SeTeMap - Escursioni in Alta Valle Camonica

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escursioni in

ALTAVALLE CAMONICA fra natura e storia

1


L’Alta Valle Camonica racchiude un patrimonio sconfinato ricco di storia e cultura, di flora e fauna, di sapori e profumi unici. Le vette del Baitone, dell’Adamello, del Castellaccio, e quelle dirimpetto dei Tremoncelli, di Pietrarossa del Corno dei Tre Signori, fanno da corona a caratteristici alpeggi ricchi di pascoli, adagiati nelle incantevoli valli protette dai parchi dello Stelvio e dell’Adamello. Il Fiume Oglio separa due opposti versanti ove sono raccolti gli ultimi graziosi borghi della provincia di Brescia: Incudine, Monno, Vezza d’Oglio, Vione, Temù e Ponte di Legno. Gli abitati sono collegati tra loro dalle storiche vie Valeriana e Carolingia, e alle quote più elevate dalla smisurata rete 2


di percorsi militari lasciata dalla Grande Guerra. Le carrozzabili lasciano progressivamente spazio alle mulattiere e queste via via a sentieri e ad arditissimi camminamenti, realizzati su pareti e creste che spesso non videro mai prima del conflitto anima viva. Questi luoghi, che spesso celano manufatti e agglomerati militari ancora oggi ottimamente conservati, sono raggiungibili grazie a numerosi sentieri ben mantenuti e segnalati. Questo opuscolo vuole essere una piccola guida ai siti escursionistici piÚ suggestivi, bellici e non, alla scoperta di quella natura selvaggia e incontaminata che rende oggi l’Alta Valle Camonica un paradiso di pace. 3


INDICE DELLE ESCURSIONI 1

SENTIERO DEI FIORI

. . . . . . . . . . . . . . pag.

6

2

DOSSO DI CASAMADRE

.................

8

3

SOZZINE - LAGO DEL PISGANA . . . . . . . . . . . . .

10

4

BOCCHETTA DI CASOLA . . . . . . . . . . . . . . . . .

12

5

LAGHETTI DI MONTICELLI . . . . . . . . . . . . . . . . .

14

6

RIFUGIO LINGE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

16

7

DOSSO DELLE GRÀOLE

18

8

RIF. BOZZI - LAGHI DI ERCAVALLO . . . . . . . . . . 20

9

PASSO DEI CONTRABBANDIERI . . . . . . . . . . . .

22

10

FORTIFICAZIONI DI VAL MASSA . . . . . . . . . . .

24

11

LAGHI D'AVIO - RIF. GARIBALDI . . . . . . . . . . . . 26

12

VAL DI CANÈ - LAGHI DI PIETRAROSSA . . . . . . . 28

13

SITO ARCHEOLOGICO TOR DI PAGÀ . . . . . . . . . 30

14

CIMA ROVAIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

15

MONTE PAGANO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

16

LAGHI SEROTI - LAGHI DI GROM . . . . . . . . . . . 36

17

ANELLO DI S. ANNA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

18

LAGO AVIOLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40

19

PIANA DEI MOREI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

20

VAL GRANDE DI VEZZA D’OGLIO . . . . . . . . . . . 44

.................

4

32

42


GR Bormio

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E

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AL

Passo di Gavia Lago Bianco

Lago Nero

MAPPA 2

6

Lago di Pian Palù

Sondalo

8

V

5

12

20

9

10

16 14

Passo del Mortirolo

13

Vione

Vezza d’Oglio

lio e Og m u o Fi

Incudine

V

a Edolo

19

17

c

l

a

m

Ponte di Legno

c a n i 4

Passo del Tonale

2 1

3

18

E

Monno

Temù

PR

15

7

Laghi d’Avio MAPPA 1

11

ADA

LA

a

V ED

S. Caterina Valfurva

CE

ME

LL

O

Difficoltà:

9

facile

Lago di Salarno 2 media Berzo Demo

1

difficile

SA

L NE

LA


1 SENTIERO DEI FIORI Segnaletica

Lunghezza

segnavia senza numero SAT/CAI

5,1 km Dislivello + 390 / - 800

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

4 ore 30 minuti

luglio - settembre

Difficoltà difficile *

* percorso per escursionisti esperti o accompagnati da guida alpina. Necessaria attrezzatura alpinistica (imbrago + kit da ferrata).

Celebrato itinerario, ripercorre gli arditi camminamenti costruiti sul filo dei 3000 metri di quota della cresta Castellaccio - Pisgana, antica linea di confine tra Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico. Panorama e interesse storico - naturalistico eccezionali. Non di rado è possibile incontrare stambecchi e camosci. L’itinerario descritto sfrutta la presenza della nuova Cabinovia Presena. Dal passo omonimo, splendida balconata sui ghiacciai dell’Adamello, si segue il sentiero segnalato che costeggia il fianco meridionale della dorsale Passo Presena - Passo Maroccaro. Raggiunta l’intersezione con il sentiero che scende al Rifugio Mandrone (SAT 209), si continua in direzione del Passo di Lago Scuro; lo sforzo dell’ultimo tratto ripido è ripagato dall’improvviso panorama che, raggiunto il valico, si apre sulla conca di Ponte di Legno e sul Pisgana. Al passo si possono ammirare anche numerosi e pregevoli manufatti della Grande Guerra: spicca una lunga scalinata in pietra e i resti di un esteso villaggio militare in quota (il sito fu il più importante centro logistico militare del settore), senz’altro meritevole di una visita. Sono stati recentemente ristrutturati la piccola chiesetta e un baraccamento ora adibito a museo. Con un’ulteriore de6


viazione verso SO (circa 50’ andata/ritorno) si può risalire alla panoramica Cima Payer (3056 m). Procedendo invece verso Nord, si percorre l’itinerario classico del Sentiero dei Fiori, così chiamato per le splendide fioriture di flora pioniera d’alta quota che lo impreziosiscono. Dopo aver raggiunto in breve la Capanna Amici di Lago Scuro, realizzata con resti di baraccamenti dalla guida alpina dalignese Giovanni Faustinelli, principale promotore del ripristino dei camminamenti, è vivamente consigliata una breve divagazione sulla vetta del Corno di Lago Scuro (3165 m) massimo punto panoramico dell’itinerario. Meglio trascurare invece la deviazione incontrata precedentemente, che scende verso la conca Presena, di anno in anno sempre più difficoltosa a causa del progressivo ritiro del ghiacciaio. Tornati sul sentiero, si percorre ora la parte alpinisticamente più interessante dell’itinerario: con l’ausilio di scale e passerelle, oltre che funi e catene alle quali agganciarsi, si attraversano cenge esposte e canali scoscesi, talvolta innevati e/o ghiacciati. Raggiunto il Passo di Casamadre si può optare se percorre la galleria scavata dagli alpini sotto l’omonimo Gendarme (circa 70 m, utile una pila), o attraversare sospesi nel vuoto le due impressionanti passerelle in acciaio (lunghezze 53 e 70 m), recentemente posizionate nella stessa posizione di quelle utilizzate durante la guerra. All’uscita della galleria un’ulteriore deviazione su scale attrezzate raggiunge un’ardita guglia. Con un ultimo tratto che permette di osservare ancora qualche postazione/osservatorio in caverna, il sentiero raggiunge invece il Passo del Castellaccio (2963 m). Scendendo lungo il vallone a Est, tra ghiaioni alternati a resti di neve, si perviene ai Laghetti del Monticello e alla vicina stazione della Cabinovia Paradiso.

1

2

3

7

Passo del Castellaccio

2585 m Passo del Paradiso

2963 m

3047 m Il Gendarme

Capanna Amici di Lago Scuro

2970 m

2996 m

2500 0 km

Passo di Lago Scuro

2750

Passo Presena

3000

3160 m

m slm 3200

4

5,1


2 DOSSO DI CASAMADRE Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 645 – 645A

7,5 km Dislivello 720 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

2h 30’ discesa: 1h 30’

giugno - ottobre

Difficoltà media

Bella e poco impegnativa escursione, in uno scenario suggestivo e di notevole interesse storico-naturalistico. Dalla sommità si gode un panorama meraviglioso che spazia dall’Alta Valle Camonica alla sella del Tonale, dalle creste della dorsale Castellaccio-Payer ai ghiacciai del Pisgana. Superato l’ampio tornante che contorna la chiesetta dei “Frati del Tonale”, un chilometro circa prima del Passo Tonale, lasciare la statale e imboccare la sterrata che sulla destra conduce a un acquedotto diroccato (1800 m). Seguendo il sentiero 645, attraversare il torrente su una briglia in calcestruzzo e proseguire in piano sino a raggiungere e oltrepassare la pista di sci (qui si può comodamente giungere seguendo la sterrata che parte nei pressi della vecchia partenza della funivia Paradiso). Si prosegue ora lungo una mulattiera militare (s. 645A); con un ampio percorso a mezzacosta si raggiungono i piedi del Dosso di Casamadre. Superati alcuni stretti tornanti, si continuare a mezza costa sino all’entrata di una postazione in galleria (utile una torcia elettrica per vederne l’interno). Ritornati brevemente sui propri passi, si prosegue in salita su ripido pascolo fino a riprendere il sentiero militare che, tra gallerie e resti di baraccamenti recentemente recuperati, sale zigzagando 8


Mulattiera militare di Casamadre. Sullo sfondo i ghiacciai del Pisgana.

