONI ANIMATI DAWSON'S CREEK STUDIO APERTO CARTONI ANIMATI GOSSIP GIRL LE COSE CHE AMO DI TE MAMMONI - SHORT FRIENDS MERCANTE IN FIERA STUDIO APERTO STUDIO SPORT C.S.I. NEW YORK GREY'S ANATOMY Telefilm ROOKIE BLUE NIP/TUCK SAVING GRACE STUDIO APERTO LA GIORNATA

8.40 10.30 12.25 13.40 15.00 15.55

Serie A

Champions League

Ieri

TG5 - MATTINA FINALMENTE SOLI ESTATE DI GEORGE TG511.00 FORUM TG5 SOAP POMERIGGIO CINQUE UN UOMO DA... IL BRACCIO E LA MENTE TG5 VELINE CIAO DARWIN 5 Show DAMAGES TG5 - NOTTE VELINE QUAI N. 1 QUAI N. 1

16.00 CALCIO: FAN CLUB INTER 16.30 CALCIO: FAN CLUB LAZIO 17.00 CALCIO: FAN CLUB NAPOLI 17.30 CALCIO: FAN CLUB JUVENTUS 21.05 CALCIO: FIORENTINA JUVENTUS

TENNIS

A CURA DI

Nuvolo

13.00 13.40 14.45 16.50 18.45

Wuxi Classic Da Wuxi, Cina Eurosport

GazzaMeteo

Legenda

8.00 8.35 9.05 10.29

13.30 SNOOKER

Lion City Cup U15 SportItalia

14.45 SINGAPORE U16 PORTO

AGORÀ RAI 150 ANNI AGENTE PEPPER TG3 TELEFILM TGR - TG3 TELEFILM GEOMAGAZINE 2012 TG3 - TGR RAI SPORT STADIO EUROPA BLOB UN POSTO AL SOLE THE QUEEN LA REGINA Film TG REGIONE TG3 LINEA NOTTE ESTATE PAESAGGI CON FIGURE VIAGGIO

ITALIA 1

LA 7

RAIDUE

20.25 20.35 21.05

CANALE 5

RETE 4

RAIUNO

24 30

L’Aquila 13 27

Campobasso

Bari

17 30

21 33

Napoli

Potenza

18 33

15 28

Cagliari

Catanzaro

22 30

20 31

Palermo

Reggio Calabria 22 34

19 33

Catania 23 30

Il sole domani MILANO

La luna ROMA

Sorge

Tramonta

Sorge

Tramonta

5:35

21:15

5:35

20:49

Nuova Primo quarto Piena Ultimo quarto

19 giu.

26 giu.

4 lug.

11 lug.


56

LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

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FINANCE Garanzia 7 anni/150.000 Km escluso parti e/o componenti che hanno un limite naturale legato alla loro deperibilità temporale come: batterie (2 anni), sistemi audio, navigazione e intrattenimento audio/video (3 anni) e la verniciatura (5 anni). Dettagli e condizioni su www.kia.it e nelle concessionarie. Venga: consumo combinato (l x 100 km) da 4,5 a 6,5 - emissioni CO2 (g/km) da 119 a 154. Picanto: consumo combinato (l x 100 km) da 4,2 a 4,4 - emissioni CO2 (g/km) da 99 a 103. Annuncio pubblicitario con finalità promozionale. Esempio rappresentativo di finanziamento: *Kia Venga 1.4 CVVT LX EASY: Prezzo promozionale (al netto dell’incentivo KIA) € 12.550. I.P.T. e contributo Pneumatici Fuori Uso (PFU) ex DM n.82/2011 esclusi; anticipo € 0; Importo Finanziato € 13.428,25 in 84 mesi con prima rata dopo 6 mesi dall’erogazione del finanziamento (compresa, nell’esempio, spese di istruttoria e polizza Credit Life facoltativa); importo totale dovuto dal consumatore € 17.975,57; ammontare delle singole 84 rate mensili € 211; tasso di interesse – TAN 7,31% (tasso fisso) Tasso annuo effettivo globale – TAEG 8,69% (tasso fisso); spese comprese nel costo totale del credito: interessi € 4.295,75, istruttoria € 300, spese incasso rate € 2,50 cad a mezzo rid, produzione e invio lettera conferma contratto € 1,00; comunicazioni periodiche € 1,00 cad (almeno una volta l’anno); imposta di bollo/sostitutiva € 33,57. **Kia Picanto 1.0 EASY: Prezzo promozionale (al netto dell’incentivo KIA) € 8.000. I.P.T. e contributo Pneumatici Fuori Uso (PFU) ex DM n.82/2011 esclusi; anticipo € 0; Importo Finanziato € 8.673,50 in 84 mesi con prima rata dopo 6 mesi dall’erogazione del finanziamento (compresa, nell’esempio, spese di istruttoria e polizza Credit Life facoltativa); importo totale dovuto dal consumatore € 11.663,68; ammontare delle singole 84 rate mensili € 136; tasso di interesse – TAN 7,25% (tasso fisso) Tasso annuo effettivo globale – TAEG 9,23% (tasso fisso); spese comprese nel costo totale del credito: interessi € 2.750,50, istruttoria € 300, spese incasso rate € 2,50 cad a mezzo rid, produzione e invio lettera conferma contratto € 1,00; comunicazioni periodiche € 1,00 cad (almeno una volta l’anno); imposta di bollo/sostitutiva € 21,68. Non è necessario sottoscrivere contratti relativi a uno o più servizi accessori connessi con il contratto di credito (ad esempio una polizza assicurativa), questi contratti, se proposti al cliente, sono facoltativi. Offerta valida dal 25/06/2012 al 31/07/2012. Condizioni contrattuali ed economiche nelle “Informazioni europee di base sul credito ai consumatori” disponibili presso i Concessionari. Salvo approvazione di Santander Consumer Bank. Nel finanziamento sono compresi, senza oneri per il cliente, 3 anni di assicurazione Furto/Incendio (Vamos Auto - contratto di assicurazione Furto e Incendio danno totale – durata della copertura pari a 3 anni, compagnia assicurativa: Allianz S.p.A.). Creditor Protection Insurance (Polizza Credit Life - contratto di assicurazione vita, inabilità totale temporanea e permanente, perdita d’impiego – durata della copertura pari a quella del finanziamento, compagnie assicurative: Santander Insurance Life Ltd e Santander Insurance Europe Ltd, premio: €578,25 per finanziamento Venga - €373,50 per finanziamento Picanto (facoltativa e perciò non inclusa nel Taeg). Prima della sottoscrizione delle suddette coperture assicurative leggere i fascicoli informativi disponibili sul sito internet www. santanderconsumer.it e consultabili presso le filiali Santander Consumer Bank e i concessionari auto.Le foto inserite sono a titolo di riferimento.


