Ex c l u s i v ef o r
sommario sommario novembre 2010
12 Il borsino del gusto 14 L’Italia che merita 16 Dal mondo 18 Civici consumatori 20 Almanacco di Barbanera 22 Dalle nostre ambasciate 24 Appuntamenti 48 Indagine
36 Inchiesta
L’Unesco riconosce la dieta mediterranea patrimonio dell’umanità. Un successo per le produzioni e la cultura alimentare italiana
cibo&territorio
viaggi&benessere
52 Weekend goloso a Verona
86 Dai nuraghi con amore
La città regala sapori intensi grazie anche al nuovo Store di vie del Gusto
56 L’oro della Sardegna
Crisi e potenzialità del Pecorino analizzati dal professor Giuseppe Pulina
Rigeneriamoci con le preziose acque termali della Sardegna
90 L’Ischia verde
Alla scoperta di un’altra isola, all’insegna di trekking e scalate
60 Mandorle d’Avola L’alta qualità della drupa che prospera
94 Weekend nel verde
96 Viaggi&Co, Cosa c’è di nuovo
nel sud-est della Sicilia
66 Aggiungi un santo a tavola Viaggio tra le curiose pietanze dedicate ai patroni italiani
70 Olio 72 Carta della Pasta, Tortellini 74 Buono a tavola, Orzo 76 Chef a scuola 78 Consumo responsabile 80 Il ristorante, Emilia Romagna 4 viedelgusto.it
97 Camera con vista, Sicilia 98 Turismo religioso 100 Lezioni di ospitalità
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sommario sommario novembre 2010
157 Shopping list
piaceri&dintorni
artigianato&design
costume&società
104 Cioccolato delle meraviglie
124 La doppia anima del saper fare
138 A scuola di Italian style
Il cibo degli dei miete adepti più di ogni altra religione
108 Rubino di Calabria
La passione di Casa Comerci per il vitigno autoctono Magliocco canino
Gli esempi unici dell’arte musiva e orafa nel Lazio
128 Homo faber, tarocchi magici 130 Ecosostenibile,
Ifse e la promozione dell’eccellenza enogastronomica italiana
142 Bon ton 144 Tendenze 146 Arte
112 Orto dei semplici, Piselli
114 Selezioni, Bacalà alla vicentina
132 Design&Co, cosa c’è di nuovo
148 Libri
116 La scoperta, Cicerchia
134 I mitici, Berkel
150 Teatro
Cristoforetti Servizi Energia
118 Benservito
152 Cinema
120 Mercatini
154 In vetrina
6 viedelgusto.it
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Verde Intenso
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Lazio Massimo Arcese, Francesco Maria Bucarelli, Domenico Bruno,
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Sandra D’Alessandro, Mauro Rosta, Sarah Scaparone, Raffaele Trovato
Liguria Alessandro Baffigi, Barbara Bacigalupo
Puglia Bruno Micai, Nunzio Pacella, Mariella Piscopo
Lombardia Cesare Assolari, Roberto Bonsi, Massimiliano Bruni, Franca Dell’Arciprete Scotti, Alessandra Favaro, Lorenzo Foti, Valentina Gavarini, Riccardo Lagorio, Roberto Lavarini, Eugenio Meloni, Umberto Mortelliti, Aldo Pagnussat, Giampaolo Perna, Barbara Pinnetti, Saro Trovato
Sardegna Roberto Dall’Acqua, Annalisa Bernardini, Lino Erriu, Giuseppe Pulina
Marche Gilda Ciaruffoli, Ferruccio Squarcia
Trentino Francesca Negri
Molise Giovanni Scapagnini Piemonte Fabio Alcini,
Sicilia Cesare Aldesino, Marco Scapagnini Toscana Elena Conti, Marco Ghelfi, Alberto Presutti
Umbria Gino Celletti, M. Pia Fanciulli Veneto Benedetta Frare, Claudio Lo Tufo
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editoriale
di Domenico Marasco
Un giornale pro-motore Vie del gusto in oltre 13 anni di attività, 143 numeri e circa 22 mila pagine stampate ha scoperto e valorizzato il lavoro di almeno 20 mila imprese turistiche ed enogastronomiche. Un giornale come il nostro non può solo scoprire e ascoltare il Paese che produce: deve spendersi, deve fare di più, deve aprire il dibattito. Deve esso stesso diventare il motore perché ha visto, perché ha analizzato, perché, appunto, è un osservatorio speciale. È per questo che pensiamo che il nostro ruolo debba essere centrale intorno al settore del turismo e dell’agroalimentare della piccola e media impresa. Da questo numero l’Osservatorio è ancora più ricco grazie ai contributi di quell’Italia che merita e che noi siamo orgogliosi di ospitare: Cesare Aldesino, purchasing F&B manager NH Hoteles Italia, Massimiliano Bruni, Professore e Direttore del Master in Fine Food & Beverage dell’Università Sda Bocconi di Milano, Francesco Maria Bucarelli, ente FOSAN Fondazione per lo Studio degli Alimenti e della Nutrizione, Michele Caracino, chef de cuisine, Ottavio Cavalcanti, Ordinario di Storia delle Tradizioni Popolari nell’Università della Calabria, Gino Celletti, Capo Panel Consiglio Oleicolo Internazionale, Benedetta Frare, Fairtrade Italia, Riccardo Lagorio, ideatore e coordinatore delle Denominazioni Comunali, Roberto Lavarini, Istituto di Scienze dell’Uomo, del Linguaggio e dell’Ambiente Università IULM, Marcello Mele, docente di qualità dei prodotti zootecnici presso l’Università di Pisa, Eugenio Meloni, SDA Bocconi, Giovanni Merone, medico chirurgo, Istituto di Scienza dell’Alimentazione, Dipartimento di Fisiopatologia Medica, “Sapienza Università di Roma”, Giampaolo Perna, Direttore Scientifico e Primario, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Casa di Cura Villa San Benedetto, Albese con Cassano (Co), Giuseppe Pulina, presidente Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali, Giovanni Scapagnini, professore associato di biochimica presso l’Università del Molise, Raffaele Trovato, direttore generale Ifse. È con queste persone che il giornale diventa più ricco, più autorevole. Centrale nella cultura dell’accoglienza, della qualità del cibo, dello stile di vivere di noi italiani. Quindi, sempre più importanti con la parola, continuiamo anche nei fatti: dopo la doppia apertura di Milano e Desenzano Vie del gusto Store mette radici a Verona, in via Quattro Spade. Un giornale pro-motore prende per mano e fa scoprire l’Italia della produzione che merita.
P.S.: Vi ricordiamo che siamo alla ricerca di ambasciatori di Vie del gusto (ad oggi hanno già aderito oltre 60 persone). Per l’adesione potete inviare un sms al numero: 346/0286745 o utilizzare il nostro blog: Viedelgusto.blogspot.com. Gli abbonati da oggi possono ricevere gratuitamente la rivista sfogliabile online inviando la propria mail all’indirizzo info@viedelgusto.it
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A Trento
Stappa la passione di Cesarini Sforza Tridentum. In lui batte il Metodo Classico Trento D.O.C. Il suo bouquet esclusivo ti trasporterà in Trentino, tra i 350 e i 650 metri di altitudine dei vigneti di Chardonnay e di Pinot Nero della Valle di Cembra, da cui provengono le sue uve. E il tuo cuore sarà conquistato dal suo bouquet raffinato, fresco, autentico, dal suo gusto così elegante.
la Passione si stappa.
il borsino del gusto
Il pifferaio magico Dopo l’esordio dei futuristi finiani, c’è un lato tutto intestino al centro destra che ha fatto tombola con l’intervento del senatore PdL Ciarrapico. Sappiano i nostalgici del Ventennio da che parte stanno a tutt’oggi i garanti del marchio d’origine del fascismo. La società civile distratta e/o disinteressata ci avrà appena fatto caso. Rintronata anche dai vari notiziari – compreso La7 delle 20 – che hanno avallato l’intervento ciarrapicchiano come l’allusione a un appoggio internazionale che Fini avrebbe trovato in Israele (sic!). Questa fetta di una società sempre più scocciata, quel quarto o quel quinto che non vuole più saperne di politica, che non va più a votare e si fa un vanto della propria autoesclusione, è destinata semmai a vanificare il lavoro di chi “politicamente” si oppone agli equilibri dominanti: lo insegna la storia. Ma quei tanti politici che danno continue e svariate prove di omologazione al peggio dovrebbero riflettere invece sul rifiuto di ogni matrice politica e ideologica da parte del Movimento a cinque stelle che non vuole organizzarsi in partito, invece di apparentarlo all’utopia, di accusarlo di sabotaggio e di scommettere sulla sua ininfluenza.
Per segnalazioni scrivete a: grillo.parlante@viedegusto.it
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di Sandra D’Alessandro
La mala bestia del senatore Berlusconi ha pensato di metterci poi una pezza raccontando di quanti amici ebrei ha. È un fatto che i senatori stavano tranquilli nei loro scranni mentre Giuseppe Ciarrapico, qual Pifferaio, lanciava il magico richiamo. Due frasi per affibbiare a Fini e ai finiani il marchio dell’infamia, di fascista (ma non solo) memoria: «Hanno tradito, si presentino con la kippah».
Ministro scusato Sul palco di Lazzate (Mi) tra le fasce per le Miss, Umberto Bossi ha un momento di distrazione, sopraffatto dall’atmosfera festaiola; oppure - chi può dirlo? – proprio a causa degli affanni per le Riforme e il Federalismo. Insomma, se ne esce con la storia dei «romani suini». Dure reazioni e una mozione di sfiducia. Bossi chiede scusa. Il Pd ritira la mozione. Bravi tutti.
Curriculum vitae di un guardiano di Mediaset In Forza Italia dal 1994, Paolo Romani nel 1995 è editore di TeleLombardia. Ricopre incarichi governativi in ambito radiotelevisivo. Nel 2005 è sottosegretario per le comunicazioni, nel 2008 vice ministro allo sviluppo economico. I cospicui spostamenti di pubblicità da Rai a Mediaset, l’aumento dell’Iva sulla pay tv Sky Italia, la riduzione degli spazi pubblicitari tv a vantaggio di Mediaset (vedi decreto Romani), gli valgono la nomina a ministro: un riconoscimento per l’interesse maturato.
Il nuovo modello di gestione del sociale Gli attivisti del movimento grillino a 5 stelle si dicono e si comportano come “dipendenti a progetto del popolo” per risolvere problemi sociali molto concreti. Giovani, impegnati, armati di coscienza civile e di sano pragmatismo, coordinano le loro Liste Civiche attraverso la Rete. La loro passione e generosità appartiene a ogni inizio degno di attenzione. Dimostrano che esiste un’altra Italia che è quella dell’impegno sociale e della partecipazione attiva. Bravi davvero e speriamo che si moltiplichino.
Dov’è l’orgoglio nazionale? Il disegnatore Yanko Tsvetkov ha creato una cartina geografica con la mappa degli stereotipi nazionali. Quelli che identificano l’Italia rimandano ai soliti luoghi comuni: paese di mafia e di padrini, pizza e musei, chiasso e spaghetti. Nel film Mangia prega ama siamo gli italiani “mangioni”. In Svizzera ci sono manifesti che ci rappresentano come ratti, per dire “divoratori a sbafo” (www.balairatt.ch). Cari italiani, un po’ di amor proprio: quando la smetteremo di lasciarcene dire di tutti i colori?
Bologna promuove la Cancellieri Le apre la porta il “Cinzia gate” (la famme che ha fatto dimettere il sindaco di Bologna Delbono). A febbraio Anna Maria Cancellieri, romana, esperta in “problem solving”, è stata nominata Commissario alla guida del Comune di Bologna. «Farò tutto quel che c’è da fare, sarò degna della storia gloriosa di questa città». Con determinazione e modi spicci ha affrontato con successo annosi problemi. Una città come Bologna è amministrata al meglio da un manager.
l’italia che merita
Il sistema Paese riscopra l’economia della sostanza L’instabilità dei mercati crea terreno fertile per gli speculatori. Un fenomeno che blocca lo sviluppo delle imprese e la ripresa dei consumi. L’Italia che lavora pretende una politica del fare di Luca Borghi La crisi economica non facilita il settore alimentare. Il pessimismo perdurante impatta negativamente sui consumi. Le problematiche strutturali del settore fanno il resto. Il solito ritornello di certa politica. Che il momento non sia dei migliori è ormai risaputo. Ma che, nonostante recessione & sfiducia, le piccole e medie imprese agroalimentari continuino ad avere spinta innovativa e voglia di fare è un messaggio costretto nella penombra. Come dire: meglio che la gente non sappia che migliaia di aziende, sebbene combattano contro la perenne difficoltà di accesso allo scaffale, produco-
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no lavoro e qualità. Il silenzio unito all’instabilità del mercato delle materie prime crea, infatti, il campo d’azione perfetto per gli speculatori, abili a far soldi con gli ormai noti meccanismi della cosiddetta “economia di carta”. L’Italia che lavora, però, non ne può più del bavaglio burocratico che attanaglia la ripresa. Chiede il supporto dell’opinione pubblica e del buon senso. Pretende la riscoperta dell’economia vera, di sostanza, fatta di prodotti, di persone, di lavoratori e imprese produttive. L’unica possibilità reale per creare valore e sviluppo non solo economico, ma anche sociale.
L’arte di fare vino con entusiasmo
La pasta buona di una volta
Modernità e tecnologia sono al servizio della tradizione. È questa la filosofia di Gef che, sui dolci pendii del Sannio beneventano, produce e imbottiglia vino Aglianico e Falanghina doc con il marchio «Taburni Domus». L’azienda nasce dall’esperienza di Pompeo Puzella e dall’entusiasmo dei suoi giovani figli Gino, Egidio e Francesco. L’uva biologica e in conversione, proveniente da vitigni autoctoni, viene trattata secondo gli antichi metodi degli esperti contadini sanniti. Risultato: i grappoli, raccolti a mano nel pieno della maturazione, vengono pressati sofficemente e con rese bassissime. Il mosto così ottenuto è accolto in serbatoi dotati di sistema di termoregolazione per conservare integralmente tutte le proprietà organolettiche.
La passione di fare la pasta se la sono tramandata di generazione in generazione. E per lei, unica donna di cinque figli, è diventata anche una vera e propria scommessa, una filosofia di vita. Stefania Casoni, titolare assieme ad Alberto dell’omonimo pastificio di Porto Sant’Elpidio, sulla costa marchigiana, è infatti la nuova interprete di un’arte antica che guarda al futuro. Se da una parte l’azienda è da sempre sinonimo di qualità - grazie ad un’accurata scelta delle materie prime -, dall’altra la «signora della pasta» sta lavorando per dare risposte alle nuove tendenze che chiedono maccheroncini e fettuccine di eccellenza, ma anche un tocco di novità. Magari con il sapore di radicchio piuttosto che di champagne.
Custodi dei sapori della Calabria
Quando pomodoro fa rima con cultura
Alfredo, 103 anni di fettuccine
Premiato il cinema che traina il turismo
La mousse di cipolla rossa di Tropea, la crema di peperoncino, l’nduja di Spilinga… In una parola sola: Delizie Vaticane. Da vent’anni punto di riferimento per il turista gastronomico che va alla scoperta della Calabria e custode di quelle antiche ricette contadine che possono contare solo sulla forza del sole e la tenacia dell’uomo. Tant’è che Domenico Furchi ha appeso le matite e i compassi da architetto al chiodo per dedicarsi anima e corpo alla produzione e divulgazione, a tutto tondo, dei tesori della sua terra. Una sfida che passa attraverso il concetto di amore e rispetto del proprio territorio: quando etica e produzione vanno insieme il successo è assicurato. Provare per credere:il gusto è il miglior giudice
Da 60 anni, il marchio «Graziella» è sinonimo di cura e qualità del pomodoro pelato a mano. Un’arte che l’azienda di San Valentino Torio, in provincia di Salerno, ha impreziosito ancora di più: i pomodori vengono inscatolati entro 12 ore dalla raccolta in una confezione smaltata al fine di mantenere intatte le proprietà del prodotto. Ma ora Marcello Saviano guarda avanti e ha fondato un’Accademia per insegnare il buono e la cura del bello. Cioè la diffusione delle arti attraverso il gusto, l’unico strumento a disposizione di chiunque e che è possibile educare. Nella sua veste di struttura di ricerca, formazione e tutela della cultura del gusto, l’Accademia vuole valorizzare i prodotti italiani ed educare a una sana alimentazione.
Roma, 1907: una data storica per l’Italia dei sapori. In via della Scrofa 104, Alfredo apre una locanda semplice e rustica, tipica e accogliente. Ma, soprattutto, porta in tavola le sue maestose fettuccine con un ineguagliabile rito di mantecatura all’istante. Fu successo immediato. Tant’è che, da allora ai giorni nostri, il locale è meta di stranieri, star di Hollywood, politici, intellettuali e gourmet. Un ristorante senza tempo, dunque. Merito anche dell’attuale proprietario, Mario Mozzetti, che ha via via saputo valorizzare il patrimonio di saperi gastronomici ereditato nel 1943 e far diventare Alfredo una vera e propria galleria della cultura del gusto. Un tempio della tradizione che, alla faccia della globalizzazione dei consumi, resta una meta obbligata.
Oltre ad essere un film intelligente e ironico, «Basilicata coast to coast» ha avuto senza dubbio il merito di far scoprire al grande pubblico i paesaggi incantati e le mille facce delle tradizioni popolari lucane. Rocco Papaleo, nella doppia veste di regista ed interprete, senza mai trascendere nel nostalgico patetico, con questa pellicola tutta italiana ha voluto rendere omaggio alla sua terra lanciando un messaggio turistico di estrema rilevanza. Un’idea concreta e ambiziosa che gli è valso il premio «DiVino Commedia». Un riconoscimento importante che ogni anno plaude chi, attraverso l’arte, tratta con arguta semplicità i luoghi più dimenticati e promuove il binomio cibo e territorio.
15
dal mondo
di Claudio Lo Tufo
L’Italia che gira La notizia è fresca. La Regione Lazio finanzierà due progetti in-
Il commento
tegrati di filiera (Pif) per un investimento complessivo di 8,8 mi-
Finalmente una buona notizia. Infatti, che la giunta regionale del Lazio stia lavorando senza sosta è un fatto politico e che il presidente Renata Polverini stia dimostrando di avere la caratura per essere un vero leader ne è un altro. Ma quello che davvero risulta interessante in questa operazione è la capacità, del tutto estranea alle logiche italiane, di non fossilizzarsi sul bel nome dell’Italia ma di pensare ad un comparto agricolo in chiave europea. Insomma non si deve sottovalutare l’avversario e, se pur le nocciole della Tuscia non abbiano paragoni, non possiamo pensare che questo basti a far sopravvivere tutta la filiera. Quindi, si investe e con cognizione di causa (sembra un altro Paese lo so) evitando piogge di denaro senza senso e ad uso esclusivo della propaganda politica. Da questa buona pratica espressa dal sistema Lazio si può imparare molto, sapendo che, per competere e crescere nel settore agricolo, dobbiamo sì difendere le nostre tradizioni e la nostra identità, ma non possiamo e non dobbiamo chiuderci in logiche di consorteria. Ottenere finanziamenti e aiuti significa, a monte, pensare a promuovere un progetto concreto: azioni che coniughino le vetrine politiche con gli interessi reali del territorio.
lioni di euro e una spesa pubblica di oltre 3,8 milioni. Le risorse serviranno a rendere il comparto della nocciolicoltura del Lazio, e in particolare della Tuscia, più competitivo. Questo il succo dell’annuncio del presidente della commissione regionale Agricoltura, Francesco Battistoni, durante il suo intervento all’incontro bilaterale Ue-Turchia sulle nocciole, organizzato da Cia, Confagricoltura e Fedagri-Confcooperative a Caprarola, in provincia di Viterbo. Un progetto assai importante per il comparto agricolo laziale. Infatti Battistoni tiene a precisare: «Questo summit è tanto necessario quanto importante per uno dei comparti agricoli più rappresentativi del Lazio, che vanta una produzione di oltre 360mila quintali annui, circa 300mila dei quali provenienti dal Viterbese, che conta circa 18mila ettari di coltura e rappresentano il 93% dell’intera superficie regionale investita a nocciolo e il 27% di quella nazionale». Un investimento che parte anche da una necessità del mercato. Nell’ultimo decennio, infatti, il numero dei Paesi produttori di nocciole è raddoppiato, arrivando a 300mila tonnellate di frutto immesso sul mercato. Sull’argomento Battistoni dice la sua: «In un quadro produttivo in espansione diventa importante affrontare tutte le problematiche aperte, per far fronte alla crescente competizione e contribuire a valorizzare la produzione italiana».
16 viedelgusto.it
Corsa a ostacoli contro la fame
L’Oxfam Italia ha aperto una riflessione globale sulla fame nel mondo. L’occasione è stata la presentazione del loro rapporto “Insieme contro la fame: ricette globali per un’azione vincente”, diffuso in concomitanza con la XXXVI sessione del Comitato per la Sicurezza alimentare mondiale riunito a Roma. Un testo che ha aperto un grande dibattito sull’argomento e che ha come monito: “Mentre i leader mondiali litigano, i contadini corrono una corsa a ostacoli contro la fame” e che si inserisce in un incontro dal quale ci si aspetta molto. Tanto che il segretario generale della Fao, Jacques Diouf, ha dichiarato ad apertura lavori: «Saremo giudicati per i risultati, non per i propositi».
Tanzania e il mais
Ancora buone notizie dal mondo africano. La Tanzania ha revocato il blocco delle esportazioni del mais così da permettere ai produttori locali di poter vendere ai vicini le eccedenze di mais e di farina ottenuti da un raccolto particolarmente positivo. Il provvedimento è entrato in vigore con un decreto firmato dal primo ministro, Mizengo Pinda. Il premier ha suggerito ai produttori di non vendere tutte le eccedenze, ma mantenere una certa quantità di riserve. Il ministero dell’Agricoltura e delle Risorse alimentari ha reso noto che il raccolto della stagione agricola appena conclusa è stato pari a 1,4 milioni di tonnellate, 200.000 delle quali sono state acquisite dall’Agenzia nazionale per le riserve alimentari.
La pera Buddha
La privatizzazione agricola del Marocco
Sia chiaro a noi non piacciono queste cose, ma va detto che è davvero sorprendente la notizia che in Cina sia nata la pera a forma di Buddha. L’inventore del mostruoso frutto è Gao Xianzhang, un contadino di Hexia. Quello che sorprende è che non si tratta di una modificazione genetica ma di un sistema tanto rudimentale quanto efficace. Infatti, Gao ha passato sei anni a modellare il frutto, inserendo le pere in uno stampo con la fisionomia del Buddha. Oltre ad essere un’iniziativa assai particolare ha trovato anche un suo riconoscimento economico: infatti, le prime 10.000 pere di Buddha sono andate a ruba. E se pensate che la cosa ci riguardi poco sappiate che presto la magica pera sbarcherà in Italia.
Dall’Africa arriva un’interessante novità. Il Marocco, infatti, ha deciso di uscire dalla gestione demaniale dei suoi terreni, per affidarli ai privati locali e stranieri che presentino progetti in grado di valorizzare l’agricoltura e creare nuovi posti di lavoro. Un progetto ambizioso che vede la cessione di 21.240 ettari di terreni agricoli attualmente di proprietà dello stato. Il progetto prevede che i terreni verranno dati in concessione a 57 grandi progetti di filiera, 139 medi progetti tra i 20 e i 100 ettari e 94 più piccoli per terreni inferiori ai 20 ettari.
Vini à la carte
Mercure, catena alberghiera del gruppo Accor, ha presentato lo scorso ottobre la nuova Carta dei Grandi Vini, esito del tour Vinissimum 2010: viaggio alla scoperta delle novità del panorama enogastronomico italiano. Un appuntamento dedicato ai clienti degli hotel aderenti all’iniziativa che hanno potuto degustare e selezionare una rosa di vini che costituirà la Carta dei Grandi Vini Mercure 2011.
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occhio ai consumi
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L’accordo Il nostro mensile Vie del Gusto e L’Associazione Civici Consumatori hanno siglato un accordo finalizzato al sostegno dei cittadini e ai loro diritti. Il patto sottoscritto offrirà una gamma di nuove attività a tutela del lettore consumatore Per i lettori di Vie del Gusto Con questa ulteriore azione, Vie del Gusto sarà ancora più vicino ai bisogni del lettore. L’Associazione Civici Consumatori sarà al vostro fianco per dare una risposta concreta ai dubbi, ai problemi e ai soprusi di cui il cittadino è vittima. Ecco solo alcuni degli ambiti di intervento che saranno a disposizione dei lettori: • consulenza legale sulle problematiche relative alla difesa dei diritti • verifica della tenuta di conti correnti, interessi e ratei dei finanziamenti e mutui • assistenza alla rinegoziazione e sostituzione dei mutui • assistenza al recupero degli interessi bancari pagati in eccesso • consulenza su imposte e tasse e su come opporsi alle “cartelle, bollette e multe pazze” • possibilità di illustrare i propri problemi e di ricevere risposta riservata Ma ci saranno anche interventi dedicati ad argomenti quotidiani: costi della vita, autotrasporti e autotrasportatori, viaggi e come alimentarsi correttamente. Al riguardo di questi ultimi argomenti, non mancheranno i suggerimenti e le indicazioni indispensabili per orientarsi nella giungla delle etichette alimentari e per difendersi dai tour operator che propongono viaggi truffa.
Da sinistra, Marco Bacchetta, presidente Associazione Civici Consumatori e Domenico Marasco, direttore di Vie del Gusto e consigliere Civici Consumatori
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Alcuni cenni sull’Associazione Civici Consumatori
Così il lettore potrà: • denunciare l’eventuale malcostume con cui è costretto a convivere • segnalare le eccellenze e le peculiarità di quell’Italia che invece merita • diventare così attore protagonista nel ruolo di ambasciatore di qualità
L’Associazione è nata il 1° gennaio 2001 quale movimento spontaneo di cittadini che ponevano quale scopo dell’attività sociale la tutela dei diritti dei cittadini. Lo sviluppo sul territorio con la nascita delle sezioni regionali e provinciali è stata rapidissima e spontanea e dal settembre 2005 l’Associazione è presente in tutta Italia e nelle principali comunità italiane all’estero contando diverse decine di migliaia di iscritti. L’Associazione non ha mai utilizzato fondi pubblici ma è sempre stata finanziata dai soci sostenitori che spontaneamente hanno versato un contributo a sostegno. Il tesseramento non produce infatti alcun obbligo di versamento. L’Associazione opera per la difesa dei diritti dei cittadini.
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almanacco di barbanera
di M. Pia Fanciulli
Sole e Luna Il 1° novembre si hanno 10 ore e 22 minuti di luce solare mentre il 30 se ne hanno 9 ore e 23 minuti: si perdono, dall’inizio alla fine del mese, 59 minuti di luce. Il Sole Il 1° sorge alle 06.32 e tramonta alle 16.54 L’11 sorge alle 06.45 e tramonta alle 16.43 Il 21 sorge alle 06.57 e tramonta alle 16.34 La Luna Il 1° sorge alle 00.43 e tramonta alle 13.58 L’11 sorge alle 11.35 e tramonta alle 21.30 Il 21 tramonta alle 06.42 e sorge alle 16.11 La Luna è al Perigeo mercoledì 3 alle ore 19 e martedì 30 alle ore 21. È all’Apogeo lunedì 15 alle ore 13. Luna in viaggio In questo mese i giorni favoriti dalla Luna per gli spostamenti sono: il 22 e il 23.
Da ricordare Lunedì 1° novembre - Festa di Ognissanti Quello di Ognissanti, o Tutti i Santi, come si è anche soliti dire, era un giorno importante pure per le previsioni meteorologiche: «Se il giorno dei Santi il sole ci sta, un buon inverno va». La festa, che celebra tutti i Santi e i martiri del paradiso, risale alla fine del secolo VIII, quando l’episcopato franco la introdusse in sostituzione dei festeggiamenti per il Capodanno celtico che cominciava il 1° novembre. Fu però soltanto nel 1475 che papa Sisto IV la rese obbligatoria per la Chiesa. Tracce dei riti celtici sono rintracciabili in Halloween nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre.
Il risveglio dei boschi Il giorno si fa sempre più breve, ma la natura ci attrae con funghi e castagne da raccogliere. Così come forte è il richiamo della tradizione, con San Martino che regala il buon vin novello
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Giovedì 11 novembre - San Martino Colui che compare tra i santi più noti, amati e perché no, anche simpatici della cristianità, venne eletto vescovo di Tours nel 371 ed è ricordato per la sua generosità e per aver donato in pieno inverno il suo mantello ad un mendicante infreddolito. Patrono del vino, degli osti, degli albergatori, dei cavalieri, lo è anche dei… mariti traditi. Sul come lo sia diventato, varie ipotesi. La più accreditata, suggerita anche da alcuni proverbi - «Per San Martino volta e gira tutti i becchi vanno alla fiera» - è quella che collega il santo ad un’importante fiera che nel passato si svolgeva un po’ ovunque l’11 novembre. Dedicata agli animali dotati di corna, mucche, buoi, tori e capre, avrebbe fatto scattare nella fantasia popolare l’associazione tra gli uomini traditi e gli animali di San Martino. Ma San Martino segna anche un’altra fase importante dell’anno agricolo. L’incontro è per tutti in cantina, ad assaggiare il buon vino novello.
Belli e sani
Orti e dintorni C’è un acquisto da fare in questo momento dell’anno. È tempo di procurarsi un bel paio di stivali di gomma per proteggersi dalla pioggia e dal fango utili a fare i pochi lavori che orto e giardino richiedono. Se poi campagna e boschi ci attraggono con i caldi colori dell’autunno e con il piacere di andar per funghi o a raccoglier castagne, terra e fango non mancheranno da stivali o scarpe. Ci vuole uno zerbino speciale! Se ne potrà costruire uno “raschiatutto” utilizzando i tappi delle bottiglie di acqua minerale. Si prende una tavola di legno e si fissano i tappi con i chiodi, sistemandoli con i dentini rivolti verso l’alto per trattenere il fango. Guardando invece alla luna e alle sue fasi, è bene continuare in calante (dal 1° al 5 e dal 22 al 30) la raccolta di cavolfiori, broccoli e finocchi e seminare fave, piselli, cipolle e aglio. È tempo anche di porre al riparo gli agrumi e raccoglierne i frutti. In crescente invece (dal 7 al 20) si può forzare i radicchi per l’imbiancatura, legando e fasciando i gobbi affinché imbianchino e non gelino. Nel giardino attenzione a coprire le specie sensibili al freddo con “tessuto non tessuto” e a terminare la messa a dimora dei bulbi a fioritura primaverile.
Se freddo, stress e impegni quotidiani mettono a dura prova l’organismo, non va dimenticato il miele, prezioso alleato della salute, specialmente quello di castagno, rosmarino ed eucalipto. Esiste poi una categoria di erbe molto importanti chiamate adattogeni, che danno una mano per superare periodi di particolare impegno e stanchezza. Tra queste il vischio, usato già dai Druidi, la rhodiola rosea che stimola la vivacità intellettuale, o il ginseng siberiano, valido aiuto soprattutto se si è avanti negli anni. Per le sue qualità contro stress psicofisico e predisposizione alle malattie, veniva utilizzato dai Tartari che ne masticavano le radici durante i faticosi spostamenti a cavallo. Sono erbe che si trovano in farmacia o erboristeria, ma per la posologia è meglio chiedere il parere del medico. Non è raro che in questo periodo dell’anno si aggiunga al freddo l’umidità, che può causare disagi alle persone e agli ambienti. Uno dei suoi più frequenti “regali” è la comparsa di muffe qua e là: sulle pareti, sui mobili… Una presenza fastidiosa che può alla lunga indebolire soprattutto i bambini, che diventano più fragili quanto a difese immunitarie. Il rimedio non consisterà però in una cura da somministrare loro, quanto in una bonifica – dunque una prevenzione – dell’ambiente in cui vivono: ad esempio un’accurata pulizia con alcol denaturato laddove le muffe compaiono. Con il freddo ci si rintana in casa. Niente di più sbagliato, per tutti, ma soprattutto per le persone in là con gli anni. Ovviamente evitando le giornate più fredde, passeggiare di buon passo in campagna o nel parco della città, per almeno 40 minuti al giorno, è la più sicura terapia per contrastare la vecchiaia e fortificare il cuore.
Saggezza popolare • Il tempo dei Santi è come quello di Natale.
• Il vino è come l’amore: riscalda la testa e il cuore.
• Valenti o stolti, pace ai sepolti.
• Per San Clemente (23 novembre) l’inverno mette un dente.
• Novembre bello o brutto in campagna muore tutto. • L’estate di San Martino (11 novembre), dura tre giorni e un pochino. • Per San Martino, si lascia l’acqua e si beve il vino.
• Tempo d’Avvento: pioggia, neve e vento. • Per Santa Caterina (25 novembre), tira fuori la fascina.
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• Se la canna fa il pennacchio, molta neve e ghiaccio.
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di X dalle nostre ambasciate xxx xxxxxx
La nostra Italia sconosciuta Come annunciato, i nostri lettori hanno risposto all’appello. Qui di seguito le loro segnalazioni, i loro commenti, le profonde riflessioni Nasce la carne «massaggiata» La facoltà di veterinaria dell’Università di Bologna e Lem Carni hanno presentato il progetto «Wagyulem tipo Kobe». «Abbiamo ideato e brevettato una macchina ad hoc per massaggiare tre volte la settimana ogni singolo capo», racconta Giambattista Lama, presidente dell’azienda. Risultato: questa carne contiene 48 mg di grassi saturi ogni 100 grammi. Meno del maiale che ne contiene 67 mg, meno del manzo magro. Luca Sardi, docente di Zootecnica speciale presso la facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Bologna «Basta con i centri commerciali» Dodici milioni di euro per creare dei centri commerciali naturali nei piccoli comuni abruzzesi. Obiettivo: contrastare il degrado e rilanciare l’economia. Bello, certo, il progetto dell’assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione. Ma mi chiedo: non era meglio destinare tutti quei soldi per sostenere le botteghe storiche e i prodotti tipici che rischiano di scomparire? Gaetano Castaldi - Sulmona (Pescara) Ottima osservazione. Il nostro patrimonio di sapori e tradizioni avrebbe il sacrosanto diritto di essere tutelato. Di cattedrali della distribuzione di massa non ce n’è più bisogno: Vie del gusto è dalla sua parte, caro Castaldi. L’Italia che produce qualità noi la promuoviamo ogni giorno.
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Torino a tutta birra Dal 19 al 21 novembre, Torino ospita per la prima volta l’Italia beer festival dedicato ai microbirrifici italiani. Al Palavela, tre giorni di degustazioni, assaggi ed eventi. La manifestazione vuole accrescere la cultura della birra artigianale e promuovere un settore spesso poco noto al grande pubblico. Si tratta di una vetrina per la diffusione della cultura birraria nazionale che sta vivendo un momento di gloria con numerosi riconoscimenti internazionali. Per info: www.degustatoribirra.it Mauro Rosta - Torino Riapre il ponte: «Bravo sindaco» Il ponte che dà accesso a Savigno, piccolo paese sulle colline di Bologna, era stato chiuso all’improvviso perché pericolante a giugno. Il sindaco, Augusto Casini Ropa, aveva subito promesso che in pochi mesi la struttura sarebbe stata riaperta al traffico. Nessuno ci credeva. Si pensava alla solita rassicurazione politica… Invece, il primo cittadino ha mantenuto la promessa. Il ponte è stato messo in sicurezza e riaperto in 3 mesi. Bravo sindaco. Nerino Trentini - Savigno (Bologna) Finalmente, un’azione di politica concreta e di servizio. Come dire…Quando c’è la volontà, i problemi trovano una soluzione. Un esempio di praticità che dovrebbe far riflettere la politica centrale: le promesse vanno mantenute!
Autunno in Barbagia Fino a dicembre, il cuore più nascosto e selvaggio della Sardegna accoglie i visitatori con Autunno in Barbagia. L’iniziativa coinvolge ben 27 paesi che offrono l’ospitalità nelle Cortes, con programmi di sicuro interesse e suggestione. I paesi impegnati sono Aritzo, Atzara, Austis, Belvì, Bitti, Desulo, Dorgali, Fonni, Gadoni, Gavoi, Lollove, Mamoiada, Meana Sardo, Nuoro, Oliena, Olzai, Orani, Orgosolo, Orotelli, Orune, Osidda, Ovodda, Sarule, Sorgono, Teti, Tiana, Tonara. Lino Erriu - Sarule (Nuoro) Solidarietà al pm Seccia Domenico Seccia pur non avendo ancora preso possesso del suo ufficio da capo procuratore di Lucera, nel Foggiano, ha già ricevuto minacce di morte. Da sempre in prima linea contro le mafie, il pm vive sotto scorta perché crede nella legalità. Non lasciamolo solo. Bruno Micai - Bari Ci associamo: non isoliamo chi lotta contro ogni forma di criminalità. Ricordiamoci che la parola, la solidarietà, i movimenti di opinione sono le armi migliori per contrastare le mafie. Il silenzio uccide più delle pallottole. L’Italia che merita non chiuda mai gli occhi. La cucina di Lucca Per 4 fine settimana, a partire dal 20-21 novembre, a Lucca, nella suggestiva cornice dell’ex Real Collegio, il desco, i sapori e i saperi lucchesi. Antonio Tartarelli - Lucca
Un’appassionante gara di tiro alla fune in costume: in Barbagia, l’autunno è anche sport popolare
All’iniziativa si può aderire attraverso il servizio sms: n° 346/0286745 e il nostro blog: Viedelgusto.blogspot.com I sapori di Pietrasanta Il 13 e 14 novembre, a Pietrasanta, in provincia di Lucca, ci sarà la fiera di San Martino. Appuntamento in storico (da vedere) con espositori locali e non,di prodotti enogastronomici. Antonio Tartarelli - Lucca La cultura via Internet a prezzo scontato Sento oggi che nel 2010, la spesa degli italiani per svaghi culturali è sensibilmente diminuita. Vorrei quindi segnalare il prezioso servizio delle biblioteche comunali; abito a Novate Milanese, e ricevo mailing list relativa ad eventi teatrali, musicali, etc.. Il tutto scontato ed organizzato anche per gli spostamenti. Un buon modo per portare la cultura a tutti i cittadini. Barbara Bacigalupo – Novate Milanese (Milano)
www.contattofebe.it
La DOP catturò il Bio...
... e vi fecero felici e contenti! La Fontina DOP Bio è un formaggio a pasta semicotta, morbida ed elastica, ottenuto da latte vaccino intero crudo, proveniente da una sola mungitura e prodotto da bovine di razza autoctona valdostana allevate secondo gli standard dell’agricoltura biologica.
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Fontina DOP Bio un’unione da favola
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Toscana
Il giusto gusto della vita
Tante le iniziative proposte tra prelibatezze del piatto e del bicchiere durante la seconda edizione della Biennale Enogastronomica Fiorentina. Tra i protagonisti gli oltre 90 ristoratori che, con l’iniziativa “Un piatto tipico al ristorante”, propongono sapori tradizionali attraverso antiche ricette. Ampio spazio al mondo del vino, con degustazioni aperte al pubblico, come nel caso di “Life of Wine”durante la quale 25 aziende propongono diverse annate dello stesso vino. Da segnalare tour enogastronomici, spettacoli, conferenze e mercatini del gusto. Info: www.biennaleenogastronomica.it - 6 - 22 novembre, Firenze
Alto Adige
UN MONDO DI VINI
Torna il Merano International WineFestival, dove produttori italiani e internazionali presentano le loro migliori proposte enologiche e culinarie, ospitate nelle sale del palazzo del Kurhaus e nelle piazze circostanti. Si prospetta interessante la degustazione di vini provenienti dal vigneto più ripido d’Europa e da quello più alto del mondo, e di vini “esotici” dall’India, nonché la presenza dei 35 Châteaux dell’Union des Grands Crus de Bordeaux, la maggior parte dei quali rientrano nella classificazione dei Grand Cru Classé del 1855. Info: www.meranowinefestival.com 5 - 8 novembre, Merano (Bz)
Piemonte
pomo della concordia
Tuttomele nasceva 31 anni fa: una rassegna dedicata alla frutticoltura locale con contaminazioni nella gastronomia, nel commercio e nella cultura. L’evento si rinnova con rassegne come Expomela, l’esposizione delle migliori qualità di mele dei 10 Comuni del CIFOP (Centro Incremento Frutticoltura Ovest Piemonte), o la Settimana Gastronomica della Mela che vede una decina di ristoranti e agriturismi proporre menu studiati ad hoc. Tuttomele è un’iniziativa benefica a favore della Lega italiana Fibrosi Cistica Onlus. Info: www.tuttomele.net 6 - 14 novembre, Cavour (To)
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Calabria
finestra sul mondo
Il Festival d’Autunno giunge alla sua ottava edizione offrendo un programma musicale e culturale ampio e intriso di spirito mediterraneo, senza dimenticare l’attenzione al sociale propria della manifestazione. Ne è esempio lo spettacolo inaugurale: un ideale incontro tra musica e universo femminile attraverso la messa in scena di “Donna che parla in fretta” che vede nel ruolo di protagoniste Marina Rei, Nada e Paola Turci con la partecipazione di Mariella Lo Giudice, una delle attrici più brillanti del nostro teatro, tutte assieme per disegnare un ritratto della condizione femminile contemporanea. Info: www.festivaldautunno.com 5 - 26 novembre, Catanzaro
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www.cascinasancassiano.com
Prova a fare un dolce viaggio nel gusto della nuova Confettura di Peperoni rossi al mandarino. L’incontro tra il sapore delicato dei peperoni rossi ed il profumo del mandarino, danno vita ad una confettura ideale per essere abbinata ai formaggi erborinati e di media stagionatura, alla carni saporite o da gustare semplicemente sul pane.
��������������������Panini soffici al sesamo con taleggio e confettura di peperoni rossi al mandarino: Preparazione per 4 persone: Impastare in una capace ciotola: 250 gr. di farina con un cucchiaino di sale ed un cucchiaino di zucchero, 75 gr. di ricotta fresca, 2 cucchiai di olio extravergine, metà di un uovo sbattuto e 7 gr. di lievito di birra fresco precedentemente disciolto nell’acqua tiepida. Quando il composto si stacca dalle mani, coprirlo con la pellicola per alimenti e lasciarlo lievitare per un’ora nel forno spento. Dopodiché ricavare dall’impasto 12 piccole palline. Posarle su una teglia foderata di carta forno distanziandole tra loro, pennellare la superficie delle pagnottine con la metà dell’uovo restante mescolato ad un cucchiaio di latte, e cospargerle di semi di sesamo. Lasciare lievitare ancora per tre quarti d’ora, poi infornare alla massima temperatura per 20 minuti circa, finché i panini prenderanno un bel colore dorato. Una volta tiepidi farcirne ognuno con una fettina di taleggio ed un cucchiaino abbondante di confettura di peperoni rossi.
Lazio
Non solo Ciavattoni 8
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Nella cucina tradizionale della Valle dell’Aniene un posto d’eccellenza è riservato ai fagioloni di Vallepietra, caratteristica località nel Parco Naturale dei Monti Simbruini. Il clima di montagna rende questa zona ideale per la coltivazione di fagioli ai quali viene dedicata la Sagra dello Scacchiato e del fagiolone Ciavattone. Presenti anche stand dove poter gustare altri prodotti locali - gli amaretti e le ciambelline al vino, il miele dell’Azienda Miele d’Autore - e ammirare le ceramiche artistiche realizzate da un laboratorio di giovani ceramisti. Info: tel. 0774899031 14 novembre, Vallepietra (Rm)
10 Mercoledì 11 Giovedì 12 Venerdì 13 Sabato 14 Domenica
Tutta Italia
Marche
Vino novello, morbido e fruttato, ma anche grandi vini invecchiati che si scoprono dopo una lunga attesa. E ancora, un’accoglienza coi fiocchi da parte di cantine di tutta Italia e la possibilità di trascorrere una giornata in un ambiente intimo e allegro. Sono questi gli ingredienti di San Martino in Cantina, che torna per il terzo anno nelle cantine socie del Movimento Turismo del Vino. Novità assoluta la figura della MoVINguide: giovani appassionati di vino che accompagnano i visitatori a scoprire come e dove nasce un vino. Info: www.movimentoturismovino.it 14 novembre, località varie
Appassimenti Aperti, la manifestazione dedicata alla Vernaccia di Serrapetrona docg e del Serrapetrona doc, nasce per raccontare la storia di uno dei vini simbolo delle Marche e del suo profondo legame col territorio. Nei due giorni di festa è possibile degustare le eccellenti qualità ottenute dal vitigno autoctono Vernaccia Nera. Con un servizio navetta gratuito si possono raggiungere le cantine e gli appassimenti, dove le uve vengono lasciate per mesi ad appassire. Info: www.comune.serrapetrona.mc.it 14 e 21 novembre, Serrapetrona (Mc)
san martino per cantine
Lombardia
Toscana
Appuntamento alla Fiera di Cremona per la settima edizione de il BonTà, il Salone italiano delle eccellenze enogastronomiche artigianali e delle attrezzature professionali. La manifestazione, canale commerciale privilegiato per i piccoli e medi produttori italiani ed esteri, si rivolge sia agli operatori professionali che al pubblico di buongustai che qui potrà conoscere oltre 2.000 tipologie di prodotti di altissima qualità e le nuove tendenze alimentari. Tante le iniziative collaterali dedicate alla cultura enogastronomica, al rapporto cibosalute, e ai prodotti biologici. Info: www.ilbonta.it 12 - 15 novembre, Cremona
La rassegna enologica PisaUnicaTerradiVino si trasferisce a Pontedera. Cuore di una manifestazione più ampia che propone itinerari degustativi alla scoperta delle identità della provincia pisana, l’evento presenta quest’anno le donominazioni tipiche del territorio - Chianti Docg, Bianco Pisano di San Torpé Doc, Colli dell’Etruria Centrale Doc, Montescudaio Doc, Val di Cornia Doc,Vin Santo del Chianti Doc, IGT Toscano - insieme ai loro produttori, per metterli in contatto diretto con tutti i wine & food lovers. Info: www.provincia.pisa.it 13 - 14 novembre, Pontedera (Pi)
A tutta BONTÀ
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Un viaggio tra i PASSITI
Lo spirito di un territorio
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15 Lunedì 16 Martedì 17 Mercoledì 18 Giovedì 19 Venerdì 20 Sabato 21 Domenica
Friuli
Alla salute!