(attenzione alla parte finale leggermente esposta), al culmine del Dosso di Casamadre (“Il Castellaccio”, 2536 m). La sommità offre un vero panorama mozzafiato a 360 gradi. Il rientro può avvenire lungo l’itinerario di salita o con possibile variante (s. 645B, a volte poco evidente per presenza di vegetazione erbacea) che scende al ponte sull’Ogliolo e alla vicina stazione intermedia della cabinovia Pontedilegno – Tonale (1650 m) ove si torna facilmente al punto di partenza.

0 km

3

Dosso di Casamadre

4,5

9

SS42 del Tonale 1820 m

2220 m

2220 m 1,5

Il Castellaccio

1700

Dosso di Casamadre

2000

SS42 del Tonale 1820 m

2300

2536 m

m slm 2600

6

7,4


3 SOZZINE - LAGO DEL PISGANA Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 642

13,6 km Dislivello +/- 1160 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 3h 45’ discesa 2h 30’

luglio - settembre

Difficoltà difficile

Nell’esteso spaccato naturale della Val Narcanello si possono osservare in maniera spettacolare molti dei principali aspetti naturali tipici dell’ambiente alpino. Dai boschi di conifere del fondovalle, attraverso imponenti falde detritiche incise da energici torrenti, pianori sabbiosi sospesi, ripidi gradini rocciosi percorsi da imponenti cascate, macereti detritici colonizzati da colorati rododendri e, più su, dalla flora pioniera d’alta quota, l’escursione si spinge a ridosso delle lingue glaciali della testata, il cui arretramento lascia progressivamente spazio a specchi lacustri di neoformazione.

0 km

5

7,5

10

10

Val Sozzine 1313 m

1665 m Prà de l’Ort

Cascate del Pisgana

Lago del Pisgana

1665 m 2,5

Cascate del Pisgana

1100

Prà de l’Ort

1600

Val Sozzine 1313 m

2100

2550 m

m slm 2700

13,6


Nuovi laghi del Pisgana alla fronte dell’omonima lingua glaciale.

Al tornante della tangenziale di Val Sozzine, si devia a destra e si raggiungono le omonime case (1350 m). Oltrepassata la pista che sale al Passo del Tonale (bivio s. 672), si attraversa il ponticello sul torrente e si continua lungo la strada forestale marcata segnavia CAI 642. Dopo una ventina di minuti s’incontra il bivio con un’antica mulattiera che sale a destra nel bosco e che si consiglia di seguire. In ogni caso, dopo quasi un’ora, si tocca il verde ripiano di Prà de l’Ort (1665 m), vecchia malga abbandonata dominata da incombenti versanti rocciosi. La strada continua nella vallata, lasciando dapprima a sinistra la traccia del sentiero 644 che sale al P.so del Castellaccio, e poi a destra un’opera idraulica (1955 m); dopo circa 2 ore si raggiunge un vasto pianoro ove, ai piedi dell’incombente lunga cresta Lago Scuro – Pisgana, si estendono a ventaglio imponenti conoidi detritiche. L’estremità inferiore del pianoro è parzialmente allagata a seguito della presenza di una piccola opera idraulica; serve a raccogliere i vari rivoli del torrente Narcanello e convogliarli in Val d’Avio, e da lì alla grande centrale in caverna di Edolo. Procedendo a fianco del largo torrente, fanno capolino più in alto le scenografiche Cascate del Narcanello: le prime, più modeste, superano il gradino roccioso posto tra 2080 e 2030 metri circa di quota. Le superiori, più celebri, precipitano dal ripiano morfologico di quota 2350 metri circa (sino a inizio novecento occupato dalla lingua glaciale del Pisgana). Continuando lungo il sentiero, tra depositi ghiaiosi punteggiati dalla variopinta flora pioniera, si raggiungono i ripidi pendii che delimitano (destra idrografica) le cascate. Si risalgono zigzagando tra arbusti di rododendro e ontano sino a guadagnare il settore superiore, ove tra macereti detritici si perviene in breve al Lago del Pisgana. Nato poco più di un decennio fa, nel volgere di pochi anni questo specchio lacustre ha raggiunto dimensioni rilevanti (lunghezza 750 m, superficie 0,12 km); nel contempo, appena a monte, altri nuovi corpi idrici sono in progressiva espansione, segno evidente della brusca accelerazione subita dal ritiro dei ghiacciai negli ultimi anni. 11


4 BOCCHETTA DI CASOLA Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 641, 640, 647

13,7 km Dislivello +/- 900 m

Difficoltà

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita: 3h discesa: 2h 15’

giugno - ottobre

media

Itinerario relativamente agevole, disegnato all’interno del Parco dell’Adamello; parte/arriva nella frequentatissima località Valbione, tra un bel laghetto e i verdissimi prati dell’adiacente campo da golf. L’escursione si svolge interamente su percorsi di origine militare, con pendenze mai troppo faticose e con possibilità di visitare manufatti della Grande Guerra, tra scenografici paesaggi e ampie viste panoramiche.

5

7,5

12

1980 m 10

Valbione 1510 m

Baita di Pozzuolo

Bocchetta di Casola

1735 m 2,5

Postazioni in caverna

1400 0 km

La Maralsina

1750

Valbione 1510 m

2100

Rifugio Corno d’Aola

2012 m

2394 m

m slm 2500

13,7


Area attrezzata al lago di Valbione.

Da Ponte di Legno, con la seggiovia (o in auto negli orari consentiti) si sale a Valbione (1510 m); svoltando a destra (s. 641), si costeggia la Capanna Ristorante Valbione e s’imbocca una comoda mulattiera di origine militare. Superati numerosi tornanti, si sbocca su una stretta pista di sci che si risale a sinistra per circa 50 metri. Prestando attenzione alla segnaletica, si gira subito a destra, si attraversa una seconda pista di sci e, lasciato a destra il ristoro “La Maralsina”, si prosegue sulla mulattiera militare che costeggia il crinale occidentale del dosso delle Pertiche. Raggiunti alcuni manufatti della Grande Guerra, la mulattiera lascia il posto a uno stretto sentiero che, dapprima a mezzacosta e poi zigzagando, sale alla selvaggia Bocchetta di Casola (2394 m; prestare molta attenzione in quest’ultimo tratto, spesso soggetto a fenomeni erosivi). Tra sfasciumi e ghiaioni ornati dalle fioriture di anemoni e stelle alpine, il panorama spazia dal vicino e imponente Salimmo ai prospicienti gruppi dell’Ortles-Cevedale e del Bernina. Varcata la Bocchetta di Casola si scendono i numerosi tornanti del sentiero che raggiunge la conca di Pozzuolo (2020 m). Da qui è possibile proseguire sulla pianeggiante mulattiera militare incisa tra le rocce (s. 640, anche sentiero tematico del Parco dell’Adamello con cartelli illustrativi sulla Grande Guerra) fino al Rifugio Petit Pierre Corno d’Aola (1980 m), da dove si scende in breve a Valbione (strada militare marcata s. 647). In alternativa, si può imboccare il sentiero 640A che scende inizialmente ripido fra gli ontani, lambendo le suggestive cascate di Valle Seria. Raggiunto il fondovalle, il sentiero lascia spazio a una comoda sterrata che, successivamente, affianca il campo da golf e rientra al frequentato laghetto di Valbione. 13


5 LAGHETTI DI MONTICELLI Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 158 - 164/164A

9,8 km Dislivello +/- 920 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 3h discesa 2h

giugno - ottobre

Difficoltà media

2

4

6

14

8

S.Apollonia, area Parco Stelvio 1597 m

Case Pradazzo

1648 m

Baita di Monticelli

2071 m

2306 m Laghetto di Monticelli

2495 m 2071 m

Laghi Monticelli superiori

1500 0 km

Baita di Monticelli

1900

1648 m

2300

Case Pradazzo

m slm 2700

S.Apollonia, area Parco Stelvio 1597 m

Piacevolissima escursione all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, permette di ammirare alcuni dei numerosi laghetti alpini che costellano l’estesa Valle delle Messi. Si svolge in un settore poco frequentato dagli escursionisti (assai di più da cervi, camosci, stambecchi e marmotte), partendo dai bei lariceti del fondovalle sino alle pietraie colorate dalla flora pioniera d’alta quota. Spettacolari le viste sulle montagne di Adamello, Presanella e Ortles-Cevedale.

