Gazzetta dello Sport 29/07/2012 | SAS

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DOMENICA 29 LUGLIO 2012

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LONDRA 2012 SCHERMA

Kolossal Ita laBussola

OGGI LE GARE DEL PRIMO POMERIGGIO

Ciclismo: fari sulla Bronzini Cainero per il bis nello skeet La prima finale della giornata in programma è la prova su strada del ciclismo femminile (partenza ore 13). L’Italia punta su Giorgia Bronzini, campionessa del mondo in carica: in gara anche Noemi Cantele, Tatiana Guderzo e Monia Baccaille. Alle ore 15 via anche alla gara dello skeet (tiro a volo): Chiara Cainero va a caccia del bis dopo l’oro conquistato a Pechino nel 2008.

Di Francisca Errigo, Vezzali Tutto il podio per il Dream Team a colpi di fioretto

LA SPERANZA

Tuffi con Cagnotto-Dallapè Caccia al podio del sincro L’impresa degli arcieri potrebbe aver galvanizzato anche le donne: ci riproviamo nella prova a squadre con Valeeva, Lionetti e Tomasi (primo turno ore 11.15, finale ore 19.01). Alle 16 scocca l’ora di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè nei tuffi sincronizzati dal trampolino 3 metri: la bolzanina figlia d’arte va a caccia della prima medaglia olimpica.

SCHERMA

C’è la sciabola maschile: riflettori puntati su Montano Dopo la tripletta nel fioretto femminile, occhi puntati ancora sulla pedana dell'ExCeL: in gara Aldo Montano (12.30), Diego Occhiuzzi (12.50) e Luigi Tarantino (13.10) nella prova individuale di sciabola maschile. Riflettori soprattutto sul livornese (reduce da un infortunio), campione olimpico nel 2004 ad Atene e campione del mondo in carica. La finale è in programma alle 20.10.

NUOTO

Ecco la Pellegrini nei 400 sl Poi Scozzoli e la 4x100 sl Fede, Scozzoli e la 4x100 sl. Eccetto la Bianchi (100 farfalla), all’Aquatics Centre saranno tre le finali in programma oggi con gli azzurri sicuri o possibili protagonisti. Alle 21.08 si parte con i 100 rana: Fabio entra in vasca con il secondo tempo delle qualificazioni. Ore 21.15: è l’ora della Pellegrini che cerca la prima medaglia olimpica nei 400 sl. Infine la staffetta guidata da Magnini alle 21.54.

Giornata epica: Elisa d’oro batte Arianna al supplementare. Valentina conquista il bronzo dopo una rimonta da brividi DAL NOSTRO INVIATO

MARISA POLI LONDRA

Quando Elisa Di Francisca ha piazzato l’ultima stoccata della finale, il 12-11 che vale il titolo olimpico 2012, una pagina storica per tutto lo sport italiano era già scritta. Il Dream Team del fioretto femminile ha regalato un altro record, dieci ore da registrare e mettere via, anche se a Valentina Vezzali non è riuscita l’impresa di portare a quattro i titoli e si è fermata al bronzo. Anche se Arianna Errigo è salita sul secondo gradino del podio tra le lacrime. Oro, argento e bronzo, come solo due altre volte nella storia azzurra dell’Olimpiade (invernali comprese), sempre grazie alla scherma, a Berlino 1936 e vent’anni dopo a Melbourne, in entrambe le circostanze nella spada. La tripletta alle donne del fioretto, invece, era già riuscita tre volte ai Mondiali negli ultimi sei anni: 2006, 2007 e 2010. Specialità Sulla moquette blu

dell’Excel, a un passo dall’aeroporto di London City, si è rivelata vera la previsione del Times. Venerdì ha pubblicato la cartina del mondo e accanto a ogni Paese, uno sport di riferimento: Italia = il paese della scherma. La dimostrazione è arrivata al primo tentativo, e oggi toccherà ad Aldo Montano e agli sciabolatori continuare la tradizione. Olimpionica Il trionfo è di Elisa

Di Francisca, l’esordiente quasi trentenne che si era persa, che per due volte ha pensato di dare l’addio alla scherma. È la scuola di Jesi che continua, quel seme piantato da Ezio Triccoli sessantacinque anni fa ha prodotto già sei medaglie d’oro olimpiche (Cerioni, Trillini, 3 Vezzali e ora Elisa) in 24 anni. Emozioni Non è stato tutto faci-

le, non è un caso quello che è successo. Lo dimostrano le rimonte da togliere il fiato. La prima di Elisa Di Francisca agli ottavi: sotto 3-8 con la tedesca Golubytsky e poi brava a rimettersi in linea con un

parziale di 9-0. Poi quella di Valentina Vezzali. Contro la tunisina Boubraki, una delle sorprese della giornata insieme alle giapponesi di Andrea Magro, ha rischiato grosso già ai quarti e ha dovuto salvarsi al minuto supplementare (8-7 la stoccata decisiva). Quanto sia speciale una gara così lo raccontano le esclusioni anticipate delle altre favorite, dalle russe (tutte fuori ai sedicesimi) alle francesi che non sono riuscite a entrare nelle 8 dopo aver infastidito spesso le nostre nell’ultima stagione di Coppa del Mondo. La gara È stato un crescendo

di tensione e ansia che nemmeno Hitchcock avrebbe organizzato meglio. Arianna Errigo è volata in finale a modo suo: nei primi tre incontri (Choles, Gafurzianova e Kiefer) spazzate via le avversarie prima della conclusione della prima (di tre) manche, è sempre la prima a tornare nello spogliatoio mentre le altre erano ancora in pedana a sudare. Elisa Di Francisca con la


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Cinque medaglie Quello di ieri è il miglior risultato dell’Italia in una giornata olimpica Arianna Errigo, Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali sul podio REUTERS

Tripletta azzurra: era già successo tre volte negli ultimi sei anni ai Mondiali Valentina ha rimontato da 7-10 a 12-12 a 2" dalla fine e s’è regalata un’altra medaglia Napolitano: «Complimenti a tutti, e un pensiero particolare alla Vezzali»

stessa sicurezza (addirittura 15-2 nel match d’esordio con la libanese Shaito). In salita solo la giornata della Vezzali, alla fine battuta in semifinale dalla Errigo (15-12) come un mese fa agli Europei di Legnano. I derby Le tre azzurre si sono ritrovate in semifinale, con l’intrusione della sudcoreana Nam, sempre sulla strada delle azzurre e finora sempre battuta. Stavolta dalla Di Francisca in semifinale e poi con la Vezzali per il bronzo. Una delle sfide più belle della giornata, di certo la più applaudita. L’altra, quella per l’oro, è stata la solita strana sfida tra due italiane che si conoscono a memoria, con pochi urli e tanta tattica. La Di Francisca è salita 7-3, la Errigo ha risposto fino all’11-8. Prima di un’altra rimonta, prima di un’altra priorità che ha fatto accendere la luce verde di Elisa. Vezzali Un discorso a parte merita Valentina. Aveva appena perso la semifinale olimpica

da una compagna di squadra più giovane di 14 anni. Dieci minuti prima aveva visto sfumare il sogno del quarto oro olimpico individuale che l’avrebbe resa la prima donna a riuscire nell’impresa. Era sotto di quattro stoccate (6-10) nell’assalto della consolazione, contro la sudcoreana Nam. Riguardatevi quei 16 secondi per capire quanto è grande Valentina, per dare una spiegazione a una carriera che non ha pari. Sentite il pubblico impazzito nel vederla lottare, risalire, alzare la testa e partire, contro la sua natura. «Solo a lei può riuscire una cosa così» gioisce il maestro Giulio Tomassini, che dall’anno prossimo sarà maestro ad Avignone, in Francia. Vale l’ha fatto: 7-10, 8-10, 8-12, 10-12, 11-12, 12 pari piazzato a due secondi dalla fine. E poi il 13-12 al minuto supplementare, tra le urla del pubblico impazzito. Hanno lenito le ferite di Valentina, le hanno fatto pensare che forse non è ancora il momento di dire basta. Non è finita qui. © RIPRODUZIONE RISERVATA

è storia

BERLINO 1936 Podio della spada con Riccardi (nella foto), Ragno e Cornaggia-Medici

MELBOURNE 1956 Pavesi, Delfino e Mangiarotti per il secondo en plein ancora nella spada

Podio tutto azzurro Nel fioretto femminile bottino pieno: era successo solo 2 volte, sempre nella scherma Partenza super Nella 1a giornata solo 5 Paesi hanno fatto meglio dell’Italia. Record: Usa 1984 (9 medaglie) Medagliere: secondi Dopo la prima giornata, azzurri dietro solo alla Cina. Sono stati primi solo al via di Roma 1960 Il conto è 760.000 e Il Coni paga... L’oro (ieri 4) vale 140.000 euro, l’argento (2) 75.000, il bronzo (1) 50.000


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OLIMPIADI SCHERMA

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l’Editoriale

I NUMERI di ANDREA MONTI

LEGGENDARIA LA PRIMA Tutto l'azzurro della vita. Ce lo ricorderemo per generazioni questo benedetto sabato 28 luglio, inizio vero dell’Olimpiade di Londra: due ori, due argenti e un bronzo, semplicemente la più grande giornata di sempre nello sport olimpico italiano. Non servono troppe parole per celebrarla. È sufficiente scorrere i risultati per capire quanto valga — in un momento come questo per tutto il Paese — il tesoro di emozioni, passione, sudore, lacrime e trionfi che il nostro sport è riuscito a mettere insieme nel giro di ventiquattro ore. Di Francisca, Errigo, Vezzali: podio tutto azzurro nel fioretto femminile, un cappotto planetario che non si vedeva da mezzo secolo. Luca Tesconi graditissima sorpresa d'argento nella pistola da 10 metri. Oro nel tiro con l'arco a squadre dove il mitico Frangilli centra all'ultimo un dieci perfetto e, insieme ai compagni Galiazzo e Nespoli, dà simbolicamente il voto alla prestazione dell'intera squadra italiana. Grazie ragazze e ragazzi: buona, anzi leggendaria, la prima. In una giornata così si vorrebbe essere ubiqui, consumarsi di gioia in ogni luogo olimpico. A me è capitato di viverla con vista sulla pedana dell'Excel Arena, in realtà una colonia

Errigo, Di Francisca e Vezzali sul podio LAPRESSE

italiana rovente di tifo e di orgoglio, dove le nostre fiorettiste hanno messo in scena una delle rappresentazioni più emozionanti che ricordi, straordinaria per valore tecnico ma soprattutto simbolico. Una sfida privata che ha il sapore cinematografico del dramma famigliare a lieto fine. Le ragazze, è arcinoto, non si amano particolarmente, soprattutto Valentina ed Elisa, che invece è buona amica di Arianna. Credo che il povero Stefano Cerioni, oltre che un ottimo allenatore, sia pure un discreto domatore: d'altronde il gusto del duello è parte del gioco e diventa fatalmente un tratto del carattere. Così, per qualche ora, si contemplano nell'ordine: la fine di un mito, un immane ribaltone generazionale e tutti i drammi connessi. La Vezzali perde dalla Errigo e rischia grossissimo con Nam Hyun Hee, coreana mancina e minutissima, un cliente tosto e difficile da inquadrare. Ma è un errore darla per persa: la tigre di Jesi, santa patrona di quelli che non mollano mai, acchiappa il bronzo all'ultima stoccata. Un'impennata d'orgoglio che la conferma come la più grande di ogni epoca. Subito dopo, in finale, la Di Francisca va sotto, e di brutto, con la giovane e talentuosissima Errigo. Rischia l'oro che ha tanto sognato e che a 29 anni non doveva sfuggirle, ma trova la forza per rimettersi in pista e trionfare con un guizzo estremo, attingendo alla misteriosa riserva di volontà e talento che sta in fondo al cuore dei fuoriclasse. Giusto così. In fondo tutto è bene ciò che finisce in gloria. Se ricambio generazionale ci sarà nella nostra straordinaria scuola di fioretto (la Vezzali ha già annunciato che non si sogna neppure lontanamente di ritirarsi), avverrà rispettando le gerarchie, con calma, senza morti né feriti. Il quadretto di commozione, lacrime e sorrisi alle note dell'inno ha qualcosa di inedito e di dolce, di tenero e di forte. Le tre cantano insieme, all'unisono. L'Italia s'è desta e si stringe a coorte: per stasera il trio delle meraviglie è uno spot per l'unità nazionale. Domani torneranno regolarmente ad infilzarsi, disciplina in cui noi italiani, non a caso, siamo maestri. Ma stasera le lascio avvolte nel tricolore e mi avvio verso la stazione di San Pancrazio fischiettando il motivo di giornata: What a wonderful day, che altro se no? © RIPRODUZIONE RISERVATA

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le medaglie olimpiche della scherma azzurra, lo sport più titolato: 65 individuali (25 d’oro, 18 d’argento e 22 di bronzo) e 52 a squadre (21 d’oro, 21 d’argento e 10 di bronzo)

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le medaglie olimpiche vinte dal fioretto femminile: 17 individual (7 d’oro, 4 d’argento e 6 di bronzo) e 6 a squadre (3 d’oro, 1 d’argento e 2 a squadre)

la scheda ELISA DI FRANCISCA 29 ANNI FIAMME ORO

Nata a Jesi (Ancona) il 13 dicembre 1982, tesserata per le Fiamme Oro, Elisa Di Francisca è alta 1.77 per 60 kg. Cresciuta nel Centro Scherma Jesi ed è allenata da Stefano Cerioni, il c.t. del fioretto azzurro. Campionessa iridata a Parigi nel 2010, ai Mondiali a livello individuale ha vinto anche l’argento a Catania 2011 e il bronzo ad Antalia 2009, mentre a squadre ha conquistato tre ori a squadre e due argenti a squadre. Suo pure il titolo europeo individuale 2011 EPA

FANTASTICA 8

le medaglie olimpiche vinte da Valentina Vezzali, che raggiunge Giovanna Trillini come azzurra plurimedagliata ai Giochi: 3 ori (2000, 2004, 2008), 1 argento (1996) e 1 bronzo (2012) individuali; 2 ori (1996 e 2000) e 1 bronzo (2008) a squadre

Di Francisca: «Sono una Wonder Woman»

Elisa: «Se non mi incasino non sono contenta. Per capire il momento devo trovare 5 minuti da sola e sentire il silenzio» DAL NOSTRO INVIATO

PIERANGELO MOLINARO LONDRA

Elisa Di Francisca ha vinto ieri tante battaglie durissime, contro le avversarie e contro se stessa. «Perché ho da sempre dentro la voglia di vincere, ma se non mi incasino non sono contenta», dice con un filo di voce. L’emozione è un groppo in gola che neppure un sorriso riesce a sciogliere. Ieri ha vissuto di rimonte. Montagne da scalare: punti da recuperare sulla pedana e spine da levare nell’anima. Negli ottavi si è trovata 2-7 con la tedesca Golubytskyi, un osso durissimo, che, quando si è vista rimontata 8-7 dopo un colpo alla gorgiera, è rimasta a terra

sei minuti come fulminata da un ictus per deconcentrare l’azzurra. Poi la giapponese Saguwara nei quarti, un po’ più facile, sino alla coreana Nam in semifinale battuta in un angosciante spareggio prima della finale. «Meno male — aggiunge — che almeno il primo turno con la Shaito non è stato difficile e mi ha sbloccata». Wonder woman «Sono stata una Wonder Woman — dice ancora Elisa —, continuavo a complicarmi la vita. Difficilissimo, soprattutto con la Nam: la conosco, una brutta bestia. Speravo mi attaccasse per colpirla di rimessa e lei stava ferma, mi stavo innervosendo. Vedevo il tabellone, mancavano 55 secondi ed ero sotto. Mi

sono chiesta se davvero volevo vincere ed ho trovato la strada». La poliziotta marchigiana si asciuga la fronte, si stropiccia gli occhi. «Sì, è un momento bellissimo, ma per cominciare davvero a capirlo devo trovare cinque minuti da sola, sentire il silenzio. Cosa ho adesso in testa? Confusione e incredulità. Mi riguarderò, farò da spettatrice a me stessa per assaporare quello che non ho ancora colto di questo momento. E quando tornerò a casa festeggerò a Vericchio, il vino della mia terra». La finale Candida la sua confessione. «No, non ho tirato al massimo. La finale è stata difficile nella mia testa. Forse avevo paura di vincere. Tra noi ci

conosciamo benissimo, ci affrontiamo tutti i giorni. So quanto è forte Arianna (la Errigo, ndr). Ma prima di scendere in pedana ho dovuto domare la tigre che è in me. Dovevo stare tranquilla, aspettarla. Sono partita bene, ma arrivata sul 7-3 mi sono bloccata. In quel momento ho visto i fantasmi. Temevo Arianna, ma non mi spaventava. Mi preoccupava la mia mancanza di reazione. Le ho permesso un parziale di 6-0, stava per travolgermi. Qui ho trovato me stessa, ma a 35 secondi dalla fine ero ancora sotto, 11-10 per lei. Ho pareggiato subito, poi l’ultima stoccata nello spareggio. No, l’ultima stoccata non è stata bella, è stata strana, ma voluta».

L’EMOZIONE DEL MAESTRO «ELISA A 19 ANNI VOLEVA MOLLARE TUTTO, QUESTO È IL PODIO CHE SOGNAVO»

Il c.t. Cerioni: «Ma voliamo bassi A squadre sarà un’altra storia» LONDRA

«E’ una giornata commovente, ho visto il podio che sognavo, di più non potevamo fare». Stefano Cerioni, responsabile del fioretto azzurro e maestro di Elisa Di Francisca, ha vinto ieri tutto quello che poteva vincere. «E’ il coronamento di 4 anni di lavoro, ma loro, le ragazze, sono state capaci tutte insieme di dare il massimo. Sì, è un gruppo eccezionale, forse non sempre facile da gestire, ma capace di dare fiammate come queste. Questo giornata è stato l’esempio di tutto il periodo di

lavoro, una dimostrazione di forza passando per momenti difficilissimi. No, non era affatto facile prendere tre medaglie su tre, la Vezzali è stata grandissima, non è facile tenere la concentrazione dopo una sfida come quella con l’Errigo, ma è riuscita a conquistare il bronzo. La Errigo è giovane, la capisco se non gioisce per l’argento, si sente pronta per l’oro». «Sì, lo confesso: l’oro alla Di Francisca è il plus di questi giorni incredibile, la soddisfazione anche come maestro. Non è sempre stato facile con lei, a 19 anni voleva mollare tutto. Ora la gara a squadre, giovedì 2 agosto. Ma non fate 2+2. Questa prova è un’altra storia, lo scorso anno i fiorettisti ai Mondiali di Catania fecero 3 su 3 e poi a squadre furono settimi. Voliamo bassi». pa. m.

Elisa Di Francisca col suo maestro, e c.t. azzurro, Stefano Cerioni REUTERS

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inTribuna LA FAMIGLIA

La sorella «Un’emozione come quando ho partorito» La mamma: «Che lottatrice» Il fratello: «Ci sarà Harry Potter da qualche parte»

ANDREA BUONGIOVANNI LONDRA

E’ un’emozione che soffoca, sono lacrime che non smettono di scendere. La famiglia Di Francisca, dopo la stoccata d’oro di Elisa, ha bisogno di qualche minuto per capire dove si trova e realizzare cosa sia successo. Là in tribuna, quasi a bordo pedana, è papà Giacomo il primo a trovare il fiato per pronunciare qualche parola. «C’ero anche due anni fa a Parigi, quando ha vinto i Mondiali — dice — ma l’Olimpiade è un’altra cosa. Soprattutto se la si conquista al debutto. In finale pure Arianna ha tirato bene, ma la testardaggine di mia figlia ha prevalso. Può essere un difetto, nello sport è una qualità. E poi lei è dirompente sempre». Mamma Ombretta, dieci anni meno del marito, ringrazia chiunque le capiti a tiro. La sua gioia è contagiosa. «Elisa è una lottatrice — sospira — e noi ben sappiamo quanto le sia costato arrivare sin qui. Avrei molto da raccontare, ma non riesco. Sono troppo felice». tina, la secondogenita, con i suoi 27 anni di due più giovane di Elisa. «Sentimenti così

per la scherma e per tutto lo sport italiano, ma avaro di sorrisi sul podio. «Capisco Valentina e capisco Arianna. Valentina è un monumento e la pelle di campionessa le rende sempre difficile accettare la sconfitta. Se la nostra squadra è arrivata a questo livello il merito è suo, che ci ha fatto crescere raduno dopo raduno. Arianna è da sempre la mia compagna di stanza. Ieri sera avremmo voluto sfilare nella cerimonia di apertura ma non ce lo hanno permesso. Ce la siamo guardata in camera. Sapevano che la nostra strada si sarebbe incrociata solo in finale, ma non ci siamo dette nulla». La storia «È bellissimo quello è successo oggi — conclude la Di Francisca — ma è pure logico considerando la supremazia mondiale della nostra squadra. Sono felice per il nostro gruppo e per l’Italia. In questo momento difficile anche le medaglie possono aiutare. So che adesso aumentano le mie responsabilità, ma questo è solo uno stimolo. Ora c’è davanti la gara a squadre, ma quella è un’altra storia, sappiamo che non sarà facile. Ora godiamoci questo momento. Avevo paura persino a sognarlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic JESI A QUOTA 20 LA CITTÀ FESTEGGIA IL DODICESIMO ORO (f.ch.) La città più medagliata al mondo festeggia quota 20: 12 ori, 2 argenti, 6 bronzi. Tutti dal fioretto. Ed aggiunge Elisa agli allori olimpici di Stefano Cerioni, Giovanna Trillini e ovviamente Valentina Vezzali. Raggiante il sindaco Massimo Bacci: «Me lo sentivo. Lo avevo detto ad Elisa che quest'anno l'oro era alla sua portata. È stata strepitosa. Straordinaria anche Valentina: una leggenda. Come ogni Olimpiade prepariamo la grande festa. Spiace che stavolta non ci potrà essere un grande amico come Candido Cannavò». Da 32 anni alla guida del Club Scherma Jesi, il presidente Alberto Proietti Mosca aggiunge: «Dietro il mito del grande maestro Ezio Triccoli c'è una storia che si rinnova: il Club Jesi costruisce campioni, i campioni a loro volta diventano allenatori».

Elisa Di Francisca

forti — ammette seduta su un gradino, quasi stremata — li ho vissuti solo quando è nata mia figlia Zoe tre anni fa. Elisa va matta per la sua nipotina. Nel giugno 2011 è stata con noi un paio di settimane a Cancun, in Messico, dove il mio compagno lavorava e ci siamo divertite da matti. Tiravo anch’io, ho smesso nel 2004. Lei ha proseguito e guardate dov’è ora. E poi che bello, tre italiane sul podio. Cosa si regalerà per questa fantastica medaglia? Qualche giorno tranquillo in famiglia. Siamo molto uniti, ma lei, tra gare e raduni, a Jesi c’è poco». Anche Michele, il «fratellino» 21enne, è fiorettista. «Qui dentro, da qualche parte — sorride — dev’essersi nascosto Harry Potter e ha fatto una delle sue magie. Ci credevo, ec-

Errigo: «Sì, ho perso perché sono una pippa» Argento e rabbia: «Se batti la Vezzali e poi perdi in finale...» DAL NOSTRO INVIATO

MARISA POLI LONDRA

«Se batti la Vezzali e poi perdi in finale non è che puoi essere contento». L’argento di Arianna Errigo è un pianto che non si ferma più. Nemmeno davanti al ministro Piero Gnudi che va a complimentarsi con le azzurre dopo l’incredibile tris, nemmeno sul podio quando sale la bandiera e c’è da cantare l’inno. «Cercavo di non muovere le guance, altrimenti avrei ricominciato a piangere. Va bene che sono giovane, va bene che ho 24 anni, ma stavolta mi sentivo pronta». Fretta Arianna si prende le coc-

cole del c.t. Stefano Cerioni («A Rio de Janeiro avrai 28 anni, sarai quasi da pensione...»), si guarda le unghie smaltate di azzurro (colore scelto dal fidanzato che l’ha consolata alla fine),

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I fratelli In suo soccorso c’è Mar-

Le compagne Un giorno storico

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non nasconde però che qui era venuta per vincere. «E invece adesso mi tocca aspettare altri quattro anni, proprio a me che non so che cosa è la pazienza. La fretta incombe su di me». Blocco Ricorda i primi tre assal-

ti vinti in un lampo, la semifinale contro Valentina Vezzali, vinta proprio come era successo un mese fa ai quarti degli Europei di Legnano: «Ma non poteva essere la stessa cosa, Vale è un’extraterrestre e all’Olimpiade ancora di più». Ripensa alla finale condotta fino all’11-8 e poi scivolata via. «Sapevo che con Elisa non potevo avere fretta, la conosco troppo bene. Con lei ho vinto e ho perso, ma non ho pensato di aver vinto, no, non è stato per quello che mi ha rimontato. È un argento, lo so, ma non ti accontenti perché quando sei lì vuoi l’oro. Giocarsi una finale olimpica davanti a 8 mila persone è una cosa uni-

Tutta la delusione di Arianna Errigo, 24 anni, dopo la finale AFP

come se ci credevo. E ci credeva anche Elisa. Ieri sera ci siamo visti via Skype. Era in corto circuito, carica di elettricità al punto da non riuscire a parlare. Ascoltava a basta, un atteggiamento strano. Ma l’ho interpretato positivamente. E ho avuto ragione». L’amica Tra le più coinvolte emotivamente c’è Laura Tangherlini, presentatrice di Rai News 24, di Elisa cara amica sin dall’infanzia. «Siamo stato compagne dall’asilo in poi, corsi per la comunione e la cresima compresi — racconta —. Lei è sempre in giro per il mondo, ma anche se a distanza, siamo rimaste molte legate. E’ una grande, una grandissima». E’ Londra. Pare Jesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ca, non so se si ripeterà mai. Non ho vinto perché sono una pippa». Futuro Rimugina su quelle occa-

sioni costruite e poi scivolate via: «Arrivo sempre lì e poi perdo. Sono un po’ di gare che sono costante, sono contenta perché me la sono giocata fino in fondo. Mi brucia per quell’ultima stoccata era una scelta giusta, però non è andata a buon fine. E non c’entra il fatto che davanti avevo le italiane, questo vale anche per le altre. Ci siamo fatte i complimenti alla fine, meritati per una giornata da ricordare». Dopo aver rinunciato alla cerimonia inaugurale, si regalerà una passeggiata nel centro commerciale di Westfield, proprio fuori dal villaggio degli atleti «per provare tutti i ristoranti che ci sono». Nei programmi, oltre alla gara a squadre, c’è un’Olimpiade da vivere fino in fondo, anche da spettatrice. E un futuro da sistemare, visto che il futuro della Comense, la sua società, non è ancora certissimo e le offerte (anche dall’estero) al suo maestro, Giovanni Bortolaso, tentano sempre di più. «C’è un bel rapporto con lui — è convinta Arianna —, spero che rimanga, altrimenti si vedrà». Il futuro è suo è solo rimandato di un po’. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LONDRA 2012 SCHERMA

Infinita Valentina Una rimonta mozzafiato «Non lascio le cose a metà» «Non dite che ho perso l’oro perché ho portato la bandiera, è stato un onore soprattutto in questo momento storico. E a Rio chissà...» DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA BUONGIOVANNI LONDRA

Signore e signori, giù il cappello. Di fronte a una così, si può solo restare ammirati. Valentina Vezzali, dopo dodici stagioni, perde il titolo olimpico. Ma, a 38 anni suonati, lo fa conquistando un pesantissimo bronzo e con una dignità tale che è come se avesse trionfato lo stesso. Nella storia e nella leggenda c’era già. Adesso — all’ottava medaglia a cinque cerchi e a due mesi dalla morte di Edoardo Mangiarotti, una sorta di suo equivalente al maschile — è andata oltre. Non bastasse, con la prova a squadre di giovedì potrà superare il bottino di un altro mito, la concittadina Giovanna Trillini. Tre ori, un argento e un bronzo: Valentina, dal podio del fioretto individuale, non scende da Atlanta ’96. Il futuro E sentitela: «Finisce qui? Non è detto... Non mi piace lasciare le cose a metà. Resto concentrata sulla prossima ga-

ra, poi magari, insieme a mio marito Mimmo, penserò a regalare a Pietro un fratellino o una sorellina. Erano qui entrambi, avranno pianto insieme. Ma chissà. Magari a Rio ci sarò di nuovo». La faccia scavata e le scarpe rosse: l’abbraccio con mamma Enrica, dopo la finale per il terzo posto contro la sudcoreana Nam Hyun Hee (replica di quella che a Pechino 2008 assegnò l’oro), è pieno di tante cose. E pensare che la signora, in mattinata, si era dimenticata i biglietti per entrare alla Excel Arena... «Avrei voluto confermarmi — dice Valentina — fare qualcosa che nessuna donna ha fatto. Ma alla fine va bene così, nemmeno nello sport esiste la

«

Va bene così, la perfezione non esiste. Ora potrei dare un fratellino a Pietro VALENTINA VEZZALI OTTO PODI OLIMPICI

Fenomenale Valentina Vezzali dopo la stoccata del bronzo, 8˚ podio olimpico, 5˚ individuale. A 38 anni eguaglia Giovanna Trillini come azzurra plurimedagliata ai Giochi. Suoi anche 6 Mondiali individuali e 7 a squadre e 11 Coppe del Mondo REUTERS

perfezione. Anche perché sono alla quinta Olimpiade e ogni volta la pressione è maggiore. Ho qualche rammarico solo per la parte centrale della semifinale con la Errigo. Avrei dovuto lavorare più di gambe, lasciare che fosse lei a dettare i ritmi. Non ho messo a frutto l’esperienza. E in più, lo dico senza piangermi addosso, qualche decisione arbitrale m’è parsa discutibile». Portabandiera Valentina, nella

finalina, disputata subito dopo la sconfitta con Arianna, ha compiuto l’ennesima impresa. Avanti 6-4, ha subito un filotto di sei punti consecutivi, trovandosi sotto 10-6. Fino al miracolo conclusivo. «Non è stato facile trovare subito nuove motivazioni — ammette —: il pubblico, in questo senso, mi è stato di grande aiuto. Pensando in prospettiva, posso dire che le sconfitte aiutano a crescere. E che nessuno venga a dirmi che ho mancato l’oro perché ho accettato di fare la portabandiera. Sono rimasta allo stadio meno di due ore. E se poi ho stentato ad addormentarmi, era per l’adrenalina pre-gara. Rappresentare l’Italia è stato un enorme onore. Soprattutto in questo momento difficile per il Paese». C’è anche una dedica: è per i terremotati dell’Emilia. «Mamma è reggiana di Quattro Castella, papà lo era di Budrio di Correggio: quanto prima metterò all’asta la divisa di questa gara e donerò il ricavato a favore di quella gente». Il maestro Anche il maestro Giu-

lio Tomassini ha un pensiero particolare: è per la nipotina Mia. Lui e Valentina lavorano insieme dal 1989. Ora le loro strade, senza separarsi, si allontaneranno. Il tecnico andrà a lavorare ad Avignone, in Francia. Non troverà un’altra così. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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5 GIOCHI E 5 PODI La Vezzali imita due schermitori: 5 podi in 5 edizioni di fila. Ma è la prima atleta italiana a riuscirci nella stessa specialità ai Giochi estivi

S Edoardo Mangiarotti 1936 (1 oro) 1948 (2 argenti 1 bronzo) 1952 (2 ori 2 argenti) 1956 (2 ori 1 bronzo) 1960 (1 oro 1 argento)

S Giovanna Trillini 1992 (2 ori) 1996 (1 oro 1 bronzo) 2000 (1 oro 1 bronzo) 2004 (1 argento) 2008 (1 bronzo)


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Arianna Errigo - Elisa Di Francisca - Valentina Vezzali

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GRAZIE.

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LONDRA 2012 ARCO FRECCIA DOPO FRECCIA, I VENTIQUATTRO PASSI CHE HANNO PORTATO ALL’ORO AZZURRO

il veterano

il leader

il giovane

MICHELE FRANGILLI 36 ANNI

MARCO GALIAZZO 29 ANNI

MAURO NESPOLI 24 ANNI

Nato a Gallarate (Va) l’1/1/76 (nella foto a destra), ha esordito in azzurro nel 1990. Già bronzo a squadre ad Atlanta 96 e argento a squadre a Sydney 2000, è stato oro individuale ai Mondiali 2003, oro a squadre nel 1999 e bronzo a squadre a Torino 2011. Agli Europei: 2 ori e 3 argenti. Oggi è 47˚ nel ranking, ma è stato 1˚ nel 2004.

Nato a Padova il 7 maggio 1983, ha esordito in nazionale nel 1998. È stato oro individuale ai Giochi di Atene 2004 e argento a squadre a Pechino 2008. Aviere, vanta anche due bronzi iridati a squadre, nel 2003 e 2011; 1 oro individuale, 1 a squadre e 1 a squadre miste, 2 argenti e 1 bronzo a squadre agli Europei. È 22˚ nel ranking.

Nato a Voghera il 22 novembre 1987, è in azzurro dal 2002 quando fu bronzo a squadre ai Mondiali allievi. A Pechino 2008 fu argento a squadre. Sempre nel 2008 ha centrato il titolo europeo con la squadra. Agli Europei di Amsterdam ha vinto la gara a squadre miste ed è stato argento a squadre. Bronzo a squadre ai Mondiali 2011

Vendicata la beffa di Pechino «È la rivincita col destino» La freccia di Frangilli piega gli Stati Uniti dopo una cavalcata appassionante Galiazzo: «Me lo sentivo». Nespoli: «Ho pensato al mio errore di 4 anni fa» DAL NOSTRO INVIATO

VALERIO PICCIONI LONDRA

Eccola, ancora lei, potenzialmente velenosa, incredibilmente uguale a quattro anni fa, almeno apparentemente. E’ l’ultima freccia. Quella che dice: di qua o di là. Ci aveva tolto l’oro a Pechino, ce lo dà a Londra, nella casa del cricket dove il tiro con l’arco italiano sale in cima al mondo. La profezia di Galiazzo Tutta una giornata in un attimo. Un attimo lungo, infinito. Non c’è più Mauro Nespoli a tirare perché hanno cambiato la turnazione. Lui ha già fatto il suo, Marco Galiazzo pure, tocca a

Michele Frangilli: 9 e si va alle frecce supplementari, 8 e si perde come a Pechino, 10 e si arriva nel paradiso di questo mondo dalla geografia estesissima, tanta Asia, un po’ d’Europa, ma pure l’America e gli Stati Uniti in particolare, gli avversari di ora, adesso, i tre arcieri che vivono insieme giorno e notte da sei anni per prepararsi a questo momento. «Ho pensato a Pechino, a quell’ultima freccia, al mio errore, al rischio di perdere ancora a due passi dal traguardo», racconta Nespoli. «Ho scandito i secondi che mancavano con calma, per aiutarlo». Galiazzo, invece, aveva già capito: «Vinciamo l’oro». In quel momento la freccia, lei, proprio lei, la freccia che ti può far diventare

campione o vicecampione olimpico, è partita. A una velocità di 210-215 chilometri l’ora, quasi cinque volte quella di Bolt. Quando è atterrata sul cerchio più piccolo di colore giallo a 70 metri di distanza, l’Italia ha vinto il suo primo oro a Londra. «La rivincita con il destino», la chiama Nespoli.

un quarto dal traguardo. Siamo stati a un passo dal baratro con il Messico, all’inizio addirittura sotto di 4 punti. Ma intanto gli americani avevano fatto il colpo superando i coreani, il nostro incubo di Pechino, Im, l’arciere quasi cieco e i suoi compagni. Quelle parole L’oro, dedicato da

Il pranzetto da Lucio Ma è stata una giornata lunga, infinita, alti e bassi come in un tappone dolomitico. Discesa, salita, rimonte, volate. Cominciando con la sveglia alle 6 del mattino, proseguendo con i tiri di riscaldamento, la «passeggiata» contro Taipei, il pranzetto da Lucio, aspettando i quarti con la Cina. Con cui abbiamo rischiato di brutto: meno due a

Mauro Nespoli e dal c.t. Gigi Vella, al presidente Giorgio Napolitano, è stata una questione di feeling. Quando si buttava giù, l’altro reagiva e lo tirava su. Con le frecce e con le parole. Un sussurrare, una battuta che rincorre l’altra. «Spingi!». Quando il compagno vede che rischi di «sporcare la freccia», di lasciartela scappare. Perché la freccia, dice Frangilli, lo ca-

clic GALIAZZO NO STOP: DOPO L’OLIMPIADE PENSA ALLE NOZZE Ora Marco Galiazzo il prossimo punto lo segnerà con Gloria. Dopo l’Olimpiade sogna infatti le nozze. Il padovano è fidanzato con Gloria, arciera di 22 anni, conosciuta proprio in pedana, nell’autunno del 2009. I due restano abbottonati sull’eventuale data, ma hanno chiesto al presidente Mario Scarzella di fare da testimone.

pisci subito dove va a finire. Detta così, questa storia del feeling sembra facile. «Ma in altre occasioni non era stato così», ammette Nespoli. L’aiutarsi è fatto di calma, di piccoli e grandi gesti, di parole che a volte sono pure dure. Ma aiutano a trovare una determinazione feroce. Quella che si è vista contro gli Stati Uniti. Perché stavolta è stata l’Italia a condurre, 27-26, 54-52, 82-79… con gli americani che cominciano a ingranare, accumulano qualche 10 che potrebbe spezzare le gambe. Fino al rush finale e alla freccia delle frecce di Frangilli: 219-218. Marco Galiazzo può chiamare la fidanzata (e presto, si sussurra, futura moglie) Gloria, arriva la telefonata di Ilario Di Buò, che fu d’argento a Pechino quando non c’era Frangilli, a sua volta fotografato con tre irlandesi vestiti da Guglielmo Tell. E si scatena la festa anche nelle Italie di provincia che hanno partorito l'oro: la Voghera di Nespoli, la Gallarate di Frangilli, la Ponte San Nicolò di Galiazzo. Mentre lo speaker americano fatica a gestire la delusione. Ma forse l’aveva capito pure lui in anticipo, era partito con qualche decibel in meno in finale: il «feeling» italiano stavolta era imbattibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL TECNICO COREANO

Che supporto «Pietro» Suk Esulta Mario Scarzella, il presidente della Fitarco: «Ma il merito è loro, è tutto loro!». Ha visto giusto quando ha richiamato Pietro. Un nome strano per un coreano, che in effetti è solo un soprannome del tecnico responsabile della squadra maschile. Pietro si chiama Dong-Eun-Suk e l’avevamo conosciuto già ad Atene 2004, l’uomo che stava all’angolo, nella corsa all’oro di Marco Galiazzo. Per alcuni anni, Pietro non aveva più lavorato per la Fitarco, ma dopo Pechino si decise di ricominciare. Nella vittoria di ieri, dice che ha contato tanto «la forza del gruppo che ha dato la calma necessaria». A volte, «costringe» gli arcieri a sorridere dopo uno sbaglio, una specie di terapia dell’errore che ieri gli azzurri hanno tradotto in medaglia d’oro.

Dietro a questa vittoria c’è anche la... Ferrari LONDRA

Dall’Aeronautica alla Ferrari. Dietro il successo dei tre arcieri italiani c’è anche questo legame fra il gruppo sportivo militare di Vigna di Valle, per cui Nespoli, Galiazzo e Frangilli sono tesserati, e il centro federale di Cantalupa, dove la casa di Maranello con i suoi ingegneri ha contribuito alla realizzazione della famosa macchina «tirafrecce» insieme con il vicepresidente federale Sante Spigarelli, il c.t. Vella e grazie al lavoro di un ingegnere dei Castelli Romani. Il tutto sotto gli occhi di Giancarlo Ferrari, che lavora proprio al centro federale e che di tiro con l’arco deve intendersi se è stato il primo italiano a vincere una medaglia olimpica, di bronzo, a Montreal ’76. La macchina è servita in pratica per scegliere le frecce giuste, che sono state poi omologate come sempre dalla fede-

S Stefano Domenicali Il direttore della gestione sportiva della Ferrari è stato tra i primi a chiamare il segretario Pagnozzi per complimentarsi

razione internazionale all’arrivo a Londra. Ma si è lavorato anche sulla postura e sul tipo di scarpe usate dagli atleti. «Non si è lasciato proprio niente al caso — spiega Marco Galiazzo —, d’altronde noi stiamo fermi quando tiriamo, è un momento cruciale quello della posizione». E poi in fondo la freccia, se non raggiunge le velocità di Alonso, poco ci manca. La telefonata Una delle prime telefonate è proprio quella di Stefano Domenicali, direttore della gestione sportiva Ferrari, e arriva sul numero londinese del segretario generale del Coni, Lello Pagnozzi, che con il presidente Petrucci si gode la finale e il primo oro della spedizione. Quello con il tiro con l’arco e la macchina tirafrecce è uno dei capitoli più fruttuosi della collaborazione che lega il Coni alla Rossa per aiutare alcune discipline olimpiche. v.p.

7 PODI AZZURRI

La freccia della vita «Dovevo fare centro» Ecco l’uomo delle sorprese: al Mondiale 2011 stava male, ma l’infortunio del rivale gli consegnò il pass per i Giochi artistica, la chiamo "freccia televisiva" perché dà spettacolo, fa venire paura alla gente che guarda la gara ma non ho tirato bene solo le prime 6 frecce del quarto di finale».

DAL NOSTRO INVIATO

LUCA CHIABOTTI LONDRA

LA CURIOSITÀ MARANELLO HA ELABORATO LA MACCHINA TIRAFRECCE

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ilPersonaggio MICHELE FRANGILLI

«Dovevo fare 10»: la spiegazione di Michele Frangilli di un tiro che resterà nella storia perché ci ha dato l’oro all’ultima freccia, è quasi disarmante: «Dopo l’8 di Marco ho sentito il rumore della gente, non so neanche come ho fatto, ho svuotato la testa, mi sono concentrato sulla tecnica, è uscita una buona freccia e l’ho vista andare nel giallo. Ho pensato, se è 9 ce la giochiamo, se è 10 vinciamo». Vinto. Nasce così il tiro che vale una carriera, lunga perché Frangilli, da Gallarate, è doppio figlio e fratello d’arte. Che già nel 1990 era in Nazionale, che a Atlanta e Sidney ha vinto due medaglie, argento e bronzo a squadre, che 2005 era il n.1 del ranking internazionale. «Ho tirato parecchie frecce come questa, a volte è andata male, parecchie bene. A Pechino era toccato a Mauro, stavolta potevano tirare i sassi addosso a me...». Carattere Michele ha sempre

fatto come voleva lui: col padre Vittorio, ex dirigente e allenatore federale, oggi con la Costa d’Avorio, ha scritto anche un libro con un titolo che

Michele Frangilli in lacrime ANSA

dice tutto: L’arciere eretico. Nel 2008 fu escluso dalla squadra di Pechino, ieri al suo nel tiro finale c’era proprio Mauro Nespoli che gli faceva il countdown cercando, telepaticamente, di trasferirgli quella forza mentale che nel 2008 gli era mancata. Michele, invece, ha cercato di «deconcentrarlo» durante le gare: «Mauro sta troppo concentrato, nessuno può farcela a mantenere questa tensione così a lungo. Secondo me i grandi sono quelli che riescono a uscire dalla gara dopo ogni singola freccia per rientrarci prima di quella successiva. Ho sempre fatto così». Si commuove al ricordo della mamma Paola, ma fa un paio di respironi e si riprende, scherza su una freccia uscita strana contro il Messico: «Era

Destino Nulla però sembra essere scontato per lui. Mondiale di Stupinigi, 2011: per avere il pass olimpico, l’Italia deve superare gli ottavi con la Germania. Michele si presenta in condizioni pietose, non sta in piedi e non si può sostituire. Impossibile battere i tedeschi in due contro tre. Ma il destino aveva già deciso: è un avversario che ha un colpo della strega alzando una valigia, Frangilli ce la fa, conquista l’Olimpiade e scopre di essere allergico al mais. La squadra funziona. Se gli americani battuti in finale vivono da 6 anni assieme: «Noi ci vediamo solo ai raduni federali e ci sentiamo se abbiamo bisogno di risolvere dei problemi pratici. Ma stiamo bene». La gara individuale? «Ho bisogno di una giornata per svuotarmi. Poi vediamo: so che è molto più difficile». Tra gli avversari, i suo compagni d’oro: «Non esiste al mondo uno che tira con la potenza d’arco di Marco, 58 libbre. Io da giovane al massimo sono arrivato a 52, adesso a 50». Bastano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Italia nell’arco ha vinto 7 podi olimpici Oro Individuale maschile Atene 2004 Marco Galiazzo Oro Squadre maschile Londra 2012 Marco Galiazzo Michele Frangilli Mauro Nespoli Argento Squadre maschile Sydney 2000 Matteo Bisiani Ilario Di Buò Michele Frangilli Argento Squadre maschile Pechino 2008 Ilario Di Buò Marco Galiazzo Mauro Nespoli Bronzo Individuale maschile Montreal 1976 Giancarlo Ferrari Bronzo Individuale maschile Mosca 1980 Giancarlo Ferrari Bronzo Squadre maschile Atlanta 1996 Matteo Bisiani Andrea Parenti Michele Frangilli


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LONDRA 2012 TIRO A SEGNO

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RIVALI SUL PODIO

S Jin Jongoh (S.Corea) ORO Nella 10 m migliora l’argento di Pechino, dove era stato oro nella 50. Per lui un argento anche ad Atene

S Andrija Zlatjic (Serbia) BRONZO La sua specialità è la pistola 50m: è detentore della Coppa del Mondo e campione d’Europa in carica

DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO ORIANI LONDRA

Luca Tesconi alza lo sguardo verso il tabellone. Un attimo d’incredulità, poi la gioia, contenuta seppur incontenibile. L’abbraccio all’allenatore Marco Masetti, i pugni alzati verso la tribuna. Argento vivo, come quello che si mette al collo poco dopo, spuntato dal nulla, uno sparo nel buio che coglie nel segno. E così la pistola italiana maschile torna su un podio olimpico 16 anni dopo l’oro di Roberto Di Donna nella stessa specialità, i 10 metri. Bolla «L’obiettivo era arrivare

in finale — racconta Luca con la medaglia al collo —. Sono riuscito a ricreare le medesime situazioni degli allenamenti e così mi sono ritrovato tra i primi 8. All’inizio ero teso e nervoso ma poi mi sono chiuso nella mia bolla e ho ritrovato le sensazioni che mi sono familiari». «Tra le qualificazioni e la finale l’ho visto sereno, tranquillo — aggiunge Masetti —. Cosa gli ho detto? Una formula magica che non posso svelare, ma è tratta da "Nuvolari" di Lucio Dalla».

Tesconi Spari nel buio che centrano l’argento Lo show di Luca nella pistola da 10 metri: «Ho saputo della medaglia dopo l’ultimo tiro»

Che rimonta E così la bolla di

Luca non è scoppiata. Neppure quando, a metà gara, è scivolato dal 5˚ posto con cui era entrato in finale, al 6˚. Davanti due giganti come il sudcoreano Jin e il cinese Wei Pang, argento e oro a Pechino. Poi una raffica che stende quasi tutti: 10.7, 10.7, 10.5, 10.5 e un 9.7 conclusivo che basta per tenere a distanza il serbo Zlatic. «Non sapevo in che posizione fossi — racconta il 30enne versiliese di Pietrasanta, lo stesso paese del martellista Vizzoni

Il suo miglior risultato in carriera era stato un 10˚ posto in Coppa del Mondo

—. Quando ho letto "Tesconi Luca argento" mi si sono chiusi gli occhi, come se avessi preso un pugno da un pugile professionista». Non male per uno che non era mai andato oltre un 10˚ posto in carriera... Niente vie di mezzo La rimonta

Il suo tecnico, Marco Masetti: «L’ho caricato con Nuvolari di Lucio Dalla»

che ha entusiasmato le tribune del Royal Artillery Barracks fa parte del suo arsenale: «Ho sempre molti alti e bassi — prosegue Luca —. Non ho mai avuto vie di mezzo, stavolta è andata bene. Se me l’avessero

detto prima di partire avrei risposto "ci provo". L’obiettivo era la finale ma una volta arrivato mi sono detto "o la va o la spacca"». A spaccarsi sono stati gli avversari. «Luca è un artista e il suo carattere estroso si riflette nelle sue gare. Proprio per questo non gli si possono porre limiti — prosegue Masetti, felice come se a vincere fosse stato un suo figlio —. La medaglia è una sorpresa dal punto di vista della carriera, ma ultimamente Luca stava facendo buoni risul-

Luca Tesconi, 30 anni, toscano di Pietrasanta (Lucca), in carriera non era mai andato oltre il 10˚ posto INSIDE

tati, era in crescita. E tecnicamente fa paura: lo faccio tirare sulle pedane mobili o sui materassini di gommapiuma, totalmente instabili, e non sbaglia un colpo». Lui conferma: «Ho fatto l’istituto d’arte, studiando fotografia e scultura. Quando ho bisogno di rilassarmi me ne vado in giro per 3-4 giorni in solitudine o con amici e fotografo paesaggi o qualsiasi altra cosa attiri la mia attenzione». Psicologo E dire che a Londra


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ci è arrivato in punta di piedi, numero 27 del ranking mondiale, strappando la qualificazione solo a febbraio in Finlandia: «È proprio una favola — prosegue Luca —. Nelle altre gare arrivavo sempre a un passo fermandomi sul più bello. Come mi sono avvicinato al tiro? Dopo 10 anni di tennis a livello agonistico mio padre me lo ha fatto provare e mi sono accorto di essere portato. È uno sport che ti regala tanta autostima, che richiede molto lavoro di testa. Questa gara l’ho preparata con uno psicologo, ricreando passo dopo passo tutte le situazioni che avrei dovuto affrontare, dal prendere la pistola, ad allacciarmi le scarpe, sino agli aspetti più tecnici. Scaramanzie? Non porto mai abiti da cerimonia o la bandiera italiana. Infatti ho dovuto farmela prestare». Vacanza Da qualche parte stanno esultando anche papà Mauro e mamma Marzia, che Luca non ha ancora abbracciato. «Non li ho visti, non li ho mai voluti alle mie gare. Dopo questa medaglia possono metterci una croce sopra, non ne vedranno mai una!». Luca sorride, con gli occhi prima ancora che con la bocca. «Dedico la vittoria a tutti gli amici che hanno lavorato con me, a chi ci ha creduto e anche a chi non lo ha mai fatto. Una pecora nera c’è sempre. Cosa mi regalo? Una vacanza, non so dove. È il giorno più bello della mia vita, un sogno che si realizza». Poi fugge: «Scusate, mi chiamano per l’antidoping, non vorrei arrivare in ritardo e farmi togliere la medaglia». Tranquillo Luca, quell’argento non te lo toglie più nessuno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tesconi sul podio con l’argento al collo AP

SORPRESE AZZURRE

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PRECEDENTE ORO DI ATLANTA ’96 NELLA STESSA GARA

Il maestro Di Donna ora ha un erede

«Luca ha tanti interessi, però in S pedana sa isolarsi. Pierpaolo Ferrazzi E’ una sorpresa, Oro nella canoa slalom a ma se lo merita» Barcellona 1992. Poi a Sydney 2000 è stato bronzo

S Andrea Minguzzi Oro nella lotta greco-romana, categoria 84kg a Pechino 2008. In carriera ha 2 bronzi europei

DA 10 METRI SI MIRA A UN CENTRO PIU’ PICCOLO DI UN CENTESIMO

GDS

DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO MARTUCCI LONDRA

Roberto Di Donna non è fisicamente all’Olimpiade: «Per volontà mia, ho una famiglia, un figlio di 8 anni. Mi avevano chiesto di allenare la nazionale maggiore, ma volevo mettermi alla prova con gli juniores». Però l’oro nella pistola ad aria compressa di Atlanta 1996 è presente più che mai nell’argento di Luca Tesconi: «Se ha dichiarato che sono stato il suo idolo ne sono orgoglioso e felice. Siamo amici, ci siamo allenati spesso insieme e mi aveva chiesto di allenarlo prima dei Giochi. Purtroppo gli impegni di tutti e due non coincidevano e, per come sono andate le cose, dico che è stato meglio così».

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Segreti Di Donna non si meravi-

Giulia Quintavalle Oro nel judo, categoria 57kg a Pechino 2008. Da allora non ha fatto podi a Mondiali o a Europei

glia del risultato a sorpresa: «Capita, è il bello dell’Olimpiade: quando facciamo le somme dopo i Giochi troviamo speso una somma simile al pronostico, ma le sorprese non mancano mai. Magari la medaglia poteva essere più attesa dalla Zublasing, ma se fosse tutto così

Roberto Di Donna a Sydney

sicuro la spedirebbero per posta. Invece guarda tu Luca, così solare e pieno di vita, con tante passioni — fotografia, musica, chitarra, tennis e... un forte ascendente sulle ragazze —, che si isola così bene in pedana e fa sudare la medaglia d’oro anche a quel fuoriclasse del coreano. E’ stato fortunato a venir fuori all’Olimpiade, poteva succedergli altrove». Il fenomeno di Atlanta è sempre molto diretto: «Un bravo anche al cittì, Valentina Turisini, che è molto determinata e sa il fatto suo. Le polemiche ci sono sempre quando decidi una squadra, ma io ero d’accordo con lei nel portare Luca all’Olimpiade - e l’ho anche detto -, aveva fatto meglio di tutti nella Preolimpica, se l’era meritato sul campo proprio di Londra», © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LONDRA 2012 NUOTO LA REGINA TAPPE TRIONFALI DI UN FELICE 2012 PER LA MONARCHIA BRITANNICA

Dalla piscina al Villaggio: Elisabetta conquista tutti Prima a vedere Phelps, poi sulla torre Orbit, infine la visita agli atleti britannici

La regina con il sindaco di Londra Boris Johnson sulla torre Orbit AFP

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

STEFANO BOLDRINI LONDRA

Un tuffo in piscina, la scalata della torre Orbit, la visita agli atleti della Gran Bretagna: oplà, con la leggerezza di Mary Poppins, ecco il sabato sportivo della regina Elisabetta II. Un trionfo, mediatico e politico: sua maestà ha già vinto l’Olimpiade. Dopo il coup de theatre della recita accanto all’ultimo James Bond, nella cerimonia inaugurale, la passerella di ieri, ennesima tappa trionfale di un 2012 che, complice il Giubileo, ha riportato in alto il nome della monarchia britannica. «La regina è stata molto felice e si è molto divertita a partecipare ad un evento eccezionale come

la cerimonia olimpica», fa sapere il portavoce della famiglia reale. E’ davvero l’anno dei Windsor, con il principe William sempre più simpatico ai futuri sudditi e la sua giovane consorte Kate onnipresente. Il gossip impazza e si vocifera che Kate sia incinta. Ma la regina è la regina. Non le dai scacco. E quando si muove, sbaraglia tutti. Wow, la regina Elisabetta II è apparsa in piscina, a metà mattinata, dopo la prova dello statunitense Michael Phelps. Il popolo delle tribune si è scaldato, ennesimo bagno di notorietà per una maestà che regna da 60 anni e può raccontare la storia moderna. La regina è poi salita sulla torre Orbit, nel cuore del parco Olimpico, accompagnata da

nei nostri appartamenti. Che donna incredibile», il tweet entusiastico di Beth Starry, giocatore di hockey. Passerella reale Prepariamoci

La regina Elisabetta, 86 anni, all’Acquatic Center per il nuoto REUTERS

un silenzioso Lord Sebastian Coe, l’ex mezzofondista presidente del comitato organizzatore che sogna un futuro da re della federazione mondiale di atletica leggera. La vista panorami-

Pellegrini contro tutte «Nei 400 sono sicura» Federica in acqua per cancellare il quinto posto di Pechino Il record italiano nella 4x100 sl è l’antipasto verso l’impresa? DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO ARCOBELLI LONDRA

Che Fede sarà? Un record (italiano) per cominciare in staffetta veloce, un record (mondiale) da difendere nei 400 sl, la sua seconda gara del cuore. Un 5˚ posto da cancellare (quello di Pechino), un doppio oro mondiale da difendere. Federica Pellegrini si appresta a vivere oggi una di quelle giornate da tormento ed estasi: l’attendono al varco tre avversarie ferocissime. La prima nuota in casa ed è la detentrice: Rebecca Adlington, che in questo quadriennio nel confronto diretto ha sempre pagato dazio a Fede e in stagione ha nuotato 4’02"35. La britannica rispetta molto Federica della quale ha ammirato soprattutto il modo «in cui è riuscita a sopportare le pressioni dei Mondiali di Roma in casa. Io vorrei essere capace di gestire quest’atmosfera incredibile: ma voglio viverla come pressione positiva. Federica è fantastica. Io amo di più gli 800, e non bisogna sottovalutarla: lei parte dai 200 e può sprintare nel finale, ma sarà un bel confronto». Francese La seconda avversaria

sarebbe in verità la prima, la francese Camille Muffat, capace di stampare 4’01"13 e di sfiorarlo anche sotto preparazione. «Sono io la favorita, non posso più nascondersi» ha avvertito l’allieva di Fabrice Pellerin, secondo il quale «lei ha solo l’oro in testa ed anche nei 200. Non è mai stata forte come in questo momento». La terza avversaria si chiama Allison Schmitt, è americana e s’allena con Phelps, ai Trials di Omaha ha vinto in 4’02"84, e come Fede viene dai 200. «Sarà una gara pazzesca ed incerta, ci divertiremo» fa la longilinea americana diventata più potente e veloce di un anno fa. Federica un anno fa ai Mondiali di Shanghai ha vinto l’oro in 4’01"97, è l’unica donna ad aver infranto il muro dei 4’ per l’oro mondiale di Roma in 3’59"15 e viene da una stagione senza picchi (4’05"70).

ca in una Londra dove il tempo è clemente, poi tutti giù per terra e l’apparizione nella grande casa che accoglie gli atleti britannici. «Wow, wow, wow, la regina ci ha appena fatto visita

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ad altre visite, ad altre sorprese, ad altri fuori programma. Sono oltre 30 le presenze della famiglia reale annunciate negli eventi di Londra 2012. Il principe Harry assisterà alle fasi finali del beach volley. I Windsor hanno capito la forza mediatica planetaria dei Giochi e la regina, ottantaseienne, si muove come un pascià tra stadi, piscine e tribune. Forse è proprio questa la vera forza della monarchia britannica: modernizzarsi senza rinunciare alla tradizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FABIO HA IL SECONDO TEMPO: 59"44

LE SUE RIVALI

S Camille Muffat, 22 anni, francese, bronzo mondiale nei 200 e 400 sl nel 2011, miglior prestazione mondiale stagionale in 4’01"13

Fabio Scozzoli, 23 anni, in finale nei 100 rana REUTERS

Scozzoli vola nei 100 rana e vede il podio Bianchi: finale nei 100 farfalla con record italiano in 57"78

S Rebecca Adlington, 23 anni, inglese, olimpionica dei 400 e 800 sl, è seconda al mondo nel 2012 in 4’02"35; argento a Shanghai ma predilige gli 800

Federica Pellegrini, 23 anni, sotto gli occhi della compagna di staffetta Alice Mizzau, 19: oggi è il giorno di Fede ANSA

TEMPO 3’42"59

1a FRAZIONE Chiuso

2a FRAZIONE Segat

3a FRAZIONE Zoccari

4a FRAZIONE Pellegrini

3’41"06 3’40"42

Ferraioli Ferraioli

Pellegrini Pellegrini

Simonetto Simonetto

Chiuso Chiuso

3’39"84

Mizzau

Pellegrini

Buratto

Ferraioli

2012

ma, ma ora si entra nel vivo. Messaggi alle avversarie? Basta con questi messaggi...». La sera prima del debutto, Fede ha visto la cerimonia: «Sicuramente è stata più bella quella di Pechino». Al mattino, i primi colpi di scena: «Già, Park squalificato (poi riammesso, ndr), Phelps che rischia di non entrare in finale. Spero ci siamo sorprese anche domani (oggi, ndr)». L’impatto olimpico che emozione le ha riservato, stavolta? «L’emozione si può gestire, ma non ci si abitua mai. I tempi degli allenamenti mi hanno dato molta sicurezza anche nei 400, ora vedremo cosa succederà davvero in gara». Con una Muffat che ha studiato e imitato tatticamente Fede (andando più lenta nei primi 200). I 400 hanno procurato ansie, patemi, fughe, sofferenze e persino l’eliminazione in batteria agli Europei. Ma qui siamo all’Olimpiade, ed è lei la bicampionessa mondiale. Fede, svelaci la verità.

