Vdg Magazine Maggio 2011

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MAGGIO 2011

VDG MAGAZINE | ANNO 1 | N.3 | Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/19/2011 | Belgio Euro 9,30 | Canton Ticino Ch.Fr. 11,50 | Costa Azzurra Euro 11.90 | Stati Uniti

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sommario sommario maggio 2011

14 L’Italia che merita 16 Dal mondo 18 Civici Consumatori 20 Scienza e vita 24 Almanacco di Barbanera 26 Dalle nostre ambasciate 28 Appuntamenti 44 Indagine

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cibo&territorio

38 Cover story

48 Tuttofood

Alimentare: è la grande distribuzione l’asso piglia tutto?

L’Italia del cibo incontra il mondo a Milano

52 20 prodotti per 20 regioni

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La bomba e-commerce | 20 tappe gastronomiche | La buona Italia Tuttofood | Vini dell’Alto Adige | Erice: la montagna incantata

VDG MAGAZINE | ANNO 1 | N.3 | Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/19/2011 | Belgio Euro 9,30 | Canton Ticino Ch.Fr. 11,50 | Costa Azzurra Euro 11.90 | Stati Uniti

VDG MAGAZINE maggio 2011

MAGGIO 2011

il mensile del gusto

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Un insolito giro d’Italia alla ricerca di preziose risorse gastronomiche

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13/04/11 10.21

70 Olio 72 Carta della pasta, I Bombardoni 74 La Scoperta, Asparagi 76 Chef a scuola, Barbecue

56 A tavola con Artusi Attraverso le specialità romagnole

78 Le Selezioni, Colatura di alici

80 Orto dei semplici

un omaggio al grande esperto culinario nato a Forlimpopoli

60 Un tour nel salento Alla scoperta dei frantoi ipogei

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64 Nel calice perle rare Un filo rosso lega Alto Adige, Trentino

e Toscana

68 Biologico

82 Consumo responsabile 84 Cibo & Blogger 86 Benservito 88 Bon ton 90 Il Ristorante, Aroma


N U O VA C A R TA D E U T S C H E B A N K B L A C K . IL COLORE DEI PRIVILEGI.

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sommario sommario maggio 2011

104

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in viaggio

piaceri

104 La montagna incantata

116 Trame naturali

Il viaggio nei miti e nei sapori dell’estrema punta ovest della Sicilia

Dalla canapa alla ginestra passando per l’esclusivo bisso

108 Turismo religioso

120 Homo faber

110 Lezioni di ospitalitĂ

122 In vetrina

112 Week-end nel verde

124 Benessere 128 Libri 129 Arte 130 Tendenze

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141 Shopping list

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Direttore Responsabile Domenico Marasco Contributi speciali Lorella Ridenti Tel. 0289053250 Copertina Mario Longhi Fumagalli

Tradizione da stappare Sono frutto di un progetto enogastronomico avviato a Prato nel 1999 dallo chef e sommelier Fabio Goti e da sua moglie, Cristina Pagliai, le tre linee di prodotto con le quali riscoprire e rileggere la storia della buona tavola locale Confetture, mostarde e gelatine perfette per l’abbinamento con salumi e formaggi, prodotti in modo completamente artigianale da frutta e verdura di stagione selezionata e pulita a mano e cotta in modo tale da mantenere inalterate le proprietà organolettiche della materia prima in pentole d’acciaio di tipo casalingo. Sono queste le prelibatezze proposte dalla linea Alla Gusteria, nata dalla fortunata esperienza dell’omonimo ristoranteenoteca pratese e parte della produzione del laboratorio artigianale Nunquam. Dalla stessa prestigiosa matrice sono nate anche la linea Osteria de Ciotti – che ripropone i cavalli di battaglia della cucina tipica locale come la ribollita, la carabaccia, i fagioli zolfini all’uccelletto, presentati in eleganti vasetti di vetro –, e i liquori realizzati nell’opificio adiacente l’azienda, unico che produce il Vermouth Bianco di Prato, scomparso da tempo dalle tavole e che dopo oltre 60 anni è stato riportato con successo in commercio con le stesse modalità di lavorazione della ricetta originale del 1750. Nunquam Via P. Ciotti, 3/A/1 - 59014 Tavola (Po) Tel. 0574623992 - Fax 0574666712 - www.allagusteria.it

Foto Editor Giuseppe Magaretti Foto: Fotolia.com Stampa: PuntoWeb Srl 00040 Ariccia (Roma) Distribuzione Italia Messaggerie Periodici ME.PE. S.p.A. Via G. Carcano 32 20141 Milano tel. 02895921 fax 0289504932 Distribuzione Estero Sole Agent for Distribution Abroad: A.I.E. Agenzia Italiana di Esportazione S.p.A. Via Manzoni, 12 20089 Rozzano (Milano) Telefono 02 575 3911 Fax 02 57512303 info@aie-mag.com

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possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo a: Domenico Marasco Editore Srl viale Zara 28 20124 Milano Domenico Marasco Editore Srl Sede legale: via Barrio 54 88100 Catanzaro (Cz) Redazione: viale Zara 28 20124 Milano tel. 0289053250 fax 0289053290 Registrazione Tribunale di Milano n. 92 del 10/02/2011

L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. È ovviamente a piena disposizione per assolvere quanto dovuto nei loro confronti

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collaboratori&ambasciatori Abruzzo Michele Caracino, Gaetano Castaldi Basilicata Isa Grassano Calabria Ottavio Cavalcanti, Salvatore Chiarella, Francesco Condoluci Campania Ferdinando Cappuccio, Luisa Del Sorbo Emilia-Romagna Lucrezia Argentiero, Luca Bomezzadri, Marco Landucci, Andrea Marchi, Gianpietro Nagliati, Luca Sardi, Nerino Trentini, Fruttuoso Zucchini Friuli Venezia-Giulia Valentina Coluccia Lazio Massimo Arcese, Francesco Maria Bucarelli, Domenico Bruno,

Rosalia Imperato, Alessandro Mei, Giovanni Merone, Francesca Oliverio, Laura Ruggieri

Sandra D’Alessandro, Mauro Rosta, Sarah Scaparone, Raffaele Trovato

Liguria Alessandro Baffigi, Barbara Bacigalupo

Puglia Bruno Micai, Jolanda De Nola, Nunzio Pacella, Mariella Piscopo

Lombardia Cesare Assolari, Roberto Bonsi, Massimiliano Bruni, Franca Dell’Arciprete Scotti, Alessandra Favaro, Lorenzo Foti, Francesca Frediani, Valentina Gavarini, Riccardo Lagorio, Roberto Lavarini, Eugenio Meloni, Umberto Mortelliti, Aldo Pagnussat, Giampaolo Perna, Barbara Pinnetti, Saro Trovato

Sardegna Roberto Dall’Acqua, Annalisa Bernardini, Lino Erriu, Giuseppe Pulina Sicilia Cesare Aldesino, Marco Scapagnini Toscana Elena Conti, Marco Ghelfi, Alberto Presutti, Antonio Tartarelli

Marche Gilda Ciaruffoli, Ferruccio Squarcia

Trentino Francesca Negri

Molise Giovanni Scapagnini

Umbria Gino Celletti, M. Pia Fanciulli

Piemonte Fabio Alcini,

Veneto Benedetta Frare, Claudio LoTufo


Dall’utilizzo dell’acqua che si riversa nell’Alta Valle del Velino e dall’avvio in loco della produzione di farro, nasce nel Comune di Cittareale (RI) a 1600 metri di altitudine, nella terra che ha dato i natali a Tito Flavio Vespasiano, il birrificio www.birraaltaquota.it



editoriale

di Domenico Marasco

Agroalimentare Uno straordinario, inimitabile, unico settore da valorizzare e sfruttare per la crescita economica Lo sanno tutti. L’Italia con 4.800 prodotti tipici, oltre 200 Dop, 504 tra Doc, Docg e Igt, ha il più grande patrimonio alimentare del mondo. Uno sterminato pozzo di petrolio. Mai sfruttato a dovere. Tutti ne parlano ma di idee se ne vedono poche. Però tutti gridano al lupo quando si è già mangiato la pecora. Pensate ai francesi. Hanno in mano parte della GDO italiana e con Crédit Agricole hanno comperato Cariparma, mica Carilucania, governando così gli acquisti dei prosciuttifici nel Parmense. Nel frattempo la Lega c’era e dormiva… E le nostre banche non scuciono nemmeno 1 euro per fare aprire una gastronomia.

ORA IL VERO PROBLEMA PER I NOSTRI PRODOTTI È LA DISTRIBUZIONE. Con una quota del 70% sul commercio alimentare, le grandi catene hanno una posizione di predominio nel commercio di settore. Per le PMI è difficile essere messe in assortimento.

MA ESISTONO ALTRI CANALI, COME I NEGOZI TRADIZIONALI E L’ON LINE. Noi di Vdg magazine senza beneficiare di alcun contributo, apriamo il primo e-retailer di prodotti agroalimentari d’Italia: VDG Store. Da un’esperienza di oltre 20 anni è nato il portale di e-commerce più importante del Paese dedicato all’agroalimentare di qualità italiano, un’infrastruttura virtuale che darà modo alle aziende di eccellenza del Made in Italy di non perdere nessuna opportunità di vendita. Vdgstore.com funziona infatti da piattaforma di scambio tra il produttore e il consumatore. In un mercato che obbliga tutte le aziende ad essere presenti nella distribuzione on-line, grazie al portale realizzato da Domenico Marasco Editore in collaborazione con Publishday, ogni potenziale consumatore incontrato avrà un punto di riferimento e un indirizzo dove fare i propri acquisti. Vdgstore.com è un servizio dovuto a tutti coloro che hanno conosciuto i nostri prodotti e che lontani dal luogo d’origine non sanno come acquistarli. I prezzi, le promozioni e le referenze sono decise dal produttore. Con costi da sostenere ridotti al minimo, le aziende produttrici, da oggi, potranno usufruire di una vetrina e di una distribuzione mondiale a portata di click.

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P. Grafico: Piaemme.net - Pescara

Le confetture dello gnomo


l’italia che merita

In trincea contro l’agropirateria L’export di ortofrutta, vino e olio vola alto, ma la crescita è frenata dai “tarocchi”. Per scoprire i falsi bisogna però imparare a riconoscere davvero il Made in Italy di qualità di Luca Borghi Il valore delle esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani è aumentato, l’anno scorso, del 13% e ha raggiunto il massimo di sempre: 27,7 miliardi di euro. Un risultato storico, frutto di esportazioni effettuate per la grande maggioranza nell’Unione europea, ma anche negli Stati Uniti e nei Paesi emergenti come la Cina. A suonare la carica sono stati ortofrutta fresca (+21%), vino (+12%) e olio (+14%). Ma l’andamento sui mercati stranieri potrebbe ulteriormente migliorare se solo ci fosse una più efficace lotta all’agropirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richia-

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mano all’Italia per drogare il commercio con prodotti taroccati che nulla hanno a che fare con la realtà nazionale. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole mondiali una falsa Italia che toglie spazio di mercato a quella autentica e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. Un patrimonio che Vdg Magazine porta alla luce ogni mese, facendo scoprire ai lettori il bello e il buono di quell’Italia che, pur tra mille difficoltà, fa della qualità la propria bandiera. Un giacimento di sapori unici che trova la sua espressione negli store Vdg e nel nuovo portale e-commerce per la valorizzazione dei nostri produttori.

Nasce il miele Dop del Bellunese

La Forestale tutela l’aceto balsamico

Il Veneto dei primati nell’agroalimentare di qualità ha ufficialmente conquistato la Denominazione d’origine protetta numero 17. È quella del Miele delle Dolomiti bellunesi Dop. Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea è già stato pubblicato il Regolamento di esecuzione (Ue) n. 241. «Il primato veneto, nazionale e europeo, in fatto di denominazioni si consolida quindi ulteriormente - ha commentato con soddisfazione l’assessore veneto all’agricoltura, Franco Manzato - a riprova della volontà degli imprenditori e del sistema agricolo e agroalimentare di perseguire il miglioramento del reddito e, di conseguenza, il riposizionamento sul mercato valorizzando la tipicità e il territorio».

Sequestrate più di 91 mila confezioni, pari a circa 35 mila litri di aceto balsamico, imposte sanzioni amministrative per un valore complessivo di oltre 300 mila euro e denunciate sei persone per imitazione, evocazione e usurpazione di prodotti tutelati da marchio a denominazione protetta. Sono i principali risultati delle operazioni anticontraffazione condotte dal Corpo forestale dello Stato in diverse regioni italiane a tutela dell’aceto balsamico di Modena Igp e aceto balsamico tradizionale Dop. L’aceto balsamico di Modena è, infatti, uno dei prodotti più imitati al mondo e si calcola che solo negli Stati Uniti la contraffazione dell’aceto balsamico Dop e Igp crei un danno economico di oltre 10 milioni di euro.


Cantine Astroni, tradizione di qualità

«La Costituzione, primo testo antimafia»

Olio Dop abruzzese premiato a Sorrento

Tre Gran Menzioni per La Collina dei Ciliegi

Cantine Astroni è un’azienda vitivinicola campana con sede al confine tra Napoli e Pozzuoli, nel cuore dei Campi Flegrei sulle pendici esterne del Cratere Astroni. Nata per volontà della famiglia Varchetta, per proseguire ad altissimi livelli la migliore tradizione enologica locale, l’azienda ha puntato esclusivamente sui vitigni autoctoni per produrre vini con una spiccata tipicità rivolti a chi ama ricercare il territorio nel bicchiere. La filosofia di produzione di Cantine Astroni si fonda sulla corretta gestione dei vigneti. Il rapporto con i viticoltori da cui Cantine Astroni acquisisce le uve nasce in vigna, dove personale altamente specializzato supporta e orienta le scelte agronomiche per ottenere uve di elevata qualità.

Una firma per combattere la mafia. L’hanno posta, presso l’aula magna dell’Università di Ferrara, il rettore Pasquale Nappi e il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti. È stata così ufficialmente sottoscritta la convenzione tra ateneo estense e l’associazione antimafia, per realizzare un pacchetto didattico di seminari sulla criminalità organizzata aperti a studenti e cittadini. «Il primo testo antimafia è la Costituzione: diventi nostra cultura e costume. Nessuno tocchi i valori costituzionali», ha dichiarato Don Luigi Ciotti, in un vibrante intervento che ha svolto davanti a una sala gremita: si contavano oltre centocinquanta persone, tra studenti, docenti, rappresentanti delle istituzioni e cittadini.

Lo scorso marzo, la Tenuta Zimarino Masseria Don Vincenzo di Vasto è stata proclamata vincitrice assoluta nella categoria fruttato leggero alla IX edizione del Premio Sirena d’Oro di Sorrento. «Il terreno nero compatto – dice il produttore Nicola Tieri – nonché il clima assolato e ben ventilato, sono gli elementi caratterizzanti del terroir mentre le tecniche di coltivazione agricola ed oleologica hanno consentito la produzione del Don Vincenzo, Colline Teatine Vastese Dop, elegante e unico, legato fortemente al luogo di provenienza e con un profilo sensoriale preciso». La premiazione si svolgerà a Sorrento, il 20 maggio, in occasione della Borsa Valori del Territorio, vetrina dell’eccellenza agro-alimentare.

