Vdg Magazine Giugno 2011

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VDG MAGAZINE | ANNO 1 | N.4 | Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/19/2011 | Belgio Euro 9,30 | Canton Ticino Ch.Fr. 11,50 | Costa Azzurra Euro 11.90 | Stati Uniti

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9 772039 887006

GIUGNO 2011

3 Assaggi

di Ciociaria 3 Paese che vai, sagra che trovi 3 Argentina tra gusto e scoperta 3 Sulcis: l’altra Sardegna

Viaggiare

e non solo...

LOW COST

Marco Zanetti: profumo di caffè

Tutto sul Prosciutto di Parma

EURO 4,90




sommario sommario giugno 2011

48

12 L’Italia che merita 16 Dall’Italia e dal mondo 20 Occhio ai consumi 22 Scienza e vita 26 Almanacco di Barbanera 28 Appuntamenti 44 Indagine

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cibo&territorio

38 Cover story

48 Qui Food Valley

Low cost: per viaggiare leggeri (nello spirito, non nel portafoglio!) 4

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VDG MAGAZINE giugno 2011 VDG MAGAZINE | ANNO 1 | N.4 | Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/19/2011 | Belgio Euro 9,30 | Canton Ticino Ch.Fr. 11,50 | Costa Azzurra Euro 11.90 | Stati Uniti

Coverstory Viaggiare low cost e non solo... | Assaggi di Ciociaria | Paese che vai, sagra che trovi | Argentina tra gusto e scoperta | Sulcis: l’altra Sardegna

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9 772039 887006

GIUGNO 2011

3 Assaggi

di Ciociaria che vai, sagra che trovi tra gusto e scoperta 3 Sulcis: l’altra Sardegna 3 Paese

3 Argentina

Viaggiare

LOW COST

e non solo...

Marco Zanetti: profumo di caffè

52

EURO 4,90

Il principe assoluto della salumeria italiana e le sue fasi di lavorazione

72 Orto dei semplici

52 La Basilicata in tavola

74 Il buono a tavola

76 Consumo responsabile

I piatti della cucina lucana, recentemente celebrati dal cinema nostrano

56 Sulcis in fundo Alla scoperta dell’altra Sardegna con la sua storia e la sua natura rigogliosa

60 Biologico 62 Olio 64 Carta della pasta, I vincisgrassi 66 La scoperta, La ciliegia

Tutto sul Prosciutto di Parma

70 Le selezioni, Sicilia rivisitata

68 Chef a scuola, La marinatura

78 Cibo & blogger 80 Bottega golosa 82 Bon ton



sommario sommario giugno 2011

90

116

in viaggio

piaceri

86 Assaggi di Ciociaria

100 Paese che vai, sagra che trovi

Città e borghi fortificati, seguendo il filo rosso della prima Docg del Lazio

90 Tra gusto e scoperta

Viaggio in Argentina per conoscere il Master of Food & Wine, uno degli eventi più significativi dell’enogastronomia mondiale

94 Turismo religioso 96 Lezioni di ospitalità

Prima parte di un viaggio tra fiere, locali e tipicità enogastronomiche nazionali

106 Antichi sapori in cucina La produzione di utensili in coccio

è una tradizione per l’artigianato italiano

116 Benessere 118 Tendenze 120 Arte 122 Libri 124 Spettacoli

6

125 Shopping list

100

106


© Generalcummunication

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11 aprile 2011

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Direttore Responsabile Domenico Marasco Contributi speciali Lorella Ridenti Tel. 0289053250 Copertina Mario Longhi Fumagalli Foto Editor Giuseppe Magaretti Foto: Fotolia.com Stampa: PuntoWeb Srl 00040 Ariccia (Roma) Distribuzione Italia Messaggerie Periodici ME.PE. S.p.A. Via G. Carcano 32 20141 Milano tel. 02895921 fax 0289504932 Distribuzione Estero Sole Agent for Distribution Abroad: A.I.E. Agenzia Italiana di Esportazione S.p.A. Via Manzoni, 12 20089 Rozzano (Milano) Telefono 02 575 3911 Fax 02 57512303 info@aie-mag.com

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collaboratori&ambasciatori Abruzzo Michele Caracino, Gaetano Castaldi Basilicata Isa Grassano Calabria Ottavio Cavalcanti, Salvatore Chiarella, Francesco Condoluci, Antonio Romeo Campania Ferdinando Cappuccio, Luisa Del Sorbo Emilia-Romagna Lucrezia Argentiero, Luca Bomezzadri, Marco Landucci, Andrea Marchi, Gianpietro Nagliati, Luca Sardi, Nerino Trentini, Fruttuoso Zucchini, Luca Campana Friuli Venezia-Giulia Valentina Coluccia Lazio Massimo Arcese, Francesco Maria Bucarelli,

Domenico Bruno, Rosalia Imperato, Alessandro Mei, Giovanni Merone, Francesca Oliverio, Laura Ruggieri Liguria Alessandro Baffigi, Barbara Bacigalupo Lombardia Cesare Assolari, Roberto Bonsi, Massimiliano Bruni, Franca Dell’Arciprete Scotti, Alessandra Favaro, Lorenzo Foti, Francesca Frediani, Valentina Gavarini, Riccardo Lagorio, Roberto Lavarini, Eugenio Meloni, Umberto Mortelliti, Aldo Pagnussat, Giampaolo Perna, Barbara Pinnetti, Saro Trovato

Sandra D’Alessandro, Mauro Rosta, Sarah Scaparone, Raffaele Trovato Puglia Bruno Micai, Jolanda De Nola, Nunzio Pacella, Mariella Piscopo, Sergio Siciliano Sardegna Roberto Dall’Acqua, Annalisa Bernardini, Lino Erriu, Giuseppe Pulina Sicilia Cesare Aldesino, Marco Scapagnini Toscana Elena Conti, Marco Ghelfi, Alberto Presutti, Antonio Tartarelli

Marche Gilda Ciaruffoli, Ferruccio Squarcia

Trentino Francesca Negri

Molise Giovanni Scapagnini

Umbria Gino Celletti, M. Pia Fanciulli

Piemonte Fabio Alcini,

Veneto Benedetta Frare


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editoriale

di Domenico Marasco

Buon viaggio! Il viaggio estivo alla scoperta del Bel Paese può cominciare. Il momento difficile per i Paesi del Magreb ci induce restare in Italia e a scoprirne i volti ancora sconosciuti. Non abbiamo più alibi. I treni sono tanti e puntuali. Le autostrade, a parte i soliti picchi in alcuni giorni, sono agevolmente percorribili e, grazie ai limiti, gli incidenti sono diminuiti. Gli aerei, poi, ormai abbondano. Le offerte per percorrere il Belpaese davvero non mancano. La nostra redazione, come consuetudine, vi suggerisce diverse idee: la Sardegna, la Ciociaria, la Basilicata, un viaggio tra le sagre d’Italia e tanto altro ancora. Non ci stanchiamo di ripetere che dobbiamo imparare a conoscere meglio il nostro Paese. A tal proposito vi segnaliamo il motore di ricerca www.italiamappe.it con 150.000 siti archeologici recensiti e un servizio di ricerca alberghi con la comparazione dei prezzi. Un suggerimento a portata di sosta e una nota di merito va assolutamente alla società Autogrill per il rispetto che ha nei confronti del territorio, facendoci scoprire a ogni sosta i prodotti tipici del posto. Impossibile sbagliare gli acquisti durante una sosta Autogrill! Per i lettori un bel servizio dedicato al mondo low cost che è diventato, per alcuni aspetti, un stile di vita. Leggetelo, ne vale la pena. Ultima nota: per chi abita a Milano abbiamo aperto un nuovo negozio in via Castelmorrone, 1/a angolo corso Indipendenza, con tante esclusive eccellenze italiane. Per chi, invece, non può raggiungerci consegniamo a casa in tutta Europa attraverso il portale e retailer www.vdgstore.com Buon viaggio.

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l’italia che merita

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a cura della redazione

La Malvasia fatta come una volta

Andiamo tutti a scuola di natura

Realtà aziendali virtuose e solidale

Un Morellino da premiare

Per Francesco Fenech la produzione di Malvasia delle Lipari è un tradizione di famiglia le cui radici affondano nell’800 e che oggi si caratterizza per eccellenza grazie alla particolare lavorazione, che si ripete pressocché immutata da secoli, alla quale vengono sottoposte le uve (Malvasia delle Lipari 95%, Corinto nero 5%). L’uva viene raccolta in avanzato stato di maturazione, dopo il 20 settembre, ed esposta al sole per circa due settimane su grandi “cannizzi” e poi vinificata mediante criomacerazione a bassa temperatura per 72 ore, con fermentazione in silos d’acciaio fino a 3 anni. In seguito all’intervento di un’apposita commissione vengono sigillati i serbatoi e il prodotto considerato idoneo viene imbottigliato. Su 100 kg di uva si ottengono 30 litri di prodotto. www.fenech.it

A rispettare il mondo che ci circonda, scoprire l’importanza della stagionalità e della genuinità dei cibi, conoscerne l’origine e il percorso dal campo alla tavola, si dovrebbe iniziare da piccoli. E lo si dovrebbe fare non per forza ma per divertimento, perchè l’amore per sè e per scelte di vita salutari cresca spontaneo. Quale miglior occasione per iniziare i più giovani a questa filosofia se non fare toccare loro con mano terra, animali e lavorazioni artigianali? A sostenerlo sono i gestori dell’agriturismo BioAgriSalute di Cancellara (Pz) che organizzano giornate dedicate alle scuole di ogni livello durante le quali, grazie a percorsi didattici specifici, aprono ai più giovani un universo spesso nuovo, facendo provare loro il piacere di vivere e lavorare la natura in prima persona. www.bioagrisalute.it

Campo d’Oro è un esempio di come la passione per il proprio territorio e per il cibo di qualità possano trasformarsi non solo in un’opportunità di sviluppo responsabile in un’area poco vocata all’industria agricola, come quella di Sciacca, ma anche in un progetto di solidarietà più ampio. La crescita economica non è infatti l’unico traguardo che l’azienda si è prefissa: ogni anno Campo d’Oro individua un progetto umanitario a cui destina parte del ricavato delle vendite di un prodotto, contribuendo all’impegno di varie associazioni e onlus. «Nel 2011 – sostiene Paolo Licata, presidente di Campo d’Oro – è la ricerca scientifica a costituire uno dei nostri principali obiettivi: in tale contesto destiamo 0,10 euro per ogni vaso venduto di Paté di Tonno e Arancia all’AIL per la ricerca contro le leucemie, e i mielomi». www.licatafood.it

Nel verde delle colline maremmane, dal 1958 Genesio Nasini si distingue per la sua produzione di Morellino di Scansano (Riserva, Docg Silver e Docg Gold). I vigneti dell’Azienda Vitivinicola Nasini sono situati nella fascia litoranea della zona di produzione del Morellino di Scansano, in località Colecchio nel comune di Magliano. Il terreno ove crescono le viti è di medio impasto e leggermente calcareo, le operazione colturali sono effettuate da operai specializzati.
 Ricordiamo che il Morellino di Scansano Docg Gold La Fornace è stato premiato durante Vinellando, manifestazione che viene organizzata ogni anno per le vie di Magliano, alla quale partecipano tutti i produttori di Morellino di Scansano con la loro miglior selezione di vini. www.vinolafornace.com



L’ Italia del gusto raddoppia Dopo il grande successo del primo store a Milano, apre un nuovo punto vendita nel cuore della città Dove scoprire il meglio della enogastromia italiana? Al Vie del Gusto Store, la vetrina di riferimento per tutti i buongustai, nato con l’intento di far conoscere gli artigiani del gusto che realizzano prodotti di qualità, ma che spesso faticano a superare i confini regionali. Un luogo di incontro ideale dove il consumatore è coccolato e indirizzato nella scelta di prodotti garantiti. Dai migliori vini della Penisola agli oli extravergini doc, ai salumi e formaggi tipici, ai dolci e tanto altro ancora. Vi aspettiamo per un tour enogastronomico indimenticabile!

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Nuova apertura: Via Castelmorrone, 1/A - 20129 Milano Viale Zara, 28 - 20124 Milano - Tel. 0289053270


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NERO D’ARCOLE, UN AMORE DIVINO


dall’Italia e dal mondo

di Francesco Condoluci

La Parmalat parlerà francese Proprio nel giorno del vertice bilaterale italo-francese di fine aprile a villa Madama a Roma, Lactalis, il gruppo francese azionista di maggioranza relativa Parmalat, ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto sul resto del capitale non in suo possesso. Il prezzo proposto è di 2,6

euro per azione. L’offerta viene lanciata sul 71,031% del capitale e il controvalore massimo dell’offerta è dunque pari a 3,37 miliardi di euro. Il gruppo Lactalis-Parmalat dovrebbe realizzare un giro d’affari pro forma di circa 14 miliardi di euro diventando il primo gruppo

mondiale nei prodotti lattiero-caseari. La decisione di Lactalis ha rivoluzionato lo scenario che vedeva il governo italiano impegnato a favorire, tramite azioni legislative e non, l’arrivo di una cordata italiana che potesse prendere il controllo della società.

Il commento «E i francesi che s’incazzano… che le balle ancora gli girano...» cantava un bel po’ d’anni or sono Paolo Conte, ricordando a modo suo le imprese ciclistiche in terra di Francia del Bartali, il Ginettaccio nazionale dal «naso triste come una salita e gli occhi allegri da italiano in gita». Eh sì: nello sport noi italiani gliele abbiamo (quasi) sempre suonate ai cugini d’Oltralpe. L’ultima volta ai mondiali di calcio del 2006, quando a Berlino il cielo si tinse d’azzurro. Ma dal ciclismo all’economia, dal pallone alla politica, le cose cambiano parecchio, e oggi sono gli italiani (o almeno una parte di essi) quelli «che s’incazzano…che le balle ancora gli girano». Mentre scriviamo, infatti, l’eterna lotta senza quartiere tra Italia e Francia sta per vivere l’ultimo atto di una storia già scritta: quella che vedrà il colosso alimentare transalpino Lactalis dei fratelli Besnier (già azionisti con il 28,96%) mettere definitivamente le mani sulla (ormai ex?) italiana Parmalat, grazie a un’Opa per il restante 70% dell’ex impero di Calisto Tanzi a un prezzo che dagli originari 2,6 euro per azione verrà portato a 2,8 secondo i desiderata del Consiglio d’Amministrazione (uscente) della società di Collecchio. Con buona pace di quei “rosiconi” della Lega di Umberto Bossi che per settimane hanno urlato vanamente contro «l’invasore straniero che vuol colonizzare la Padania». Per scongiurare un epilogo di tal fatta e mantenere l’italianità dell’azienda parmense, a questo punto, ci vorrebbe infatti una contro-Opa da 4,5 miliardi di euro da parte delle banche e del governo italiano. Difficile immaginare uno scenario del genere, così oneroso oltretutto, dopo che per 16

settimane, com’è loro costume, i governanti italiani – mentre Lactalis apriva i cordoni della borsa e rilevava le azioni Parmalat in mano ai fondi esteri – sono rimasti a guardare perdendosi dietro inutili bizantinismi e improbabili tentativi di coinvolgere gruppi di industriali volenterosi ma privi di liquidità (Granarolo) o di interesse reale (Ferrero) e cordate raffazzonate simili a quella che ha acquisito Alitalia, per tentare di impedire l’ennesima scalata francese al cuore dell’economia tricolore. Alla fine, la Parmalat che parla francese è un affare che conviene a tutti. Ai mercati, in primis, che incasseranno danaro fresco. A Parma che manterrà comunque in loco, sede, organizzazione e vertici aziendali. Ma anche all’establishment italiano che, in cambio, incasserà il placet francese per la nomina di Draghi alla guida della Bce e (forse) una politica più accomodante sugli immigrati da parte dell’Eliseo. Gli unici a dover ingoiare il rospo saranno i leghisti, ai quali in realtà preoccupa soltanto una cosa: che gli allevatori del Nord-Est, zoccolo duro elettorale dei seguaci del Senatur, continuino a vendere il loro latte anche a una Parmalat controllata da Lactalis. Per la serie: Francia o Spagna, purché se magna. La solita politica dell’orticello che non vede a un palmo del proprio naso. Viceversa, il Carroccio avrebbe fatto bene a fare le barricate nel 2006, quando, sempre loro, sempre i francesi, sbarcarono in Padania per papparsi, attraverso Crédit Agricole, il gruppo bancario CariParma e mettersi in tasca, di fatto, un pezzo importante del comparto agro alimentare della Food Valley. Ma questa è un’altra storia.


Nozze reali: a tavola gli inglesi scelgono il fusion Il matrimonio è stato molto old british style, a partire dall’abito della sposa, che sembrava uscita da una foto anni ’50. Ma per tutto il resto, anche l’austera terra d’Albione s’è adeguata al cosmopolitismo che ha trasformato lo sposalizio di William e Kate in un evento da 2 miliardi di spettatori in tutto il mondo. E così, fuori dal protocollo reale, nelle 6 mila feste di strada organizzate in onore dei rampolli di Buckingham Palace, a trionfare è stato il fusion, il mix di tradizioni gastronomiche multietniche che ha messo d’accordo tutti: dalla working class inglese agli emigrati di origine indiana, pachistana e bengalese. In una Londra da sempre melting pot di razze, il 29 aprile si è dunque mangiato e mischiato allegramente falafel e cupcakes. Per una bella festa senza confini.

Dagli States un portale specializzato su vino, alcol e birra Sono on-line in tempo reale i dati sui marchi delle diverse bibite alcoliche, le aziende e le categorie, le interviste con i personaggi principali del settore, tra cui distillatori, vinificatori, fabbricanti di birra, importatori, grossisti, rivenditori e ristoratori. L’ultima novità in tema di portali tematici d’informazione arriva da New York, dove la M. Shanken Communications, Inc., editore di prestigiose riviste specializzate come Wine Spectator e Impact, ha dato vita a un nuovo servizio giornaliero di e-mail chiamato Shanken News Daily che, utilizzando risorse editoriali combinate, fornisce notizie dell’ultima ora e da tutto il mondo relative all’universo del buon bere. «Si tratta di un nuovo ed eccitante sviluppo per la nostra azienda, che realizza il suo desiderio di vecchia data di essere la fonte principale di notizie quotidiane su vino, alcolici e birra», ha spiegato Marvin R. Shanken, presidente di M. Shanken Communications, Inc.

Gli italiani la snobbano ma all’estero spopola

È ancora quello cinese il mercato più appetito

Eletta patrimonio Unesco, la Dieta Mediterranea continua a volare all’estero. La spesa per i prodotti italian style ad oggi vale infatti 200 miliardi di euro, cifra che indica l’esborso registrato annualmente per l’acquisto di pasta, olio, vino conserve di pomodoro e frutta e verdura tricolori. È quanto rileva la Coldiretti in riferimento alla ricerca del Dipartimento di medicina interna, invecchiamento e malattie nefrologiche dell’Università di Bologna presentata a Genova al Congresso nazionale della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec). Il boom è confermato dalle ottime performance del made in Italy nell’export, che fanno registrare un +13% nel 2010 rispetto all’anno precedente. Gli italiani, invece, continuano spesso a farsi trovare impreparati in materia.

Nestlè continua nella sua marcia di conquista dell’ex Celeste Impero, la cui crescita nel comparto agroalimentare registra numeri vertiginosi. Già presente sul mercato cinese con i suoi brand internazionali più affermati e con marchi espressamente creati come le salse Haoji e Totole, il colosso svizzero ha acquisito di recente anche il 60% della società Yinlu, nota a livello locale per il suo porridge di riso e per il latte da arachidi pronto da bere, ma anche per le sue bibite, i surgelati, i biscotti e i piatti pronti. La scalata di Nestlè alla società Yinlu, di cui già era socia, è l’ultimo dei movimenti che il gruppo elvetico ha effettuato nel Paese degli occhi a mandorla, dove a tutt’oggi può contare su 23 fabbriche, 14 mila addetti e un fatturato che nel 2010 ha toccato 2,2 miliardi di euro.

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Le merendine “per adulti” Morbide e leggere, con pochi grassi ma ricche di gusto. Sono Le Nuvelle: le prime merendine preparate con olio extra vergine di oliva 100% italiano e destinate a un target di consumatori adulti. A lanciarle è Bauli, storica azienda italiana fondata dal capostipite Ruggero nel 1922 e oggi leader nei dolci da ricorrenza lievitati (con una quota a valore del 27,1% a Natale e del 24,8% a Pasqua per i prodotti da forno e il 10,0% per le uova di cioccolato) ma anche nel segmento croissant (quota di mercato a valore pari al 23,0%). L’azienda è riuscita infatti ormai da anni a diversificare la sua produzione affermandosi anche al di fuori della ricorrenza. Bauli, dunque, è anche dolcezza per tutti i giorni ed ecco appunto Le Nuvelle, che vengono proposte in tre originali mix di ingredienti: succo d’arancia e carota, yogurt magro e mirtilli rossi, cioccolato e farina di riso. Una nuova linea d’impatto che va ad aggiungersi alle tradizionali merendine per i più piccoli. Per quest’ultimo segmento, le novità 2011 sono i Morbidi Amici: prodotti pensati e realizzati, grazie a una tecnologia esclusiva, per trasformare la merenda dei bambini in un vero e proprio gioco goloso; le merendine infatti hanno la forma di 4 simpatici animaletti con cui i più piccoli possono divertirsi, e una ricca farcitura al cioccolato o all’albicocca.

Succhi di frutta: il lancio di 3 nuovi gusti Grandi novità per l’estate 2011 in casa Amita. Il brand di succhi di frutta distribuiti da Coca-Cola HBC Italia, presente in più di 30 mila bar con oltre 50 milioni di consumazioni su tutto il territorio nazionale, lancia tre nuovi gusti: Pompelmo Rosa, Lemon Lime e Mango&Friends. I primi due ricchi di vitamina C, con una punta di aroma di zenzero per il Lime, e il terzo con una spiccata connotazione esotica. La gamma dei succhi Amita è posizionata nel canale Horeca grazie alla qualità del prodotto e alla confezione in vetro colorata e bella da vedere. «In futuro – spiega Erika Picerno, Brand Manager di Coca-Cola HBC Italia – grazie all’innovazione continua e all’efficienza del nostro canale di vendita, vogliamo rafforzarne la conoscenza tra i consumatori di Amita, brand che nel 2010 ha raggiunto ottimi risultati con una market share del 15% nel canale bar diurni, puntando a diventare leader nel mercato dei succhi di frutta».

Gusto e nutrizione, la ricerca continua Tradizione italiana e nuove tendenze culinarie: è all’insegna di questo binomio che, fin dall’anno della sua inaugurazione (nel 1992, a Sansepolcro), Casa Buitoni, il Centro di Ricerca e Sviluppo Internazionale di uno dei più importanti marchi della storia e del presente della cucina italiana, sforna prodotti innovativi, ricchi di aromi, facili da preparare, gustosi ma nutrizionalmente adeguati e pensati per il benessere del consumatore finale. Linee che nascono dalla collaborazione con esperti dei processi industriali, nutrizionisti e i più importanti chef della gastronomia italiana. L’ultima fatica del laboratorio di cucina sperimentale ubicato fra le dolci colline toscane, è stata battezzata Le Creazioni di Casa Buitoni: una nuova gamma di prodotti di qualità eccellente, frutto di originali accostamenti, che va dalla pasta fresca ripiena, all’impasto pronto per cuori di cioccolato fondente, dalla base fresca per raffinati soufflé alla pasta sfoglia Gran Spessore, fino alla pizza surgelata.

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Capi panel: Olea vuole lo stop agli abusi Il Mipaaf è al lavoro per rimodulare, con un apposito decreto, i dettati relativi alla formazione degli assaggiatori, al ruolo e alla figura del capo panel, nonché alla costituzione e allo stesso significato dei panel. Ma non mancano le polemiche: l’Olea (Organizzazione laboratorio esperti e assaggiatori), malgrado i 15 anni di presenza nel mondo dell’analisi sensoriale degli oli di oliva e gli oltre 150 corsi tenuti in Italia e all’estero, non è stata coinvolta nel brain-storm ministeriale chiamato a produrre la nuova normativa. Una circostanza «inspiegabile» secondo il presidente Olea, Ettore Franca, per il quale il rischio del ripetersi dei soliti abusi può essere scongiurato soltanto ponendo dei punti fermi nella ridefinizione della normativa: «Gli assaggiatori veri si devono formare nelle decine e decine di valutazioni condotte da analisti sensoriali “anziani” – spiega Franca – e a precise condizioni; il titolo di capo panel è attribuito dal Ministero ma per mancanza di controllo o per l’andamento “all’italiana” del sistema, c’è chi, in seguito a un corso privatistico, si mette comunque a capo di gruppi od organizza corsi. Per garantire serietà, professionalità e competenze è necessario stabilire che i corsi di idoneità fisiologica devono essere diretti da capipanel effettivi. In ultima analisi è opportuno che le sedute certificate siano seguite, oltre che da capi panel, anche da assaggiatori esperti che, sistematicamente, operano in un panel accreditato».


D

ieulele. (la valle degli dei), questo l’antico nome di Dievole così come riportato nel primo reperto storico datato 10 Maggio 1090. Per celebrare i tanti secoli di “vite” di questa valle divina, e del suo villaggio, e degli uomini e delle donne che vi hanno vissuto mantenendo immutata l’armonia con la natura, è stato pensato questo vino, il solo a portare di Dievole il nome della nascita. Da un’accurata selezione delle migliori uve lasciate sulla pianta fino a metà Ottobre e vinificate in modo tradizionale, si ottiene una produzione annuale di sole 6.000 bottiglie, ognuna numerata, ognuna unica e irripetibile. Aspirare al massimo è la nostra filosofia, ottenere il massimo è il nostro obiettivo, Dieulele è la sintesi perfetta del nostro impegno in onore di chi ci ha preceduto.

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occhio ai consumi

di Marco Bacchetta Presidente Nazionale Associazione Civici Consumatori - www.civiciconsumatori.it

Nuove regole per spostamenti sicuri Pullman e autocarri: ecco le norme che aggiornano le direttive relative al trasporto merci o persone per conto di terzi

Il trasporto per conto di terzi è un importante settore sia del sistema produttivo sia del sistema turistico. Si pensino per esempio i trasporti per consegnare la merce acquistata da clienti oppure il trasporto di turisti con pullman granturismo. In Italia si sono succedute numerose normative, che a volte hanno modificato anche in modo netto la professione di trasportatore con comprensibili disagi nella categoria. Sicuramente però il decreto legislativo n.395/2000, con i successivi provvedimenti attuativi D.lgs. 478/2001, D.M. 161/2005, ha progressivamente allineato il comparto italiano a quello europeo, recentemente armonizzato con il Regolamento CE 1071/2009. Alcune deroghe hanno però autorizzato la gran parte dei trasportatori storici a rimandare gli adeguamenti obbligatori che invece sono diventati necessari già da qualche anno per chi ha di recente iniziato la professione.

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Ogni deroga però scadrà improrogabilmente, per effetto del regolamento comunitario, alla data del 4 dicembre 2011 e chi, alla suddetta data, non sarà in regola verrà radiato, senza eccezioni, dagli Albi Provinciali dei trasportatori per conto di terzi. Poiché gli adempimenti che le numerosissime imprese interessate devono effettuare per regolarizzarsi sono abbastanza impegnativi, di seguito li riassumiamo: Fascia che impiega automezzi con meno di 15 q.li di portata utile complessiva, autista compreso. Questa categoria ha il solo obbligo del requisito dell’onorabilità, vale a dire non aver commesso i reati elencati nel d.lgs. 395/2000. Fascia che impiega automezzi con più di 15 q.li di portata utile complessiva oppure pullman con capienza superiore a 9 persone. In questo caso è necessario dimostrare, entro il 4 dicembre 2011 il possesso dei seguenti requisiti:

• Requisito dell’onorabilità (come nella precedente categoria). • Requisito professionale. In ogni impresa dovrà essere indicato un preposto, che potrà essere in alternativa il legale rappresentante o un dipendente assunto con la specifica indicazione di preposto al trasporto. Il suddetto dovrà essere in possesso dell’attestato di superamento dello specifico esame che viene tenuto presso l’Albo provinciale della provincia di residenza. Per potersi iscrivere all’esame è necessario essere in possesso di un diploma di scuola media superiore oppure, per i non diplomati, aver frequentato un corso specifico autorizzato dal Ministero dei Trasporti e tenuto da un ente di formazione riconosciuto e autorizzato. • Requisito della capacità finanziaria. Trattasi di attestazione che può essere rilasciata sia dall’Albo Provinciale competente sia dalla propria Banca. L’impresa deve inoltrare la propria documentazione contabile all’Albo provinciale o alla propria Banca, che, esaminata la documentazione, attesteranno il possesso o meno da parte dell’impresa delle caratteristiche economico-finanziarie ritenute necessarie dalla norma per l’esercizio. Le imprese usualmente scelgono di richiedere l’attestazione alla propria Banca perché, quasi sempre, la stessa già conosce la condizione economica dell’impresa e quindi la relativa procedura risulta usualmente più agevole. La capacità finanziaria minima da possedere in l’Italia è 50 mila euro a cui si devono aggiungere 5 mila euro per ogni mezzo utilizzato ulteriore al primo. Si precisa che la norma consente la dimostrazione del requisito attraverso varie modalità (quali per esempio il valore dei mezzi, gli affidamenti, il volume d’affari etc.) e non necessariamente mediante il possesso di liquidità. Una volta in possesso dei documenti sopra elencati il legale rappresentante dell’Impresa dovrà inoltrare la documentazione all’Albo Provinciale competente per sede d’impresa, compilando l’apposita modulistica che potrà essere scaricata dai siti delle Amministrazioni Provinciali o richiesta direttamente agli sportelli. Per risolvere ogni dubbio relativo ai requisiti sopra elencati inoltrare le domande alla casella centroservizi@civiciconsumatori.it



scienza e vita

di Giuseppe Pulina Professore di Zootecnia speciale all’Università di Sassari

Mozzarella di bufala, un regalo dal Paese del sole Il successo del celebre latticino è continuo. Il suo consumo, infatti, non ha mai subito arresti e perfino nel 2010, in piena crisi dei mercati, è aumentato del 6%. Famoso per la sua bontà, le sue caratteristiche nutrizionali e organolettiche sono però troppo spesso sconosciute. Grazie al professor Luigi Ziccarelli le andiamo quindi ad approfondire

La mozzarella di bufala campana Dop è uno dei rari prodotti che deriva dal latte di una razza bufalina, che è verosimilmente la più pura al mondo: i pochi capi introdotti in Italia dai Saraceni nel IX secolo sono i progenitori dei 370 mila bufali attualmente presenti, senza che da allora siano stati introdotti elementi di altre popolazioni. È a questa epoca che risalgono anche le prime notizie sulle paste filate che, allora, erano prevalentemente prodotte con latte di vacca; la tecnologia fu però facilmente traslata al latte di bufala, le cui attitudini casearie sono universalmente riconosciute superiori. L’incremento dei consumi ha trascinato con sé l’aumento del numero di bufale che è passato dai 12.500 del 1947 ai 369.894 capi attuali. Il professor Luigi Ziccarelli, preside della Facoltà di Veterinaria di Napoli, studia le bufale da oltre 40 anni ed è riconosciuto a livello internazionale quale maggiore esperto della specie. Lo intervistiamo sul principale prodotto di questo allevamento e sulle sue caratteristiche. Leggiamo spesso sulla confezione di latticini freschi a pasta filata il termine mozzarella. Ma la vera mozzarella non è solo quella ottenuta da latte di bufala? «Il termine mozzarella di bufala non è consentito per legge. Nel passato il sostantivo mozzarella non è stato registrato ed è diventato di uso comune per il prodotto similare che deriva dal latte di vacca. La dizione esatta è mozzarella di bufala campana Dop, mentre per i latticini prodotti con latte di bu-

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fala fuori della zona Dop il termine mozzarella può essere utilizzato se seguito da un nome (di fantasia) che precede la specifica di latte di bufala». Allora parliamo di mozzarella di bufala campana Dop. Quali sono le sue caratteristiche? «È un formaggio fresco a pasta filata. Rientra tra quei prodotti creati in tempi difficilmente databili nell’Italia meridionale e consumati localmente; come il caciocavallo, per esempio, che arrivò sul mercato di Torino dopo l’Unità, alla fine del 1800. Prodotti che sono espressione della creatività del mondo artigianale del Mezzogiorno. I formaggi, in genere, derivano dalla coagulazione del latte che può verificarsi anche casualmente se si lascia riposare il secreto mammario. L’uomo ha sviluppato poi tecniche di conservazione/maturazione, che hanno generato i differenti tipi di formaggio, osservando il contenuto abomasale dei neonati dei ruminanti e ciò che si verificava quando il latte veniva lasciato in un recipiente tenuto in un ambiente caldo (le specie presentavano una riproduzione di tipo stagionale e il latte era disponibile dopo lo svezzamento dei piccoli che avveniva tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate). Il tutto è verosimilmente avvenuto casualmente». Ma la mozzarella ha una procedura di produzione piuttosto sofisticata che è difficile sia stata osservata per caso… «Certamente. I formaggi a pasta filata non posso-


La mozzarella di bufala campana Dop non è un condimento, ma una vera pietanza che fornisce per ogni 100 gr di prodotto circa 270 kcal no essere derivati da un’osservazione casuale, ma rappresentano un processo più avanzato della creatività dell’allevatore/trasformatore. Per ottenere la pasta filata, a differenza degli altri tipi di formaggio che dopo la coagulazione vengono formati in recipienti, è necessario far riposare la cagliata sotto siero per 3,5/4 ore e attendere che questa raggiunga un valore di pH di 4,8 (necessario per far separare il calcio colloidale dalla caseina). Solo allora, se sottoposta ad acqua bollente, la pasta diventa elastica e può essere plasmata. Ciò non può essere avvenuto casualmente ma, di sicuro, è stato un processo messo in atto per recuperare una cagliata dimenticata sotto siero, e quindi non più utilizzabile per dar luogo a un classico formaggio. Non è da escludere che tale processo sia stato ideato per sanificare col calore un latte spesso alla base della febbre ondulante (brucellosi o febbre maltese), molto diffusa nelle regioni meridionali». Questa tecnologia primitiva è però profondamente mutata… «Per tagliare i tempi e ottimizzare l’elasticità della caseina, qualcuno intuì che il processo di coagulazione sarebbe stato più efficiente se si fosse aggiunto al latte il siero innesto e cioè il siero che residuava da una precedente lavorazione. Oggi si sa che questo siero innesto fornisce al latte quella flora lattica in grado di scindere la molecola del lattosio in acido lattico utile ad acidificare il latte e prepararlo all’azione del caglio/rennina. È grazie alla flora lattica che continuerà il processo di acidificazione della cagliata, che sarà l’elemento essenziale sia per una ottimale filatura sia per conferire aromi e sapore al prodotto finito. È grazie all’attività di questa flora batterica, che costituisce il legame con l’ambiente in cui sono allevate le bufale – e ciò giustifica la Dop –, che possono inoltre esistere differenze di aroma tra mozzarelle di aree diverse anche se prodotte esclusivamente con latte di bufala. La presenza nel prodotto di questa flora batterica viva ne favorisce la digeribilità ma ne riduce la durata commerciale (shelf life) a 4-5 giorni». La mozzarella di bufala, scusami se continuo a chiamarla così, è un prodotto artigianale per eccellenza. I consumatori però la trovano anche nei supermercati e

sull’etichetta sono riportate scadenze più lunghe dei 4-5 giorni. Come mai? «Hai ragione. Attualmente, grazie a una flora batterica addomesticata dalle recenti tecnologie, la durata commerciale della mozzarella di bufala campana Dop può superare anche i 21 giorni, ed essere utilizzabile dalla GDO. Tra il prodotto artigianale e quello industriale indubbiamente esiste una differenza che negli ultimi anni, e con la costante attività di ricerca, va sempre più riducendosi. La mozzarella di bufala campana Dop artigianale è di solito eccellente, ma, talvolta, a causa dell’inquinamento del siero innesto, può risultare anche scadente, mentre quella industriale è normalmente al di sopra della media». Una contraddizione salta però agli occhi: la mozzarella di bufala campana Dop andrebbe consumata nei giorni immediatamente successivi alla sua produzione, da un lato; ma i consumatori e, mi verrebbe da dire, la GDO, vorrebbero un prodotto con una shelf life piuttosto lunga... «In effetti, a causa forse di una scarsa cultura in materia di alimenti, nell’operare la scelta il consumatore si comporta in maniera difficilmente definibile perché, se da una parte sceglie la mozzarella di bufala campana Dop perché desidera un prodotto fresco, dall’altra predilige quella con una più lunga vita commerciale e con una data di scadenza quanto più lontano possibile da quella riportata in etichetta. Egli riesce, tuttavia, a percepire la differenza perché, se ha l’opportunità di conoscere il prodotto artigianale, lo apprezza, e ritiene che quello industriale sia diverso per la presenza di una percentuale variabile di latte di vacca. Il consumatore, per larga parte, non è consapevole che quando la mozzarella reca il bollino della Dop la materia prima è costituita esclusivamente da latte di bufala».

Grande il successo della “mozzarella di bufala” rispetto a quella vaccina. La crescita dei consumi ha portato a un aumento del numero di bufale che è passato da12.500 (1947) a 369.894

Veniamo a un punto dolente. Più un prodotto è pregiato più contro di lui si accanisce la contraffazione. La mozzarella non è immune e diversi scandali, amplificati dai media, hanno reso opaca la fiducia dei consumatori. Cosa ne pensi? «Nulla è immune da contraffazione. Nel caso della mozzarella di bufala campana Dop però i controlli sono molto rigorosi e numerosi – mediamente dai 15 mila ai 20 mila l’anno,

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scienza e vita

Da ricordare sempre: quando la mozzarella reca il bollino della Dop la materia prima deriva esclusivamente da latte di bufala, sia nel caso del prodotto artigianale che di quello industriale

che ritengo lo rendano il formaggio più controllato in assoluto – e accertano prioritariamente se è presente latte di altra specie. A norma di disciplinare, la lavorazione deve iniziare entro 36 ore dalla mungitura e il latte deve derivare da bufale mediterranee italiane nate e allevate nella zona Dop». Dunque, la genuinità è certa. Quali altri motivi ci spingono all’acquisto di questo prodotto? «Sono dell’avviso che anche la mozzarella industriale (oltre il 45% è distribuito dalla GDO) è gradita al consumatore perché vi percepisce un prodotto di tipo artigianale. Questa caratteristica deriva dal fatto che il Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana nacque grazie all’impegno di un industriale e di sei allevatori/trasformatori che hanno sempre cercato di mantenere il prodotto nel canone della tradizione. Attualmente i soci sono 111 e il 20% è rappresentato da allevatori/trasformatori che mantengono viva la lavorazione tradizionale, proponendo il loro prodotto che resta un termine di paragone dal quale, anche quello industriale, non può allontanarsi molto. Ritengo che questa sia la chiave del successo che ha determinato una continua ascesa della mozzarella di bufala campana Dop e una diminuzione dei consumi della mozzarella bovina che ormai è di tipo industriale, lontana anni luce dal vero fior di latte, presente ormai in sporadiche realtà della Penisola Sorrentina». Ma al di là dell’ottimo lavoro svolto dal Consorzio, cosa distingue questo prodotto? «Un innegabile punto di forza è rappresentato dal

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I primi pochi bufali introdotti in Italia dai Saraceni nel IX secolo sono i progenitori dei 370 mila attualmente presenti

fatto che la mozzarella di bufala campana Dop non è un condimento, ma una vera e propria pietanza che fornisce per ogni 100 grammi di prodotto circa 270 kcal, appena 15 in più della mozzarella vaccina, a fronte della quale fornisce 6-8 grammi di grasso in più, 6-8 grammi di proteine in meno e circa il 3-5% di acqua in più. Il latte di bufala, pur essendo più ricco di grasso (8,2% vs 3,3%) e di proteine (4,65% vs 3,2%) rispetto a quello bovino, non fornisce, sotto l’aspetto nutrizionale, un prodotto molto diverso da quello vaccino. Nonostante il rapporto grasso/proteine (circa 2 vs meno di 1) sia doppio di quello vaccino, il reticolo di caseina non riesce a trattenere tutta la materia grassa che migra nel siero e fornisce più burro. Va notato che i 6-8 grammi di grasso in più contengono meno colesterolo (163 mg/100 g di grasso) di quello vaccino (234 mg/100 g di grasso) e quindi 100 g di prodotto contengono 37 e 41 mg di colesterolo rispettivamente per il vaccino e il bufalino». Dunque, un prodotto ottimale per la dieta, che soddisfa metabolismo e palato… «Il latte di bufala, rispetto a quello vaccino, contiene inoltre più calcio (circa 2 g/litro) che fosforo (circa 1,2 g/litro) mentre 100 g di mozzarella contengono 245 mg (35% della razione giornaliera raccomandata) di calcio e 320 mg di fosforo (45% della razione giornaliera raccomandata)». In definitiva: qualità, genuinità, gradevolezza, salubrità, tipicità; tutte qualificazioni della mozzarella di bufala campana Dop che ne hanno decretato il successo… «La vera chiave del successo però resta ancorata all’artigianalità della lavorazione. I tecnologi dovranno tendere i loro sforzi a creare innovazioni che coniughino le esigenze della GDO con la conservazione del prodotto tradizionale e non viceversa, sacrificando la tradizione alle esigenze di mercato, in particolare con l’aumento della shelf life. Minore attenzione dovrebbe ricevere la variabilità del prodotto che, a mio avviso, è un punto di forza perché è un segno di genuinità. La mozzarella di bufala campana Dop è un prodotto fresco che deriva da una specie con caratteristiche riproduttive stagionali che necessariamente fornisce un latte con caratteristiche chimiche che risentono della lunghezza della lattazione che varia (proprio perché la specie è stagionale) nel corso dell’anno. Di questo il consumatore dovrebbe essere informato al fine di non interpretare in maniera distorta ciò che è un fenomeno naturale. Con il vino il consumatore accetta la variabilità come espressione di genuinità, e lo stesso dovrebbe accadere con la mozzarella di bufala campana Dop: l’omogeneità e la standardizzazione dei prodotti non sono indice di genuinità».