3’39"74

Mizzau

Pellegrini

Letrari

Ferraioli

2012

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La campionessa: «L’emozione si può gestire, ma non ci si abitua Vediamo in gara» E sulla cerimonia d’apertura: «Sicuramente è stata più bella quella di Pechino»

Agitata e sicura Intanto prima di incrociare gli sguardi di quella pericolosissima trinità, Federica esprime le ultime sensazioni post 4x100 sl da record italiano in 3’39"74 (migliorato di 10 centesimi dalla medaglia europea di Debrecen insieme ad Alice Mizzau 55"17, Laura Letrari 55"74 ed Erika Ferraioli 54"55): «Volevo rompere il ghiaccio. E’ un buon tempo questo, anzi sono andata un po’ troppo forte (54"28 lanciato, ndr) ma il passaggio va bene. In staffetta più di così non potevamo fare, ma abbiamo centrato il record italiano, la gara individuale è un’altra cosa. Se penso ai 400 l’agitazione sale. No, non sono tranquillissi-

Cronologia record italiano 4x100 sl donne ANNO 2006 2008 2008

S Allison Schmitt, 22 anni, americana, ha sempre vinto medaglie in staffetta e prediletto i 200 sl, è suo il 3˚ crono mondiale in 4’02"84

LONDRA

(g.b.) Una speranza di medaglia e un record italiano. La prima giornata del nuoto ha qualche piccolo luccichio azzurro, lanciato da Fabio Scozzoli e Ilaria Bianchi. Batterie e semifinali dei 100 rana sembrano un mattatoio, con 10 atleti sotto il minuto la mattina e 11 la sera. Venir fuori da questo scontro di titani è durissimo, ma Scozzoli ce la fa, in 59"44, alle spalle di Cameron van der Burgh, che scende a 58"83, record olimpico. «In finale si può arrivare secondi come ottavi perché il tempo di Cameron ha chiuso i discorsi di vittoria, non mi vedo da 58"8. Sono però a 2 centesimi dall’argento di Shanghai, lì avevo fatto 59"8 in semifinale, quindi sono un passo avanti». La concorrenza così forte? «Il livello di tutto il nuoto si è alzato, basti vedere il record della Ye Shiwen nei 400 misti e quello "mangiato" da Sun Yang negli ultimi metri dei 400». Un ricordo di Dale Oen. «Inevitabilmente un pensiero va a lui, manca a tutti noi». In cosa è migliorato rispetto a Shanghai? «Ho più esperienza, per il resto aspetto la finale, perché sono ancora 2 centesimi sopra, quindi non sono migliorato». E per Ilaria Bianchi, anche se non ci sono speranze di medaglia, c’è una prova bellissima. Si batte in un contesto stellare, con avversarie come Vollmer (che sfiora il record mondiale), Coutts e Sjostrom, ma, invece di esserne schiacciata, tira fuori una prova di grande personalità: abbatte il suo stesso record, da 58"12 a 57"79 e va in finale. In mattinata, lancia già bei segnali: 58"42 con tocco ritardato. Si capisce che ha molto di più nelle braccia. E infatti. «Finalmente, il 57" suona diverso, dopo quattro anni di 58". In semifinale, nei primi 50 metri non sono andata così bene come credevo di poter fare, ma poi è andato tutto liscio». E adesso una finale impossibile, ma con chance di miglioramento. «Niente da perdere, l’affronterò ancora più tranquilla». E magari un nuovo record italiano è in agguato.

Cronologia record italiano 100 farfalla TEMPO 1’00"11

ATLETA Parise

ANNO 2002

59"56 59"11

Segat Migliori

2003 2004

58"12

Bianchi

2008

57"78

Bianchi

2012


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CHE IMPRESA PAZZESCO PRIMATO DEL MONDO NEI 400 MISTI: 4’28"43 Doppietta Anche Sun Yang s’è

L’urlo di Ye Shiwen vale il record Cina bis: Sun Yang vince i 400 sl La 16enne cinese negli ultimi 50 sl fa 28"93, meglio anche della chiusura di Lochte LONDRA

Clamoroso ai Giochi: Ye Shiwen, neo primatista mondiale dei 400 misti, ha nuotato gli ultimi 50 metri a stile libero più veloce di Lochte: 28"93 per la sedicenne asiatica, 29"10 per il soldato

Ryan. E’ impressionante il cambio di ritmo impresso dalla cinese capace di polverizzare di un secondo in 4’28"43 il record di Pechino, con body, della triolimpionica australiana Stephanie Rice (appena sesta). E’ rimasta al traino di Elisabeth Beisel, compagna di allenamento di Lochte, che è passata da 4’31"68 a 4’31"27 per un argento amarissimo, e l’ha infilzata con una progressione inarrestabile, salvo spingere l’altra cinesina, Li Xuanxu, al bronzo in 4’32"91. «Sono sconvolta, non avrei mai immaginato di poter infrangere il record mondiale», fa la nuova reginetta dei misti.

comportato come la connazionale nei 400 sl: ha cotto il ripescato Park Tae Hwan (out in batteria per falsa partenza ma riportato in gara dopo la prova video) e lo ha salutato con un finale da manuale per un 3’40"14, che ha fatto tremare anche il record mondiale di Paul Biedermann (bocciato in batteria): il tedesco ha salvato il suo capolavoro di Roma per 7 centesimi. L’olimpionico e iridato coreano s’è consolato con l’argento in 3’42"06 e Peter Vanderkaay s’è preso il bronzo in 3’344"69 lasciando giù dal podio l’altro cinese. Che staffetta Non poteva mancare il finale pirotecnico nella staffetta veloce femminile. L’oro non è andato alle primatiste mondiali olandesi, ancorché Ranomi Koromwidjojo abbia fatto la marziana con una quarta frazione da 51"93; e ne-

Sun Yang, 20 anni, esulta dopo la vittoria nei 400 stile libero EPA

anche alle americane che schieravano in prima frazione Missy Franklin, autrice di 53"52. L’oro è andato all’Australia: il 3’33"15 è il secondo crono della storia dopo il primato delle olimpioniche orange (3’31"72) che hanno finito per prendersi un argento condizionato dalla prima frazionista Inge Dekker (54"67), così come la sconfitta americana porta la firma di Allison Schmitt, che oggi tornerà in vasca nei 400 sl. Melanie Schlanger ha bruciato l’allieva di Bob Bowman in 52"65, ma tutte le aussie hanno disputato una prova impeccabile, dalla più esperta Alicia Coutts (53"90) a Cate Campbell (53"19) e a Brittany Elmslie (53"41). L’oro varrà anche per Libby Trickett che in mattina aveva perso la selezione fermandosi a 54"06. s.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DECISIONE DEI GIUDICI

È polemica per la cuffia: Marin la deve cambiare DAL NOSTRO INVIATO

GENNARO BOZZA LONDRA

In una gara storica per il crollo di Phelps, c’è spazio anche per Luca Marin, con un ottavo posto nei 400 misti meno negativo di quanto possa apparire. «Si sapeva che sarebbe stata una finale durissima, mi spiace solo non aver fatto meglio di 4’14"89 — fa notare Luca —. Se avessi ripetuto il 4’12" del Sette Colli sarei arrivato 5˚, anche se non fa grande differenza con l’8˚ posto, ma va bene così». Ryan Lochte, 28 anni, impegnato nella frazione a farfalla dove ha fatto il vuoto: ai Mondiali di Shanghai del 2011 aveva già battuto Michael Phelps nei 200 misti e 200 sl EPA

Il crollo di un mito Lochte domina Phelps Nei 400 misti Michael è apatico, sembra stanco. In mattinata si salva, in finale si arrende al rivale e chiude addirittura quarto LONDRA

Glielo aveva detto Mark Spitz: «Chi te lo fa fare ad accontentarti di perdere o di prendere qualche bronzetto?». Neanche quello, ha preso Michael Phelps, semmai la medaglia di legno: addirittura quarto mentre l’altro, Ryan Lochte, dominava e si portava sul podio un giapponese del ’92 sbucato in questa stagione, e un brasiliano che ha trovato finalmente il giorno di gloria. Questi due, davanti all’uomo che si fece leggenda, l’astro per tutti che osserva il tabellone e un tempo inguardabile per i suoi standard e le sue ambizioni (4’09"28), più inebetito che confuso, e forse in colpa per aver accettato di tornare a misurarsi nei 400 misti, la gara più completa del nuoto che gli americani non hanno potuto vedere in Tv protestando e polemizzando con la Nbc. Delusione Anche se il mito è stato appena scalfito e i record arri-

veranno, e due-tre medaglie le raccoglierà, questa sconfitta brucia enormemente nell’anima del fenomenale ragazzo nato per nuotare, e incapace di volersi accontentare neanche nell’ultima Olimpiade nella quale più che alzare l’asticella avrebbe dovuto fare passerella e non rinnegare persino se stesso («mai più questa gara, è qualcosa che ti stronca, ti esaurisce» diceva dopo Pechino) pur di rilanciare la sfida al rivale. Lochte è un talento puro, allenato da Gregg Troy, che gli allievi chiamano Nazi per la durezza dei suoi metodi. Lochte è un campione che non conosce la fatica e sa riprendersi dalle sconfitte, come alle selezioni americane (ha perso due volte su tre da Michelone), come a Pechino dove aveva chiuso di bronzo dietro Cseh (bocciato in mattinata, nono dietro Phelps). Lochte è ripartito da lì, senza ansia. Prima ha dominato gli ultimi 2 Mondiali e infine ha spodestato il biolimpionico e quasi gli stava per soffiare il record mon-

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medaglie di Lochte ai Giochi: 4 ori, 1 argento e 2 bronzi. Ai Mondiali vanta 17 podi (12 ori, 5 a Shanghai 2011) diale di 4’03"84 con body, un tempo fatto tremare da Lochte nel corso di questo monologo concluso in 4’05"18, la seconda prestazione mondiale di tutti i tempi. Squillo A Phelps è come se fosse-

ro mancate le energie, sin dalla sua frazione preferita a delfino. Qualcosa di imprevedibile: forse per la prima Phelps è apparso un nuotatore normale, non una macchina, come ai Mondiali di Montreal del 2005 quando nei 100 stile libero chiuse anonimamente quinto e non si capacitava chi fosse quell’italiano di Magnini. L’era dello squalone è in esaurimento, visto come ha condotto la gara e come s’è

spento negli ultimi cento metri a stile libero: a Londra si sta aprendo un altro ciclo, con un altro fuoriclasse che nuota poderoso e leggero, lotta duramente in allenamento come uno strongman, e vira come un’anguilla. E’ partito a dorso, e ha preso un margine rassicurante, in attesa che Phelps lo incalzasse a rana: macché erano quegli altri che lottavano per le medaglie, risucchiando indietro Michelone. La caduta del dio del nuoto fa davvero un rumore assordante. Lochte si diverte a raccontarsi anche dopo, e quando parla è costretto a interrompersi: «Scusate, è la mamma». Parla del fratello e di portafortuna in famiglia, racconta di «sensazioni fantastiche» e rispetta Phelps «che resta il più grande. A Pechino ero troppo giovane per batterlo, poi ho cambiato dieta, vita». E s’è messo a spaccare le pietre: ma visti i risultati ne valeva la pena...

La polemica Per lui solo un moti-

Michael Phelps, 27 anni EPA

Cronologia record 400 misti TEMPO 4’36"10 4’34"79 4’33"59 4’32"89 4’31"46 4’31"12 4’29"45 4’28"43

ATLETA Schneider (Ger E.) Chen Yan (Cina) Klochkova (Ucr) Hoff (Usa) Rice (Aus) Hoff (Usa) Rice (Aus) Ye Shiwen (Cina)

s.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La risalita Fino a un mese fa nemmeno aveva il tempo di qualificazione per i Giochi. Poi, Marin è rinato. «L’anno scorso sembravo spacciato, adesso sono stato l’unico europeo in una finale olimpica. Ho dimostrato di poter competere di nuovo ad alti livelli. E l’anno prossimo ci sono i Mondiali di Barcellona». Pur nella tensione agonistica, ha avuto modo di vivere una gara storica: «Phelps fuori del podio è qualcosa di strano, ma vuol dire che anche lui è umano. E Lochte è semplicemente il più forte nuotatore del mondo in questo momento».

Ye Shiwen, 16 anni REUTERS

ANNO 1982 1997 2000 2007 2008 2008 2008 2012

vo di rabbia: ha dovuto gareggiare con un’altra cuffia rimediata all’ultimo momento e non con quella dello sponsor ufficiale della Federnuoto, la Jaked, perché i giudici gliel’hanno impedito prima della gara. «Ma nelle batterie avevo nuotato con quella e nessuno aveva fatto obiezioni, non possono venirsene fuori all’ultimo momento». Stessa cosa per Ilaria Bianchi subito dopo, addirittura nel suo caso non le volevano permettere nemmeno di indossarla «sotto» un’altra cuffia autorizzata. I motivi ufficiali restano oscuri. La Jaked, contattata dai dirigenti azzurri, ha detto che la cuffia è omologata, contrariamente a quanto sostenuto dai giudici olimpici, e si è impegnata a mandare via fax a Londra la copia dell’autorizzazione. Stessa disavventura per Germania, Danimarca e Svizzera con le cuffie Tyr. Inviata da loro una lettera di protesta alla Fina. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LONDRA 2012 CICLISMO

CADUTO MENTRE ERA IN FUGA

Lacrime Cancellara Ma a crono ci sarà LONDRA — Stagione davvero sfortunata per Fabian Cancellara. Per una caduta al Fiandre aveva perso anche la Roubaix e ieri è

andato dritto in una curva verso destra a una decina di chilometri dall’arrivo. Lo svizzero ha picchiato pesantemente la spalla destra ma ha comunque concluso la gara (106˚ a 5’43"). Cancellara ha lasciato i box con la spalla fasciata senza parlare. Questo il commento su twitter: «Le lacrime sono più

forti del dolore, non ho parole per spiegare l'accaduto: ora sono al policlinico del villaggio olimpico per fare una risonanza magnetica». Gli esami non hanno evidenziato fratture, ma solo forti contusioni. Mercoledì dovrebbe essere in gara nella crono: è il campione olimpico in carica.

Flop Gran Bretagna La Gran Bretagna ha tenuto sino a 45 km dall’arrivo REUTERS

Nibali attacca «Cav» non tiene Vinokourov vince Due milioni di tifosi attendevano solo Cavendish Oro al kazako, 38 anni, dal passato imbarazzante DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PASTONESI LONDRA

L’attimo fuggente fugge a 8 km dall’arrivo. Solo da qualche chilometro quelli davanti sanno che quelli dietro non li prenderanno più. Così comincia la guerriglia urbana. Scatta Kolobnev. E Nibali chiude. Scatta Uran, si attacca Vinokourov, Paolini risponde e poi si volta, vede tre spagnoli — Valverde, Luis Leon Sanchez e Castroviejo — e chiede un cambio, ma non lo ottiene. Uran e «Vino» si godono il buco e vanno al traguardo. Ai 500 metri Uran è in testa, rallenta, si porta sulla sinistra, ai 300 — superato Buckingham Palace — si volta verso sinistra, dove ci sono soltanto

«

Incredibile, ero stanco ma qui dovevo venire. Questa vittoria chiude la carriera ALEXANDRE VINOKOUROV HA VINTO 2 LIEGI

transenne e spettatori, e «Vino» scappa sulla destra, sequestra 10 metri e s’iscrive nella storia dello sport. Compirà 39 anni in settembre e, come rivela dopo la corsa, li festeggerà da campione olimpico in carica, ma anche da ex corridore. Una classica Corsa vera, dura, ti-

rata. Corsa come una classica. Una classica in un territorio vergine. Come suonare una sinfonia di Beethoven nel cuore della giungla. Ma qui la giungla è, all’inizio e alla fine, metropolitana, e nel mezzo è un dolce parco naturale, regno di fiori e farfalle. E’ anche la corsa più affollata che i corridori ricorderanno del loro pedalare: un’Alpe d’Huez in pianura. Due milioni di spettatori sul percorso, un corridoio continuo di folla, non un metro senza un tifoso, un appassionato, un amatore. Qui il ciclismo (la partenza del Tour nel 2007, gli ori olimpici, il Mondiale di Cavendish, il Tour di Wiggins, e un progetto di sviluppo e di eccellenza che parte dalla pista) ha lanciato la bici in paradiso. La strategia è dichiarata: chi

per la volata, chi no. A favore della volata: la Gran Bretagna per Cavendish, che trova alleati nei compagni Eisel (e nell’Austria) e Boasson Hagen, e la Germania per Greipel, che però rischia e comincia ad aiutare solo a 30 km dall’arrivo, troppo tardi. Contro la volata: tutte le altre nazionali, magari tenendo un uomo veloce in caso di arrivo allo sprint (Viviani per l’Italia, Goss per l’Australia). Pronti, via, velocità, tensione. L’Italia manda in fuga Pinot-

Buckingham Palace sullo sfondo: Vinokourov batte il colombiano Uran AFP

Alexandre Vinokourov è nato il 16 settembre 1973 a Petropavlovsk, in Kazakistan. Professionista dal 1997, ha all’attivo 63 vittorie in carriera. Positivo il 24 luglio 2007 a un controllo antidoping al Tour de France, fu squalificato per un anno.

ti, poi anche Nibali e Paolini, e nell’ultimo dei nove passaggi su Box Hill, tenta di sostituire Pinotti, che ha dato tutto, con Modolo, più fresco e più rapido. Quando evade Cancellara, Modolo gli arriva a 20 metri, Boasson Hagen e Gerrans non gli regalano un cambio e non si aggancia. Dietro tutto il lavoro spetta agli inglesi, che si sfiniscono invano. Davanti Gilbert ci prova in solitaria, ma non ce la fa. Da due gruppi di attaccanti se ne compone uno solo, ma pieno di califfi. Cancellara cade. Poi il calice di «Vino», invecchiato, più pregiato.

2000

Un toro Il kazako è un toro sca-

Argento in linea all’Olimpiade

tenato. Cinque anni fa al Tour de France diventa un toro incatenato: autoemotrasfusione. Un anno di squalifica, un anno di inattività, poi torna nel 2009 e vince la Liegi 2010. Al Tour 2011 cade e si frantuma, decide di ritirarsi, ci ripensa, torna, al Tour 2012 cerca la vittoria ma non la trova, la trova qui, ed è enorme. Vero che vanta anche un argento a Sydney 2000, ma certo non è la migliore immagine che il ciclismo desideri regalare di sé a livello olimpi-

la scheda ALEXANDRE VINOKOUROV ARGENTO A SYDNEY 2000 POSITIVO AL TOUR 2007

2004 Bronzo crono al Mondiale

2005 Vince la Liegi Bastogne Liegi

2006 Vince la Vuelta Bronzo crono al Mondiale

2010 Vince la Liegi Bastogne Liegi

QUI ITALIA IL C.T. BETTINI: «ABBIAMO FATTO TUTTO IL POSSIBILE. PECCATO PERCHÉ MODOLO IN VOLATA...»

«Wiggins e Froome erano esausti» Nibali: «Inglesi troppo sicuri di vincere Capiranno come ci siamo sentiti al Tour» LONDRA

Impeccabili in difesa, forti a centrocampo, pericolosi in attacco. Ma non l’abbiamo buttata dentro. Italiani olimpici, ma non olimpionici. Il c.t. Paolo Bettini è sereno: «Si è fatto tutto quello che si era deciso. Gara dura, veloce, faticosa. La prima fuga è stata creata da Pinotti, che si è speso, ha corso davanti quasi 200 km, e prima di mollare ha fatto ancora un’ultima tirata per dare respiro a Nibali. Nella seconda fuga

c’erano Nibali e Paolini. Se proprio ci è mancato qualcosa, è stato nel non riuscire a sostituire Pinotti con Modolo: però Modolo ci ha provato sull’ultimo passaggio nella salita di Box Hill, gli è mancata la collaborazione di Boasson Hagen e Gerrans. L’australiano pensava al compagno di nazionale Goss, il norvegese forse al compagno di... squadra Cavendish. Peccato, perché Modolo avrebbe avuto qualcosa in più in caso di volata, anche se non voglio dire che avrebbe garantito una medaglia. Paolini è stato esempla-

re, anche se non si dà pace che gli sia sfuggito Vinokourov. Viviani ha corso come gli era stato chiesto, sulla ruota di Cavendish, per una volata del gruppo. L’importante è non avere rimorsi, ma la consapevolezza di aver saputo leggere il percorso e interpretarlo. Prima del via avevo pronosticato 25 uomini all’arrivo. E così è andata». Vincenzo Nibali è stato uno di quelli pericolosi in attacco: «Ho provato due volte a portare fuori una fuga, la prima non è andata bene, la seconda sì. Nel finale, quando si è mosso Kolobnev, sono stato io a chiudere. Subito dopo, quando sono scattati Uran e Vinokourov, non potevo rispondere. Pecca-

Vincenzo Nibali, 27 anni BETTINI

co. «Incredibile — ha detto Vinokourov —. Ho finito il Tour un po’ stanco, ma alle Olimpiadi ci dovevo venire. Era tutto su e giù, su e giù, e c’era troppa gente. Pericolosissimo. Se fossi rimasto nel gruppo, non avrei avuto possibilità allo sprint. Questa vittoria chiude la mia carriera». Non proprio: mercoledì farà la crono. Gli inglesi hanno perso per k.o. «La squadra è stata pazzesca, ha lavorato più di quello che poteva, e sono orgoglioso di quello che hanno fatto i miei compagni — ha sostenuto Cavendish —. Ma gli australiani hanno corso malissimo. Hanno lasciato fare tutto a noi. Adesso le altre squadre saranno contente che non abbiamo vinto noi». «Facevamo la salita al passo di Cavendish — ha spiegato David Millar — e non potevamo andare a prendere tutti quelli che scappavano». Intanto è scappato un oro, che gli inglesi si sentivano già in tasca. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LEGGI IL COMMENTO di PIER BERGONZI

a pagina 25

&

laDelusione to, perché abbiamo impostato la corsa proprio come l’avevamo pensata. Peccato, avranno pensato anche gli inglesi, ma forse hanno avuto troppa sicurezza di poterla vincere. Quanto a Froome e a Wiggins, erano esausti. Così capiranno come ci sentivamo noi al Tour de France». Luca Paolini si è confermato l’azzurro più adatto a questi grandi appuntamenti: «Mi aspettavo un cambio dagli spagnoli, ma non c’è stato». Due italiani corrono ancora. Ma se Elia Viviani («Caduto, ho preso una botta, niente di che») torna in Italia per allenarsi a Montichiari e poi gareggiare in pista, Marco Pinotti («Una medaglia avrebbe valorizzato la nostra corsa») rimane qui al villaggio olimpico e prepara la crono di mercoledì. past.

Gli occhi di Peta Peta Todd è la compagna di Mark Cavendish: eccola in tribuna con la piccola Delilah, 3 mesi e mezzo, nel momento in cui si rende conto che la corsa per l’Inghilterra è ormai persa AFP


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LONDRA 2012 PALLAVOLO

IL LUTTO

L’ex fondista Porter morto a 53 anni L’ex fondista statunitense Pat Porter (foto AP) è morto in un incidente aereo in Arizona. Aveva 53 anni e aveva partecipato ai

Giochi di Los Angeles 1984 e Seul 1988. Porter era ai comandi del suo bimotore quando in fase di decollo ha urtato contro una recinzione. Il velivolo ha preso fuoco. Con Porter sono morti il figlio Connor, 15 anni, promettente schermidore, e un amico del ragazzo.

IL CASO

Tante tribune vuote Aperta un’inchiesta Ma non erano i Giochi del tutto esaurito? Ieri, nella prima giornata di gare, spazi vuoti a nuoto, dressage, pallavolo e

tennis. «Siamo consapevoli che in alcuni siti olimpici ci sono stati vuoti che non ci aspettavamo. Vogliamo scoprire e capire che cosa sia successo», ha detto un portavoce del comitato organizzatore che ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.

L’Italdonne va forte anche in rodaggio Azzurre non al massimo, ma le dominicane non fanno paura Costagrande: «Abbiamo capito che non possiamo distrarci» ITALIA REP. DOMINICANA

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DAL NOSTRO INVIATO

GIAN LUCA PASINI Twitter@GianLucaPasini LONDRA

(25-17, 23-25, 25-19, 25-15) ITALIA: Lo Bianco, Del Core 11, Arrighetti 16, C. Bosetti 6, Costagrande 16, Gioli 19; Croce (L), L. Bosetti 2, Rondon. Non entrate: De Gennaro, Piccinini, Barazza. All. Barbolini. REPUBBLICA DOMINICANA: Cabral 19, Arias 2, Mambru 5, De La Cruz 14, Valdez 9, Echenique 1; Castillo (L), Marte, Nunez 1, Eve 3, Rivera 2. N.e. Rondon. All. Kwiek. ARBITRI: Bjelic (Ser) e Cholokian (Arg). NOTE - Spettatori: 14.000. Durata set 23', 27', 26', 15'; totale 91'. Italia: battute sbagliate 7, vincenti 4, muri 10, 2a linea 6, errori 20; Dominicana: battute sbagliate 10, vincenti 1, muri 8, 2a linea 11, errori 28.

Smalto e tattoo della Gioli TARANTINI

«Forse è stato meglio così. Ci ha fatto bene trovarci in difficoltà. Ci ha tirato fuori quella cattiveria che ci mancava e che ci ha fatto capire che eravamo all'Olimpiade. Era importante sentirlo. Non tutto è andato nella maniera migliore, ma sono convinta che quel calo nel secondo set ci farà bene per i promossimi giorni a cominciare dalla partita contro il Giappone, un avversario ancora più duro di questa Dominicana che abbiamo battuto nella prima partita». Carolina Costagrande ha sognato per tantissimi anni l'Olimpiade (con l'Argentina) e adesso l’ha raggiunta grazie all'Italia che ieri pomeriggio ha iniziato un po' in sordina la quarta avventura a cinque cerchi, con un non brillantissimo 3-1 con la Repubblica Dominicana, sospinta dalla De La Cruz e dalla Cabral.

Troppi errori «Sono contento di come si è mossa la squadra – spiega il suo punto di vista Massimo Barbolini, il c.t. azzurro -. Sapevamo che la Dominicana è una squadra difficile da affrontare, che se cali un po’ la tensione ti può mettere in difficoltà. L'unica cosa che non mi è piaciuta, sono stati alcuni errori di troppo. Abbiamo invertito le parti: loro hanno difeso molto più del previsto, noi invece abbiamo sbagliato un po’ troppo. Senza quelle palle sprecate nel secondo set, forse la partita sarebbe finita diversamente». E' finita in panchina, invece, la gara di Caterina Bosetti, sostituita dalla sorella Lucia, ma l’interessata non parla di emozione. «Era la prima gara, non eravamo ancora rodate – racconta la 18enne -. Ma se non sono andata al massimo non è una questione di tensione». Tensione che, invece, ha avvertito Lucia. «La palla all'inizio un po’ pesava. Entrare al posto di mia sorel-

IN 14.000 AL VIA

Il volley è subito un successo Grande entusiasmo per il volley all’Earl’s Court (un centro fieristico). Nonostante la scarsissima tradizione pallavolistica dei britannici ieri per la prima giornata del torneo femminile si è registrato quasi sempre il tutto esaurito con oltre 14.000 presenze sugli spalti non solo per la gara che vedeva le padrone di casa impegnate con la Russia, ma anche nelle altre partite. Addirittura personaggi che vendevano biglietti fuori dal palasport prima del match delle azzurre (bagarini?). Prossimi impegni azzurre Domani 21 Italia Giappone 1 agosto 17.45 Gran Bretagna Italia 3 agosto 23 Italia Algeria 5 agosto 17.45 Italia Russia

Simona Gioli, 34 anni: ieri la migliore delle azzurre (6 muri) TARANTINI

la? Se non lo devo fare vuole dire che va tutto bene, quindi sarei supercontenta. Se c’è bisogno cerco di farmi trovare pronta in tutte le situazioni». Ma come dice Barbolini è possibile che dalla gara con il Giappone (domani sera alle 21 italiane) cambi qualcosa nella squadra: «Ci penserò. Le asiatiche difendono tanto, bisognerà avere ancora più pazienza, potrei anche fare una modifica».

Super Simo L'Italia, invece, si

augura che non cambi il rendimento di Simona Gioli, 19 punti di cui 6 muri, è stata la migliore delle azzurre e anche la più continua. E’ abbastanza scontato che per andare avanti in questo torneo ci sarà ancora bisogno delle prestazioni di mamma Fast (come era soprannominata Simona Gioli). Magari aiutata anche dalle compagne…

MASCHILE OGGI IL DEBUTTO DEGLI AZZURRI

Mastrangelo senatore d’Olimpia «Siamo tosti, siamo da medaglia» Quarta Olimpiade e contro la Polonia di Anastasi (che lo lanciò a Sydney) il centrale è ottimista LONDRA

L'Italia comincia la prima Olimpiade dell’Era Berruto guardando un po' al passato e alle 21 (italiane) affronta una delle migliori squadre del momento, la Polonia vincitrice della World League guidata da Anastasi e Gardini, i tecnici che hanno allenato gli azzurri fino al Mondiale 2010. Ma ricordi parte, le ultime ore sono state vissute con un po' d’eccitazione nel clan italiano, non solo per via dell’esordio, anche per un

piccolo infortunio occorso a Ivan Zaytsev l’altro giorno ha costretto lo schiacciatore con la cresta bionda a un supplemento di indagine medica ieri. Il responso, però, ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti. Nulla di grave. Adesso starà a medici e tecnico decidere se utilizzare Zaytsev contro la Polonia di Anastasi che un’Olimpiade l'ha già fatta 12 anni fa, alla guida dell’Italia. Lanciando (anche titolare) un ragazzone pugliese un po’ sfrontato. Gigi Mastrangelo. Del tempo ne è passato da allora. Senatore Mastrangelo: che effetto fa essere chiamato così? «Per chi guarda la carta d’identità sono un senatore».

sta Nazionale solo con qualche presenza in più, me la gioco con Samuele Papi (352 alla pari). E ovviamente questo mi fa molto piacere».

Ma Gigi Mastrangelo, classe 1975, si sente senatore?

«Certamente bella, intensa, ognuno cercherà di viverla nel migliore modo possibile. Se poi guardiamo al campo, ai risultati, il nostro è un girone è abbastanza abbordabile, ma ci aspetterà un quarto tosto, chiunque ci troveremo di fronte. E lì inizieremo a giocare le partite che contano».

«No, mi sento un giocatore come tutti gli altri che fa parte di que-

IN CAMPO ALLE 21

La prima Olimpiade, nel 2000, Mastrangelo era un ragazzino, adesso…

«A Sydney ero il più giovane in un gruppo di veri senatori, Gardini, Gravina, Tofoli, Giani, Bracci, c'erano ancora molti di quelli della Generazione dei Fenomeni. Poi c'ero io. Rispetto a quei Giochi mi sento solo un po' più esperto». Dall'alto della sua «esperienza» che Olimpiade sarà, visto che Mastrangelo è alla quarta?

Un bel gruppo con un clima diverso da altre Nazionali. E' giusta questa impressione? GDS

«Sì, se si tolgono i 4 (Papi, Birarel-

Due gironi da sei Attenzione al quarto di finale Oggi scatta il torneo maschile. L’Italia debutta con la Polonia di Andrea Anastasi e Andrea Gardini. Nel girone A con gli azzurri ci sono anche Argentina (nostra prossima avversaria martedì), Gran Bretagna, Bulgaria e Australia. FORMULA le prime 4 accedono ai quarti di finale con gli abbinamenti 1 4, seconde e terze dei 2 gironi vengono sorteggiate per l’accoppiamento. Poi quarti, semifinali e finale. Come nel campionato italiano si assegnano 3 punti alla vittoria 3 0 e 3 1, 2 punti alla vittoria 3 2 e 1 punto per la sconfitta 2 3. OGGI 10.30 Girone A Gran Bretagna Bulgaria 12.30 (B) Russia Germania 15.45 (A) Australia Argentina 17.45 (B) Stati Uniti Serbia 21.00 (A) Italia Polonia 23.00 (B) Brasile Tunisia

Gigi Mastrangelo, 36 anni: bronzo a Sydney, argento ad Atene LAPRESSE

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Come vede l'Italia Mastrangelo?

«Bene, mi piace, è una bella squadra. E' davvero un bel gruppo: un giusto mix di giovani e meno giovani. E’ una squadra che può arrivare benissimo alla medaglia».

LA FORMULA

«

Nel 2000 ero con la Generazione di Fenomeni, ora l’esperto sono io, ma non mi pesa

li, Fei e me) che abbiamo già giocato l'Olimpiade. E' un gruppo giovane, che ha voglia di fare bene. Molti di loro saranno l'Italia del futuro, dei prossimi 10 anni». Qualcuno chiede consigli?

«Ogni tanto per il muro, questioni tecniche».

Siamo un bel mix: tra questi ragazzi ci sono i protagonisti dei prossimi 10 anni

Si dice in giro che Mastrangelo (detto Mastro) sia un brontolone. E' vero?

«Voglio sapere chi lo dice (e fa la faccia da duro, ndr). No, non sempre. Ma quando una cosa penso che sia sbagliata non sto

zitto e la tiro fuori». Questo è un momento particolare per la pallavolo italiana, che sta attraversando (come in tutto il Paese) una crisi economica. Ancora una volta, si ha l'impressione, si chieda alla Nazionale un risultato per rilanciarsi.

«C’è una situazione pesante nel volley come in altri sport e c'è la voglia di arrivare in alto per dare nuovo impulso al nostro sport. Ci proviamo...». g.l.p. © RIPRODUZIONE RISERVATA


DOMENICA 29 LUGLIO 2012

LONDRA 2012 PALLANUOTO

IL CASO

Dirigente tedesco allunga il braccio alla cerimonia Un saluto nazista?

Durante la cerimonia di apertura di venerdì sera, il dirigente sportivo tedesco e membro onorario del Cio Walther Troeger si è alzato con altre persone al suo fianco per salutare il passaggio degli atleti tedeschi: ma mentre gli altri agitavano la mano, lui muoveva il

braccio sinistro con la mano distesa, in un gesto all’apparenza equivoca e molto simile al saluto nazista (nella foto ANSA tratta da Nrk Tv). L’episodio, inquadrato dalle telecamere della regia britannica, è stato pubblicato su Internet in un video del Daily Mail. La moglie del Principe Carlo,

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Camilla Parker Bowles sedeva a poche file di distanza al fianco del sindaco di Londra Boris Johnson. Ripresi dalle telecamere, prima stupiti quindi divertiti, la duchessa di Cornovaglia e Johnson non sono riusciti a trattenere un sorriso coperto dalle mani.

«Ricordiamoci di essere il Settebello» Oggi c’è l’Australia. A secco da tre Giochi, la ricetta del c.t. Campagna: «Testa e incoscienza» DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO ARCOBELLI LONDRA

Dove tutto ebbe inizio: la pallanuoto in Inghilterra. Dove tutto cominciò: il primo oro azzurro olimpico e l’adozione di un nome che prescinde persino lo sport. Settebello. Dove tutto deve proseguire: l’Italia che difende l’oro mondiale, l’orgoglio ritrovato dopo tre Giochi a secco, una scuola. Dove tutto bisogna ricordare: il ventennale dell’ultimo titolo ai Giochi di Barcellona, con Sandro Campagna a dirigere le operazioni in vasca. Oggi, il c.t. fa il debutto azzurro nel torneo olimpico contro l’Australia, squadra solida, e che spera di ripetere il colpaccio del torneo di Budapest di due settimane fa (10-9). Ma l’Olimpiade ha una tensione diversa, e Campagna sa che nessuna sfida a questi livelli può consentire distrazioni. Nella fase preliminare, la sfida più delicata dovrebbe essere contro la Croazia di Rudic. Da Tempesti a Felugo, i leader, i croati sono considerati i rivali attualmente più pericolosi. E con la Croazia ha giocato 4 anni Daniel Premus, Olimpiade di Atene compresa, quando Campagna allenava i greci.

Gli azzurri festeggiano in vasca l’oro ai Mondiali di Shanghai 2011 intorno al c.t. Sandro Campagna LAPRESSE Centroboa Il naturalizzato di

Fiume rappresenta la novità tecnica più attesa, non solo per il ruolo di centroboa che condividerà con Matteo Aicardi, reduce da operazione al pollice della mano destra il 16 maggio per ricomporre una lesione di Steiner completa. Non ci sono dubbi sul suo recupero da record. Campagna ammette che la stagione s’è rivelata difficile perché condiziona-

JUDO NEI -60 KG: «HO PAGATO LA STANCHEZZA»

Che peccato Verde È medaglia di legno Rinato dal k.o. al ginocchio di un anno fa, incanta fino alla semifinale e chiude quarto

Elio Verde perde con Kitadai REUTERS DAL NOSTRO INVIATO

RICCARDO CRIVELLI twitter@RiccardoCrivel2 LONDRA

Verde di rabbia. Poteva essere il giorno della rinascita completa, delle sensazioni pienamente ritrovate dopo il baratro di un infortunio che stava per spezzare una carriera. E invece Elio Verde mastica amaro, rimugina, coltiva rimpianti: in venti minuti un torneo meraviglioso si trasforma nel pomeriggio delle occasioni perdute. Con una consolazio-

ne comunque non da poco: il 4 agosto di un anno fa al poliziotto di Aversa saltavano i legamenti del ginocchio sinistro a due settimane dai Mondiali e l’Olimpiade allora pareva un miraggio impossibile. Deconcentrato Dopo un cammino autorevole, con la piccola perla di una vittoria al secondo turno sull’ucraino Zantaraia, tre medaglie mondiali nelle ultime tre edizioni, Verde atterra in semifinale contro il giapponese Hiraoki, argento iridato uscente, che l’azzurro aveva battuto a Rio prima di infortunarsi. Sorpreso dall’aggressività del rivale, prende waza ari dopo meno di un minuto e ippon di Ko Soto Gake (piccolo agganciamento esterno) dopo 68 secondi. Una sconfitta che ci sta, ma tremenda per il morale: «Nella finalina contro il brasiliano Kitadai — ammette sconsolato — ho perso un po’ di concentrazione, era un avversario alla mia portata, ma al golden score ho accusato la stanchezza». L’allenatore Romano lo giustifica: «Ha perso 10 kg in un anno, si è rotto un ginocchio e anche l’altro ha i legamenti lesionati, meritava sicuramente la medaglia per il torneo che ha fatto ma è calato proprio nell’incontro forse più facile». Storico successo per Arsen Galstyan: la Russia, la cui squadra maschile è allenata da Ezio Gamba, non vinceva un oro (uomini e donne) da Mosca 1980. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ta dagli infortuni (il primo quello di Tempesti), ha pensato pure di non tagliare Deserti e presentarsi a Londra con 3 centroboa, col rischio però di rendere la difesa più vulnerabile, reparto invece distintivo di questo Campagna-team. Arrivati al dunque, bisogna ricreare quel modo di giocare e vincere in stile Shanghai 2011, dove l’Italia della pallanuoto giocava con una concretezza e

disciplina ammirate da tutti. Quel titolo iridato è stato il riconoscimento di una superiorità che ora all’Olimpiade l’Italia vorrebbe ribadire, tenendo conto che l’Ungheria non perde l’oro da 3 edizioni. Fiducia «La sofferenza è finita, e questo dovrebbe darci un’altra spinta importante — dice il c.t. —. Ho grandissima fiducia in questo gruppo, dobbiamo

dimostrare di essere degni del Mondiale. La testa sarà fondamentale: caparbietà, coesione e voglia di arrivare sono le nostre caratteristiche. Avere tanti esordienti in squadra, ci dà anche un po’ di... sana incoscienza che può servire. Avvertiamo anche il calore che ci accompagna, il nome Settebello ha un appeal speciale, è il vanto del nostro mondo. Stiamo tramandando una tradizione straordinaria: pensiamo alla squadra del ’92 figlia di quella del ’78, figlia di quella del ’60, figlia di quella del ’48... Le favorite? Secondo i bookmakers Croazia, Serbia, Ungheria e Montenegro. Io dico nelle prime quattro si inserirà almeno un’altra squadra». Campagna resta cauto: «L’Olimpiade è tutta difficile, ci sono otto partite e nessuna in cui puoi dire "oggi vinciamo". L’Australia attua un pressing molto aggressivo, nuota e tira bene». Principe Il futuro Re d’Inghil-

terra adora, anzi ha giocato a pallanuoto tanto che nel 2004 è stato convocato nella nazionale universitaria scozzese. E’ probabile che darà il via simbolico al torneo in cui l’Italia vorrebbe esaltarsi come a Shanghai, anzi rifare un ’48... © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE AVVERSARIE

Le rivali sono Ungheria e Serbia Il torneo olimpico vede l’Ungheria tentare un clamoroso poker e la Serbia che tra le gran di potenze cerca di riprendersi lo scettro perso ai Mondiali di Shanghai con l’Italia. Curioso che nel 2008 sul podio salirono gli Usa. GLI AZZURRI Stefano Tempe sti, Amaurys Perez, Niccolò Git to, Pietro Figlioli, Alex Giorgetti, Maurizio Felugo, Massimo Gia coppo, Valentino Gallo, Chri stian Presciutti, Deni Fiorentini, Matteo Aicardi, Daniel Premus, Giacomo Pastorino. PODI DELL’ITALIA Londra 1948: oro. Helsinki 1952: bronzo. Roma 1960: oro. Montreal 1976: argento. Barcellona 1992: oro. Atlanta 1996: bronzo. Podio uscente Pechino 2008: Unghe ria, Usa, Serbia. CALENDARIO AZZURRI oggi: 15.10 Italia Australia. martedì: 16.30 Grecia Italia. giovedì: 20.40 Italia Croazia. sabato: 16.30 Italia Kazakistan. 6 ago sto: 20.40 Spagna Italia. FORMULA Quarti 8 agosto: 1A 4B; 2A 3B; 3A 2B; 4A 1B. Sem. 10 agosto. Finali 12 agosto.


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LONDRA 2012 GLI AZZURRI GINNASTICA Quattro azzurri sono già in finale Nella prima giornata di ginnastica artistica l’Italia maschile è 11ma con 262.085 punti, migliorando di un posto rispetto alle qualificazioni olimpiche di gennaio. In finale Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Cina, Ucraina e Francia. Nelle gare individuali bene gli azzurri. Quattro sono in finale: Matteo Morandi con il 2˚parziale agli anelli (15.766); Alberto Busnari col 4˚ punteggio al cavallo (15.058); nel concorso generale Enrico Pozzo, 19˚ con 86.898, e Paolo Ottavi, 21˚ con 86.331. Oggi tocca alle donne, con le qualificazioni del concorso generale a squadre: Ferlito, Ferrari, Fasana e Campana al via con l’obbiettivo della finale a otto.

CANOA Tocca a Molmenti a caccia dell’oro E’ l’ora di Molmenti. Oggi, con le due eliminatorie, entra in acqua il pordenonese del K1 slalom con le giuste ambizioni di chi può e deve lottare per l’oro. Un percorso tecnico e impegnativo dal punto di vista fisico, che piace molto al campione del mondo 2010, cui manca solo un podio olimpico per impreziosire una carriera già trionfale: «Sono partito dall’Italia accompagnato dai pronostici che mi danno per forza vincitore — sorride Daniele — e certo non gareggio per arrivare secondo. E’ una pressione che mi piace, mi dà adrenalina e mi fa rimanere concentrato». La finale sarà il 1˚ agosto, il suo compleanno. Oggi anche le eliminatorie del C1 maschile con Stefano Cipressi.

Cagnotto-Dallapè «Sarà la gara perfetta» Tuffi: oggi nel sincro 3 metri c’è la coppia che ha vinto il 4˚ oro di fila all’Europeo. «Lì eravamo al 60%, qui siamo vicine al 100%» DAL NOSTRO INVIATO

GENNARO BOZZA LONDRA

«Se non guardiamo i cerchi olimpici, questa è una gara come le altre». Francesca Dallapè, la «seconda» del sincro azzurro, diventa la leader nel primo attacco dell’Italia dei tuffi al podio, quello che potrebbe portare la prima medaglia olimpica a lei e alla figlia d’arte Tania Cagnotto, che ne ha bisogno per rendere completa una grande carriera. E ciò di cui hanno bisogno le azzurre, nella finale del trampolino sincro, è proprio la serenità, perché, per quanto riguarda la tecnica, hanno già dimostrato di poter aspirare al posto d’onore, dopo le cinesi Wu Minxia ed He Zi. Del resto, non è una novità per loro: già ai Mondiali di Roma 2009, solo Guo Jingjing e Wu Minxia furono più brave di loro. Quello rimane un argento che può ispirare la gara di Londra, che apre il programma olimpico, con la Cina che punta a 8 ori su 8. Giochi psicologici Andando a

guardare l’andamento di quest’anno, poi, si nota che quel secondo posto non fu un caso. Nelle World series Tania e Francesca hanno conquistato un altro argento, e nella Coppa del Mondo il bronzo. Insomma, sono sempre lì e si scambiano le spinte psicologiche. Spiega Dallapè: «Io di solito sono più pessimista, Tania mi tira su». Poi scherza: «Magari, lo fa per autoconvincersi a sua volta». Francesca può dare anche un altro consiglio, più a se stessa che a Tania. Nel 2008, ai Giochi di Pechino, in questa stessa gara, ma in coppia con Noemi Batki, era a 3 punti dal podio prima dell’ultimo tuffo. Ma finirono se-

ATLETICA Schwazer rinuncia alla 20 km Alex Schwazer, dopo l’influenza che lo ha colpito una settimana in allenamento a Obersdorf, in Germania, ha deciso di rinunciare alla 20 km per dedicarsi esclusivamente alla 50 km di sabato 11 agosto. «Adesso Alex è più sollevato — racconta l’allenatore Michele Didoni —. Pure io ho preso l’influenza e sto tornando in Italia per non farlo ammalare ancora. Problemi? Non certo in vista della 50 km. Ha davanti ancora dieci giorni per ritrovare il massimo della condizione. Nella situazione attuale la 20 km sarebbe stata un rischio. Alex ha dieci mesi importanti di allenamento alle spalle. Ora è importante che torni a credere nelle sue possibilità».

BOXE Parrinello, inizio senza problemi

La coppia d’oro Cagnotto-Dallapè impegnata all’ultimo Europeo nel trampolino da 3 metri sincro REUTERS

La trentina spiega la svolta: «Avevo paura di essere un peso, poi Tania mi ha convinto»

ste. «So che non devo guardare più il tabellone — dice Francesca —. Comunque, quando torno con la mente a quel sesto posto, penso che sia stato un bel risultato». Dal 2009, il sincro con la Cagnotto. Non facile dal punto di vista della pressione mentale. «All’inizio mi è pesato perché avevo paura di danneggiare una campionessa come Tania. Poi lei mi ha fatto capire che se gareggiamo insieme nel sincro è perché sono brava anch’io. Mi ha dato fiducia, ha ricambiato la stima che avevo sempre avuto per lei». La voce dell’esperienza Tania, quindi, può contare su una compagna all’altezza. Per lei è l’Olimpiade decisiva, in cui non

può sbagliare. «E’ stata la vigilia più importante — dice Tania —, sapevo che mi avrebbe fatto agitare, ma adesso mi sento più tranquilla. Ho bellissime sensazioni, il trampolino è ottimo, tutto è perfetto». Appare al massimo della forma tecnica e mentale, mai vista così continua ad altissimi livelli. «In effetti, non sono mai stata così bene. Solo le cinesi mi hanno battuta. E anche nel sincro io e Francesca abbiamo fatto i migliori tuffi di sempre. Non ci resta che ripeterli qui a Londra». La Dallapè ricorda il quarto oro consecutivo ottenuto agli Europei: «Lì eravamo al 60%, ora siamo vicine al 100%». Avversarie avvisate.

(r.t.) Buona e tranquilla partenza dell'Italia nel torneo di pugilato (che a Pechino aveva garantito in totale ben un decimo delle medaglie azzurre), dove gli azzurri coltivano grandi ambizioni dopo le tre medaglie conquistate a Pechino. Nel primo turno dei pesi gallo (56 kg), il campano Vittorio Parrinello ha facilmente battuto ai punti (18 7) il namibiano Matheus, un guardia destra che ha tenuto il ring con dignità, svolgendo alla perfezione il ruolo di outsider senza eccessive pretese. Grazie al destro ficcante e alla velocità di esecuzione, l'azzurro ha potuto disporre con eccellente lucidità dell'avversario, vincendo tutte le riprese e subendo alla fine solo un paio di destri all'inizio della seconda e della terza. Ora il programma prevede per l’Italia due giorni di riposo,

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TIRO A VOLO OGGI L’ITALIANA PUNTA A RIPETERSI DOPO L’ORO NELLO SKEET A PECHINO

La Cainero cerca un’altra impresa Daniele Molmenti, 27 anni AP

VELA Baldassari primo azzurro in acqua Iniziano oggi a Weymouth (un paio di ore di treno da Londra) i Giochi della vela per l'Italia. Il primo azzurro a scendere in acqua è Filippo Maria Baldassari nella classe Finn, con due prove (alle 13 e alle 14.30 italiane). La formula è la solita con 9 regate di qualificazione che promuovono i primi 10 equipaggi della classifica alla medal race, la regata conclusiva che assegna punteggio doppio rispetto alle altre. Ad allenare Baldassari c’è Luca Devoti che all'Italia portò un’incredibile medaglia d'argento (nella stessa classe) 12 anni fa a Sydney. Per Devoti questa è la seconda partecipazione come tecnico. Ad Atene 2004 era con la squadra irlandese, come coach di David Burrows.

«In questi quattro anni ho lavorato tanto per potere confermare quel grande risultato» DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO MARTUCCI LONDRA

Le parole sono una maschera, una sciarada. Chiara Cainero difende oggi l’oro di skeet di quattro anni fa a Pechino e ripete a tutti quasi se parlasse a se stessa: «Salire sul gradino più alto a Pechino è stato bellissimo. In questi quattro anni ho lavorato tanto per arrivare qui a Londra con le carte in regola per confermare quel risultato». Il puntello sono le 46 medaglie conquistate dal 1995 dalla 34enne friulana «tenace, molto forte e determinata», come puntualizza Francesco Fazi, medico, cittì, supervisore psicologico e anche cuoco. Ma intanto il pensiero è solo a quegli orari — ore 9 campo B con la prima serie di gara,

ore 10.30 campo C e 12 campo A —, come quel numero, 75, piattelli, da rompere per arrivare alla finale delle 15 italiane. Tensione Chiara è rientrata alla Royal Artillery Barracks di Londra dopo quattro giorni a casa, a Cavalicco di Tavagnacco. Ufficialmente per «passare qualche giorno in famiglia, allenarmi sulle mie montagne e riprendere fiato». Che, tradotto, significa: «Avevo problemini tecnici sulla pedana 5, dovevo provare condizioni più dure di quelle soleggiate di Londra, e alleggerire la tensione». Anche in nome di quelle 8 carte olimpiche — record mondiale del tiro a volo — che devono tradursi in medaglie, come al solito. «Quel giorno a Pechino... Mi viene ancora la pelle d’oca. Da allora, tanto lavoro, tanti piattelli sulla schiena e tante fucilate sulle spalle. Adesso inizia il film: loro si siedono e vedono come va a finire. Mi sento bene, ho sempre avuto voglia di ripartire, continuando a sognare un’altra Olimpiade: non penso alla medaglia, ma alla finale, magari con le stesse

Vittorio Parrinello, 28 anni ANSA

BEACH VOLLEY Le azzurre sono pronte al debutto Chiara Cainero, 34 anni, medaglia d’oro a Pechino nello skeet AP

di quattro anni fa». Sicurezza La preolimpica, sullo stesso campo, non è stata eccezionale: «Sono arrivata sesta, ma era aprile, è stato già positivo fare 4 serie con uno sfondo così difficile». Già, perché una vocina le dice: «Tecnicamente, sono più forte e questo mi dà la motivazione per ripropormi in uno sport tanto tecnico e mentale». Un’altra le sussurra: «Con questo telone verde, che fa chiaro-scuro, con sole forte i piattelli si vedono benissimo, ma se il cielo è cupo, ci sono problemi di luminosità». E una terza la zittisce, sognando ma-

gari pioggia torrenziale e visibilità ridottissima come quella famosa finale di 4 anni fa: «Non bisogna farsi troppi pensieri, le difficoltà sono uguali per tutti». Tutti e 8 gli assi del tiro a volo che divideranno i premi a metà, come a Pechino. «Anche quando torno a casa distrutta, con le braccia che mi fanno male, mi dico: "Sei fortunata, hai fatto della tua passione la tua attività, sei all’Olimpiade, fai qualcosa che la maggior parte della gente sogna e non ha mai vissuto». Le parole sono una spinta, una molla, una medaglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Italia del beach volley oggi apre e chiude il programma della giornata presso l'Horse Guards Parade. Cicolari Menegatti (ore 10) affrontano le russe Ukolova Khomyakova, mentre a mezzanotte saranno di scena Nicolai Lupo contro gli svizzeri Heuscher Bellaguarda. «Siamo orgogliose di essere arrivate fin qui — dicono Cicolari e Menegatti —, ma non ci vogliamo fermare. Questa è la nostra prima Olimpiade, ma non ci basta esserci arrivate. Vorremmo fare molto di più». Il loro raggruppamento — almeno sulla carta — è abbordabile e non è impensabile che possano vincerlo. Molto più complicato quello di Nicolai e Lupo.