9,8


Laghetti di Monticelli meridionali.

Dall’area attrezzata del Parco Nazionale dello Stelvio di S. Apollonia (1580 m) imboccare la sterrata (s. 158) che si inoltra nella Valle delle Messi. Dopo circa un chilometro (Case Pradazzo), attraversare il ponticello sulla sinistra e risalire (s. 164A) il bel lariceto che porta ai pascoli di Malga Monticelli (2071 m). Poco sopra la baita si raggiunge il punto d’inizio dell’anello che permette di visitare i laghetti superiori. Ė consigliabile l’escursione in senso orario; proseguire quindi a sinistra e, superato qualche tornantino, lasciare alle spalle una bella cascata sino a raggiunge il bivio per Somalbosco (s. 164). Prestando attenzione alla segnaletica girare a destra e continuare in salita sino a un pianoro ove si incontra il bivio successivo per il Bivacco Linge e per il Laghetto Inferiore (i meno allenati possono raggiungerlo direttamente da qui). Lasciato il bivio a destra, si risalgono i dossi che nascondono gli incantevoli laghetti superiori, contornati dai candidi fiocchi dei “piumini” (Erioforo). Un ultimo strappo permette di accedere a un sovrastante pianoro di notevole interesse naturalistico: tra ruscelli, cascate ed estese vallette nivali, ove risuona l’eco dei fischi delle marmotte, si annidano due minuscoli laghetti (2496/2530 m) che riflettono le cime perennemente innevate dell’Ortles-Cevedale e della Presanella. Dopo aver scollinato, si scende piegando a destra lungo una valletta laterale sino a riallacciarsi al sentiero 164. Seguendolo, ci si abbassa dolcemente verso sinistra fino al laghetto inferiore. Poco oltre il piccolo specchio si lascia a sinistra il bivio per il Bivacco Linge e, con lunga diagonale in senso opposto, si scende alla Malga Monticelli. Da qui per l’itinerario di salita si rientra a S. Apollonia. 15


6 RIFUGIO LINGE Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 158

10,8 km Dislivello +/- 700 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 2h 20’ discesa 1h 30’

giugno - ottobre

Difficoltà facile

S.Apollonia, area Parco Stelvio 1597 m

1977 m

2289 m 2

Rifugio Valmalza

1500 0 km

Bivacco Linge

1800

1977 m

2100

Rifugio Valmalza

m slm 2400

S.Apollonia, area Parco Stelvio 1597 m

Attraverso pascoli fioriti, boschi di larice e cespuglieti abitati da cervi e caprioli, questo facile e piacevole itinerario raggiunge il suggestivo pianoro di Valmalza, ove protetto dalle imponenti bastionate rocciose dei Monticelli e di Pietra Rossa sorge il Bivacco Linge.

4

6

16

8

10,8


Da Case Pradazzo (1648 m), 1 Km circa dall’area attrezzata del Parco dello Stelvio (vedi itinerario precedente) si prosegue lungo la strada di fondovalle sino a oltrepassare il bivio che a destra conduce al Lago Nero (s. 157). Al termine della piana di fondovalle, con percorso progressivamente più ripido e qualche tornante si rimonta la costa che porta al Rifugio Valmalza (1977 m). Si continua ora su sentiero, mentre gli arbusti lasciano il posto a pascoli via via più pietrosi. Superato un ultimo risalto roccioso sulla sinistra, si sbocca nello scenografico pianoro umido di Valmalza, luogo di pascolo prediletto di camosci, stambecchi e anche di cervi. Procedendo in direzione dell’imponente Punta di Pietra Rossa, in breve si raggiunge il Bivacco Linge (2289 m - 2h20’- aperto tutto l’anno - diciotto posti letto). Il ritorno avviene dalla stessa via di salita. Sono tuttavia possibili due alternative, entrambe impegnative per la presenza di tratti esposti attrezzati con catene: il primo risale la costa alle spalle del baitello (direzione Nord) lungo il sentiero 102 (Alta Via Camuna) sino a raggiungere il Lago Nero e poi ridiscendere in Valle delle Messi (s. 157); il secondo segue a ritroso il sentiero 164 sino all’altezza dei Laghi di Monticelli e poi ridiscende nel fondovalle (s. 164A). Cime di Pietrarossa riflesse nel Lago Nero del Gavia.

17


7 DOSSO DELLE GRÀOLE Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 159 153A/153 - 160 - 162

11,3 km Dislivello +/- 700 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 2h 15’ discesa 1h30’

luglio - settembre

Difficoltà media

Mulattiera militare delle Gràole, sullo sfondo la sagoma inconfondibile della Presanella.

18


La recente sistemazione del sentiero che collega il Baitello delle Gràole a Malga Forgnuncolo, permette questa bella escursione ad anello sulle pendici meridionali di Cima Gràole, poco impegnativa ma eccezionalmente panoramica e ricca d’interessi storici e naturalistici. Tra interessanti residuati bellici della Grande Guerra e branchi di animali selvatici che popolano il Parco Nazionale dello Stelvio, non è raro osservare il maestoso volo dell’aquila reale. Da Case di Viso (1750 m, possibilità di parcheggio nel piazzale posto all’ingresso del villaggio) seguire la mulattiera che fiancheggia il torrente Arcanello all’interno del caratteristico nucleo rurale. Oltrepassate le case, proseguire sul sentiero che interseca a più riprese la strada sterrata sino alla sovrastante area attrezzata del Parco Nazionale dello Stelvio (loc. Prà del Rum, 1880 m, 15’). Qui si prende a sinistra la carrozzabile che prosegue verso la testata della Val di Viso (prestando attenzione, è possibile osservare numerosi spiazzi, resti delle postazioni di artiglieria della prima Grande Guerra). Dopo due tornanti si lascia a destra il sentiero 159 dei laghi di Ercavallo e si continua lungo la strada (nuovo segnavia 153A) che risale assecondando la morfologia della pendice sino alla Malga Forgnuncolo (2109 m). Accompagnati dai fischi delle marmotte, si segue ora un sentiero recentemente ripristinato; dopo un breve strappo si continua a mezzacosta sulle panoramicissime pendici meridionali di Cima Gràole, sino a raggiungere i ruderi del baitello omonimo e di un villaggio militare della Grande Guerra. Ripreso il cammino si scende lungo l’interessante mulattiera militare (s. 153, numerosi tratti evidenziano ancora oggi la tipologia costruttiva originale); ponendo attenzione alla segnaletica, dopo circa 1 Km la si abbandona e si prende a sinistra il sentiero CAI 160 che a mezzacosta porta alle rinomate Case Pirli ove, evitando la strada asfaltata, con il sentiero di “Case dei Monti” (segnavia 162) si ritorna al punto di partenza.

2,5

1750 m 5

19

Case di Viso

Case Pirli

1720 m

Baitello delle Gràole

2019 m

1750 m

1600 0 km

Malga Forgnuncolo

1900

Case di Viso

2200

2316 m

m slm 2400

7,5

10

11,2


8 RIF. BOZZI - LAGHI DI ERCAVALLO Segnaletica segnavia CAI 102 - 152 - 159

Lunghezza 15,6 km Dislivello +/- 950 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 2h 30’ discesa 3h’

luglio - settembre

Difficoltà media

Itinerario di medio impegno, permette di visitare uno dei più noti settori montuosi dell’Alta Valle Camonica, molto panoramico e ricchissimo di importanti testimonianze della Grande Guerra. Particolarmente suggestivo l’altopiano che ospita i Laghi di Ercavallo, adagiati ai piedi dell’imponente piramide del Corno dei Tre Signori e adornati da scenografiche fioriture di candidi eriofori. Notevoli le possibilità di avvistamento di fauna selvatica. Dall’area attrezzata di Prà del Rum (1880 m, vedi itinerario precedente), raggiungibile anche in automobile, prendere a destra la strada che, con la lunga sequenza di tornanti tipica dei percorsi militari, risale il costone del Palon delle Casaiole (s. 152, varie scorciatoie permettono di abbreviare il percorso). Sbucati nella Conca del Montozzo, si lambisce a destra un primo laghetto (2403 m, spesso asciutto) e si raggiunge in breve il più esteso Laghetto di Montozzo superiore, sovrastato dal Rifugio Bozzi. L’edificio è densamente attorniato da fortificazioni e manufatti, resti di quello che fu il “Villaggio Militare del Montozzo”; una casermetta ristrutturata nei pressi del rifugio, adibito centro di documentazione-museo, ospita materiali/cimeli recuperati in zona oltre che interessante materiale informativo sulla storia della Grande Guerra di questo settore. La conca offre anche ampie possibilità di escursioni ai passi e alle cime vicine (Montozzo, Albiolo, Casaiole). Lasciato il rifugio alle spalle, seguendo il segnavia CAI 102, si percorre su co20