A un anno dalla Gran Menzione ricevuta nel 2010 per il suo Amarone Il Ciliegio, quest’anno, al 19° Concorso Enologico Internazionale Vinitaly 2011, l’azienda vinicola Collina dei Ciliegi si è aggiudicata ben 3 Gran Menzioni. Riconfermato il gradimento per l’Amarone 2005 Riserva, vincitore anche quest’anno, mentre si aggiungono alla lista dei vini premiati Il Lugana e l’Amarone 2007. La Collina dei Ciliegi si trova ad Erbin, località felicemente collocata in Valpantena vicino a Verona, e produce vini utilizzando prevalentemente uve di vitigni autoctoni. Lo scorso febbraio è stata anche presente al Berliner Wein Trophy con cinque vini che si sono aggiudicati la Medaglia d’Oro a riconferma della qualità della produzione.

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dal mondo

di Claudio Lo Tufo

Pioggia di premi al Vinitaly Alla chiusura di Vinitaly 2011 sono moltissimi i premi che hanno arricchito la manifestazione. Al Concorso Internazionale Packaging Etichetta dell’Anno 2011, la Distilleria Domenis si è aggiudicata il premio Etichetta d’Oro nella categoria confezioni di distillati provenienti da uve, vinacce, mosto o vino. È un riconoscimento importante, l’unico per la regione Friuli Venezia Giulia, grazie alla nuova etichetta ideata da Studio Cheste di Venezia, nell’ambito della riprogettazione complessiva dell’immagine di tutti i prodotti Domenis, avviata nel 2010. Per quanto riguarda il Premio Internazionale Vinitaly 2011, il prestigioso riconoscimento istituito nel 1996 e attribuito a personalità, aziende e istituzioni italiane ed estere che si sono distinte per il loro impegno nel mondo enologico, sono state premiate due italiane e, per l’estero, il premio è stato attribuito all’Institute of Masters of Wine. Le due italiane sono state l’Azienda Guido Berlucchi & C. per la sua capacità pionieristica in Franciacorta dove, nel lontano 1961, sigillò tremila bottiglie di Pinot di Franciacorta, alla quale si è aggiunto il premio per l’azienda Santa Margherita che ha saputo leggere con grande anticipo i cambiamenti epocali, fin dal 1935, quando venne fondata dal conte Gaetano Marzotto in quella che era, allora, una zona svantaggiata: il Veneto Orientale. Al premio internazionale si è aggiunto il Premio Cangrande Benemeriti della Vitivinicoltura, un’onorificenza che è stata assegnata a numerosi personaggi del mondo enologico come Alessandro Nicodemi, pre-

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sidente del Consorzio di Tutela del Montepulciano d’Abruzzo Docg (Abruzzo); Giuseppe Cosma Nazzareno (Basilicata); Urban von Klebelsberg (Provincia autonoma di Bolzano); Antonio Francesco Zaffina, coordinatore Ufficio Vitivinicolo Regione Calabria (Calabria), e molti altri ancora. Non solo i premi del mondo del vino hanno arricchito il Vinitaly; molte le targhe in campo enogastronomico come il Premio Agrifood Club – Golosario. Una gara che ha visto partecipanti di ogni regione e ha premiato due o tre aziende per categoria: dalle sfiziosità ai distillati ai liquori, passando per le confetture e i mieli, i dolci e i prodotti da forno, i formaggi, i salumi, le bevande, il riso e le paste e, infine, un riconoscimento speciale all’Accademia delle 5T e alla Gastronomia Beltrami per premiare la loro attività di scoperta e promozione delle piccole e grandi imprese che fanno l’eccellenza dell’agroalimentare italiano. Infine, l’ambitissimo premio del Sol che ha visto dare la targa del Sol d’Oro agli oli delle aziende Guadalupi Luigi, Laura De Perri e Villa Zottopera. Per il Sol d’Argento hanno trionfato la Tenuta Piscoianni, l’azienda Paola Orsini e la calabrese Librandi Pasquale.

Il commento I premi si trasformano sempre in un’inutile azione autoreferenziale dove politica e amicizie decido i vincitori e mai per meritocrazia. Per il Vinitaly è sempre stato diverso. Tutti i premi consegnate alle numerose aziende provenienti da ogni regione d’Italia sono il frutto della fatica e degli sforzi di questi ultimi nel campo enogastroniomico. È stato bello vedere con quanto orgoglio imprenditori di spicco e piccole aziende agricole mostrassero, nei giorni del Vinitaly, le targhe dei riconoscimenti. Premi che avranno anche un grande valore sul mercato. Infatti, grazie all’autorevolezza conquistata negli anni, i vincitori vedranno aumentare le loro vendite e la loro notorietà. Il tutto in un contesto come quello del Vinitaly che pur rimanendo una fiera di grande respiro continua a essere un luogo utile dove siglare accordi e creare nuovi legami commerciali. Che dire. Chapeau


Giappone, il terremoto amplifica la crisi alimentare

Altre vittime, a distanza, del sisma che ha distrutto il Giappone. I danni causati dal terremoto, infatti, avranno «un impatto devastante sul settore agricolo e sull’allevamento di animali», tanto da rendere ancora più grave la crisi alimentare che affligge parte del pianeta. Lo dicono gli analisti di Rabobank, che avvertono: «La situazione è ancora in una fase evolutiva, ma l’effetto domino del disastro porterà a un aumento incontrollato dei prezzi dei cibi, importati da Stati Uniti, Australia e Cina. Il Giappone, che già si trovava prima del terremoto in una situazione di allarme, dovrà rivedere le sue food strategies, se non vuole diventare un paese a rischio alimentare».

Usa, il sushi si serve con il contatore geiger

Il disastro di Fukushima Daiichi colpisce il sushi americano. Nonostante il governo di Tokyo abbia assicurato che la situazione è sotto controllo, arrivando fino a revocare le restrizioni imposte sul commercio dei prodotti alimentari provenienti dalle aree intorno alla centrale nucleare, negli Usa si diffonde la paura del pesce radioattivo. Con grave danno dei tanti ristoranti giapponesi su terra americana, che hanno visto dimezzarsi i clienti. Per combattere la paura, il famoso Eric Ripert, Executive Chef del prestigioso ristorante Le Bernardin di New York, ha addirittura annunciato di aver acquistato un contatore geiger. Obiettivo: misurare la radioattività del pesce – sushi in primis – che servirà alla sua raffinata clientela.

Australia, un’alleanza contro grassi e sale

Con una mossa del tutto inaspettata, l’industria e le catene alimentari australiane hanno firmato un accordo con l’Australian Government’s Food And Health Dialogue il cui scopo è la riduzione dei grassi e del sale nei propri prodotti. L’accordo copre l’85% del mercato alimentare australiano e ben il 95% di quello delle carni lavorate. L’annuncio è stato dato dal responsabile parlamentare alla salute Catherine King. Che, a proposito dell’importante svolta, ha sottolineato: «la ricerca ha dimostrato che sodio e grassi incrementano i rischi di malattie cardiovascolari. Ed è consolante sapere che l’industria alimentare australiana ha preso sul serio questi rischi e si è impegnata per giocare un ruolo benefico nella salute del Paese».

Austria, quelle torte sono naziste

Alla fine, la pasticceria Klashka di Maria Enzersdorf, un piccolissimo centro vicino a Vienna, è finita sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali. Ma non per la qualità della sua arte pasticciera. Piuttosto, al centro dell’attenzione, sono finite le decorazioni delle sue torte. Un gruppo locale di sensibilizzazione dell’Olocausto ha infatti denunciato la pasticceria per aver sfornato torte commemorative del nazismo. Con guarnizioni a forma di svastiche, Hitler, Goering e compagnia bella. Il proprietario del negozio, però, si è difeso invocando la neutralità della torta: «noi produciamo guarnizioni con la forma che ci richiedono. Non vorrei che accusassero di essere nazisti noi, che siamo solo i confezionatori». E che evidentemente, come gli ambasciatori, non portano pene.

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occhio ai consumi

di Marco Bacchetta

Presidente Nazionale Associazione Civici Consumatori - www.civiciconsumatori.it

Ztl, autovelox, tutor quando il ricorso è fondato Le sanzioni amministrative legate alla circolazione stradale sono un argomento assai spinoso. E non solo per questioni economiche

In Italia, a causa di una normativa frequentemente riscritta con nuovi provvedimenti e con sentenze giudiziarie che hanno annullato numerose tipologie di sanzioni, spesso e volentieri l’utente è confuso sulla legittimità di un’eventuale contestazione a quelle multe delle quali di fatto non si sente responsabile. Infatti, pur ribadendo il principio, in modo inequivocabile, che è completamente inopportuno e pericoloso violare il Codice della Strada, vi sono casi limite che è bene chiarire ove sicuramente la sanzione è annullabile e il ricorso proponibile. Per esempio in certi casi anche il cittadino attento e rispettoso delle norme si è visto recapitare una sanzione: è stato il caso di numerosi autisti che guidano in zone ove improvvisamente, e con scarsa informazione, le Amministrazioni Locali hanno modificato gli orari di accesso dei centri storici e Ztl. Per fortuna, in questi casi, i giudici a cui hanno fatto ricorso i cittadini hanno posto rimedio stabilendo il fondamentale principio che gli automobilisti hanno tutto il diritto di essere adeguatamente informati attraverso cartelli riportanti con precisione gli estremi delle delibere e dell’attivazione dell’ordinanza e da adeguata informazione affinché non accada che possano commettere un’infrazione senza averne la consapevolezza. A Milano, per esempio, i ricorsi dei cittadini così motivati sono stati accolti e le sanzioni annullate per scarsa informazione e il conseguente riconoscimento della buonafede degli autisti. È poi opportuno spendere una parola sugli Autovelox non conformi. Infatti nel caso in cui il cittadino abbia ricevuto una sanzione relativa a un apparecchio finito nella lista di quelli“irregolari nelle recenti indagini compiute dalle forze dell’ordine, è sicuramente opportuno il ricorso al Giudice di pace. Vi è anche un’ulteriore categoria di motivi di ricorsi. Quando gli apparecchi rilevatori di velocità sono posati in modo irregolare, su strade vietate, senza idonea segnalazione o quando il cartello di segnalazione è posto a meno di 250 metri sulle autostrade ed extraurbane principali, 150 metri sulle extraurbane secondarie e urbane di scorrimento e 80 metri prima sulle altre strade. Inoltre il cartello che impone il limite di velocità deve precedere di almeno un chilometro sulle strade extraurbane. I ri-

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levatori di velocità fissi automatici possono essere posizionati solo su autostrade e strade extraurbane principali (rispettivamente strade tipo A e B) , e solo con individuazione del Prefetto, anche sulle strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento (strade tipo C e D) . Sulle strade urbane di quartiere e sulle strade locali invece non si possono collocare apparecchi rilevatori fissi automatici. Su tutte le strade possono però posizionarsi gli organi di polizia con i rilevatori mobili, ma solo in modo assai visibile, quindi non è ammesso il posizionamento nascosto. Sulle strade urbane e locali poi è stabilito che la contestazione immediata è necessaria a meno che l’apparecchio rilevatore mobile sia strutturato per determinare la velocità dopo il passaggio del veicolo o quando sia impossibile fermare il veicolo con motivo preciso.

La notifica

Il verbale deve essere notificato entro 90 giorni dall’identificazione del trasgressore (150 per le infrazioni commesse prima del 13/08/2010) e che la notifica avviene anche per giacenza in posta (dopo 10 giorni dell’invio del secondo avviso). In caso di ricorso è ammesso sia il ricorso al Prefetto sia al Giudice di Pace entro 60 giorni dalla notifica. E si rammenta che se la sanzione non viene sospesa è comunque opportuno pagarla nei 60 giorni per evitare un importo pari circa al doppio in caso di rigetto del ricorso.


A: S A C A COM D I T RE. S I U STO Q AC .VDG R PE WW W

Nduja di Spilinga, pesto di finocchietto selvatico, pesche saturnine allo sciroppo, crema di pistacchi di Sicilia, oli e vini nati nel segno di una tradizione secolare, sono solo un assaggio di quello che si può degustare e comprare al Vie del gusto Store

L’ Italia del gusto Dove scoprire il meglio della enogastromia italiana? Al Vie del Gusto Store, la vetrina di riferimento per tutti i buongustai, nato con l’intento di far conoscere gli artigiani del gusto che realizzano prodotti di qualità, ma che spesso faticano a superare i confini regionali. Un universo del gusto tutto da assaporare nella storica sede della Casa Editrice, luogo di incontro ideale dove il consumatore è coccolato e indirizzato nella scelta di prodotti garantiti. Dai migliori vini della Penisola agli oli extravergini doc, ai salumi e formaggi tipici, ai dolci e tanto altro ancora. Vi aspettiamo per un tour enogastronomico indimenticabile!

Vie del Gusto Store

Viale Zara, 28 - 20124 Milano - Tel. 0289053270 Prossima apertura: Via Castelmorrone, 1/A - 20129 Milano Aperti dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 19,30 con degustazioni gratuite di vini e prodotti tipici di tutte le regioni


scienza e vita

di Giuseppe Pulina Professore di Zootecnia speciale all’Università di Sassari

Alla scoperta dei prodotti ittici I tesori del Mediterraneo sono ricchi di sostanze benefiche che contrastano molte patologie. Attenzione all’etichetta: il mercato europeo è invaso dal pesce importato dal Pacifico

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Il pesce, i crostacei e i molluschi e gli altri frutti di mare sono una costante delle tradizioni gastronomiche e alimentari italiane. Con i suoi circa 8.000 km di coste, l’Italia è infatti naturalmente proiettata sul mare e sulle sue risorse. Tuttavia, insieme alle specie della pesca e dell’allevamento nazionali, continuano ad arrivare sul nostro mercato nuove specie ittiche non presenti nel Mediterraneo e non allevate in Italia, gran parte delle quali di caratteristiche qualitative poco o affatto conosciute. In seguito al graduale depauperamento degli stock ittici del Mediterraneo e delle acque interne, oltre il 50% del prodotto commercializzato a livello nazionale proviene da acquacoltura e oltre il 65% viene importato, soprattutto dall’Asia e dal Pacifico. L’invasione del mercato europeo da parte del Pangasio (Pangasius hypophthalamus) allevato in Vietnam, già filettato e congelato, a prezzi bassissimi e altrettanto bassi livelli qualitativi rispetto alle specie del Mediterraneo, è un chiaro esempio della situazione attuale. Chiediamo alla professoressa Biancamaria Poli, ordinario di Acquacoltura all’Università di Firenze e presidente nazionale di Federpesca, di illustrarci lo stato di salute dei prodotti ittici.