Il tempio dell’erba Fascino e tradizione, riti e campioni immortali: oggi scatta la 126ª edizione del torneo più prestigioso

WIMBLEDON2012 Speciale La Gazzetta dello Sport

Rafael Nadal «Per vincere devo essere un po’ pazzo» Ha dominato sulla terra e adesso vuole tornare a primeggiare dopo la finale dell’anno scorso persa con Djokovic: «Mi aiuteranno aggressività e servizio» Rafael Nadal, 26 anni, ha conquistato 11 tornei dello Slam, con due Wimbledon: nel 2008 battendo Federer e nel 2010 battendo Berdych

DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci LONDRA

Anche l’anno scorso Nadal aveva vinto il Roland Garros, ma stavolta arriva a Wimbledon ancor più forte, dopo aver debellato, con tre finali di fila (dopo sette k.o.) la rivalità con Novak Djokovic. Rafa, qual è la differenza fondamentale rispetto a 12 mesi fa?

«Credo che sto giocando in modo più aggressivo e questo mi fa sentire bene. Sono molto contento di come mi stanno andando le cose, soprattutto da qualche mese, sulla terra, ma anche dall’inizio della stagione. Però, se dicessi che vengo a Wimbledon per vincere un altro titolo sarei arrogante e pazzo. Penso solo ai prossimi allenamenti per arrivare nelle condizioni giuste, e vincere un altro match. E’ l’obiettivo, come sempre, ma

ogni ora sull’erba mi aiuta».

piace qua sopra».

Qual è il problema maggiore nel passaggio da terra a erba?

Però Wimbledon è il secondo Slam più vincente per Nadal, magari le ricorda la sua grande passione, il calcio.

«Correre e colpire la palla cambiano drasticamente. Il rimbalzo è diverso e bisogna muoversi di conseguenza: per star sempre bassi, si adoperano muscoli che in genere si usano meno e, dopo aver portato il colpo, bisogna accompagnarlo fino in fondo. La cosa fondamentale è giocare con la superficie, non contro, adattarsi, senza stravolgere il proprio gioco con qualcosa di assurdo, perché uno è forte con le sue caratteristiche. Da un paio d’anni, sull’erba, ho fatto movimenti e scelte di gioco giusti: i migliori punti li faccio quando gioco molto regolare col servizio». Lei dice che Federer si adatta prima di lei all’erba.

«Roger è il giocatore che più mi

«Giocavo ala sinistra, sempre mancino... A tennis, mi è subito piaciuto giocare sull’erba, sin dalla prima volta che sono venuto, da junior, nel 2002, ho subito amato questo posto e questa superficie. Ma questo non vuol dire che mi sento più comodo che sulla terra. Qua sopra il gioco è bello da vedere, soprattutto se non hai contro un gran battitore...». Però anche Nadal ha fatto grandi progressi al servizio, e per un mancino è un bell’aiuto.

«E’ un colpo fondamentale, qua sopra, il rimbalzo della palla si perde e bisogna giocare più piatto. Ma certo lo slice, da sini-

più pericolosi, qui a Wimbledon?

stra, per un mancino, è efficace. A proposito: a tennis, mi è sempre venuto naturale giocare di sinistro, anche se sono destro, perciò, non è stato un cambiamento voluto, ma naturale». Naturale come la rivalità Nadal-Djokovic.

«Federer, Djokovic... Mi sento molto fortunato di fare parte di queste rivalità. Dà motivazioni speciali al mio gioco e mi fa migliorare». Federer, Nadal, Djokovic, e poi, quali sono gli avversari

«Il livello di Ferrer è sempre più alto, di anno in anno, Berdych sa che vuol dire giocare qui una finale, Tsonga ha fatto semifinale l’anno scorso, Raonic, con quel servizio, se non giochi una palla da fondo sei nei guai. Con l’erba, non c’è un avversario facile. Qua sopra, è tutto un po’ più pazzo: magari giochi due punti cattivi al momento sbagliato e perdi un set, non hai il tempo di recuperare». Questo è il fascino di Wimbledon: un torneo unico anche per Nadal?

«E’ il torneo più importante, da sempre, quello che sempre avrei voluto vincere. Infatti, riuscirci, è stato il mio sogno più bello. Della finale del 2008, contro Federer, ricordo ogni punto: una partita speciale, una delle più importanti della mia carriera». Festeggiò con le famose fragole con la panna?

«Mi piacciono, ma le preferisco al naturale». © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