moda mulattiera a mezzacosta il lato orografico sinistro della Valle di Viso. Ponendo attenzione ad alcuni tratti periodicamente soggetti a franamento, e a qualche tratto piuttosto esposto, si raggiunge il bivio con il sentiero 159, lungo il quale si ridiscende zigzagando il ripido versante sino a tornare all’area Parco di partenza. Prima di imboccare il bivio, è tuttavia vivamente consigliabile proseguire lungo il sentiero 102 (qui vera e propria strada militare) almeno sino ai primi due Laghi di Ercavallo. Particolarmente suggestivo quello di quota 2643 m, in buona parte intorbato ma proprio per questo caratterizzato da una straordinario scenario d’alta quota: il vivido colore viola delle primule e il candido bianco degli eriofori contornano le sue acque, nelle quali si riflettono le cime e i ghiacciai dei gruppi dirimpetto della Presanella e dell’Adamello. Chi vuole visitare altri specchi d’acqua deve continuare per un breve tratto lungo l’Alta Via Camuna (s. 102) sino a superare un gradone roccioso. Abbandonate le tracce segnalate, ci si dirige a destra: si raggiungono in sequenza dapprima il laghetto di quota 2695 m, anch’esso ampiamente colonizzato dai candidi eriofori, e poi il Lago di Ercavallo Orientale (2715 m), attorniato da resti della Grande Guerra, il lago di quota 2710 m, anch’esso parzialmente interrato e ricco di eriofori e il Lago Alto di Ercavallo (2959 m), spesso ghiacciato anche in piena estate. Chi invece volesse effettuare un anello alternativo, dal Lago di Ercavallo Orientale può imboccare il sentiero CAI 153; con percorso piuttosto lungo ma non difficile (qualche tratto esposto dopo le “Scale di Ercavallo”), si raggiunge il Passo delle Gràole e si scende lungo l’omonima mulattiera militare, qui particolarmente scenografica: la luce rarefatta dell’alta quota, l’eccezionale panorama sulle montagne di Presanella, Adamello e Pietra Rossa, e i suggestivi tratti sopraelevati perfettamente inseriti nell’ambiente circostante grazie a un imponente lavoro di sistemazione del pietrame reperito in loco, donano al percorso un fascino davvero unico. Raggiunto il Baitello delle Gràole, si percorre a ritroso il percorso dell’escursione 7 sino al punto di partenza.

3

9

21

Laghetto di Viso 1862 m

Baitello di Ercavallo 6

12

Case di Viso

1750 m

2481 m Rifugio Bozzi

1600 0 km

2102 m

1750 m

2000

Malga Casaiole

2400

Case di Viso

m slm 2800

15,6


9 PASSO DEI CONTRABBANDIERI Segnaletica segnavia SAT 111 e del Sentiero della Pace

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 2h 20’ discesa 1h 30’

giugno - ottobre

Lunghezza 10 km (3,7 da Malga Valbiolo) Dislivello +/- 780 m (+/- 420 m da Malga Valbiolo)

Difficoltà facile

Secolare via di transito “secondaria” fra Trentino Austriaco e Alta Valle Camonica, il Passo dei Contrabbandieri rappresentò un importante nodo di collegamento tra i fronti di guerra del Tonale e del Montozzo. Percorsa oggi dal “Sentiero della Pace” (e dal s. SAT 111), questa facile escursione permette di visitare i numerosi resti bellici sparsi sulle creste, tra branchi di stambecchi e camosci e splendide viste sui circostanti gruppi montuosi Adamello-Presanella e Ortles-Cevedale. Dal Passo del Tonale (piazzale seggiovia Valbiolo), si segue il sentiero SAT 111, che lambisce l’interessante Ospizio San Bartolomeo e perviene alla Malga Valbiolo (2250 m, raggiungibile anche in auto o con l’omonima seggiovia, ristorante aperto anche nella stagione estiva). Si prosegue lungo il sentiero segnalato, risalendo le piste da sci sino alla stazione di arrivo degli impianti; con un ultimo tratto ripido si tocca il Passo dei Contrabbandieri. Eccezionale il panorama che si apre, a Sud sulle cime e sui ghiacciai di Presanella, Presena e Pisgana, a Nord sulle Valli di Viso e delle Messi. Si possono osservare anche vari manufatti della Grande Guerra, tra i quali un edificio recentemente ristrutturato. La linea di cresta è inoltre interamente percorsa da trincee e camminamenti: quelli che si sviluppano a Est sono stati ripristinati e attrezzati e permettono di raggiungere (solo per 22


Fortificazioni nei pressi di Cima Casaiole.

esperti) le Cime dell’Albiolo e proseguire verso la Forcellina di Montozzo o verso il Monte Tonale Orientale. All’escursionista (comunque di sufficiente esperienza) che non volesse ritornare dalla via di salita si propone invece di percorre quelli che si sviluppano a Ovest; il percorso non è segnalato ma è facilmente individuabile dai numerosi resti militari; particolarmente suggestivi quelli che si osservano nei pressi di Cima Casaiole. Raggiunta la cima del Monte Tonale Occidentale, particolarmente ricca di resti militari, si scende per sentiero al sottostante laghetto di Bleis, nei pressi della stazione di arrivo dell’omonima seggiovia. Da qui, per strada sterrata, si ritorna al Passo del Tonale.

2

4

1890 m 6

23

Ospizio S. Bartolomeo 1970 m 8

Passo del Tonale

2250 m Malga Valbiolo

Malga Valbiolo

2250 m

Passo dei Contrabbandieri

1890 m

1800 0 km

1970 m Ospizio S. Bartolomeo

2150

Passo del Tonale

2500

2680 m

m slm 2800

9,9


10 FORTIFICAZIONI DI VAL MASSA Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 103/103A - 155 - 165/165C

14 km Dislivello +/- 1000 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 3h discesa 2h

giugno - ottobre

Difficoltà medio

Itinerario poco impegnativo ma di elevato interesse: attraverso sentieri e mulattiere di origine militare, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, si raggiungono le più imponenti fortificazioni della Grande Guerra di tutta l’Alta Valle Camonica. L’eccezionale panoramicità sui gruppi della Presanella e dell’Adamello, e la nutrita presenza di animali selvatici, ne fanno una delle mete escursionistiche più ambite del settore. Dal parcheggio nei pressi del Ponte della Valle, 500 metri dopo le ultime case di Canè (1520 m), si segue la piacevole strada forestale che subito abbandona il bosco e si inoltra nei panoramici pascoli della località Stodegarda. Raggiunto il quadrivio antistante le “Case del Ponte” (1680 m), si sale la sterrata a destra (s. 103) in direzione Chigolo. Il segnavia 103 si abbandona (porta a Villa Dalegno) dopo poche centinaia di metri, a un bivio ove si risale invece a sinistra la erta con segnavia 103A che porta alle poche case della località citata. Raggiunta in piano, poco dopo, l’ariosa radura “delle Paoline”, si continua sulla strada forestale sino al primo tornante: qui si abbandona per continuare a seguire a destra il segnavia 103A che si inoltra nel bosco. Dopo un piacevole mezzacosta e un ultimo tratto ripido si perviene ai ruderi delle Baite di Val Massa. Piegando brevemente a destra in piano si confluisce, poco lontano, nel sentiero CAI 155 che, con le pendenze costanti e la 24


Il panoramico alpeggio di Plaz Tunal.

3

6

25

1520 m 9

Ponte della Valle (Canè)

1764 m Cortebona

Malga del Coleazzo

B.ta del Coleazzo

B.ta di Valle Massa

Bocchetta di Val Massa

2138 m

2175 m

1520 m

1400 0 km

1806 m

1800

C. Chigolo

2200

Ponte della Valle (Canè)

m slm 2600

2504 m

lunga serie di tornanti tipica dei percorsi militari (nell’ultimo tratto ancora perfettamente conservati), raggiunge la Bocchetta di Val Massa. Qui si può ammirare il cosiddetto “Trincerone”, imponente opera difensiva della Grande Guerra ancora oggi intatta. Può essere visitata in dettaglio compiendo un ampio percorso ad anello (evidente ma non segnalato, da affrontare con prudenza): postazioni, feritoie, osservatori, camminamenti e ricoveri si susseguono senza sosta. Il ritorno avviene solo inizialmente lungo il percorso di salita: giunti in corrispondenza del bivio con il sentiero CAI 155C, lo si segue lungo l’asse della Val Massa lasciando a sinistra la strada militare. Aggirato un modesto dosso, sempre con percorso eccezionalmente panoramico, si toccano in sequenza le Baite (diroccate) del Coleazzo, la malga omonima e, subito dopo, l’ampia balconata di “Plaz Tunal”; piegando a destra, si entra in un bel lariceto che conduce nel fondo della Val di Canè (loc. Cortebona, 1764 m). Qui il sentiero 165C confluisce nel segnavia 165: seguendolo verso valle (sx) si ritorna in breve al punto di partenza.