Ein Prosit, manifestazione enogastronomica incentrata sui vitigni autoctoni e giunta alla sua 12ª edizione, apre i battenti presentando circa 180 aziende produttrici di vino e di specialità gastronomiche. Nel Palazzo Veneziano di Malborghetto a disposizione degli appassionati per scoprire, degustare e commentare, è presente il meglio dell’enogastronomia friulana, nazionale e internazionale, con un ricco programma di eventi per soddisfare i palati più esigenti. Info: www.einprosit.org - 18 - 22 novembre, Tarvisio/Malborghetto (Ud)
Alto Adige
Sicuramente bio
Passeggiare tra gli stand degli oltre 150 espositori con la consapevolezza che tutti i prodotti esposti siano biologici: è questa la garanzia che fornisce Biolife, la fiera del prodotto biologico nata nel 2004 con l’obiettivo di raccogliere e presentare prodotti alimentari della qualità più elevata, tanto sicuri da superare le verifiche degli enti di certificazione più severi. Fondamentale la scelta di delegare a professionisti esterni il controllo dei prodotti presenti in fiera, tanto da renderla una manifestazione di riferimento per il mondo del bio italiano. Info: www.biolife.bz 19 - 21 novembre, Bolzano
Lazio
Tartufo “a tutto Campoli”
A 50 minuti da Roma, tra le colline ciociare, c’è il borgo medioevale di Campoli Appennino. Qui, all’interno delle vecchie cantine e botteghe del centro storico, si svolge la 26ª edizione della Mostra Mercato del Tartufo Bianco. Durante l’evento è possibile degustare piatti tipici, passeggiare tra gli stand, assaggiare le eccellenze enogastronomiche della Ciociaria e dell’Italia centro-meridionale, acquistare artigianato e prodotti locali, e assistere a una gara di cani da tartufo e a spettacoli tradizionali della Valle di Comino e della Ciociaria. Info: www.tartufodicampoli.it 20 - 21 novembre, Campoli Appennino (Fr)
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Tutta Italia
E tu cosa mi dai?
La Settimana del baratto coinvolge tantissimi bed & breakfast italiani presso i quali si può soggiornare barattando beni o servizi in cambio di ospitalità. Qualche esempio? Per sette giorni potrete barattare le vostre conserve casarecce con un paio di pernottamenti inclusa colazione a base di prodotti tipici. Sapete suonare uno strumento? Potreste barattare il pernottamento con delle lezioni di musica. Le possibilità di condivisione o di scambio sono infinite, l’importante è avere voglia di mettersi in gioco. Info: www.settimanadelbaratto.it 15 - 21 novembre, località varie
N
el 1090 con due capponi, tre pani e sei denari d’argento rosso lucchese, Rodolfo del fu Ardimanno e Vinizio del fu Sichelmi iniziano a coltivare le prime vigne a “Dieulele”. I due contadini sono stati precursori di una cultura che nel corso dei secoli è poi stata abbandonata… Nel 2006, con l’inaugurazione della nuova Cantina e con il rinnovamento della quasi totalità dei vigneti, Dievole completa la sua rinascita e ricrea una storia che sembrava perduta… Ogni vino per noi è una sfida, una ricerca per trovare il giusto equilibrio tra uomo e natura. Siamo riusciti in questa difficile impresa con il nostro Novecento, frutto di passione e devozione, simbiosi tra terroir, esperienza e innovazione. Potente e intenso, allo stesso tempo morbido ed elegante, con profumi di ciliegia e frutti di bosco. Chianti Classico Castelnuovo Berardenga (SI) www.dievole.it caterina.sorbi@dievole.it
Emilia Romagna
In festa le terre del “Porc”
Due giornate a base di delicati infusi, spezie e distillati che compensano i sapori forti e avvolgenti della produzione più tipica della bassa parmense. Sono questi gli ingredienti delle due giornate di gusto, musica e spettacolo in bilico tra la Mostra Mercato Armonie di Spezie e Infusi e la Cicciolata più Grande. Durante i due appuntamenti vengono servite prelibatezze locali, come Strolghino, Spalla Cotta, Spalla cruda e cotta, Parmigiano Reggiano, Prete, vino Fortana IGP, e stuzzichini come l’ormai famoso MacPork. Il tutto nell’ambito della manifestazione November Porc che proprio con questo evento conclude un intero mese di bontà. Info: www.novemberporc.it 27 - 28 novembre, Roccabianca (Pr)
22 Lunedì 23 Martedì 24 Mercoledì 25 Giovedì 26 Venerdì 27 Sabato 28 Domenica 29 Lunedì 30 Martedì
Lombardia
Ma è già Natale?
Presso l’antico monastero benedettino di Torba, di proprietà del FAI, si svolge Torba Doni, un appuntamento tradizionale che riscuote un sempre maggiore successo di pubblico. Protagoniste del festoso mercatino pre-natalizio sono le gustose specialità gastronomiche, accompagnate da oggetti artigianali provenienti da tutta Italia, tra ceramiche, stoffe e decorazioni. I bambini trovano ad accoglierli Babbo Natale e, grazie a un laboratorio ricreativo, possono scrivere le loro letterine natalizie. Info: tel. 0331820301 28 novembre, Gornate Olona (Va)
Sicilia
un Brindisi alla regione
Degustivina è un appuntamento fisso per produttori, consumatori e stampa specializzata, l’occasione migliore per far conoscere all’end consumer la migliore produzione vinicola di Sicilia e per offrire ai piccoli produttori che si affacciano sul mercato l’opportunità di rendere visibile e percepibile l’entusiasmo coinvolgente del loro fare vino. L’evento di svolge presso l’Ex Deposito Locomotive S. Erasmo, dalle 17 alle 23. Info: www.degustivina.it 26 - 27 novembre, Palermo
30 viedelgusto.it
Liguria
Giornate che filano lisce
È la festa dell’olio nuovo Olioliva che si svolge a Imperia, nella splendida cornice del centro cittadino. Una full-immersion nella tradizione alimentare del territorio: una mostra-mercato dedicata all’olio nuovo, con degustazioni e convegni, mostre ed eventi attinenti l’enogastronomia. Imperia viene invasa da stand e bancarelle con prodotti alimentari tipici regalandoci una gustosa passeggiata alla scoperta dei valori storici, culturali e alimentari dell’olio, del pane e dei prodotti della Riviera ligure. Info: www.olioliva.tv 26 - 28 novembre, Imperia
Soci Aderenti Az. Agr. La Provvidenza Di Meglioraldi Stefano 42100 Reggio Emilia (Re) Tel. 3287692201 - Fax. 0522 508902
Cantina Sociale Di Carpi 42010 Rio Saliceto (Re) Tel. 0522 699110 - Fax. 0522 648003
Donelli Vini 42043 Gattatico (Re) Tel. 0522 908715 - Fax. 0522 908822
Cantina Sociale Masone
Campogalliano 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 340113 - Fax. 0522 340610
Cantina Sociale Di Gualtieri 42044 Gualtieri (Re) Tel. 0522 828579 - Fax. 0522 220048
Nuova Cantina Soc. Di Correggio 42015 Correggio (Re) Tel. 0522 692330 - Fax. 0522 631787
Az. Agr. Moro
Soc.Ag. Venturini Baldini
Di Rinaldini Paola 42049 Sant’ilario D’enza (Re) Tel. 0522 679190 - Fax. 0522 679964
42020 Quattro Castella (Re) Tel. 0522 887080 - Fax. 0522 888141
Cantina Soc. Di Rolo
Ferrarini Spa
42047 Rolo (Re) Tel. 0522 666139 - Fax. 0522 666139
42100 Reggio Emilia Tel. 0522 9321 - Fax. 0522 931179
Medici Ermete E Figli 42040 Reggio Emilia Tel. 0522 942135 - Fax. 0522 941641
Cantina Sociale Prato Di Correggio 42015 Correggio (Re) Tel. 0522 696134 - Fax. 0522 696134
Azienda Prati Vini Srl
Cantina Sociale Due Torri nella Val D’enza
42010 Albinea (Re) Tel. 0522 591123 - Fax. 0522 591123
42027 Montecchio Emilia (Re) Tel. 0522 864105 - Fax. 0522 863381
Casali Viticultori Srl
Cantina Sociale Puianello E Coviolo
42019 Scandiano (Re) Tel. 0522 855441 - Fax. 0522 984092
42020 Quattro Castella (Re) Tel. 0522 889120 - Fax. 0522 880280
Ca’ De Medici Srl
Cantina Sociale S. Martino In Rio
42100 Reggio Emilia Tel. 0522 942141 - Fax. 0522 941900
42018 S. Martino In Rio (Re) Tel. 0522 698117 - Fax. 0522 695972
Az. Agr. Reggiana S.S. Di Ferrari E Coloretti
Cantina Soc. Di Arceto
42010 Albinea (Re) Tel. 0522 591121 - Fax. 0522 591225
Cantina Soc.Centro Massenzatico 42010 Massenzatico (Re) Tel. 0522 950500 - Fax. 0522 950768
42019 Scandiano (Re) Tel. 0522 989107 - Fax. 0522 980637
Cantine Lombardini 42017 Novellara (Re) Tel. 0522 654224 - Fax. 0522 654545
Cantine Riunite & Civ 42040 Campegine (Re) Tel. 0522 905711 - Fax. 0522 905777
Consorzio per la promozione del marchio storico dei Vini Reggiani Sede: Reggio Emilia - Via Gualerzi, 8 Tel. 0522 508903/508904 Fax. 0522 508919 e-mail. vini.reggiani@re.camcom.it - web: www.vinireggiani.it
appuntamenti in breve 1
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Sagra della vastedda
Vendita e degustazione della tipica pagnotta condita locale. Info: www.comune.capaci.pa.it 1 novembre, Capaci (Pa) – Sicilia 2
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Il mercato del bestiame dove si svolge la pantomima dei sensali. Info: www.carpignano-salentino.it 1 novembre, Carpignano Salentino (Le) Puglia 3
Frantoi Aperti
Sei weekend celebrano l’Olio Dop Umbria con arte e cultura. Info: www.frantoiaperti.net 1-30 novembre, località varie – Umbria 5
5 Stelle in Cucina
Grandi cuochi per grandi show per imparare a gustare le materie prime. Info: www.molinoquaglia.com 3-29 novembre, Vighizzolo d’Este (Pd) Veneto 6
Sagra della Ciuìga
Cantine aperte per festeggiare il salame con la rapa. Info: www.proloco.sanlorenzoinbanale.eu 5-7 novembre, San Lorenzo in Banale (Tn) Trentino 7
Tappas in mamujada
Enogastronomia e maschere a Mamuthones e Issohadores. Info: www.tappasinmamujada.it 5-7 novembre, Nuoro Sardegna 8
Festa d’Autunno
Castagne e riapertura dei locali storici. Info: www.sandonatodininea.net 5-7 novembre, San Donato di Ninea (Cs) Calabria 9
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Giovinbacco
Vini Doc e Docg, Superiore e Riserva di 70 cantine con 40 produttori agricoli. Info: www.giovinbacco.it 5-7 novembre, Pala De André - RavennaEmilia Romagna 32 viedelgusto.it
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Suino nero e porcino dei Nebrodi
Sagra per valorizzare le due tipicità. Info: www.comune.cesaro.me.it 5-7 novembre, Cesarò (Me) – Sicilia 11
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21
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31 34
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Boreto a la Graisana
I ristoranti propongono menu dedicati al piatto la cui ricetta racchiude la storia stessa del territorio. Info: www.grado.info 1-30 novembre, Grado (Ud) – Friuli 4
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Fiera di Ognissanti
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ArTò
Terzo Salone delle eccellenze artigiane. Info: www.ar-to.it 5-8 novembre, Torino – Piemonte 12
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Di...vino, d’olio e dintorni
Degustazioni di olio extra vergine e vino. Info: www.noceraterinese.com 6 novembre, Nocera Terinese (Cz) Calabria 13
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La Castagna di Montella
Caldarroste, dolci di castagna e funghi. Info: www.comunemontella.it 6-7 novembre, Montella (Av) - Campania 14
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Sagra dello zafferano
La spezia al centro della manifestazione. Info: www.comunas.it/turri 6-7 novembre, Turri (Ca) – Sardegna 16
Torna Golosaria
A Milano c’è Golosaria con 100 produttori di eccellenza. 6-8 novembre, Milano - Lombardia 17
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Ciccioli balsamici
L’Aceto Balsamico Tradizionale incontra i ciccioli con gara tra maestri norcini. Info: tel. 0522590266 6-7 novembre, Albinea (Re) - Emilia Romagna
Baccanale
Festival del cibo e dell’alimentazione sana. Info: www.baccanaleimola.it 6-21 novembre, Imola (Bo) Emilia Romagna
Festa delle lanterne
Castagnata e sfilata per le vie del paese. Info: www.lovevda.it 7 novembre, Sarre (Ao) – Val d’Aosta
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Zucca in festa
Menu ad hoc, mostra pomologica e favole a merenda. Info: www.comune.ostellato.fe.it 7-28 novembre, Rovereto di Ostellato (Fe) Emilia Romagna 20
Aperitivo in Concerto
Rassegna di musica contemporanea. Info: www.aperitivoinconcerto.com 8-21 novembre, Milano – Lombardia 21
Festa di San Martino
Fiera con bancarelle di funghi secchi. Info: www.comune.vareseligure.sp.it 11 novembre, Varese Ligure (Sp) – Liguria 22
Sapori della Valle del Ghiodaro
Degustazione di vini, prodotti agroalimentari tipici e artigianato locale. Info: www.comune.mongiuffimelia.me.it 12-14 novembre, Mongiuffi Melia (Me) Sicilia
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Florens 2010
A Bologna, tutto il jazz italiano. Info: www.festivaljazzbologna.it 13-20 novembre, Bologna, Modena, Ferrara - Emilia Romagna
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Gara di cottura e premio Castagna d’Oro. Info: www.laportadellavallee.com 14 novembre, Perloz (Ao) – Val d’Aosta
Versi di vini - Vini di versi
Simposio eno-poetico con artisti e chef. Info: www.iserniaturismo.it 13 novembre, Agnone (Is) – Molise 25
Sagra della castagna
Simulazione della raccolta delle castagne e della ricerca dei tartufi. Info: tel. 089869395 13-14 novembre, Acerno (Sa) - Campania 26
Terre di vite
Presenti 24 aziende produttrici con 70 vini in degustazione. Info: www.terredivite.it 13-14 novembre, Buronzo (Vc) - Piemonte 27
Festa del vino novello
I vini delle migliori cantine teatine e miglianichesi sposano le castagne. Info: www.miglianico.net 13-14 novembre, Miglianico (Ch) Abruzzo
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Sagra della Castagna
Fiera del Tartufo Trifola d’Or
I sapori antichi nel borgo con i Tartufi De.Co. Info: www.fieradeltartufo.com 14-21 novembre, Murisengo (Al) Piemonte 31
Padova Jazz festival
Un cartellone di spettacoli internazionali con menu gastronomici in musica. Info: www.padovajazz.com 15-20 novembre, Padova – Veneto 32
Torrone & Torroni
Alta Cucina al Torrone e incontro-degustazione Violino in barrique. Info: www.festadeltorronecremona.it 19-21 novembre, Cremona Lombardia 33
Christmas Village
Ampia scelta di addobbi, articoli da regalo artigianali e specialità culinarie. Info: www.fieramillenaria.it 19-21 novembre, Gonzaga (Mn) Lombardia
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Bologna jazz festival
Prima edizione della Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali del capoluogo toscano. Info: www.florens2010.com 12-20 novembre, Firenze – Toscana
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Scacco al Re di Cioccolato
Oltre 250 giocatori si sfidano mangiandosi letteralmente le pedine. Info: www.comune.stra.ve.it 19-21 novembre, Stra (Ve) – Veneto
7.8.Novecento
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Cene Galeotte
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LuccaDigitalPhotoFest
Festival internazionale dedicato a fotografia e video arte. Tema: la donna. Info: www.ldpf.it dal 20 novembre, Lucca – Toscana 40
Natale a Villa Bozzolo
Per acquistare manufatti artigianali in vista delle festività e degustare eccellenze culinarie locali. Info: tel. 0332624136 20-21 novembre, Casalzuigno (Va) Lombardia 41
Cucina & Cantina
Evento che si svolge in contemporanea con la Fiera Regionale del Tartufo. Info: www.comune.asti.it 20-21 novembre, Asti – Piemonte 42 Festival del Cinema Indipendente
Sono tre le sezioni in concorso per il cinema di qualità. Info: festivalfoggia.wordpress.com 20-27 novembre, località varie (Fg) Puglia 43
Purcit in Staiare
Degustare nei vari camarins, i prodotti di suino lavorati artigianalmente dai norcini arteniesi. Info: www.proartegna.it 20-21 e 27-28 novembre, Artegna (Ud) Friuli 44 Antica Fiera Franca di S. Caterina
Per chi cerca capi e accessori con un passato da raccontare. Info: www.7-8novecento.it 19-21 novembre, Modena Emilia Romagna
In programma la sagra del Mandorlato e della Trippa. Info: www.comune.lusiana.vi.it 25 novembre, Lusiana (Vi) – Veneto
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Si svolgono mercatini, falò e una sfilata in costume. Info: www.comune.presicce.le.it 29 novembre, Presicce (Le) – Puglia
Enologica
Salone del vino e delle tipicità. Info: www.enologica.org 19-21 novembre, Faenza (Ra) Emilia Romagna 10
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Il carcere di Volterra apre le porte a pubblico e chef per un evento di solidarietà. Info: tel. 0552342777 dal 19 novembre, Volterra (Pi) – Toscana
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OliOlive
Le piazze del paese diventano vetrina di espositori e degustazioni di olive. Info: tel. 07744500226 19-21 novembre, Castel Madama (Rm) Lazio
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Festa e Fiera di S.Andrea
Festa di Sant’Andrea
La statua del santo protettore di pescatori e pescivendoli è portata in processione e si compie il miracolo della liquefazione del sangue. Info: www.comune.amalfi.sa.it 30 Novembre, Amalfi (Sa) – Campania
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SSSSSSssst!
Il riposo fa bene al sapore.
Stagionato da 9 a 15 mesi
La sua pasta giĂ granulosa ha un gusto delicato: ecco il Grana Padano D.O.P. piĂš giovane, il formaggio da pasto per eccellenza.
Stagionato oltre 16 mesi
Formaggio da grattugia o da tavola? Il Grana Padano D.O.P. oltre 16 mesi risolve ogni dubbio, con il suo gusto pieno, pronunciato ma mai piccante.
Stagionato oltre 20 mesi
Grana Padano RISERVA: la stagionatura prolungata lo rende di assoluta eccellenza. Perfettamente idoneo tanto al consumo da pasto che da grattugia, è una scelta da veri intenditori.
Grana Padano, tre stagionature, tre sapori.
www.granapadano.it
Abbinamento con i vini
Grana Padano D.O.P. Il Grana Padano D.O.P. stagionato fino a 16 mesi presenta profumi non ancora complessi, che ricordano però il latte e la panna da cui si origina. In bocca ha tendenza dolce e una discreta grassezza. La sapidità, appena accennata, stimola una discreta salivazione. Per ottenere un abbinamento eccellente abbiamo scelto vini bianchi e vini rossi giovani e freschi con profumi fruttati mai invadenti. In primis con le “bollicine” ottenute dai tanti spumanti italiani, tra cui l’insuperabile Franciacorta. Poi, da Nord a Sud, potremo apprezzare tra i vini bianchi e rosati un Petite Arvine o un Blanc de Morgex della Valle d’Aosta; un Arneis, un Erbaluce e un Gavi del Piemonte, un Pigato e un Vermentino della Liguria, un’Albana e un Pignoletto dell’Emilia Romagna; un Lugana o un Chiaretto del Garda della Lombardia; un Soave del Veneto, un Nosiola del Trentino, una Ribolla Gialla o una Malvasia Istriana del Friuli, un Verdicchio delle Marche, una Vernaccia toscana, un Frascati del Lazio, un Fiano, un Coda di volpe o una Falanghina della Campania, un Trebbiano d’Abruzzo, un Castel del Monte Bianco o un Locorodondo della Puglia, un Cirò bianco calabrese; un’Inzolia o un Grillo siciliani, un Vermentino di Gallura. Tra i rossi un Barbera del Monferrato vivace, un Freisa e un dolcetto piemontesi, un Bonarda dell’Oltrepo pavese, un Lambrusco, un Bardolino o un Valpolicella; un Marzemino o un Lagrein rosato del Trentino; un Terrano friulano, un Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo.
Grana Padano D.O.P. oltre 16 mesi Il Grana Padano D.O.P. con stagionatura superiore a 16 mesi si presenta con aromi che ricordano ancora il latte e la panna, ma emergono anche profumi più complessi di burro e di fieno. In bocca la nota dolce si è molto attenuata e lascia il passo ad una discreta salinità. E’ un formaggio che stimola la salivazione, anche perché dopo la sua deglutizione rimane sulla lingua una leggera e sottile patina di grasso. Il vino in grado di esaltare le caratteristiche di questo formaggio deve essere leggermente tannico, quindi, un rosso di discreta intensità e persistenza, ma ancore giovane e fresco, in modo che si percepiscano sia gli aromi, sia i sapori dell’uva originaria, sia quelli complessi dovuti alla maturazione. Un Petit Rouge e un Fumin valdostani, un Nebbiolo d’Alba o un Barbera d’Asti, uno Schioppettino friulano, un Refosco dal peduncolo rosso del Veneto, un Rosso di Montalcino, un Rosso di Montefalco, un Rosso Piceno o un Rosso Conero, una Schiava altoatesina, un Montepulciano d’Abruzzo, un Castel del Monte Rosso pugliese, un Nero d’Avola, un Cerasuolo di Vittoria e un Etna Rosso della Sicilia, un Cannonau di Sardegna.
Grana Padano D.O.P. Riserva Il Grana Padano D.O.P. Riserva è un “magico” prodotto che presenta aromi evoluti di burro e di fieno e note floreali di mais; in bocca è particolarmente solubile e friabile, con una sapidità e una piccantezza equilibrata. Dopo la sua deglutizione, la bocca rimane ricolma di sapori, che si stemperano lentamente, fornendo sempre nuove sensazioni. Il vino che accompagna Grana Padano D.O.P. Riserva deve essere in grado di contrastare le evidenti e prorompenti sensazioni del formaggio, quindi, dovrà essere morbido, tannico, con una buona gradazione alcolica, intenso e persistente. Ecco allora un ottimo matrimonio con il Barolo e il Barbaresco; con lo Sforzato della Valtellina, con un Teroldego Rotaliano, con un Pignolo Friulano, con un Brunello di Montalcino o un Nobile di Montepulciano, con un Taurasi campano, con un Sagrantino di Montefalco umbro, con un Montepulciano d’Abruzzo, con un Aglianico del Vulture, con un Cirò di Calabria o con un Carignano di Sardegna. Non dimenticate che il Grana Padano Riserva si predispone, per contrapposizione di aromi e di sapori, a matrimoni elettivi con vini passiti e liquorosi, che stemperano la tenue vena aggressiva, ricomponendo sul palato l’armonia e l’equilibrio.
dieta mediterranea
inchiesta
La dieta mediterranea è patrimonio dell’umanità L’Unesco premia le produzioni e lo stile alimentare italiano. Un’opportunità di benessere e prevenzione delle malattie moderne, ma anche occasione unica di rilancio per le imprese agroalimentari di qualità di Luca Borghi
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Pane e pasta, legumi e verdure, frutta e olio extravergine d’oliva sono i principali alimenti della Dieta Mediterranea, un concentrato di tesori di cui l’Italia è massima espressione; il suo immenso valore verrà ufficialmente riconosciuto a Nairobi, dal 14 al 19 novembre
Ce n’è voluto, ma alla fine l’Unesco ha detto sì. La dieta mediterranea è ufficialmente patrimonio immateriale dell’umanità. Le motivazioni parlano da sole: contribuisce alla prevenzione delle principali cause di morte che affliggono l’Occidente e può essere una piattaforma per rispondere alle problematiche nutrizionali dei Paesi sottosviluppati. Ma anche perchè, nonostante tutto, rischia di scomparire a causa dell’omologazione dei modelli alimentari. Per dare ancora più forza a questi concetti, l’Unesco ha messo tutto nero su bianco in previsione della ratifica definitiva in programma a Nairobi, dal 14 al 19 novembre: «Il termine dieta si riferisce all’etimo greco ‘stile di vita’. È l’insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze ed abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato, nel corso dei secoli, una continua interazione tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare».
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dieta mediterranea inchiesta
In questa pagina, a destra, il presidente della Commissione agricoltura dell’Unione europea, Paolo de Castro. Sotto, la nota piramide alimentare in cui gli scienziati hanno raffigurato gli elementi caratterizzanti (e i consigli di consumo quotidiano) della dieta, che deve essere sempre supportata da una costante attività fisica
Orgoglio italiano «Siamo arrivati alla fine di un lungo e complesso percorso», dice con una legittima punta di orgoglio il presidente della Commissione agricoltura dell’Unione europea, Paolo De Castro, che per primo ha avanzato la candidatura di pasta, pomodoro, olio & C. a simboli dell’Italia agroalimentare. «Il dossier, presentato con la collega spagnola Elena Espinosa e il sostegno di Grecia e Marocco, ha dimostrato scientificamente che la dieta mediterranea contribuisce alla prevenzione di molte patologie cardiovascolari. Siamo di fronte a un grande riconoscimento, in quanto per la prima volta è un mix di prodotti che passerà sotto tutela. Ora, toccherà proprio alla Commissione che presiedo trovare il modo di regolare la dieta e darle massima divulgazione». Anche sotto il profilo commerciale, magari attraverso nuovi modelli di distribuzione che facciano prevalere la qualità sulla
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La dieta mediterranea previene l’insorgere di patologie cardiovascolari, cronico-degenerative e neoplastiche e ha consentito agli italiani di conquistare il record della longevità con una vita media nettamente superiore alla media europea
quantità? «Certo - prosegue De Castro -. Il sistema produttivo deve prevedere di sviluppare un utilizzo di questo riconoscimento anche per finalità commerciali. Avremo a disposizione quella che chiamano ‘evidenziazione mondiale’. Cioè la possibilità, almeno per alcuni elementi caratterizzanti la dieta come pasta e olio, di effettuare campagne mirate anche in Paesi lontani, fino ad oggi considerati irraggiungibili». Raggiante anche il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan: «È il successo della nostra cultura alimentare e per i nostri agricoltori. Un riconoscimento che garantirà l’indispensabile valorizzazione sia nel percorso di crescita della nostra economia sia in termini di tutela dei consumatori».
I benefici dello stile mediterraneo I risultati scientifici esaminati dall’Unesco sono espliciti: «Pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani di conquistare il record della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea. La dieta mediterranea riduce, infatti, del 13% l’incidenza di Parkinson e Alzheimer, del 9% quella per problemi cardiovascolari e del 6% quella del cancro». Sia chiaro: la qualità degli alimenti non basta, per offrire i migliori effetti la dieta mediterranea deve essere supportata da una costante attività fisica e motoria. Della serie: mangiare bene, ma fare una vita sedentaria non significa seguire il corretto modello di alimentazione.
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dieta mediterranea inchiesta
La carne, motore dell’agroalimentare di Giancarlo Galan Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali La promozione, valorizzazione e tutela delle carni italiane di qualità sono una priorità del mio Ministero. Ritengo fondamentali, infatti, la sicurezza alimentare e la lotta alla contraffazione. Le denominazioni e l’etichettatura sono gli strumenti che possono garantire qualità e trasparenza. Abbiamo attivato un tavolo congiunto con Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano e gli operatori della filiera zootecnica, per stabilire un Sistema di qualità nazionale zootecnia, seguendo le disposizioni della Comunità europea. L’obiettivo è quello d’indirizzare, organizzare e coordinare le attività di promozione dei prodotti del sistema agroalimentare italiano, valorizzando le produzioni nazionali, tramite l’adozione di sistemi di qualità conformi alle normative comunitarie, anche per facilitare ai produttori l’adesione alle azioni di sostegno previste dallo sviluppo rurale. E la zootecnia è stata individuata proprio come il settore prioritario d’intervento. L’Italia si conferma leader europeo per i prodotti agroalimentari registrati: un giusto premio al lavoro e alla bravura dei nostri operatori, che sanno consegnarci prodotti di eccellenza, in grado di affermarsi sui mercati nazionale, comunitario e internazionale. Tra le denominazioni riconosciute
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dall’Ue i settori bovino e ovicaprino, il “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” Igp, l’“Agnello di Sardegna” Igp e l’“Abbacchio Romano” Igp. E presto, anche l’“Agnello del Centro Italia” Igp, in esame presso la Commissione europea. Tutti prodotti che racchiudono in sé qualità e tradizione, accompagnati da una tutela garantita dal simbolo comunitario e da severi controlli a livello nazionale. C’è una forte tradizione anche nel settore dei trasformati. I prosciutti Dop sono tra i più importanti della produzione agroindustriale del nostro Paese. Tra questi, il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele Dop, le Dop Prosciutto Toscano, Prosciutto Veneto Berico Euganeo, Prosciutto di Modena, Prosciutto di Carpegna, Valle d’Aosta Jambon de Bosses e le Igp Prosciutto di Norcia e Prosciutto di Sauris. Per tutelare le carni bovine di qualità e i consumatori, il Parlamento e il Consiglio europei hanno istituito un sistema comunitario obbligatorio di etichettatura, congiunto a un sistema facoltativo, con il Regolamento comunitario del 17 luglio 2000, per l’identificazione e la registrazione dei bovini, dettando nuove norme sull’etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine.
La ricetta tipo? Pasta e fagioli Chef alla moda e gourmet sopraffini si diano pace. Per l’Unesco la ricetta che meglio sintetizza, emblematicamente parlando, il modello mediterraneo è pasta e fagioli. Il motivo? Semplice: i legumi sono sempre stati definiti come la carne dei poveri e, se la pasta è all’uovo, si realizza una combinazione di proteine nobili, glicidi complessi, preziosi minerali, vitamine e fibre che si riassume nel cosiddetto piatto unico. Che, a conti fatti, è una delle caratteristiche della dieta mediterranea.Alcuni esempi: pasta e ceci, pizza napoletana con le alici, mozzarella e pomodoro, minestroni di verdure, pasta al ragù di carne. Ma, attenzione, il pasto dovrebbe essere sempre accompagnato da un bicchiere di vino e terminare con un piatto di verdura o frutta fresca.
Il piatto unico, con la sua combinazione di proteine nobili, glicidi complessi, preziosi minerali, vitamine e fibre, sintetizza in modo emblematico il modello mediterraneo
Mezzo secolo di studi Il primo a scoprire gli effetti benefici della dieta mediterranea fu, mezzo secolo fa, un medico anglosassone. L’equipe del professor Ancel Keys prese come modello di base lo stile alimentare della popolazione della Calabria e confrontò quei dati con le abitudini di un campione di 12 mila persone, di età compresa tra i 40 e i 59 anni, di Stati Uniti,
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dieta mediterranea inchiesta
«I prodotti bio completano il modello mediterraneo» «Non c’è dubbio: i prodotti coltivati secondo natura sono il giusto completamento del messaggio nutrizionale e culturale insito nel concetto di dieta mediterranea. Per tutto il settore, questo importante riconoscimento rappresenta un’occasione imperdibile di rilancio. Diciamolo pure: non possiamo sempre e solo parlare di origine dei prodotti. Ora è arrivato il momento di introdurre discorsi nuovi, come certificazione, biologico e alimento sano». Paolo Carnemolla, presidente di Federbio, è certo che la decisione dell’Unesco di tutelare la dieta mediterranea darà un nuovo impulso alla filiera della qualità. Un comparto importante, in crescita, quello del biologico italiano. I numeri parlano da soli: il primo semestre 2010 ha chiuso con +9% in valore e +11% in quantità, relativamente agli acquisti domestici. Senza contare che l’export corre verso il +15%. L’ultima nota positiva arriva dal Sud e dalle Isole che, andando in controtendenza rispetto al passato, hanno scoperto la filiera bio contribuendo a un vero e proprio riposizionamento dei consumi.
«Pasta e legumi prevengono l’ictus»
Il professor Enrico Roda non ha dubbi: «Pasta, legumi e olio sono elisir di lunga vita»
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Infarto, cancro e ictus possono essere evitati seguendo una dieta a base di pasta, legumi e frutta secca. Chiarisce Enrico Roda, Direttore della Scuola di specializzazione di gastroenterologia dell’Università di Bologna: «Legumi, frutta secca (come mandorle, noci, pistacchi), verdura cruda, olio extravergine di oliva e frutta sono elementi che si correlano alla sopravvivenza, cioè diminuiscono la possibilità di infarto, ictus, o cancro. E una moderata quantità di vino rosso, grazie agli antiossidanti contenuti nell’uva, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari. La pasta, poi, è da preferire al pane perché, grazie all’essiccazione, fa sì che l’amido si trasformi in zucchero molto lentamente. È il motivo della sua salubrità. Arricchendo la pasta con soia e lupini, si ha un piatto completo e salutare, specie se condita con spezie, aglio, cipolla e olio extravergine di oliva».
Giappone, Grecia, Olanda, Finlandia e Jugoslavia. Dallo studio emerse che la mortalità per cardiopatia ischemica era nettamente inferiore tra gli abitanti situati attorno al Mediterraneo. Affermazioni che, negli anni, sono sempre state confermate da altre indagini epidemiologiche.
La piramide del benessere Per comodità divulgative, gli scienziati hanno raffigurato gli elementi caratterizzanti della dieta mediterranea nella cosiddetta piramide alimentare. Un totem che può essere riassunto nei «consigli di consumo quotidiano». Secondo i dettami della dieta, ogni giorno si dovrebbe portare in tavola almeno una combinazione tra questi alimenti: cereali integrali e tuberi (pane e pasta di frumento integrale, riso, mais, farro, avena, segale, orzo, grano saraceno, patate); legumi secchi e verdi (fagioli, piselli, ceci, lenticchie, fave, lupini, cicerchie); frutta a polpa e a guscio (mele, pere, arance, mandarini, albicocche, pesche, uva, fichi, angurie, meloni, lamponi, fragole, castagne, noci, nocciole, mandorle, pinoli, pistacchi); verdure e ortaggi (rape, ravanelli, carote, insalate, spinaci, cicorie, porri, asparagi, finoc-
chi, bietole, carciofi, broccoli, cavoli, ramolacci, ravanelli, pomodori, melanzane, peperoni, zucchine e cipolle); olio extra vergine di oliva; erbe aromatiche (basilico, timo, maggiorana, origano e aglio); latte intero di vacca o capra e formaggi, vino. Due, tre volte la settimana, invece, bisognerebbe consumare carne, pesce (meglio se azzurro come acciughe, sardine, aringhe, aguglie, sgombri e spatole), uova. Un fantastico concentrato di tesori di cui l’Italia è massima epressione.
La spesa alimentare In Italia, si spendono ogni anno per alimenti e bevande 215,3 miliardi di euro, il 23,3% sul totale dei consumi. Alle spalle, c’è una filiera agroalimentare che contribuisce al Pil per l’8,4% e all’occupazione per il 12,6%. Una componente importante dell’economia nazionale che patisce, tuttavia, l’estrema parcellizzazione dell’agricoltura, una pluralità di attori economici - ognuno dei quali grava sul prezzo finale di ogni prodotto e sottrae competitività al sistema agroalimentare nazionale - e un carico di imposte indirette (in larga parte riferibili all’Iva) tra le più alte in Europa
Fase produttiva
La filiera: le diverse fasi e gli attori
Fase distributiva e commerciale
Il sistema alimentare è una componente importante dell’economia nazionale ma patisce una pluralità di attori economici che grava sul prezzo finale di ogni prodotto e sottrae competitività al mondo del cibo italiano
Numero imprese
Agricoltura
1.678.756 (901.559)
(di cui: attive con Partita IVA)
Aziende dell’agricoltura, silvicoltura e pesca; Istat e Movimprese
Industria alimentare di trasformazione (di cui: imprese propriamente industriali)
71.359 (6.500)
Commercio all’ingrosso
43.084
Industria alimentare, bevande; Eurostat
Grossisti di prodotti agricoli, alimentari e bevande; Eurostat
Dettaglio tradizionale
Commercio al dettaglio in esercizi specializzati (a postazione fissa e mobile) in prodotti alimentari e bevande (tutti gli esercizi a prescindere dalla dimensione); Eurostat
151.812
Distribuzione a Libero servizio (di cui: Distribuzione Moderna*)
Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari, bevande e tabacco (tutti gli esercizi a prescindere dalla dimensione); Eurostat * All’interno della Distribuzione a Libero servizio la Distribuzione Moderna rappresenta circa il 50% dei punti vendita, ma più del 90% del fatturato
57.005 (28.965)
Ristorazione
226.567
Ristoranti, bar, mense e catering; Eurostat
La filiera agroalimentare italiana si caratterizza per un elevato numero di soggetti presenti lungo le fasi produttive e distributive Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Eurostat, Istat,Federalimentare, Nielsen
Peso della filiera agroalimentare sull’economia italiana L’insieme degli operatori delle diverse fasi della filiera agroalimentare garantisce un contributo di primissimo piano all’economia italiana (l’8,4% del PIL e il 12,6% degli occupati)
Rilevanza della filiera agroalimentare Peso sull’occupazione
12,6%
Peso sul PIL
8,4% 0%
5%
10%
15%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Eurostat e Istat
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dieta mediterranea inchiesta
«Buona pasta a tutti» Pasta, olio e pomodoro: la triade che più ama Marisa Laurito. Recentemente premiata come donna dell’olio, nell’ambito dell’ottava edizione del «Sirena d’Oro» di Sorrento, l’unico concorso nazionale dedicato agli oli extra vergine di oliva Dop italiani, la popolare artista plaude alla dieta mediterranea: «Ho sempre fatto della buona cucina un vero e proprio stile di vita, impegnandomi nella difesa e valorizzazione dei prodotti tipici della nostra terra. Con questo riconoscimento si capiranno fino in fondo i valori che stanno dietro la nostra alimentazione. Buona pasta a tutti».
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(secondo solo a quello tedesco). D’altra parte, la distribuzione moderna italiana presenta un grado di concentrazione al di sotto di quello dei principali Paesi europei. A ciò si aggiunge l’aggravante di un sistema dei trasporti, sia su gomma sia su rotaia, che per le imprese italiane ha un costo chilometrico più elevato della media europea e di quello riscontrato in altri Paesi. Analogo discorso vale per il prezzo dell’energia elettrica per uso industriale. Il risultato è che, per ogni 100 euro che si spendono in Italia per alimenti e bevande, 16 vanno all’agricoltore, 12 all’industria alimentare, 6 al commercio all’ingrosso, 5 alla distribuzione a libero servizio, 3 al dettaglio tradizionale e 17 alla ristorazione. A ciò si aggiungono 27 euro di costi per trasporti, energia, packaging e pubblicità, 9 di imposte dirette e 4 di import.
Approvvigionamento, una spina nel fianco Già, perché non a tutti è noto che in Italia ci sono solo alcune filiere autosufficienti, tra cui quelle del vino e delle carni avicole. La maggior parte, invece, ha bisogno di approvvigionarsi di materie prime all’estero. Una logica che “allunga” la già lunga filiera agroalimentare, con importanti riflessi sul prezzo finale di vendita al consumatore. Ma che è anche un drammatico autogol per il tanto sbandierato Made in Italy alimentare, punta di eccellenza della nostra economia nei mercati mondiali. Portare in tavola prodotti meno costosi e garantire a tutti gli attori una giusta remunerazione, significa ridurre i costi della filiera agroalimentare - più che intervenire sugli utili, data la loro ridotta incidenza attraverso il recupero di efficienza e la riduzione dei tanti passaggi e intermediazioni, ognuno dei quali grava sul prezzo finale di vendita.
Dipendenza dall’estero: livelli di autoapprovvigionamento Autosufficienza dell’Italia per alcune produzioni agroalimentari (2009)
Indice di autoapprovvigionamento* Produzioni deficitarie
Produzioni con surplus
Cereali
79
-
di cui: Grano
67
-
Soia
30
-
Oli e grassi vegetali
27
-
di cui: Olio di oliva
76
-
Legumi
27
-
Carne bovina
57
-
Carne suina
66
-
Latte
83
-
Vino
-
137
Ortaggi
-
101
Frutta fresca
-
106
* Indice di autoapprovvigionamento = Produzione nazionale / Consumo nazionale Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Eurostat, Faostat e Istat
I giovani non conoscono i cibi del proprio territorio Un italiano su quattro assume la maggior parte del suo apporto calorico da alimenti non mediterranei. Bambini e adolescenti rappresentano, in assoluto, la fascia di età in cui l’adesione alla dieta mediterranea è minore, seguiti dalle donne che, seppure di misura, adottano uno stile alimentare più mediterraneo rispetto a quello maschile, mentre i più virtuosi sono gli over 60. Paradossalmente, le regioni del Sud appaiono quelle dove la dieta mediterranea è meno seguita. Peggio di loro fa solo il Nord Ovest. Il Nord Est ed il Centro rappresentano, invece, la macroarea geografica in cui l’aderenza alla dieta mediterranea è maggiore.
Il consumo ai raggi x
La dieta mediterranea sbarcherà su Marte Dal 31 marzo quattro astronauti russi e due europei vivono in un simulatore, svolgendo compiti simili a quelli che avranno i loro colleghi durante la missione di avvicinamento a Marte. Dovranno far fronte ad emergenze simulate, ma potranno anche avere la necessità di affrontare reali emergenze o malattie. Anche il
Meno del 20% della popolazione italiana assume energia da alimenti mediterranei con un progressivo abbandono delle sane abitudini alimentari della tradizione
Questi, i dati più significativi che emergono da una ricerca effettuata dall’Osservatorio nutrizionale e sugli stili di vita Grana Padano, elaborata grazie a un software applicativo che rende possibile ai medici di Medicina generale ed ai pediatri di libera scelta, d’effettuare la raccolta delle informazioni relative alle abitudini alimentari dei loro pazienti in modo semplice e rapido. I dati sono relativi a 2.193 pazienti in età pediatrica e 4.245 adulti su tutto il territorio nazionale e sono stati analizzati utilizzando come indice di qualità della dieta il “MAI”(Mediterranean Adequacy Index).
L’indice MAI «Il MAI è stato calcolato dividendo l’energia totale media giornaliera fornita da alimenti tradizionalmente costituenti la dieta mediterranea per quella ottenuta da alimenti non mediterranei», spiega Maria Letizia Petroni,
tempo necessario alla comunicazione con l’esterno (ritardo fino a 40 minuti tra invio del messaggio e ricezione della risposta) sarà lo stesso di una vera missione. E, soprattutto, seguiranno le regole della dieta mediterranea. Il progetto di ricerca, che fa parte del programma internazionale Mars 500 volto alla preparazione della missione umana di esplorazione di Marte, si svolge all’Institute of BioMedical Problems (IBMP) di Mosca dove è stata realizzata una struttura modulare che
riproduce la navicella spaziale nella quale vivranno gli astronauti in viaggio verso il Pianeta Rosso. Il progetto parla anche italiano: coordinato dal professor Aldo Roda dell’Università di Bologna, al gruppo partecipa l’Università La Sapienza di Roma, Health R&S società spin-off di Bologna e Kell s.r.l di Roma con esperienze tecnologiche nel settore dello spazio e telemedicina. L’idea vincente, che ha portato all’approvazione del progetto, è stata quella di trasferire nell’ambito aerospaziale l’esperienza sulla diagnostica in campo alimentare e gastroenterologico maturata durante una lunga e fruttuosa collaborazione scientifica tra il laboratorio di chimica bioanalitica della facoltà di farmacia e la gastroenterologia del Policlinico Sant’OrsolaMalpighi. Mediante semplici misure nel respiro dell’astronauta sarà possibile avere informazioni sulla funzionalità epatobiliare e motilità del tratto gastrointestinale durante la missione, e prendere le opportune iniziative terapeutiche. Saranno messe a punto e utilizzate strumentazioni miniaturizzate, portatili e di semplice impiego in grado di valutare l’effetto di condizioni di stress, vita in uno spazio confinato e regime alimentare alterato ma basato sulla dieta mediterranea.
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dieta mediterranea inchiesta
Terrina di coniglio ai pistacchi
coordinatrice scientifica dell’Osservatorio nutrizionale e sugli stili di vita Grana Padano e responsabile nutrizione clinica dell’Istituto auxologico italiano di Piancavallo. «Gli alimenti mediterranei considerati - sottolinea Petroni - sono stati i seguenti: cereali (pasta), riso, pane, legumi, tuberi (patate), verdure ed ortaggi, frutta fresca, frutta secca, altri semi, olio di oliva, vino, pesce. Sono stati classificati come non mediterranei, invece, i prodotti da forno diversi dal pane: merendine, dolci, brioches, biscotti, focacce e pizzette come snack (esclusa la pizza come piatto unico), oltre naturalmente a tutti i rimanenti alimenti non espressamente compresi nell’elenco mediterraneo, come ad esempio carne, burro, bevande dolci, e così via».
Meno del 20% raggiunge la promozione «Il risultato - conclude Petroni - è stato che meno del 20% della popolazione raggiunge un MAI pari o superiore a 2, ossia assume energia da alimenti della dieta mediterranea in misura almeno doppia a quella di altri alimenti.Da tutto ciò emerge chiaramente che nel nostro Paese si registra un progressivo abbandono delle sane abitudini alimentari della tradizione. Eppure, l’adozione di uno stile alimentare di tipo mediterraneo rappresenta uno dei maggiori presidi per la riduzione di patologie cardiovascolari, cronico-degenerative e neoplastiche. Con la tutela da parte dell’Unesco, la speranza è che si torni alle origini: più sane, più italiane».
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Garganelli al ragù bianco Ingredienti per 4 persone • 380 g di garganelli all’uovo • 150 g di battuto per soffritto (carota, sedano e cipolla) • 350 g di polpa di vitello tritata • 1 bicchierino di Marsala secco • 1 mazzo di finocchietto selvatico • 40 g di uvetta passita • 30 g di pinoli • 70 g di burro • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva • peperoncino piccante in polvere • sale In una casseruola rosolate nel burro e nell’olio il battuto di sedano, carota e cipolla. Unite la carne tritata, salate leggermente e lasciate rosolare, mescolando. Versate il Marsala secco e fate sfumare a fuoco vivo, infine aggiungete 5 dl circa di acqua già calda e lasciate cuocere a fuoco basso per mezz’ora. Nel frattempo fate rinvenire l’uvetta in poca acqua, sgocciolatela e strizzatela; mondate, lavate e tritate il finocchietto selvatico. Aggiungete questi ultimi due ingredienti al ragù, insieme a un pizzico di peperoncino piccante in polvere, aggiustate di sale e lasciate sul fuoco ancora per 10 minuti. Cuocete i garganelli in abbondante acqua salata a bollore e scolateli, versateli in un piatto da portata e conditeli con il ragù bianco, cospargeteli di pinoli, mescolate e servite. Accompagnateli in tavola con un Barbera dei Colli Bolognesi.