Vdg promotion

Di storia in storia Discendenti del celebre luogotenente garibaldino, che s’innamorò di una nobildonna veronese lasciando in queste terre un figlio, Emilio Bixio e famiglia conducono l’intero ciclo agricolo e commerciale dei vigneti compresi nelle Doc Soave, Valpolicella e Arcole, di proprietà di Bixio Poderi

Il 13 settembre 2000 è stata definitivamente concessa la qualificazione di Doc alla zona della provincia di Verona situata nella parte a sud-est del suo territorio, quella circostante il comune di Arcole, da cui prende il nome. Al centro di questo florido territorio, Desmontà, borgo il cui nome nell’idioma locale sta per “sceso”, e si riferisce a Napoleone, desmontà (da cavallo) su quelle terre nel 1796 irresistibilmente affascinato dalla vista di questa bella campagna nel bel mezzo della battaglia di Arcole. Alla storia locale si intreccia quella personale della famiglia Bixio, la cui tradizione nell’arte della coltivazione della vite si tramanda da quattro generazioni e trova il suo culmine nell’acquisto da parte di Emilio Bixio dell’area dell’Azienda Agricola Desmontà costituita da un corpo centrale di 30 ettari di vigneti. Il microclima della zona, la costituzione del suolo e le più moderne tecniche di coltivazione della vite creano un connubio ideale per la produzione di vini d’alta qualità che sono in grado di soddisfare le aspettative dei consumatori più esigenti.

La carta dei vini

Fu il padre di Emilio, Ottavio, ad avviare negli anni Settanta una produzione vinicola che oggi sta rimescolando le carte dell’enologia veronese, soprattutto con il Nero d’Arcole, reinterpretazione di una tecnica radicata nel territorio come l’appassimento delle uve, applicata, però, al classico taglio bordolese: 80% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon, 10%... segreto dell’enologo! La gamma d’ingresso Arcole Doc comprende due bianchi, uno Chardonnay e un Pinot Grigio; due rossi, un Merlot e un Cabernet Sauvignon; due spumanti, un Pinot Grigio Brut e un Pinot Grigio Ramato Extra Dry. A questi si aggiunge il Denxo, medaglia d’oro concorso internazionale vinitaly 2011, una sorta di Nero d’Arcole estremo, con un appassimento ancora più spinto: circa mille bottiglie soltanto di «un vino che si beve e che si mangia», come piace descriverlo all’Azienda.

Per informazioni sull’Azienda Agricola Desmontà – Bixio Poderi: Istituto Enologico Italiano Via Nazionale, 14 - 37038 Soave (Vr) Tel. 0456104822 - Fax 0456104811 www.istitutoenologico.it sito e-commerce: www.enotecaverona.com


almanacco di barbanera

di M. Pia Fanciulli

Giugno, porta dell’estate Sole, aria e luce abbondano, l’estate si annuncia rendendo tutti più attivi. Si ha voglia di uscire, di incontrare gli amici, di sbizzarrirsi a tavola tra verdure e frutta d’ogni tipo. Anche se, a ben pensarci, con il solstizio d’estate le giornate tornano ad accorciarsi, ma il sole, più caldo che mai, non ce ne farà accorgere

Da ricordare Domenica 5 giugno – Ascensione

“Non gli è più servito nemmeno l’Uovo dell’Ascensione”. È un modo di dire che si riallaccia all’antica credenza che l’Uovo dell’Ascensione, deposto da una gallina nera ed esposto al primo temporale, potesse scongiurare la grandine, scaldare il fuoco, trasudare un liquido miracoloso capace di allontanare le formiche che infestavano la casa, guarire i neonati e i malati. Quanto alla festa dell’Ascensione, che dovrebbe cadere 40 giorni dopo la Pasqua, è stata in realtà spostata in Italia dal giovedì in cui cade, alla domenica successiva. Ciò è avvenuto non per motivi religiosi, ma di natura economic: aveva infatti l’effetto di ridurre la settimana lavorativa a seguito del ponte che collegava la festa infrasettimanale alla domenica, a scapito della produttività nazionale. Martedì 21 giugno – Solstizio d’estate

Porta della stagione calda, il 21 giugno è il

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giorno del solstizio d’estate, momento in cui il sole raggiunge il punto più alto sull’orizzonte e si hanno il giorno più lungo e la notte più breve dell’anno. Ma da questo momento in poi le giornate cominciano ad accorciarsi. Il momento però è magico, bellissimo, con la natura nel suo pieno fiorire e tante notti dolci e stellate da trascorrere all’aperto. Il 24 giugno poi arriva San Giovanni Battista, una ricorrenza assai popolare certo per la notorietà del Santo, ma anche perché legata alle antiche celebrazioni pagane del solstizio d’estate. Ancora viva è l’usanza di esporre alla benedizione del Santo una bacinella colma d’acqua e fiori, tra cui iperico – erba per eccellenza di San Giovanni – lavanda, ruta e rosmarino. L’intruglio così ottenuto servirà per lavarsi e proteggerà da malanni e malefici. Altra tradizione è quella di raccogliere nella stessa notte – a farlo deve essere una donna – le noci ancora verdi con cui preparare un nocino dai poteri straordinari.

Sole e luna Il Sole • Il 1° sorge alle 05.27 e tramonta alle 20.29 • L’11 sorge alle 05.24 e tramonta alle 20.35 • Il 21 sorge alle 05.24 e tramonta alle 20.39 Il 1° giugno si hanno 15 ore e 2 minuti di luce solare – mentre il 21, giorno del solstizio d’estate, si hanno 15 ore e 15 minuti: si guadagnano 13 minuti di luce solare. Ma dal 22 le giornate cominciano ad accorciarsi. Il 30 giugno si avranno 15 ore e 13 minuti di luce solare. La Luna • Il 1° sorge alle 04.53 e tramonta alle 20.21 • L’11tramonta alle 01.53 e sorge alle 15.53 • Il 21 tramonta alle 11.12 e sorge alle 23.57 La Luna è al Perigeo domenica 12 alle ore 05. È all’Apogeo venerdì 24 alle ore 07. Luna in viaggio In questo mese i giorni favoriti dalla Luna per gli spostamenti sono: 19, 20, 23, 24, 25, 28, 29, 30.


luna crecsente

luna calante

Orti e dintorni

Belli e sani

È ancora tempo di ciliegie! Buonissime, amatissime anche dai più piccoli. Ricordiamoci, ogni volta che le mangiamo, di conservare i noccioli, da lavare ben bene e poi da far essiccare al sole. Quando saranno circa un chilo e mezzo, cuciamo un cuscino di spessa stoffa naturale, o di lana morbida, di circa 30x55 cm. Riempiamolo con i noccioli e chiudiamo con cura l’ultimo lato. Avremo un cuscino terapeutico da usare, riscaldandolo prima in forno, su zone doloranti quali pancia, schiena, spalle, collo. Si rivelerà addirittura più confortevole, perché più adattabile, della borsa dell’acqua calda. Tonici e scattanti: in questa stagione ecco l’imperativo a cui non si può non obbedire. Per tonificare cosce e glutei è fondamentale stimolare la circolazione sanguigna e linfatica, e la doccia può essere l’occasione giusta. Prima di bagnarsi effettuare un massaggio leggero, a risalire, con un guanto di crine sulla pelle asciutta. Poi terminare la doccia con un getto di acqua fredda. Infine fare un automassaggio con olio di mandorle a cui si siano aggiunte dieci gocce di olio essenziale di ginepro o rosmarino ogni 100 ml. Se invece è la pelle che desideriamo più tonica, d’obbligo fare sport all’aperto, consumare molto pesce ricco di acidi grassi e usare un integratore alimentare, come per esempio la pappa reale fresca nella dose di 0,2 grammi a digiuno. Veniamo dunque ai primi soli. In questo periodo, quando è desiderio diffuso ottenere una rapida abbronzatura, si rischia una fotodermatite, più nota come eritema solare. La pelle si arrossa, nella peggiore delle ipotesi si ustiona, riempiendosi di bolle. E questo accade nonostante giornali, tv, medici ripetano di non prendete troppo sole e di evitare l’esposizione a mezzogiorno e troppo a lungo. È vero, il latte abbronzante è sempre nella sacca, ma forse a essere troppo spesso sottovalutata è la crema doposole!

Per chi voglia evitare, nei limiti del possibile, fertilizzanti chimici, un’ottima alternativa sono i concimi organici. Tra questi, un rapido apporto di sostanze nutritive al terreno, anche quello delle piante d’appartamento, si ottiene dai macerati fertilizzanti. Si preparano in casa da erbe, piante, ortaggi fatti macerare in acqua per un periodo che va dalle 2 alle 4 settimane. Tra i più noti c’è ovviamente quello di ortica, ricco d’azoto, da preparare prima che la pianta fiorisca, quindi tra maggio e luglio. Poi c’è quello di cavolo, ottimo per ortaggi e piante fiorite; quelli di calendula, dente di leone, equiseto e foglie di pomodoro. Utile anche quello di barbabietola rossa che favorisce la crescita del prato. Ma che c’è da fare questo mese nell’orto e nel giardino? È il momento, con la Luna crescente (dal 2 al 14 giugno), di seminare i fagiolini tardivi e pure, in cassone aperto, cavolfiori e verze. Poi c’è da trapiantare il sedano. In giardino, estrarre dal terreno i bulbi dei fiori che mostrano le foglie in fase di essiccazione e conservarli al buio e in luogo asciutto per il futuro reimpianto. Arrivata la Luna calante (dal 16 al 30) proseguire invece con la scacchiatura dei pomodori e anche con la semina in cassone all’aperto di finocchi, oltreché con il trapianto dei cardi. Importante, dovendo annaffiare gli ortaggi, non bagnare le parti aeree: li preserverà da molte malattie. Nel giardino eliminare le rose sfiorite, cimare i crisantemi e legare le piantine ai tutori. Fare talee di ficus da porre a radicare su sabbia e torba in parti uguali e sotto copertura: il ficus si riproduce bene anche per margotta. Annaffiare regolarmente le specie in vaso e concimare con concimi idrosolubili.

Saggezza popolare · Di giugno figlie e giardini, guardali dai vicini. · Se l’orto è nell’arsura, poco o niente dura. · Notte calma e luna piena, si va in mare senza pena. · Se piove per San Barnabà (11 giugno), l’uva bianca se ne va. · Se giugno non fa sudare, il raccolto fa scarseggiare. · Giugno apre le porte alle giornate corte. · Guazza di San Giovanni (24 giugno) cura tutti i malanni. · Il frutto colto verde ogni virtù perde. · Se il grano ha la resta, non vuole acqua sulla testa. · San Pietro e San Paolo piovosi (29 giugno), per trenta giorni son dannosi.

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di Gilda Ciaruffoli

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Toscana

Eccellenze a salotto

Le stelle del vino toscano in un affascinante mélange di arte, musica e bellezza: nasce con queste premesse Divino Tuscany, salotto internazionale delle eccellenze dell’enologia toscana, primo temporary club al mondo del vino toscano di altissima gamma ambientato nella cornice della Firenze più spettacolare, tra palazzi rinascimentali, giardini e teatri prestigiosi. Alla sua prima edizione, l’evento prevede la partecipazione di 51 tra i nomi più importanti dell’enologia locale e una galleria di vini cult. 2-5 giugno, Firenze - Info: www.divinotuscany.com

Emilia-Romagna

Un sorso di musica

Lo Zola Jazz&Wine prevede sei serate in compagnia di jazzisti di altissima qualità seguite dalla degustazione di vini nelle più belle cantine del territorio. Giunta alla sua 12ª edizione, l’iniziativa torna alle origini proponendo affascinanti dopocena con la storia del jazz, con gli artisti che si esibiscono sul palco delle aziende vitivinicole che ospitano la rassegna. Un’occasione unica per poter apprezzare talenti musicali e scoprire uno dei comuni che fanno parte del rinomato circuito regionale Strada dei Vini e dei Sapori. Dall’1 giugno, Zola Predosa (Bo) Info: www.zolajazzwine.it

Lombardia

La vie en rose Trentino-Alto Adige

I 12 moschettieri del gusto

Per la prima volta i dodici prodotti di qualità dell’Alto Adige si presentano assieme nel centro storico di Bolzano in occasione del Festival del Gusto. I prodotti sono esposti in apposite case e in diversi stand espositivi lungo il Miglio del Gusto che si snoda nel centro storico. Nel corso del lungo fine settimana i visitatori possono non solo deliziarsi con le tante tentazioni del palato, ma anche sbirciare dietro le quinte per scoprirne la storia e i tradizionali metodi di lavorazione artigianale. 2-5 giugno, Bolzano e Termeno (Bz) Info: www.festivaldelgusto.it

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Torna sulle rive bresciane del Garda Italia in Rosa, la rassegna nazionale dedicata ai vini rosati: nella terra del Chiaretto due giorni dedicati alla cultura dei rosati e dei rosè provenienti da tutto lo Stivale e per la prima volta anche dall’estero. Tra le novità: le aree tematiche, a partire dai territori dei Chiaretti gardesani, alle zone di grande tradizione dei rosati, come il Salento, per giungere alle terre dei rosè, la versione spumante, e allargarsi alla tradizione francese. La manifestazione si apre anche alla ristorazione e vede alcuni dei migliori locali della zona proporre un menù speciale abbinato esclusivamente al Chiaretto. 4-5 giugno, Moniga del Garda (Bs) Info: www.italiainrosa.it



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Trentino-Alto Adige

Tutta l’Italia in una via

Lungo la passeggiata Passirio, oltre quaranta casette in legno ospitano tutta la tradizione e la cultura gastronomica italiana. Una vera e propria mappa del mangiar bene, dai formaggi di alta montagna ai capperi di Pantelleria, dai salumi toscani ai piccanti intingoli delle regioni del Sud. Cibi buoni, sani e gustosi, prodotti nel rispetto dell’ambiente, distribuiti secondo principi economici equi e di natura artigianale, quasi fatti in casa, sono le tappe di questa imperdibile Passeggiata dei Sapori. 9-13 giugno, Merano (Bz) - Info: www.meran.eu

Val d’Aosta

Sette tappe per sette bontà

Pranzo itinerante tra le frazioni di Chatillon, il paese dei 3 Castelli. Mangia a Pià è una passeggiata enogastronomica non competitiva attraverso la via del Ferro, la via Francigena e i Castelli, degustando i vini valdostani e i piatti innovativi e tradizionali con un grande protagonista: il Boudin, tipico salume locale.
Sette tappe per sette portate e sette vini; il tutto in un’atmosfera di musiche, spettacoli e balli, che continuano fino a notte fonda. Consigliata la prenotazione. Foto di Fabio Bertuzzo. 12 giugno, Chatillon (Ao) Info: 3408346631

Piemonte

Cultura che nutre

Torna protagonista con la XV edizione di Libri da Gustare, il Salone del Libro Enogastronomico e di Territorio che anima strade e piazze del borgo piemontese con mostre, spettacoli, percorsi culturali, libri a tema, convegni e tavole rotonde. La manifestazione infatti si propone al pubblico con il tradizionale focus sulle eccellenze culturali ed enogastronomiche del territorio grazie a un ricco calendario di eventi: ricordiamo tra tutti il concorso letterario Libri da Gustare 2011. 10-12 giugno, La Morra (Cn) info: www.libridagustare.it

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Emilia-Romagna

Piovono ciliegie

La Capitale della Ciliegia è una rassegna che ingloba iniziative gastronomiche, artistiche e culturali dedicate a questo invitante frutto, parte del patrimonio e delle tradizioni del territorio. Tra gli appuntamenti più attesi: la festa nazionale Città delle Ciliegie, che porta per le vie e le piazze di Vignola le rappresentanze dei circa 50 Comuni dell’omonima associazione nazionale. Ogni delegazione si presenta con le ciliegie tipiche delle proprie zone, insieme ad altre specialità gastronomiche. 4-12 giugno, Vignola (Mo) Info: www.comune.vignola.mo.it



13 Lunedì 14 Martedì 15 Mercoledì 16 Giovedì 17 Venerdì 18 Sabato 19 Domenica

Marche

Pesce povero, a chi?

Anghiò – Festival del Pesce Azzurro è la manifestazione che vuole valorizzare le proprietà di questo prodotto e la centralità del settore ittico per la città, il secondo porto in Italia per quantità di pescato. Mostre a tema, laboratori didattici per bambini, piatti tipici della tradizione italiana e non solo da degustare freschi, sono i principali appuntamenti finalizzati alla conoscenza di questo pesce, un tempo considerato povero, oggi rivalutato da un punto di vista nutritivo e sempre più protagonista indiscusso di piatti di pregio. 16-19 giugno, San Benedetto del Tronto (Ap) Info: www.anghio.it

Piemonte

LE Langhe in un click

Due weekend all’insegna di letteratura, fotografia ed enogastronomia delle Langhe. A proporli è la cantina Terre da Vino che apre le sue porte alla scoperta dei meravigliosi paesaggi di questo angolo del Piemonte, insegnando a catturarli con la macchina fotografica, grazie all’esperienza del fotografo Pierluigi Vaccaneo. Dopo la prima giornata dedicata all’arte fotografica, alle degustazioni e alla visita della cantina, è previsto un incontro a tavola con la Fondazione Cesare Pavese e successiva visita ai luoghi dello scrittore. 18-19 e 25-26 giugno, Barolo (Cn) Info: www.terredavino.it

Lazio

Lungolago fiorito

La Festa delle Ortensie è uno dei principali appuntamenti del florovivaismo nazionale. A rimarcare questa invidiabile etichetta, non solo la qualità dei vivaisti provenienti da ogni parte d’Italia, ma anche lo scenario in cui la manifestazione si svolge. L’esposizione ha luogo, infatti, in prossimità delle rive del lago vulcanico più grande d’Europa. Non manca il consueto itinerario enogastronomico, curato in collaborazione con lo Slow Food Condotta del Lago di Bolsena e Maremma Laziale, dove gustare le specialità enogastronomiche della Tuscia. 17-19 giugno, Bolsena (Vt) Info: 0761799820

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Sardegna

ottimo Tonno per tutti i gusti

Oltre ai riti religiosi organizzati in occasione della Festa di Sant’Antonio da Padova, il Santo patrono dei tonnarotti, si svolge l’annuale Sagra del Tonno durante la quale enormi quantità del prezioso pesce vengono cucinate come da tradizione nel centro della località e offerte ai presenti. Durante l’evento è poi possibile degustare ogni parte del tonno, dalla bottarga ai filetti crudi, acquistabili ai tanti stand di prelibatezze locali. 13 giugno, Portoscuso (Ci) Info: www.comune.portoscuso.ca.it


Il sapore della scoperta

Vdg promotion

Network enogastronomico nato tra le colline di Modena e Bologna, La Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” presenta quattro tra le realtà che lo rappresentano, le cui storie vale davvero la pena di fermarsi a leggere Un’antica ricetta bolognese

Il piacere è donna

Il 1946 è l’anno che ha visto nascere, in un angusto retrobottega, il Salumificio Alcisa: il sogno era quello di rinnovare i fasti di un’antica ricetta bolognese per la produzione della mortadella. A distanza di oltre 60 anni possiamo dire che non solo il sogno si è avverato ma che, grazie alla “Due Torri”, è possibile evocarlo a ogni assaggio, assieme a quel gusto unico che ritroviamo ad esempio nella Storica, il cui involucro di juta trattiene aromi altrimenti perduti. www.alcisa.it

Non è stato semplice. L’obiettivo era quello di trasformare 10 ettari di terra incolta in un’azienda agricola. Ma se alla guida del progetto c’è una giovane donna, allora il risultato è garantito. È Ballestri il cognome che si cela dietro quell’iniziale misteriosa nel nome della Benedetta B., ovvero quello dell’imprenditrice che nel 2001 ha dato vita a un’azienda vitivinicola sulle colline di Castelvetro di Modena che oggi vanta 7 ettari coltivati a vigneto: il caratteristico Lambrusco Grasparossa e Pignoletto. www.benedettab.it

Cercatelo tra i filari…

Il tempo sospeso

… è questo che vi direbbero se voleste incontrare Maurizio Vallona, titolare dell’omonima azienda vitivinicola, la cui grande passione è da sempre quella di immergersi mani e piedi nella sua terra, per cimare o diradare personalmente gli impianti storici di Fagnano, o potare nelle nuove proprietà di Lamezzi a Monte San Pietro. Anche in cantina Maurizio dice la sua, realizzando vini assolutamente personali senza ricorrere stabilmente al wine maker di grido, ma forte della sua esperienza-presenza, precisione-professionalità. www.fattorievallona.it

Tra il verde di colture vinicole e impianti a frutteto, presso il borgo di Marano, a qualche chilometro da Vignola, in una valle che non conosce inquinamento, troviamo l’Acetaia Sereni. Qui il succedersi degli accadimenti atmosferici ripete, inalterato, l’antico corso che da secoli è l’indissolubile supporto alla naturale produzione e maturazione di uno straordinario aceto balsamico. Le mille botticelle in legno – di rovere o gelso, ciliegio o frassino, castagno, acacia o ginepro – si allineano in batterie in un fabbricato rurale, dove la natura incontra la sapienza dell’uomo e dà vita a una produzione unica. www.acetaiasereni.com

Strada dei Vini e dei Sapori - Città Castelli Ciliegi www.cittacastelliciliegi.it


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Sicilia

L’isola del vino

Un week-end alla scoperta del mondo di Bacco promosso dal comune di Menfi in collaborazione con Settesoli. Durante Inycon il centro storico ospita una serie di wine experience, degustazioni delle migliori etichette delle cantine del territorio, mentre i suggestivi cortili di Via della Vittoria si trasformano in corti del gusto, ospitando il meglio dell’enogastronomia regionale. Ai visitatori si aprono inoltre le porte delle cantine della Strada del vino Terre Sicane. 24-26 giugno, Menfi (Ag) - Info: www.inyconmenfi.it

Emilia-Romagna

Balsamico in gara

Un weekend di inizio estate dedicato ai piatti tipici della tradizione locale, ma soprattutto dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, che culmina con la 45ª edizione del Palio di San Giovanni in occasione del quale vengono premiati i migliori campioni di Aceto Balsamico Tradizionale, selezionati tra migliaia di partecipanti. Occasione perfetta per trascorrere due giorni all’insegna di una specialità tutta emiliana e visitare l’unico museo al mondo dedicato al prezioso prodotto. 26 giugno, Spilamberto (Mo) Info: www.fierasangiovanni.it

Umbria

Campania

Un calendario ricchissimo di eventi caratterizza la 54ª edizione del Festival dei 2Mondi. Danza, teatro, musica, arte e un omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, ai quali si aggiunge la possibilità di partire per un viaggio attraverso le 53 edizioni della kermesse artistica
grazie alla Fondazione Monini che mette a disposizione dei visitatori un Centro Documentazione del Festival dove viene esposto un patrimonio di testimonianze, immagini e memorabilia legati agli spettacoli e agli artisti che vi si sono esibiti. Foto Rosalie O’Connor. Dal 24 giugno, Spoleto (Pg) Info: www.festivaldispoleto.com

Trofie con radicchio e porcini, gnocchi alla borgense; crespelle, risotto e scaloppina ai porcini, sono solo alcune delle prelibatezze che si possono gustare in occasione della sagra Trofie con Radicchio e Porcini e Gnocchi alla Borgense, giunta al suo 13° anno di vita. L’iniziativa risponde alla crescente domanda di vecchi sapori tradizionali e ha lo scopo di valorizzare e promuovere il patrimonio enogastronomico montorese. 24-26 giugno, Montoro Inferiore (Av) Info: www.associazioneilcastello.com

Nuove arti e antichi fasti

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Alla ricerca dei sapori perduti


Dalla Toscana,Terra dei Sapori e delle Emozioni, I Greppi di Silli: 6 Monocultivar di Olio, 14 varietà di Miele.

AZ. AGRICOLA MICIOLO - I GREPPI DI SILLI SOC. AGR. S. S. DI ALFANI GIULIANO & ANNA VIA VALLACCHIO 19 - 50020 MERCATALE V. PESA - FIRENZE TEL.: +39 055 8217956 - FAX: +39 055 8218401 CELL.: +39 335 5431032 INFO@IGREPPIDISILLI.IT - WWW.IGREPPIDISILLI.IT

ESPRESSIONE DI UN TERRITORIO LAVORO DELL’UOMO


appuntamenti in breve 1

Sagra dell’arrosticino

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In tavola il tipico piatto unico di arrosticini con bruschette all’olio di oliva. Info: www.sagrarrosticinocodrea.it 1-5 giugno, Ferrara – Emilia-Romagna 2

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Mangia Manta

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Cous Cous Fest Preview

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Assaggio dell’appuntamento di settembre: degustazioni e laboratori gastronomici. Info: www.couscousfest.it 2-5 giugno, San Vito Lo Capo (Tp) – Sicilia 4

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Passeggiata enogastronomica sulle colline. Info: www.comunemanta.it 2 giugno, Manta (Cn) – Piemonte

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La festa dei sapori

Serate danzanti e degustazioni di prodotti tipici dell’agro pontino. Info: www.fieradeisapori.it 2-5 giugno, Borgo Montenero (Lt) – Lazio 5

Sagra del Canestrel

Tipicità locali e animazione folkloristica. Info: www.prolocomazze.it 3-5 giugno, Tonengo di Mazzè (To) Piemonte 7

Dall’olivo... all’olio

Intenso il programma di degustazioni e abbinamenti con olio locale. Info: www.comune.marone.bs.it 3-5 giugno, Marone (Bs) – Lombardia 8

Una cavalcata nella storia

Festa popolare fatta di storia, arte, amore per i cavalli e passione per le sfide. Info: www.alpedisiusi.info 3-5 giugno, Castelrotto, Siusi e Fiè (Bz) Trentino-Alto Adige 9

Andar per frantoi e mercatini

Concorso “La degustatrice di olio vergine ed extravergine di oliva”. Info: www.orodialghero.com 4 giugno, Alghero (Ss) – Sardegna 10

Festa alla corte del re Gutturnio

Ghiotta occasione per scoprire i vini, i sapori e la cultura locali. Info: www.gutturniofestival.it 4-5 giugno, Castello Scotti di Vigoleno (Pc) – Emilia-Romagna 36

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Teatro di Piaceri

Manifestazione culinaria i cui protagonisti sono lo chef Roland Trettl e il suo team. Cucina open air a bordo lago. Info: www.wein.kaltern.com 3 giugno, Caldaro sulla Strada del Vino (Bz) – Trentino-Alto Adige 6

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11 24 11

Incontri poetici all’Amiata

Settimo meeting di poesia.
 Info: tizianacurti.wordpress.com 4-5 giugno, Abbadia San Salvatore (Si) Toscana

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Rievocazione battaglia di Scannagallo
 Oltre 100 figuranti, fiera artigiana e gastronomia. Info: www.scannagallo.com 4-5 giugno, Foiano della Chiana (Ar) Toscana 13

Giostra della Quintana

Taverne aperte e corteo storico. Info: www.quintana.it 4-18 giugno, Foligno (Pg) – Umbria 15

Sagra della ricotta affumicata

Festa della ricotta abbespata prodotta soprattutto nella Sila e nel Crotonese. Info: www.prolocomammola.it 5 giugno, Mammola (Rc) – Calabria 16

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Festa della Trota

Ai ferri o fritta, la trota è protagonista della manifestazione. Info: www.infovalli.it 4-12 giugno, Altissimo (Vi) – Veneto 14

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Sa festa de sos martires

Manifestazione per la Festa dei Martiri. Info: www.comune-fonni.it 5-6 giugno, Fonni (Nu) – Sardegna

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Sagra della pizza

Serate all’aperto tra fette di pizza e musica. Info: www.sagradellapizzalariano.it 9-19 giugno, Lariano (Rm) – Lazio 18

Sagra della Seppia di Donnalucata Tradizione, mare e tanta voglia di mangiare bene nella Marina di Vigata del Commissario Montalbano. Info: www.sagradellaseppia.org 10-12 giugno, Scicli (Rg) – Sicilia 19

Vini In Loggia

Prosecco in festa nella cornice del quartiere medioevale di Serravalle. Info: www.primaveraproseccodoc.it 10-19 giugno, Vittorio Veneto (Tv) Veneto

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I love Orchidea

Giornate da trascorrere tra coltivazioni particolari, segreti green ed evocazioni artistiche. Info: www.ortidea.it 11-12 giugno, Piacenza – Emilia-Romagna

Volo della colombda che al suo termine viene affidata a una giovane coppia di sposi. www.grandieventi.regioneumbria.eu 12 giugno, Orvieto (Tr) – Umbria

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I pizzichendò sono piramidi umane che devono percorrere un itinerario per le vie del paese mentre i loro componenti intonano canti della tradizione locale. www.comune.castellinodelbiferno.cb.it 12-13 giugno, Castellino del Biferno (Cb) Molise

Sciò La Pica

La più antica e fastosa rievocazione storica della regione. Info: www.armatadipentecoste.it 11-13 giugno, Monterubbiano (Fm) Marche 22

Sagra dei piatti tipici

Piatti tipici preparati dalle massaie locali. Musica popolare. Info: www.comune.casarano.le.it 12 giugno, Casarano (Le) – Puglia 23

Palio delle Micce

Dopo la cena propiziatoria, fantine gareggiano in sella ad asine. Info: 0575487414 12 giugno, Subbiano (Ar) – Toscana

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Festa dei Pizzichendò

Festa di San Zopito

Sfarzosa processione accompagnata dal suono delle zampogne. Info: www.comune.loretoaprutino.pe.it 12-13 giugno, Loreto Aprutino (Pe) Abruzzo 27 Festa della Madonna della ricotta

Spettacolare processione e riti sacri. Info: www.comune.pietracatella.cb.it 12-14 giugno, Pietracatella (Cb) Molise 28

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Festa della Palombella

Festa dello Spirito Santo

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Festa della birra

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La ‘Ndrezzata

Festa in musica con la tradizionale danza ischitana. Info: www.comunebarano.it 24 giugno, Barano d’Ischia (Na) – Campania 36

Festa te lu panzarottu

Stand gastronomici per gustare la patata preparata in mille modi. Info: www.comune.lecce.it 24-26, San Cataldo (Le) – Puglia 37

Sagra della Fiocca

Gara per la migliore panna montata e pranzo all’aperto. Info: www.regione.vda.it 26 giugno, Avise (Ao) – Val d’Aosta 38

Camminata del gusto

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Sagra dello Struzzo

Stand gastronomici e cena a base di struzzo e tipicità locali. Info: www.governolo.it 17-21 giugno, Roncoferraro (Mn) Lombardia

Caldaro in abito bianco

Serata di presentazione della migliore produzione vinicola locale. Info: www.wein.kaltern.com 28 giugno, Caldaro (Bz) – Trentino-Alto Adige 40

Sagra delle fave di San Pietro

Produzioni e gastronomia locale in festa. Info: 3289449796 18-19 giugno, Rometta (Me) – Sicilia

Distribuzione di fave, cipolle e patate bollite accompagnate da vino locale. Info: www.comune.isnello.pa.it 29 giugno, Isnello (Pa) – Sicilia

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Borgoinfesta

“Ritmi e canti dal cuore dei popoli”: incontri su cultura popolare, musica, danza, canto e teatro.

 Info: www.borgoinfesta.it 18-26 giugno, Borgagne (Le) – Puglia

Aspettando la Rugiada di San Giovanni

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Stand di degustazione, cena e serata danzante. 23-26 giugno, Gressoney-saint-jean (Ao) Valle d’Aosta

Itinerario campestre con numerose tappe nelle aziende agricole. Info: 017376109 26 giugno, Farigliano (Cn) – Piemonte

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Sagra dell’oca

Rievocazione storica della trebbiatura sull’aia. Info: www.comune.macerata.it Dal 23 giugno, Macerata – Marche

Tra le più antiche festività della lucania, si svolge tra il centro storico e monte Vulture. Info: www.prolocomelfi.com 13 giugno, Melfi (Pz) – Basilicata

30 Fiera Primavera-Estate a Rometta

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Sagra che propone tortelli e piatti tipici per onorare la ricorrenza religiosa. Info: www.castellidelducato.it 23 giugno, Castello di Roccabianca (Pr) Emilia-Romagna

Sagra degli antichi sapori

Cinque giorni di specialità tipiche con un’attenzione particolare alle pietanze senza glutine. Info: www.unipopoli.org Dal 29 giugno, Pignataro Maggiore (Ce) Campania 42

Al cinema tra i vigneti

Proiezioni di film e degustazioni di Sangiovese tra filari e grappoli. Infoi: www.conde.it Dal 30 giugno, Predappio (Fc) Emilia-Romagna 37


viaggiare leggeri cover story

Low cost: partire sĂŹ, per dove? di Riccardo Lagorio

Sono state le compagnie aeree, seguite dagli hotel, a intuire per prime la rivoluzione legata alle tariffe stracciate e alle offerte specialissime in grado di attrarre e spingere al viaggio anche i meno avvezzi allo spostamento. Ma scegliere tra le offerte può non essere semplice. Di seguito dunque qualche consiglio per viaggiare leggeri (nello spirito, non nel portafoglio!) 38


Non è solo per effetto della crisi che morde e che non se ne va (almeno per molti). Non è solo perché internet ha allargato la base della concorrenza e fatto scoprire un mondo non più virtuale. I viaggi a basso prezzo, gli hotel scontati – ma oggi impazzano anche le assicurazioni a costo imbattibile –, offrono a milioni di persone la possibilità di accedere a servizi che erano fuori dalla loro portata. All’inizio furono le compagnie aeree. Quando le leggi economiche del libero mercato si fecero spazio in un settore prima d’allora protetto e regolamentato da tariffe imposte da accordi bilaterali tra Stati, i privati intuirono le immense opportunità di guadagno legate a un mercato potenziale di viaggiatori. Accadde in Europa a fine degli anni ’80, e il processo durò per un decennio. Si capì da subito che una delle condizioni necessarie era l’utilizzo di aeroporti secondari, sgomberi dal grande traffico passeggeri e quindi con costi inferiori per le compagnie, che avevano il vantaggio di fare conoscere ai cittadini europei località meno note. Poteva approfittarne il turista ma anche chi si spostava per ragioni di lavoro. Perciò un po’ tutti noi… Conseguenza diretta furono le offerte sugli hotel reperibili direttamente in rete. Così, sbirciando in internet, ma avendo anche provato un buon numero di destinazioni, ecco alcune tappe che ci sentiamo di proporre.

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A teatro, e non solo

Il volume delle ricerche per voli a basso prezzo è incrementato moltissimo negli ultimi 5 anni. Il momento migliore per l’acquisto è almeno 4 settimane prima della partenza

Partiamo da Leeds, che offre infinite possibilità di conoscere le abitudini anglosassoni di una città di medie dimensioni. Molto attiva per gli eventi culturali che vi si tengono, è attraversata da un romantico canale che la collega a Liverpool. Numerose sono le opportunità di riposo e svago. I Giardini di Vittoria comprendono una gigantesca scacchiera dove ci si può cimentare in una partita davvero insolita, mentre

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viaggiare leggeri cover story

il Parco Roundhay si estende su una superficie di 280 ettari tra collinette, alberi ultracentenari, laghetti e riposanti panchine. C’è l’imbarazzo della scelta anche sotto il profilo teatrale (il più noto è il West Yorkshire Playhouse) e musicale (nell’elegante Howard Assembly Room), con raffinati cartelloni in programma. Il coloratissimo mercato coperto di Kirkgate raccoglie centinaia di punti vendita, non solo di prodotti alimentari, dove fare acquisti a prezzi vantaggiosi. La compagnia Jet2 effettua voli da Bergamo e Roma a Leeds. Il biglietto di andata e ritorno costa tra 180,00 e 200,00 euro nelle date dal 15 al 22 giugno (prenotazione effettuata il 3 maggio).

dove mangiare

Piazza by Anthony Elegante ristorante che si trova all’interno della vecchia Borsa del grano: cucina creativa e predisposta a interessanti innovazioni. Prezzo a partire da 40,00 euro. www.anthonysrestaurant.co.uk Box Tree Non distante da Leeds, un cuoco dalle origini italiane vi condurrà verso la conoscenza di indimenticabili piatti ispirati alla cucina francese. Fornitissima la cantina. Prezzo a partire da 40,00 euro. www.theboxtree.co.uk

dove dormire

Etap Hotel Leeds Semplici ma funzionali camere a pochi minuti dal centro con una passeggiata. Una doppia ha il prezzo per notte di 35,00 euro. www.etaphotel.com Ramada Leeds North Moderno e facilmente raggiungibile dalle autostrade, sorge in una zona silenziosa. Una doppia ha il prezzo per notte di 60,00 euro. www.ramadajarvis.co.uk

Nel cuore dell’Europa Se la data del 7 febbraio 1992 non vi dice molto, lo farà il nome della città. Maastricht è infatti per tutti la pietra miliare della Costituzione europea. Fu il fiume che l’attraversa, la Mosa, ad attirare l’attenzione dei Romani, che vi stabilirono un importante avamposto, e i resti rinvenuti negli scavi sono visitabili presso i Musei Kelder Derlon e Bonnenfanten. Un viaggio in-

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In alto, la struttura che ospita il Kirkgate, il grande e conveniente mercato coperto di Leed. Qui sotto il municipio di Maastricht, esempio di Barocco dei Paesi Bassi

La logica del viaggio low cost ha portato all’apertura di prospettive di viaggio poco gettonate sino al prodursi della crisi, e fuori dalle rotte classiche e conosciute


tensamente culturale che passa per la Basilica di San Servazio, uno dei capolavori romanici del nord Europa, per Heelport ovvero la porta della città costruita nel XIII secolo, e continuando sull’acciottolato del centro storico arriva sino alla cattedrale gotica di San Giovanni dal cui campanile si domina la città. L’elegante piazza centrale di Mecc Maastricht e il quartiere Wyck sono invece i templi dello shopping, con le novità più ricercate e ambite della moda. Le rive della Mosa sono il luogo ideale per passeggiate romantiche durante le lunghissime serate estive, alla ricerca delle caratteristiche facciate delle case signorili che vi si specchiano. Numerosi i ristoranti stellati, che garantiscono anche una vacanza gourmet. La compagnia Ryanair vola da Pisa a Maastricht tre volte alla settimana. Partendo il 19 giugno e tornando la settimana successiva il costo è di 39,00 euro (prenotazione effettuata il 3 maggio).

dove mangiare

Molo 5 Dedicato a coloro che non possono evitare di pensare all’Italia durante i viaggi all’estero, questo locale si apre sulle rive del porto in un ex deposito. Prezzo intorno ai 40,00 euro. www.molo5.nl

Au coin des bon enfants Un nome che ha fatto la storia della gastronomia della cittadina con piatti elaborati soprattutto con un occhio di riguardo alla tradizione francese. Prezzo medio di 65,00 euro. www.aucoindesbonsenfants.nl

I più cliccati

dove dormire

www.zingarate.com Community giovane e informale ricca di notizie pratiche e spunti originali per muoversi e, ovviamente, divertirsi a basso prezzo.