12

13,9


11 LAGHI D’AVIO - RIF. GARIBALDI Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 601 - 611

18,2 km Dislivello +/- 1150 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

Difficoltà

salita 3h 15’ discesa 3h

giugno - ottobre

medio

1580 m

12

16

Malga Caldea

L. d’Avio

2048 m

2327 m

26

Malga Lavedole

8

Lago Pantano

Passo del Lunedì

2048 m 4

Rifugio Garibaldi

1400 0 km

Malga Lavedole

1580 m

1850

L. d’Avio

2300

Malga Caldea

2548 m

m slm 2800

2650 m

Nota per la presenza degli estesi bacini collegati alla grande centrale idroelettrica di Edolo, la Val d’Avio offre numerosi altri aspetti naturalistici d’interesse: pianori umidi dalle fioriture multicolori, pittoreschi laghetti naturali di alta quota, ghiacciai e la maestosa parete settentrionale dell’Adamello. Il Rifugio Garibaldi rappresentò durante la Grande Guerra il principale punto di accesso ai ghiacciai di questo settore; numerosi sono i manufatti di origine militare che ancora si osservano nell’area. Oggi la struttura è la base per pacifiche escursioni alla vetta principale e a quelle circostanti.

18,2


Dall’area attrezzata del Parco dell’Adamello di Malga Caldea (1580 m), raggiungibile in automobile su strada un po’ sconnessa (s. 611), o anche a piedi, lungo la mulattiera che rimonta il fianco sinistro della Val d’Avio (con vista su belle cascate), risalire i nove faticosi tornanti della strada di servizio (localmente della “Segosta”) che porta ai bacini artificiali della sovrastante valle sospesa. Dopo aver attraversato la costa sopra il piccolo Laghetto dell’Avio, il percorso prosegue in piano, con splendidi scorci panoramici, costeggiando dapprima il Lago d’Avio e poi (ora su s. 601 “Alta via dell’Adamello”), il Lago Benedetto. Al suo termine, superato un breve ma ripido gradino roccioso (“Segostino”), si raggiunge il pianoro di Malga Lavedole, area paludosa dai mille colori incorniciata dalle vette del Corno Bianco e dell’Adamello. Lasciata sulla destra la malga (segnavia senza numero per Lago Pantano) e attraversato il torrente, si prosegue su una mulattiera militare che, tra alcuni monumentali esemplari di larice e di cembro, rimonta il fianco destro della valletta del Venerocolo sino a raggiungere la stazione intermedia della teleferica Enel. Dopo un tratto pianeggiante si risale ancora ripidamente (tratto notoriamente detto “Calvario”); in vista della diga del Venerocolo, si raggiunge a sinistra la Chiesetta degli Alpini e, successivamente, il Rifugio Garibaldi (2548 m). Il ritorno per i più stanchi può avvenire lungo stessa via di salita; l’escursione prevede invece di attraversare la sommità della diga del Venerocolo e, sempre sul sentiero 601, puntare verso la maestosa parete Nord dell’Adamello. Rimontato il Passo del Lunedì (2650 m), si scende a mezzacosta sino a raggiungere il grande Lago (artificiale) del Pantano (2327 m), da dove in breve si raggiunge Malga Lavedole e, lungo il percorso di salita, si ritorna a Malga Caldea. Alcuni degli estesi bacini della Val d’Avio.

27


12 VAL DI CANÈ - LAGHI DI PIETRAROSSA Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 165

13,5 km Dislivello +/- 1070 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

Difficoltà

salita 3h 10’ discesa 2h

giugno - ottobre

medio

28

1766 m

Ponte della Valle (Canè)

1520 m 9

Cortebona

1958 m Plaz de le Casere

2212 m 6

Bivacco Valzaroten

2212 m

Laghi di Pietrarossa

Plaz de le Casere 3

Bivacco Valzaroten

1958 m

1520 m

1400 0 km

1766 m

1850

Cortebona

2300

Ponte della Valle (Canè)

m slm 2800

2585 m

Pascoli fioriti, architetture tipiche, testimonianze di antiche attività produttive, branchi di animali selvatici di ogni specie, nevai di alta quota: la piccola ma suggestiva Val di Canè racchiude molti dei migliori aspetti naturalistici custoditi dal Parco Nazionale dello Stelvio. Questa escursione raggiunge i Laghetti di Pietrarossa, posti a oltre 2500 metri di quota in una scenografica conca con ampie vedute sulle montagne antistanti. Altri pittoreschi specchi d’acqua, raggiungibili con itinerari più impegnativi, sono sparsi sulle creste sovrastanti.

12

13,4


Scendendo dalla Valle di Stol verso Cortebona.

Dal quadrivio antistante le “Case del Ponte” (1680 m, circa 30’, vedi itinerario 10), porta del Parco Nazionale dello Stelvio, si procede lungo la comoda strada di fondovalle (s. 165), attorniati dalle suggestive fioriture dei pascoli. Si raggiunge in breve Cortebona, incantevole località dominata dalle imponenti pareti marmoree di Cima Bles, a sinistra, e del Monte Coleazzo, a destra, e dai molteplici interessi turistico-naturalistici: dal rifugio agrituristico, all’area attrezzata posti al di la del torrente, alla “calchera” ristrutturata, agli edifici del Parco adibiti a centro informazioni e a foresteria (su richiesta preventiva è possibile pernottare). Si procede verso monte, sempre con pendenze gradevoli; mentre il lariceto si fa via via più rado, si lascia sulla sinistra la deviazione che porta a una didattica cava di marmo abbandonata, nota anche per le circostanti nidificazioni dell’aquila reale (ponendo attenzione alle pendici circostanti, è facile anche osservare qualche branco di camosci e di stambecchi). Giunti nei pressi della testata della valle, sempre seguendo il segnavia 165, si risale ripidamente a destra tra folti cespuglieti sino al piccolo Bivacco Valzaroten (2212 m). Continuando verso NO, si supera un faticoso ma panoramico dosso roccioso, oltre il quale si perviene in leggera discesa ai due laghetti parzialmente interrati di Val Canè o di Pietrarossa (2585 m, 3h 10’ da Canè), meta della nostra escursione. Il ritorno segue la stessa via di salita. È tuttavia interessante raggiungere in breve tempo il Passo di Val di Canè (2674 m), da dove si può osservare la testata della Val Grande. Da qui è inoltre possibile compiere un percorso ad anello che conduce dapprima alle Cime di Pietra Rossa e poi alla Cima Monticello (e agli omonimi nuovi laghetti generatisi a seguito del ritiro della vedretta sommitale), scendendo successivamente dal vallone di Valzaroten. L’anello descritto è riservato solamente agli escursionisti più esperti, soprattutto per la salita, a tratti poco segnalata e con presenza di tratti esposti. 29


13 SITO ARCHEOLOGICO TOR DI PAGÀ Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 103 166/166A 184/184A - 199

13 km Dislivello +/- 1000 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 3h discesa 2h 10’

giugno - novembre

Difficoltà medio

Facile anello di medio impegno fisico; permette di visitare l’omonimo sito archeologico (veramente singolare la quota altimetrica), posto sulle suggestive falde meridionali di Cima Bles. Generosi i panorami sull’antistante gruppo dell’Adamello. D’interesse anche i numerosi nuclei rurali attraversati. Dalla sommità dell’abitato di Vione, si risale la strada che porta ai sovrastanti alpeggi (s. 166); proseguendo a destra al secondo tornante, in breve si tocca lo scenografico nucleo rurale di Premia. Dopo il crocefisso, volgendo ancora a destra in salita (s. 103) si raggiungono le solatie Case Salina; dietro la caratteristica fontana, s’imbocca finalmente la mulattiera (s. 184) che, entro un fiabesco bosco di larici secolari progressivamente più radi e luminosi, porta al panoramicissimo sito archeologico di Toor di Pagà. Prima di raggiungerlo, si attraversano due incantevoli radure, quella inferiore abbellita da un caratteristico roccolo (“Roccolo di Arnaldo”). Lasciato il sito archeologico alle spalle, con un piacevole traverso a mezzacosta (s. 199) si raggiunge il piccolo bivacco di Plaza Gerù: la corona di candide pareti marmoree di Cima Bles e Cima Muralta, le ricche fioriture di rododendro e le ampie vedute sulle montagne circostanti ne fanno davvero un posto suggestivo. Continuando verso Ovest, ora sul sentiero 166A, ci si avvicina a Malga Tremonti; prima di raggiungerla, prestando 30


L’abitato di Vione con i suoi caratteristici “involti”.