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LONDRA 2012 BASKET DOPING

JUDO

Albanese dei pesi è il primo positivo

Brasiliana d’oro grazie ai vicini

Il pesista albanese Hysen Pulaku è il primo atleta escluso per doping dalla commissione disciplinare del Cio a Londra. Il 20enne è risultato positivo a un controllo antidoping effettuato il 23 luglio: nel suo campione di urina sono state trovate tracce di stanozol, uno steroide particolarmente noto negli ambienti del bodybuilding. Pulaku, 77 kg, è il decimo pesista squalificati per doping dall’Olimpiade 2000. All’inizio di luglio erano già stati esclusi da Londra 2012 due pesisti turchi, Fatih Baydar, medaglia d’argento agli Europei, e e Ibrahim Arat. Il dossier relativo a Pulaku sarà trasmesso alla Federazione pesi: l’albanese rischia due anni di sospensione.

Chissà se Sarah Menezes, la prima judoka della storia a regalare al Brasile un oro al femminile, adesso ringrazierà i vicini di casa. Nata a Teresina, una città rurale, Sarah venne obbligata dai genitori a smettere di frequentare la palestra, «perché pensavano che il judo fosse uno sport solo per maschi»: così, per frequentare le lezioni di nascosto, a nove anni chiese aiuto alla famiglia che abitava nella porta accanto. Ora che ne ha 22, la Menezes conferma la grande tradizione del judo brasiliano, che sta sfornando una generazione di giovani campioni in vista di Rio 2016. Nella finale dei 48 kg ha battuto l’olimpionica uscente romena Alina Dumitru, che ha annunciato il ritiro.

TIRO A SEGNO Il 1 oro è cinese nella carabina 10m o

Una gara perfetta, che ha tenuto inchiodato alla sedia anche Jacques Rogge, il presidente del Cio, come da consuetudine in tribuna per assistere al primo evento del programma. Nella carabina ad aria compressa 10 metri, l’oro è stato vinto dalla cinese Yi Silingi che ha battuto la polacca Bogacka e la connazionale Yu Dan, preferita alla più famosa ed esperta Du Li, oro ad Atene e argento a Pechino, non senza polemiche. La Yi era già stata campionessa mondiale nel 2010. «Una grande soddisfazione, ho realizzato il sogno di una vita. E pensare che sia nelle eliminatorie, sia prima della finale non mi sentivo particolarmente in forma, ero un po’ nervosa».

La cinese Yi Siling, 23 anni AP

IL CASO Puntate su rivale L’Irlanda indaga Il Comitato olimpico irlandese sta indagando su un atleta della sua delegazione che avrebbe scommesso sulla vittoria di un avversario in una gara preolimpica. Lo ha riferito il portavoce del Cio, Mark Adams, che non ha rivelato l’identità dell’atleta e il relativo sport. Le regole del Cio impediscono agli sportivi di scommettere sulle gare olimpiche. Secondo il quotidiano irlandese «Irish Independent», ci sarebbero le prove: l’atleta avrebbe utilizzato il proprio account con un’importante agenzia di scommesse per piazzare due puntate separate sul successo di un rivale in una gara a cui lui stesso avrebbe partecipato. Le puntate gli avrebbero fruttato 533 e 3.367 euro.

Tony Parker, 30 anni, 1.88. Nato a Bruges, in Belgio, dal 2001 gioca a San Antonio dove ha vinto tre volte il titolo Nba (2003, 2005, 2007) AFP

TIRO A SEGNO

Occhio a Parker «Ho fatto di tutto per essere qui» Oggi inizia il torneo, la sua Francia sfida gli Usa Il play ci sarà dopo la lesione a una cornea DAL NOSTRO INVIATO

LUCA CHIABOTTI LONDRA

Tony Parker ha fatto di tutto per essere qui. E’ ricco, ha successo, ha vinto tre titoli Nba ma il desiderio di disputare un’Olimpiade con la Francia lo ha inseguito e tormentato per anni nei quali, anche a costo di litigare con gli Spurs, ha voluto sempre giocare in Nazionale, coi suoi amici di sempre, per coronare coi Giochi una carriera straordinaria. Questo e tutti gli altri sogni possibili stavano finendo quando, lo scorso giugno, in un party a New York finito in rissa, Parker è stato colpito da un pezzo di vetro di una bottiglia rotta alla cornea. Due millimetri più in la, avrebbe perso l’occhio: «Strano, vero? Ho

avuto uno dei miei migliori anni nella Nba, e in una notte sarebbe potuto cambiare tutto». Impossibilitato a volare, è stato otto giorni al buio in una stanza d’albergo. A pensare. Voglia «Ho rivisto tutto in una

prospettiva diversa» dice. Ma la voglia di essere a Londra è stata più forte di ogni cosa: ha avuto via libera per giocare, ma per evitare infezioni è sotto terapia, un po’ debilitato. E deve indossare degli occhiali protettivi. Oggi debutta contro gli Stati Uniti, ed è in una forma terribile: «Ho ripreso ad allenarmi da meno di due settimane e non sono neppure vicino ad una condizione decente, ma farò il meglio che riuscirò» ammette. Contro di lui una batteria di avversari, Chris Paul, Deron Wil-

liams, Russell Westbrook la cui missione, per usare le parole di Paul: «E’ tagliare la testa del serpente». «La nostra priorità in ogni partita — dice il play dei Clippers — è limitare il play avversario, isolarlo. Con la Francia ancora di più, perché tutti conoscono quanto pericoloso possa essere Tony». Paul è una delle persone più felici di incontrarlo a Londra: è uno dei suoi migliori amici, ha anche una sua maglietta appesa in casa. Con un Parker diverso, più

«Ho avuto uno dei miei migliori anni in Nba e in una notte poteva cambiare tutto»

pronto, anche Usa-Francia oggi avrebbe potuto diventare una gara differente. Ma anche in questo caso, la cosa va messa in una prospettiva differente. Essere a Londra, per Tony, è quasi un miracolo di volontà: «Voglio una medaglia, e anche oggi anche se tutti i pronostici sono contro di noi, può succedere qualsiasi cosa». Legame Parker fa parte di una generazione di stelle Nba con un legame fortissimo col proprio Paese ma che potrebbero essere all’ultima Olimpiade. Tony è più giovane di Pau Gasol, Andrei Kirilenko, Manu Ginobili, Luis Scola ma ha tanta strada sul contachilometri. Anche negli Stati Uniti c’è chi, come LeBron James e Carmelo Anthony, ha mancato solo il Mondiale del 2010, ma ha sempre voluto far parte della Nazionale, iniziata male a Atene 2004 e nel Mondiale 2006. Dopo di loro, a parte Kevin Durant che ha già portato da solo gli Usa al titolo Mondiale nel 2010 con una squadra giovanissima, l’Olimpiade stenta a trovare degli eredi all’altezza: probabilmente Marc Gasol e Rudy Fernandez, Nicolas Batum, col giovane play della Russia, Shved, appena scelto da Minnesota, che potrebbe diventare con Valanciunas, che l’anno prossimo giocherà al fianco di Bargnani, l’uomo nuovo. Ma il sapore al torneo lo danno ancora loro, Tony, Pau, Andrei. Hanno fatto qualsiasi cosa per essere ancora qui. Anche rischiare la pelle.

Incinta di 8 mesi «Che calci in gara» Al pari delle azzurre, Petra Zublasing ed Elania Nardeli, anche la malese Nur Suryani Mohamed Taibi, ha mancato la finale. Ma il suo è comunque un successo. La 29enne ha infatti gareggiato nelle eliminatorie della carabina 10 metri, chiudendo al 34o posto con 392 punti (sui 400 a disposizione), incinta di otto mesi. «Ho cercato di respirare profondamente ha detto Ho detto alla mia bambina di fare la brava, di lasciare che mamma tirasse. Mi ha rifilato tre o quattro calci durante la gara, ma non mi hanno deconcentrato». La futura mamma è arrivata ai Giochi col marito, Marhazli Mohtar, «un poliziotto che ha dovuto chiedere aiuto al Governo per poter comprare il biglietto per Londra», che l’ha sempre sostenuta.

Nur Suryani Mohamed Taibi, 29 AP

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IL CASO/2

I VOTI ALLE OTTO MIGLIORI DIETRO ALLE STELLE AMERICANE, SPAGNA E RUSSIA STATI UNITI voto 9.5

SPAGNA Voto: 8

RUSSIA Voto: 7.5

BRASILE Voto: 7.5

FRANCIA Voto: 7

ARGENTINA Voto: 7

AUSTRALIA Voto: 6.5

LITUANIA Voto: 6.5

Allenatore: M. Krzyzewski Nel 2008: oro

Allenatore: Sergio Scariolo Nel 2008: argento

Allenatore: Blatt Nel 2008: fuori dopo la 1a fase

Allenatore: Ruben Magnano Nel 2008: assente

Allenatore: Vincent Collet Nel 2008: assente

Allenatore: Julio Lamas Nel 2008: bronzo

Allenatore: Brown Nel 2008: fuori ai quarti

Allenatore: K. Kemzura Nel 2008: quarta

Possono solo perdere l’oro, se non riescono a correre e si addormentano contro la difesa a zona. LeBron (REUTERS) più Kobe, Durant, Carmelo: scherziamo?

In area ha chi può battere gli Usa, il portabandiera Pau (AFP) e Marc Gasol più Ibaka, ma esterni sono acciaccati. Rischiano subito, se sopravvivono vanno in finale.

Puntiamo su Kirilenko (AFP) e il gruppo che ha vinto il bronzo all’Europeo 2011 anche se all’Olimpiade da 20 anni va male. Una sorpresa deve esserci...

Dicono tutti che è l’anno giusto dopo tante delusioni: gruppo coeso con 3 lunghi Nba, Nene (AFP), Varejao e Splitter più guardie esperte.

Sarebbe più su se Parker, operato all’occhio, stesse giocando meglio (Batum foto AFP). Fisicamente spaventosi pur senza Noah, da medaglia se Tony sta bene.

Sono sempre gli stessi, più vecchi. Ginobili (REUTERS), Scola, Delfino, Nocioni in una partita secca sono da podio. Da verificare in un torneo.

Senza Bogut, ama giocare con David Andersen, tricolore con Siena, (CIAMILLO) e 4 piccoli tra cui l’esplosivo Mills. Possono fare bene, dubbi sulla tenuta mentale.

Non la migliore Lituania: recupera Kleiza (REUTERS), ha un solo lungo, Valanciunas. Deve stare attenta alla Nigeria l’ha già battuta Preolimpico.

Proteste in Usa per le differite tv Il fuso orario sta facendo arrabbiare gli americani. Su Twitter le proteste per la cerimonia d’apertura andata in onda alle 19.30 di New York sulla Nbc (rete che detiene i diritti in esclusiva sui Giochi), ovvero tre ore mezza dopo, si sono sprecate. Soprattutto perché non è stato possibile seguirla neppure in diretta su Internet. «L’avveni mento, altamente spettacolare, non si prestava» ha detto il portavoce del network. Così per la finale dei 400 misti, con la sfida tra Ryan Lochte e Michael Phelps. Persino Dirk Nowitzki, cestista dei Dallas Mavericks e appassionato di nuoto, ha detto su Twitter: «Non ci credo, non possiamo vedere la gara in diretta e adesso so già chi ha vinto! E’ frustrante!».


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LONDRA 2012 LA GUIDA

Oggi

LE FINALI DA NON PERDERE

La staffetta chiuderà una domenica di passione Ore 13 CICLISMO

Strada donne Baccaille, Bronzini, Cantele, Guderzo Ore 15 TIRO A VOLO

Skeet donne Cainero ) Ore 16 TUFFI

Sincro 3 m donne Cagnotto-Dallapè Ore 20.10 SCHERMA

Sciabola uomini Montano, Occhiuzzi, Tarantino Ore 21.08 NUOTO

100 rana uomini Scozzoli Ore 21.15 NUOTO

400 sl donne Pellegrini Ore 21.54 NUOTO

4x100 sl uomini Italia

il programma di oggi Orari italiani ARCO Ore 11.15 Ottavi a squadre D Italia (Lionetti, Tomasi, Valeeva)-Cina. 16 Quarti (ev. Italia-Usa). 17.40 Semifinali. 18.33 Finale 3˚ posto. 19.01 Finale 1˚ posto. BADMINTON Ore 9.30-13.3019.30 Qualificazioni singolare U/D, doppio U/D, doppio misto. BASKET Torneo maschile. Ore 10 Nigeria-Tunisia. 12.15 Brasile-Australia. 15.30 Usa-Francia. 17.45 Spagna-Cina. 21 Gran Bretagna-Russia. 23.15 Argentina-Lituania. BEACH VOLLEY Ore 10 Eliminatorie D (Cicolari-Menegatti c. Ukolova-Khomyakova/Rus). 24 Eliminatore U (Nicolai-Lupo c. Heuscher-Bellaguarda/Svi). BOXE Ore 14.30 e 21.30 Sedicesimi 60 e 69 kg U. CALCIO Torneo maschile. Ore 13 Egitto-N. Zelanda. 15.30 Messico-Gabon. 16 Brasile-Bielorussia. 18 Senegal-Uruguay, Giappone-Marocco. 18.15 Sud Corea-Svizzera. 20.45 Gran Bretagna-E. Arabi, Spagna-Honduras. CANOA Slalom. Ore 14.30 e 16.47 Eliminatorie C1 U (Cipressi). 15.31 e 17.48 Eliminatorie K1 U (Molmenti). CANOTTAGGIO Ore 10.30. Ripescaggi 2 di coppia U, 4 senza PL U (Danesin-Caianello-Miani-Goretti), singolo U e D. 11.40. Batterie 2 di coppia PL D. 12.10. Batterie 2 di coppia PL U (Luini-Ruta). 12.40. Batterie 8 D. CICLISMO Ore 13. Strada D (Baccaille, Bronzini, Cantele, Guderzo) EQUITAZIONE Ore 11. Completo Dressage individuale e a squadre. GINNASTICA ARTISTICA Ore 10.30, 12.15 (Campana, Fasana, Ferlito, Ferrari, Preziosa), 15.45, 17.30, 21 Qualificazioni D HOCKEY PRATO Torneo femminile. Ore 9.30 Nuova Zelanda-Australia. 11.45 Olanda-Belgio. 14.45 Cina-Sud Corea. 17 Argentina-Sudafrica. 20 Gran Bretagna-Giappone. 22.15 Germania-Stati Uniti. JUDO Ore 10.30 52 kg D (Forciniti c. vincente Kuzutina/Rus-Tarangul/Ger) e 66 kg U (Faraldo c Uriarte/Spa). NUOTO Ore 11 Batterie 100 dorso D (Barbieri, Gemo). 11.20 Batterie 200 sl U (Belotti). 11.43 Batterie 100 rana D

(Guzzetti). 12.03 Batterie 100 dorso U (Di Tora). 12.23 Batterie 400 sl D (Pellegrini). 12.56 Batterie 4x100 sl U (Dotto, Rolla, Santucci, Magnini). 20.30 Finale 100 farfalla D (Bianchi). 20.37 Semifinali 200 sl U. 20.50 Semifinali 100 rana D. 21.11 Finale 100 rana U (Scozzoli). 21.18 Finale 400 sl D. 21.28 Semifinali 100 dorso U. 21.49 Semifinali 100 dorso D. 22 Finale 4x100 sl U. PALLAMANO Torneo maschile. Ore 10.30 Islanda-Argentina. 12.15 Croazia-Sud Corea. 15.30 Svezia-Tunisia. 17.15 Spagna-Serbia. 20.30 Gran Bretagna-Francia. 22.15 Ungheria-Danimarca. PALLANUOTO Torneo maschile. Ore 11 Grecia-Croazia. 12.20 Kazakistan-Spagna. 15.10 Italia-Australia. 16.30 Ungheria-Serbia. 19.20 Gran Bretagna-Romania. 20.40 Montenegro-Stati Uniti. PALLAVOLO Torneo maschile. Ore 10.30 Gran Bretagna-Bulgaria. 12.30 Russia-Germania. 15.45 Australia-Argentina. 17.45 Stati Uniti-Serbia. 21 Italia-Polonia. 23 Brasile-Tunisia. PESI Ore 16.30 Finale 53 kg D. 20 Finale 56 kg U. SCHERMA Ore 11.30 Qualificazioni sciabola U (32esimi). 12.30 Sedicesimi (Tarantino c Hartung/Ger; Montano c vincente Honeybone/Gb -Pryemka/Bie; Occhiuzzi c. Liu Xiao/Cina). 14.10 Ottavi. 15.10 Quarti. 19 Semifinali. 19.50 Finali. TENNIS Ore 13 Primo turno singolare U: Fognini c. Djokovic (Ser). D: Errani c. V. Williams (Usa). Doppio U: Bracciali-Seppi c. Berdych-Stepanek (R.Cec). Doppio D: Pennetta-Schiavone c. Garrigues-Santonja (Spa). TENNISTAVOLO Ore 12 Secondo turno D (Tan Wenling c. Tikhomirova/Rus). 14.30. Secondo turno U 16.30 Bobocica c. Schlager/Aut. 19 Terzo turno D. TIRO A VOLO Ore 10 Eliminatorie skeet D (Cainero), pistola 10 m U. 12.45 Finale pistola 10 m U. 15 Finale skeet D. TUFFI Ore 16 Sincro D trampolino 3 metri: Cagnotto, Dallapè. VELA Ore 13 Classe Finn U: Baldassari. 14.30 Classe Elliott D. 14.35 Classe Star U.

Domani

FACCE DA TIFOSI

LE FINALI DA NON PERDERE

Si comincia con Campriani e poi tocca alla Quintavalle Ore 13.15 TIRO A SEGNO

Carabina 10m U Italiani in gara: Campriani Ore 17 JUDO

-57 kg Donne Quintavalle Ore 20.40 SCHERMA

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Spada D Fiamingo, Navarria Ore 20.41 NUOTO

100 do D Barbieri e Gemo IN TV Sky: Sky

Olimpiadi 1 HD è il canale guida che trasmetterà gli eventi clou e quindi anche le finali con gli azzurri. Poi ci sono i canali dedicati: Tiro a Volo (Olimpiadi 11 o 12 HD), Judo (Olimpiadi 11 HD), Scherma (Olimpiadi 3 HD), Nuoto (Olimpiadi 2 HD). Rai: collegamento ininterrotto su Rai2 e Rai HD dalle 10 alle 23. Eurosport: tutte le dirette dalle 09.30 alle 23 sul canale Eurosport HD (Sky, canale 216)

Bronzini contro la «Cannibale» Vos Ciclismo donne Ennesima sfida tra l’iridata e l’olandese, battuta dall’Italia 4 volte ai Mondiali DAL NOSTRO INVIATO

PIER BERGONZI twitter: @pierbergonzi LONDRA

Le ragazze con la bici hanno seguito con attenzione la prova olimpica degli uomini. Tutta l’attesa era per la volata di Cavendish e invece sul podio sono saliti tre outsider. Per oggi la gara in linea su strada ha una favorita secca, l’olandese Marianne Vos, e un gruppo ristretto di velocissime avversarie tra le quali Giorgia Bronzini. Nelle ultime due edizioni del Mondiale la musica era più o meno la stessa e in entrambe le occasioni Giorgia ha battuto la «Cannibale» Vos.

C.t. Salvoldi: «Vos non è Cavendish, è un diavolo che può vincere in mille modi» Ma all’Olimpiade ci sono meno partenti e squadre meno folte. La corsa, si sa, è meno controllabile. Attenti al diavolo «Tutto vero,

ma la Vos non è Cavendish — commenta Dino Salvoldi, c.t. dell’Italia femminile —. Nella gara maschile la Gran Bretagna ha cercato di tenere unito quello che unito non si poteva tenere. Cav avrebbe voluto essere portato allo sprint. Marianne invece è un diavolo che può vincere in mille modi. E’ forse la più forte in volata, ma lo è anche in salita e sa correre all’attacco. Oltre alla Vos le avversarie più pericolose so-

no la svedese Johansson e i due blocchi, quello degli Stati Uniti e della Germania». Proprio così, Marianne Vos vince i Grandi Giri e le corse in linea come su tutte le specialità del ciclismo fossero un marchio di fabbrica. La sua. Chiaro che il faro della corsa saranno lei e la «sua» nazionale olandese. Ma l’Italia, oltre alla campionessa del mondo Giorgia Bronzini, può contare su altre tre atlete di assoluto livello: Monia Baccaille, Noemi Cantele e Tatiana Guderzo, bronzo a Pechino 2008 e iridata a Mendrisio 2009. Se Giorgia dovrà aspettare l’eventuale conclusione allo sprint, Guderzo e Cantele in particolare avranno licenza d’attacco. O meglio, dovranno entrare nelle fughe ed essere pronte al gran finale.

i risultati Arco UOMINI

peso specifico delle singole atlete saremo forse la squadra più forte — conferma Salvoldi —. Sono molto contento di come le ragazze sono arrivate all’appuntamento olimpico e mi aspetto una bella gara. Tra loro c’è stima e grande coesione. Ognuna, per motivi diversi avrà la possibilità di fare bene». E fare bene significa salire sul podio. La più attesa è Giorgia Bronzini, una scheggia in volata con l’istinto del killer, ma la prova olimpica potrebbe prestarsi più agli acuti di Guderzo e Cantele (che saranno impegnate anche nella crono di mercoledì), le due che possono rispondere alla Vos anche in salita, con Baccaille nel ruolo di jolly. © RIPRODUZIONE RISERVATA

1. ITALIA (Michele Frangilli, Marco Galiazzo, Mauro Nespoli); 2. Usa (Allison, Kaminski, Wukie); 3. Sud Corea (Hyun Dong Im, Bubmin Kim, Jin Hyek Oh).

Doppio Batterie (Primi 3 in semifinale, gli altri ai ripescaggi). I: 1. Germania 6’17"74; 2. Lituania 6’17"78; 3. Slovenia 6’17"78. II: 1. Norvegia 6’16"31; 2. ITALIA (Sartori-Battisti) 6’18"50; 3. Francia 6’19"61. III: 1. Nuova Zelanda 6’11"30; 2. Gran Bretagna 6’11"94; 3. Argentina 6’13"68.

Finale: ITALIA b. Usa. 219-218. 3˚posto: Sud Corea b. Messico 224-219. Semifinali: Usa b. Sud Corea 224-219; ITALIA b. Messico 217-215. Quarti: Sud Corea b. Ucraina 227-220; Usa b Giappone 219-220; ITALIA b. Cina 220-216; Messico b. Francia 220-212. Ottavi: ITALIA b. Taiwan 216-206.

Quattro senza pl Batterie (Primi 3 in semifinale, gli altri ai ripescaggi). I: 1. Svizzera 5’53"56; 2. Sud Africa 5’54"62; 3. Danimarca 5’55"64; 4. ITALIA 5’56"71. II: 1. Gran Bretagna 5’49"29; 2. Australia 5’51"18; 3. Germania 5’52"05. III: 1. Francia 5’50"79; 2. Olanda 5’52"47; 3. Cina 5’52"58.

Finale a squadre

Basket DONNE Qualificazioni (1˚turno). Gr. A: Cina-Rep. Ceca 66-57; Turchia-Angola 72-50; Usa-Croazia 81-56. Gr. B: Canada-Russia 53-58; Brasile-Francia 58-73.

Siamo le migliori «Valutando il

Beach volley DONNE

Giorgia Bronzini, 28 anni BETTINI

Otto Batterie. I: 1. Usa 5’30"72. II: 1. Germania 5’25"52.

Vasina-Vozakova (Rus) b. Chen-Xi (Cina) 2-1 (18-21, 21-14, 16-14).

Quattro di coppia Batterie (Primi 3 in semifinale, gli altri ai ripescaggi). I: 1. Russia 5’42"26; 2. Estonia 5’42"87; 3. Francia 5’44"25; 5. ITALIA 6’08"99. II: 1. Croazia 5’39"08; 2. Polonia 5’40"56; 3. Australia 5’41"56. III: 1. Germania 5’39"69; 2. Gran Bretagna 5’41"75; 3. Ucraina 5’43"46. Due senza Batterie (Primi 3 in semifinale, gli altri ai ripescaggi). I: 1. Nuova Zelanda 6’08"50; 2. Francia 6’17"22; 3. Polonia 6’19"98. II: 1. Canada 6’23"80; 2. Australia 6’24"83; 3. Olanda 6’25"90. III: 1. Gran Bretagna 6’16"58; 2. ITALIA (Mornati-Carboncini) 6’18"33; 3. Grecia 6’21"46. DONNE

IL CASO

India, un’intrusa nella sfilata Chi era quella signora senza il sari giallo, con pantalone turchese e camicia rossa e l’aria occidentale che ha sfilato nello Stadio Olimpico? Se lo chiede la delegazione indiana che ha aperto un’inchiesta. «Ci avevano detto che era un’accompagnatrice della delegazione — ha detto il capo della missione indiana PK Muralidharan Raja — ma nessuno sapeva chi fosse».

Boxe UOMINI 56 kg 32esimi: PARRINELLO b. Matheus (Nam) 18-7.

Calcio DONNE Qualificazioni 1˚turno. Gr. E: Nuova Zelanda-Brasile 0-1; Gran Bretagna-Camerun 3-0. Gr.F: Giappone-Svezia 0-0; Canada-Sud Africa 3-0. Gr. G: Usa-Colombia 3-0; Francia-Corea del Nord 5-0.

Canottaggio UOMINI Singolo Batterie. I: 1. Maeyens (Bel) 6’42"52. II: 1. Hacker (Ger) 6’43"80. III: 1. Karonen (Sve) 6’45"42. IV: 1. Drysdale (N.Zel) 6’49"69. V: 1. Campbell (Gb) 6’47"62. VI: 1. Synek (R.Cec) 6’53"23.

Singolo Batterie. I: 1. Twigg (N.Zel) 7’40"24. II: 1. Crow (Aus) 7’41"18. III: 1. Knapkova (R.Cec) 7’24"17. IV: 1. Zhang (Cina) 7’21"49. V: 1. Karsten (Bie) 7’30"31. Due senza Batterie. I: 1. Gran Bretagna 6’57"29. II: 1. Australia 7’01"60. Quattro di coppia Batterie. I: 1. Germania 6’13"62. II: 1. Ucraina 6’14"82.

Ciclismo UOMINI Strada in linea: 1. Alexandre VINOKOUROV (Kaz) 249 km in 5.45’57" media 43,185 km/h; 2. Rigoberto URAN URAN (Col); 3. Alexander KRISTOFF (Nor) a 8"; 4. Phinney (Usa); 5. Lagutin (Uzb); 6. O’ Grady (Aus); 7. Roelandts (Bel); 8. Rast (Svi); 9. PAOLINI; 10. Bauer (N.Zel); 11. Boom (Ola); 12. Fuglsang (Dan); 13. Costa (Por); 14. L.L. Sanchez (Spa); 15. Kreuziger (R.Cec); 16. Henao (Col); 17. Grivko

(Ucr); 18. Valverde (Spa); 19. Gilbert (Bel); 20. Chavanel (Fra); 27. Greipel (Ger) a 40"; 28. Boonen (Bel); 29. Cavendish (Gb); 30 Démare (Fra); 34. Sagan (Slk); 38. VIVIANI; 85. Goss (Aus); 96. MODOLO a 54"; 98. NIBALI a 56"; 104. PINOTTI a 8’07".

Equitazione Dressage (dopo metà gara): 1. Klimke (Ger) 39.30; 2. Schrade (Ger) 39.80; 3. King (Gb) 40.90.

Ginnastica ARTISTICA, UOMINI Qualificazioni. Squadre: 1. Usa 275.342; 2. Russia 272.595; 3. Gran Bretagna 272.420; 4. Germania 270.888; 5. Giappone 270.503; 6. Cina 269.985; 7. Ucraina 269.810; 8. Francia 265.759; 11. ITALIA 262.085. All around: 1. Leyva (Usa) 91.265; 21. POZZO 86.898; 24. OTTAVI 86.331. Corpo libero: 1. Zou (Cina) 15.833. Cavallo: 1. Smith (Gb) 15.800; 4. BUSNARI 15.058 (q.). Anelli: 1. Chen (Cina) 15.858; 2. MORANDI 15.766 (q.). Volteggio: 1. Ablyazin (Rus) 16.366; 10. ANGIOLETTI 15.583 (r.). Parallele: Tanaka Y. (Giap) 15.866. Sbarra: 1. Zonderland (Ola) 15.966.

Judo UOMINI 60 kg. 1. Arsen GALSTYAN (Rus); 2. Hiroaki HIRAOKA (Giap); 3. Felipe KITADAI (Bra) e Rishod SOBIROV (Uzb). Finale: Galstyan (Rus) b. Hiraoka (Giap). Bronzi: Kitadai (Bra) b. VERDE; Sobirov (Uzb) b. Milous (Fra). Semifinali: Galstyan (Rus) b. Sobirov (Uzb); Hiraoka (Giap) b. VERDE. Quarti: VERDE b. Davtyan (Arm). 16esimi: VERDE b. Castillo (Mex). 32esimi: VERDE b. Zantaraia (Ucr). 64esimi: VERDE b. Postigos (Perù). DONNE 48 kg 1. Sarah MENEZES (Bra); 2. Alina DUMITRU (Rom);


DOMENICA 29 LUGLIO 2012

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LA GAZZETTA SPORTIVA

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GUIDA LA CINA

vistointv 1 di ENRICA SPERONI

I tiratori d’oro appesantiti e gli sguardi delle azzurre

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Lo spettacolo nello spettacolo: il pubblico dell’Olimpiade è sempre un valore aggiunto. 1. La Union Jack, la bandiera della Gran Bretagna sul volto e nel cuore. 2. Una spettatrice a stelle e strisce 3. Occhiali portafortuna e faccia dipinta anche per i solitamente compiti danesi. 4-5. Lo Zio Sam, La Statua della Libertà, ma anche Capitan America: cosa non si fa per tifare gli Stati Uniti AP/REUTERS/AFP

3. Eva CSERNOVICZKI (Ung) e Charline VAN SNICK (Bel). Finale: Menezes (Bra) b. Dumitru (Rom). Bronzi: Csernoviczki (Ung) b. Fukumi (Giap); van Snick (Bel) b. Pareto (Arg). Semifinali: Menezes (Bra) b. van Snick (Bel); Dumitru (Rom) b. Fukumi (Giap).

Nuoto UOMINI Finali. 400 sl: 1. Yang SUN (Cina) 3’40"14; 2. Taehwan PARK (S.Cor) 3’42"06; 3. Peter VANDERKAAY (Usa) 3’44"69; 4. Hao (Cina) 3’46"02; 5. Dwyer (Usa) 3’46"39; 6. Kis (Ung) 3’47"03; 7. Carry (Gb) 3’48"62; 8. Napoleon (Aus) 3’49"25. 400 mx: 1. Ryan LOCHTE (Usa) 4’05"18; 2. Thiago PEREIRA (Bra) 4’08"86; 3. Kosuke HAGINO (Giap) 4’08"94; 4. Phelps (Usa) 4’09"28; 5. Le Clos (Saf) 4’12"42; 6. Horihata (Giap) 4’13"30; 7. Fraser-Holmes (Aus) 4’13"49; 8. MARIN 4’14"89. Qualificazioni. 400 sl. Batt. (primi 16 in semifinale) 1. Yang (Cina) 3’45"07; 2. Vanderkaay (Usa) 3’45"80; 3. Dwyer (Usa) 3’46"24; 4. Kis (Ung) 3’46"77; 5. Yun (Cina) 3’46"88; 6. Napoleon (Aus) 3’47"01; 7. Carry (Gb) 3’47"25; 8. Cochrane (Can) 3’47"26; 9. Joensen (Dan) 3’47"36; 10. Renwick (Gb) 3’47"44; 17. PIZZETTI 3’50"93 (el.). 100 rana. Sem. (primi 8 in finale): 1. Van Der Burgh (Saf) 58"83 (b. 59"79); 2. SCOZZOLI 59"44 (b. 12./59"99); 3. Rickard (Aus) 59"50; 4. Sprenger (Aus) 59"61; 5. Titenis (Lit) 59"66; 6. Kitajima (Giap) 59"69 (b. 59"63); 7. Gyurta (Ung) 59"74; 8. Hansen (Usa) 59"78. Batterie: 1. Sprenger (Aus) 59"62; 23. PESCE 1’01"27 (el.). 400 mx. Sem. (primi 8 in finale) 1. Hagino (Giap) 4’10"01 ; 2. Le Clos (Saf) 4’12"24; 3. Lochte (Usa) 4’12"35; 4. Pereira (Bra) 4’12"39; 5. Fraser-Holmes (Aus) 4’12"66; 6. MARIN 4’13"02; 7. Horihata (Giap) 4’13"09; 8. Phelps (Usa) 4’13"33; 9. Cseh (Ung) 4’13"40 (el.); 19. TURRINI 4’17"22 (el.). DONNE FINALI. 400 mx: 1. Ye SHIWEN (Cina) 4’28"43 (record mondiale; prec. 4’29"45, S. Rice/Aus, 10/8/2008); 2. Elizabeth BEISEL (Usa) 4’31"27; 3. Li XUANXU (Cina) 4’32"91; 4. Hosszu (Ung) 4’33"49; 5. Miley (Gb) 4’34"17; 6. Rice (Aus) 4’35"49; 6. Leverenz (Usa) 4’35"49; 8. Belmonte Garcia (Spa) 4’35"62. 4x100 sl: 1. Australia (Alicia Coutts-Cate Campbell-Brittany Elmslie- Melanie Schlanger) 3’33"15; 2. Olanda (Inge Dekker-Marleen Veldhuis-Femke Heemskerk-Ranomi Kromowidjojo) 3’33"7 ; 3. Usa (Missy Franklin-Jessica Hardy-Lia Neal-Allison Schmitt) 3’34"24; 4. Cina 3’36"75; 5. Gran Bretagna 3’37"02; 6. Danimarca 3’37"45; 7. Giappone 3’37"96; 8. Svezia el..

Qualificazioni. 100 fa. Semifinali (prime 8 in finale) 1. Vollmer (Usa) 56"25; 2. Coutts (Aus) 56"85; 3. Ottesen Gray (Dan) 57"25; 4. Sjostrom (Sve) 57"27; 5. Donahue (Usa) 57"42; 6. Lu Ying (Cina) 57"51; 7. Gandy (Gb) 57"66; BIANCHI 57"79 (record italiano). Batterie: 1. Vollmer (Usa) 56"25; 12. BIANCHI 58"42 (q.). 400 mx. Batterie (prime 8 in finale) 1. Beisel (Usa) 4’31"68; 2. Shiwen (Cina) 4’31"73; 3. Hosszu (Ung) 4’33"77; 4. Xuanxu (Cina) 4’34"28; 5. Belmonte Garcia (Spa) 4’34"70; 6. Miley (Gb) 4’34"98; 7. Rice (Aus) 4’35"76; 8. Leverenz (Usa) 4’36"09. 4x100 sl. Semifinali (prime 8 in finale) 1. Australia 3’36"34; 2. Usa 3’36"53; 3. Olanda 3’37"76; 4. Cina 3’37"91; 5. Giappone 3’38"06; 6. Danimarca 3’38"09; 7. Svezia 3’38"21; 7. Gran Bretagna 3’38"21; 12. ITALIA (Mizzau 26"72; Pellegrini 1’21"24; Letrari 2’15"94; Ferraioli 3’11"08) 3’39"74,(el.).

Pallamano DONNE Qualificazioni Gruppo A: Russia-Angola 30-27; Brasile-Croazia 24-23; Montenegro-Gran Bretagna 31-19. Classifica: Russia, Brasile, Montenegro 2; Angola, Croazia, Gran Bretagna 0. Gruppo B: Corea del Sud-Spagna 31-27; Danimarca-Svezia 21-18. Classifica: Corea del Sud, Danimarca 2; Spagna, Svezia 0.

Pallavolo DONNE Qualificazioni Gr. A: Giappone-Algeria 3-0 (25-15, 25-14, 25-7); Russia-Gran Bretagna 3-0 (25-19, 25-10, 25-16); ITALIA-Rep. Dominicana 3-1 (25-17, 23-25, 25-19, 25-15). Gr. B: Cina-Serbia 3-1 (16-25, 25-18, 25-13, 25-12); Usa-Corea del Sud 3-1 (25-19, 25-17, 20-25, 25-21). Classifica. Gruppo A: ITALIA, Giappone, Russia 3; Algeria, Rep. Dominicana, Gran Bretagna 0.

Pesi DONNE 48 kg: 1. Mingjuan WANG (Cina) 205 (91+114); 2. Hiromi MIYAKE (Giap) 197 (87+110); 3. Chun Hwa RYANG (N.Cor) 192 (80+112).

Scherma DONNE Fioretto individuale. 1. ELISA DI FRANCISCA; 2. ARIANNA ERRIGO; 3. VALENTINA VEZZALI. Finale: DI FRANCISCA b. ERRIGO 12-11. Terzo posto: VEZZALI b. Nam Hyun Hee (S.Cor) 13-12. Semifinali: ERRIGO b. VEZZALI 15-12; DI FRANCISCA b. Nam (S.Cor) 11-10. Quarti: VEZZALI b. Boubakri (Tun) 8-7; ER-

Al telecronista Rai si incrina la voce nel gridare il 10 di Frangilli che vale il trionfo nell'arco a squadre. E come dargli torto? L'8 di Galiazzo gli stava negando l'urlo d'oro. Fratelli d'Italia: li guardi e sembrano i papá degli arcieri americani (scusa Nespoli), li rivedi sul podio e sembrano papà pure un po' appesantiti, almeno taglia 54 (ariscusa Nespoli). Ma hanno vinto loro perché nello sport, e anche nella vita, non comanda la regola degli spot: belli, giovani, sexy. Questione di minuti e ricomincio da tre. Il fioretto femminile porterà l'oro e non sarà Valentina a indossarlo. La Vezzali guarderà la finale con il bronzo in tasca e chissà quali pensieri in testa. Le nostre ragazze del fioretto mettono in fila il mondo, ma sul podio sono distanti con la testa e col cuore, niente da spartire. Valentina applaude la Di Francisca, ma lo sguardo è altrove. Arianna Errigo mordicchia l'argento e sembra spaesata, anche durante l'inno non è lì. Proviamo a rubarle il pensiero: ma come, ho battuto la Vezzali, soddisfazione della vita, e stavo vincendo anche la finale, cosa ci faccio qui? Perché Elisa mi guarda dall'alto?

RIGO b. Kiefer (Usa) 15-10; DI FRANCISCA b. Sugawara (Giap) 15-9; Nam (S.Cor) b. Ikehata (Giap) 15-6.

La gara di ciclismo ci porta dentro un paesaggio meraviglioso, un trionfo di verde in tutte le tonalità. C'è tantissima gente a bordo strada e nessun cretino che rincorre i corridori. Immagini da cartolina. E siamo poco fuori Londra, la collina di Box Hill è a 22 miglia da Trafalgar Square, 35 km o giù di lì. Ha vinto Vinokourov e su questo sono tutti d'accordo, anche Rai e Sky, Sull’andamento della corsa invece no: per Sky nel gruppetto dei fuggitivi c'erano Nibali, Paolini e Modolo, colpo di telecomando e oplà, nessuna traccia di Modolo nella diretta Rai. E a ragione, perché il veneto era nel gruppo che inseguiva. Luca Tesconi è d’argento nella pistola da 10 metri, esordio olimpico coi fiocchi. Bello vederlo a fine gara negli abbracci. Il primo con l'allenatore è di quelli stritolanti di gioia e di tensione agonistica, poi passa di spalla in spalla degli avversari e infine torna dal tecnico, non più carabiniere trentenne, sangue freddo e autocontrollo, ma bambino stravolto dalla felicità che si abbandona al sogno, il braccio sinistro ciondolante parla. Racconta la fatica, il sollievo, la commozione.

Gazzetta.it

Tennis UOMINI Singolare. 1˚ turno: Almagro (Spa) b. Troicki (Ser) 7-6(3) 6-4; Darcis (Bel) b. Berdych (R.Cec) 6-4 6-4; Isner (Usa) b. Rochus (Ger) 7-6(1) 6-4; SEPPI b. Young (Usa) 6-4 6-4; Istomin (Uzb) b. Verdasco (Spa) 6-4 7-6(9); Federer (Svi) b. Falla (Col) 6-3 5-7 6-3; Del Potro (Arg) - Dodig (Cro)

RCS

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Sul sito la gioia degli arcieri tutti d’oro

qui

Londra

c

di STEFANO BOLDRINI

Doppio. 1˚ turno: Ferrer-Lopez (Spa) b. Fyrstenberg-Matkowski (Pol) 7-6(7) 6-7(6) 8-6; Melo-Soares (Bra) b. Isner-Roddick (Usa) 6-4 6-2; Tsonga-Llodra (Fra) b. Nalbandian-Schwank (Arg) 6-3 7-5.

Nel sangue della città scorre la musica

DONNE

Hey Jude. Il ragazzo appare da un vicolo di Soho. Ha la chitarra a tracolla, suona e intona Hey Jude. Accanto a lui, un amico in bicicletta. L’1 di ieri, la cerimonia inaugurale è tramontata da poche ore. London by night ha qualcosa di magico, stanotte. Hey Jude, come la celebre song urlata dall’ex Beatle Paul McCartney davanti la regina Elisabetta. Hey Jude, la gente sorride e canta di fronte al ragazzo con la chitarra. E’ un concerto on the road, la notte di Hey Jude, il primo singolo dei Beatles, pubblicato nel 1968, secondo la leggenda composto da Macca per confortare il figlio di John Lennon, Julian, intristito dalla separazione dei suoi genitori. «Hey Jude, non peggiorare le cose, prendi una canzone triste e rendila migliore. Ricordati di riporla nel tuo cuore e poi comincia a migliorarla». Sembra un inno dedicato a questi tempi grami di spread e recessione, un invito a prendere il mondo e renderlo migliore, magari anche attraverso un’Olimpiade. «Hey Jude, non fermarti, non portare il peso del mondo sulle tue spalle. Per questo tu ben sai che è stupido e che c’è chi ne fa un motivo d’orgoglio, rendendo il proprio mondo un po’ più distaccato». Hey Jude, e allora capisci che nel sangue di questa straordinaria città la musica scorre nel sangue come la birra straripa nelle pance. La musica aiuta a capire meglio l’Olimpiade, il fascino che esercita tra i giovani, la sua forza di contribuire ad insegnare ai londinesi ai sorridere. Mai visti tanti “smile” come in questi giorni: abituati alla fretta e al distacco dei londinesi, è una piacevole novità. Hey Jude, forse cambiare il mondo è troppo, ma rendere gli inglesi più sorridenti è già un grande progresso. Hey, Jude.

Singolare. 1˚ turno: Clijsters (Bel) b. VINCI 6-1 6-4; Ivanovic (Ser) b. McHale (Usa) 6-4 7-5; PENNETTA b. Cirstea (Rom) 6-2 4-6 6-2; Zvonareva (Rus) b. Arvidsson (Sve) 7-6(3) 6-4; S. Williams (Usa) b. Jankovic (Ser) 6-3 6-1; SCHIAVONE b. Zakopalova (R.Cec) 6-3 3-6 6-4; Kvitova (R.Cec) b. Bondarenko (Ucr) 6-4 5-7 6-4; Suarez Navarro (Spa) b. Stosur (Aus) 3-6 7-5 10-8. Doppio 1˚ turno: ERRANI-VINCI b. Cetkovska-Safarova (R.Cec) 6-2 6-3; Kirilenko-Petrova (Rus) b. Ignacik-Rosolska (Pol) 6-7(5) 6-3 6-2.

Tennistavolo Uomini. Singolare. 1˚ turno: MIHAI BOBOCICA - Pereira (Cuba) 4-0. Donne. Singolare. 1˚ turno: WENLING TAN MONFARDINI b. Oshonaike (Nig) 4-0.

Tiro a segno UOMINI Finale pistola 10 m 1. Jongoh JIN (S.Cor) 688.2 (588+100.2); 2. LUCA TESCONI 685.8 (584+101.8); 3. Andrija ZLATIC (Ser) 685.2 (585+100.2); 4. Pang (Cina) 683.7 (586+97.7); 5. Omelchuk (Ucr) 683.6 (583+100.6); 6. Carrera (Spa) 683.3 (585+98.3); 7. Costa (Por) 682.3 (583+99.3); 8. Jahnsson (Fin) 679.1 (583+96.1); 29. BRUNO 574. DONNE Finale carabina A.C. 10 m 1. Siling YI (Cina) 502.9 (399+103.9); 2. Sylwia BOGACKA (Pol) 502.2 (399+103.2); 3. YU Dan (Cina) 501.5 (398+103.5); 4. Emmons (R.Cec) 500.3 (397+103.3) 5. Gray (Usa) 499.7 (397+102.7) 6. Ahmadi (Iran) 499.1 (397+102.1) 7. Scherer (Usa) 499.0 (397+102.0) 8. Vdovina (Rus) 498.5 (398+100.5); 12. ZUBLASING 396; 46. NARDELLI 390.

Seguite in diretta sul nostro sito tutte le emozioni olimpiche. Aggiornamenti minuto per minuto di tutte le gare di giornata, con video, foto e commenti da Londra. Approfondimenti speciali sulle gare degli italiani e le eventuali medaglie, con le parole e le reazioni dei protagonisti azzurri che vi hanno fatto sognare. Nella pagina speciale dedicata ai Giochi della XXX Olimpiade trovate il medagliere aggiornato, il programma completo anche in versione video e le immagini più belle della giornata. La prima giornata di gare ha portato cinque medaglie all’Italia: rivivi le imprese della squadra maschile dell’arco, salita sul gradino più alto del podio (e nel sito potete ascoltare il commenti dei nostri Robin Hood), e di Luca Tesconi, la prima medaglia italiana dei Giochi di Londra. E la leggendaria impresa delle ragazze del fioretto, che hanno monopolizzato il podio con l’oro di Elisa Di Francisca, l’argento di Arianna Errigo, e il bronzo di Valentina Vezzali, che ha visto sfumare il sogno del quarto successo consecutivo in un’Olimpiade. Ma è stata anche la giornata della delusione degli azzurri del ciclismo su strada, che hanno fallito l’appuntamento con la medaglia nella prova in linea: ascolta i commenti di Viviani, Nibali, Modolo e del c.t. Paolo Bettini.


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LONDRA 2012 TENNIS

È un altro Wimbledon Più colori, meno tifosi: pure il mito cambia

IL TORNEO

Schiavone ok Fuori la Vinci Federer va LONDRA Un altro spirito. «Non penso al primo o al secondo turno, qui pensiamo tutte a vincere l’oro», dice Flavia Pennetta che supera così la crisi da 6 4 4 2 a 4 6 0 2 contro l’abbordabile Cirstea, chiudendo 6 2 sotto gli occhi dell’amico Giovanni Malagò. Un altro spirito. Perché all’Olimpiade dà la caccia alle foto coi campioni insieme a Buster Keaton Seppi e Gianburrasca Fognini: «Ho inseguito Kobe Bryant per tutto il Villaggio, e quando l’ho trovato mi vergognavo di chiederglielo. Poi però lui è stato carinissimo, con tanta gente che lo ferma a ogni passo». Andreas racconta: «Niente foto con Bolt, abbiamo ripiegato su Powell». Un altro spirito. Passano al secondo turno la Schiavone (anche lei lasciando un set, a Zakopalova), Seppi (contro il morbido Young, verso Del Potro) e la super coppia de noartri, Errani Vinci. Invece, da sola, Robertina si spezza all’assalto della Clijsters, Federer si distrae sul 6 3 5 3 e 3 match point e lascia un set al mancino Falla (che a Wimbledon 2010 gli tolse i primi due), Serenona Williams schiaccia la sosia della Jankovic, Berdych e la Stosur dilapidano ancora talento ed occasioni fallendo già al primo ostacolo. Oggi Fognini Djokovic, Errani Venus Williams, Pennetta Schiavone contro Medina Garrigues Parra Santoja e Bracciali Seppi contro Berdych Stepanek.

Tennisti e campi variopinti Pennetta: «Strano ma bello» DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci LONDRA

Il colore ti cambia la vita. Ti rallegra gli occhi e il cuore. Ti influenza l’umore. Figurarsi se ci affianchi il giallo dell’oro olimpico, il sogno di qualsiasi bambino che è davvero diventato un professionista, e il verde del torneo che qualsiasi tennista vorrebbe vincere, Wimbledon. Sì, proprio il torneo più famoso che, appena 21 giorni fa imponeva vestiti «prevalentemente in bianco» e che ora cambia anche lo sfondo dei campi, lasciando il verde in favore del secondo colore del club, il viola, e griffandolo coi 5 cerchi per appena la seconda volta nella storia, la prima a Church Road. Coda Arrivando a piedi, dalla

metro di Southfields, la strada è curiosamente spoglia di umanità: niente grida, niente rumori, soprattutto, niente malati di tennis che passano la notte all’addiaccio per conquistare i pochi biglietti in palio all’alba. Che cos’altro manca? Al posto dei poliziotti con la bombetta ci sono troppe tute della fanteria (venerdì erano 2000), troppe barriere, troppi controlli, troppi ritardi. Al posto della folla massiccia, i 30mila e passa spettatori giornalieri che soffocano ogni pertugio dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club, c’è più spazio per tutti, e nessuno sa perché: il biglietto minimo d’entrata costa sempre 20 sterline, il web giura che c’è il tutto esaurito, il problema sarà semmai per la finale maschile a 225

Come è cambiato Wimbledon per i Giochi: lo sfondo verde dei campi e le tenute bianche (sopra, Federer in azione nella finale dell’8 luglio contro Murray) diventano rispettivamente viola (in alto) e colorate (a destra, Federer e Falla). E spuntano i soldati AFP/REUTERS/EPA/AFP

Il classico sfondo verde ha lasciato spazio al viola, griffato dai cinque cerchi olimpici Niente poliziotti in bombetta, ma tantissime truppe della fanteria in tuta

sterline (contro le 120 del Wimbledon classico). Sorpresa «Evidentemente, per

venire quaggiù, così lontano dall’Olympic Park, devono fare una scelta decisa e molti rinunciano», spiega Flavia Pennetta, una delle 7 unità italiane. «Che bello vedere tutto colorato, anche se è strano, e che bello avere tanto calore del pubblico, anche da parte delle altre azzurre: siamo da parti diverse del tabellone e non possiamo ritrovarci contro fino alla finale. Sembra di giocare in Fed Cup». Wimbledon è diverso, ma uni-

co. «La differenza maggiore è la gente: Wimbledon in genere è così tranquillo, non si sente tanto parlare, da tennista, è un sogno, questa è un’eccezione che però deve restare tale, Wimbledon deve avere il suo bianco e le sue regole uniche», dichiara Serena Williams, neo-regina del torneo classico. «Mi piace essere un’atleta olimpica, anche se il mio sogno era essere una tennista. Ma, crescendo, vedi gente come Michael Johnson e tanti grandi, mentre il tuo sport non è tanto da Olimpiade, e poi invece ci arrivi e scopri che è bello far parte

di un gruppo di atleti così. Ma l’Olimpiade resta un bonus, noi giochiamo per vincere Wimbledon, Australian e Us Open. E il mio bonus, in doppio l’ho già avuto». Differenze L’enorme orologio che campeggia fuori del Centre Court come quello del Big Ben è sparito: l’unico sponsor dei Championships non è coperto dall’edera che abbraccia da sempre il campo principale, ma dai 5 cerchi, e dalle regole di chi ha pagato l’affitto questa settimana. All’interno del circolo ci sono chioschi insoliti per

rifocillare la gente, con tanto di scritte pubblicitarie abitualmente bandite. E poi? «L’erba è diversa, anche come colore, magari un po’ più scivolosa, forse soltanto perché ce n’è molta di più di fine torneo. I colori delle nostre magliette non mi sorprendono poi tanto, mi stupiscono tanti altri, piccoli, cambiamenti, tutti positivi», parola del re dei re, Roger Federer. Che teme soprattutto il cambiamento più decisivo: si gioca al meglio dei 3 set, non dei 5, e con gli anni, si sa, si reagisce un attimo dopo. O no? © RIPRODUZIONE RISERVATA

CALCIO OGGI IN CAMPO PER LA SECONDA GIORNATA DELLA FASE A GIRONI

La Spagna rischia: deve battere l’Honduras Il c.t. Milla: «Serve velocità, giocherà Muniain». Giggs carica i britannici. Brasile: Pato dal 1’? DAL NOSTRO INVIATO

FABIO BIANCHI twitter @fabiowhites MANCHESTER

È quando tutto sembra facile, quando non si vede alcun ostacolo, che bisogna temere. Soprattutto all’Olimpiade e se si parla di calcio. Qui le gerarchie non sono così scontate. Ne sa qualcosa la Spagna, la Gran

Bretagna e un po’ anche il Brasile. Che ha vinto, sì. Ma col brividone nel finale. Al secondo giro di giostra, gli schiacciasassi della pelota sono già al dentro o fuori. Dopo essere stati triturati dal Giappone più di quanto dica lo 0-1, gli spagnoli devono vincere con l’Honduras (2-2 col Marocco). Anche col pari rischia. Il c.t. Milla lo sa, e suona la tromba dell’orgoglio e del passato: «Dobbiamo recuperare lo spirito dell’Europeo Under 21 in Danimarca (dove vinsero, ndr) e metterci più velocità. Il morale? È ok. Ma col Giappone siamo stati troppo lenti. Se cambierò qualcosa? Inserirò Muniain. Serve una freccia, uno che dia il cambio di ritmo.

La squadra che giocherà somiglierà di più a quella della finale europea con la Svizzera». Tocca a Pato? La Gran Bretagna

ha una situazione leggermente migliore, anche se presa in mezzo dalle polemiche tra l’inno che i gallesi non cantano e il Beckham che non c’è. Il pari col Senegal la tiene in corsa, ma non può rischiare un altro mezzo stop con gli Emirati Arabi, perché all’ultima gara ha l’Uruguay di super Ramirez, l’unico che ha soddisfatto le aspettative di favorito. Giggs è lapidario: «Dobbiamo migliorare molto se volgiamo andare avanti». Anche il Brasile vuole crescere, dopo aver rischiato, sul 3-0 nel

Da sin. gli spagnoli Mata, Romeu e Tello dopo il k.o. col Giappone AFP

primo round, di farsi raggiungere dall’Egitto. Il serioso Menezes prova a scherzarci su: «Ho spiegato ai ragazzi che la gara dura 90’. No, sul serio, ho chiesto più concentrazione, le distrazioni possono costar caro. Soprattutto con la Bielorussia (1-0 alla Nuova Zelanda, ndr), meno offensiva dell’Egitto: aspetta per partire in contropiede. Cercheremo di migliorare, anche perché siamo orgogliosi di essere all’Old Trafford, stadio mito, e vogliamo onorarlo». Niente turn over, ma forse può essere l’ora di Pato che con l’Egitto ha giocato un quarto d’ora. Su questo Menezes dice: «Qualificarci subito sarebbe un gran vantaggio. Si gioca ogni 2 giorni e far riposare qualcuno è importante». Pato direbbe che ha riposato abbastanza. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LONDRA 2012 LA CERIMONIA D’APERTURA

Londra è accesa, ma... La fiamma trasloca e sarà nascosta Polemiche per il trasferimento all’interno dello stadio: la può vedere solo chi paga il biglietto DAL NOSTRO INVIATO

PRIMA E DOPO LE DUE FACCE DEL TRIPODE OLIMPICO

MASSIMO ORIANI LONDRA

LA CURIOSITÀ

Ecco chi sono gli ultimi sette baby tedofori

Si accende il fuoco olimpico, la cerimonia d’apertura si chiude, ma sorge un dubbio, una perplessità: ma quello splendido tripode in mezzo allo stadio, dovranno spostarlo, vero? Impossibile che resti lì, visto che tra pochi giorni l’impianto diventerà il teatro della regina dei Giochi, l’atletica. E infatti oggi la fiamma traslocherà. La nuova location sarà comunque interna allo Stadio Olimpico, simile a quella dove ardeva durante i Giochi del ’48 nel vecchio Wembley.