Botel Maastricht Le camere sono all’interno di un’autentica barca ormeggiata sulla Mosa. Il prezzo della camera doppia è di 50,00 euro a notte. www.botelmaastricht.nl

www.vivalowcost.com Portale di sopravvivenza metropolitana per un quotidiano risparmio.

Qui la paella è di casa

www.couchsurfing.org Dormire a costo zero si può, ma sul divano. Chiunque può aderire ospitando viaggiatori sul proprio sofà o prenotandone uno all’altro capo del mondo.

NH Maastricht Appartenente alla catena spagnola, garantisce confort a 4 stelle e una facile accessibilità al centro della cittadina. Il prezzo per una camera doppia è di 68,00 euro. www.nh-hotels.com

Convivono alla meraviglia modernismo e cultura classica nelle strade di Valencia. Dal punto di vista architettonico, uno dei più interessanti mercati coperti europei, risalente al 1914, sta proprio nella capitale del Levante. L’Oceanogràfic, l’acquario, è tra i più grandi al mondo e fa parte del complesso della Città delle Arti e della Scienza, nei giardini del Turia, il letto di un fiume ormai in secca. La cattedrale è un affascinante esempio di gotico mediterraneo, costruita su una moschea nel XIV secolo. Ac-

Di seguito alcuni siti di riferimento per vivere e viaggiare low cost:

www.jungo.it Le nuove frontiere dell’autostop. Per spostarsi gratis ma in tutta sicurezza. www.scambiocasa.com In vacanza non c’è niente come casa… sì, ma di un altro.

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viaggiare leggeri cover story A sinistra, in alto, l’avveniristica Città delle Arti e della Scienza di Valencia, nei giardini del Turia. In basso la Plaza de Toros edificata tra il 1850 e il 1860

canto sorge il Miguelete, il famoso campanile. Tra le attrazioni più visitate dai turisti anche l’arena, luogo di corride ma anche di concerti e fiere, la Borsa della seta dove avvenivano le contrattazioni, e il ponte sul Turia disegnato da Santiago Calatrava. Lungo la costa, sulla spiaggia di Malvarrosa abbellita dalle strutture realizzate per la America’s Cup del 2007, non è difficile trovare locali aperti sino a notte fonda. Si vola con Vueling da Milano Malpensa a Valencia dal 19 al 26 giugno con 95,00 euro. La prenotazione è stata effettuata il 3 maggio.

dove mangiare

Restaurante La Herradur Sul lungomare di Malvarrosa, sviluppa un’eccellente cucina di mare con assolute specialità a base di riso come la paella di pollo e carciofi, di mare o con aragosta. Si pranza a 30,00 euro. www.restaurantelaherradura.com La Priuà Da oltre 50 anni è il punto di riferimento per molti valenziani che amano la cucina tradizionale, prevalentemente di mare. Ottimo anche l’agnello. Costo intorno ai 30,00 euro. Telefono 963914571

dove dormire

Rooms Deluxe Ciudad de las Ciencias Ciascuna camera è arredata da un differente artista, a scelta secondo disponibilità. Il prezzo è di 50,00 euro per una doppia a notte. www.roomsdeluxe.com

Risparmio e sicurezza accendono i motori Un motore di ricerca qualificato per cercare voli a basso prezzo è www.skyscanner.it. Si tratta del più importante sito di questo tipo in Europa con 11 milioni di utenti. Compara i prezzi tra le diverse compagnie reindirizzando alle stesse per la conferma del viaggio. Yara Paoli, responsabile marketing del sito, a proposito di low cost dichiara: «il volume delle ricerche per voli a basso prezzo è incrementato moltissimo negli ultimi 5 anni. La costante crescita rispetto al periodo precedente fa sì che oggi ci si assesti intorno a una media

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variabile tra 200 e 368 mila richieste mensili. La ricerca degli italiani si dirige soprattutto verso le mete a breve raggio e il momento migliore per l’acquisto è almeno 4 settimane prima della partenza. Ma il dato più significativo è forse quello legato all’apertura di prospettive di viaggio che erano meno gettonate sino al prodursi della crisi, e che erano fuori dalle rotte classiche e conosciute come Madrid, Londra, Parigi e Barcellona: il consumatore è mosso dalla volontà di risparmiare pur di mettersi in viaggio e a patto che la destinazione non sia rischiosa».

Senator Parque Central Hotel Garantisce tutti gli accorgimenti più all’avanguardia per un viaggiatore esigente. Il costo è di 50,00 euro per camera doppia. www.senatorparquecentral.com

Sulle tracce della storia Tra le mete più insolite, senz’altro Salonicco merita una particolare attenzione da parte di coloro che amano l’arte bizantina e paleocristiana. Come Aghios Georghios, la Rotonda di Salonicco, edificio eretto al tempo dell’imperatore Galerio all’inizio del IV secolo come mausoleo e successivamente trasformato in tempio cristiano. Straordinari i mosaici per brillantezza di colori e motivi che riproduco-


Compagnie aeree, viaggi, hotel, ristoranti, assicurazioni a prezzi scontati, offrono a milioni di persone la possibilità di accedere a servizi che erano fuori dalla loro portata

La Torre Bianca, edificata nel IX secolo, è il simbolo di Salonicco

no piante stilizzate e forme geometriche. Interessanti gli affreschi con figure di santi ortodossi, la Passione e la Resurrezione risalenti al XII secolo che si trovano nel tempietto porticato di Ahios Nikolaos Orphanos. La Chiesa di Santa Sofia è un altro dei monumenti imperdibili e risale al V secolo: i mosaici della cupola originari del IX secolo sono l’attrazione principale. Ma il simbolo stesso della città è il bastione, che faceva parte delle mura difensive della città, costruito dai Veneziani nel XV secolo e che passa sotto il nome di Torre Bianca. Il Museo Archeologico, che ospita il cratere di Derveni, e il Museo della Civiltà Bizanina, con una ricca collezione di opere che vanno dal IV al XV secolo, completano l’elenco degli appuntamenti irrinunciabili. Si raggiunge Salonicco con Easyjet da Milano Malpensa. Il costo per un viaggio andata e ritorno dal 19 al 26 giugno è all’incirca di 86,00 euro (prenotazione effettuata il 3 maggio). Con Ryanair da Roma Ciampino per le stesse date il costo è di euro 81,00.

dove mangiare

Ristorante Clochard Trentennale esperienza per un locale che è tra i più conosciuti in città per la raffinata atmosfera e l’ottimo livello di ristorazione. Prezzo medio di 35,00 euro. Tel. 2310239805 Ristorante Zythos Gusti semplici, rielaborazioni di ricette tradizionali con materie prime di buon livello. Atmosfera trendy ed essenziale. Prezzo medio intorno ai 35,00 euro. Tel. 2310540284

dove dormire

Nea Metropolis Stile sobrio e classico, ma funzionale per turisti che vogliano visitare con tranquillità Salonicco. Il prezzo di una camera doppia è di 50,00 euro. www.neametropolis.gr Mandrino Hotel Spaziose sistemazioni e vicinanza al centro, caratterizzano un hotel moderno che sorge su una delle strade principali della città. Spenderete 50,00 euro in una doppia. www.mandrino.gr

All’inizio fu Davide Oldani Il più noto e apprezzato caposcuola della buona cucina a prezzi bassi fu la trattoria D’O a Cornaredo (Tel. 029362209), di Davide Oldani che rilevò una trattoria mantenendone i prezzi e attingendo a piene mani dalle tecniche di cucina dei suoi maestri (Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse soprattutto). Ma una grande cucina si può sperimentare anche sulle colline alle spalle di Brescia, alla trattoria La Madia di Brione (Tel. 0308940937), dove le materie prime provengono direttamente dai produttori agricoli e dagli allevatori della zona, e a cena difficilmente si spendono più di 30,00 euro. A Venezia rimarrete stupiti per la bontà dei piatti e l’onestà del conto finale presso l’osteria Ai Osti (Sestiere Cannaregio, Tel. 0415207993). Burro e Sugo a Roma (Tel. 0659606244) è il nome da ricordare per chi si trovi tra l’Ostiense e l’EUR, mentre il ristorante Due Leoni di via Ojetti (Tel. 0682083575) assicura buoni menù a base di pesce a partire da 28,00 euro.

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indagine

di Saro Trovato

Semplicità, t’invito a nozze Assisi batte Capri: per 1 coppia su 2 la spiritualità vince sulla mondanità Giù sfarzosità (31%), magnificenza (23%) e le classiche città (31%). Gli italiani dimostrano di voler vivere in modo nuovo il “gran giorno”, riscoprendo la spiritualità del matrimonio (29%) e vivendolo come il coronamento di una bellissima storia d’amore (34%). Infatti 1 coppia su 2 (48%) sta ricalibrando i parametri che dovrebbe rispettare il fatidico giorno, improntandoli maggiormente all’essenzialità e alla semplicità. Aspetti che vengono ricercati già a partire dal luogo che si sceglie per dirsi l’eterno sì, che per 6 italiani su 10 (63%) riveste notevole importanza, soprattutto per i significati che riesce a trasmettere. Per questo le mete si orientano maggiormente verso località finora considerate di nicchia, perché lontane dagli schemi omologati (18%). Ed ecco perché adesso tornano in auge luoghi sacri come Assisi (64%) e Loreto (53%), che vengono preferiti a mete più tradizionali e mondane poiché esaltano il valore religioso del matrimonio (32%) e consentono di non mercificare il

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giorno più bello della vita di una coppia (20%). In secondo luogo molta importanza ha la location scelta per festeggiare il grande giorno: 1 coppia su 3 (33%) si orienta in favore di agriturismi e cascine di campagna a scapito di ristoranti di lusso (21%) e ville eleganti (12%) proprio perché, come per il luogo in cui consacrare il proprio amore, anche quello più profano dei festeggiamenti deve essere dotato di sobrietà ed essenzialità (33%), facendo prevalere il significato sull’estetica. Anche la scelta del menù evidenzia la riscoperta del gusto per la cucina classica e tradizionale (48%), a vantaggio di quella etnica (9%), internazionale (21%) e della tendenza del finger food (19%). È questo quanto emerge da uno studio promosso dalla rivista Vdg Magazine, realizzato su 610 coppie in procinto di unirsi in matrimonio attraverso un monitoraggio dei principali social network, blog e forum dedicati, volto a studiare i desideri e i gusti relativi ai luoghi che vengono scelti per sposarsi.


1 Quando pensate al matrimonio cosa vi viene in mente?

8 In relazione alla scelta del luogo ideale, che qualità dovrebbe avere?

Si corona una bellissima storia d’amore

34%

Trasmettere il vero senso del matrimonio

32%

Possiamo formare una famiglia

28%

Poco caotico e più tranquillo

25%

Sarà un giorno sensazionale

16%

Non mercificare il giorno più bello della mia vita 20%

Faremo una festa indimenticabile

13% 9%

Porsi al di fuori degli schemi classici che esaltano 18% l’opulenza

Altro/Non sa

Altro

2 Quali valori dovrà esaltare il fatidico giorno? La spiritualità del matrimonio

29%

La favola dell’amore che si realizza

27%

La mondanità della cerimonia

23%

La perfezione di un giorno indimenticabile

19% 2%

Altro/Non sa

3 Come dovrebbe essere il matrimonio ideale?

9 Come pensate di organizzare il vostro ricevimento? Sobrietà ed essenzialità, prevale il significato 33% sull’estetica Tantissimi invitati, non deve mancare nessuno

24%

Musica, allegria e divertimento

22%

Una festa in grande stile

20%

Altro/Non sa

2%

Semplice ed essenziale

48%

Un momento di unione profonda con amici e parenti

10 Quali posti sarebbero adatti per la vostra festa?

39%

Agriturismi e cascine di campagna

33%

31%

Masserie fortificate

29%

23%

Ristoranti di lusso

21%

Grandi ville eleganti

12%

Sfarzoso e indimenticabile Poco mondano Altro/Non sa

7%

Altro/Non sa

4 Quanta importanza ha il luogo che sceglierete per sposarvi? Molta Abbastanza Poca Nessuna Non sa/Non indica

41% 22% 19% 15% 3%

Pace e armonia Spiritualità Magnificenza Ricchezza ed esaltazione Altro/Non sa

30% 29% 23% 14% 4%

6 Quali luoghi riterreste adatti per il vostro matrimonio? Rocche medioevali Le classiche e grandi città Borghi caratteristici e storici Luoghi alternativi e singolari Altro/Non sa

41% 31% 19% 8% 1%

7 Quali sono le mete ideali per sposarvi? Loreto

64% 53%

Venezia

44%

Roma

38% 13%

Assisi

Altro/Non sa

5%

11 Per quanto riguarda il menù, che tipo di cucina preferireste? Italiana tradizionale e genuina

48%

Internazionale

21%

Finger food

19%

Etnica

5 Cosa deve trasmettere?

Il 48% delle 610 coppie intervistate sta ricalibrando i parametri che dovrebbe rispettare il giorno del “sì”, improntandoli all’essenzialità e alla semplicità

5%

Non sa/Non indica

9% 3%

La top ten delle wedding cities italiane preferite 1. Assisi 2. Loreto 3. Roma 4. Venezia 5. Capri 6. Firenze 7. Taormina 8. Verona 9. Siena 10. Portofino

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Tradizionale all’origine: Mokarabia seleziona e importa in esclusiva i migliori caffè crudi dai principali Paesi produttori del mondo. Moderna nel servizio: leader nella fornitura delle più pregiate miscele di caffè, Mokarabia offre una completa gamma di prodotti per il bar (decaffeinato, solubile, cioccolata, the, orzo, camomilla) e una linea di caffè per uso domestico solo per le caffetterie. Internazionale nella visione: una grande azienda paneuropea e presente in molti altri paesi. Uno stile inconfondibile, lo stile Mokarabia: la qualità dei prodotti si completa con un servizio ineccepibile. Per questo, ogni giorno, più di 15mila tra bar, ristoranti e alberghi in Italia e nel mondo scelgono Mokarabia per “servire” il caffè. MOKARABIA S.p.A. via Matteotti, 24 / 40057 Granarolo dell'Emilia (BOLOGNA) / Italy / tel. +39 051 60 20 411 / info@mokarabia.it / www.mokarabia.it


Cibo&Territorio 48

Qui Food Valley Conosciamo meglio il principe assoluto della salumeria italiana e le sue fasi di lavorazione

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La Basilicata in tavola I piatti della cucina lucana, recentemente celebrati anche dal cinema nostrano

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Sulcis in fundo Alla scoperta dell’altra Sardegna con la sua storia e la sua natura rigogliosa

da pag. 60 Rubriche

• Biologico • Olio • Carta della Pasta • La scoperta • Chef a scuola • Selezioni • Orto dei semplici • Il buono a tavola • Consumo responsabile • Cibo & blogger • Bottega golosa • Bon ton

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cibo&territorio

Qui Food Valley di Luca Campana

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Che cosa ne sarebbe, oggi, della grande salumeria italiana se il suo principe assoluto, il Prosciutto di Parma, fosse rimasto quel pezzo di carne salata, essiccata all’aria, un mangiare da soldati insomma, buono per sfamare i veterani di Cesare durante la campagna di Gallia? Oggi avremmo ben poco da scrivere se il Prosciutto di Parma non fosse diventato un must indiscusso dell’italianità a tavola al pari di Parmigiano Reggiano, Brunello di Montalcino e pasta. Merito, certo, di quello che gli americani chiamerebbero know how, un saperci fare col cibo tipico della gente di queste parti – abituata a nebbia e gelo invernali, canicola e zanzare estive –, che è in grado di trasformare in un capolavoro di gusto qualsiasi cosa di vagamente commestibile gli passi per le mani. Ma merito, anche, di un Consorzio di produttori che nasce nel ’63 e che già nel 1996 ottiene il riconoscimento della Dop da parte dell’Europa. E che campagna pubblicitaria dopo campagna, è riuscito a nobilitare un intero settore – quello dei prosciutti crudi nostrani – che oggi non paga nulla in termini di visibilità e di notorietà ai cugini iberici, posizionando il Parma in cima alle classifiche di gradimento dei consumatori. Un successo confermato anche dalle cifre: 9.200 mila prosciutti prodotti lo scorso

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cibo&territorio

anno (quasi il 30% della produzione nazionale), 2.200 mila esportati (Stati Uniti, Francia e Germania i mercati di riferimento) per un Consorzio che raggruppa 160 produttori sparsi lungo la Val Parma e all’interno di un territorio che si estende 5 km a sud della Via Emilia, fino a 900 metri di altitudine e delimitato a est e ovest dai torrenti Enza e Stirone. Il Consorzio impiega più di 1.300 addetti che diventano oltre 20 mila con l’indotto dall’allevamento alla macellazione al trasporto. Paolo Tanara, produttore per vocazione e tradizione famigliare, è presidente di quel Consorzio del Prosciutto di Parma a cui tutta la grande salumeria italiana oggi deve qualcosa.

Presidente, ci sveli la ricetta del successo del Prosciutto di Parma? “Non ci sono ricette strane o segrete. Per fare un prodotto come il nostro si deve puntare tutto sulla qualità. E su nient’altro. Come stanno facendo oggi le nostre aziende, vincolate da un disciplinare di produzione che non lascia scampo a chi sgarra e che tutela come nessun’altro il consumatore.

In tutti questi anni il Parma ha sostenuto un intero settore promuovendo, in pratica, la qualità dell’intera salumeria italiana…

In queste pagine alcune sequenze che illustrano la lavorazione del prosciutto. Si parte con la setacciatura del sale per liberarlo dalle impurità e si passa poi alla salatura manuale delle cosce fresche. Durante la lavorazione si susseguono diverse fasi di salatura

Chi è Paolo Tanara? Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, classe 1965, padre di due figli di 17 e 13 anni, Paolo Tanara guida anche l’azianda di famiglia, la Tanara Giancarlo SpA, che porta il nome del fondatore, suo padre. Fondata nel 1954, l’azienda fa parte ancora di quelle realtà che puntano unicamente sulla produzione del Prosciutto di Parma classico, con dimensione e filosofia di produzione da artigiano piuttosto che da industria integrata.

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“Grazie ai passaggi televisivi e alle campagne pubblicitarie la notorietà del nostro prosciutto è cresciuta a dismisura, anche se questo nel consumatore non completamente informato ha portato, a volte, a confondere il prosciutto tutelato Parma con il prosciutto generico: quindi possiamo dire che abbiamo aiutato un po’ tutta la salumeria. Oggi sono convinto che sia venuto il momento di fare di più, anche perché il nostro prosciutto se lo merita. Dovremmo privilegiare e favorire anche una qualità nell’acquisto, riscoprendo il gusto dell’assaggio, come succedeva una volta dal salumiere di fiducia, per evitare che la scelta – come succede nella maggior parte dei casi


– avvenga davanti a un bancone solo in base al prezzo. Solamente con l’assaggio, infatti, le qualità indiscutibili del nostro prosciutto possono venir fuori ed essere apprezzate ancora di più di quanto non siano di già e più di quanto possa farle apprezzare una campagna pubblicitaria”.

E quali sono le prospettive per un prodotto antico come il Parma? “Il nostro prosciutto piace molto all’estero. Questo non è un mistero per nessuno. Ma forse non molti sanno che all’estero piace particolarmente il Parma preaffettato: questo sicuramente per svariate ragioni, non ultime quelle legate alle tradizioni dei singoli mercati; basti pensare al Regno Unito verso cui vengono spediti ogni anno 400 mila prosciutti preaffettati. La tecnologia ci ha dato una grossa mano negli ultimi anni e oggi questa tipologia di prodotto non ha molto da invidiare a quello affettato dal salumiere. Ritengo che una delle frontiere per il nostro prosciutto risieda proprio nell’assecondare sempre di più queste nuove tendenze di consumo, favorendo anche i mercati più lontani, magari prevedendo forme di collaborazioni locali che consentano di abbattere i costi di confezionamento del prodotto finito e dei tempi di consegna”.

La lavorazione del prosciutto prosegue con la toelettatura, foto in alto, che rimuove il sale residuo, e la stuccatura (sotto) in cui le parti non protette dalla cotenna sono ricoperte con la sugna, una pasta di grasso suino e aromi naturali. La stuccatura precede la lunga fase di riposo delle cosce nelle celle di stagionatura

Il successo del Prosciutto di Parma è dovuto al know how dei produttori locali e al lavoro di un Consorzio, nato nel ’63, che nel ’96 ha ottenuto il riconoscimento della Dop 51


cibo&territorio

La Basilicata in tavola di Isa Grassano foto di Lucrezia Argentiero

Sono frutto di una gastronomia contadina dai sapori semplici e genuini, gli ingredienti e i piatti della cucina lucana. Recentemente celebrati dal cinema nostrano, hanno conquistato persino gli inglesi, tanto che il Financial Times ha definito questa piccola regione la “nuova Toscana� 52


In apertura una veduta del Monte Vulture da Castel Lagopesole. In questa pagina, un bel mazzetto di peperoni di Senise, un grappolo di uva Aglianico e, qui sotto, cavatelli e cime di rapa

dove fare shopping Azienda Agricola Ofanto Dieci ettari di terreno vitato per una produzione di elevata qualità basata in gran parte sullo storico vitigno Aglianico del Vulture, grazie a un terroir calcareoargilloso e ricco di potassio. Dal vitigno Aglianico l’azienda agricola Ofanto produce due rossi (L’Inatteso, da abbinare con carni rosse, formaggi stagionati e selvaggina, e L’Emozione, perfetto con caciocavallo podalico, pecorino stagionato e
agnello al forno) e il rosato Rosenico, ottimo con baccalà ai peperoni cruschi. Monticchio Bagni Rionero in Vulture (Pz) Tel. 0972080289 - Fax 0972080288 www.ofantovini.it

«In Basilicata si mangia bene e il cibo lucano è talmente buono e tanto che stimola la “vozza”, la gola incontrollabile che ti fa mangiare senza fondo. Se arrivati in Basilicata, i lucani si accorgono che siete predisposti alla “vozza”, allora sarete trattati come fratelli e compagni di vere abbuffate». Così si legge nel libro “Lucani. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù” (di Angela Langone, Edizioni Sonda) che alla gastronomia del territorio dedica numerose pagine. «Magna e bìv è una frase che agita spesso gli incubi di chi, non lucano, è incappato e sopravvissuto a un generoso invito al pranzo in famiglia». Ed essendo d’origine lucana, chi scrive lo sa bene. L’invito a mangiare e a bere è alla base dell’ospitalità. A incuriosire di più sono i peperoni cruschi, dalla forma allungata e stretta, fatti essiccare al sole, e fritti in olio bollente. La loro preparazione è un’arte: vanno puliti con un canovaccio (mai lavati in acqua) e sono veri cruschi solo se rimangono croccanti dopo la cottura. Così particolari da entrare di diritto in numerose ricette, dal bac-

calà alla frittata. A vederli sembrano delle pittoresche collane rosse (grazie a un filo di cotone che li unisce dal picciolo) che spiccano al collo di finestre e balconi, soprattutto nei paesi delle Dolomiti Lucane. Ovunque è un’esplosione di colori e di profumi che attraversa gli stretti vicoli e le scalinate abbracciate alla roccia di Castelmezzano, piccolo scrigno (conta poco meno di mille abitanti) dove ciascuno pensa in grande, tanto da essere tra i primi comuni entrati a far parte dei borghi più belli d’Italia. Tutti lo conoscono come il paese del Volo dell’Angelo (www. volodellangelo.com), dove si celebra il piacere di librarsi in aria, lungo un cavo d’acciaio che lo collega al dirimpettaio Pietrapertosa, sfiorando la velocità di 120 km orari. Eppure il borgo, pur facendo del Volo il suo fiore all’occhiello, si spinge oltre, riservando altre sorprese, come le tracce dei templari.A iniziare dallo stemma comunale, che riproduce il sigillo dell’ordine del Tempio. Si ritiene che qui sia passato proprio un Gran Maestro e chissà che non abbia avuto modo di 53


Scelti per voi dove mangiare La Cantina della Bruna Il regno di Michele Vizziello, chef e patron, nel cuore dei Sassi. Il nome del locale, scavato nella roccia, è ispirato all’antica festa in onore della Patrona della città, la Madonna della Bruna, che si celebra il 2 luglio. Si possono degustare cavatelli, pomodorino, rucola e cacio, o il cutturidd, agnello in terracotta con patate e verdure. Prezzo medio: 20-25 euro. via Spartivento, 20 - Matera Tel. 0835335010 www.lacantinadellabruna.com Sopra, esperte mani lucane all’opera. A destra il castello di Menfi e, qui sotto, il volo dell’Angelo

Trattoria Vecchio Scarpone Cucina casereccia con utilizzo di soli prodotti lucani. Qualche assaggio? Tra i primi piatti: strascinati, orecchiette con salsiccia fresca; tra i secondi: agnello, maiale, selvaggina (fagiano e cinghiale). Una golosità? I vari tipi di frittata con i lampascioni o gli asparagi. Prezzo medio: 20-25 euro. Corso Garibaldi - Castelmezzano (Pz) Tel. 3333890044 Tratturo Regio Cucina casalinga derivata dalle sapienti ricette di Nonna Pasqualina. I prodotti sono quelli dell’azienda agrituristica. Prezzo medio: 20 euro. Contrada Casonetto - Melfi (Pz) Tel. 097224120 www.iltratturoregio.com

dove dormire apprezzare un bel piatto di strascinati ai peperoni cruschi, citato anche nel film di Rocco “Papaleo Basilicata Coast to Coast”, la pellicola che ha contribuito a far conoscere la Lucania nel mondo. E la pasta fresca con farina di grano duro è un’altra eccellenza della gastronomia lucana. Nel Materano si fanno soprattutto le orecchiette e le scorze di mandorla condite con le cime di rapa o con sugo di cardoncelli, salsiccia e gli immancabili cruschi, e rappresentano le specialità più gettonate dei numerosi locali e trattorie sparsi tra il biancore accecante dei Sassi, patrimonio Unesco. Infine, per esaltare il gusto di qualsiasi pietanza, non può mancare una bottiglia di Aglianico del Vulture, dal caratteristico colore rosso rubino e dal gusto corposo e vellutato, celebrato già da Orazio e amato dall’imperatore Federico II. E l’occhio non può non incrociare gli orti, i frutteti e le vigne, con i filari del prezioso

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Aglianico pettinati uno a uno, a testimonianza di una struttura fondiaria legata ancora alle misure dell’azienda familiare. In mezzo a questi straordinari paesaggi, spiccano imponenti numerosi castelli (Melfi con le sue otto torri, Lagopesole con il nuovo museo-scenografico polimediale, Venosa patria di Orazio) che recano le tracce del passaggio dell’Imperatore Federico II di Svevia. Qui si possono anche visitare le cantine scavate nel tufo, come a Rapolla, una in fila all’altra da sembrare tante bocche aperte sulla strada. I monaci basiliani vi portavano il vino, forse dopo aver pregato nella chiesa di Santa Margherita, un gioiello rupestre del XIII secolo. Tra gli affreschi bizantini, da ammirare il “monito dei morti ai vivi” e insieme l’immagine di Federico II falconiere, con la tunica rossa. Un vero primato: pare che questa sia una delle rare figurazioni che ritraggono il grande imperatore Stupor Mundi.

La Locanda di Castromediano Nel cuore di Castelmezzano, dispone di ventiquattro camere, sopra al ristorante Al Becco della Civetta, arredate con mobili in arte povera e letti in ferro battuto. Dalle sue finestre la vista sulle Dolomiti Lucane e sulle case del borgo incastonate tra roccia e montagna. Prezzo: 80 euro a doppia. Via Michele Volini, 50/A - Castelmezzano (Pz) Tel. 0971986249 www.beccodellacivetta.it Le Monacelle Un’accogliente dimora nei pressi della cattedrale. Solo dieci camere e una suite che affacciano su di un giardino, abitate in passato dalle nobildonne in ritiro spirituale. Prezzo: 86 euro a doppia. Via Riscatto 9/10 - Matera Tel. 0835344097 www.lemonacelle.it Hotel Novecento Appena fuori Melfi, immerso in un parco di oltre 10 mila mq. Camere confortevoli, ampie e luminose. Prezzo: 110 euro a doppia. C.da Incoronata - Melfi (Pz) Tel. 0972237470 www.novecentomelfi.it

informazioni www.aptbasilicata.it


Vdg promotion

Un vulcano di sapori Nella suggestiva contrada Serra del Tesoro, fra Ginestra e Venosa, nel cuore pulsante del Vulture, l’Azienda Agricola Laluce produce vini che sono simbolo e garanzia nel mondo dell’unicità del territorio che li ha visti nascere

Sei ettari di vigneti circondano la moderna architettura della cantina della Casa Vinicola Vinilaluce di Michele Laluce, con i filari che sembrano inseguirsi fino alle pendici del vecchio vulcano spento. Da questi terreni calcarei, argillosi e magmosi, posti a un’altitudine

di circa 400 metri, si produce l’Aglianico del Vulture Doc, la cui coltivazione, effettuata con la sapienza e la pazienza dei vecchi vignaioli, privilegia la qualità alla quantità, al fine di garantire un vino genuino e puro, di grande personalità, simbolo del territorio del Vulture.

Casa Vinicola Vinilaluce Contrada Serra del Tesoro Ginestra (Pz) Tel. 0972646145 www.vinilaluce.it

Un percorso sensoriale Nella calda atmosfera della sala degustazione, è possibile assaggiare i pregiati vini che caratterizzano la produzione aziendale, come il Morbino, bianco Igt da uve Moscato al 60% e Malvasia al 40% ottimo con pesce e formaggi a pasta molle, e il S’Adatt Igt, Aglianico del Vulture 100% ottimo da sorseggiare mangiando cacciagione, arrosti, carni rosse e formaggi. E ancora, Le Drude, Aglianico del Vulture Doc affinato in botti di rovere per almeno 2 anni, e lo Zimberno, Aglianico del Vulture Doc affinato in botti di rovere per un massimo di 3 anni, entrambi da gustare in accompagnamento ai saporiti piatti tipici della zona. Oltre ad assaggiare le perle della produzione Laluce, in sala degustazione Michele Laluce invita i suoi ospiti a incamminarsi con lui lungo un percorso sensoriale alla scoperta dei tesori agroalimentari del Vulture.


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Sulcis in fundo: l’altra Sardegna Affacciata sul Mediterraneo, l’Isola di San Pietro con Carloforte, la sua storia, la sua natura rigogliosa e ovviamente il tonno rosso, è solo la punta di diamante di un territorio ancora fuori dalle rotte del turismo di massa, e proprio per questo prezioso. È il Sulcis iglesiente: meta ideale per chi ama il mare, ma vuole di più di Gilda Ciaruffoli

Premessa fondamentale: le acque che bagnano i 200 km della costa del territorio compreso nella provincia di Carbonia-Iglesias, sono splendide. E sottolinearlo è tanto più importante quanti sono i turisti che alla Sardegna non osano chiedere di più. Detto questo però dimentichiamoci le grandi strutture ricettive, abbandoniamo le comodità posticce, e apriamoci a 56

un territorio così generoso che ci farà passare la voglia di trascorrere tutto il tempo ammollo. Il Sulcis iglesiente trabocca natura, storia, cultura ed eccellenze enogastronomiche. Tante quindi le strade che sarebbe possibile percorrere per conoscerlo meglio, magari seguendo la costa con l’occhio sinistro, proprio come fanno i tonni: parola di carlofortino. E pare che funzioni.

A San Pietro, di corsa! Prima ancora dei tanti colori delle antiche case affacciate sul porto, delle palme, dei fichi d’india e dei limoni, dei panni stesi che fanno strada lungo le strette vie del borgo, sbarcati a Carloforte, a riempire i sensi di stupore è la musicalità di una lingua che sa di antico. Una litania barocca – è antico ligure, il tabarchino, e ha valso al paese il ri-


conoscimento di comune onorario di Genova – che trasmette, senza bisogno di spiegazioni, la tranquillità di un borgo isolato nello spazio e nel tempo (le macchina qui le lasciano aperte, come le porte di casa). Arroccata tra le antiche mura, con le sue chiese e il museo civico alloggiato in un fortino settecentesco, Carloforte ospita poco più di 6 mila abitanti e occupa un lembo minimo dell’isola di San Pietro per il resto praticamente disabitata e traboccante macchia mediterranea, dove è normale vedere fenicotteri rosa a passaggio per le saline, e orchidee che nascono spontanee nei pressi del faro, la vedetta Ovest d’Italia. Per godere di tanta natura, giugno è certamente il mese ideale; e lo è tanto più pensando all’attività principale che si svolge da secoli sull’isola, quella della tonnara, che proprio tra maggio e giugno raggiunge il suo culmine con la mattanza, e viene celebrata con il Girotonno, dal 2 al 5 (www.girotonno.org), e il 29, durante la festa di San Pietro patrono dei pescatori. «È una zona di pesca dei tonni fin da epoca fenicia, questa. Furono però gli spagnoli a fondare le prime tonnare», ci racconta l’esperta di storia locale Rosanna Maurandi (www.carloforte.com/visiteguidate), che spiega: «qui prendiamo il tonno rosso, il migliore. Sembra si tratti di una famiglia dell’Atlantico che va verso il Mediterraneo a depositare le uova: è tonno di andata o tonno di corsa, meno stanco e quindi più saporito di quello di ritorno». «La conservazione è quasi tutta fatta a mano, fino alla messa in lattina», prosegue Rosanna. Per acquistare questa prelibatezza non è necessario spingersi fino a Carloforte (anche se

Del tonno rosso si mangia tutto, interiora, uova cuore. La parte più pregiata è la ventresca, grassa e molto morbida, seguita dal tarantello, che mantiene il sapore intenso ma è meno grasso, e il tonno, la parte più magra, più asciutta e meno saporita. La ricetta migliore? Alla brace, con alloro olio di oliva e aglio. Tipicamente carlofortino, il tonno così preparato è decisamente gustoso, anche se il consiglio dell’esperto è di non esagerare con le porzioni!

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cibo&territorio

fare un salto al Tonno di Corsa ad assaggiare le specialità di Secondo Borghero, sarebbe quasi d’obbligo, www.tonnodicorsa.it). Le lattine a marchio Marchese di Villamarina prodotte in loco si possono infatti trovare in tutta Italia, come anche le latte quadrate che riportano la tipica croce rossa e la denominazione tonno di Carloforte prodotte sull’isola, e ogni anno arrivano nuovi clienti, come la società friulana Jolanda de Colò (www.jolandadecolo.it). L’antica tonnara è anche un luogo magico, da visitare, dove si organizzano immersioni nelle reti o sessioni di apnea con il tonno (www.carlofortediving.it).

Un brindisi ai fenici Altro ottimo indirizzo dove fermarsi per assaggiare le bontà locali reinterpretate dallo chef Achille Penna, è quello del ristorante Da Achille (Tel. 078183105). Siamo a Sant’Antioco, in direzione Isola Madre, per non mancare l’appuntamento con il Carignano. Per degustarlo e acquistarlo, la scelta migliore è quella di raggiungere la Cantina Sociale di Santadì (www.cantinadisantadi.it) che, pluripremiata, riunisce i produttori di uve Carignano della zona. «Si tratta di uno dei vitigni antichi della Sardegna», ci spiega il presidente della Cantina, Antonio Pilloni. «Sembra che sia stato introdotto dai fenici, e che poi si sia acclimatato e diffuso in Sardegna esclusivamente nella zona del Sulcis. Hanno tentato di esportarlo, ma altrove nasce povero di colore e polifenoli». Fiore all’occhiello della Cantina è il Terre Brune – Carignano 95%, Bovaleddu 5% – dal profumo di prugne e mirtilli, alloro, ginepro, tabacco e cioccolato, del quale a Vinitaly è stata presentata l’annata 2008 (a Verona ha anche fatto il suo esordio la Strada del Vino Carignano del Sulcis). Ottimo anche il Rocca Rubia, Carignano 100% dal colore rosso rubino e intense note fruttate di more, vaniglia, mirto, cuoio e liquirizia.

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In apertura, un’immagine del Pan di Zucchero, faraglione presso la costa iglesiente, vicino Masua. Nella pagina precedente e in questa, scatti della città di Carloforte, della costa del Sulcis e delle varie fasi della mattanza del tonno rosso

Nel rispetto del mare

Il metodo di pesca usato dalla tonnara è di derivazione araba e risale circa all’anno 1000. Consiste nell’uso di reti fisse che, una volta calate, restano lì per tutto il periodo di pesca e sono posizionate in modo tale da accogliere il tonno che, seguendo la costa con l’occhio sinistro, gira sempre a destra: «non inseguiamo il tonno noi, lo aspettiamo» ci spiega Rosanna Maurandi. «E questo, assieme ai limiti posti dalla Comunità europea per la quantità di pescato e le misure dei tonni, rende la nostra tecnica particolarmente sostenibile». Senza dimenticare che la mattanza non è più lo spettacolo cruento che era in passato, anche perché gran parte del tonno di Carloforte viene venduto sul mercato giapponese e deve mantenere il suo aspetto intatto.