Ingredienti per 4 persone • 600 g di coniglio disossato • 160 g di lardo • 1 bicchiere di brandy • 1 mazzetto di erbe aromatiche • 3 spicchi di aglio • 1 uovo • 20 g di burro • 50 g di pistacchi, già sgusciati • 1 cucchiaio di aceto bianco e aceto balsamico • 1 cucchiaio di aceto balsamico • 1/2 limone • olio extravergine di oliva • sale • pepe Raccogliete in un recipiente il coniglio e 60 g di lardo in un solo pezzo, insaporite con il pepe e bagnate con il brandy. Aggiungete le erbe aromatiche spezzettate, gli spicchi di aglio e lasciate riposare per una notte in frigorifero. Il giorno dopo tagliate il lardo a dadini piccoli. Tritate la carne nel mixer, incorporate l’uovo sbattuto, aggiungete il lardo, salate e pepate. Foderate uno stampo da plum-cake con 100 g di lardo a fettine, disponete il composto e pressatelo bene, quindi irroratelo con il burro fuso. Chiudete la terrina ripiegando le fettine di lardo e sigillatela con un foglio di carta di alluminio. Cuocete a bagnomaria in forno a 180 °C per un’ora e 10 minuti. Sfornate, sformate la terrina, eliminate le fette di lardo e lasciatela raffreddare. Scottate i pistacchi in acqua bollente, spellateli e tritateli grossolanamente. In una ciotola battete con una forchetta 3 cucchiai di olio, gli aceti, il succo filtrato del mezzo limone, i pistacchi, sale e pepe. Affettate il coniglio e disponetelo nel piatto da portata, irrorate con la salsa e servite guarnendo a piacere con foglie di insalata.
RASPBERRY CRUNCHY RICE
indagine
di Saro Trovato
La più amata dagli italiani
È il sogno di tanti giovani mariti, ma nella maggior parte delle neo-coppie la dieta mediterranea con le sue regole salutari resta surclassata da piatti pronti e cibi freddi come salumi e formaggi. La causa prevalente? Lei è poco abile ai fornelli
È tra i fiori all’occhiello dell’italianità ed è candidata a divenire patrimonio dell’umanità dopo il parere favorevole dell’Unesco. Eppure, dopo il suo boom a livello mondiale durante gli anni ’90, oggi la dieta mediterranea, tipica del Belpaese, è a rischio estinzione. A suonare l’allarme sono gli uomini tra i 25 e i 35 anni che bocciano le abilità culinarie delle giovani mogli. Sebbene quasi la totalità ritenga di avere un buon rapporto di coppia (81%) e affermi di dare moltissima importanza alla tavola (45%), solo due su 10 ammettono di avere al proprio fianco una dolce metà che si sbizzarrisce ogni giorno ai fornelli (21%). Sempre più spesso, infatti, si è costretti a mangiare fuori (44%), ad ordinare a casa il cibo da “take away” come rosticcerie o pizzerie (57%) o a saziarsi solamente con cibi freddi tipo salumi e formaggi (62%). Questo è quanto emerge da uno studio condotto da Metacomunicazione su 600 uomini sposati di età compresa tra i 25 e i 35 anni, a cui è stato chiesto un parere sulle abilità culinarie delle proprie giovani mogli. Il sogno dei giovani mariti italiani? Per 7 su 10 è la tipica dieta mediterranea, bilanciata e varia, ricca di alimenti e piatti. Ma non manca chi sogna le pietanze della mamma (56%) o
chi vorrebbe gustare le saporite e gustose ricette della tradizione del Belpaese (64%) piuttosto che kebab, panini imbottiti o involtini primavera. Eppure il 51% degli intervistati dichiara di aver vissuto un drastico cambiamento nel passaggio dal fidanzamento al matrimonio: se prima, infatti, l’amata partner era spesso artefice di succulenti pranzetti (42%), ora invece non si dedica più ai fornelli, magari anche per mancanza di tempo (26%) o a causa della noiosa routine quotidiana (17%). Solo un uomo su tre tra i “non delusi” reputa la propria moglie la regina incontrastata della cucina. Per tutti gli altri, l’unica soluzione attuabile è quella di rimandare la moglie a scuola di fornelli dalla suocera (71%) o, in alternativa, iscriverla ad un corso ad hoc (43%). Il 32%, infine, è addirittura disposto a mettersi al suo fianco in cucina pur di far scattare la scintilla tra le stoviglie, i cibi e la propria amata. E se non porterà alla rottura matrimoniale, la scomparsa della dieta mediterranea dalla tavola delle giovani coppie preoccupa per il troppo dispendio economico (51%), per i possibili danni alla salute (57%) e per l’incapacità futura di insegnare ai figli i dettami di una corretta alimentazione (66%).
1 Come valuta la qualità della propria vita coniugale? Sufficiente
41%
Buona
22%
Ottima
18%
Scarsa
15%
Pessima
3%
Altro/Non so
1%
2 Quanto incide l’alimentazione e la cucina sul suo rapporto di coppia? Molto, è fondamentale
45%
Abbastanza
26%
Poco, non è tra le mie priorità
17%
Per nulla, non la considero
9%
Altro/Non so
3%
3 Quante volte, durante la settimana, è sua moglie a cucinare? Raramente
33%
Solo nei weekend
25%
Sempre, tutti i giorni
21%
Mai
19%
Altro
2%
4 Cosa siete abituati a mangiare? Mangiamo qualcosa di non cucinato (for62% maggi, salumi, ecc.) Ordiniamo dai take away (rosticceria, piz57% zeria, cinese, giapponese, ecc.)
6 Ha notato cambiamenti nell’abilità culinarie di sua moglie dopo il matrimonio? Abbastanza Per nulla Moltissimo Poco Non saprei
31% 27% 20% 18% 4%
7a (Per chi ha risposto affermativamente) A cosa imputa tale cambiamento? Non si sente più in dovere di “corteggiarmi” prendendomi per la gola
42%
Al tempo sempre più risicato
26%
Alla noia della routine quotidiana
17%
Allo stress causato dal lavoro
13%
Altro/Non saprei
2%
7b (Per chi ha risposto negativamente) Cosa non è cambiato dal fidanzamento al matrimonio? Continua a cucinare appena ne ha il tempo e l’occasione
30%
È lei l’incontrastata regina della cucina
28%
Mia moglie non ha mai cucinato, anche da ragazza/fidanzata
19%
L’unico a saper cucinare rimango sempre io
15%
Altro/Non saprei
8%
8 Quali soluzioni ritiene attuabili? Chiederò a mia suocera di farle da “maestra” 71% Iscriverò mia moglie ad un corso di cucina 43%
Cibi pronti/Scatolame
46%
Mi cimenterò con lei pur di farla appassionare alla cucina
32%
Mangiamo quasi sempre fuori
44%
Credo non ci sia nulla da fare ormai
27%
Attendo che la passione la conquisti spontaneamente
24%
Piatti diversi ogni giorno, spaziando dalla 23% pasta ai secondi Altro/Non so
11%
5 Cosa gradirebbe mangiare? Vorrei avere una dieta più varia, tipica mediterranea
69%
Ricette saporite e gustose della tradizione italiana
64%
Le pietanze che cucinava mia madre Cibi più leggeri e genuini
Altro/Non so
6%
9 (Per chi si ritiene insoddisfatto) Quali i pericoli per la vostra vita matrimoniale? Non saremo in grado di educare i nostri figli ad una corretta alimentazione
66%
Possibili danni per la nostra salute
57%
56%
Troppo dispendio economico
51%
48%
Continui litigi e scontri
49%
Altro/Non so
23%
Nulla in particolare
25%
Altro/Non so
22%
Non ritengo possano esserci effetti troppo 12% negativi 49
6 ĂŠ,
sempre in forma #AMPO D /RO SAS #ONTRADA 3CUNCHIPANE 3CIACCA !G FAX WWW VILLAREALE IT
Cibo&Territorio 52
Weekend goloso a Verona La città regala sapori intensi anche grazie al nuovo Store di vie del Gusto
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Il pecorino sardo Crisi e potenzialità del prodotto di punta dell’isola analizzati dal professor Giuseppe Pulina
60
Mandorle d’Avola L’alta qualità della drupa che prospera nel sud-est della Sicilia
66
Aggiungi un santo a tavola Viaggio tra le curiose pietanze dedicate ai patroni italiani
da pag. 70 Rubriche
• Olio • Carta della Pasta • Buono a tavola • Chef a scuola • Consumo responsabile • Il ristorante
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cibo&territorio
Weekend goloso a Verona Nella città scaligera si vive sempre di piacere: ora d’occhio, ora di forchetta. Arte e bellezza lambiscono l’Adige e l’intero territorio urbano è Patrimonio dell’umanità. Così anche i sapori del piatto regalano emozioni intense, come succede nel nuovo Store di Vie del gusto, in pieno centro storico, a due passi dall’Arena di Claudio Lo Tufo
Veneto
52 viedelgusto.it
In queste pagine, a sinistra, una suggestiva veduta notturna di Castelvecchio, uno dei gioielli del centro storico di Verona dove recentemente è stato inaugurato il nuovo Vie del gusto Store (alcuni dettagli del negozio nelle foto a destra e in basso)
Non c’è piazza che non par un modellino né un androne che non riveli una sorpresa, non c’è luogo che non abbia un velo di mistero e non c’è bar, ristorante o trattoria che non ti lasci il cuore balbettante. Ma quello che a Verona toglie il fiato sono senza indugio i suoi scorci. Sembrano quadri dipinti con calibrata maestria. Non puoi non notarli quando attraversi i ponti che sovrastano il rabbioso Adige e ti verrebbe voglia di catturarlo, trattenerlo perché domani sarà diverso con una nuova luce,per un’altra emozione. Città di arte, di genti famose, d’amore e aromi decisi. Questa è Verona. Se ci si ferma a Giulietta e Romeo non si entra davvero nel vivo della faccenda. Verona è di più, molto di più: è Patrimonio dell’umanità in tutto il suo insieme, un riconoscimento che la dice lunga sullo splendore del centro storico. E se pensate che Verona sia solo Arena e una grande tradizione lirica, vi state sbagliando: è anche terra di ville ciclopiche, di sprazzi di romanità e di piazze che raccontano di un luogo vivo, che nel corso della sua storia non ha conosciuto la quiete, ma sempre si è mosso sulle braccia forti e oneste della sua gente.Arte ovunque, come il trittico del Mantenga, che rende preziosa la Chiesa di San Fermo, o i gobbi di Sant’Anastasia toccati dalle giovani donne per esorcizzare la sfortuna o, ancora, le dolci simmetrie del battistero del Duomo. Città d’arte e tradizione, di cibo e territorio, sempre spinta da quel suo desiderio di identità. Basta poco, i chilometri sono sette, per raggiunger Montorio con le sue campagne e il castello dominante dove si può gioire tra agriturismi e qualche trattoria.
Sapori all’infinito Il viaggio continua: con un colpo d’occhio raggiungi la Valpollicella con i suoi vini preziosi, dall’omonimo, nelle tre versioni classico, ripasso e superiore, all’Amarone signore incontrastato della terra dei vini. E se invece puntate ai sapori un po’ più rusteghi, come si dice da queste parti, volate alti e raggiungerete San Giorgio e le sue montagne per scoprire soppressate dalla morbida consistenza, mieli genuini e selvaggine cucinate con esperienza dalle “vece” nelle osterie. Insomma, a Verona si vive di piacere ora di forchetta ora d’occhio curioso senza conoscere mai tormento. Già rinomata ai più come l’osteria d’Italia, la città che diede i natali a Salgari è tutta da scoprire tra i suo vi-
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cibo&territorio
Scelti per voi dove mangiare A sinistra, un altro particolare dello Store che presenta un’ampia offerta di prelibatezze venete e provenienti da tutta Italia. In basso, uno scorcio dell’Arena, uno dei monumenti simbolo della città scaligera
coli e suoi lungo-Adige suggestivi e romantici come pochi al mondo. Ma se vi ci ritrovate per caso o per volontà non dimenticate di passare la serata tra le vecchie osterie di Via Sottoriva dove servizio lento e modi bruschi ma educati vi raccontano odori e sapori di una terra che conosce la fatica. Per i più modaioli è d’obbligo il Lago di Garda, anche questo a un tiro di schioppo dalla città, una meta indimenticabile. Vi basterà poco per ritrovarvi con lo sguardo inchiodato su Malcesine, che di artisti ne ha sedotti tanti, conquistando il palato col gusto deciso dell’olio del Garda. Anche qui pare d’obbligo il consiglio per rifocillarsi. Se non volete badare troppo alla tradizione, ma trovarvi nel cuore del divertimento da Ago e Rita è una tappa insostituibile. Insomma, non si deve avere paura di cadere nel qualunquismo quando senza troppi indugi si dice che Verona e la sua provincia sono una delle meraviglie del mondo. Per questo noi che da anni portiamo il bello e il gusto nelle vostre case non potevamo mancare all’appello, aprendo uno dei nostri store proprio dentro le mura della città scaligera. Infatti, tra le vetrine del centro, in via Quattro Spade 18/C (tel. 0458032209) vi attendono le prelibatezze sia venete sia di ogni altra regione. E non vi aspettate un semplice negozio con un po’ di meraviglie perché l’offerta prevede molto altro. Superato l’ingresso è la nostra esperienza che vuole raccontarvi tra un “goto” e un po’ di soppressata il gusto vero dell’Italia intera. È così che tra un palato esterrefatto e l’aneddoto di un fatto la città oltre che mangiata va anche raccontata.
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Osteria Sottoriva Via Sottoriva 9 - Verona Tel. 0458014323 Osteria storica, una delle più vecchie di Verona. Da provare le zuppe, pasta e fasoi, carne di cavallo e di manzo cruda. Prezzo medio: 20/25 euro. Osteria Monte Baldo Via Rosa 12 - Verona Tel. 0458030579 Accoglienza come a casa, dietro Piazza Erbe. Specialità venete e bancone con tartine straordinarie (con baccalà, radicchio, trota, acciughe). E, ancora, polpettine di carne, pesce in salsa e, il venerdì, ostriche. Il vino? 30/40 referenze da tutta Italia. Prezzo medio: da 25 a 35 euro. Osteria Carro Armato Vicolo Gatto 2/a - Verona Tel. 0458030175 Ragù d’anatra, carne tradizionale veronese. Un consiglio per l’assaggio? Il baccalà e il brasato di manzo con l’Amarone. Tra le tipicità, formaggio con la mostarda. Semplicemente divino. Grandissima la scelta dei vini. Prezzo medio: 25/35 euro. Osteria da Ago & Rita Località Frader 1 - Torri del Benaco (Vr) Tel. 0456290054 Direttamente sulle rive del Lago di Garda, a 2,5 km dal centro del paese. Ottimi i primi e i salumi accompagnati dalle tigelle e dal gnocco fritto. Prezzo: 28 euro.
dove dormire Il Vicolo Via S. Maria In Organo 9 - Verona Tel. 0458007971 www.residenceilvicolo.com Appartamenti turistici (da 50 mq a 90 mq) in un piccolo palazzo del XVI secolo nel centro città. Prezzo: a partire da 40 euro ad appartamento. Due Torri Hotel Piazza Sant’Anastasia, 4 - Verona Tel. 045595044 Atmosfera raffinata a due passi dal famoso balcone di Giulietta, Piazza Bra e l’Arena. Nel Palazzo dell’Aquila sin dal XIV secolo di proprietà della prestigiosa famiglia degli Scaligeri. Prezzo: 250 euro a camera.
dove comprare Vie del gusto Store Via Quattro Spade 18/C - Verona Tel. 0458032209 Vini e prodotti tipici da tutte le regioni d’italia. Solo prodotti di aziende selezionate dal nostro giornale.
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NERO D’ARCOLE, UN AMORE DIVINO
cibo&territorio
Il pecorino,
l’oro della Sardegna Il professor Giuseppe Pulina analizza potenzialità e crisi del prodotto di punta dell’isola. E sprona i pastori a introdurre nuove tecnologie per abbattere i costi di produzione e migliorare la qualità del latte da destinare a formaggi alternativi di Luca Borghi
La Sardegna ce l’ha nel cuore. Anzi, nel Dna. Un «codice genetico» che si è sviluppato attraverso le tradizioni dell’isola, gli animali, i prodotti tipici, la Terra. Una combinazione di elementi che, supportata dalla sete di sapere e da uno spirito di osservazione fuori del comune, ha fatto di Giuseppe Pulina un «alchimista» della scienza moderna. Dal prossimo numero, il professor Pulina terrà sul nostro giornale la rubrica «Scienza e vita»: un punto di incontro privilegiato per scoprire e capire meglio ciò di cui ci nutriamo. Professore di Zootecnia speciale all’Università di Sassari, da pochi mesi presidente dell’Associazione per la scienza e le produzioni animali (ASPA), esperto conoscitore delle proprietà degli alimenti che finiscono sulle nostre tavole, divulgatore e massimo esperto della capra da latte - esemplare tipico della Sardegna - e del pecorino, Pulina è l’esempio di come la Scienza possa essere lo strumento per analizzare e proporre soluzioni per contrastare le crisi che attanagliano prodotti e territori. Un esempio, la protesta dei pastori sardi: se per i più è un «fenomeno folkloristico», la realtà parla di rischio di estinzione di uno degli elementi caratterizzanti della Sardegna.
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Professor Pulina chi meglio di lei può spiegarci il fenomeno. Insomma, perché i pastori sardi sono in rivolta? «Perché il prezzo del latte di pecora, attualmente circa 60 centesimi per litro, non compensa i costi di produzione, superiori agli 80 centesimi il litro. I motivi sono molteplici. Ma si vuole far credere che debbano essere ricondotti all’eccesso di produzione del Pecorino Romano e alle difficoltà di piazzare il prodotto sul tradizionale mercato degli Usa. Il prezzo all’esportazione, infatti, è crollato dai 6,2 €/ kg a fine 2008 a meno di 4,8 €/kg attuali. In realtà, solo il 45% del latte ovino della Sardegna è utilizzato per il Pecorino Romano, frutto in gran parte delle cooperative, mentre il restante 55% è usato per altri formaggi prodotti principalmente dagli industriali privati e venduti ad un prezzo medio di oltre 8 €/kg».
Resta il fatto che i pastori sono nella morsa… «I pastori sanno bene che non è possibile pagare loro il latte come se tutto fosse utilizzato per produrre il Romano e che il sistema di vendita dei formaggi, oggi in mano a pochi intermediari, si sta
intascando la differenza. Il nodo da risolvere sta nella struttura di trasformazione: le cooperative, che ritirano oltre la metà del latte, devono produrre meno Romano e più altri tipi di pecorino, aprendo nuovi canali commerciali in grado di remunerare al meglio i propri associati».
Nella foto a sinistra, il professor Giuseppe Pulina, docente di Zootecnia speciale all’Università di Sassari e presidente dell’Associazione di scienze delle produzioni animali
E allora cosa suggerisce ai pastori? «Devono impegnarsi a introdurre le tecnologie in grado di ridurre i costi di produzione e migliorare la qualità del latte da destinare a prodotti alternativi al Romano. Si tratta, in fin dei conti, della risoluzione di annosi problemi strutturali: aumentare il prezzo medio di vendita dei formaggi e, contemporaneamente, ridurre il costo di produzione del latte. Per inciso: la crisi del pecorino è locale in quanto, nel resto d’Europa, le produzioni aumentano e gli allevatori sono più che soddisfatti del prezzo a cui é loro pagato il latte. Infine, il Pecorino è un eccellente formaggio da raspa e da tavola e i consumi interni ed europei dovrebbero beneficiare di adeguate campagne di promozione e valorizzazione».
Come si sceglie un «buon» latte? «Noi siamo mammiferi e, come tali, abbiamo nel latte il primo nutrimento. Al contrario degli altri mammiferi, però, consumiamo il latte anche da adulti. Questo adattamento è stato possibile in quanto circa 9.000 anni fa abbiamo domesticato le specie ruminanti (capra, pecora e vacca) e, invece di sacrificarle per alimentarci con la loro carne, le abbiamo munte utilizzando il latte. L’uomo, perciò, si è adattato geneticamente al consumo del latte anche da adulto: questo fatto rappresenta una delle principali prove della coevoluzione fra uomo e agricoltura. Cosa intendiamo per buon latte? Innanzitutto il prodotto di lattifere sane, correttamente alimentate, allevate in un ambiente salubre in grado di non trasmettere al prodotto inquinanti e contaminanti sia biologici (microbi o virus nocivi) che abiotici (sostanze tossiche o allergeniche). Inoltre, il buon latte deve essere ottenuto da soggetti per i quali siano stati rispettati i tempi di sospensione degli eventuali farmaci loro somministrati e, soprattutto, per i quali siano rispettati i requisiti del benessere».
Il 45% del latte di pecora della Sardegna viene utilizzato per il Pecorino (nella foto in basso una tipica produzione del formaggio ad Arzachena), eccellente formaggio da raspa e da tavola. Secondo il professor Pulina, un buon latte deve essere prodotto da lattifere sane, alimentate in modo corretto e allevate in un ambiente salubre in grado di non trasmettere inquinanti e contaminanti
Qual è il giusto rapporto di proteine e grassi? «Il latte deve appunto contenere un’adeguata quantità di proteine e grassi: questi ultimi devono avere un profilo acidico ottimale (ricchi in acidi grassi essenziali e con un rapporto omega 6/omega 3 non superiore a 4). Inoltre, deve apportare vitamina D, essenziale per garantire l’utilizzazione fisiologica del calcio di cui il latte è ricco».
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Scelti per voi dove mangiare
Il latte ha anche delle peculiarità dietetiche? «Il latte è bilanciato sotto il profilo nutrizionale in quanto apporta all’organismo lipidi, protidi di altissimo valore biologico, carboidrati, minerali, vitamine e fattori di crescita essenziali per lo sviluppo dei tessuti, compreso quello nervoso. Fra i minerali è particolarmente importante il calcio, soprattutto nelle diete dei giovani, degli sportivi e degli anziani. Nonostante alcuni nutrizionisti non siano d’accordo, la stragrande parte della letteratura scientifica disponibile concorda nel ritenere il latte, sia consumato direttamente che trasformato in latticini, un alimento di grande valore per tutti e indispensabile per le età estreme e per i soggetti sottoposti a stress o debilitati». I pastori sardi sono in rivolta perché il prezzo del latte di pecora non riesce a compensare i costi di produzione. Si vuole far credere che la questione dipenda dall’eccesso di produzione del Pecorino ma in realtà è il sistema di vendita dei formaggi che si sta intascando la differenza
Professore, da poco è presidente dell’ASPA: quali sono gli ambiti scientifici di pertinenza? «È l’Associazione scientifica degli studiosi delle scienze animali, principalmente italiani. Attualmente i soci sono 405. ASPA ha lo scopo di favorire il progresso delle scienze e delle tecnologie che interessano gli animali in produzione zootecnica, la fauna ittica, gli animali da compagnia e da sport, gli animali da lavoro e la fauna selvatica e, inoltre, i fattori ambientali, paesaggistici, etologici, economici, il benessere degli animali».
La Scienza come si pone nei confronti del consumatore? «A fronte della sensibilità dei consumatori, il mondo scientifico è unanime nel ritenere che la sicurezza e la qualità degli alimenti sia effettivamente incrementata dal grado di benessere degli animali. Soggetti sani, ben alimentati, non stressati e in grado di condurre la propria esistenza senza sofferenze fisiche e psichiche sono in grado di fornirci prodotti migliori anche sotto l’aspetto etico. Per questo motivo, le ricerche per valutare e migliorare il benessere degli animali, assieme a quelle per ridurne l’impatto del loro allevamento sull’ambiente e contribuire alla salute alimentare dei cittadini, rappresentano la base per lo sviluppo di una «EtichEtica», ossia di un’etichetta degli alimenti di origine animale che riporti non soltanto la garanzia sanitaria e la qualità organolettica e sensoriale dei prodotti, ma che includa anche le altre informazioni etiche rilevanti per il consumatore europeo».
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Su Gologone Località Su Gologone - Oliena (Nu) Tel. 0784287512 gologone@tin.it Piatti forti: capretto, porchetto, agnello, vitella, cinghiale, pecorini preparati in diversi modi. La carta dei vini propone il meglio della produzione isolana. Prezzo medio: 25 euro. Ristorante «Dal corsaro» Viale Regina Margherita 28 - Cagliari Tel. 070664318 La cucina propone la tradizione rivisitata con inventiva e raffinatezza. I piatti forti: tagliatelle con le cozze, scorfano con pomodorini, insalata d’aragosta, anguilla al pecorino, seppioline arrostite. Ottimi vini regionali. Prezzo medio: 50 euro. Ristorante Giamaranto Via Alghero 69 - Sassari Tel. 079274598 Piatti forti: funghi porcini, agliata all’algherese, attinie fritte, pennette ai calamari e zucchine, spaghetti al sugo di cernia o di aragosta, tagliatelle con mirtilli, ravioli di carciofi. Pesce in tutte le salse per secondo. Tra i dessert crème caramel con rose di gelato alla fiamma. Vini: le migliori etichette sarde. Prezzo medio: 30 euro.
dove dormire Agriturismo Curiazza Veccia Campanedda - sp 65 Sella Larga-Baratz - Sassari Tel. 3477987277 - cell. 3472101136 L’azienda agrituristica, figlia di un progetto di recupero e rivalutazione di un caseggiato, alleva ovini e caprini e produce materie prime destinate alle cooperative lattiero-casearie, che le trasformano in pecorino ed altri prodotti. Agriturismo Su Recreu Località Buttios-Ittiri - Alghero Tel. 079442456 - cell. 3356529746 Ambiente accogliente in puro stile country chic. In cucina, i sapori tipici dell’isola. Gli antipasti con salumi, formaggi stagionati e freschi come il fresco di capra, il caccio ricotta con cui si fanno i ravioli e le mariposas, una pasta all’uovo. Tra i secondi, il porcetto al mirto, agnello o capretto in umido con finocchietti e olive. I dolci: papassini, tiricche e il dolce recreu. Hotel Villa Canu Via Firenze 9 Cabras - Oristano Tel. 0783290 155 Costruito sul terreno di un antico feudo, l’hotel è a due passi dall’omonima laguna e dal Sinis che con le coste di quarzo, gli stagni con i fenicotteri, le rovine Fenicio-Romane di Tharros, l’oasi naturalistica di Seu, i nuraghi, le tradizioni gastronomiche tipiche (bottarga, merca), costituiscono uno scrigno tra i più ricchi di valori della Sardegna.
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Mandorle d’Avola
Per una fortunata combinazione climatica e ambientale la drupa e i suoi alberi prosperano nelle campagne di Sicilia da 2500 anni. Ed è soprattutto nel sud est dell’isola che abbondano i suoi derivati, intorno a centri urbani come Siracusa, Noto e Avola. Fucine di bontà. E di bellezza di Riccardo Lagorio
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Frutti di marzapane, confetti, agnelli pasquali, paste, granite e latte di mandorla ma anche più insoliti cucchideddhri e chìnule. Sono solo alcuni dei dolci, dal gusto articolato e barocco, che l’arte pasticcera siciliana, talvolta con la complicità della competenza generata all’interno dei monasteri, si è inventata grazie alla disponibilità di una materia prima, la mandorla, ampiamente diffusa sull’isola dai Greci oltre 2500 anni fa. E per una singolare combinazione climatica e ambientale che favorisce l’accoglienza a uomini e vegetali, abbonda soprattutto nel sud est della Sicilia dove i mandorli continuano a inondare di colore le campagne intorno a centri urbani come Siracusa, Noto e Avola, celebri per la commistione di monumenti e stili che vanno dal periodo greco all’Ottocento.
Tra antico e moderno È sufficiente dare uno sguardo alla mappa di Siracusa per capire quanto possa essere suggestivo percorrere le strade e i vicoli di Ortigia, la parte vecchia della città, un tempo calpestati da uno degli inventori della geometria, Archimede, o dal poeta Teocrito, che sono nati proprio qui.Arrivare a piedi di sera a Piazza Duomo è un’esperienza che ci fa attraversare d’un sol colpo trenta secoli: vi svetta il tempio cristiano in stile barocco costruito su un tempio dorico, divenuto basilica bizantina, chiesa normanna e poi tardo rinascimentale. A pochi passi la Galleria Regionale con opere di Antonello da Messina e Caravaggio e la Fonte Aretusa, che ricorda uno dei miti immortali della Grecia classica: quello di Aretusa ed Alfeo, tramutato in fiume sotterraneo da Giove per unirsi all’avvenente giovane. Anche la città moderna, benché abbia assorbito e incorporato talvolta il ricchissimo patrimonio archeologico, offre numerosi interessanti spunti di sosta, come le Latomie dei Cappuccini, cava utilizzata dal V secolo a.C. per estrarre pietra pregiata -, la chiesa di San Giovanni evangelista con le sue catacombe sorte intorno alla tomba di San Marciano, primo vescovo della città, e l’avvincente Santuario di Demetra e Kore nella centralissima Piazza della Vittoria. Una tap-
pa merita il Teatro Greco, costruito sfruttando la pendenza del colle Temenite, da cui si scorge improvviso il mare e dove Eschilo rappresentò alcune sue opere. Nei mesi di maggio e giugno ogni anno ospita un’imperdibile rassegna teatrale di autori classici.A sud della città un belvedere dà sulla Riserva Naturale Cava Grande, uno strapiombo di 250 metri lungo 10 chilometri da cui si ammirano il mare, l’Etna e i laghetti creati dal fiume Cassibile. Per chi ama la raccolta di erbe aromatiche selvatiche questo è il regno del timo, della salvia, del rosmarino e dell’origano. Potrete inoltre scattare indimenticabili fotografie a curiose orchidee. Da qui si scorgono Noto e Avola. La prima è ben affermata meta di coloro che stimano l’architettura barocca. Ogni angolo, via e piazza è un appuntamento irrinunciabile per conoscere da vicino questo stile, inaugurato nella cittadina dopo il terremoto del 1693. Maestosa è la Cattedrale con la sua scalinata, modello di armonia Palazzo Ducezio con l’elegante colonnato che ne sta alla base, irrequiete le bestiali raffigurazioni di Palazzo Nicolaci. Avola lega il proprio nome alla fastosa chiesa Madre, al movimento lezioso della chiesa di Sant’Antonio Abate, al pregevole Palazzo Ducale ed ai villini liberty d’inizio Novecento.
Pizzuta, Fiscionella e Romana sono le tre pregiate cultivar della mandorla di Avola, particolarmente genuina perchè coltivata senza metodi d’irrigazione e trattamenti antiparassitari, raccolta rigorosamente a mano e fatta asciugare al sole
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In questa pagina, in basso a sinistra, la splendida Piazza del Duomo di Ortigia, la parte vecchia di Siracusa; a destra, uno scorcio di Noto dove trionfa l’architettura barocca. Nella pagina accanto, il latte di mandorla e i frutti di marzapane, alcuni dei dolci a base di mandorla, dell’arte pasticcera siciliana
Sicilia
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Tris di cultivar Avola fa rima soprattutto con mandorla. È qui che nascono tre cultivar di questo frutto che sono considerate particolarmente pregiate sui mercati internazionali. Pizzuta, Fiscionella e Romana sono sinonimi di mandorle quotate dalle migliori pasticcerie e cucine del mondo intero. La Pizzuta prende il nome dalla caratteristica forma appuntita del suo guscio, duro e liscio, caratterizzato da piccoli pori. Il seme, ovvero la parte edibile, ha forma piatta e color rosso cuoio ed è particolarmente apprezzato per la produzione di confetti. Infatti la forma appiattita e ovale permette allo zucchero di modellarsi perfettamente su di essa, rendendo i confetti teneri e fragranti, ma anche perfettamente ellittici. Anche l’aromaticità della Fiscionella la rende
appetibile nell’industria confettiera e nell’alta pasticceria. La Romana, dalla forma vagamente triangolare ed arrotondata, esalta invece la creatività dell’arte pasticcera ed è simile alla Pizzuta sotto il profilo organolettico. La Mandorla di Avola, tutelata attraverso il lavoro di un Consorzio di Tutela (www.consorziomandorlaavola.it), a differenza di prodotti similari provenienti da oltremare, si coltiva senza metodi d’irrigazione, è pressoché assente la pratica dei trattamenti antiparassitari, ha il guscio impermeabile ai funghi, viene raccolta a mano e fatta asciugare al sole. Queste peculiarità la caratterizzano come alimento particolarmente genuino e che sa esaltare al meglio le qualità delle cultivar citate. La Mandorla di Avola, grazie al suo contenuto di grassi vegetali, fibre e antiossidanti è infatti un buon mezzo per
Scelti per voi dove mangiare Antico mercato Via Rocco Pirri 33 - Noto (Sr) Tel. 0931837432 All’interno di un palazzo nobiliare settecentesco, la fragranza di una cucina di pesce che si esalta per la semplicità delle preparazioni. Prezzo: intorno ai 40 euro. Porta Marina da Salvo Via Candelai 35 - Siracusa Tel. 093122553 Eleganza e professionalità distinguono il locale. La cucina, incline alle proposte ittiche e ad accostamenti insoliti ma ben riusciti, è una costante nel panorama cittadino. Prezzo medio: 50 euro. La Prua Via Mattarella 12 - Avola (Sr) Tel. 3495952383 Nasce dall’esperienza coltivata negli anni dalla pescheria di famiglia la capacità di condurre il cliente verso un appassionato viaggio nella cucina di mare. L’intuito del giovane cuoco fa il resto: per un’esperienza indimenticabile. Si pranza a 40 euro.
combattere l’obesità, l’ipertensione e l’alta glicemia. Alcuni studi clinici hanno peraltro dimostrato che il consumo di 5-10 mandorle giornaliere risulta essere un efficace fattore di controllo alla predisposizione di cardiopatie. Il latte di mandorla è un valido sostituto del latte vaccino o di soia, contribuisce a fornire un adeguato apporto di calcio e ferro, ma anche di fosforo, magnesio e potassio favorendo l’attività sportiva. La tradizione dolciaria da sempre utilizza la mandorla e buona parte dei dolci siciliani dedicati al Natale, alla Pasqua o alla commemorazione dei defunti utilizzano la mandorla come ingrediente fondamentale. Ma pensare che la mandorla si associ solo ai dolci è un errore: ben noti a tutti sono il pollo alle mandorle e il riso alle mandorle, ma secondo Apicio possono servire come ripieno di selvaggina assieme a pinoli, noci e pepe. Anche grazie a quei Greci che dalla Tracia portarono queste piante fiorite d’inverno, ecco un’ulteriore prova dell’originalità del connubio italiano tra cibo, arte e cultura.
Locanda del Borgo Via Controscieri 11 - Rosolini (Sr) Tel. 0931850514 Eleganti affreschi, arredamento raffinato e cucina d’autore. Nelle limpide giornate di sole sedetevi nella terrazza ad ammirare lo straordinario panorama collinare. Al piacere della tavola si somma quello della vista. Prezzo: a partire da 45 euro.
dove dormire Grand Hotel Ortigia Viale Mazzini 12 - Siracusa Tel. 0931464600 Hotel di grande fascino sulla marina della città nuova. Camere spaziose e adeguate ad un livello di clientela esigente. Doppia: a partire da 160 euro. Jonio Viale Lido 1 - Noto (Sr) Tel. 0931812040 Immerso tra essenze della macchia mediterranea e praticamente sull’arenile sabbioso è una semplice sistemazione che permette di raggiungere con facilità le zone ricche di storia e bellezze naturali. Doppia: a partire da 65 euro. Fontane Bianche Via Mazzarò, località Fontane Bianche - Siracusa Tel. 0931790611 C’è anche un attrezzato centro benessere a disposizione degli ospiti in questo hotel a pochi passi dalla battigia. Stanze curate e ben tenute. Doppia: a partire da 120 euro.
dove comprare Alcune delle migliori pasticcerie dove è possibile acquistare dolci con mandorle d’Avola Pasticceria Finocchiaro Piazza Umberto I 1 Avola (Sr) Tel. 0931831062 Pasticceria Carolina Cancemi Piazza Umberto I 37 Avola (Sr) Tel. 0931831266 Dolci Tentazioni Via Nizza 65 Avola (Sr) Tel. 0931578731 Pasticceria Agatino Viale Corrado Santuccio 38 Avola (Sr) Tel. 0931821446 Cooperativa Sociale l’Arcolaio Viale Polibio 49 presso Casa Circondariale di Siracusa Siracusa Tel. 0931413040 Pasticceria Alfio Neri Viale Teocrito 85 Siracusa Tel. 093161553
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Terre di Fa Terre di Faenza Le Terre di Faenza sono un comprensorio turistico situato nel cuore della Romagna, in Provincia di Ravenna, formato dai Comuni di Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese e Solarolo. Un ricco calendario di feste e sagre rallegra in autunno le piazze dei borghi e coccola il turista con i gusti autentici dei suoi prodotti tipici e la genuina accoglienza della sua gente.
s "RISIGHELLA DOMENICA NOVEMBRE Le Delizie del Porcello s &AENZA DOMENICA NOVEMBRE Fiera di San Rocco
s "RISIGHELLA DOMENICA NOVEMBRE Sagra della pera volpina e del formaggio stagionato
s #ASOLA 6ALSENIO DOMENICA NOVEMBRE San Martino, nespole e buon vino
s 3OLAROLO SABATO DOMENICA NOVEMBRE Sagra del sabadò
s #ASTEL "OLOGNESE DOMENICA NOVEMBRE Festa de’ brazadel d’la cros e del vino novello
s "RISIGHELLA DOMENICA NOVEMBRE Sagra del tartufo
s "RISIGHELLA s &AENZA DOMENICA NOVEMBRE DA VENERDÖ A DOMENICA Sagra dell’ulivo e dell’olio NOVEMBRE Enologica e Salone del prodotto tipico della Romagna
aenza Informazioni turistiche 3OCIETĂŒ DI !REA 4ERRE DI &AENZA TEL IAT RIOLOTERME RACINE RA IT WWW TERREDIFAENZA IT Proposte turistiche 2AVENNA )NCOMING TEL INFO RAVENNAINCOMING IT WWW RAVENNAINCOMING IT
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Aggiungi un santo a tavola
Gli esempi di pietanze dedicate a questo o a quel patrono in Italia si trasformano in storie e tradizioni tramandate dai fornelli. Viaggio tra le preparazioni più curiose che in lungo e in largo spaziano nello Stivale. A partire da novembre e dalla celebrazione che riunisce tutti i nomi del calendario di Alessandra Favaro
Durante la transumanza dall’Abruzzo alla Puglia, la carovana di pecore e pastori arrivava nella zona di Taranto più o meno sempre attorno al periodo in cui si festeggiava Santa Cecilia, la patrona dei musicisti. La comitiva attraversava i paesi al suono delle zampogne e distraeva così le casalinghe intente a fare il pane, che lasciavano l’impasto per ascoltare le melodie. La leggenda vuole che l’impasto, così “rovinato”, finiva fritto nell’olio creando delle frittelle. È una storia che ricorda il Pifferaio Magico quella che narra l’origine delle Pettole di Santa Cecilia, golosità tipica di Taranto, che possono essere dolci (per Santa Cecilia,chesicelebrail22novembre)oppuresalate(perl’Immacolata, l’8 dicembre). In questa zona della Puglia il magico periodo dell’Avvento sembra cominciare presto, con le celebrazioni di Santa Cecilia, un’ottima occasione per scoprire la città, quando all’alba la banda festeggia la santa patrona con musiche natalizie. Nelle tavole a pranzo sarà l’occasione per gustare le famose Pettole, chiamate anche “i guanciali dove riposa Gesù Bambino”. Ingredienti semplici: solo farina, olio d’oliva, zucchero, sale e lievito di birra, per un dolce diventato tipico della tavola tarantina. Se è forte il legame del cibo con il territorio di provenienza è facile notare come spesso la storia di un piatto sia unita a doppio filo anche a quella di un santo. Gli esempi di pietanze dedicate a questo o a quel patrono, in Italia si trasformano in storie e tradizioni che si tramandano sui fornelli. In apertura, le Ossa dei morti, dolci della tradizione lombarda realizzati per la ricorrenza di Ognissanti. Nella foto accanto, la preparazione delle Pettole di Santa Cecilia, golosità dolce o salata tipica di Taranto
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Pane simbolo Il 1° novembre è Ognissanti, giornata dedicata al culto dei defunti e di tutti i santi del calendario. Una tradizione che si lega a una precedente pagana, Samhain, giorno in cui il confine tra spiriti e mondo reale diveniva più labile. La celebrazione cristiana del 1° novembre è stata posta al termine dell’anno liturgico, probabilmente anche per favorire la cristianizzazione delle usanze rurali, che in quel periodo celebravano il capodanno Celtico. Ci sono dei dolci tradizionali da consumare in questa giornata, le cui ricette hanno un profondo legame con il territorio. Il pane dei morti per esempio: l’utilizzo di avanzi di dolci o biscotti simbolizza bene la trasformazione dal vecchio al nuovo, mentre la frutta secca entra in questo dolciume e ricorda le offerte precristiane che si offrivano agli spiriti defunti.Tipiche della Lombardia sono le Ossa dei morti, biscottini bianchi e friabili, che ricordano nella forma proprio ossa allungate. In Romagna e Umbria, invece, meritano una menzione le Fave dei morti.L’utilizzo di questo legume ha profonde radici nelle tradizioni precristiane, dove le fave nere erano considerate offerte funebri e venivano portate in dono alle Parche e a Proserpina.
A sinistra, una suggestiva cartolina di Taranto. In basso, un’immagine di Santa Cecilia, patrona dei musicisti e della città, che viene festeggiata all’alba del 22 novembre con musiche natalizie
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A sinistra, gli sfinci, dolci tipici dell’Agrigentino preparati in occasione di San Martino, celebrato anche a Belluno (uno scorcio in questa foto), ma con le castagne. Nella pagina accanto, tra i numerosi santi dello Stivale, San Giuseppe (in alto) a cui sono dedicati interi menu , e Sant’Andrea, il santo pescatore, festeggiato con ricette a base di pesce in diverse località
Secolare è la tradizione legata al culto di San Giuseppe. Le frittelle che si preparano nel suo giorno derivano dalle frictiliae degli antichi Romani Le Pettole di Santa Cecilia Ingredienti - 400 ml di acqua - lievito di birra (20 gr) - sale fino quanto basta (1 cucchiaio) - 1 cucchiaino di zucchero - 500 grammi di farina “00” - zucchero semolato - olio per friggere Preparazione Far intiepidire l’acqua e metterla in un recipiente capiente. Sciogliere il lievito di birra, assieme al sale e allo zucchero, quindi unire la farina. Con un cucchiaio, amalgamare l’impasto e sbatterlo finché non assumerà un aspetto liscio e lucido. Coprire il recipiente con un panno e lasciar lievitare per almeno un paio d’ore. Quando l’impasto sarà lievitato, riscaldare abbondante olio per friggere e versare nell’olio circa mezzo cucchiaio di impasto alla volta. Friggere così man mano l’impasto. Quando le frittelle saranno cotte, saliranno a galla nell’olio. Devono avere un aspetto dorato ed essere leggere. Scolatele a questo punto con un cucchiaio forato. Spolverizzatele con lo zucchero semolato. Possono essere mangiate anche calde.
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In coppia con il vino A volte i piatti legati ai santi diventano vere e proprie prelibatezze, come nel caso di San Martino. Il santo, che si onora l’11 novembre, è celebrato in 20 cittadine del Belpaese. In Sicilia, nell’Agrigentino soprattutto, dolce tradizionale sono gli sfinci, preparati nel giorno del santo e da cui deriva il detto «A San Martinu ‘nna sfincitedda e un bicchieri di vinu» (Per San Martino una piccola sfincia con un bicchiere di vino). Gli sfinci sono una specie di frittella ricavata da patate lessate e schiacciate, unite a farina di grano duro, zucchero, lievito di birra, un uovo, cannella in polvere e scorza di limone grattugiata. Il procedimento è elaborato: la pasta, morbidissima, va lasciata lievitare per due ore, e poi fritta a palline nell’olio caldissimo, o nello strutto. Le frittelle così ottenute si passano poi calde in miele ammorbidito con un po’ d’acqua di gelsomino o fiori d’arancio, che regala un aroma profumato e particolare. Non solo: a San Martino si deve la creazione di un altro dolce, più leggero ma altrettanto conosciuto. Si tratta dei biscotti, preparati con farina, zucchero, strutto, semi di anice, un pizzico di cannella e poco burro per passarli in forno. Festeggiamenti anche dall’altro capo dello Stivale, sulle Dolomiti, in provincia di Belluno, dove San Martino dà il nome a molte scuole e strutture, e la tradizione vuole prodotti naturali della terra a celebrare il suo giorno: le castagne. Da qui il detto «A San Martin, castagne e vin». Vino e marroni per l’11 novembre anche a Venezia.
Dal mare d’inverno Il mese di novembre ci racconta un’altra tradizione del mare d’inverno. Lui è Sant’Andrea, il santo pescatore, l’apostolo che spesso anche nell’iconografia viene ritratto con in mano delle triglie. Il santo è celebrato con ricette a base di pesce e tradizioni speciali in diverse località d’Italia. Il 30 novembre ad Amalfi si tiene la “corsa di Sant’Andrea”. La statua del santo, detta dagli amalfitani ‘’o’ viecchio’’, viene portata in processione dalle congregazioni religiose fino alla spiaggia. Poi, i pescatori la riportano verso il Duomo, di corsa. I festeggiamenti proseguono fino a sera, con fuochi d’artificio e banchetti a base di pesce. Il culto di Sant’Andrea, qui, è protagonista anche di un altro avvenimento importante: si tratta del “il miracolo di Sant’Andrea”, simile alla prodigiosa liquefazione del sangue di San Gennaro. Se l’evento non si verifica, si pensa che porti sfortuna. Fuochi e celebrazioni per il santo anche in provincia di Lecce, che lo onora con l’accensione di falò, sulla cui fiamma vengono arrostite le cosiddette “triglie di Sant’Andrea”. Nel viterbese invece, era tradizione confezionare pesci di cioccolato o di pasta di mandorla, da regalare poi ai bambini.
Scelti per voi Gli occhi di Santa Lucia A Ruvo di Puglia, Bari, collegato a una santa è il piatto tipico locale, chiamato Occhi di Santa Lucia, a base di ceci. La leggenda narra che questa ricca ragazza siracusana rinunciò a nozze e denaro per seguire la fede cristiana. Una scelta che il fidanzato non accettò, denunciandola. Durante le torture, le furono cavati gli occhi ma questi, miracolosamente, ricomparvero il giorno dopo. Alla santa, il paesino dedica una festa il 13 dicembre: processione, fuochi pirotecnici, sagra dei ceci al tufo, degustazione del vino novello e accensione dei falò. La tradizione è diventata più “moderna” e gli organizzatori della sagra hanno aperto su Facebook una pagina dedicata all’evento. A Santa Lucia, a Palermo, è invece tradizione diffusa, tra i devoti, non mangiare durante la giornata pane e pasta, ma la cuccìa, dolce a base di grano bollito e ricotta, del quale palermitani e siracusani rivendicano la paternità.