Arlie Callum, 16 anni, selezionato da Shirley Robertson (oro a Sydney 2000 nella vela). È campione britannico di Optimist (vela). Jordan Duckitt, 18 anni, studente modello. Selezionato da Duncan Goodhew, oro a Mosca ’80 nel nuoto (100 rana). Desiree Henry, 16 anni, talento dei 200 m. Indicata da Daley Thompson, oro nel 1980 e 1984 nel decathlon.

Polemica La polemica che si è

scatenata riguarda però il fatto che rimarrà visibile solo agli

Katie Kirk, 18 anni, medaglia d'oro agli europei juniores di Tallinn nella staffetta 4x400. Indicata da Dame Mary Elizabeth Peters, oro a Monaco ’72 nel pentathlon.

6.3

milioni di spettatori La cerimonia è stata vista da 5.531.000 spettatori sulla Rai e da 816.446 su Sky

Cameron MacRitchie, 19 anni (canottiere) indicato da Steve Redgrave, 5 ori olimpici nel canottaggio.

spettatori che pagheranno il biglietto d’ingresso allo stadio, contrariamente a quanto accade normalmente alle Olimpiadi, con la fiamma visibile a tutti. Le regole erano peraltro state infrante già nell’ideazione dell’inusuale tripode, formato da 204 petali di stagno, uno per

Il braciere arde dentro lo stadio. A destra è senza la fiamma che sarà spostata AFP

SERATA SPECIALE

la gaffe 1

A

VOLTI NUOVI

ogni nazione presente a Londra 2012, che dopo la cerimonia di chiusura verranno consegnati a ciascuna di esse. «La prima cosa che ci disse il comitato tecnico — racconta il designer, Thomas Heatherwick — era che non volevano parti mobili. E ovviamente ne abbiamo fatto uno

Napolitano oscurato dalla tv: protesta Coni

che ne ha il numero più alto umanamente possibile... Ne sono stati entusiasti, compreso il primo ministro David Cameron». Il Cio non ha preso posizione: «Mettano la fiamma dove preferiscono». Tra ieri e oggi, centinaia di camion e trattori dovranno rimuovere 7346

metri quadrati di erba, 70 mila pannelli, 15.000 metri quadrati di scenografie e 317 km di cavi. Entro le 12 di domani lo stadio verrà consegnato all’atletica che vedrà spuntare in appena 24 ore oltre 7000 metri quadrati di nuova erba.

le polemiche

Il raid no global in bici: 130 arresti

S Arlie Callum

S Jordan Duckitt

S Desiree Henry

Aidan Reynolds, 18 anni, giavellottista nominato da Lynn Davies, oro a Tokyo ’64. Adelle Tracey, 19 anni (400 e 800 m) scelta da Dame Kelly Holmes, oro ad Atene 2004 negli 800 e 1500 m

© RIPRODUZIONE RISERVATA

S Katie Kirk

la novità

Giochi: cade il velo delle donne arabe

S Cameron MacRitchie

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S Aidan Reynolds

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1 Valentina Vezzali portabandiera 2 La regina Elisabetta apre i Giochi di Londra 3 Alla fine ecco Paul McCartney REUTERS

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato oscurato dalla regia olimpica e il Coni ha deciso di protestare, con una lettera firmata dal capo delegazione Raffaele Pagnozzi. In Italia, Napolitano è stato mostrato solo da Sky, dotata di proprie telecamere, ma non sulla Rai: «A seguito di numerose segnalazioni, abbiamo inoltrato formale protesta al General Manager dell’Olympic Broadcasting Service (OBS), Manolo Romero, per non aver inquadrato il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, mentre salutava in piedi il passaggio della rappresentativa italiana. Il Coni aveva segnalato agli organizzatori per tempo la presenza del Capo dello Stato, al quale rivolge ancora una volta il più profondo ringraziamento per non aver voluto far mancare il suo sostegno alla squadra».

Non mancano le inevitabili polemiche attorno alla cerimonia d’apertura. Il Cio, che non ha accolto la richiesta del minuto di silenzio dei parenti delle vittime israeliane di Monaco ’72 nonostante le pressioni di molti capi di Stato, ha invece avallato il video tributo dei 52 assassinati nella stragi perpetrate dagli islamisti a Londra proprio il giorno dopo l’assegnazione delle Olimpiadi alla città. Secondo Usa Today è stato il peggior momento della cerimonia di apertura dei Giochi, una sorta di due pesi due misure. Gli atleti israeliani hanno invece sfilato con delle pochette nere per rendere onore ai caduti per mano di Settembre Nero. A margine, arrestati 130 ciclisti no global che hanno tentato di passare i controlli di sicurezza per inscenare una protesta.

La storica prima volta di una donna ai Giochi in rappresentanza di Arabia Saudita, Qatar e Brunei, è stata resa ancor più significativa dal fatto che ben 6 Stati arabi hanno scelto un portabandiera di sesso femminile: Giordania, Qatar, Libano, Marocco, Bahrain e Iraq. La V, simbolo di vittoria, mostrata nella sfilata da Sarah Attar, ottocentista saudita che durante l’anno si allena a Pepperdine (California) ha simboleggiato il trionfo delle donne arabe sulle rigide tradizioni islamiche. In gara per i sauditi, anche la judoka Wojdan Ali Seraj Abdulrahim Shaherkani. Entrambe saranno senza hijab, decisione che ha peraltro scatenato l’ira degli integralisti. Ieri la portabandiera del Qatar, Al Hamad Bahya Mansour, ha invece chiuso 17˚ nella carabina 10 metri, gara svoltasi alle 8 del mattino.

S Adelle Tracey


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DOMENICA 29 LUGLIO 2012

di PIER BERGONZI

l principe Carlo e la sua ombra Camilla lo Ia uno avevano voluto incontrare prima del via sguardo da Buckingham Palace e lungo il percorso lo hanno sostenuto qualcosa come due milioni di spettatori... Difficile contarli uno per uno, ma a memoria d’uomo non si ricorda una corsa in bicicletta con così tanto pubblico. Erano tutti per Mark Cavendish (nella foto Reuters), l’inglese campione del mondo, al quale i compagni di squadra e uno straordinario mondo di appassionati avevano già assegnato anche l’oro

ilCommento

che mai cerimonia d’apertura dei Giochi è stata più bella, coinvolgente, originale, musicale diamo solo atto agli inglesi del capolavoro che hanno compiuto. Gliene siamo grati. E, senza aggressività e spirito maligno, ce ne torniamo a casa come dopo aver visitato un grande albergo dal quale si riparte con souvenir griffati (avvertendo la concierge, ovviamente): Sua Maestà, per esempio, è dall’altra sera un po’ anche la nostra Regina e ce ne appropriamo senza vergogna. Accettando quella strepitosa gag con James Bond si è dimostrata all’altezza delle nostre fantasie, della gioia, dello spirito inglese ma anche europeo. Elisabetta II, scusa l’ardire, ma sei tutti noi e ti vogliamo bene: perché dietro quel sorriso e quegli improponibili vestiti pastello (un vezzo, abbiamo capito) c’è la democrazia, il gusto, la voglia di vivere e di lasciare un giorno molto lontano questo mondo a chi

Elisabetta II all’Acquatic Center con Sebastian Coe AP

olimpico con tanto, troppo anticipo. «Cav» e gli inglesi sono i grandi sconfitti della prova in linea. Hanno perso perché hanno commesso un errore di presunzione e non hanno capito quanto diversa sia la corsa olimpica. L’esperienza ci dice che si tratta di una prova ingovernabile perché le squadre sono composte soltanto da 5 atleti, perché la logica degli aiuti «trasversali» non è così automaticamente applicabile visto che i risultati che contano sono 3 (come le medaglie) e le bandiere qui hanno più peso specifico. Non è che hanno corso tutti contro Caven-

laVignetta

LA REGINA, I BAMBINI, «SATISFACTION» LA CERIMONIA È STATA UN CAPOLAVORO iente classifiche e massimo rispetto degli N sforzi di Barcellona o Atene o di tante altre inaugurazioni olimpiche: ma se vi diciamo

verrà dopo in condizioni degne. Un bacio, se è consentito. L’autoironia e il divertimento, il «popular» non avevano mai trovato tanto spazio in questi kolossal certamente toccanti, ma anche un po’ ingessati e noiosetti nel loro ripetitivo gigantismo. Un momento di commozione e un sorriso, un ricordo struggente e una risata: la vita è questa. Favolosa e molto europea l’idea di mettere davanti al mondo il significato profondo del sistema sanitario nazionale: Michelle Obama in tribuna deve aver invidiato quel momento. Fantastici i bimbi nei loro pigiamini alle prese con l’inno nazionale. Dietro ad ogni momento un messaggio profondo. Ma suggerito benevolmente, non imposto in modo severo. E in quella carrellata musicale ciascuno ha acciuffato un pezzo della propria vita saltando in piedi: l’immortale riff della chitarra di Keith Richards di Satisfaction ha avuto sullo stadio e sul mondo l’effetto di una scossa elettrica. Vitalità allo stato puro. La stessa che ha animato la sbalorditiva idea della staffetta finale dei tedofori: i vecchi campioni che consegnano la fiaccola (e un abbraccio, segno fisico di universale accoglienza e testimonianza) ai più giovani per un’accensione collettiva. Applausi e qualche lacrima che tutti siamo contenti di aver versato. Infine un paio di considerazioni molto italiane. La prima è che questo tipo di cerimonia ha acuito il rimpianto per l’impossibilità di proporne una del genere come italiani. Vengono solo i brividi a pensare che cosa avremmo potuto raccontare al mondo in un’apertura di cerimonia olimpica che non avremo. Non l’abbiamo mai considerata una vittoria. La seconda è un momento di rabbia contenuta nell’aver visto dietro la nostra splendida Vezzali una siepe di dirigenti brizzolati che nascondevano la nostra meglio gioventù. Una sottrazione indebita dai contorni grotteschi: la presenza simbolica (e anche defilata) del solo capodelegazione sarebbe stata più che sufficiente. Il resto a casa o in fondo alla fila: quella sfilata è dei nostri ragazzi e basta. Come si fa a non capirlo?

di VALERIO MARINI

M

uhammad Ali, il grande, la leggenda. L’uomo, che aveva avuto una visione nuova del ruolo di un campione, è stato costretto a recitare la parte del suo triste declino nella cerimonia d’apertura dei Giochi di Londra. Il regista, Danny Boyle, è stato cinico, lo ha usato. Quell’uomo (nella foto Ap, sorretto dal la moglie Lonnie), quel mito non riusciva a capire ciò che gli stava succedendo intorno. Era completamente assente, il morbo di Parkinson ha prosciugato ogni sua energia e la moglie, impietosa, lo incitava a muoversi come se fosse un burattino senz’anima. Voleva che prendesse e reggesse il lembo della bandiera olimpica, ma le dita di Muhammad Ali sono ormai quasi senza vita, inerti. È vero, qualcuno ha applaudito la trovata geniale del regista, un mago nello sfruttare il lato macabro della vicenda. Poi l’immagine terribile, dopo che la bandiera aveva continuato il tragitto portata da personaggi illustri e brillanti,

Ali rigido, incapace di sedersi. È stato come un pugno nello stomaco per noi. Ci siamo sentiti male per lui. Che ragione c’era di mandarlo al massacro? Quando aveva accesso il fuoco Olimpico ad Atlanta 1996, la gente aveva pianto di gioia. Quell’immagine è rimasta nella storia dei Giochi, e probabilmente anche questa volta lo rimarrà, ma per la ragione opposta: l’orrore. Non siamo bacchettoni, ma crediamo che il buon gusto dovrebbe fare parte dello spirito olimpico. Ci piacerebbe sapere cosa è passato per la testa di Jacques Rogge, presidente olimpico e chirurgo delle ossa, quando ha visto quelle immagini, o era distratto? Avrebbe mandato un suo paziente sulla scena più grande del mondo in quello stato? Pensiamo di no. La serata era un inno alla vita, alla gioia e quindi che ragione c’era di inserirlo in quel contesto contro la sua volontà. Lo spettacolo a tutti i costi. Il regista aveva già scelto di cancellare l’ultimo tedoforo di nome, così rimarrà lui il protagonista della cerimonia con l’immagine della Regina che si butta dall’aereo e il dramma di Ali. Per fortuna sono cominciate le gare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

cinqueCerchi

Il giorno più azzurro ci fa sentire giganti E oggi la caccia al bis

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

BRADLEY WIGGINS Ciclista, olimpico britannico

Fatto tutto il possibile come squadra, ci siamo distrutti per Cav. Triste Fabian fuori @bradwiggins

ASAFA POWELL

Valentina Vezzali, 38 anni, esulta dopo aver conquistato il bronzo REUTERS

Velocista, olimpico giamaicano

di FAUSTO NARDUCCI

candite con noi questi setS te nomi: Di Francisca, Errigo, Vezzali, Galiazzo, Frangilli,

@officialasafa

CHE TRISTEZZA VEDERE ALI MALATO PERCHÉ LO HANNO MOSTRATO COSÌ?

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TwitTwit

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l’Opinione

dish: è che ogni nazionale (a parte qualche piccola eccezione) ha corso per sé e il proposito della Gran Bretagna di chiudere la porta a tutte le fughe si è rivelata una splendida utopia. Ha fatto bene l’Italia a provarci fin da lontano con Pinotti, Nibali e Paolini. Ci è mancato semmai un rifinitore. Ci è mancato il colpo del finisseur, che è riuscito al «vecchio» Alexander Vinokourov, 38 anni. Il kazako ha potuto contare anche sull’ingenuità, se non sulla complicità, di Uran per chiudere una carriera molto controversa. Il suo oro crea qualche imbarazzo, e non solo alla squadra di Cavendish. E della Regina.

Abbiamo riscritto la storia: il simbolo rimane la Vezzali, bronzo miracoloso

La squadra giamaicana mentre si diverte un po’... :)

di GIANNI MERLO

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CAVENDISH È IL GRANDE SCONFITTO TUTTA COLPA DELLA PRESUNZIONE

ilCiclismo

di FRANCO ARTURI

LA GAZZETTA SPORTIVA

FLAVIA PENNETTA Tennista, olimpica azzurra

Oro, argento e bronzo tutti italiani: fiorettiste straordinarie... grazie!! @flavia pennetta

NEYMAR Calciatore, olimpico brasiliano

Il Brasile è d’oro!! Congratulazioni a Sarah Menezes!! #OrgulhoDoBrasil @Njr92

GERARD PIQUÉ Calciatore spagnolo

Shakira è di fianco a me ed è triste perché Uran non ha vinto l’oro!! Che dolce!! @3gerardpique

DIRK NOWITZKI Cestista tedesco

Grande cerimonia di apertura. Che i Giochi inizino. Hey Jude. @swish41

JOEY BARTON Calciatore inglese

Strano vedere i ciclisti volare sulle stesse strade in cui passo ore nel traffico... @Joey7Barton

Nespoli, Tesconi. Ieri a Londra ci hanno regalato cinque medaglie: due ori, due argenti e un bronzo. Come scrivevano già ieri sera i siti anglosassoni, è meglio non scherzare con gli italiani perché con fioretto, frecce e pistola siamo i più bravi del mondo. Grazie ai guerrieri azzurri, quelli di cui solo ogni quattro anni si parla veramente nei bar, abbiamo trasformato questo sabato 28 luglio nel giorno più prezioso della storia dell’Olimpiade azzurra. Mai, e ripetiamo mai, l’Italia aveva conquistato cinque medaglie in una sola giornata, per di più nella giornata inaugurale. In due occasioni eravamo arrivati a quattro (ad Atene 2004 e a Pechino 2008) ma finora la cinquina era stata riservata alle potenze del medagliere: Usa, Gran Bretagna, Germania, Urss, Cina e Australia. Ieri in 4 ore e 23 minuti, dalle 16.50 alle 21.13, abbiamo riscritto la storia. La piccola Italia, arrivata quasi dimessa a Londra, in un solo giorno si è erta come un gigante andandosi a piazzare nel medagliere fra la Cina e gli Stati Uniti, anche questo evento inaudito in 30 edizioni olimpiche. Come quasi inedita (gli unici precedenti nella spada maschile nel 1936 e 1956) è la tripletta delle nostre fiorettiste, capaci di portare le finali olimpiche nel cortile di famiglia. Ma dietro i numeri e i primati di questa giornata che neanche il più ottimista dei sognatori avrebbe potuto immaginare, ci sono le facce e le storie. E anche una tendenza: tutte le medaglie sono state conquistate in volata, con un guizzo sul traguardo degno di Bolt. Ci scuse-

rete, però, se partiamo dal fondo perché il bronzo della Vezzali andrebbe portato alla zecca e riplasmato: la regina di Jesi è scesa dal gradino più alto ma si è aggrappata al podio, andandosi a riprendere dalla sudcoreana Nam l’ottava medaglia della sua carriera olimpica con un guizzo finale che ha del miracoloso: 4 stoccate vincenti in 11". Nonostante la più grande delusione olimpica, dobbiamo inchinarci al carattere dell’ex regina dagli occhi di tigre. La finale ha premiato un’altra jesina, Elisa Di Francisca, campionessa mondiale 2010, che ha piazzato la stoccata decisiva sulla Errigo dopo la parità (11-11) nei tempi regolamentari. Di questa giornata non potremo mai dimenticare quello che ha fatto Michele Frangilli quando si è giocato l’oro all’ultimo tiro con gli Stati Uniti, quel tiro che aveva tradito Nespoli a Pechino: un 9 ci avrebbe costretto ai supplementari ma il figlio d’arte ha preso la mira e, pum, ha centrato un bel 10. Una freddezza da leader che si è sciolta in pianto sul podio. Tre ragazzi che sembravano usciti da un McDonald’s e hanno ottenuto il primo oro a squadre della storia azzurra. Senza dimenticare come tutto era iniziato, alle 16.50: chi poteva pensare che dalle Royal Artillery Barracks la pistola 10 metri potesse regalarci addirittura l’argento di Luca Tesconi, trentenne toscano mai entrato nei primi dieci in carriera che ha piazzato gli ultimi 5 colpi che gli hanno cambiato la vita. Oggi ci sveglieremo più grandi ma anche più ingordi. Non ci crederete ma potremmo quasi ripeterci. Da medaglia sono Pellegrini e Scozzoli nel nuoto, l’arco femminile, Cagnotto-Dallapè nei tuffi, Chiara Cainero nel tiro a volo e, chissà, Aldo Montano nella scherma e Giorgia Bronzini nel ciclismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LE AMICHEVOLI INTERNAZIONALI

La Juve ha gol da v HERTHA BERLINO JUVENTUS

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GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Matri al 21’ p.t.; Krasic al 45’ s.t. HERTHA BERLINO (4-4-2) Burchert (dal 1’ s.t. Sprint); Ndejeng (dal 30’ s.t. Bastians), Hubnik (dal 40’ s.t. Mukhtar), Brooks (dal 40’ s.t. Neumann), Schulz (dal 30’ s.t. Morales); Beichler (dal 1’ s.t. Ramos), Kluge (dal 1’ s.t. Ronny), Niemeyer (dal 1’ s.t. Lustenberger), Kmoll (dal 1’ s.t. Sahar); Kachunga (dal 1’ s.t. Ben-Hatira), Allagui (dal 1’ s.t. Wagner). ALLENATORE Luhukay. JUVENTUS (3-5-2) Storari; Lichtsteiner, Masi (dal 23’ s.t. Rugani), Lucio (dal 1’ s.t. Pazienza); Padoin, Vidal (dal 36’ s.t. Bouy), Marrone, Asamoah (dal 30’ s.t. Appealt), De Ceglie (dal 22’ p.t. Untersee); Matri (dal 1’ s.t. Boakie), Quagliarella (dal 18’ s.t. Krasic). ALLENATORE Conte. ARBITRO Dankert (Ger). NOTE Spettatori paganti 32.580. Tiri in porta: 6-3; tiri fuori: 7-3; angoli: 6-2; fuorigioco: 2-8. Recuperi: primo tempo 1’; secondo tempo 1’.

Vanno a segno Matri e Krasic E in difesa convince Marrone Nel test contro l’Hertha Berlino colpiscono due giocatori che potrebbero andare via. E il giovane centrocampista se la cava bene anche nelle retrovie DAL NOSTRO INVIATO

LUCA CALAMAI BERLINO

La Juve vince nel mitico Olympiastadion di Berlino, ma a fare notizia non sono i due marcatori, Matri e Krasic. La grande novità arriva dal reparto difensivo. Antonio Conte sfrutta l’amichevole con l’Hertha per cercare soluzioni alternative dopo il «problema Bonucci» e l’infortunio di Caceres. Senza rinunciare, naturalmente, al modulo a tre, il suo cavallo di battaglia. Il tecnico bianconero parte con Lichtsteiner a destra (un inedito assolu-

to) affiancato dal giovane Masi e da Lucio. Spostato a sinistra. Il nazionale svizzero recita il suo compitino senza sbavature, in caso di necessità può essere un’opzione accettabile. Bravo Marrone Nella ripresa, invece, Conte arretra il giovane Luca Marrone. E il ragazzino risponde alla grande. Quarantacinque minuti giocati con personalità e con temperamento. Come se avesse sempre ricoperto questo ruolo. L’allenatore bianconero nel dopo partita lo promuove a pieni voti garantendo che in

una delle prossime amichevoli lo proverà da titolare. Intorno a Marrone può nascere un’idea tattica intrigante. La Juve può riproporre lo schema inventato in corso d’opera da Cesare Prandelli all’Europeo con De Rossi arretrato sulla linea difensiva, in mezzo a Barzagli e Chiellini. Il giovane Luca non è De Rossi ma potrebbe diventare un ottimo playmaker difensivo. Con Marrone in prima battuta e Pirlo in mezzo al campo la Juventus avrebbe grande qualità nella partenza del gioco. Un bel regalo per Conte e un bel problema per gli allenatori avversari.

Lucio corpo estraneo Il ragazzi-

no bianconero si è detto entusiasta di questo progetto e ha ammesso: «Studio da Bonucci». Con Chiellini e Barzagli come «insegnanti». Sempre restando alla difesa non ha incantato Lucio, che sembra un corpo estraneo in questa Juventus e che è uscito dopo il primo tempo per una leggera distorsione alla caviglia. Dopo una ventina di minuti ha chiesto il cambio anche De Ceglie. Niente di grave solo uno stop precauzionale per evitare affaticamenti muscolari. La Juve vince nello stadio che consacrò l’Italia campione del mon-

I bianconeri ora attendono il rientro degli azzurri e qualche colpo dal mercato

do nel 2006. Non c’è nessuno degli eroi di quella notte. Conte ha preferito non rischiare Pirlo e compagni che hanno appena ripreso la preparazione dopo le vacanze post-europeo. Ma c’è comunque un bel clima. La squadra bianconera non incanta, ma sfrutta al meglio le poche occasioni che riesce a creare. Gioielli I due gol, poi sono dei

piccoli gioielli. Nel primo tempo, al 21’, va a segno Matri che raccoglie una perfetta verticalizzazione di Vidal, salta in dribbling il portiere Burchert e appoggia in rete. Il definitivo 2-0 arriva, invece, a pochi secondi dalla fine grazie a un destro telecomandato di Krasic. Già, proprio il dimenticato Milos. Krasic non giocava dal lontano 24 gennaio. Una vita. Conte gli ha regalato qualche minuto di vetrina e il nazionale serbo ha risposto alla grande. Due goleador con la valigia in mano. Milos partirà sicuramente, la decisione è stata presa ormai da tempo e non può essere certo un gol a provocare ripensamenti. Matri, invece, sarà lasciato libero solo

LE TRATTATIVE SI STRINGE PER UN ESTERNO SINISTRO

Marotta rilancia per Armero: si può chiudere Due milioni subito e sei l’anno prossimo: l’Udinese pronta a dare il suo okay

magari l’inserimento della metà di un giovane della Primavera. Nel frattempo, l’Udinese ha bloccato la cessione di Pasquale, appunto la prima alternativa al colombiano.

MIRKO GRAZIANO MILANO

La Juventus accelera sul fronte Armero. L’impressione è che questa possa essere la settimana decisiva con l’Udinese. Le parti si incontreranno a metà strada. Prestito gratuito con diritto di riscatto obbligatorio a quota otto milioni la prima offerta di Marotta. Tre milioni subito e sette al saldo la richesta friulana. Ebbene, il tutto dovrebbe sbloccarsi con la nuova proposta del club torinese: due milioni di prestito oneroso subito, sei milioni a giugno, e

Pablo Armero, 25 anni FOTOPRESS

Stevan Jovetic, 22 anni IMAGE SPORT

E se Marrone... Lichtsteiner e Isla a destra, Armero e De Ceglie a sinistra: fasce davvero ben coperte se arrivasse appunto il 25enne esterno di Tumaco. In entrata, mancherebbe poi solo il top player, in attesa di conoscere il destino di Bonucci. Un’eventuale squalifica dell’azzurro, costringerebbe infatti Marotta a stringere i tempi per un altro difensore centrale, anche se nei prossimi giorni andrà valutato con grande attenzione l’esperimento Marrone, annunciato di fatto ieri a Berlino da Antonio Conte. Se il baby talento bianconero convincesse anche dietro, allora gli uomini-mercato di Agnelli

I bianconeri aspettano ancora Jovetic prima di dare l’assalto a Van Persie Se Marrone «funziona», allora dietro Marotta potrebbe prendere tempo

potrebbero prendere in considerazione una soluzione di medio profilo, magari limitandosi alla conferma di Alberto Masi. Altrimenti, caccia a un giocatore di esperienza. E i nomi non cambiano: Bocchetti e Bruno Alves in prima fila; poi il sogno Ranocchia, quindi Andreolli. Piace molto pure Astori, ma l’operazione è al momento fuori portata dal punto di vista economico. Più staccati i vari Peluso, Rolando, Lucchini ed Ecuele Manga. Aspettando Jo-Jo Sul fronte top

player, la Juve si è presa ancora qualche giorno prima di dare un assalto deciso a Robin Van Persie. In cima alla lista di Conte e Marotta resiste infatti Stevan Jovetic. Ma in corso Galileo Ferraris non intendono rilanciare dopo le parole di Andrea Della Valle, patron della Fiorentina: questione di rispet-


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vendere Migliori

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Lucio ancora giù Quagliarella sembra infastidito

STORARI Sembra un tiramolla. Esplosivo su ogni conclusione avversaria. Il buon Marco ancora una volta non fa rimpiangere il fenomeno Buffon. Ha ragione quando chiede di essere considerato qualcosa di diverso rispetto a un «semplice» portiere di riserva.

LUCIO Stavolta il brasiliano ex Inter non commette errori clamorosi ma si vede che non è entrato nel «pensiero Juve». Conte lo sposta a sinistra, e anche questa scelta dimostra che il brasiliano non ha ancora convinto. Esce nell’intervallo con una leggera distorsione alla caviglia. «Nulla di preoccupante», garantisce il tecnico della Juve a fine partita.

se arriverà un’offerta importante. Magari dal Milan. Il centravanti bianconero conferma di avere un’ottima media minuti giocati-gol ma ha un tipo di calcio che non entusiasma l’allenatore. Ecco perché è finito nella lista dei possibili partenti. E oltre a Matri potrebbe partire anche Quagliarella, ieri un fantasma. Ora gli azzurri Il migliore in

campo è stato invece Storari. Il vice-Buffon ha compiuto almeno tre parate decisive su conclusioni di Beichler, Allagui e Ramos. E quando Storari si è dovuto arrendere sono stati i pali a respingere le bordate di Ndjeng e Sahar. Insomma, alla fine, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma la Juve incassa questa vittoria sofferta e aspetta con ansia il ritorno in campo dei suoi azzurri e qualche colpo di mercato che la società sta preparando con cura. Se funziona il progetto Marrone alla Bonucci i dirigenti bianconeri avrebbero qualche soldo in più da investire sul centravanti di statura mondiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

to nei confronti del club viola. Naturalmente, tutto cambierebbe nel caso in cui fosse il 22enne montenegrino a chiedere di essere ceduto. E l’impressione è che il talentino montenegrino sia parecchio tentato dall’occasione Juve, un treno che potrebbe anche non ripassare l’anno prossimo, soprattutto se i bianconeri mettessero poi a segno il colpo Van Persie. Capitolo Dzeko: è la prima alternativa a livello di top player, ma i tempi non sono ancora maturi per formulare un’offerta credibile al City. Sullo scambio Quagliarella-Pazzini ci ripetiamo da giorni: è un’ipotesi da ultima settimana di mercato. Situazione Poli Il ds della Samp

Sensibile conferma l’interesse della Juve per Poli: «Credo che i bianconeri abbiano bisogno ancora di quattro-cinque giorni per capire se questa operazione possa prendere una forma concreta. Di sicuro confermo il loro interesse». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ordinato da playmaker di centrocampo; attento e aggressivo da centrale di difesa. Questo ragazzo ha talento e personalità per coprire da protagonista due ruoli così delicati. Fa bene il cittì Prandelli a non perderlo di vista. In chiave azzurra, è un po’ come avere un altro De Rossi a disposizione.

MATRI Avverte di non essere al centro del progetto Juve. Ma anche in questa versione da «bomber precario» non perde occasione per scaraventare palloni in rete. Il gol dell’1 a 0 è un piccolo gioiello. Se fosse straniero sarebbe uno dei più contesi uomini mercato. Non a caso un po’ tutti i grandi club gli hanno messo gli occhi addosso, in particolare il Milan.

Alessandro Matri, 27 anni

HANNO DETTO

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Matri coglie l’attimo Bravo Storari: altro che riserva

MARRONE Elegante e

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QUAGLIARELLA Come Matri è da tempo sul mercato. Ma a differenza del compagno di reparto vive questa situazione di incertezza con evidente fastidio. In campo non riesce mai a impegnare il portiere avversario. Meglio che se ne vada in fretta.

MASI Il ragazzino ha dei numeri ma non è ancora pronto per una squadra del livello della Juve. La società bianconera però farà bene a non perderlo di vista. Tra un paio di anni potrebbe essere maturo al punto giusto. Di certo, Conte lo sta già osservando con grandissima attenzione, anche perché a Pechino gli uomini là dietro sono contatissimi.

Lucio, 34 anni, difensore

Marrone «Mi incuriosisce provare a muovermi da difensore centrale. Sto studiando da Bonucci. Tutta la squadra è con lui, con Conte e con Pepe»

S Lichtsteiner «Siamo tutti compatti intorno a Conte e agli altri compagni in difficoltà. Il nostro è un gruppo davvero unito, composto da veri uomini»

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L’ALLENATORE BIANCONERO

Conte rilancia «Il ragazzo verrà provato dietro come titolare» Il tecnico promuove Marrone. E sul calcioscommesse: «Ho fiducia nell’inchiesta. Ma alla fine parlerò io» DAL NOSTRO INVIATO

BERLINO

IN ATTESA DEL TOP PLAYER

E’ la prima volta che parla da quando è finito nel tritacarne del calcio scommesse. Antonio Conte si presenta nella zona mista dell’Olympiastadion. Poca voce, come sempre, ma lo sguardo sereno. Gli chiedono del risultato e lui scuote la testa. «Abbiamo vinto. E questo è sempre importante. Però quello che abbiamo messo in mostra non è il calcio della Juve. Dobbiamo crescere». Onesto. Il discorso scivola sul deferimento, sull’ipotesi di un patteggiamento. Nel caso scattasse la squalifica quella contro l’Hertha Berlino potrebbe essere la sua ultima panchina. Almeno per alcuni mesi. Conte arretra di un passo e resta qualche secondo in silenzio. Ma non dribbla il tema. Anzi, lo affronta a petto in fuori. «Ho sempre detto, fin da quando è cominciata questa storia che avevo piena fiducia nelle persone che stavano lavorando a questa inchiesta. Concetto che ribadisco. Però...».

GDS

Però?

«Quando tutto sarà finito allora parlerò io. Credo di averne il diritto. Giusto?». Durante la partita ha mai pensato che questa potrebbe essere stata la sua ultima panchina?

«Non ci ho mai pensato. E non ci penso. Ancora non è stata presa nessuna decisione. Perché dovrei vedermi lontano dalla mia panchina?». Passiamo ad altri temi. Le novità difensive, a esempio.

«La prova di Lichtsteiner? Mi ha soddisfatto. E mi è piaciuto moltissimo Marrone. Come difensore centrale si è mosso con grande disinvoltura. In una delle prossime amichevoli lo proverò da titolare. Purtroppo in difesa siamo contati, devo inventarmi per forza qualcosa. E Marrone in mezzo a Chiellini e Barzagli è da sperimentare, può avere un buon futuro». Un giudizio sul giovane Masi?

«Lui deve ancora completare un percorso». Lo riscatterete?

«Vedremo. Non è facile diventare un giocatore da Juventus, anche se Masi ha sicuramente talento. Ma a questi livelli devi superare un esame ogni giorno».

Antonio Conte è nato a Lecce il 31 luglio 1969. È alla sua seconda stagione sulla panchina della Juventus ANSA

Come stanno Lucio e De Ceglie?

«Il brasiliano ha riportato una leggera distorsione alla caviglia. Niente di grave, non sono preoccupato. E De Ceglie è uscito solo per precauzione. Si è appena tolto il chiodo dal ginocchio operato ed era un po’ affaticato. Non possiamo rischiare altri infortuni, la Supercoppa (finale l’11 agosto a Pechino, ndr) si sta avvicinando a grande velocità. Noi ci teniamo a battere il Napoli e a conquistare questo trofeo: significherebbe iniziare la stagione alla grande». I nazionali quando torneranno in campo?

«Stanno lavorando bene. Ormai ci siamo. E presto rivedrete anche la vera Juventus. Una squadra molto diversa da quella che ha vinto contro l’Hertha Berlino. Questo deve essere ben chiaro a tutti». La Juventus che Antonio Conte ha costruito pezzo dopo pezzo. E che non vorrebbe abbandonare neppure per pochi mesi. l. cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LE AMICHEVOLI INTERNAZIONALI Migliori

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RANOCCHIA

JONATHAN

È un altro: diciamo che è il vero Ranocchia. Gambe già a posto, deciso e quando serve duro, puntuale, subito al posto giusto anche se azzarda l’anticipo. Titolare a Spalato? Ha confermato che c’è.

Riprovato da esterno alto nei tre dietro Milito, ma è grigio, nè carne nè pesce: spaesato, non trova nè la profondità nè l’uno contro uno e per di più sbaglia anche passaggi banali.

Riecco Ranocchia Guarin è ovunque Nagatomo spinge

GUARIN Diga e catapulta: è un po’ dappertutto, in recupero difensivo a evitare un gol e subito dopo già a dettare l’avvio del gioco o la ripartenza, spesso in asse con Sneijder. Verticalizzare, un Vangelo.

PALACIO Terza firma consecutiva, e niente non è. Finto trequartista, seconda punta, anche punta centrale se si allarga Milito: entra quando l’Inter cresce, è tornato a sentire l’odore del gol

NAGATOMO Consente a Zanetti di spostarsi a destra (prima avanti e poi da laterale) e dà spinta e freschezza. Si candida per giovedì.

LIVAJA Da sinistra, mette il piede per un quasi gol di Milito e per l’1 1 di Palacio.

Andrea Ranocchia, 24 LIVERANI

Jonathan non va Cou, prima stecca Silvestre soffre

SILVESTRE Si vede che da laterale destro fa più fatica e in più sulla sua fascia c’è Samaras, che da affrontare faccia a faccia non è mai una passeggiata e gli consente rare sortite per cercare il fondo.

COUTINHO In partite così riaffiorano limiti non ancora cancellati: patisce la fisicità degli scozzesi e distilla solo sprazzi di qualità, quando riesce ad accelerare soprattutto tagliando in mezzo. Si sbatte provando a cercare il dialogo con Sneijder, ma fatica a trovarlo.

HANDANOVIC Non è lui sul gol, sorpreso un paio di metri avanti e un po’ in ritardo sul pallonetto di Commons. Gara contraddittoria: mezzo liscio anche su un’uscita bassa, ma pure due gol evitati, su Stokes e ancora Commons.

Jonathan 26 SPORT IMAGE

Inter formula Euro Palacio acciuffa il Celtic nel finale Il rombo convince La squadra cresce con Mudingayi. Gli stenti del 4-2-3-1 un segnale verso l’Hajduk Spalato DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE GLASGOW (Scozia)

Test tosto, e senza giochi di parole. Questo voleva Stramaccioni a cinque giorni dalla trasferta di Spalato e questo ha avuto: a costo di soffrire per un tempo abbondante e, dunque, di doversi fare delle domande. Passo indietro dell’Inter o era troppo avanti a livello di condizione generale un Celtic che fra mercoledì e sabato debutterà in Europa e poi in campionato? Più avanti quanto potrebbe essere anche l’Hajduk, giovedì sera nell’andata del preliminare di Europa League? E i progressi nerazzurri del secondo tempo, quando Strama ha cambiato uomini e sistema di gioco, giustifica-

no una riflessione su un’eventuale variazione di assetto tattico pure a Spalato, rispetto al 4-2-3-1 su cui si è lavorato con più continuità fino ad oggi? Che fatica per 45’ Dubbi che hanno un loro perché, come la risposta di gambe e di testa data comunque dai nerazzurri, che per la terza volta di fila (dopo il Trofeo Tim e il test di Como) hanno subìto gol, ma hanno pure avuto benzina e carattere per cercare fino alla fine di evitarsi la prima sconfitta di questo precampionato: missione compiuta grazie al gol sul filo di Palacio, ma anche senza l’1-1 si sarebbe comunque parlato di un’Inter capace di cambiare almeno in parte faccia, e non solo tatticamente. Nel primo tempo aveva fatto molta più fatica nel

prendere in mano la partita che nel governarla con una discreta tenuta difensiva, in particolare della coppia centrale, con Ranocchia ancora vicino al top e Chivu in crescita: squadra schiacciata nella sua metà campo dal Celtic, in grande difficoltà nell’«uscire» con rapidità, nel creare situazioni di superiorità numerica nelle ripartenze, nel trovare sbocchi sulle fasce e nel fare del trio tascabile (Jonathan-Sneijder-Coutinho) alle spalle di Milito un trampolino vincente piuttosto che una linea poco sintonizzata e risucchiata dalla fisicità degli scozzesi. Solo dopo mezzora, e poi mai più in 45’, si era visto uno squarcio dell’Inter stramaccioniana, con combinazione avviata da Cambiasso e completata da Milito e Sneijder, per la conclusione al-

ta di Coutinho. Tourbillon Non c’è prova contraria che gli stessi interpreti, contro il Celtic meno arrembante e da corsa visto nella ripresa, non avrebbero potuto far meglio. Fatto sta che dopo altri 7’ di 4-2-3-1, con Nagatomo a sinistra e Zanetti avanzato al posto dell’inconsistente Jonathan, Stramaccioni si è giocato le carte Mudingayi (anche davanti alla difesa, per dare più libertà di inserirsi a Cambiasso) e Palacio: dunque tre centrocampisti e tre giocatori offensivi, che si sono alternati nei movimenti e nelle posizioni, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-2-1, fino al 4-3-3 disegnato con Livaja quando è uscito Sneijder, dopo 75’ finalizzati a verificare se può essere pronto per fare il titolare già giovedì. Movimento non piu’ lento Meno lentezza e staticità collettiva, uguale più pericolosità: la foto del nuovo trend è stata una trama in velocità del minuto 16, firmata da Sneijder, Milito e Palacio, con tacco finale del Trenza a cercare Wes. Soprattutto l’olandese è parso trovarsi meglio, meno oppresso dalla morsa di Wanyama (il fratellino di Mariga) e soprattutto più libero di andare a cercare gli spazi giusti per verticalizzare, senza bisogno di abbassarsi troppo ma inutilmente come nel primo tempo. E Stramaccioni ha preso nota. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SODDISFAZIONE DELL’ALLENATORE

Stramaccioni: «Segnali positivi, pronti per giovedì» «In Coppa non saremo al top, ma la testa è carica» Palacio: «Segnerò anche all’Hajduk» DAL NOSTRO INVIATO

GLASGOW

Andrea Stramaccioni voleva alzare l’asticella, «e ci ha pensato il Celtic: ce l’ha alzata sì. Buon test essere stati così impegnati anche nella fase del non possesso palla: soprattutto nel primo tempo ci hanno costretti a difenderci tan-

to, e ci ha fatto bene». Come ha fatto bene all’Inter aver segnato l’1-1 in extremis: «Bene soprattutto alla testa — ha detto ancora il tecnico — perché pareggiare certe partite, anche se non contano niente, è sempre importante. Un segnale psicologico positivo, per questo dalla panchina ho continuato a chiedere di crederci fino alla fine». Accontentato: «Non è facile giocare una partita vera già il 2 agosto, dunque il lavoro che si fa sulle teste è importante quanto quello fisico o tattico. Sappiamo di non poter essere già l’Inter migliore, ma anche di dover essere comunque pronti: e io credo che lo saremo».

tante, perché aver pareggiato ci dà fiducia, ci permette di arrivare positivi alla partita di giovedì». E con qualche minuto in più a disposizione, ha detto Andrea Ranocchia, «avremmo anche potuto vincere. Ma l’importante è aver retto bene fisicamente per 90 minuti e aver dimostrato grande mentalità, perché perdere non fa mai bene». A perdere non ci stava soprattutto lui: «Mi sento bene, sto lavorando tanto per riscattare la scorsa stagione. Oggi il Celtic l’ha messa molto sul fisico, dovevamo farci sentire anche noi, no?».

E tre Pronto a segnare anche a Spalato si dice Rodrigo Palacio («Un gol lo sogno sempre, figuriamoci per la mia prima ufficiale con l’Inter»), che intanto ieri ha segnato la terza rete di fila, dopo quelle contro il Milan e a Como: «Ma quello di oggi è stato il più difficile, quella palla arrivava molto veloce: bel gol, sì, e anche impor-

Ranocchia: «Celtic fisico, ma abbiamo risposto. Voglio riscattare l’anno scorso»

a.e.

Le indicazioni del tecnico interista, Andrea Stramaccioni, 36 anni ANSA

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A Lucas, anche il City

COPPIA IN PARTENZA

S Julio Cesar Entro la prossima settimana il portiere risolverà il contratto e poi sarà libero di trovarsi una squadra. Anche in Brasile

opa CELTIC GLASGOW

S A sin., Milito al tiro. Sopra, Guarin in tackle ACTION IMAGES

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INTER

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CELTIC (4-4-2) Forster; Matthew, Lustig (Irvine dal 21’ s.t.), Mulgrew, Izaguirre; Commons, Wanyama, Ledley (F. Twardzik dal 21’ s.t.), Samaras (McGeouch dal 29’ s.t.); Hooper (McCourt dal 21’ s.t.), Stokes (Bangura dal 36’ p.t.). IN PANCHINA Zaluska. ALLENATORE Lennon.

INTER (4-2-3-1) Handanovic; Silvestre (Mudingayi dal 7’ s.t.), Ranocchia, Chivu, Zanetti; Guarin, Cambiasso; Jonathan (Nagatomo dal 1’ s.t.), Sneijder (Livaja dal 31’ s.t.), Coutinho (Palacio dal 7’ s.t.); Milito. PANCHINA Castellazzi, Mbaye, Bianchetti, Benassi, Garritano. ALLENATORE Stramaccioni.

MARCATORI Commons (C) al 41’ p.t.; Palacio (I) al 44’ s.t. ARBITRO Collum (Scozia)

c GOL! 41’ 1-0 punizione di Mulgrew, palla a

MOMENTI CHIAVE

39’ Guarin per Livaja, cross per Milito che arri-

Primo tempo 12’ tiro di Commons, Handanovic para. 18’ tiro al volo di Stokes, Handanovic respinge

c GOL! 44’ 1-1 Livaja mette in mezzo da sini-

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Giampaolo Pazzini Tempi più lunghi per l’attaccante, che aspetta la Juventus. Ma i bianconeri prima devono trovare una sistemazione a Matri

Julio via in 10 giorni I Citizens su Moura, ma l’Inter libera altri soldi Col portiere risoluzione lampo: risparmio da 20 milioni almeno una decina di milioni, ma qui i tempi saranno più lunghi. Il Pazzo aspetta la Juve e la Juve prende tempo, anche perché prima deve piazzare Matri.

FILIPPO DI CHIARA LUCA TAIDELLI MILANO

Altro giro altra corsa. Per una pretendente di Lucas che pare defilarsi ce ne sarebbe una che appare all’orizzonte. Una staffetta in salsa Manchester, con lo United che frena e il City che, secondo i media brasiliani, si è inserito nella corsa con Inter e Real Madrid. Il San Paolo anche in questo caso getta acqua sul fuoco dichiarando che sono poche le chances di arrivare al 19enne talento della Seleçao. E che l’incarico di svolgere le trattative non sarà assegnato all’agente del giocatore Wagner Ribeiro, che sarebbe stato informato della decisione. La chiave Juan La disponibilità

economica dei Citizens è nota, ma l’Inter non si scompone e lavora per aumentare il tesoretto con cui fare un’offerta definitiva al San Paolo entro una decina di giorni. Poi sarà dentro o fuori, con Ramirez e Gomez come possibili alternative. Per il fantasista uruguaiano il Bologna chiede 20 milioni, ma nell’affare potrebbe rientrare Juan Jesus, che ai rossoblù (e non so-

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Ranocchia (quasi) incedibile Do-

lo a loro) piace parecchio e i nerazzurri intendono mandare a farsi le ossa per una stagione. Julio entro la settimana Per fare

cassa la prossima settimana ci sarà un’accelerazione sul fronte Julio Cesar. Il portiere sembra essersi convinto a risolvere il contratto biennale da quasi 5 milioni netti per ottenere una buonuscita e poi trovarsi una sistemazione in patria. Per l’Inter sarebbe un risparmio di circa 20 milioni lordi d’ingaggio. Dalla cessione del cartellino di Pazzini si punta invece a incassare

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po il deferimento di Bonucci, l’urgenza dei bianconeri è un centrale difensivo e il preferito di Conte è Ranocchia. Fino a tre settimane fa il presidente Moratti avrebbe anche dato l’ok per la cessione del 24enne umbro, infastidito dalle richieste di garanzie tecniche, malgrado un’ultima stagione non all’altezza. Importanti sono state prima l’opera di mediazione di Branca e Ausilio, poi soprattutto il cambio di marcia del ragazzo che ha capito che è meglio far parlare il campo. Fatto sta che ora Ranocchia è (quasi) incedibile. L’Inter non lo lascerà partire per meno di 15 milioni e nel caso tornerebbe su Andreolli, ex nerazzurro che al Chievo conviene cedere visto che non rinnoverà e che il contratto gli scade nel 2013. Sahin e Debuchy? No grazie

Smentite infine le voci su un interessamento per Sahin. Anche Debuchy non arriverà: Mbaye si sta rivelando già affidabile. E bisogna risparmiare per Lucas. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 29 LUGLIO 2012

RITIRI E MERCATO L’INTERVISTA

identiKit & CARRIERA

v

DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRA BOCCI MIAMI (Stati Uniti)

Tardi, ma forse ancora presto. «Ho perso il treno del Milan? Ma se ci sono appena salito...». Riccardo Montolivo, l'acquisto atteso da un anno, da quando la Fiorentina lo bloccò decidendo di lasciarlo andare soltanto alla scadenza del contratto, vive in America i suoi primi giorni da milanista. Nessun imbarazzo con Antonio Nocerino per la famosa battuta del Camp Nou, tanto più che ora spera di arrivarci anche lui, al Camp Nou. Soprattutto, nessuna preoccupazione per il momento strano del Milan: «Quando c'è da ricominciare c'è sempre spazio per chi è motivato. Dove ci sono cose nuove da costruire ci sono anche grandi opportunità». Quasi un motto kennediano. Montolivo, la aspettavano da mesi...

«Se è per quello il Milan era nel mio destino da una vita. Avrei potuto entrare nella scuola del Milan a sei anni, ma i miei genitori pensarono che ero troppo piccolo e che era meglio stare vicino a casa. Così sono cresciuto all'Atalanta, anche se mio padre era tifoso milanista». E' già bello che non dica di essere lei stesso milanista dalla nascita...

«Sono onesto: sono cresciuto fra Milan e Atalanta. Anche mio fratello è tifoso milanista. Io penso soltanto di aver fatto la scelta giusta e sono orgoglioso anche della carriera che ho fatto a Firenze». Meglio essere il primo alla Fiorentina o uno dei tanti al Milan?

«Sono ambizioso, per questo ho deciso di alzare l'asticella. Comunque spero di non essere uno dei tanti al Milan». Ecco, il momento non autorizza grandi sogni... A proposito di sogni, nessun imbarazzo per aver detto «persino Nocerino gioca al Camp Nou»? Ora siete compagni...

«Ma guardi che io la storia del Camp Nou l'avevo chiarita subito. Gli ho telefonato e l'episodio si è chiarito. Avevano estrapolato una frase da un contesto, io non volevo offendere Antonio, ce l'avevo con la società che non aveva trovato una soluzione per me, mentre il Palermo per lui l'aveva trovata, e questo gli ha permesso di arrivare subito al Milan e avere l'occasione di giocare la Champions. Con lui nessun problema, lo ritengo un amico, ci conosciamo da quando avevamo 15 anni. Sa che cosa mi ha dato fastidio? Che mi abbiano fatto passare per presuntuoso e ar-

Montolivo d’assalto «Riparto a mille Ridimensionato? Il Milan si rifarà con i giovani» «Gioco dappertutto a centrocampo, non mi vedo trequartista» rogante, e non lo sono. E' stato uno dei tanti tentativi fatti per mettermi in cattiva luce. E poi era una conversazione privata, e sono stato sputtanato da chi credevo un gentiluomo». Amarezza, insomma. Ma qualcosa di buono da Firenze l’avrà portata via...

«Più di qualcosa: sette anni stupendi, cinque anni di bel calcio, la riconoscenza totale per la famiglia Della Valle che mi ha permesso di arrivare ad alti livelli e così anche in Nazionale, il rapporto ottimo con la gente». Quando tornerà a Firenze, secondo lei, la fischieranno?

«Non lo so, mi hanno fischiato tutto l'anno, magari si sono stufati. Parlo di quello che succedeva allo stadio, nella vita di tutti i giorni nessuno mi ha mai dato fastidio. Ma Firenze è una città particolare, c'è un rapporto viscerale con la squadra e quando si perde è un macello. Persino Delio Rossi, che era un tipo equilibrato, è diventato un altro». Ma se avesse saputo di trovare un Milan ridimensionato, avrebbe rinnovato con la Fio-

rentina?

«Il rinnovo del contratto era indipendente dall'interesse del Milan. Il mio percorso a Firenze era finito. E poi non mi pare che il Milan sia così in difficoltà. Certo, ha perso due fenomeni tecnici. Ma era un club forte prima di Thiago e Ibrahimovic, è stato forte con loro e tornerà in alto anche senza di loro». Lei dove si metterebbe in campo?

«Posso dire dove non mi

L’ALTRO OBIETTIVO DEI ROSSONERI C’E’ UNA COMPLICAZIONE PER L’ACQUISTO DEL RINFORZO NELLE RETROVIE

Il Montpellier alza il prezzo per Yanga-Mbiwa I campioni di Francia perdono contro il Lione in Supercoppa: per il difensore il patron chiede «25 o 30 milioni, non sei» ALESSANDRO GRANDESSO Twitter @calciofrancese NEW YORK

corteggia spudoratamente il suo capitano, Mapou Yanga-Mbiwa, 23 anni, già nel giro dei Bleus.

Quando parla Louis Nicollin, presidente del Montpellier, lascia sempre il segno. Anzi, il solco, con un linguaggio da scaricatore di porto, o meglio, da re della «monnezza» su cui ha costruito un impero che sostiene anche il suo club, campione di Francia che ieri ha concesso la Supercoppa nazionale al Lione, ai rigori. Così tra l’ironico e il serioso dai microfoni di Canal+ è arrivato il siluro al Milan che da giorni

Kojak Corteggiamento poco gradito da Nicollin: «Mapou al Milan, ne ho sentito parlare ma Kojak non mi ha mai chiamato». Kojak, alias Galliani, a cui Nicollin manda un messaggio chiaro: «Ha venduto Thiago Silva per 45 milioni, se a me ne propone 25 o 30 magari ci penso, invece vuole darmene solo sei. Allora lasciamolo sognare e non mi rompa le scatole». Possibilista invece il fi-

glio Laurent, presidente delegato: «Resta? Vediamo». Insomma, per Yanga-Mbiwa, ordinato ma passivo nel secondo pareggio del Lione, il Milan dovrà alzare la posta.

L’uscita di Nicollin no1 del Montpellier «Mapou al Milan? Kojak non mi ha mai chiamato»

Alternativa In compenso, se-

Mapou Yanga-Mbiwa, 23 anni IPP

condo alcuni siti francesi, Galliani potrebbe dirottare su Nicolas Nkoulou, centrale emergente del Marsiglia, 22 anni, nazionale del Camerun, formato al Monaco, talento e carattere. Dopo un primo anno positivo in Ligue 1, il giocatore preferirebbe restare, ma sarebbe pronto a sacrificarsi: «A volte nel calcio si prendono decisioni controvoglia». Ma mollare il Marsiglia, orfano di Deschamps e costretto a tagliare i costi, non sarebbe un brutt’affare. Anche se per il ds Anigo

A sinistra, Telly Savalas nei panni del tenente Kojak, la star del famoso telefilm degli anni 70, che il patron del Montpellier Nicollin accosta ad Adriano Galliani, a destra

solo Remy, Mbia e Azpilicueta sono ufficialmente in vendita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MONTPELLIER-LIONE 2-2 2-4 ai rigori PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Utaka al 27’ p.t., Gomis al 44’ p.t.; Herrera all’11’ s.t. su rig., Briand al 32’ s.t. MONTPELLIER (4-3-3) Jourden; Congré, Yanga-Mbiwa, Hilton, Bedimo; Saihi, Estrada, Cabella (dal 20’ s.t., Camara); Utaka, Herrera (dal 30’ s.t, Charbonnier), Mounier (dal 36’ s.t., Stambouli). PANCHINA Pionnier, Ait Fana, Jeunechamp, Marveaux. ALLENATORE René Girard. LIONE (4-2-3-1) Lloris; Dabo (dal 37’ s.t., Reveillere), Koné, Cris, Cissokho; G. Fofana, Gonalons; Briand, Gourcuff, Lacazette; Gomis (dal 21’, Benzia). PANCHINA Vercoutre, Umtiti, Grenier, Pied, Ferri. ALLENATORE Remi Garde. ARBITRO Gonzalez (Usa). AMMONITI Lacazette (L), Yanga-Mbiwa (M), Bedimo (M) ESPULSO Estrada (M).


DOMENICA 29 LUGLIO 2012

messo tutto me stesso nel calcio e per fortuna sono riuscito a combinare qualcosa». Che cosa sa di Allegri?

«Poco. Imparerò a conoscerlo. I ragazzi che aveva me ne hanno parlato benissimo, però sinceramente di lui per ora posso dire poco». Ha amici nel calcio?

«Pazzini, Lazzari, Gobbi, solo per citarne alcuni». Ci racconti se stesso con due aggettivi.

Riccardo Montolivo, 27 anni, durante la tournèe rossonera a Miami. Sopra e a sinistra, due momenti di relax fra un allenamento e l’altro con le palme, le piscine e i grattacieli della Florida sullo sfondo. Sotto, il centrocampista mentre corre con l’amico Antonio Nocerino BUZZI

«Sono generoso, e questa è una qualità ma può essere anche un difetto. Forse a volte dovrei essere più egoista, pensare di più a me stesso». Come calciatore o come persona?

«In tutti i sensi». La fascia di capitano ha ancora un valore per i giocatori?

«Per me aveva un valore grandissimo. Quando sono stato degradato non è stata una bella cosa. Anche perché quella fascia me l'aveva data lo spogliatoio e non è stato lo spogliatoio a togliermela». E' la squadra che decide i leader e qui al Milan c'è bisogno di trovarne, perché tanti se ne sono andati.

«Alcuni sono rimasti, e comunque il sistema migliore è rendere la squadra leader. Un corpo unico». vedo: trequartista. In Nazionale mi capita, ma è un modo atipico di giocare da trequartista. Le altre tre posizioni di centrocampo mi vanno ugualmente bene. Credo che essere flessibili sia un vantaggio, e un dovere quando giochi in una grande squadra». Che cosa le è piaciuto dell'impatto con Milanello?