TENNIS SPECIALE WIMBLEDON 2012

4

ERBA I TORNEI

Uomini 2011 Halle (Ger, 750.000 e): Kohlschreiber (Ger) b. Petzschner (Ger) 7-6 2-0 rit. Queen’s (Ing, 694.250 e): Murray (Gb) b. Tsonga (Fra) 3-6 7-6 6-4. Eastbourne (Ing, 462.675 e): SEPPI b. Tipsarevic (Ser) 7-6 3-6 5-3 rit. ’s-Hertogenbosch (Ola, 450.000 e): Tursunov (Rus) b. Dodig (Cro) 6-3 6-2. Wimbledon (Ing, 8.200.000 e): Djokovic (Ser) b. Nadal (Spa) 6-4 6-1 1-6 6-3. Newport (Usa, 350.000 e): Isner (Usa) b. O. Rochus (Bel) 6-3 7-6. 2012 Halle (Ger, 750.000 e): Haas (Ger) b. Federer (Svi) 7-6 6-4. Queen’s (Ing, 711.550 e): Cilic (Cro) b. Nalbandian (Arg) 6-7 4-3 squal. ’s-Hertogenbosch (Ola, 450.000 e): Ferrer (Spa) b. Petzschner (Ger) 6-3 6-4. Eastbourne (Ing, 455.700 e): Roddick (Usa) b. SEPPI (Ita) 6-3 6-2. Donne 2011 Birmingham (Ing, 220.000 e): Lisicki (Ger) b. Hantuchova (Svk) 6-3 6-2. Eastbourne (Ing, 490.000 e): Bartoli (Fra) b. Kvitova (Cec) 6-1 4-6 7-5. ’s-Hertogenbosch (Ola, 175.000 e): VINCI b. Dokic (Aus) 6-7 6-3 7-5. Wimbledon (Ing, 12.123.000 e): Kvitova (Cec) b. Sharapova (Rus) 6-3 6-4. 2012 Birmingham (Ing, 175.000 e): Oudin (Usa) b. Jankovic (Ser) 6-4 6-2. ’s-Hertogenbosch (Ola, 175.000 e): Petrova (Rus) b. U. Radwanska (Pol) 6-4 6-3. Eastbourne (Ing, 506.000 e): Paszek (Aut) b. Kerber (Ger) 5-7 6-3 7-5

«Non c’è ni magi e n co di te di più ques ti pra ti» Il cam pione in «Aver e vint carica è p r o qui è il mi onto a dife o più grand ndere la co e orgo r glio» ona:

DJOKOVI RICCARDO CRIVELLI twitter@RiccardoCrivel2

Niente erba, non sono inglese. Nella chiesa laica della liturgia tennistica sempre uguale a se stessa, Novak Djokovic non poteva certo modificare i riti che l’anno scorso gli hanno consentito di ottenere la benedizione che illumina una carriera. Così, come già successe nel 2011, Nole non ha giocato alcun torneo di preparazione sui prati prima di Wimbledon, preferendo concedersi qualche giorno di riposo dopo la finale di Parigi per poi trasferirsi subito a Londra una settimana prima del torneo. Delusione rientrata Del resto,

perché cambiare, se le scelte di dodici mesi fa sbocciarono nella magia del primo trionfo nel tempio e nell’approdo al numero uno in classifica? Nole sa di essere tornato a casa: «Non c’è niente di più magico

di quest’erba, Wimbledon non è un semplice torneo, è uno degli eventi più prestigiosi dello sport e per me vincere qui è la cosa che mi ha reso più orgoglioso». Oggi uscirà dal tunnel che conduce i giocatori sul Centrale con l’aura del campione in carica, che rende più lieve il peso della conferma. E anche Parigi, con la sconfitta contro Nadal spalmata su due giorni, è un’ombra ormai dissolta: «La delusione è alle mie spalle, anzi è durata davvero poche ore, perché già il giorno dopo mi sono svegliato contento: avevo giocato per la prima volta una finale al Roland Garros, quindi avevo fatto un altro passo avanti». Irripetibile E’ dall’inizio dell’anno, d’altronde, che Djokovic rigetta i confronti con la favolosa stagione scorsa, che per una lunga parte del cammino lo ha fatto sembrare imbattibile: «Ogni anno è diverso dall’altro, era impensabile che potessi ripetermi, è ovvio che vorrei

sempre vincere ma la cosa più importante è rimanere sempre ad altissimo livello». Le statistiche del 2012 dicono che il numero uno del mondo, posto che occupa da 52 settimane, cioè dal giorno del successo contro Rafa in finale sul prato più famoso del mondo, ha già perso sei partite, lo stesso numero dell’anno scorso: eppure l’epilogo parigino, la battaglia sotto la pioggia con il rinvio al lunedì, ha mostrato un Nole capace di giocare alla pari con Nadal sulla terra, cioè la superficie dove il grande rivale spesso è inavvicinabile per tutti.

Novak Djokovic, 25 anni, ha vinto cinque tornei dello Slam ed è numero uno dal 4 luglio 2011 REUTERS

Confidenza Per questo, il serbo affronta l’avventura londinese con il petto gonfio e non soltanto perché la Coppa per almeno due settimane resta ancora tra le sue mani: «L’erba mi piace molto, anche se in due settimane passi dalla superficie più lenta a quella più veloce e devi cambiare tutto, dai movimenti alla tattica. E’ la ragione per cui preferisco ar-

rivare a Wimbledon un po’ prima del torneo, per adattarmi con gradualità e senza stress. Tutto è andato bene, sono molto fiducioso». E non lo preoccupa neppure la possibilità di lasciare il numero uno: «Quando i tuoi avversari si chiamano Nadal o Federer, è ovvio che tu possa perdere la posizione. Ma troppi calcoli fanno smarrire la concentrazione, in fondo la classifica è solo una conseguenza dei risultati». Certo è che per il campione in carica il pensiero di una possibile rivincita sugli stessi prati, all’Olimpiade di fine luglio, appare quasi una bestemmia: «Non scherziamo, Wimbledon è Wimbledon, è la massima espressione del tennis, è l’evento più celebrato, non c’è nessun giocatore che possa pensare di venire qui solo per prepararsi per i Giochi. Wimbledon non può essere la vigilia di niente». Ma per lui può diventare il luogo di un’altra pagina di storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL DOMINATORE DEL DECENNIO DOPO TRE ANNI, LO SVIZZERO CERCA UN NUOVO ACUTO 2003 quando Federer conquista il primo Slam battendo l’australiano Philippoussis. Da allora e fino alla finale del 2008, lo svizzero è capace di vincere 40 match consecutivi, uno in meno di quanto fatto da Borg tra il 1976 e il 1981. La finale persa 9-7 al quinto nel 2008 contro Nadal è una pagina di storia che ha infiammato la rivalità tra il maiorchino e lo svizzero, come pure la finale dell’anno dopo vinta da Federer su Roddick per 16-14 al quinto (50 gli ace messi a segno dallo svizzero), con Sampras nel Royal Box a festeggiare il 15˚ Slam del campione di Basilea. La grande magia di Wimbledon.