Mare e coste per tutti i gusti, una folta macchia mediterranea, siti archeologici ed eccellenze per il palato: il Sulcis iglesiente è una terra da scoprire

Il caso Carbonia

Solo 10 anni fa un itinerario nel Sulcis non avrebbe preso in considerazione Carbonia, città di fondazione che, dal 2000 a oggi, ha vissuto un importante rinnovamento che l’ha portata a uno splendore forse mai conosciuto prima, rendendola non solo un’interessante tappa di un percorso turistico ma anche la vincitrice del Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa 2010-2011 con il progetto “Carbonia città del Novecento”. Fondata negli anni ’30, Carbonia è una città firmatissima, la cui architettura è stata affidata dal regime alle più notevoli personalità dell’epoca. Strutturata in modo rigorosamente gerarchico, con la piazza razionalista che sembra uscita da un quadro di De Chirico, è una città giardino, decisamente all’avanguardia al momento della fondazione, fatta a misura di minatore: le case infatti erano cottage quadrifamiliari con un ampio spazio per l’orto e il bagno in casa (una vera rarità per la Sardegna del ’37), il tutto come risarcimento per la feroce vita di miniera. Col tempo però l’attività della miniera è venuta meno fino allo smantellamento degli anni ’60, che ha lasciato la cittadina a rischio di collasso. Il disastro è stato arginato, e Carbonia è diventata provincia assieme a Iglesias, reinventandosi e acquistando nuova centralità economica. Investita dalla riqualificazione anche, ovviamente, la Grande miniera di Serbariu (www. museodelcarbone.it). Interessata da studi relativi alla riconversione energetica in senso sostenibile, oggi la zona della miniera è diventata una sorta di museo all’aria aperta, che permette anche di rivivere la discesa negli inferi della terra con la suggestiva ricostruzione di un tunnel; un progetto grazie al quale venire a contatto diretto con la storia di quella terra e di quella gente che tanto ha sudato, pianto e lavorato in passato, e oggi è felice che tanta fatica sia celebrata e il lavoro di generazioni condiviso. Non solo dai cittadini di Carbonia, ma da tutti quanti vogliano passare di lì, e parlare con gli ex minatori, sempre disponibili a raccontarsi, sempre pronti a un sorriso di nostalgia. www.premiopaesaggio.it

Prima di essere sardi

Dall’alto: la restaurata piazza razionalista di Carbonia, il villaggio ipogeo dell’area archeologica di San’Antioco e, sotto, un dettaglio del Tofet

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E visto che i fenici tornano di continuo a far capolino nella storia del Sulcis, inevitabile è una visita ai diversi siti che portano le tracce lasciate dal passaggio di questa popolazione, così come di quella cartaginese.A partire dall’area archeologica di Sant’Antioco (www.archeotur.it/santantioco) la cui storia inizia in età nuragica e si sviluppa nei secoli attraverso la sovrapposizione dei siti la cui stratificazione sta oggi lentamente tornando a galla. Tante le meraviglie racchiuse nel museo archeologico e affascinante l’area di sepoltura del Tofet. Incredibile il poco distante villaggio ipogeo con le sue tombe puniche sotterranee per lungo tempo abitate – una sorta di ghetto – e oggi spesso impiegate come cantine; un gioiellino il piccolo museo etnografico Magasinu ‘e su Binu. Imperdibile anche Monte Sirai con il suo insediamento fenicio-punico composto di un villaggio nel quale vivevano sulle 500 persone, e due necropoli. Splendido la vista, uno degli elementi che ha probabilmente reso questa zona tanto ambita; da non perdere la tomba della dea Tanit con il simbolo capovolto della divinità, unico in tutto il mediterraneo. Ultimo, ma non in fascino, il sito di Montessu (www.montessu.it). Grande è infatti la soddisfazione di raggiungere dopo una bella scarpinata, l’ampia necropoli prenuragica che racchiude 35 tombe conosciute, unico sito in Sardegna a presentare tutte le tipologie tombali risalenti a 5/6 mila anni fa. Tanti i visitatori che vi passano l’intera giornata, passeggiando e meditando; al tramonto, con il sole rosso che bagna le strutture scavate nella pietra e il verde che le abbraccia, con il panorama che si apre sul mare, lo spettacolo è incantevole.

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biologico

di Riccardo Astolfi

Bando ai piaceri ingannevoli

Attenzione: la strada verso il sollievo dall’afa delle prossime settimane è lastricata di zuccheri. Ne sono cariche bibite gassate e succhi industriali, assieme a conservanti e additivi vari. Valutiamo dunque l’alternativa bio, e riscopriamo il gusto del tè freddo fatto in casa Con l’arrivo dei caldi estivi il nostro corpo ha sempre di più il bisogno di idratarsi per contrastare la perdita di liquidi dovuta all’aumento della sudorazione. Da qui la nostra voglia di dissetarci, oltre che con l’acqua, con bibite e succhi più freschi, saporiti e gustosi. Bisogna però fare molta attenzione perché consumando bevande di questo tipo rischiamo di assumere parecchi zuccheri e calorie senza accorgercene, basti pensare che l’apporto in zuccheri semplici dato da un bicchiere di una comune bibita gassata è pari a quasi il 30% del nostro fabbisogno giornaliero, vale a dire 2 cucchiai colmi di zucchero! Senza contare poi che spesso in queste bevande sono contenuti additivi (coloranti, conservanti, aromi di sintesi) e altri dolcificanti sintetici. L’offerta dei prodotti bio ci viene, in parte, in aiuto. Una bibita biologica, infatti, non può contenere additivi e aromi sintetici per legge: questa è la prima garanzia che assumeremo un liquido completamente naturale e che non inganneremo il nostro gusto con prodotti di laboratorio. Nello stesso tempo, però, pur non utilizzando zuccheri raffinati o di sintesi, la bevanda bio viene dolcificata ugualmente, usando zucchero di canna grezzo, più sano, aromatico e ricco di vitamine, o altri dolcificanti naturali alternativi come il succo di mela concentrato: bisogna quindi fare comunque molta attenzione al contenuto di zuccheri semplici che assumiamo! E ricordare che anche le bibite bio devono essere gustate con moderazione. Se proprio abbiamo sete, quindi, non c’è niente di meglio di un bel bicchiere di acqua fresca, come dicevano i nostri nonni. E se vogliamo qualcosa di più sfizioso, perché non auto-produrci un tè freddo?

60 viedelgusto.it


Ecologia, equità, economia: sono queste le colonne portanti l’attività dell’Azienda Agricola Passalacqua che opera seguendo una precisa Carta dei Valori. Per un vino “verde” da bere con la testa «La profonda sensibilità nei confronti dell’agricoltura e l’attaccamento al mio territorio mi hanno portato a sviluppare una filosofia che mi piace definire ecominded e che mi permette di affrontare le problematiche produttive con una particolare attenzione all’ecosostenibilità». Valentina Passalacqua racconta così la sua attività di imprenditrice attenta sì al rispetto dell’ambiente ma anche a quello del lavoro dei suoi collaboratori, e alla salute dei suoi clienti. «I miei 105 ettari di terreni – prosegue – sono situati nell’alto Tavoliere, alle pendici del Parco Nazionale del Gargano e sono coltivati esclusivamente con metodo biologico certificato dal 1999. Dieci ettari sono dedicati a vigneto di uva da vino, 40 a uva da tavola, 5 a uliveto e i restanti 50 agli ortaggi stagionali. La mia azienda è attualmente impegnata in diversi progetti di ricerca e sviluppo quali la produzione di vini biologici senza solfiti aggiunti, il recupero di vitigni in via di estinzione e la valutazione dell’impatto ambientale dei processi di produzione (Carbon Footprint)». Presso l’azienda inoltre è in via di realizzazione una cantina con annessa struttura ricettiva, mentre è in corso di ristrutturazione una biomasseria con annessa struttura per la vinoterapia.

La filosofia delle tre “E”

Casa Vinicola Vinilaluce Contrada Serra del Tesoro Ginestra (Pz) Tel. 0972646145 www.vinilaluce.it

Azienda Agricola Valentina Passalacqua Ecominded Wine Località Posta Nuova - Apricena (Fg) Tel. 0882642290 info@valentinapassalacqua.com www.valentinapassalacqua.com

Vdg promotion

Numerosi i premi e le certificazioni dei vini Passalacqua; ricordiamo inoltre l’adesione dell’azienda alla Carta Europea del Vino Biologico e al progetto che prevede un contributo per la ripiantumazione degli alberi del Parco del Gargano. Tra le varietà di uve coltivate: Greco, Chardonnay, Primitivo e Montepulciano. Dal 2011: Fiano Minutolo, Falanghina, Bombino, uva di Troia, Aleatico e Negroamaro.


l’olio

di Gino Celletti Capo Panel Consiglio Oleicolo Internazionale www.frantoicelletti.com www.monocultivaroliveoil.com

La consapevole arroganza del potere Nel numero dello scorso aprile lo avevo previsto. Ora ne sono certo. Tutta la panna montata sul Reg CE 61/2011 – varato dalla Comunità Europea ed entrato in vigore il 1° aprile 2011 – prodotta da giornalisti guru e pseudo dotti asserviti a logiche di parte, non nasceva dall’ignoranza, ma dall’arroganza di avere il potere in mano e di poterlo usare sempre e comunque. Ma potere di fare che? A favore e contro chi?

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Tralascio di dire il peccatore, sarebbe un elenco che consumerebbe tutto il mio spazio editoriale, ma parlerò volentieri del peccato e si capirà il resto. Il Reg CE 61/2011 ha detto basta alla circolazione degli oli deodorati con livelli superiori a 75 mg/kg, (o a 150 mg/kg se gli Esteri Etilici e quelli Metilici sono in un rapporto 1:3). Questi oli provenivano da olive marce e comunque nere e pessime. Insomma, questo regolamento, scritto a più mani da Scienziati e Organizzazioni Oleicole, ha messo un paletto concreto alla libera commercializzazione di oliacci da oliva, deodorati, rettificati e di scarsissima utilità salutare. Tu Consumatore, se vedi che “qualcuno” si dispera per questa norma che limita per legge la vendita di porcheria, che pensi? Pensi che quel “qualcuno” è in mala fede, che è stato toccato nei suoi interessi, che con questa norma non avrà più i vantaggi economici di prima e che in futuro dovrà mettersi in regola e commercializzare, diciamo così… oli un po’ più extra vergini, per quanto gli oli industriali possano soddisfare il concetto pieno di queste due parole. Proprio così. Ma come dico nel titolo, il Potere vuole avere l’arroganza di cambiare le cose, di mistificarle, di rivoltare la frittata, e usa i classici metodi del potere: controinformazione, veto, boicottaggio, vessazione a tutti i livelli anche a quelli micro-territoriali. È avvilente vedere come le Autorità non direttamente interessate al mercato dell’olio delle olive, ma preposte alla tutela dei Consumatori, non prendano provvedimenti contro questo andazzo. Che facciano parte anche loro della partita? Speriamo di no! Dobbiamo credere di no! È che abbiamo assistito ad atti come il cambiamento di programmi a cui noti scienziati “indipendenti” erano stati chiamati a presenziare, l’annullamento di eventi in cui personaggi “asettici” dovevano dire la loro, biglietti aerei promessi e non più rimborsati per bloccare l’espressione “pulita” di esperti non manipolabili. Tutto ciò serve a lasciare le cose come prima e di conseguenza, volendo o nolendo, a garantire, a chi tratta oli discutibili, la libertà di commercializzare porcheria senza doversi preoccupare delle norme appena emanate, anzi con lo scopo sfacciato di aggirarle se non di eliminarle. Chi partecipa a questa triste manovra di delegittimazione del Reg. CE 61/2011, e di chi l’ha concepito, saprà certamente riconoscersi nella mia descrizione; chi invece la subisce, il Produttore di oli davvero extra vergine, il Consumatore esigente, le Associazioni Micro-Territoriali, dovrà allertarsi e denunciare pubblicamente operazioni promozionali fasulle, guide forvianti, e pretendere che si percorra l’unica via utile alla sopravvivenza della Produzione Oleicola Italiana: quella della qualità. Chi fa arrogantemente profitto con oli esteri deodorati, rettificati e imbellettati con rossetto per prostitute in modo da spacciarli per extra vergini, non serve all’Italia.



carta della pasta

di Giancarlo Roversi

Vincisgrassi di mamma Cesarina

I vincisgrassi, un piatto da principe (o da generale?) Sotto il profilo gastronomico, ma anche sotto quello artistico e culturale, le Marche sono una terra che non finisce mai di stupire In ogni angolo della regione si cela una piccola sorpresa: un castello superbo, un suggestivo romitorio, un pittoresco borgo abbarbicato a una montagna, una città ricca di fascino e di preziose opere d’arte. Più prosaicamente, le Marche vantano vini e oli eccezionali, salumi unici nel loro genere (come il caratteristico ciauscolo), paste di grano duro che non hanno nulla da invidiare a quelle del Sud, e tante specialità culinarie fragranti e dal sapore antico. Una di queste è rappresentata certamente dai vincisgrassi che hanno la loro culla nella provincia di Macerata ma sono diffusi anche in quella di Ancone e nel pesarese dove, a Cartoceto, viene dedicata a questo ricco piatto anche una sagra, solitamente organizzata la prima domenica di giugno. Si tratta di un tipo tutto particolare di lasagne insaporite da un ricco intingolo che dona al tutto un gusto inconfondibile. Guai però a ricollegarle alle lasagne bolognesi, che differiscono molto dai vincisgrassi per quanto riguarda il condimento, almeno rispetto a quelli preparati in base alla ricetta originale e non secondo certe versioni odierne che ne hanno in parte diluito la singolarità. Una simpatica storiella, che ha messo profonde radici e che viene puntualmente riferita da chi si è occupato della cucina marchigiana, vuole che questo piatto prenda il nome dal generale austriaco Windisch–Graetz. Arrivato nel 1799 nelle Marche alla testa dell’esercito austro-ungarico per strappare Ancona alle armate napoleoniche che l’avevano sottratta al dominio della Chiesa, il generale ebbe – così narra la leggenda – un’autentica folgorazione per questa pasta sapientemente condita, tanto da rimanerne 64

conquistato per sempre. C’è però qualche autore che insinua un dubbio: a prepararla non fu un cuoco locale bensì uno dei cucinieri al seguito dell’ufficiale. Quindi non si tratterebbe di una specialità marchigiana ma di un piatto importato! Una vera onta per una regione che ne ha fatto uno dei suoi simboli culinari. Ma le cose non stanno così. A venirci in aiuto è per fortuna un antico gastronomo di Macerata, Antonio Nebbia, che nel suo prezioso manuale di cucina “Il cuoco maceratese”, pubblicato nel 1784, registra fra le ricette una “salsa per il princisgras”. Allora come la mettiamo? È indubbio che i vincisgrassi sono una leccornia che affonda le sue radici nell’antica tradizione culinaria maceratese e marchigiana e che, quindi, doveva preesistere all’arrivo del generale. Nulla toglie però che questi ne sia rimasto estasiato, diventandone un ghiotto degustatore e contribuendo così al diffondersi della voce popolare che legava a lui il piatto. Quindi la parola vincisgrassi non sarebbe altro che la corruzione – attraverso il nome dell’alto ufficiale austriaco – dell’originario termine princisgras. E quest’ultimo da cosa deriva? Non è facile dare una risposta. Tuttavia si può azzardare una congettura: trattandosi di un tipo di lasagne riccamente condite poteva un tempo essere considerato un piatto degno di un principe o, meglio, capace di farlo stare grasso, ossia ben pasciuto. Del resto basta assaggiarlo per convincersi che questa non è un’ipotesi tanto peregrina. Un piatto di vincisgrassi è una sinfonia di sapori ben armonizzati fra loro e non sovrapposti, che stuzzica il palato e far venire voglia di tornarli a mangiare.

Ingredienti (per 4 persone) Per la sfoglia: 2 uova 200 gr. di farina Per il sugo: Interiora di pollo 2 etti di manzo Mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva 2 etti di maiale 4 etti di pomodori maturi Esecuzione: Impastare la sfoglia, farne dei rettangoli di 20 cm di lato, lessarla in acqua salata. A parte cuocere la carne. Appena è pronta, macinarla e incorporarla nel sugo di pomodori. In una pirofila da forno imburrata mettere uno strato di pasta, poi sugo e formaggio, poi un altro strato di pasta, sugo e formaggio. Procedere così a strati fino a utilizzare tutta la sfoglia e il sugo. In una pentola mettere un bicchiere di latte, un cucchiaio di farina, mescolarlo bene e portarlo a ebollizione. Si ottiene così la besciamella che va posta sopra l’ultimo strato di pasta. Pretagliare la pasta nella pirofila a quadrati, metterla al forno a 180°C per circa 1 ora. Servire caldi. Ricetta di Cesarina Guzzini Gabrielloni Agriturismo Al Crepuscolo Via Montefiore, 55 62019 Recanati (Mc) Tel. 0733850355 www.alcrepuscolo.it Vino di abbinamento: Verdicchio Versiano Azienda agricola Vignamato S.Paolo di Jesi (An)



la scoperta

di Riccardo Lagorio

La vita è una ciliegia … scriveva Prévert. E il ciliegio è l’amore. Richiestissimo sul mercato del fresco, il rosso e irresistibile frutto sta vivendo una seconda giovinezza. Tanti i cultivar locali recuperarti; da ricordare su tutti la durona del Chiampo e la ciliegia imperiale

Ottime per confetture, sciroppi e sorbetti, vantano un moderato apporto calorico, e sono ricche di potassio e vitamine 66

Pochi frutti indicano l’arrivo dell’estate come la ciliegia. E se negli ultimi anni la coltivazione in ettari dedicati al ciliegio ha ripreso, dopo la caduta d’interesse e relativo sradicamento avvenuto negli anni Ottanta, nuove piantagioni si stanno affacciando lungo lo Stivale per merito dell’aumento della domanda del fresco in ambito europeo. Si sono quindi ripristinati nuovi impianti sui terreni abbandonati attraverso varietà appetibili al mercato. Tuttavia in molti casi si è trattato del recupero di cultivar locali che hanno dimostrato di reggere bene la concorrenza con varietà che garantiscono un frutto dal colore rosso brillante, dalle dimensioni medie o grosse, non inferiori a 10 grammi, con polpa soda e un periodo di conservazione medio lungo, e dall’idoneità alla raccolta meccanica. A genotipi prettamente italici si sono inevitabilmente sostituite anche varietà artificiali, facendo raggiungere la produzione media annua di 150 mila tonnellate, concentrate in cinque regioni. Tra le ciliegie locali vanno ricordate senz’altro la durona del Chiampo e la ciliegia imperiale; la prima ha luogo d’elezione nella omonima valle vicentina, la seconda si concentra nell’area del casertano e ha in Pontelatone il cen-

tro di maggiore produzione. La ciliegia durona del Chiampo predilige i suoli sui versanti calcarei rivolti verso sud e, per stimolarne l’utilizzo e valorizzarne la produzione, il comune di Chiampo nel Vicentino ha stabilito alcune regole di raccolta e presentazione. Ad esempio la raccolta effettuata a mano e la disposizione delle ciliegie in contenitori dalle pareti rigide con il picciolo integro e rivolto verso il basso sono senz’altro accorgimenti che la rendono più appetibile agli occhi. Non è da meno la sostanza: la colorazione dei frutti deve essere rosso fuoco, il diametro non può essere inferiore ai 26 mm, il gusto deve essere intenso e il frutto fragrante. Svariate decine i produttori che celebrano annualmente la festa (che quest’anno si tiene il 19 giugno) dedicata alla ciliegia durona del Chiampo. La ciliegia imperiale ha colore rosso intenso e polpa chiara, gusto dolce e caratteristico, eccelsa consistenza. La selezione avviene manualmente. Anche per queste ragioni è stata l’industria conserviera a rivitalizzarne il mercato per soddisfare principalmente la domanda di ciliegie sotto spirito. Ma mangiare ciliegie, che hanno un moderato apporto calorico, è anche salutare. Ricche di potassio e vitamine se ne possono fare confetture, sciroppi, succhi, canditi e sorbetti. E se è ancora valido il proverbio per cui una ne tira un’altra, non ci si può dimenticare che dalle ciliegie è nato, all’ombra dei conventi, il maraschino, liquore dolce e incolore molto utilizzato in pasticceria.


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chef a scuola

di Gianfranco Lo Cascio Italian Food Style Education Culinary Institute Carni, Cottura sul fuoco vivo, affumicatura

I segreti della marinatura Nella preparazione di una buona grigliata, ma non solo, è una procedura certamente non obbligatoria ma sicuramente di grande effetto. E per tanti motivi

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La cottura alla griglia, specialmente su braci di carbone naturale, genera un calore che tende a far asciugare i liquidi presenti sui cibi. Spesso si cerca di cuocere sulla griglia gli stessi tagli di carne che si usano in padella. Filetto, controfiletto, bistecche varie che abbiamo preso dal macellaio di fiducia a cui non abbiamo risparmiato il «mi raccomando, bella magra» hanno un grande difetto se cotte alla griglia: danno risultati davvero scadenti. La carne, specialmente se “ben cotta” (e sarebbe piu corretta chiamarla “mal cotta”) ha la stessa consistenza di una barretta di crusca. Non sa di nulla ed è difficile da masticare. Ma perchè la carne cotta non sa di carne? Perchè le informazioni di sapore

della razza sono contenute nel grasso dell’animale e non nelle sue proteine. Se proprio vogliamo usare i tagli magri, è necessario aggiungere della materia grassa. Altro problema: quanto è facile trovare una bistecca tenera? Non so da voi ma per me è davvero complicato. Il grado di tenerezza di una carne dipende dal suo periodo di frollatura. In poche parole, la frollatura è il tempo di permanenza delle carni in celle frigo a temperature e umidità appropriate, che va dal momento dell’abbattimento dell’animale al momento della cottura. Più è lungo questo periodo più la carne “sa di carne” e più è tenera. Spesso, la carne nei banchi non è frollata in modo adeguato e uan volta cot-


Nota bene La marinatura va sempre effettuata in frigo e il contenitore deve essere sempre coperto. Terminato il tempo di marinatura, questa deve essere buttata via e quella in eccesso rimossa con un panno. Evitate di spennellare la carne con la marinatura residua in quanto potrebbe esserci della carica batterica residua.

ta oppone resistenza al taglio e alla masticazione. Quando parliamo di griglia, calore secco, carenza di grasso e tenacità delle fibre sono i problemi da risolvere per ottenere dei buoni risultati. La marinatura è il mezzo che ci consente di correggere i difetti che abbiamo elencato sopra; ci permette di insaporire, imbibire e intenerire le carni. La marinatura deve essere necessariamente composta dai seguenti elementi: olio o grasso, acido, sale, erbe o spezie o entrambe. L’olio ha la funzione di dare il tocco di sapore alle carni che ne sono carenti ma soprattutto riesce a veicolare i sapore nella carne. Si possono utilizzare olio extravergine, olio di semi, burro, panna, latte, strutto, latte di cocco; lo yogurt è fantastico. L’acido è la componente fondamentale della marinatura che è il fulcro di due parametri, ossia la concentrazione della marinatura che a sua volta ne determina i tempi. Benissimo vino, birra, succo di limone, senape, aceto di vino, aceto di mele, aceto balsamico, Worcestershire sauce, Tabasco, succo di agrumi in genere, succo di mela, succo d’ananas (potentissimo nell’intenerire), yogurt magro e tutti quei liquidi a ph acido. La concentrazione della marinatura, cioè la quantità di acido presente, insieme al tempo di marinatura cioè al tempo di permanenza della carne nell’emulsione, determina il grado di intenerimento e insaporimento delle fibre. Ricordiamoci però che la marinatura non andrà mai in profondità; è un processo superficiale. La cosa cambia se decidiamo di marinare piccoli pezzetti di carne, magari da infilzare su uno spiedino. Ovviamente la scelta dell’acido e del tempo di marinatura decide il sapore finale dell’elemento. Maggiore concentrazione, maggiore permanenza, minore percezione del gusto originale. Bilanciare e sperimentare è l’unica via percorribile. Le erbe e le spezie sono la chiave di volta, personalizzano il sapore finale: semi di finocchio, bacche di aginepro, coriandolo, cumino, basilico, dragoncello, salvia, scorza di agrumi… È solo la nostra fantasia a dettare regole, sempre in accordo con gli altri ingredienti chiaramente. Il sale è il catalizzatore delle reazioni osmotiche tra gli umori della carne e quelli dell’emulsione della marinatura. Praticamente il sale è l’elemento capace di attivare l’effetto spugna: i liquidi esterni entreranno nella carne e viceversa. Un mixer a bicchiere e uno stabilizzante (lecitina di soia, senape, xantana, carragenina) ci aiuterà a tenere insieme l’emulsione. Il grasso cioè si dividerà in particelle piccolissime che saranno in grado di rimanere legate, grazie allo stabilizzante. L’emulsione quindi sarà il liquido in cui immergeremo la carne per il tempo stabilito.

Il consiglio

E adesso, a voi la scena: inventate la vostra marinatura! Il mio suggerimento è quello di lavorare cubetti di fesa di tacchino in una marinatura a base di yogurt, succo di limone, aglio, olio extravergine e menta fresca. Lasciate i cubetti immersi nella marinata per almeno quattro ore e poi infilateli in uno spiedino di bambù intervallando con foglie di cipolla e di alloro. Grigliate a calore medio-alto per circa cinque minuti per lato e avrete un secondo piatto alla griglia davvero sfizioso. Provatelo!


selezioni di Cesare Aldesino

Sicilia rivisitata Meno di venti coperti per una cucina ispirata alla tradizione locale, delicata e armoniosa, che afferma la capacità creativa di un giovane chef, la sua cultura gastronomica e la tecnica culinaria Siamo a Terrasini, località marina sul litorale che da Palermo porta al golfo di Castellammare. È qui che incontriamo Giuseppe Costa, 27 anni di Montelepre (Pa), gestore e chef del ristorante Il Bavaglino. Un locale nato come una sfida, in un contesto in cui è difficile far comprendere una cucina creativa, nonostante le antiche tradizioni culinarie e la ricchezza di materie di primissima qualità. La sua è una scelta d’amore portata avanti con la giusta dose di passione e ambizione, mantenendo i piedi ben saldi per terra. Desideroso di apprendere l’arte culinaria, Giuseppe consegue il diploma di scuola alberghiera a Erice (Tp) nel 1999; dopo alcune esperienze in locali stagionali in Sicilia, decide di fare la valigia e trasferirsi presso ristoranti gestiti da chef

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quotati. Nel suo programmato cammino di apprendistato ha operato presso la cucina di Milanofiori e Bruxelles per la compagnia Italiana dei Jolly Hotels, e successivamente alla corte di Cracco a Milano assimilandone molto bene il gestionale; è passato poi per lo Scrigno del Duomo a Trento, oltre che al Marennà della cantina di Feudi di San Gregorio (una stella Michelin). La svolta è arrivata con Palazzo Sasso di Ravello, con lo chef Pino Lavarra, grazie al quale ha affinato la trasformazione e la conservazione delle materie prime e l’elaborazione di piatti creativi ed effetti cromatici. Dopo otto anni, Giuseppe torna nella sua terra natale per iniziare la sua vera avventura e aprire un locale proprio, insieme al friulano doc Andrea Paduano, esperto di vini. Negli anni ha

Nelle foto in questa pagina, uno spicchio di dehor del Bavaglino circondato dalle prelibatezze del mare siciliano (in apertura) e, qui sopra, da una delle specialità dello chef: baccalà e panelline


sviluppato una personale linea di cucina caratterizzata dall’uso di verdure, legumi e pesce, ricercando soluzioni innovative nell’abbinamento tra terra e mare. Il ristorante è realmente piccolo, meno di venti coperti, e molto intimo. La sala ha toni accesi ed essenziali, e piacevoli accenni di design. Nel periodo estivo offre un dehors dove i clienti possono pranzare godendo della frescura e del profumo del mare, cullati dallo sciabordio delle onde. La carta propone un menu degustazione e una serie di scelte tra antipasti, primi e secondi: una giostra ad alto gradimento. Il mare e i suoi prodotti spiccano, com’è normale in questo piacevole angolo di Sicilia. L’amore per i prodotti tipici lo porta, la mattina di buon ora, a fare la spesa presso piccoli produttori locali alla ricerca di ortaggi di difficile reperimento nei mercati e di pesce fresco direttamente dai pescatori. Giuseppe ama elaborare il meno possibile le materie prime; le cotture sono brevi, in padella e a bassa temperatura per mantenere la sapidità di ogni elemento, l’armonia e il gusto rotondo, senza spigolosità. Un equilibrio gustativo che gli è valso il riconoscimento di Miglior Chef Emergente del Centro Sud nel 2009. Molto intriganti sono per esempio i panini di piccole pezzature fatti in casa giornalmente: tra tutti vanno citati quelli al nero di seppia, formaggio e senape e con il pomodoro secco. E ancora, antipasti dai sapori netti e di grande effetto, come i bocconcini di baccalà panati con nero di seppie e mini panelle. Tra i primi: cavatelli con ragù d’agnello, paccheri con ragù di pesce, tonno disidratato e crema di formaggio, spaghetti ai ricci di mare e zenzero o paste fatte in casa, con ripieni personalizzati, come i ravioli alle sarde. Un trionfo di profumi mediterranei, gustati in abbinamento al Catarratto lucido in purezza che ne esalta l’armonia dei sapori. Andrea, il giovane sommelier che si destreggia tra i pochi tavoli con disinvoltura, ci spiega che per loro scelta la carta dei vini è composta di circa 120 etichette, in prevalenza di vini isolani di ottima qualità, prodotti da piccole case vinicole non molto conosciute, oltre a etichette di aziende blasonate. Dulcis in fundo il dessert siciliano per eccellenza: sua maestà la cassata, interpretata in modo originale, una nuvola soffice di ricotta di pecora montata, guarnita con frutta candita. «Vogliamo che l’ospite assapori un dolce della tradizione, senza appesantirlo», ci spiega Giuseppe. Oltre all’uso di materia prima eccellente è evidente un’abilità singolare. Gustando i suoi piatti si ha la convinzione che Giuseppe si collocherà molto in alto nel mondo della ristorazione che conta. Provare per credere.

Il Bavaglino è nato come una sfida, in un contesto in cui parlare di cucina creativa non era per nulla facile

In alto: la nuvola di cassata, classico esempio di rivisitazione “leggera” della tradizione. Sotto, lo chef Giuseppe Costa e, a destra, un’altra delle sue creature: il delicato fritto di mare

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orto dei semplici

di M. Pia Fanciulli www.barbanera.it

La rapa, dalla radice alle cime Dalle poche pretese, facili a coltivarsi anche dove il sole lascia spazio a un po’ d’ombra, le rape, siano esse radici o broccoletti – le classiche e ottime cime – si seminano dalla primavera all’estate. Presenti già nella dieta dell’uomo preistorico, hanno conosciuto poi la forte concorrenza dell’americana patata, fino a ritrovare oggi lo spazio che meritano nei nostri piatti

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Può sembrare fuori luogo parlare di Halloween ora, a inizio estate. Ma, a proposito di rape, non si può certo tralasciare di dire che, prima dell’arrivo delle zucche dall’America, a essere intagliate dagli antichi popoli celtici in occasione della festa dedicata al culto dei morti, erano proprio le rape, svuotate e illuminate all’interno, secondo un uso tra l’altro documentato anche in Italia. Ma soprattutto la rapa, presente già nella magra dieta dell’uomo preistorico, è da sempre cibo povero legato ai tempi duri, particolarmente utile in epoca di carestie. La sua capacità di conservarsi a lungo, fino al raccolto successivo, permetteva infatti l’accumulo di scorte. In realtà oggi questo ortaggio di semplice coltivazione ha riconquistato una sua dignità e, soprattutto, un posto sulle nostre tavole, dove una vera prelibatezza sono considerate le cime di rapa o broccoletti – la Brassica rapa, sottospecie “silevestris”. Anche se poi, a dar retta alla tradizione, l’altra rapa, la Brassica rapa sottospecie “rapa”, sembra esser considerata così priva di sapore, da entrare, proprio per questa sua natura, in proverbi e modi di dire che ne indicano la vuotezza. Chi non ha mai detto “testa di rapa”, o “cavare sangue da una rapa”? Ma tra i proverbi ce n’è anche un altro che invece raccomanda, e soprat-

tutto ci ricorda, che sono proprio questi di giugno i giorni in cui approntarne la semina: “se vuoi la buona rapa, per Santa Maria (15 agosto) sia nata”. E ben dovevano saperlo anche nel passato se, come ricorda Plinio, storico naturalista romano, «le rape sono il terzo prodotto della Transpadania» dopo il vino e il grano, e «nascono per nutrire tutti gli esseri viventi». Plinio proseguiva sostenendo come agli animali piaccia il loro fogliame, all’uomo le loro cime e radici che «se fatte conservare nella loro terra e poi fatte seccare durano quasi fino al raccolto successivo e impediscono di patire la fame». Così fu anche nel Medioevo, quando le rape erano la base dell’alimentazione contadina. Scriveva Bonvesin de la Riva che quelle raccolte in abbondanza nella pianura milanese «d’inverno risultano assai utili a tutti, ai ricchi come ai poveri». Poi il consumo si ridusse molto nel XVIII secolo in seguito alla fortuna della patata. Pianta biennale di origine europea e asiatica, la rapa appartiene alla stessa famiglia – quella delle Crucifere – dei cavoli, e se ne coltivano come annuali a ciclo breve le due note sottospecie da orto. Nulla a che fare invece con le rape rosse, che sono varietà di bietole da radice e appartengono a un’altra famiglia botanica, quella delle Chenopodiacee.


Coltiviamola così I vasi e il terriccio Coltivare le rape non è operazione complicata. Meglio comunque predisporre vasi (o cassette) abbastanza profondi con terriccio capace di trattenere l’umidità. Resistenti al freddo, vengono coltivate anche nel Nord Europa. Da noi crescono meglio nelle zone a clima mite e temperato-umido perché temono la siccità e le temperature troppo alte. La semina Si può fare anche scalarmente, in Luna calante, da aprile fino a settembre, senza interrare troppo profondamente il seme: sono sufficienti buchette di 1-2 cm. Un successivo diradamento lascerà una distanza di 8-10 cm tra le piante per le rape da radice, e uno spazio di circa 35-40 cm per le rape da broccoletti o da cime. Queste ultime si possono anche seminare in agosto, senza diradamento, per poi raccogliere le foglie nella primavera successiva a più riprese. Punti deboli Le rape da broccoletti possono venire trapiantate occasionalmente, in genere alla fine dell’estate, mentre non si trapiantano le rape da radici. Il trapianto va preferibilmente effettuato con Luna crescente. Importante anche annaffiare le piante regolarmente durante i periodi asciutti per evitare che diventino dure e legnose. Buono a sapersi Tra le piante orticole, le rape sopportano bene anche un’esposizione non in pieno sole, vegetano pure con un po’ d’ombra. Inoltre, volendo coltivarle nell’orto, ben si associano a pomodori, spinaci e bietole da coste. Raccolta e conservazione Le rape estive da radici sono più gradevoli se consumate prima che raggiungano le dimensioni di una palla da tennis. In terreni fertili e umidi possono essere pronte da raccogliere anche in meno di 2 mesi. Quelle raccolte dopo i primi freddi invernali hanno un sapore migliore e sono le più ricercate. Quanto alle cime di rapa, si raccolgono staccando le infiorescenze e le foglie insieme allo stelo centrale ingrossato prima che i fiori gialli comincino ad aprirsi. La raccolta va preferibilmente effettuata con Luna crescente. Nei climi più freddi si possono conservare nelle scatole o in sacchi di rete in luogo fresco e asciutto.

In queste pagine le rape in alcune varianti: in apertura, la rapa rossa. Qui sopra un dettaglio delle cime, che si accompagnano naturalmente alle orecchiette pugliesi

Guardando nel piatto Se a dominare la cucina sono soprattutto le cime di rapa, regine tra l’altro di uno dei più celebri primi piatti regionali, le pugliesi orecchiette, anche le rape vere e proprie sono deliziose nelle zuppe e negli umidi, oppure mangiate crude o cotte nelle insalate. Conservate sott’aceto o sott’olio, nella cosiddetta giardiniera, sono poi un classico degli antipasti. Buona fonte di vitamina C e di potassio, contengono anche l’acido folico utile alle donne in stato interessante. Hanno inoltre tante virtù: sono emollienti, rivitalizzanti e rinfrescanti. Al momento dell’acquisto evitare le rape troppo grandi che potrebbero risultare amare e fibrose. Tipicamente friulana è la brovada, che ha appena ottenuto il riconoscimento Dop; si ottiene dalla trasformazione della rapa bianca dal colletto viola, la rapa da brovada, appunto, che viene messa a macerare e fermentare in vinaccia, e viene poi fatta a striscioline e utilizzata per accompagnare carni arrosto o bolliti. Tra le diverse varietà, le rape a forma allungata sono comunemente note come svedesi. Ci sono poi la Navona a radice bianca, la Vertus a scorza bianca, la rapa di Milano a radice bianca e colletto viola, la Bianca piatta molto precoce e la Mezza lunga bianca a colletto verde.

L’ortensia che amava andar per orti Con l’esplosione di profumi e colori che la bella stagione porta con sé, un posto di rilievo spetta al più classico dei fiori, l’ortensia o idrangea, pianta assai diffusa e amata che regala a giugno, e per buona parte dell’estate, bellissime fioriture. Tra tutte le varietà che in questo periodo fioriscono generosamente si trova in particolare l’Hydrangea macrophylla. Se coltivate in terreni con pH acido, le ortensie daranno fiori azzurri, mentre quelle che si sviluppano in terreni più alcalini presenteranno fiori tendenti al rosa. Basterà quindi correggere l’acidità del terreno aggiungendo soluzioni di solfato di alluminio per l’azzurro o di calcare in polvere per il rosa. Inoltre amano posizioni leggermente ombreggiate e fresche, accanto ad altra vegetazione o sotto i pergolati. Pianta che fa bella mostra di sé su balconi e giardini, se si va però a “cogliere” quel che l’ortensia indica con il suo nome, si scopre come un tempo la sua presenza si legasse anche agli orti. Ortensia deriva infatti dal latino e significa “colei che cura, o che sta, nell’orto”.

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Il buono a tavola

La cucina calabrese

Un susseguirsi di mete, ricette e sapori che al solo essere evocati fanno venire l’acquolina. Come se per elencare tutte le ricchezze di questa terra la pagina non bastasse, non bastasse il tempo

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di Antonio Romeo

Il nostro viaggio alla scoperta delle meraviglie gastronomiche regionali comincia nel Pollino, al centro del parco naturale con i suoi pini coricati. È qui che iniziano le sorprese, con la cucina delle popolazioni arberesh, gli albanesi di Calabria, le cui comunità hanno mantenuto intatti gli usi tradizionali, sia religiosi che gastronomici: a Lungro si può assaggiare la shtridhelat, una particolare pasta e fagioli; a Civita l’agnello alle erbe cotto alla brace e condito con erbette aromatiche e olio d’oliva. In questa zona gode, oltre al palato, anche la vista, che può riempirsi di uno spettacolare panorama ammirando le Gole del Raganello. Tornando al nostro itinerario gastronomico non possiamo tralasciare la città di Castrovillari con le sue antiche specialità, come la carne ncantarata, accompagnata da un ottimo vino del Pollino dal colore e dal profumo inconfondibili. Continuando poi in direzione Cosenza ci fermeremo per assaggiare la tradizionale minestra di lagane e ceci, accompagnata da un bicchiere di Verbicaro dal sapore semplice e schietto. Scendiamo dunque sulla costa. Una sosta più attenta la merita quella del Crotonese dove il gusto gastronomico si coniuga con la storia di cui la località è permeata, come testimoniano gli innumerevoli monumenti e i resti dell’antica Grecia. Ci troviamo dunque a Crotone e, per gli amanti del pesce, questo è il paradiso. Qui raccomandiamo di assaggiare u quadaru, la tipica zuppa di pesce locale. Non tralasciamo poi il parco marino di Capo Rizzuto dove, persino a occhio nudo, è possibile ammirare specie di pesce rari e banchi di madrepore. In questa zona non scordiamoci di assaggiare la sardella cirotana, diretta discendente del garum degli antichi Romani, accompagnata con un buon bicchiere di Cirò rosso che esalterà con il suo gusto deciso il sapore del peperoncino e del finocchietto selvatico. Proseguendo con il nostro itinerario ci addentriamo nella provincia di Catanzaro e ci fermiamo a Botricello, dove è d’obbligo assaggiare la pitta ichiusa, dolce della tradizione, insieme ai taralli, alle focacce di grano duro, ai muruneri e alla pignolata. Prossima tappa: Catanzaro. Qui gusteremo due piatti tipici della tradizione locale. Il primo è senza dubbio il morzzello alla catanzarese, un intingolo piccante e saporito d’interiora di vitello che può essere gustato nelle varie osterie che si trovano nel centro storico della città: le riconoscerete dal grosso tegame di terracotta posto su un fornello situato all’ingresso dove, a fuoco lento, fin dal mattino cuoce questo piatto dal sapore schietto e robusto. Veniamo dunque al capretto alla tiana, il piatto principe della Pasqua catanzarese; si tratta di un agnellino da latte cucinato al forno in un tegame di terra


In apertura, uno scorcio del lungomare di Pizzo Calabro (Vv); sotto la pitta ichiusa, dolce tipico di Botricello. In questa pagina, dall’alto una invitante ‘nduja e, sotto, il morzzello alla catanzarese, un intingolo piccante e saporito di interiora di vitello

Una cucina schiva ma opulenta per chi la ama Le spezie, come il peperoncino, il finocchio selvatico, l’origano, l’alloro, le foglie d’arancio, fanno da sottofondo all’infanzia di ogni calabrese; le troviamo in tutte le conserve di carne, di verdure, di pesce e nei dolci. Quella delle conserve, in particolare, è un’usanza legata al mondo contadino che in questa regione resiste ancora. Per prepararle, le verdure, profumate con spezie e aromi, vengono disposte in barattoli di vetro e quindi coperte con olio e aceto. In estate l’aria è pregna di profumi che vanno da quello lieve della camomilla stesa al sole a quello dolciastro dei fichi essiccati, che serviranno in inverno per preparare i dolci di Natale arricchiti di noci, mandorle, uva sultanina e cannella. Parte dei fichi messi a seccare sulle cannizze viene, in seguito, bollita e la densa poltiglia ottenuta posta su di un telo che si appende al soffitto. Una volta raffreddato il tutto, viene conservato in vasi di vetro. Il miele di fichi così ottenuto è ottimo d’estate quando, sciolto in acqua ghiacciata, si usa come bibita. Anche il pomodoro occupa una parte rilevante nella gastronomia calabrese. Ancora oggi nei paesi vige la tradizione di farne conserve; vi sono giorni in cui l’odore dolciastro dei pomodori cotti nella coddara ne impregna le vie. Assieme profumo del basilico. La conserva è infatti la base principale dei sughi tradizionali. Un posto importante lo occupa infine il ragù preparato con pezzi di carne (maiale, manzo, capretto) e pomodoro, e utilizzato per condire le scilatelle, uno dei 15 tipi di pasta che un tempo una buona moglie calabrese doveva saper preparare al suo sposo.