Più in là nel calendario Piatti parte della tradizione, entrati a volte di diritto nei menu tradizionali di varie località arrivano in tavola anche in altri momenti dell’anno. Alcuni esempi famosi, che legano tradizione culinaria e usanze popolari, sono il maiale di Sant’AntonioAbate (che si distingue da Sant’Antonio da Padova), i pani di San Biagio e la tavolata di San Giuseppe. Sant’Antonio è infatti considerato il patrono degli animali. Una leggenda narra che il diavolo avesse assunto proprio le sembianze di un maiale. Ma il santo riuscì ad ammansirlo, e da allora lo tenne sempre con sé. Un’altra storia popolare vuole che il grasso di questo animale guarisse i malati. Il fuoco di Sant’Antonio per esempio, si curava proprio così. Costume e territorio si legano anche al culto di San Biagio. Il vescovo di origine armena salvò un bambino liberandolo da una spina di pesce che gli si era conficcata in gola. Da allora, il 3 febbraio, si benedicono diversi alimenti in onore del santo. In Veneto per esempio, è abitudine mettersi a tavola il giorno di San Biagio e recitare la formula benagurale «Che’l ve tegna san el canal de’a minestra», ovvero Che protegga quel canale della minestra (la gola). Per l’occasione si cuociono i
pandoi di San Biagio, semplici e dorati biscotti con pasta di pane, uova, zucchero e burro. Più a Sud invece, a Taranta Peligna, in provincia di Chieti, si cuociono i pani di San Biagio in famiglia, con diversi giorni di anticipo: panini morbidi ricavati dall’incrocio di quattro fuselli di pasta e con impressa l’effigie del santo. Antichissima è anche la tradizione legata al culto di San Giuseppe. Le frittelle che si preparano nel suo giorno derivano dalle frictiliae degli antichi Romani. Giornata importante quella di San Giuseppe: il 19 marzo è anche la Festa del Papà e il culto è legato agli antichi riti di celebrazione dell’equinozio di primavera. A San Giuseppe vengono dedicati interi menu, con 13 portate differenti posate su letti di pane a ciambella, i cosiddetti pani di San Giuseppe, dove la pasta si trasforma in splendidi ricami con motivi di frutta, fiori o animali. In Sicilia, il culto del santo è molto sentito: sono diversi i centri urbani che gli dedicano tavolate tipiche e sagre. Così a Campo Felice viene celebrato anche il 23 agosto - dove nasce la pasta di San Giuseppe, cioè bucatini con lenticchie. Siciliana è anche l’usanza antica dei virgineddi: il cibo è servito prima ai bimbi (i virgineddi, appunto) e poi agli adulti.
dove mangiare Antica Osteria del Laghetto Via Festa del Perdono, 4 - Milano Tel. 0258307404 Uno storico ristorante milanese, affacciato sull’università. Cucina casalinga e tradizionale, ambiente curato, attenzione estrema nella scelta e freschezza degli ingredienti. È vicino a un luogo suggestivo in piena atmosfera “Halloween”: nella vicina piazza Santo Stefano si può visitare anche la chiesetta-ossario di San Bernardino, recentemente restaurata, con gli inquietanti allestimenti di ossa umane. Prezzo medio: 30 euro. Il Falchetto Via Bartolo, 20 - Perugia Tel. 0755731775 Ristorante tipico a due passi dai più bei monumenti della città, con ambiente accogliente e riservato. Cibi e bevande genuini, frutto di antiche tradizioni umbre e un ambiente suggestivo. Prezzo medio: 25-30 euro U.p.e.p.i.d.d.e Vico Sant’Agnese, 2 - Ruvo di Puglia (Ba) Tel. 0803613879 Non soltanto ceci per Santa Lucia, ma tutto il gusto delle materie prime del Salento e di vini locali. Prezzo medio: 20 euro.
dove dormire Residence del Duca Via Mastalo II Duca, 3 - Amalfi (Sa) Tel. 0898736365 www.residencedelduca.it Un gioiellino d’artigianato derivante dalla ristrutturazione di un antico palazzo gentilizio del XVI secolo su base di epoca medioevale. Camere piastrellate con maioliche vietresi riprodotte su modelli originali da un sapiente ceramista locale. Arredamento e stile originali restaurati da un artigiano locale. Doppia: da 70 euro. Hotel Masseria Al Faro Contrada delle Legiadrezze, 3/5 - Taranto Tel. 0994714444, www.alfarotaranto.it Struttura caratteristica collocata tra le vecchie mura della settecentesca Masseria Saraceno e affacciata sulle acque del Mar Piccolo in un contesto paesaggistico di rara suggestione. Doppia: da 90 euro.
l’olio
di Gino Celletti Capo Panel Consiglio Oleicolo Internazionale www.frantoicelletti.com www.monocultivaroliveoil.com
La salute vien “ungendo” Moltissimi alimenti che consumiamo contengono grassi vegetali, che vengono idrogenati e fanno molto male. Come rimediare? Mangiare il più possibile ciò che non è già stato condito e insaporirlo con olio extra vergine A Nairobi, dal 14 al 19 novembre, l’Unesco si riunirà anche per dichiarare la dieta mediterranea “Patrimonio dell’Umanità”. Su di essa si è detto tutto e di più ma forse vale la pena dare qualche numero. I prodotti agricoli del Mediterraneo sono circa il 40% di tutto quello che si mangia in Europa e valgono 120 miliardi di euro. Ora con la fantasia prendiamo il volo e immaginiamo di vedere tutti gli ulivi del mondo ai nostri piedi: sono 900 milioni di piante e 750 milioni stanno tutte intorno al Mediterraneo. Solo in Italia ce ne sono 225 milioni, 1\3 di tutto il Mediterraneo, estesi su 1 milione e 200 mila ettari e le olive vengono frante da 5.800 frantoi. Un bel panorama vero? Non ho dato i numeri per il lotto ma per mostrarvi la dimensione di quanto siamo fortunati. Se ad Ancel Benjamin Keys, medico americano vissuto in Italia fino al 2004, si deve la divulgazione dei benefici della dieta mediterranea, alla nostra ignavia si deve il consumo di milioni di pasti in mense aziendali, scolastiche, ospedaliere e di centinaia di milioni di merendine, brioches, patatine, stuzzichini, tutti a base dei cosiddetti “oli vegetali”. Provate a leggere su un pacchetto di biscotti o di dolcetti o di patatine con che cosa è stato cucinato, condito, fritto quel prodotto: olio vegetale. Lo mangiano i nostri ammalati in ospedale, i nostri bambini all’asilo e i manager in azienda. Ma cosa sono i grassi vegetali? Grassi naturali ottenuti da
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vegetali, certo. C’è questa insana idea che tutto quello che è naturale sia buono e faccia bene. Anche il cancro è naturale ma non mi pare che faccia tanto bene, anche uno streptococco è naturale ma ci dà 40 di febbre, anche l’amanita phalloides è naturale, ma ti stende con 1 grammo solo. Questi grassi vegetali vengono idrogenati e a vederli sono come la maionese. Fanno malissimo e sono l’anticamera di infarto, ictus e ipertensione, quando va bene. Prendete l’abitudine di ungere tutto quello che mangiate e mangiate tutto quello che va unto. Ecco cosa ungere: insalata, pinzimonio, carne o pesce alla griglia, pasta e poi zuppe e pane, ma tutto va unto con olio almeno extra vergine. Tutto quello che non dovete condire ve lo hanno condito gli altri e con che immaginatevelo. Ungete il più possibile da soli. La salute viene ungendo.
L’olio extra vergine d’oliva, alimento principe della dieta mediterranea, va utilizzato quotidianamente per condire ogni pietanza, dalla carne al pesce, dal pane alla pasta, dalle verdure alle zuppe
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L’armonia del Pignoletto Vino principe dei Colli Bolognesi, e soprattutto delle colline di Zola Predosa, il Pignoletto viene proposto nella sua veste più ristretta dal disciplinare di produzione. Le uve vengono pigiate intere ed avviate ad una criomacerazione pellicolare. Successivamente, con il metodo della pressatura soffice, il mosto viene portato a fermentare a temperatura controllata compresa tra i 15 ed i 17°. Durante la maturazione invernale, il vino rimane sempre a contatto con i propri lieviti, dove con un lavoro di paziente batonage, diviene maturo per l’imbottigliamento primaverile. Di colore giallo paglierino, con riflessi verdognoli, fruttato al punto giusto, dotato di un naturale profumo persistente, il Pignoletto si presenta come un vino fresco, armonico e strutturato. Nobile compagno per il tortellino.
Silenzio, parla il tortellino Per tutelare la vera ricetta e mettere fine a un’eterna disputa gastronomica, la Confraternita del “turtlein” ha registrato dosi e ingredienti. Storia e leggenda di un formato che non conosce crisi
Gioielli della gastronomia emiliana, i tortellini fanno parte, insieme a lasagne e tagliatelle, della celebre triade che ha diffuso e qualificato la cucina bolognese nel mondo. Un paradigma noto a tutti, come l’eterna diatriba sulla ricetta del vero e originale tortellino che, per decenni, ha fatto disputare gastronomi, studiosi, filologi e le stesse famiglie bolognesi. Ognuna lo prepara con piccole varianti e considera il suo il solo e autentico “turtlein”. Per dirimere la controversia, il 7 dicembre 1974 l’Accademia italiana della cucina e la Confraternita del tortellino hanno registrato con atto notarile e depositato alla Camera di commercio di Bologna dosi e ingredienti del vero tortellino. Ecco, dunque, le dosi per circa mille tortellini (la quantità minima pro capite che si consuma in una famiglia media bolognese): per il ripieno 300 grammi di lombo di maiale rosolato nel burro, 72 viedelgusto.it
300 grammi di prosciutto crudo, 300 grammi di vera mortadella di Bologna, 450 grammi di parmigiano reggiano; per la sfoglia - deve essere sottilissima da cui si ricavano quadratini di circa 2 centimetri di lato che, una volta riempiti con una nocciolina di impasto, vengono poi chiusi a triangolo e piegati facendoli girare attorno alla punta dell’indice - 3 uova fresche, 1 noce moscata. Una vera e propria opera d’arte, insomma, che trova la massima esaltazione nella cottura in un ricco brodo di carne. Lasciate perdere le varianti alla panna o al ragù. Meglio fidarsi della tradizione. D’altra parte, come scriveva nel 1622 nella “Secchia rapita” Alessandro Tassoni, «Tutte nostre saran senza sospetti queste ricche campagne e questi armenti; le salsicce, i capponi e i tortellini, da casa ci verran cotti e bollenti». Letteratura a parte, il tortellino ha varcato i confini della gastronomia diventando prodotto simbolo dell’economia della pasta fresca. Un comparto in continua crescita che trae le origini dall’opificio Dall’Osso: nel 1880, confezionava tortellini dando lavoro a 40 sfogline. E con l’industria è fiorita anche la leggenda che vuole derivare il prodotto dall’ombelico di Afrodite. Ceri scrive così: «Avendo ospite la dea nel suo albergo e avendo potuto contemplarla discinta, l’oste che era guercio e bolognese, imitando di Venere il bellìco, l’arte di fare il tortellino apprese».
dove comprare
Fruttuoso Zucchini, Zola Predosa (Bo)
Il buono a tavola
di Francesco Maria Bucarelli - ente FOSAN Fondazione per lo Studio degli Alimenti e della Nutrizione
Dall’orzo benessere secolare Ippocrate lo considerava un alimento sano adatto sia al pensiero sia all’esercizio fisico e così, lungo la storia, tra corsi e ricorsi, è rimasto un cibo virtuoso con tante proprietà funzionali che oggi ne rendono estremamente utile l’inserimento nella dieta mediterranea
La dieta mediterranea è solitamente associata a pane e pasta di frumento e spesso si dimenticano orzo e farro, che invece hanno costituito per secoli una fonte importante di carboidrati nell’alimentazione dei contadini italiani. Il frumento, cereale più “nobile”, è andato infatti via via sostituendo i cereali minori, e, dopo l’ultimo conflitto mondiale, l’orzo è uscito di fatto dalle abitudini alimentari nazionali. Solo a partire dagli anni ’90, grazie ai movimenti culturali di valorizzazione delle specialità gastronomiche tipiche, sono stati riscoperti i cereali minori e avviate ricerche per la caratterizzazione nutrizionale e funzionale di questi prodotti. Oggi all’orzo vengono riconosciute importanti proprietà funzionali che ne rendono estremamente utile l’inserimento all’interno della dieta mediterranea. Innanzitutto l’orzo è l’alimento amidaceo con più basso indice glicemico, cioè una fonte di carboidrati a
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“lento rilascio”. Ciò vuol dire che, dopo un pasto a base di orzo, i carboidrati passano lentamente nel circolo sanguigno senza alterare la glicemia, evitando così di stimolare il metabolismo a trasformare gli zuccheri circolanti in grassi da accumulo. Il “lento rilascio” ritarda peraltro l’insorgenza precoce della fame ed evita gli eccessi di insulina che portano alla sonnolenza postprandiale. L’orzo ha un elevato contenuto in “fibre solubili”, in particolare beta-glucani, che favoriscono il transito intestinale senza irritare la mucosa e, partecipando ai processi fermentativi, svolgono una azione preventiva nei confronti del tumore del colon. Ma i beta-glucani dell’orzo sono noti soprattutto per gli effetti benefici sul rischio cardiovascolare. Queste sostanze, infatti, esercitano un’azione di controllo sulla colesterolemia, e pertanto vengono impiegate in prodotti funzionali. I grani di orzo in cottura assorbo-
L’orzo, diffuso in tutto il mondo già in età presistorica e sostituito progressivamente dal frumento, è stato riscoperto, insieme ad altri cereali minori, dagli inizi degli anni ‘90. Ottima risorsa alimentare che apporta, in abbinamento ai legumi, proteine, carboidrati a basso indice glicemico e fibra, è utile nel contrastare l’insorgere di malattie cardiovascolari e dismetaboliche
no molta acqua e crescono di volume senza “scuocere”; porzioni “soddisfacenti” d’orzo hanno quindi un apporto energetico contenuto e trovano corretto impiego anche in diete ipocaloriche. Piatto unico Le proteine dell’orzo come quelle degli altri cereali sono complementari a quelle dei legumi. Zuppe di legumi con orzo costituiscono un piatto unico che apporta proteine ben bilanciate, carboidrati a basso indice glicemico e fibra. Di rilievo, soprattutto nell’orzo mondo (ovvero nell’orzo di varietà a chicco nudo non sottoposto a brillatura), è la presenza di sali minerali e vitamine del gruppo B. Che l’orzo sia un alimento salutare non è certo una nuova scoperta. Ippocrate nel V sec a.C. considerava l’orzo un alimento sano adatto sia al pensiero sia all’esercizio fisico, e ne prescriveva il decotto, detto tisana d’Ippocrate, come antinfiammatorio. Questa tisana trova anche oggi impiego come galattagogo (stimolante della produzione di latte nelle puerpere), nel trattamento dei dolori addominali, e in gargarismi ed impacchi rinfrescanti. Ma l’impiego alimentare dell’orzo è ben più antico e strettamente connesso alla storia dell’umanità. Fu l’orzo il primo cereale ad essere “addomesticato” dall’uomo attorno al 900010000 a.C. Le più antiche testimonianze della coltivazione dell’orzo sono state trovate nella mezza luna fertile (Palestina, Mesopotamia e Anatolia), anche se potrebbe essere originario dell’Etiopia dove ne sussistono ancora varietà selvatiche. Questo cereale, che cresce bene in terreni poveri e pietrosi, sopporta l’elevata salinità dei suoli e si adatta sia a temperature torride sia a climi molto rigidi. Già in età preistorica si diffuse in tutto il mondo, fino a giungere nell’arcipelago giapponese. Gli Egizi, nel 3000 a.C., impararono per primi a fermentare l’orzo per la produzione di birra. Anche nella Bibbia più volte si fa riferimento ai pani d’orzo sia nell’Antico Testamento sia nei Vangeli, dove si narra del miracolo della moltiplicazione dei pani d’orzo e dei pesci operato da Gesù. Nella civiltà greca il pane e la polenta d’orzo erano molto apprezzati e costituivano gli alimenti base. I Romani invece destinarono l’orzo principalmente ad uso zootecnico, all’alimentazione di gladiatori e schiavi e alla produzione di tisane terapeutiche. Il frumento venne infatti a sostituire l’orzo perché più raffinato e adatto alla panificazione. Columella, comunque, forse a seguito del suo soggiorno in Siria, nel “De Re Rustica” esprime apprez-
zamento per l’orzo che considerava più salutare del frumento. Nel Medioevo, l’orzo mantenne la caratterizzazione di cereale povero, impiegato per le zuppe e la produzione di pane dei contadini, come ad esempio le friselle d’orzo di Lecce. Nel XIX secolo si sviluppò l’uso dell’orzo tostato per la produzione di surrogato di caffè, bevanda che ebbe larga diffusione fino al secondo conflitto mondiale, e che oggi, dopo lunghi decenni di crisi, ha ritrovato nuovi spazi di mercato. L’orzo, questo antico cereale, può divenire una nuova risorsa alimentare utile e per contrastare l’epidemia di malattie dismetaboliche (diabete, dislipidemie, obesità, ecc.) che affligge la società contemporanea.
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chef a scuola
di Gianfranco Lo Cascio Italian Food Style Education Culinary Institute Carni, Cottura sul fuoco vivo, affumicatura
La bistecca perfetta Prepararla “in punta di forchetta” è possibile: l’Ifse ha creato un disciplinare che oggi è a disposizione dei suoi studenti. Ecco in sintesi che cosa prevede
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La bistecca è una preparazione semplice solo in apparenza perché invece necessita di grandissima abilità e profonde conoscenze. Fondamentali sono materia prima, taglio anatomico, quantità di grasso (proprio così), spessore, metodo di cottura e servizio. La base di partenza è la materia prima e il tempo/metodo di frollatura della carne. La differenza inizia in stalla: selezione della razza per le caratteristiche organolettiche e lungo periodo di frollatura producono, in modo del tutto naturale, più glutammato che si traduce in una maggiore concentrazione di sapore. Inoltre, il lungo periodo di stoccaggio, favorisce la degradazione degli elementi (catene proteiche, tessuto connettivo) trasformando fasci di proteine bovine in carne buona da mangiare (e da digerire!). Una frollatura adeguata garantisce sapore e tenerezza delle fibre. Molti tagli anatomici sono idonei a ricavare bistecche. Oltre al blasonato filetto e controfiletto, alle famose fiorentine e le T-Bone, esistono molti altri tagli, quali costate (entrecote o ribeye) o bistecche di Reale (Chuck o Top blade) saporite, gustose e tenere. Anche il grasso è un parametro determinante: le informazioni di sapore della razza sono contenute principalmente nel grasso e solo in minima parte nelle proteine. La “giusta” quantità di grasso, che a me piace quantificare
tra l’8% e il 12%, fornirà morbidezza in cottura e rafforzerà il classico “sapore di carne”. Importantissimo è anche lo spessore che deve essere adeguato a consentire di stratificare due diverse percezioni sensoriali: crosta esterna cauterizzata, scura, croccante, estremamente sapida, che protegge l’interno rosa e succoso cioè il vero, opulento sapore del manzo. Il metodo di cottura è veloce ma preciso. La reazione fisico-chimica della cauterizzazione superficiale (la crosta) prende il nome di Reazione di Maillard e avviene solo rispettando alcune regole: temperatura superiore ai 140°C e assenza di umidità. In mancanza di questi due parametri il risultato sarà una carne grigiastra, senza evidenti segni di cauterizzazione: il classico “effetto lesso”. Occorre asciugare bene la carne con carta da cucina e rimuovere il sangue in eccesso e spennellare un velo di olio per consentire una migliore propagazione del calore essendo il grasso un ottimo conduttore. La carne deve essere servita a temperature non inferiori ai 55°C perché gli umori e il grasso, spesso, in bocca, vengono percepiti in modo sgradevole se la temperatura non è sufficientemente alta. Per fare ciò si potrà utilizzare un piatto o una piastra di pietra ollare scaldata in forno. L’interno della bistecca dovrà risultare rosa, ma non sanguinolento. Un filo di olio extra vergine e granelli di sale croccante (Maldon o Fleur de sel) che scricchiolano al morso sono un complemento che amplifica il gusto della carne senza sovrastarlo.
consumo responsabile
di Benedetta Frare
Quando il cacao è equo e solidale Solo una parte piccolissima dei guadagni di questo mercato arriva ai coltivatori. Ecco perché meccanismi di controllo prezzi e prefinanziamento sono indispensabili per garantire un commercio sostenibile
La produzione del cacao è una parte fondamentale dell’economia di molti paesi dell’Africa occidentale ma i coltivatori lavorano in condizioni difficili ed è ampiamente diffuso il lavoro minorile
La maggior parte del cacao, trasformato o meno, che arriva sulle nostre tavole si produce in Costa d’Avorio, dove la produzione è una parte fondamentale dell’economia del Paese. Anche in Ghana il 40% delle esportazioni è costituito dalla vendita e dall’esportazione di cacao. Sfortunatamente, solo una parte piccolissima dei guadagni di questo mercato arriva ai coltivatori. I produttori di cacao ricevono circa un centesimo di una caramella venduta al bar a 60 centesimi. Il lavoro minorile legato alla coltivazione del cacao è diffuso anche nei Paesi poveri vicini come il Mali, il Burkina Faso, il Benin e il Togo. Nel 2001, l’Organizzazione internazionale del lavoro e altre hanno riferito di bambini schiavi in molte piantagioni di cacao in Costa d’Avorio, fonte del 43% del cacao mondiale. Una ricerca successiva fatta dall’Istituto internazionale di agricoltura tropicale ha rilevato che circa 284.000 ragazzi tra i 9 e i 12 anni lavoravano in condizioni difficili nelle piantagioni dell’Africa occidentale. Il cacao Fairtrade offre ai coltivatori un’opportunità per raggiungere un cambiamento reale nella loro vita. La differenza fon-
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damentale sta nei Fairtrade Standard e nel Fairtrade Premium. Attraverso i primi, viene obbligatoriamente garantito un prezzo minimo e, soprattutto stabile. Questo significa che, al di là delle oscillazioni di prezzo subite all’interno delle quotazioni internazionali (che a volte possono essere molto più alte del prezzo Fairtrade) viene stabilita una soglia al di sotto della quale non è possibile scendere. Ai coltivatori è inoltre garantito il prefinanziamento all’acquisto (una parte del raccolto viene pagata subito in modo da assicurare la necessaria liquidità di denaro) e rapporti di lunga durata (chi acquista si impegna per almeno due anni). Il Fairtrade premium è il volano di sviluppo delle comunità: si tratta di un margine aggiuntivo (nel caso del cacao si parla di 150 dollari a tonnellata), versato al momento dell’acquisto ed utilizzato dalle organizzazioni per investimenti sociali ed economici come l’educazione, i servizi sanitari, le strutture tecniche per la lavorazione e per prestiti per i membri. Se il cacao è certificato anche biologico il premium Fairtrade è di 200 dollari a tonnellata in aggiunta al prezzo minimo Fairtrade.
7 Archi, a tavola con la magia dei sapori Il locale, nel cuore di Bologna, è un gioiello architettonico dove la gastronomia tradizionale ha saputo trarre i migliori spunti dalle influenze mitteleuropee Aveva proprio ragione Alfredo Panzini. Assaporando ad occhi chiusi i profumi di Bologna, lo scrittore marchigiano avvertiva in quell’alchimia culinaria un… «sottile odore di carne dolce di donna». È una sensazione, intensa e morbida, quella che accompagna il pellegrino del gusto alla ricerca della giusta meta ristoratrice. Messa alle spalle piazza Maggiore, la miglior guida è l’olfatto. Passo dopo passo ci si troverà immersi in un carnevale di negozi e piccole botteghe. Benvenuti nel tempio della gola. Via Orefici, Pescherie Vecchie, Clavature: un labirinto di imponenti linee romaniche che si mescolano con i banconi di cotechini, zamponi, mortadelle, scaglie di ciccioli, teglie di lasagne fumanti, cabaret di tagliatelle e fragranze di grano che diventano spolette, rosette e pagnotte. Un viaggio nei sensi che porta dritto a via Marchesana. Il numero civico perfetto è il 6. Impossibile sbagliare. Le alte volte gotiche, il mattone rosso bolognese, i lampioni in ferro battuto che rilasciano un alone di mistero sono i segni distintivi del ristorante 7 Archi. Un gioiello architettonico dove la gastronomia tradizionale ha saputo trarre il meglio dalle influenze mitteleuropee. Da 40 anni è sempre lì, pronto ad accogliere e a tramandare la memoria del gusto. Una missione per i titolari: Francesco Canè ed altri tre amici nella vita di tutti i giorni fanno altro, chi l’amministratore delegato di un noto marchio alimentare e chi il commercialista - hanno infatti deciso di far diventare i 7 Archi un luogo aperto, di incontro e confronto sul mondo dell’enogastronomia. Una sfida che lo chef Miriano Baldacci, li-
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Foto di Fruttuoso/Zucchini - Zola Predosa, Bologna
di Luca Borghi
Foto di Fruttuoso/Zucchini - Zola Predosa, Bologna
il ristorante
vornese di nascita ed europeo di adozione, ha raccolto proponendo una carta del gusto che lascia senza fiato. Ecco allora che accanto a lasagne, tortellini, tagliatelle e arrosti, accompagnati da una selezione di vini squisitamente tipici, a seconda delle stagioni gli ospiti possono viaggiare tra i sapori del mare (meravigliosi gli spaghetti alla chitarra con code di gamberi e un “misterioso” pesto della casa, ma non è da meno il filetto di tonno sautè con salsa di bacche rosa) e quelli della terra (da lode gli gnocchi ripieni di bresaola con il burro e, tra i secondi, il filetto di maiale al Brunello di Montalcino). Provare per credere.
Lo chef Miriano Baldacci con uno dei titolari, Francesco Canè: il buffet proposto dal ristorante 7 Archi è un viaggio nei sapori della tradizione bolognese sapientemente coniugato con la stagionalità dei prodotti di terra e di mare
dove&come Ristorante 7 Archi Via Marchesana 6 Bologna Tel. 051233227 Fax. 051263046 info@ristorante7archi.it Aperto tutti i giorni
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Viaggi&Benessere Ischia
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Dai nuraghi con amore Rigeneriamoci con le preziose acque termali della Sardegna
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L’Ischia verde Alla scoperta di un’altra isola, all’insegna di trekking e scalate
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Rubriche • Weekend nel verde • Viaggi&Co • Camera con vista • Turismo religioso • Lezioni di ospitalità
San Felice, Toscana
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viaggi&benessere
Dai nuraghi con amore La Sardegna è pronta a lambirvi non solo col suo mare cristallino ma anche con le preziose acque termali che hanno conquistato nel passato l’astronomo Tolomeo di Francesca Negri
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Sardara Terme, poco distante da Cagliari, conserva tracce storiche antichissime: la presenza di un nuraghe e di un pozzo nuragico sacro nel parco delle terme attestano l’esistenza di insediamenti protosardi risalenti al 1600 a.C.. Ma furono i Romani, insediatisi nella zona, che costruirono qui le terme chiamandole Neapolitanae, di cui ancora oggi sono visibili le tracce.Tradizioni, leggende e ipotesi ruotano intorno alla chiesa di San Gregorio e cinquemila anni di storia sono racchiusi nel Museo archeologico di Villa Abbas, mentre stradine in selciato si aprono nel grazioso centro storico punteggiato di tipici portali e archi in pietra, ma soprattutto bagnato da ben cinque fonti dalle acque minerali-bicarbonato-alcaline ipertermali. Acque e fango, naturale ed argil-
loso, hanno uno spiccato effetto eudermico, stimolano il microcircolo ed il metabolismo cutaneo: insomma, sono perfetti per curare cellulite, acne ed invecchiamento. Qui, però, si curano anche malattie cardiovascolari, digestive, delle vie respiratorie ed otorinolaringoiatriche. Facciamo un salto a Sassari, dove in prossimità di un altro ed imponente sito nuragico, vicino al fiume Tirso, si trovano le Terme Aurora, descritte già dall’astronomo Tolomeo nel II secolo d.C. per una singolarità: sembra che le acque sgorgassero da 110 sorgenti e accanto ad ognuna vi fosse una lastra in pietra che descriveva la malattia da curare. Storicamente, la prima relazione scientifica sulle acque di San Saturnino risale al 1611, ma è solo nel Novecento che avviene il loro sfruttamen-
In apertura, l’isolotto con la Torre aragonese della Pelosa che dà il nome alla spettacolare spiaggia di Stintino, in provincia di Sassari. Qui, nella piana di San Saturnino, sorgono le Terme Aurora, sfruttate per usi terapeutici fin dal secolo scorso
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viaggi&benessere
In questa pagina, l’Hotel Antiche Terme di Sardara fa parte di un vasto complesso con Centro Benessere e Stabilimento Termale dove, grazie all’alta mineralizzazione e termalità delle acque, vengono curati inestetismi della pelle e numerose patologie
to razionale per usi terapeutici. Situate nella piana di San Saturnino, circondata da un vasto parco alberato, le Terme Aurora contano su un’acqua sulfurea-salso-bromo-iodica radioattiva che sgorga ad una temperatura di 40 gradi centigradi e che viene utilizzata per fanghi e bagni (per la cura di malattie reumatiche, articolari, artriti, artrosi, fibrositi, mialgie, postumi di fratture, distorsioni, sciatica, gotta, malattie dermatologiche), aerosol, inalazioni, docce nasali micronizzate (per le malattie delle vie respiratorie e dell’orecchio), insufflazioni (per la cura di sordità rinogena, otiti catarrali, catarro tubarico), massaggi manuali, idromassaggi. Le cure vengono praticate all’ Hotel Terme Aurora, dove è garantita per 24 ore al giorno la presenza di personale medico e la collaborazione di specialisti in reumatologia e otorinolaringoiatria e di fisioterapisti. Anche la splendida Gallura ha le sue terme a Tempio Pausania, piccola cittadina incastonata tra boschi di sughere, di castagni e
Da fare e da vedere Tempio Pausania Nel centro storico merita una visita la Cattedrale costruita su un preesistente edificio del 1400. Nelle vicinanze numerosi i siti d’interesse naturalistico Parco del Limbara, Valle della Luna e tutta la zona costiera compresa tra Castelsardo e la Costa Smeralda - e archeologico, come il Nuraghe Majori e i Dolmen di Luras. Benutti e dintorni Zona fra le più ricche di testimonianze preistoriche con una rassegna completa di monumenti megalitici - nuraghi, dolmen, domus de janas, tombe di giganti - ambientati in uno scenario d’arcaica bellezza. Fordongianus Di notevole interesse la Casa Aragonese, un’elegante abitazione seicentesca costruita e decorata in stile gotico-catalano con la trachite rossa. Da segnalare proprio la presenza di numerose cave di trachite e i laboratori in cui si lavora questa pietra pregiata.
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Fu l’imperatore Traiano a scoprire i benefici effetti delle sorgenti di Fordongianus, che nel loro percorso in profondità si arricchiscono di sali minerali, prima di sgorgare, calde, attraverso le fratture nelle rocce paleozoiche A destra, uno scorcio di Fordongianus, circondato da una natura selvaggia che conserva imponenti resti della civiltà romana. Le acque termali di questa zona, ideali per bagni e inalazioni, sono impiegate in moltissimi trattamenti
lecci. Tra le numerosi fonti della località, la più importante è sicuramente quella di Rinagghju, con le acque idrominerali diuretiche, indicate particolarmente per le patologie dell’apparato urinario, e che favoriscono la circolazione sanguigna. Infine, eccoci nella millenaria Fordongianus, Sardegna centrale in provincia di Oristano, circondata da una natura ancora selvaggia che conserva gelosamente imponenti resti della civiltà romana. Fu proprio l’imperatore Traiano, duemila anni fa, a scoprire i benefici effetti delle sorgenti termali di Fordongianus, che nel loro percorso in profondità si arricchiscono di sali minerali, prima di sgorgare, calde, attraverso le fratture nelle rocce paleozoiche. Sono acque in grado di curare dalla gastrite all’obesità, dalle allergie alle malattie della pelle. Si bevono, ma sono anche ideali per bagni e per inalazioni, impiegate in trattamenti quali idroterapia, fanghi, grotte termali, linfodrenaggio, massoterapia, aerosol, docce nasali. Oggi, a fianco delle antiche rovine traiane, sorge il Sardegna Grand Hotel Terme, affiancato da un moderno centro termale. Qui si fondono l’antica tradizione con le nuove tecnologie per l’impiego di questo tesoro naturale.
Scelti per voi dove mangiare
dove dormire
Da Severino “Il Vecchio” Via Kennedy 1, Ortacesus (Ca) Tel. 0709804197 Tempio del pesce, anche se non mancano i piatti di carne in questo ristorante dall’atmosfera calda e famigliare. Prezzo medio: 40 euro vini esclusi.
Hotel Marinedda Thalasso & Spa Corso Trinita 18, Marinedda (Ss) Tel. 079694185 L’Hotel Marinedda è una struttura elegante e raffinata sita a 300 metri dalla splendida spiaggia omonima ed è tra i più prestigiosi centri thalasso & spa del Mediterraneo. Prezzi a partire da 115 euro a camera.
Sa Corte Via Nuoro 143, Oliena (Nu) Tel. 07841876131 Squisite carni ed ottimi pasti in un locale rustico dove gustare il meglio della cucina tipica nuorese. Prezzo medio: 40 euro, vini esclusi. Il Cormorano Via Colombo 5, Castelsardo (Ss) Tel. 079470628 Fantasiosa cucina di pesce, in un incantevole borgo medievale. Prezzo medio: 50 euro, vini esclusi.
Sardegna Grand Hotel Terme Via Ipsitani, Fordongianus (Or) Tel. 0783605016 L’hotel si trova di fronte alle rovine di antiche terme romane ed offre due piscine termali, una grotta di vapore naturale, e trattamenti realizzati utilizzando fanghi terapeutici, ottenuti da almeno sei mesi di maturazione al sole sardo. Prezzi a partire da 55 euro a camera. Hotel Antiche Terme di Sardara Localita Santa Maria Aquas, Sardara (Vs) Tel. 0709387025 Comodo e confortevole 4 stelle dalla cucina curata, con centro termale attrezzatissimo. Prezzi a partire da 68 euro a camera.
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L’Ischia verde Ve lo promettiamo: vi porteremo in un’altra Ischia, lontano dalle mete più affollate e dai locali col menù turistico. Scoprirete l’isola dove fare trekking e “scalate”, pur non perdendo mai di vista l’azzurro del mare che l’abbraccia di Laura Ruggieri
Un’isola dove la termalità vulcanica delle acque consente bagni caldi e rigeneranti anche fuori stagione. Un’isola da attraversare passando da Forio a Serrara attraverso il Bosco della Falanga, dalla vegetazione lussureggiante e formazioni vulcaniche di straordinaria bellezza. Che vi farà provare anche l’ebbrezza di conquistare la cima spettacolare di Monte Epomeo, da dove si scorgono le calette segrete camminando lungo sentieri solitari che transitano per antichi eremi come quello di Santa Maria del Monte. Farete sosta in trattorie dove scoprire una cucina di terra senza perdere però indirizzi preziosi come Il Melograno, in un giardino di ulivi, appartato e insospettabile, dove deliziarvi con una cucina intensa e leggera, intrisa di mare, che gioca con i profumi, i colori, i sapori delle verdure dell’orto, degli agrumi, delle erbe aromatiche. Da non perdere il 2 stelle Miche-
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Foto di Italian Connections.net
In apertura, una splendida cartolina del Castello Aragonese ad Ischia Ponte, cuore antico dell’isola, che sembra sorgere dall’acqua
lin Mosaico, dell’Hotel Terme Manzi, con uno chef di altissimo profilo, Nino di Costanzo, i cui abbinamenti e la cura estetica dei piatti fanno del menù una galleria di opere d’arte dai sapori memorabili. Una miriade gli alberghi. Non mancherete un raffinato resort, il Mezzatorre, vera oasi di pace sospeso tra rocce e mare circondato da 7 ettari di parco naturale, tra alti pini ed essenze mediterranee: suggestive le camere nella torre e una Spa seducente. Oppure tornerete in splendida forma presso la nuovissima area Fitness e Spa di quello che è stato il tempio indiscusso del bel mondo ischitano negli anni d’oro: l’Albergo della Regina Isabella, ancora oggi di un’eleganza unica e di una gentilezza d’altri tempi, tra pezzi di antiquariato e belle maioliche. Tra un’edilizia “generosa” scoprirete una natura esuberante che continua a macchiare di buganvillea viola e arancio il bianco accecante delle case con il tetto a botte secondo l’architettura tipica dell’isola, tra terrazze di agrumi e ficus giganteschi. Camminerete lungo sentieri di montagna respirando e scrutando il mare, seguendo percorsi tra le vigne segnate da muretti a secco, le “parracine”. Le vigne sono numerose perché il vino a Ischia è da sempre una grande risorsa e dopo un periodo di abbandono, da qualche anno ha ritrovato una nuova vitalità con tante ottime cantine. Pietratorcia a Forio, per esempio, è una realtà giovane e di punta. Una piccola azienda fatta di tre antiche famiglie contadine ischitane. Una piacevole terrazza con il pergolato dove si può anche cenare su prenotazione o fare piccole degustazioni in abbinamento ai vini, piccole produzioni di pregio che valorizzano i vitigni autoctoni. Tra i vini il Tifeo, metà piedirosso e metà guarnacca, è ideale in abbinamento al coniglio e al pesce in umido. Si respira aria di montagna invece nel vigneto più impervio, quello d’alta quota della cantina Casa D’Ambra in località Panza, la tradizione del vino per eccellenza sull’isola, da sempre. È spet-
Lezioni di cucina d’autore all’Albergo della Regina Isabella L’ottava edizione di Ischia Vintage e la seconda di Ischia Wine Week, due appuntamenti cult per esperti del gusto. Dal 28 ottobre al 2 novembre all’Albergo della Regina Isabella di Ischia un viaggio di piacere ed eleganza, dove i sapori della tradizione partenopea incontrano la contemporaneità nelle ricette dello chef francese Antoine Amalou, anima creativa del frequentatissimo “l’Atelier d’Antoine”. Ad accompagnare lo chef internazionale i due chef dell’Albergo della Regina Isabella, Luigi Castagna e Pasquale Palamaro, che insegneranno agli ospiti alcune delle principali ricette che li hanno resi celebri. Per partecipare all’iniziativa: una formula week end di 2 notti e un’altra long week end di 4 notti. Entrambe le opzioni comprendono la sistemazione in camera doppia vista mare con trattamento di pensione completa, la partecipazione al fitto programma di lezioni e cene in compagnia degli chef, spumante e frutta in camera all’arrivo, accesso giornaliero alla nuovissima area Fitness completa di Hammam e sauna e il trasporto da e per l’aeroporto di Capodichino e da e per il porto di Ischia con prezzi a partire da €470 Per informazioni e/o prenotazioni: Tel. 081994322 www.reginaisabella.it
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viaggi&benessere
Foto - Nuvola Grafica
Nella foto accanto, la spettacolare cima di Monte Epomeo domina tutta l’isola; qui sorge Tenuta Frassitelli che produce il celebre vino a base di uva Biancolella (un particolare della raccolta in basso a sinistra) dal profumo fruttato con sentore di ginestre
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tacolare il paesaggio della Tenuta Frassitelli sul Monte Epomeo dove i contadini utilizzano un piccolo trenino a cremagliera per vendemmiare lungo i ripidi versanti. Qui si produce l’omonimo vino a base di uva Biancolella dal profumo fruttato con sentore di fiori di ginestre. Il Giardino Mediterraneo, invece, è un’antica cantina sopra il porto di Ischia. Un vigneto di 8000 metri che s’inerpica in collina. Sullo sfondo il verde profondo di pinete e boschi, querce ed acacie. Il mastodontico Monte Epomeo che sovrasta imponente e quasi minaccioso. Qui si sale ancora lungo ripide mulattiere, le pecore vanno al pascolo, le architetture di pietra quasi si confondono con la montagna dove nelle grotte gli isolani si nascondevano ai pirati. E poi le piccole trattorie tra i boschi dove andare a mangiare il coniglio, la vera star di Ischia (con tanto di presidio Slow Food), che vive allo stato brado nei boschi ed è allevato in fossa. Non c’è famiglia che non abbia una fossa e ristorante dove non si mangi cotto nel coccio con aglio, olio, pomodorini ed erbe aromatiche. Buonissimo quello del Focolare, una trattoria sotto un tetto di paglia - le famose “paiarelle” a mezza costa - con una cucina di terra improntata ai sapori di antiche ricette. Non perdete la pasta cucinata col sughetto del coniglio, una vera ghiottoneria! E a proposito di Ischia verde, una delle sorprese dell’ “isola delle meraviglie” per gli antichi è il giardino della Mortella, un luogo magico a Zaro, tra Lacco e Forio, nella villa di Susan e William Walton, il celebre musicista inglese trasferitosi ad Ischia nel 1949 con la giovane moglie. Un sogno della fantasia che ha trasformato una “cava di pietre” in un lussureggiante ed esotico orto botanico, luogo di meditazione e di pace. Specie floreali ed arboree provenienti da tutto il mondo tropicale (più di 800), felci delle foreste pluviali, fiori leggiadri e la superba Victoria amzonica, la più grande delle ninfee del mondo. Fu il paesaggista inglese Russel Page a disegnarlo per la coppia. La tra-
ma vegetale echeggia i tempi di una partitura musicale. E proprio a concerti musicali si apre spesso il giardino e l’anfiteatro. Dopo esservi sentiti come sospesi nel silenzio così armonico e leggiadro, accarezati dall’ondeggiare del sottobosco, forse avrete voglia di un po’ di vita e movida. Il borgo più suggestivo forse è Sant’Angelo. Un intreccio di vicoli e scalinatelle, archi e piazzette dove affacciano le case dai tratti arabi e dai colori tenui addossate l’una all’altra. Non perdete la piazzetta, cult quasi come quella dell’isola rivale. Locali dall’atmosfera lounge e boutique etno-chic, piccole gallerie di gioielli, cocktail colorati ai tavoli di vimini e un non so che di estate anche fuori stagione. È sempre tempo di bagni nella cala di Sorgeto, una splendida “pietraia” abbastanza appartata dato il sentiero di scale piuttosto ripido per raggiungerla, dove le risorgive ad alta temperatura riscaldano il bagnasciuga. Sono molti sull’isola i tratti in cui l’acqua del mare si mescola a quella calda delle sorgenti minerali. Per lo shopping la “Fifth Avenue” dell’isola è a Ischia Porto con gli alberghi dal fascino vintage e i migliori caffè e pasticcerie come il Caffè Calise. Tra gli indirizzi da segnare in agenda c’è il Ristorante Alberto: una palafitta sospesa sul mare dove mangiare cullati dalle onde e intrigati dalla creatività di Gianni. Il cuore antico dell’isola batte a Ischia Ponte che ha mantenuto più forte l’aspetto settecentesco con le belle facciate dei palazzi nobiliari da una parte e le case dei pescatori dall’altra. Ma soprattutto c’è il castello che sembra sorgere dall’acqua, un mondo a parte da vivere quasi in solitudine, fuori orario, al tramonto o all’alba, magari fermandosi a dormire nell’Hotel Monastero. Fascino un po’ fané, soavemente dimesso e raffinato con qualche dettaglio di design e d’arte. La mattina scoprirete il versante che guarda il mare aperto: un sentiero corre lungo la macchia mediterranea con saliscendi e punti di osservazione tra ulivi, orti scoscesi e minuscoli appezzamenti di grano che ancora una volta ci riportano ad un’altra Ischia.
Sopra, uno scorcio del raffinato resort Mezzatorre, vera oasi di piacere sospeso tra rocce e mare, circondato da un immenso parco naturale
Scelti per voi dove dormire L’Albergo della Regina Isabella Piazza S. Restituita 1, Lacco Ameno Tel. 081994322 Begli arredi e tanta cortesia su una piccola baia per vivere un’atmosfera dell’altro secolo. Un must le Terme. Mezzatorre Resort & Spa Via Mezzatorre 23, Forio Tel. 081986111 Esclusivo ed intimo. Baia privata circondati dalla pineta. Trattamenti e terme nella Spa. Il Monastero Castello Aragonese, Ischia Ponte Tel. 081992435 Ideale per una fuga romantica: si dorme in ex celle ad 80 metri sul mare.
dove mangiare Mosaico dell’Hotel Terme Manzi Piazza dei Bagni 4, Casamicciola Terme Tel. 081994722 Piatti che dalla ricerca di prodotti eccellenti, passando per preparazioni ed abbinamenti sapienti, arrivano in tavola perfetti. Il Melograno Via G. Mazzella 110, Forio Tel. 081998450 Grande stile tra modernità e tradizione. Da non mancare: la zuppetta di vongole veraci e gamberi al profumo di arancia, gli spaghetti con caviale bianco affumicato, aglio e olio e bottarga, la braciola di coda di rospo con uvetta, pinoli e provolone del Monaco.
Umberto a mare Via Soccorso 2, Forio Tel. 081997171 Una volta dimenticato tutto da quassù vi resta il piacere della tavola: gamberoni imperiali con passata di ceci, genovese di seppie, pesce di “coffa”, tonnetto d’amo scottato su pesto verde. Con dieci stanze a picco sul mare. Alberto Passeggiata C. Colombo 8, Ischia Porto Tel. 081981259 Bel locale “in mezzo al mare”, tra i piatti forti: marinata arancio e limone e julienne di mele fresche, cappelletti con calamaretti “cap’echiuov” e cozze al formaggio di fossa, pesce bianco ai frutti di bosco o la più tradizionale “maruzzara”, antica acquapazza ischitana. Il Focolare Via Cretaio al Crocefisso 3, Barano Tel. 081902944 Guardando il mare sotto le “paiarelle” si gusta una cucina “povera” a base di erbe selvatiche, carni locali, piatti della tradizione.
cantine Cantine di Pietratorcia Via Prov. Panza 267, Forio Tel. 081907232 Casa D’Ambra Via Mario D’Ambra, Loc. Panza, Forio Tel. 081907246 Giardino Mediterraneo Via Nuova dei Conti 43, Fiaiano Tel. 081991046
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weekend nel verde
di Claudia Cassinari
Scelti per voi dove mangiare Il Poggio Rosso riconosciuto e premiato a livello internazionale, offre piatti della tradizione toscana elaborati e rivisitati, rigorosamente preparati con materie prime locali e insaporiti con le spezie dell’orto del borgo.
Fascino toscano
dove dormire
Il Chianti è una terra unica, ma San Felice è un esempio davvero raro e ben riuscito di una naturale convivenza tra attività produttiva, offerta turistica, proposte culturali e ricerca. Sarà effetto del nome? La storia di San Felice parte da molto lontano: l’impianto del borgo di chiara origine medievale è conservato nell’architettura rurale tipica toscana con al centro l’antica pieve, il palazzo padronale, i tabernacoli, le piccole logge e gli antichi archi di pietra e cotto. Tutt’intorno è un susseguirsi di ordinati e preziosi filari di vigneti e maestosi olivi. Siamo nella parte più meridionale del Chianti, un luogo meraviglioso, dove è inevitabile abbandonare lo sguardo sulle morbide colline produttrici di vini, boschi di lecci e querce, le imponenti mura dei vicini castelli e le torri di Siena che si vedono in lontananza. In San Felice convivono due anime distinte ma complementari: da un lato l’esperienza unica dell’incanto del luogo, dall’altro la possibilità di assaporare i suoi prodotti nella loro terra d’origine. Anche per questo il borgo, che ha visto crescere generazioni di chiantigiani, oggi parla la lingua del turismo elitario accolto in un ambiente di grande fascino. Una sosta a San Felice è l’occasione per degustare i vini dell’azienda omonima che da anni è impegnata nella ricerca dell’eccellenza con un percorso affidato alla conoscenza reale del territorio.