Federer gioca nel suo giardino Nel mirino c’è l’idolo Sampras Roger a Londra ha vinto il primo Slam e adesso insegue i sette successi dell’americano

LUCA MARIANANTONI

Anche se non solleva la Coppa dal 2009, è impossibile non includere Roger Federer nel lotto dei favoritissimi, lui che di Wimbledon è stato uno dei re, con 6 vittorie, una in meno di Sampras. Le ultime due sconfitte, patite nei quarti del 2010 contro Berdych e del 2011 contro Tsonga, ne hanno offuscato l’invulnerabilità e lasciato l’amaro in bocca. Le criti-

che mosse all’ex numero uno del mondo riguardano l’atteggiamento fin troppo passivo su una superficie amica. Prima impresa La storia di Fede-

rer a Wimbledon inizia nel 1999 con la sconfitta patita al 1˚ turno contro il ceco Novak e sboccia lunedì 2 luglio 2001 quando, all’esordio sul Centre Court, fa fuori sua maestà Pete Sampras, reduce da 7 vittorie negli ultimi 8 anni. La consacrazione definitiva arriva nel

Il 6˚e ultimo successo di Federer a Wimbledon nel 2009

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LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

III

la ribalta

Appunti

di RINO TOMMASI

Fascino e leggenda E’ il torneo più ambito Dal gioco al rispetto del silenzio: la grande tradizione è intatta dal 1877

C

Novak Djokovic, 25 anni, è campione in carica: l’anno scorso, vincendo a Londra per la prima volta, diventò numero uno AFP

UN MUST LONDINESE

PORTAFORTUNA?

Fragole con panna

L’ananas sulla Coppa

Passano gli anni, ma non le tradizioni di Wimbledon. Le celeberrime «strawberries and cream» (fragole con panna) sono un must sull’erba londinese, da consumare sugli spalti (e non). Di media, durante il torneo, vengono consumati ben 28 mila kg di fragole e 7 mila litri di panna.

Il trofeo del singolare maschile è uno dei più antichi (1887) e riconoscibili. In cima c’è un’ananas, la cui spiegazione non è univoca. Per alcuni è simbolo di ospitalità, per altri rimanderebbe ad un’abitudine dei marinai inglesi, che attaccavano alla porta il frutto, una volta tornati dal mare.

Che match! Ora lo ricorda una targa

La Collina Megaschermo con il picnic

La pioggia Solo il Centrale non la teme

Sul campo 18 nel 2010 si è giocata la partita più lunga della storia del tennis, alla quale è stata dedicata anche una targa. Si tratta del match del 1˚ turno tra Isner e Mahut, durato più di 11 ore e prolungatosi per tre giorni. Si impone lo statunitense al 5˚ set (8h12m) per 70 68.

Sempre tanti gli spettatori che, privi del biglietto per accedere ai campi, si godono lo spettacolo (e il pranzo) sul maxischermo della famosa collina «Murray’s Mount» (più conosciuta però come «Henman’s Hill»), che si trova nel parco, proprio di fianco al campo numero 1.

Il tempo londinese, si sa, non è favorevole allo sport all’aperto. Ed è per questo che (eccezion fatta per il Centre Court, dotato di tetto), appena piove, gli addetti ai lavori corrono velocemente ai ripari e coprono la perfetta erba dei campi di Wimbledon con dei teloni.

Non è difficile capire perché Wimbledon rappresenti, non solo nell’ambito del tennis ma in quello più vasto dello sport, un evento unico. Lo rendono tale, nella stessa misura, il pubblico ed i protagonisti che insieme hanno costruito una leggenda che spesso ha accenti quasi religiosi e di grande fascino. Il tennis è molto cambiato da quando (1877) si è svolta la prima edizione di questo torneo ma l'anima del gioco appena contagiata ma mai corrotta dal denaro del professionismo ed alcune sue regole sono sempre rimaste le stesse. Non credo che ci sia un giocatore al mondo che, potendo scegliere, non sogni di vincere Wimbledon piuttosto che qualsiasi altro torneo. Wimbledon raccoglie i valori più importanti della tradizione sportiva inglese e li ha difesi anche se l'Inghilterra non ha più avuto dai tempi di Fred Perry, vincitore a Wimbledon dal 1934 al 1936, un grande campione. E’ interessante ricordare come nel 1968, quando i giocatori che avevano appena costituito una propria associazione hanno deciso di boicottare il torneo ritirando la propria iscrizione, Wimbledon ha battuto il record di presenze senza i giocatori più forti. Il volontariato degli addetti all'organizzazione, i raccattapalle reclutati nei migliori collegi di Londra, il rispetto della regola più antica del gioco, il silenzio, la copertura dei campi al primo accenno di pioggia, la sosta della domenica centrale (cancellata però quando sono arrivati i dollari della televisione americana), il Royal Box, il duca di Kent che stringe la mano ai raccattapalle. Tutto questo è Wimbledon ma il famoso Centre Court ha visto anche il miglior tennis del mondo.

Gazzetta.it

volée di rovescio

TUTTI I RISULTATI E LE STATISTICHE IN DIRETTA VIDEOPRESENTAZIONI, SINTESI E INTERVISTE

di PAOLO BERTOLUCCI

Slice e appoggi ma l’erba è diversa Meno volée, più risposta e tanti spostamenti laterali: è l’era Djokovic

LA SVOLTA TECNICA

Ivanisevic, quando una finale cambia la rotta L’ultima finale della storia di lunedì (era il 9 luglio 2001) premia il croato Goran Ivanisevic (wild card e n˚ 125 del mondo), che supera l’australiano Pat Rafter 6-3 3-6 6-3 2-6 9-7 in 3 ore e 2 minuti. E’ l'ultima finale di Wimbledon tra due interpreti del serve and volley e l’ultima giocata su un’erba così veloce. Ivanisevic aveva già perso due finali: quella altrettanto memorabile, del 1992 contro Agassi e quella del 1994 contro Pete Sampras. (c.len.) La diretta delle partite, le interviste, le foto più belle, gli highlights e i blog. Tutto il meglio di Wimbledon, terzo Slam della stagione, quello più affascinante e quello in cui il peso della storia e delle tradizioni sconfina nella leggenda, lo trovate sul nostro sito, ogni giorno e gratuitamente. Si comincia al mattino, con la videopresentazione della giornata, poi con l’inizio dei match gli appassionati avranno a disposizione tutti i risultati in tempo reale, le statistiche e la panoramica completa dei campi nella splendida grafica offerta dal torneo londinese. Con quindici tennisti italiani