Baccalà in agrodolce

cotta “tiana” insieme a patate, carciofi e piselli, dopo essere stato coperto con una panura di pane profumato. Sazi e soddisfatti, riprendiamo il cammino e perdiamoci lungo una delle possibili passeggiate fra i boschi delle Serre Calabresi e nella tranquillità della Certosa, dove saranno i prelibatu funghi locali a fare da contorno al paesaggio rigoglioso. Scendendo verso la costa del golfo di Sant’Eufemia si potranno gustare ottimi gelati, come nella ridente cittadina di Pizzo Calabro dove è d’obbligo assaggiare il famoso Tartufo di Pizzo. Tra Pizzo Calabro e Maierato, passando dalle antiche tonnare ai moderni stabilimenti, si potrà conoscere la tradizionale lavorazione del tonno; sempre ricordando però che, oltre a quella del tonno, la pesca tradizionale calabrese si rivolge anche al pesce spada. Nella zona di Vibo, e in particolare sull’Altopiano del Poro, si potranno gustare ottimi salumi e formaggi di pecora. Nel territorio circostante Spilinga assaggeremo l’ormai famosissima nduja; ma in questa zona consigliamo anche l’assaggio della fileja, tipica pasta fatti in casa. Risalendo il reggino lungo la costa ionica nei pressi di Bova, durante la festa del Santo patrono viene organizzata la Sagra del capretto cotto nella terra, piatto tipico delle popolazioni grecaniche. Il nostro viaggio è giunto infine a conclusione con Gerace, borgo medioevale fra le cui mura è racchiusa la storia dei popoli che lo hanno abitato. Un bel piatto condito al delicato ragù di capra sarà la ciliegina sulla torta del nostro viaggio. Un degno finale, in perfetto stile calabrese.

In Calabria vi é la tradizione del baccalà ammollato che, nella zona di Mammola, grazie alla particolare qualità delle acque, acquista un gusto particolare. Questo tipo di baccalà è diventato così famoso che in agosto si organizza una sagra interamente dedicata a questa pietanza. La ricetta tradizionale prevede di rosolare il pesce nell’olio con l’aggiunta di pomodori freschi patate e olive nere. Il piatto è servito ancora fumante in ciotole di terracotta. Utilizzando lo stesso procedimento, con l’aggiunta delle trippette ed escludendo le patate, si realizza un sugo denso e cremoso che serve per condire la pasta, preferibilmente bucatini o scilatelle. Il baccalà è presente anche sulla tavola natalizia: fa parte delle tredici cose che ognuno, per tradizione, deve mangiare. In quell’occasione viene servito infarinato e fritto.

Ingredienti Baccalà spugnato Farina Olio di semi Cipollotti freschi Porri Aceto Procedimento Tagliare a bocconcini il baccalà infarinarlo e preparare l’olio per la frittura. A parte, tagliare a rondelle i porri e le cipolle fresche; appassirle in padella sfumando con l’aceto. Friggere il baccalà nell’olio. Sistemarlo sopra il composto e condire con l’aceto.

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consumo responsabile

di Benedetta Frare Fairtrade Italia

Una certificazione preziosa: l’oro Fairtrade Dopo caffè, cacao, cotone e tanti altri prodotti, dalla primavera di quest’anno anche il prezioso metallo è finalmente entrato a far parte del circuito del mercato equosolidale

L’etica ha vinto sulla tradizione per il principe William e la sua fidanzata Kate. I promessi sposi più famosi del 2011 hanno anelli nuziali realizzati, almeno in parte, con oro Fairtrade. Grazie a tale marchio internazionale viene garantito che quest’oro sia frutto del lavoro equamente retribuito dei piccoli produttori del Sud del Mondo, che la sua estrazione non abbia comportato l’uso di sostanze chimiche e che per la lavorazione non vi sia stato sfruttamento minorile. Inoltre, ai produttori è assicurato un premio aggiuntivo sull’oro venduto, il Fairtrade Premium, che deve essere reinvestito in progetti sociali a favore delle comunità locali. Grazie al Fairtrade i produttori delle nove cooperative di Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù che hanno aderito alla certificazione, hanno ora la speranza di uscire dal circolo vizioso dello sfruttamento e dell’illegalità in cui versano la maggior parte dei minatori coinvolti nell’estrazione dell’oro. «Quest’ultimo è il settore dove sono impiegate più persone dopo l’agricoltura e la produzio-

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ne tessile. Più di 100 milioni di uomini, donne e bambini dipendono dal prezioso metallo, se contiamo anche i familiari dei 15 milioni di minatori», racconta Rob Cameron, direttore di Fairtrade International. «Il 90% delle persone che lavorano nelle miniere d’oro vive nei Paesi del Sud del Mondo dove il sistema Fairtrade ha iniziato a portare benefici tangibili alla qualità della vita delle comunità coinvolte nella produzione aurifera». Per il momento l’oro Fairtrade si trova in commercio solo in Canada e Gran Bretagna dove Stephen Webster, una delle figure leader nella gioielleria e del design internazionale, sta per lanciare una linea di anelli di fidanzamento e fedi in oro equosolidale. «Ho viaggiato fino in Perù – racconta Webster – per vedere come funziona il progetto dell’oro equosolidale e quale impatto può avere sulle piccole comunità di minatori. Si tratta di gente estremamente povera a causa di intermediari che pagano l’oro a un prezzo più basso di quello del mercato. Nel prossimo futuro utilizzerò solo oro Fairtrade».


L’antico frantoio e la nuova bottaia: la rinascita del Salento di vino e olio ontano dal frastuono, all’ombra dei pini e della storica dimora portata a nuova vita, si spalanca una bocca di pietra che calamita i sensi al basso. Il canto delle cicale si perde oltre il portale. Ai lati, due piccole stanze con camino vegliano la discesa alla madre terra, la scala trasuda echi di uomini che vi scendevano prima del sorgere del sole. Sulle sponde, i depositi delle olive in attesa di molitura, le “sciave”, ne portano ancora i segni, tengono i loro conti. Dabbasso s’apre, come un sipario, il suggestivo androne, quasi 7 metri per 23 e mezzo, misure che pareggiano la navata centrale della chiesa madre del paese. Oggi è scenario d’incontri e dolci note, visite e ammirazione, ma fino al 1922 fu laborioso frantoio, attività già inserita nel 1745 nel catasto onciario di Cutrofiano, databile al ’600. Trecentocinquanta

L

metri quadri serbano dall’ingiustizia del tempo e della noncuranza, importanti testimonianze storiche e architettoniche. Tra archi perfettamente costruiti a conci di pietra e colonne che mantengono la possente volta a botte, s’aprono le grotte nella cui roccia, scavati, persistono i depositi per l’olio, i semicerchi esterni alle due vasche di molitura e le mangiatoie per gli animali. Pregiato contenitore dei figli della vite è la nuova bottaia, fatta costruire partendo dall’antico frantoio. Una cupola, ispirata alla mano del Brunelleschi, fa da snodo e giunzione tra passato e futuro. Pietre tagliate a mano, proprio come secoli or sono, ampio il passaggio, le cui mura, distanziate da essa, consentono ai curiosi di comprendere la mole e la preziosità della struttura, fino all’arrivo nella cattedrale delle botti, un maestoso luogo sacro, tra

volte a stella e colonnati, con nicchie che pare attendano solo la propria icona; in fondo, non l’altare maggiore, ma una grandiosa scala, formata da tre archi, che si intersecano con meraviglia. Inebriare i sensi, in tutti i sensi, risalendo all’anticamera di questo viaggio che del passato ha saputo fare tesoro mirando al domani, sorseggiando quel Primitivo tanto passionale da chiamarsi “Jema” come il sangue, o un accorato “Filimei” di Negroamaro, L’Astore non finisce sottoterra, ma dalla terra riparte, luogo tangibile di suggestione, dell’amore e della consapevolezza delle radici, quelle che dalle viti sgorgano in stille di purezza, lasciando l’impressione, a chi arriva qui per caso o per intenzione, di essere appena tornato da un viaggio nell’anima e nel cuore del Salento.

L’Astore Masseria Via Giuseppe Di Vittorio, 1 - Cutrofiano (Lecce) - tel. +39 0836 54 20 20 - fax +39 0836 54 15 25 e-mail: info@lastoremasseria.it www.lastoremasseria.it

Salento Experience


cibo & blogger notizie

curiosità

di Alessandra Favaro

consigli

passaparola

gossip

Frutta e verdura: dal carrello alla tavola, risparmiando

Con lo chef Luciano Tribuzio alla scoperta delle ricette tipiche italiane Dal timpano do’ Vesuvio alla paniscia piemontese, passando per costolette alla valdostana e ciuppin; dai cavatelli con salsa ai ceci alla teglia pugliese di patate riso e cozze. Ricettablog.it porta gli utenti del web a scoprire le tradizioni della cucina tipica italiana in occasione del 150° anniversario dell’Unità, e lo fa in modo originale grazie a Luciano Tribuzio, chef esperto e blogger esordiente, che ha inaugurato proprio nel 2011 una rubrica su Ricetteblog: Giromangiando, un viaggio nei sapori della tradizione gastronomica italiana. Ecco per esempio la ricetta di Tribuzio per il delizioso ciuppin, piatto tipico ligure che sa di mare: • Lavate le verdure, sbucciate l’aglio e la cipolla e tritate tutto insieme. • Mettete il trito a soffriggere in un tegame con l’olio, mescolate e, dopo qualche minuto, versatevi un bicchiere di vino bianco, lasciandolo evaporare a fuoco medio. • Nel frattempo, tuffate i pomodori, per un istante, in acqua bollente, pelateli, privateli dei semi e fateli a pezzetti, poi uniteli nel tegame, sul fuoco, aggiungete un litro e mezzo d’acqua calda e proseguite la cottura per circa 20 minuti a fuoco moderato. • Intanto pulite e lavate i pesci, senza

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Con i primi caldi la voglia di fresco è sempre più forte. E, con i consigli dei blog per imparare a far la spesa ortofrutticola, è possibile portare a tavola prodotti genuini, risparmiando. Una buona regola per sapere come spendere meno e meglio scegliendo la frutta di stagione è chiedere al vostro fruttivendolo di fiducia, che saprà sicuramente indirizzarvi verso i prodotti migliori. In alternativa, su internet si possono trovare tabelle molto precise per controllare ogni mese quali frutti mettere nel carrello, come quella di Fruttasnack.eu, per esempio. Di spesa di stagione mese per mese si occupa anche il portale di Lifegate, che dispensa inoltre consigli utili su come non buttare o rovinare la preziosa spesa del fresco. Un esempio: giugno è la stagione delle albicocche; ricche di betacarotene, aiutano la pelle ad abbronzarsi. Se ve ne capitano alcune un po’ dure e non dolci, consiglia Lifegate, potete ricavarne un’insalata originale. Basta affettarle e condirle con sale marino, olio extravergine d’oliva e tanta menta fresca tritata (è di stagione!). www.fruttasnack.eu/it/ contesto-stagioni.html

però disliscarli, quindi, trascorso il tempo indicato, metteteli nel brodo, iniziando con le specie a carni più sode, alle quali occorre un maggior tempo di cottura. Insaporite con sale e pepe. • A fine cottura dei pesci, dopo circa 40 minuti, passate tutto al setaccio. Se risultasse troppo denso, allungatelo, mescolate e rimettete il passato sul fuoco, per circa 5-6 minuti, cioè il tempo necessario per amalgamare il tutto. • Abbrustolite le fette di pane, adagiatele nei piatti, versatevi sopra il passato di pesce e servite. Il ciuppin, può essere usato anche come condimento per le paste. Vino consigliato: Rossese, servito ad una temperatura di 10° circa. www.ricettablog.it

www.lifegate.it/it/eco/people/ alimentazione/spesa_di_stagione


È nato dell’a il portale groali e-com m e VDGS ntare i merce ta TORE .COM liano

Cucinare con i fiori

Primavera, stagione della fioritura: sapevate che oltre a una gioia per gli occhi i fiori possono essere una delizia anche per il palato? Alla cucina con i fiori, Comefare.com ha dedicato diversi capitoli. Dal risotto con le rose per una cena ad alto tasso di romanticismo, a primule, fiori di sambuco, dente di leone e nasturzi per primi piatti, secondi a base di carne, dolci frittelle e liquori. La giornalista e blogger Manuela Cuadrado, in arte Minù, passa in rassegna diverse ricette e miscela ingredienti quasi fossero incantesimi. Ecco la sua ricetta del gelato alla lavanda. Ingredienti: 2 tazze di panna liquida, 1/2 tazza di miele (o quattro cucchiai), 4 uova, una manciata di fiori di lavanda (libera da pesticidi e di sicura provenienza), un flaconcino di essenza di vaniglia. Lavate accuratamente i fiori di lavanda in acqua e bicarbonato e sciacquateli sotto l’acqua corrente. In una ciotola separate il tuorlo dall’albume. Sbattete i tuorli con il miele. In due ciotole separate, montate a neve la panna e gli albumi (un buon trucco è utilizzare lo sbattitore elettrico in ciotole precedentemente messe a raffreddare nel frigo: aiuta il composto a rassodarsi). Mischiati i tre composti mescolando piano (e sempre nello stesso verso!). Aggiungete i fiori di lavanda sminuzzati e l’essenza di vaniglia. Amalgamate dolcemente e, quando il composto risulta omogeneo, mettetelo nel congelatore. Questa è la parte più noiosa: dovrete infatti ricordarvi, a più riprese, di togliere il composto dal freezer e mescolarlo, altrimenti ghiaccerà. Iniziate dopo mezz’ora, mescolate e rimettetelo in frigo per un’ora. Dopo 3 ore dovrebbe essere pronto. Non scoraggiatevi, vedrete che ne vale la pena! comefare.com/t/cucinare-con-i-fiori

Un’insalata al giorno

L’insalata è un must per la stagione estiva, ottima per non stare troppo ai fornelli e fare il pieno di gusto e vitamine. Eppure a volte manca la fantasia, e ci si ritrova a mescolare in una terrina il solito trio cetrioli, pomodori e lattuga. A riportare la fantasia in tavola ci pensa Saladpride, con le combinazioni più sfiziose per insalate sempre nuove. Alcuni esempi? Mango, rucola, prosciutto crudo e

cous cous, oppure avocado, patate e radicchio rosso, o l’originale mix di lamponi, formaggio di capra e menta. A curare il blog bilingue, italiano e inglese, è David, un grande appassionato di food, come possiamo evincere dal contenuto stesso dello spazio web. Tantissime le ricette in archivio. Ispiratore. saladpride.blogspot.com

A tavola con i food blogger italiani... e i bruscandoli Una raccolta di oltre 350 tra i migliori blog di cucina italiani: questo è Ricette 2.0, un immenso ricettario on line, in costante aggiornamento, che trae i suoi segreti ai fornelli dalla community food della rete. Il portale funziona un po’ come un motore di ricerca e come un aggregatore, dove scovare ricette, segreti e astuzie provenienti dalla blogosfera. Un’iniziativa nata nel 2009 da cui è scaturito anche “Dai blog alla tua tavola”, un libro che raccoglie 60 ricette selezionate, curate da 20 dei food blogger che partecipano al progetto. Il volume, che può essere comprato sul sito ufficiale, contribuisce anche a una causa benefica e per ogni copia venduta, un euro sarà destinato alla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Da segnalare anche le interessanti sezioni tematiche, come quella dedicata a un’erbetta selvatica tipica della primavera: i

bruscandoli. Si tratta dei germogli del luppolo, simili nell’aspetto agli asparagi selvatici. Li si può trovare nei boschi, vicino ai rovi, in aree assolate e verdi, o anche sul ciglio di strade poco battute. Ottimi per minestre, risotti, frittate e torte salate. www.ricette20.it

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bottega golosa

Com’è dolce Firenze Una torta senza burro, farina, uova, latte, zucchero, conservanti e grassi vegetali ma buona e cremosa come un cioccolatino. È possibile? Di più, è la Torta Pistocchi!

di Marco Ghelfi

Pensando a Firenze gli spunti per una sosta certo non mancano: Piazza della Signoria, gli Uffizi, il Ponte Vecchio, il panorama da cartolina di Piazzale Michelangelo. Bene, se nutriti gli appetiti turistici vi sentite irrimediabilmente attratti da quelli della gola, con languorino da girone dei golosi, esiste un’altra tappa da non perdere: periferia nord della città, quartier generale dei Pistocchi, nome che da vent’anni accompagna una delle torte più conosciute fra i cultori del cioccolato. Anche se definirla torta è un po’ fuorviante: più corretto pensarla come un grande cioccolatino, morbido e cremoso, rubando le parole con cui Claudio Pistocchi descrive la sua creatura. La particolarità? Niente burro, farina, uova, latte né zucchero, zero conservanti e grassi vegetali. Solo l’incontro fra cinque varietà di cioccolato fondente, polvere di cacao e crema di latte, condito da esperienza e passione. Il risultato, godimento del palato a parte, è un prodotto che porta in dote le stesse calorie del cioccolato (sulle 520 ogni 100 grammi), adatto anche a soggetti intolleranti al glutine. Ideata da Claudio nel 1990, diventa un must della gastronomia di famiglia aperta tre anni dopo. Fama e richieste impennano con le prime fiere imponendo ai Pistocchi un bivio, imboccato con una svolta lungo la via del cioccolato. L’utilizzo del sottovuoto favorisce lo sbarco ben oltre i confini cittadini, garantendo l’integrità della torta per più di quattro mesi. Il nuovo laboratorio con punto vendita, inaugurato nel 2006, ha regalato spazi alla produzione ma anche al piacere di continuare a sperimentare e proporre, senza intaccare la dimensione artigianale che marchia i Pistocchi fin dagli inizi. In barba alle 85 mila torte prodotte ogni anno, ancora preparate e confezionate a mano, una per una. Al lavoro c’è tutta la famiglia: i fratelli Claudio e Claudia, babbo Mario e mamma Carla, la cugina Carlotta e Kritya, moglie di Claudio. Oltre alla versione classica esistono sette varianti, miscelate con ingredienti selezionati: peperoncino, caffè, amarene, agrumi di Sicilia, pere, fragole, cioccolato bianco e arance. Quattro i formati, da 40, 250, 400 e 750 grammi. Consigli per l’uso? Conservare rigorosamente in frigorifero, poi una mezz’oretta a temperatura ambiente, una spolverata di cacao amaro e il colpo di fulmine è servito.

Torta Pistocchi Via del Ponte di Mezzo, 20 Firenze Tel. 0550516939 www.tortapistocchi.it 80


Dagli autoctoni salentini e dalle mani delle donne brindisine vini che sanno di Mediterraneo

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A Tenute Rubino per la vendemmia delle donne

La coltivazione della vite in Puglia è una costante storica che attraversa tutte le epoche. Con la vite e il vino inizia la civiltà, nella vite e nel vino affondano le proprie radici le comunità del Salento, una terra meravigliosa circondata dal mare. Tenute Rubino in questo patrimonio vivo ha deciso di fondare il valore aggiunto del proprio percorso verso la qualità. Nell’azienda brindisina tutte le operazioni di viticoltura mirata effettuate sulle piante vengono svolte dalle donne, secondo un’esperienza e una sensibilità che si tramanda da madre in figlia: l’abilità manuale, la precisione dell’intervento e la velocità di esecuzione sono gli elementi qualificanti e identitari che, come le condizioni pedoclimatiche del territorio o le caratteristiche varietali di un vitigno, partecipano a definire l’unicità di quel vino e di quell’azienda produttrice. «Il lavoro in vigna – spiega Luigi Rubino – è essenziale per raggiungere nuovi traguardi qualitativi e questa consapevolezza ci spinge a mettere in primo piano chi nel vigneto opera e lavora, a partire dalle nostre donne, una risorsa importante che ci aiuta nella ricerca della qualità e nella definizione di una nuova immagine del vino pugliese in Italia e nel mondo».

Il concorso fotografico

La Vendemmia delle Donne per Tenute Rubino è uno degli elementi identitari, tanto da averle dedicato il concorso fotografico a premi Salento Photography Tellers. Il contest indetto da Tenute Rubino ha dato la possibilità di assistere, tra i canti e le voci delle donne, alla raccolta dei grappoli di Susumaniello, e di apprezzare e fotografare da vicino la meticolosità dell’opera delle lavoratrici nella selezione dei grappoli. Per la prossima edizione sono previste tante novità: presto il bando 2011/2012 sul sito tenuterubino.it dove sono già visibili le fotografie vincenti e tutte quelle che hanno partecipato alla passata edizione.

Tenute Rubino Via Enrico Fermi, 50 - 72100 Brindisi (Br) www.tenuterubino.com

L’alba di settembre - di Claudia Canepa

Il Saturnino è un rosato da uve di Negramaro, uno dei vini di Tenute Rubino più amati. Fragranti e fresche note di frutti rossi si aprono in bocca accompagnate da una grande mineralità e piacevolezza di beva

L’allegra fine - di Sandro Locorotondo

La cura di una donna - di Rossana Morgese


bon ton

di Alberto Presutti www.albertopresutti.it

Esagerare nel fare e nel dire, è un vezzo oramai comune che sfocia nell’esibizionismo. Già i Latini sapevano però che c’è una misura in ogni cosa Apparire non è essere, come l’abito non fa il monaco. La vita non è un teatrino di vanità. Il bon ton, che altro non è che una serie di comportamenti culturalmente desiderabili e accettati socialmente, consiglia di non esagerare mai, di non oltrepassare i confini del buon senso e, soprattutto, del buon gusto. Limiti, per molti, oramai vaghi e indefiniti. Si deve mostrare tutto quanto si possiede, pensano in tanti, e così allestiscono tavole dove l’apparecchiatura esubera ogni misura e quatità di accessori e posataria, mentre i mobili del salotto sono stipati di cornici di argento con fotografie di ogni epoca e generazione, quasi che le origini possano legittimare nobiltà o stile. Si esagera con le portate, a volte proprie di cucine esotiche che vengono a incrociarsi con piatti appartenenti alla cucina mediterranea. Si esagera con i regali, con i complimenti, con le attenzioni, perchè si ritiene che l’accudimento altrui sia un modo per apparire chic. Si è perso addirittura il rispetto di se stessi, e si sfoglia con noncuranza, in pubblico, il diario di emozioni private, e facendo questo magari si coinvolgono, facendone il nome e talvolta anche il cognome, persone quali parenti, amici o conoscenti, la cui privacy è violata con faciloneria e superficialità. L’esibizionismo è un male che come un virus si trasmette velocemente, contagiando in una spirale infinita anche i più smaliziati. Spia di quanto stava per accadere è stato l’uso del cellulare ai suoi primordi, quando era uno status symbol da mostrare anche facendo finta di telefonare. Già, perché poi il cellulare serviva “solo” a quello, allora… Ma il bon ton è la grazia del saper vivere senza fare gaffe, sapendo tenere un comportamento educato anche quando non si è osservati o al centro dell’attenzione. Le buone maniere hanno la particolare caratteristica di non essere proprie di una classe sociale, come spesso si credeva, anche per opportunismo: ricchi e poveri, giovani e vecchi, uomini, donne e bambini, nessuno è esente dall’osservarle. Quindi, come dicevano i Latini, est modus in rebus, ossia: c’è sempre una misura nelle cose, da non oltrepassare!

82 viedelgusto.it

A tutto c’è un limite!

L’esibizionismo è un male che come un virus si trasmette velocemente, contagiando in una spirale infinita anche i più smaliziati


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InViaggio 86

Assaggi di Ciociaria Città e borghi fortificati, seguendo il filo rosso della prima Docg del Lazio

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Tra gusto e scoperta Viaggio in Argentina per conoscere il Master of Food & Wine, uno degli eventi più significativi dell’enogastronomia mondiale

da pag. 94 Rubriche

• Turismo religioso • Lezioni di ospitalità

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inviaggio

Assaggi di Ciociaria

Lungo colline e contrafforti montani, tra città e borghi fortificati, seguendo il filo rosso della prima Docg del Lazio si scoprono prodotti d’eccellenza di Laura Ruggieri Partiamo dalla capitale con l’idea di scoprire la Ciociaria, nel basso Lazio, magari seguendo per un pezzo la Strada del Cesanese del Piglio Docg, la prima Docg del Lazio. Un percorso tra vigneti storici, aziende, cantine, enoteche, ristorantini, in una terra dove la viticoltura era praticata fin dall’antichità, lungo una strada nata relativamente da poco ma che già regala sorprese e piaceri attraversando colline, toccando paesini caratteristici come Piglio, appunto, ai piedi del Monte Scalambra, o Serrone o Paliano, ma anche raffinati centri storici come Anagni.

Un giro per cantine È un vino antico, il Piglio, di cui da qualche anno si assiste a una vera e propria rinascita; un vitigno di grande potenza espressiva, ricco e profondo, sicuramente tra i più importanti vitigni autoctoni. Insomma, eccoci davanti a un piccolo gioiello della viticoltura del Lazio con un ruolo di un certo interesse nel gotha enologico. Alla Strada hanno aderito 35 produttori, di cui 21 vitivinicoli. Il posto giusto per assaggiare tutte le produzioni è proprio la Casa della Strada del Vino in Contrada San Rocco, a Piglio, collocata tra l’altro lungo la pista ciclabile (con i suoi 40 km la più lunga in Europa). Qui troverete anche tutte le informazioni sul territorio e le aziende, e una fornitissima biblioteca con testi relativi al territorio e al vino. Pierluca Proietti, piccolo produttore con Terre del Cesanese, è il giovane e dinamicissimo presidente della Strada. Maria Berucci, figlia di


In apertura, Fiuggi. Dopo un periodo di crisi, la località termale sta rinnovando la sua offerta all’insegna di wellness e sport. A partire dal restyling delle Terme stesse, alla ricerca di un pubblico più giovane da parte degli hotel che si attrezzano con Spa e centri benessere

Manfredo Massimi Berucci (tra i primi a imbottigliare nei lontani anni ’70), è l’anima operativa della Strada e della promozione di questa realtà territoriale. Tra i protagonisti storici, nomi come Giovanni Terenzi o Antonello Coletti, con una delle aziende di maggiore interesse. Nel verde, tra i lecci, c’è l’azienda Casale della Ioria, altra etichetta di punta prodotta da Paolo Perinelli; come pure Colletonno, una delle aziende più belle e sorprendenti: un antico casolare su di un colle che domina il paesaggio, circondato dai vigneti e una cantina modernissima inondata di luce ricavata da una vecchia stalla. Marcella Giuliani è invece tornata da Roma e da altri lavori nella natia Anagni e nei vigneti di proprietà, e firma oggi vini tra i più importanti della denominazione.

Cucina e relax Ma anche la cucina si è riappropriata del passato, cercando nella memoria dei sapori, rivisitando la tradizione con un tocco più leggero, muovendosi tra territorio e innovazione. Non dimentichiamo che siamo nella terra di uno dei grandi della cucina laziale, Salvatore Tassa de Le Colline Ciociare di Acuto. Unico stellato della provincia, Tassa ha trovato in molti piatti una straordinaria sintesi tra la semplicità contadina e una cucina ricca, quasi sfarzosa. Altra figura importante per la cultura enogastronomica del territorio è Antonio Ciminelli, grande cultore del vino affiancato per tanti anni in cucina dalla moglie Maria, anima dell’ottimo indirizzo La Torre di Fiuggi. Piccolo centro ai piedi dei Monti Ernici, Fiuggi, famosissimo per le sue acque, dopo aver vissuto un lungo periodo di crisi, sta trovando ora una nuova vita all’insegna di wellness e sport. Scrollatasi di dosso l’immagine di vecchia località termale, per quanto alle Terme sia in atto un restyling, molti degli hotel stanno riconvertendosi in funzione di un turismo più giovane anche attraverso l’allestimento di Spa e centri benessere. Per il relax outdoor e per gli amanti del green c’è anche un campo da golf 18 buche in un’area verde tra la Fonte di Bonifacio VIII e il lago di Canterno. Da non sottovalutare anche una visita al centro storico.

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inviaggio

Antiche mura, antichi sapori

Il panpepato Il nome originario è in realtà panepapato, così detto per la ricchezza degli ingredienti utilizzati nella sua preparazione e forse anche per essere il dolce tipico di Anagni, città di Papa Bonifacio e una delle sedi del papato nel medioevo. Composto di frutta secca, miele e mosto secco, è conosciuto fin dall’antichità greca ed è divenuto il dolce popolare della città. La lavorazione è abbastanza laboriosa, richiedendosi almeno un giorno di riposo perché l’amalgama di frutta secca, cioccolata, canditi e uva passa, impregnati di miele e mosto cotto, mescolati con farina, possa considerarsi pronto quale impasto da cui ricavare pani da mezzo chilo da riporre nel forno a legna. Dopo una cottura di circa tre quarti d’ora il dolce è finalmente pronto per essere gustato a fettine sottili accompagnate da vini da dessert. Tra i migliori panpepati quello della panetteria Bianca Agostini di Acuto. Ottime qui anche le ciambelline al vino, gli amaretti, il tortolo. Da non perdere il pane ciociaro casareccio.

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Alla Strada del Cesanese del Piglio Docg aderiscono 35 produttori, di cui 21 vitivinicoli, tutti da scoprire. Cullati tra verde rigoglioso e angoli di storia

In apertura, uno scorcio della medievale Anagni. Qui sopra Colletonno, una delle aziende più belle della zona: un antico casolare circondato dai vigneti. La cantina è ricavata dalla vecchia stalla

Meta eccellente, soprattutto da un punto di vista storico-artistico, resta Anagni. Di origine antichissima, fu il fulcro dell’insediamento degli Ernici, poi conquistata dai Romani; conserva il ricordo di questa popolazione nelle mura che circondano il centro storico. Ma Anagni è soprattutto medievale, come si vede nel complesso e ricco tessuto urbano. A questa fase risalgono le profonde trasformazioni dell’assetto urbanistico tra cui la costruzione dell’imponente cattedrale romanica (1073-1104), edificio più importante e fiore all’occhiello della città. Anche Ferentino, Alatri e Veroli conservano l’aspetto peculiare della Ciociaria di epoca preromana e sono esemplari per la tipologia di città difesa da possenti mura e arroccata sui rilievi collinari in posizione strategica. Sulla strada per Alatri si incontra poi la località di Fumone. Entrando nel paese si ha la sensazione di passeggiare in un luogo dove il tempo si è fermato al Medioevo, quando il borgo aveva assunto la funzione di prigione; al centro sorge il castello-fortezza con un panoramico giardino pensile di 3500 mq, il più grande d’Europa. Giunti in prossimità di Alatri dalla strada si avvista parte dell’Acropoli e in basso un tratto delle mura poligonali con torri medievali. Tra le città fortificate, un altro gioiello è Veroli (con il suo buonissimo pane, pagnotte di circa 3 chili lievitate naturalmente, e il tipico ciammellone, ciambelle di pane all’anice intrecciate vendute nei mercati locali) con un centro storico medievale ricco d’atmosfera. Tra le città fortificate c’è anche Atina, più a sud, circondata da mura in opera poligonale, considerata nell’antichità l’ultimo centro difensivo contro il Sannio. Qui si produce un eccellente Cabernet favorito da ottime condizioni climatiche. Atina è anche la patria dei fagioli cannellini dalla buccia estremamente sottile a cui dà nome: si tratta di un delicatissimo tipo di fagioli bianchi dal gusto morbido coltivati in un’area piuttosto ristretta (circa 200 ettari). Spingendosi ancora più a sud sulla via dei sapori, si arriva nel territorio


Scelti per voi dove mangiare Lo Schiaffo In un palazzo del ’300 adiacente alla cattedrale, ha l’interno in pietra. Cucina del territorio rivisitata con sapienza. Tra gli antipasti, timballo di baccalà con cicoria; tra i secondi, gustoso agnello farcito con menta e fave; il pane e le paste sono tutte fatte a mano. Prezzo medio 40 euro esclusi i vini. Via Vittorio Emanuele, 270 Anagni (Fr) Tel. 0775739148

In questa pagina: una passeggiata tra i filari di Cesanese del Piglio; il tipico ciammellone di Veroli e, sotto, il peperone cornetto di Pignataro Interamna

di Pontecorvo e di Pignataro Interamna, dove viene coltivato il peperone cornetto lungo gli argini del fiume Liri. Si tratta di una delle colture più importanti della Ciociaria, così chiamato per la forma allungata e ristretta che termina con tre punte finali. Caratteristica è la buccia sottile, così come sottile è la polpa il che lo rende molto digeribile. Un po’ più a sud, in direzione di Esperia e Ausonia troviamo, invece, la marzolina (presente anche nella zona di Amaseno, famosa per gli allevamenti di bufala) una caciottina lavorata con latte di capra, e talvolta anche di pecora, dal sapore forte e caratteristico. È un formaggio che richiede una buona dose di manualità e da 3 a 6 mesi di stagionatura in anfore di terracotta o in ampolle di vetro al buio.