Al Relais Borgo San Felice, quattro stelle di ospitalità che rispondono appieno ai rigorosi canoni dei Relais & Châteaux, prevale la misura, l’accoglienza calda e non sbandierata: i confort più raffinati sono quasi nascosti alla vista in un ambiente che deve restare il più classico dei villaggi di Toscana. Un piccolo campo da golf, tennis, piscina, palestra completano l’offerta.
In alto, un’incantevole veduta panoramica di San Felice e, a sinistra, un particolare del borgo medievale, gioiello architettonico con al centro l’antica pieve, il palazzo padronale e gli antichi archi di pietra e cotto
Da non perdere
cosa comprare
La Vinoterapia al centro benessere: per una volta i polifenoli non sono più i misteriosi componenti del vino ma i depositari degli antiossidanti che sconfiggono i radicali liberi e permettono di combattere sovrappeso e stress.
Da degustare e acquistare in enoteca: Il Grigio Chianti Classico Riserva l’etichetta più conosciuta, il Poggio Rosso Chianti Classico Riserva, il Pugnitello Toscana Igt, l’ultima etichetta nata sulle colline di San Felice e il Vigorello Toscana Igt, il primo Supertuscan della storia chiantigiana. Assolutamente imperdibile l’In Pincis Vin Santo del Chianti Classico Doc, solo delle annate migliori, come del resto il pregiatissimo San Felice Olio Extra Vergine d’Oliva Dop che ha tutte le caratteristiche ricercate da chi ama l’extra vergine e in bocca è un’armonia di toni amari e piccanti.
viaggi&co
di Gilda Ciaruffoli
Le isole della Grecia? Le più belle d’Europa Appartengono alla Grecia, secondo un sondaggio condotto a livello europeo dal sito Zoover, le isole più belle d’Europa. Il 44% degli oltre 14.000 votanti è rimasto impressionato dalla loro bellezza. Al secondo posto la Spagna con il 17% dei voti e la Croazia con il 16%. Samo (nella foto) è considerata la migliore, seguita da Karpathos e Lesbo. La sua autenticità: i bianchi villaggi di pescatori, i porti colorati e
gli abitanti che fanno di tutto per preservare questo paradiso. Le isole italiane sono al quarto posto con meno dell’11% dei voti totali. E il 41% proviene proprio dal nostro paese. L’Italia fa comunque meglio del Portogallo, all’ultimo posto con poco più del 2%, nonostante le Azzorre e Madeira siano destinazioni molto popolari tra gli utenti di Zoover, con voto medio rispettivamente di 7,8 e 7,9.
Buon compleanno nella grotta Grotta Giusti a Monsummano Terme, il resort quattro stelle che fa parte di STB Società Terme e Benessere, festeggia 160 anni dall’apertura al pubblico della sua grotta termale, “ottava meraviglia del mondo”, come la definì Giuseppe Verdi. Per l’occasione, nella storica struttura, è stata realizzata una nuova piscina termale a lato della grande piscina esistente di 750 mq, oltre a un nuovo, ampio sentiero di accesso valorizzato da un’illuminazione in grado di creare giochi visivi suggestivi, sulla cornice delle stalattiti e stalagmiti millenarie. 96 viedelgusto.it
È il tempo delle olive
Tra cielo e mare
Degustare l’olio d’oliva appena fatto, un tradizionale pranzo pugliese, imparare i segreti di ricette a base di questo prezioso ingrediente e rilassarsi coi trattamenti dell’Egnathia Spa. Tutto questo è possibile nella meravigliosa cornice di Borgo Egnazia, un progetto innovativo nel cuore della Puglia, a Savalletri di Fasano, che ha permesso un incontro equilibrato tra cultura, tradizione locale e la più elegante architettura contemporanea, nel totale rispetto del paesaggio.
Un vero luogo di relax e risveglio dei sensi, mentre inizia il viaggio alla scoperta di un altro angolo di mondo. Questa è la nuova Spa a bordo della Silver Spirit, ultima nata nella flotta Silversea. Nove cabine per i trattamenti, area relax interna ed esterna, sauna e vasche idromassaggio esterne. Una grande sorpresa per gli ospiti, che a bordo possono trovare un luogo armonico in cui prepararsi al viaggio prescelto, in uno spazio ampio ed interamente dedicato al benessere.
Incanto siciliano Un’oasi di cultura, di tradizione e di stile. Lasciatevi sedurre dal fascino e dall’accoglienza unici di Villa Athena, nel cuore della Valle dei Templi
La posizione unica dell’Hotel regala sempre splendidi scorci sulla spettacolare Valle dei Templi. Sotto, un particolare della Terrazza Belvedere da cui si gode un panorama mozzafiato
Chiudete gli occhi. Immaginate un luogo dall’atmosfera magica e senza tempo, in cui godere di scorci suggestivi, di confort e servizi impeccabili e del calore tipico dell’ospitalità siciliana. Riaprite gli occhi. Eccovi all’Hotel Villa Athena, immerso nel Parco Archeologico della Valle dei Templi, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Residenza principesca della fine del XVIII secolo, Villa Athena diventa albergo nel 1972 a seguito di un restauro conservativo che ne mantenne inalterato
lo stile architettonico. Recentemente l’Hotel ha avviato importanti lavori per la riqualificazione a cinque stelle della struttura e la realizzazione di nuovi e confortevoli ambienti, suite e junior suite con vista sui Templi e sui giardini della Villa. L’accoglienza tipica siciliana vi conquisterà appena varcata la soglia di quest’antica dimora, dove l’ospite è coccolato ed esaudito in ogni sua richiesta. Durante la bella stagione, potrete rilassarvi nella tranquillità del giardino mediterraneo, circondati da ulivi saraceni e palme secolari, o godere di panorami mozzafiato dalla Terrazza Belvedere dove, rapiti dall’incantevole vista sui Templi Greci, si possono gustare le deliziose prelibatezze di una cucina sapientemente rivisitata in armonia con la tradizione culinaria dell’isola: il Ristorante “Il granaio di Ibla” propone una ricca scelta di primi e secondi di pesce e carne e un’ampia carta dei vini. Il fascino e l’atmosfera unica che si respira in questo luogo pervade anche le camere e suite, caratterizzate da arredi ricercati, dai confort più moderni - alcune dotate di Spa privata e piccolo spazio fitness - e da un servizio sempre al top. Soggiornare a Villa Athena significa immergersi nella storia, nella natura e nel calore dell’isola: la Sicilia dei millenni, con la sua ricchezza di magiche sensazioni, abita proprio qui.
dove&come Hotel Villa Athena Via Passeggiata Archeologica, 33 - Agrigento – Sicilia Tel. 0922596288 - info@hotelvillaathena.it - www.hotelvillaathena.it
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il turismo religioso
di Roberto Lavarini
Sociologo dell’ambiente e del territorio
Alla ricerca del sacro I luoghi di culto sono la meta preferita degli spagnoli che rappresentano più del 13% della spesa straniera per questa tipologia di turismo che non conosce crisi
In queste pagine, alcune mete italiane di forte richiamo e fascino per il turismo religioso. In apertura, un suggestivo scorcio di Assisi; nella pagina accanto, in alto, un dettaglio del Santuario di Loreto e, in basso, una folla di pellegrini presso la Basilica di Sant’Antonio a Padova
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Ogni regione italiana conserva nel suo territorio molti segni della presenza del sacro che si integrano con grande armonia alle altre testimonianze storiche, culturali, ambientali. La fede spesso richiedeva, infatti, di esplicitarsi contribuendo a costruire una basilica, un santuario oppure qualcosa di simbolico che “segnasse” un luogo. Luoghi a cui poi si andava in preghiera, seguendo percorsi, tracciati nella natura. E di cui molti sono rimasti ancora oggi. Il turismo italiano è in sofferenza e alcune tipologie di turismo ne risentono profondamente. Ma non quello religioso. Infatti, insieme al turismo fitness e beauty farm è in continua e positiva crescita. Molti amministratori sono convinti che il “turismo religioso” possa integrarsi con le altre forme di turismo già esistenti nel territorio diventandone complementare perché, al di là dei potenti richiami esercitati da alcuni santuari come Loreto, Monterotondo, Padova, Assisi, tanto per citarne alcuni, ne esistono migliaia d’altri, più o meno noti a livello nazionale, che possono diventare anch’essi un significativo attrattore. Questo vale sia per gli italiani che per gli stranieri che riconoscono al nostro Paese, a tutta l’Italia la straordinaria ricchezza delle testimonianze reli-
giose sia passate che recenti. Il nostro Paese con la sua ricca offerta, infatti, è particolarmente attraente per gli stranieri, primi fra tutti gli spagnoli che rappresentano più del 13% della spesa straniera complessiva per il turismo religioso. Poi francesi, tedeschi, inglesi e quei nuovi mercati che cominciano ora ad affacciarsi come i Paesi dell’Est Europa, l’Asia e l’America del Sud. Oggi tutti sono turisti perché è un comportamento condiviso dalla stragrande maggioranza delle persone di ogni età e di ogni ceto. E non solo in Occidente. Vogliamo comunque precisare che la commistione tra l’attività puramente turistica e la scelta di luoghi in cui ci sono testimonianze di fede, va sotto il nome di “turismo religioso”. Con questo termine, infatti, si intende una forma di turismo che sceglie destinazioni di tipo religioso che possono anche non appartenere al proprio credo, alla propria confessione religiosa. Così è turista religioso un cattolico che visita le “meteore” ortodosse o un tempio indiano, come lo è il giapponese scintoista che visita un santuario mariano. Sono perciò dei turisti che hanno interesse per le testimonianze di sacro, qualunque sia il modo o la forma con cui si manifesta.
Simili, ma diversi
Il turismo religioso in cifre A livello mondiale, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, il turismo religioso verso i luoghi di ogni fede registra 330 milioni di arrivi nel 2007 e quantifica in 18 miliardi di dollari la spesa complessiva dei viaggiatori del comparto. Se poi si divide la spesa totale (i 18 miliardi di dollari) per il numero dei viaggiatori (330 milioni) si ha una spesa media di 54$ a testa, che si può considerare una somma piuttosto modesta. In Italia le stime parlano di oltre 40 milioni di visitatori. Dalle nostre domande sui costi per il loro viaggio la spesa media risulta essere di circa 104 euro a testa e concorda con il dato che scaturisce da altre fonti.
Ben diverso è il pellegrinaggio. Con questo termine, infatti, identifichiamo persone devote intenzionate a raggiungere un luogo sacro che appartiene alla propria fede. Perciò, il pellegrino cattolico va nei luoghi che appartengono alla suo credo religioso così come il pellegrino islamico va alla Mecca o lo scintoista va in un tempio Shinto. Due figure simili ma con finalità, motivazioni, comportamenti ben diversi. In questa rubrica noi parleremo di entrambi. Infatti, siamo ben consapevoli che i pellegrini, nel loro muoversi alla ricerca del sacro, sono molto fidelizzati perché hanno ben chiaro nella propria mente, quali gesti devono compiere, quali riti praticare, quali usanze seguire. Non si fanno trascinare dalle mode ma sono sensibili a tutto ciò che è spirituale e all’irrinunciabile richiamo di un fatto straordinario, come quelli che ancora oggi accadono in ogni parte del mondo. Anche il “turista religioso” sente lo stesso richiamo ma è già predisposto a cambiare destinazione e a raggiungere mete diverse. Tende ad andare lontano dalla sua residenza abituale ed è interessato a vedere molti luoghi, anche quelli, come dicevamo, che non appartengono alla sua confessione religiosa. E mentre il pellegrino si concentra sulla sua meta e sulle proprie devozioni trascurando tutto il resto - i pellegrini prediligono l’escursionismo e cercano di ridurre tutta l’esperienza nell’arco di una sola giornata - il turista religioso ha tempi meno stretti e approfitta del viaggio per visitare luoghi vicini e per fare una vera attività turistica. In altri termini, il turista religioso, se ne ha l’opportunità e se l’offerta è adeguata, si lascia attrarre dal sacro, ma si muove come un turista. Vuole strutture accoglienti, servizi di qualità, stimoli culturali, proposte integrative. Non si deve arrivare a pensare che il turista religioso sia una persona superficiale con una fede di facciata. Il suo cuore può essere sincero, la sua devozione reale, partecipa con convinzione ai riti e alle celebrazioni ma è anche persona ben consapevole di quanto può ottenere in termini di organizzazione, di servizi, di qualità dell’offerta nel suo complesso. Va anche detto che il turismo religioso si è molto evoluto nel tempo, specialmente negli ultimi anni. È un settore in continua effervescenza tanto che sempre più Tour Operator inseriscono di frequente destinazioni di questo tipo nei loro cataloghi. Comunque, lo ripetiamo, dipenderà dalla sensibilità del lettore e dalle sue esperienze, il sentirsi più vicino al turista religioso o al pellegrino. Sarà il suo comportamento nell’avvicinarsi ad un luogo sacro a rivelare la motivazione che lo anima. Noi ci limiteremo a descrivere e a proporre alcune destinazioni, anche noi affascinati dal sacro che si svela e si rende presente nei luoghi della fede.
Il turista religioso ha tempi meno stretti del pellegrino e approfitta del viaggio per visitare altri luoghi vicini e fare una vera attività turistica
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lezioni di ospitalità
di Roberto Lavarini
Sociologo dell’ambiente e del territorio
Think global, act global?
Quando accoglienza fa rima con esperienza Nella rubrica che prende avvio in questo numero si affronteranno più argomenti legati allo stile dell’accoglienza con i contributi di professionisti del turismo, giornalisti, esperti. Idee e informazioni utili a chi lavora nel settore partendo dall’osservazione e dall’analisi della realtà circostante ma anche dal concreto lavoro sul campo Il modo di accogliere un ospite in una struttura, sia essa un hotel o una pensione, un residence o un villaggio, è profondamente cambiato pensando anche a questi ultimi anni. Il cliente, oggi, è un viaggiatore internazionale che si è fatto un’idea generale della “cultura dell’accoglienza”. E, in effetti, il turismo è del tutto globalizzato. A prescindere da casi particolari, le stanze d’albergo si assomigliano tutte. Se c’è una competizione, questa non si gioca sul “core service” che viene dato per scontato. Ossia ci si aspetta che sia pulita, con un letto grande e comodo, che ci sia la TV e l’aria condizionata e così via. Se qualcuno di questi manca, l’ospite si irrita moltissimo e ritiene addirittura di essere stato truffato. La vera competizione è sui “peripheral services” ossia su tutto ciò che non è scontato. I proprietari e i direttori d’albergo, spesso profondamente innamorati del loro hotel, vogliono che le stanze abbiano quel qualcosa in più che le distingua dalle altre. C’è chi fa portare alla sera dall’housekeeper un delizioso bigliettino con su scritte le previsioni del tempo per il giorno dopo (ovviamente sia in °C che in °F). C’è chi usa il 3° lenzuolo di cotone finissimo come copriletto e chi attrezza la stanza per la cromoterapia o per l’aromaterapia. L’attenzione per la salute e il benessere fisico degli ospiti è una pre-
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rogativa condivisa da moltissimi. Ovunque sono sorti nuovi alberghi sempre più originali, innovativi e carichi di fascino. Si sono interpellati stilisti, designers, gente dello spettacolo o dello sport per legare il loro nome alla struttura d’accoglienza. Ne citiamo soltanto due che per molti versi sono agli antipodi, non territorialmente. Il primo è il fenomenale hotel arredato da Armani a Dubai che coniuga la notorietà di un grande stilista italiano con il fascino di una destinazione esotica connotata dal lusso più sfrenato. Ma ha fatto sensazione anche il “Mama Shelter Hotel” situato nel XX° arrondissement, un quartiere popolare di Parigi. Dove convergono tre grandi e forti personalità: Cyril Aouizerate, filosofo e promotore, fondatore della società Urbantech, Philippe Starck, il notissimo designer, e Serge Trigano, discendente dei fondatori del Club Med. A questi si aggiunge l’architetto Roland Castro, noto nel mondo per la sua architettura innovativa. Dicono: “Il Mama Shelter è anche e soprattutto un design hotel accessibile, democratico e sexy come un jeans alla moda. Ogni camera è dotata di un angolo cottura con forno a microonde che si può utilizzare per riscaldare i piatti pronti conservati negli armadi refrigerati al pianterreno. Inutile dire che entrambi godono di uno strepitoso successo. Oggi, il viag-
Lavorare nel settore dell’accoglienza è una vera sfida quotidiana. La competizione è globale ma dobbiamo agire localmente perché è il nostro territorio che ci interpella, che ci stimola nell’agire di tutti i giorni. Sempre più spesso, però, i clienti degli alberghi desiderano sperimentale quell’”italian style” famoso nel mondo, e che ha portato la nostra ospitalità ai massimi livelli della qualità dell’accoglienza. Perciò, dobbiamo mettere bene in evidenza la nostra storia, le nostre radici, l’esperienza di un’attività che affonda le sue origini in tempi lontanissimi, prima del grand tour, già quando i pellegrini percorrevano la nostra penisola per raggiungere Roma. E, quindi, partendo da noi stessi arrivare ad una offerta che sia veramente internazionale. giatore ha una scelta grandissima, ovunque intenda andare. E si sta verificando un fenomeno che era già comparso nella “Belle Epoque”, ossia si sceglie una destinazione in funzione di quel preciso hotel in cui si vuole soggiornare. Un po’ come per coloro, e sono tanti, che scelgono una crociera per la nave e non per i luoghi che si visiteranno. Ciò che era funzionale a un viaggio, diventa il fine stesso del viaggiare.
Per raccontare le vostre iniziative, dare suggerimenti o esprimere dubbi e perplessità, scrivere a Rubrica: “Lezioni di ospitalità” c/o Vie del gusto Viale Zara, 28 20124 Milano - info@elaia.it www.viedelgusto.it
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3COPRI TUTTI I DETTAGLI DELLA PRESENTAZIONE DELLA NUOVA CARTA DEI 'RANDI 6INI -ERCURE SCELTI DAL CLIENTE SUL PROSSIMO NUMERO DI 6IE DEL GUSTO
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Cioccolato delle meraviglie ll cibo degli dei annovera più adepti di ogni altra religione
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Rubino di Calabria La passione di Casa Comerci p er il vitigno autoctono Magliocco canino
da pag.112 Rubriche
• Orto dei semplici • Selezioni • La scoperta • Benservito • Mercatini
Cicerchia e Magliocco canino, un abbinamento scoperto da Vie del gusto
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travel piaceri&dintorni
Cioccolato delle meraviglie Mette di buon umore, piace praticamente a tutti e non fa affatto male, anzi: se il consumo giornaliero non supera i 35 grammi tiene sotto controllo la pressione, riduce il pericolo di trombosi e aiuta il Dna ad esprimersi al meglio. Le sue declinazioni? La fantasia non ha limiti e sconfina anche nel design. E nella cosmesi di Francesca Negri
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Dalla Nutella agli elitari marchi di cioccolato che confezionano prelibatezze per paperoni del gusto, il cibo degli dei miete adepti forse più di ogni altra religione. Se non voi, che tra un piatto di pasta al pomodoro e un seducente cioccolatino preferite il primo, pensate a tutti i vostri amici che invece affogherebbero in un bagno di cioccolato. Oppure pensate a Vianne, la protagonista del libro e del film Chocolat, che con i suoi cioccolatini seduce un’intera comunità, dando il via a una rivoluzione sociale che travalica il semplice piacere del palato. Una “mania” bipartisan, quella del cioccolato, che contagia i “comuni mortali” come i personaggi più illustri di oggi e di ieri: Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, viaggiava sempre con il suo cioccolataio personale, mentre Giacomo Casanova ne faceva ampio uso per i suoi effetti afrodisiaci. E mille sono le ricette con il cioccolato, ingrediente preferito anche della cosiddetta cuisine d’amour. Sì perché questo prodotto, regalato dal mondo dai Maya e da Cristoforo Colombo che lo scoprì e portò in Europa, salva il cuore, non solo dai problemi d’amore o per chi ha bisogno di una spintarella afrodisiaca. Qualche esempio? Il cioccolato - meglio quello nero fondente ad alto contenuto in solidi di cacao (minimo il 42%), se non addirittura le bevande
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piaceri&dintorni Cosa c’è di nuovo Giuseppe Sartoni, maestro cioccolatiere e patron della Arlotti e Sartoni, azienda artigiana bolognese che produce pralineria di lusso dal 1976, primi in Italia a fare prodotti di cioccolato biologico, racconta gli ultimi trend e l’evoluzione del gusto del cioccolato tra gli italiani. Quali sono le nuove tendenze nel cioccolato? Già da qualche anno il consumo del cioccolato fondente è in aumento, tanto che nel 2010 c’è stato lo storico sorpasso. Si consuma più fondente che al latte, probabilmente questo è un fatto anche un po’ culturale. Mi spiego. Negli anni ‘60 in Italia non c’era una legislazione che fissava termini particolari per la produzione di cioccolato: ognuno era libero di farlo come meglio credeva e, in generale, quello prodotto nel nostro Paese se era al latte risultava molto dolce, se era fondente molto amaro, per via di ingredienti che venivano inseriti nella miscela. Grazie alla Comunità europea è stata normata la composizione del cioccolato, e anche l’Italia si è dovuta uniformare, aumentandone la qualità. E il consumatore si è adeguato a questi cambiamenti? Il pubblico ha capito che bisogna consumare cioccolato nella quantità giusta, ma di qualità superiore. Insomma, se ne mangia meno ma di maggiore qualità e siamo disposti a pagare di più per questo, tant’è che il cioccolato artigianale è in crescita. I giovani continuano a mangiare cioccolato al latte, le persone più mature quello fondente, ora apprezzato
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fatte in casa a base di cacao puro - tiene sotto controllo la pressione, riduce il pericolo di trombosi, rivitalizza le pareti dei vasi sanguigni, aumenta il flusso di sangue a pelle e cervello, e aiuta il Dna ad esprimersi al meglio. Tutto merito dei polifenoli antiossidanti, che “assorbono” i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento e promettono una vita più lunga e più sana. E come mai nei momenti cupi si ha tanta voglia di cioccolato? A causa della sua associazione con la serotonina, uno dei principali neurotrasmettitori, che svolge un’azione inibitoria e tranquillizzante. Precipitarsi a divorare una scatola di gianduiotti dopo essere stati scaricati dal fidanzato, insomma, non è solamente uno sfizio consolatorio.
Dosi, mode e modi Ora che lo sappiamo, però, non è che siamo autorizzati a ingurgitare cioccolato dalla mattina alla sera: la dose consigliata è di 35 gram-
anche dalle donne, per ragioni di gola ma anche terapeutiche. Ci sono novità che arriveranno sul mercato? Credo che la personalizzazione delle tavolette di cioccolato diventerà la tendenza più cool del momento. La nostra azienda la lancerà al
ChocoShow di Bologna. In pratica, sulla tavoletta si potrà mettere in rilievo il logo aziendale piuttosto che un nome o un disegno. Non ci sono altri trend particolari: piace molto il cioccolato con chicchi di caffè o le praline col miele italiano. Sì, perché la pralineria dovrebbe essere “politicamente corretta”…
Politicamente corretta? Il cioccolato si sposa con molti ingredienti. Noi siamo di Bologna e utilizziamo le ciliegie di Vignola o i marroni di Castel del Rio. Ed essendo italiani, usiamo le nocciole del Piemonte, il pistacchio di Bronte o le arance di Sicilia. Una pralina politically correct deve essere in sinergia col territorio.
mi al giorno. E se siete tipi fantasiosi, potete sbizzarrirvi nel consumarla in mille modi. Provate con le tagliatelle al cacao (200 gr di farina, 100 gr di cacao e 3 uova) condite con sugo di cinghiale oppure con i funghi porcini, oppure con un bel brasato al cacao. I puristi del cioccolato, invece, oltre a preferirlo fondente, ultimamente si sono lasciati conquistare da quello al peperoncino, peccaminoso quanto intrigante. Ora anche la moda si sta dirottando verso la “purezza” oppure verso altri accattivanti accostamenti. Per chi ama invece il design, i must non possono che essere le creazioni di due artisti del cioccolato: il friulano Peratoner e il trentino Bronzetti, che con il cibo degli Dei confezionano dalle caffettiere alle macchine fotografiche, dalle penne alle scarpine di Cenerentola, tutte in formato reale. Ma il cioccolato ha anche altre molteplici declinazioni. Si parte dai massaggi e si arriva alle candele aromatizzate e, per le
Il vino perfetto Jerez Pedro Ximenez Williams & Humbert. Questo stile di Jerez (Sherry) è prodotto esclusivamente con uva Pedro Ximénez, diversamente dagli altri stili dove è il Palomino a rappresentare l’uva principale. I Pedro Ximénez sono molto densi, sciropposi e dolci, struttura robusta e aromi complessi di frutta secca e questo di Williams & Humbert, provato un sorso, non vi abbandonerà più.
Xxxxx xxxxa foto di Cesare e Andrea Cecchi; sopra, una bottiglia del nuovo vino Coevo, con cui l’azienda ha vinto il premio come migliore cantina-produttore dell’anno durante la cerimonia degli Oscar del vino 2010
serate ad alto tasso di sensualità, ci sono anche le penne per scrivere sul corpo con inchiostro al cioccolato (le si trovano, ad esempio su www.1969.fr). E che dire poi dei bagnoschiuma (in prima linea quelli di Acquolina) o delle maschere purificanti, sempre a base di cioccolato, per una pelle vellutata e da baciare? L’ultima, in campo di cosmetica, si è vista alla settimana della moda di Milano, dove ha debuttato Make Up, una nuovissima linea di cinque favolose praline - al limone, arancia, fragola, zenzero e lampone - creata da Giacomo Boidi per la Giraudi, e dove Chocotravels ha presentato il vero e le copie perfette di tanti piccoli oggetti che ogni donna usa quotidianamente per la propria bellezza: dal rossetto al lucidalabbra, dal sapone al profumo, dallo specchio allo smalto per unghie. Il tutto, ovviamente, al cioccolato.
Ingrediente preferito della cosiddetta cuisine d’amour, il cioccolato può essere consumato in mille modi, sotto forma di un intrigante cioccolatino al peperoncino o, perchè no, di un goloso e sensualissimo massaggio
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Badia di Nicotera (Vibo Valentia). Nelle giornate nitide, quando il sole splende sul Mar Tirreno cancellando ogni residuo di foschia, sulla linea dell’orizzonte, perfetta, si staglia ad ovest la sagoma maestosa ed enigmatica dello Stromboli. Proprio lui, il vulcano più capriccioso delle isole Eolie che si erge a decine di miglia di distanza ma che, da qui, sembra fare capolino appena dietro il dolce pendio su cui sono abbarbicate le prime case bianche del paese: così vicino da immaginare di poterlo toccare con la mano. Poco più in là, verso sud, alle spalle delle possenti gru del porto di Gioia Tauro che da lontano sembrano giganteschi uccelli bianchi e blu, il Monte Sant’Elia - “il balcone sullo Stretto di Messina” - apre la vista sull’ampia distesa di ulivi saraceni ed agrumeti che sommergono la Piana di Rosarno. In mezzo a questo panorama mozzafiato a cavallo tra le due province di Vibo Valentia e Reggio Calabria e impreziosito dallo scorrere lento dell’Appennino, già alla fine del 1800 Francesco Comerci coltivava, sulle pendici delle colline che da Nicotera arrivano fino al mare, il Magliocco canino, vitigno autoctono capace di strappare alla terra, con l’aiuto del sole e del vento che spira dalle acque del Tirreno, i profumi e i sapori necessari ad ispirare un vino brillante
Alla fine del 1800 Francesco Comerci coltivava ai piedi delle colline di Nicotera il vitigno autoctono Magliocco canino, padre di un grande vino. Oggi la poesia continua onorando la passione di famiglia di Francesco Condoluci
ed armonioso, ribattezzato appunto “il vino di Nicotera”. Un secolo dopo quelle prime vendemmie, l’antica Casa Comerci, con il suo vino ed il suo olio, le sue rose in cima ai filari, i suoi archi, è ritornata a risplendere di vita nuova. Grazie al sogno romantico di un uomo innamorato di questa terra e che nell’arte nobile della vinificazione ha trovato la via per onorare i ricordi e la passione di famiglia, oltre che un incomparabile piacere. «Se il sapore di un grappolo d’uva diventa un ricordo ricorrente, il pensiero ti riporta all’uva appena raccolta, agli uomini intenti a pestarla, al suono ritmico delle presse, all’odore dello zolfo che serviva a preparare i tini. Per questo, e per dare un seguito alla storia, è maturato il de-
In apertura, il vigneto di Badia di Nicotera che nel 2006 ha regalato un rosso di nicchia, il primo Libìci (una bottiglia a destra). Sopra, Domenico Silipo che dieci anni fa ha ripreso la tradizione di Casa Comerci, appartenuta al nonno, trasformandola in un’azienda moderna ma rispettosa del passato
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La dieta mediterranea di Nicotera Una vacanza in Italia. Il riscontro casuale di un dato. E uno studio che ha fatto il giro del mondo. Questa è, in sintesi, la storia curiosa e per certi versi paradossale, della dieta mediterranea”. La cui genesi affonda nel viaggio che Ancel Keys, scienziato americano della “Scuola Pubblica di Alimentazione” dell’Università del Minnesota, compì in Italia negli anni ’50. Nel suo girovagare tra i paesini più sperduti del Mezzogiorno, Keys si accorse che la gente più povera, le persone che mangiavano ancora pane, cipolla rossa di Tropea e pomodoro, erano molto più sani non solo dei cittadini di New York, ma anche dei loro stessi parenti emigrati ormai da tempo negli Stati Uniti. «Da allora – ha spiegato Antonino De Lorenzo, professore ordinario di nutrizione e alimentazione all’Università Tor Vergata di Roma – il valore nutrizionale della dieta mediterranea è stato dimostrato scientificamente dal celebre “studio dei sette Paesi». Nel quale i ricercatori misero a confronto le diete adottate dalle popolazioni di 7 paesi in nazioni diverse per verificarne benefici e difetti. Il risultato dichiarò che il regime alimentare migliore era quello degli abitanti di Nicotera, in Calabria, fedeli seguaci, appunto, della dieta mediterranea. La gente di Nicotera, aveva un tasso molto basso di colesterolo nel sangue e una percentuale minima di malattie di cuore grazie al loro semplice modo di mangiare fondato sull’olio d’oliva di frantoio, sul pane e la pasta ancora fatti in casa, su aglio, cipolla rossa, erbe aromatiche, tante verdure e poca carne.
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siderio di riproporre nella casa di famiglia, e nel terreno intorno, la coltivazione di un vitigno che nasce lì»: così l’avvocato Domenico Silipo, che aveva lasciato la casa di nonno Francesco Comerci negli anni ’60 per seguire una carriera forense che l’ha fatto approdare in Emilia Romagna, rievoca la sua scelta di riprendere, 10 anni fa, la tradizione di Casa Comerci, trasformandola in un’azienda moderna e all’avanguardia ma che non dimentica i valori del passato. «Per il vitigno non abbiamo avuto nessun dubbio: la nonna ha sempre puntato sul Magliocco e al Magliocco ci si rivolge senza esitazione », continua a raccontare Silipo. «La realizzazione della cantina ha ancora spunti romantici e idealistici, più ancorata ai ricordi che alla realtà. Nella prima vendemmia abbiamo pagato l’inesperienza, ma nel frattemIn questa pagina, in alto, il meraviglioso panorama di Nicotera con la sagoma maestosa dello Stromboli che si staglia ad ovest. A sinistra, un vino che l’antica Casa Comerci ha prodotto il secolo scorso
po la vigna è cresciuta e la cantina quieta e dal sapore di pietra antica ha aspettato pazientemente». Un’attesa ripagata nel 2006, quando i due ettari e mezzo di vigneto di Badia di Nicotera hanno saputo regalare il primo Libìci, un rosso di nicchia dal bouquet floreale e dal colore leggero, «che ti accompagna anche con il pesce, se vuoi» ama ripetere il padrone di casa, spiegando che per scegliere il nome del vino si è rivolto ad un amico pescatore: «Un giorno, a Capo Vaticano, gli ho chiesto di dirmi il nome in dialetto calabrese di un vento che spirava su quella spiaggia. “U’ libìci”, disse senza esitazione. E Libìci è stato, per evocare il vento che, raccolti i profumi del mare, viene ad accarezzare le vigne». Da allora, sotto le sapienti cure dell’enologo Giuseppe Meglioli e dei rampolli di famiglia che con entusiasmo danno una mano nella conduzione, Casa Comerci è cresciuta fino a diventare un piccolo gioiello del settore. L’unica azienda vinicola “a filiera completa” della provincia di Vibo, con una stazione meteo installata nel vigneto per conoscere in tempo reale dati su pioggia, umidità, temperatura di suolo e aria e bagnatura fogliare. In cantina, invece, c’è un computer a gestire i serbatoi in acciaio di ultima generazione e la vinificazione a temperatura controllata. «Casa Comerci non è solo vino», ricorda Silipo. «Mio cugino Francesco produce anche l’olio, una monocultivar ottobratica con coltivazione biologica. E dalle vinacce, ricaviamo una grappa, leggera e profumata come la rugiada del mattino, chiamata appunto Acquazzina, in omaggio al dialetto locale». E non finisce qui perchè gli eredi Comerci hanno già messo in piedi un progetto su un altro fondo di 12 ettari: anche qui Magliocco canino in massima parte e una piccola diversificazione, sempre vitigno autoctono, il Greco di Bianco, per una ulteriore sfida con un bianco. In cantiere c’è una nuova cantina, più grande con il recupero degli antichi strumenti per vinificare, da spiegare alle nuove generazioni, e una scuola di cucina per la valorizzazione dei prodotti alimentari del territorio di Nicotera, paese-emblema della dieta mediterranea di riferimento. Il sogno, insomma, continua.
Per saperne di più “Dieta mediterranea italiana di riferimento. La dieta di Nicotera nel 1960” di Antonino De Lorenzo e Fidanza Flaminio Editore EMSI (2006)
Sopra, l’incantevole giardino di Casa Comerci, unica azienda vinicola a filiera completa della provincia di Vibo Valentia, con una stazione meteo installata nel vigneto e un sistema di ultima generazione che gestisce la vinificazione a temperatura controllata
Identikit del vitigno Carneade chi era costui? Ebbene sì, la descrizione di questo antico e autoctono vitigno rosso calabrese potrebbe iniziare così. Esistono diversi Magliocchi: ci sono delle omonimie e quindi inevitabilmente molta confusione, soprattutto tra il Magliocco canino e il Magliocco dolce. Risultano vitigni ben distinti sia dagli ultimi studi e osservazioni in campo che dalla verifica dei profili genetici. Per complicare le cose, esiste una sinonimia confermata del vitigno Magliocco dolce con il vitigno Greco Nero. Si deve fare dunque attenzione a non confondere i vini ottenuti da Magliocco canino e Magliocco dolce. Le ragioni per le quali il Magliocco canino possiede questo insolito nome non sono state ancora scoperte. Localmente è denominato Magghioccu caninu. Ora, il Magliocco canino è coltivato soprattutto sul versante tirrenico. Ai primi del Novecento una delle più importanti aree di coltivazione di questo vitigno era la zona dell’entroterra calabrese di Nicotera, ad una altitudine di circa 200250 metri, zona che è stata convertita alla coltivazione dell’olivo dopo la seconda guerra mondiale. Altitudine che attenua le spiccate caratteristiche me-
diterranee del clima e che rende l’area particolarmente favorevole alla viticoltura. Questo vitigno si adatta a vari ambienti, terroirs e conformazioni geologiche, purché il suolo non sia troppo asciutto. Il Magliocco canino è una pianta generosa, per cui necessita di una gestione attenta, di contenimento. È considerata una cultivar tardiva perché raggiunge la maturazione nella prima metà di ottobre. Il grappolo è spargolo di media dimensione, a forma conica con ali molto spiccate, la buccia dell’acino, di colore blu nerastro, è molto spessa e pruinosa. Malgrado una buccia così colorata il vino che si ottiene non ha una forte intensità colorante: paradossalmente, questa caratteristica fa sì che il vino assomigli di più ad un vino ottenuto in una zona con clima continentale che ad un vino dei climi meridionali e caldi. Le caratteristiche sensoriali del vino, grazie a una vinificazione rispettosa della tipicità dell’uva, danno un vino di colore rubino vivace, con un naso fiorale e piacevolmente fruttato, in bocca spicca una gradevole freschezza con una giusta tannicità. Giuseppe Meglioli, enologo
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orto dei semplici
Piselli in pista Pronti per il piatto a primavera si seminano alle porte dell’inverno. Migliaia in varietà, ma sostanzialmente riconducibili alle due categorie “da sgusciare” e “mangiatutto”, questi legumi sono facili da coltivare anche in vaso con buchette di pochi centimetri
di M. Pia Fanciulli www.barbanera.it
Si raccolgono e si mangiano in primavera, ma il tempo per la semina dei piselli, allegri legumi che schizzano fuori dai baccelli e rotolano tra le dita lanciando bagliori di un bel verde brillante, è proprio ora. Molto nutriente perché ricco di proteine, consigliato per la crescita dei bambini e alle persone anemiche, anticamente il Pisum sativum era consumato nel periodo invernale perché poteva essere facilmente conservato con l’essiccazione. Poi, nel Medioevo, si iniziò ad utilizzarlo fresco e sgusciato. I piselli appartengono alla stessa famiglia botanica dei fagioli, quella delle leguminose, e ne esistono numerose varietà orticole. Il ciclo colturale è più o meno lungo e va dai soli 2-3 mesi per i piselli nani, a 5-6 mesi per i piselli rampicanti o semi-rampicanti. Si prestano con facilità anche alla coltivazione in vaso, dato che non richiedono terreni profondi: sono sufficienti buchette di 2-3 centimetri. Si possono raccogliere scalarmente finché sono teneri e dolci. Dopo, invece, con il procedere della stagione, gli zuccheri cristallizzano in granuli di amido e rendono i semi farinosi e meno gustosi. Comunque i piselli si consumano freschi o secchi, quest’ultimi soprattutto nelle minestre. In questo caso andranno tenuti in ammollo e cotti per un tempo di almeno un’ora, talvolta due. Se invece si acquistano freschi al mercato, nei mesi di primavera, sarà bene scegliere quelli dai baccelli lisci, pieni ma non troppo, e dal colore vivido. Mai prolungare la cottura oltre i 15 minuti, per evitare la perdita di sostanze nutrienti e sapore. Botanicamente parlando, il pisello - semi e baccello - è il frutto di una pianta erbacea annuale tipica dell’Asia centrale e dell’Europa. In America giunse soltanto nel XIX secolo. Conosciuto dai Cinesi da oltre 4000 anni, fu alimento noto anche agli Egizi, ai Greci e ai Romani. L’imbarazzo della scelta Al mondo esistono oltre un migliaio di varietà di piselli che si possono distinguere in due categorie: quelli da sgusciare e quelli detti “mangiatutto” delle varietà macrocarpon e saccharatum, noti anche come taccole, di cui si mangia il baccello come per i fagiolini. A patto però che questo sia piatto e con presenza di semi appena accennata. Se infatti il baccello presenta un aspetto bombato, vuol dire che è diventato duro e fibroso. Fa eccezione il tipo chiamato sugar-snap, una varietà abbastanza recente, gustoso anche se i suoi semi hanno raggiunto un certo sviluppo. Quanto ai piselli da sgusciare, i migliori sono le varietà gigante a fiore bianco, gigante svizzero, gigante dorato. Tra questi ognuno potrà scegliere, a seconda dei gusti, tra il tipo a semi lisci oppure grinzosi. Questi ultimi, ricchi di zuccheri solubili, restano dolci e teneri a lungo, a differenza di quelli a seme liscio che rapidamente induriscono e perdono in dolcezza.
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Coltiviamolo così Come per il fagiolo, anche per il seme dei piselli si dice che debba “sentire le campane”. Un modo per indicare una semina superficiale adatta anche al balcone. I vasi e il terriccio I piselli preferiscono terreni di medio impasto, ben lavorati, fertili e freschi, e non troppo calcarei, il che prevede un pH tendente alla neutralità o leggermente acido. Sono piante abbastanza resistenti al freddo e alle gelate primaverili, mentre possono essere danneggiate facilmente da siccità e temperature troppo elevate. La semina Si effettua nel mese di novembre nelle zone del centro-sud, da febbraio a marzo in quelle del nord. La semina in vaso richiede buchette profonde 2-3 cm al cui centro si interrano 3-4 semi. Mentre nell’orto si devono tracciare le file distanti da 50 a 100 cm, a seconda che si tratti di varietà nane che non necessitano di sostegni, o rampicanti che vanno invece provviste di supporti fatti con canne, frasche o apposite reti di plastica quando le piantine sono alte 10 cm. Meglio seminare in luna crescente. L’irrigazione deve essere moderata ma costante in tutte le fasi del ciclo. Punti deboli I piselli hanno meno bisogno di azoto da concimazione poiché riescono a fissare l’azoto dall’aria grazie ad alcuni batteri che vivono in simbiosi sulle sue radici. In generale temono la calura e i ristagni d’umidità. Sono quindi da preferire le posizioni ventilate. Se il terreno è secco, è bene provvedere ad un’irrigazione qualche giorno prima della raccolta per avere maggiore produzione, evitando possibilmente di bagnare le foglie quando fa troppo caldo. Raccolta e conservazione I piselli freschi si raccolgono scalarmente ogni 8 -10 giorni, e le varietà precoci possono essere pronte dopo solo 2 o 3 mesi dalla semina. Con il tempo diventano farinosi e insapori, ma se vengono raccolti quando i semi all’interno del baccello si toccano appena, saranno teneri e dolci. Quelli da seccare, invece, si raccolgono maturi. Le varietà rampicanti producono per un periodo più lungo, anche di 1-2 mesi. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna crescente.
Una siepe d’alloro Narra il mito che Apollo si innamorò della ninfa Dafne. E che lei, per sfuggire alle sue offerte amorose implorò il padre di “cambiarle” forma. Fu così che rami spuntarono dalle sue mani, foglie dai capelli, mentre il piede si abbarbicava al terreno. Divenne un alloro. Questa straordinaria pianta sempreverde che protegge i giardini dagli sguardi indiscreti e che dona foglie profumatissime da usare in cucina, rappresenta da sempre il trionfo della vita eterna sulla caducità. Volendo coltivarlo, il Laurus nobilis vuole terreni ben drenati, si riproduce per talea in luglio-agosto, oppure trapiantando in marzo dei piccoli arbusti di vivaio. Va irrigato con cura, evitando i ristagni. La potatura si effettua in marzo-aprile. Può essere coltivato anche in terrazzo, all’ombra, usando terriccio ricco di sostanza organica e proteggendolo d’inverno. Le foglie si raccolgono tutto l’anno mentre i frutti, belle bacche nere, in ottobrenovembre.
Buono a sapersi Per la prevenzione di parassiti e malattie è bene ricordare che esistono tra le piante nell’orto e nel giardino rapporti di buon vicinato che riducono, o eliminano, il ricorso ai trattamenti chimici. In particolare i piselli sono in buona compagnia con cetrioli e insalata. Da evitare, invece, nonostante siano entrambi legumi, la vicinanza dei fagioli.
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selezioni
di Cesare Aldesino
Bacalà senza errori Rispetto all’omonimo merluzzo con due “c”, salato e in barile, lo stoccafisso aperto a libro, ed esposto al vento e al sole del Nord per circa tre mesi perde una consonante a Vicenza dove è ingrediente principe di un piatto tipico. A celebrarlo ci pensa una venerabile Confraternita, che custodisce l’unica ricetta più vicina alla storica tradizione
In apertura, lo stoccafisso aperto a libro (il migliore è pescato nelle Lofoten in Norvegia) ha una linea laterale bianca su tutto il corpo e ventre brunastro. Dopo l’ammollo, viene battuto energicamente e ridotto a striscioline per la lunga cottura
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Come tutti i grandi cibi anche il baccalà ha una lunga storia. Nel Veneto lo stoccafisso arrivò durante il Concilio di Trento e la leggenda racconta che fu un “casolin de Santa Lussia” a trovare per primo il modo di cucinare il baccalà che, in breve, diventò molto popolare entrando nella tradizione culinaria vicentina. A Vicenza chiamano lo stoccafisso con il nome di bacalà (con una sola c), perché quando si parla di baccalà (con due c) ci si riferisce a quello salato non a quello secco. Pertanto: il baccalà è il merluzzo aperto a libro, pulito, diliscato, salato e imbarilato. Lo stoccafisso è il merluzzo aperto, ma seccato all’aria fredda, al vento ed al sole del Nord, esposto a lungo sui graticci di legno di Norvegia circa tre mesi. I nomi baccalà e stoccafisso, esprimono soltanto due modi diversi di trattare un unico pesce, il merluzzo. Il baccalà, quello che i vicentini intendono, adorano e degustano, altro non è che lo stoccafisso: loro sanno benissimo di cosa si tratta, ma continuano a chiamare lo stoccafisso “bacalà” perché è più simile alla parlata veneta, di più facile pronuncia che non stoccafisso. Il migliore è quello pescato nelle Lofoten sulla costa settentrionale della Norvegia, dal colorito verdastro o bruno, con macchiette gialle sul dorso, una linea laterale bianca su tutto il corpo e il ventre brunastro. L’amore per questo
succulento piatto ha indotto i vicentini a costituire, il I° marzo del 1987, la “Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina”, con sede a Sandrigo (Vi). Lo scopo è difendere, conservare e promuovere il piatto tipico vicentino, nonché di incoraggiare la cultura gastronomica locale e il turismo ad essa legato. La Confraternita ha curato l’istituzione di una “Strada del Baccalà” (con 26 ristoranti che propongono il piatto secondo la codifica del sodalizio) e la raccolta di tutte le vecchie ricette del bacalà alla Vicentina che, comparate, hanno portato all’approvazione, senza demonizzare le innumerevoli varianti ancora presentate, di quella che risulta essere la più vicina alla storica tradizione. A questo saporito piatto, poi, è dedicata una festa che si svolge annualmente nelle piazze di Sandrigo con degustazioni di bacalà alla vicentina. La curiosità In passato ogni famiglia o ristoratore ha sempre avuto la sua ricetta e, in Veneto, non è mai stato considerato un “mangiare dei poveri”, in quanto, preparato a regola d’arte, richiede tempi lunghi di preparazione e sostanziosi condimenti non a buon mercato. Abbiamo interpellato al riguardo il conte Giannino Marzotto, veneto di generazioni che, oltre ad esse-
re un appassionato di cucina (ha scritto un libro dal titolo Arte e Sfumature culinarie) è un gran cultore del bacalà alla vicentina. Ci racconta che il padre, conte Gaetano Marzotto industriale tessile (Lanifici Marzotto), aveva ricevuto dalla signora Anna Rezzara una laboriosa ricetta del bacalà di tradizioni ottocentesche, molto apprezzata in famiglia. Lui decise di far preparare il bacalà, seguendo la ricetta originale in un centro di preparazioni/cottura della nota catena alberghiera dei Jolly Hotels, di sua proprietà, per deliziare con tale manicaretto i buongustai che frequentavano i ristoranti dei suoi alberghi. Il conte Giannino, che si occupava di ricerca, realizzò una speciale macchina munita di trasduttori ad ultra suoni per sostituire l’onerosa “battitura”. Tale invenzione non ebbe fortuna e il padre lo mandò al diavolo e lui smise di fare ricerche di questo tipo. Lo stoccafisso acquistato era di “prima” qualità e dopo l’ammollo in acqua per due giorni consecutivi era battuto energicamente, ciò smembrava le carni e provocava un “rinverdimento”. Successivamente veniva lasciato sotto acqua corrente per un altro giorno ed infine tagliato a strisce per la lunga cottura. Si preparava un soffritto con olio extra vergine e cipolle, in cui venivano brevemente saltate le fette del ba-
calà comprese di pancia e pelle, appena infarinate. Si ricopriva di latte, un po’ di parmigiano, un battuto di acciughe sfumate con del vino bianco, abbondante olio di oliva, sale e una buona macinata di pepe bianco. Veniva arrotolato e ricomposto e, dopo averlo fatto pipare per ore (cottura senza mescolare), si tagliava a pezzi. La carne doveva rimanere bianca, se veniva cotto a fuoco alto diventava rosa e dura. Di norma si prepara una polenta gialla o bianca tenera da accostare al bacalà. Il connubio polenta e bacalà è ormai inscindibile e radicato nella tradizione popolare delle genti venete e non solo. Con il bacalà, la venerabile Confraternita la vuole calda, ma in fetta, tagliata con il filo di refe, direttamente sul “panaro”, mentre altri la prediligono morbida, pronta a infossarsi, a ricevere e trattenere tutti gli umori del bacalà. Per il bacalà ci vuole un vino che, oltre a sgrassare e pulire la bocca, non copra il gusto. In particolare quelli che rispondono a queste caratteristiche sono il Vespaiolo di Breganze, il Tocai Rosso di Barbarano, il Lessini Durello ed anche un buon Soave. Il bacalà alla vicentina è ritenuto molto benefico per la salute in quanto costituisce una delle fonti di proteine più importanti e concentrate, oltre ad essere molto ricco di iodio, calcio, ferro e vitamine A, B e D. Provare per credere.