0 km

6

31

12

Vione

1490 m Premia

Pigadoe

Plaz del Vècc

Casine di Bles 9

1250 m

2080 m

2093 m

2213 m Plaza Gerù

Toor di Pagà

1490 m

1623 m 3

Plaza Presanalt

C. Saline

1100

Premia

1550

Vione

1250 m

2000

1665 m

2130 m

m slm 2400

2235 m

attenzione alla segnaletica, si piega bruscamente a sinistra e si segue il segnavia 184A che in breve porta alle Casine di Bles (2080 m, una adibita a bivacco). Qui si riprende il sentiero 166 che attraverso interessanti nuclei rurali riporta a Vione.

12,9


14 CIMA ROVAIA Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 103 - segnavia senza numero

14 km Dislivello +/- 1200 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 3h 40’ discesa 2h 30’

giugno - ottobre

Difficoltà medio

La Cima Rovaia offre all’escursionista notevoli interessi storici: il crinale ospita una struttura di fortificazioni tra le meglio conservate della zona. La vetta è anche una meta eccezionalmente panoramica sulle montagne adamelline e sulle vicine Orobie. L’escursione è tecnicamente molto facile, un po’ meno per l’impegno fisico; lunghezza e dislivello necessitano di qualche sforzo in più, ripagato dalla facilità di avvistamento di animali selvatici. Da Vezza d’Oglio si raggiunge in automobile la frazione Tu e si prosegue lungo la ripida strada asfaltata sino all’imbocco della Val Grande (loc. Plasacù 1315 m, ampio parcheggio). Si imbocca la strada principale di fondovalle, che si segue per poco più di 500 metri; giunti ad un incrocio segnato da una bella cappelletta, si risale a destra una inizialmente ripida strada acciottolata che si inoltra nel bosco. Dopo circa 1 km si perviene a un quadrivio, ove si gira a destra (s. 103) per proseguire lungo una piacevole mulattiera a mezzacosta; altri 500 metri e si raggiunge finalmente il crocicchio con i cartelli segnavia che indicano il percorso militare per Cima Rovaia. Si segue lungamente compiendo innumerevoli tornanti, mentre il lariceto diventa via via più aperto e luminoso, sino a uscire nel vasto terrazzo morfologico di Plaza Granda. La vista improvvisamente si apre dalla Val Grande al Mortirolo, dalle Orobie al gruppo dell’Adamello sino oltre il Tonale. In lontananza s’intravede il piccolo museo di 32


Fortificazioni nei pressi del museo di Cima Rovaia.

2,5

7,5

33

10

Plassacù

1524 m Borom

Plaza Granda

Cima Rovaia

Museo di Cima Rovaia

200 m 5

1315 m

2350 m

2000 m

1315 m

0 km

Museo di Cima Rovaia

1100

Plaza Granda

1650

Plasacù

2200

2350 m

m slm 2700

2525 m

Cima Rovaia, ricavato da un baraccamento militare riadattato, ove una serie di pannelli illustrativi permette all’escursionista di conoscere la distribuzione dei manufatti e le principali vicende belliche di questo settore. Si raggiunge in poco tempo su sentiero ben segnalato (senza numerazione). Lungo la salita verso la vetta, in alternativa, è anche possibile percorre alcune delle innumerevoli trincee disseminate sulla superficie: permettono di osservare le singolari postazioni circolari (ben 25) distribuite lungo la dorsale che divide la Val Grande dalla Valle di Tremonti. Raggiunte le porzioni sommitali, un affascinante camminamento in grosse lastre di pietra conduce a un baraccamento riadattato posto pochi metri sotto la piatta cima. Il ritorno avviene solo inizialmente lungo il percorso di salita. Giunti al limite inferiore dell’ampio pascolo di Plaza Granda, si piega a sinistra su sentiero segnalato. Lungo un’antica mulattiera entro un ariosissimo lariceto (non di rado vi fanno capolino cervi e caprioli) si raggiunge il quadrivio di località Borom (m 1560). Consigliabile una piccola deviazione in senso orario che permette di visitare le caratteristiche case realizzate con il marmo bianco proveniente dalla vicina cava. Ripreso il percorso, ora su strada sterrata, si ritorna in breve a Plasacù.

13,9


15 MONTE PAGANO Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 145

12,4 km Dislivello +/- 710 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

Difficoltà

salita 2h 30’ discesa 1h 45’

giugno - novembre

semplice

La posizione isolata del Monte Pagano consente un eccezionale panorama a 360° sull’antistante dorsale M. Seroti – Val Grande e sui più distanti gruppi montuosi Bernina, Orobie, Adamello e Presanella. Ma la salita alla cima riveste anche notevoli interessi storici: sono ancor oggi ottimamente conservate sia l’imponente struttura difensiva che racchiude la vetta, sia la strada militare di accesso. Durante l’ascesa alla vetta, luminosi lariceti alternati a scenografiche radure lasciano progressivamente il posto a pascoli d’altura, colonizzati da colorati cespuglieti ove brucano cervi, camosci e marmotte.

2,5

5

7,5

34

1638 m Ponte Palù

Carèt

Pian di Locher

Pian di Locher

Monte Pagano

1880 m

2085 m

2085 m 1880 m

1638 m

1550 0 km

Carèt

1850

Ponte Palù

2150

2348 m

m slm 2400

10

12,3


Da Ponte Palù (1638 m, si raggiunge in automobile da Monno percorrendo la strada del Mortirolo), si risale a destra la ripida forestale (s. 145, trascurare alcune deviazioni a sinistra) che contorna i bei prati di Cantìa e raggiunge quelli panoramicissimi di Plazza (1833 m). Continuando in piano nel bosco via via più luminoso di larici e rododendri, si attraversa l’altrettanto aperta località Caret e si continua lungo la strada militare, qui particolarmente suggestiva: i suoi ampi tornanti, sopraelevati da muri a secco ottimamente conservati, serpeggiano tra isolati pini cembri e colorati cespuglieti di rododendro, ginepro nano e pino mugo, mentre la vista spazia tutto intorno sulla conca del Mortirolo, sulle montagne della Valtellina e sul retrostante gruppo del Bernina. Raggiunto il Pian di Locher (2085 m), il panorama si amplia ulteriormente alle Orobie e ai candidi ghiacciai dei gruppi antistanti del Baitone e dell’Adamello. Lasciando sulla destra il sentiero 145A, con i numerosi tornanti della mulattiera militare, si rimonta il dosso che porta dapprima all’anticima e poi alla vetta del Monte Pagano (2348 m). La cima è completamente racchiusa da un imponente struttura difensiva in ottimo stato di conservazione (il cosiddetto “Forte del Pagano”); grazie alla sua posizione isolata, offre un panorama a 360° davvero grandioso. La via di discesa prevista dall’escursione è la stessa di quella di salita. Il percorso ad anello del Monte Pagano è riservato a escursionisti esperti, poiché il sentiero che scende dal crinale NE (s. 145A) presenta vari tratti esposti ed è in vari punti soggetto a fenomeni di erosione. Il crinale termina nei pressi del “Pianaccio”; tra i manufatti militari sparsi nell’area, si può sostare in una bella area attrezzata con splendida vista sulle montagne adamelline. Continuando lungo il sentiero 145A, con un lungo ma comodo e panoramico mezzacosta ci si ricongiunge al Pian di Locher, e da qui a Ponte Palù. Il Pianaccio in veste autunnale.