Quando andiamo in pescheria o al supermercato, chiediamo del pesce. In realtà si tratta di un’ampia gamma di prodotti con caratteristiche molto diverse che possiamo riunire sotto la voce di prodotti ittici. Cosa sono? «Per prodotti ittici si intende il complesso degli animali di acqua dolce e salata utilizzati a scopo alimentare. Una grande varietà di specie pescate e allevate ne fanno dunque parte, ciascuna con peculiari caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Le differenze appaiono subito chiare se pensiamo a grandi pelagici come tonno, pesce spada e merluzzo, o a piccoli pelagici come sardine e alici, o a demersali, come cernia, spigola e orata, o a bentonici come sogliola, platessa e rombo. Lo stesso dicasi per pesci di acqua dolce come trota e persico reale. Cosa dire poi delle differenze fra i cosìddetti frutti di mare, ovvero crostacei (gamberetti, aragosta e granchi) e molluschi, che a loro volta possono essere bivalvi (vongole e cozze), cefalopodi (seppie, totani, calamari e polpi), o gasteropodi (patelle). Naselli, alici, sardine, sgombri e seppie sono le specie più abbondanti nei nostri mari, mentre i 10 prodotti ittici più usati dal consumatore italiano


Il riccio di mare

sono nell’ordine mitili/cozze, orate, alici, spigole/branzini, trote salmonate, vongole, calamari, polpi, merluzzi e seppie». A cosa dovrebbe badare il consumatore quando acquista un prodotto ittico? «Dovrebbe guardare con attenzione le informazioni obbligatorie per la vendita, che devono essere presenti o sull’etichetta o su cartelli alla vendita, e devono riportare: la denominazione commerciale della specie; l’origine del prodotto, ovvero la zona FAO di pesca (es. n. 37.1, 37.2 e 37.3 se Mar Mediterraneo), o la nazione se di allevamento; e la tipologia di produzione, ovvero se si tratta di prodotto pescato o allevato». Gli italiani sono discreti consumatori di prodotti ittici e il loro uso è consigliato nella dieta mediterranea? «I prodotti ittici hanno da sempre una grande importanza nella dieta dell’uomo e non solo per l’aspetto edonistico, che li fa apprezzare molto sia soli che in molteplici e gradevoli ricette, ma anche in abbinamento con pasta e

Fin dai tempi dell’antica Grecia, il riccio di mare Paracentrotus lividus è considerato una prelibatezza. La parte edule di questo Echinoideo è rappresentata dall’apparato riproduttore o gonadi (comunemente chiamate uova o polpa), di colore rosso-aranciato per la considerevole presenza di carotenoidi, che vengono commercializzate fresche, congelate ma anche pastorizzate. In numerose nazioni europee e in alcune regioni d’Italia (specialmente in Puglia, Sicilia e Sardegna), questo prodotto viene apprezzato così tanto da determinare una sempre maggiore richiesta, soprattutto durante il periodo autunno-invernale. È nell’arco di questa stagione, infatti, che le gonadi del riccio di mare raggiungono la loro massima dimensione e il loro cromatismo più intenso tanto da meritare, in alcune località come Alghero, l’appellativo di “oro rosso” al pari del più prezioso corallo. Il continuo e incontrollato prelievo di questa risorsa, tuttavia, ha determinato in alcune zone del Mediterraneo la forte riduzione delle popolazioni di Paracentrotus lividus. Dal punto di vista bromatologico, questo alimento mostra una notevole quantità d’acqua e un elevato contenuto proteico a fronte di un’esigua aliquota di lipidi (caratterizzati peraltro dalla notevole presenza di acidi grassi polinsaturi) e uno scarso tenore di carboidrati. In particolare, alcuni preziosi elementi minerali quali ferro e fosforo risultano ben rappresentati, tanto da conferirgli eccellenti qualità nutrizionali. In generale, le gonadi di Paracentrotus lividus hanno un basso contenuto calorico (circa 150 kcal per 100 grammi) e vengono per lo più consumate crude o utilizzate per condire la pasta. In Giappone, questo prodotto è conosciuto con la denominazione commerciale di uni e, tra i vari modi in cui viene servito, è notevolmente apprezzato per la preparazione delle decorazioni di alcuni tipi di sushi. Antonio Pais

Nella pagina precedente: la professoressa Biancamaria Poli, ordinario di Acquacoltura all’Università di Firenze e presidente nazionale di Federpesca. Nelle immagini in queste pagine alcuni esempi di pelibatezze frutto del mare e uno di itticoltura italiano

riso. Sono alimenti nutrienti di facile masticazione e digeribilità, in grado di fornire proteine di elevato valore biologico, importanti vitamine (A, D, E, B12) ed elementi minerali (selenio, iodio, fosforo e potassio). L’aspetto più peculiare comunque è legato al fatto che l’essere animali acquatici rende le loro carni speciali perché le uniche naturalmente ricche degli acidi grassi polinsaturi a catena molto lunga i cui benefici effetti verso molte patologie (cardiovascolari, infiammatorie, psichiatriche e psicologiche, neurodegenerative, obesità, diabete e addirittura certi tipi di tumori) sono stati confermati da numerose ricerche». Insomma, si tratta alimenti utili e nutrizionalmente molto importanti, tanto da collocarli anche fra i cosiddetti alimenti funzionali? «Le agenzie internazionali dell’alimentazione consigliano un consumo minimo bisettimanale di pesce, e in particolare di pesce azzurro (come sardine, alici) almeno per una volta, perché assai più ricco di grasso e quindi degli specifici omega 3, rispetto al più magro pesce bianco (vedi nasello, sogliola, trota)». I prodotti ittici sono particolarmente ricchi in questi acidi grassi polinsaturi a lunga catena il cui consumo è fortemente consigliato dai dietologi. Come mai? «L’importanza del consumo di DHA è legata soprattutto al fatto che costituisce il 25-30% degli acidi grassi dei fosfolipidi cerebrali e oltre il 20% di quelli della retina. Per questo motivo il trasferimento di DHA n-3 dalla madre al feto e durante l’allattamento risulta fondamentale, sia per lo sviluppo dell’apparato nervoso, che per quello visivo della prole. L’importanza del consumo di EPA è soprattutto legata al fatto che va a far parte di prostaglandine ad azione anti aggregante piastrinica, e quindi anti trombotica, vasodilatatrice e antinfiammatoria che contrasta l’effetto opposto di analoghe sostanze prodotte dal metabolismo degli acidi grassi».

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scienza e vita

I muggini di Alessandra Cannas

Col nome generico di cefalo o muggine si indicano i pesci appartenenti alla famiglia dei Mugilidi. Si tratta di specie diverse e, quelle più conosciute, sono il cefalo o volpina (Mugil cephalus), la bosega (Chelon labrosus), il lotregano (Liza aurata), il caustello (Liza ramada) e la verzelata (Liza saliens). Hanno un corpo allungato, grigio nel dorso e argenteo nel ventre e un lungo intestino che, quando pulito, è una prelibatezza per i buongustai. Vivono nelle acque salmastre e marine e costituiscono un tradizionale prodotto delle valli e delle lagune costiere. Non è facile distinguerli l’uno dall’altro; il Mugil cephalus si differenzia per una palpebra adiposa che ricopre gli occhi; le altre specie non sono facilmente distinguibili e, per una classificazione certa, si ricorre all’osservazione dei cechi pilorici, estroflessioni dell’intestino diverse per numero e forma nella varie specie. Il regime alimentare dei muggini è prevalentemente detritivoro, perciò il loro gusto dipende dalle caratteristiche dell’ambiente in cui vivono. Si corre quindi il rischio - se non ci si assicura della provenienza del prodotto - di acquistare animali provenienti da ambienti inquinati che hanno sapore di fango o, peggio, di idrocarburi; ma se si trova un muggine proveniente da acque pulite e ambienti salubri, allora il sapore non ha niente da invidiare a specie più pregiate. Le uova salate ed essiccate del Mugil

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cephalus costituiscono la bottarga. Questa leccornia fu probabilmente ideata dai Fenici, ma certamente furono poi gli Arabi che la diffusero in tutto il Mediterraneo chiamandola battarikh. La bottarga è un prodotto tradizionale della Sardegna e, recentemente, è iniziata la lavorazione anche in Toscana, nella laguna di Orbetello. Dal momento che la produzione italiana di cefalo non è sufficiente, spesso le gonadi congelate sono importate dall’estero e lavorate in Italia. I Mugilidi hanno carni sode e saporite. Dal punto di vista nutrizionale, sono pesci semigrassi ma digeribili. L’Istituto Nazionale della Nutrizione riferisce che 100 grammi di parte edibile (carni) di Mugil cephalus contengono 15.80 g di proteine, 0.71 g di carboidrati e 6.78 g di grassi; sono presenti inoltre vitamine del complesso B, vitamina A (100Ul) e sali minerali: Calcio (38 mg) Fosforo (264 mg) e Ferro (1.2 mg). Il cefalo rappresenta, inoltre, una buona fonte dei preziosi Omega 3.

Veniamo alla parte gastronomica. A cosa dovrebbe stare attento l’acquirente oltre che all’etichetta? «Ciascuna specie ittica è caratterizzata da tratti morfologici propri e da caratteristiche organolettiche che si apprezzano sul prodotto fresco (aroma, odore, consistenza, colore). In generale, quando si voglia acquistare pesce fresco bisogna controllarne l’aspetto (il colore di un prodotto fresco è sempre vivace e iridescente), l’odore della pelle e delle branchie (che deve essere tenue), l’occhio (che deve essere convesso o comunque turgido perché ben idratato, brillante con pupilla nera), la consistenza (soda ed elastica), le branchie, che devono avere un colore comunque vivo anche se può variare da rosso scuro a porpora. Quanto ai molluschi bivalvi, essi devono essere vivi e vitali e sempre confezionati in pacchi da 1 kg con bollo CEE ed etichetta con l’origine del prodotto e la data di confezionamento. Le valve si devono mostrare chiuse e apribili solo dopo averne tagliato i muscoli adduttori con il coltello. Il liquido all’interno deve essere limpido e incolore ed emanare odore salmastro gradevole. È buona norma di sicurezza alimentare cuocere sempre i bivalvi e non mangiarli crudi».

dove mangiare Mondo e Luca Via Mameli, 101 - Cagliari Tel. 070670480 Specialità Orziadas, fritto di piccola pesca, spaghetti bottarega e vongole, spaghetti ai ricci. Prezzo medio, bevande incluse: 35 a persona.



almanacco di barbanera

di M. Pia Fanciulli

Ben venga maggio Impossibile resistere al fascino campestre di questo mese che invita all’aria aperta, a cambiare abitudini, a riprendere un contatto con la natura che infonde buonumore ed energia. È il tempo anche delle prime, copiose, raccolte nell’orto, del profumo delle rose e della festa della mamma. Senza dimenticare fave e pecorino per il picnic del 1° maggio

Da ricordare

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Domenica 1° maggio San Giuseppe Lavoratore, Festa del Lavoro

Domenica 8 maggio Festa della mamma

Nel pieno della stagione che guarda all’estate, la festa del 1° maggio giunge quale primo atto di una lunga serie di uscite all’aperto che si chiuderà nell’autunno successivo. Si celebra San Giuseppe, artigiano o lavoratore, insieme alla Festa del Lavoro, una ricorrenza che vive in molte parti del mondo. Tra le due però, la prima a nascere fu quella del Lavoro, ufficializzata a Bruxelles nell’agosto del 1891 dal Congresso dell’Associazione Internazionale dei lavoratori. Quella religiosa venne infatti dopo, nel 1955, istituita da Pio XII. Un classico di questo giorno è la gita fuori porta accompagnata da fave e pecorino, cibo rituale legato da tempi remoti alla rinascita della bella stagione, quando l’uomo era pastore e non ancora agricoltore. È per questo che le fave si trovano sempre in coppia con l’immancabile formaggio, anche se, perduto ormai il valore simbolico, hanno però conservato il primato di merenda tradizionale di maggio.

Nel Paese forse più mammone del mondo, un posto di rilievo lo occupa la festa della mamma, che si celebra la seconda domenica di maggio ed è giunta dagli Stati Uniti dove è nata il 10 maggio del 1908 per essere poi ufficialmente istituita nel 1914. In questo stesso giorno la mamma si festeggia in Danimarca, Finlandia, Turchia, Australia e Belgio. Altra data invece in Norvegia dove ricorre la seconda domenica di febbraio, la seconda di ottobre in Argentina, l’ultima di maggio in Francia. Ma la Grande Madre si celebrava già nella preistoria proprio nel periodo dell’anno in cui il passaggio della natura dalle asprezze dell’inverno al caldo sole fertile della bella stagione era più evidente. Furono poi i greci a dedicare alle loro genitrici un giorno, quello della festa di Rea, madre di tutti gli dei. Lo stesso fecero i romani festeggiando Cibele a maggio per un’intera settimana. Fu poi il cristianesimo a dedicare l’intero mese alla Madonna.

Sole e luna Il Sole • Il 1° sorge alle 05.57 e tramonta alle 19.58 • L’11 sorge alle 05.44 e tramonta alle 20.09 • Il 21 sorge alle 05.35 e tramonta alle 20.19 Il 1° maggio si hanno 14 ore e 1 minuto di luce solare – mentre il 31 se ne hanno 15. Si guadagnano 59 minuti di luce solare. La Luna • Il 1° sorge alle 04.39 e tramonta alle 18.31 • L’11tramonta alle 01.53 e sorge alle 13.13 • Il 22 sorge alle 00.07 e tramonta alle 10.19 La Luna è al perigeo domenica 15 alle ore 14. È all’apogeo venerdì 27 alle ore 12. Luna in viaggio In questo mese i giorni favoriti dalla Luna per gli spostamenti sono: 18, 19, 22, 23, 24, 27, 28, 29.


luna crecsente

luna calante

Saggezza popolare · Quando maggio è tutto in fiore, il sorriso è in ogni cuore. · Se piove i primi di maggio, noci e fichi faran buon viaggio. · Maggio delle rose, gioia delle spose. · Quando arriva San Mattia (14 maggio), ogni neve porta via. · Splendido il viaggio che si fa a maggio. · Maggio soleggiato, frutta a buon mercato. · Nel mese di maggio provvedi a legna e foraggio. · Luna bianca tempo bello, luna rossa venticello. · Di maggio, ciliegie per assaggio. · Per Sant’Agostino (27 maggio), va nell’orto e riempi il cestino

Orti e dintorni

Belli e sani

Forse non tutti sanno che parte della forza della frutta sta nel suo colore: nel rosso dei ribes, nell’arancio degli agrumi, nel viola delle more, nel verde dei kiwi. Tinteggiandosi infatti le piante si difendono e lo fanno grazie a un mix di sostanze a effetto antiossidante che ci sono utili in quanto in grado di contrastare i radicali liberi, sostanze chimiche che possono combinarsi agli elementi delle nostre cellule degradandole. Anche i piedi, costretti tutto l’anno nelle scarpe chiuse, cominciano a vivere con la bella stagione momenti di vera libertà. Per averli sempre morbidi spalmarli, una volta a settimana, dopo un pediluvio alla camomilla, con 3 cucchiai di burro di karitè sciolto a bagnomaria insieme a 2 cucchiai di olio di germe di grano; infilare dei calzini e far agire per tutta la notte. Ecco infine un consiglio per gli studenti che vedono avvicinarsi l’appuntamento con le ultime interrogazioni o con gli esami. Per lo sprint finale ci sono l’eleuterococco e il ginseng, due piante che fanno da insuperabile carburante! Il primo è l’ideale per gli esami, perchè aumenta la resistenza dell’organismo: 30 gocce in acqua a digiuno la mattina e non oltre le 17. Il ginseng invece è un vero e proprio antistress e antifatica, grazie anche al manganese che contiene: lo si trova in compresse o in gocce.

Maggio è per tradizione il mese delle rose, quello in cui colori e profumi tornano a rallegrare balconi e giardini. Attenzione però, perché a esserne irresistibilmente attratti sono anche orde di afidi che rosicchiano i boccioli prima che si aprano. Ma un rimedio c’è. Basterà, appena ci si accorge dell’invasione, distribuire sui rosai e su tutte le piante attaccate dai parassiti del borotalco con un soffietto. Unico inconveniente, l’aspetto un po’ sbiancato delle rose. Ma sarà solo questione di giorni: torneranno prestissimo belle più che mai! Altre cose da fare in giardino, nei giorni di Luna crescente, sono gli ultimi trapianti delle specie annuali, ma anche la riduzione degli arbusti e le potature dei rosai sarmentosi (rampicanti) e di quelli a fioritura unica perché producano nuovi rami fioriferi. In calante si potranno invece portare all’esterno gli agrumi e le piante grasse facendoli abituare gradualmente all’aria. È anche il momento di cimare i crisantemi e di dotare di tutori le dalie. Sarà l’orto invece a chiederci di cimare in Luna calante cocomeri e meloni dopo la terza foglia per favorire l’emissione di rami laterali e renderli più produttivi, di seminare carote e insalate, di mettere i sostegni ai pomodori da mensa e da conserva. Importante ricordarsi di trapiantare il basilico che profumerà i piatti estivi. Aspettare invece la Luna crescente per raccogliere fave e piselli da consumare freschi, seminare i fagiolini da consumo fresco, eliminare i rami laterali che crescono sul fusto dei pomodori da mensa. Insomma, è un momento di grandi operazioni che, se ben effettuate, assicureranno copiose raccolte per tutta l’estate.