«L'aria familiare. Mi sono sentito subito a casa. Merito dei compagni e dello staff, ma anche di tutti quelli che ci lavorano». C'è qualcosa che la preoccupa in questa nuova fase della carriera?

«No. Sono molto motivato. Avrei cominciato il 3 luglio, tanto avevo voglia di girare pagina». Che cosa pensa del ritorno di Kakà?

«Se arrivasse, potrebbe essere un giocatore importante per noi. E' un calciatore pazzesco e mi pare anche un bravo ragazzo, anche se

laFotonotizia

George Weah ieri a Miami per seguire gli allenamenti George Weah (foto BUZZI) ospite d’eccezione a Miami. Ieri, durante l’allenamento al Sun Life Stadium (tempio del football americano), la squadra di Allegri ha ricevuto la gradita visita dell’ex attaccante liberiano, in rossonero dal 1995 al gennaio del 2000

Alla Juve che messaggio manda?

« «

Avrei potuto entrare nel Milan già a sei anni: era nel mio destino da una vita

Ho deciso di alzare l'asticella. Kakà è pazzesco, se arriva per noi sarà importante

lo conosco solo da avversario». Una generazione se n'è andata e c'è da ricreare un gruppo...

«In questi momenti di difficoltà ci sono anche grandi opportunità. Magari adesso si può puntare sui giovani italiani e tornare grandi, perché forse certe congiunture economiche portano a fare scelte che altrimenti non si sarebbero fatte».

«Che ci siamo, nonostante le cessioni». Il calcio italiano, in generale, è così in ribasso?

«Con gli scandali non diamo una bella immagine. Ora c'è bisogno di ripulire. Ripulire davvero, in profondità, visto che si è trovato tanto marcio. Quanto ai valori tecnici, non mi pare che i nostri siano inferiori a quelli di altri. L'unico problema sono le strutture, e anche quelle magari portano alle difficoltà economiche dei club». Il suo predecessore Gattuso è pessimista sul futuro del Milan.

«Io credo che la squadra sia già competitiva per il campionato. Ma siccome Galliani dice che sarà rinforzata, credo che lo sarà di più, anche in Champions». Gira e rigira si torna sempre al Camp Nou.

«Sono ambizioso e c'è tempo per fare tutto».

Lei che cosa avrebbe fatto se non fosse diventato calciatore?

Però è capitato in una brutta annata...

«Non lo so. Ho il diploma da ragioniere, ma sinceramente ho

«Chi lo sa... Io sono fiducioso». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROSSONERI NEGLI STATI UNITI

Nella notte l’amichevole con il Chelsea Usa mercato chiave: crescono gli affari È cominciata ieri nella notte la tournée americana del Milan. La squadra tornerà in Italia il 10 agosto, dopo aver affrontato, oltre al Chelsea, gli honduregni dell’Olimpia e il Real Madrid. La seconda partita si giocherà a Boston il 4 agosto (ore 16 locali, le 22 in Italia), la terza a New York, l’8 agosto (ore 20 locali, le 4 italiane). Fino al 6 agosto, giorno del trasferimento a New York, la squadra di Allegri farà base a Philadelphia. Gli Stati Uniti rappresentano un mercato strategico: secondo alcune ricerche, gli interessati al calcio sono 45 milioni e i potenziali tifosi rossoneri 9 milioni. Italia a parte, gli americani sono la fetta maggiore di appassionati che seguono il Milan attraverso la versione mobile del sito acmilan.com. Cresce il

commercio via internet (+ 140%) e aumenta il volume degli affari di Adidas e Milan in Usa (+ 66% in 3 stagioni). La tournée rappresenta quindi anche un mezzo per consolidare la presenza su un mercato importante e una vetrina per gli sponsor (Emirates sta pensando di incrementare il numero dei voli diretti in America). Per queste ragioni, il Milan parteciperà anche ad alcune iniziative commerciali per entrare in contatto con i fan (su Facebook sono 300 mila gli iscritti ai fan club registrati dall’America). Il 7 agosto, alle 10, la squadra sarà all’Adidas Store di New York per una sessione di autografi e incontro con i tifosi. Su twitter, la trasferta sarà raccontata giornalmente (#acmilanUSA). © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA GAZZETTA SPORTIVA

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MERCATO LA TRATTATIVA

Adesso Kakà 18 non è più un lusso Allegri studia già nuove soluzioni

I NUMERI

il numero di maglia scelto da Montolivo per la stagione 2012-13 con il Milan e che già aveva indossato nella Fiorentina. Nello scorso campionato il 18 rossonero è appartenuto ad Alberto Aquilani

Nell’ambiente milanista si fa largo l’idea del ritorno del brasiliano. E si continua a cercare un sostituto di Van Bommel

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le stagioni giocate da Riccardo Montolivo con la maglia della Fiorentina: a Firenze è arrivato nell’agosto 2005 dall’Atalanta e ha totalizzato 258 presenze

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le reti realizzate da Montolivo nella scorsa stagione in 33 gare: è record personale, eguagliato solo nella stagione 2003-04 con l’Atalanta, in serie B, e nella stagione 2008-09 con la Fiorentina

Ricardo Kakà, 30 anni, 24 gol in 93 partite con il Real PHOTOVIEWS DAL NOSTRO INVIATO

MIAMI

Un sogno, un desiderio? Un’opportunità ormai, alla quale tutti si stanno abituando. E mentre Ernesto Bronzetti, uomo di fiducia di Florentino Perez ma anche di Galliani, porta avanti una trattativa delicata, la squadra e lo staff cominciano a pensare che Kakà possa tornare a casa. A casa sua, anche se non troverebbe quasi nessuno dei vecchi condomini. Con Kakà hanno giocato, dei milanisti attuali, Abbiati, Ambrosini, Bonera e Pato. Lo conoscono bene Tassotti e Fiori, nessun altro nello staff tecnico. Ma questo potrebbe essere anche un vantaggio per il reinserimento.

L’8 agosto la data cruciale: in campo c’è Milan-Real e Galliani può incontrare Perez

Suggestione Al Milan si lavora per rinforzare la difesa, eppure l’attenzione ruota inevitabilmente intorno a Kakà. Il brasiliano resta un giocatore del Real Madrid dopo che il club è stato costretto a congelare la trattativa per Modric (se ne riparla durante la tournée americana). Rivedere Kakà con la maglia del Milan contro il Real, a New York l’8 agosto, sembra improbabile, ma quella resta una data-chiave. Specialmente se, sia Galliani che Florentino Perez saranno presenti (il numero uno spagnolo ribadirà anche il fatto che non ha intenzione di partecipare al pagamento dello stipendio). Una cena a quattr’occhi a New York, dopo il lavoro di Bronzetti, potrebbe risolvere la questione. Soprattutto per Kakà, che non vede l'ora di riprendersi una carriera bloccata e una nazionale per ora sfuggita di mano e di piede. Intanto i rossoneri sfoltiscono a sinistra: Taiwo vicino alla Dinamo Kiev, per Didac Vila si parla con il Valencia. al.bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Progetti Allegri avrebbe varie opzioni per mettere in campo il brasiliano, anche se le scelte dipenderebbero dalla sua forma. Chi lo ha visto di recente giura che stia bene, senza i problemi di pubalgia che lo hanno torturato. Kakà può fare il trequartista e la seconda punta. Quando il Brasile gli assegnò il numero 10 precisò di esserne onorato, ma di sentirsi più un 8. Un centrocampo con Kakà, Montolivo e Nocerino, sarebbe una rivoluzione. Nessuno potrebbe più dire ad Allegri che ama i giocatori muscolari, e solo quelli fa giocare. Playmaker e difesa La priorità

per il Milan in questo momento è il ruolo lasciato libero da Van Bommel: in quella posizione il tecnico schiera adesso Ambrosini, può provare Montolivo, ma avere un'opportunità in più non guasterebbe. In difesa, c’è stata un'accelerazione per Astori, ma sta tornando di moda anche Balzaretti: se il giocatore rivede il suo desiderio di restare per motivi familiari a Palermo il Milan proverà a inserirsi nell’affare.

MAGIC+3

Il fantacalcio della Gazzetta al via martedì

La card per partecipare al gioco Meno tre: è iniziato il conto alla rovescia. Martedì 31 luglio avrà ufficialmente inizio Magic+3, il gioco della Gazzetta dedicato agli appassionati di fantacalcio. Sul giornale di martedì verranno pubblicate le liste dei ruoli con le quotazioni di tutti i giocatori della Serie A. Si può partecipare attraverso il telefono di casa, oppure via internet. Il 31 in edicola ci sarà anche la Magic+3 Card per gestire il proprio team durante la stagione.


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RITIRI E MERCATO ATALANTA UDINESE

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h Colantuono:

Un duello tra Armero e Moralez TERRUSO

I DUE TECNICI

IN FORMA

GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Tiribocchi (A) al 40’ s.t. ATALANTA (4-4-1-1) Consigli (dal 30’ s.t. Frezzolini); Bellini, Lucchini, Manfredini (dal 21’ s.t. Ferri), Brivio (dal 1’ s.t. Peluso); Schelotto (dal 17’ s.t. Raimondi), Kone (dal 26’ s.t. Scozzarella), Cazzola, Bonaventura (dal 6’ s.t. Parra); Moralez; Denis (dal 17’ s.t. Tiribocchi).

S Moralez Leggero com’è, riesce a scavalcare l’Udinese con il tocco o il lancio. Tira, ma lo ferma la traversa

PANCHINA Mologni, Tonon, Palma. ALLENATORE Colantuono UDINESE (3-5-1-1) Romo (dal 1’ s.t. Pawloski); Benatia (dal 35’ s.t. Coda), Danilo, Domizzi; Basta (dal 9’ s.t. Faraoni), Allan, Battocchio (dal 16’ s.t Pereyra), Badu, Armero; Maicosuel (dal 1’ s.t. Fabbrini); Muriel. PANCHINA Neuton, Pasquale, Gabriel Silva, Pape, Favaro. ALLENATORE Guidolin ARBITRO Irrati NOTE spettatori 4909. Ammoniti Cazzola (A), Schelotto (A), Basta (U). Tiri in porta 5 (una traversa)-2. Tiri fuori 3-2. Fuorigioco 0-2. Angoli 2-5. Recupero 0 nel p.t.; 2’ nel s.t.

S Danilo Solita opera di respingimento, più un salvataggio su Denis. Gol non gol? È estate, niente dubbi velenosi

Irrompe il Tir, l’Atalanta va Udinese, un passo indietro i Tiribocchi nel finale regala il «Bortolotti» ai nerazzurri. Brillano Kone IN RITARDO

e Moralez. Friulani in rodaggio, Muriel stavolta non riesce a sfondare DAL NOSTRO INVIATO

PIERFRANCESCO ARCHETTI BERGAMO

Natale, basta un nome) mitigano la parte difettosa dell’Udinese.

Luis Muriel, 21 anni IMAGE

Willians e Pinzi. Muriel prima punta, reduce da 10 gol nei test precedenti, ha una mezz’ora di spunti e numeri, quietati con i falli, poi si scioglie nella calura. Inizia bene Battocchio, con inviti verticali e di prima, ma sente pure lui la fatica, mentre cresce nella ripresa Allan anche se non può diventare subito Isla. Da registrare gli «anziani» di fascia, Armero e Basta. Dai loro settori fioriscono i rischi compresa la rete. Maicosuel trequartista dura un tempo, ma Fabbrini non è più tonico. Nonostante i tanti cambi, l’Udinese della seconda metà ha meno fiato. Il trofeo Bortolotti è anche occasione per far indossare magliette commemorative a tutti i giocatori all’entrata, per ricordare Piermario Morosini, bergamasco ma anche calciatore a Udine. Applausi e occhi lucidi.

S Parra Ha bisogno di tempo per un dialogo serio con i compagni. Un quasi rigore e un tiro, poco movimento

ste partite servono anche almeno a mostrare i frutti del mercato, per apprezzarli ci sarà tempo in campionato. L’Atalanta però all’inizio è quasi nella versione stagione scorsa (4-4-1-1) eccezione fatta per Kone e Brivio: il centrocampista ivoriano preso dal Pescara piglia applausi se non cerca di strafare. Non ha il piede di Cigarini o lo scatto di Schelotto, però è più di un ruba palloni. Il laterale sinistro arrivato dal Lecce corre, crossa e tira, sembra leggero nonostante le fatiche del ritiro, forse perché sa di giocare solo un tempo, poi torna Peluso. Parra e Scozzarella invece entrano nella ripresa: il primo è ancora grezzo, l’altro offre il cross per la zuccata letale del Tir. Il laterale de-

test in agenda

L’ALTRO ANTIPASTO DI CAMPIONATO I SICILIANI VINCONO, I GIALLOBLÙ MOSTRANO PROGRESSI NEL GIOCO

OGGI ore 17 triangolare PALERMO-Como-Aris Salonicco a Malles Venosta (BZ) ore 21 NAPOLI-Bayer Leverkusen a Napoli DOMANI ore 17 PESCARA-Rappr. locale a Rivisondoli (AQ) 1 AGOSTO ore 16 e ore 19.30 ATALANTA-Lumezzane e ATALANTA-Equipe Lombardia a Rovetta (BG) ore 18 UDINESE-Antalyaspor (Tur) ad Arta Terme (UD) ore 18 Bohemians (R.Cec)-PARMA a Praga (R. Cec) ore 18 JUVENTUS-Benfica a Ginevra (Svizzera) ore 18.30 Nuova Circe-LAZIO a San Felice Circeo (Lt) ore 21 NAPOLI-Bordeaux (Fra) a Napoli

Nuova Udinese Quando manca Di Natale, si parla di altra Udinese, ma a parte Totò non ci sono nemmeno Brkic, il portiere che sostituisce Handanovic,

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Lodi su rigore: il Catania c’è Ma sorride anche il Chievo DAL NOSTRO INVIATO

FRANCESCO CARUSO DESENZANO (Brescia)

Operazione riscatto. Il Catania si aggiudica con un rigore di Lodi l’anticipo di A con il Chievo, anzi, uno dei prossimi scontri diretti per la salvezza. E si prende una piccola rivincita: sconfitti mercoledì scorso in questo stadio dal Vicenza, i rossazzurri recuperano pure come tenuta e gioco. Anche se sconfitto, non si può certo dire che il Chievo abbia fatto un passo indietro rispetto all’ultima, vittoriosa, uscita contro la Cremonese. E di certo convince molto più di quanto avesse fatto con la Feralpi Salò domenica. La formazione allenata da Mimmo Di Carlo esce a testa alta, come testimoniano gli applausi dei suoi tifosi. Per altro meritati da Pellissier. L’attaccante aostano, so-

Formazioni Rispetto a mercoledì Maran cambia 3 pezzi: Bellusci (per Marchese), Biagianti (Izco) e Antenucci (Castro) mentre Di Carlo rivoluziona la formazione che aveva affrontato la Cremonese: oltre al solito Dramè, lamenta le assenze di Moscardelli e Thereau senza contare ovviamente il nuovo arrivato Marco Rigoni. Nella prima parte si mette più in evidenza il Chievo che riesce a farsi pericoloso in almeno quattro circostanze; sempre attento Andujar, ma anche fortunato sulla conclusione da distanza ravvicinata di Paloschi vicino alla mezzora. Il Catania po-

S Basta È questione di potenza (elevata) di motore: non ha ancora i tempi per le chiusure nel suo angolo, dove chiunque passa

trebbe passare pochi minuti dopo in una delle rare azioni offensive del primo tempo con Biagianti (lanciato in area da Bergessio) che spedisce a lato da pochi passi. Gol Nella ripresa sia Catania che Chievo scendono in campo con 5 cambi ciascuno e dopo appena 7 minuti i siciliani trovano il gol su rigore con Lodi per un fallo di Hetemaj su Morimoto che difende bene una palla in area. Anche la trasformazione dal dischetto è una rivincita di Lodi che nello scorso campionato sbagliò l’unico tiro dai 16 metri proprio contro Sorrentino, al Cibali e il Catania in quell’occasione fu sconfitto 2-1. Potrebbe arrotondare la squadra isolana con Morimoto, il giapponese è anche sfortunato: una sua conclusione si stampa contro il palo. Clamorosa pure l’opportunità fallita poco prima da Di Michele per il pareggio, a tu per tu con Andujar che respinge. E così il Catania lascia Desenzano con un bilancio in pari: una sconfitta e una vittoria.

prattutto nella prima frazione, impegna in un paio di occasioni il portiere siciliano Andujar. Che è bravo anche a respingere una conclusione avvelenata di Di Michele, attivissimo soprattutto nella ripresa.

Alejandro Gomez, 24 anni IMAGE

GUIDO MACONI BERGAMO

Colantuono sorride, Guidolin riflette. I due volti del Bortolotti rispecchiano il risultato. L’Atalanta ha giocato meglio e si prende i complimenti anche del suo allenatore: «Sono contento, al di là del risultato — ha detto Colantuono — perché siamo stati corti, combattivi e abbiamo anche giocato bene. La squadra mi piace quando fa così». Segnali positivi sono arrivati anche dalle seconde linee: «Kone è stato autoritario per 70’, Scozzarella quando è entrato ha fatto bene e ha fatto l’assist a Tiribocchi, Parra cresce e sul gol è stato importante anche il suo movimento». Altra nota positiva: la squadra non ha ancora preso gol e stavolta l’avversario era di livello. «È un altro aspetto che mi fa piacere. Durante il ritiro lavoriamo molto sulla fase difensiva e anche stavolta abbiamo fatto abbastanza bene. Qualche occasione l’abbiamo concessa, ma Muriel è imprendibile». Primo stop Per l’Udinese invece

L’estate di lavoro per Atalanta e Udinese non è diversa da quella di un anno fa: va costruita una partenza lanciata per annullare la penalizzazione o scavalcare il preliminare di Champions. I bergamaschi inizieranno da un meno 2 fastidioso anche se meno pesante del meno 6 del 2011; i friulani riprovano l’iscrizione all’euro coppa più prestigiosa e la seconda quindicina di agosto sarà decisiva. Scontrarsi nel 18˚ trofeo Bortolotti è un’idea utile, che va al di là del risultato, favorevole all’Atalanta (decide nel finale Tiribocchi): perché il primo test fra pari categoria è anche il primo fra programmi di preparazione simili. Pesate occasioni e sbagli, i nerazzurri sembrano più avanti anche se le assenze nobili (Di

Domani il Pescara E martedì in campo sette squadre di A

Solita Atalanta, solito Tir Que-

stro Matheu è a riposo insieme a Cigarini e Carmona. Funzionano alcuni meccanismi soltanto ripassati perché già mandati a memoria nell’era di Colantuono: le sovrapposizioni a sinistra, l’idea verticale sull’asse Moralez-Denis. Va migliorata la precisione sotto porta, soprattutto con Schelotto (due errori di testa) e il coordinamento dietro con alcuni fuorigioco fasulli e gli sbandamenti sulle incursioni di Muriel. Dopo lo 0-0 con il Renate, anche qui il gol sembra non arrivare mai: traversa di Moralez, respinta davanti alla porta di Danilo. Invece nel finale Tiribocchi lega ancor più al passato i suoi ed evita i rigori.

«Cresciamo» Guidolin: «Noi disuniti»

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è stata la prima sconfitta di questo precampionato ed è arrivato anche il primo gol subito. Guidolin guarda avanti: «Era un test importante, avrei voluto giocarmi il trofeo ai rigori. Ma dobbiamo ancora lavorare molto, sia sul piano della condizione atletica che della coesione considerando i nuovi arrivati. Ci vuole tempo». Muriel ha impressionato, ma ancora deve smaltire un paio di chili. «Deve lavorare. Nel primo tempo ha fatto vedere le cose che sappiamo che lui è in grado di fare, ma deve farle con più continuità». Intanto ritrova Di Natale. In vista dei preliminari di Champions è una notizia importante. «Da domani (oggi per chi legge, ndr) ritroviamo Totò in gruppo. Ma pur essendo ancora in vacanza, nell’ultima settimana ha lavorato sodo e ora riavremo anche lui». © RIPRODUZIONE RISERVATA

CHIEVO CATANIA

0 1

MARCATORI Lodi su rigore al 7’ s.t. CHIEVO (4-3-1-2) Sorrentino; Sardo (dal 1’ s.t. Frey), Dainelli (dal 1’ s.t Papp), Cesar (dal 1’ s.t. Morero), Jokic (dal 18’ s.t. Andreolli); Vacek (dal 1’ s.t. Luciano), Guana (dal 1’ s.t. L. Rigoni), Cofie (dal 1’ s.t. Hetemaj); Cruzado (dal 16’ s.t. Bentivoglio dal 39’ Ekubay); Paloschi (dal 16’ s.t. Stoian), Pellissier (dal 1’ s.t. Di Michele). ALLENATORE Di Carlo. CATANIA (4-3-3) Andujar; Alvarez, Legrottaglie (dal 25’ s.t. Augustyn), Marchese, Capuano; Biagianti (dal 1’ s.t. Izco), Lodi (dal 21’ s.t. Ricchiuti), Almiron (dal 1’ s.t. Salifu); Antenucci (dal 1’ s.t. Llama), Bergessio (dal 1’ s.t. Morimoto), Gomez (dal 1’ s.t. Castro). ALLENATORE Maran. ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa. MOMENTI CHIAVE Primo tempo 29’ Angolo di Cruzado, deviazione di Sardo di testa, Paloschi da due passi manda a lato 35’ Bergessio lancia Biagianti in area, che spedisce alto da comoda posizione Secondo tempo c GOL! 7’ s.t. Lodi trasforma il rigore per fallo di Hetemaj su Morimoto 32’ Augustyn incespica sul pallone ma di Michele tutto solo in area si fa ipnotizzare da Andujar 34’ Morimoto servito da Llama colpisce il palo


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RITIRI E MERCATO

Alt di Lega e Juve: Supercoppa in Cina De Laurentiis aveva cercato in extremis di portarla in Italia, ma i danni sarebbero stati enormi. Per tutti

Conseguenze Annullare ora l’evento — che oltre alla finale prevede tutta una serie di appuntamenti promozionali e istituzionali nei cinque giorni precedenti — esporrebbe il calcio italiano a una figuraccia internazionale. E di sicuro schiuderebbe le porte di un mercato allettante come quello cinese alle altre società. Per volume d’affari la Serie A è il novantesimo gruppo industriale del Paese, ma quando capitano incidenti del genere finisce per assomigliare a una compagnia di giro. Ci si lamenta della crisi di competitività del movimento, della fuga delle stelle e dei rubinetti chiusi dei mecenati, salvo poi mettere a repentaglio una simile opportunità che consentirebbe all’Italia del pallone di crescere nel comparto dove è più indietro, i diritti internazionali e l’appeal commerciale oltreconfine. D’altronde, era stato lo stesso De Laurentiis a sostenerlo fino a un mese fa: «Dobbiamo seminare l’italianità ed

LE SUE FRASI

S 23 MARZO «Mi piacerebbe da morire andare a giocare la Supercoppa a Pechino»

S 29 MAGGIO «La Supercoppa? Se si va in Cina la gioco, altrimenti no. Abbiamo già giocato con la Juve, piuttosto faccio un’amichevole»

S

Aurelio De Laurentiis, 63 anni, è presidente del Napoli dall’estate del 2004, quando il produttore rilevò il club azzurro dal fallimento. Una cavalcata dalla C1 fino alla Champions League IMAGESPORT

evitare che Spagna e Germania vadano in Cina. Abbiamo bisogno di una grande visibilità». L’altro ieri l’inversione a U: trasferta off-limits per i tifosi azzurri, stress pazzesco per i giocatori. E la controproposta di far disputare la Supercoppa in due partite, una a Torino l’altra a Napoli. Ipotesi, questa, irrealizzabile perché il regolamento, approvato dall’assemblea di Lega, parla di finale unica e su questo presupposto sono stati venduti alla Rai i diritti tv, in abbinata con la Coppa Italia, per un valore di 750 mila euro. Motivi Ma perché il produttore

ha cambiato idea? Le proteste della piazza, certo, ma soprattutto la Dragon Cup (triangolare con due squadre cinesi) saltata per la mancanza di autorizzazioni. De Laurentiis si aspettava di sfruttare la Supercoppa per fare affari: evidentemente è rimasto deluso. Ieri sera l’ufficio stampa del Napoli ha fatto sapere che il presidente continuerà nelle prossime ore a cercare di riportare l’evento in Italia, «ma se non fosse possibile rinunciare alla trasferta andremo in Cina». Sarà così.

VALE 18MILA EURO

Recuperato l’orologio della signora Cavani NAPOLI (g.m.) Al suo ritorno da Londra, dove sta seguendo il marito all’Olimpiade, la signora Maria Soledad Cavani troverà l’orologio Piaget del valore di circa 18.000 euro che le era stato rubato martedì non lontano dal San Paolo. Sempre in zona, nel corso di una perquisizione, i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli hanno ritrovato lo stesso modello di orologio, di probabile provenienza illecita. L’uomo in possesso dell’oggetto è stato denunciato per ricettazione. Maria Soledad dovrà ora riconoscere l’orologio in questione per poi rientrarne in possesso. Intanto, continua la caccia ai due rapinatori. Al momento è stata accantonata l’ipotesi che i banditi abbiano mirato alla donna avendo riconosciuto la moglie di Cavani.

6 GIUGNO «Mi sono sentito con Agnelli e gli ho spiegato che andare in Cina è importante. Dobbiamo seminare l’italianità ed evitare che Spagna e Germania vadano in Cina. Rischiamo di perdere l’affermazione del calcio italiano, abbiamo bisogno di una grande visibilità»

S 10 LUGLIO «In Cina ho diverse persone che lavorano per me già da un anno. La Cina sarà il centro delle attività di Aurelio De Laurentiis per i prossimi 25 anni»

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Doppio test per il Palermo Sannino: «Voglio progressi»

FABRIZIO VITALE MALLES (Bolzano)

Il quarto test stagionale prevede un livello di difficoltà superiore. Nel triangolare di questo pomeriggio con Como e Aris Salonicco, il Palermo saggerà i propri progressi con av-

Cannavaro carica: «Il risultato conta, l’Europa ci guarda»

26 APRILE «Porterò la squadra in Cina per farle svolgere una parte della preparazione precampionato»

TRIANGOLARE OGGI IN CAMPO CON ARIS SALONICCO E COMO

L’allenatore: «Mi aspetto che i giocatori abbiano recepito le mie indicazioni»

TEST DI LUSSO ALLE 21 NAPOLI-BAYER LEVERKUSEN

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MARCO IARIA twitter@marcoiaria1

La Lega e la Juventus hanno respinto al mittente l’idea-provocazione, l’ultima della serie, di Aurelio De Laurentiis. La Supercoppa italiana si giocherà l’11 agosto a Pechino, come da programma. Altro che valzer dell’ultim’ora. Una decisione presa anzitempo, la macchina organizzativa avviata e a pieni giri, già tre sopralluoghi in Cina tra Lega, club e agronomo, voli aerei e alberghi bloccati, nessuna ragione valida per uscire dal contratto con la United Vansen International da 3,3 milioni (prima tranche già versata) che le finaliste si spartiranno a metà, anzi il rischio di pagare penali e danni per impegni che gli organizzatori, a sole due settimane dalla partita, hanno già assunto. La Juventus, poi, non accetta affatto il balletto del patron del Napoli, che inizialmente aveva cercato di convincere in tutti i modi Andrea Agnelli a digerire la trasferta cinese. Impresa riuscita, tanto da far cancellare alla Vecchia Signora la tournée in Nordamerica e i big match con Psg e Real Madrid.

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versari di caratura più elevata soprattutto per quanto concerne l’Aris, formazione della serie A greca e primo avversario di pari livello di questo pre-campionato. Progressi Per Sannino due test importanti anche se gli occhi saranno puntati principalmente sui movimenti in campo più che sul risultato. «Aris e Como sono squadre che hanno certamente più qualità di quelle che abbiamo affrontato — spiega il tecnico rosanero — Io non credo molto alle amichevoli giocate in estate, ma al lavoro che si svolge durante il ritiro precam-

GIANLUCA MONTI NAPOLI

La prima stagionale del Napoli al San Paolo richiamerà stasera a Fuorigrotta poco più di 15.000 spettatori. Il Bayer Leverkusen è avversario di spessore, ma il clima in città, nonostante le temperature stagionali, è piuttosto freddino. Ne è passata di acqua sotto i ponti dall’ultima di campionato dello scorso anno quando Lavezzi venne ingenerosamente fischiato dai tifosi azzurri. Adesso che il Pocho è a Parigi, il Napoli si affida al talento di Pandev e all’inventiva di Insigne, il più atteso questa sera (per lui, sino a oggi, appena 10’ al San Paolo due anni fa, sempre in amichevole, con il Wolsfburg). Scaramanzia Sarà la prima volta, invece, a Fuorigrotta, per Behrami e Gamberini mentre Cannavaro è pronto per la sua settima stagione da capitano e non intende fare sconti, neanche in amichevole: «Queste a Napoli sono partite da vincere perché bisogna trasmettere fiducia all’ambiente e far capire da subito agli avversari che aria tira al San Paolo». Ha il sorriso guascone, ma la determinazione che tanto piace a Mazzarri. Non a caso, evita di parlare di obiettivi a lunga scadenza: «Siamo già concentrati sulla Juventus, poi penseremo al campionato e dunque al Palermo che sarà la nostra prima avversaria. Siamo da primissimi posti, proprio come dice il presidente. Però, lo scorso anno ho apprezzato molto i giocatori della Juve che la parola scudetto non l’hanno mai pronunciata fino alla fine». Scaramantico come

ogni buon napoletano, Cannavaro è pronto a imitare i suoi colleghi bianconeri. Vecchie abitudini A proposito, al-

la Juve ha segnato il suo primo gol con il Napoli e contro la Juve ha appena vinto la Coppa Italia. Vecchie abitudini da rinverdire anche l’11 agosto, quando si giocherà la Supercoppa: «Stiamo lavorando sodo per arrivare al meglio a quell’appuntamento. Poco cambia per noi dove si disputerà questa partita. Se non si dovesse giocare in Cina, sarebbero contenti soprattutto i nostri tifosi che per il Napoli rappresentano comunque un’arma in più». Proprio come Lorenzo Insigne, che Cannavaro ha già preso sotto la sua ala protettiva. «Può diventare un top player, dipende soltanto da lui». Stasera partirà titolare al fianco di Pandev. In mediana il regista sarà Gargano. Inler e Donadel rimarranno a riposo precauzionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COSÌ AL SAN PAOLO

Insigne e Pandev dal primo minuto C’è anche Britos NAPOLI (3 5 1 1) Rosati; Campagnaro, Cannavaro, Britos; Zuniga, Dzemaili, Gargano, Hamsik, Dossena; Pandev; Insigne. All. Mazzarri LEVERKUSEN (4 3 3) Yelldell; Carvajal, Friedrich, Toprak, Kadlec; Castro, Rolfes, Hegeler; Renato, Kiessling, Bellarabi. All. Lewandowski Hyypia ARBITRO Di Bello di Brindisi IN TV Sky Calcio 1, Mediaset Premium 3

IL FUTURO DELL’ATTACCANTE pionato. Mi interessa vedere se i miei giocatori sanno stare in campo, se hanno recepito le indicazioni di questi giorni. È chiaro che le gambe saranno pesanti, ma voglio vedere progressi. Potrei cambiare qualche interprete per dare a tutti la stessa possibilità di mettersi in mostra, ma poi è normale che più avanti mi affiderò ad una squadra tipo». COSI’ IN CAMPO A MALLES (ORE 17) PALERMO (4-4-2) Ujkani; Pisano, Cetto, Mantovani, Garcia; Betolo, Barreto, Donati, Brienza; Dybala, Miccoli. All. Sannino. ARIS SALONICCO (3-4-1-2) Dioudis; Iraklis, Pantidos, Papazacharias, Oikonopoulos Papasterianos, Triantafyllacos, Aslanidis; Kapetanos; Gkesios, Kaznaferis. All. Katsavakis. COMO (4-3-3) Micai, Benvenga, Schiavino, Del Pivo, Marchi; Velardi, Ardito, Tremolada; Gammone, Montalto, A. Donnarumma. All. Paolucci.

Giuseppe Sannino, 55 anni PIERANUNZI

Paolo Cannavaro, 31 anni, solleva la Coppa Italia 2012 all’Olimpico PEGASO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Montella si tiene Jovetic «Trasforma la Fiorentina» FIRENZE Questione di auguri. Nessun compleanno, stavolta, in casa viola. Piuttosto si parla della forza con la quale Andrea Della Valle ha ribadito l’incedibilità di Jovetic. Del fatto parla Montella: «Mi auguravo e mi auguro che il giocatore rimanga a Firenze. Stevan è un calciatore che alza notevolmente il tasso tecnico della squadra. Il presidente in merito al suo futuro è stato chiarissimo, così avrete meno lavoro (scherza riferendosi ai giornalisti, n.d.r.). E potremo tutti concentrarci su altre cose». Terminata la prima fase del ritiro di Moena (i viola torneranno in Val di Fassa il 31 luglio) è tempo di bilanci. Ancora il tecnico: «Mi è

piaciuta la voglia e l’applicazione mostrate negli allenamenti: certo, abbiamo lavorato in maniera incompleta come era preventivabile. Però ho potuto farmi un’idea delle caratteristiche non prettamente tecniche e tattiche dei calciatori. Tutto utile per fare delle scelte». Poi sul nuovo arrivato Mati Fernandez, che nella notte fra venerdì e sabato scorso ha firmato un contratto quadriennale con la Fiorentina. «Ha talento. Devo capire dove inserirlo nel nostro sistema di gioco perché può darci più soluzioni». g.sard. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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RITIRI E MERCATO

v identiKit & CARRIERA

il Film Il gruppo saluta gli Usa: momenti di relax prima del ritorno in Italia I giocatori nella metropolitana di Manhattan Un giro turistico fra sorrisi e divertimento Da destra: Pjanic, Lamela, Josè Angel, Burdisso e Bojan escono dalla stazione della metro di Penn Station ANSA

Una foto ricordo per le strade di New York In posa fra i grattacieli della Grande Mela Da sinistra: Bisceglia (l’interprete che aiuta gli stranieri a imparare l’italiano), Totti, Scala (preparatore del capitano ) e Rosi ANSA

Ancora nella «underground» statunitense Come veri newyorchesi Da sinistra: Bradley (acquistato dal Chievo), Tachtsidis (lo scorso anno a Verona) e il portiere Stekelenburg ANSA

Grazie a Zeman ecco il vero Bojan Segna e convince: «Il Barça? Sono felice alla Roma». Il tecnico: «La squadra cresce» convinto che in questa stagione ci potremo togliere tante soddisfazioni. E personalmente spero di segnare tanto». Lo spera anche Zeman, che contro El Salvador ha affrontato il primo match — fra invasione di campo e lanci di bottigliette dagli spalti — con scarse connotazioni «amichevoli». Non a caso l’espulsione di Tachtsidis, causata da una reazione isterica a un testata (non vista) di Figueroa, è stata al centro della discussione del post-partita. «Il ragazzo ha chiesto scusa — spiega il boemo — L’arbitro comunque ha preso una brutta decisione. Quando uno prende una testata capita che reagisca male. Io al posto suo mi coricavo per terra e piangevo...».

DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI NEW YORK (Usa)

Un centimetro d’altezza li separa, un bagaglio di sogni li avvicina. In questo precampionato vissuto soltanto nel segno della vittoria (6 su 6 match), il Bojan ritrovato — andato a segno anche venerdì contro El Salvador — nell’immaginario dell’universo zemaniano si avvicina a un campione che proprio col boemo ha costruito le sue fortune: Beppe Signori. Certo, l’ex azzurro era mancino e aveva più tiro, mentre lo spagnolo è destro e ha più dribbling, però fisico e duttilità tattica li avvicinano, oltre alla vocazione del gol che l’ex del Barcellona con l’allenatore boemo conta di riscoprire in attesa di decidere il suo futuro a fine stagione: ritorno al Barcellona (probabile) o permanenza in giallorosso al prezzo di 40 milioni (salvo sconti).

Si fa sul serio Comunque il test

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Bojan & Tachtsidis «Sto bene e

sono sempre più felice di essere alla Roma — dice Bojan ai microfoni di Espn — Stiamo lavorando duramente, ma sono

i gol della Roma nelle partite di precampionato. Al comando Pjanic, Osvaldo e Bojan con 3 reti, poi Florenzi con 2

a Zeman non è dispiaciuto. «È stata una partita vera, e siamo pronti ad affrontare anche squadre che giocano duro. Il bilancio finora è buono, ma visto che siamo in preparazione non potevamo fare di meglio. Comunque i risultati sono positivi, spero servano alla squadra per acquistare consapevolezza e carattere. Le vittorie aiutano, confido di andare avanti senza montarci la testa. D’altronde non stiamo ancora bene, ma il mio lavoro è fare in modo che tutti arrivino in condizione tecnica e fisica al momento giusto». E poi conclude sorridendo: «Qui in America ci siamo divertiti, da ora in poi ricominceremo a fare sul serio». Ecco Destro Proprio vero. Fini-

to lo shopping nelle vie alla moda di Manhattan o le visite alla Statua della Libertà che hanno contrassegnato la giornata di ieri prima dell’imbarco per il volo di ritorno. La Roma è ancora un cantiere aperto, a cui dal primo agosto, alla ripresa della preparazione, si aggiungerà anche Mattia Destro. Impressioni? La sfida per i posti d’attacco è apertissima.

Bojan, 21 anni, spagnolo, ha segnato il gol decisivo ANSA

2-1 A EL SALVADOR

Osvaldo leader nella vittoria giallorossa ROMA-EL SALVADOR 2-1 (1-0) MARCATORI Osvaldo (R) al 2’ p.t., Gutierrez (ES) al 4’, Bojan (R) al 17’ s.t. ROMA (4-3-3) Lobont; Taddei (dal 1’ s.t. Rosi), Burdisso (dal 1’ s.t. Castan), Romagnoli, Heinze (dal 33’ s.t. Josè Angel); Florenzi, Bradley (dal 1’ s.t. Tachtsidis), Pjanic (dal 18’ s.t. Lucca); Lamela (dal 1’ s.t. Marquinho), Osvaldo (dal 39’ s.t. Verre), Totti (dal 1’ s.t. Bojan). PANCHINA: Svedkauskas. ALLENATORE Zeman. EL SALVADOR (4-4-2) Portillo; Gutierrez, Henriquez, Figueroa, Monteagudo; Castillo, Alas, R. Sanchez, Larin; Quintanilla (dal 25’ s.t. Sosa), Ulloa (dal 24’ s.t. Bonilla). PANCHINA: Villalobos, Molina, Mendoza, E. Sanchez. ALLENATORE J. Castillo. ARBITRO: Vaughn di New York. NOTE: Espulso Tachtidis (R) per fallo di reazione (36’ s.t.: 2-1). Ammoniti: Lamela per gioco scorretto, Taddei e Castan per proteste.

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MEMORIAL MOROSINI BJARNASON IN GOL. PRESENTATE LE MAGLIE

EMILIANI BLOCCATI

BATTUTO DAL GROSSETO

Il Pescara scappa Ma ai rigori è Livorno

Pabòn, doppio assist Il Parma non va oltre il 2-2 col Varese In rete Biabiany

Senza Diamanti il Bologna è al buio

Il Parma dei «titolari» chiude il ritiro di Levico Terme pareggiando 2 2 contro un organizzato Varese. Donadoni ha schierato i migliori contro i lombardi che per due volte sono passati in vantaggio. E che nel finale si sono divorati, per due volte, il gol vittoria con Momentè. Il Parma ha sviluppato un buon volume di gioco senza però riuscire a concludere pericolosamente. Il Varese va in vantaggio alla prima azione: De Luca infila Mirante con un diagonale preciso. Pari del Parma poco prima della mezzora: corner di Pabòn e testa di Biabiany all’incrocio. Varese ancora in vantaggio a inizio ripresa. È l’azione più bella della gara: tacco di Eusepi che smarca Tripoli. L’attaccante infila Mirante in uscita. Il 2 2 del Parma è ancora da calcio d’angolo. Sempre Pabòn dalla bandierina, stavolta è Maceachen che infila sotto la traversa.

ORLANDO D’ANGELO CASTEL DI SANGRO

Il Memorial Piermario Morosini lo vince ai rigori il Livorno, che riacciuffa il Pescara scappato via dopo poco più di venti minuti. La serata del Patini, dopo la commozione, regala sprazzi di bel calcio. La partita La squadra di Strop-

pa è padrona del campo nella prima fase, sospinta da un ottimo Bjarnason nel ruolo di rifinitore. L’islandese ha tempi perfetti per gli inserimenti e lo dimostra facendosi trovare pronto nell’azione del gol: al 23’ Zanon crossa sul primo palo, lo svedese Celik è un rapace e di testa impegna Mazzoni, ma sulla ribattuta c’è Bjarnason per il tap in vincente. Con il passare dei minuti la squadra di Nicola cresce. Dionisi realizza il rigore del pari al 39’ per un tocco di mano di Balzano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LIVORNO–PESCARA 5-4 d.c.r. (1-1) PESCARA (4-2-3-1): Anania (1’st Savelloni); Zanon (1’st Bocchetti), Romagnoli, Capuano (11’st Cosic), Balzano (25’st Brosco); Cascione (16’st Togni), Colucci (11’st Nielsen), Bjarnason

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Franco Marchegiani, 47 anni, indossa la nuova prima maglia del Pescara, presentata ieri. Accanto all’ex centrocampista, una modella con la divisa da portiere

(36’st Berardocco); Celik (1’st Soddimo), Abbruscato (16’st Maniero), Caprari (16’st Brugman). A disp. Perrotta, Mbodj, Lulli. All. Stroppa. LIVORNO (4-3-3): Mazzoni (25’st Trini); Salviato (25’ Meola), Ceccherini, Lambrughi, Gemiti (25’st Di Bella); Luci (25’st Schiattarella), Prutsh (16’st Molinelli), Belingheri (16’st Remedi); Piccolo (25’st Lignani), Dionisi (25’st Bigazzi), Paulinho (25’st Dell’Agnello). All. Nicola. ARBITRO: Gavillucci di Latina MARCATORI: 23’pt Bjarnason (P), 39’pt Dionisi (L) su rigore. NOTE rigori: Maniero parato; Bigazzi gol; Nielsen gol; Molinelli gol; Togni gol; Remedi gol; Soddimo gol; Lignani gol; Berardocco fuori.

PARMA-VARESE 2-2 PARMA (3-5-2) Mirante; Zaccardo (dal 16'st Maceachen), Paletta, Lucarelli; Biabiany (dal 37'st Modesto), Galloppa (dal 16'st st Ninis), Valdes, Parolo (dal 37'st Morrone), Gobbi (dal 5'st Acquah); Pabon (dal 37' st Palladino), Amauri (dal 16'st Belfodil). A disposizione: Bajza, Musacci, Chibsah, Pellè, Fideleff, Tedeschi. All. Donadoni. VARESE (4-4-2) Bastianoni (dal 12'st Milan); Pucino (dal 16'st Fiamozzi), Troest, Carrieri, Lazaar (dal 1'st Tripoli); Zecchin (dal 16'st Pompilio), Damonte (dal 1'st Wagner), Corti (cap (dal 1'st Gomes Filipe), Nadarevic (dal 27'st Rossi); Tarmo (dal 1'st Eusepi), De Luca (dal 1'st Momentè) (dal 41'st Miracoli). A disposizione: La Gorga.

All. Castori. ARBITRO: Bellotti di Verona MARCATORI: 4’ p.t. De Luca (V), 29’ p.t. Biabiany (P); 3’ s.t. Tripoli (V), 26’ s.t. Maceachen (P)

Portanova domani dirà la sua verità sul deferimento: «Sono pulito, non devo avere paura» DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA TOSI ANDALO (Tn)

Il Bologna chiude il ritiro di Andalo con un k.o. nell’amichevole col Grosseto, il primo test probante della preparazione in quota dopo le poco significative uscite coi dilettanti e la sfida in famiglia molto all’acqua di rose di mercoledì. Senza Diamanti, i rossoblù non si accendono mai mentre la squadra toscana, bene in palla, colpisce con un destro dal limite di Obodo e una percussione di Curiale che in due tempi trova il raddoppio. L’offensiva del Bologna si esaurisce nel palo colpito da Garics. «Alcuni dei miei giocatori devono lavorare ancora tanto, perdere non fa piacere ma è meglio trovare difficoltà adesso perchè c’è il tempo per superarle» analizza Pioli che concede due giorni di riposo ai suoi giocatori prima

di salire a Sestola martedì per la seconda fase del ritiro. Portanova Intanto Daniele Por-

tanova, schierato capitano nonostante la scomunica del presidente Guaraldi, ha deciso di uscire allo scoperto dopo il deferimento per illecito sportivo preannunciando una conferenza per domani nella quale il difensore intende vuotare il sacco come fa capire la frase lanciata ieri ai cronisti: «Adesso parlo io, chi è pulito non deve avere paura di niente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

BOLOGNA-GROSSETO 0-2 BOLOGNA (3-4-2-1) Agliardi (dal 1’ s.t. Curci); Antonsson, Portanova (dal 15’ s.t. Natali), Cherubin (dal 1’ s.t. Carvalho); Garics (dal 1’ s.t. Motta), Perez (dal 1’ s.t. Pulzetti), Taider (dal 25’ s.t. Guarente), Abero (dal 25’ s.t. Casarini); Riverola (dal 15’ s.t. Paponi), Pasquato (dal 25’ s.t. Coda); Acquafresca (dal 38’ s.t. Pisanu). All: Pioli. GROSSETO (3-4-2-1) Bremec (dal 18’ s.t. Lammi); Padella (dal 40’ s.t. Turay), Olivi (dal 43’ s.t. Cipriani), Barba (dal 1’ s.t. Celjak); Antonazzo (dal 35’ s.t. Formiconi), Crimi (dal 10’ s.t. Ronaldo; dal 40’ s.t. Mancini), Obodo (dal 1’ s.t. Asanti), Som (dal 22’ s.t. Calderoni); Quadrini (dal 15’ s.t. Esposito), Giovio (dal 5’ s.t. Mancino; dal 33’ s.t. Uliano); Sforzini (dal 27’ s.t. Curiale; dal 43’ s.t. Guidone). All: Moriero. MARCATORI: Obodo al 36’ p.t., Curiale al 37 s.t.


DOMENICA 29 LUGLIO 2012

LA GAZZETTA SPORTIVA

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RITIRI E MERCATO

Genoa nel caos Preziosi divorzia da Lo Monaco Divergenze insanabili su alcuni collaboratori Mercato: Velazquez resta, niente Barrientos DAL NOSTRO INVIATO

ALESSIO DA RONCH ALESSANDRIA

Lo Monaco addio. L’avventura genovese del dirigente è durata pochissimo e si è conclusa formalmente davanti ad una pizza. Lui e il presidente Preziosi venerdì hanno cercato di ricostruire un’intesa ormai sfaldata fino a tardi, ma non hanno trovato un punto d’intesa. Cancellato ancor prima di iniziare ufficialmente. Il consiglio di amministrazione del Genoa fissato in seconda convocazione il 31 luglio, in occasione dell’assemblea dei soci, doveva ratificare la nomina ad a.d., invece servirà per formalizzare il divorzio. Martedì con ogni probabilità arriverà il comunicato ufficiale, ma il contratto di tre anni, firmato una decina di giorni fa, verrà stracciato con un accordo consensuale. Due i motivi in particolare: il trattamento a cui sono stati sottoposti alcuni storici collaboratori del Grifone e pure l’obiettivo da raggiungere. Colonne da salvare Non c’entra

il mercato, anzi in quel campo Preziosi ha apprezzato l’operato del suo nuovo dirigente. Il primo punto della discordia è nato da decisioni societarie, da una strategia con la quale Lo Monaco segnava in maniera inequivocabile il territorio: uomini fidati in posti magari non proprio visibilissimi ma fondamentali. L’accantonamento del preparatore dei portieri Gianluca Spinelli, per esempio, uno che soltanto un anno fa aveva rifiutato l’opportunità di accompagnare Gasperini all’Inter per fedeltà al Genoa, e che in questa torrida estate si era ritrovato «promosso» a supervisore. Fatto fuori elegantemente, insomma, per far posto a Marco Onorati. Sorte simile era toccata ad Alessandro Pilati, preparatore atletico storico del club, che si era visto affiancare da Giacono Tafuro. Poi qualche atteggiamento non

Enrico Preziosi, 64 anni LAPRESSE

Il triennale sarà risolto. Il rapporto si è chiuso dopo una discussione in pizzeria proprio sereno nei confronti di altri dirigenti. Insomma, proprio il clima che Lo Monaco stava cercando di costruire all’interno del Genoa ha finito per tradirlo. Quel che l’ex dirigente del Catania, poi, non condivideva era il progetto di Preziosi, deciso a fare un passo indietro dopo il famoso Genoa-Siena della vergogna, pronto solo a gestire la situazione in attesa di qualcuno disponibile a investire sul Genoa. Lo Monaco voleva di più, aveva già parlato dell’inseguimento alla stella, a quel decimo sospiratissimo scudetto che, a dire il vero, oggi appare lontanissimo. Addio Barrientos Il divorzio, immediato e irrevocabile, non do-

Pietro Lo Monaco, 57 anni CANONIERO

vrebbe comunque comportare stravolgimenti. Ieri mattina a Milano è già stata effettuata una nuova riunione tecnica per disegnare le nuove strategie: non arriverà immediatamente un altro dirigente. Ad Alessandria, per l’amichevole di ieri sera, è riapparso Capozucca, il d.s. prima nascosto dietro l’ingombrante sagoma di Lo Monaco. Presto Spinelli tornerà al suo posto. Del nuovo staff potrebbe «salvarsi» Tafuro, che ha comunque trovato un’intesa proficua con Pilati. Sul mercato non ci saranno ripensamenti: Velazquez è già tesserato e si allena da alcuni giorni. L’altro argentino Matias Martinez, resta, come prima, legato al destino di Granqvist: se partirà lo svedese partirà per Genova, altrimenti no. Cambierà la strategia per l’attacco: Lo Monaco puntava su due rinforzi, due esterni da porre in competizione con Jankovic e Ze Eduardo. Uno era senz’altro Barrientos.

TEST AD ALESSANDRIA

Come è bravo l’ungherese Tozser Doppietta Ze ALESSANDRIA (a.d.r.) Il Genoa sembra aver trovato il suo nuovo regista. Daniel Tozser, ventisettenne centrocampista ungherese, contro l’Alessandria ha avuto novanta minuti a disposizione per convincere Gigi De Canio e se l’è cavata benissimo. Il test non era particolarmente probante, ma precisione e visione di gioco di sicuro non mancano al nazionale magiaro, che sa posizionarsi anche benissimo in campo. Ieri sera, perdipiù, De Canio disponeva pure di Jorquera e Seymour, gli altri candidati a ricoprire il ruolo, ma li ha utilizzati in posizioni diverse. Tozser, la cui somiglianza, soprattutto a livello fisico, con Thiago Motta regala ai tifosi rossoblù un’emozione particolare, non è rapidissimo, ma ha un sinistro speciale, non parla italiano ma in campo sembra riuscire a farsi capire benissimo. Il resto dell’amichevole con l’Alessandria, che ha chiuso la prima parte del ritiro del Genoa, ha proposto importanti conferme: la vena di Ze Eduardo, schierato centravanti e autore di una doppietta, l’ispirazione di Jorquera, splendido il colpo di tacco per il raddoppio, la forma di Jankovic, l’uomo che ha spezzato la partita, e la crescita di Gilardino, bravo a procurarsi e realizzare il rigore del 3 a 0, capace di far reparto da solo e autore di una magia, resa vana dalla grande parata di Pavanello. Immobile è rimasto in tribuna, per precauzione visto che accusava un leggero fastidio muscolare. ALESSANDRIA-GENOA 0-3 MARCATORI Ze Eduardo al 22’ e 39’ p.t., Gilardino su rig. al 15’. ALESSANDRIA (4-3-1-2) Servili (Pavanello dal 1’ s.t.); Gambaretti (Romano dal 1’ s.t.), Cammaroto (Viviani dal 1’ s.t.), Ghinassi (Barbagli dal 1’ s.t.), Mazzuoli (Boron dal 1’ s.t.); Caciagli (Bianchi dal 1’ s.t.), Menassi (Roselli dal 1’ s.t.), Mora (dal 21’ s.t. Caciagli); Degano (Di Fiore dal 29’ s.t.); Bertocchi (Poli dal 37’ s.t.), Martini. All.: Cusatis. GENOA (4-3-3) Frey (Zima dal 37’ s.t.); Sampirisi, Von Bergen (Granqvist dal 27’ s.t.), Canini, Moretti (Alhassan dal 29’ s.t.); Anselmo (Seymour dal 1’ s.t.), Tozser, Kucka (Biondini dal 1’ s.t.); Jankovic (Gilardino dal 1’ s.t.), Ze Eduardo (Birsa dal 16’ s.t.), Jorquera (Lazarevic dal 27’ s.t.). All.: De Canio. ARBITRO Mangialardi di Pistoia. NOTE spettatori 1037. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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CONCORRENZA E ALLENAMENTI DURI

I NUMERI

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le presenze di Ferronetti in Serie A (una con la Roma, 38 col Parma e 55 con l’Udinese). Due le reti segnate dal difensore nel massimo campionato, tutte con la maglia dell’Udinese

2

anni la durata del contratto col Torino, per 400 mila euro netti a stagione. L’accordo (sottoscritto da pochi giorni) verrà rescisso

Damiano Ferronetti, 27 anni, difensore LAPRESSE

Ferronetti: addio lampo al Torino Il contratto biennale di pochi giorni fa verrà stracciato FRANCESCO BRAMARDO TORINO

Domani all’ora di pranzo a Omegna, per l’inizio della seconda parte del ritiro, Damiano Ferronetti, fresco difensore del Torino, molto probabilmente non ci sarà. Entro domani, appena gli impegni del d.s. Petrachi, del presidente Cairo e dell’agente del giocatore, Franco Zavaglia lo permetteranno, verrà stracciato il contratto biennale sottoscritto al termine della prima amichevole della stagione contro il Siena. La richiesta del giocatore ha colto di sorpresa sia la società che l’allenatore, Giampiero Ventura. Infortunio «Entro lunedì rescindiamo, non ci so-

no motivazioni particolari ma Ferronetti non andrà in ritiro a Omegna», il commento imbarazzato di Zavaglia che insieme alla società ha smentito la notizia di una fuga del giocatore dal ritiro, semplicemente perché Ferronetti era stato dispensato dall’ultima sgambata mattutina per via di un infortunio. I motivi Quali le cause del divorzio? Due le motivazioni certe, più una serie di ipotesi che potrebbero, con il passare dei giorni, trovare conferme, come l’interesse di una società pronta al tesseramento. Arrivato a Sappada a ritiro iniziato, Ferronetti ha sofferto una preparazione ritenuta dura. Dopo i primi dolori muscolari, il timore di ricadute su un fisico già sollecitato negli anni passati. Il rinnovo del contratto a Di Cesare, destinato in un primo tempo allo Spezia, ha aumentato la concorrenza, con Ferronetti relegato a quarta scelta del reparto difensivo dopo Ogbonna, Glik e Di Cesare. Di qui la voglia di andar via. Alla base della scelta non c’è stato uno screzio con lo staff tecnico. Per la cronaca: Ferronetti una settimana fa si era lamentato del comportamento dell’Udinese, che non gli aveva rinnovato il contratto in scadenza, ora lascia il Torino dopo aver firmato un biennale da 400 mila euro netti.

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RITIRO ARBITRI DA OGGI A SPORTILIA TUTTI AL LAVORO

IN ECCELLENZA

Sì ai giudici di porta, con rinforzi dalla B

Cesari riparte dall’Orlandina E’ il nuovo d.s.

In ogni turno di A saranno «precettati» 7-8 direttori di gara del torneo cadetto

Graziano Cesari riparte nuovamente dal campo, ma con un ruolo diverso rispetto alla sua carriera da arbitro internazionale. Per lui l’incarico di direttore sportivo, nell’Eccellenza siciliana, all'Orlandina di Capo D’Orlando (Me). Un cambio di rotta netto, tra l’altro in una categoria poco conosciuta al fischietto emiliano, ma con l’opportunità di avere a fianco Sergio Brio, ex difensore della Juventus, che collaborava con la società siciliana già dallo scorsa stagione come osservatore. Per Cesari una nuova vita professionale senza fischietto.