35


16 LAGHI SEROTI - LAGHI DI GROM Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 173 - 173A

10,5 km Dislivello +/- 700 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 2h 30 discesa 2h’

giugno - ottobre

Difficoltà medio

Bella escursione ad anello, a cavallo del confine occidentale del Parco Nazionale dello Stelvio; permette di conoscere i principali laghetti tra i tanti che punteggiano le testate della Val Bighera e della Val Andrina. Si parte dal suggestivo e panoramico altipiano del “Pianaccio”, nei pressi del quale si possono visitare anche alcune fortificazioni della Grande Guerra. Da Malga Salina (2100 m – raggiungibile deviando dalla strada del Mortirolo poco prima del passo) si imbocca la traccia di mulattiera che costeggia il bordo settentrionale dell’ampia area umida del Pianaccio, sino a Col Carette. Raggiunta la strada sterrata della Val Bighera, si abbandona dopo pochi metri per risalire a sinistra il sentiero 173; con un bel mezzacosta tra gli ultimi larici si raggiunge in breve il Lago Seroti Inferiore. Costeggiato lo splendido specchio d’acqua e attraversato un modesto rio, continuando lungo lo stesso segnavia si rimonta a sinistra un ripido canalino sassoso. Raggiunti i dossi sovrastanti, il percorso avanza ora meno faticosamente con panoramicissime vedute sull’antistante gruppo dell’Adamello. Nei pressi del piccolo bacino di quota 2525 m è posto il bivio per il Passo di Val Andrina; prima di deviare è tuttavia d’obbligo proseguire lungo il segnavia 173 sino a raggiungere il Lago Storto (2700 m): le dimensioni del bacino (è il maggiore tra i ben diciassette specchi d’acqua che punteggiano la conca 36


I semisconosciuti Laghetti di Grom.

dei Seroti ), lo scenario ormai di alta quota, la mole del sovrastante Monte Serottini e lo splendido panorama ne fanno una meta irrinunciabile. Da qui, una variante al percorso, un po’ impegnativa, prosegue lungo il sentiero 173, che risale a Ovest sull’aerea dorsale Cima dei Tre Comuni – Monte Varadega e poi ridiscende nella valle omonima sino a ritornare sulla strada del Pianaccio. Il nostro itinerario prevede invece di ritornare al bivio di quota 2525 e risalire a destra (s. 173B, poco segnato, fare attenzione in caso di cattiva visibilità) al panoramico Passo di Val Andrina. Scendendo la testata dell’omonima valle si raggiunge un primo pianoro (resti di un lago ormai estinto). Oltrepassatolo, si abbandona temporaneamente il segnavia per aggirare a destra un modesto dosso morenico e raggiungere il lago di Grom superiore (2415 m); lo specchio d’acqua ci appare adagiato in un letto di massi ricoperti da vividi licheni. Ritornati sul sentiero nel centro della valle, uno stretto passaggio porta ad una vallecola sopra la quale è posto il Lago di Grom inferiore, le cui limpide acque riflettono le montagne del Baitone e dell’Adamello. Con un traverso a mezzacosta, si raggiunge una marcata dorsale e si scende con percorso non obbligato a fianco dei camminamenti della Grande Guerra, sino a ritornare a Malga Salina.

2

37

8

2100 m Malga Salina

Inferiore

Superiore

2415 m 6

Laghi di Grom

Passo di Val Andrina

Laghi Seroti Superiori (L. Storto) 4

2325 m

2631 m

2100 m

2000 0 km

Lago Seroti Inferiore

2300

Malga Salina

2600

2700 m

m slm 2800

10,4


17 ANELLO DI S. ANNA Segnaletica

Lunghezza

(breve tratto) segnavia CAI 672

11,3 km Dislivello +/- 950 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

Difficoltà

salita 3h’ discesa 1h 45’

giugno - ottobre

semplice

2,5

5

Incudine al Vago

Pontif

1265 m 7,5

38

953 m

1720 m Purlera

S. Vito e S. Anna

1800 m Ilclo

1600 m

1405 m

Cavallo

800 0 km

Ten

1200

Incudine al Vago

1600

953 m

m slm 2000

1881 m

A S. Vito e S. Anna, tra gli ultimi larici a oltre 1880 metri di quota, sorge una vera e propria chiesa molto venerata dalla comunità locale; è la meta di questa escursione ad anello entro un settore poco conosciuto del Parco dell’Adamello. Tra bei boschi sorvolati da frequenti rapaci e ameni pascoli sovrastati dalle falde settentrionali del Monte Plazza, l’itinerario permette ampie vedute sulla conca di Edolo e sul fianco settentrionale dell’Alta Valle Camonica.

10

11,3


La conca di Edolo vista dalla località Purlera.

Dalla sommità dell’abitato di Incudine, Al Vago (953 m, parcheggio nei pressi del ponte sulla Val Moriana), si risale per un centinaio di metri la ripida strada asfaltata a fianco del torrente. In corrispondenza della località Il Molino, si lascia a destra la strada forestale principale e si prosegue dritti lungo quella che attraversa il rio poco più a monte. La forestale termina nei pressi di località Corona (1160 m); il percorso prosegue entro un ombroso bosco di abeti e larici, su un’erbosa mulattiera che, con vari tratti ripidi e un po’ sconnessi, riporta sulla strada principale (si può raggiungere lo stesso punto con percorso più lungo ma meno faticoso girando a destra in località Il Molino). Dopo pochi metri è possibile compiere un altro “taglio” al percorso stradale, girando a destra e passando per la località Ten. Ritornati sulla via maestra, con alcuni comodi tornanti e qualche tratto più ripido si raggiungono i panoramici prati di Cavallo (1600 m). Percorsa successivamente una lunga erta lastricata, si interseca il sentiero CAI 672 che si segue per circa 1 km sino nei pressi della località Iclo. Qui si abbandona nuovamente la forestale principale per proseguire a destra lungo una sterrata; dopo aver lambito sulla destra la conca che talvolta ospita un minuscolo laghetto, la strada termina nei pressi di una baita. Si prosegue lungo un sentiero a mezzacosta, nell’odoroso bosco di larici e rododendri, sino a intersecare un sentiero più marcato. Risalendolo per pochi minuti si raggiunge la chiesa di S. Vito e S. Anna (1881 m), in una panoramica radura contornata da larici e pini mughi e incorniciata dalle incombenti pareti tonalitiche del Corno Plazza. Nella radura trova spazio anche una bella area di sosta attrezzata del Parco dell’Adamello. La discesa percorre un piacevole sentiero lungo la dorsale spartiacque tra Val Finale e Val Moriana, alternando tratti di lariceto a belle radure: particolarmente panoramica quella di località Purlera (1720 m). Abbandonato il filo della dorsale, si continua in discesa lungo vecchie mulattiere; tra filari di noccioli e prati fioriti si ritorna sulla strada forestale, che si alterna a comode scorciatoie sino a Incudine. 39


18 LAGO AVIOLO Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 621

3,1 km Dislivello +/- 435 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 1h 20’ discesa 45’

giugno - ottobre

Difficoltà semplice

Il Rifugio S. Occhi all’ Aviolo si raggiunge con una breve ma suggestiva escursione; rappresenta la base ideale per scoprire le innumerevoli attrattive dell’omonima conca: uno splendido lago alpino circondato da profumatissimi cespuglieti, verdi praterie solcate da morbidi meandri, falde detritiche colonizzate dalla multicolore flora pioniera, candidi ghiacciai e bastionate rocciose abitate da branchi di fauna selvatica possono essere osservati con facili passeggiate lungo sentieri ben sistemati. Dal parcheggio sovrastante il Rifugio alla Cascata (si raggiunge in automobile percorrendo la strada della Val Paghera di Vezza d’Oglio), si risale il sentiero CAI 621 entro un breve ma ripido bosco di abeti. Dopo un altrettanto breve tratto semi-pianeggiante, si raggiunge la base dell’imponente bastionata rocciosa che separa il fondo della Val Paghera dalla valle sospesa dell’Aviolo. Si rimonta sfruttando la presenza di due ripidi quanto incassati canaloni, ove il sentiero zigzaga tra energici torrenti con l’aiuto d’innumerevoli gradoni. Al termine della scarpata si sbocca in un primo ripiano ove si possono osservare varie opere legate ai grandi impianti idroelettrici della centrale sotterranea Enel di Edolo. Svoltando a sinistra, si rimonta un secondo risalto roccioso e si raggiunge il frequentato Rifugio S. Occhi all’ Aviolo (1930 m - 54 posti letto). Siamo 40


1400 0 km

Rifugio Alla Cascata 1495 m (P teleferica)

1600

Rifugio Aviolo

1800

Rifugio Alla Cascata 1495 m (P teleferica)

m slm 2000

1930 m

nel cuore del Parco Naturale dell’Adamello: continuando lungo il sentiero (ora 601) per poche centinaia di metri, appare all’improvviso il pittoresco Lago Aviolo. Vi si riflette l’imponente bastionata nord-occidentale del Baitone, con i suoi piccoli ghiacciai bianchi di neve sino a stagione inoltrata. È vivamente consigliabile una breve escursione all’Osservatorio faunistico del Parco, ubicato in un edificio ristrutturato nel suggestivo paesaggio di alta montagna della Malga Aviolo: accompagnati dai fischi delle marmotte, si attraversa dapprima la sponda orientale del lago e poi, con percorso ad anello, il torboso Piano d’Aviolo, solcato da tortuosi meandri. Con un’ulteriore escursione un po’ più impegnativa si può rimontare la costa che porta al Passo di Gallinera (2350 m) e al vicino Bivacco Valerio Festa, panoramicissimo punto di osservazione sugli antistanti canaloni ghiacciati. Il ritorno a valle avviene dalla stessa via di salita.