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di X dalle nostre ambasciate xxx xxxxxx

Vino, bocciate le modifiche Igt dell’Emilia La Regione Emilia Romagna, in attuazione delle disposizioni della nuova Organizzazione comune di mercato del vino approvata da Bruxelles nel 2008 che stabilisce l’obbligo per le indicazioni geografiche tipiche (Igt) di far coincidere la zona di produzione dell’uva con quella di produzione del vino, ha formulato una proposta di modifica del disciplinare di produzione dell’Igt Emilia concordata con la filiera produttiva regionale che, a tutela della tradizionalità e su richiesta dei produttori regionali, permette l’elaborazione dei vini frizzanti e spumanti anche alle province della Romagna e alle due province lombarde di Mantova e Cremona. Il Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, cui compete l’approvazione dei disciplinari di produzione, ha respinto la proposta. La decisione del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini è paradossale. Si dice di no a una Igt che si chiama Emilia per compiacere le pretese di utilizzo della Igt da parte di regioni che si chiamano Veneto e Piemonte e dei relativi imprenditori del settore. Un Comitato che dovrebbe essere arbitro nella tutela della geografia dei vini gioca invece smaccatamente dalla parte di quelli che vogliono solo fare affari. Gianni Modesti – Bologna

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La Cina riconosce i prodotti di qualità Dopo l’aumento nel 2010 del 162% delle esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, nonostante l’opposizione al consumo di prodotti lattiero caseari da parte dei cittadini asiatici, non può che essere accolto con favore il superamento degli ostacoli al riconoscimento da parte della Cina dei primi due prodotti di alta qualità italiani, come il Prosciutto di Parma e il Grana Padano. Lucia Mondelli – Colorno (Pr) Concordiamo. L’annuncio è stato dato proprio di recente dal Commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos. In sostanza dalla Cina arriva l’ok a un rapido processo di registrazione reciproco di dieci prodotti Dop e Igp europei. Un risultato che avviene nell’ambito di un accordo di reciprocità che ha già portato l’Ue a proteggere dalle imitazioni attraverso l’iscrizione nel registro degli alimenti a indicazione geografica protetta (Igp) la pasta alimentare Longkou Fen, la prima pasta Doc Made in China nota anche con il nome di vermicelli cinesi, che è ottenuta con amido secco ricavato da fagiolini verdi e piselli dalla forma di sottili vermicelli di spessore uniforme, morbidi ed elastici, che non si incollano e dal colore bianco translucido. I cantucci non sono i biscotti di Prato Guai a confondere i cantucci con i biscotti di Prato. I due generi sono soltanto parenti e molto alla lontana. Il volume I cantucci

pratesi e gli anicioni rende infatti giustizia a una sorta di giallo storico della pasticceria toscana. L’occasione è stata utile anche per ricordare Antonio Mattei, storico fondatore del biscottificio di via Ricasoli e grande amico di Pellegrino Artusi, autore del primo manuale della cucina italiana. Mattei, attivissimo nella Prato pre e post unitaria, fu abilissimo nel promuovere la sua azienda, tanto che nel 1861 partecipò alla grande esposizione italiana. Franca Monesi – Prato Ma torniamo alla diatriba biscotticantucci. La golosità più nota che tutti conosciamo, quella arricchita con le mandorle e che possiamo trovare negli eleganti locali di Londra come in quelli di New York, si chiama biscotto di Prato. E i cantucci? Sono impastati con

All’iniziativa si può aderire attraverso il servizio sms: 3460286745

farina, acqua, sale, olio d’oliva, zucchero e lievito, insaporiti con anici. Vengono cotti a filoncini e poi affettati e tostati. Con queste caratteristiche viene definito il cantuccio di Prato, dal celebre vocabolario del Fanfani, nell’edizione del 1875. L’equivoco e la coincidenza tra i due prodotti è pasticcio recente, dovuto alla diminuzione di interesse verso i cantucci che si verificò nel secondo dopoguerra, quando i biscotti, più ricchi, cominciarono a diffondersi anche per la diminuzione del costo delle uova.


© Generalcummunication

Un grande progetto

dedicato al Golf La Collina dei Ciliegi in qualità di sponsor del

sarà presente con la propria squadra e con i vini presso:

Puoi già degustare i nostri vini presso le club house di: Barlassina Country Club (CO) Golf Club Ferrara (FE) Golf Club Le Betulle (BI) Golf Club Tolcinasco (MI)

1° Golf Club Carimate (VA) 11 aprile 2011

2° Golf Club Le Rovedine (MI) 16 maggio 2011

3° Circolo Golf Villa D’Este 30 maggio 2011

4° Circolo Golf Club Bergamo L’Albenza 13 giugno 2011

Finalissima

settembre 2011

Richiedi i nostri grandi vini: nei migliori ristoranti, enoteche, enotavole, alberghi e on-line. Info su www.lacollinadeiciliegi.it


di Gilda Ciaruffoli

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Toscana

Novità nel calice

Ai nastri di partenza la nuova edizione di Anteprima Vini che rinnova la due giorni di degustazioni ed eventi promossa dai Grandi Cru della Costa Toscana nella splendida cornice del Real Collegio di Lucca. Al centro della manifestazione la degustazione dell’ultima vendemmia, la vera primeur e la degustazione dedicata all’annata che uscirà sul mercato l’autunno prossimo Molte le novità di quest’anno come la presenza della Côtes du Rhône come area ospite di eccellenza, l’organizzazione di laboratori di degustazione aperti al pubblico e un gioco dove il consumatore diventa giudice dei vini in assaggio. Info: www.grandicru.it - 7-8 maggio, Lucca

Piemonte

Petali di bontà

Torna Riso e Rose in Monferrato, tre fine settimana ricchi di appuntamenti dove il riso la fa da padrone e le rose incoronano i borghi collinari, dalla piana del Po fino alla Lomellina. Percorsi naturalistici, arte, artigianato, cultura, alla scoperta di giardini, ville, castelli ricchi di storia e profumi. Si riconferma la formula ormai collaudata negli anni con successo: un unico contenitore per una trentina di eventi che conducono i turisti di borgo in borgo lungo una strada dove non mancano mai i mercatini dei sapori legati al riso, alle rose e al vino di qualità. Info: www.monferrato.org 7-23 maggio, località varie

Emilia-Romagna

Rustici e deliziosi

La Sagra del Carciofo Moretto vuole celebrare questo prodotto autoctono della terra che a Brisighella raggiunge le massime espressioni organolettiche. Il Moretto è una varietà sulla quale non sono stati fatti interventi genetici e ciò ha consentito di mantenere inalterate le caratteristiche e gli aromi originari, diversamente da altre varietà coltivate nel bacino del Mediterraneo; si mangia crudo o lessato, condito con sale e olio, preferibilmente con il rinomato Brisighello, col quale si sposa molto bene. Molte le ricette che si posso preparare con questa prelibatezza, e che si possono gustare durante la manifestazione. Foto: Fabio Liverani. Info: www.terredifaenza.it 1 e 8 maggio, Brisighella (Ra) 28

Umbria

Un giro per fraschette

Porchettiamo, festival delle porchette d’Italia alla sua terza edizione, riunisce per tre giorni tutti gli appassionati di questo goloso cibo di strada. Non mancano i momenti di approfondimento, degustazione e riflessione, conditi da numerose attività collaterali e dalla presenza di artisti di strada che si esibiscono per le vie del paese. La piazza principale ospita l’Enoteca della Strada del Sagrantino, ideale per scoprire i vini del territorio, per un abbinamento a tutto gusto che sa ricreare la suggestiva atmosfera delle antiche fraschette, luoghi privilegiati per il consumo di vino e porchetta. Info: www.porchettiamo.com 6-8 maggio, San Terenziano (Pg)



Emilia-Romagna

Fragole infinite

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Due fine settimana per perdersi nel gusto insieme a un frutto delizioso che appartiene alla primavera ma che ha già il sapore dell’estate. Torna la Sagra della Fragola di Lagosanto evento interamente dedicato al succoso frutto rosso, giunto alla diciannovesima edizione. Molti gli appuntamenti e le iniziative previste a partire dall’inaugurazione della manifestazione con l’aperitivo a base di fragole, e proseguendo con la sfida degli chef che provengono da tutta la regione e si sfidano a suon di abbinamenti originali e inattesi. Ottima e varia anche l’offerta culinaria pensata per accontentare, sia a pranzo che a cena, le diverse esigenze dei tanti estimatori che affollano la cittadina nei due wee-end. Info: www.comune.lagosanto.fe.it 14-15 e 21-22 maggio, Lagosanto (Fe)

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Trentino

Erbe d’autore

Le erbe selvatiche vengono celebrate con una settimana di festa durante la quale nove ristoranti di Lana, Foiana, Prissiano, Postal e Cermes, adeguano i propri menù ispirandosi alla tradizione unendola alla creatività che contraddistingue gli chef dell’Alto Adige, dove le erbe selvatiche sono indiscusse regine dei piatti. Le pietanze sono servite spiegando il valore sano e genuino delle erbe che le accompagnano: scopo della manifestazione, oltre che stuzzicare il palato, è, infatti, diffondere la conoscenza di questi fantastici frutti della natura, spesso poco conosciuti o dimenticati. Info: www.lana.info 12-29 maggio, località varie

Lombardia

Sboccia il gusto

La mostra Franciacorta in Fiore accoglie i visitatori con un programma ricco di eventi che fanno da sfondo alle splendide rose e alle erbacee perenni protagoniste delle tre giornate di rassegna. Di particolare interesse: Bollicine Franciacorta, evento organizzato nel Parco di Palazzo Guarneri, dove è possibile essere seguiti nell’assaggio da un Sommelier AIS e acquistare le bollicine di prestigiose cantine; o ancora, Adorabile Balsamita che ha come protagonista il tortello amaro di Castel Goffredo, e le Sculture Vegetali, per ammirare creazioni di frutta e verdura a cura di Laura Guazzelli. Info: www.franciacortainfiore.it 13-15 maggio, Cazzago San Martino (Bs)

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Marche

Formaggio di maggio

Il Festival della Casciotta di Urbino è un’iniziativa tutta volta alla valorizzazione del prodotto Dop del Montefeltro, per riscoprire sapori e tradizioni della città del Duca. Mostre-mercato, incontri con esperti, concorsi culinari, laboratori enogastronomici, speciali percorsi degustativi, visite guidate ai caseifici della zona, premiazioni e concerti compongono il ricco programma dell’iniziativa che anima le vie e le piazze del centro storico della “città ideale”. In occasione della manifestazione, per tutto il mese di maggio, osterie e ristoranti urbinati propongono menù speciali in cui protagonista indiscusso è il dolce formaggio locale. Foto: Paolo Mini. Info: www.comune.urbino.ps.it 14-15 maggio, Urbino (Pu)


Voyage en Sardaigne A trip to Sardinia

Colore

Profumo

Sapore

Carattere

Colori, Sapori, Profumi. Il Carattere dell’isola nei vini della Cantina Dorgali.

CANTINA

info@cantinadorgali.com - www.cantinadorgali.com - tel. +39.0784.96143

Fotografie e grafica di Antonio Fancello

Viaggio in Sardegna


16 Lunedì 17 Martedì 18 Mercoledì 19 Giovedì 20 Venerdì 21 Sabato 22 Domenica

Campania

Un brindisi alla creatività

Torna a Napoli Wine&theCity il fuori salone del vino che coinvolge boutique, gioiellerie, negozi d’antiquariato e design, grandi alberghi, saloni di bellezza e atelier di artisti in 4 giorni di aperitivi, vernissage, concerti e reading a tema vino; la parola d’ordine è contaminazione, la filosofia è far entrare il vino, i sommelier e i vignaioli in luoghi non canonici. Come ogni anno tre grandi wine-party completano il calendario, mentre la mappa dell’itinerario si arricchisce con i Cortili del Vino e gli atelier degli artisti. La manifestazione è il fuori salone cittadino di Vitignoitalia, fiera che promuove il ricco patrimonio ampelografico italiano, e che apre i battenti domenica 22, il cui motto è: Tante uve, un solo Paese, Info: www.wineandthecity.it -18-21 maggio, Napoli

Veneto

Vino fatto a mano

Nell’epoca dell’automazione e della globalizzazione, il Conegliano Valdobbiadene, vino prodotto nell’area storica di produzione del Prosecco, riscopre il valore del lavoro fatto a mano. L’occasione è Vino in Villa, Festival Internazionale del Conegliano Valdobbiadene, durante il quale circa cento cantine produttrici si riuniscono per presentare i propri vini, in tutto più di 300. Degustazioni, convegni, approfondimenti e seminari caratterizzeranno la nuova edizione della manifestazione. Info: www.prosecco.it 21-22 maggio, Susegana (Tv)

Marche

A tutto formaggio

Se il nostro “stivale” fosse fatto di formaggi, li mangeremmo in oltre cinquecento modi diversi. Sono numerose, infatti, le tipologie della nostra penisola che si differenziano per tradizione e caratteristiche, e molte di queste sono protagoniste di Formaggi d’Autore, kermesse gastronomica, giunta alla quindicesima edizione. Un’eccezionale vetrina per tutti i tipi di formaggi con espositori che provengono da ogni regione, con una maggiore concentrazione dalle Marche, ma anche dal Sud e dalle isole. Ampio spazio dedicato ai Presìdi Slow Food con il Trentino Alto Adige protagonista. Info: www.formaggi.biz 21-22 maggio, Gualdo (Mc)

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Lazio

Sapori dell’Agro Pontino

Appuntamento con la manifestazione dedicata alle prelibatezze del territorio lepino: la mozzarella di bufala e l’olio extravergine di oliva, primati gastronomici della zona. Come ogni anno, non mancano gli stand gastronomici dove è possibile gustare alcuni dei prodotti tipici locali, portatori anch’essi, proprio come la mozzarella di bufala e l’olio extravergine, di un sapore genuino legato alle tradizioni locali. Stand di artigianato e di tipicità restano aperti nel corso della giornata nel centro storico. Il tutto è accompagnato da spettacoli ed esibizioni di artisti locali. Info: www.comune.priverno.latina.it 22 maggio, Priverno (Lt)


Il sapore della scoperta

Vdg promotion

Network enogastronomico nato tra le colline di Modena e Bologna, La Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” presenta quattro tra le realtà che lo rappresentano, le cui storie vale davvero la pena di fermarsi a leggere Un’antica ricetta bolognese

Il piacere è donna

Il 1946 è l’anno che ha visto nascere, in un angusto retrobottega, il Salumificio Alcisa: il sogno era quello di rinnovare i fasti di un’antica ricetta bolognese per la produzione della mortadella. A distanza di oltre 60 anni possiamo dire che non solo il sogno si è avverato ma che, grazie alla “Due Torri”, è possibile evocarlo a ogni assaggio, assieme a quel gusto unico che ritroviamo ad esempio nella Storica, il cui involucro di juta trattiene aromi altrimenti perduti. www.alcisa.it