In questa pagina, in basso a sinistra, il conte Giannino Marzotto, autore di un libro di cucina e gran cultore del bacalà alla vicentina. In alto, sempre a sinistra, un piatto di polenta e bacalà, un connubio ormai inscindibile e radicato nella tradizione popolare delle genti venete e non solo
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la scoperta
di Riccardo Lagorio
Cicerchia tra difficoltà e virtù Presente in limitate aree della dorsale appenninica centromeridionale tra le Marche e la Puglia, cresce, sempre più rara, su terreni poco fertili e calcarei ma è un toccasana per il nostro organismo. Non a caso, in qualità di “signor legume”, risponde all’appello della dieta mediterranea
Autunno: qualcosa di caldo da mettere nello stomaco? E se preparassimo una minestra di cicerchie e farro? Ecco trovato facilmente il farro, ma la cicerchia…!? Certo è meno facile anche nelle grandi città reperire questo legume che cresce in limitate aree della dorsale appenninica centro-meridionale tra le Marche e la Puglia. Le sue piante ed i baccelli, simili a quelle dei ceci, si sviluppano prevalentemente su terreni poco fertili, calcarei ed avversi alla coltivazione di altri legumi o cereali. Questa ragione ne ha decretato la quasi scomparsa ma è stata, in tempi passati, anche motivo della sua diffusione. I semi, cioè la parte edibile della pianta, presenti nei baccelli in quantità da tre a cinque, si presentano di forma irregolare, schiacciati, talvolta angolosi. Vengono raccolti a fine agosto, poiché il ciclo della natura consentiva alle società rurali un’adeguata dispensa per i mesi freddi dell’anno. Il colore della buccia, di solito poco coriacea, varia dal nocciola chiaro al bruno, con striature più scure sulla parte mediana. La cicerchia è ricca di proteine, calcio e fosforo e l’associazione con i cereali per il consumo è un toccasana per l’organismo umano. La vendita avviene quando i semi sono completamente essiccati. Il gusto della cicerchia ricorda quello dei ceci, ma con brividi amarognoli ed astringenti. Deve essere opportunamente messa in
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Nella foto accanto, i semi della cicerchia, presenti nei baccelli in quantità da tre a cinque, hanno una forma schiacciata e irregolare. Il legume, ricco di proteine, calcio e fosforo, dà il meglio di sé sul fronte salutistico se associato ai cereali
ammollo per un periodo di almeno cinque ore possibilmente con foglie d’alloro prima di essere utilizzata in cucina, avendo avuto l’accortezza di cambiare l’acqua dove ha riposato. Uno dei modi più gustosi per conoscere la cicerchia è quello di farne una spuma per condire i crostini o il baccalà. Opportunamente ammollata e bollita, viene lavorata nel passaverdura con disco fine ed aggiunta di olio extravergine d’oliva, aggiustando di sale e pepe. Piacevolissime con le tagliatelle condite d’olio, godetevi le cicerchie in un’insolita minestra, come suggerito all’inizio, con farro o altri legumi.
dove comprare Agricola Bittarelli Loc. Poggio del Sole Fraz. Vaiano Castiglione del Lago (Pg) agricolabittarelli.it
Azienda Agricola Angeli Frazione Capriglia Pieve Torina (Mc) Tel. 0737518149
Azienda Agricola La Castelluccia Frazione Castelluccio Norcia (Pg) Tel. 0737972549
Cooperativa La Bona Usanza Via Ceresani 11 Serra de’ Conti (An) Tel. 0731878568
benservito
di Michele Caracino
Il lato gourmand della Principessa di Kent Anche la nobiltà, se buongustaia, sa anteporre i gusti più intensi alle scelte considerate comunemente regali. Come quella volta che Sua Altezza Reale ha preferito la cotenna colma di grasso succulento a un poker di fettine magrissime di prosciutto Correvano i mitici anni ’80 quando il Conte Dottor Urbano Rattazzi mi incaricò di organizzare un pranzo per sua Sua Altezza Reale la Principessa Maria Cristina di Kent. Io e i miei collaboratori organizzammo un bel buffet variegato con vari piatti di pesce (salmone in gelatina, branzino al vapore, turbante di scampi, savarin di sogliole), salumi nostrani, timballi di pasta dolce e salata, riso pilaf con agnello al curry, risotto alla milanese e tante altre specialità. Svettava tra le pietanze un Prosciutto di Praga intero, cotto al forno, cucinato all’hawaiana con fette di ananas glassate con salsa Madera. L’incontro con Sua Altezza è tra quelli che ricordo con maggior piacere. E un sorriso… This please… Il buffet comincia e ci occupiamo dei piatti. Io ne preparo uno con fette magre di prosciutto, spicchi di ananas e salsa. Ultimata la composizione alzo lo sguardo per porgere il piatto al primo invitato della fila. È stato in quel momento che mi sono trovato davanti a Sua Altezza Reale in persona. Elegantissima, con fare molto cordiale, si è dimostrata in pochi attimi una gourmet di vaglia, capace in nome del gusto di travalicare i luoghi comuni con cui la gente si immagina usi e costumi della nobiltà. La Principessa, infatti, dopo aver rifiutato il piatto pronto mi ripete per un paio di volte: «This, please - this please!». Non conoscevo l’inglese, ma il dito puntato verso il prosciutto e la traduzione simultanea dell’invitato che le stava al fianco mi hanno illuminato. Sua Altezza Reale si riferiva alla cotenna e al grasso succulento del prosciutto per lei preferibili al piattino che avevo preparato scegliendo le fette più magre. Sono rimasto davvero colpito dalla scelta “poco regale” della Principessa, che al di là del titolo si è rivelata una “comune mortale” come tutti noi. Anzi un’eccellente buongustaia che premia i sapori più “popolari” in barba alle esigenze di stile. Come è finita? Il Conte Urbano Rattazzi, terminato il buffet ci ha raggiunto in cucina, ha ringraziato tutti per la serata ben riuscita, ricompensandoci con una ricca mancia. 118 viedelgusto.it
Nella foto accanto, Sua Altezza Reale la Principessa Maria Cristina di Kent che, in occasione del pranzo preparato in suo onore dal nostro Michele e dai suoi collaboratori, si è dimostrata una gourmet di vaglia, capace di premiare, in barba alle esigenze di stile, i sapori più popolari
ENCOMIO ALLA QUALITÀ - IDENTITÀ DI UN’AZIENDA
Parliamo spesso di qualità in vigna e in cantina per ottenere un prodotto speciale, e questa è sicuramente la prerogativa di Terredora, l’Azienda vitivinicola che nasce a Montefusco in provincia di Avellino. Ho avuto occasione di conoscere l’Azienda, il territorio, ma soprattutto una Famiglia, quella di Walter Mastroberardino, con i figli, Daniela, Lucio e Paolo, che mi hanno insegnato la filosofia della vigna e dei vigneron. Come se fosse la prima volta, rivedo quelle colline dove incontrastata domina la vite, che ogni stagione fa dono di grappoli d’uva, e che soltanto mani esperte sapranno trasformare in ottimo vino. E l’esperienza dei padri si traduce in conoscenza, competenza, che in cantina diventa qualità. E’ in cantina che i vini di Terredora, cominciano ad avere la loro identità. Come fossero figli, ecco che crescono, e lentamente si affinano, prima in botte e poi in bottiglia. Sono riconoscibili dal nome ma soprattutto dai profumi, che in bocca lasciano un ricordo indelebile anche a chi non ha pratica di degustazione. Mi sono fatto raccontare tutto del territorio in cui la vite regna
sovrana, ho chiesto a Paolo Mastroberardino, enologo insieme a Lucio il fratello, com’é possibile avere una così variegata tipologia di terreni. Sono queste – ci dice - le zone più vocate alla coltivazione della vigna, allora impariamo che CampoRe oltre ad avere un’ottima esposizione, è il terroir coltivato sia a Fiano che ad Aglianico, per ottenere le Grandi Riserve del Fiano di Avellino Docg, e del Taurasi CampoRe Docg. Un altro territorio il Terre di Dora, importante perchè da qui nascono altri crù di Fiano di Avellino Docg, e poi ancora con Terre degli Angeli, Loggia della Serra e Pioppo del Cappuccino, da cui nascono i più conosciuti crù di Greco di Tufo Docg, che vi esorto a bere, con gusto, con parsimonia, insieme alla Falanghina e all’Aglianico nati sul terreno dei Casali della Baronia. Terreni che evocano fatica, lavoro che viene ripagato da vendemmie importanti e dalla soddisfazione di essere riusciti a ottenere un vino ricercato, che piace. Come mi piace sempre ricordare il primo sorso di un bianco, bhè quando avrete degustato i bianchi di Terredora vi renderete conto di quel-
TERREDORA DI PAOLO S.S.A. (Società Semplice Agricola) Via Serra Snc - 83030 Montefusco (Av) - Italia Tel.++39.0825.968215 Fax ++39.0825.963022 www.terredora.com info@terredora.com
RISTORANTE VILLA DELICATO
BUCATINI ALLA “DELICATO” Ingredienti per 4 persone 400 gr. di Bucatini rigorosamente “De Cecco” 200 gr. di filetto di pomodoro cotto 200 gr. di “sugo di carne” 200 gr. di pancetta tagliata a cubetti 150 gr. di Burro 200 gr. di Fior di latte 100 gr. di Panna da cucina 1 pizzico di pepe Parmiggiano reggiano e basilico a seconda del piacere!!!
la Identità di cui vi parlavo, dove in ogni sorso di Greco di Tufo trovate la differenza, Loggia della Serra, o Terre degli Angeli. Il Fiano di Avellino del crù CampoRe e quello di Terre di Dora, per non parlare dell’Aglianico, che poi diventa Taurasi con l’affinamento e con gli anni trascorsi in cantina, e in un sorso sentiremo i profumi di un vino importante, dove primeggia l’eleganza, dove le mani sono quelle di uomini cresciuti con l’idea di dare Identità ai loro vini, come fossero figli, che una volta maturi, saranno apprezzati per la loro qualità. Renato Rovetta
Procedimento Rosolare nel burro la pancetta, aggiungere il filetto di pomodoro, il sugo di carne, il fior di latte, la panna, e il basilico. Cuocete la pasta, dopodiché versatela nel sugo gi preparato e mantecatela aggiungendo il formaggio e il pizzico di pepe!
Storia Ristorante: Nel 1977, tre fratelli Antonio Vittorio e Pasquale, Fondarono uno tra i pi rinomati ristoranti della Campania il ristorante “Dal Delicato”, nel 2009 Marco Martino figlio di Antonio fonda a Frattamaggiore “Villa Delicato” seguendo le orme del padre con la speranza di onorare la carriera del suo predecessore!!!!! Via A. Volta 34, 80027 Frattamaggiore (NA) 0818310060-3396091556
mercatini
La vetrina
scende in piazza
Non soltanto bric-à-brac, ma anche antiquariato, modernariato, prodotti tipici. I banchi multicolore di molti centri italiani sono l’occasione giusta per trovare la chicca del territorio, l’oggetto da collezione e la curiosità più impensabile. Dedicati a chi ama trovare spulciando qua e là
a cura di Maria Chiara Cervi
Di tutto un po’ Oggettistica, gioielli 7 novembre (ogni prima domenica del mese) P.zza del Mercato, La Spezia - Info: tel. 0187734314 Usato domestico, modernariato e antiquariato 7 novembre (tutte le prime domeniche del mese) Porto turistico fluviale Boretto (Re), dalle 7 al tardo pomeriggio - Info: tel. 3282215635 Oggetti Liberty 13-14, 20, 27 novembre - (seconda domenica e il sabato) Via XX Settembre, Casale Monferrato (Al) Info: tel. 0142454757 Dischi, grammofoni, boccali di birra, ceramiche, foto d’epoca, giocattoli antichi 14 novembre (ogni seconda domenica del mese), dalle 8 al tramonto - Piazza della Repubblica, Muggia (Ts) Info: tel. 3397495333 Dipinti e stampe antiche, antiquariato cartaceo, orologeria da collezione, vetri, porcellane, 14 novembre (ogni seconda domenica del mese), orario 9-21 - Piazza della Prefettura, Campobasso Info: tel. 0773600873 Antiquariato e collezionismo 21 novembre (ogni terza domenica del mese; a dicembre il giorno 8), orario 9-21- Viale XXV Aprile, Colleferro (Roma) - Info: tel. 3473638993
Militaria Militirreno 6-7 novembre Pala Livorno, Livorno - Info: tel 057122266 Milipiave - Mostra scambio di Militaria 14 novembre Spresiano (Tv) - Info: tel. 3488202619 Militaria alla torre - Mostra mercato di Militaria 27-28 novembre - Museo Memoriale della Libertà, Bologna - Info: tel. 051461100
Solo carta 27-28 novembre (ogni quarto sabato e domenica) Valmontone (Roma) - Info: tel. 069066050 Usato, rigatteria, antiquariato e artigianato 28 novembre (ogni quarta domenica del mese, tranne agosto e dicembre), dalle 9 per tutta la giornata Ripa Naviglio, Robecco Sul Naviglio (Mi) Info: tel. 0294921163 Orologi, libri e stampe antiche. Antiquariato 28 novembre (ultima domenica di ogni mese, escluso luglio), Ex fabbrica Perfosfati, Cerea (Vr), orario 9-18 Info: www.mercatinodicerea.it
Enogastronomia Alimenti biologici 4, 11, 18, 25 novembre (tutti i giovedì del mese), pomeriggio - Via Arniense e Piazzetta della Pescheria, Chieti - Info: tel. 0871400075 Prodotti biologici e di qualità del territorio di Arezzo 6 novembre (ogni primo sabato del mese), orario 9-19 Portici di via Roma e Piazzetta Sopra i Ponti, Arezzo Info: tel. 0575259154 Prodotti tipici e bestiame 7 novembre (ogni prima domenica del mese), orario 7,30-14 - Via Mirtense, Osteria Nuova di Frasso Sabino (Ri) - Info: prolocofrassosabino@tiscali.it Prodotti biologici e naturali 7 novembre (ogni prima domenica del mese) Piazza Piccinino, Perugia Info: tel. 0758352067 Prodotti tipici del territorio, realizzati con una filosofia biocompatibile 7 novembre (ogni prima domenica del mese), mattina Piazza Mercato Vecchio, Lamezia Terme (Cz) Info: tel. 3358217619 Mostra mercato del tartufo, del vecchio e dell’antico, delle cose buone 7, 14, 21 novembre - Centro di Savigno, Savigno (Bo) Info: tel. 0516700811/07 Specialità oltrepadane a chilometro zero 7-21 novembre, orario 9-18 - Piazzale antistante la Certosa di Pavia (Pv) - Info: tel. 3477264448 Mostra-mercato di prodotti tipici regionali 27-28 novembre (ogni ultimo week-end del mese) orario 9-20 - Via Rivarola, Chiavari (Ge) Info: tel. 0185370204
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La storia di Caffè Ginevra inizia nel 1923 quando il Cavaliere Massimino riuscĂŹ a creare, utilizzando una tostatrice a mano, una miscela di caffè particolarmente fragrante ed aromatica, che in breve tempo si distinse per qualitĂ e personalitĂ . Il figlio Pietro è riuscito poi a fissare lo standard di alta qualitĂ della segreta ricetta “Miscela Ginevraâ€?, che utilizza le migliori coffee Arabica e Robusta, conquistando numerosi estimatori anche internazionali. Oggi Caffè Ginevra, che vanta una produzione di 2.000 tonnellate di caffè annui, impegna impianti di moderna concezione ma sempre nel rispetto dell’antica tradizione. Ogni miscela segue un particolare processo di confezionamento, studiato per salvaguardarne la fragranza originaria: appena tostato e macinato, il caffè è
racchiuso in pacco morbido (soft touch) in atmosfera protetta con valvola unidirezionale salvaaroma, che impedisce all’ossigeno di entrare a contatto con il prodotto e alterarne le caratteristiche. A ciò si accompagnano rigorosi controlli di qualità , tracciabilità , controlli HACCP e regolari analisi di laboratorio sul crudo ed il cotto (l’azienda opera secondo gli standard UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001).
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La doppia anima del saper fare Gli esempi unici dell’arte musiva ed orafa nel Lazio
da pag. 128 Rubriche
• Homo faber • Ecosostenibile • Cosa c’è di nuovo • I mitici
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artigianato&design
La doppia anima del saper fare Tappa in Lazio per scoprire una duplice vocazione in materia d’artigianato: l’arte del mosaico e la lavorazione orafa hanno prodotto esempi unici, entrando nella storia di Alessandra Favaro
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In apertura, l’affascinante laboratorio della “Carlo Meloni Mosaici Artistici”. A destra, partendo dall’alto, Carlo Meloni, esperto nella lavorazione di marmi policromi e della tecnica del mosaico filato, e Antonio Cassio, con un particolare del prezioso pavimento a mosaico realizzato per la Sala Rotonda dei Musei Vaticani
Un modo per scoprire l’artigianato artistico nel Lazio, è quello di raccontarlo attraverso il suo duplice sviluppo, tra il sacro e il profano. Alcune abilità infatti sono nate sotto l’influsso della Chiesa e della nobiltà: come l’arte orafa, o l’arte musiva. Eccellenza quest’ultima, che ancora oggi è rappresentata da due veri maestri nel campo, ovvero Antonio Cassio e Carlo Meloni: due maestri del mosaico, che con le loro opere certosine hanno decorato chiese, musei, residenze private, fino a diventare due sinonimi di eccellenza a livello internazionale. Basta dare un occhio al loro curriculum, oltre che ai loro maestosi lavori. Il primo, Antonio Cassio, è fondatore del Laboratorio “Mosaici Artistici A. Cassio” mentre Carlo Meloni, artista-artigiano, è tra i più importanti insegnanti italiani di teoria e tecnica dell’arte musiva. Artisti del mosaico. La storia di Cassio per esempio è essa stessa il paradigma di questa duplicità dell’arte musiva. Figlio d’arte, (suo padre Lorenzo fu direttore per circa 40 anni dello “Studio del mosaico” della Città del Vaticano) nei primi anni ‘50, insieme al fratello Fabrizio, realizzò su disegno dell’Accademico d’Italia, Pietro Gaudenzi, i mosaici della Pala di Altare e i pavimenti del chiostro e della cripta del Collegio Nord americano, al Gianicolo di Roma. Numerosissime le collaborazioni con committenti prestigiosi, in Italia e all’estero, e nel 1985 esegue il mosaico pavimentale per il “Memorial John Lennon” del Central Park di New York. Nel Laboratorio “Mosaici Artistici” di Antonio Cassio tutti i lavori vengono eseguiti con l’antica tecnica dei famosi mosaici romani per i quali si utilizzano esclusivamente materiali pregiati del tutto identici a quelli usati in antichità. Per questo vengono forniti dall’Antica Ditta A. Orsoni di Venezia, che fab-
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La borsa di Tolfa Da una parte Roma: caput mundi, immensa, cosmopolita. Dall’altro lato, la provincia e le campagne, dove prendono vita alcune produzioni storiche, simbolo di una vita di paese e di una filosofia dell’autosufficienza. Come nel caso della concia del cuoio. L’esempio più famoso, sono le borse a tracolla di Tolfa, borgo tra Bracciano e Civitavecchia: la storica “borsa della rivoluzione” indossata da una generazione intera, quella del ’68, simbolo di un mondo che stava cambiando, ma con addosso un prodotto manifatturiero della tradizione. La “catana” infatti nasce nel 1575, ad opera di un tale “Mastro Stefano”. Oggi la località è così famosa con il termine “tolfa” è diventato un sinonimo per dire tracolla, bisaccia. La Tolfa sta vivendo una seconda rinascita, con la Pierantozzi World revolution, che rilancia l’accessorio con un nuovo appeal sempre secondo la tradizione: attenzione ai particolari, pelle di qualità, produzione artigianale, tanto che ogni borsa prodotta è un pezzo unico. La tolfa è stata reinterpretata da Pwr anche alla luce dei personaggi che nel mondo hanno provocato “rivoluzioni”. Ecco così nascere modelli che rappresentano l’incontro dell’artigianato con le arti figurative e la cultura street: la borsa della rivoluzione con Barack Obama e Martin Luther King, John Lennon,Gandhi.
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Su gentile concessione di Pwr
artigianato&design
brica smalti e ori per mosaico dal 1888, mescolando così due eccellenze del made in Italy in opere grandiose. A Roma di pari grandezza è l’operato di Carlo Meloni. A metà degli anni ’60, il maestro ha fondato l’azienda “Carlo Meloni Mosaici Artistici”. Al pari di Antonio Cassio, le opere di Meloni sono esposte in molti paesi e si sono aggiudicate numerosi premi. Esperto nella lavorazione dei marmi policromi, di restauro (manutenzione del complesso del Foro Italico) nonchè della particolare ed originale tecnica, nata a Roma, del mosaico filato. Un talento che non ha reso Meloni altero o vanitoso: fiero del suo lavoro, resta un uomo gentile, disponibile, interessato a creare. Tra i suoi lavori, il restauro delle terme di Caracalla e, per i privati, Villa Pearl Palace, della Principessa Shams Pahula VI a Teheran in Iran.
Nicchie di sapere C’era poi, e resiste con nicchie affermate, un artigianato “profano”, sviluppato proprio per soddisfare le esigenze della popolazione. In Lazio è tipica per esempio la lavorazione orafa e dei metalli, partita proprio dalla creazione di tegami, mestoli e oggettistica necessari per le attività domestiche di ogni giorno.Ancora, da segnalare, le produzioni in rame sbalzato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, a Frosinone e Sora; il ferro battuto, che vede le sue nicchie di produzione a Tivoli, in provincia di Roma, Latina, Pontecorvo, Sora, nel Frusinate nel Viterbese, a Tarquinia e nel Teatino. Impossibile dimenticare la produzione anche di utensili in terracotta realizzati per esempio in Ciociaria e nel nord del Lazio, ispirati a quelli etruschi e della ceramica: famosa soprattutto nella zona di Viterbo.
A sinistra, la storica borsa di Tolfa, nata nel 1575 nell’omonimo borgo tra Bracciano e Civitavecchia, è stata il simbolo della generazione del ‘68; oggi la Pierantozzi World Revolution la reinterpreta con un nuovo appeal, ispirato ai personaggi che hanno provocato “rivoluzioni”, ma sempre nel rispetto della tradizione artigianale
Foto di Cna Viterbo
Intanto, in Lazio è scattato il via libera per il contrassegno di qualità per l’artigianato artistico. Imprese artigiane con più di cinque anni di attività e impegnate in alcuni settori della tradizione, potranno fare richiesta per ottenere un marchio di qualità e certificare le loro produzioni. I primi quattro disciplinari di produzione riguardano la ceramica, il legno, i metalli comuni, i metalli pregiati-pietre preziose-pietre dure-lavorazioni affini. La Cna fornirà agli interessati le informazioni sui nuovi strumenti per la tutela e la valorizzazione dei settori artistici e assistenza gratuita alle imprese associate nella predisposizione della documentazione da presentare alla CPA (per info www.cnaviterbo.it).
Foto di Cna Viterbo
Verso la certificazione di qualità
In questa pagina, alcune eccellenze dell’artigianato laziale “profano”; a sinistra, un cratere falisco a volute e, a destra, un piatto rinascimentale da parata, entrambi realizzati dalla bottega Mastro Cencio di Vincenzo Dobboloni. In basso, una tipica produzione artigianale di conche in rame presso Veroli, in provincia di Frosinone
Per saperne di più Antonio Cassio, fondatore del Laboratorio “Mosaici Artistici A. Cassio” Via Delle Fornaci, 48 - Roma Tel. 066390520 www.artisticmosaic.com Carlo Meloni, Via di Bravetta, 342 - Roma Tel. 06066664438 PWR, Pierantozzi World Revolution Via Frangipane, 13 - Tolfa Via della Croce, 68 - Roma Tel. 0766940159 www.pieranto zziworldrevolution.com/it/ www.thebarackobamabag.com
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homo faber
di Alessandra Favaro
Tarocchi magici A due passi dalla Stazione Centrale di Milano, in via Fara ha da poco cambiato location una botteganegozio unica nel suo genere: si tratta de “Il meneghello” di Osvaldo Menegazzi. Vero e proprio opificio e spazio espositivo di un prodotto più unico che raro: carte antiche e artistiche, prodotte e ideate da quest’uomo d’altri tempi In apertura, Osvaldo Menegazzi, da oltre trent’anni creatore e collezionista di tarocchi, al lavoro nella sua magica bottega milanese (un particolare dell’insegna nella foto in basso)
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Un mix tra Harry Potter e Dorian Gray: potrebbe essere descritta così l’atmosfera che si respira una volta varcata la soglia de ‘Il meneghello’, bottega “magica” di tarocchi antichi e rari, che da pochi mesi ha cambiato sede, restando in via Fara, ma qualche numero civico più in là. In un negozio colmo di carte rare e scatole artigianali, opere d’arte curiose, sculture ispirate agli arcani maggiori, oggetti strani, vengono in mente le ambientazioni del famoso maghetto nato dalla penna di J.K Rowling. Poi arriva lui, l’artefice di queste carte così curiose. Lui è Osvaldo Menegazzi, classe 1930, portamento elegante e occhi profondi. E ti chiedi, in un’ambientazione così misteriosa, se da qualche parte non tenga nascosto un quadro come quello che permetteva a Dorian Gray l’eterna giovinezza, invecchiando al posto suo. Qui, infatti, tra mura a vista e ampie volte sul soffitto, di quadri ce ne sono tantissimi. Più di quanto si possa pensare a prima vista: i soggetti, sempre diversi ma sempre gli stessi: ar-
cani, carte da gioco, antichi mazzi ricreati fedelmente. Tutto qui dentro è creato a mano da Osvaldo. E rappresenta i tarocchi con realizzazioni fatte a mano e numerate, ispirati a quelli antichi oppure riproposti in edizioni speciali. Ci sono i mazzi tematici, dedicati al Futurismo, piuttosto che Salvador Dalì, alla Cabala e anche alla Massoneria (collezione rarissima ed esaurita). Chi è Osvaldo Menegazzi e qual è il suo mestiere? «Non è facile dirlo - spiega sorridendo il collezionista - mi interesso e creo da più di trent’anni carte da gioco antiche». Osvaldo crea e colleziona tarocchi. A volte riproducendo edizioni rare, citate per esempio nell’Enciclopedia Americana di Kaplan, o in The Encyclopedie of Prediction. Fogli fragili e preziosi, noti a esperti e collezionisti di tutto il mondo. La sua collezione viene stampata e riprodotta da 300 a duemila esemplari circa. «Sono forse ancora l’unico ancora in circolazione che fa questo mestiere. Tutto quello che vedete qui dentro, l’ho fatto
testi e foto di Alessandra Favaro
Carte come arte Recentemente, il Ministero per i Beni Culturali ha acquistato per la Pinacoteca di Brera, per la cifra faraonica di 800 mila euro, l’unico mazzo completo di tarocchi, incisi su metallo, del Rinascimento. Sono i Tarocchi Sola Busca, realizzati da un maestro ferrarese intorno al 1490; si tratta di lastre dipinte a tempera in diversi colori, con argento e oro su vari scudi e stemmi. È un acquisto di grande importanza che fa di Brera il museo con il più ragguardevole patrimonio di prestigiosi giochi di carte del Rinascimento. Un mostra sulla cultura ferrarese dovrebbe mostrarli al pubblico a fine anno.
Dove si trova Il Meneghello
di Osvaldo Menegazzi Via Fara 12, Milano Tel. 026702817
io», commenta orgoglioso. Carte acquarellate a mano, confezionate a libro, originalissime scatole di legno per contenerle, realizzate anch’esse dalle mani di Menegazzi nel suo piccolo laboratorio interno al negozio, sculture, collage. Mai un prodotto uguale all’altro. «I tarocchi sono oggetti d’arte, piccole litografie. Che possono stare benissimo su un mobile d’antiquariato, del Settecento o del Seicento. Per memoria storica, conosco i giochi e li so leggere, ma io non sono un cartomante e con quelle cose non c’entro nulla. Io guardo l’aspetto artistico e storico. D’altronde prima del Settecento queste carte illustrate erano un semplice passatempo, come la Scopa o la Briscola», racconta e conclude: «Nelle carte, c’è la storia dell’uomo». In questa pagina, carte rare, scatole artigianali, opere d’arte curiose, sono tutte create da Osvaldo e rappresentano i tarocchi, con realizzazioni fatte a mano e numerate. I tarocchi sono ispirati a quelli antichi o riproposti in edizioni speciali
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ecosostenibile
di Claudia Cassinari
Il risparmio energetico non è più un lusso La salvaguardia dell’ambiente, una politica di efficienza energetica e un obiettivo di risparmio economico possono procedere insieme, grazie alle nuove tecnologie e ad un’attenta pianificazione degli interventi sugli immobili. Abbiamo intervistato in merito l’Ingenier Adriano Guaiumi, Direttore Generale di Cristoforetti Ser, azienda energetica attiva in tutto il Nord Italia
Ingenier Adriano Guaiumi
Ingenier Guaiumi, in che modo secondo Lei l’ecosostenibilità può rappresentare una reale opportunità per l’economia e il lavoro? Tutto passa attraverso un maggiore rispetto dell’ambiente favorito dall’utilizzo di tecnologie più efficienti, che liberino risorse economiche e qualifichino le risorse umane. Cito un esempio, frutto dell’esperienza Cristoforetti nei condominii di Mestre: gli interventi realizzati a favore del Complesso CITA hanno permesso di ridurre in maniera rilevante l’impatto ambientale delle centrali termiche, grazie al passaggio di alimentazione da olio combustibile BTZ a metano. Non solo abbiamo ottenuto efficienza energetica e risparmio economico, ma anche una drastica diminuzione dell’anidride carbonica emessa in atmosfera e degli agenti inquinanti (diossidi di zolfo, ossidi di azoto, polveri sottili, ecc.) presenti nelle emissioni, eliminando inoltre tutto il transito (fastidioso, rumoroso e inquinante) di camion che rifornivano periodicamente le cisterne condominiali. Quanto c’è ancora da fare in Italia rispetto ai Paesi stranieri? In Italia il percorso giusto da intraprendere è la scelta energetica specifica rispetto ad ogni luogo: la parola chiave a mio avviso è diversificazione. Una di queste è il teleriscaldamento: abbiamo progettato e costruito l’impianto di teleriscaldamento a Trafoi (Val Venosta), e curiamo in collaborazione con CPL
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Concordia la manutenzione della centrale di Predazzo in Val di Fiemme, una delle più importanti del Trentino. Abbiamo inoltre in gestione la rete gas gpl di diversi comuni del Triveneto, che hanno scelto un sistema di approvvigionamento energetico più rispettoso dell’ambiente, spesso autentico patrimonio turistico da tutelare. Come si pone la Cristoforetti nei confronti del mercato e per risolvere le esigenze più articolate e complesse? Una caratteristica importante di Cristoforetti è la dinamicità d’impresa, che ha portato l’azienda a cercare il fatturato non solo nel settore pubblico. Dieci anni fa abbiamo dato impulso al settore privato con la gestione di condomini, centri commerciali e banche, alberghi, case di riposo, diversificando l’attività rispetto alla gestione pubblica classica (ospedali, scuole e istituti pubblici). Così siamo arrivati a Villa d’Este, giudicato nel 2009 “il migliore Hotel del Mondo” secondo la rivista americana Forbes, anche grazie alla gestione calore curata da noi. Che tipo di ricettività riscontrate nel proporre le tecnologie più efficienti nella gestione energetica degli immobili? Noi proponiamo la gestione calore sempre più con l’ottica del global service: nei centri commerciali e nelle gestioni calore condominiali è emersa la capacità di Cristoforetti di essere competitiva in nicchie di mercato tradizionalmente occupate da imprese artigiane. Per essere efficaci occorre offrire servizi a costi contenuti, e proporre le riqualificazioni tecnologiche finanziandole in proprio: così l’efficienza energetica si paga con il risparmio economico. La nostra strategia di penetrazione è riuscire non solo a gestire al meglio la manutenzione ma anche proporre soluzioni tecnologiche migliorative, soprattutto sull’aria e sul freddo, che sono le esigenze più sentite nei centri commerciali e residenziali per accresciute esigenze di comfort. Noi curiamo già da diversi anni la riqualificazione dei condominii con la ripartizione individuale dei consumi, cosa che in Germania è obbligatoria da anni per legge. Con la ripartizione - che in alcune province e regioni (ad esempio Torino o la Lombardia) usufruisce anche di finanziamenti pubblici – si è consuntivato un risparmio di combustibile tra il 15 e il 20%, e quindi una significativa riduzione delle spese di riscaldamento.
Nella pagina accanto, la piscina di Villa d’Este, il resort di Cernobbio che si avvale dei servizi di Cristoforetti Ser per la gestione del complesso (Hotel e Ville) sul Lago di Como. In questa pagina, in alto, Villa d’Este che ospita ogni anno eventi internazionali e 120 mila presenze, richiede servizi di condizionamento e riscaldamento estremamente efficienti; in basso, il complesso condominiale Lungofoglia a Pesaro (640 appartamenti e 2000 residenti) nel quale è stata approntata la riqualificazione della centrale di cogenerazione con diversi applicativi tecnologici per la contabilizzazione individuale dei consumi
L’azienda in breve Cristoforetti Ser (Servizi Energia) è una società operante nel settore dell’energia e della gestione calore in tutto il Nord Italia. È controllata da Cristoforetti SpA - una delle maggiori società dell’Italia settentrionale per la distribuzione di prodotti petroliferi da riscaldamento - e da CPL Concordia Group, che gestisce il calore in 15 province italiane e in decine di comuni. L’attuale struttura operativa si avvale di oltre 70 fra collaboratori e dipendenti, e può contare su quattro sedi: Trento, Padova, Trieste, Milano. Cristoforetti attualmente gestisce il calore in oltre 700 strutture condominiali di varie dimensioni; inoltre, fra le commesse più rilevanti, annovera la manutenzione e conduzione degli impianti tecnologici del complesso di Villa d’este a Cernobbio (CO), la manutenzione di due importanti quartieri dell’interland milanese (“Verde Vivo” e “Verde piscine”) per un totale di 540 appartamenti, la riqualificazione delle centrali termiche del Complesso CITA di Mestre (VE) e il Global Service per il centro commerciale La grande Mela di Verona (il 4° più grande in Italia).
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cosa c’è di nuovo
Poco zucchero, grazie
di Gilda Ciaruffoli
Alberto Alessi definisce la collezione Ovale, che segna l’ingresso nel catalogo dell’azienda dei fratelli bretoni Ronan e Erwan Bouroullec, come “neoprimitiva” e “volutamente poco zuccherata”. È una linea che parla di quotidiano, di colazioni, pranzi e cene. E la ceramica la fa da padrona.
Fumè da bere
L’uccello dalle piume d’acciaio
Sobrietà è la parola chiave delle novità Italesse. Non tanto per le linee essenziali, né per le eleganti sfumature di colore fumè. Quanto per la natura stessa di Tonic Beach e Vas: una linea di bicchieri polifunzionali in Policrystal disegnata dagli scandinavi Claesson Koivisto Rune, e una caraffa panciuta in vetro soffiato a bocca ideale per delizie analcoliche, a firma Todd Bracher.
Produce tè e idee raffinate, Alan Chen, designer di Honk-Kong, che presenta per Alessi la linea Tea Matter di cui fa parte il Passatè in gabbia, che ci parla (cinguetta?) di arte e tradizione cinese.
Guardare la superficie e vedere oltre Esempio di una nuova generazione di materiali in pietra acrilica, Hi-Macs è un prodotto di qualità superiore. Ottimo per il lavoro con gli alimenti, è la scelta di molte aziende produttrici di cucine che giocano con le sue potenzialità per realizzare applicazioni che escono dallo spazio cucina ed esplorano infinite possibilità di design, sperimentando nella forma e nel colore. La sua superficie priva di pori e respingente nei confronti dello sporco permette una facile pulizia. Elevata la resistenza al calore e ai prodotti chimici di quotidiano uso casalingo.
Guarda che fortunati! Realizzati in ceramica di Iznik con inserti di cristallo, i vasi Eye sono prodotti in serie limita. Sebastian Bergne li ha disegnati per Gaia&Gino e Swarovski Elements pensando al Nazar, l’amuleto portafortuna che protegge dal malocchio chi lo possiede e assicura buona sorte alle navi di pescatori.
Perfezione garantita Winterhalter, leader mondiale nella progettazione di sistemi di lavaggio professionali, offre una vasta gamma di prodotti che permette di soddisfare al meglio ogni tipo di esigenza Lavastoviglie affidabili e robuste. Ma non solo. Grazie alla sinergia tra macchina, trattamento dell’acqua, prodotti chimici e accessori, Winterhalter diventa garante di risultati di lavaggio impeccabili. A macchine innovative come le lavastoviglie sottobanco della nuova serie UC, alle lavastoviglie a capot della serie GS 500 e alle lavaoggetti della serie GS 600, Winterhalter abbina trattamenti dell’acqua e prodotti chimici creati appositamente per la cura e la brillantezza delle diverse tipologie di stoviglie. Ispirata al principio della massima personalizzazione, la nuova Serie UC permette in tre semplici step di creare la macchina perfetta per tutte le esigenze. A partire dalle dimensioni, con la scelta tra le versioni S – M – L – XL, per passare all’utilizzo – scelta tra la versione lavabicchieri, lavapiatti, lavastoviglie Bistrò e lava posate – ed arrivare alla personalizzazione: scelta tra le possibilità di allestimento individuale e diverse varianti a disposizione (variante Energy con risparmio energetico, variante Cool per i bicchieri da birra ecc.). Alti livelli di tecnologia abbinate a massima semplicità di utilizzo grazie all’intuitivo touchscreen multifunzione che consente di selezionare il programma di lavaggio più adatto.
Winterhalter Italia Srl Via Taormina, 10 - Cardano al Campo (Va) Tel. +39 0331734147 info@winterhalter.biz - www.winterhalter.it
Per il singolo cliente, prima di ogni progetto, Winterhalter analizza le effettive esigenze dell’esercizio, gli spazi a disposizione e la tipologia di stoviglie da lavare, in modo da realizzare un sistema di lavaggio adeguato alle necessità del cliente e che punti all’ottimizzazione dei consumi e dei costi. L’azienda si occupa di formare e aggiornare costantemente tutta la rete vendita per garantire il miglior supporto durante la progettazione.
i mitici Berkel è un’azienda moderna che affronta le problematiche attuali con soluzioni innovative. Pur restando principalmente legata alle attrezzature professionali è oggi un punto di riferimento per i privati. Tra i modelli più apprezzati della storica azienda fondata nel 1898 da Wilhelm Van Berkel (nella foto in basso) l’affetatrice B2 e le famose Red Line
112 anni ma non li dimostra Si deve all’olandese Wilhelm Van Berkel - macellaio di fine 800 - l’idea semplice e brillante di combinare una grande lama circolare ad un grosso volano azionato manualmente…
Entrata ormai nell’immaginario collettivo come oggetto cult, un’affettatrice Berkel è per sempre. Il design pulito ed elegante si sposa perfettamente anche con l’arredo high tech delle cucine contemporanee e sono sempre più oggetto d’interesse del mondo del collezionismo con affettatrici valutate sino a diverse decine di migliaia di euro. Per non parlare delle prestazioni, che, come spiega Mauro Amadei Mauro, Presidente Berkel, «sono il nostro fiore all’occhiello: qualità del taglio, affidabilità, servizio di alto livello e attenzione quasi maniacale verso l’igiene. Questa è la filosofia del marchio da sempre fedele ai principi che ci hanno reso famosi, grazie alla quale siamo spesso coinvolti anche nel mondo della gastronomia e ristorazione di alto livello. Sono ovviamente molto orgoglioso“di poter scrivere nuovi capitoli di una storia nata a fine Ottocento che ha svolto un ruolo da pioniere non solo nel mondo retail ma nell’industria alimentare in generale». Che ha cambiato il modo di lavorare gli alimenti in tutto il mondo, di un brand che è appunto diventato un mito. www.theberkelworld.com
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Distilleria Giovi S.r.l. Via Nazionale, 1 - 98040 - Fondachello Valdina (ME) Tel./Fax +39 090 9942256 info@distilleriagiovi.it - www.distilleriagiovi.it
In vino elegans UvaDea è una linea di prodotti di bellezza che utilizza i principi attivi contenuti nell’Uva rossa Sangiovese, arricchiti esclusivamente con ingredienti naturali L’estratto titolato di Uva Rossa Sangiovese UvaDea è un prezioso alleato per contrastare l’invecchiamento cellulare: rigenera la pelle, la protegge dalle radiazioni UV-B e stimola la produzione di collagene. Questo prodotto, basato su approfondite ricerche che dimostrano l’effetto anti-age degli estratti di Uva rossa Sangiovese, concentra sei volte il normale contenuto di polifenoli e tannini presente nel vino, e contiene resveratrolo, una molecola efficace contro la formazione di radicali liberi, sia all’interno che all’esterno delle membrane cellulari. L’estratto è tra i più apprezzati prodotti della Beauty Line UvaDea Skin Care, realizzati solo con componenti naturali – Burro di Karité, Calendula, Chitosano, Elicriso, Aloe, Rosa canina, Malva, Olio di Germe di Grano, Olio di Mandorle dolci, Estratto Glicolico solo per citarne alcuni – e senza l’impiego di conservanti, coloranti e OGM. Microbiologicamente testati, i prodotti UvaDea sono certificati da Food And Drug Administration e hanno ottenuto la certificazione internazionale di qualità TIC, in conformità alla normativa ISO 9001:2008.
Beauty line UvaDea Skin care distribuito da Silvana Profumeria di Magnani Loretta Faenza (Ra) www.uvadea.it
Gli estratti di Uva Rossa Sangiovese, alla base dei prodotti UvaDea, hanno una potente azione anti-age: contengono oltre ai lipidi, alle proteine e ai carboidrati, significative quantità di tannini, vitamine e acidi di frutta, protettivi e dalle proprietà esfolianti e rivitalizzanti, in grado di donare elasticità e flessibilità all’epidermide. Assolutamente anallergica e non testata su animali, la Beauty Line UvaDea, a parità di qualità, viene commercializzata ad un prezzo inferiore di circa il 20% rispetto ai principali competitor di settore.
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A scuola di Italian Style Ifse e la promozione dell’eccellenza enogastronomica italiana
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Rubriche • Bon ton • Tendenze • Arte • Libri • Teatro • Cinema • In vetrina
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A scuola di
Italian Style Ifse, Italian Food Style Education, non è solamente una scuola di cucina. È qualcosa che va oltre: è la ricerca del prodotto di eccellenza italiano, della sua trasformazione, della sua commercializzazione e del suo ottimale posizionamento sui mercati nazionali ed esteri di Claudia Cassinari 138 viedelgusto.it
Nasce dall’esigenza di promuovere la cultura dell’alimentazione di qualità e migliorare lo stile in cucina, questa associazione che, con un modello unico nel suo genere, è sinonimo di Made in Italy alimentare in tutto il mondo. Diffondere e salvaguardare la formazione, l’aggiornamento e la specializzazione dell’impresa agroalimentare e della ristorazione non è impresa da poco, ma la Ifse è riuscita benissimo nell’intento. Gli chef “laureati” ai corsi Ifse sanno riconoscere e trasmettere il vero gusto e lo stile della cucina italiana, con particolare riguardo all’aspetto salutistico. Un impegno lodevole che porta sulle tavole del mondo un concentrato di piaceri che parte dallo stile italiano, senza trascurare la tradizionalità, attraverso la collaborazione di eminenti nutrizionisti, agronomi, designer e stilisti. Nella prestigiosa e supertecnologica sede di Castello Piobesi Torinese abbiamo incontrato Raffaele Trovato, direttore generale Ifse, che ci ha spalancato le porte di questa realtà tutta italiana.
In apertura, alcuni studenti Ifse al lavoro nelle ipertecnologiche cucine della scuola, che si propone di insegnare la ricchissima realtà della cultura enogastronomica italiana. In alto, a destra, Raffaele Trovato, direttore generale Ifse e nella foto sotto, Pietro Boffa, Presidente dell’Associazione
Direttore, qual è la cosa più importante che vuole che si dica di lei? È importante trasmettere il valore di una Scuola come Ifse. Il nostro obiettivo è di farlo attraverso l’essenza della gastronomia italiana. Con il termine “trasmettere” intendiamo insegnare, comunicare, appassionare, coinvolgere positivamente con il Made in Italy. Lo stile gastronomico italiano non è un nostro prodotto che dobbiamo vendere, ma un pa-
trimonio di tutti da preservare e arricchire. Ifse ha scelto di insegnare ai giovani e non (non è mai troppo tardi per dar sfogo alle proprie passioni) che intendono diventare chef professionisti, la realtà della cultura enogastronomica italiana. Una cultura fatta di storia, di duro lavoro, di piccole, grandi e grandissime produzioni che seguono però gli stessi disciplinari di eccellenza. Le variazioni regionali che diventano espressioni di colore dell’unica trama che costituisce il tessuto gastronomico italiano. Ifse è un concentratore, un interporto in cui i più grandi tecnici del panorama nazionale, a qualsiasi titolo, diventano parte integrante del mosaico formativo Ifse. Un percorso di eccellenza perché semplicemente scrive sulla pietra ciò che ha reso grandi i più grandi.