La Conca Una trattoria in posizione panoramica dall’ottima cucina casalinga con molte specialità ciociare. Da non perdere le fettuccine fatte a mano col sugo di umido, il castrato, la carne sulla griglia e le verdure locali. Prezzo medio 25 euro vini esclusi. Piazza Pais, 6 La Forma (Fr) Tel. 077559567 Osteria Vicolo Forno Fatato Un angolo fatato, è il caso di dirlo. Atmosfera vintage autentica e una cucina memorabile realizzata con passione e dedizione da Nadia e servita con garbo da Pompeo. Tra i tanti piatti: frittelle di borragine e scrigni di zucchine con formaggio primo sale, gnocchetti asparagi, spuntature e cipolline fresche. Tra i secondi un lombo di agnello al forno con erbe di montagna e bacche. Prezzo medio 25 euro vini esclusi. Vicolo Forno fatato, 1 Piglio (Fr) Tel. 0775503035

dove dormire Antico Borgo Delizioso bed & breakfast nel centro storico di Fumone. Gestito da una signora inglese, la formula comprende notte più prima colazione all’italiana da gustare in una stanza del ’400 coperta da un soffitto con travi a vista. Doppia 50 euro. Via del Fico, 5 Fumone (Fr) Tel. 077549791

Casa Lawrence È un affascinante agriturismo la casa dove per un periodo visse lo scrittore inglese. Nell’azienda agricola si producono ottimi formaggi e yogurt. Doppia B&b 80 euro. Via Serre, 42 Picinisco (Fr) Tel. 0776688183 – 3490723087 Hotel Ambasciatori&Tangerine Classico e di grande comfort ha una delle migliori Spa della zona. Doppia B&b 150 euro (prezzo medio). Via dei Villini, 8 Fiuggi (Fr) Tel. 0775514351 Villa La Floridiana Villa del tardo ’800 a cinque minuti da Anagni, immersa nella campagna. Gusto ed eleganza caratterizzano le camere, ampie e confortevoli, una diversa dall’altra e arredate con mobili d’epoca. Doppia B&b 90 euro. Via Casilina km 63, 700 Anagni (Fr) Tel. 0775769582

dove fare shopping Macelleria e Salumeria Minori Ottima carne e una grande scelta di salumi artigianali e formaggi: lonza al cesanese, guanciale di Serrone, salsiccia secca dello Scalambra, pancetta steccata, formaggio alle vinacce di cesanese del Piglio. Via Prenestina SS.155, 306 La Forma (Fr) Tel. 0775595774 Prodotti tipici della Ciociaria Paste, mieli, confetture, formaggi come la marzolina, i pecorini e le ricottine, salumi, verdure fresche e ortaggi locali sott’olio come il peperone di Pontecorvo, i fagioli cannellini di Atina, l’olio, vini e tartufi. SS 155, km 2, 600 Alatri (Fr) Tel. 0775403003

numeri utili APT Provincia di Frosinone, Tel. 077583381 Pro Loco di Anagni, Tel. 0775727852

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inviaggio

Tra gusto e scoperta Partiamo per un viaggio in Argentina, dove si è svolta la tappa di aprile del Master of Food & Wine 2011, uno degli eventi piĂš significativi dell’enogastronomia mondiale di Sergio Siciliano - foto di Paolo Petrignani

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Il gusto è un senso, se pur soggettivo, spesso contaminato da cultura e tradizioni. Partendo da Roma in un volo di 14 ore si arriva nella terra argentum: l’Argentina. Se gran parte del suo splendore lo deve alla storia di pionieri e colonizzatori, all’influenza europea in tutte le sue forme, all’arte del tango, alla cultura letteraria di Borges e Cortàzar, è da non sottovalutare la crescita economica legata anche alla produzione di vino. Per questo motivo l’Argentina ogni anno è culla di uno degli eventi più significativi legati all’enogastronomia mondiale, il Master of Food & Wine. Ma andiamo con ordine. Atterrati in terra argentina, la prima tappa di questo nostro viaggio è la caotica e volitiva Buenos Aires. Fondata dallo spagnolo Pedro de Mendoza nel 1536, è la capitale e vanta più di tre milioni di abitanti. Pur soffrendo di grosse crisi politiche, i porteňos mantengono una dignità austera rendendo Buenos Aires unica. Rio de la Plata, Catedral Metropolitana, Museo Històrico Nacional, Porto Madero, sono alcuni dei monumenti e quartieri imbastiti da strade perpendicolari la cui direzione è una, il piacere del palato. Dopo una dovuta sosta al Melià Buenos Aires, proseguiamo dunque verso El Cuartito che serve ottimi impasti di pizza conditi dalla passione tipica di questo popolo. Tra mostre e pub, moda e musica arriviamo nella downtown, dove l’Hotel Panamericano ospita uno dei ristoranti più trend della zona, il Tomo 1. L’eleganza e la poesia del suo menù, dal criollo alla mburucuya, legato alle note di vini (Brut Nature, Antologia WVIII 2004 e grappa Rutini), portano all’esaltazione di un’orchestra che lo chef dirige abilmente. Lasciando la capitale ci spostiamo nella zona centro-occidentale, dove il nostro aereo enogastronomico atterra alla volta di una delle vie principali della comunicazione tra l’Argentina e il Cile, Mendoza. Sosta frequente per gli scalatori diretti sull’Aconcagua (la vetta più alta del continente americano), in inverno è meta di molti

Master of Food & Wine World Tour 2011

In apertura, l’ingresso del Park Hyatt di Mendoza. In questa pagina, dall’alto: uno scorcio delle campagne di San Juan; un momento di convivialità e degustazione delle specialità locali; una tavola imbandita con oli argentini

Tour a carattere mondiale durante il quale è possibile incontrare chef e sommelier di fama internazionale, quest’anno ha visto come protagonista Mendoza ad aprile, e toccherà Washington a giugno, Zurigo a settembre e Shanghai in novembre. L’intento del tour è di incentivare il turismo attraverso la scoperta di realtà locali legate alla produzione di vino e alla gastronomia tipica. Spesso le degustazioni sono accompagnate, proprio per l’internazionalità dell’evento, da creazioni di chef a carattere mondiale. Oltre a Mendoza, la tappa argentina ha compreso Buenos Aires e San Juan, località rinomate nel settore enogastronomico e nella produzione di vini. L’istituto Nazionale di Promozione Turistica Argentina (Inprotur che ha organizzato tutto il viaggio) e l’Ambasciata Argentina in Italia, hanno selezionato Sergio Siciliano (autore/ scrittore e conduttore tv) e Paolo Petrignani (fotografo) per rappresentare l’Europa con altri sei delegati arrivati dall’Australia, America del Nord e Giappone. 91


inviaggio

In alto: un suggestivo scatto del Parco provinciale Ischigualasto. Sotto: una bella immagine della cantina della bodega Zuccardi di Mendoza (www.familiazuccardi.com), e un momento di degustazione in bodega a San Juan. Per saperne di più sul Master: www.mastersfoodandwine.com

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Se gran parte del suo fascino lo deve alla sua storia, al tango, a Borges e Cortàzar, la crescita economica dell’Argentina è legata a doppio filo anche alla cultura del vino sciatori per la vicinanza alle Ande. Situata a nord-ovest, dove le condizioni agroclimatiche sono favorevoli, è rinomata per la produzione di vino e olio. Nel cuore di Mendoza, in Plaza della Independencia, spicca il Park Hyatt: residenza ufficiale del Master of Food & Wine 2011. Icona del mondo gastronomico, riunisce esperti di tutto il mondo. Per la ricercatezza di stile, fantasia e tradizione ricordiamo, tra gli altri, gli chef italiani Nicola e Fabrizio Carro (Quarto Restaurant, USA), il brasiliano Rodrigo Olivera (Mocotò), il messicano Juan Pablo Loza (Hotel Maroma), lo svizzero Frank Widmer (Park Hyatt Zurigo). Tra i vini rossi ritroviamo essenze di Merlot, Malbec, Bonarda, Pinot Noir; per i bianchi emergono Pinot Blanc, Chardonnay Della Borgogna, Sauvignon. Protagoniste assolute del Master sono le Bodegas: Catena Zapata, Cheval des Andes, Rutini, Terrazzas de los Andes, Trapiche e Zuccardi. Tra i sommelier si sono distinti: Charlie Arturaola (USA), Rodrigo Kohn (Brasile). Spostandoci più a nord ci addentriamo nella regione montana dove troviamo la splendida San Juan. Devastata nel 1944 da un terremoto, fu ricostruita in viali concentrici perdendo parte della sua architettura coloniale. L’Hotel Del Bono è l’emblema della modernità nel cuore del centro rurale. L’impegno del Governatore José Luis Gioia sulle energie alternative e sullo sviluppo vitivinicolo ne ha permesso la rinascita economica. Rinomate per il loro vino corposo, fruttato e per lo champagne, ricordiamo le aziende Merced Del Estero e Callia. L’asado, l’empanadas, la parillada, sono tra i piatti principe di questa terra. L’ultima tappa del nostro tour è nel Parco Provinciale Ischigualasto (luogo dove tramonta la luna) considerato patrimonio naturale dell’Unesco. Si distingue per il colore delle sue rocce arse al tramonto, tra rosso mattone e verde smeraldo, la presenza di fossili e di vegetazioni aride e desertiche.



il turismo religioso

La destinazione religiosa non passa di moda I flussi di turisti verso le più note mete vacanziere non sono mai costanti e risentono delle mode o dei gravi fatti sociali che non di rado le sconvolgono. Diversa la situazione per i luoghi di culto

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di Roberto Lavarini Sociologo dell’ambiente e del territorio

Il fatto che scoppi una rivolta in un altro continente condiziona fortemente la scelta delle destinazioni da parte dei turisti. Va comunque detto che questi disorientamenti dovuti all’ansia, alla paura di essere coinvolti, è di breve durata, anche se massiccia. Le gravi situazioni sociali e politiche che stanno sconvolgendo il Nord Africa non hanno infatti cancellato i flussi turistici, li hanno solo deviati. Anche l’Egitto, che alla fine di gennaio di quest’anno è stato tra i primi a vedere le folle scendere in piazza e dare una spallata al governo di Mubarak, ha vissuto un periodo di notevole rallentamento, ma già verso la fine di febbraio i comunicati dei tour operator parlavano di netta ripresa. Anche le destinazioni religiose risentono dei gravi fatti politici e sociali. Si pensi alla Terrasanta. È vero che in tempo di guerra i turisti sono diminuiti ma, anche qui, il rallentamento è durato poco. Appena si ha sentore che venga garantita una seppur minima sicurezza, di nuovo riprendono viaggi e pellegrinaggi. La destinazione religiosa è in genere più stabile delle altre. Non risente della stagionalità, ha i picchi delle celebrazioni e degli anniversari distribuiti nell’arco di tutto l’anno e i luoghi sacri si trovano ovunque, specialmente fuori dai grandi centri urbani e lontano dalle grandi rotte turistiche, quindi lontani dai focolai delle rivolte e dalle grandi manifestazioni popolari. È pur vero che gli operatori cercano di combinare sacro e laico e i grandi alberghi che ospitano i turisti sono nei centri urbani, così come le molte attrazioni storiche, i musei, i monumenti, le vie dello shopping, etc. A volte, però, l’offerta degli operatori rappresenta un mix discutibile come quando nello stesso pacchetto si trova Medjugorje insieme ai casinò degli alberghi lungo la costa, o Fatima con la visita di Porto e la costa portoghese o il soggiorno alle isole Tremiti con l’escursione a San Giovanni Rotondo da San Pio. Ma sono proposte per catturare il turista religioso più che il pellegrino. Le destinazioni religiose possono essere definite “classiche” perché durano nel tempo e non risentono particolarmente dei capricci della moda.Se una destinazione ritenuta di moda d’improvviso non viene più citata sulle riviste perché non viene più frequentata da vip e stelline, inizia a decadere velocemente. Potrà certo rinascere, ma con grande lentezza e con enormi investimenti di denaro. Molte località delle nostre coste sia liguri sia


Santuario della Madonna del Divino Amore – Roma Il santuario ha due chiese: quella originale del 1745 e una moderna del 1999. La storia racconta di un viandante che, nel 1740, venne salvato dall’assalto di un branco di cani inferociti dall’immagine della Madonna con il Bambino, dipinta sul muro di una torre. Papa Benedetto XIV decise di concedere l’indulgenza plenaria a chi avesse visitato il santuario e ciò diede l’avvio a un incredibile flusso di pellegrini. Dopo un lungo periodo di declino, alla metà del secolo scorso riprese a essere il “santuario dei romani” attirando fedeli e pellegrini da tutto il mondo. Celebri e frequentatissime le processioni che ogni domenica, al termine della Santa Messa delle 18.00, si svolgono con il Santissimo Sacramento. Nel periodo invernale si parte dal Nuovo Santuario e si arriva nella Cripta dell’Addolorata; mentre in quello estivo, terminano all’Antico Santuario. Il cammino di preghiera si conclude con la benedizione eucaristica. Santuario di San Gabriele dell’Addolorata – Teramo Il santuario, che sorge ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo, è tra i più conosciuti sia in Italia che in Europa. Due milioni di pellegrini vi arrivano ogni anno per pregare sulla tomba del giovane studente passionista San Gabriele dell’Addolorata. Il santuario è divenuto, in questi ultimi decenni, uno dei fenomeni più singolari della religiosità popolare nell’Italia di fine millennio. Ampia la fama del Santo e dei miracoli che ha compiuto, che si basa su una ininterrotta serie di fatti soprannaturali, testimoniati da migliaia di ex voto donati dai fedeli al santuario.

Gerardo Maiella, missionario redentorista, è invocato in tutto il mondo come il Santo delle mamme e dei bambini. Spentosi a Materdomini il 16 ottobre del 1755 alla giovane età di 29 anni, la sua breve esistenza diverrà nota come la Vita Meravigliosa di San Gerardo Maiella. Nel 1931 la statua della Materdomini fu incoronata con diadema d’oro dal Capitolo Vaticano. Tutta questa ricchezza di arte e di devozione venne distrutta dal terribile sisma del 23 novembre 1980. A distanza di 20 anni, il 30 aprile del 2000, nel corso del Grande Giubileo, veniva restituita al culto la Basilica. Non piu ricca di fregi e affreschi è stata ricostruita sulla stessa pianta della precedente risultando un po’ più allungata in quanto è stato inglobato il portico d’ingresso. Un’altra variazione è la collocazione della tomba del Santo che non si trova più nell’altare della navata destra, dove è rimasta la statua di S. Gerardo, ma al centro della chiesa dietro un bellissimo altorilievo in marmo dove si intravede la nuova urna in cristallo, argento e madreperla, che contiene il corpo di San Gerardo

adriatiche possono essere citate come facile esempio, ma un santuario, una cattedrale non può essere di moda in un certo periodo e non in un altro. Poco importa se ci vanno personaggi noti, perché non sono loro a decretarne il successo e a renderla una meta attraente. Certo, non dispiace vedere le magliette di Totti lasciate al santuario del Divino Amore presso Roma o la bicicletta donata da Gimondi. Ma sono altrettanto importanti i fiocchi rosa e azzurri che tappezzano ogni centimetro del santuario di San Gerardo Maiella presso Avellino, o i milioni di ex-voto in quello di San Gabriele dell’Addolorata, vicino a Teramo. La fede, la sensibilità personale, il desiderio di dare risposta alle proprie più intime domande, la voglia di capire che cosa è accaduto proprio in quel luogo, il sentirsi partecipe di un grande evento, il vivere una vera esperienza da soli o con gli altri, il piacere di vedere di persona: sono queste solo alcune delle moltissime motivazioni che spingono il viaggiatore moderno verso i luoghi sacri.

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lezioni di ospitalità

di Roberto Lavarini Sociologo dell’ambiente e del territorio

Anziani in hotel Il turismo degli over 65 è molto apprezzato dagli operatori del settore. In genere si muovono in gruppo, apprezzano un viaggio ben pianificato, senza sorprese, e sono curiosi di tutto, anche di ciò che per molti è trascurabile. Ma, soprattutto, è un turismo fuori stagione Il mondo della terza età è un mondo complesso, popolato di luoghi comuni che portano a vedere l’anziano come una persona che tristemente si sta muovendo lungo il suo personale viale del tramonto. Anziani appassiti, senza grandi interessi, senza entusiasmo per la vita. E invece sorprende la loro voglia di esplorare nuove frontiere partecipando entusiasticamente a viaggi sempre più lontani. Il turismo, poi, sembra rispondere pienamente alle molte attese maturate nei lunghi anni di attività lavorativa. Quella degli ultra sessantenni è ritenuta l’età in cui si ha l’opportunità di prendersi cura di sé, di imparare cose nuove, di socializzare, di divertirsi. Ed è proprio questo aspetto che ci porta a sfatare un altro luogo comune, quello che mostra l’anziano refrattario a ogni novità e in special modo agli strumenti tecnologici. L’anziano, e in particolare l’uomo anziano, è curioso e ama sperimentare. Se nella sua stanza d’albergo trova attrezzature e servizi di cui pensa di poter usufruire, lo fa con convinzione ricevendo in cambio l’importante sensazione di essere al passo con i tempi. Molte ricerche sul campo, infatti,

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mostrano un anziano che si avvicina sempre di più a internet, dove trova siti dedicati, informazioni specifiche e si sente un soggetto “interessante” per molti operatori. Avere internet nella propria stanza d’albergo è considerato un plus anche se non lo si utilizza. Perciò, la connessione in camera non serve solo agli uomini d’affari per leggere la posta o avere informazioni aggiornate. Serve “persino” al cliente anziano che gli attribuisce un valore paragonabile all’aria condizionata, che ama regolare autonomamente sia d’inverno che d’estate, alla presenza di un frigo bar ben fornito o alla bella vista dalla finestra. Il mondo degli over 65 è ancora misterioso anche per quegli imprenditori alberghieri che, pur operando nel settore turistico, lo vedono come un cliente da accudire. Nella loro comunicazione offrono assistenza medica e infermieristica, corsi di fisioterapia, ginnastica riabilitativa e tutti quei prodotti e servizi che si ritengono specifici per chi soffre di qualche acciacco o è in convalescenza. Eppure, non c’è nulla di peggio che di essere trattato da anziano. Parola di anziano.

Il contesto territoriale L’anziano in viaggio apprezza la cucina genuina con specialità locali, che l’albergo abbia una posizione tranquilla ma centrale, vicina alla piazza principale, ai giardini, ai percorsi per passeggiate ma anche ai bar dove potersi sedere, alla farmacia, alla chiesa. Ama mangiare bene e apprezza il buon cibo tradizionale e qualche bicchiere di vino locale. Gli anziani, ma in special modo le donne anziane, amano stare a contatto con i giovani, scambiare qualche battuta e, spesso, fare domande impertinenti. Come i giovani amano le feste e il ballo, specie quello liscio o folkloristico. Sono appassionati di sagre e mercati di ogni tipo, da quelli generici ai mercatini specializzati in “cose vecchie”.


Encomio alla qualitĂ - IdentitĂ di un’azienda Parliamo spesso di qualitĂ in vigna e in cantina per ottenere un prodotto speciale e questa è la prerogativa di Terredora, l’azienda vitivinicola di Montefusco. Ho avuto occasione di conoscere l’azienda e una famiglia, quella di Walter Mastroberardino, con i figli, Daniela, Lucio e Paolo, che mi hanno insegnato la filosofia della vigna. Ho chiesto a Paolo Mastroberardino com’Ê possibile avere una cosĂŹ variegata tipologia di terreni. Sono queste - ci dice le zone piĂš vocate alla coltivazione della vigna; allora impariamo che CampoRe è il terroir coltivato sia

a Fiano che ad Aglianico. Un altro territorio il Terre di Dora, e poi ancora con Terre degli Angeli, Loggia della Serra e Pioppo del Cappuccino, da cui nascono i crÚ di Greco di Tufo Docg. In ogni sorso di Greco diTufo trovate la differenza, Loggia della Serra, o Terre degli Angeli. Il Fiano di Avellino del crÚ CampoRe e quello di Terre di Dora, per non parlare dell’Aglianico, che poi diventa Taurasi con gli anni trascorsi in cantina, e in un sorso sentiremo i profumi di un vino dove le mani sono quelle di uomini cresciuti con l’idea di dare identità ai loro vini.

Ricetta tonnarelli cacio e pepe

Un piatto tra i piÚ difficili della cucina romana per chi non ha dimestichezza con pile, padelle, fornelli e piatti. Per una perfetta riuscita dovete essere veloci nei passaggi. Si cuoce la pasta in abbondante acqua salata precedentemente. Arrivata a giusta cottura, rigorosamente al dente, si fa scolare lasciandola appena brodosa. Questo residuo di acqua giocherà a vostro favore nel far sciogliere pepe e pecorino, lasciandoli amalgamare al meglio con la pasta: qui l’abilita del cuoco a girare quanto basta per creare la cremina.

ingredienti per 4 persone: s 440 gr di tonnarelli s non meno di 2 etti di pecorino grattuggiato s un buon cucchiaio di pepe macinato grosso s acqua di cottura

Fontanella Sistina Il ristorante, il cui proprietario è Roberto Pepi, è situato all’inizio dell’elegante via Sistina presso Piazza Barberini con al centro la sua fontana del Tritone. Prende il nome dalla Fontana delle Api, realizzata da Gian Lorenzo Bernini, che sino agli inizi del ‘900 si trovava all’angolo di via Sistina. Roberto, con la sua esperienza di quasi mezzo secolo dedicato alla ristorazione tramandata dal papĂ Salvatore, saprĂ consigliarvi degli ottimi piatti legati alla tradizione romana oppure delle vere e proprie prelibatezze marinare. Imperdibili sono i tonnarelli cacio e pepe, per i quali viene utilizzato da sempre solo pecorino romano Brunelli e con i quali consigliamo un Taurasi di Terredora, i bucatini all’amatriciana o le linguine al nero di seppia. Troverete anche ottime proposte per la carne grigliata e il pesce, con arrivi giornalieri. 6IA 3ISTINA 2OMA 4EL WWW LAFONTANELLASISTINA COM

Terredora di Paolo s.s.a. (SocietĂ Semplice Agricola) Via Serra Snc 83030 Montefusco (Av) - Italia Tel.++39.0825.968215 Fax ++39.0825.963022 www.terredora.com info@terredora.com



Piaceri 100

Paese che vai, sagra che trovi Prima parte di un viaggio tra feste, fiere locali e tipicità enogastronomiche nazionali

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Antichi sapori in cucina La produzione di utensili in coccio è una tradizione per l’artigianato italiano

da pag. 110 Rubriche

• Benessere • Tendenze • Arte • Libri • Spettacoli

Marco Zanetti di Mokarabia, pag.110

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piaceri

Paese che vai, sagra che trovi Prima parte di un lungo viaggio tra fiere locali e feste in onore delle tipicità enogastronomiche nazionali tra storia, “tarocchi” e litigi rigorosamente made in Italy di Francesco Condoluci

va di Sagra dell’U

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Sagra del Ca rciofo Roman esco di Ladi spoli

Soriano Castagne di Sagra delle

nel Cimino

Scrivere di sagre, in Italia, è praticamente come cercare un ago in un pagliaio. Assodato che la loro comune origine affonda nelle feste religiose latine (sacrum, sacro) celebrate in antichità davanti ai templi e, in epoca più recente, alle chiese (da qui il termine sagrato), per propiziarsi la bella stagione con l’offerta di prodotti della terra, per il resto è praticamente impossibile o quasi, districarsi nel groviglio di grandi, piccole e piccolissime manifestazioni che, non solo nel pullulante mese d’agosto, ma, di fatto, in ogni periodo dell’anno – dalle Alpi ai Nebrodi, da Aosta fino a Trapani – omaggiano l’incommensurabile tradizione enogastronomica del Belpaese. Dal celeberrimo Festival del Prosciutto di Langhirano (Pr) alle misconosciute Festa da Pasta cu l’Agghia e Sasizza Arrustuta di Buseto Palizzolo nel Trapanese e Sagra della Ciriola Copparola in Umbria, nell’Italia delle cento città e dei mille campanili, ogni grande centro e ogni sperduto paesino di periferia vanta infatti una propria festa enogastronomica, una kermesse folcloristica da celebrare all’insegna di piatti, forchette e bicchieri ricolmi, non disgiunti da musica e spettacoli. Chi ha provato a quantificare il fenomeno (è il caso del portale specializzato www.sagre.it) si è fermato a 461 eventi specifici che ogni anno si tengono in tutte le regioni d’Italia, ma il

Sagra del Pr osciut to di L anghir ano

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piaceri Alla ricerca della sagra perduta Massa detiene probabilmente il record del numero maggiore di sagre effettuate: quella del Cavatore e della Panzanella, della Castagna e della Pattona, dell’Aglio e delle Cipolle, della Trippa e del Burbughion (che è un minestrone di verdure), del Cinghiale e della Cozza. Poi ci sono le feste di partito e quelle religiose. Un numero elevatissimo, come spesso avviene forzato dalla mera necessità del comitato organizzatore di fare cassetto, senza una vera e propria cultura storica che ne supporta l’esistenza. In altri casi la sagra è l’unico momento in cui un piccolo centro come Magasa, alta sul lago di Garda, un centinaio di abitanti al confine tra Brescia e Trento, riesce ad animarsi (la seconda domenica di settembre). O come accade alla frazione Cantone di Parrano nel Ternano, dove nell’agosto di ogni anno le grotti (cantine scavate nel tufo) che si aprono nel punto più alto del paese propongono il polletto alla brace: un’occasione unica per conoscere questo borgo. Nel cuore dell’Ogliastra, a Lanusei, nella seconda metà di giugno si ripete invece da quasi trent’anni la Sagra della Ciliegia, unica nel suo genere perché, oltre a celebrare il frutto estivo con svariate degustazioni, è l’occasione propizia per assistere a numerose sfilate di gruppi folcloristici e soprattutto dei tenores che fanno da colonna sonora. A ottobre a Monteroduni (Is) segnaliamo la Sagra della Scurpella, un fritto d’impasto salato; l’11 novembre non va persa l’opportunità di passeggiare per le strade di Ruviano (Ce). Vedrete gli abitanti (maschi) abbigliati con cappelli dalle gigantesche corna: è infatti la Festa dei Cornuti, e si svolge il giorno di San Martino da Tours, protettore dei mariti. di Riccardo Lagorio 102

Dall’alto: a Lanusei, in Sardegna, la Sagra della Ciliegia offre frutta fresca da assaporare mentre i tenores cantano. Sotto, la Sagra delle Castagne che dal 1968 anima Soriano al Cimino. Seguono due ricchi stand della Sagra del Pistacchio di Bronte

calcolo è del tutto aleatorio.Tra sagre tipiche, fiere locali, feste da Strapaese e altre iniziative similari, il numero può arrivare invero anche a 3 mila manifestazioni locali l’anno, organizzate nel 50% dei casi dalle Pro Loco. Abbastanza insomma per provocare, oltre alla soddisfazione dei promotori e al visibilio degli aficionados del genere (secondo un sondaggio promosso da Coldiretti nel 2009, sono 3 su 4 gli italiani che ogni anno vi partecipano), puntuali malumori tra sagre e ristoratori e feroci litigi che nemmeno l’accordo di collaborazione firmato lo scorso anno da Fipe-Confcommercio e Unione delle Pro Loco Italiane, è riuscito a sedare. Del resto, quello delle sagre tarocche messe in piedi (spesso con fondi pubblici concessi dalla solita politica compiacente) per puro fine di lucro, in barba alla genuinità e alle tipicità, usurpando nomi e violando ogni regola compresa quella del buon gusto, è un cattivo costume tipicamente nostrano che, ahinoi, difficilmente si riuscirà mai ad arginare. Per gli amanti del gusto e i turisti che hanno voglia di un tuffo nella genuinità enogastronomica più autentica e sono alla ricerca dei sapori (e dei saperi) più veraci della cucina tricolore, basterà comunque affidarsi, more solito, alla tradizione. La storia non tradisce mai, infatti. E di sagre storicizzate, lo Stivale è pieno. A cominciare dalla Sagra del Carciofo Romanesco di Ladispoli. “La più grande e antica sagra del carciofo del mondo” recita lo slogan di questa manifestazione famosa in tutta Italia, che si svolge ogni anno in aprile, ormai da 60 edizioni. Una tre giorni di festa e di folclore in cui i migliori ristoratori della città propongono ai visitatori piatti tradizionali dedicati al carciofo, come il brodetto di carciofi, i carciofi alla Giudia e alla romana, i carciofi fritti e ripieni, oppure il carciofo servito in salse e primi piatti. Uguale respiro nazionale e altrettanta tradizione storica


Tra sagre, fiere legate al territorio e feste da Strapaese, il numero delle manifestazioni locali in Italia può arrivare a 3 mila l’anno

vanta la Sagra delle Castagne di Soriano nel Cimino, nel Viterbese che, dal 1968, ogni anno in ottobre, si sviluppa in due momenti: la rievocazione degli eventi più significativi della storia del paese e l’omaggio a uno dei frutti più nutrienti del territorio, la castagna (vojola in dialetto locale), servita in ogni modo all’interno delle taverne cittadine agghindate, per l’occasione, secondo il costume medievale. Un evento da guinness dei primati è la Sagra del Pesce di Camogli che, fin dal 1952, a maggio, costituisce uno degli appuntamenti gastronomici più attesi dell’anno, per via dell’usanza di dispensare gratuitamente fino a 30 mila porzioni di pesce freschissimo e fritto ad arte, ma soprattutto per l’impressionante maxi padella impiegata (26 quintali di peso e un diametro da 3,8 metri). Risale invece agli anni ’20 l’origine della Sagra dell’Uva di Marino che, come tradizione vuole, ogni anno durante il periodo della vendemmia riempie di vino, musica

e poesia la cittadina dei Castelli Romani. Tra le sagre più giovani, val la pena segnalare in Campania il Gusta Minori, evento a metà tra gastronomia e arte che a settembre offre percorsi inediti lungo le “vie dell’arte e del palato”, con convegni, manifestazioni culturali e degustazioni di tipicità come sfusato amalfitano, pasta a mano, pesce azzurro, formaggi dei Monti Lattari, pastiere e zeppole di Natale. Per chi invece passa in Sicilia, nel mese di ottobre, una sosta d’obbligo è alla Sagra del Pistacchio di Bronte: qui, all’ombra del vulcano più alto d’Europa, nell’unica regione italiana che lo produce, da 20 anni a questa parte si possono assaggiare le più fantasiose varianti del cosiddetto “oro di Bronte”, non solo nei dolci, ma anche nei primi piatti. Tutto qui? Macché: il viaggio nelle sagre d’Italia è appena cominciato.

Durante la Sagra del Pesce di Camogli, in auge dal 1952, vengono offerte gratuitamente fino a 30 mila porzioni di pesce freschissimo e fritto ad arte, cotte in una maxi padella da 26 quintali di peso e un diametro da 3,8 metri

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Piacere, per tutti i sensi

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Bresciano di origine boema, Carlo Hauner, arriva per la prima volta alle Eolie negli anni 60 e, dopo un decennio, decide di trasferirvisi. Personaggio eclettico, designer, pittore, ma soprattutto appassionato di enologia, vota la sua vita a questo suo grande amore e fonda l’azienda che ancora oggi porta il suo nome Produce circa 50 mila bottiglie di Malvasia, tra naturale e passita, assieme all’Antonello, vino di gran lignaggio invecchiato in barrique, al vulcanico rosso Hierà, al bianco barricato Carlo Hauner, e ai vini da tavola Salina bianco, Salina rosso, l’Azienda Agricola Hauner, condotta da Carlo Junior, figlio di quel Carlo al quale si deve il ritorno in auge del tradizionale vino liquoroso delle Eolie. A cavallo tra gli anni 60 e 70, Hauner, trasferitosi a Salina dal bresciano, apprende infatti tradizioni e tecniche per la produzione della Malvasia e, una volta maturata la consapevolezza di potere, con la sua creatività e il suo spirito di iniziativa unico, contribuire al rilancio del “nettare degli dei”, mette insieme una ventina di ettari incolti e dona nuova vita agli antichi vigneti. Negli anni introduce anche innovazioni, come la tecnica di far appassire l’uva sulla vite e di raffreddamento durante la fermentazione, che affascinano gli esperti. A partire da Veronelli che porta la Malvasia Hauner sulle tavole dei più prestigiosi ristoranti del mondo. Oggi, alla principale attività di produttori di vino, i discendenti di Hauner hanno affiancato quella di produttori di capperi, denominati per primi come Capperi di Salina. Nelle etichette dei prodotti dell’azienda, i colori e i motivi tanto amati da Hauner: i rossi e gli arancio del sole, il nero del vulcano, l’azzurro del mare. Sono i suoi quadri - tranne l’etichetta dell’Antonello, quadro di Antonello da Messina -, quelli che in gioventù aveva esposto persino in Biennale, a Venezia, e che oggi tramandano il ricordo di una grande personalità, per tutti i sensi. Carlo Hauner cantina Via Umberto I – Località Lingua 98050 S. Marina Salina (Me) - Isole Eolie Ufficio commerciale Via G. Grillo, 61 - 98123 Messina www.hauner.it


piaceri

Antichi sapori in cucina Le terrecotte vengono utilizzate fin dall’antichità. Ancora oggi la produzione di utensili in coccio è una tradizione per l’artigianato italiano. Erroneamente considerato un materiale fragile e difficile da gestire, la terracotta assicura piatti sani e gustosi. Basta conoscere i giusti passaggi di Alessandra Favaro Le prime pentole nell’antichità erano in terracotta, a volte in pietra ollare. Solo in seguito arrivarono i recipienti per cucinare in bronzo o ferro. Ma il primo fu appunto quello che in latino veniva chiamato pincta, da cui, secondo alcuni, potrebbe essere derivato il termine odierno di pentola. La terracotta non è altro che un tipo di ceramica che, per la presenza nell’argilla di ossido o sali di ferro, diventa dal giallo al rossastro dopo la cottura. Il coccio che viene impiegato in cucina è dotato di un rivestimento, o smaltatura, mentre ne è privo se utilizzato per scopi ornamentali. In Toscana, a Petroio, alla terracotta è dedicato persino un museo: qui è dal 1500 che i documenti storici parlano della produzione di manufatti per uso domestico re-

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alizzati con l’argilla cotta. In Centro Italia un’altra regione di riferimento per questi prodotti è l’Umbria, in particolare a Ripabianca e Ficulle. Al Nord la tradizione è legata al Piemonte, mentre in Puglia la produzione artigianale delle ceramiche e della terracotta è tra le più radicate nel territorio. In Emilia Romagna era in argilla cotta il testo, un utensile piatto e rotondo che serviva a cuocere focacce non lievitate. Ancora oggi questo tipo di ceramica è un materiale ottimo per cucinare e, nonostante le innovazioni in cucina, un buon servizio di terracotta per preparare zuppe, pesce, verdure e legumi non dovrebbe mai mancare in credenza. La cottura, grazie alla omogenea e lenta dispersione del calore, è uniforme, senza bruciature o perdite di sapore. I cibi si mantengono caldi anche dopo aver tolto la pentola dal fuoco e continuano nella loro cottura. Il materiale fa sì che si possa cucinare senza troppi condimenti e il sapore ottenuto con questo metodo di cottura è unico, rotondo, valorizzato. Bastano solo alcuni accorgimenti per godere appieno di una cucina naturale e sana con la terracotta. Innanzitutto, la fabbricazione: meglio preferire terrecotte create in modo artigianale, con argil-

In alto, una terracotta ricolma d’acqua prima di essere utilizzata. Sotto, il museo di Petroio

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piaceri

Conoscere per scegliere La scelta del tipo di terracotta per cucinare è importante: meglio prediligere manufatti di qualità e artigianali, realizzati da esperti e con materie prime pure, senza metalli pesanti presenti nelle argille. Lo sa bene Piral, storico marchio di Albisola, a sua volta storico centro di produzione di ceramiche e terrecotte in Liguria. Un legame, tra territorio e produzione, che dal 1870, prima con la bottega della Fornace Tissone e oggi con il brand Piral, ha saputo legare tradizione e innovazione. Le pentole complete di Piral infatti sono realizzate in coccio di alta qualità, con controllo attento sull’intero processo di lavorazione. Ne risultano utensili resistenti e affidabili, con condizioni d’impiego molteplici: possono, per esempio, essere usate direttamente sulla fiamma, nei forni tradizionali e nei moderni microonde; ne esiste persino una versione per cuocere al vapore, e possono essere lavate anche in lavastoviglie. La terracotta Piral permette un’uniforme distribuzione del calore, evitando quelle variazioni di temperatura che sono di frequente causa dell’insuccesso delle ricette. Il risultato è una cottura sana, uniforme, semplice.

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A ogni pietanza la sua pentola di coccio, che ne assorbe l’aroma valorizzandolo nelle cotture successive

La Cuocivapore Piral è un esempio di pentola in coccio di grande qualità, perfetta da presentare a tavola e lavabile anche in lavastoviglie

le prive di metalli pesanti. Inoltre, la prima volta che vengono adoperate, vanno immerse per una notte o anche un giorno intero in acqua. Questo fa sì che, dopo la cottura, la terracotta si reidrati diventando meno fragile e resistente al calore. Si dice anche che dopo questo procedimento l’utensile vada sfregato con uno spicchio d’aglio: questo procedimento dovrebbe sigillarne i pori. Si lascia la patina così ottenuta per qualche ora, e poi è possibile lavare il recipiente normalmente. In seguito, ogni volta prima di utilizzarlo, è bene bagnarlo: questo consentirà una migliore resa della pentola ed eviterà che si attacchino i cibi. Per lavare gli utensili in coccio vanno bene sia la lavastoviglie che il lavaggio a mano ma, in questo caso, meglio non utilizzare la spugnetta abrasiva. Vanno asciugati sempre all’aria, capovolti, magari lasciando uno spazio anche sotto. Si dice inoltre che ogni pietanza dovrebbe avere la sua pentola di coccio: il materiale argilloso, con l’uso, sembra infatti assorbirne l’aroma, valorizzandolo poi con le cotture successive. Primi, secondi, dessert: con la terracotta è possibile cucinare di tutto. L’argilla funziona come da isolante: si riscalda lentamente ma poi con altrettanta lentezza perde il calore. È ideale quindi per preparare quei piatti che richiedono lunghe cotture senza sbalzi di temperatura. L’accortezza di usare uno spargi fiamma tra la pentola e il fornello farà in modo di distribuire uniformemente il calore e di non danneggiare il recipiente. È bene, con questi manufatti, utilizzare un cucchiaio di legno in modo da non graffiarne lo smalto.


Azienda Agricola e Agriturismo Le Torri di Campiglioni S.p.a Via S. Lorenzo a Vigliano 31 50021 Barberino Val d’Elsa (Fi) Tel. e fax 0558076161/0558061257 info@letorri.net - www.letorri.net

Nel cuore della Toscana

Sono tredici le comode ed eleganti sistemazioni di nuovissima ristrutturazione che soddisfano le più diverse esigenze – dalla classica matrimoniale all’appartamento per famiglie numerose –, messe a disposizione di chi scelge di ritagliarsi una sosta di relax nel verde o vuole prendere le Torri come ideale punto di appoggio in un viaggio alla scoperta delle terre di toscana. L’agriturismo offre inoltre ai propri ospiti piscina, sauna e una grande cucina per sperimentare le ricette della tradizione toscana, o partecipare a un corso per imparare i segreti delle massaie della zona. Arredati in stile rinascimentale toscano, gli appartamenti dai nomi di pittori, hanno pavimenti in cotto e travi del soffitto a vista, e sono for-

niti dei migliori servizi, dall’aria condizionata alla connessione wireless. L’azienda agricola ha nel complesso una superficie di 103 ettari. I vigneti producono uve Sangiovese, Cabernet S., Canaiolo, Merlot, Chardonnay. Da questi vitigni hanno origine il Chianti Docg Colli Fiorentini, il tipico Vin Santo e alcuni Igt toscani, bianchi e rossi, tra cui emergono, i pregiatissimi, Magliano, Vigliano e Villa san Lorenzo. Durante una sosta a Le Torri è dunque possibile essere iniziati ai segreti della produzione aziendale, con visite guidate alla cantina e al frantoio tradizionale, e apprezzarne i prodotti in una sala degustazione preparata con l’unico scopo di farvi abbandonare ai piaceri del vostro palato.

A Le Torri non si organizzano solo degustazioni ma anche serate di cultura. E così il prossimo ottobre l’azienda agricola apre le porte alla lirica grazie a una rassegna dedicata ai grandi artisti del ’900 inaugurata dal ricordo del tenore italoamericano Mario Lanza. Appuntamento dunque l’8 e il 9 ottobre 2011 con l’arte e la storia in uno splendido scenario paesaggistico.

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Tra Firenze e Siena, circondata da splendide colline, borghi medievali, vigneti, boschi e cipressi, l’azienda agricola e agriturismo Le Torri offre un’accoglienza eccellente e la possibilità di degustare vini e olio di grande qualità. Ma non solo

Musica per i nostri sensi


L’aroma che seduce Macchiato caldo, macchiato freddo, con schiuma, lungo, ristretto, decaffeinato, corretto con un po’ di liquore, più delicato al Sud, più corposo al Nord. Il caffè è per gli italiani un piacere irrinunciabile. Lo sanno bene a Mokarabia, fondata a Milano nel 1950 e acquisita negli anni ’70 da Mario Zanetti, oggi con sede a Bologna di Isa Grassano «Concè ti sei immortalata! Che bella schifezza che hai fatto! Non ti piglià collera Concè. Tu sai fare tante cose. Ma ‘o ccaffè non è cosa per te. Non lo sai fare e non lo vuoi fare, perché vuoi risparmiare. Col caffè non si risparmia. È pure la qualità scadente: chisto fete ‘e scarrafune». Così esclamava Eduardo De Filippo nel celebre Natale in casa Cupiello, del 1931. Chi, invece, non risparmia e non si risparmia, anzi punta a una sempre più eccellente qualità, è la famiglia Zanetti che produce oltre undicimila tonnellate di caffè all’anno, con il gruppo Mokarabia. Un lavoro premiato anche con la prestigiosa certificazione internazionale Ifs (International food standard), a conferma del suo impegno per il miglioramento di qualità

e sicurezza. Ma qual é il segreto per avere un buon prodotto? Ce lo svela Marco Zanetti, trevisano, uno dei più giovani e dinamici imprenditori del caffè, amministratore delegato dell’azienda. «Un’attenta selezione del caffè all’origine, che prevede che vengano importati esclusivamente i migliori caffè crudi dai principali Paesi produttori presenti sul mercato. Del resto la famiglia Zanetti, di origine veneziana, già nel 1700 percorreva la via delle Indie e solcava i mari seguendo le rotte d’Oriente dedita al commercio di spezie e caffè. Mokarabia affonda le proprie radici in quest’esperienza secolare di selezione». «A ciò – sottolinea l’amministratore – si aggiunge una corretta tostatura dei chicchi che


Pubblicità che segnano un’epoca: la storia di Mokarabia potrebbe presto essere esposta tra le sale di un museo

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è una vera e propria arte: è qui che si misura la capacità di creare aroma, gusto, corpo e colore inconfondibili, e noi ci mettiamo quell’impegno proprio delle antiche lavorazioni artigianali, pur innovandoci continuamente. Lo stabilimento di torrefazione è stato completamente rinnovato ed è oggi, possiamo affermare con orgoglio, uno dei più avanzati al mondo, grazie a un moderno sistema di tostatura, allo stoccaggio in silos di acciaio inossidabile, nonché alle nuove tecniche di confezionamento sottovuoto che preservano l’integrità dell’aroma. Da non trascurare infine la corretta miscelazione». Tutto questo sta alla base della lavorazione, tappa importante perché na tazzulella ‘e cafè (e il dialetto napoletano è d’obbligo) fa parte delle irrinunciabili abitudini di moltissimi italiani, con più di 600 tazzine consumate a testa, in tutte le varianti del caso. Di questi quantitativi, il 70% viene consumato in casa, il 20 al bar, il 10 nei luoghi di lavoro. Diventa fondamentale quindi saper preparare bene il caffè nei bar, nei ristoranti e soprattutto a casa. «Da buon consumatore – continua Zanetti – con 7 o 8 tazzine al giorno, rigorosamente senza zucchero, sono convinto che gustare questo infuso così amato sia un intenso momento sensoriale, ma può diventare pure una preziosa operazione culturale. Così da qualche mese abbiamo avviato dei corsi, non solo in sede ma anche itineranti, per insegnare poche semplici regole e condividere con baristi e intenditori la nostra decennale esperienza in quello che é un vero e proprio mondo». Si possono così apprendere le differenze tra le principali varietà botaniche del caffè, l’arabica e la robusta, e oltre 70 modi diversi di fare un caffè, da quelli al ginseng, al 100% arabico, includendo anche i cocktail speciali (ben 36) come il Mokarino (espresso Mokarabia, cacao in polvere, neve di latte e cioccolato fondente), il Mascarpino (con crema al mascarpone e savoiardi), il Montebianco (al caramello) o il più delizioso Bambi (orzo, cioccolata calda, panna montata, decorato con smarties). Infine, durante le lezioni – corso base di una giornata o avanzato di due giorni –, non vengono trascurati nemmeno i consigli base per utilizzare la moka. Quali? Usare acqua mineralizzata, riempire il filtro con il caffè macinato a formare una lieve bombatura, mettere la macchinetta su fuoco


La scelta di un nome

La famiglia Zanetti, già nel 1700, percorreva la Via delle Indie dedita al commercio di spezie e caffè

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Nostalgia in mostra: in alto, una parata di auto e camioncini d’epoca utilizzati da Mokarabia. Sotto, il Mokarino

moderato e servirlo in una tazza di ceramica, mai di vetro, con le pareti abbastanza spesse per tenere il calore. «Insieme al calcio e al buon vino – conclude Marco Zanetti – per noi italiani il caffè è sacro, per questo tra i nostri obiettivi futuri c’è la volontà di continuare a esportare la cultura del nostro aroma che seduce, secondo il vecchio claim pubblicitario, che poi va di pari passo con la cultura del territorio. Anche all’estero, soprattutto a Londra dove abbiamo un’altra sede commerciale (ce ne sono anche a Parigi, Düsseldorf, in Slovenia, Croazia, Serbia e Slovacchia) organizzeremo vari corsi di formazione. Le nostre parole d’ordine, del resto, sono dedizione, organizzazione e conoscenza. Infine, ci piacerebbe creare un museo per esporre, tra le varie cose, i vecchi macinini degli anni ’50, le auto e i camioncini con cui si trasportava il prodotto finito. Intanto, all’ingresso dei nostri uffici si possono ammirare le pubblicità di un tempo, insieme a fotografie in bianco e nero della storia aziendale». Un tuffo nel passato, mentre si è inebriati dal profumo del caffè che si avverte in ogni angolo. Anche Eduardo De Filippo ne rimarrebbe soddisfatto.