al via, non mancheranno gli approfondimenti in chiave azzurra con interviste e commenti, mentre a fine giornata, grazie alle sintesi, sarà possibile rivedere il meglio del programma di gioco. Altre quattro clip quotidiane copriranno le interviste ai giocatori e alle giocatrici, tra i quali i primi tre del tabellone Djokovic, Nadal, Federer, Maria Sharapova, la campionessa in carica Kvitova e le sorelle Williams. Da non perdere anche le gallery fotografiche con gli scatti più curiosi dentro e fuori dal campo, mentre l’analisi dei temi e dei numeri più significativi si svilupperà sui blog Gazzetta «Breakpoint» e «Score».

ERBA PIU’ LENTA

NUMERO UNO IN GIOCO

La nuova miscela ha cambiato i rimbalzi

Tra Nole, Rafa e Roger lotta per il primato

(lu.mar) Non sapremo mai se a Wimbledon hanno deciso di rallentare l’erba per ridurre l’incidenza del servizio, o per la penuria di giocatori di serve and volley o addirittura per dare maggiori chance ai picchiatori da fondo e sposare la tesi che prevede superfici più uniformi. Per Eddie Seaward, giardiniere capo di Wimbledon da oltre venti anni, i campi non sono più lenti di prima; la miscela dell’erba è stata sì modificata (da 75% loglietto e 25% festuca a 100% di lolium perenne), ma quello che è cambiato è il rimbalzo che ora consente ai giocatori di colpire la palla non più all’altezza delle ginocchia ma molto più in alto.

(lu.mar) Wimbledon 2012 vale anche la prima posizione mondiale in ballo tra Novak Djokovic, re da 53 settimane consecutive e Rafael Nadal, superato dal serbo proprio all’indomani della finale del 2011, e Roger Federer, a una sola settimana dal record delle 286 trascorse al vertice da Pete Sampras. Novak Djokovic si riconfermerà al vertice se giunge in finale, oppure anche perdendo al primo turno a patto che né Federer, né Nadal vincano il titolo. Lo svizzero invece potrà tornare numero uno se vince il torneo, Nadal infine sarà numero uno se vince il torneo con Djokovic eliminato prima delle semifinali.

Wimbledon = erba, superficie infida, per molti indigesta, che costringe i giocatori a modificare gli appoggi, ad usare lo slice nel servizio, a contenere le aperture, ad incrementare i tagli sotto la palla. Adattarsi a nuove condizioni è l'imperativo richiesto al campione vero e l'albo d'oro del torneo è pieno di nomi illustri. L'ultimo tennista classico da serve and volley ad aver alzato il trofeo è stato nel 2001 Goran Ivanisevic. Da allora abbiamo capito che è inutile circoscrivere il problema parlando solo del talento e della predisposizione all'uno-due. La verità è che lo stile e l'età del vecchio giocatore erbivoro è fuori luogo nel gioco moderno. La buona attitudine nei pressi della rete non basta a portare indietro di qualche anno il calendario. Aiuta, certo ma non a sufficienza. Lo sport non rimane fermo. Sono incrementate le percentuali del servizio, ma al tempo stesso, le risposte, aiutate dall’allargamento dello sweet-spot, dal modificato taglio dell’erba e dal maggiorato diametro delle palle, spesso raggiungono l'obiettivo prefissato. Anziché puntare verso la rete si calpesta più a lungo la riga di fondo campo e il colpo al volo viene effettuato in regime di sicurezza. La dimensione del gioco è cambiata e gli spostamenti verticali hanno ceduto il passo in tante occasioni a quelle laterali. Sull’erba, anche i pochi che possiedono le opzioni e le alternative tattiche hanno scelto di limitare al massimo le sortite in avanti. Nadal e Djokovic, come tutti i giovani, portano novità e anche nel tempio della tradizione si è così assistito ad una rivoluzione tecnico-tattica. In attesa, magari, delle prossime generazioni e di ulteriori sostanziose modifiche al gioco sull’erba.


IV

LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

TENNIS SPECIALE WIMBLEDON 2012 DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci LONDRA

I problemi alla schiena, il mancato miracolo con coach Ivan Lendl e la prossima via crucis contro Karlovic, Dmitrov/Anderson, Raonic/Cilic, Del Potro/Ferrer distraggono Andy Murray dal tabù Wimbledon e dalla pressione dell’unico suddito di Sua Maestà che può emulare, dopo 76 anni, Fred Perry. Roland Garros-Wimbledon: terra-erba, come sta Murray?

«Ogni giorno meglio, speriamo di star bene martedì. Sarei voluto andare avanti, a Parigi, ma visto come mi sentivo è stato un buon torneo: ho perso nei quarti contro Ferrer, e così mi sono preso due giorni di vacanza, dopo 4 settimane senza sosta. Ne avevo proprio bisogno, anche per la schiena e per far fondo per l’erba: a Parigi ho avuto spesso la sensazione di chiudere gli scambi lunghi a bocca

Inglesi Da Perry e Wade le ultime gioie Henman e Taylor vicini alla gloria

FRED PERRY Quant’è lontano il re del ’36 Vince per la 3ª volta nel 1936. Da allora l’unico finalista britannico è Austin.

TIM HENMAN Quattro stop in semifinale Vanta quattro semifinali: nel 1998 e 1999, nel 2001 e nel 2002.

ROGER TAYLOR Bello e mancino, ma ... Vanta tre semifinali: la prima nel 1967, poi nel 1970 e nel 1973

VIRGINIA WADE Vinse nel ’77 per... la regina Vince l’edizione del centenario, nel 1977, davanti alla Regina Elisabetta II

Murray Il suddito più atteso e il tabù più grande «E’ il mio momento» I britannici aspettano il trionfo da 76 anni: «Sono maturato e accetto la sfida: ma quanto è difficile»


LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

aperta. L’erba mi aiuterà: la palla non arriva così alta e non c’è bisogno di tanta potenza». Dica la verità: a Wimbledon ci pensa tutto l’anno?