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I percorsi formativi di Ifse sono di altissimo livello e richiamano ogni anno studenti sempre più numerosi e provenienti da ogni parte mondo. Nella foto in basso, uno scorcio della prestigiosa sede della scuola, presso il Castello di Piobesi Torinese
Quali sono i motivi per cui scegliere Ifse e non un’altra scuola? In Italia esistono poche scuole con livelli formativi paragonabili a quelli Ifse. Siamo in contatto con alcune di loro e sappiamo che lavorano egregiamente. La sinergia tra le scuole è importantissima e chi investe del denaro per la propria formazione deve avere garanzia del risultato. Noi non vogliamo dirvi perché scegliere Ifse. Il consiglio è di recarvi personalmente nelle scuole di vostro interesse, parlate con il direttore, con i docenti e fate domande, provate ad assistere ad una lezione, ve lo lasceranno sicuramente fare. Una volta che avrete ottenuto un quadro chiaro della vita che vi si potrebbe prospettare in ognuna di queste allora quello è il momento di decidere. A noi piace pensare di essere il meglio, perché mettiamo il cuore in ciò che facciamo. I nostri studenti ci stanno a cuore così come il denaro che investono per la loro formazione. Ifse è una realtà affermata e conosciuta in tutto il mondo, molti sanno che il nostro lavoro è pregevole ma non vogliamo essere una griffe: vi invitiamo a visitare le altre scuole prima e poi di scegliere con criterio, ad occhi aperti. Quali sono i ristoranti o le iniziative speciali che ha lanciato? Ifse non è solo una Scuola di alta cucina. Molti dei professionisti che lavorano con noi possiedono una brillante e personale carriera. Questo spesso li porta a condividere i loro progetti in Ifse alla ricerca di sinergie per formare
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complessi strutturati di eccellenza professionale. Abbiamo fornito consulenza e personale per aperture di nuovi ristoranti all’estero, collaborato in modo diretto nelle fasi di start up e creato sinergie con produttori per favorire lo scambio di merci e servizi con l’Italia. Lo abbiamo fatto in Romania, Arabia Saudita, Korea, Cina, Brasile e Russia. In Italia siamo presenti ad alcune grandi iniziative quali Salone del Libro, Salone del Gusto, Macef. Nel prossimo trimestre saremo presenti al Columbus Day di New York, presso la catena Howard Hotel di Taiwan, e molto altro si sta definendo. Molti impegni ma grandi soddisfazioni. La mission per la diffusione del Made in Italy non conosce sosta.
È davvero imponente la mole di parole che le testate di tutto il mondo hanno speso su di noi. Anche le aziende sponsor credono nel nostro operato ed ogni anno sempre più aziende scelgono la filosofia Ifse: Lavazza, Parmigiano Reggiano, Lauretana, Inoxpiù, Orved e Molino Quaglia sono realtà autorevoli che hanno scelto di darci fiducia, ma non solo loro, tante altre visibili nel nostro sito web ci appoggiano continuamente, così come molti produttori di vini e di oli di altissimo livello qualitativo. Qual è il pubblico più ricettivo che ha trovato nei suoi tour per il mondo? Sicuramente quello coreano in primis. Attenti, metodici, appassionati e rispettosi della cultura enogastronomica italiana. Il nostro referente a Seul, lo chef Paolo De Maria, autore di best seller gastronomici e rappresentante indiscusso del Made in Italy in quel Paese, è riuscito a trasmettere con passione la cultura italiana in Corea. Ogni anno, gruppi di studenti della Incheon School e di altre università vengono in Italia per specializzarsi nella nostra cucina.Anche gli americani e i brasiliani apprezzano moltissimo i nostri percorsi formativi. Oltre agli studenti da ogni parte degli Stati Uniti, una scuola di Denver ogni anno ci chiede dei corsi personalizzati per un nutrito gruppo di loro studenti che vogliono specializzarsi sulla cucina italiana. In verità è impossibile tracciare una mappa dettagliata, i nostri studenti arrivano da ogni parte del mondo, ovviamente anche e soprattutto dall’Italia. Cosa si propone di fare con Vie del Gusto, la nostra rivista? Vie del Gusto è un mezzo d’informazione che seleziona con cura sia i contenuti che i lettori a cui si rivolge. Informazione autentica e di pregio. Una mission assolutamente in linea con la nostra che non può non farci pensare ad una partnership solida e duratura. Sarà una sinergia forte per un importante contributo nel diffondere la cultura del vero Made in Italy gastronomico.
I.F.S.E. in pillole: Sede ufficiale in Italia in provincia di Torino (Piemonte) presso il Castello di Piobesi Torinese e referenti di rappresentanza in: Russia, Grecia - Cipro, Giappone, India, Mongolia, Nuova Zelanda, Finlandia, Russia, Turchia, Usa, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea, Costa Rica, Romania, Albania, Kosovo,Macedonia, Montenegro e Ucraina. L’I.F.S.E. formazione, organizza presso la propria sede o all’estero: - Corsi di cucina salutistica - Corsi per la rivalutazione del tipico stile italiano, attraverso lo studio della vera dieta mediterranea - Consulenza per aperture e lanci di ristoranti italiani all’estero e formazione del personale - Organizzazione e gestione di eventi nel mondo - Corsi di alta ristorazione di pasticceria - Corsi supporto operativo ed organizzazioni pubbliche private - Corsi professionali e corsi amatoriali.
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bon ton
di ALBERTO PRESUTTI WWW.POETANDO.IT - BONTON@POETANDO.IT
Il savoir faire è servito Cosa scegliere e cosa evitare per una tavola perfetta senza tralasciare un principio chiave: non esistono giorni speciali per curarla e adornarla sta, certo, mettere una tovaglia, piatti e bicchieri, per allestirla. La tavola è lo specchio dell’anima, della cultura di vita della famiglia. Buon gusto e creatività, innanzitutto! Si possono contaminare pezzi classici e pezzi moderni? Bisogna saperlo fare, principiando dal fatto che i bicchieri non dovranno in nessun caso essere di vetro colorato, che non consente di godere dell’aspetto del vino e del suo tono. Evitiamo anche i piatti a disegni fiorati, esclusività pasquale. No a sottobottiglie e ai sottopiatti squadrati o, peggio, in vimini o rafia, che fanno tanto prima colazione americana. È bello allestire tavole che rispecchino, per esempio, le stagioni dell’anno. Un centrotavola, invece, esprime la personalità e la creatività di chi apparecchia. Attenzione alle dimensioni: mai esagerare e mai con fiori profumati che finiscono con l’interferire con le fragranze dei cibi. Come rendere speciale una tavola? Non credere che esistano giorni speciali per curarla e adornarla. A tavola sempre due forchette, due bicchieri, uno per l’acqua e uno per il vino, e servito buono, perché altrimenti, quando saremo al ristorante, ci sentiremo a disagio! Delphine Seyrig in un famoso film di Francois Truffaut spiegava a un giovane e inesperto JeanPierre Léaud che esisteva una sensibile differenza tra buona educazione e bon ton: «Se un uomo entra in una stanza da bagno e vede che c’è una signora nuda, esce subito e dice: “Scusi, signora!”, questo è un uomo educato. Ma se dice: “Scusi, signore!”, quest’uomo ha bon ton!». Il Bon Ton racchiude in sé stile, savoir faire, buon gusto, rispetto e soprattutto tatto e intelligenza. Ma nella società odierna è presente il bon ton? Un tempo, le direttrici dei collegi femminili intimavano alle allieve: «Signorine, Bon Ton!»0. Contenetevi, in altre parole. Ma il bon ton non è una coercizione fine a se stessa né una recita o una scorciatoia formale, ma attenta pratica quotidiana. Apparecchiare la tavola, per esempio, è un’arte in cui occorrono stile e bon ton. Non ba-
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1 sottopiatto 2 piatto piano 3 piatto fondo 4 coltello tavola 5 coltello pesce 6 cucchiaio tavola 7 forchetta antipasto 8 forchetta pesce 9 forchetta tavola 10 tovagliolo 11 forchetta frutta 12 coltello frutta 13 cucchiaio frutta 14 bicchiere -calice vino bianco 15 bicchiere -calice vino rosso 16 bicchiere -calice acqua 17 bicchiere -calice flute 18 segnaposto 19 piattino pane
tendenze
di SARO TROVATO
Viaggio formato giovane A far parlare di una generazione “bite more” è la voglia di vedere il più possibile e sfruttare ogni istante della propria vacanza, saltando da una parte all’altra del mondo, sempre pronti a qualsiasi tipo di esperienza Cambiano i giovani e con loro cambia il modo di viaggiare. A testimoniarlo, il boom di inizio millennio del fenomeno Erasmus: gli studenti che hanno sfruttato le possibilità e i finanziamenti per i soggiorni di formazione o stage all’estero offerti dall’Ue sono quasi 200.000, con un aumento annuo dell’8,7%. In gruppo o da soli, anche per questioni di studio sono circa 12 milioni, pari all’82% della popolazione giovanile nazionale, i ragazzi fra i 15 e i 34 anni che sono andati in vacanza almeno per 4 giorni nell’ultimo anno. Sfruttando le innovative tecnologie e i nuovi mezzi di trasporto iper-veloci, i giovani cambiano le regole della vacanza: un nuovo modo di intendere il viaggio che spinge gli esperti del settore, intervistati in uno studio condotto da Nestlé Gelati Motta, a parlare di una vera e propria “Generazione Bite More”. Acculturati, pieni di vita, amano “mordere sempre di più”, sfruttando ogni istante della pro-
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pria vacanza, saltando da una parte all’altra del mondo, sempre pronti a qualsiasi tipo di esperienza. Accompagnati dagli immancabili gadget ultratecnologici sono spinti da una voglia irrefrenabile di scoperta e avventura, che li porta ad odiare le tariffe all inclusive per preferire formule che possano permettergli di cambiare anche 3-4 mete durante il loro viaggio, così da scoprire in profondità le località, senza tralasciare il valore storico, artistico e culturale dei luoghi che visitano. Si distinguono per il loro look: zaino in spalla, t-shirt, jeans, felpa con cappuccio, sneakers, cartina in mano e l’atteggiamento classico di chi ha voglia di conoscere e scoprire un luogo mai visto prima. Attraversano le grandi città considerandole come immensi luoghi di incontro e avventura mentre la natura e i paesaggi diventano atmosfere con cui entrare in simbiosi e tutte da esplorare. Ottimisti e socievoli, sono loro i turisti del futuro.
Le 10 regole dei “bite more” 1. L’ottimismo è il sale della vita 2. Tu chiamale se vuoi emozioni 3. Stringere milioni di mani 4. La borsa di “Marry Poppins” 5. L’accessorio che fa la differenza 6. Caro diario 7. Tenere sempre alto “il volume” 8. Il mondo è casa tua 9. Carpe diem 10. Un solo obiettivo: divertimento assoluto
L’antico frantoio e la nuova bottaia: la rinascita del Salento di vino e olio ontano dal frastuono, all’ombra dei pini e della storica dimora portata a nuova vita, si spalanca una bocca di pietra che calamita i sensi al basso. Il canto delle cicale si perde oltre il portale. Ai lati, due piccole stanze con camino vegliano la discesa alla madre terra, la scala trasuda echi di uomini che vi scendevano prima del sorgere del sole. Sulle sponde, i depositi delle olive in attesa di molitura, le “sciave”, ne portano ancora i segni, tengono i loro conti. Dabbasso s’apre, come un sipario, il suggestivo androne, quasi 7 metri per 23 e mezzo, misure che pareggiano la navata centrale della chiesa madre del paese. Oggi è scenario d’incontri e dolci note, visite e ammirazione, ma fino al 1922 fu laborioso frantoio, attività già inserita nel 1745 nel catasto onciario di Cutrofiano, databile al ’600. Trecentocinquanta
L
metri quadri serbano dall’ingiustizia del tempo e della noncuranza, importanti testimonianze storiche e architettoniche. Tra archi perfettamente costruiti a conci di pietra e colonne che mantengono la possente volta a botte, s’aprono le grotte nella cui roccia, scavati, persistono i depositi per l’olio, i semicerchi esterni alle due vasche di molitura e le mangiatoie per gli animali. Pregiato contenitore dei figli della vite è la nuova bottaia, fatta costruire partendo dall’antico frantoio. Una cupola, ispirata alla mano del Brunelleschi, fa da snodo e giunzione tra passato e futuro. Pietre tagliate a mano, proprio come secoli or sono, ampio il passaggio, le cui mura, distanziate da essa, consentono ai curiosi di comprendere la mole e la preziosità della struttura, fino all’arrivo nella cattedrale delle botti, un maestoso luogo sacro, tra
volte a stella e colonnati, con nicchie che pare attendano solo la propria icona; in fondo, non l’altare maggiore, ma una grandiosa scala, formata da tre archi, che si intersecano con meraviglia. Inebriare i sensi, in tutti i sensi, risalendo all’anticamera di questo viaggio che del passato ha saputo fare tesoro mirando al domani, sorseggiando quel Primitivo tanto passionale da chiamarsi “Jema” come il sangue, o un accorato “Filimei” di Negroamaro, L’Astore non finisce sottoterra, ma dalla terra riparte, luogo tangibile di suggestione, dell’amore e della consapevolezza delle radici, quelle che dalle viti sgorgano in stille di purezza, lasciando l’impressione, a chi arriva qui per caso o per intenzione, di essere appena tornato da un viaggio nell’anima e nel cuore del Salento.
L’Astore Masseria Via Giuseppe Di Vittorio, 1 - Cutrofiano (Lecce) - tel. +39 0836 54 20 20 - fax +39 0836 54 15 25 e-mail: info@lastoremasseria.it www.lastoremasseria.it
Salento Experience
arte
di CHIARA CORRIDORI
Tutti i colori del mare Il Mediterraneo e il suo immediato entroterra al centro di un’esposizione che a Genova attraversa due secoli e grandi firme della pittura francese
Vasto, infinito, eppure prossimo, fino a sfiorare l’anima e i suoi moti perpetui. Il mare è l’ossimoro per eccellenza, espresso in antitesi illimitate che l’hanno catturato soltanto in un istante per poi liberarlo di nuovo nel suo scorrere in flutti. Così con le parole, ma anche con la musica e le visioni d’arte, «Colore cangiante - scriveva Van Gogh non sai mai se sia verde o viola, non sai mai se sia azzurro, perché il secondo dopo il riflesso cangiante ha assunto una tinta rosa o grigia». Dipingere il mare nel 1800 ha avuto un’importanza non da poco. E se il Nord gli ha tributato declinazioni capolavoro come le vedute spirituali di Friederich o le tempeste magmatiche di Turner, al Sud, nei panni del Mediterraneo, è stato il punto d’incontro di più generazioni di pittori francesi che dal classicismo al realismo, fino alla rarefazione delle cromie, hanno finito col raggiungere la metà del XX secolo. Qui il mare entra più tardi tra i soggetti della natura riprodotti su tela, ma attraverserà oltre un secolo con un’intensità di puro fascino. A questo percorso regala un omaggio la bella mostra Mediterraneo. Da Coubet a Monet a Matisse, che apre il prossimo 27 novembre al Palazzo Ducale di Genova. Dopo i vasti quadri settecenteschi con la città e il porto di Tolone di Joseph Vernet, prestati dal Louvre e poi quelli di Robert e Constantin a Valchiusa, da cui la mostra prende le mosse, a svettare è Gustave Courbet, che nel piccolo villaggio di pescatori di Palavas, a sud di Montpellier, dipinse alcuni dei suoi capolavori. A Genova se ne trovano almeno un paio (nella prima foto dall’alto, un particolare de La spiaggia a Palavas, 1868) a sancire il cambiamento di rotta che mette l’uomo davanti alla grandezza del mare. Si prosegue con il realismo della Scuola di Marsiglia per scivolare,
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quasi senza accorgersi, nell’impressionismo dei grandi con quadri sublimi, testimoni di visite o lunghi soggiorni di Cézanne, Monet e Renoir sulla costa del Mediterraneo. Il resto della storia è ancora capolavoro con i quadri firmati da Munch, a Nizza tra il 1891 e il 1892, quando era già l’artista che tutti conosciamo. Seguono la modernità dei Fauves, la dispersione del colore di Monet sul mare davanti ad Antibes, e poi Bonnard, con una dimensione della visione ininterrotta.
Mediterraneo. Da Courbet a Monet a Matisse 27 novembre 2010 - 1 maggio 2011 Palazzo Ducale, Genova Info: 0422429999
E ancora…
In libreria
Bill Viola per Capodimonte Ondate emozionali, che sfiorano volti, attraversano corpi, con la stessa intensità, ma con diverso effetto espressivo. Invadono, irrompono, per lasciare infine spazio alla quiete o al vuoto. Così le immagini di Bill Viola (nell’ambito del progetto Incontri con Caravaggio, che per l’autunno prevede un ciclo di incontri con personalità della cultura internazionale invitate a confrontarsi con la figura del grande maestro lombardo) catturano chi le guarda in un sentire empatico, quasi ipnotico. Sei i video presenti negli spazi della Sala Causa del Museo, in una sorta di dialogo a distanza con la sensibilità caravaggesca così diversa. Fino al 23 gennaio 2011 Museo di Capodimonte, Napoli Info: tel. 848800288
Il Gusto Renato De Fusco, Alinea Editrice, 20 euro Tre sezioni per un saggio composito e completo attorno al tema del gusto: il concetto di gusto nelle sue definizioni filosofiche; la critica del gusto applicata alle arti, all’architettura e al design; i comportamenti.
Jim Goldberg Lo zoom sul fotografo statunitense della Magnum, recente vincitore del Premio Cartier Bresson, inaugura una delle due sedi che andranno a costituire la nuova Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone “A. Pizzinato”, denominazione che si condenserà nella sigla PARCO, Pordenone ARte COntemporanea. A raccontare le principali tappe della carriera artistica di Goldberg oltre 300 foto, video, oggetti e testi. 6 novembre 2010 - 30 gennaio 2011 PARCO, Pordenone ARte COntemporanea, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato” Info: tel. 848800288 L’essenza al femminile Antologica di Roberto Piaia con 160 opere tra olii, disegni e sculture. L’artista si muove in un mondo abitato da sole donne, figure femminili che padroneggiano la luce e i colori, figure perfette dalle proporzioni antiche che esaltano però un’iconografia non immune dalle suggestioni della fotografia e della grafica pubblicitaria, senza trascurare le immagini Internet e i frames da video. 20 novembre - 31 dicembre Promotrice delle Belle Arti, Torino Info: tel. 0116692545 - 3392064275
Rodin 65 sculture, 26 disegni e 19 dipinti inediti, fotografie originali dell’epoca - per un totale di 120 opere di cui oltre la metà inedite per l’Italia - ripercorrono il periodo di formazione di Rodin, fondamentale per l’evoluzione della sua attività dai primi anni Sessanta dell’Ottocento fino alla progettazione della grandiosa Porta dell’Inferno realizzata nel 1884. Tra i capolavori presenti il Pensatore e il Bacio. 20 novembre 2010 - 20 marzo 2011 Palazzo Leone da Perego, Legnano (Mi) Info: tel. 0243353522
Elio Garis. Dentro la scultura Patrizia Bottallo, Gribaudo, 17 euro La parola all’artista, che in una lunga, godibile, intervista racconta idee dense e sfaccettate, aneddoti quotidiani, riflessioni di anni nella descrizione di progetti presenti e futuri. Vincent mio fratello Elisabeth Van Gogh, Skira, 15 euro Pubblicato in occasione della mostra Van Gogh, campagna senza tempo città moderna, che a Roma nel Complesso Vittoriano proseguirà fino il 6 febbraio 2011, è il memoriale, inedito in Italia, della sorella minore del pittore. Il ritratto si concentra sull’adolescenza e la prima maturità del giovane Vincent, quando «Il suo genio, ancora sopito, continuava a farsi strada lentamente e inconsciamente».
Musiche in mostra
Grandi protagonisti internazionali della musica da camera storica e contemporanea si esibiscono in due importanti spazi deputati all’arte. Le affascinanti sale dello storico Palazzo Rosso, così come le letture di Oliviero Corbetta e le opere della Gam, nel nuovo percorso studiato dal direttore Danilo Eccher, completano l’esperienza sensoriale offrendo spunti e mettendo il pubblico al centro della creazione artistica. Con una “contaminazione” che rapisce tra musica, arte e letteratura. Fino al 5 dicembre, GAM, Torino, ogni domenica alle 16. Info: tel. 0114429518 6 e 13 novembre, Palazzo Rosso, Genova, alle 17. Info: tel. 0105574972
libri letti per voi
Il libro del mese La cucina del Piccolo Principe Daniela Messi
Il leone verde, 10 euro
di CHIARA CORRIDORI
Sulla stessa lunghezza d’onda di una fiaba e... del gusto
Delicato tanto quanto la fiaba moderna che lo ha ispirato: un “taccuino di volo” nella cucina dei semi, delle stelle, dei fiori. Mappamondo dolce, stelline al latte, caffelatte per un fiore: solo alcune delle ricette per sapori fatati. E inaspettati.
Curiosità Insalate insolite
Autori Vari, Magazzini Salani, 12,50 euro
Fuori una scatola metallica, dentro 50 insalate per tutti i gusti su 50 carte plastificate e lavabili, con ingredienti e istruzioni da un lato e foto del piatto dall’altro. 10 e lode alla praticità: le schede si possono appendere su frigo e fornelli con un magnete incluso nella confezione.
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Il libro delle tapas
Mi scrivi la ricetta?
Simone e Inés Ortega Phaidon 35 euro Dalle autrici di 1080 ricette, la bibbia della cucina spagnola, 250 modi di dire e fare tapas per tutte le occasioni. Sette capitoli tra verdure, uova, carne, formaggio e pesce. Con tanti spunti per accompagnare un drink (provate le patatas con chorizo) o un pranzo con gli amici. Sempre all’insegna della perfezione mignon.
Marta Tea Carpinelli B.C. Dalai editore 19 euro Per chi ha almeno un cantante del cuore e, oltre alle note, la cucina sempre in testa. Qui ci sono le preparazioni preferite dei big della musica italiana, scritte di loro pugno (così per i fan anche la curiosità della calligrafia è soddisfatta). Qualche sorpresa? Molte, senza fare nomi, compresa la Panata Califano, che però qualche indizio sull’identità lo dà. E leggendo si aiuta l’Amref.
Il mio mondo Robin Knox-Johnston Mursia 19 euro Il primo viaggio in solitaria, senza scali, intorno al mondo. Giugno 1968, nove uomini partono per la sfida, ognuno da un porto inglese diverso. Soltanto uno, però, porterà a termine l’impresa. Cinque si ritireranno, due si suicideranno, uno non tornerà per vagare nei mari del Sud. KnoxJohnston racconta i suoi 313 giorni per 30.000 miglia lungo il globo.
Mangiamo a Bologna
Invecchiare in giardino
Fabio Bottonelli, Giulia Rossi Pendragon 11 euro Una guida ai ristoranti sulle orme delle specialità cucinate come la tradizione locale comanda. Dalla A alla Z un originale menu alfabetico serpeggia tra i locali di Bologna e provincia, per intercettare tortellini, tagliatelle e lasagne, ma anche qualche outsider delle altre regioni d’Italia. Pochi i fronzoli, molta la sostanza.
Gian Lupo Osti Ponte alle Grazie 11 euro Sagge e silenziose compagne, le piante hanno molto da insegnare. Prendersi cura di loro, stare all’aria aperta, ascoltare il battito delle stagioni e capire le esigenze di un fiore è un balsamo per l’anima. «Le piante - scrive Osti - non possono fantasticare, non provano emozioni. Ma le suscitano in noi».
dflp.it
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teatro
di SANDRA D’ALESSANDRO
da non perdere Mistero buffo Se Gesù Cristo tornasse oggi? Paolo Rossi interpreta Il Mistero buffo - sottotitolo: in umile versione pop. Lo spettacolo, che nasce dalla sua ricerca sul nuovo Teatro Popolare, è messo «a disposizione di chi ancora sogna, lotta e ha voglia di cambiare». Rossi, perfetto giullare dei nostri giorni, rende omaggio all’autore Dario Fo con un testo che è ormai un modello per il teatro di narrazione. Produzione La Corte Ospitale Compagnia del Teatro Popolare 5 - 7 novembre Bari, Teatro Petruzzelli www.corteospitale.org
Tra amore e possesso
Concerto di Paolo Conte Ha cominciato da giovane col jazz. Ora è un magnifico settantenne, pianista, autore e cantautore fra i più originali di sempre, amato dal pubblico di tutta Europa. Le sue canzoni sono partiture magiche di musica e poesia, i suoi concerti interpretazioni emozionanti. 9 - 13 novembre Milano, Teatro degli Arcimboldi www.teatroarcimboldi.it
A Milano Valter Malosti dirige e interpreta la Scuola delle mogli, il suo primo Molière. E ad emergere è la tragedia annidata nella geniale farsa, con tutta la provocazione che il drammaturgo francese usò per sfidare i suoi contemporanei Critica e pubblico vanno apprezzando a pieno gli spettacoli di Valter Malosti, attore e regista della generazione di mezzo che da vent’anni fa il suo teatro lavorando sulla drammaturgia contemporanea e sul repertorio classico. Il suo primo Molière è La Scuola delle mogli, di cui è protagonista e regista, suo l’adattamento, la traduzione, la scelta delle musiche. È una commedia in versi, scritta nel 1662, che ruota intorno all’ossessione delle corna (coniugali). Il protagonista Arnolphe si è allevato una moglie perché sia ignorante e sottomessa, una stupida che non possa ingannarlo. Sposando la giovane Agnès, che lui stesso aveva fatto segregare in convento fin da bambina, è convinto di poter disporre della moglie perfetta. Al dunque, l’ingenua Agnès viene soggiogata invece da un’inevitabile legge di natura: corteggiata dal giovane Horace si innamora subito di lui, e candidamente lo dichiara ad Arnolphe. Sconfitto, disperato, e senza suscitare negli spettatori che un’ombra di compassione, Arnolphe incarna l’ottusità e il malanimo di chi non sa trattare le cose più delicate della vita. 150 viedelgusto.it
Valter Malosti fa emergere «la tragedia annidata nella struttura di questa geniale farsa» e tutta la provocazione con la quale Molière sfidava i suoi contemporanei. Si ride di Arnolphe tormentato dai sospetti, si ride della sua gelosia fobica, ma è un ridere impastato d’amaro. L’ambigua passione di Arnolphe per Agnès, la volgarità di questo vecchio scornato sono rese crudelmente intanto che divertono. Ma la disperazione di Arnolphe alla fine, la sua totale rovina, è inquietante. Gli “ingredienti”dello spettacolo sono legati da un disegno coerente: la traduzione mantiene la scrittura in versi e ne accentua rima e ritmo creando un misto di italiano espressivo e di francese inventato; la “colonna sonora” mescola melodramma e rock, la scenografia è una sorta di isola dominata da un grande ceppo dalle radici inaridite; gli attori affiatati e versatili danno vita al mondo di Arnolphe e alle sue visioni. Produzione Teatro di Dioniso - Teatro Stabile di Torino 10 - 21 novembre - Milano, Teatro Franco Parenti
Tutto su mia madre È l’adattamento teatrale del film di Pedro Almodóvar nel 1999. L’elemento dominante nel testo di Samuel Adamson, andato in scena nel 2007 dall’Old Vic di Londra, è un omaggio all’arte degli attori e al teatro. Tutta la vicenda è rappresentata come un evento teatrale: degli attori che stanno lavorando alla messinscena di un dramma intitolato Tutto su mia madre. Produzione Fondazione Teatro Due Teatro Stabile del Veneto 16 - 18 novembre Roma, Teatro Eliseo www.teatrodue.org La Locandiera Un classico del nostro teatro, La Locandiera di Goldoni, del 1753, è un congegno esemplare costruito sul personaggio centrale di Mirandolina. Donna moderna del ‘700 (nell’interpretazione della brava Galatea Ranzi), si fa corteggiare dagli avventori della sua locanda, li lusinga con la sua seduzione, ma non si concede a nessuno. L’arrivo di un aristocratico, incallito misogino, la mette a dura prova. Produzione Teatro Stabile di Catania Teatro Biondo di Palermo 18 - 21 novembre Modena, Teatro Storchi www.emiliaromagnateatro.com/ spetteatri.asp
Cantina Sociale dell’Alto Belice: tradizione e innovazione per un prodotto di qualità. Tradizione e innovazione, qualità e passione sono le prerogative della Cantina Sociale dell’Alto Belice, divenuta in trent’anni sintesi di conquiste culturali, economiche e sociali per tutto il territorio della Valle dello Jato. Con i suoi 800 soci e i suoi 160 mila ettolitri di vino prodotto ogni anno, la cooperativa rappresenta, infatti, una delle realtà aziendali siciliane più significative. 1900 ettari di vigneto coltivati a Chardonnay, Inzolia, Catarratto, Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, che si estendono sulle fertili colline poste tra il fiume Belice e il fiume Jato sono territori vocati da sempre alla coltura della vite ed oggi inseriti nella D.O.C. Monreale. Una rete di imbottigliamento in grado di soddisfare le richieste di grandi volumi destinati alla ristorazione, alla grande distribuzione e alle enoteche. Le etichette prodotte sono Sole Del Belice, Robinia e Belnovello tutti vini a denominazione IGT Sicilia, così come la linea Tre Feudi, che prende il nome dagli antichi toponimi Mortilli, Giambascio e Muffoletto, su cui nacque San Cipirello. Vini di pregio legati alla terra e alla storia del territorio, di cui la nuova linea DOC Trerrè, ispirata a Guglielmo II il “Buono”, Federico II di Svevia e Vittorio Emanuele II, ne rappresentano l’eccellenza. Vini di qualità premiati con le Medaglie D’oro e le Gran Menzioni ottenute a Bruxelles e Verona. Nell’ottica di poter offrire al consumatore la possibilità di bere un vino di qualità ad un prezzo accessibile si è attuato il progetto pilota dell’Assessorato Agricoltura e Foreste “Qualità e innovazione nella filiera Vitivinicola”, con lo scopo di qualificare ulteriormente la produzione della azienda e produrre un nuovo sistema di confezionamento che mantenga la qualità del vino, ma nel contempo permetta l’abbattimento dei costi. Il nuovo prodotto a marchio Genuivino è in confezione bag in box da 3 e 5 litri di vino di ottima qualità, frutto della sinergia tra l’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste e la Cantina Sociale Alto Belice, che consentirà di commercializzare una grossa percentuale di vino che attualmente viene venduto tramite il mercato dello sfuso.
CANTINA DELL’ALTO BELICE Cantina Sociale dell’Alto Belice Soc. Coop. Agricola viale Enrico Berlinguer, 2 90040 San Cipirello (PA) tel. 0918573558 fax 0918579905 info@cantinasocialealtobelice.it cantinealtobelice.it Presidente Antonino Inzirillo Responsabile Commerciale Giovanni Romeo Responsabile Amministrativo Cesare Realforte Enologo Dott. Saverio Abbate Punti Vendita Aziendali San Cipirello viale E. Berlinguer, 2 tel. 0918573558 Palermo via Cluverio, 11/B · tel. 091336145 via Piave, 4 · tel. 091486103
cinema
di Umberto Mortelliti
da non perdere The social network
Una vita lontano dalla camorra Nelle sale il nuovo film di Claudio Cupellini che dopo il successo di “Lezioni di cioccolato”, fa riflettere il pubblico sull’annosa piaga sociale campana Nuovo capitolo per il cinema italiano impegnato politicamente e socialmente, con l’intento di parlare e documentare al pubblico i problemi sociali ed economici legati alla camorra e al problema dei rifiuti, delle discariche abusive e delle speculazioni dei clan in questo mercato. Il soggetto scritto da Cupellini con Filippo Gravino e Guido Luculano ha vinto il Premio Solinas nel 2001 ed è centrato sulla figura di Rosario Russo, interpretato da Toni Servillo, che sembra vivere una vita perfetta. Nessuno sa che nel suo passato ci sono molte ombre oscure e che ha cambiato identità per essere quello che è adesso, un ristoratore originario del Sud Italia perfettamente integrato in Germania dove con la famiglia dirige un prosperoso ristorante-albergo vicino Francoforte. Finché un giorno il passato riaffiora, inaspettato, con l’arrivo del figlio Diego (Marco D’Amore) dimenticato e in fuga anche lui da qualcosa. La vicenda di Rosario si ingarbuglia e precipita in una ragnatela di memorie e verità che tornano improvvisamente a galla e rischiano di divorarlo. “Una vita tranquilla”, ambientato e prodotto tra Italia, Francia e Germania, arriva nelle sale cinematografiche italiane il 5 novembre, nel cast spiccano le interpretazioni di Marco d’Amore, Francesco Di Leva e Juliane Kohler. 152 viedelgusto.it
Atmosfera da brivido
Per rendere ancora più suggestiva una rassegna cinematografica basata esclusivamente sugli horror bisogna puntare su posti sempre più ricercati e che riescano ad essere ambientati in luoghi umidi, spettrali, misteriosi, tali da trasmettere emozioni forti. La caverna di Fonte, all’interno delle Grotte di Castellana, in provincia di Bari, sarà attrezzata come sala cinematografica e ospiterà una mini-rassegna a partire dal 19 novembre per cinque venerdì consecutivi. La selezione è curata dal critico cinematografico Lino Audenti con la collaborazione tecnica della Coop.Soc.Fantarca. Lo spettatore si troverà in una suggestiva cornice di giochi di luce e ombre, in compagnia di qualche pipistrello dormiente sulle stalattiti…
L’ultimo film in uscita di David Fincher vede protagonista Mark Zuckerberg e la creazione del più grande network in circolazione, ovvero Facebook. Nel cast il ruolo del protagonista è affidato a Jesse Eisenberg, da segnalare la partecipazione di Justin Timberlake. Drammatico dal 2 novembre Harry Potter e i doni della morte
La prima parte in uscita il 19 novembre, la seconda a luglio 2011, è il settimo e penultimo capitolo della saga dedicato alla ricerca degli Horcrux. Siamo alla resa dei conti finale con il Signore Oscuro, subito dopo la perdita di Albus Silente nella missione contro il male. Fantastico dal 19 novembre Devil
Dal soggetto di Night Shyamalan, cinque sconosciuti si ritrovano bloccati all’interno di un ascensore, dove accadono fatti molto strani e avvolti nel mistero. Dietro uno dei cinque si cela l’immagine del diavolo. Horror dal 12 novembre
in vetrina
di VALENTINA GAVARINI
Sicuri a tavola Diversey offre una gamma completa di prodotti e servizi in grado di garantire massima igiene e pulizia, operando nel rispetto della salute e dell’ambiente Sicurezza alimentare significa rispetto della qualità igienico-sanitaria nelle fasi di produzione e di distribuzione dei cibi ma anche nella fase di lavorazione. Per Diversey è innanzitutto sinonimo di prevenzione e garanzia: l’azienda identifica i rischi per la sicurezza alimentare e, una volta compresi i bisogni del cliente e del gestore, sviluppa la soluzione più efficace. Dai più innovativi trattamenti igienici – detergenti e disinfettanti per superfici a contatto alimentare, battericidi, detersivi e sgrassanti per forno e grill, detergenti e sistemi di sicurezza per il pavimento, disinfettanti per la superficie degli alimenti – ai servizi per la formazione del personale, ai metodi di pulizia e di sanificazione e supporto tecnico specializzato. L’ultima novità Diversey nel campo della pulizia professionale è SmartDoseTM, composto da un flacone che consente di dosare l’esatta quantità di detergente concentrato. Suma MultiPurpose Cleaner, il detergente concentrato multiuso per la cucina, assicura un risultato di pulizia costante. E ancora DifyTM, ottimo detergente per piccole lavastoviglie ed innovativo sistema di lavaggio, ottenuto dall’uso combinato di un detergente concentrato e di un sensore di controllo della concentrazione, sviluppato in esclusiva da Diversey.
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Diversey si dimostra sempre al passo coi tempi e capace di soddisfare le esigenze di gestori e clienti più attenti all’igiene dei prodotti alimentari e dei luoghi in cui si consumano. Il pacchetto di soluzioni offerto da Diversey è completo, con programmi di supporto garantiti e giuridicamente conformi, e contribuisce a incentivare la cultura dell’igiene e della sicurezza alimentare, con una particolare attenzione all’efficienza alimentare, alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza del personale. www.diversey.it
Wine Food Festival
Per offerte di viaggio e pacchetti segui il gusto: www.winefoodfestival.it
Sapore inequivocabile Non un prodotto qualunque. L’aceto balsamico di Giuseppe Giusti, la più antica casa produttrice di Modena, è una bandiera dell’eccellenza italiana sulle tavole di tutto il mondo L’aceto balsamico di Modena del Gran Deposito Aceto Balsamico di Giuseppe Giusti, che si declina in diverse referenze di valore crescente e dedicate a vari target di riferimento, si distingue per caratteristiche che lo rendono inimitabile. Partendo da una storica ricetta di famiglia, che prevede ottima materia prima, uva scelta con estremo rigore, qualità delle botti e riposo in accoglienti barriques che trasmettono al prodotto il loro vissuto, l’aceto balsamico Giusti offre garanzia di assoluta cura in tutti i passaggi necessari alla creazione di un nettare che nulla ha a che vedere con seppur decorosi esperimenti nati sull’onda della moda. L’azienda, nata nel 1605 e riconosciuta come la più antica casa produttrice di aceto balsamico a Modena, è oggi diretta dalla diciassettesima generazione che contribuisce a tenere alta la fama acquisita nel tempo, confermata dai molti premi e riconoscimenti ottenuti a livello internazionale. È grazie a una produzione d’eccellenza come quella di Giuseppe Giusti che l’aceto balsamico di Modena ha recentemente acquisito la I.G.P. (indicazione geografica protetta) dal Comitato Permanente della Commissione Europea di Bruxelles. Tra le molte proposte dell’azienda, l’aceto balsamico Riccardo Giusti esprime quanto deve un aceto balsamico: corposità, dolcezza assolutamente naturale, profumo persistente, equilibrio derivante dall’uso delle uve tardive, dalla cottura sapiente e lunga dei mosti e dall’invecchiamento in antiche barriques. Perfetto negli abbinamenti con carni e pesci grigliati, con frutta e dessert. Accanto a Riccardo Giusti anche il superlativo Banda Rossa, pluripremiato a livello internazionale e massima espressione della produzione della casa che si manifesta per personalità, morbidezza e note fruttate.
www.giusti.it
le selezioni Ogni mese per voi il meglio dell’italia che merita
selezioni
La bontà
ha radici antiche
L’azienda agricola I Vallicelli vanta una vocazione agricola centenaria. Fino al 1735 “Comune Autonomo”, la proprietà, rimasta integra nel tempo, venne acquisita verso la fine del XIX secolo. A caratterizzarla dopo il primo dopoguerra era ancora il grande giardino “del principe” a fiori e roseto, il giardino “verziere” a orto e frutteto, il giardino delle “piccole piante” aromatiche e medicinali. Oggi, preservarvando in qualche modo i principi dell’autarchia tipici dell’antico comune, l’azienda ha ripreso attività e, senza trascurare la silvicoltura e la produzione di piante ornamentali, ha dedicato grande attenzione al percorso alimentare e alla produzione di prelibate confetture. Volendo conservare la frutta mantenendone il più possibile sapori e caratteristiche naturali, I Vallicelli coltivano i propri prodotti secondo i principi di un’agricoltura integrata e priva di forzature e senza utilizzare pesticidi o agro-farmaci residui che ne possano condizionare qualità e sicurezza.
Frutti perfetti di prima scelta, prodotti in frutteti e boschi in condizioni naturali e lontani da fonti d’inquinamento, raccolta esclusivamente manuale, poco zucchero, brevi tempi di cottura, nessuna aggiunta di conservanti. Questi i segreti, risultato di anni di lunghe sperimentazioni, delle squisite confetture e conserve dell’azienda I Vallicelli, prodotte in piccoli lotti, nel rispetto della tradizione e in un moderno laboratorio realizzato secondo i criteri della più rigorosa igiene alimentare.
Azienda Agricola I Vallicelli di Manganaro Elena Laura Maria Via Vallicelli, 3 - Olgiate Molgora (Lc) Tel. + 039508345 - Cell. +3491403595 info@vallicelli.it - www.ivallicelli.it
confetture pregiate
selezioni
Ghiottonerie piemontesi
La storia della Torroneria Cioccolateria Barbero inizia a Mombercelli d’Asti con Melchiorre Barbero, che nel lontano 1883 chiese licenza di produrre “Torroni e Noasetti”. Il medagliere di famiglia e’ testimone dei riconoscimenti che costellano gli oltre cento anni dell’attività dell’azienda, sviluppatasi con Davide Barbero e oggi guidata da Davide Maddaleno e Gianni Barbero. Nella storica sede nel cuore di Asti, la produzione del torrone friabile artigianale e del finissimo cioccolato che caratterizza da sempre l’attività di Barbero, si estende al “Gianduja”, tipico cioccolato del Piemonte, ai grissini rubata’ ricoperti di cioccolato, alle tavolette di torrone “Gran Cru” e a mille altre leccornie. Inimitabile il gusto dei celebri gianduiotti - composti da una morbida crema gianduja, e preparati con una nuova ricetta che prevede una quantità maggiore di nocciole Piemonte IGP - e dello squisito Nocciolone, morbido cioccolato tempestato di nocciole Piemonte IGP tostate. Da leccarsi i baffi!
Entrare alla Barbero significa incontrare un bel pezzo di civiltà fatta di lavoro, costanza, rispetto della tradizione, fedeltà ai sani valori del Piemonte, a cui si ispira l’azienda di oggi, proprio come allora. I vari tipi di torrone, con un esaltazione massima del “Friabile Piemontese” che viene prodotto mantenendo la ricetta tradizionale Astigiana e che ha ricevuto ultimamente il marchio DE.C.O. Denominazione comunale di origine, sono autentiche prelibatezze da intenditori.
Barbero Davide S.r.l. Via Brofferio, 84 - Asti Tel. +39 0141 594004 www.barberodavide.it
selezioni
La Savini Tartufi vanta un’annata travolgente e piena d’emozioni: “Nel 2007 siamo entrati nella storia del Guinness dei Primati per aver rinvenuto il Tartufo Bianco Gigante del peso di 1,497 kg, con cui abbiamo battuto il Record Mondiale per il tartufo più grande e per il prezzo più alto mai pagato per un Tartufo Bianco, 330.000$”, racconta orgoglioso Cristiano Savini. Tradizione, esperienza ed entusiasmo senza fine continuano a guidare l’attività di famiglia, oggi come ieri.
Tartufi d’autore Cristiano Savini, insieme a Romina, rappresenta la quarta generazione di una famiglia che dagli inizi del secolo scorso si è completamente dedicata al mondo del Tartufo. Una storia saldamente legata al territorio toscano, compreso tra le città di Pisa, Firenze e Siena (Palaia, San Miniato e Volterra), da sempre prediletto dal Tartufo: “un’ubicazione che ci permette di avere Tartufi tutto l’anno, dal tartufo nero pregiato al tartufo scorzone invernale, dal tartufo bianchetto al tartufo scorzone estivo per arrivare al Tartufo bianco per eccellenza: il Tuber magnatum Pico”, spiega Cristiano Savini. Una zona che la famiglia e i suoi tartufai percorrono quasi quotidianamente, a garanzia dell’alta qualità e della sicura provenienza dei propri Tartufi, selezionati uno ad uno dallo stesso Cristiano e da Luciano Savini, e messi poi in commercio sia freschi che conservati o sottoforma di prodotti lavorati, con metodi rigorosamente artigianali, nelle cucine dell’azienda.
Savini Tartufi Srl Piazza C.D’Ascanio Loc. Montanelli Forcoli (Pisa) Tel. +39 0587628037- 629339 info@savinitartufi.it - www.savinitartufi.it
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Un percorso d’eccellenza L’attenzione alla qualità, attraverso una costante opera di ricerca e miglioramento, accompagna sin dagli esordi l’attività di Cantine Lupo
A sud di Roma, Cantine Lupo si estende per circa 25 ettari nella campagna racchiusa tra le pendici dei Colli Albani e la costa tirrenica. Questa vivace realtà nasce dal progetto di riconversione e valorizzazione di un’azienda agraria acquistata dalla famiglia Lupo a metà degli anni ‘90: una proprietà di 10 ettari a cui si sono aggiunti nuovi appezzamenti che hanno portato all’estensione attuale. La filosofia dell’azienda mira allo sviluppo delle risorse del territorio che, beneficiato dal microclima mediterraneo e dalla notevole escursione termica, si è recentemente rivelato in grado di esprimere prodotti d’alto livello qualitativo. Cantine Lupo si è impegnata in un lungo percorso di ricerca e selezione di uve che ha visto la completa sostituzione dei vitigni e del loro metodo di allevamento. Un percorso appassionante nel mondo del vino e della natura che ha condotto al primo rosso dell’azienda, un merlot chiamato Primolupo: dal colore rosso rubino cupo, con sentori di frutta rossa, amarena e prugna, tannini vigorosi ed equilibrati.
Via Mediana Cisterna, 27 Campoverde (Aprilia – Lt) Cell. 3498560868 info@cantinelupo.it www.cantinelupo.com
Primolupo nasce da uve Merlot raccolte in perfetta maturazione, vinificate con cura e con passione, per mantenerne intatte le caratteristiche. Per ottenere un delicato affinamento il vino viene fatto riposare con metodi tradizionali, parte in vasche d’acciaio e il resto in piccoli fusti in rovere, poi passato alla fusione per una maturazione di alcuni mesi in bottiglia. Il risultato è un vino dal carattere personale che è espressione del territorio e della proprietà.
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Paradiso
made in Toscana La tenuta del Casellino è il punto di partenza ideale per chi desidera visitare la Toscana. Situata in una posizione strategica, vicino alle principali città d’arte, e in un meraviglioso scenario naturale, offre un indimenticabile soggiorno all’insegna del relax. La struttura, in origine parte di una proprietà donata nel 1711 dal Conte da Verrazzano all’ordine di San Francesco di Sales, dispone di case accoglienti, ristrutturate nel pieno rispetto degli edifici originali e arredate con mobili antichi, dotate di ogni confort moderno e di tutto il necessario per consumare i pasti all’aria aperta. Gli ospiti della tenuta possono godere di una splendida piscina con vista sulla campagna circostante e raggiungere comodamente numerosi centri e ottimi ristoranti. L’azienda agricola comprende vasti uliveti – il Casellino produce e imbottiglia un olio extravergine d’altissima qualità – ma anche un frutteto, un orto e un giardino che offrono sempre fiori freschi e prodotti della terra appena colti. I 18 ettari di boschi che ammantano parte della tenuta sono ricchi di animali e di numerose specie botaniche anche grazie al grande impegno profuso per mantenere intatto l’ambiente naturale.