Nel nome Mokarabia si racchiude buona parte della storia del caffè. Mocha era infatti il porto più importante dell’odierno Yemen, allora Arabia Felix, dove, secondo un curioso intreccio di storia e leggenda, sarebbe stata coltivata per la prima volta la pianta del caffè, che da sempre cresce allo stato selvatico in Etiopia. Introdotto nella penisola arabica nei primi decenni del XIV secolo, si diffuse, grazie agli arabi, nel resto del mondo. Moka, con la kappa, è poi diventato il nome di una tra le principali qualità di caffè, coltivate in Arabia. Non a caso, moka è anche il termine con cui si designa la caffettiera più diffusa nelle case degli italiani. Mokarabia (che ha acquisito pure le torrefazioni i Caffè Roversi, Ruffo, Cicognani e Arabes di Fossano) distribuisce capillarmente i propri prodotti su tutto il territorio nazionale e realizza confezioni specificatamente indirizzate alle tre principali aree di consumo: bar (hotel, ristoranti, caffè); uffici (distributori, concessionari) e casa (supermercati, piccolo dettaglio, ipermercato). Per tutti questi canali sono state predisposte accattivanti confezioni dai colori accesi, oro che ricorda il sole, rosso come il fuoco, azzurro come la tonalità del cielo e marrone per la calda terra. Non mancano i Mokarabia Point e i Mokarabia Coffe Bar, in molte città (da Bologna, passando per Roma, fino a Dubai e a Scottsdale in Arizona) come luogo di ritrovo per gustare l’intenso piacere di un caffè. Info: 051765060, www.mokarabia.it


Vie del Gusto store & Vdg magazine presentano

Apre il primo e-retailer indipendente dell’agroalimentare italiano di qualità

Come nasce e cos’è vdgstore.com Vdgstore.com trova la sua genesi nella partnership tra “Domenico Marasco”, editore di VdG Magazine, il principale media del nostro Paese per i contenuti volti a promuovere la cultura materiale del cibo, del vino e del territorio, e la “Publishday”, azienda di tecnologia leader nel suo settore, il cui fondatore Luigi Filippini ha contribuito allo sviluppo di Internet in Italia, partecipando ad iniziative imprenditoriali di successo fin dai primi anni 90. Da questo fruttuoso connubio di qualificate competenze è nato il portale di e-commerce più importante del Paese dedicato all’agroalimentare di qualità italiano, un’infrastruttura virtuale che darà modo alle aziende di eccellenza del Made in Italy di non perdere nessuna opportunità di vendita. Vdgstore.com funziona infatti da piattaforma di scambio tra il produttore e il consumatore. In un mercato che obbliga tutte le aziende ad essere presenti nella distribuzione on-line, grazie al portale realizzato da Domenico Marasco Editore in collaborazione con Publishday, ogni potenziale consumatore incontrato avrà un punto di riferimento e un indirizzo dove fare i propri acquisti. Vdgstore.com è un servizio dovuto a tutti coloro che hanno conosciuto i nostri prodotti e che lontani dal luogo d’origine non sanno come acquistarli. I prezzi, le promozioni e le referenze sono decise dal produttore. Con costi da sostenere ridotti al minimo, le aziende produttrici, da oggi, potranno usufruire di una vetrina e di una distribuzione mondiale a portata di click.

i vantaggi 1) Dal Produttore direttamente al consumatore oltre 2.000 prodotti della tradizione enogastronomica italiana selezionati per voi dalla rivista VdGMagazine 2) Il migliore rapporto qualità/prezzo Provare per credere 3) Consegna garantita comodamente a casa vostra in 48 ore Per informazioni: Luigi Pucci Tel. 3200842153 - l.pucci@elaia.it


Il 9 giugno, presso l’Academia Barilla di Parma, giornalisti e cuochi italiani provenienti dai cinque continenti fanno il punto sulle sorti della cucina nazionale in terra straniera, nel corso di una giornata d’incontri organizzati in occasione del lancio del primo programma di Certification of proficiency in italian cuisine

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Il futuro della cucina italiana nel mondo

Secondo stime recenti, in tutto il mondo ci sono almeno 70 mila ristoranti o food service outlet italiani o sedicenti tali. Si calcola inoltre che questa rete abbia oltre 800 mila addetti, di cui “solo” poco più di un terzo è di origine italiana, diretta o indiretta. L’importanza di cuochi e culinary professional è determinante non solo per qualificare la ristorazione, ma anche per il mercato dei prodotti agroalimentari italiani in generale, data l’indubbia funzione di orientamento (ed educazione) nei confronti del pubblico che i professionisti della ristorazione svolgono. Perciò divengono esigenze improrogabili sia la qualificazione di queste figure professionali – in particolare di quelle di origine non italiana, che rappresentano la stragrande maggioranza dei casi – in modo che acquisiscano buona conoscenza di una cucina italiana autentica e di qualità, sia il successivo riconoscimento per chi già segue questi parametri. Tutto questo soprattutto nell’interesse delle autentiche produzioni agroalimentari italiane, che spesso sono poste in concorrenza con prodotti che di italiano hanno solo il nome (italian sounding), più o meno contraffatto, ma non certo la qualità. La Certification of proficiency in italian cuisine (Cpic), che nasce proprio come risposta a questa esigenza, sarà rilasciata da una commissione autorevole e qualificata, composta da chef


Nel mondo sono 70 mila i ristoranti “italiani”, per un totale di 800 mila addetti di cui solo un terzo ha origini italiane italiani di riconosciuto prestigio operanti all’estero, abituati quindi non solo a operare effettivamente in cucina, ma continuamente costretti a valutare e scegliersi gli aiutanti più adatti e che, inoltre, hanno affrontato con successo la problematica di comunicare la nostra cucina, che rappresenta la metafora alimentare della nostra concezione di vita, a popoli che hanno gusti e abitudini alimentari differenti. Quindi esaminatori che vivono tutti i giorni la problematica connessa alla promozione della cucina italiana e alla formazione dei suoi esecutori. L’iniziativa è promossa da Academia Barilla nell’ambito del suo costante impegno a sostegno dell’autentica cultura enogastronomica italiana nel mondo, avvalendosi di un prestigioso network di professionisti come Itchefs-Gvci. La Certification of proficiency in italian cuisine, attestato di qualificazione professionale per cuochi e culinary professional che fanno cucina italiana autentica e di qualità nel mondo, sarà riservato a professionisti stranieri già in possesso di adeguati titoli e di documentata esperienza che superino la prescritta prova d’esame teorico-pratico. Gli esami avranno come obiettivo l’accertamento dell’avanzata conoscenza della cucina italiana da parte del candidato e la sua abilità e competenza nel riprodurla in un contesto di ristorante o di foodservice professionale all’estero. Accanto a questa certificazione, rivolta a chi è già in possesso di una buona conoscenza della cucina Italiana, verranno in seguito istituiti – sempre nell’ambito di Academia Barilla, che già ne ha esperienza specifica – dei corsi di formazione per cuochi professionisti che vogliano acquisire maggiori competenze nella cucina italiana. Nel corso della manifestazione di Parma è prevista anche l’attribuzione del titolo di Italian Master Chef, conferito ad honorem, per chiari meriti, a professionisti italiani e stranieri che lavorino fuori dall’Italia e che si siano particolarmente distinti, rappresentando all’estero la vera spina dorsale del sistema made in Italy a tavola.

Academia Barilla è il primo centro internazionale dedicato a diffusione, promozione e sviluppo della cultura gastronomica italiana nel mondo. In foto: le sale dell’innovativa sede di Parma. Nei piatti: a sinistra, uno sformato di pane, cavolo e pancetta; qui sotto, totani ripieni


benessere

di Antonino Di Pietro dermatologo e presidente Isplad

L’abbronzatura vien mangiando Valide alleate della pelle grazie alla loro ricchezza di vitamine e sali minerali, la frutta e la verdura danno il loro meglio nella stagione estiva

Dove si trova Le fonti principali di betacarotene sono sicuramente le carote, a cui seguono: • la frutta rossa, gialla e arancione come mango e melone (più intenso l’arancione, maggiore il contenuto di betacarotene) • la zucca • i pomodori, che contengono sia betacarotene che licopene, le cui virtù antiossidanti sarebbero addirittura doppie rispetto a quelle del betacarotene • gli ortaggi, o meglio le verdure a foglia verde scuro, come spinaci e radicchio verde • l’olio di fegato di pesce • le uova • le fragole, ricche di betacarotene, vitamine C e PP, ferro e calcio.

Il primo sole e la voglia di apparire già abbronzati non ci deve far dimenticare di proteggerci efficacemente dai raggi ultravioletti contrastando gli effetti nocivi del sole. Avevamo visto, nella nostra precedente puntata, l’importanza che l’assunzione di vitamina C riveste per la nostra pelle. Un antiossidante naturale che migliora l’elasticità dei vasi sanguigni e la motilità dei capillari, con un’azione sul microcircolo fondamentale per il metabolismo cutaneo e il ricambio cellulare; la vitamina C regola inoltre la produzione di melanina ed è quindi indicata nel trattamento delle discromie cutanee (macchie scure e chiazze bianche). Esposta al sole, la pelle ha anche bisogno di protezione dalle radiazioni dei raggi UV, e il beta-carotene è la vitamina

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adatta a svolgere questo compito: favorisce la pigmentazione cutanea stimolando la produzione di melanina e regala un’abbronzatura luminosa; combinata con la vitamina E svolge anche una potente azione antiossidante. Il beta-carotene è un precursore della vitamina A. Una volta assunto si trasforma, cioè, in vitamina A, potenziando così la produzione di pigmenti della pelle. Anche se non interviene direttamente nella produzione della melanina, tuttavia si aggiunge a essa e ne aiuta l’azione. Il colorito scuro che l’epidermide assume quando si abbronza infatti altro non è che la manifestazione dell’aumento dei pigmenti, i quali agiscono da schermo solare per il corpo e proteggono gli strati più profondi della pelle.

L’idea in più Il lievito di birra è una delle fonti più generose di RNA (l’acido ribonucleico): rafforza l’azione antimacchie di frutta e verdura. Prendetene una bustina alla mattina. O meglio, spolverizzatelo su una macedonia di melone, albicocche e yogurt da mangiare a colazione. Questa ricetta previene le macchie e aiuta a ridurre quelle presenti.


di Francesca Frediani

Trattamenti ad alta tecnologia

L’estate si avvicina e la prova costume è davvero imminente. Per non farsi trovare impreparati Aveda propone High Touch Treatment, risposta efficace per gli inestetismi del corpo. Cinque i programmi completi studiati per ottenere un fisico tonico, snello e naturalmente in forma: Hight Touch detossinante per eliminare le tossine, rivitalizzare i tessuti e attenuare la cellulite; High Touch Decontratturante Chakra per il recupero energetico e la riduzione dello stress; High Touch Rimodellante che valorizza, rimodella e tonifica il disegno del corpo; High Touch Ringiovanente che, attraverso proprietà curative e nutritive, rende la pelle liscia e tonica. Per il benessere e la cura totale del corpo, perfetto il programma olistico ayurvedico Hight Touch Energizzante che agisce secondo i cinque elementi naturali – aria, fuoco, acqua, terra e infinto – presenti nel nostro corpo. A seguire le City Spa Aveda: Milano – Lepri Lifestyle Salon & SPA (www.leprilss.it) e 6 Inc Concept Salon (Tel.02877824). Parma: Riccioli Biondi (www. ricciolibiondi.it). Brescia: Acqualoft (www.aqualoft.it). Ancona: Cocunia (www.cocunia.it). Pavia: Contempora (www.salonecontempora.it). Roma: Pantarei Dai SPA & Hair Studio (www.pantareispa.it).

Il meglio per la pelle Dall’esperienza e dalla ricerca L’Erbolario sono nate due innovative linee radice di primula veris (o primula) dall’effetto antiossidante, ed è composta da una crema fluida corpo, un bagnoschiuma, da un’acqua di profumo e dal pratico profumo solido da tenere in borsetta. La seconda linea contiene cellule staminali ottenute da rododendro alpino e si compone anch’essa di quattro prodotti (fluido viso, crema viso per pelli miste e crema viso per pelli normali e secche, trattamento labbra anti-age). La confezione della crema viso è dotata di brevetto Tag System (sistema Airless) che non permette all’aria di entrare in contatto con la crema e tutela l’integrità della formula e dei suoi principi attivi. Il flacone può essere riciclato a fine utilizzo, dividendo facilmente il vetro dalla plastica. www.erbolario.it

Andrenalina on board Siete sportivi e desiderate trascorrere una vacanza all’insegna dell’avventura e di nuove emozionanti esperienze? Royal Caribbean mette a vostra disposizione strutture e servizi che sapranno accontentare anche gli spiriti più indomiti attraverso mille attività da svolgere sia a bordo nave che a terra, durante le escursioni che vi attendono nei porti di scalo della crociera. Se scegliete di salpare sulla classe Voyager potrete cimentarvi in varie attività: free climbing, basket, calcio, golf (attraverso un simulatore interattivo con campo di 19 buche), pattinaggio in linea e su ghiaccio grazie a un vero palaghiaccio che la sera si trasforma e ospita spettacoli memorabili. Per scoprire tutte le attività previste anche a bordo della classe Freedom e sulle magnifiche Oasis of the Seas e Allure of the Seas: www.royalcaribbean.it

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tendenze

di Saro Trovato

Un, due, tre… in forma Pancia piatta e benessere psicofisico non sono più tabù. Un programma innovativo e completo fatto di alimentazione corretta, esercizio fisico e relax psichico, ci aiuta a superare la prova costume

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L’arrivo della bella stagione coincide, in genere, con un periodo di transizione entro cui tutti i buoni propositi di rinascita vengono a galla, e tra questi spicca la voglia di rimettersi in forma. Molto spesso, però, questo desiderio è vissuto con timore, perché acuisce il senso di insoddisfazione relativo al nostro corpo, facendocene notare i difetti in maniera ancora più accentuata. A sognare un fisico leggero e sinuoso sono soprattutto le donne che aspirano a un corpo privo di eccessive rotondità e inestetismi, specialmente perché già proiettate all’imminente stagione estiva e quindi in preda all’ansia della prova costume, non sempre vissuta con la giusta serenità. Oggi le risposte a questo problema vengono da una nuova tendenza internazionale, 1,2,3… Pancia Piatta, approdata nel Belpaese grazie a Nestlé Fitness. Si tratta di una disciplina inedita e innovativa a tutti gli effetti, che associa sotto un’unica insegna alimentazione, esercizio fisico e benessere psichico, nell’ottica di riconciliare le esigenze estetiche ed emotive delle donne, per far riscoprire loro il gusto di sentirsi in forma e star bene con se stesse e con gli altri. Le donne infatti proiettano le loro imperfezioni anche nel rapporto con chi le circonda, sentendosi inadeguate e di conseguenza meno attraenti. La nuova tendenza le invita a prendere in mano la situazione, incrementando la forza di volontà e la costanza nel seguire alcune regole basilari che forniscono la bussola per orientarsi nel dolce mondo dello star

Una flessuosa e tonicissima Rossella Brescia fa capolino dal sito dedicato al metodo 1,2,3... Pancia Piatta; è lei la nostra guida nel cammino verso un dimagrimento sano ed equilibrato. Tutte le infoprmazioni ai siti: nestle-fitness.com/it flatbellyprogram.com/it

bene. Nestlé Fitness infatti propone un programma completo che sintetizza i tre pilastri fondamentali del benessere: una corretta nutrizione, fatta necessariamente di alimenti sani e completi come frutta, verdure e cereali; esercizio fisico costante per rendere i tessuti, specie quelli addominali, tonici ed elastici; infine relax psichico per far respirare cuore e cervello. Tutto questo aiuterà a raggiungere, senza ansie e angosce, la forma fisica desiderata e mostrare con orgoglio una perfetta pancia piatta, superando così la paura di mostrarsi per tornare a sentirsi bene con se stesse e con gli altri.


Scopri il magico incontro fra la dolcezza e l’olio Extra Vergine d’oliva 100% italiano. Nascono così Le Nuvelle, le nuove merende Bauli. Morbide, naturali e ricche di gusto, grazie agli originali abbinamenti Arancia e Carota, Yogurt e Mirtilli, Cioccolato e Farina di riso. Le Nuvelle sono leggere perché a ridotto contenuto di grassi saturi*. Per una magica armonia di gusto e leggerezza.

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* il 40% di grassi saturi in meno rispetto al prodotto più venduto della categoria Tortine (fonte: dati IRI)

Prendi la dolcezza alla leggera.


arte

di Claudia Cassinari

Nutrire il corpo e lo spirito Un nuovo percorso espositivo dedicato al significato simbolico del cibo nel mondo antico, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, dal Civico Museo Archeologico, in collaborazione con Palazzo Reale e organizzato da Civita, è in scena al Museo Archeologico di Milano La mostra, allestita nella cripta cinquecentesca della Chiesa di S. Maurizio Maggiore, all’interno del Museo Archeologico, si articola in due percorsi paralleli, con una sezione dedicata a “Gli alimenti e il sacro” e una dedicata al tema “Nutrire corpo e spirito” con andamento diacronico, dall’antichità fino alle soglie del Medioevo, dal mondo egizio a quello greco, etrusco, romano, cristiano e indiano, partendo dalla documentazione offerta dal materiale delle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano, ma ampliandola con prestiti da altri musei. Tema portante è la riflessione sul cibarsi, atto primario legato alla sopravvivenza, segno tangibile della nostra condizione mortale. Non c’è dunque da stupirsi che la scelta degli alimenti e le modalità del loro consumo rivestano in tutte le culture una forte valenza simbolica. Ogni alimento è contraddistinto da un percorso materiale e da un significato simbolico e rituale. Due esempi significativi: se il pane rappresenta la forza inarrestabile della natura che dal seme fa germogliare la spiga, che diventa a sua volta, con il lavoro dell’uomo, farina e nutrimento, il vino è nel mondo classico lo strumento potente che permette, tramite l’ebbrezza e l’espansione della coscienza, la comunicazione diretta con il divino.

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La dieta

Dal greco diaita, ovvero “regola di vita”, è segno di una scelta nel modo di vivere; le proibizioni alimentari (la più comune è quella riguardante la carne) sono espressione di una dimensione diversa nel vivere comune. La scelta di vietare il consumo di alcuni cibi non è mai casuale; dipende anzi dalla chiara consapevolezza che taluni alimenti influiscono tanto sul corpo quanto sulla psiche dell’uomo. Comune quindi alle grandi religioni, alle scuole filosofiche e misteriosofiche, è la convinzione che il regime alimentare possa aiutare o ostacolare il progressivo avvicinamento al divino. Nutrire il corpo e lo spirito Il significato simbolico del cibo nel mondo antico fino al 31 dicembre Museo Archeologico Corso Magenta, 15 - Milano www.civita.it


Espressioni di Gio Ponti

«Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte», Gio Ponti. Alla Triennale di Milano e nella sede del Pirellone, una mostra curata da Germano Celant in collaborazione con Gio Ponti Archives e gli eredi del maestro. Ponti, oltre a essere uno dei primi architetti globali del Novecento, è anche un designer riconosciuto a livello internazionale e un teorico e critico dell’architettura. La mostra, attraverso oltre 250 tra disegni e dipinti, ceramiche e maioliche, mobili e oggetti, studi e modelli di architettura, vuole portare all’attenzione la complessa creatività pontiana che ha inizio negli anni venti con la direzione artistica della società Richard-Ginori e si dipana per circa settant’anni nei campi dell’architettura, del design industriale, della produzione artigianale e artistica, senza dimenticare la ricerca e la comunicazione svolte in quello delle arti. L’esposizione si completa con scritti, dipinti, disegni raccolti in uno studio simbolico in cui si colgono i rimandi ai progetti realizzati e una dimensione intima del maestro. L’allestimento è curato dallo Studio Cerri & Associati. fino al 24 luglio Triennale Viale Alemagna, 6 - Milano www.triennale.org

Julian Schnabel

Il Museo Correr di Venezia dedica un’importante rassegna al celebre artista newyorkese dal poliedrico spirito creativo. La mostra “Julian Schnabel. Permanently Becoming and the Architecture of seeing” è prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e realizzata grazie al fondamentale contributo di Maybach, main sponsor dell’evento, e di BNL Gruppo BNP Paribas. Il percorso espositivo, a cura di Norman Rosenthal, presenta oltre quaranta opere che ripercorrono la carriera artistica di Julian Schnabel dagli anni ‘70 e illustrano la sua poetica fortemente ispirata a Jackson Pollock e Cy Twombly, ma basata anche sulla tradizione europea e mediterranea che ricorda lo stile dei vecchi maestri spagnoli e italiani – come El Greco e Tintoretto – e che interpreta rimandi letterari e culturali, antichi e moderni, da Omero a Eschilo, ispirandosi direttamente anche all’arte dei grandi classici, da Giotto a Goya, da Gaudí a Picasso.

dal 4 giugno al 27 novembre Museo Correr Piazza San Marco, 52 Venezia www.arthemisia.it www.museiciviciveneziani.it

Il genio di Salvador Dalì

Il Castello Aragonese di Otranto ospita per tutta l’estate sessanta opere del maestro spagnolo. Dopo il grande successo degli ultimi due anni con le mostre di Joan Mirò e Pablo Picasso, che hanno registrato 90 mila presenze complessive, il Castello apre le porte a uno dei più importanti artisti contemporanei del ‘900, con la mostra dal titolo “Il genio di Salvador Dalì”, affermandosi come punto di riferimento per l’arte e la cultura a livello nazionale e internazionale. L’esposizione accoglie sei sculture originali in bronzo, tra le quali il celebre “Elefante cosmico”, e una selezione di 54 litografie originali che spaziano dal mondo del surreale al clima gotico travasato in surrealismo in bianco/nero del “Castello di Otranto”, ai colori pallidi delle “Fiabe Giapponesi”, al vuoto di colore della carta lasciata nuda in “Tristano e Isotta”, sino al nero e oro glitterato degli “Amours Jaunes”.

fino al 25 settembre Castello Aragonese Via Nicola d’Otranto, Otranto (Le) www.daliotranto.it / www.castelloaragoneseotranto.it

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libri letti per voi

Il libro del mese Che cosa cucinare & come cucinarlo Jane Hornby Phaidon

di Gilda Ciaruffoli

Economica, etnica, artistica: la cucina come laboratorio di idee

39,95 euro

Dai piatti più semplici, tramezzini e insalate, ai classici, come la bistecca ai ferri, alle insolite (per noi italiani) pietanze tipicamente anglosassoni, passando per l’etnico, orientale e occidentale. Il volume è una guida stepby-step che presenta in modo semplice e immediato 100 ricette corredate da più di 800 fotografie che ne illustrano ingredienti e fasi di lavorazione. Interessante soprattutto per la chiarezza nell’esposizione anche delle preparazioni più elementari e per la quantità di intingoli british style da provare. L’autrice, dopo la formazione professionale come chef, ha collaborato per cinque anni come autrice di cucina e food editor alla celebre Good Food, rivista della BBC, per la quale ha curato diversi libri.

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Food Mood Stefano Maffei Barbara Parini Electa 49,00 euro Bello da sfogliare, ricco di spunti visivi e suggestioni; interessante da leggere per scoprire il design oltre la portata. Il volume presenta il cibo come ricerca, ritualità, creazione artistica capace di coinvolgere spazi, oggetti, strumenti, materie prime, esperienze. Un percorso attraverso ambiti diversi, dalla ricerca sperimentale dei grandi chef alle rielaborazioni artistiche e culturali più innovative.

Gio Ponti il fascino della ceramica

Nuvole di È pronto drago e granelli in tavola di cous cous Vito

101 grandi vini a piccoli prezzi

a cura di Dario Matteoni Silvana Editoriale Catalogo dell’omonima mostra organizzata presso le sale del grattacielo Pirelli in occasione del suo 50º compleanno, grazie alla quale scoprire la maestria del celebre architetto e designer alle prese con la ceramica e la sua decorazione. Le opere esposte sono state realizzate per la gran parte tra il 1923 e il 1930 per la manifattura Richard Ginori.

Vittorio Castellani A.Vallardi Editore 14,90 euro «Da tempo meditavo di scrivere il mio ricettario di viaggio, un “luogo” dove trascrivere e riversare una selezione di semplici ricette, scelte tra quelle provate e raccolte negli ultimi vent’anni di viaggi nei 5 continenti». Lo Chef Kumalé ci guida per le strade del mondo grazie a 200 ricette etniche e gustose. Completano il testo un glossario e una ricca lista di punti vendita specializzati dove trovare gli ingredienti più rari.

Paolo della Rosa I Manuali Salani 10,00 euro Forse non tutti sanno che sul mercato ci sono eccellenti bottiglie acquistabili a meno di dieci euro, o che, con meno di venti, si possono fare affari d’oro e ottime figure a tavola. Tutto sta nel saperli trovare questi piccoli tesori a basso prezzo. Questa guida ci viene in aiuto presentando i migliori e i più facilmente reperibili, anche al supermercato, indicandone i produttori.

Pendragon 15,00 euro «Chissà quanti di noi sono stati concepiti in cucina. Io, di sicuro». Lo scrive Vito, all’anagrafe Stefano Bicocchi, attore bolognese, comico e conduttore di programmi di cucina. Sì, perché Vito è anche un ottimo chef la cui passione per la cucina si è tradotta in diversi spettacoli e reading teatrali, e oggi anche in un libro di ricette dove condivide quelle racchiuse nel suo personale quadernetto di appunti culinari.


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Stiamo freschi, tutto l’anno “Chi ama e conosce il vino sa bene quanto sia nobile e antica l’arte di preservarne la qualità nel tempo”. Questo il motto IP SpA, la cui storia è caratterizzata dalla volontà di progettare e realizzare soluzioni innovative ed eleganti per soddisfare le più svariate esigenze sia nella ristorazione sia nel privato IP SpA nasce come industria specializzata in armadi refrigerati per la conservazione e il servizio del vino. Grazie all’esperienza e a un personale altamente qualificato, commercializza sul mercato mondiale una vastissima gamma di prodotti, non solo per la conservazione e il servizio del vino, ma anche per quella dei sigari (Linea Humidor) e per la stagionatura e conservazione dei salumi e dei formaggi (Linea Salumeria). L’alta tecnologia, la raffinatezza delle forme e la qualità dei prodotti, fanno della collezione IP un’alta espressione del made in Italy in tutto il mondo. IP SpA Strada Nuova, 16 - Coenzo di Sorbolo (Pr) Tel. 0521699232/699501 - www.ipindustrie.com

DE 2404 - la dispensa: sistema multifunzione ideato per conservare diversi prodotti enogastronomici; offre la massima libertà nel personalizzare e organizzare le varie zone in funzione del prodotto. È composta da quattro celle indipendenti. La struttura esterna è in acciaio verniciato. È disponibile sia per l’incasso sia per la libera installazione. Dimensioni: 1220x610x1710 mm

SAL 601 CEXP: vetrina per salumi, formaggi e vini a doppia porta che si compone di due celle indipendenti. La cella superiore, in acciaio inox, è dotata di aste, catene e ganci. Comandi esterni a scomparsa, resistenza elettrica – serratura, – controllo elettronico temperature – luce interna – display a lettura digitale. Il rivestimento esterno è in legno pannellato; top/zoccolo e porte in legno massello. Colori: noce, rovere, ciliegio, wenghè. Dimensioni: 650x630x1940 mm


spettacoli

di Desirée Veronica Leone

Festival di teatro urbano. Mirabilia Torna l’appuntamento con il teatro di strada più famoso d’Italia, giunto alla sua 5ª edizione. Un colorato confronto artistico tra compagnie italiane e straniere in una settimana all’insegna del meraviglioso, arricchita da incontri e tavole rotonde sulle problematiche dell’arte circense, grazie anche alla partecipazione di relatori provenienti da tutta Europa. Fossano (Cn) – Piemonte 8-12 giugno Info: www.fossanomirabilia.com Le donne del 6° piano Tutta la freschezza del cinema francese per una commedia al femminile: in una mansarda parigina ecco trasferirsi sei belle cameriere spagnole capaci di sconvolgere il mondo di un esperto di finanza, inquadrato dalle regole di una vita monotona. Così, nel tentativo di aiutare Marie e le sue compatriote, ecco la liberazione emozionale di Jean-Louis Joubert, mentre sullo sfondo scorre il ritratto di un’impostata borghesia parigina, capace però di accogliere il mondo pittoresco del gruppo scappato dal franchismo spagnolo. Regia: Philippe Le Guay Con Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke Genere: commedia Uscita prevista: 10 giugno

Garfield 3D Tratto dall’omonimo fumetto, il gatto più pigro del mondo dei cartoon si troverà a salvare il mondo da una terribile minaccia aliena. Per ribellarsi a una schiavitù improvvisa, tutti i personaggi dei fumetti decideranno così di trasformarsi in super eroi; tutti, tranne uno… ma nonostante il pensiero della troppa fatica, Garfield, con il suo alter ego super-eroe Garzooka, si troverà a prendere un’importante decisione. Regia: Mark A. Z. Dippé Genere: cartoon Uscita prevista: 1 giugno

London Boulevard Basato su un romanzo di Ken Bruen, un giovane fuggitivo della South London cerca di rifarsi una vita come factotum di un’attrice di successo ritirata dalle scene per colpa di un episodio di violenza. Mentre Mitchell cerca dunque di liberarsi dal suo scomodo passato, ecco nascere una storia d’amore con la bella Charlotte: la loro felicità sarà però ostacolata dai fantasmi che continuano a ossessionare la vita della coppia. Regia: William Monahan Con Keira Knightley e Colin Farrell Genere: poliziesco e sentimentale Uscita prevista: 10 giugno

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Napoli Teatro Festival Quarta edizione per il Napoli Teatro Festival, la manifestazione all’insegna della contemporaneità capace di portare in scena 131 repliche di 32 spettacoli, tra cui due prime assolute e una europea. Parallelamente al Festival quest’anno anche l’E45 Napoli Fringe, una rassegna di 20 spettacoli scelti dalla critica sulle nuove proposte d’arti performative. Napoli – Campania Dal 27 giugno Info: www.teatrofestivalitalia.it

Teatro Greco di Siracusa Due tragedie e una commedia. Come nell’antichità. E come un tempo legate da un filo comune. In scena, al teatro greco di Siracusa, opere forse poco rappresentate ma che raccontano i risvolti nascosti del dopoguerra. Torna quindi Euripide con la sua Andromaca, con il tema del “doppio talamo” tra la sposa legittima e la conquistata concubina. Si affronta poi la giustizia con il Filottete di Aristofane, seguito da Le Nuvole di Aristofane, con il suo mondo corrotto dall’uso malsano della parola. Siracusa – Sicilia fino al 26 giugno Info: www.indafondazione.org


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Abruzzo Da mangiare D'ALESSANDRO pesche allo sciroppo 380 gr ......................................... € 3,20 D’ALESSANDRO antipasto primavera pronto ......................................... € 4,90 D’ALESSANDRO carciofi alla brace ........................................................ € 5,50 D'ALESSANDRO Cioccofruit alle castagne con cacao 240 gr ................. € 2,90 D'ALESSANDRO passata di pomodoro da agricoltura biologica ............. € 1,80 D'ALESSANDRO sugo pronto al basilico ................................................ € 1,90 DON VINCENZO per liana olio extravergine di oliva 0,50 l ...................... € 32,90 DON VINCENZO donvincenzo DOP olio col.teatine 0,50 l ...................... € 25,90 DON VINCENZO Olio tradizionale blend 0,75 l ...................................... € 26,90 DON VINCENZO Don Nicola olio di Leccino 0,50 l ................................. € 25,90 LE BONTA sugo di chianina 180 gr ........................................................ € 3,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila bustine gr 1 ....................................... € 17,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila vasetto gr 1 ....................................... € 18,90 VERRIGNI spaghettoro semola trafilata in oro 500 gr ............................. € 2,60 VERRIGNI fusilloro semola 500 gr .......................................................... € 2,60 VERRIGNI bucatini, fusilli, tortilli, penne 500 gr ..................................... € 2,30

Da bere QUITERANO Montepulciano d'Abruzzo DOC 2007............................... € 6,90

Basilicata

ALPA castagne infornate aceto balsamico ............................................. € 5,90 ALPA confettura di carote e limone 200 gr ............................................ € 4,50 BARRESE Funghi rositi 314 gr ................................................................ € 6,90 BARRESE Trito con porcini ..................................................................... € 7,90 BARRESE Cavolfiore al coriandolo.......................................................... € 3,50 BARRESE Patè montescuro .................................................................... € 5,90 Barrese Antipasto del nonno 314 gr ................................................... € 4,90 Barrese Crema di funghi porcini 212 gr .............................................. € 5,90 BIOAGRUMI confettura clementine e liquirizia 350 gr ........................... € 4,90 CACCAMO nduja di spilinga barattolo 90 gr ......................................... € 3,90 CACCAMO nduja di spilinga 90 gr ........................................................ € 3,90 CACCAMO nduja di spilinga 180 gr ..................................................... € 5,90 Callipo Filetti di tonno e nduja 190gr ................................................. € 5,90 Callipo Bottarga in polvere 50gr ........................................................ € 8,50 DELLE FATE olio delle fate bott. lt. 0,50 ................................................. € 7,90 DELIZIE VATICANE mousse di cipolla 100 gr .......................................... € 1,90 DELIZIE VATICANE crema al peperoncino 180 gr ................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di cedro 340 gr ...................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di mandarini 340 gr ............................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di arance 340 gr .................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE alici piccanti 200 gr .................................................. € 4,90 DELIZIE VATICANE neonata mediterranea 200 gr .................................. € 6,20 DELIZIE VATICANE biancomangiare piccante ......................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE melanzane caserecce ............................................... € 3,90 Dolcegiorno Biscotti con liquirizia 200 gr ......................................... € 4,90 Dolcegiorno Biscotti farciti al cedro 200 gr ....................................... € 4,90 Dolcegiorno Cantucci con liquirizia 200 gr ....................................... € 4,90 FATTORIA SILA Sughetto alla nduja ....................................................... € 3,90 FATTORIA SILA Bustina di spaghettata calabrese ................................... € 2,90 FATTORIA SILA bruschetta di carciofi ..................................................... € 5,50 FATTORIA SILA bruschetta tropeana ...................................................... € 3,90 FORTE Armoniche selezione oro 500gr ................................................. € 2,20 GARRITANO Cucchiaini di puro cioccolato ............................................. € 6,90 GARRITANO Clementine candite ricoperte di puro cioccolato ................ € 9,90 GARRITANO Bocconcini di fichi ricoperti di puro cioccolato ................... € 9,50 GARRITANO bicchierini di puro cioccolato ............................................ € 6,90 INTERTONNO tonno di 1° scelta in olio di oliva 320 gr .......................... € 6,90 MADEO Salsiccia di Calabria piccante al Kg ........................................... € 19,90 MADEO Soppressata di Calabria piccante al Kg ..................................... € 19,90 MADEO Soppressata di Calabria bianca al Kg ....................................... € 20,90 MADEO Fior di lardo al Kg .................................................................... € 24,90 MADEO Salame di suino nero di Calabria al Kg ..................................... € 29,00 PARADISODEIGOLOSI cipolline selvatiche 314 gr................................... € 4,90 PARADISODEIGOLOSI confettura extra di pomodori verdi 314 gr........... € 4,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di arance selvatiche 314 gr .............. € 4,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di bergamotto 314 gr ..................... € 4,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di mandarini 106 gr ......................... € 2,90 PARADISODEIGOLOSI bocconcini al tonno 106 gr ................................ € 2,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di cedri 106 gr ................................ € 3,50 PARADISODEIGOLOSI conf. extra di fichi del cosentino 106 gr ............. € 2,90 PARADISODEIGOLOSI peperoncino macinato 314 gr ............................ € 4,50 PARADISODEIGOLOSI peperoncino intero ciliegino 314 gr .................... € 4,50 PARADISODEIGOLOSI conf. extra di peperoncini 314 gr ........................ € 4,50 PARADISODEIGOLOSI crema rossa di peperoncino 106 gr ..................... € 2,90 ROTELLA olio extravergine di oliva 0,75 l .............................................. € 7,90 SANTA CROCE ringhio 190 gr ............................................................... € 3,90

Da bere

OFANTO l’inatteso rosso IGT 2007 ........................................................ € 6,50 OFANTO emozioni aglianico del vulture DOC 2006 ............................... € 10,90 OFANTO sensazioni bianco IGT 2009 .................................................... € 6,50 VENOSA Terre di Orazio Aglianico doc 2007 ......................................... € 3,50 VENOSA Vignali aglianico vulture ......................................................... € 3,50

CASA COMERCI libicì Magliocco Canino lt. 0,75 ................................... € 8,90 casa comerci grappa di magliocco canino 0,5 l ................................ € 15,00 CERATTI Conf. regalo montonico + greco di bianco .............................. € 39,00 CERATTI Montonico passito barrique .................................................... € 22,00 CERATTI Monsonico Igt passito ............................................................. € 19,00 CERATTI Greco di bianco Doc et. gialla .................................................. € 18,90 CERATTI greco di bianco barrique doc et. nera ...................................... € 18,90 DUCROPIO Dom Giuvà 2005 ................................................................ € 8,90 DUCROPIO Serra Sanguinia ................................................................... € 8,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico lt. 0,75 ...................................................... € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosato lt. 0,75 ................................................................. € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico sup. riserva lt. 0,75 .................................... € 9,50 Nature Med Liquorizia 500cc .............................................................. € 18,90 Nature Med Crema di liquorizia 500cc ................................................ € 18,90

Calabria

Campania

Da mangiare

Da mangiare

ALPA castagne infornate mosto cotto ................................................... € 5,50 ALPA castagne infornate rum ................................................................ € 5,50

DICERBO extravergine di oliva stellamaiuri latta 5 L ............................... € 45,00 DICERBO extravergine di oliva stellamaiuri 0.5 75 L ............................. € 9,90

Da mangiare GAZZANEO peperoni arrostiti sott’olio alta digeribilità 180 gr ............... € 4,50 BOSCHI E CONTRADE antichi coltivi confettura di prugne .................... € 4,50 BOSCHI E CONTRADE le zuppe “i piselli” .............................................. € 3,90

Da bere


GRAZIELLA Pomodori pelati a strappo 1 Kg ........................................... € 1,20 GRAZIELLA Pomodori pelati a strappo tris 400 gr .................................. € 1,60 GRAZIELLA Pomodorini di collina a strappo 400 gr ................................ € 0,70 GRAZIELLA Passata di pomodoro 690 gr ............................................... € 1,20 GRAZIELLA Polpa di pomodoro a strappo 2x220 gr ............................... € 1,20