Non è stato semplice. L’obiettivo era quello di trasformare 10 ettari di terra incolta in un’azienda agricola. Ma se alla guida del progetto c’è una giovane donna, allora il risultato è garantito. È Ballestri il cognome che si cela dietro quell’iniziale misteriosa nel nome della Benedetta B., ovvero quello dell’imprenditrice che nel 2001 ha dato vita a un’azienda vitivinicola sulle colline di Castelvetro di Modena che oggi vanta 7 ettari coltivati a vigneto: il caratteristico Lambrusco Grasparossa e Pignoletto. www.benedettab.it

Cercatelo tra i filari…

Il tempo sospeso

… è questo che vi direbbero se voleste incontrare Maurizio Vallona, titolare dell’omonima azienda vitivinicola, la cui grande passione è da sempre quella di immergersi mani e piedi nella sua terra, per cimare o diradare personalmente gli impianti storici di Fagnano, o potare nelle nuove proprietà di Lamezzi a Monte San Pietro. Anche in cantina Maurizio dice la sua, realizzando vini assolutamente personali senza ricorrere stabilmente al wine maker di grido, ma forte della sua esperienza-presenza, precisione-professionalità. www.fattorievallona.it

Tra il verde di colture vinicole e impianti a frutteto, presso il borgo di Marano, a qualche chilometro da Vignola, in una valle che non conosce inquinamento, troviamo l’Acetaia Sereni. Qui il succedersi degli accadimenti atmosferici ripete, inalterato, l’antico corso che da secoli è l’indissolubile supporto alla naturale produzione e maturazione di uno straordinario aceto balsamico. Le mille botticelle in legno – di rovere o gelso, ciliegio o frassino, castagno, acacia o ginepro – si allineano in batterie in un fabbricato rurale, dove la natura incontra la sapienza dell’uomo e dà vita a una produzione unica. www.acetaiasereni.com

Strada dei Vini e dei Sapori - Città Castelli Ciliegi www.cittacastelliciliegi.it


23 Lunedì 24 Martedì 25 Mercoledì 26 Giovedì 27 Venerdì 28 Sabato 29 Domenica 30 Lunedì 31 Martedì

Località varie

Un brindisi collettivo

Nuovo appuntamento con Cantine Aperte in oltre 1.000 aziende vitivinicole italiane socie del Movimento Turismo del Vino. La manifestazione, che da sempre punta a instaurare un rapporto diretto tra le aziende produttrici e il pubblico di appassionati e consumatori, ha un obiettivo in più: favorire l’enoturismo in Italia rendendolo più accessibile, ponendo al suo centro le tante tipologie di vino e le zone di produzione, proposte in modo originale e inedito. Nel 2011, infatti, giunge a conclusione la procedura di certificazione dell’Accoglienza di tutte le cantine socie secondo il Decalogo dell’Accoglienza di cui si fregia il Movimento per garantire un’accoglienza coi fiocchi. Info: www.movimentoturismovino.it - 29 maggio, località varie

Liguria

Un tuffo in fiera

Slow Fish è la manifestazione internazionale a cadenza biennale, giunta alla quinta edizione, dedicata al mondo ittico. Attraverso convegni, incontri, laboratori e degustazioni si affrontano temi legati alla produzione sostenibile di pesce e al consumo responsabile. La manifestazione si articola in un cammino della memoria: la pesca artigianale com’era, quali culture coinvolgeva, e la piccola pesca com’è oggi. Nella zona del Mercato è possibile trovare pesce fresco e conservato, olio, spezie, sale, alghe e derivati. Info: www.slowfish.it 27-30 maggio, Genova

Abruzzo

La collina dei ciliegi

Giuliano Teatino è un paesino immerso nel verde, ottima meta per chi cerchi tranquillità a pochi chilometri dal mare e dalle più belle località montane della regione. Parte dell’associazione Città delle Ciliegie, organizza come tutti gli anni la sagra dedicata al rosso e carnoso frutto. Stand gastronomici offrono l’opportunità di gustare il sapore delle fragole locali e quello delle confetture prodotte in zona. Immancabili anche i tanti dolci in degustazione in stand dedicati ai più golosi per una festa che si dipana per le vie del centro storico. Info: www.comune.giulianoteatino.ch.it
 31 maggio, Giuliano Teatino (Ch) 34

Puglia

Meglio di così!

Presso Porto Sant’Apollinare, Zona Costa Morena, si svolge la Fiera dell’Eccellenza, manifestazione di carattere itinerante, prima a livello nazionale non appartenente a un solo Comune (difatti le scorse edizioni è stata ospitata in diverse località del Sud-Est Barese e Brindisino). La Fiera promuove in particolare le tradizioni regionali dell’artigianato, dell’agricoltura e ovviamente della gastronomia, confrontandole e valorizzandole con le realtà locali. L’evento offre la possibilità di conoscere, assaggiare e toccare con mano il meglio di quanto la Puglia possa offrire sotto ogni punto di vista. Info: www.fieradelleccellenza.it dal 27 Maggio, Brindisi



appuntamenti in breve 1

La Pagliara Maje Maje

37

Festa di primavera celebrata con un rito di origine antichissima. Info: 0874 7681321 1 maggio, Fossalto (Cb) – Molise 2

6 5 20

Fish & chef

Fitto programma di degustazioni e cene gourmet. Info: www.fishandchef.it 1-8-15-22 maggio, Malcesine (Vr) Veneto 6

Sapori Ticino

Alcuni tra i più prestigiosi ristoranti di Lugano, Ascona e Vacallo sono teatro di eccezionali esperienze gourmet. Info: www.sanpellegrinosaporiticino.ch 1-22 maggio, Canton Ticino 7

Carrese

Corsa di carri che festeggia la primavera. Info: www.comune.ururi.cb.it 3 maggio, Ururi (Cb) – Molise 8

Rito dei Serpari

Suggestiva processione di San Domenico ricoperto di serpi. Info: www.comune.cocullo.aq.it 5 maggio, Cocullo (Aq) – Abruzzo 9

36

Modena Terra di Motori

9

42 13 32 35 3

2 26

11

Manifestazione di cibo, cultura e salute. Info: www.ombradellamadonnina.com 7-8 maggio, Milano – Lombardia 12

23 39

Milano Food Week

40

Degustazioni, incontri, mostre, arte, cinema, show cooking, food design, vernissage e spettacoli per tutta la città. Info: www.milanofoodweek.com 7-15 maggio, Milano – Lombardia 13

Sagra del Fungo Prugnolo

Stand gastronomici, vendita diretta e spettacoli itineranti musicali per le vie del borgo. Info: www.tartufodiromagna.it 8 maggio, Civitella di Romagna (Fc) Emilia Romagna 14

15

14 17 33

Passeggiando con Bacco

Festa di San Nicola

Celebrazione che si dipana tra le vie del centro storico e il bel lungomare. Info: www.comune.bari.it 8-9 maggio, Bari – Puglia 18

Wine Festival

Evento con cui gli alberghi Starwood celebrano le stelle del vino italiano. Info: www.portocervowinefestival.com 6-8 maggio, Porto Cervo (Ot) Sardegna

10

Festa di San Cataldo

Festività patronale e processione in mare. Info: www.comune.taranto.it 8-10 maggio, Taranto – Puglia 19

Festa della Madonna di Capocolonna

Tour enogastronomico sulla Strada del Recioto, prenotazione obbligatoria. Info: www.stradadelrecioto.com 8 maggio, Zermeghedo (Vi) – Veneto

Ogni anno migliaia di calabresi arrivano per venerare la Madonna, che viene portata in pellegrinaggio. Info: www.provincia.crotone.it 8-15 maggio, Crotone – Calabria

10

16

20

Sagra del carciofo

Festa delle Verginelle

Processione ricca di elementi simbolici che ricollegano la festa ad antichi riti agrari. Info: www.rapino.net 8 maggio, Rapino (Ch) – Abruzzo

22 30 10

27

38

All’ombra della Madonnina

La più importante manifestazione automobilistica italiana en plein air. Info: www.modenaterradimotori.com dal 6 maggio, Modena – Emilia Romagna

Evento che celebra la coltura autoctona Doc. Info: www.comune.montelupone.mc.it
 7-8 maggio, Montelupone (Mc) – Marche 36

25 29

Fiera di Maggio

Percorsi tra antichi sapori, arti e tradizioni. Info: www.comunemontemaggiorebelsito.it 1-3 maggio, Montemaggiore Belsito (Pa) Sicilia 5

15

11 28 12

41

Festa dei confetti

Stand gastronomici con prodotti tipici. Info: www.san-casciano.com 1 maggio, San Casciano in Val di Pesa (Fi) Toscana 4

24

Sagra del vino Lacrima

Festa per le vie del paese con degustazione e animazione musicali. Info: www.verdicchiowine.it/ita/castelli/ morro.htm
 1 maggio, Morro d’Alba (An) – Marche 3

34

Festa di San Nicola

Festa patronale con processioni Info: www.regione.vda.it 9 maggio, Champorcher (Ao) Valle d’Aosta

43 8


21

Festa della Madonna della Stella

Suggestiva manifestazione religiosa. Info: www.comunesancostantinoalbanese.it 9 maggio, San Costantino Albanese (Pz) Basilicata 22

Portonovo 1811

25

Visita guidata con degustazioni in collaborazione con i Musei del Cibo di Parma, ristoranti e bar del paese. 15 maggio, Fontanellato (Pr) Emilia Romagna 26

Festa dei Ceri

Rievocazione storica dedicata al bicentenario del Fortino Napoleonico e alla Battaglia di Lissa. Info: www.oplon.it 13-15 maggio, Portonovo (An) – Marche

Emozionante tradizione che vede in processione tre macchine di legno a forma di prisma. Info: www.festadeiceri.it 15 maggio 2011,
Gubbio (Pg) – Umbria

23

27 Festa della Gastronomia Castelnovese

Festa della Madonna del Monte

Processione dalle rive del lago all’omonimo santuario. Info: www.comune.marta.vt.it 14 maggio, Marta (Vt) – Lazio 24

I Sapori della Primavera

L’evento valorizza l’uso gastronomico delle erbe spontanee primaverili. Info: www.sinistrapiave.it 15 maggio, Mel (Bl) – Veneto

Sagra dedicata a San Pasquale. Info: www.comune.assisi.pg.it 17 maggio,
Loc. Castelnuovo di Assisi (Pg) Umbria 28

Ah-Um Festival

Le vie, i locali e i ristoranti del quartiere Isola si animano di jazz. Info: www.ahumjazzfestival.com 18-22, Milano – Lombardia 29

Degustibus - Aparma

Tappa alla mostra mercato del gusto per una leggendaria Ape Car trasformata in una piccola salumeria itinerante. Info: www.degustibus.parma.it 21-22 maggio, Carignano (Pr) Emilia Romagna

16 7 1 44

17

30

45 18

Sagra del calcione e del raviolo

Festa per il tipico dolce locale. Info: www.comune.treia.mc.it 21-22 maggio, Treia (Mc) – Marche 31

Paesaggio bene comune

Film festival sul paesaggio. In programma escursioni nel Parco delle Madonie. Info: www.madonie.info 21-29 maggio, Madonie, località varie (Pa) Sicilia

21

19

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Pan Ieri

Evento che parte dal pane montanaro come emblema di una cultura povera. Info: panieri.blogspot.com 22 maggio, Santa Sofia (Fc) - Emilia Romagna 33

4 31

Il Gusto del Cammino

Cavalcata Sarda

Protagonisti costumi, danze, canti e destrezze a cavallo. Info: www.cavalcatasarda.it 22 maggio, Sassari (Ss) – Sardegna 34

Festa dello Speck

Degustazioni dell’Igt dell’Alto Adige. Info: www.altoadige-suedtirol.it 22-25 maggio, Bolzano - Trentino-Alto Adige

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Firenze Gelato Festival

Cinque giorni di eventi e dolci assaggi. Info www.firenzegelatofestival.it 25-29 maggio, Firenze – Toscana 36

Collisioni

Festival di letteratura e musica. Info: www.collisioni.net 27-29 maggio, Novello (Cn) Piemonte 37

Stelle, Malghe e Castelli

Serate a castello con noti chef. Info: www.meranodintorni.com dal 27 maggio, Merano e dintorni Trentino-Alto Adige 38

Sagra dei pici

Per scorpire la tipica pasta toscana e il delizioso borgo. Info: www.sancascianodeibagni.org 28-29 maggio, Celle sul Rigo (Si) Toscana 39

Infiorata di fine maggio

Tutto il centro storico è ricoperto da opere realizzate con foglie e petali. Info: www.comune.corchiano.vt.it 29 maggio, Corchiano (Vt) – Lazio 40

Festa della Madonna di maggio

Celebrazione organizzata fin dal 1814. Info: www.prolocosantoreste.com 29 maggio,
Sant’Oreste (Rm) – Lazio 41

RegalmenteRosa

Nel parco storico del Castello Reale per riscoprire il fascino dei giardini storici. Info: www.castellilangheroero.it 29 maggio, Govone (Cn) – Piemonte 42

Hobby In Casella
 Vini e basilico di Coronata in mostra. Info: www.prolococornigliano.it 29 maggio,
Casella (Ge) – Liguria 43 Festa del Narciso
 Sfilata di carri primaverile. Info: www.roccadimezzo.org 29 maggio, Rocca di Mezzo (Aq) Abruzzo 44

Fiera Mediterranea

Vetrina della produzione locale. Info: www.comune.molfetta.ba.it dal 29 maggio, Molfetta (Ba) – Puglia 45

Festa di Sant’Antimo

Festa patronale che prevede lo spettacolare Volo degli Angeli. Info: www.comune.santantimo.na.it 29-31 maggio, Sant’Antimo (Na) Campania 37


GDO & e-commerce cover story

Alimentare: è la grande distribuzione l’asso pigliatutto? 38


Industrie alimentari di nicchia e grande distribuzione: un rapporto non facile. Basti pensare che, in linea generale, l’assortimento tipo di un medio supermercato, sui 400-600 mq, ospita per reparto non più di 6-7 marche ed è costruito in questo modo: un primo prezzo, la marca del distributore, le due marche leader, un paio di prodotti follower di fascia medio-alta. Dunque lo spazio, per i nuovi ingressi, è davvero ristretto. Dei paletti posti dalla gdo (grande distribuzione organizzata) si è resa conto la nostra Autorità Antitrust che, nell’ottobre 2010, ha promosso un’indagine denominata “Settore della grande distribuzione organizzata” (provvedimento numero 21765). Rileva l’Authority che esistono «crescenti richieste da parte delle catene della gdo ai fornitori di forme di contribuzione all’atti-

Con una quota del 70% sul commercio alimentare, le grandi catene hanno una posizione di predominio nel commercio di settore. Per le Pmi è difficile essere messe in assortimento. Ma esistono altri canali, come i negozi tradizionali e l’on line

Sotto la lente di Nielsen «I nostri dati evidenziano che i trend dell’e-commerce sono in crescita. E nell’alimentare ciò è vero soprattutto per i grandi brand del retail» spiega Ombretta Capodaglio, marketing manager on line di Nilsen. «Questo fa pensare che la frenesia della vita moderna faccia preferire canali di acquisto più comodi, come il computer, diversamente dalla classica visita all’ipermercato. Per l’alimentare si ricercano prodotti, ma soprattutto informazioni, prima di procedere all’acquisto. La cosa che stupisce è che avviene anche l’inverso: il consumatore raccoglie notizie sul prodotto nel punto di vendita e poi, a casa, fa un acquisto sulla rete». E il passaparola o i social network sono importanti? «Il passaparola su internet è una vera benedizione, o maledizione, a seconda dei casi. Intendo dire che un parere letto su un prodotto può cambiare, nel 20% dei casi, le intenzioni di acquisto. Per i social network osservo una crescita di interesse verso i gruppi di acquisto solidali (Gas), come www.groupon.it o www.groupalia.com, luoghi dove i consumatori si mettono insieme per avere il migliore prezzo disponibile – con veri sconti e crediti – comprando in massa». Le Pmi alimentari e i Consorzi cosa ci fanno in rete? «Vendono… specialmente all’estero. Basta dire che a livello mondiale l’85% degli internauti compra qualcosa, quota che scende al 45% nella nostra penisola».