«Non ci penso a gennaio e a febbraio, ma poi sempre di più, e molto in fretta: al Roland Garros, sono già con la testa a Londra». Wimbledon è erba, e poi?

«Sì, l’erba rende unico questo torneo, diverso da tutti gli altri, durante l’anno nessuno di noi ci gioca, io ci vado anche spesso, al Centre Court, guardo il Royal Box, il campo: durante il torneo, non apprezzi così tanto dove sei, ma quando sei solo e ragioni quante cose sono successe lì, nel tennis, è molto bello». Ha giocato 3 finali Slam, ma a Wimbledon si ferma da 3 anni in semifinale: perché?

3

Le volte che ha battuto una delle prime 10 teste di serie: Roddick nel 2006. Gasquet nel 2008 e Tsonga nel 2010.

6

Le partecipazioni a Wimbledon: 3˚ turno nel 2005, ottavi nel 2006, quarti nel 2008 e semifinali dal 2009 al 2011

24

Le partite vinte a Wimbledon, con 6 sconfitte, da Nalbandian, Baghdatis, Roddick e tre volte Nadal

«Con l’erba, tutto si decide in pochi colpi. Magari te la cavi solo col servizio, ma ci sono molti più punti che non puoi controllare, imprevedibili. Sul cemento, il giocatore migliore, in generale, alla fine, vince, e su quella superficie si giocano due Slam, e forse io gioco meglio lì, dove sono cresciuto, che sull’erba». Eppoi c’è l’attesa del nuovo Perry.

«Il pubblico a favore aiuta sempre, in ogni sport, e io ho sempre apprezzato la sfida. Ancor più qui, a Wimbledon, anche se più cresce il torneo più aumenta la pressione. E per me è massima rispetto agli altri Slam». Lei ha tecnica, potenza, stimmate del campione e tanti estimatori: che cosa le manca per vincere questo benedetto Wimbledon?

«Non lo so. Da più giovane, ho anche pensato: "Ho troppe scelte". A causa del mio stile ci è voluto più tempo per capire come dovevo giocare. Ma ora ho mes-

so le cose insieme, sono maturato, sono più concentrato sul tennis, non mi innervosisco più, e sto lì fino alla fine. Mentalmente so che se le cose vanno male ho sempre una soluzione, e non mi metto pressione extra. Però...». Però non sfata il suo tabù.

«E’ difficile accettarlo, tutti hanno difficoltà nella loro vita. Purtroppo la gente non sa e non capta quanto è dura la vita di un tennista, allenarsi, sforzarsi tanto, star lontano da tutti. E poi gestire le emozioni in gara, non eccitarsi troppo o abbattersi, perché devi concentrarti sul prossimo punto. Che poi è la cosa più importante». Qual è il suo più bel ricordo di Wimbledon, da bambino?

«Non le fragole con la crema. A 9-10 anni, non avevamo abbastanza soldi: costavano 5 sterline, troppo. La cosa che più colpiva, me e mio fratello Jaimie, era vedere i giocatori inglesi, gente 300 del mondo, contro i più forti. Il mio idolo è sempre

LA GAZZETTA DELLO SPORT

V

stato Agassi». Che cosa ricorda della prima partita vera sull’erba?

«A 14 anni: prima avevo giocato su quella sintetica, quella vera l’ho scoperta dopo, anche se sono brit. Non è che tutti quelli che vengono da qui sanno giocare sull’erba». E della prima partita a Wimbledon?

«Nel 2005, Court 1: strano, non ero nervoso, eppure giocavo contro George Bastl, l’uomo che aveva battuto Sampras... Vinsi. Ho amato sempre tanto quel campo, anche se il Centre Court è speciale». Sarebbe tanto diverso vincerci Wimbledon classico o l’oro olimpico?

«Davvero non lo so, prenderei qualunque dei due. Forse 10 anni fa uno Slam sarebbe stato visto più grande, nel tennis, ma ora tutti i più forti giocano l’Olimpiade, e vincere una medaglia per il proprio paese è un gran risultato». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Outsider DIETRO I FAB FOUR

Pericoli Roddick e Berdych La storia di Wimbledon passa degli outsider di lusso che vivono all’ombra dei Fab Four, ma sempre pronti allo sgambetto. Berdych nel 2010 mise ko prima Federer e poi Djokovic prima di arrendersi in finale (la sua unica fin qui nello Slam) da Rafa Nadal, Tsonga nel 2011 recuperò due set di svantaggio a Federer creando una delle più grosse sorprese dell’anno, Raonic e Isner sono i bombardieri più prolifici della stagione al servizio, infine Roddick, che ha appena vinto il torneo di Eastbourne che potrebbe rinviare il canto del cigno dopo tre finali stregate contro Federer, di cui l’ultima persa nel 2009 solo 16 14 al quinto set.

TOMAS BERDYCH Potenza e anche maturità Ceco, 26 anni, numero 7, grande fisico, 8 partecipazioni e una finale

JO-WILFRIED TSONGA Il super atleta d’attacco Francese, 27 anni, servizio e dritto, 4 partecipazioni e una semifinale

JOHN ISNER Servizio e dritto bum-bum Americano, 27 anni, numero 10, potenza pura, 3 partecipazioni

MILOS RAONIC Il giovane gioca il jolly Canadese, 21 anni, n. 22, gran servizio, una partecipazione l’anno scorso

ANDY RODDICK Veterano, vecchio sogno Americano, 29 anni, n. 25, servizio ed esperienza, 11 partecipazioni e tre finali


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 25 GIUGNO 2012

TENNIS SPECIALE WIMBLEDON 2012

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Andreas Seppi, fresco finalista a Eastbourne, affronta al primo turno di Wimbledon l’uzbeko Istomin AFP

AZZURRI DA ERBA

LE AZZURRE

Pennetta speranza in verde Flavia si augura che non piova. In doppio con la Schiavone

S Francesca Schiavone Numero 26 del mondo, 32 anni, vanta 11 partecipazioni a Wimbledon, ha vinto al Roland Garros nel 2010 ed è stata finalista nel 2011