0,7

1,4

41

2,1

2,8

3,1


19 PIANA DEI MOREI Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 672/672A 691 (Via Valeriana)

15,5 km Dislivello +/- 1150 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 3h 30’ discesa 2h 30’

giugno - ottobre

Difficoltà medio

Escursione varia e interessante; attraverso la selvaggia Val Paghera di Stadolina, con le sue baite dalle caratteristiche strutture in legno, si raggiunge la panoramica balconata di Piana dei Morei, ricca di testimonianze della Grande Guerra.

0 km

3,5

1020 m 7

10,5

42

1067 m C. Valar

Piana dei Morei

Roccolo Pornina

1440 m

Malga Laghetto

900

Paghera

1400

C. Valar

1067 m

1900

Area attrezzata “Le Rive”

1735 m

1900 m

m slm 2300

2134 m

Dalle case di Vallaro (1067 m, fraz. Stadolina – Vione), si risale a Sud la strada della Val Paghera; poco prima che quest’ultima diventi ripida e acciottola-

14

15,5


Manufatti militari (e bacheca illustrativa) sulla Piana dei Morei.

ta, è proposta una deviazione a sinistra, per prendere subito dopo a destra un sentiero che fiancheggia alcune fortificazioni della Grande Guerra. Ritornati sulla strada maestra, oltrepassati due tornanti, si raggiungono le amene Case di Paghera (1440 m), dalle caratteristiche strutture in legno a “blockbau”. Pochi metri dopo l’ultima baita, si interseca il sentiero CAI 672 proveniente da Pornina, che si segue brevemente continuando in direzione Sud: poche centinaia di metri dopo aver lambito il ponte sul torrente Vallaro, si abbandona il segnavia (che piega bruscamente a sinistra per attraversare il torrente e risalire le pendici del Monte Calvo) per proseguire diritti verso la selvaggia testata della valle. Su una strada ormai divenuta mulattiera, si risale serpeggiando tra gli accumuli dei detriti che precipitano dalle severe cime della costiera Pornina – Mezzodì (a inizio stagione vi fanno bella mostra abbondanti fioriture di rododendri). Giunti a circa 1700 metri, al termine della mulattiera, si piega bruscamente a destra e si risale il ripido costone che porta alla Malga Laghetto (attenzione al sentiero poco marcato e a qualche tratto esposto). Proseguendo ancora un po’ ripidamente (ad eccezione di un tratto a mezzacosta con belle vedute) si raggiunge la Piana dei Morei. Qui i più in forma possono risalire i camminamenti militari della dorsale sino a raggiungere le singolari postazioni circolari poste alla base della “Cresta del Salì”. La discesa verso il fondovalle avviene dapprima seguendo un sentiero militare (si lambisce una postazione in caverna) e poi lungo la “strada vecchia” di Pornina. Raggiunta la bella area attrezzata de “Le Rive”, e attraversato il ponticello sul fiume Oglio, s’imbocca la ciclopedonale dell’Alta Valle Camonica e si ritorna alle case di Vallaro. 43


20 VAL GRANDE DI VEZZA D’OGLIO Segnaletica

Lunghezza

segnavia CAI 102 - 103 segnavia senza numero

21 km Dislivello +/- 1250 m

Tempo di Percorrenza

Periodo consigliato

salita 3h 10 discesa 3h 30’

giugno - ottobre

Difficoltà medio

4,5

13,5

44

18

1315 m

Area attrezzata “Le Cascatelle” 1145 m

Plasacù

1524 m

2150 m

Borom

Valle della Foppa

9

Plaza Granda

2200 m

2041 m Bivacco Saverio Occhi

1790 m Malga Valgrande

Caret

1715 m

1560 m Loc. Scudeler

1000 0 km

Loc. Acqua Calda 1370 m

1500

1315 m

2000

Plasacù

m slm 2400

Area attrezzata “Le Cascatelle” 1145 m

Nota come una delle vallate più incantevoli e ricche di fauna del Parco Nazionale dello Stelvio, la Val Grande di Vezza d’Oglio è particolarmente frequentata in autunno, quando il paesaggio si trasforma in un arcobaleno di magici colori ove riecheggiano vigorosi i bramiti dei cervi. Interessanti e varie le architetture rurali delle numerose baite che punteggiano gli ampi pascoli del fondovalle.

21


Dall’area attrezzata de “Le Cascatelle” (1145 m, raggiungibile a piedi dal centro dalla piazza di Vezza d’Oglio in circa 15’), si imbocca a destra la mulattiera che porta alla frazione Tu, e si prosegue lungo ripida strada asfaltata sino all’inizio della Val Grande (loc. Plasacù 1315 m, raggiungibile anche in auto, ampio parcheggio). Si segue ora per un lunghissimo tratto la strada principale di fondovalle, tra suggestive architetture tipiche e ampi pascoli fioriti, alternando tratti ripidi ad altri semi-pianeggianti. Raggiunto il ponte di località Acqua Calda (1370 m), porta di accesso del Parco Nazionale dello Stelvio, un primo risalto boscoso permette di accedere alla località Scudeler (possibilità di pernottamento in locanda privata). Attraversato il torrente, un secondo risalto entro un bel lariceto conduce alla vasta piana semi-paludosa di Caret, ove lo sguardo si apre improvviso sulla scenografica testata della valle. Lasciata a destra la deviazione per la vicina “Cappella di Caret” (1725 m), procedendo a fianco del limpido torrente Val Grande si raggiunge in breve la malga omonima (1790 m). Serpeggiando tra magri pascoli, tane di marmotte e fioriti cespuglieti, prediletti da cervi e caprioli, si raggiunge successivamente Plaz de l’Asen (2040 m). Vi sorge il bivacco dedicato a Saverio Occhi (40 posti letto e cucina, aperto tutto l’anno previa comunicazione a Pro Loco Vezza d’Oglio), ideale punto di osservazione faunistica. Il ritorno può ripercorre l’itinerario di andata o, con tracciato più impegnativo, il panoramico “sentiero del Pastore”: attraversando con qualche saliscendi il fianco sinistro orografico della vallata si perviene dapprima alla suggestiva Valle della Foppa (2200 m) e poi all’ampia balconata di Plaza Granda (2150 m). Scendendo lungo lo stesso panoramico itinerario dell’escursione E14 si torna al punto di partenza. Prime nevi in Val Grande.

45


INFORMAZIONE TURISTICA PRO LOCO Ponte di Legno - tel. +39 3317148895 www.prolocopontedilegno.it info@prolocopontedilegno.it INFO POINT PRO LOCO Temù - tel. +39 0364 94152 www.prolocotemu.net info@prolocotemu.net PRO LOCO Vezza d’Oglio - tel. +39 0364 76131 www.vezzadoglioturismo.it proloco@vezzadoglioturismo.it PRO LOCO Comune di Monno - tel. +39 0364 779400 www.comune.monno.bs.it info@comune.monno.bs.it UFFICIO TURISTICO Vermiglio - tel. +39 0463 758200 www.vermigliovacanze.it info@vermigliovacanze.it CONSORZIO ADAMELLO SKI PONTEDILEGNO – TONALE 25056 Ponte di Legno (BS) Via F.lli Calvi, 53 tel. +39 0364 92097 – 92639 38029 Passo Tonale (TN) Via Circonvallazione, 1/a tel. +39 0364 92066 - 903976 www.adamelloski.com NUMERO info@adamelloski.com

EMERGENZA EMERGENCY

Tel. 112


Testi e mappe sono stati realizzati in coerenza con le nuove indicazioni CAI, che prevedono la numerazione dei sentieri con 3 cifre (la prima indica il settore geografico, la seconda e la terza compongono il numero di sentiero). I sentieri CAI in sx idrografica hanno come primo carattere 6, quelli in dx idrografica hanno come primo carattere 1. La segnaletica sul terreno è in corso di revisione, per cui, soprattutto nelle prime fasi, è possibile incontrare ancora la vecchia numerazione con due cifre.

Foto di copertina: Lago di Pietrarossa ©Icaro Pigolotti Testi e foto di ©Mario Sterli ad eccezione delle foto a pg 31 e 35 di ©Davide Ferrari


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REP. CECA SLOVACCHIA AUSTRIA

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ITALIA SPAGNA

Prima edizione luglio 2017 Progetto editoriale a cura di SeTe srl - via Pignotti 14 - 23020 Poggiridenti (Sondrio) www.setesrl.it info@setesrl.it tel. +39 0342 200296 Foto in copertina ©Icaro Pigolotti - Tutti i diritti sono riservati ©SeTe srl In allegato la mappa escursionistica.


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