Da bere ASTRONI aglianico sannio DOC ............................................................. € 6,50 CASA SETARO falanghina IGT 2009 ...................................................... € 5,50 CASA SETARO Don Vincenzo riserva 2008 ............................................ € 8,50 CASASETARO lacryma christi rosso ....................................................... € 5,90 CASTELLE barbera sannio DOC 2007..................................................... € 7,90 CASTELLE greco IGT beneventano 2009 ................................................ € 4,90 CASTELLE Greco del sannio Doc .......................................................... € 7,90 CASTELLE Fiano del sannio Doc ............................................................ € 7,90 CASTELLE Vino spumante brut ............................................................. € 11,90 CASTELLE Aglianico sannio Doc ............................................................ € 7,90 CASTELLE 01 Falanghina beneventana Igt ............................................ € 3,90 CASTELLE 02 Aglianico beneventano Igt ............................................... € 3,80 GEF falanghina biologica 2009 DOC ..................................................... € 4,90 GEF aglianico biologico 750 ml ............................................................. € 4,90 GEF Falanghina Doc sannio ................................................................... € 5,90 SELVATORRESI taurasi Docg 2005 ......................................................... €18,90 SELVATORRESI Greco di tufo Docg 2009 ............................................... € 8,90 TERREDORA Fiano di Avellino DOCG 2009 ........................................... € 9,50 TERREDORA Greco di tufo DOCG 2009 selvatorresi .............................. € 8,90

Emilia Romagna Da mangiare BARBOLINI aceto balsamico di modena “omega”.................................. € 27,90 BRISIGHELLA Olio extravergine d’oliva Pieve tho 500 ml ........................ € 11,00 CABER Insaporitore per carni rosse ........................................................ € 1,90 CABER Insaporitore per carni bianche ................................................... € 1,90 CABER Insaporitore griglia verdure ........................................................ € 1,90 CABER Sale iodato in vetro 200 gr ........................................................ € 0,90 CASTELLI CILIEGI mieleaceto condimento alimentare ........................... € 7,50 DALLARI frappa 39 il tagliere pasta all’uovo 250 gr ............................... € 1,70 DALLARI maccheroni al pettine piccoli 500 gr ....................................... € 2,90 FLAMIGNI colomba classica 1 kg carta di riso ........................................ € 19,00 FLAMIGNI colomba farcita 1 kg linea rustica ........................................ € 21,00 GIUSTI med.oro banda rossa c/ast 250 ml ............................................. € 44,90 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla rossa 250 ml ............... € 29,00 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla arancio 250 ml ............ € 19,00 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.gialla ast ............................. € 8,90 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.arancio ast .......................... € 11,00 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.rossa ast ............................. € 19,00 L’ARTIGIANO tavoletta gr 100 fondente 54% e gianduia ...................... € 4,50 MALPIGHI aceto bals. trad. modena affinato 100 ml ............................. € 39,00 MALPIGHI aceto bals. trad. modena extravecchio ................................. € 69,00 MALPIGHI condimento saporoso .......................................................... € 9,90 MALPIGHI condimento riserva saporoso................................................ € 14,00 MALPIGHI condimento prelibato........................................................... € 14,00 MALPIGHI balsamo mela....................................................................... € 8,90 MALPIGHI balsamo arancia................................................................... € 8,90 MALPIGHI gelatina balsamica saporina.................................................. € 7,50 MALPIGHI gelatina balsamica fragolina ................................................. € 7,50 MALPIGHI gelatina balsamica di prelibato ............................................. € 7,50 RENZI olio extravergine d’oliva 500 cl .................................................... € 7,90 SAN PATRIGNANO miele millefiori 300 gr ..............................................€ 4,90 SUGAR cuorenero barrique tabacco 35 gr ............................................. € 2,90 SUGAR cuorenero barrique cannella 35 gr .............................................€ 2,90 Sapori del Borgo nocciole pralinate 120gr ....................................... € 5,50 Sapori del Borgo barretta croccante gusto caffè 136gr .................... € 5,50 TENUTA BIANCO olio extravergine di oliva Lt 0.5 .................................. € 10,90

Da bere BRISIGHELLA Spumante brut ................................................................ € 8,90 BRISIGHELLA Ambra albana dolce Docg passita 0,50 l .......................... € 12,90 BRISIGHELLA Brisiglè sangiovese Doc superiore ..................................... € 9,90 BONZARA cabernet sauvignon bonzarone DOC 2006 .......................... € 14,90 CÀ DE MEDICI lambrusco reggiano piazza san prospero ....................... € 4,50 Cà de medici Lambrusco reggiano Piazza San Prospero ....................... € 3,90 Cantina Formigine Lambrusco di Sorbara Dop rosso ........................ € 4,50 Cantine Riunite Lambrusco di Sorbara secco Doc .............................. € 5,50 Cantina Santa Croce Lambrusco Salamino Doc ............................. € 4,50 Cantina Settecani Lambrusco Grasparossa Doc secco ...................... € 4,50

Cantina Sorbara Lambrusco Sorbara Doc ........................................ € 3,90 Cantina SozziGalli Lambrusco di Sorbara Dop amabile .................... € 4,50 Carpi Lambrusco reggiano secco .......................................................... € 3,90 CASALI VITICULTORI Colli scand. Albore secco ...................................... € 5,50 CASTELLO SERRAVALLE Merlot colli bolognesi ...................................... € 11,50 CASTELLO SERRAVALLE pignoletto ....................................................... € 6,90 Cavicchioli Lambrusco di Sorbara Doc tre medaglie .......................... € 4,50 Chiarli Vecchia Modena Lambrusco frizzante secco ............................ € 5,50 CIV colli scad.&can. lambrusco coda rossa ............................................. € 4,50 CONDE’ Sangiovese di romagna Doc 2007 ........................................... € 7,90 CONDE’ Sangiovese di romagna Doc superiore 2007 ............................ € 9,90 DONELLI lambrusco reggiano donelli 1915 secco .................................. € 6,90 DUE TORRI lambrusco reggiano Ilario secco .......................................... € 3,90 FATTORIA PARADISO sangiovese riserva Vigna delle Lepri 2005 ............. € 12,50 FERRARA Duna della Puia DOC Mariotti ............................................... € 5,50 FERRARINI colli scand. e can. lambrusco patatrac .................................. € 3,90 GUALTIERI lambrusco reggiano Ligabue class. secco ............................. € 4,50 Horecare Lambrusco Sorbara Doc valle degli olmi .............................. € 4,50 LOMBARDINI lambr. Reggiano lambrusco per l’amico ........................... € 4,90 MASSENZATICO lambrusco reggiano secco .......................................... € 3,90 MONTECATONE Montecatone rosso 2007 ............................................ € 29,00 MONTECATONE Occhi di cielo 2009 ..................................................... € 7,50 MORINI savignone ravenna rosso IGT 2007 .......................................... € 3,90 PARADISO sangiovese bella blu ............................................................. € 9,60 PARADISO albana secco ........................................................................ € 7,50 PRATO lambrusco reggiano Vermiglio ................................................... € 3,90 PUIANELLO lambrusco reggiano rosato secco ...................................... € 3,90 REGGIANA lambrusco reggiano vigna di tedola secco ........................... € 3,90 ROLO lambrusco reggiano salamino secco ............................................ € 3,90 SAN MARTINO IN RIO lambrusco reggiano nero di corte secco ............. € 3,90 SAN PATRIGNANO avi 2006 sangiovese romagna DOC rosso ................ € 22,90 SANTA GIUSTINA villa soldati ................................................................ € 6,90 SANTA GIUSTINA I muri gutturnio d’oro 2006 ...................................... € 9,90 TENUTA MONSIGNORE rosato spumante brut ...................................... € 7,80 VENTURINI lambrusco reggiano secco ................................................... € 4,50

Friuli Venezia Giulia Da mangiare SAPORI DI CASA Spaghetti alla chitarra 250 gr....................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Strozzapreti 250 gr...................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Straccetti 250 gr.......................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Tagliatelle ai funghi 250 gr........................................... € 3,50 SAPORI DI CASA Fettuccine all’ortica 250 gr........................................... € 3,50 SAPORI DI CASA Fettuccine agli spinaci 250 gr....................................... € 3,50 SAPORI DI CASA Bigoli 250 gr .............................................................. € 2,90 SAPORI DI CASA Maccheroncini 250 gr................................................. € 2,90 SAPORI DI CASA Fettuccine 250 gr......................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Tagliolini 250 gr........................................................... € 2,90

Da bere VALCHIARÒ Pinot Grigio ...................................................................... € 6,90 VALCHIARÒ Friulano ............................................................................ € 6,90

Lazio Da mangiare FALCONI amaretto 450 gr ..................................................................... € 8,90 DOLCIARIA LAMPO Amaretto verolano sfuso amarena 1Kg................... € 16,90 DOLCIARIA LAMPO Amaretto micro sfuso cioccolato 1Kg ..................... € 21,90 DOLCIARIA LAMPO Morbidello micro sfuso pistacchio 1Kg.................... € 21,90 Il Molino Patè di olive con finocchio 100 gr ........................................ € 3,90 Il Molino Confettura di Visciole 212 gr ............................................... € 4,90 Il Molino Extravergine d’oliva monocultivar canino 500 ml ................. € 11,90 Il Molino Extravergine d’oliva Dop Tuscia 500 ml ................................ € 11,90 R. BRUNELLI pecorino romano DOP ...................................................... € 2,50 R. BRUNELLI bon capri a fette ............................................................... € 2,90 TUSCANIA Olio extravergine d’oliva 0,50 l ............................................ € 3,00 TUSCANIA Olio extravergine d’oliva 0,75 l ............................................ € 11,90

Da bere ALTAQUOTA birra artigianale al farro .................................................... € 3,90 CANTINE LUPO primolupo merlot ......................................................... € 8,50 CAPORILLI Antiquo rosso cesanese DOC ............................................... € 7,90 CAPORILLI colline del cesanese rosso DOC ............................................ € 5,90 Collepicchioni Collerosso Lazio Rosso 2009 ...................................... € 4,90


Collepicchioni Donna Paola Marino Doc 2009 ................................. € 6,90 Collepicchioni Perlaia Lazio Rosso 2009 ........................................... € 6,90 Collepicchioni Il Vassallo Lazio Rosso 2008 ....................................... € 14,90

Liguria Da mangiare CÀ MESSIGHI vaso di olive in salamoia da 290 gr .................................. € 4,50 CÀ MESSIGHI pesto con pinoli vaso da 130 gr ...................................... € 5,90 CÀ MESSIGHI Patè di olive taggiasche 180 gr ...................................... € 3,20 PAMFOOD pesto senz’aglio vasetto gr 180 ......................................... € 3,50 PAMFOOD pesto con aglio vaetto gr 180.............................................. € 3,50 ICAT tonno consorzio filetto gr 150 ...................................................... € 4,90 ICAT angelo parodi filetto di sgombro gr 125 ....................................... € 2,50 POLLA tonno in olio di oliva 140 gr ....................................................... € 5,90 POLLA pesto genovese vaso 85 gr ........................................................ € 2,90 POLLA senape delicata alle olive 200 gr ................................................ € 3,90 POLLA olio extravergine ligure 0,5l ....................................................... € 10,90 POLLA funghi porcini vaso 200 gr ........................................................ € 8,90 POLLA olio ev bott. quadra 0,5 l ........................................................... € 11,00

Da bere POLLA vino pigato doc polla 0,75 l ....................................................... € 8,90 POLLA vermentino doc 0,75 l ............................................................... € 8,90 POLLA rossese doc 0,75 l ...................................................................... € 8,90

Lombardia Da mangiare BARBOLINI aceto balsamico di Modena Omega ................................... € 27,90 I VALLICELLI confett. extra arance amare 100 gr .................................... € 5,50 I VALLICELLI confett. extra strudel di mele 100 gr .................................. € 5,90 LO SPICCHIO fegatini toscani ................................................................ € 6,90 LO SPICCHIO sugo all’aglione ............................................................... € 3,50 Molino di Vigevano Dolci soffici ....................................................... € 2,30 Molino di Vigevano Crostate ........................................................... € 2,30 Molino di Vigevano Pizza croccante ................................................. € 2,30 Molino di Vigevano Pane e lievito .................................................... € 2,30 SAN LUCIO Grok gusto classico 5x20 gr ................................................ € 2,80 SAN LUCIO grok gusto deciso 5x20 gr .................................................. € 2,80 SAN LUCIO Grok gusto classico 20 gr ................................................... € 2,80 SAN LUCIO Grok gusto deciso 20 gr ..................................................... € 2,80 TUTTI A TAVOLA ragù di bisonte............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di agnello............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di struzzo............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di capriolo........................................................... € 5,50

Da bere CASTELLO GRUMELLO valcalepio rosso DOC 2005 ............................... € 6,90 CASTELLO GRUMELLO valcalepio bianco 2008 ..................................... € 6,50 LA BOSCAIOLA Franciacorta Docg Brut.................................................. € 17,50 LE CORNE Franciacorta brut Docg ........................................................ € 22,90 LE CORNE Rosè spumante VSQ ............................................................ € 7,90 PODERE CAVAGA ol giopi’ 2007 Franconia IGT .................................... € 6,90 QUAQUARINI riesling oltrepo pavese .................................................... € 4,90 QUAQUARINI pinot noir oltrepo pavese frizzante .................................. € 5,50 SANTAGIUSTINA Ortrugo vivace doc 2010 ........................................... € 4,90 SANTAGIUSTINA Gutturnio doc fermo 2009 ......................................... € 5,90 SANTAGIUSTINA Gutturnio vivace doc 2009 ......................................... € 5,90 SANTAGIUSTINA Bonarda fermo doc 2009 ........................................... € 4,90 SANTAGIUSTINA Barbera fermo doc 2009 ........................................... € 4,90 SANTAGIUSTINA Anricus fermo 2008 ................................................... € 5,50 SANTAGIUSTINA Villa soldati ................................................................ € 6,90 SANTAGIUSTINA I muri gutturnio doc 2006 ......................................... € 9,90 SANTAGIUSTINA Spumante rosè 2009 ................................................. € 5,90 SANTAGIUSTINA don Alessio spumante ................................................ € 6,90 VERCESI bonarda oltrepo’ pavese DOC.................................................. € 4,50 VERCESI Bonarda oltrepò pavese doc frizzante ..................................... € 4,50

Marche Da mangiare BARTOLACCI patè di frico di verdure 100 gr ......................................... € 3,50 BARTOLACCI preparato a base di lamponi 240 gr ................................ € 4,90

BARTOLACCI manorle sgusciate sottovuoto150 gr ............................... € 4,90 BARTOLACCI miele millefiori ................................................................ € 4,50 CONCA D'ORO olio extravergine d’oliva bio lt. 0,75 .............................. € 9,50 CASONI linguine stese a mano 250 gr.................................................... € 2,90 CASONI tonnarello aglio e prezzemolo 250 gr ....................................... € 2,90 CATALINI confettura extra pomodori verdi 220 gr ................................. € 4,90 DULCIS HARMONIA tozzetti .................................................................. € 2,80 FORNERIA TOTÒ Anicini ....................................................................... € 7,90 LUZI fusilloni di farro 500 gr ................................................................. € 2,50 LUZI strozzapreti grano duro ................................................................. € 2,20 MARTARELLI barzotto s.v. al kg ............................................................. € 12,90 MARTARELLI nero di grotta norcia s.v. al kg ........................................... € 19,90 ROMOLI spalmabili al caffè ................................................................... € 5,90 ROMOLI spalmabili al gianduja .............................................................. € 5,90 ROMOLI spalmabili al miele e cioccolato ................................................ € 5,90 ROMOLI spalmabili al fondente senza zucchero ..................................... € 5,90 ROMOLI biscotteria prelibato ................................................................ € 1,50 ROMOLI spalmabile nocciola ................................................................ € 5,90 Monterosso Riccioli di farro Bio 500 gr .............................................. € 2,90 Monterosso Penne di farro Bio 500 gr................................................ € 2,90 Monterosso Spaghetti di farro Bio 500 gr........................................... € 2,90 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva laudato 0,50 l ........................... € 19,00 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva solivo 0,50 l .............................. € 12,00

Da bere BARTOLACCI bianchello del metauro Doc ............................................ € 19,00 BARTOLACCI succo e polpa di pere 200 ml .......................................... € 1,50 BARTOLACCI succo e polpa di pesca 200 ml ........................................ € 1,90 BARTOLACCI succo e polpa di mora 200 ml ......................................... € 1,90 BARTOLACCI bianchello del metauro doc ............................................. € 5,90 BARTOLACCI sangiovese colli pesaresi doc ........................................... € 5,50 BARTOLACCI preparato a base di lamponi 240 gr ................................ € 4,90 CATALINI vino cotto in fiasco a candela 750 ml ..................................... € 19,00 COLLELUCE vernaccia di serrapetrona XXIV canto passito ..................... € 18,50 COLLELUCE Vernaccia si Serrapetrona Secca ......................................... € 12,00 DOMODIMONTI Il Messia 2006 ............................................................. € 25,00 DOMODIMONTI Picens 2006 ................................................................ € 10,50 DOMODIMONTI Piccolo principe 2009 ................................................. € 7,50 DOMODIMONTI Deja v 2009 ................................................................ € 7,90 DOMODIMONTI Li coste 2009 .............................................................. € 12,00 DOMODIMONTI Monte fiore 2009 ....................................................... € 6,90 IL CRINALE rosso piceno DOC 2008 mizar ............................................. € 4,50 IL CRINALE Pecorino micaur doc ............................................................ € 5,90 IL CRINALE Passerina castrum doc ......................................................... € 5,90

Piemonte Da mangiare BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in tessuto............................................... € 3,90 BARAGGIA Riso carnaroli 5 kg in tessuto............................................... € 15,00 BARAGGIA Riso baldo 1 kg.................................................................... € 3,50 SAN CASSIANO fonduta di bra dop 180 gr............................................. € 6,90 ORYZA Riso venere nero 500 gr.............................................................. € 4,90 ORYZA Riso carnaroli in yuta 500 gr....................................................... € 3,50 ORYZA Gallette tonde bio farro.............................................................. € 1,60 SAN CASSIANO ragù di fagiano 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di faraona 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di camoscio 90 gr ................................................ € 4,90 SAN CASSIANO salsa di noci e funghi 90 gr .......................................... € 3,90 SAN CASSIANO mousse di vino Moscato d'Asti Docg 70 gr................... € 1,90

Da bere ANZIVINO Gattinara Docg rosso 2005 ................................................... € 13,90 ANZIVINO Nemesi IGT rosso 2008 ......................................................... € 5,50 ANZIVINO Bramaterra 2005................................................................... € 12,50 MARCAURELIO Barbera d’Asti Terradacia 2006 Doc ............................. € 8,90 MARCAURELIO Barbera d’Asti Zeroincondotta 2009 Docg ................... € 12,50 MARCAURELIO Moscato d’Asti Lucifero 2009 Docg ............................. € 10,90

Puglia Da mangiare ALTAMURGIA salsiccia stagionata della murgia prezzo/kg ..................... € 29,00 ALTAMURGIA Soppressata della murgia prezzo/kg ............................... € 34,00 BELLA CONTADINA fungoncelli contad. in olio semi 290 gr .................. € 4,50 BELLA CONTADINA scaldatelli alla pizza 500 gr .................................... € 3,90


BELLA CONTADINA orecchiette pugliesi 500 gr ..................................... € 2,90 BELLA CONTADINA Pomodori secchi alla contadina .............................. € 4,90 BELLA CONTADINA Cetriolini in aceto 290 gr ....................................... € 3,50 BELLA CONTADINA Aglio al peperoncino .............................................. € 3,90 BELLA CONTADINA Carciofi interi della nonna alla contadina ................ € 4,90 PUGLIESITà tocchetti olio ev di olia 400 gr ............................................ € 4,50 PUGLIESITà mastaccioli al vin cotto 400gr ............................................ € 4,90 PUGLIESITA’ taralli al sesamo 400 gr ...................................................... € 4,50 PUGLIESITA’ tocchetti olio e oliva 400 gr ............................................... € 5,00 PUMA carciofini alla brace bio 280 gr .................................................... € 5,50 PUMA carciofi interi bio 280 gr ............................................................. € 6,50 PUMA Melanzane a filetti 280 gr. CDA ................................................. € 4,50 TENUTA BIANCO olio extravergine oliva lt. 0,5 ...................................... € 10,90 TENUTA BIANCO olio extravergine d’oliva 0,25 l ................................... € 5,90 SUDALIMENTA Orecchiette con cime di rapa ........................................ € 3,50 SUDALIMENTA Pennette con melanzane ............................................... € 3,50 SUDALIMENTA Spaghetti neri alla marinara ........................................... € 4,90

Dry Fruit Pesto di pistacchi di sicilia 190 gr .......................................... € 5,90 Dry Fruit Crema di mandorle di sicilia 200 gr ...................................... € 4,90 Dry Fruit Crema di nocciole italiane 200 gr ......................................... € 4,90 GIOVI uva passa in grappa moscato 20 cl .............................................. € 7,90 Le terre di Corleone Margherita 500 gr ........................................... € 2,90 Le terre di Corleone Busiata Corleonese 500 gr ............................... € 2,90 Le terre di Corleone Reginelle 500 gr .............................................. € 2,90 MILAZZO olio extravergine di oliva 0,50 l .............................................. € 8,90 Quignones olio extravergine d’oliva 0,50 l .......................................... € 8,90 SALLEMI campagnolo extravergine oliva bottiglia 0,75 l ........................ € 9,90 SALLEMI Olio extravergine d’oliva Re Dop Monti Iblei 750 ml ................ € 15,00 villa reale pesto alla trapanese 180 gr .............................................. € 4,90 villa reale sugo con bottarga 180 gr ................................................. € 3,90 villa reale sugo con frutti di mare180 gr ........................................... € 3,90 SPOTO olio extra vergine di oliva kento 0,5 l ......................................... € 14,50

Da bere

ACATE zagra inzolia/grillo 2008 IGT ...................................................... € 4,90 ACATE il Moro Nero D’Avola IGT 2007................................................... € 7,90 ALAGNA Moscato di Pantelleria DOC Eliotes ........................................ € 22,90 ALAGNA cabernet sauvignon ............................................................... € 8,90 ALCESTI chardonnay 2008 IGT .............................................................. € 5,90 ALCESTI Narkè dei poeti 2005 .............................................................. € 7,90 ALCESTI Isola dei profumi rosso ............................................................ € 5,50 ALCESTI Isola dei profumi bianco .......................................................... € 4,90 ALCESTI Syrah 2008 .............................................................................. € 6,90 ALTOBELICE chardonnay Tre Feudi ......................................................... € 5,90 ALTOBELICE Trerrè Doc nero d’avola ...................................................... € 5,90 ALTOBELICE Tre Feudi merlot ................................................................. € 5,90 ALTOBELICE Tre Feudi cabernet-sauvignon ............................................ € 5,90 COLLETTI Don Luca nero d’avola ........................................................... € 6,90 CUSUMANO cassetta trsv x 6 - angimbe’ & benuara ............................. € 69,00 CUSUMANO cassetta trsv x 6 benuara & cubia ..................................... € 69,00 FENECH Malvasia delle Lipari Doc passito 2008 ..................................... € 22,00 GIOVI liquore a base di grappa.............................................................. € 5,50 GIOVI grappa di cerasuolo..................................................................... € 5,50 HAUNER malvasia delle lipari naturale 500 ml ....................................... € 19,00 HAUNER magnum rosso antonello igt salina 2007 ................................ € 35,00 HAUNER salina bianco igt 2010 750 ml ................................................ € 7,50 LUNA SICANA luna y sol bollicine di nero d'avola .................................. € 13,90 MARTINEZ jemara passito di Pantelleria ................................................ € 22,00 MARTINEZ laus vino liq. malvasia IGT .................................................... € 6,50 MAURIGI Dolcemente petit verdot ........................................................ € 19,00 MAURIGI Granny 2004 ......................................................................... € 15,90 MAURIGI Terre di Sofia 2007 ................................................................ € 12,90 MAURIGI Cinquanta ............................................................................. € 9,90 MAURIGI Saia grande 2007 .................................................................. € 9,90 MAURIGI Le chiare 2009 ...................................................................... € 8,90 MIMMO PAONE rosso nocera IGT 2004 ................................................ € 8,00 Quignones Passito Aner Sicilia 2006 ................................................... € 16,90 Quignones Petit Verdot ...................................................................... € 7,90 Quignones T. d’Apaforte cabernet/sauvignon Sicilia 2002 .................. € 12,90 SETTESOLI viognier ............................................................................... € 5,50 SETTESOLI syrah .................................................................................... € 5,90 SUTERA Kalea rosso Igt 2008 ................................................................ € 39,00 TOLA syrah nero d’avola ....................................................................... € 5,90 TOLA nero d’avola rosso IGT ................................................................. € 4,90 TOLA syrah rosso IGT ............................................................................ € 4,90 TOLA chardonnay insolia 2009 ............................................................. € 5,90 TASCA D'ALMERITA camastra ............................................................. € 8,50 VITICULTORI chardonnay 2009 ............................................................. € 5,50

ASTORE massaro rosa negroamaro ........................................................ € 4,90 ASTORE Krita chardonnay + malvasia bianca ......................................... € 5,90 ASTORE Filimei 2009 Negroamaro......................................................... € 8,90 ASTORE argentieri negroamaro+cabernet sauvignon ............................ € 11,90 ASTORE Jema 2007............................................................................... € 7,90 RIVERA preludio chardonnay 2008 ........................................................ € 4,90 RIVERA terre al monte sauvignon 2008 ................................................. € 4,80 RUBINO negro amaro 2007 tenute rubino ............................................ € 7,90 RUBINO punta aquila 2008 rosso primitivo ............................................ € 8,90 RUBINO Torre testa 2007 ....................................................................... € 32,00 RUBINO Magnum jaddico 2007 ........................................................... € 33,00 RUBINO Malvasia nera marmorelle 2008 .............................................. € 6,90 RUBINO Malvasia bianca marmorelle 2010 ............................................ € 6,90 RUBINO Fermentino tenute rubino 2010 ............................................... € 7,90 RUBINO Saturnino 2010 rosato negromaro ........................................... € 6,90

Sardegna Da mangiare GARAU Formaggio spalmabile su Angiu 200 gr ................................... € 4,90 MURRU Salsiccia sarda con finocchietto al Kg ....................................... € 19,90 MURRU Salame sardo al Kg ................................................................... € 19,50 MURRU Lonza affumicata al Kg ............................................................. € 26,00

Da bere DORGALI cannonau di viniole riserva 2006 ........................................... € 10,90 DORGALI cannonau sardegna DOC filieri rosato2009 ........................... € 4,50 DORGALI vermentino sardegna DOC isalle 2009 .................................. € 4,90 DORGALI cannonau sardegna DOC calaluna 2009 ................................ € 4,50 DORGALI isola dei Nuraghi IGT noriolo selez. ‘07 .................................. € 10,90 DORGALI cannonau di sardegna viniola riserva ‘07 ............................... € 9,50 DORGALI cannonau sardegna doc vigna di isalle’09 ............................. € 5,50 DORGALI noriolo igt rosso 2008 ........................................................... € 9,50 DORGALI grappa di cannonau filieri selezione 45% .............................. € 22,90 DORGALI vermentino sardegna doc calaluna 2010 .............................. € 4,90 MONTESPADA vermentino DOC sabbialuce .......................................... € 5,80 MONTESPADA vermentino DOC sole di sardegna ................................. € 5,80 Roccavorte Muscadellu moscato sardo ............................................ € 13,90

Sicilia Da mangiare ALICOS pesto al finocchietto selvatico 180 gr ........................................ € 5,50 ALICOS scorzette di arance - vasetto gr 100 .......................................... € 4,90 ALICOS Salsa pronta di pomodoro ciliegino e datterino ........................ € 2,40 ALICOS Panettone artigianale al pistacchio di Bronte............................. € 19,90 ALICOS condimento pasta con le sarde ................................................ € 3,90 ALICOS colomba al pistacchio .............................................................. € 20,90 ALICOS farina di pistacchio .................................................................. € 4,90 ASARO Quadrelli alle mandorle e pistacchio di Bronte 150 gr ............... € 5,90 CAFFE’ GINEVRA Lattina intenso macinato ........................................... € 5,30 CAFFE’ GINEVRA Crema di caffè ........................................................... € 5,90 CAFFE’ GINEVRA Crema di pistacchio ................................................... € 5,90 CAMPO D’ORO pomodori secchi farciti 180 gr ..................................... € 4,90 CAMPO D’ORO aglio marinato in olio 180 gr ....................................... € 3,90 CINQUE COLLI Olio extravergine d’oliva 0,50 l ...................................... € 8,50 Dry Fruit Miele e pistacchi di sicilia 230 gr ........................................... € 6,50

Da bere

Toscana Da mangiare ALLA GUSTERIA gelatina di chianti classico gallo nero .......................... € 6,90 ALLA GUSTERIA confettura extra fichi pinoli e agrumi .......................... € 4,50 CRIMELE olio extravergine d’oliva 0,5L ................................................. € 6,90 I GREPPI DI SILLI olio Moraiolo 500 ml ................................................... € 13,90 I GREPPI DI SILLI miele di acacia 250 gr .................................................. € 4,50 IL BORRO olio extravergine 2009 0,5 lt ................................................. € 14,90 IL CASELLINO olio biologico campo di torri bot. 0,5 lt ........................... € 13,90 LE BONTA’ Crostino toscano 180 gr....................................................... € 3,90 LE BONTA’ Salsa speck e porcini 180 gr ................................................. € 3,90 LE BONTA’ Crostino toscano al tartufo 180 gr......................................... € 4,90 LE BONTA’ Sugo di cinghiale 180 gr ...................................................... € 3,90 LE BONTA’ Sugo di chianina 180 gr ....................................................... € 3,90 LO SPICCHIO Ragù di chianina .............................................................. € 5,50


LO SPICCHIO Fegatini Toscani ............................................................... € 6,90 LO SPICCHIO Sugo all’aglione ............................................................... € 3,50 PARMOLETO olio igp toscano 2009 500 ml ........................................... € 8,90 SAVINI TARTUFI miele al tartufo bianco 40 gr ........................................ € 8,50 SAVINI TARTUFI crema di lardo al tartufo 80 gr ...................................... € 5,90 SAVINI TARTUFI salsa del tartufaio ......................................................... € 6,50 SAVINI TARTUFI polenta del tartufaio 140 gr ......................................... € 5,90 TREGGIANO Olio extravergine d’oliva 0,75 l ......................................... € 14,90

BITTARELLI Zuppa di farro e ceci ............................................................ € 5,90 TARTUFI JIMMY crema di carciofi e tartufo ............................................ € 3,50 TARTUFI JIMMY delizia di funghi porcini/tartufo bianco ......................... € 3,50 TARTUFI JIMMY cuore di puro tartufo bianco......................................... € 18,00 TARTUFI JIMMY piccantina di pomodoro e tartufo ................................ € 3,00

Da bere

Da mangiare

ABBADIA ARDEGNA Brunello 2004 ...................................................... € 23,90 ABBADIA ARDEGNA rosso di Montalcino 2007 DOC ............................ € 9,90 DIEVOLE brunello di Montalcino ........................................................... € 23,00 CAJUN birra lom ................................................................................... € 6,50 CAJUN birra estro ................................................................................ € 9,50 CAPITONI capitoni orcia DOC annata 2006 ........................................... € 8,50 CAPITONI frasi orci doc annata 2005 .................................................... € 11,90 CECCHI morellino di scansano DOC 2006 riserva ................................. € 9,50 COLLE MASSARI rigoletto montecucco rosso DOC 2008 ....................... € 7,90 COLLE MASSARI Irisse montecucco vermentino DOC 2009 ................... € 10,90 FATTORIA CAMPIGIANA chianti barbarossa Docg 2008 ....................... € 7,90 FATTORIA CAMPIGIANA Chianti Docg 2008 ........................................ € 6,90 LE TORRI Magliano 93 .......................................................................... € 19,00 IL BORRO Polissena IGT sangiovese 2006 .............................................. € 12,00 IL BORRO Lamelle chardonnay 2008 IGT ............................................... € 11,90 LA FORNACE morellino di scansano 2009 Docg ................................... € 5,90 LA FORNACE morellino di scansano riserva ........................................... € 11,00 LE TORRI chianti classico Docg .............................................................. € 5,90 MAURIGI rosse in rosso 2009 ................................................................ € 5,50 MAURIGI rosse rosè 2008 ..................................................................... € 6,50 PARMOLETO montecucco sang. riserva DOC 2006 ............................... € 8,90 PARMOLETO grappa montecucco song ................................................ € 15,00 PALAZZO VECCHIO nobile riserva 2004 ................................................. € 15,00 PALAZZO VECCHIO nobile di Montepulciano ........................................ € 12,50 PODERE L’AIONE Poderoso sangiovese morellino di scansano 2009....... € 8,90 PODERE L’AIONE Roscio maremma sangiovese cabernet sauvignon 2009....... € 32,00 POGGIOSECCO Anora’ chianti riserva bio 2006 .................................... € 7,90 POGGIOSECCO Chianti Docg Bio 2006 ................................................. € 8,50 SBERNADORI nobile riserva 2001 .......................................................... € 12,90 SBERNADORI nobile di Montepulciano 2006 ........................................ € 16,90

Trentino Alto Adige Da mangiare ENDRIZZI mostarda di vino Masetto Nero 110 gr ................................... € 7,50 ENDRIZZI mostarda di Gewurztraminer 110 gr ...................................... € 7,50 FELICETTI tagliatelle bio all’uovo 500 gr ................................................. € 3,50 FELICETTI ditalini farro 500 gr ................................................................ € 3,90 FELICETTI Conchiglioni Bio matt 500 gr ................................................. € 2,90 SELECTED FOOD ragù di manzo della val d'ultimo ................................. € 5,50 SELECTED FOOD salame di cinghiale gruber&telfser 240 gr ................... € 6,20

Da bere BERTAGNOLLI grappa marzemino 0,5l ................................................. € 14,90 BERTAGNOLLI grappa traminer 0,5 l ..................................................... € 16,90 BERTAGNOLLI grappa koralis 0,35 l ...................................................... € 10,90 ENDRIZZI muller thurgau trentino DOC 2009 ........................................ € 9,80 ENDRIZZI gewurztraminer trentino DOC 2009 ...................................... € 13,90 ENDRIZZI brut metodo classico Trento DOC 2005 .................................. € 9,90 RONER Gewurztraminer ........................................................................ € 8,50 LEVICO the pesca .................................................................................. € 1,00 LEVICOace arancia rossa ....................................................................... € 1,30 MESSNERHOF Santa Maddalena classico DOC 2009 ............................ € 9,50 VILLA CORNIOLE muller thurgau DOC 09 ............................................. € 8,90 VILLA CORNIOLE gewurztraminer DOC 09 ............................................ € 11,90 VILLA CORNIOLE lagrein DOC 08 .......................................................... € 10,90 VILLA CORNIOLE teroldego 7 pergole DOC 03 ...................................... € 16,90

Umbria Da mangiare Bittarelli fagiolina del Trasimeno 250 gr ............................................ € 5,90 Bittarelli orzo perlato 500 gr .............................................................. € 2,50 Bittarelli cicerchie 500 gr.................................................................... € 3,90 Bittarelli ceci piccoli nazionali 500 gr ................................................. € 3,50 Bittarelli cicerchie all’antica 350 gr .................................................... € 4,90

Valle d'Aosta ALPENZÙ ragu’ di cinghiale 200 gr ........................................................ € 4,90 ALPENZÙ ragu’ di capriolo 200 gr ......................................................... € 4,90 ALPENZÙ Ragù di cervo ........................................................................ € 5,50 ALPENZÙ fonduta di fontina 295 gr ...................................................... € 5,50 ALPENZÙ miele mignon di acacia .......................................................... € 2,90 ALPENZÙ Sugo ai funghi porcini ........................................................... € 4,90 ALPENZÙ Fonduta valdostana................................................................ € 5,50 ALPENZÙ Fonduta al muller thurgau Doc .............................................. € 4,90 ALPENZÙ Tegole valdostane .................................................................. € 3,90

Da bere ALPENZU’ Grappa barricata 0,50 l ......................................................... €16,90 ALPENZU’ Grappa morbida 0,50 l ......................................................... €15,90 LA SOURCE chardonnay DOC Valle d’Aosta .......................................... € 8,90 LA SOURCE gamay DOC Valle d’Aosta .................................................. € 8,50 LA SOURCE petite arvine DOC Valle d’Aosta ......................................... € 9,50

Veneto Da mangiare BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in tessuto ............................................... € 3,40 BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in carta .................................................. € 3,90 BARAGGIA Riso baldo 1 kg ................................................................... € 3,50 BRIO brio al cioccolato ........................................................................... € 2,90 GERARDO CESARI Olio extravergine d’oliva 0,50 l ................................. € 9,90 GERMINAL aceto di mele ...................................................................... € 2,90 IL MANGIAR SANO crostatina albicocca s/z aggiunto ............................ € 1,50 IL MANGIAR SANO biscotti farciti alla frutta .......................................... € 2,50 REDORO extravergine d’oliva extra bott 0,75 l....................................... € 8,90 REDORO extravergine d’oliva extra latta 5 l ........................................... € 45,00 REDORO olio al rosmarino 0,25 l ........................................................... € 5,50 REDORO olio al limone 0,25 l ................................................................ € 5,50 REDORO olio aglio e peperoncino 0,25 l ............................................... € 5,50 TRE CASE peperlata conf. frutta peperoncino ........................................ € 4,50 TRE CASE perine allo zenzero 360 gr ..................................................... € 4,90 TRE CASE radicchio rosso tardivo gr.300 treviso ..................................... € 4,50

Da bere CÀ SISA prosecco DOC extra dry ........................................................... € 4,90 Collina dei Ciliegi Amarone Il Ciliegio 2005 Doc .............................. € 32,90 Collina dei Ciliegi Corvina Veronese IGT .......................................... € 5,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Ripasso 2008 Doc .............................. € 11,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Superiore 2008 Doc ........................... € 8,90 COLLINA DEI CILIEGI Recioto 2008 Doc ................................................ € 17,90 COLLINA DEI CILIEGI Lugana 2008 Doc ................................................ € 11,90 COLLINA DEI CILIEGI Garganega .......................................................... € 5,90 COLLINA DEI CILIEGI Brut ..................................................................... € 10,90 COLLINA DEI CILIEGI Brut magnum 1,5l ................................................ € 21,90 DESMONTA’ rinero rosso IGT 75 cl ........................................................ € 7,90 DESMONTA’ nero d’arcole DOC 2007 ................................................... € 17,90 DESMONTA’ arcole pinot grigio DOC desmontà 75 cl ............................ € 5,90 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Borgognotta 0,75 l ................ € 45,00 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Borgognotta 1,50 l ................ € 99,00 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Bordolese 3 l ......................... € 170,00 IEI nero d’Arcole doc 2007 .................................................................... € 16,00 IEI arcole pinot grigio doc desmontà cl 75 ............................................. € 6,90 MOLETTO lison classico 2009 ............................................................... € 5,90 MOLETTO franconia IGT 2007 ............................................................... € 5,90 MOLETTO colmello bianco barricato 2006 ............................................ € 8,90 REDORO amarone valpolicella 0,75 l .................................................... € 22,00 REDORO spumante brut 0,75 l ............................................................. € 7,90 RONCA corvina IGP 2008 ..................................................................... € 4,90 RONCA custoza Te'ra 2009 Dop............................................................ € 4,50 RONCA Garganega Camì 2009 ............................................................ € 4,90 RONCA Pinot Grigio Garganega Meuì 2009 ......................................... € 4,90 ZECCHINI Valpolicella valpantena superiore 2008 ................................. € 8,90 ZECCHINI Amarone valpolicella 2003 ................................................... € 32,00


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