DAL NOSTRO INVIATO

re spazio al calcio giocato e non alle polemiche post moviola. Da ieri vacanze finite anche per gli arbitri: in 20 (all’appello manca Rocchi, impegnato a Londra nel torneo Olimpico) si sono ritrovati a Sportilia per una cinque giorni intensa di preparazione atletica e lezioni in aula.

FRANCESCO CENITI SPORTILIA (FC)

La grande novità Ci sarà da fa-

Sono l’ultima squadra a radunarsi, ma in campo entreranno sempre per primi. Non solo, da questa stagione si faranno in tre per cercare di garantire al massimo il campionato di A, ridurre ancora di più le sviste in modo da lascia-

ticare parecchio, ma forse l’attenzione maggiore sarà proprio per la teoria. I fischietti saranno chiamati a un nuovo compito: i giudici di porta. E’ questa la grande novità: l’Italia ha subito aderito alla libertà concessa alle federazioni lo scorso 5 luglio dall’Ifab, do-

po il via libera definitivo agli arbitri addizionali. Lo spazio a disposizione era poco per organizzare i cambiamenti necessari, ma l’Aia e la Federcalcio non si sono tirati indietro. L’imperativo categorico è cercare di offrire un servizio sempre migliore. Certo, ci vorrà una fase di rodaggio. Ma i vantaggi sono innegabili. Forzare i tempi ha un suo perché. La voglia matta La nuova sfida esalta le caratteristiche del «guerriero» Stefano Braschi. Il designatore, al terzo mandato di fila, ha accolto la sua squadra facendo gli onori di casa: «Ragazzi, si ricomincia.

Non vedevo l’ora. Vi voglio carichi fin da questo primo giorno: sarà una stagione particolare, ma sono sicuro che faremo meglio di quella passata». Pacche sulle spalle e poi subito a lavorare. Nessuno sconto neppure per chi la sera prima era sceso in campo nel ruolo di calciatore nella partita benefica giocata dalla Nazionale arbitri (capitanata da Nicola Rizzoli) a Medolla, il paese dell’Emilia ferito dal terremoto. Già ieri pomeriggio allenamento intenso per il numeroso gruppo (ci sono anche i 41 assistenti) nel cuore dell’Appennino tosco romagnolo, a 800 metri sul livello del mare. Test atletici mirati e curati

dal professore Rosario Carlucci. Poi un passaggio in aula con immediato accenno alle questioni legate ai giudici di porta. Se ne riparlerà stamani e non saranno poche le novità, compreso un raduno congiunto di un giorno con la Can B: indispensabile visto che circa 7/8 fischietti del designatore Messina saranno impiegati in ogni turno del campionato di A. E la domanda sorge spontanea: ha ancora senso la divisione in due della Can? La risposta potrebbe fornirla Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, nella conferenza stampa del 1˚ agosto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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DOMENICA 29 LUGLIO 2012

MERCATO ACQUISTI, CESSIONI, OBIETTIVI: TUTTE LE TRATTATIVE SQUADRA PER SQUADRA

ATALANTA

BOLOGNA 4-4-1-1

Peluso

Bonaventura

Manfredini

Carmona

3-4-2-1

Morleo Cherubin

Diamanti Perez

Denis CURCI

Consigli Lucchini

Cigarini

MATHEU

Schelotto

Acquafresca

NATALI

Moralez

Taider

Ramirez

Antonsson MOTTA

All. Colantuono

ARRIVI Kone (c, Pescara FP), Almici (d, Gubbio FP), Ardemagni (a, Modena FP), Radovanovic (c, Novara FP), Brivio (d, Lecce), Matheu (d) e Parra (a, Independiente). PARTENZE Stendardo (d, Lazio FP), Brighi (c, Torino), Polito (p), Doni (c) e Mutarelli (c, fine contratto), Carrozza (c, Verona). OBIETTIVI Migliaccio (c, Palermo), Sardo (d, Chievo), Longo (a, Inter), Donati (d, Padova), Troisi (a, Kayserispor), Fernandez (d, Napoli), Stendardo (d, Lazio), Melazzi (a, Danubio). COSA MANCA Un difensore centrale d’esperienza, un centrocampista che possa ampliare le scelte nel reparto e un ’alternativa sulle fasce.

All. Pioli

ARRIVI Riverola (c, Barcellona), Pasquato (a, Torino), Carvalho (d, Genoa), Curci (p, Roma), Abero (a, Nacional Montevideo), Motta (d, Catania, Guarente (c, Siviglia), Natali (d, Fiorentina), Umunegbu (a, Milan) PARTENZE Rubin (d, Siena), Vitale (d, Napoli FP), Raggi (d, Monaco), Di Vaio (a, Montreal), Belfodil (a, Parma), Loria (d, f.c.), Gillet (p, Torino), Mudingayi (c, Inter) OBIETTIVI Gabbiadini (a, Atalanta), Caetano, (a, Crotone), Gomez (a, Verona), Longo (a, Inter), Migliaccio (c, Palermo) COSA MANCA Un attaccante (sarà Gabbiadini). Il resto del mercato è vincolato alle cessioni: se parte un big, ne arriverà un altro.

Sprint Fiorentina Gargano è vicino Pescara su Blasi Asta per Balzaretti: la Roma è in pressing Siena: Rosina. Il Toro punta Pablo Caceres Il Genoa insiste per Benassi e vuole Caprari DI CHIARA-DI FEO-GOZZINI

CAGLIARI

CATANIA 4-3-3

4-3-3

AVELAR

Marchese

Nainggolan

SAU

Astori

Almiron

Gomez

Lodi

Bergessio

Izco

CASTRO

Legrottaglie

Agazzi

Conti

FRISON

Pinilla

Spolli

ROSSETTINI Dessena

Cossu

Pisano

ALVAREZ

All. Ficcadenti

All. MARAN

Passi avanti per Gargano alla Fiorentina: la prossima settimana potrebbe essere quella buona per la chiusura dell’affare. Il Napoli non accetta l’ipotesi del prestito con diritto di riscatto per il centrocampista quindi i dirigenti stanno discutendo su altre ipotesi per poter definire la trattativa in tempi brevi. Una soluzione potrebbe essere quella del prestito con riscatto obbligato. Punto Pescara Gli abruzzesi

ARRIVI Sau (a, Juve Stabia FP), Ragatzu (a, Gubbio FP), Rossettini (d, Siena), Camilleri (d, Feralpi Salò), Avelar (d, Karpaty) PARTENZE Canini (d, Genoa), El Kabir (a, Mijallby) OBIETTIVI Battaglia (c, Huracan), Migliore (d, Crotone), Rigione (d, Inter), Giorgi (c, Siena), Barillà (c, Reggina), Morrone (c, Parma) COSA MANCA Un centrale difensivo, un paio di centrocampisti. Da valutare la posizione di Conti, che ha altre richieste in A: dovesse partire servirebbe un altro regista.

ARRIVI Alvarez (c, Saragozza FP), Andujar (p, Estudiantes FP), Antenucci (a, Torino), Keko (c), Moretti (c) e Sciacca (c, Grosseto, FP), Martinho (c, Cesena FP), Doukara (a, Vibonese), Morimoto (a, Novara), Salifu (c, Fiorentina), Frison (p, Vicenza), Castro (a, Racing) PARTENZE Seymour (c, Genoa FP), Ebagua (a, Varese), Motta (d, Juve FP), Carrizo (p, Lazio FP), Kosicky (p, Novara), Suazo (a) e Campagnolo (p, fine contratto) OBIETTIVI De Luca (a, Varese), Antei (d, Grosseto), Melazzi (a, Danubio), Fredes (c, Indipendiente), Bojinov (a, Lecce), N. Lopez (a, Roma), Adejo (d, Reggina), Padella (d, Grosseto), Buffarini (c, San Lorenzo) COSA MANCA Un rinforzo dietro (due se parte Marchese), poi un centrocampista e un’aggiunta giovane in avanti.

CHIEVO

FIORENTINA 4-3-1-2

4-2-3-1

Dramè

Pasqual DI MICHELE

Hetemaj

CUADRADO

Andreolli

Nastasic Lazzari

Sorrentino

L. Rigoni

VIVANO

M. RIGONI

PAPP

DELLA ROCCA

Luciano Sardo

All. Di Carlo

INTER

JUVENTUS

4-3-3

Frey

Jorquera

Gilardino

Jankovic All. De Canio

ARRIVI Seymour (c, Catania FP), Dainelli (d, Chievo), Immobile (a, Pescara), Perin (p) e Lazarevic (c, Padova), Polenta (d, Bari), Rennella (a), Von Bergen (d, Cesena), Polo (a, Univ.), Toszer (c, Genk), Anselmo (c, Palmeiras), M. Martinez (d, Racing), Velazquez (d, Independiente), Canini (d, Cagliari), Bertolacci (c, Lecce), Piscitella (a, Roma) PARTENZE Palacio (a, Inter), Constant (c, Milan), Sculli (a, Lazio), Belluschi (c, Porto FP), Lupatelli (p, Fiorentina) OBIETTIVI Borriello (a, Juventus), Benassi (p, Lecce), Caprari (a, Pescara) COSA MANCA Un terzino, un centrocampista, un attaccante centrale, un esterno offensivo in alternativa a Jankovic e Ze Eduardo

Radu

Marchisio

Dias

Lulic ZARATE

Vucinic PALACIO

Milito

Buffon

LUCIO

Barzagli All. Stramaccioni

ARRIVI Coutinho (a, Espanyol FP), Jonathan (c) e Mariga (c, Parma FP), Palacio (a, Genoa), Donati (d, Padova FP), Handanovic (p, Udinese), Silvestre (d, Palermo), Mudingayi (c, Bologna), PARTENZE Zarate (a, Lazio FP), Palombo (c) e Poli (c, Samp FP), Lucio (d, Juve), Forlan (a, Internacional), Faraoni (c, Udinese) Cordoba (d) e Orlandoni (p, f.c.) OBIETTIVI Lucas (a, San Paolo), Paulinho (c, Corinthians), Debuchy (d, Lilla), Cissokho (d, Lione), Fernando (c, Porto) COSA MANCA Un centrocampista, un terzino se Maicon andrà via e un centravanti come vice-Milito visto che la partenza di Pazzini è certa. La ciliegina sarebbe Lucas.

Ledesma EDERSON

Marchetti

Pirlo Matri

Guarin Alvarez

Maicon

4-3-1-2

De Ceglie Chiellini

Cambiasso

HANDANOVIC SILVESTRE

Kucka TOMOVIC

3-5-2

COUTINHO

Ze Eduardo

CANINI

LAZIO

4-2-3-1

Zanetti

Samuel

© RIPRODUZIONE RISERVATA

All. MONTELLA

GENOA ANSELMO

altro centrale, il Torino a sinistra va su Pablo Caceres, uruguaiano con passaporto spagnolo del Maiorca. Al Siena oggi arriva in prova il fantasi-

Cerci

Cassani

ARRIVI Seferovic (a, Lecce FP), Hegazy (d, Ismaily), El Hamdaoui (a, Ajax), Roncaglia (d, Boca Jrs), Cuadrado (c, Lecce), Lupatelli (p, Genoa), Viviano (p), e Della Rocca (c, Palermo), Fernandez (c, Sporting Lisbona) PARTENZE Salifu (c, Catania), Montolivo (c) e Pazzagli (p, Milan), Amauri (a, Parma), Agyei (c, J. Stabia), Matos (a, Bahia), Kharja (c, El Arabi), Kroldrup (d), Natali (d) e Marchionni (c, f.c.), Gamberini (d) e Behrami (c, Napoli), De Silvestri (d, Samp) OBIETTIVI Gomez (a, Catania), Palermo), Ralf (c, Corinthians), Kucka (c, Genoa), Poli (c, Inter), Gargano (c, Napoli) COSA MANCA Un difensore centrale d’esperienza, un rinforzo a centrocampo, un attaccante centrale. Poi molto dipenderà dal futuro di Jovetic.

VON BERGEN

Altre trattative In attesa di un

Jovetic

ARRIVI Guana (c, Cesena), Bentivoglio (c, Padova FP), De Falco (c, Bari FP), Farias (a, Nocerina FP), Fatic (d) e Gallozzi (c, Empoli FP), Granoche (a, Varese FP), Papp (d) e Farkas (d, Vaslui), Cofie (c, Sassuolo), Di Michele (a, Lecce), Stoian (c, Bari), Rigoni M. (c, Novara), Aladje (a, Padova) PARTENZE Gulan (d, Fiorentina FP), Dainelli (d, Genoa FP), Sammarco (c, Samp FP), Acerbi (d, Milan), Mandelli (d, f. c.), Uribe (a, Atl. Nacional), Grippo (c, Servette), Facchinetti (d, Losanna), Bradley (c, Roma) OBIETTIVI Caracciolo (a), De Luca (a, Varese), Alfaro (a, Lazio), Morrone (c, Parma) COSA MANCA Con Di Michele e Rigoni. ora serve un puntello per l’attacco.

Antonelli

Nodo Balzaretti Per l’esterno sinistro del Palermo e della nazionale il Napoli ha fatto la miglior proposta al Palermo (4 milioni), non si esclude il rinnovo coi rosanero ma l’altra pretendente, la Roma, avrebbe il gradimento del giocatore. Ieri è andato a vuoto il tentativo di contatto tra Sabatini e Zamparini, intanto il 31 Balzaretti raggiungerà il ritiro del Palermo. Nel caso non stringa, la Roma prenderà per 2,5 milioni Torosidis (Olympiacos), già bloccato.

FERNANDEZ

RONCAGLIA Pellissier

sono vicini al centrale Terlizzi: hanno il suo sì, va convinto il Varese che ha un’offerta migliore dallo Spezia, ci si prova con delle contropartite (uno tra Maniero, Togni e Brosco, coi lombardi si parla anche di De Luca). A centrocampo spunta la pista Blasi: svincolato, si tratta sull’ingaggio. In attacco si chiude in settimana con Jonathas (Brescia) e Weiss (Manchester City), è stato sondato anche Longo (Inter, ci lavora anche il Bologna se entro martedì non prende Gabbiadini) ed è in arrivo anche Marinaro (1994, Foggia). A breve l’ufficialità di Crescenzi.

Walter Gargano, 28 anni PIERANUNZI

sta Rosina (Zenit), in difesa viva la pista Orban (Tigre), a destra spunta l’uruguaiano Ribair Rodriguez (si attende il sì del Belgrano all’offerta formulata) e c’è anche un’idea Tiribocchi (che intanto valuta le offerte Usa). Il Genoa spinge sempre per il portiere Benassi (Lecce) e lavora con la Roma per ottenere la metà giallorossa di Caprari (che però resterebbe al Pescara). Il Bologna ha tesserato la punta nigeriana Umunegbu (ex Milan), mossa per poi liberare il posto da extracomunitario al difensore serbo Radakovic (’94), che sta facendo bene in ritiro. Il Chievo prende dal Padova la punta Aladje (1993) e sonda Morrone (Parma). Il Catania non molla la pista Lopez (prestito dalla Roma) e in difesa valuta Adejo (Reggina) e Padella (Grosseto). Samp, in difesa spunta l’idea Caldirola (a metà tra Inter e Cesena) e domani potrebbe fare un’offerta per Melazzi (Danubio). Atalanta a un passo da Stendardo: mancano dettagli sull’ingaggio, in alternativa piace Fernandez (Napoli). L’esterno Buffarini (San Lorenzo) offerto a Catania e Parma; gli emiliani aspettano sempre Rosi e Okaka dalla Roma.

Vidal Lichtsteiner

Klose

Diakite Hernanes

All. Conte

ARRIVI Iaquinta (a) e Martinez (c, Cesena FP), Pazienza (c, Udinese FP), Asamoah (c) e Isla (c, Udinese), Giovinco (a, Parma), Leali (p, Brescia), Pogba (c, Manchester United), Lucio (d, Inter) PARTENZE Borriello (a, Roma FP), Chibsah (c, Parma), Elia (c, Werder), Manninger (p), Grosso (d) e Del Piero (a, f.c.) OBIETTIVI Gabbiadini (a, Atalanta), Bocchetti (d, Rubin), Bruno Alves (d, Zenit), Astori (d, Cagliari), Armero (c, Udinese), Suarez (a, Liverpool), Van Persie (a, Arsenal), Jovetic (a, Fiorentina) COSA MANCA Nei piani di Conte ci sono ancora due attaccanti, visto che qualcuno del reparto andrà via. Il tecnico aspetta anche un centrale di difesa e un rinforzo sulla sinistra che si giochi il posto con De Ceglie.

Konko

All. PETKOVIC

ARRIVI Stendardo (d, Atalanta FP), Carrizo (p, Catania FP), Sculli (a, Genoa FP), Zarate (a, Inter FP), Cavanda (d, Bari FP), Floccari (a, Parma FP), Foggia (c, Samp FP), Ederson (c, Lione) PARTENZE Del Nero (c), Artipoli (d) e Makinwa (a, f.c.) OBIETTIVI Hetemaj (c, Chievo), Balzaretti (d, Palermo), Mayuka (a. Young B.), Guidetti (a. Man.City), Xandao (d, Sporting Lisbona), Poulsen (d, Az Alkmaar), Caceres (d, Maiorca) COSA MANCA Tre pedine: un attaccante, un esterno difensivo eclettico, un centrale difensivo. Un centrocampista in alternativa al terzetto titolare


DOMENICA 29 LUGLIO 2012

L’INTOPPO UNA CLAUSOLA NON PIACE AL PRESIDENTE

3-0 AL PORTO TORRES

Xandao-Lazio: è fatta, anzi no Lotito ferma tutto

Cossu ispira, il Cagliari va Ficcadenti già sorride

Matuzalem, Foggia e Sculli ancora fuori rosa DAVIDE STOPPINI ROMA

Questione di percentuali, il mercato della Lazio. Quelle sulla futura vendita, s’intende. Quelle che hanno mandato all’aria la trattativa Yilmaz: il turco aveva già firmato un precontratto, il Trabzonspor pretendeva il 25% di un’eventuale cessione e l’affare è saltato. Ora lo scenario rischia di ripetersi con Xandao. Incontro C’è ancora da aspetta-

re, però. Nella notte tra venerdì e sabato è andato in scena un incontro tra Lotito, il d.s. Tare e Marcio Rivellino, rappresentante della Traffic, società che gestisce il cartellino del difensore. Detto che lo Sporting è ormai fuori dai giochi (scaduto il diritto di riscatto a favore del club portoghese), la Lazio e la Traffic hanno trovato l’accordo sul prezzo: 2,6 milioni di euro, pagamento dilazionato. Affare chiuso? No, congelato proprio sul più bello. Lotito non ha accettato la «solita» postilla contrattuale: la Traffic avrebbe voluto infatti tenersi il 10% del ricavato di un’eventuale futura cessione. Questione di dettagli, che però al momento bloccano la trattativa. Xandao, da parte

Il difensore Xandao, 24 anni AP

sua, è in ritiro con lo Sporting con la valigia in mano: ha già l’accordo con Lotito per un quadriennale da 500 mila euro a stagione. Niente ritiro Accordo che invece

va trovato, in uscita, con Matuzalem, Sculli e Foggia. Sono i tre fuori rosa della Lazio: nessuno ha partecipato al ritiro di Auronzo, nessuno andrà a Fiuggi, i primi due non si sono neppure allenati a Formello nei giorni scorsi. Matuzalem dovrebbe farlo da domani. Non sarà convocato per Fiuggi, ma nel pomeriggio potrebbe incontrare Petkovic per un chiarimento. Foggia resta sempre in orbita Pescara, per Sculli si cerca una sistemazione all’estero. Le loro cessioni potrebbero accelerare anche il mercato in entrata. E magari accendere un po’ l’entusiasmo dei tifosi: scaduta ieri la prelazione per gli abbonamenti, rinnovate 7.500 tessere, il 25% in meno di un anno fa. Anche qui, questione di percentuali.

MILAN

3-5-1-1

4-3-1-2

Zuniga

Nocerino

Aronica

ACERBI Abbiati

MACOMER (Nu) Un Cagliari propositivo e dalle gambe leggere. I rossoblù passano sul Porto Torres (Serie D) con scioltezza. Dopo i tentativi di Thiago Ribeiro (alto) e Cossu (a lato), il gol di Pinilla, abile in area su servizio del fantasista. Ficcadenti, con Nenè out per una botta, parte con l’undici tipo. Solita girandola di cambi nei secondi 45’. Al 7’ Nainggolan finalizza di testa un’azione Avelar Conti Dessena. Il Porto Torres reagisce. Ma Sau, piattone a centro area su traversone di Dessena, condanna Tore Pinna. Sul 3 0 ecco Ibarbo. Il colombiano, al debutto stagionale, infiamma la platea con alcune serpentine delle sue. Ma è Larrivey che colpisce la traversa, su tocco di Eriksson. Appuntamento per giovedì, a Oristano, con il Casale (Seconda divisione). A fine gara Ficcadenti: «Sono soddisfatto, la squadra cresce mentre migliora la condizione e assimila i movimenti».

Ambrosini

De Sanctis Cannavaro

Boateng

Maggio

All. Allegri

ARRIVI Insigne (a, Pescara FP), Rinaudo (d, Novara FP), Vitale (d, Bologna FP), Bariti (c, Vicenza), Gamberini (d) e Behrami (c, Fiorentina) PARTENZE Lavezzi (a, Psg), Fideleff (d, Parma), OBIETTIVI Miranda (d, A. Madrid), Armero (c, Udinese), Cissokho (d, Lione), Ocampos (a, River Plate), Uvini (d, San Paolo), Palombo (c, Inter), Balzaretti (d, Palermo), Konoplyanka (c, Dnipro) COSA MANCA Dopo l’ acquisto di Gamberini la difesa è completa. Obiettivi negli altri reparti: un esterno mancino, un centrocampista di quantità che integri il reparto, un vice Cavani e un esterno offensivo.

PALERMO

PARMA 4-4-2

Balzaretti

BRIENZA

Mantovani

Donati

3-5-2

Gobbi

Obiang

Romero

Pisano

RIOS

Bertolo

Rossini

DE SILVESTRI

D'Agostino

MAXI LOPEZ Munari

DELLAFIORE

All. FERRARA

ARRIVI Sammarco (c, Chievo FP), Palombo (c) e Poli (c, Inter FP), Cacciatore (d, Varese FP), Maxi Lopez (a, Milan), Maccarone (a, Empoli FP), De Silvestri (d, Fiorentina), Corazza (a, Portogruaro) PARTENZE Foggia (c, Lazio FP), Pellé (a, Parma), Fornaroli (a, Panathinaikos) OBIETTIVI Livaja (a, Cesena), Migliaccio (c, Palermo), Bouy (c) e Pazienza (c, Juve), Jonathan (c, Parma), Kasami (c, Fulham), Caldirola (d, Samp), Melazzi (a, Danubio) COSA MANCA Un esterno d’attacco e un centrocampista centrale di quantità. Anche in questo caso ci sarà molto da lavorare sul fronte uscite, con la cessione di diversi esuberi

Zaccardo

PAROLO

PABÒN

Biabiany

All. Donadoni

ARRIVI Benussi (p, Torino FP), Cetto (d, Lilla FP), Di Matteo (c, Lecce FP), Garcia (d, Novara FP), Kurtic (c, Varese FP), Simon (c, Bari FP), N. Viola (c, Reggina), Brienza (c, Siena), Dybala (a, Inst. Cordoba), Morganella (d) e Ujkani (p, Novara), S. Sosa (a, Cerro Largo), Rios (c, Chivas) PARTENZE Aguirregaray (d, M. Wanderers), Silvestre (d, Inter), Bacinovic (c, Verona), Acquah (c, Parma), Viviano (p) e Della Rocca (c, Fiorentina) OBIETTIVI Giorgi (c, Siena), Pozzi (a, Samp) COSA MANCA Un mediano e un centravanti di scorta. La priorità però resta sfoltire la rosa

ARRIVI Pellé (a, FP), Ninis (c, Panathinaikos), Pigliacelli (p, Roma), MacEachen (d, Penarol), Bajza (p, Dubnica), Amauri (a, Fiorentina), Chibsah (c, Juve), Belfodil (a, Bologna), Vanzo (c, Tubize), Pabon (a, A.Nacional), Parolo (c, Cesena), Fideleff (d, Napoli), Acquah (c, Palermo) PARTENZE Jonathan (c) e Mariga (c, Inter FP), Okaka (a, Roma FP), Floccari (a, Lazio FP), Ferrario (d, Lecce FP), Feltscher (d, Padova), Pereira (c, Roda), Giovinco (a, Juve), Valiani (c, Siena) OBIETTIVI Mastriani (a, Cerro), Rosi (c) e Okaka (a, Roma), Marchionni (c, Fiorentina), Buffarini (c, San Lorenzo) COSA MANCA Un’alternativa in mezzo, un esterno di fascia destra, una punta di scorta

PESCARA

ROMA 4-3-3

4-3-3

DODÒ

Balzano Nielsen

CELIK Pjanic

DESTRO

CASTÀN QUINTERO

ABBRUSCATO

BJARNASON

RAGUSA

Stekelenburg

De Rossi

Totti

Burdisso BRADLEY Taddei

All. STROPPA

Lamela All. ZEMAN

ARRIVI Abbruscato (a, Vicenza), Cosic (d, Stella R.), Bjarnason (c, St. Liegi), Chiaretti (a, Taranto), Colucci (c, Cesena), Quintero (c, Envigado), Celik (a, Gais), Brugman (c, Empoli), Perin (p, Padova), Ragusa (a, Reggina) PARTENZE Kone (c, Atalanta FP), Immobile (a, Genoa FP), Insigne (a, Napoli FP), Sansovini (a, Spezia), Ariatti (c) e Nicco (c, f. c.), Gessa (c, Cesena), Verratti (c, Psg) OBIETTIVI Kozak (a, Lazio), Modesto (d, Parma), (a, Werder), Weiss (c, Man. City), Perquis (d, Sochaux), Jonathas (a, Brescia), Terlizzi (d, Varese), Rosenberg (a, Werder), Birsa (c) e Alhassan (d, Genoa), Foggia (c, Samp), Blasi (c, Lecce), Longo (a, Inter), Crescenzi (d, Crotone) COSA MANCA Un difensore centrale, un terzino a sinistra, un centrocampista centrale che sostituisca Verratti, un’altra alternativa in mezzo e davanti.

ARRIVI Borriello (a, Juve FP), Okaka (a, Parma FP), Bertolacci (c) e Julio Sergio (p, Lecce FP), Florenzi (c, Crotone FP), Guberti (c, Torino FP), Pizarro (c, Man. City), Dodò (d) e Castan (d, Corinthians), Tachtsidis (c, Verona), Svedkauskas (p, Fiorentina), Bumba (c, T.Mures), Yamnaine (d, Parma), Bradley (c, Chievo), Piris (d, San Paolo), Destro (a, Siena) PARTENZE Cicinho (d, Recife), Kjaer (d, Wolfsburg), Cassetti (d, f.c.), Gago (c, Valencia), Antunes (d, Pacos F.), Viviani (c, Padova), Borini (a, Liverpool), Juan (d, Internacional), Greco (c, Olympiakos),Simplicio (c, Cerezo Osaka), Curci (p, Bologna) OBIETTIVI Garay (d, Benfica), Balzaretti (d, Palermo), Torosidis (d, Olympiacos) COSA MANCA Un rinforzo in difesa, magari un centrocampista di talento e polivalente. Poi si penserà a sfoltire

TORINO

UDINESE 4-2-4

Masiello

3-5-1-1

Armero

SANTANA Domizzi

VALIANI Terzi

Valdes

All. SANNINO

3-5-2

Pegolo

Paletta

Hernandez

Contini

Juan Antonio

Galloppa AMAURI

Mirante

Milanovic

RUBIN

Eder

Lucarelli

Miccoli UJKANI

Zanon

Gastaldello

All. Mazzarri

ARRIVI Didac Vila (d, Espanyol), Taiwo (d, Qpr), Gabriel (p, Cruzeiro), Acerbi (d, Chievo), Pazzagli (p) e Montolivo (c, Fiorentina), Constant (c, Genoa), Traoré (c, Nancy) PARTENZE M. Lopez (a, Samp), Seedorf (c, Botafogo), Nesta (d, Montreal), Gattuso (c, Sion), Van Bommel (c, Psv), Aquilani (c, Liverpool), Roma (p), Zambrotta (d) e Inzaghi (a, fine contratto), Thiago Silva (d) e Ibrahimovic (a, Psg) OBIETTIVI Dezko (c) e Tevez (a, Man City), L. Damiao (a, Internacional), Rolando (d, Porto), Matri (a, Juve), Yanga-Mbiwa (d, Montpellier), Kakà (c) e Diarra (c, R. Madrid), Astori (d, Cagliari) COSA MANCA I sostituti di Ibra e Thiago, un esterno a sinistra una volta partiti gli esuberi. Un centrocampista che nella linea a tre di Allegri sappia coprire più posizioni, poi c’è il sogno Kakà

Capuano

Renan

Cavani

Campagnaro

Abate

PERIN

Costa

Pandev

Hamsik

MONTOLIVO

Romagnoli

SIENA

Inler

Pato

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4-3-1-2

BEHRAMI

Cassano

Bonera

Mario Frongia CAGLIARI-PORTO TORRES 3-0 MARCATORI Pinilla al 17’ p.t. Nainggolan al 7’, Sau al 17’ s.t. CAGLIARI (4-3-3) Agazzi (dal 1’ s.t. Avramov); Pisano (dal 1’ s.t. Perico), Rossettini, Astori (dal 1’ s.t. Ariaudo), Avelar (dal 18’ s.t. Murru); Ekdal (dal 1’ s.t. Dessena), Conti (dal 18’ Eriksson), Nainggolan (dal 35’ Piredda); Thiago Ribeiro (dal 1’ s.t. Sau), Pinilla (dal 1’ s.t. Larrivey), Cossu (dal 18’ s.t. Ibarbo). All. Ficcadenti. PORTO TORRES (4-4-2) T. Pinna; Ladu (dal 1’ s.t. Ladu), Serao, Demartis (dal 1’ s.t. Garau), Covetti (dal 1’ s.t. Mura); Floris (dal 1’ s.t. Pippia), Fini (dal 20’ p.t. Garau; dal 1’ s.t. Palmas), Bianchi (dal 1’ s.t. Niedda), Frau (dal 1’ s.t. Demurtas); Fadda (dal 1’ s.t. Falchi), Podda (dal 1’ s.t. Budroni). All. S. Pinna. ARBITRO Papalini di Nuoro.

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NAPOLI

Antonini

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SAMPDORIA

LA GAZZETTA SPORTIVA

Ogbonna

Bogdani

BRKIC Glik

All. COSMI

ARRIVI Dellafiore (d) e Paci (d, Novara), Rubin (d, Bologna), Valiani (a, Parma), Campagnolo (p, Catania), Verre (c, Roma) PARTENZE Brkic (p, Udinese FP), Giorgi (c, Novara FP), Rossettini (d, Cagliari), Brienza (c, Palermo), A. Rossi (d, Cesena), Codrea (c, fine contratto), Gazzi (c, Torino), Destro (a, Roma) OBIETTIVI Caldirola (d, Brescia), Carrozzieri (d, Lecce), Neto (d, Nacional Madeira), Orban (d,Tigre). Caetano (a, Crotone), Rosina (c, Zenit), R. Rodriguez (c, Belgrano), Tiribocchi (a, Atalanta) COSA MANCA La prima urgenza è la punta che sostituisca Destro. Poi un difensore che sappia giocare in tutte le posizioni della linea a tre. E un’alternativa sulla fascia destra.

Badu

Bianchi

GILLET Calaiò

Vergassola Mannini

GAZZI

Darmian

BRIGHI

Danilo

Pinzi

MURIEL Di Natale

Meggiorini Pereyra SANSONE All. Ventura

ARRIVI Gillet (p, Bologna), Gorobsov (c. Timisoara), Brighi (c, Atalanta), Migliorini (d, Chieti), Sansone (a, Sassuolo), Santana (c, Cesena), Gazzi (c, Siena), Ferronetti (d, Udinese) PARTENZE Iori (c, Cesena), Oduamadi (a, Varese), Benussi (p, Palermo), Coppola (p. Milan), Pasquato (a, Bologna), Guberti (c, Roma), Surraco (c, Udinese), Antenucci (a, Catania), Morello (p), Zavagno (d), Pratali (d) e Gasbarroni (c, f.c.) OBIETTIVI Pasquale (d) e Barreto (a, Udinese), Ljajic (a, Fiorentina), Pazienza (c, Juve), Almiron (c, Catania), Tissone (c, Maiorca), Floccari (a, Parma), Pozzi (a, Samp), Vitale (d, Napoli), Donati (c, Palermo), Marchese (d, Catania) COSA MANCA Un terzino sinistro, un esterno offensivo (molto in questo caso è legato alle condizioni di Santana), un centrocampista di riserva e una prima punta

Benatia Basta

All. Guidolin

ARRIVI Silva (d, Novara FP), Angella (d, Reggina FP), Brkic (p, Siena FP), Cuadrado (c), Muriel (a) e Obodo (c, Lecce FP), Faraoni (d, Inter), Forestieri (a, Bari FP), Mazzarani (c, Novara FP), Pawlowski (p, Lechia D.), Allan (c, Vasco da Gama), Willians (c, Flamengo), Heurtaux (d, Caen), Maicosuel (c, Botafogo) PARTENZE Pazienza (c, FP), Asamoah (c ) e Isla (c, Juve), Floro Flores (a) e Torje (c, Granada), Handanovic (p, Inter), Ferronetti (d, Torino) OBIETTIVI Jonathas (a, Brescia), Falkenburg (a, AZ), Brahimi (c, Rennes), Frei (c, Basilea) COSA MANCA Un altro attaccante, in primis. Poi un’alternativa ai titolari del centrocampo.


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LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 29 LUGLIO 2012

CALCIOSCOMMESSE AVVOCATI AL LAVORO IL TECNICO DELLA JUVE SI E’ CONVINTO, SI PUNTA A 3-4 MESI PIÙ UNA FORTE AMMENDA

Conte, patteggiamento vicino Lo stop partirà da mercoledì MELINI FIRMA UN NUOVO MODO DI BERE CON IL RE-CHIANTI Il Chianti è nato seicento anni fa e oggi Melini lo ha rein terpretato. Da sempre la casa vinicola, forte di tre secoli di storia, sperimenta nuovi metodi di coltivazione e di vinifica zione delle uve Sangiovese per produrre vini capaci di con quistare tutti i consumatori, anche i più giovani. Nel solco della tradizione e proiettata verso il futuro Melini ha così pensato e realizzato la nuova linea Re Chianti, presentata al l’inizio dell’estate nella sede storica della cantina di Gaggia no ai buyer della distribuzione moderna italiana e straniera, alla stampa e ai rappresentanti del territorio. La serata è sta ta arricchita dalla presenza di Fede e Tinto, i conduttori del la trasmissione radiofonica Decanter di Radio Rai 2 che han no intrattenuto gli ospiti della serata con i loro interventi.

FRANCESCO CENITI

Ieri Antonio Conte per 90 minuti si è lasciato negli spogliatoi di Berlino le riflessioni fatte il giorno dopo l’arrivo del doppio deferimento per omessa denuncia. Quella tedesca non è stata una semplice amichevole: abbandonando il campo ha pensato a quello che potrebbe accadere il prossimo 1 agosto, quando i bianconeri saranno a Ginevra contro il Benfica. Quel giorno l’allenatore potrebbe seguire la sfida dalla tribuna. Il prossimo mercoledì, infatti, dovrebbe iniziare la squalifica dopo la ratifica del patteggiamento da parte della Procura federale e dei

giudici della Disciplinare. Da quel momento Conte sarebbe ufficialmente fuori dall’inchiesta, ma entrerebbe nel tunnel che gli impedirebbe per qualche mese di sedersi in panchina. Quanti? E’ l’unico dubbio rimasto. Gli avvocati stanno lavorando per trovare l’intesa con Palazzi. Le distanze non sono impossibili. Domenica lavorativa Stamani

Conte parlerà ancora con lo staff legale. I dubbi e le perplessità sul compromesso erano stati affrontati prima della trasferta tedesca. Al tecnico è stato spiegato che patteggiare nel processo sportivo non equivale a un’ammissione di colpa. E’ solo una possibilità prevista dal codice per chiudere la vicenda senza ri-

Antonio Conte, 42 anni LAPRESSE

schiare un dibattimento nel quale la difesa è costretta a inseguire. Una «giungla» con l’ipotesi condanna (da 12 mesi in su) concreta. Insomma, la Juve chiede al suo condottiero un sacrificio: campionato e Champions sono appuntamenti importanti e valgono molti milioni di euro. Affrontarli senza il tecnico potrebbe pregiudicarli. E siccome parliamo di un’azienda quotata in Borsa, allora la ragione deve prevalere sull’orgoglio personale. Davanti a questi argomenti, Conte ha dato controvoglia l’ok. Adesso si aspetta il semaforo verde dalla Procura. Gli avvocati firmerebbero un patteggiamento tra 3 e 4 mesi: una forte multa potrebbe fermare l’asticella a metà strada tra le due ipotesi. Oggi (più probabile domani) potrebbe chiudersi l’accordo. Poi non resterebbe che guardare il calendario e iniziare il conto alla rovescia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Un asse Palazzi-pm

LE DATE PREVISTE Il Chianti Docg e il Chianti Governo all’Uso Toscano so no stati i protagonisti della giornata. Due nuovi vini, conce piti in vigneto e in cantina nel corso dell’annata 2011, che in terpretano il gusto delle nuove generazioni di wine lover. L’esclusiva bottiglia neocampana che contiene il Re Chian ti, dalla forma che ricorda quella dell’antico fiasco toscano, si fa notare per la sua eleganza e originalità. Il Qr Code stam pato sul pendaglio della bottiglia mostra il mondo del Chian ti che Melini vuol far rivivere: gli affascinanti paesaggi di Siena e Firenze, i vigneti nei quali vengono coltivate le uve Sangiovese e immagini di giovani. Il Chianti Governo all’Uso Toscano, nato dalla riscoperta di un affascinante metodo tradizionale, è basato sulla lenta rifermentazione del vino appena svinato con uve appassite parte in vigna e parte in fruttaio. Il risultato è un vino dal carat tere autentico e intenso, che si sposa per fettamente sia con i piatti della tradizio ne sia con la delicatezza della nuova cu cina e con il piacere di un aperitivo con viviale. Le uve ottanta per cento San giovese grosso, venti per cento uve com plementari provengono da aree con fe lice combinazione di terreno, esposizio ne e clima. I vigneti, ad alta densità e di impianto relativamente recente, sono al levati a Guyot e a cordone speronato su terreni bene esposti composti da alberese e galestro, i due tipici terreni delle zone vocate della Toscana. Una parte delle uve, dopo accurata cernita manuale, viene fatta appassire parte in vigna e parte in locali dedicati; un at tento controllo della fase di appassimento consente di ottene re grappoli perfettamente integri ma ricchi di zucchero. Al contempo in cantina vengono selezionate partite di vino ap pena svinato che riceveranno l’uva precedentemente appas sita, dando origine a un secondo processo di fermentazione. Questa lenta rifermentazione è la riscoperta e l’esaltazione di una pratica ricca di storia e di territorio, il Governo all’Uso Toscano che, unita a un attento controllo delle temperature e a un sapiente utilizzo delle moderne tecniche di vinificazio ne consente di ottenere un vino di pronta beva “ricco”, strut turato e dal carattere unico. Il suo profumo è avvolgente e complesso, con spiccate note di marasca e lampone maturi e sentori floreali. Il sapore è pieno, corposo, morbido e frutta to, molto sapido e armonico. L’origine antica del Chianti Docg si riconosce a prima vista, il suo istinto moderno si percepisce al primo sorso. La spiccata personalità di questa eti chetta ideale a tutto pasto, in particolare per primi piatti saporiti, carni rosse e grigliate, salumi e formaggi di media stagionatura, rappresenta un modo ori ginale e accattivante di apprezzare uno dei vini più tradizionali della Toscana. Una parte delle uve 75 per cento Sangiovese grosso, 25 per cento uve complementari dopo un’accurata cer nita manuale viene leggermente appas sita nel fruttaio per poi essere inserita a grappolo intero all’interno di vino appe na svinato. Nell’arco di circa un mese si ottiene un prodotto più morbido, dal profumo e dal sapore fragrante che ri corda l’uva appena colta. Info www.melinichianti.com. Inoltre, per raccogliere i post dei consumatori sono a disposizione Twitter e Facebook. a cura di RCS MediaGroup Pubblicità

Da giovedì, giorno in cui sono stati resi noti i deferimenti, le difese hanno cinque giorni di tempo per presentare le memorie (compresa la giornata festiva di oggi).

S PROCESSO I deferiti verranno divisi in due distinti procedimenti: il primo si terrà l’1 e 2 agosto (filone di Cremona), il secondo il 3 e 4 (filone di Bari). Il processo davanti alla Disciplinare sarà celebrato nell’ex Ostello della gioventù del Foro Italico a Roma.

S SENTENZE La Disciplinare cercherà di fare il più presto possibile. Si può ipotizzare che le sentenze possano arrivare l’8 o il 9 agosto.

S L’APPELLO La Corte di giustizia federale potrebbe riunirsi il giorno dopo Ferragosto ed effettuare i due procedimenti d’appello, cercando di avere la sentenza prima che comincino i campionati.

Gillet e Almiron salvi perché collaborativi I giocatori ex Bari hanno aiutato la Procura evitando l’omessa denuncia. Anche Micolucci contro Guberti MAURIZIO GALDI

DOPO LE ACCUSE

Lotito e Pieroni portano Erodiani in Tribunale

La Procura federale in piena sintonia con la Procura di Bari: Almiron e Gillet non sono stati deferiti perché hanno collaborato, nei limiti delle loro conoscenze, all’inchiesta soprattutto penale. Nel loro ultimo incontro il Procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, aveva chiesto espressamente a Stefano Palazzi di non punire chi collaborava. Storico lo scambio di battute con i cronisti a maggio. «È meglio parlare, soprattutto con la giustizia ordinaria e poi chiaramente anche con quella sportiva. La giustizia sportiva tiene conto di chi collabora e questo tipo di collaborazione ha effetti positivi anche nei confronti delle società», disse Palazzi. E Laudati aggiunse: «Il dottor Palazzi ha chiarito in modo esplicito che esistono strumenti tecnici che consentono anche alla giustizia sportiva di valutare positivamente le collaborazioni nelle indagini ordinarie e questo è un salto di qualità nelle indagini». E i deferimenti appena consegnati ne sono la prova. Casi eclatanti Almiron e Gillet sono la prova che si può essere utili alle inchieste, anche senza essere pentiti perché non c’è nulla da pentirsi, ed essere «premiati». Entrambi hanno spiegato sia alla magistratura ordinaria che a quella sportiva, quelli che erano i rapporti tra i calciatori, con gli ultrà, con la dirigenza. Gillet è anche stato al centro di minacce che i carabinieri di Bari hanno intercettato in telefonate tra i capi ultrà. Palazzi, pur avendo deferito molti calciatori (e lo stesso ex allenatore del Bari, Mutti) per omessa denuncia, ha tenuto presente la richiesta di Laudati. Collaborazione continua Chi con-

tinua a collaborare con la Procu-

Ermanno Pieroni non ci sta ad essere chiamato in causa «per una vicenda alla quale sono totalmente estraneo — dice —. Erodiani non l’ho mai conosciuto e lo querelerò per quello che ha detto su di me alla Procura federale. Io non ho mai scommesso in vita mia e neanche giocato la schedina del Totocalcio». Ha già dato mandato all’avvocato Eduardo Chiacchio di predisporre ogni atto a tutela della sua immagine che spiega: «Del resto alle dichiarazioni di Erodiani la Procura federale non ha dato seguito». Anche la Lazio, che aveva già querelato Erodiani, e in un comunicato denunciano «la vergognosa campagna diffamatoria» nei confronti della società, ribadendo una «dura reazione giudiziaria». Intanto a Londra il ministro allo sport Piero Gnudi ha telegraficamente commentato la vicenda: «Che tristezza».

François Gillet, 33 anni, portiere del Torino. Ha giocato nel Bari dal 2004 al 2011, poi una stagione con il Bologna IPP

ra federale è Vittorio Micolucci. È del 7 giugno di quest’anno un suo fax alla Procura. Questa volta Micolucci parla delle partite del Bari, di Masiello, di altre presunte combine. Parla di Piacenza-Bari e Salernitana-Bari della stagione della promozione dei biancorossi in Serie A (2008-09). Ma anche di partite col Treviso dell’anno prima, di quella col Parma già sotto esame. Riferisce, Micolucci, quanto gli ha detto Aldo Guarino. La stessa persona che cita Andrea Masiello nei suoi numerosi interrogatori e nell’audizione alla Procura federale. Anche Ma-

siello parla della partita con la Salernitana, con il Treviso, ma quella parte è secretata. Si indaga ancora e delle novità potrebbero ancora arrivare. Sampdoria-Bari Ed è sempre Mi-

colucci a fornire alla Procura federale la conferma che Masiello dice il vero sulla presunta combine. «Mi disse (Guarino, ndr) che dovevano aspettare notizia da Guberti appena arrivava a Bari». E Guberti vuole portare in aula proprio Guarino convinto che possa smentire Masiello e Micolucci. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE B L’INTERVISTA

Tifo in famiglia «Dimenticate il Verona In A ci andrà mio figlio» Mandorlini diviso tra paura e scaramanzia: «Sarà durissima E occhio allo Spezia: con l’arrivo di Matteo può stupire tutti...» GUGLIELMO LONGHI

Andrea Mandorlini è un tipo superstizioso e non ha bisogno di nasconderlo: nell’anno della promozione in B fino ai caldissimi playoff di giugno ha indossato un piumino poi finito nel museo dell’Hellas. Ecco perché non abbiamo difficoltà a immaginare la sua smorfia dopo aver sentito la prima domanda. Verona grande favorito per la promozione?

«Accidenti che gufata». Non potete nascondervi: avete sfiorato la A e la squadra è stata rinforzata...

«Sarà vero, ma i facili entusiasmi non portano mai bene. E non è questione di essere scaramantici». Che campionato sarà senza il Toro?

«Ha impiegato tre anni per tornare su, la conferma di quanto sia equilibrata e difficile la B».

Andrea Mandorlini, 52 anni, esulta col piumino portafortuna dopo aver conquistato la serie B LIVERANI

«

E senza la Samp?

«Ha faticato moltissimo a risalire subito, cambiando passo solo nel ritorno. Come il Toro: anche le grandi soffrono». E senza Zeman?

«Ha fatto cose straordinarie, ma negli ultimi dieci anni non aveva vinto niente. Questo per dire che l’ultimo campionato è stato qualcosa di unico, di irripetibile visto che i nostri 78 punti potevano valere la promozione diretta». Quindi senza Zeman si torna alla normalità?

«Mah, non so cosa significhi normalità. Siamo stati noi a rendere straordinario un allenatore bravo, che ha un’idea di calcio forte ma che non è l’unica». A proposito: visto che inizio Tachtsidis?

« «

Sarà una B emozionante anche senza Zeman. Che è bravo, ma è tornato a vincere dopo dieci anni...

«Visto: sono sicuro che alla Roma potrà crescere ancora. Mi sarebbe piaciuto tenerlo...». Soddisfatto del mercato?

«Sì, la squadra è stata ritoccata in modo intelligente, per esempio ho 4 esterni per due ruoli. Ora servirà un po’ di tempo per formare il gruppo». L’ultimo arrivo: Cocco.

Con l’arrivo di Setti tutta la società si sta ristrutturando. E finalmente ho un rapporto vero con il d.s. Con Cocco siamo quasi a posto, ora spero di tenere Bjelanovic. La squadra è stata rinforzata in modo intelligente

«Sì, con lui siamo quasi a posto. E spero che resti Bjelanovic, lo conosco bene (era con Mandorlini in Romania ai tempi del Cluj, ndr), ci può essere utile». E lo 0-0 con la Fiorentina?

«Buona partita, Gomez ha sbagliato anche un rigore, ma i risultati in estate contano poco. Peccato per l’infortunio di Pugliese (frattura del malleolo, sarà operato lunedì, ndr). Chi è favorito oltre al Verona?

«Ancora?». Su, faccia uno sforzo.

«Allora dico lo Spezia, si è rinforzato bene. E poi ha preso

un certo Mandorlini...» E quindi in A ci va suo figlio Matteo?

«Mettiamola così». Cosa si prova a parlare con il direttore sportivo?

«Tutta la società si sta ristrutturando e finalmente è stata eliminata quell’anomalia. Sono sempre andato d’accordo con i miei dirigenti, negli ultimi due anni non è successo perché quel ruolo non esisteva. Dimentichiamo Gibellini: ora con Sogliano c’è una vero rapporto di collaborazione».

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LA SUA CARRIERA

Andrea Mandorlini è nato a Ravenna il 17 luglio ’60 In campo Comincia nel Toro (1978-80), passa all’Atalanta, all’Ascoli e all’Inter dove resta 7 stagioni conquistando con Trap lo scudetto dei record nel 1989. Chiude la carriera a Udine nel 1993. In panchina Nel 2000 conquista la prima promozione (in serie B con lo Spezia). Allena il Vicenza, poi nel 2004 porta l’Atalanta in Serie A. Dopo aver guidato Bologna, Padova, Siena e Sassuolo, va in Romania: nel 2010 con il Cluj vince scudetto, Coppa e Supercoppa. Col Verona nel 2011 conquista la promozione in B e lo scorso giugno arriva fino alle semifinali playoff dove viene eliminato dal Varese

Matteo Mandorlini, 23, ex Brescia LAPRESSE

E con Setti?

«L’ho incontrato anche dopo la partita con Fiorentina. Ci stiamo conoscendo poco per volta». E con Martinelli?

«E’ rimasto il nostro primo tifoso, anche lui ci ha seguito nel ritiro. E ci dà la carica, ci sostiene anche se dovrebbe essere il contrario (l’ex proprietario del Verona ha gravi problemi di salute, ndr). © RIPRODUZIONE RISERVATA

le amichevoli REGGIANA-SASSUOLO 0-0 REGGIANA p.t. (4-4-2) Pellegrinelli; Bani, Cossentino, Mei, Magliocchetti; Carlini, Parola, Viapiana, Matteini; De Cenco, Marcheggiani. s.t. (4-4-2) Pellegrinelli (34’ Cardace); Bani, Zini, Cossentino, Panizzi; Carlini, Arati, Viapiana (12’ Muniru), Ferrara; Rossi, Marcheggiani (30’ Berni). All. Zauli SASSUOLO (4-3-2-1) Pomini (1’s.t. Bressan); Laverone (1’ s.t. Gazzola), Bianco (44’ s.t. Valmori), Massoni (1’ s.t. Terranova), Frascatore (1’ s.t. Longhi); Bianchi (23’ s.t. Luppi) , Magnanelli (35’ s.t. Bambozzi), Troiano (1’ s.t. Valeri); Berardi (1’ s.t. Troianiello), Missiroli (1’s.t. Laribi); Pavoletti (12’s.t. Falcinelli). All. Di Francesco CASTELNOVO MONTI (Re) (e.f.) Contro la Reggiana il Sassuolo non riesce a segnare e non rispetta la goleada col Carpi. Raccolti 2.200 euro per i terremotati. LANCIANO-CENTERBA TORO 12-0 MARCATORI Fofana al 5’ e 9’, Minotti al 14’, Di Cecco al 19’, Turchi al 32’, Vastola al 38’ p.t. Marceta al 1’, Testardi all’8’, 9’, 20’, 30’ e 43’ s.t. LANCIANO p.t. (4-3-3) Aridità; Vastola, Aquilanti, Amenta, Mammarella; Minotti, D’Aversa, Volpe; Di Cecco, Fofana, Turchi. s.t. (4-3-3) Amabile; Almici, Giusti, Bacchetti, Scrosta; Hottor, Paghera, Di Cecco; Marceta, Testardi, Viscontini. All. Gautieri. ROCCARASO (Aq) Testardi segna cinque reti. Le formazioni del Lanciano hanno mostrato il gioco di Gautieri. BARI–OLYMPIA AGNONESE 2–0 MARCATORI Sciaudone al 23’ p.t. e Caputo al 12’ s.t. BARI (4–3–3) Lamanna (1’ s.t. Pena); Ristovski (13’ s.t. Sabelli), Borghese (25’ s.t. Toksic), Altobello (13’ s.t. Dos Santos), Defendi; Bellomo (1’ s.t. Rivaldo), Romizi (15’ s.t. Gherardi), Sciaudone (15’ s.t. Ghezzal); Galano (15’ s.t. Partipilo), Caputo (13’ s.t. Grandolfo), Albadoro (18’ s.t. Fedato). All. Torrente. ALFEDENA (Aq) (f.c.) Tante occasioni, ma solo due gol. Gol di Caputo in semi rovesciata. Torrente dà spazio a tutti. TERNANA-PAGANESE 3-1 MARCATORI Sinigaglia (T) al 3' e su rig. al 46' p.t.; Scarpa (P) al 10', Miglietta (T) al 31' s.t. TERNANA (3-4-3) Brignoli (1' s.t. Ambrosi); Ferraro, Pisacane, Lauro; Fazio, Di Deo (33' s.t. Ferrari), Miglietta (1' s.t. Carcuro), Dianda (1' s.t. Gotti); Alfageme (1' s.t. Nolè), Dumitru (13' s.t. Balistreri), Sinigaglia (19' s.t. Thiago Marin). All. Toscano. PAGANESE (4-2-4) Robertiello (27' s.t. Volturo); Nigro (dal 1' s.t. Calvarese), Fusco (1' s.t. Pepe), Fernandez (15' s.t. Pastore), Agresta (20' s.t. Masullo), Franco (1' s.t. Romano), Soligo (11' s.t. Gori), Scarpa (1' s.t. Neglia), Fava (1’ s.t. Girardi), Caturano (1’ s.t. Orlando), Tortori (1’ s.t. Ciarcià). All. Grassadonia. NORCIA (Pg) (m.l.) Gol di Sinigaglia al 3', risposta di Scarpa. Segna di Miglietta e allo scadere rigore di Sinigaglia. SANTARCANGELO-CESENA 1-3 MARCATORI D’Alessandro (C) al 32’, Beatrizzotti (S) su rigore al 45’ p.t.; Iori (C) su rigore al 7’, Arrigoni (C) 25’ s.t. SANTARCANGELO p.t. (4-3-1-2) Ruffato; Fabbri, Cola, Locatelli, G. Rossi; Baldinini, Zavalloni, P. Rossi; Beatrizzotti; Graziani, Canini. s.t.(4-3-1-2) Ruffato (31’ Pazzini); Fabbri, Cola (31’ Campana), Locatelli (31’ Beccaro), G. Rossi (31’ Musi); G. Camara, Bazzi, Lodovisi; Saporetti; S. Camara, Canini (16’ Soumah). All. Masolini. CESENA p.t.(4-4-2) Ravaglia; Tabanelli, Benalouane, Brandao, Favalli; Gessa, Parfait, Iori, D’Alessandro; Malonga, Lapadula; s.t.(4-4-2) Belardi, Arrigoni, Tonucci, Caldirola (40’ A. Rodriguez), Djokovic, Defrel, Meza Colli, Iori (23’ Martinelli), Turchetta, Cori, Graffiedi. All. Campedelli. SANTARCANGELO (Rn) (l.a.m.) Il Cesena batte il Santarcangelo. Segna D’Alessandro. Poi un rigore ineccepibile. NOVARA–AYGREVILLE 10-0 MARCATORI Perticone al 6’, Faragò al 12’, Gonzalez al 17’, Motta al 24’ e Gonzalez al 36’ p.t.; Piovaccari al 8’ e 16’, Jensen al 15’, Piovoccari al 22’ e Barusso al 37’ s.t. NOVARA p.t.(4-3-1-2) Kosicky; Ghiringhelli, Perticone, Ludi, Alborno; Marianini, Buzzegoli, Faragò; Motta; Gonzalez, Libertazzi. s.t. Bardi, Del Prete, Lisuzzo, Gigliotti (40’ s.t. Jiday), Peverelli, (24’ s.t. Panzeri), Barusso, Pesce, Buzzegoli (14’ s.t. Evola), Jensen, Piovaccari (40’ s.t. Singleton), Lanteri (29’ s.t. Maggio). All. Tesser. NOVARA (g.m.) Ancora protagonista la coppia d’attacco: doppietta di Gonzalez e tripletta di Piovaccari. TERAMO-ASCOLI 1-2 MARCATORI Capece (A) al 14’, Soncin (A) al 23’, Bordi (T) al 32’ s.t. TERAMO (4-2-3-1) Ferraiocco (13’ st. Arduini); De Fabriziis (1’ st. Chovet), Caidi, Ferrani (38’ Mosca), Montanari (13’ st. Patierno); Valentini, Drudi (1’ pt. Giannetti); Bellucci, Righini, Petrella (21’ st. Bordi); Bucchi (1’ st. Zerbo). All. Cappellacci. ASCOLI (3-5-2) Guarna; Prestia (1’ st. Rosania), Peccarisi (42’ st. Scognamillo), Faisca; Scalise (21’ st. Conocchioli), Di Donato (13’ st. Colomba), Capece, Margarita (1’ st. Hanine), Pasqualini (1’ st. Giallombardo); Soncin (32’ st. Gragnoli), Zaza (1’ st. Falconieri). All. Silva. TERAMO (p.e.) L’Ascoli va a vincere 2-1 sul campo del Teramo. La nota positiva è Zaza che sta lavorando sodo per trovare l’intesa con l’esperto Soncin.