39


GDO & e-commerce cover story

I principali prodotti alimentari esportati: 2010 (in valore e in %) milioni di euro

incidenza

Acquaviti e liquori

584,2

2,8

Acque minerali e gassose

464,1

2,2

Alcool etilico

34,2

0,1

Alim. animale

267,6

1,3

Altre ind. alimentari

1.845,7

8,8

Birra

114,5

0,6

Caffè

728,4

3,5

Carni preparate

1.109,7

5,2

Dolciario

2.587,8

12,3

Ittico

220,9

1,1

Lattiero-caseario

1.925,3

9,2

Molitorio

196,0

0,9

Oli e grassi

1.558,9

7,4

Pasta

1.813,1

8,6

Riso

497,5

2,4

Trasfor. frutta

914,7

4,4

Trasfor. ortaggi

1.729,1

8,3

Vini, mosti, aceto

4.276,7

20,4

Zucchero

129,8

0,6

Totale

20.998,0

100,0

Fonte: Federalimentare

Come evolvono le quote per canale nella vendita di prodotti alimentari: 1996-2009 (in % sul valore) 1996* 2009** Ipermercati

6,8

13,0

Supermercati

30,6

41,6

Superette

8,6

8,3

Hard discount

4,2

7,7

Subtotale gdo

50,2

70,6

Negozi tradizionali

40,6

18,8

Ambulanti e vari

9,2

10,6

Subtotale tradizionale

49,8

29,4

*vendite totali: 96 miliardi di euro; **114,8 miliardi di euro

Fonte: Federdistribuzione

40

«Otto milioni di italiani comprano on line, 30 milioni si informano sui prodotti mediante internet. [...] È un appuntamento con il consumatore che non può essere perso» Roberto Liscia

vità espositiva, promozionale e distributiva, sganciate dalle quantità e dai prezzi di acquisto». Le crescenti richieste non sono altro che i cosiddetti contributi promozionali, meglio conosciuti con il termine inglese di listing fee, ai quali deve assoggettarsi l’azienda che vuole comparire a scaffale. Legittimi o illegittimi, sono comunque un altro prezzo da pagare per essere inclusi in assortimento. Secondo Federdistribuzione, l’associazione che rappresenta le maggiori catene italiane, le quote per canale degli alimentari (fresco e confezionato) si ripartiscono come segue su un gran totale vendite di 114,8 miliardi di euro: 13% ipermercati, 41,7% supermercati, 8,4% superette, 7,7% discount, 18,8% negozi tradizionali, 10,6% ambulanti e varie altre tipologie. Sommando il solo libero servizio (iper+super+superette+discount) si arriva a una quota schiacciante, superiore al 70%. Quanto all’e-commerce possiamo dire che in generale è in crescita un po’ ovunque, sia dal punto di vista geografico che merceologico. In Italia il fatturato del canale, secondo


Vdgstore.com: l’editoria tiene a battesimo l’e-commerce

l’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, si aggira intorno ai 5,6 miliardi di euro, con una quota del grocery (alimentari+detergenza) abbastanza residuale, vicina all’1%, ossia una sessantina di milioni. Per le imprese che vendono on line, specie quelle di medie e piccole dimensioni, un anello logistico fondamentale è costituito dai corrieri espresso. Particolarmente efficienti in Italia, garantiscono consegne nelle 24 ore anche nei grandi centri urbani. Tutti i carrier, da FedEx a Dhl, da Bartolini a Ups, hanno tratto grandi vantaggi dalla diffusione del commercio elettronico. Basti dire che il loro fatturato nazionale ha raggiunto 2,3 miliardi di euro. Ma torniamo al food & beverage: come comparto, è in crescita, specialmente grazie all’export. Ad attestarlo sono le ultime rilevazioni di Federalimentare, l’associazione confindustriale delle grandi aziende del settore. L’industria alimentare italiana – secondo comparto del Paese, con 124 miliardi di fatturato e oltre 400 mila addetti per 6.500 imprese – ha evidenziato, nel 2010, i

In questa pagina alcuni scatti degli spazi Vie del Gusto Store di Viale Zara, 28 a Milano; in alto Domenico Marasco. A destra, l’home page del sito www.vdgstore.com

Domenico Marasco, editore di VdG Magazine, ha in testa un’idea meravigliosa: diventare anche distributore. Una larga parte del percorso è già stata fatta, con il varo di un sito, www. vdgstore.com, che si propone di rappresentare e vendere prodotti food di qualità che altrimenti non avrebbero altre grandi possibilità di audience. «Come giornale ci siamo resi conto – dice Marasco – che esiste un arcipelago di aziende di piccole e medie dimensioni, ma di alto livello, che hanno un serio problema di distribuzione, sia in Italia, sia all’estero. Oggi noi abbiamo creato un portale per dare loro una possibilità concreta». Le referenze offerte sono circa 2.000, ma nel giro di un paio di mesi dovrebbero salire a 5.000. Attualmente gli atti di acquisto sul sito ammontano a 5.000 all’anno che, moltiplicati per uno scontrino medio di 80 euro, vogliono dire qualcosa come 450.000 euro. Ma Marasco vuole andare ben oltre, forte dei suoi moltissimi visitatori esteri e del progetto di accordi con i grandi Consorzi di tutela. La distribuzione delle merci riguarda, per ora, tutto il continente europeo, ma è in corso un accordo con un distributore americano. Vdgstore.com vanta anche 4 negozi al dettaglio, insegna Vie del Gusto Store, tutti in aree urbane centrali, con metrature che vanno dai 350 mq di Milano Viale Zara, ai 200 di Milano Via Castelmorrone, ai 100 mq di Desenzano e di Verona.

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GDO & e-commerce cover story

Passaparola su internet: benedizione o maledizione? Un parere letto on line su un prodotto può cambiare, nel 20% dei casi, le intenzioni di acquisto primi incoraggianti segnali di ripresa. Dopo avere navigato, negli ultimi mesi del 2010, su tassi prossimi al +10%, l’export ha chiuso l’anno sulla quota di 21 miliardi di euro, con una crescita del 10,5% sull’anno precedente. «Malgrado i recuperi recenti di produzione ed export, il quadro alimentare 2010 ha mantenuto ombre e preoccupazioni» spiega la Federazione. «Le vendite alimentari 2010 censite dall’Istat segnano un nuovo arretramento in valuta corrente dello 0,3%, a fronte del +0,3% di quelle non alimentari. Mentre i consumi domestici rilevati da Ismea su un campione di 9.000 famiglie registrano, sui dodici mesi, rispettivamente cali dell’1,3% in quantità e dello 0,9% in valore».

Nella foto in basso a destra, il presidente di Netcomm, Roberto Liscia. Con Netcomm Services, il consorzio offre tutto quanto serve alle piccole e medie imprese per passare all’on line in un modo quasi chiavi in mano

L’evoluzione numerica dei punti di vendita di alimentari: 1996-2009 (in unità) 1996

2007

2008

2009

Negozi tradizionali

206.673

175.000

173.000

170.000

Ambulanti

34.346

29.000

28.000

27.000

Distribuzione moderna*

13.810

19.517

20.195

20.326

*comprende ipermercati, supermercati, superette, hard discount Fonte: Federdistribuzione

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Infocommerce, un treno da non perdere Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano, preferisce parlare di infocommerce. «Infatti – spiega – se 8 milioni di italiani comprano on line, sono 30 milioni quelli che si informano sui prodotti mediante internet, un trend che riflette quello mondiale. È un appuntamento con il consumatore che non può essere perso». Il presidente divide l’ecommerce alimentare in 3 fasce: grandi marchi, grande distribuzione organizzata e aziende che vendono prodotti locali e tipicità. «Le prime non possono mancare all’appello per questioni di brand reputation; le seconde ottengono dal commercio elettronico risparmi nella gestione del punto di vendita e sul costo ambientale, in quanto chi compra con un computer non deve, per esempio, muovere l’auto inquinando; le ultime hanno la possibilità, mediante questo canale, di avere una audience internazionale». Certo in rete l’alimentare non dimostra grandi performance, un po’ perché si tratta di merci facilmente deperibili, un po’ per questioni culturali. «Le Pmi – continua Liscia – hanno una scarsa cultura digitale e hanno molta paura di disturbare la rete di vendita classica. Per questo motivo, come Netcomm, abbiamo formato una società nuova di zecca, Netcomm Services, che offre tutto quanto serve per passare all’on line in un modo quasi chiavi in mano».



indagine

di Saro Trovato

Shopping on line: vantaggi e dubbi Cresce il fenomeno dell’e-commerce, ma 7 italiani su 10 non ne conoscono il vocabolario. E il phishing diventa un tipo di pesca

Il fenomeno del commercio elettronico è in rapida espansione. La Camera di commercio di Milano ha reso noti alcuni dati studiati sul registro imprese del 2009 e del primo trimestre 2010, nonché sui dati Istat del 2010, che evidenziano un incremento del +7% delle aziende che operano nel commercio virtuale. Pacchetti viaggio (29%), abbigliamento e articoli sportivi (27%) e servizi economico-finanziari – come polizze assicurative e bollette – (23%) costituiscono i settori privilegiati dello shopping virtuale degli italiani. Ben 1 italiano su 2, infatti, ha affermato di fare spesa on line in occasioni particolari, come vacanze e ricorrenze personali per le quali si è alla ricerca di un regalo difficilmente trovabile nei negozi a buon prezzo, fino ad almeno una volta a settimana. Basta quindi con l’ansia da parcheggio in centro o con le interminabili code alle casse: ora gli italiani preferiscono acquistare on line, sia per comodità (29%) sia perché i prezzi sono più competitivi (38%), anche se ammettono che sono alti i rischi di frodi o fregature (34%) nonché delle

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grane legate alla sicurezza dei virtual market (29%). Ma quanto conoscono effettivamente dei sistemi e delle procedure dell’e-commerce? Nonostante il grande utilizzo della rete per fini commerciali, 7 italiani su 10 affermano di non conoscere perfettamente i meccanismi dello shopping elettronico. In effetti mostrano notevoli difficoltà nel definire chiaramente terminologie specifiche come il phishing, che molti definiscono un tipo di pesca (29%) e altri una tendenza alimentare (21%), piuttosto che una pratica illegale che cattura i dati sensibili delle persone (34%); così come la crittografia che diventa una tecnica artistica (22%) e il firewall un allarme d’incendio (19%), la segnalazione di un errore (14%) o addirittura il titolo di un film (19%). Questo è quanto emerge da uno studio condotto da Meta Comunicazione su 1900 italiani, attraverso un monitoraggio su blog, forum, community a cui è stato chiesto in che misura incide l’acquisto telematico nei loro acquisti abituali.


1 Con che frequenza acquista beni e servizi on line? 34%

Almeno una volta a settimana

In occasioni particolari (anniversari, compleanni…) 28%

11% 16% 11%

Una volta ogni due/tre mesi Due volte all’anno Non ho una cadenza precisa

2 Cosa acquista prevalentemente?

In relazione all’e-commerce: quali sono gli errori più comuni che compiono gli italiani?

Il phishing è: Un tipo di pesca Una tendenza alimentare

Il firewall è:

29%

Il titolo di un film

21%

Una segnalazione di incendio

Un’attività illegale che cattura dati sensibili 34% Una pratica erotica Altro/Non so

12% 4%

29%

Pacchetti viaggio

Un dispositivo di protezione Un segnalazione di errore/allarme Altro

18% 19% 41% 14% 8%

L’host è:

Abbigliamento e articoli sportivi

27%

La crittografia è:

Servizi economico finanziari

23%

Una tecnica artistica

22%

Un servizio che permette di avere uno 39% spazio web per ospitare siti o forum

Elettronica di consumo

19% 2%

Una scrittura in codice con chiavi di accesso 44%

Offrire ospitalità all’interno del proprio sito 27%

Altro

3 Quali vantaggi riscontra nel commercio elettronico?

38%

Comodità

29%

Possibilità di acquisto di prodotti indipendente12% mente dalla localizzazione Altro

18% 2%

Merci o servizi illegali Sicurezza dei minori in rete Sicurezza e affidabilità delle transazioni Non sa/Non indica

Una calligrafia enigmatica

12%

34% 18% 42% 24% 3%

3%

Un sistema di autenticazione dei documenti digitali

36%

Firmare con le dita

27%

Firmarsi in coda ai documenti elettronici 19% Altro

Un nome di fantasia per un pubblico dominio 19% Una serie televisiva trasmessa su un portale web

7%

Altro

8%

Il certificato digitale è:

La firma digitale è:

Firmare direttamente su schermo

4 Quali rischi possono esserci? Truffe o frodi

19%

Altro

Prezzi competitivi e migliore qualità del bene/servizio

Assistenza continua e senza vincoli di orari

Un filone di studi che indaga i graffiti degli uomini primitivi

13% 5%

Una pratica telematica per snellire le ope15% razioni negli uffici pubblici Scrivere un documento tramite software digitali

22%

Inviare un certificato via mail

26% 3%

Altro

Documento elettronico che associa l’iden34% tità di una persona a una chiave pubblica

5 Quali modalità di pagamento privilegia? Contrassegno Carte prepagate Carta di credito Bonifico bancario Altro/non so

32% 17% 19% 14% 7%

6 Come valuta la sicurezza dell’e-commerce? Ottima Buona Relativamente affidabile Scarsa, spesso si incappa in frodi Non sa/non indica

26% 23% 21% 18% 12%

7 Saprebbe orientarsi ottimamente nei sistemi e nelle procedure dell’e-commerce? Moltissimo Abbastanza Poco Per nulla Non sa/Non indica

9% 21% 27% 41% 2%

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Cibo&Territorio 48

Tuttofood L’Italia del cibo incontra il mondo a Milano

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20 prodotti per 20 regioni Un insolito giro d’Italia alla ricerca di preziose risorse gastronomiche

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A tavola con Artusi Attraverso le specialità romagnole un omaggio al grande esperto culinario al quale Forlimpopoli dedica quest’anno speciali festeggiamenti

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Un tour nel salento Alla scoperta dei frantoi ipogei

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Nel calice perle rare Un filo rosso lega Alto Adige, Trentino e Toscana

da pag. 68 Rubriche

• Biologico • Olio • Carta della Pasta • La Scoperta • Chef a scuola • Selezioni • Orto dei semplici • Consumo responsabile • Cibo & blogger • Benservito • Bon ton • Il ristorante