Flavia Pennetta, 30 anni, n. 17 AFP

S Fabio Fognini Numero 68, 25 anni, 3 partecipazioni a Wimbledon, nel 2010 superò al primo turno lo spagnolo Fernando Verdasco, n˚8 del torneo

S Simone Bolelli Numero 118, 26 anni, 5 partecipazioni, l’anno scorso passò le qualifiche ed eliminò al secondo turno il numero 14 Wawrinka

S Davide Sanguinetti è l’ultimo uomo italiano nei quarti (1998), la Schiavone (2009) ultima donna. Ci sono riusciti anche De Morpurgo, Pietrangeli, Panatta, Valerio, Golarsa e Farina

Seppi sogna «Inseguo i quarti e poi una medaglia» Se va avanti, Andreas potrebbe trovare Federer, ma il pensiero è già all’Olimpiade: «Sono competitivo» CLAUDIO LENZI twitter@clenzi82

Sarà che a Caldaro, angolo bucolico alle porte di Bolzano dove Andreas vive con i genitori, l’erba è ovunque, intorno al lago. Sarà che da ragazzo, quando la carriera era ancora agli inizi, il suo giocatore preferito era Yevgeny Kafelnikov, russo di Sochi particolarmente ispirato sul verde tedesco di Halle (tre successi). La verità è che mai come quest’anno, nel doppio appuntamento di Wimbledon che comprende anche il torneo olimpico, l’Italia ha in mano una carta che vale e si chiama Seppi. Crescita La finale di Eastbour-

ne persa sabato contro il redivivo statunitense Roddick è la conferma che Andreas è in piena fiducia e forma, esattamente come un anno fa. Allora sorprese un po’ tutti (compreso se stesso) con il primo successo Atp, battendo Tipsarevic sull’erba inglese, quest’anno invece ha già fatto di più, trionfando a Belgrado, conquistando i quarti agli In-

ternazionali di Roma dopo un paio di partite memorabili che hanno riportato il Foro ai tempi di Panatta e costringendo Djokovic al quinto set nel quarto turno del Roland Garros, dopo essere stato davanti due set a zero. Tradotto in numeri, è arrivato prima il best ranking (24) e poi l’attuale numero 26 della classifica Atp che significa per la prima volta da testa di serie nel tempio dei Championships britannici.

la scheda

Obiettivi L’allievo di Massimo

Sartori non si nasconde: «In un mese giocare Wimbledon e poi disputare sugli stessi campi i Giochi è una cosa molto bella. L’erba come superficie mi piace e spero davvero di fare un buon risultato in entrambi i tornei. Il sogno è vincere una medaglia». Dalla sua parte, Seppi ha due armi in più rispetto a un anno fa: il servizio, più potente, anche con la seconda, che gli permette di impostare e non più di subire lo scambio, e la tenuta atletica, frutto dell’ottimo lavoro svolto con il preparatore Dalibor Sirola, l’uomo che quest’anno ha dato al bolzanino una marcia in più. Continuità I risultati sono sot-

Tabellone L’azzurro, che al pri-

mo turno se la vedrà con l’uzbeko Istomin (3-0 i precedenti), è inserito nella parte alta, quella del campione in carica Djokovic e soprattutto del sei volte vincitore Federer. L’obiettivo dichiarato è affrontare lo svizzero ai quarti di finale, magari dopo aver sconfitto (come a Roma) lo statunitense dal servizio esplosivo Isner e poi agli ottavi il serbo Tipsarevic, nel remake della finale di Eastbourne 2011. Sarebbe il miglior risultato in carriera sull’erba londinese, dove Seppi per due volte ha

raggiunto il terzo turno. Dopo esserci riuscito a Parigi, l’impresa è di nuovo alla portata e confermerebbe tutti i progressi fatti quest’anno, soprattutto nei Masters 1000 e nei tornei dello Slam. E poi c’è l’Olimpiade.

SULL’ERBA HA VINTO A EASTBOURNE NEL 2011

Andreas Seppi è nato a Bolzano il 21 febbraio 1984. E’ allenato da Massimo Sartori da quando aveva undici anni. Professionista dal 2002, in carriera ha giocato quattro finali e ha vinto due tornei: quello di Eastbourne (erba) nel 2011 e quello di Belgrado (terra) quest’anno. A Wimbledon vanta 7 partecipazioni e quest’anno è testa di serie. Attualmente è numero 26 della classifica Atp.

to gli occhi di tutti: a 28 anni, Andreas non è più quel giocatore capace solo di grandi imprese (in carriera ha sconfitto Hewitt nel 2006, Nadal e Gasquet nel 2008) cui però non faceva seguire le conferme, ma è finalmente il punto di riferimento del tennis italiano, il capofila della spedizione record a Wimbledon (15 italiani), il giocatore continuo e concreto nell’arco dell’intera stagione, che non perde più le partite praticamente vinte, ma piuttosto raddrizza quelle segnate come un mese fa al Foro Italico, quando si è guadagnato i quarti annullando sei palle match allo svizzero Wawrinka, la sua bestia nera. Erba, panna e fragole, il miracolo tricolore può accadere di nuovo.

(ri.cr.) Purché non piova. Perché Flavia Pennetta ama Wimbledon ma non la pioggia: «Questo è un torneo che ti regala sempre emozioni, ma è strano, purtroppo il tempo a volte l’ammazza e a me il maltempo mette tristezza». Oggi è previsto il sole nell’inedito derby di primo turno contro la Giorgi, l’incrocio tra la prima top-ten italiana di sempre tra le donne, una delle eroine della generazione 2000 che hanno fatto grande il tennis in rosa italiano e la ventenne emergente che, nei voti, prima o dopo dovrebbe raccoglierne l’eredità. La brindisina guarda oltre: «L’importante è che noi donne rinnoviamo i successi, che continuiamo ad essere orgogliose di ciò che facciamo e otteniamo con lavoro e sacrificio». Speranza doppia Flavia torna a

Wimbledon con la compagnia del ricordo del terzo turno dell’anno scorso, le oltre tre ore di battaglia contro la Bartoli (finalista nel 2007) e una sconfitta con molti rimpianti: «L’erba è una superficie particolare, per fare strada bisogna essere aggressivi, affidarsi a un buon servizio e andarsi a prendere i punti a rete quando si presenta l’occasione». Come già negli anni precedenti, quando si schierava in coppia con l’argentina Dulko, le chance della Pennetta potrebbero moltiplicarsi in doppio, soltanto che stavolta la compagna di viaggio è Francesca Schiavone in un test fondamentale non solo per il torneo ma soprattutto in vista dell’Olimpiade: «Siamo sempre più affiatate — confessa Flavia — e credo che arriveremo ai Giochi con la possibilità di giocarcela con tutte. Peccato soltanto che in Olanda non abbiamo potuto disputare la semifinale, ma siamo fiduciose».