Il Casellino Torri Villa, 49 - Rignano Sull’Arno (Fi) Tel. +3902 48100112 - 055 8305320 info@casellino.com www.casellino.com
I terreni del Casellino sono noti sin dal 1586 per la loro vocazione alle vigne e agli oliveti. L’azienda agricola, che oggi dedica circa 16 dei suoi 38 ettari alla coltura dell’olivo e vanta una produzione interamente biologica certificata dall’ICEA, abbina solo metodi tradizionali e naturali per realizzare un’autentica opera d’arte: l’olio extravergine d’oliva Campo di Torri, unico per armonia di profumo, di gusto e di colore e per l’eccellenza delle sue proprietà.
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Amore
al primo assaggio Fragranze di pasta Impossibile resistere alla tentazione di chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle fragranze di grano che diventano sinfonia di pasta. Basta una leggera spruzzata e inizia il sogno… reale. Quell’aroma inconfondibile e sensuale è racchiuso in un’elegante confezione: «Zero Zero Oro» è il profumo che richiama, con un’onda mite e reale, il viaggio attraverso il tempo delle spighe che diventano pasta. Una creazione unica, nata in casa Verrigni, per dare continuità alla memoria del gusto della pasta. Provare per credere.
È un’alchimia di storia e passione, di tradizione che sposa l’innovazione, quella che lega il marchio Verrigni alla pasta. Eredi di un’arte che affonda le radici nel lontano 1898, quando l’Antico pastificio rosetano iniziò la produzione di qualità, Gaetano e Francesca Verrigni sono la sintesi perfetta dell’armonia familiare e imprenditoriale: la pietra angolare che, attraverso una sapiente scelta di materie prime e tecniche di lavorazione, porta in tavola La Pasta. Ottanta formati di eccellenza, la linea biologica, la pasta al farro e al kamut e poi lei… Quella di cui si innamora al primo assaggio. Spaghettoro e Fusilloro sono le nuove e ormai consolidate produzioni del pastificio di Roseto degli Abruzzi. Dall’intuizione alla sperimentazione e poi al successo «stellato», il passo è stato breve eppure intenso. Ottenuti utilizzando per la prima volta in assoluto la trafilatura in oro, anziché in bronzo o teflon, gli ultimi nati di casa Verrigni racchiudono in sé qualcosa di speciale. Perchè questo tipo di lavorazione conferisce alla pasta che arriva in tavola una consistenza diversa, nuova, ricercata: una naturale fantasia di emozioni sensoriali che esalta l’anima della pasta. Verrigni - Antico pastificio rosetano s.r.l. Via Salara, 9 64026 - Roseto degli Abruzzi (Te) Tel. +39 085.90.40.269 - Fax +39 085.90.40.426 info@verrigni.com - www.verrigni.com
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Una passione senza sosta Un piccolo appezzamento alle porte di Roma, acquistato alla fine degli anni’60 per trascorrere qualche fine settimana lontano dal caos cittadino e ritemprare lo spirito in un luogo incantevole, tra il mare ed il lago Albano, con una vista stupenda della capitale e della Villa Pontificia di Castel Gandolfo. Qui inizia la storia di Colle Picchioni, nata nel 1976, quando Paola Di Mauro decide di abbandonare la sua precedente attività per dedicarsi attivamente alla produzione di vino: il microclima del territorio e il terreno di origine vulcanica ricchissimo di humus, sono particolarmente adatti a produrre vini di qualità e carattere. Paola studia e si cimenta con testi di enologia, sperimenta tecniche e metodologie e inizia a produrre pochissime bottiglie. L’azienda cresce anche grazie al contributo del figlio Armando che dal 1985 si occupa della cantina, si acquistano altri piccoli appezzamenti, si rinnovano macchinari ed impianti. Dal 2004 anche Valerio, figlio di Armando, è entrato a far parte di Colle Picchioni. La passione continua…
Colle Picchioni Via di Colle Picchione, 46 Frattocchie Marino (Rm) Tel. 0693546329 info@collepicchioni.it www.collepicchioni.it
Una terra fertile e generosa vocata alla produzione di vini dalla forte personalità. Sarà per questo motivo che Paola di Mauro, leggendo dei fantastici vini di Borgogna, decide di avviare qui, alle porte di Roma, una piccola produzione di bottiglie. Nasce così
l’attività di Colle Picchioni che via via amplia la gamma dei vini prodotti, puntando sempre sulla massima selezione, migliorandosi e investendo continuamente in ricerca per perseguire il fine ultimo dell’alta qualità.
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Il segreto della genuinità Nella filosofia tutta calabrese e 100% naturale risiede il successo di Garritano 1908, eccellenza nell’impresa artigiana con oltre un secolo d’esperienza Garritano 1908, azienda specializzata da oltre cento anni nella lavorazione dei Fichi di Cosenza, nasce con Pasquale Garritano che proprio nel 1908 avvia l’attività nel centro storico della città. All’inizio degli anni’30, Nonna Carmelina inizia a sperimentare l’originale ricetta del Salamino di Fichi ottenuto fondendo il delizioso sapore dei Fichi con altri aromi della terra di Calabria. Il risultato è un prodotto dal gusto sublime, realizzato grazie alla combinazione di ingredienti naturali accuratamente selezionati e dosati, che nel 2007 ottiene un Riconoscimento D.O.P dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. La vera innovazione nella lavorazione dei fichi arriva con Giuseppe – nipote di Pasquale e padre di Carmelina, oggi alla guida dell’azienda di famiglia – che introduce il binomio Fico e Cioccolato Puro. Il segreto dell’alta qualità dei prodotti Garritano 1908, oggi come allora, risiede nella lavorazione: l’azienda segue tutte le fasi, dall’essicazione al sole alla sterilizzazione senza aggiunta di conservanti, dalla scelta degli ingredienti alla presentazione sul mercato, sempre secondo le antiche ricette della tradizione. Tra le golose bontà di Garritano 1908 le tradizionali Crocette, ripiene di mandorle e noci, i Palloni (con i frutti freschi infornati nelle foglie di Fico), o il Ficoceraso, dato dall’unione di Fico e Ciliegia con un velo di Cioccolato Puro. Ma anche i Fichetti al rum, al Cointreau e i Pepelatini, un mix di sensazioni dolci e piccanti, nati dall’unione di Cioccolato Puro e Peperoncino di Calabria. E ancora i canditi, la buccia d’agrumi Calabresi, le clementine di Corigliano, il Cedro di Diamante e la liquirizia di Calabria, il tutto rigorosamente ricoperto di Cioccolato Puro.
Garritano 1908 Sede legale C.so Vittorio Emanuele II, 13/19 - 87100 Cosenza Nuovo laboratorio - Contrada Pianette 87046 Montalto Uffugo (Cs) Tel. 0984 71393 - www.garritano1908.com
Tradizione e Bontà Naturale
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Al servizio della natura Alfiere di un’agricoltura “attuale”, che coniuga gesti tradizionali e attrezzature moderne, l’azienda agricola Tre Case persegue la qualità assoluta dei propri prodotti A Stretti di Eraclea, nel cuore della campagna veneziana, l’azienda agricola Tre Case si estende su 200 ettari di terreno, dedicati alla produzione di frutta, ortaggi, miele e cereali in coltivazione a lotta integrata. Lavorare con vocazione artigianale, seguire l’intera filiera di produzione, dal seme piantato in terra al vaso in vetro pronto per la vendita, e confezionare rigorosamente a mano sono valori imprescindibili per la famiglia Fracasso, proprietaria e conduttrice dell’azienda. Agricoltori da generazioni, trasformano nei propri laboratori i prodotti della terra nei periodi scanditi dalle stagioni, freschi e al punto giusto di maturazione e senza coloranti, conservanti né additivi di alcun genere: tutto nel rispetto delle nuove norme sulla tracciabilità e rintracciabilità del prodotto. Puntare alla qualità assoluta è il principale obiettivo di Tre Case che coniugando metodi tradizionali e innovazione nel pieno rispetto della natura, si rivolge ad un consumatore attento e sempre più esigente.
Azienda Agricola Tre case Via Ancillotto, 94 - Stretti di Eraclea, Venezia Tel. +39 042162334 - info@trecase.com - www.tre-case.it
La famiglia Fracasso, composta da Gianna, Reno e dai loro figli Francesco e Paolo sono pronti ad accogliervi e a sorprendervi con la bontà delle proprie produzioni artigianali, dalle confetture insolite di frutta e ortaggi freschi al miele italiano vergine integrale, dalla frutta allo sciroppo alle erbe aromatiche sotto sale, dalle salse e creme di ortaggi sino alle mostarde e ai sughi per primi piatti. Con la possibilità di realizzare sempre confezioni regalo raffinate e personali, adatte ad ogni ricorrenza.
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Lambrusco di pregio
Il principe dei vini frizzanti reggiani si consacra vino d’élite, ambasciatore dell’eccellenza Made in Italy nel mondo. Ora da Harrods si trova accanto allo Champagne… Il Lambrusco un vino povero? Voltiamo pagina. I Lambruschi reggiani Doc si scoprono di pregio al pari di altri numerosi vini che rendono il nostro Paese all’avanguardia nel mondo. “Il Lambrusco è oggi finalmente accolto nell’alveo dei grandi vini italiani” - afferma Enrico Bini, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia. “La bassa gradazione, lo spumeggiare e la semplicità che contraddistinguono il Lambrusco sono considerate oggi dagli esperti qualità distintive ed inconfondibili. “In tempi di crisi economica, che non ha risparmiato il comparto enologico, - aggiunge Bini - la qualità insita nella tradizione e la capacità di conquistare sempre nuove fette di mercato possono fare del Lambrusco anche un vino delle grandi occasioni”. Una consacrazione nazionale per i seimila produttori del comparto avvalorata anche all’estero con il prestigioso riconoscimento “Iwc Great Value Champion Sparklling”, assegnato a Londra al Lambrusco Reggiano Concerto 2009 della Cantina di Medici Ermete srl. Un successo, frutto di un continuo miglioramento qualitativo: “Raccogliamo finalmente i risultati di anni di lavoro” - afferma Giorgio Gianotti, Presidente dei Consorzi per la tutela dei Vini Reggiani.
Consorzio Tutela e Promozione Vini Reggiani Via Gualerzi, 8 - Reggio Emilia Tel.+39 0522508903/917 consorzio.vini@re.camcom.it - www.vinireggiani.it
L’offerta del Consorzio dei Vini Reggiani è molto ampia e spazia dal tradizionale lambrusco a bollicine rosse a prodotti a bollicine bianche come la Malvasia spumante, il Bianco Spumante e perché no, il Pinot Spumante, ma anche prodotti fermi di pregio quali Cabernet Sauvignon ed il più tipico Malbo Gentile. Senza dimenticare l’ottimo rapporto qualità prezzo dei vini reggiani che, con un settore che produce ogni anno 1 milione 300 mila quintali di uva su 8 mila e 200 ettari di superficie viticola, restano i più esportati nel mondo.
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Le delizie del borgo A Montebonello, uno dei borghi più suggestivi del Frignano, il comprensorio formato da undici comuni a ridosso dell’appennino Modenese, sorge il Borgo Antico, una piccola azienda a conduzione familiare che produce, seguendo un’antica ricetta, il dolce tipico di questi luoghi: il croccante artistico, che arricchisce le tavole dei Frignanesi in occasione di matrimoni e molte altre ricorrenze. La signora Tiziana, titolare dell’azienda, seleziona personalmente ed accuratamente le materie prime e crea dei veri e propri capolavori d’arte pasticcera. A condividere questa passione anche la figlia Sheila che, oltre ad aiutare la madre, coltiva la passione del cioccolato realizzando prodotti d’alta qualità dalle tavolette alle spalmabili, dai nocciolati alle praline con ripieni innovativi, dai croccanti alle mandorle e alle nocciole caramellate… Sapori del Borgo Antico Via Montebonello, 53/a Pavullo nel Frignano (Mo) Tel. 053651303 montebonello@libero.it www. saporidelborgoantico.it
Le dolci prelibatezze di Borgo Antico nascono da un’attenta scelta delle materie prime che va dai cacao pregiati provenienti dal centro e sud America e dall’Africa a prodotti tipici del territorio - aceto balsamico, nocino, frutti di bosco, lamponi - per ottenere un prodotto di alta qualita’e al tempo stesso unico nel suo genere: ne sono esempio la nuova linea di praline ai fiori, lavanda, orchidea,gelsomino rosa. Un’ampia e squisita offerta disponibile presso il nuovo showroom di Pavullo del Frignano dove è anche possibile, previo appuntamento, assistere a una dimostrazione sulla lavorazione dei prodotti.
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Olio
per tradizione Frantoio Gabrielloni, oggi condotto dalle sorelle Elisabetta e Gabriella, nasce nel 1955, dall’iniziativa del nonno. L’azienda, che ha recentemente inaugurato l’agriturismo “Al Crepuscolo”, sorge all’ombra del Castello di Montefiore sulle colline di Recanati, e produce olio extra vergine secondo il metodo di lavorazione tradizionale, con spremitura a freddo tramite molazze di pietra. Con la raccolta prematura delle olive si realizza un olio ricco di polifenoli e di scarsa acidità: il metodo della brucatura a mano consente una prima selezione delle olive, che sono trasportate al Frantoio e lavorate entro la sera stessa, accuratamente defogliate, lavate e infine macinate da molazze di granito. La pasta ottenuta viene dosata sui “fiscoli” collocati in appositi carrelli per essere poi pigiati sotto la pressa fino a 400 atmosfere di pressione. Il mosto raccolto in vasche viene inviato al separatore che divide l’acqua di vegetazione dall’olio. Terminata la lavorazione, il prodotto grezzo viene filtrato con ovatta di cotone, goccia a goccia, per eliminare ogni residuo in sospensione. Il risultato? Un olio chiaro, limpido, di colore verde privo di impurità, destinato a conservare il suo aroma e le sue qualità nel tempo. Frantoio Oleario Gabrielloni E. & G. snc F.ne Montefiore Recanati (MC) Tel./Fax (+39)0733852498 www.gabrielloni.it - info@gabrielloni.it www.alcrepuscolo.it - info@alcrepuscolo.it
Le varietà di olive principalmente utilizzate da Frantoio Gabrielloni sono raggia, ascolana tenera, rosciola, carboncella, frantoio e leccino a drupe grandi, unite a minori percentuali di piantone di Mogliano, mignola, coroncina ed altri generi tipici del luogo. Tra gli oli prodotti, tutti di altissima qualità, il Laudato®, molto ricco di polifenoli, e il Solivo, che ha un’acidità molto bassa, il sapore dolce con una nota di amaro, rotondo e armonico in bocca. Entrambi si accompagnano perfettamente a qualsiasi piatto della tavola.
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Qualità pluripremiata Tenuta Zimarino Masseria Don Vincenzo produce un olio extravergine d’oliva di qualità superiore: genuino, naturale, salutare, ottenuto con accorgimenti specifici prima e dopo la frangitura Le caratteristiche di coltivazione della Tenuta Zimarino Masseria Don Vincenzo sono tradizionali e tipiche dell’Abruzzo, atte a conferire alle olive ed all’olio specifici requisiti qualitativi: gli alberi sono coltivati a ridottissimo impatto ambientale e la produzione avviene con tecnologie avanzate. La frangitura rappresenta solo uno dei fattori importanti nella realizzazione del proprio prodotto d’eccellenza. Prima e dopo questa fase l’azienda pone in atto una serie di accorgimenti indispensabili a preservare un “Olio di Qualità”: dalla “Cultivar”, dalla conoscenza delle peculiarità di ogni varietà per poter adattare tutte le fasi successive di lavorazione al prodotto che vuole fare; dall’aspetto sanitario delle olive che devono essere sane, prive di residui chimici e raccolte dalla pianta; dalla raccolta in funzione della cultivar esistente nella sua Oliveta e dall’annata; dalla conservazione delle olive in campo ed in azienda per concludere con una accurata conservazione dell’Olio al fine di mantenere a lungo le sue elevate caratteristiche organolettiche, chimiche e fisiche in silos d’acciao inox sotto controllo azotato.
Tenuta Zimarino Masseria Don Vincenzo www.tenutazimarino.com - info@tenutazimarino.com
Tradizione, passione e ricerca unite per produrre Oli Extravergini di Oliva unici e degni di numerosi premi – 2° Classificato al Concorso Regionale d’Abruzzo Lorolio 2010 e1° Classificato con 5 Gocce d’Oro/Menzione di Eccellenza al Concorso Nazionale “Loro d’Italia 2010” solo per citarne alcuni – e riconoscimenti in Italia e all’estero: dall’Eccellenza sulla Guida agli Extravergini di Slow Food o di Der Feinschmecker Gourmet and Mastri Oleari alla recensione di Gambero Rosso. L’ “Olio Monovarietale di Ascolana tenera, Per Liliana” è stato inserito nell’Oleoteca Regionale Museo di Storia dell’Arte Olearia d’Abruzzo a Loreto Aprutino.
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Coccola il tuo vino Eccellenti prestazioni, massima praticità d’utilizzo ed estetica curata sono caratteristiche peculiari delle FrigoCantine VINUMdesign. Gustare per credere Il funzionamento delle FrigoCantine VINUMdesign è altamente innovativo, grazie al Sistema refrigerante Super Semiconduttore abbinato al principio termico Peltier: la loro combinazione assicura la doppia temperatura e performance ottimali per il raffreddamento delle bevande e del vino. Grazie al Sistema refrigerante Super Semiconduttore, l’aria fredda sospinta dalle ventole (poste in basso) raffredda il Gas refrigerante(R134) riportandolo allo stato liquido: un ricircolo forzato che permette alte prestazioni in termini di temperatura. Il principio termico Peltier, inducendo corrente continua nel circuito, determina la produzione di calore e freddo al due poli della cella (celle di Peltier) e successivamente, mediante il controllo computerizzato, si determina la temperatura desiderata. La semplicità d’uso è garantita dalla presenza di un pratico ed intuitivo pannello di controllo touch screen, dotato di indicatori a Led per vini rossi o bianchi, collocati nel comparto superiore, mentre champagne, spumanti e altre bevande possono essere posizionate nel comparto inferiore. Discrete e per nulla rumorose, le FrigoCantine VINUMdesign sono dei piccoli gioielli anche dal punto di vista estetico, adatti per arredare con gusto qualsiasi ambiente.
Nella gamma di FrigoCantine VINUMdesign, il modello VD8DM rappresenta la scelta migliore per chi, pur essendo amante del vino, non vuole rinunciare a tenere in fresco altre bevande, spumanti o champagne, senza per doversi dotare di ulteriori elettrodomestici, con conseguente maggior spesa e ingombro di spazio. Questo versatile prodotto, che abbina le funzionalità dell’elegante frigo cantina per vini 8 bottiglie alla comodità di un Frigobar, può essere installato liberamente o ad incasso, rendendosi adatto a qualsiasi utilizzo ed esigenza, anche per salotti, uffici ed hotel.
+18° C +8° C
+8° C +3° C
Dimensioni www.overwine.it info@overwine.it
Lun/Ven: 9-13 14-18
H. 74cm P. 52cm L. 43 cm
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Suggestioni da assaporare Alla scoperta dell’azienda agricola Le Corne, una delle realtà più complete e affascinanti nel panorama vitivinicolo bergamasco Tradizione e forte legame col territorio ma anche innovazione e avanzata tecnologia costituiscono il dna della dinamica attività di Le Corne. L’azienda si estende con i suoi 35 ettari di vigna all’interno della conca collinare di Grumello del Monte, sui fertili suoli della Valcalepio, dove la particolare composizione del suolo, il clima mite e l’invidiabile esposizione al sole rappresentano da sempre le condizioni ideali per un’ottimale coltivazione della vite. Il nome della società agricola trae origine dalla “corna”, particolare tipo di roccia calcarea nella quale vennero scavate le fondamenta dello splendido edificio del ‘400 che dal 1973 ospita le cantine e i moderni impianti dell’azienda, conservando intatti numerosi aspetti dell’architettura originale. Di particolare interesse anche la suggestiva torre di origine medievale testimone di secoli di storia: già possedimento del condottiero Bartolomeo Colleoni dal 1442, divenne dopo la metà del 1700
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proprietà dei Marchesi del Carretto, per passare successivamente ai Principi Gonzaga di Vescovado che, nel 1786, lo ampliarono, trasformandolo da piccola fortezza a residenza e riserva di caccia. Un luogo ricco di fascino, storia e cultura dove ora si producono i vini più generosi della provincia: Pinot grigio, Pinot nero, Chardonnay e Moscato per i vini bianchi, e spumanti Cabernet sauvignon e Merlot per i vini rossi. In due particolari angoli delle “Corne”, uno scavato e l’altro costruito in parte nella roccia, per le eccezionali condizioni di temperatura e umidità, invecchiano i rossi e i bianchi in barriques, che solo qui trovano l’ambiente adatto per evolvere grandi bouquet. In tempi recenti l’allevamento della vite si è proiettato verso compatibilità e sitemi più razionali con i moderni concetti di ecosostenibilità, puntando sulla qualità delle sue produzioni e nel rispetto fondamentale dell’ambiente.
La suggestiva sede di Le Corne è situata nel territorio della frazione di Buldesicho, in Valcalepio, uno dei territori più belli, salubri e fertili del bergamasco dove la particolare composizione silicio-argillosa del suolo ha sempre assicurato un’eccellente coltivazione della vite. Qui puoi scoprire il Fedrigo Valcalepio Rosso Riserva D.O.C., dal colore rosso rubino e dal profumo intenso, speziato, con note di marasca sotto spirito e frutti di bosco. O deliziare i sensi col Messerbianco Valcalepio Bianco D.O.C. e godere dei suoi riflessi dorati, dei profumi ampi di frutta esotica con note speziate e tostate. E ancora brindare con un Franciacorta Cuvée D.O.C.G.,dal sapore pieno, asciutto, avvolgente senza dimenticare di assaggiare una delle deliziose grappe prodotte dall’azienda. Fermati, guarda e assapora…
Società agricola Le Corne S.r.l Località Corne, 4 - Grumello del Monte (BG) - Tel. 035830215 - www.lecorne.it
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Abruzzo Da mangiare D'ALESSANDRO pesche allo sciroppo 380 gr ......................................... ` 3,20 D'ALESSANDRO Cioccofruit alle castagne con cacao 240 gr ................. ` 2,90 D'ALESSANDRO passata di pomodoro da agricoltura biologica ............. ` 1,80 DON VINCENZO per liana olio extravergine di oliva 0,50 l ...................... ` 32,90 DON VINCENZO donvincenzo DOP olio col.teatine 0,50 l ...................... ` 25,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila bustine gr 1 ....................................... ` 17,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila vasetto gr 1 ....................................... ` 18,90 VERRIGNI spaghettoro semola trafilata in oro 500 gr ............................. ` 2,60 VERRIGNI fusilloro semola 500 gr .......................................................... ` 2,60 VERRIGNI bucatini, fusilli, tortilli, penne 500 gr ..................................... ` 2,30
Da bere QUITERANO Montepulciano d'Abruzzo DOC 2007............................... ` 6,90
Basilicata
DELIZIE VATICANE marmellata di cedro 340 gr ...................................... ` 4,90 DELIZIE VATICANE alici al prezzemolo 200 gr .........................................` 4,90 DELIZIE VATICANE alici piccanti 200 gr .................................................. ` 4,90 DELIZIE VATICANE neonata mediterranea 200 gr .................................. ` 4,90 FORTE maccheroni calabresi sel.oro 500 gr ........................................... ` 1,90 FORTE tuffoli selezione oro 500 gr .........................................................` 1,90 FORTE creste di gallo selezione oro 500 gr ............................................ ` 1,90 INTERTONNO filetti di tonno sardanelli 200 gr ....................................... ` 3,90 LAMOLAZZA olio le terre del castello latta 3 l ........................................ ` 16,50 LAMOLAZZA olio l a molazza latta 5 l .................................................... ` 32,00 CACCAMO nduja di spilinga barattolo 90 gr .........................................` 3,90 CACCAMO nduja di spilinga barattolo 180 gr .......................................` 4,90 ROTELLA olio extravergine di oliva 0,75 cl ............................................. ` 7,90 ROTELLA olio aromatizzato 0,25 cl ........................................................ ` 4,90 SANTA CROCE cipolla di tropea caramellata 190 gr .............................. ` 3,90 SANTA CROCE melanzane grigliate 190 gr ............................................` 2,90
Da bere ENOTRIA ciro’ rosso classico lt. 0,75 ...................................................... ` 4,90 ENOTRIA ciro’ rosato lt. 0,75 ................................................................. ` 4,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico sup. riserva lt. 0,75 .................................... ` 9,50 CASA COMERCI libicì Magliocco Canino lt. 0,75 ................................... ` 8,90
Campania Da mangiare DICERBO extravergine oliva Stella Maiuri latta 5l ................................... ` 30,00 LA ROCCA DEL PASTAIO paccheri ......................................................... ` 2,90
Da bere MELLIS liquore fragolino 0,50 l .............................................................. ` 11,50 ASTRONI aglianico sannio DOC ............................................................. ` 5,50 CASA SETARO falanghina IGT 2009 ...................................................... ` 5,50 CASA SETARO Don Vincenzo riserva 2008 ............................................ ` 8,50 CASTELLE barbera sannio DOC 2007..................................................... ` 6,90 CASTELLE greco IGT beneventano 2009 ................................................` 4,90 GEF falanghina biologica 2009 DOC ..................................................... ` 4,90 GEF aglianico biologico 750 ml ............................................................. ` 4,90 TERREDORA taurasi Docg 2005 ............................................................ `18,90 TERREDORA Greco di tufo Docg 2009 .................................................. ` 8,90 TERREDORA Fiano ................................................................................ ` 9,50
Emilia Romagna Da mangiare
Calabria
BARBOLINI aceto balsamico di modena “omega”.................................. ` 27,90 BORGO aceto balsamico di modena rossa 250 ml ................................. ` 28,90 BORGO condimento del borgo etich.arancio 100 ml ............................. ` 7,90 CHOCOLATESWEET salame al cioccolato .............................................. ` 12,50 MARIOTTI la Saba aceto balsamico ........................................................ ` 10,50 ORSATTI mandorlini del ponte vassioio .................................................. ` 2,50 GIUSTI med.oro banda rossa c/ast 250 ml ............................................. ` 44,90 L'ARTIGIANO tav.gr 100 extra fond. - cacao 85% ................................ ` 3,90 L'ARTIGIANO crema spalmabile giand. vaso 250 gr ............................... ` 8,90 RENZI olio extravergine d’oliva 500 cl .................................................... ` 7,90 RENZI olio extravergine d’oliva bottiglione 2 lt ...................................... ` 22,00 RENZI olio extravergine d’oliva lattina 3 lt ............................................. ` 32,90 SAN PATRIGNANO miele millefiori 300 gr ............................................. ` 4,90 SUGAR cuorenero smoked 60 gr .......................................................... ` 2,50 SUGAR cuorenero barrique tabacco 35 gr ............................................ ` 2,90
Da mangiare
Da bere
Da mangiare GAZZANEO peperoni arrostiti sott’olio alta digeribilità 180 gr ............... ` 4,50
Da bere OFANTO l’inatteso rosso IGT 2007 ........................................................ ` 4,50 OFANTO emozioni aglianico del vulture DOC 2006 ............................... ` 8,90 OFANTO sensazioni bianco IGT 2009 .................................................... ` 4,50 VENOSA vino rosso basilicata IGT 2008 vignali b ................................... ` 3,90 VENOSA vignali vino bianco basilicata IGT 2009 .................................... ` 3,90
ALPA crema di castagna infornata cioccolato fondente ......................... ` 4,90 ALPA castagne infornate crema cioccolato ............................................ ` 5,50 ALPA castagne infornate mosto cotto ................................................... ` 5,50 ALPA castagne infornate rum ................................................................ ` 5,50 ALPA castagne infornate aceto balsamico ............................................. ` 5,90 ALPA confettura di carote e limone 200 gr ............................................ ` 4,50 BIOAGRUMI confettura clementine e liquirizia 350 gr ........................... ` 4,90 BIOAGRUMI confettura clementine 350 gr ........................................... ` 4,90 BUTTIGLIERI olio san giusto latta 5l ....................................................... ` 35,00 DELLE FATE olio delle fate bott. lt. 0,50 ................................................. ` 7,90 DELIZIE VATICANE mousse di cipolla 100 gr .......................................... ` 1,90 DELIZIE VATICANE pate’ di melanzane 180 gr ....................................... ` 3,90 DELIZIE VATICANE crema al peperoncino 180 gr ................................... ` 4,90
ARIOLA lambrusco marcello .................................................................. ` 6,50 BARBOLINI lambrusco lancillotto grasparossa ........................................ ` 9,90 BONZARA pignoletto frizzante DOC 2009 ............................................ ` 4,50 BONZARA merlot rosso del poggio DOC 2008 ...................................... ` 5,90 BONZARA cabernet sauvignon bonzarone DOC 2006 .......................... ` 14,90 CÀ DE MEDICI lambrusco reggiano piazza san prospero ....................... ` 4,50 CARPI lambrusco reggiano secco .......................................................... ` 3,90 CIV colli scad.&can. lambrusco coda rossa ............................................. ` 4,50 DONELLI lambrusco reggiano donelli 1915 secco .................................. ` 6,90 FATTORIA PARADISO mito .................................................................... ` 29,00 DREIDONA rosso di rosenere 2008 ........................................................ ` 4,00 DUE TORRI lambrusco reggiano Ilario secco .......................................... ` 3,90 ERMETE lambrusco reggiano concerto secco ........................................ ` 5,50
FERRARINI colli scand. e can. lambrusco patatrac .................................. ` 3,90 GUALTIERI lambrusco reggiano Ligabue class. secco ............................. ` 4,50 FERRARA Duna della Puia DOC Mariotti ............................................... ` 5,50 LOMBARDINI lambrusco reggiano il Campanone secco ........................ ` 5,50 MASSENZATICO lambrusco reggiano secco .......................................... ` 3,90 MORINI savignone ravenna rosso IGT 2007 .......................................... ` 3,90 FATTORIA PARADISO sangiovese Bella blu ............................................. ` 9,60 FATTORIA PARADISO sangiovese riserva Vigna delle Lepri ...................... ` 12,50 PRATO lambrusco reggiano Vermiglio ................................................... ` 3,90 PUIANELLO lambrusco reggiano rosato secco ...................................... ` 3,90 REGGIANA lambrusco reggiano vigna di tedola secco ........................... ` 3,90 ROLO lambrusco reggiano salamino secco ............................................ ` 3,90 SAN MARTINO INRIO lambrusco reggiano nero di corte secco .............. ` 3,90 SAN PATRIGNANO avi 2006 sangiovese romagna DOC rosso ................ ` 22,90 TENUTA MONSIGNORE rosato spumante brut ...................................... ` 7,80 VENTURINI lambrusco reggiano secco ................................................... ` 4,50
Friuli Venezia Giulia Da bere
CATALINI confettura extra pomodori verdi 220 gr ................................. ` 4,90 CONCA D'ORO olio extravergine d’oliva bio lt. 0,75 .............................. ` 9,50 DULCIS HARMONIA ciambelline alla vernaccia Docg ............................. ` 2,80 DULCIS HARMONIA tozzetti ..................................................................` 2,80 FORNERIA TOTÒ pizza pane 410 gr ....................................................... ` 8,90 FORNERIA TOTÒ biscotti della nonna 180 gr ......................................... ` 4,90 LUZI fusilli piccoli farro & fave ................................................................ ` 2,20 MARTARELLI barzotto s.v. al kg ............................................................. ` 12,90 MARTARELLI nero di grotta norcia s.v. al kg ........................................... ` 19,90 ROMOLI biscotteria zenzero .................................................................. ` 4,50 ROMOLI biscotteria speziato al cacao .................................................... ` 4,50
Da bere CATALINI vino cotto in fiasco a candela 750 ml ..................................... ` 19,00 COLLELUCE vernaccia di serrapetrona XXIV canto passito ..................... ` 18,50 IL CRINALE rosso piceno DOC 2008 mizar ............................................. ` 4,50 IL CRINALE Pecorino .............................................................................. ` 5,90 IL CRINALE Passerina ............................................................................. ` 5,90 SANMARCELLO melano lacrima di morro d’alba superiore ................... ` 8,50 COLLELUCE Vernaccia si Serrapetrona Secca ......................................... ` 12,00
VALCHIARÒ Pinot Grigio ...................................................................... ` 6,90 VALCHIARÒ Friulano ............................................................................ ` 6,90 VALCHIARÒ Sauvignon ........................................................................ ` 7,50
Piemonte
Lazio
ORYZA riso basmati punjab di dehradun 500 gr .................................... ` 3,90 SAN CASSIANO salsa di carciofi 90 gr..................................................... ` 3,90 SAN CASSIANO fonduta di bra dop 180 gr.............................................` 6,90 SAN CASSIANO ragù di fagiano 90 gr ................................................... ` 4,90 SAN CASSIANO ragù di faraona 90 gr ................................................... ` 4,90 SAN CASSIANO ragù di camoscio 90 gr ................................................ ` 4,90 SAN CASSIANO ragù di lepre 90 gr ....................................................... ` 4,90 SAN CASSIANO salsa di noci e funghi 90 gr .......................................... ` 3,90 SAN CASSIANO mousse di vino Moscato d'Asti Docg 70 gr................... ` 1,90 SAN CASSIANO mousse di nocciole di Piemonte 60 gr........................... ` 1,90
Da mangiare FALCONI amaretto 450 gr ..................................................................... ` 8,90 FALCONI amaretto aromatizzato 500 gr ................................................ ` 10,90
Da bere CANTINE LUPO primolupo merlot ......................................................... ` 8,50 CAPORILLI Antiquo rosso cesanese DOC ............................................... ` 7,90 CAPORILLI colline del cesanese rosso DOC ............................................ ` 5,90 COLLE MASSARI rigoletto montecucco rosso DOC 2008 ....................... ` 7,90 COLLE MASSARI Irisse montecucco vermentino DOC 2009 ................... ` 10,90
Liguria Da mangiare CÀ MESSIGHI pesto con pinoli vaso da 130 gr ...................................... ` 3,20 POLLA tonno in olio di oliva 140 gr ....................................................... ` 5,90 POLLA pesto genovese vaso 85 gr ........................................................ ` 2,90 POLLA salsa carciofi vaso 85 gr ............................................................. ` 2,90
Lombardia Da mangiare ICAM vanini tavoletta latte cacao intenso 75% ..................................... ` 2,90 I VALLICELLI confett. extra arance amare ............................................... ` 5,50 I VALLICELLI confett. extra strudel di mele ............................................. ` 5,90 I VALLICELLI confett. extra mirtilli senza zucchero .................................. ` 7,50 SAN LUCIO grok gusto deciso 5x20 gr .................................................. ` 2,80
Da bere CASTELLO GRUMELLO valcalepio rosso DOC 2005 ............................... ` 6,90 CASTELLO GRUMELLO valcalepio bianco 2008 ..................................... ` 6,50 PODERE CAVAGA ol giopi’ 2007 Franconia IGT .................................... ` 6,90 PODERE CAVAGA clamor spumante classico brut ................................. ` 9,90 QUAQUARINI riesling oltrepo pavese .................................................... ` 4,90 QUAQUARINI pinot noir oltrepo pavese frizzante .................................. ` 5,50 VERCESI bonarda oltrepo’ pavese DOC.................................................. ` 4,50
Marche Da mangiare CASONI linguine stese a mano 250 gr.................................................... ` 2,90 CASONI tonnarello aglio e prezzemolo 250 gr .......................................` 2,90
Da mangiare
Da bere ANZIVINO Gattinara Docg rosso 2005 ................................................... ` 13,90 ANZIVINO Nemesi IGT rosso 2008 ......................................................... ` 5,50 ANZIVINO Bramaterra 2005................................................................... ` 12,50
Puglia Da mangiare ALTAMURGIA salsiccia stagionata della murgia prezzo/kg ..................... ` 29,00 BELLA CONTADINA carciofi interi nonna alla contad. ............................ ` 4,90 BELLA CONTADINA fungoncelli contad. in olio semi .............................. ` 4,50 BELLA CONTADINA scaldatelli alla pizza 500 ml .................................... ` 3,90 BELLA CONTADINA orecchiette pugliesi 500 gr ..................................... ` 2,90 BELLA CONTADINA strascinato pugliese 500 gr .................................... ` 2,90 PUMA carciofini alla brace bio 280 gr .................................................... ` 5,50 PUMA carciofi interi bio 280 gr ............................................................. ` 6,50 TENUTA BIANCO olio extravergine oliva lt. 0,5 ...................................... ` 10,90
Da bere ASTORE negroamaro .............................................................................` 8,90 ASTORE massaro rosa negroamaro ........................................................` 4,90 ASTORE Krita chardonnay + malvasia bianca ......................................... ` 5,90 RIVERA violante nero di troia 2006 ........................................................ ` 6,90 RIVERA preludio chardonnay 2008 ........................................................ ` 4,90 RIVERA terre al monte sauvignon 2008 ................................................. ` 4,80
Sardegna Da bere DORGALI cannonau di viniole riserva 2006 ........................................... ` 10,90 DORGALI cannonau sardegna DOC filieri rosato2009 ........................... ` 4,50 DORGALI cannonau vigna di Isalle ........................................................ ` 5,50 DORGALI vermentino sardegna DOC isalle 2009 .................................. ` 4,90 DORGALI cannonau sardegna DOC calaluna 2009 ................................ ` 4,50 DORGALI isola dei Nuraghi IGT noriolo selez. ‘07 .................................. ` 9,50 MONTESPADA vermentino DOC sabbialuce .......................................... ` 5,80 MONTESPADA vermentino DOC sole di sardegna ................................. ` 5,80
Sicilia Da mangiare ALICOS caponata alla siciliana vasetto 180 gr ........................................ ` 3,90 ALICOS patè di tonno e cipolla 180 gr ................................................... ` 4,90 ALICOS pesto al finocchietto selvatico 180 gr ........................................ ` 5,50 ALICOS scorzette di arance - vasetto gr 100 .......................................... ` 4,90 BERRETTA olio extravergine d’oliva non filtrato latta 5 l ......................... ` 35,00 CAMPO D'ORO pesto alla trapanese 180 gr .......................................... ` 4,90 CAMPO D'ORO sugo con bottarga 180 gr ............................................ ` 3,90 CAMPO D'ORO sugo con frutti di mare180 gr ...................................... ` 3,90 GIOVI uva passa in grappa moscato 20 cl .............................................. ` 7,90 MILAZZO olio extravergine di oliva 0,50 l .............................................. ` 8,90 PROVENZANI extravergine di oliva latta 5 l ............................................ ` 35,00 SALLEMI campagnolo extravergine oliva bottiglia 0,75 l ........................ ` 9,90
Da bere ACATE il Moro nero d’avola IGT 2007 ................................................... ` 7,90 ALCESTI chardonnay 2008 IGT .............................................................. ` 5,90 ALTOBELICE chardonnay Tre Feudi .........................................................` 5,90 COLLETTI don luca nero d’avola ............................................................ ` 6,90 CUSUMANO cassetta trsv x 6 - angimbe’ & benuara ............................. ` 69,00 CUSUMANO cassetta trsv x 6 benuara & cubia ..................................... ` 69,00 MIMMO PAONE rosso nocera IGT 2004 ................................................ ` 8,00 PEVIN cerasuolo di vittoria scjuriì Docg .................................................. ` 7,90 SETTESOLI viognier ............................................................................... ` 5,50 SETTESOLI syrah .................................................................................... ` 5,90 TOLA syrah nero d’avola ....................................................................... ` 5,90 TOLA nero d’avola rosso IGT ................................................................. ` 4,90 TOLA syrah rosso IGT ............................................................................ ` 4,90 TOLA chardonnay insolia 2009 ............................................................. ` 5,90 VITICULTORI grillo 2009 ........................................................................ ` 5,50 VITICULTORI chardonnay 2009 ............................................................. ` 5,50
Toscana Da mangiare IL BORRO olio extravergine 2009 0,5 lt ................................................. ` 14,90 IL CASELLINO olio biologico campo di torri bot. 0,5 lt ........................... ` 13,90 I GREPPI DI SILLI olio Moraiolo 500 ml ................................................... ` 13,90 I GREPPI DI SILLI miele di acacia 250 gr .................................................. ` 4,50 I GREPPI DI SILLI miele di sulla 250 gr ..................................................... ` 4,20 LA FABBRICA DEL PANFORTE panforte margherita 250 gr ..................... ` 4,50 PARMOLETO olio igp toscano 2009 500 ml ........................................... ` 8,90 SAVINI TARTUFI miele al tartufo bianco 40 gr ........................................ ` 8,50 SAVINI TARTUFI crema di lardo al tartufo 80 gr ...................................... ` 5,90 SAVINI TARTUFI salsa del tartufaio ......................................................... ` 6,50 SAVINI TARTUFI polenta del tartufaio 140 gr ......................................... ` 5,90 SAVINI TARTUFI mostarda al tartufo 90 gr ............................................. ` 8,50
Da bere ABBADIA ARDEGNA Brunello 2004 ...................................................... ` 22,00 ABBADIA ARDEGNA rosso di Montalcino 2007 DOC ............................ ` 9,90 ABBADIA ARDEGNA Brunello di Montalcino magnum 3 lt 2004 ........... ` 11,90 CAPITONI capitoni orcia DOC annata 2006 ........................................... ` 8,50 CECCHI chianti Docg Foriero 2008 ....................................................... ` 6,90 CECCHI morellino di scansano DOC 2006 riserva .................................. ` 9,50 FATTORIA CAMPIGIANA chianti barbarossa Docg 2008 ....................... ` 7,90 IL BORRO Polissena IGT sangiovese 2006 .............................................. ` 12,00 IL BORRO Lamelle chardonnay 2008 IGT ............................................... ` 11,90 LA FORNACE morellino di scansano 2009 Docg ................................... ` 4,90 LA FORNACE morellino di scansano riserva ........................................... ` 11,00 LE TORRI chianti classico Docg .............................................................. ` 5,90 PARMOLETO montecucco sang. riserva DOC 2005 ............................... ` 12,00 POGGIOSECCO Anora’ chianti riserva bio 2006 .................................... ` 7,90 PALAZZO VECCHIO nobile riserva 2004 .................................................` 15,00 PALAZZO VECCHIO nobile di Montepulciano ........................................ ` 12,50
Trentino Alto Adige Da mangiare ENDRIZZI mostarda di vino Masetto Nero 110 gr ................................... ` 7,50 ENDRIZZI mostarda di Teroldego 110 gr .................................................` 7,50
ENDRIZZI mostarda di Gewurztraminer 110 gr ...................................... ` 7,50 FELICETTI fusilli kamut 500 gr ................................................................ ` 3,90 FELICETTI tagliatelle bio all’uovo 500 gr ................................................. ` 3,50 FELICETTI ditalini farro 500 gr ................................................................ ` 3,90 SELECTED FOOD ragù di manzo della val d'ultimo .................................` 5,50 SELECTED FOOD salame di cinghiale gruber&telfser 240 gr ................... ` 6,20 SELECTED FOOD speck 5 mesi gruber&telfser 536 gr ............................ ` 11,50
Da bere ENDRIZZI muller thurgau trentino DOC 2009 ........................................ ` 9,80 ENDRIZZI gewurztraminer trentino DOC 2009 ...................................... ` 13,90 ENDRIZZI lagrein trentino DOC 2008 ..................................................... ` 9,90 ENDRIZZI brut metodo classico Trento DOC 2005 .................................. ` 9,90 VILLA CORNIOLE muller thurgau DOC 09 ............................................. ` 8,90 VILLA CORNIOLE gewurztraminer DOC 09 ............................................ ` 11,90 VILLA CORNIOLE lagrein DOC 08 .......................................................... ` 10,90 VILLA CORNIOLE teroldego 7 pergole DOC 03 ...................................... ` 16,90
Umbria Da mangiare TARTUFI JIMMY crema di carciofi e tartufo ............................................ ` 3,50 TARTUFI JIMMY delizia di funghi porcini/tartufo bianco ........................ ` 3,50
Valle d'Aosta Da mangiare ALPENZÙ ragu’ di cinghiale ................................................................... ` 4,90 ALPENZÙ ragu’ di capriolo .....................................................................` 4,90 ALPENZÙ fonduta di fontina 295 gr ...................................................... ` 5,50 ALPENZÙ fonduta di tartufi 200 gr ........................................................ ` 7,90 ALPENZÙ fonduta di toma di Grassoney 200 gr ..................................... ` 5,90
Da bere LA SOURCE chardonnay DOC Valle d’Aosta .......................................... ` 8,90 LA SOURCE gamay DOC Valle d’Aosta .................................................. ` 8,50 LA SOURCE petite arvine DOC Valle d’Aosta ......................................... ` 9,50
Veneto Da mangiare BRIO brio al cioccolato ...........................................................................` 2,90 FERRON vialone nano pila vecia con. carta .............................................` 3,20 GERMINAL tortini di farro/cioccolato gaia Bio ........................................ ` 2,90 GERMINAL aceto di mele ...................................................................... ` 2,90 GERMINAL ciocoplum ........................................................................... ` 2,90 IL MANGIAR SANO crostatina albicocca s/z aggiunto ............................ ` 1,50 IL MANGIAR SANO crostatina mirtillo s/z aggiunto ................................ ` 1,50 IL MANGIAR SANO biscotti farciti alla frutta .......................................... ` 2,50 TRE CASE peperlata conf. frutta peperoncino ........................................ ` 4,50 TRE CASE perine allo zenzero 360 gr ..................................................... ` 4,90 TRE CASE perine al prosecco 360 gr ...................................................... ` 4,90 TRE CASE radicchio rosso tardivo gr.300 treviso ..................................... ` 4,50
Da bere CÀ SISA prosecco DOC extra dry ........................................................... ` 4,90 DESMONTA’ rinero rosso IGT 75 cl ........................................................ ` 7,90 DESMONTA’ nero d’arcole DOC 2007 ................................................... ` 17,90 DESMONTA’ arcole pinot grigio DOC desmontà 75 cl ............................ ` 5,90 MOLETTO lison classico 2009 ................................................................ ` 5,90 MOLETTO franconia IGT 2007 ...............................................................` 5,90 MOLETTO malbech IGT 2007 ................................................................ ` 4,90 MOLETTO spritzone .............................................................................. ` 6,50 RONCA corvina IGP 2008 ...................................................................... ` 4,90 RONCA chiaretto DOP 2009 ................................................................. ` 4,50 RONCA bardolino erre 2009 DOP ..........................................................` 4,50 RONCA custoza .................................................................................... ` 4,50 MOLETTO raboso Fermo ....................................................................... ` 7,90 MOLETTO refosco 2008 ........................................................................ ` 6,50 MOLETTO colmelio bianco barricato 2006 ............................................ ` 8,90 MOLETTO sauvignon ............................................................................ ` 5,90
Consegnare a (se diversa destinazione):
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