MERCATO DI B E LEGA PRO IN SECONDA DIVISIONE IL FOLIGNO FA UN SONDAGGIO PER MAKINWA, SVINCOLATO DALLA LAZIO

Juve Stabia: colpo Beltrame. Sprint Carpi per Arma Bari su Lazarevic Modena-Avellino, duello per Mannini Andria: via Cari e il d.s. Logiudice CIRICI-D’ANGELO

La Juve Stabia mette a segno un altro colpo, assicurandosi dalla Juventus l’attaccante Beltrame. Ora la squadra campana aspetta anche Acosty dalla Fiorentina mentre dal Genoa può arrivare puro Said; per rinforzare il centrocampo piace Bottone (Frosinone).

Le altre di B Il Modena in attesa

di Mazzarani (Udinese, era a Novara) duella con l’Avellino per Mannini del Siena, che domani potrebbe decidere tra i due club. Novara: viva l’idea Schiattarella, piace Moretti (Catania). Il Varese continua a pensare a Kone, per Terlizzi il Pescara mette sul piatto uno tra Maniero, Togni e Brosco, ma c’è avanti lo Spezia che per l’attacco, oltre a Paulinho, Cacia e Sforzini, valuta anche l’ipotesi Maccarone. Dopo un ottimo precampionato, il Brescia è pronto a tesserare Mitrovic (il Chelsea a 16 anni lo pagò 4 milioni). Per Leali al Crotone siamo alla stretta finale, il Lanciano resta vigile ma ha pronta l’al-

ternativa Viotti (Chievo, era a Grosseto). Il Bari in settimana conta di convincere Iunco, con Torrente che spera di avere anche Lazarevic. Domani la Pro Vercelli avrà Cosenza dalla Reggina (dove manca solo l’ufficialità di Bergamelli dell’AlbinoLeffe), intanto si valuta Ucha (Savona) per l’attacco. La Ternana a sinistra aspetta Vitale (Napoli, era a Bologna) e tiene viva la pista Mazzotta (Lecce). Ascoli su Augustyn (Catania). Lega Pro Caos Andria: il d.s. Lo-

Stefano Beltrame, 19 anni LIVERANI

giudice e il tecnico Cari lasciano per divergenze col proprietario Fusiello. Sprint del Carpi per Rachid Arma: si può chiudere a breve (ma il Perugia non

molla). Il Barletta annuncia il brasiliano Luan Menegaz de Oliveira, ex Primavera Empoli. In Seconda il Foligno ha fatto un sondaggio per Makinwa, svincolato dalla Lazio. La Salernitana pensa a Zeytulaev (Lanciano). Il Fano prende Evangelisti (Vicenza). Il Pontedera ufficializza Nicolò Esposito, svincolato dall’Atalanta, che era in prova. Silvestri alla Vigor Lamezia. Il Teramo prende Drodi (Bassano), il Fondi Naglieri, svincolato dal Casale da dove rescinde il portiere Fiory, che torna all’Arzanese. Dopo il fallimento, la Spal riparte dalla D: il nuovo allenatore è David Sassarini, Roberto Ranzani il d.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rachid Arma, 27 anni LIVERANI


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MONDO

gallery

CANDIDATO IN GEORGIA

Kaladze finisce sotto inchiesta: riciclaggio

Da Rivera a Pelè: quando pallone e politica vanno a braccetto

GIANNI RIVERA Ha avuto ruoli governativi Dal 1994 è stato deputato, sottosegretario, europarlamentare e delegato allo Sport al Comune di Roma

GEORGE WEAH Sfiorò la presidenza Nel 2004 annunciò la sua candidatura alle politiche presidenziali della Liberia. Venne sconfitto al ballottaggio

PELÈ Ministro dello Sport Ambasciatore delle Nazioni Unite per l’ecologia e l’ambiente e nel ’95 viene nominato ministro dello sport brasiliano

Shevchenko dice basta Farà gol in Parlamento L’ex rossonero entra nel Partito Socialdemocratico Prima «partita»: le elezioni in Ucraina del 28 ottobre ANDREA LUCHETTA MILANO

Andriy Shevchenko entra in politica. «Forse vi scioccherò: il mio futuro non ha nulla a che vedere col calcio» ha detto ieri. L’ex Pallone d’oro si calerà in un nido di vipere, e per sopravvivere dovrà dimostrarsi ancor più velenoso di quanto fosse in area di rigore. Pressione Sheva non avrà tem-

po di prendere confidenza con la nuova vita. La prima scadenza è dietro l’angolo: il 28 ottobre l’Ucraina eleggerà il nuovo parlamento, in un voto di importanza cruciale per definire la traiettoria del Paese. La campagna si apre ufficialmente in questi giorni, ma in realtà è cominciata lo scorso autunno. Quando un tribunale ha condannato a 7 anni di reclusione Yulia Tymoshenko, ex Primo Ministro e principale spina nel fianco del presidente Viktor Yanukovich. Almeno all’apparenza, Sheva pare intenzionato a inserirsi nel solco tracciato dalla detenuta più discussa d’Ucraina. Oppositore? L’ormai ex attac-

cante raggiungerà «Vpered!» (Avanti!), il partito socialdemocratico rifondato da Natalia Korolevska. Una scelta tutt’altro che scontata, perché pone Shevchenko fuori dalla protezione — perlomeno da quella ufficiale — dei due principali blocchi politici. Giovane, bella e ambiziosa: Natalia Korolevska è una Yulia Tymoshenko in potenza, e non fa nulla per nasconderlo. Fino allo scorso mar-

zo, Korolevska apparteneva al blocco politico dell’ex premier, da cui però è stata espulsa con l’accusa di aver tramato contro la liberazione di Yulia. Sospetti che la nuova dama d’acciaio della politica ucraina rispedisce al mittente, rincarando pure la dose. Musica per le orecchie di Yanukovich, che trova nelle fratture dell’opposizione la carta più preziosa per sopravvivere.

Natalia Korolevska, 37 anni, leader del partito «Avanti!», stringe la mano ad Andriy Shevchenko, 35 anni, prossimo candidato al Parlamento

ROMARIO Deputato Si candida alle elezioni brasiliane nel 2010 e viene eletto deputato in Parlamento

Battaglia Il clima politico, man-

co a dirlo, è incandescente. Ed è lecito attendersi che poco sarà risparmiato a Sheva, secondo indiscrezioni prossimo a entrare nella lista dei primi 5 candidati di «Vpered!». Ieri l’ex attaccante ha detto di aver scelto «Avanti!» «perché è il partito del futuro (...) Voglio occuparmi di sociale e di sport: il mio motto è "mente sana in un corpo sano"». Vasto programma, visti gli usi della politica ucraina — un campo di battaglia perenne fra cordate di oligarchi rivali. L’arresto della Tymoshenko ne è un esempio. Le bombe di aprile, esplose nella città natale di Yulia (Dnipropetrovsk), un promemoria ancor più chiaro. L’ultima fiammata pochi giorni dopo la finale degli Europei, quando la discussione di una legge sul bilinguismo (l’est e il sud del Paese sono prevalentemente russofoni) ha portato a durissimi scontri nel centro di Kiev. Paralisi Le promesse tradite della Rivoluzione arancione (2005) hanno paralizzato l’Ucraina, colpita in pieno volto dalla crisi globale. Il 35% della popolazione (dati Cia Factbook) vive al disotto della soglia di povertà. Il cammino dell’accordo di associazione all’Ue è sospeso, prima vittima dell’autoritarismo di Yanukovich. E la costruzione (in corso) dei nuovi gasdotti russi rischia di marginalizzare Kiev anche agli occhi di Mosca. Non c’è bacchetta magica all’orizzonte, il sentimento dominante nei confronti dei politici è la disillusione. Sondaggi alla mano, il 60% della popolazione crede che il prossimo voto non sarà corretto. Buona fortuna, Sheva.

REUTERS

cesi.

Ora Sahin è a un passo dall’Arsenal Mancini jr firma con il Valladolid

Altri affari Nuova pista per il

BREGA-RUSSO

Era stato per qualche giorno accostato al Milan, con il suo agente in visita nella sede di via Turati. Invece dopo settimane di silenzio Nuri Sahin lo ritroviamo a un passo dall’Arsenal. Wenger sta trattando con il Real Madrid il prestito con diritto di riscatto del centrocampista turco-tedesco. Per la conclusione positiva della trattativa manca ancora il sì definitivo del gio-

catore. I Gunners puntano anche Cazorla (Malaga) Un Mancio lascia il City Dopo il finale di stagione al Fano (2ª divisione), Andrea Mancini, figlio di Roberto, fa di nuovo le valigie: il Manchester City, con cui è sotto contratto, lo manda in prestito al Valladolid (verrà inserito nella squadra B, ieri primo allenamento). Incroci parigini Leonardo vuole

un ultimo colpo per il Psg: si punta l’interno di centrocampo Moutinho del Porto (scadenza 2015), seguito anche dal Tottenham. E il Fenerbahçe prova a fare la spesa proprio a Parigi, dove qualcuno troverà meno spazio: ecco così l’idea Hoarau che tra l’altro inizierebbe l’ultimo anno di contratto con i fran-

Nuri Sahin, 23 anni, centrocampista del Real Madrid EPA

LA SCHEDA

Andriy Shevchenko è nato a Dvirkivscyna il 29 settembre 1976. Nel 1994 fa il suo esordio nella Dinamo Kiev. Il 1999 è l’anno del Milan dove resta fino al 2006, prima di passare al Chelsea per due anni e ritornare al Milan in prestito per una sola stagione. Nel 2009 fa ritorno alla Dinamo Kiev proprio dove aveva iniziato la sua carriera calcistica

FEDERICA MOLE’

Guai finanziari per l’ex difensore di Milan e Genoa, Kakhaber Kaladze. In Georgia, dove è in corsa per un seggio parlamentare, è finito nel mirino della Procura di Tbilisi con l’accusa di riciclaggio di denaro. Sotto la lente di ingrandimento dei magistrati georgiani il suo conto bancario che è stato bloccato per alcuni movimenti sospetti. Kaladze avrebbe prima versato 6 milioni di dollari per poi prelevarne 1,6 senza la prova di un evidente trasferimento presso un’altra istituzione finanziaria o del suo utilizzo per una legittima transazione. Il legale dell’ex difensore del Milan, Shalva Tadumadze, conferma il blocco del conto bancario ma precisa che finora al suo assistito «non è stato contestato alcun reato». L’ex giocatore, che ha lasciato il calcio giocato al termine dell’ultimo campionato di serie A, dopo 18 anni di carriera e un prestigioso palmares (ha vinto cinque volte il campionato della Georgia con la Dinamo Tbilisi e tre volte quello ucraino con la Dynamo Kiev prima di approdare nel club rossonero nel 2001 dove ha conquistato 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee, uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana) ha deciso di impegnarsi politicamente col movimento «Georgian dream» fondato dal milionario filorusso Bidzina Ivanishvili. Il suo «Sogno georgiano» è quello di battere l’attuale presidente della Georgia, Mikhail Saakashvili, nelle elezioni presidenziali del 2013.

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AFFARI ALL’ESTERO MUTU CHIEDE CONSIGLIO VIA TWITTER: «A BUCAREST MEGLIO STEAUA O RAPID?»

Psg, nel mirino di Leonardo c’è anche Moutinho. Il River Plate tenta Guti, ex del Real

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Kakhaber Kaladze, 34 anni

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Taccuino

Fulham: i londinesi ci provano con Arshavin che dopo il prestito lampo allo Zenit è tornato agli ordini dell’Arsenal con il quale ha un contratto fino al 2013. La Lokomotiv Mosca ha preso la punta senegalese N’Doye (Copenhagen) per 5 milioni. L’ex Bari Huseklepp torna in Norvegia al Brann Bergen, club dal quale spiccò il volo verso l’Italia (senza troppa fortuna) nel gennaio del 2011. Da ieri Giuly non è più un giocatore del Monaco: il contratto è stato rescisso e ora il francese, 36 anni, sta valutando cosa fare. Il River Plate prova a prendersi Guti: per la stampa argentina l’ex Real sarebbe già a Buenos Aires. Adrian Mutu tornerà a giocare in Romania. Dopo l’ultima esperienza italiana al Cesena, ecco il dubbio che l'attaccante ha espresso via Twitter, rivolgendosi ai suoi followers: «Lasciando da parte il passato, meglio andare allo Steaua Bucarest o tornare alla Dinamo?». © RIPRODUZIONE RISERVATA

A WASHINGTON

Amichevole notturna per Ibra Il suo Psg contro il Dc United È arrivato il momento di Ibra. La scorsa notte, il suo Paris Saint Germain ha giocato a Washington con tro il Dc United. Il match verrà trasmesso in differita alle ore 21 stasera su Mediaset Premium Calcio.

CAMPIONATO RUSSO

Senza freni lo Zenit di Spalletti: seconda vittoria, Criscito in gol Vola lo Zenit di Spalletti. Ieri la squadra di San Pietroburgo ha battuto 2 0 la Dinamo Mosca (gol di Kerzhakov e Criscito), nella seconda giornata di cam pionato. Al momento guida la classifica con 6 punti, alla pari della Lokomotiv Mosca.

INGHILTERRA

È morto Taylor: l’arbitro della finale del Mondiale 1974 È morto l’ex arbitro Jack Taylor, inglese, all’età di 82 anni. Taylor aveva diretto la finale dei Mondiali 1974 vinta dalla Germania Ovest sull’Olanda (2 1). Al 2’ concesse un rigore agli oranje: fu il primo penalty in una finale mondiale. Al 25’ decretò un altro rigore, sta volta per i tedeschi. La lega calcio inglese lo ricorda come «il miglior arbitro di tutti i tempi».


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MOTOMONDIALE GP STATI UNITI

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I TEMPI DELLE QUALIFICHE

Hayden chiude 8˚ con l’altra Ducati De Puniet è 11˚ e guida le Crt

GARA ALLE 23 Oggi a Laguna Seca (3.610 m) c’è il GP Stati Uniti, 10a prova (su 18) del Motomondiale. Corre solo la MotoGP. La differenza di fuso rispetto all’Italia è -9 ore

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S Prossima gara 19 agosto GP Indianapolis

Con questa grinta Jorge Lorenzo, 25 anni, oggi insegue con la Yamaha il sesto successo della stagione REUTERS

Lorenzo non si ferma più Stoner deve inchinarsi Botta e risposta all’ultimo giro e il record di Laguna Seca è demolito Pedrosa 3˚, Dovizioso 6˚, Rossi 10˚. Spies e Pasini cadono: illesi DAL NOSTRO INVIATO

FILIPPO FALSAPERLA LAGUNA SECA (Stati Uniti)

Il festival delle cromature e della passione a due ruote made in Usa si sposta ordinatamente dalla notte di Cannery Row, una volta centro di inscatolamento di sardine caro a John Steinbeck e oggi main street della movida di Monterey, alla conca di Laguna Seca. È un rito «pagano» secondo i canoni europei. Qui, dove sono le moto giapponesi a essere mosche bianche, o si sta dalla parte delle cromature e delle personalizzazioni (di tutti i generi) molto spesso marcate Harley, o si sceglie lo stile europeo: compìto se si sceglie Bmw (le GS1200 si vendono più che gli scooter da noi), decisamente glamour e sportivo se si opta per la Ducati, con un numero impressionante di Diavel in giro. Regole Sulle 10 miglia abbondanti che separano questi due poli del Motomondiale, le moto stanno rigorosamente in fila, non supererebbero una colonna di auto ferme nemmeno sotto tortura. E lo stile di guida, beh, non è esattamente da Jorge Lorenzo, ma nemmeno da Steve Rapp, improvvisata wild

card locale, con una Crt appena sfornata per la pista. Del resto l’ha spiegato bene alla vigilia il veterano Colin Edwards: «Qui il primo mezzo per prendere contatto con la guida è la macchina e non lo scooter». Sinceramente, si vede...

CALIFORNIA A TUTTO GAS 1

Battaglia Non hanno decisa-

mente questo problema Lorenzo e Pedrosa, per tutta la qualifica protagonisti di una lotta all’ultimo centesimo anche se alla fine tra i due spagnoli si è piazzato il solito Casey Stoner, che aveva superato di slancio entrambi salvo poi essere «morso» dal Black Mamba Lorenzo, davanti per soli 74 millesimi. In più Jorge ha mostrato un passo di gara terrificante. Vittima di una botta terrificante Ben Spies, che era 3˚ e poi ha perso una posizione. Sesto Andrea Dovizioso: «Come al solito non sono stato efficace con la morbida. Ma ho un buon passo» dice.

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Rosse Le Ducati hanno fatto

una gran fatica. Per quasi mezzo turno Nicky Hayden, che qui ha grandi ambizioni, era piantato all’ultima posizione delle MotoGP, mentre Valentino Rossi ha fatto una gran fatica a scavalcare le due Aprilia del Team Aspar: entrambi gli ufficiali

NAZ

TEAM TEMPO

1. LORENZO

SPA

Yamaha 1’20"554 media 161,332 km/h Honda 1’20"628 Honda 1’20"906 Yamaha 1’21"094 Yamaha 1’21"268 Yamaha 1’21"539 Honda 1’21"732 Ducati 1’21"734 Honda 1’21"753 Ducati 1’22"544 Art 1’22"886 Art 1’23"075 Suter 1’23"699 Ducati 1’23"704 Bqr 1’23"769 Ftr 1’23"877 Ducati 1’23"898 Art 1’24"017 Ioda 1’24"227 Bqr 1’24"560 Art 1’24"715 Apr (n.q.) 1’26"887

2. STONER AUS 3. PEDROSA SPA 4. SPIES USA 5. CRUTCHLOW GB 6. DOVIZIOSO ITA 7. BAUTISTA SPA 8. HAYDEN USA 9. BRADL GER 10. ROSSI ITA 11. DE PUNIET FRA 12. ESPARGARO SPA 13. EDWARDS USA 14. ABRAHAM R CEC 15. HERNANDEZ COL 16. PIRRO ITA 17. ELIAS SPA 18. PASINI ITA 19. PETRUCCI ITA 20. SILVA SPA 21. ELLISON GB RAPP USA

In tv 18.40-19 warm up su Italia 2; 23 gara (32 giri per 115,52 km) su Italia 1 e Italia 2 Classifica 1. Lorenzo 185 2. Pedrosa 166 3. Stoner 148 4. Dovizioso 108 5. Crutchlow 95 6. Rossi 82 7. Bradl 75 8. Hayden 74 9. Bautista 73 10. Spies 66

PILOTA

1. Andrea Dovizioso, 26 anni, alla prima stagione con la Yamaha Tech 3 2. Valentino Rossi, 33 anni, firma l’autografo sul seno di una tifosa 3. L’idolo locale Nicky Hayden, che domani compie 31 anni e che ha appena rinnovato con la Ducati MILAGRO/IMAGE SPORT

hanno sfoggiato il motore ultima evoluzione, anche se non con il pacchetto evoluzione. Poi sono risaliti — Nicky 8˚ a 1"1, Valentino 10˚ addirittura a quasi 2" — ma queste difficoltà generali fanno pensare. «Come al Mugello sul passo gara non siamo lontani dal gruppetto abituale, ma con le morbide tutti migliorano, anche Nicky, e io no» spiega Rossi nel dopo prove. Vale ha anche incontrato l’a.d. Ducati, Gabriele Del Torchio «perché mi doveva dare dei dettagli importanti anche per il futuro», ma fatica a mascherare la delusione: «Speri sempre che la prossima gara vada meglio, invece non succede mai. Speriamo che in gara almeno vada come al Mugello». Imprevisto Già, la gara, con le sue incertezze. Perché in questa tarda serata italiana (il via alle 23) ci si schiererà con mille dubbi. Di solito la gara si rifinisce e «definisce» nelle libere del sabato mattina. Che invece ieri sono quasi saltate per nuvole basse, con nebbia e umidità in pista. Praticamente tutti ai box, senza poter fare quella messa a punto fine che doveva poi rendere più facili i 32 giri previsti. Soprattutto il lavoro sulle gomme, quelle morbide abbastanza ben conosciute al venerdì mattina, contro le dure che invece nelle libere del pomeriggio avevano fatto penare molti, come avevano mostrato le tante cadute di quel turno. Lorenzo Jorge è il gran favorito: la sua facilità di girare in 1’21" è impossibile per tutti: c’è riuscito anche al mattino in soli 4 giri, replicando il tempo per 5 volte di fila (su 8 passaggi), mentre il più vicino, il compagno Spies, a oltre 8 decimi, e Hayden (3˚) a 1"2. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIOIA MAI NESSUNO AVEVA GIRATO COSÌ FORTE SULLA PISTA CALIFORNIANA CON UNA MOTO

Jorge si applaude da solo: «Sì, ho fatto un giro perfetto» «La pole è arrivata all’ultima curva» Casey: «Per le Crt non ho mai avuto un giro pulito» GIOVANNI ZAMAGNI LAGUNA SECA

È stato davanti tutto il turno, con un ritmo impressionante e stupefacente. Così, quando a pochi attimi dalla fi-

ne si è visto strappare da Casey Stoner la pole position, Jorge Lorenzo ha fatto una smorfia. Un piccolo disappunto in una giornata fino a quel momento trionfale, uno «sgarro» che non avrebbe potuto digerire dopo aver dominato 59 dei 60 minuti di qualifiche. Così, Lorenzo ha rimesso la testa nel cupolino della Yamaha, ha dato nuovamente gas e ha pensato solo a fare il miglior giro possibile, ad andare veloce come mai nessuno aveva fatto prima qui a Laguna Seca, con nessun’altra moto. Il risultato

è stato sbalorditivo: 1’20”554, 74 millesimi meglio di Stoner, un decimo e mezzo più rapido del precedente giro record, di Stoner, del 2008 (1’20”700), quando c’erano le gomme da tempo. Gioia Un’impresa che rende fe-

La gioia di Jorge Lorenzo dopo la pole position MILAGRO

lice lo spagnolo, anche se, naturalmente, predica prudenza. «Sono solo le prove. Comunque sì, è stato un giro praticamente perfetto: nell’ultima curva, dove in precedenza perdevo abbastanza rispetto alle Honda, ho dato il massi-

mo, ho piegato tantissimo e aperto il gas più velocemente possibile. Questo mi ha permesso di arrivare fortissimo sotto la bandiera a scacchi e di conquistare la pole». Rabbia La felicità di Lorenzo si scontra con il disappunto di Stoner. «Non abbiamo potuto mostrare il nostro potenziale, non ho mai avuto un giro pulito per colpa delle Crt» si rammarica il campione del mondo, come al solito a lungo fermo al box. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 29 LUGLIO 2012

FORMULA 1 GP UNGHERIA

I TEMPI QUALIFICHE 1 1. HAMILTON

1’21"794

2. DI RESTA

1’21"912

3. BUTTON

1’22"028

4. ROSBERG

1’22"079

5. ALONSO

1’22"095

6. PEREZ

1’22"110

7. HÜLKENBERG

1’22"176

8. MASSA

1’22"203

9. RAIKKONEN

1’22"234

10. SENNA

1’22"271

11. SCHUMACHER

1’22"436

12. MALDONADO

1’22"475

13. GROSJEAN

1’22"755

14. VERGNE

1’22"799

15. KOBAYASHI

1’22"801

16. WEBBER

1’22"829

17. VETTEL

1’22"948

ELIMINATI 18. RICCIARDO

1’23"250

19. KOVALAINEN

1’23"576

20. PETROV

1’24"167

21. PIC

1’25"244

22. GLOCK

1’25"476

23. DE LA ROSA

1’25"916

24. KARTHIKEYAN

1’26"178

y

ALLE 14 SU RAI 1

Oggi si corre a Budapest (4.381 m) il GP Ungheria, 11a prova (su 20) del Mondiale 2012. In programma 70 giri per 306,630 km

S In tv Gara alle 14 su Rai 1. Tempo reale su Gazzetta.it

Lewis, giro pauroso Grosjean sorprende Alonso è lontano L’inglese, sulla McLaren B, rifila 4 decimi alla Lotus Fernando (6˚) e Vettel (3˚) oggi sperano nella pioggia

QUALIFICHE 2 1. HAMILTON

1’21"060

2. VETTEL

1’21"407

3. MALDONADO

1’21"504

4. MASSA

1’21"534

5. RAIKKONEN

1’21"583

6. ALONSO

1’21"598

7. BUTTON

1’21"618

8. HÜLKENBERG

1’21"653

9. GROSJEAN

1’21"657

10. SENNA

1’21"697

ELIMINATI 11. WEBBER

1’21"715

12. DI RESTA

1’21"813

13. ROSBERG

1’21"895

14. PEREZ

1’21"895

15. KOBAYASHI

1’22"300

16. VERGNE

1’22"380

17. SCHUMACHER

1’22"723

Hamilton PINO ALLIEVI BUDAPEST (Ungheria)

QUALIFICHE 3 1. HAMILTON

1’20"953

2. GROSJEAN

1’21"366

3. VETTEL

1’21"416

4. BUTTON

1’21"583

5. RAIKKONEN

1’21"730

6. ALONSO

1’21"844

7. MASSA

1’21"900

8. MALDONADO

1’21"939

9. SENNA

1’22"343

10. HÜLKENBERG

1’22"847

GP2 IERI GARA-1

Vince Chilton davanti al nostro Valsecchi BUDAPEST (ro.chi.) Il 21enne inglese Max Chilton si è imposto in gara 1 della GP2. Il pilota del team Carlin è scattato molto bene dalla pole e ha mantenuto il comando fino alla bandiera a scacchi. Al secondo posto il nostro Davide Valsecchi, che ha chiuso subito davanti al leader del campionato Razia. Ora l’italiano è solo 5 punti dietro al brasiliano nella generale. In gara 2 scatta in pole Gutierrez.

È una F.1 un po’ matta, che si diverte a rimescolare le carte ad ogni occasione. Una settimana fa Alonso era in pole a Hockenheim e pregustava la vittoria che poi sarebbe puntualmente arrivata 24 ore dopo. Ieri Fernando si è ritrovato 6o, con un distacco di ben 0"9 decimi da Hamilton, ma non ha fatto una piega. Ha solo detto: «Siamo dove immaginavamo di essere, non abbiamo la macchina più veloce, cercheremo di ottenere il massimo in gara». Dichiarazioni da politico ma che ha le idee chiare. Del resto, ha trionfato 2 volte su 3 partendo ancora più indietro: 9o in prova in Malesia, addirittura 11o a Valencia, perché la Ferrari non è la più rapi-

da ma la più completa perché usura le gomme meno delle rivali. Specifica Fernando: «Non abbiamo la necessità di vincere pure qui». Webber Gli basterebbe andare sul podio. O finire 4o. Ma davanti a Webber, il rivale più vicino in campionato. Poi andrà in vacanza per un mese, inutile chiedergli dove e con chi, forse con una delle ragazze di cui lui stesso posta le foto su twitter per confondere le idee e alimentare anche una immagine di play boy. Abituato ai giochi di prestigio, queste manovre lo divertono. Hamilton Ma davanti a un Ha-

milton con l’agguerrita McLa-

La Ferrari soffre, ma lo spagnolo resta calmo. Massa (7˚) può dargli una mano In agguato Button e Raikkonen. Male le Mercedes di Rosberg (13˚) e Schumi (17˚)

ren (rivoluzionata in Germania, perfezionata nello scivolo qui) ci sarà poco da fare per tutti, in caso di condizioni normali che peraltro si presentano oramai raramente in questa F.1 bislacca. Per giunta, il meteo annuncia una corsa caldissima all’inizio e bagnata alla fine. E sia Alonso, sia Vettel (3o) sperano in una botta di fortuna sul bagnato per guadagnare posizioni. La sorpresa potrebbe arrivare dalla Lotus, che ha lanciato Romain Grosjean in prima fila (mai accaduto) e ha Raikkonen quinto. Lotus Macchina equilibrata,

che va forte con il caldo, la Lotus potrebbe scombussolare i giochi dei grandi cercando la prima affermazione, anche se poi ci sono piloti come Button (4o) abituati a eccellere nelle corse più caotiche. Un punto interrogativo è rappresentato da Mark Webber, che si è ritrovato undicesimo con una Red Bull improvvisamente lenta, rispetto a quella che aveva guidato due ore prima nelle prove libere in cui si era issato davanti a tutti. Un mistero che ha innervosito parecchio il combattivo pilota australiano il quale già venerdì si era lamentato degli alti e bassi improvvisi della sua macchina.


DOMENICA 29 LUGLIO 2012

Romain coltiva un sogno «Vincere con l’auto di Senna»

DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA CREMONESI BUDAPEST

La fotografia di questa annata pazzerella è rappresentata da Romain Grosjean. Solo una settimana fa in Germania

sembrava in crisi: 15˚ in qualifica e 18˚ in gara. Oggi partirà per la prima volta in prima fila coltivando il sogno di andarsene in viaggio di nozze con Marion (che ha sposato prima di Silverstone) con un successo che lo farebbe diventare legittimo erede di Ayrton Senna, l’ultimo ad aver regalato alla Lotus (Detroit, 1987) una vittoria. «Aggiungermi a Senna sarebbe un piacere extra. Per vin-

cere la condizione migliore è conquistare la prima fila e questa parte del lavoro l’ho fatta!». Svolta Come è stato possibile

un simile recupero? «Siamo ripartiti dalla Germania — spiega — che si è rivelata un mezzo disastro. Abbiamo cercato di capire perché non sentissi più la vettura come nella prima parte del campionato. Ma ancora all’inizio delle qualifi-

Lewis Hamilton, 27 anni, in azione e, nella foto a sinistra, soddisfatto dopo la pole AFP-COLOMBO

picchia Red Bull Ma è evidente che la

Red Bull non è più l’orologio dello scorso anno, quando tutto filava liscio e le vittoria arrivavano a grappoli. La macchina di recente è migliorata, ma è troppo sensibile ai cambiamenti di asfalto, temperature, regolazioni: basta poco per farla arrivare in alto e poi farla precipitare. Massa Stavolta la Ferrari pare

poter contare sull’appoggio di Massa, 7˚ a soli 54 millesimi da Alonso proprio sul circuito dove nel 2009 ebbe il tremendo incidente. Felipe deve darsi una mossa. Le probabilità che resti in Ferrari sono ridotte al minimo, quindi deve trovarsi una macchina per il 2013 e gli serve un risultato-vetrina. Più indietro ci sono le Williams di Maldonado (8˚) e Senna (9˚, al debutto nei top ten).

Dall’alto Fernando Alonso, 31 anni oggi, in azione sulla F2012 e Felipe Massa, 31, mentre si disseta nel box del Cavallino: ieri c’erano 33˚ COLOMBO

Crisi Mercedes Scomparsa invece la Sauber che a Hockenheim era stata eccellente e qui, con le stesse gomme, non ha saputo trovare un buon equilibrio. Ma ancora più in crisi è la Mercedes, con Rosberg 13˚ e Schumacher 17˚. L’orientamento è di due pit stop, ma questo non esclude che c’è anche ci pensa a una sola sosta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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FERRARI IN FUGA

Classifiche Piloti: 1. Alonso (Spa-Ferrari) 154 2. Webber (Aus-Red Bull) 120 3. Vettel (Ger-Red Bull) 110 4. Raikkonen (Fin-Lotus) 98 5. Hamilton (GB-McLaren) 92 6. Rosberg (Ger-Mercedes) 76 7. Button (GB-McLaren) 68 8. Grosjean (Fra-Lotus) 61 9. Perez (Mes-Sauber) 47 10. Kobayashi (Gia-Sauber) 33 12. Schumacher (Ger-Mercedes) 29 14. Massa (Bra-Ferrari) 23 Costruttori: 1. Red Bull 230 2. Ferrari 177 3. McLaren 160

S Prossima gara 2 settembre GP Belgio

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che mi sembrava di vivere in un incubo. Per cui questo secondo posto è una mezza sorpresa e su una pista come questa, dove superare è difficile, costituisce qualcosa di speciale». Ma ora viene il difficile perché Grosjean quest’anno ha avuto una attrazione fatale per gli incidenti a inizio GP. «Sfrutto ogni gara per migliorarmi, cercherò di fare tesoro dell’esperienza. E non cambierei il mio posto con Vettel (3˚; n.d.r.): anche a Montmelò si parlava tanto di parte pulita e sporca della pista ma alla fine chi scattava secondo e quarto alla prima curva erano rispettivamente al comando e al terzo posto!».

IL FRANCESE DEBUTTA IN PRIMA FILA CON LA LOTUS

Può imitare Ayrton a 15 anni dal trionfo di Detroit 1987

LA GAZZETTA SPORTIVA

Il podio del sabato: da sin. Grosjean (2˚), Hamilton (1˚) e Vettel (3˚) AFP

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ilPersonaggio LEWIS HAMILTON

«La mia rimonta deve cominciare da questa gara» Terza pole position della stagione e 150ª per la McLaren: «Novità ok, ora posso fare cose che non mi riuscivano più» Button (4˚): «Rallentato dalla Williams di Maldonado»

MARCO DEGL’INNOCENTI BUDAPEST

Le note rap di «Life is good» in cuffia per concentrarsi e rilassarsi prima della qualifica. La terza pole stagionale (sarebbero quattro se non gli fosse stata tolta quella di Barcellona, per non aver portato la macchina ai box, n.d.r.), 22ª in carriera e 150ª per la Mclaren. «Un fine settimana incredibile, perfetto», ha ammesso Lewis Hamilton, che già nelle libere del venerdì e nell’ultima sessione di ieri mattina, prima delle qualifiche, era stato sempre il più veloce. E come premio ha ricevuto anche l’abbraccio di papà Anthony, segno che ormai tra i due è tornato il sereno, dopo il lungo periodo di freddo, due anni fa culminato con il «divorzio» professionale quando Lewis decise di non voler più accanto a se il genitore come manager affidandosi ad una agenzia che gestisce famosi dive e divi di Hollywood oltre che David Beckham. Ombre e luci Hamilton, adesso, è tutto proteso a recuperare, nella seconda metà della stagione, una prima parte con più ombre che luci. A partire da Budapest, dove ha già realizzato due pole position e vinto due volte: «Sono assolutamente felice, è un bel passo avanti per il team. Sono soprattutto contento di come funzionino le novità sulla vettura. Adesso riesco a fare cose che prima non sarei mai riuscito a fare». Per lui, dunque, questo gran premio è una pietra miliare della stagione: «So bene che ho fatto pochi punti rispetto a quelli di chi sta davanti a me, a cominciare da Alonso. Ma le corse sono così. Non posso certo dire che sono tranquillo e rilassato, ma sappiamo che abbiamo ancora molto lavoro da fare e vorremmo pro-

Lewis Hamilton, 27 anni, campione del mondo nel 2008 su McLaren AP

«

Qui il segreto è tenere la mente fresca e gestire il degrado delle gomme LEWIS HAMILTON 2 GP D’UNGHERIA VINTI

gara, così come la Red Bull». La bella qualifica della McLaren è stata completata dal confortante quarto posto di Jenson Button, che sta confermando il suo momento felice, dopo un periodo nel quale sembrava quasi scomparso dalla scena. Maldonado Lui, però, si è la-

vare ad essere sicuri di cominciare a farlo proprio da questa gara». Incanto doppio La pista unghe-

rese gli piace, gli piace la città di Budapest. Ma non possiede segreti particolari per affrontarla. «Qua bisogna semplicemente tenere la mente fresca e stare attenti al consumo delle gomme. Proprio la strategia degli pneumatici sarà importante in gara. Il loro degrado sarà decisivo. Naturalmente, spero anche di fare una buona partenza, ma poi dovrò guardarmi anche dagli avversari: la Lotus è molto forte sul passo

mentato di aver perso tempo perché attardato da Maldonado: «Ero molto contento della mia vettura — riferisce — purtroppo nell’ultimo settore mi sono ritrovato una Williams davanti al muso. Ecco perché non sono molto soddisfatto. È un peccato dover partire dalla quarta, invece che dalla terza posizione, perché da quel lato la pista è molto più pulita e permette certamente una partenza migliore. Comunque negli ultimi tempi anch’io non sono partito male, quindi tanto per cominciare spero di poter tener dietro di me Raikkonen». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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DOMENICA 29 LUGLIO 2012

FORMULA 1 GP UNGHERIA

Vettel vuole sfatare il tabù di luglio L’iridato (3˚) non ha mai vinto in questo mese: «Hamilton fa paura, ma ormai so come si fa» ber molto dietro di lui, non lo tranquillizza comunque più di tanto: «Al primo posto c’è Lewis e per me continua ad essere uno dei principali candidati al titolo mondiale. Non si può mai perdere di vista la McLaren e uno veloce come Hamilton». E poi c’è sempre da guardarsi dalla sorpresa delle qualifiche, il francese Grosjean, che spesso ha avuto partenze avventurose. Ma Vettel non se ne preoccupa: «Forse in alcune gare nei giri iniziali non è andato proprio come avrebbe voluto, ma credo che abbia ormai fatto esperienza. La Lotus in corsa sarà molto veloce, questa è la mia vera preoccupazione».

MARCO DEGL’INNOCENTI BUDAPEST (Ungheria)

Niente terza pole consecutiva sull’Hungaroring per Sebastian Vettel. E la maledizione di luglio continua a gravare sul due volte campione della Red Bull: una vittoria nel GP d’Ungheria potrebbe sfatarla all’ultima giornata utile del calendario, ma da come si sono messe le cose per le monoposto delle lattine energetiche, non sembrerebbe impresa facile. «Hamilton era assolutamente irraggiungibile», ha riconosciuto con onestà il tedesco dopo la qualifica. Che sulla sua prestazione ha ammesso: «Non sono del tutto contento. Per tutto il fine settimana la macchina ci ha fatto faticare, il bilanciamento non era perfetto, anche se tutto sommato è sempre stata veloce. Grosjean era alla mia portata e un secondo posto in griglia sarebbe stato possibile, ma forse anche il terzo non è tanto male, perché parto sul lato pulito e la distanza fino alla prima curva è notevole».

Sebastian Vettel, 25 anni, campione del mondo in carica. Nel 2012 ha vinto in Bahrain EPA

«La modifica alla mappatura non ha influenzato la mia prestazione in qualifica»

Gomme Tra le cause che il tede-

sco annovera per la sua prestazione non brillantissima c’è soprattutto il fatto di essersi trovato, nella terza qualifica, con un solo set di gomme morbide: «I nostri tempi sono migliorati di sessione in sessione, ma

«Dire già adesso che dobbiamo vincere altrimenti tutto è finito, è una stupidaggine»

per riuscirci abbiamo avuto bisogno di più gomme di quante all’inizio pensavamo di consumare: un set in più, per la precisione. Per questo nella terza qualifica ho potuto fare un solo tentativo, il che non è stato molto bello. La pista era diventata più veloce, ma non siamo riusciti ad approfittarne». Vettel nega invece con decisione che il leggero calo di prestazioni della Red Bull sia dovuto alla ormai famigerata modifica della mappatura della centrali-

LOCMAN

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na del motore, imposta dalla Fia: «No, penso proprio che non abbia avuto molta influenza, come qualcuno crede. Come ho già detto abbiamo avuto un paio di problemi per trovare il giusto bilanciamento, anche in qualifica, ma ciò non ha avuto niente a che fare con la mappatura». Rivali Uno sguardo alla griglia di partenza, con i suoi diretti avversari nella lotta iridata, come Alonso e soprattutto Web-

BUDAPEST

Anche il GP d’Ungheria parte sotto una cattiva stella per Mark Webber, dopo quello deludente di Hockenheim. Sembra quasi che il rinnovo del contratto con la Red Bull gli abbia tolto smalto. Stavolta Mark non riesce neppure a centrale la terza qualifica (11˚) e non nasconde la sua delusione: «C’erano solo tre decimi tra il terzo posto e l’undicesimo. E a me è rimasta solo l’insalata…», ha reagito con una colorita battuta l’australiano della Red Bull. Punti Poi è entrato nel detta-

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Il Mondiale di Formula 1 avrà 20 gare anche nel 2013. Lo conferma il patron Bernie Ecclestone: «Più o meno, saranno ospitate dalle stesse piste di quest’anno». L’unico cambiamento dovrebbe essere l’uscita di Valencia e l’entrata del New Jersey.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Webber ora non vola più Red Bull, nuovi sospetti Horner: «Scoperto un nostro sistema per cambiare l’assetto al parco chiuso? È falso»

S . P. A .

«Anche nel 2013 20 gare iridate»

IN CRISI L’AUSTRALIANO HA PERSO SMALTO DOPO IL RINNOVO DEL CONTRATTO

ITALY

L O C M A N

PARLA ECCLESTONE

Pit stop Nonostante la qualifica non ideale, in prospettiva gara Sebastian non perde il suo ottimismo: «Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione del genere, sappiamo bene come reagire. E siamo ben preparati soprattutto per quanto riguarda il problema principale che si porrà anche qui, quello del consumo delle gomme. Tutto dipenderà da quello. Lo si è visto anche negli ultimi gran premi. Noi daremo ancora una volta il massimo cercando di fare in modo che tutto vada per il meglio, a cominciare dai pit stop. Dove saremo alla fine? Dire già adesso che dobbiamo vincere altrimenti tutto è finito, è una stupidaggine colossale».

D ’ E L B A

glio: «È stata una qualifica molto combattuta, i distacchi assai ravvicinati. Bisognava dare tutto fino all’ultimo e il mio giro finale non è stato dei migliori, perché non sono riuscito a sfruttare le gomme nuove. Con quelle usate sembrava andar tutto molto bene, ma alla fine non sono stato abbastanza veloce. Non ho trovato l’aderenza ottimale e sono uscito dai primi dieci». Quanto alle sue prospettive in gara, a Webber non resta che sperare di «fare punti importanti».

Sospetti Alla vigilia del GP di

Ungheria la Red Bull è stata un’altra volta oggetto di sospetti di irregolarità, per le rivelazioni di un periodico tedesco, secondo cui il team avrebbe introdotto un meccanismo per modificare le sospensioni anteriori manualmente. Cosa che il regolamento vieta, per impedire che nel parco chiuso, tra qualifiche e gare, i meccanici possano lavorare sulla macchina ingannando gli addetti alla sorveglianza della vettura. Perciò ogni intervento deve essere fatto esclusivamente con appositi attrezzi. La Fia — secondo quanto rivelato dal periodico — avrebbe scoperto il marchingegno in occasione del GP del Canada e costretto la Red Bull a cambiarlo, senza però prendere

LA CURIOSITÀ

Caldo in abitacolo fino a 60 gradi C’è il ventilatore

provvedimenti. Secca la smentita del responsabile del team, Christian Horner: «Non abbiamo mai cambiato l’altezza delle vetture nel parco chiuso, è un argomento che proprio non esiste», ha tagliato corto. Precisando: «Ci sono molte cose che si possono cambiare manualmente, ma la Fia ha detto che sarebbe preferibile farlo solo con un attrezzo. Il materiale che avevamo in Canada, lo avevamo anche in altre corse». Per Horner i ripetuti sospetti sulla irregolarità della Red Bull sono solo prodotto dell’invidia: «Penso sia una conseguenza della nostra forza. Se gli altri si lamentano, è perché la nostra vettura è veloce». m.d.i. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sabato di Budapest è stato finora il più caldo della stagione: 30˚ di temperatura dell’aria e 45˚ sull’asfalto. A dura prova, oltre che le gomme, anche il fisico dei piloti. Pensate che nell’abitacolo delle F.1, quando le vetture sono ferme ai box, si possono raggiungere fino a 60˚ a causa del calore delle parti meccaniche. Perciò vengono utilizzati piccoli ventilatori (come quello che si vede a sinistra sulla Ferrari di Alonso, foto COLOMBO), e tubi pieghevoli che portano aria fredda all’interno del posto guida. Hamilton e Button indossano anche giubbotti refrigeranti.


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FORMULA 1 GP UNGHERIA Bull, due Lotus e magari anche una Force India. Eravamo da 7˚-12˚ posto. Invece abbiamo due macchine in Q3». Sorpresa Sostiene Fernando di

non aver fatto un gran giro («Ho perso un paio di decimi in qualche curva»), ma non si nasconde che in gara le cose potrebbero cambiare, anche perché potrebbe piovere: «Partendo in questa posizione possiamo puntare al podio». Ma non scarta neppure il bersaglio grosso che renderebbe indimenticabile il giorno del 31˚ compleanno: «Non lo escludo dopo quel che è successo a Valencia (vittoria scattando 11˚; n.d.r.), anche se al momento non credo che siamo abbastanza veloci per vincere. Per fortuna non siamo costretti a farlo a ogni costo, ci basta raccogliere punti pesanti».

d

HANNO DETTO

S Massa «Sappiamo che in condizioni di asciutto soffriamo un po’ in qualifica, mentre in gara di solito andiamo meglio. Per cui sono ottimista»

Taccuino GP3

Ceccon 4˚, Piria 20a Felix da Costa ha vinto ga ra 1 della GP3 a Budapest. Il porto ghese ha sfruttato la pessima par tenza del poleman Aaro Vainio (Lo tus), che ha poi chiuso quinto, e al la prima curva è stato bravo a di fendersi dal deciso attacco di Mi tch Evans (MW Arden). Accesso ed entusiasmante il duello per la se conda posizione ingaggiato da Da niel Abt (Lotus) e Mitch Evans. A spuntarla, alla fine, è stato il pilota tedesco, ma Evans è riuscito co munque a rafforzare il primato in classifica. Ottima prestazione del nostro Kevin Ceccon (Ocean), che ha chiuso al quarto posto. Ventesi ma Vicky Piria, al rientro dopo il bot to di Hockenheim.

PEUGEOT SPORT Incognite Sono due: la pioggia

che potrebbe cadere nella parte finale e la durata dei pneumatici soffici. Red Bull al mattino ci ha percorso 13-14 giri, i ferraristi molti meno: «Volevamo risparmiare km a motore e

Massa: «In Q3 il sovrasterzo era eccessivo. Al via non guarderò in faccia nessuno» Alonso analizza i dati con il suo ingegnere Andrea Stella. Lo spagnolo a Budapest ha vinto la prima gara in F.1, nel 2003 COLOMBO

Ragionier Fernando «Il 6˚posto va bene e in gara chissà...»

vettura e poi ci sono gli altri che fanno per noi il lavoro gratis». Neppure il divario di 9 decimi da Hamilton sembra preoccupare il leader iridato: «Lewis aveva una superiorità tale che in Q1 ha potuto permettersi di usare solo le medie. È un vantaggio che si è trascinato sino in Q3, dove è stato il solo ad avere due treni soffici nuove. Il divario con gli altri è assai più contenuto. Per questo ritengo che i 9 decimi non siano reali».

«Non devo vincere, l’importante è fare punti pesanti Cerco il podio, ma dopo Valencia non escludo nulla»

Scudiero Pur registrando un

DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA CREMONESI BUDAPEST

Nessuna sorpresa, nessuna delusione. Perché, malgrado due pole consecutive, due vittorie e un secondo posto, Fernando Alonso non si è mai stancato di ripetere che questa Ferrari non è ancora la miglior vettura. Con buona pace di chi, come Sebastian Vettel, pensa il contrario. «È un concetto che ho ribadito anche giovedì e che qualcuno però si dimentica: siamo contenti per i punti raccolti

sinora — spiega lo spagnolo —, ma non per le prestazioni. Qui non avevamo novità sostanziali sulla vettura, e senza si perde terreno. La pausa estiva ci consentirà di lavorare su alcune novità per la seconda parte dell’anno. Nel frattempo bisogna cercare di restare costanti. Questo è un campionato che non è lineare. Guardate Webber: ha vinto a Silverstone, qui è fuori dal Q3». Ecco perché alla fine il 6˚ posto è più che positivo: «È andata bene perché mi aspettavo di avere davanti due McLaren, due Red

Sempre insieme Alonso ha postato su twitter una foto col fisioterapista Borra e la ragazza che da un po’ si vede al suo fianco. Ma chi è? Si chiama Dasha Kapustina, 22 anni, russa di Vladivostok, fa la modella in Giappone.

tempo peggiore di soli 54 millesimi di Alonso, Massa non è soddisfatto: «Sino alla Q2 stava andando tutto piuttosto bene, poi nell’ultima frazione ho accusato un sovrasterzo eccessivo. Comunque sappiamo che in condizioni di asciutto soffriamo un po’ in qualifica mentre in gara di solito andiamo meglio. Per cui sono ottimista». Il brasiliano partendo accanto al compagno dalla parte pulita del tracciato si trova in un situazione delicata: difendere Fernando che lotta per il titolo o pensare alla propria gara (e al futuro)? «Se ti metti a fare calcoli, perdi posizioni, cercherò di fare la miglior partenza possibile». Senza guardare in faccia nessuno... © RIPRODUZIONE RISERVATA

Famin è il nuovo capo

S Fry «Non abbiamo la macchina più veloce e c’è ancora molto da lavorare per raggiungere questo obiettivo. Per questo non possiamo dirci delusi»

Bruno Famin, 50 anni, è il nuovo direttore di Peugeot Sport al posto di Olivier Quesnel. Famin è stato il direttore tecnico enduran ce dal 2007 al 2011, Quesnel era stato licenziato da Peugeot Sport in febbraio.

CIV MOTO3 A MISANO

Domina Antonelli (p.g.) Niccolò Antonelli, 16en ne promessa iridata della Moto3, ha dominato a Misano il 6˚ round del Civ precedendo lo spagnolo Alex Rins e il leader tricolore Kevin Calia, tutti su Honda. Gli altri vinci tori: 125 Miroslav Popov (R.Cec Mahindra), Superbike Mat teo Baiocco (Ducati), Supersport Ilario Dionisi (Honda), Superstock Alessio Velini (Bmw), Stock 600 Franco Morbidelli (Yamaha). Gara e titolo anticipato per Ferruccio Lamborghini (Honda) in Moto2. Og gi rivincite dalle 11.45, diretta Spor titalia e streaming su Sportube.tv. Ingresso paddock tribune 15 euro.

SPEED DAYS

Marchetti in pole Dario Marchetti (Ducati), 51 anni, ha ottenuto il primo tempo nel le qualifiche della categoria Bear e il quarto della Superbike agli Spe ed Days di Zeltweg (Austria), gara internazionale in programma oggi. La giornata di prove è stata tutt’al tro che facile per il pilota di Castel San Pietro, che si era presentato già acciaccato a causa di una cadu ta in allenamento; Marchetti è sci volato nuovamente nelle prove libe re della mattina. La botta non gli ha impedito di staccare tempi di tutto rispetto.

8 ORE DI SUZUKA

Yamaha davanti La Yamaha di Nakasu ga Hill Haga partirà oggi in pole nel la 8 Ore di Suzuka. Subito dietro ci sono la Honda di Kiyonari Ao yama Takahashi e la Suzuki di Ao ki Camier Waters.


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LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 29 LUGLIO 2012

TUTTENOTIZIE & RISULTATI Ippica TROTTO A ENGHIEN

Ciclismo IL «MATTEOTTI» A PESCARA

Marielles fa il colpo È il giorno di Princess

Proni donò il midollo Ora torna in gruppo CLAUDIO GHISALBERTI

La vittoria della nostra Marielles (Ch. Martens) ieri a Enghien FORNI

L’ippodromo di Vincennes è chiuso per ferie e il trotto parigino si sposta a Enghien. Dove troviamo fra i protagonisti anche gli italiani. Ieri abbiamo ottenuto una vittoria e un secondo posto. Il colpo grosso è stato realizzato da Marielles (Ch. Martens) a segno nel Prix Savary (m 2150) in 1.12.2. La figlia di Kick Tail di Sonia Galanti ha dominato la corsa nella quale è finita quinta Linda di Casei (A. Gocciadoro). Il secondo posto invece è stato ottenuto da Orchetto Jet (D. Locqueneux) nel Prix de Milan (m 2150) vinto in 1.13.7 dal francese Univers du Pan (Ph. Daugeard). Settimo Oropuro Bar con Marco Smorgon che oggi scenderà in pista con Princess Grif nel Prix Henri Cravoisier (ore 17.25, m 1609). La Va-

Basket/ 1 EUROPEO IN LITUANIA

rennina è reduce dal secondo posto sulla pista nel Prix de Rome vinto da Valentin du Gite (al via anche oggi) ed è fra i più attesi assieme a Perkins Grif (R. Vecchione) e Picard del Ronco (M. Baroncini). A Taranto Oggi al Paolo Vi c’è il Premio Due Mari sul miglio. Corsa molto aperta con Irving Rivarco favorito, anche se il miglior Look Mp sarebbe molto pericoloso. A Varese Il Criterium Varesino (m 1600) è stato vinto da Capire è un Lusso (D. Vargiu, trainer Bruno Grizzetti) davanti a Massar. OGGI SI CORRE A Trotto: Taranto (19.55), Montegiorgio (20.45), Treviso (20.40) e Pontecagnano (18.50). Galoppo: Merano (16), Tagliacozzo (15.55), Napoli (20), Livorno (20.45) e Sassari (20.55).

Basket/2 MERCATO

Under 16 battuta Bulleri vicino a Oggi per il bronzo Scafati (Lega2) Gli azzurrini hanno perso 71-80 con la Francia nella semifinale dell’Europeo under 16 in corso a Vilnius, in Lituania. È stata la prima sconfitta per l’Under 16 in tutto il torneo. Decisivo l’ultimo parziale vinto dai francesi 19-8. Migliori realizzatori tra gli azzurrini, la guardia di Reggio Emilia Federico Mussini con 22 punti (4 su 5 da tre) oltre a 6 rimbalzi, e la guardia di Cremona Daniel Donzelli con 20. Oggi la squadra di Antonio Bocchino giocherà la sfida per il bronzo contro la Serbia che ha perso in semifinale contro la Turchia 67-62. La Nazionale under 16 torna a giocare una sfida per il bronzo dopo 23 anni: l’ultima volta era stata nel 1989 quando la squadra di Davide Bonora e Alessandro De Pol battè la Turchia 88-77. Il miglior rimbalzista del torneo è il lituano Domantas Sabonis, figlio del grande Arvydas, con 14.4 di media (e 14.1 punti). Due italiani nei primi 5: Pierfrancesco Oliva con 9 e Donzelli con 8.9.

Federico Mussini (Reggio E.) FIBAEU

Massimo Bulleri, 34 anni LAPRESSE

(a.pe.) L’ex capitano di Treviso, Massimo Bulleri, 34 anni è vicino a un accordo con Scafati. Sempre in LegaDue Verona ha ingaggiato Richard «Mickey» McConnell, 23enne guardia di 1.83, lo scorso anno a Jesi, e Veroli ha scelto Erving Walker, 22enne guardia di 1.72, uscito da Florida. Cremona ha ufficializzato l’arrivo di Jarrius Jackson, 27enne guardia di 1.83, ex Veroli e Casale. Ad Avellino è in arrivo Nikola Dragovic, 24enne, ala centro di 2.06, serbo nato in Montenegro, uscito da Ucla nel 2010 e nelle ultime due stagioni allo Spartak San Pietroburgo. Pesaro ha confermato il vice allenatore Umberto Badioli. Eurolega: il play David Logan, ex Panathinaikos e Pavia (in LegaDue) ha firmato un biennale con il Maccabi Tel Aviv. Nba Jacque Vaughn è il nuovo allenatore di Orlando. Nelle ultime due stagioni è stato nello staff di San Antonio con cui ha vinto il titolo 2007 da giocatore.