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LA COPPIA DELLE MERAVIGLIE LE AZZURRE HANNO CONQUISTATO SETTE TORNEI IN STAGIONE

Imbattibili Errani-Vinci, in un mese i sogni raddoppiano Dopo Parigi, puntano anche all’erba: e poi c’è l’Olimpiade LUCA MARIANANTONI

Da outsider a top ten, da campionesse di Parigi a favorite per il titolo più prestigioso, quello di Wimbledon, che que-

st’anno è anche il banco di prova più attendibile in vista dell’Olimpiade di Londra. E’ questo lo strano destino della romagnola Sara Errani e dalla tarantina Roberta Vinci, prime italiane di sempre a ricevere la testa di serie numero 2 a Wimbledon. Appetito «Siamo amiche vere — racconta Sara Errani — e questo ci aiuta molto. L’erba è una superficie su cui si gioca poco. Roberta sull’erba si esal-

Roberta Vinci, a sinistra e Sara Errani, 23 vittorie consecutive in doppio AFP

ta sempre per via dei tagli che riesce a dare alla palla. Per me invece è ancora un’incognita». Il bilancio stagionale della coppia azzurra è impressionante: 38 partite vinte e appena 5 sconfitte. In mezzo alla finale persa all’Open d’Australia e a Miami, ci sono le vittorie di Monterrey, Acapulco, Barcellona, Madrid, Roma, Parigi e ’s-Hertongenbosch. «L’appetito viene mangiando, non siamo ancora sazie, ci sono ancora tanti traguardi da

centrare». Ora è la volta di pensare a Wimbledon. Le ultime tenniste a centrare l’accoppiata Parigi-Londra sono state la belga Kim Clijsters e la giapponese Ai Sugiyama nel 2003. Nel ranking di doppio Sara è n˚ 3, Roberta è n˚ 4. Hanno 7940 punti contro i 9590 delle americane Liezel Huber e Lisa Raymond che difendono i 500 punti dei quarti contro i 280 punti delle azzurre battute nel 2011 negli ottavi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SPECIALE WIMBLEDON 2012

Federer è dalla parte di Djokovic Donne: pericolo Serena Williams Tra i primi turni più interessanti, Nalbandian con Tipsarevic e l’acciaccata Clijsters contro la Jankovic, sfida tra ex numero uno. Venus potrebbe incrociare subito la n. 3 Radwanska

DAL 28 LUGLIO E DOPO 104 ANNI

Fra 20 giorni a Wimbledon per i Giochi (lu.mar) Wimbledon e il tennis s’incontreranno di nuovo tra un mese in occasione dell’Olimpiade di Londra. Sarà la seconda volta, perché nel 1948 il tennis non faceva parte del programma olimpico. Nel 1908 invece si giocarono singolare maschile, doppio maschile e singolare femminile in due

versioni: quella all’aperto sull’erba del vecchio circolo di Wimbledon e quella indoor al Queen’s Club in West Kensington. I britannici si assicurarono tutti gli ori possibili, 5 argenti su 6 e 3 medaglie di bronzo. L’eroe fu Josiah Ritchie che vinse l’oro in singolare, l’argento in doppio e il bronzo indoor.

In tv su Sky Sport 3 e Sky Sport Extra Come da tradizione, sarà il campione uscente, Novak Djokovic, a giocare il primo match del 2012 sul Campo Centrale. Nella prima giornata in campo ben 11 italiani, tra cui tutti e sette gli uomini. Match principali. Campo Centrale (dalle 14): Djokovic (Ser) c. Ferrero (Spa); Sharapova (Rus) c. Rodionova (Aus); Gulbis (Let) c. Berdych (Cec). Numero 1 (dalle 14): Nalbandian (Arg) c. Tipsarevic (Ser); Federer (Svi) c. Ramos (Spa); Clijsters (Bel) c. Jankovic (Ser). Numero 2 (dalle 12.30): A. Rad-

wanska (Pol) c. Rybarikova (Slk); V. Williams (Usa) c. Vesnina (Rus); Stakhovsky (Ucr) c. Stepanek (Cec); Andreev (Rus) c. Golding (Gb). Numero 3 (dalle 12.30): Suarez (Spa) c. Stosur (Aus); Zemlja (Slo) c. Goodall (Gb); Isner (Usa) c. Falla (Col); Hampton (Usa) c. Hantuchova (Cec). Numero 12 (dalle 12.30): Li Na (Cina) c. Pervak (Kaz); Becker (Ger) c. Blake (Usa); Harrison (Usa) c. Yen (Taiw). Numero 18 (dalle 12.30): Youzhny (Rus) c. Young (Usa); Mathieu (Fra) c. Simon (Fra); Hradecka (Cec) c. Kerber (Ger); Petrova (Rus) c.

CAMERIN. I match degli italiani. Numero 4, quarto match: LORENZI c. Mahut (Fra); numero 5, terzo match: Chardy (Fra) c. VOLANDRI; numero 7, quarto match: Istomin (Uzb) c. SEPPI; numero 8, primo match: Sweeting (Usa) c. STARACE; numero 9: GIORGI c. PENNETTA; Cervantes (Spa) c. CIPOLLA; Makarova (Rus) c. BRIANTI; numero 10, terzo match: BOLELLI c. Janowicz (Pol); numero 19, secondo match: FOGNINI c. LLodra (Fra). IN TV Diretta dalle 14 su Sky Sport 3 e Sky Sport Extra e 6 canali dedicati.


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