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cibo&territorio

L’Italia del cibo

incontra il mondo a Milano Non una fiera come le altre Tuttofood, in scena dall’8 all’11 maggio nel capoluogo lombardo. Esclusiva l’attenzione agli operatori del settore, ai quali viene offerta una panoramica completa sullo stato delle cose e sulle prospettive future. Spazio dunque alle idee a misura di single delle aziende del Centro Nord e alla tradizione del Sud, con un occhio di riguardo alle nuove frontiere del frozen foods, del beverage e del cibo etnico e biologico di Francesco Condoluci

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In queste pagine, immagini relative alla scorsa edizione di Tuttofood, inaugurata quest’anno da un convegno dedicato al ruolo di scienza e tecnologia al servizio dell’industria alimentare

Nel 2009, dopo la seconda edizione, ha rischiato di saltare, di essere cancellata, sacrificata sull’altare della salvaguardia degli equilibri politico-economici tra Parma e Milano. Oggi, a due anni di distanza – e dopo aver consolidato i rapporti con il Fancy Food negli Usa e la Jssa in Giappone, e rafforzato la presenza in Cina, India, Russia e Brasile –,Tuttofood, la grande fiera professionale dell’agroalimentare mondiale che si tiene ogni biennio a Milano, non solo si ripresenta più viva che mai e con numeri in crescita sotto ogni punto di vista ai nastri di partenza della sua terza edizione, ma, in vista di Expo 2015 – che tra quattro anni trasformerà Milano nella capitale internazionale della nutrition – punta dritta a diventare, in prospettiva, la prima fiera al mondo del suo settore. L’occasione è ghiotta e ai piani alti di Fiera Milano lo sanno bene. Expo 2015 avrà come tema centrale “Nutrire il pianeta, Energia per la vita” e Tuttofood ha le carte in regola per candidarsi a diventare, sia sul piano contenutistico che organizzativo, il partner privilegiato dell’Esposizione Universale che (secondo le stime più prudenti) porterà nel capoluogo lombardo almeno 10 milioni di persone.A conti fatti, i numeri sono tutti dalla parte della Milano World Food Exibhition che dall’8 all’11 maggio apre ancora una volta le porte, per il terzo appuntamento della sua storia, ad aziende e operatori professionali del food provenienti da tutto il mondo. Quattro padiglioni occupati, 2 mila marchi presenti, 1.300 buyer in arrivo dai 5 continenti e un obiettivo che, alla vigilia, appare assolutamente alla portata: quello cioè di migliorare e superare i dati registrati nell’edizione 2009, chiusa con 1.750 espositori provenienti da 31 Paesi e il record di oltre 30 mila visitatori altamente specializzati, di cui il 25% stranieri. Infatti quest’anno si supereranno i 40.000 mq di superficie netta espositiva. In tempi di crisi economica internazionale, non è poco davvero. Tuttofood, del resto, come amano ripetere gli organizzatori, «non è una fiera come le altre». E infatti, non lo è per davvero. Nei padiglioni del polo espositivo di Rho-Pero targati Tuttofood, la formula è

quella rigidamente professionale del B2B e non c’è posto per massaie in cerca di acquisti a buon mercato o per curiosi e perditempo: qui la parola d’ordine è “fare business” facendo leva sull’internazionalizzazione. Una vera manna per aziende grandi e piccole del comparto alimentare interessate a concludere affari e contratti in Italia e all’estero. Già, perché da questo punto di vista, Tuttofood è aperta a tutti. Senza esclusioni. A Milano sfilerà infatti l’intero paniere alimentare tricolore: dai grandi nomi dell’industria, a quelli del canale Ho.re.Ca. riuniti all’interno del Villaggio Mixer, fino alle piccole e medie imprese che, provenienti da tutte e 20 le regioni d’Italia, puntano a far conoscere sul mercato i loro prodotti di nicchia, a cui la rassegna, peraltro, dedica anche un apposito concorso (assieme a quello per i pro-

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cibo&territorio

dotti innovativi e al Cheese Award per i formaggi). Nell’anno del 150° anniversario dell’Unità, l’Italia del cibo si unirà dunque a Milano, e se per le aziende del Centro Nord, più attente all’evoluzione dei consumi, si preannuncia un’esposizione all’insegna del lancio di prodotti sperimentali, di confezioni e monoporzioni finalizzati ad assecondare le esigenze dei single e del “fuoricasa”, il Sud è pronto a mettere in pista la sua offerta alimentare votata alla tradizione e ai sapori mediterranei, capace di accendere la fantasia dei gourmet più esigenti. Un’offerta ricca ed eterogenea che darà modo ai big della grande distribuzione mondiale, a grossisti e catene di fine-foods, di tuffarsi in un vero e proprio tour completo, a metà tra tradizione e innovazione, nei sapori (e nei saperi) del Made in Italy fresco di elezione, insieme alla Dieta mediterranea, a patrimonio mondiale Unesco. Ma non solo: a conferma della sua vocazione di fiera di filiera attenta alle esigenze di tutti gli operatori del settore, Tuttofood 2011, nei suoi padiglioni, tra il meglio dell’Italian Style e le delicatessen della vecchia Europa, tra le carni australiane messe all’asta su Internet e paste, dolci, formaggi e prodotti di forno di ogni varietà, in mezzo a degustazioni e incontri B2B, ospiterà anche degli asset specificatamente riservati alle nuove frontiere del frozen foods, del beverage e del cibo etnico nonché un settore dedicato al biologico. E non si farà mancare dei focus sui temi caldi della nutrition del Terzo Millennio: sicurezza alimentare, orientamento dei consumi e dei comportamenti d’acquisto, marketing oltrefrontiera, e-commerce e scienza e tecnologia al servizio dell’industria alimentare, con questi ultimi che sono l’argomento centrale del convegno inaugurale di domenica 8 maggio.

Fiera dedicata esclusivamente a un pubblico professionale, Tuttofood ha le carte in regola per candidarsi a diventare, sia sul piano contenutistico che su quello organizzativo, il partner privilegiato dell’Expo 2015, il cui tema centrale sarà: Nutrire il pianeta, Energia per la vita

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A Tuttofood grandi marchi e Pmi da tutto lo stivale Il panettone destagionalizzato, buono da mangiare tutto l’anno, lanciato dai fratelli Fiasconaro di Castelbuono. Il gorgonzola piccante che alla Guffanti, ad Arona, fanno affinare fino a 300 giorni in cave di roccia. Il primo snack al formaggio per celiaci, messo in commercio della Grok. E ancora: i prodotti al sapor di bergamotto della ditta I Love Calabria e il caciocavallo dell’azienda Scollo appena finito su un francobollo delle Poste Italiane. Sono solo alcune delle chicche del Made in Italy che Tuttofood mette in vetrina accanto agli stand dei grandi marchi, da Rovagnati a Citterio, da Beretta a Levoni fino a De Cecco, senza dimenticare i top-player del canale Ho.Re. Ca.: Lavazza, San Pellegrino, Conserve Italia, Illy Caffè.



cibo&territorio Gignod

Cornaiano

Cenate Sopra

San Dorigo della Valle

20 prodotti per 20 regioni

Silvano d’Orba

Mira

Mezzano

Carpasio

Cartoceto

Montegabbione

Seggiano

Monte Romano

Settimo San Pietro

Anversa degli Abruzzi

Santa Croce in Magliano

Lucera

Carmasciano

Trecchina

Un insolito giro d’Italia alla ricerca di preziose risorse gastronomiche tra curiosità e appuntamenti inaspettati: ecco cosa abbiamo scovato per voi di Riccardo Lagorio

Valdina San Ferdinando

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Piaceri liquorosi La grappa è, con pasta e pizza, il prodotto gastronomico che meglio rappresenta l’unicità del nostro Paese nel mondo. Quella di Luigi Barile (Tel. 0106442326) elaborata a Silvano d’Orba, nell’Alessandrino, è stata offerta ai capi di Stato del G8 di Genova nel 2001. Spesso questo distillato viene considerato ruvido e brutalmente dedicato a palati rozzi e maschi, ma sappiamo che oggi, con il miglioramento della materia prima, delle vinacce e delle tecniche di produzione, se assunto con moderazione, è diventato adatto a tutte le fasce di età e di sesso. Barile ottiene la sua grappa da vinacce di uva dolcetto estraendola grazie a un antico alambicco e attraverso un particolare procedimento. Il risultato viene maturato anche oltre trent’anni in botticelle utilizzate in precedenza per whisky torbato scozzese, rhum o calvados. Con un grande salto eccoci a Valdina, in Sicilia, dove ci conduce la storia relativamente giovane della Distilleria Giovi (è stata fondata nel 1987; Tel. 0909942256). Qui Giovanni Li Fauci procura, con risultato alchemico stupefacente, per mezzo di vinacce ancora ben bagnate di varietà Caricante e Nerello Mascalese, la Grappa dell’Etna, dal colore cristallino e di complessa struttura aromatica, che riproduce fedelmente le caratteristiche della materia prima. L’alambicco di propria invenzione è l’elemento che permette alle vinacce selezionate in maniera quasi maniacale di diventare grappa superba e incantevole, solare e priva d’angoli. Altrettanto straordinaria l’acquavite di sorbo che vede la luce presso il Maso Fischerhof (Tel. 0471660627), di Martin Mauracher in frazione Cornaiano nel Comune altoatesino di Appiano, sulla Strada del Vino. Il diritto a distillare nel maso fu concesso dall’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo nella seconda metà del Settecento. Il sorbo viene raccolto nei boschi intorno al maso: servono circa 100 kg di bacche, lavate e macinate, lasciate opportunamente fermentare, per ottenere 2 litri di acquavite. Limpida alla vista, dall’aroma intenso, naso screziato di note affumicate, gusto persistente di mandorla amara.

Vasetti agro-dolci Anche per confetture e composte servono materie prime che siano adeguate con il gusto che si vuole realizzare. E non deve mancare una buona dose di voglia d’avventura. Come è accaduto a Claudio Papetti e Cristina Gallo, esperti informatici, che hanno ristrutturato una cascina in Cenate Sopra, non distante da Bergamo, destinandola a opportunità di lavoro. Nei frutteti caratterizzati da terreni pietrosi su declivi argillosi, coltivano la materia prima per ottime confetture, vino e olio. La composta di lavanda e vaniglia dei Sassi della Luna (Tel. 0354258563) è sorprendente per armonia ed equilibrio: regala un momento di assoluto piacere se consumata su una fetta di pane spalmata di burro. In Emilia Romagna una curiosa (e gustosa) ideazione, nata dall’estro di Mauro Magnosi di Mezzano (Ra; Tel. 0544520196), è invece la crema di asparagi verdi e semi di canapa. La si può consumare su fette di pane abbrustolito, per condimento sulle penne o di accompagnamento a carne bianca. Infatti il gusto delicatissimo e caratteristico va provato con sapori poco intensi. Sono i boschi dell’Appennino a fornire buona parte della materia prima necessaria alla preparazione di questa come altre creme (di prossima uscita quella deliziosa di fagioli cannellini e tartufo) e tutto viene invasettato a mano senza l’utilizzo di conservanti. Così accade per le mele cotogne sotto mosto cotto elaborate dall’Azienda Agricola Paglione di Lucera, a nord di Foggia (Tel. 0881521159). Al fine di mantenere il gusto e la piacevolezza dei frutti appena recisi, coltivati con sistema biologico e sottoposti a scrupolosa valutazione, questi sono lavorati e messi nei barattoli di vetro non oltre 24 ore dalla raccolta. Le mele cotogne sotto mosto cotto sono ideali sul gelato alla crema o alla panna.

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cibo&territorio

Companatico d’eccellenza Anche per quanto riguarda la salumeria il nostro Paese sa declinare ingredienti semplici e talvolta considerati di poco valore in maniera così magistrale da diventare autentiche leccornie e nel contempo dare nuovo valore ad aree montane compromesse dallo spopolamento. Come ad Anversa degli Abruzzi, nell’Aquilano, dove nel 1977 Nunzio Marcelli ha creato il Bioagriturismo La Porta dei Parchi (Tel. 086449492) e, oltre ad avere rivitalizzato l’intero comprensorio grazie all’allevamento di ovini da latte, dai tagli scelti di ovino e di lardo di suino stagionato, ottiene le salamelle di tratturo. L’allevamento allo stato semibrado degli animali conferisce alle salamelle, che si possono trovare anche affumicate con legno di ginepro o conservate sotto olio, un gusto straordinario. A Settimo San Pietro, in provincia di Cagliari, il cinghiale è tanto rappresentativo della cultura agreste da meritarsi l’intitolazione di un salumificio, Su Sirboni (Tel. 070 788574). Dalle cosce del selvatico, allevato allo stato brado, si ottiene un prosciutto crudo, caratterizzato da un metodo di stagionatura tradizionale, completo di zampetto e profumatissimo, adatto per spuntini e goduriosi antipasti. Insolito è invece il teteun, un salume che deriva dalla lavorazione delle mammelle delle vacche a fine carriera a Gignod, in Valle d’Aosta. Il locale Salumificio (Tel. 016556007) passa la parte anatomica in salamoia per due settimane, poi in cottura a bagnomaria. La dimensione finale, ma anche il colore, assomigliano vagamente a quella di un prosciutto cotto. Il teteun può essere consumato affettato sottilmente così com’è o accompagnandolo con olio d’oliva o bagnetto verde.

Una strada del gusto le cui tappe sono: grappa, salumi, confetture, miele, fromaggio, olio e pane. Per un viaggio dedicato al palato alla scoperta di insoliti sapori

Miele d’arancio e di laguna Attraversando di nuovo la penisola eccoci in Calabria, sulla costa tirrenica reggina, a San Ferdinando. L’Apicoltura Artese (Tel. 0966765014) possiede numerose arnie che sposta nella piana di Gioia Tauro, luogo ideale per la produzione di uno speciale miele d’arancio, alla ricerca di giardini ed estese coltivazioni di aranci in fiore. Il colore è giallo chiaro, il profumo agrumato, il gusto delicato. Ma anche nella laguna veneta, a Mira, si produce un miele che racconta un intero territorio, un microclima unico. È il miele di quella terra anfibia denominata barena, raccolto dopo la fioritura del Limonium Vulgare, la fiorella di barena, dal colore indaco. In base ai capricci delle maree non è possibile contare su una produzione costante ogni anno, così Luca Semenzato (Tel. 041 477103) talvolta torna sulla terraferma con un magro bottino, a riprova della rarità del rossiccio miele di barena, dal retrogusto sapido e con un finale quasi salato.

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Il buon latte prende forma

In basso, la treccia di Santa Croce in Magliano. A destra il pecorino di Carmasciano

E che dire della vastità e complessità dell’arte casearia tricolore? A Cartoceto, nelle Marche, patria anche di un’invidiabile olio extravergine d’oliva, Vittorio Beltrami (Tel. 3396218064) dalla passione della stagionatura, soprattutto di formaggi ovini di cui la zona è ricca, è passato alla produzione di inarrivabili formaggi di capra, di razza Camosciata delle alpi, taluni anche aromatizzati con fiori ed erbe spontanee. Tradizione secolare è invece quella legata alla treccia di Santa Croce in Magliano, in provincia di Campobasso. Per la festa della Madonna dell’Incoronata, l’ultimo sabato di aprile i pastori eseguono tre giri intorno alla chiesa di San Giacomo con gli armenti, gli uni e gli altri bardati di una treccia di formaggio vaccino a pasta filata. I fili di formaggio mantengono uniformità di colore e di consistenza finale solo grazie alla perizia e all’esperienza che la famiglia Paladino (Tel. 0874729928) è riuscita a tramandare sino a oggi. Anche il formaggio di pecora che viene alla luce a Carmasciano, frazione di Rocca San Felice, nell’Avellinese, vanta una lunghissima storia. Ma soprattutto un aroma e un gusto unici, dovuti alla particolare alimentazione delle pecore al pascolo, che assumono le erbe spontanee intrise dello zolfo delle mefiti che caratterizzano il territorio. Carmela Forgione (Tel. 082745211), che è una delle pochissime persone che producono questo formaggio, ci informa che la stagionatura avviene per almeno tre mesi; se ne trascorrono il doppio il pecorino di Carmasciano è ottimo per condire la pasta, con il suo gusto così inusuale benché armonico. Saper creare formaggi unici dipende dalla bontà dell’origine, il latte.