Ci sarà anche la maglia tricolore Franco Pellizotti a dare prestigio alla 66ª edizione del Trofeo Matteotti che si disputa oggi sul tradizionale circuito con partenza (ore 12 da piazza Duca degli Abruzzi) e arrivo a Pescara. Ma l’attenzione oggi forse se la merita di più Alessandro Proni. Il 29enne corridore laziale è al rientro tra i pro’ e lo fa con la maglia Farnese. «Corro con il 3, il numero perfetto. Il nu- Alessandro Proni, 29 SCANFERLA mero di Dio». La storia di Alessandro è paz- «Ma poi ho cominciato a senzesca. Passa pro’ nel 2007 e tirmi un fallito, un perdente. vince una tappa al Giro di Ho cominciato a pensare che Svizzera. Poi tanta sfortuna. stavo deludendo Debora. Lei Prima una serie infinita di in- mi ha sempre detto: "Sei la fortuni, poi la sorella colpita mia aquila, devi spiegare le da leucemia. Alessandro nel ali e volare alto". A fine genfebbraio 2010 le dona il mi- naio ho ricominciato a uscidollo. Ad agosto torna, ma la re, piano ma intanto la voglia stagione è andata. Lo scorso di tornare si faceva sentire. A anno ai Tricolori si rompe tre fine giugno mi sono visto con costole, due vertebre e una Scinto e Citracca. Li devo rinscapola. «Dovevo stare fer- graziare perché mi hanno damo immobile 40 giorni, ma to questa possibilità. Contratdopo 18 sono salito in bici. to di due anni, ma voglio anPiano piano, sul lungomare. dare forte subito, ho del temDovevano aiutarmi a salire po da recuperare». in bici, ma non volevo molla- In corsa oggi ci saranno anre». A dicembre, il 19, Debo- che Oscar Gatto, vincitore ra muore. Alessandro va fuo- nel 2011, Matteo Rabottini, ri di testa. «E’ stato un perio- Danilo Di Luca, primo due do molto buio — racconta — settimane fa al Nobili, e Fapensavo anche che il cicli- bio Taborre; tra gli stranieri, smo mi allontanasse dalla Betancur e Chavez. mia famiglia, dalle mie figlie. E’ stata dura». In quelle condi- (ha collaborato zioni impensabile correre. Giancarlo Antonelli)

Baseball SEMIFINALI GARA-2

Golf EUROPEAN MASTERS

Nettuno domina Italia e Paratore Rimini rinasce Trionfo Young (m.c.) Nettuno prende il largo nel girone di semifinale. La squadra di Bagialemani in garadue del 2˚ turno ha travolto un San Marino falloso (6 errori) e capace solo di lunghe battute. Decisivi due big inning e un attacco in grande condizione (Ambrosino 3/3, 3pbc). Rimini si rimette in corsa espugnando il «Falchi» di Bologna, sfruttando ogni occasione (fuoricampo decisivo di Maza, 3/5 come De Biase). I ragazzi di Nanni, pur battendo solo una valida in meno (3/3 Sabbatani, 3/4 Malengo) sciupano troppo (11 rimasti in base) e consentono a Corradini, Patrone e Pezzullo di difendere la vittoria. GIR. SEMIFINALE, 2˚ turno, gara2. Unipol Bologna-Rimini 3-7. Punti, Rimini 001.400.200: 7 (13bv-3e); Bologna 010.000.020: 3 (12-2). Lanc.: v. Corradini, p. Panerati, s. Pezzullo. Fuoricampo: Maza (3p. al 4˚) e De Biase (1p. al 7˚).T&A San Marino-Danesi Nettuno 2-12. Punti, Nettuno 001.006.041: 12 (13-1); San Marino 000.101.000: 2 (5-6). Lanc.: v. Hernandez (5bv-6so), p. Cooper. Fuoricampo: Mazzuca (1p. al 4˚), Ambrosino (1p. al 6˚), Avagnina (1p. al 6˚). Class.: Nettuno 800 (4-1); Bologna, Rimini, S.Marino 400 (2-3).

Luis Maza, 32 anni FERRINI/FIBS

Atletica PISTA ITALIA (si.g.) A Orvieto (Tr), personale negli 800 per lo jr Mohad Abdikadar (1'48"74). Uomini. 100 (+0.2): Obou 10"54. 200 (+0.4): Rosichini 21"30. 800: Abdikadar 1'48"74; Nerli Ballati 1'49"66. 400 hs: Diaz (Cuba) 50"64; Capotosti 50"75; Giangravé 51"60. Donne. 100 (+0.2): Alloh 11"58; Giovanetti 11"62; Bazzoni 11"94. 200 (-0.4): G. Arcioni 23"65; Giovanetti 23"82; Chigbolu 24"31. 400 hs: Bindi 59"17. Disco: Salvini 50.90. A Gorizia. Uomini. Disco: Kirchler 57.87. Donne. 800: Mattagliano (j) 2’09”10. Disco: Apostolico 54.85. LEGNANTE RECORD (si.g.) Ieri ad Ascoli Piceno, nuova impresa di Assunta Legnante che ha migliorato il suo record mondiale per non vedenti del peso (categoria F11/12) portandolo da 15.22 (Torino 8-6) a 15.89. Uomini. Peso: Di Maggio 18.08. Disco: Albertazzi 59.77. Donne. Martello: Palmieri 63.69. TEDESCHI VELOCISSIMI (si.g.) La 4x100 tedesca ha battuto a Weinheim il record nazionale con 38”02, 27/100 meglio del quartetto della Ddr che lo ottenne 30 anni fa a Karl Marx Stadt, l’odierna Chemnitz. Oltre che terzo tempo stagionale al mondo, questa prestazione apre buone prospettive da podio olimpico. Uomini. 100 II (+0.7): Reus 10"09. IV (+1.3): Smellie (Can) 10"14. 110 hs I/II (+0.8/+0.7): John 13"42/13"35. IV (+1.3): Buhler 13"34. 4x100: Germania (Reus, Unger, Kosenkow, Jakubczyk) 38"02; Canada 38"43. Donne. 100 (+1.4): Sailer 11”05; Cibis 11”17. FUORI TEMPO (si.g.) A Tiva (Gre), Georgios Tsakonas ha ottenuto 8.25 nel lungo (+1.6, altro salto a 8.23/+1.5), troppo tardi per andare a Londra.

L'Italia ha trionfato nello European Young Masters, sul tracciato del Royal Balaton Golf Club (par 72) a Balatonudvari in Ungheria, conquistando il titolo a squadre, l’oro con Renato Paratore e l’argento con Guido Migliozzi nell’individuale maschile e il bronzo con Francesca Avanzini nell’individuale femminile, dove la quarta componente del team, Virginia Elena Carta, è terminata 11ª. Nella graduatoria a squadre gli azzurri hanno dominato con tre giri tutti in 215 colpi, per un totale di 645 (-3), unica formazione a terminare sotto par. Sul podio la Spagna (664, +16), e la Repubblica Ceca (666, +18). Renato Paratore ha vinto alla grande l'individuale con 209 (67 69 73, -7) colpi, facendo corsa di testa e stabilendo nel primo giro anche il record del campo con 67 (-5). Nel torneo femminile Francesca Avanzini è salita dall'11˚ al terzo posto con 225 (77 75 73, +9) conquistando il bronzo. Il titolo è andato alla spagnola Sanjvan (221 - 74 73 74, +5).

Ha battuto la Galassi

Mariana Juarez va su Playboy (r.g.) La messicana Mariana Juarez (35-5-3) detta «Barbie», iridata mosca WBC, cintura vinta nel 2011 contro Simona Galassi con un verdetto casalingo, è apparsa senza veli sull’edizione messicana di agosto di Playboy.

Beach volley TRICOLORE (c.f.) Sorpresa brasiliana a Bibione (Ve), nella 4a tappa del Tricolore, ultima di qualificazione. Alle semifinali maschili, oltre ai gemelli Ingrosso, sono approdati i verde-oro Nascimento-Coelho. Tra i perdenti Fenili-Giumelli, Amore-Martino e Casadei-Ficosecco. Già ammesse alla final four femminile Giombini-Orsi Toth e Mazzulla-Lo Re, che nell’ultimo match di ieri (3˚ turno) hanno avuto la meglio rispettivamente su Giogoli-Toti e Pini-Ferretti. Oggi si torna in campo alle ore 9, le finali per 1˚ posto dalle 16.

Boxe SCARPA SUPERPIUMA (r.g.) A «La Tortuga» di Castelvolturno (Ce), organizzazione Cotena Boxe, il foggiano residente a Torino, Andrea Scarpa (8-2) 25 anni ha conquistato il vacante tricolore superpiuma battendo Nicola Cipolletta (8-3), 24 anni per ko alla 9a ripresa. Match intenso, inizio migliore per il napoletano, quindi recupero di Scarpa più concreto. Al nono round un preciso diretto destro chiude la sfida. Nel programma. leggeri: Gianluca Ceglia (7-1) b. Marco Delmestro (1-7); superwelter: Giuseppe Langella (18-8-3) e Salvatore Annunziata (15-6-5) pari 6 round. DOPPIA SFIDA (r.g.) Appuntamento della Panthers di Augusto Lauri: alle 18 a Villaguardia (Co) otto match dilettanti, poi l’incontro professionistico tra i superwelter Michele Esposito (1) c. Hassen Belarbi (d) 6 t.

Renato Paratore ha 16 anni

Boxe

piade nella mountain bike. Nella settima e ultima prova della Coppa del Mondo cross country a Val d’Isère (Francia), il bolzanino Gerhard Keschbaumer, 21 anni, leader del team TX Active Bianchi, si è aggiudicato la prova Under 23 con 30” sul francese Sarrou e con 1’01” sul goriziano Daniele Braidot, che in volata ha preceduto il fratello Luca. Kerschbaumer è giunto 2˚ nella classifica finale di Coppa, vinta dall’olandese Van del Heijden. Il tricolore milanese Marco Aurelio Fontana (Cannondale) si è classificato 3˚ nella gara élite a 33” dal vincitore, lo svizzero e leader di Coppa Nino Schurter. Donne: la tricolore Eva Lechner si è ritirata.

Nuoto BOCCHIA SPRINT (al.f.) Ai campionati portoghesi di Oeiras, Federico Bocchia, dopo il 22”38 in batteria, vince la finale dei 50 sl in 22”21. Uomini: 50 sl Bocchia 22”21; 200 ra Capitaine (Fra) 2'14”17; 100 fa Quintanilha 54”43; 3. Beni 55”21. Donne: 50 sl Conceicao 25”73 (r.n.); 400 sl De Memme 4'14”01.

Rugby REGGIO GIAPPONESE (i.m.) Il Reggio Emilia ha ingaggiato l’ala-centro giapponese Yohei Shinomiya, 33 anni e 3 caps nel 2003, proveniente dal Pais d’Aix (ProD2 francese), ex Roma e Granducato.

WARD NON LASCIA (r.g.) La federazione irlandese smentisce che Joe Ward, campione nazionale mediomassimi, non qualificato ai Giochi di Londra, sia intenzionato a lasciare il dilettantismo. Ward, 18 anni, ha vinto tutto nelle categorie giovanili mondiali, oltre all’Europeo assoluto 2011 ad Ankara, ma è stato sconfitto sia ai Mondiali di Baku (Aze) che al torneo di qualificazione a Trebisonda (Tur).

Softball

CINTURA IN PALIO (r.g.) Il sudafricano Moruthi Mthalalane (28-2), dopo la vittoria sul nostro Andrea Sarritzu lo scorso ottobre in Sardegna, metterà in palio la cintura mosca Ibf il 1˚ settembre a Panama City contro il locale Ricardo Nunez (24-2) sfidante ufficiale.

VINCE HAASE L’olandese Robin Haase, 42˚ nel ranking Atp, 25 anni, si è confermato campione al torneo sulla terra battuta di Kitzbühel, battendo in finale il tedesco Philipp Kohlschreiber in rimonta, dopo aver perso il primo set al tie-break. A Kitzbühel (Austria, 358.425 euro, terra), uomini finale: Haase (Ola) b. Kohlschreiber 6-7 (2) 6-3 6-2.

TORNA BUTE (r.g.) Il mancino romeno, Lucian Bute (30-1), residente in Canada, scalzato dal trono super medi IBF dall’inglese Carl Froch (29-2), lo scorso maggio, torna a combattere il 3 novembre a Montreal (Can) contro il forte russo Denis Grachev (12-0-1) campione Nabf mediomassimi.

Ciclismo CAMPIONATI UISP Saranno circa 700, di 11 nazioni, i partecipanti ai campionati del mondo di ciclismo Uisp in programma 8-9 settembre a Pontedera (Pi). La corsa si svolgerà su un circuito di 25 km da ripetere più volte a seconda delle categorie.

Golf WIESBERGER VINCE L'austriaco Bernd Wiesberger ha ottenuto il secondo titolo stagionale e in carriera nell'European Tour imponendosi con 269 colpi (71 66 67 65, -19) nel Lyoness Open sul percorso del Diamond CC (par 72) ad Atzenbrugg. Si sono classificati al 40˚ posto con 285 colpi Alessandro Tadini (71 71 70 73, -3) e al 58˚ con 289 Andrea Pavan (69 74 75 71, +1).

Mountain bike Bene Kerschbaumer in Coppa del Mondo (m. gaz) Sono in gran forma i biker azzurri che l'11 agosto parteciperanno all'Olim-

ITALIA EUROQUARTA (m.c.) All’Olanda bastano cinque riprese per battere la Germania (7-0) e laurearsi campione agli Europei di Rosmalen. Bronzo per la Russia. Quarta l’Italia, che si consola con il premio di Mvp a Marta Gasparotto.

Tennis

A BAKU La serba Bojana Jovanovski ha vinto in due set la finale del torneo di Baku contro la statunitense Julia Cohen. Nella finale del doppio Alberta Brianti, in coppia con la ceca Eva Birnerova, si è arresa 6-3 6-2 all’ucraina Buryachok e alla rusas Solovieva. A Baku (Azerbaigian, 220.000 euro, cemento) donne finale Jovanovski (Ser) b. Cohen (Usa) 6-3, 6-1.

Triathlon MONDIALI LUNGO (al.f.) Alberto Casadei è l'unico azzurro al via dei mondiali di lungo (4, 120, 30 km) che si disputano oggi a Vitoria (Spa). Favorito l'australiano Chris Mc Cormack che ha fallito la qualificazione olimpica.

Vela MINI 6.50 (m.nan) Parte domenica alle 12 da Port Olona in Vandea la quarta edizione della «Les Sables-Les Açores-Les Sables», regata in solitario per Mini 6,50 di 2800 miglia marine. Quarantadue gli equipaggi in gara di dieci nazioni fra cui tre italiani: nei proto Michele Zambelli (ITA 343 Fontanot) e Giancarlo Pedote (ITA 747 Prysmian), nei serie Luca Del Zozzo (ITA 768 M-Pharma Italia). Prima tappa nelle Isole Azzorre con arrivo attorno a martedì 5 agosto, ripartenza verso la Vandea martedì 12 agosto con rientro in Francia attorno al 20 agosto.


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ALTRI MONDI

Il fatto del giorno

_il provvedimento in aula

DI GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Ma i tagli fatti dal governo possono cambiare ancora? Il Senato è pronto per discutere il decreto sulla spending review: gli interessi in ballo sono tanti e il contenuto non è definitivo

4 Ho letto che si vogliono colpire gli studenti universitari.

Se fuori corso. E se non studenti lavoratori. I rincari per questi fuori corso saranno in funzione dei redditi dichiarati dalla famiglia: +25% per chi sta sotto i 90 mila euro, +50% per chi sta tra 90 e 150 mila, il doppio per chi sta oltre i 150 mila. I fuoricorso sono 600 mila, le due fasce dei ricchi, insieme, valgono l’1,5% di questa popolazione, meno di diecimila giovani.

Domani, o al massimo dopodomani, i senatori cominciano a discutere, in aula, il decreto della spending review, o revisione della spesa, quello che ha fatto strillare parecchi settori della pubblica amministrazione. Prima di arrivare il aula il decreto è passato per le commissioni e qui i partiti si sono esercitati al solito tira e molla per salvare questo o quel capitolo oppure questa o quella provincia, perché ricorderà che tra le intenzioni annunciate dal decreto c’è anche quella di dimezzare le province...

5 Che mi dice della sanità?

Il commissario per la spending review Enrico Bondi insieme al premier Mario Monti EIDON

1Non ho mai capito questa cosa delle commissioni...

Esiste dai tempi del Parlamento subalpino e come quasi tutti i nostri inghippi istituzionali ci viene dalla Francia. In pratica le commissioni esaminano preventivamente ciascuna legge almeno sotto il profilo della copertura di bilancio e della coerenza al dettato costituzionale. Qui vengono anche ammessi gli emendamenti da portare in aula. In casi che si verificano sempre meno di frequente, un disegno può diventare legge in commissione, senza andare in aula: basta che i partiti si mettano d’accordo e non ci siano obiezioni da parte di nessuno. Non è il caso della spending review, che è un decreto e deve essere convertito a forza dall’aula entro 60 giorni.

2 In che cosa è consistito questo «tira e molla» di cui parlava all’inizio?

La parte che tutti seguiamo con più simpatia, anche perché è quella che ci sembra di capire meglio, è quella relativa alle province. Parliamoci chiaro, tagliare le province, accorparle, oppure farle sparire del tutto è una grossa avventura, oltre che storica, anche di costume. I senatori, con un’intesa tra Pd e Pdl, hanno però deciso di passare la patata alle Regioni. Intanto, tutta l’operazione viene chiamata «riordino», termine che fa meno paura di quell’altro, «soppressione». Il riordino potrà essere fatto con un po’ più di respiro rispetto alla prima formulazione: il sistema andrà a regime entro 220 giorni, invece che entro 70. Resta l’obbligo che ciascuna provincia abbia almeno 2500 km quadrati d’estensione e 350 mila abitanti. Ma si ammette che i comuni possano chiedere di cambiare provincia, purché per trasferirsi in una provincia contigua. Prevedo quello che succederà: i governatori delle Regioni medieranno tra un comune e l’altro

perché province al limite si salvino con qualche sapiente travaso. Abbiamo già sentito la Polverini esclamare: «Rischiamo di perdere Viterbo per 30 mila abitanti!» oppure «Latina sparirà per 49 chilometri quadrati!». Capito il trucco? Sappiamo di Ascoli che vuol fare shopping in Val Vibrata, Treviso che vuol togliere qualche campanile a Venezia, Macerata pronta a inglobare comuni compiacenti dell’Alto Fermano.

3 Ma che cosa gliene importa? Ci sono poltrone da difendere. In Italia vivono di politica un milione e mezzo di persone. Il ministro Patroni Griffi dice che comunque le province saranno dimezzate. Io dico che invece del 50% con questo sistema se ne taglierà il 40 se non il 30%. Tenga conto che finora la legge impone almeno due province per regione, quindi Matera e una provincia toscana almeno, oltre Firenze, si salvano.

4

IL NUMERO

43

Le province salvate Secondo il decreto sulla spending review sarebbero 43 le province salve, nelle quali sono incluse le 10 città metropolitane, un nuovo ente che fa comune e provincia insieme

Anche qui si fa valere il principio che chi si comporta peggio deve pagare di più. Solo che a comportarsi male sono gli amministratori, mentre a pagare di più saranno i cittadini. In particolare, le regioni in deficit sanitario potranno portare l’addizionale Irpef all’1,1% già dal 2013 invece che dal 2014. Si tratta di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia. Sono tutte regioni del Sud, a parte il Piemonte, e la cosa non la deve meravigliare: Moody’s, nelle valutazioni rese note una settimana fa, ha giudicato il bilancio del Piemonte più a rischio di quello siciliano. In ogni caso, nel mondo della sanità ci sono anche Regioni che chiudono l’esercizio con un attivo di cassa: l’Emilia Romagna per esempio (+113 milioni) o la tanto bistrattata, proprio sulla sanità, Lombardia. Altre regioni, le otto che abbiamo detto, chiudono in rosso e tasseranno i cittadini. Sa qual è l’assurdo? Che da queste regioni, che spendono più soldi di quelli che hanno, ci si aspetterebbe un servizio migliore di quello offerto dalle altre. Invece se si segue l’indice di soddisfazione dei cittadini si scopre che il segno «meno» accompagna le cifre più alte proprio nelle Regioni che spendono di più. Evidentemente quella montagna di soldi non è destinata al servizio, ma alle clientele o alla corruzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

A

SOSTEGNO ALL’EURO

S Draghi incontra i tedeschi Secondo quanto riportato da «Bloomberg» il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi nei prossimi giorni si incontrerà con il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann: l’ex capo di Bankitalia proverà a superare le resistenze tedesche all’acquisto di bond da parte della Bce, dopo che sia la Merkel sia Hollande avevano parlato a favore della difesa dell’euro. Dalla Germania ha parlato il ministro dell’Economia Philipp Roesler: «La Bce resti indipendente, Il suo compito è assicurare la stabilità dell’euro, non finanziare l’indebitamento degli Stati»

I NUOVI DATI NEL 2012

Pensioni dimezzate «Il sistema è al sicuro» Le riforme «hanno funzionato» e il sistema pensionistico «è stato messo in sicurezza». Questo il commento del presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, analizzando i dati sui primi sei mesi del 2012. Emerge infatti il crollo delle nuove pensioni, con gli assegni liquidati passati da 159.485 nello stesso periodo del 2011 a 84.537 (il calo è del 46,99%), e l’aumento di oltre un anno dell’età media per l’accesso alla pensione nel privato (da 60,4 a 61,3 anni). Questi effetti non sono ancora imputabili alla riforma Fornero, che avrà il suo impatto dal 2013, ma «si riferiscono alla Sacconi-Tremonti che ha introdotto la finestra mobile e il legame con l’aspettativa di vita», spiega Mastrapasqua. Che poi precisa: «Questi sono dati dell’economia reale del Paese. L’Italia ha fatto i compiti e ha i numeri in regola per rassicurare chi vuole scommettere sul futuro positivo e stabile per i conti pubblici. È un segnale per l’Europa e per i mercati». La nuova età media è ora superiore di due anni rispetto a quella della Francia (59,3 anni) e vicina a quella tedesca (61,7 anni). Il calo delle pensioni liquidate è il risultato soprattutto di quello dei nuovi assegni per i lavoratori autonomi che hanno raggiunto i requisiti nel 2011 ma hanno dovuto attendere 18 mesi per il collocamento a riposo. Per i lavoratori dipendenti il calo nel complesso è stato invece del 35,58%. A diminuire sono state soprattutto le pensioni di vecchiaia (meno 51,09%): quelle dei lavoratori dipendenti sono scese del 23,62%, ma quelle degli autonomi oltre l’80%. Mentre le pensioni di anzianità sono diminuite del 43,12 per cento.

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l’età della pensione L’età media di accesso alla pensione nel privato si è alzata da 60,4 a 61,3 anni


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ALTRI MONDI

LA STRAGE AL CINEMA

Il killer di Aurora schizofrenico in cura James Holmes era in cura da una psichiatra specializzata in schizofrenia. È quanto emerge da alcuni atti processuali sul killer

Siria, italiani liberi «Non parliamo» E Aleppo è nel caos

del cinema di Aurora (nella foto Ap), La dottoressa che lo seguiva è stata nominata perché gli avvo cati della difesa cercano di avere gli appunti che Holmes le avreb be spedito poco prima di fare incursione alla prima dell’ultimo film di «Batman» e uccidere dodici persone, ferendone 58.

L’ULTIMATUM DEL PD

«Sulla legge elettorale evitare colpi di mano Pdl»

Una buona notizia dall’inferno siriano arriva proprio nel giorno in cui ad Aleppo è iniziata la resa dei conti tra i ribelli e il regime di Assad. Sono stati infatti liberati, dopo 9 giorni, i due tecnici italiani catturati sulla strada per l’aeroporto di Damasco. Oriano Cantani, 64enne di Alessandria, e il 36enne romano Domenico Tedeschi, dipendenti di due ditte genovesi subappaltatrici dell’Ansaldo, sono stati rilasciati venerdì ma solo ieri la tv di Stato siriana ha trasmesso le immagini con i loro volti, spiegando che sarebbero state le forze governative a liberarli. «Stiamo bene, è stata abbastanza dura», ha detto al telefono Cantani da un albergo di Beirut, in Libano. Ma rimane comunque il mistero su questo sequestro: «Chi ci ha rapiti? Lo vorremmo sapere anche noi: è difficile poter dire chi, anche perché qui la situazione è molto confusa e quelli che ci hanno preso in consegna erano tutti a volto coperto», ha concluso in fretta, aggiungendo di non voler dire altro in attesa del rientro in Italia. Prima del rilascio, nella zona in cui erano tenuti in ostaggio, c’era stata una violenta battaglia al termine della quale le forze lealiste avevano ripreso il controllo dell’area. Anche la Farnesina, comunque,

I leader di Pd e Pdl, Pierluigi Bersani e Angelino Alfano ANSA

Gli italiani liberati in Siria: Oriano Cantani, 64 anni, di Alessandria, e Domenico Tedeschi, 36, romano. Lavorano per due ditte dell’Ansaldo AP

non ha ancora risposte certe su una vicenda che fin dall’inizio è sembrata poco chiara: «Stiamo seguendo minuto per minuto questa fase delicata, invitando a mantenere massimo riserbo ai fini del buon esito del caso», ha detto ieri il ministro degli Esteri Giulio Terzi. L’escalation E come previsto, il regime ha lanciato l’assalto finale ad Aleppo, dopo otto giorni di battaglia. Ieri le truppe di Assad — dopo aver attaccato le aree periferiche — hanno cominciato a marciare verso il centro dove sono asserragliati i ribelli. È stato preso di mira, in particolare, il quartiere

l’avventuroso DI REINHOLD MESSNER

Magnone, carriera super: merita di stare tra i grandi Guido Magnone era un forte alpinista. Francese, ma il cognome svela la sua origine: era infatti nato in Italia, a Torino. Uno scalatore valido su tutti i terreni. Lo raccontano bene alcune delle sue imprese: la prima salita del Cerro Fitz Roy, in Patagonia, nel 1952, insieme a Lionel Terray. Nello stesso anno, la Nord dell’Eiger, la Est del Grand Capucin, e la via aperta con tre compagni sulla parete Ovest del Petit Dru. Infine, nel 1955, la prima salita di uno dei «grandi 8000», il Makalu, anche se lui fece parte della seconda cordata (la prima in vetta era composta da Terray e Jean Couzy). La sua è stata una carriera notevole, anche se non lunghissima, perché poi si dedicò, con buon successo, alla sua altra grande passione, la scultura. Era

sicuramente fra i meritevoli del più prestigioso dei premi, il Piolet d’Or Carrière, ora intitolato a Walter Bonatti. Però, come il grande Riccardo Cassin, è morto prima che si pensasse a lui. Aveva 95 anni. Come Cassin, Magnone sta sulla lista dei campionissimi della roccia e del ghiaccio che si trova all’ingresso del museo di Castel Firmiano. Contiene i nomi di coloro che siano stati per almeno 10 anni leader, mondialmente parlando, nel loro periodo, che abbiano accettato di entrare in questa lista, e che abbiano compiuto almeno 70 anni. Per questo al momento l’ultimo nome è quello dell’austriaco Peter Habeler, che ha appena festeggiato questo compleanno. Con lui formammo una cordata ideale per quasi un decennio.

sud-orientale di Salah, dove gli elicotteri e centinaia di carri armati hanno bombardato le case. Intanto, si fa sempre più pesante il bilancio delle vittime: secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, dall’inizio degli scontri tra l’esercito e le forze dell’opposizione, nel marzo del 2011, si contano 20 mila morti, di cui oltre 100 solo nella giornata di ieri. In attesa di una mossa della comunità internazionale, è intervenuto il presidente francese Hollande: «Il ruolo dei Paesi del Consiglio di sicurezza dell’Onu è quello di intervenire il più rapidamente possibile».

Nessun «6» né «5+» Jackpot a 18,3 milioni Nessun «6» e nemmeno un «5+», ieri, al concorso del Superenalotto. Ci sono stati però quattro vincitori che hanno

Continua il dibattito sulla legge elettorale. Ma soprat tutto sale lo scontro tra i partiti. Il segretario del Pdl Angelino Alfano — che martedì in Senato presenterà un suo testo di riforma — lancia l’idea del premio di maggioranza, ma agganciato ai voti presi dal singolo partito. E sulla possi bilità di trovare un accordo spiega: «Le posizioni non sono lontanissime poiché stiamo ragionando di un premio del 10 o 15%». Ma Pier Luigi Bersani non ci sta: «Il Pdl sulla legge elettorale oscilla tra pratiche dilatorie ormai estenuanti e la suggestione di un colpo di mano in Parlamento. Quanto alla ipotesi del colpo di mano, è evidente che se si ripetesse per la legge elettorale quel che si è visto proprio in Senato per la riforma costituzionale, sarebbe un atto di rottura irrimediabile», riferendosi soprattutto alle parole del presidente del Senato Schifani che venerdì non ha escluso l’ipotesi di modificare il Porcellum a colpi di maggio ranza. Oltre al Pd Bersani, anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, chiude all’ipotesi di maggioranze diverse: «Auspichiamo che questa riforma sia largamente condivisa tra i partiti che sostengono il governo».

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azzeccato la combinazione con punti «5», e si portano a casa 88.585,97 euro ciascuno. E così il jackpot cresce ancora: per l’estrazione di martedì in palio ci sono 18,3 milioni di euro. Ecco la combinazione vincente: 9 17 67 68 80 81; numero Jolly: 1; SuperStar: 87.

A notizie

VATICANO: IL CORVO «SERENO»

Tascabili Dopo il sequestro degli impianti

Taranto, tregua all’Ilva Operai tornati al lavoro S

Giallo sul rilascio dei nostri due connazionali Numeri shock: nel Paese già oltre 20 mila morti STEFANIA ANGELINI

IL SUPERENALOTTO

«Ai giudici ho già detto la verità» Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa (nella foto) ora agli arresti domiciliari per furto aggravato di documenti nel Palazzo Apostolico, «è sereno» e «pronto» per un eventuale processo. Il legale che lo sta difendendo ha infatti spiegato che Gabriele «è molto felice, a casa sta godendo della vicinanza della famiglia», ma soprattutto è più tranquillo «perché ai magistrati inquirenti ha già detto e spiegato tutta la verità». Gabriele attende la decisione del giudice istruttore per il 6 o 7 agosto

La situazione all’Ilva di Taranto sembra apparentemente tornata tranquilla. Dopo la notifica del sequestro di 6 impianti della fabbrica siderurgica per «disastro ambientale», le proteste dei lavoratori sono state momentaneamente sospese: i blocchi stradali sono stati rimossi e ieri mattina gli operai sono tornati al lavoro. Resta alta comunque la tensione: si tratta infatti soltanto di una tregua momentanea in attesa di un nuovo sciopero e di altre manifestazioni di protesta in programma giovedì, alla vigilia della decisione del Tribunale del Riesame sui ricorsi presentati dall’azienda.

Il consigliere del Quirinale

L’addio a D’Ambrosio «Per lui insopportabile il peso delle accuse»

Napolitano commosso al funerale di D’Ambrosio ANSA Si è commosso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ieri a Roma, ai funerali dell’amico e consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, stroncato giovedì da un infarto a 65 anni. Alla cerimonia hanno preso parte molti alti rappresentanti delle istituzioni tra cui il ministro della Giustizia, Paola Severino: «Se ne è andato con l’insopportabile peso dell’accusa di aver mancato ai propri doveri», riferendosi al coinvolgimento nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, che lo aveva portato a chiedere le dimissioni, respinte dallo stesso Napolitano.

UN’ESTATE VERA OGGI CI SONO 11 CITTÀ A RISCHIO AFA

Polemica a Regina Coeli

Ulisse scalderà l’Italia fino alla metà di agosto

Non arriva il permesso Detenuto non si laurea

Ulisse, il quarto anticiclone tropicale dell’estate 2012, continua a infiammare il Centrosud. Senza però riuscire a fermare l’esodo vacanziero dell’ultimo weekend di luglio. Ieri sono state registrare temperature record in diverse città, con la punta massima nel Nuorese, dove il termometro ha toccato i 43,7 gradi. E questo clima difficilmente sopportabile, che al momento ha salvato gran parte del Nord e lo farà ancora domani e martedì, non cambierà per i prossimi 10 giorni. Si dovrà aspettare la metà di agosto per tornare a respirare un po’ di aria fresca. Oggi la situazione è ancora pesantissima: sono previsti 35˚ a Bologna, Firenze, Roma, Napoli, punte di 40 in Sardegna e in Sicilia, soprattutto nella Valle dei Templi di Agrigento, in Puglia e in Basilicata. Secondo l’osservatorio del Ministero della Salute sono 11 le città a rischio, con Perugia e Torino a livello 3 e altre 9 a livello 2. La Coldiretti ha lanciato un

A poche ora dalla convocazione per discutere la tesi di laurea in Lettere e Filosofia, arrivata dopo un ottimo percorso universitario, un detenuto di 40 anni di Regina Coeli, a Roma, si è visto respingere dal magistrato di sorveglianza la richiesta di permesso. La vicenda dell’uomo, recluso da 5 anni e con un residuo di pena di un anno, è stata definita dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni «incredibile e avvilente». Negli ultimi tre anni aveva sostenuto 20 esami e preparato la tesi su disegni e scritti realizzati nei campi di sterminio dalle vittime della Shoah. Si laureerà quando tornerà in libertà.

A Roma: arrestato e operato Temperature record in questo weekend: nel Nuorese 43,7˚ANSA

Infarto durante rapina Salvato dai carabinieri

nuovo allarme: «Ulisse sta dando il colpo di grazia alle coltivazioni agricole, le perdite hanno superato il mezzo miliardo di euro». Nessun problema, invece, sul versante traffico: il primo giorno del primo weekend da «bollino rosso» è passato senza criticità, complice pure il divieto di circolazione per i mezzi pesanti e le migliorie della Salerno-Reggio Calabria.

Ha creato il panico tentando di rapinare un ufficio postale con una finta bomba e, una volta arrestato dai carabinieri, ha avuto un infarto: l’hanno soccorso e salvato gli stessi agenti. È successo venerdì a Roma, in via Togliatti, nella periferia est. L’uomo, un pregiudicato 54enne, aveva minacciato di «far saltare in aria» l’edificio, ma è stato fermato dai carabinieri di una vicina stazione, che hanno scoperto che la bomba era finta. Poi per un dolore al petto, l’uomo è stato portato in ospedale, dove è stato rianimato e operato. Se la caverà con alcuni giorni di riposo, e ha ringraziato chi l’ha arrestato.


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ALTRI MONDI

IL SEGRETO DEL CONDUTTORE

Baudo: «Io sedotto dalla Stone in slip» Pippo Baudo (nella foto Ansa) è stato uno sciupafemmi ne? Sembrerebbe di sì visto che il 76enne presentatore — che dal 3

settembre tornerà a condurre un programma su Rai 3 — ha confes sato di aver respinto, 9 anni fa, le avance della bellissima Sharon Stone: «Andai nella sua suite e la trovai distesa sul letto con ad dosso solo gli slip». E non finisce qui: «Jane Fonda? Mi diede il suo bacio numero 10.001».

I DUE SONO MOLTO AMICI

La Perry consola il tradito Pattinson Robert Pattinson non ha perdonato il tradimento di Kristen Stewart ed è andato via di casa. Ma sembra avere già una

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CON GLI AMICI FAMOSI

WILL.I.AM

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spalla speciale su cui piangere: quella di Katy Perry. La can tante è corsa a confortare l’amico, ricambiando l’interesse di lui che le era stato vicino durante la separazione. «È una roccia per Rob — hanno detto al "Daily Star" — lo ha invitato a prendersi una pausa da lei».

la Foto

ROBE DA RICCHI

S Paperoni: la top 10 europea Michele Ferrero (nella foto) e Leonardo Del Vecchio sono nella top 10 dei paperoni d’Europa. Con un patrimonio di 13 e 11,1 miliardi di euro sono rispettivamente quinto e settimo. Al primo posto c’è Amancio Ortega, il patron di Zara: nelle tasche dello spagnolo ci sono 32 miliardi

Will.i.am, 37 anni, sul palco di Mtv col volto proiettato in 3D su quattro iPad

«L’America ha fretta Non sarà la musica a far vincere Obama» Il leader dei Black Eyed Peas tra politica, beneficenza e la carriera da solista: «Niente gare tra me e la band»

A

È LA STAR DI «ISLE OF MTV»

S Mercoledì sul canale 67 Will.i.am è uno dei protagonisti di «Isle of Mtv», festival gratuito ospitato da La Valletta, a Malta. Lo show, nel quale si esibiscono anche Eva Simmons, Flo Rida e Nelly Furtado (nella foto), andrà in onda mercoledì su Mtv Music, sul 67 del digitale terrestre

DAL NOSTRO INVIATO

CARLO ANGIONI LA VALLETTA (Malta)

Cantante, produttore, attore, filantropo, regista, star della tv, guru tecnologico, attivista politico. Come ha scritto qualche tempo fa Rolling Stone, «niente è impossibile» per Will.i.am. Il rapper di Los Angeles, cresciuto con la madre e la nonna a East Los Angeles e scoperto (come Michael Jackson) da Quincy Jones, ha fatto i milioni con i Black Eyed Peas. E adesso ci sta provando pure come solista. Il nuovo album, #willpower, uscirà a settembre con collaborazioni super (da Britney Spears a Jennifer Lopez, David Guetta, Mick Jagger e Justin Bieber), e l’estate è il suo «allenamento». Si è esibito al concertone di Londra per i 60 anni di regno di Elisabetta II, fa su e giù America-Europa, dialoga con 4 milioni di follower su Twitter, è stato il protagonista di Isle of Mtv Malta Special, il festival tutto da ballare del network musicale. Will, allora è vero che per lei niente è impossibile?

«È impossibile mangiare la piz-

za quando voglio rimanere magro... A parte gli scherzi, quello che ho imparato è che quando avevo 17 anni avevo un sacco di sogni ed è passato tanto tempo perché si avverassero. Se hai delle idee, se ci lavori, se resti concentrato in ciò che vuoi, forse diventerà realtà». Che effetto le fa questa nuova carriera da solista?

«Sarebbe grandioso riuscire ad avere ancora successo. Abbiamo fatto cose straordinarie con i Black Eyed Peas, abbiamo venduto milioni di album, ma anche da solo ho fatto già cose importanti. La musica che faccio viene sempre dal mio cervello, come veniva da qui quella di prima: non ha senso competere con la band. Il mio successo è fissare nuovi banchi di prova, cioè "ho successo e quindi posso fare cose nuove". Non devo comprare case o i diamanti a mia madre, ma qualche settimana fa ho donato 500 mila sterline alla fondazione del principe William d’Inghilterra: per me, oggi, sono queste le cose importanti. Il mancato successo da solista non mi ferirà, ma mi ferirà piuttosto non potere fare quel-

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Franco Arturi farturi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Ruggiero Palombo rpalombo@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it

PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTI Roland Berger Giuseppe Rotelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Umberto Ambrosoli, Andrea Bonomi C., Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Piergaetano Marchetti, Paolo Merloni, Carlo Pesenti, Giuseppe Vita DIRETTORE GENERALE Riccardo Stilli

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DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Giulio Lattanzi

« «

Il futuro delle canzoni? Ognuno se le farà da solo, usando Internet e smartphone Oggi il successo per me è potere far cose in grado di cambiare la vita degli altri WILL.I.AM SULLA CARRIERA

le cose che possono anche cambiare la vita degli altri». Tra i tanti progetti nei quali è coinvolto c’è anche quello con Intel, di cui è direttore creativo. Da guru hi tech come immagina la musica di domani?

«Nel futuro prenderò il telefono e registrerò un motivo, e poi ci aggiungerò il mio fischio, e poi magari una chitarra, e lo manderò a un amico brasiliano, e lui ci aggiungerà altro. E lo manderò in Italia a un altro amico. Così nascerà una canzone, e in due ore mi-

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GDS

lioni di persone potranno sentirla. Le case discografiche non esisteranno più». Quattro anni fa ha aiutato Obama con il video delle star di «Yes we can». Come vede la sfida con Romney?

«Il mondo pensa che siano uno contro l’altro, che ci sia una sfida, ma non dovrebbe essere così: non facciamoci distrarre da queste cose. L’America sta correndo contro il tempo per provare a risolvere grandissimi problemi. Siamo in una situazione drammatica da quando c’era George W. Bush: c’è chi dice che è colpa di Obama. Ma non è così. La crisi sarebbe arrivata lo stesso: ricordiamoci che per ogni carcerato spendiamo 10 volte di più di uno studente. Io amo quello che ha fatto e che fa Obama. Il problema sono i politici in generale, l’America non è più unita, è divisa. La gente vota ma non è devota, deve essere devota per potere cambiare. Supporto il presidente per questo, perché sono devoto a quello in cui credo. Appoggiare Obama non è solo scrivere una canzone. È molto, molto di più».

Zuckerberg ha perso 2 miliardi Mark Zuckerberg più «povero». La fortuna del papà di Facebook è scesa da 13,7 miliardi di dollari a 12,1 miliardi a causa del crollo del prezzo delle azioni del social network a Wall Street. Il titolo era entrato in Borsa a quota 38 dollari ad azione, ma ora vale soltanto 23,7 dollari

Rihanna, ballo a tutto volume sul mega yacht Vacanze sopra le righe per Rihanna (nella foto Lapresse) nel Mediterraneo. La cantante, in Costa Azzurra dopo il passaggio in Italia, è stata sorpresa su un megayacht a ballare una musica sparata a palla, tanto da essere chiaramente sentita anche dalla costa. È intervenuta la Gendarmeria, ma i poliziotti piuttosto che multare la star hanno preferito bersi un drink...

LA MELA E L’UCCELLINO

L’idea di Apple: «Investire milioni usando Twitter» Apple è tentata da Twitter. La casa di Cupertino, secondo il «New York Times», ha avviato i contatti con il sito di microblogging per un investimento di centinaia di milioni di dollari. Alla Apple manca infatti un supporto nei social network, oramai determinanti nelle scelte del pubblico, e avvicinandosi a Twitter metterebbe seriamen te in pericolo il dominio di Google e Facebook. «Apple non ha un suo social network, ma se mi chiedete se ne ha bisogno, la mia risposta è sì», ha detto l’a.d. Tim Cook. L’impegno finanziario sarebbe importante, ma l’azienda ha un solidissimo pacchetto di liquidità di 117 miliardi di dollari. Il valore del sito dell’uccellino dovrebbe poi crescere dai circa 8,4 miliardi dello scorso anno a 10. L’accordo comun que non è ancora definitivo.

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ALTRI MONDI Oroscopo

21/3 - 20/4

21/4 - 20/5

23/11 - 21/12

21/5 - 21/6

22/6 - 22/7

23/7 - 23/8

LE PAGELLE

Ariete 7,5

Toro 5,5

Sagittario 8

Gemelli 6-

Cancro 7

Leone 7+

DI ANTONIO CAPITANI

La domenica vi ristora. E voi smettete di rompere gli zebedei altrui. Momentaneally. Ottime, le idee lavorative, eccellenti quelle suine.

Il vostro umore s’incupisce. E il mastino mannaro che dimora in voi ringhia. Pure il sudombelico cala e cade. Non è una domenicona.

Rompitori di zebedei, individui disinformati e criticoni instancabili vi vessano. Dribblateli, fate da soli. Modestie suine intervengono.

Metodo e rifinitura dei dettagli sono i vostri pregi, oggi. Un po’ di relax vi giova, però. E il suino in voi si esprime con esuberanza.

Domenica briosa e creativa, con il morale che sale e gli affetti che rassicurano. OK resa sportiva e svaghi, sudombelico mai fermo.

24/8 - 22/9

23/9 - 22/10

23/10 - 22/11

IL MIGLIORE Lavoro, sport e vita privata vi gratificano nel profondo. Voi avete la risposta sempre pronta, corpi dagli afrori suini vi anelano: non negatevi.

22/12 - 20/1

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Vergine 6-

Bilancia 7+

Scorpione 7

Capricorno 6

Acquario 7-

Pesci 6

La Luna consiglia di organizzare la domenica in autonomia, evitando prepotenti. Forma mentis scarsa, forma sudombelichis pure.

Benché desideriate seppellire sotto due metri di sabbia chi vi rompe, il successo v’arride. Faccia di glutei utile, anche sul piano suino.

La Luna abbatte l’umore. E vi rende pure bruttini. State su. Ascese lavorative, però, confortano, sudombelico in surplace. Ma combina.

I vostri entusiasmi si freddano: troppe rogne, troppi freni, troppi giramenti di zebedei. Ci vuole un po’ di mare. O di diversivi suini.

EMILIANO VIVIANO

La pigrizia può essere una piacevole compagnia in questa domenica. Insieme all’edonismo. E il sudombelico si adagia su se stesso. Ronf.

Le vostre idee trovano le adesioni giuste, il lavoro vi premia, il cuore esulta. E la fornicazione merita oro, argento e bronzo, tutto.

Il portiere della Fiorentina, appena arrivato in prestito dal Palermo, è nato a Fiesole (Firenze) l’1 dicembre 1985

Gazzetta.it

Televisioni in chiaro RETE 4

RAIDUE

RAITRE

CANALE 5

A SUA IMMAGINE SANTA MESSA LINEA VERDE ESTATE TG1 POLE POSITION GP DI UNGHERIA TG 1 DA DA DA IN TAVOLA L'ITALIA CHE NON SAI TELEFILM REAZIONE A CATENA TG1 TECHETECHETÈ UN PASSO DAL CIELO Telefilm 23.25 SPECIALE TG1 0.30 TG1 - NOTTE 0.55 APPLAUSI SPECIALE LA VITA » SCENA 1.10 DAL TEATRO ANTICO

8.00 CARTONI ANIMATI 10.50 LONDRA 2012 GIOCHI OLIMPICI 10.55 LONDRA 2012 GIOCHI OLIMPICI GARE LIVE NUOTO: BATTERIE 13.00 TG 2 GIORNO 13.30 LONDRA 2012 GIOCHI OLIMPICI 16.00 TG 2 18.00 TG2 L.I.S. 20.30 TG2 21.05 LONDRA 2012 Giochi Olimpici 22.45 TG2 23.00 BUONANOTTE LONDRA 0.30 SORGENTE DI VITA 1.00 HAWAII FIVE

10.00 AUTOMOBILISMO: GP 2 UNGHERIA 12.00 TG3 12.10 TG3 12.55 PRIMA DELLA PRIMA 13.25 PASSEPARTOUT 14.00 TGR -TG3 14.30 AL BAR DELLO... 16.15 JACK 18.10 I MISTERI DI MURDOCH 19.00 TG3 - TGR 20.00 BLOB 20.20 PRONTO ELISIR 21.00 KILIMANGIARO Documenti 23.15 TG3 23.25 TG REGIONE 23.30 PERSEPOLIS 0.30 TG3 1.10 METEO 3

8.50

Film sul Digitale Terrestre

Lo Sport in chiaro, sul satellite e sul digitale terrestre

PREMIUM

OLIMPIADE

15.00 HOP PREMIUM CINEMA 15.50 STAR TREK: LA NEMESI STEEL 16.45 DEEP SEA: IL MONDO SOMMERSO PREMIUM CINEMA 17.25 WHITEOUT INCUBO BIANCO PREMIUM CINEMA 19.15 I GUARDIANI DEL DESTINO PREMIUM CINEMA 21.15 SOTTO IL VESTITO NIENTE - L'ULTIMA SFILATA PREMIUM CINEMA 23.00 CARNERA IL CAMPIONE PIÙ GRANDE PREMIUM CINEMA

BASKET SKY 6

10.30 10.55 12.20 13.30 13.40 14.00 16.30 16.35 17.00 18.00 18.50 20.00 20.40 21.20

11.20 13.00 13.40 16.00 16.30 18.30 20.00 21.20 23.45 1.30 2.00

Torneo maschile

Torneo maschile

BEACH VOLLEY SKY 8 10.00 ITALIA - RUSSIA Torneo femminile

11.00 SPAGNA - R. CECA

13.00 PROVA IN LINEA 15.30 DONNE STRADA

Torneo femminile

BOXE SKY 9 14.30 PESI LEGGERI MASCHILE 60KG 16esimi di finale

23.00 PESI WELTER MASCHILE 69KG

GINNASTICA ARTISTICA SKY 9 10.30 INDIVIDUALE DONNE

ANCONA

20

32

AOSTA

20

25

BARI

24

33

BOLOGNA

23

36

Legenda CIELO

VENTI

CAGLIARI

24

31

Sole

Deboli

CAMPOBASSO

18

31

Moderati

CATANIA

19

32

FIRENZE

19

37

Nuvolo

Ottavi di finale

15.15 SCIABOLA MASCHILE

NUOTO SKY 2/3D, EUROSPORT, RAI 2

19.00 SCIABOLA MASCHILE

11.00 BATTERIE Raidue 20.30 FINALI

19.45 SCIABOLA MASCHILE Finale 3° posto

20.15 SCIABOLA MASCHILE. Finale

TIRO A SEGNO SKY 12 12.45 PISTOLA 10M. Finale femmnle

1° turno

TIRO CON L'ARCO SKY 8

Qualificazioni maschili

16.30 UNGHERIA - SERBIA

17.45 SEMIFINALI FEMMINILI A SQUADRE

Qualificazioni maschili

Trento Aosta 17 28

Torino 18 30

19 29

Milano

Venezia

21 31

Perugia

20 35

19 32

22

32

ROMA

NAPOLI

24

35

20 34

35

POTENZA

17

30

REGGIO CALABRIA

26

33

ROMA

22

36

TORINO

19

28

Agitati

Nebbia

Il sole oggi MILANO

ROMA

TRENTO

17

30

Sorge

Tramonta

Sorge

Tramonta

TRIESTE

6:02

20:55

5:59

20:32

22

33

VENEZIA

22

32

1.25

20.30 NAPOLI BAYER LEVERKUSEN Amichevole Sky Calcio 1

TUFFI SKY 3 16.00 SINCRO FEMMINILE Trampolino 3m

Calcio d’estate: i gol e le curiosità made in England

Nel blog «In The Box» tutte le notizie sul calcio inglese (nella foto Papis Cissé), con le amichevoli di precampionato

21.00 DC UNITED - PARIS SAINT GERMAIN Amichevole MP Clacio

VOLLEY SKY4 12.30 RUSSIA - GERMANIA Torneo maschile

17.45 USA - SERBIA

AUTOMOBILISMO

Torneo maschile

10.00 GP 2 UNGHERIA

21.00 ITALIA - POLONIA Torneo maschile Sky Olimpiadi 4 e Eurosport

IL VIDEO

Da Budapest. Raitre

14.00 GP UNGHERIA

Come si divertono i nuotatori Usa: si mettono a ballare

F1. Gara. Da Budapest Raiuno

23.15 BRASILE - TUNISIA Torneo maschile Sky Olimpiadi 4 e Eurosport

L’ALTRE DIRETTE

22.45 GP DEGLI STATI UNITI Gara. Da Laguna Seca Italia 1

CALCIO 17.00 PALERMO - COMO ARIS SALONICCO

TENNIS 22.00 ATP LOS ANGELES Finale Super Tennis

Triangolare amichevole Sportitalia

Ecco un siparietto inedito a Londra: i nuotatori statunitensi si divertono a ballare sulle note di «Call me maybe»

www.gazzetta.it

Domani

Dopodomani

Bel tempo estivo quasi ovunque e caldo moderato, caldo più sopportabile anche al Sud. Nubi irregolari sulle Alpi e Prealpi centro orientali con rovesci e qualche temporale.

Nubi irregolari con qualche rovescio o temporale sulle Alpi e Prealpi centro orientali; bel tempo soleggiato ed estivo altrove. Meno caldo dei giorni precedenti, con punte massime sui 34-35°. Più ventoso.

Ancona

Firenze

MILANO

18

23.10 23.15 23.20

IL BLOG

22 34

20 25

27

PERUGIA

20.00 20.30 21.10

Il 37,9% dei lettori pensa che la miglior seconda guida per la Ferrari, in caso di addio di Massa, potrebbe essere Button

Bologna Genova

32

Mossi

16.20 18.00 18.05

La miglior 2a guida Ferrari? I lettori votano per Button

OMNIBUS ESTATE TG LA7 TI CI PORTO IO JACK HUNTER E IL... TG LA7 L’UOMO DELLE STELLE THE DISTRICT MOVIE FLASH L’ISPETTORE BARNABY TG LA7 CASH TAXI LA TELA DELL’ASSASSINO TG LA 7 TG LA7 SPORT THE SHOW MUST GO OFF MOVIE FLASH

21 31

19

Neve

18.30 FINALI FEMMINILI A SQUADRE

7.00 7.30 10.00 11.45 13.30 14.05

20 33

22

34

0.35

Nuvolosità irregolare con rovesci e locali temporali sulle Alpi di Nordest; sole altrove con clima molto caldo, torrido al Sud ove le temperature massime raggiungono valori sui 39/40 °C tra Puglia e Sicilia. Trieste

L'AQUILA

23

23.40 23.45

Oggi

GENOVA

PALERMO

10.00 SINGOLARE FEMMINILE

Qualificazioni maschili

Molto forti

Calmi

16.35 18.55 19.35 21.30

CORRENDO PER IL MONDO S. MESSA PIANETA MARE TG4 MELAVERDE DONNAVVENTURA TELEFILM NAVIGARE INFORMATI TELEFILM NERO TG4 COLOMBO FUNNY MONEY COME FARE I SOLDI CINEMA FESTIVAL UNA LUNGA DOMENICA DI PASSIONI TG4 NIGHT NEWS

TENNISTAVOLO SKY 12

Coperto

Temporali

10.00 11.00 11.30 12.00 14.00 14.45 15.35

IL SONDAGGIO

MOTOCICLISMO

12.30 PRIMO TURNO MASCHILE

Forti

MARI

9.25

TENNIS SKY 10

Rovesci

Pioggia

semifinale

15.20 ITALIA - AUSTRALIA

Qualificazioni Sky Olimpiadi 11 e Eurosport

34

14.15 SCIABOLA MASCHILE

12.20 KAZAKISTAN - SPAGNA

17.30 INDIVIDUALE DONNE

22

16esimi di finale

Qualificazioni maschili

Qualificazioni

min max

12.30 SCIABOLA MASCHILE

11.00 GRECIA - CROAZIA

GINNASTICA ARTISTICA SKY 11

ALGHERO

11.30 SCIABOLA MASCHILE

PALLANUOTO SKY 5

15.40 INDIVIDUALE DONNE

Ieri

SCHERMA SKY 3

Torneo maschile

GINNASTICA ARTISTICA SKY 3D

A CURA DI

23.50 0.45

20.30 FRANCIA GRAN BRETAGNA

Qualificazioni Sky Olimpiadi 9 e Eurosport

GazzaMeteo

22.45

PALLAMANO SKY 8

Qualificazioni

13.15 INDIVIDUALE DONNE

16esimi di finale

20.40

Quarti di finale

Eurosport

Torneo maschile

22.00 USA - ARGENTINA

18.30 19.00

CARTONI ANIMATI GRAND PRIX STUDIO APERTO $ DUE GEMELLE A LONDRA DUE GEMELLE A ROMA LE COSE CHE AMO DI TE STUDIO APERTO SCUOLA DI POLIZIA 3: TUTTO DA RIFARE 2 FAST 2 FURIOUS Film GP USA LAGUNA SECA - MOTOGP GARA FUORI GIRI CURSED

Qualificazioni

CICLISMO SKY 8

Torneo maschile

17.20

15.00 -52KG FEMMINILE -66KG MASCHILE 17.00 -52KG FEMMINILE -66KG MASCHILE

Torneo maschile

17.45 SPAGNA - CINA

15.55

JUDO SKY 11

18.00 SENEGAL - URUGUAY

Torneo maschile

15.30 USA - FRANCIA

8.10 11.50 12.25 13.00 13.55

Qualificazioni

16.00 BRASILE - BIELORUSSIA Torneo maschile

12.15 BRASILE - AUSTRALIA

CIRCLE OF LIFE EXTREME MAKEOVER TG5 IL PECCATO E LA VERGOGNA BELLI DENTRO BACIATI DALL’AMORE LA RUOTA DELLA FORTUNA TG5 SOTTO IL SOLE DELLA TOSCANA LE DUE FACCE DELL'AMORE TG5 - NOTTE IL MATRIMONIO DEL MIO...

21.00 INDIVIDUALE DONNE

CALCIO SKY 7

10.00 NIGERIA - TUNISIA

ITALIA 1

LA 7

RAIUNO

24 31

L’Aquila 19 29

Campobasso

Bari

20 31

23 39

Napoli

Potenza

20 36

19 31

Cagliari

Catanzaro

24 32

20 37

Palermo

Reggio Calabria 25 40

25 39

Catania 25 34

Il sole domani MILANO

La luna ROMA

Sorge

Tramonta

Sorge

Tramonta

6:03

20:54

6:00

20:31

Nuova Primo quarto Piena Ultimo quarto

18 lug.

26 lug.

2 ago.

10 ago.


52

LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 29 LUGLIO 2012


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