Il cerchio si chiude E nell’italica tradizione come si possono dimenticare il pane e l’olio? Per quest’ultimo la frontiera di produzione si è spostata a latitudini impensabili solo trent’anni fa, anche (ma non solo) a causa dei fattori climatici. Ai margine dell’area mediterranea ma protetta dal freddo della pianura danubiana dalle Prealpi a San Dorligo della Valle, nei pressi di Trieste, Starec (Tel. 040227040) raccoglie le olive rigorosamente a mano e senza l’aiuto di mezzi meccanici, tenendole divise per cultivar, molendole e stoccando l’olio estratto sempre separatamente. L’olio viene imbottigliato sotto vuoto dopo avere riposato cinque mesi in botti d’acciaio. Notevole è l’olio monovarietale di bianchera, originario dell’area, anche per il contenuto di polifenoli e per il caratteristico gusto fruttato con leggera sensazione di piccante finale. Nei dintorni di Seggiano, sul versante Grossetano del Monte Amiata, in una zona che invero è naturalmente vocata all’olivicoltura, Armando Manni (Tel. 0697274787) ottiene due oli noti al mondo intero, entrambi di grande intensità e complessità. L’olio extravergine Per Mio Figlio è ottenuto da piantagioni a mezza altezza e risulta essere setoso al palato e dai profumi delicati; l’olio extravergine Per Me viene estratto da olivi al limite dell’altitudine permessa e possiede profumi e gusto più complessi. Da Montegabbione in Umbria arrivano anche due altri oli che rappresentano l’unicità e la particolarità di questo viaggio virtuale. Intensi e vellutati, contrassegnati da persistenti e piacevoli chiose amarognole finali, gli oli di Lamberto Piselli (Tel. 335493098) e della Società Agricola Marchino (Tel. 0763837252) vengono tratti da olive di varietà

leccino, frantoio, moraiolo e bianchera al restringersi della Val di Chiana, che presenta escursioni termiche diurne piuttosto significative, utili a dare prodotti finali di grande corpo. Infine il pane, origine della pizza e parente prossimo della pasta. Quindi elemento caratterizzante della dieta italica. Sino a quarant’anni fa le forme del pane, le modalità di lievitazione, il tipo di farina caratterizzavano i villaggi e le contrade del nostro Paese. Con l’avvento di farine d’oltreoceano, forni elettrici e lieviti chimici molti pani si sono uniformati e hanno perso la significativa originalità. A Trecchina, in Basilicata, si impasta però ancora la farina di grano tenero con acqua e lievito madre. La cottura dei pani di circa 2 kg avviene in forni a legna costruiti con mattoni d’argilla. Ha gusto e fragranza decisi, alveolatura appena accennata, crosta uniforme color nocciola. A Monte Romano, non distante da Viterbo, la tradizione vuole che la farina sia impastata con acqua e lievito madre e al termine della prima alzata si aggiunga altra farina e si lasci fermentare l’impasto da cui si traggono pagnotte dalla riga centrale messe in forni a legna. Si manterranno anche per una settimana fragranti. Carpasio, in provincia di Imperia, è noto per il pan d’ordiu, il pane d’orzo che si ottiene da lunghe pagnotte tagliate a fette e biscottate. Il consumo può avvenire anche dopo un anno, ammorbidendo il pane con dell’acqua e condendolo con olio, pomodoro, basilico e acciughe dopo averlo sfregato con un po’ d’aglio. Per finire, ecco, ci vorrebbe proprio una grappa: non siamo troppo distanti da Silvano d’Orba, per riprendere un altro viaggio attraverso un’Italia realmente straordinaria…

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A tavola con Artusi «La migliore salsa che possiate offrire ai vostri invitati è un buon viso e una schietta cordialità». Questa l’idea di ospitalità del grande esperto culinario al quale Forlimpopoli, sua città natale, dedica quest’anno speciali festeggiamenti. Evocato, il Garibaldi della cucina, ci ha spinti a intraprendere un viaggio alla scoperta delle principali delizie romagnole

Foto Apt

di Isa Grassano

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Nell’anniversario dei 100 anni dalla sua morte, Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana nato a Forlimpopoli il 4 agosto 1820, sarebbe ben felice di vedere come nella sua Romagna che lui ha sempre amato (anche se si era trasferito a Firenze dopo che la sua casa, nel gennaio 1851, era stata saccheggiata dalla banda del Passatore), l’ospitalità è sempre il primo biglietto da visita. Insieme alla buona tavola. «Non sono un ghiottone, né un gran pappatore, ma amo il bello ed il buono ovunque si trovino e mi ripugna di vedere straziata – come suol dirsi – la grazia di Dio». E per l’illustre cittadino romagnolo, la “grazia di Dio” é proprio la gastronomia, descritta sempre con grandi elogi. Del resto siamo in un territorio vocato alla produzione di specialità uniche e dai sapori genuini, molte delle quali rientrano nel circuito della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì-Cesena. Ed ecco che, in un entroterra fatto di colline affacciate sulla pianura, con il mare sullo sfondo, si può andare alla scoperta di quelle che sono vere e proprie creazioni gastronomiche, retaggio di abilità manuali e cultura delle tradizioni. Come il Raviggiolo. I primi documenti storici dell’esistenza di questo formaggio risalgono al 1500, periodo in cui alcune forme tonde furono donate a Papa Leone X, in un canestro ricoperto di felci. Lo stesso Artusi lo celebra nel suo trattato La Scienza in cucina e l’Arte di Mangiar bene, pubblicato alla fine dell’800, parlando del cacio Raviggiolo come ingrediente dei mitici cappelletti all’uso di Romagna. Si fa apprezzare per la pasta morbida e tenera e per il suo gusto delicato e dolce, e ovviamente nei cappelletti e nelle altre paste ripiene, tirate al mattarello dalle azdore, le signore di casa. Altra prelibatezza dalle origini antiche In apertura: sembra di sentire il profumo di queste ricche forme di formaggio di fossa, specialità nata nel XV secolo. A sinistra, il busto in marmo dal quale Artusi osserva, severo e sornione, le cucine della sua città natale

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Festa Artusiana

Siamo in un territorio vocato alla produzione di eccellenze, molte delle quali rientrano nel circuito della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì-Cesena Foto Roy Berardi

È questa la manifestazione con cui Forlimpopoli, dal 19 al 27 giugno, rende omaggio a uno dei suoi figli più illustri: Pellegrino Artusi, il Garibaldi della gastronomia. Ancora di più quest’anno in occasione dell’anniversario della sua morte. Il centro storico, su cui domina la bella rocca trecentesca, si trasforma in Artusopoli, una città da assaggiare, dove tutte le sere è possibile gustare i prodotti tipici del territorio e le ricette del manuale. Lungo le vie e le piazze improvvisazioni da strada, musicisti e saltimbanchi. Tante attività sono in programma anche a Casa Artusi, il centro di cultura gastronomica unico in Italia dedicato alla cucina domestica. Ingresso gratuito. Ufficio turistico: Tel. 0543749250 www.festartusiana.it

è il formaggio di fossa, il re di Sogliano al Rubicone. Si racconta che l’usanza di deporre il formaggio nelle fosse tufacee nacque dalla necessità per i contadini di difendersi dalle razzie delle truppe aragonesi, che nel XV secolo assediavano le campagne. Una volta riaperte queste particolari cantine, i contadini si accorsero che le forme avevano acquistato un nuovo gusto, forte e unico. Da allora nelle vallate, si continua a produrre questo formaggio, divenuto il simbolo gastronomico della zona, seppellendolo per alcuni mesi, fino a novembre quando si riaprono le fosse e se ne celebra anche la sagra. Ancora più conosciuto, soprattutto perché si accompagna bene alle piadine, è lo Squacquerone di Romagna, lo Squaquaron apprezzato sin dall’800 anche da nobili e cardinali. A caratterizzare questa zona è anche il vino che, da sempre, è patrimonio condiviso, orgoglio personale, compagno quotidiano, ma anche fatica, sacrificio. I Romani (e prima di loro gli Etruschi) già conoscevano e valorizzavano il nettare di queste terre: Plinio, ad esempio, cita il Sangiovese come vino di qualità del tempo; Leonardo da Vinci, molti secoli dopo, resta così impressionato dalla cura con cui i coltivatori romagnoli appendono i grappoli d’uva per l’inverno, da dedicarvi addirittura un disegno. Tuttora, un po’ ovunque, è vigente l’antico comandamento: la vigna prima di tutto, curata quotidianamente per dare la migliore uva possibile. E la passione traspare in ogni azienda vitivinicola, come da Condé a Predappio (www.conde.it), con cento ettari di terreno e i filari che scendono dalla collina, dritti come trecce, e dove si produce un Sangiovese in purezza. Da assaggiare anche le praline e i bon bon prodotti da un artigiano del cioccolato e arricchite da un ripieno di crema al Sangiovese Condé. Del resto,

Nella foto in alto, uno scorcio del castello e della piazza di Forlimpopoli, cuore dei festeggiamenti artusiani. A sinistra, invitanti forme di Raviggiolo

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in questa zona, anche i dolci hanno una ricca storia. Uno per tutti, il Bustreng (pare che il nome sia di origine barbarica) torta dalla ricetta quasi misteriosa (oltre 32 ingredienti, di cui solo 20 conosciuti, tra i quali farina gialla, pangrattato, latte, uova, zucchero), conservata gelosamente dalle massaie.

Sopra, un momento della raccolta delle uve Sangiovese e, sotto, una panoramica sulla cittadella del vino dell’azienda vitivinicola Condé sita a Predappio (Fc)

Scelti per voi dove mangiare La Grotta di Bertinoro Via Roma, 37 Bertinoro (Fc) Tel. 0543444201 www.lagrottadibertinoro.it Una vera e propria grotta con rocce e stalattiti per ospitare le degustazioni e la zona ristorante posta in una veranda da cui godere del panorama che va fino al mare. Di recente è divenuto anche Caffé Letterario, dove acquistare un quotidiano, una rivista, bere un buon cappuccino, mangiare una brioche appena sfornata. Prezzo medio: 35 euro, vino escluso. La cittadella del vino Via Lucchina, 27 Fiumana di Predappio (Fc) Tel. 0543940864 www.conde.it All’interno dell’azienda vitivinicola Condé, il ristorante è immerso tra i vigneti. Si spazia dai piatti della tradizione (come tortelli o cappelletti), al risotto al radicchio e Sangiovese di propria produzione, oltre a degustare le quattro annate di vini Condé. Include anche un’osteria wine bar. Prezzo medio: 35 euro

Fratta Terme di Bertinoro (Fc) Tel. 0543445426 Domina tutta la campagna romagnola. Una buona base per scoprire la cittadella medievale. Doppia a 90 euro. Grand Hotel Terme della Fratta Via Loreta, 238 Bertinoro (Fc) Tel. 0543460911 www.termedellafratta.it All’interno di un parco di tredici ettari, con percorsi vita, giardini all’inglese con fontane termali, angoli con essenze naturali per aroma-terapia. Prezzi da 80 a 200 euro.

dove comprare Caseificio Pascoli Via Rubicone dx, 220 Savignano sul Rubicone (Fc)
 Tel. 0541945732 www.caseificiopascoli.it Il posto giusto per trovare le specialità del territorio, dallo Squacquerone al Raviggiolo, sino alla caciotta ubriaca di Albana e Sangiovese.

Il Galeone Piazza Matteotti, 10 Sogliano al Rubicone (Fc) Tel. 0541948651 Posto proprio nel centro ha come punto di forza gli antipasti, tra cui il caprino all’olio. Menù da 20 euro, compreso vino della casa.

L’Artigiano Via E. Benini, 38 Vecchiazzano (Fc) Tel. 0543480375 Fabio e Manuele Gardini sono i promotori di un’affascinante mondo del cioccolato. Il miglior cacao viene abbinato, di volta in volta, ai vini Sangiovese, alla mostarda cesenate, al formaggio di fossa di Sogliano. Si organizzano degustazioni con visite guidate, a 4 euro a persona.

dove dormire

Info

Hotel Panorama Piazza della Libertà, 11

www.aptservizi.com www.stradavinisaporifc.it

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cibo&territorio

Alla scoperta del mondo di sotto Un tour nel Salento segreto dei frantoi ipogei, veri e propri musei del gusto dal fascino inciso nella pietra di Mariella Piscopo

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In apertura: frantoio ipogeo a Specchia; a destra in basso, il frantoio ipogeo Madonna dei Panetti di Acquarica del Capo

Esiste un Salento nascosto al di sotto del Salento, fatto di monumenti costruiti nel passato dall’uomo, poco conosciuti, difficili da trovare, ma spesso di una bellezza che lascia senza parole. Sono i frantoi ipogei, vere e proprie grotte scavate nella pietra leccese, dove avveniva la trasformazione delle olive in olio, l’oro liquido salentino. In giro tra le province di Brindisi e Lecce si scoprono suggestivi trappeti, che dopo un lungo abbandono sono stati recuperati, come quelli di Largo Moccia a Torre Santa Susanna (Tel. 3405760737), un borgo nell’entroterra brindisino, sconosciuto dal punto di vista turistico, ma importante per la produzione dell’olio già nel passato. Da poco si possono visitare, scendendo cinque metri sotto il livello stradale: hanno tanti ambienti con antichi focolari, vasche, macine e torchi alla calabrese e alla genovese. A nord di Lecce, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate è un importante luogo della storia che ospita il Museo delle Tradizioni Popolari e due frantoi ipogei, di cui uno visitabile (Tel. 0832361176). Negli oggetti esposti rivive la quotidianità del lavoro dei campi, della produzione dell’olio sottoterra, della farina macinata nei mulini domestici, delle stoffe tessute ai telai e della fede, con le statue dei santi in campane di vetro. È un ulivo a dare il benvenuto in piazza a Sternatìa in piena Grecìa Salentina, un’enclave di 11 comuni legati da storia e tradizioni che raccontano di un lontano passato e di una lingua antica, il griko, ancora parlato dagli anziani. Al di sotto di Porta Fidia, antico ingresso al paese, c’è un frantoio ipogeo del XV-XVIII secolo recentemente restaurato. Basta scendere pochi gradini per capire quanto lavoravano i salentini per fare dell’olio una ricchezza. Alcuni trappeti sono stati trasformati in musei dell’olio multimediali, con foto e video che ne raccontano la memoria storica, come il frantoio ipogeo Mulino a Vento a Uggiano la Chiesa (Tel. 0836812942, www.mulinoavento.it). Si trova sull’antica direttrice che congiungeva il paese di Cerfignano a Otranto, all’interno della tenuta di un resort turistico, e

Un’antica leggenda attribuisce a Minerva la nascita dell’ulivo, utile all’uomo per lenire le ferite, illuminare la notte e dargli nutrimento

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cibo&territorio

Scelti per voi risale al 1688: ha un ampio spazio circolare centrale, attorno al quale si sviluppano i diversi ambienti, con torchi, vasche, blocchi di pietra e macina. Dal 2008 è stato dotato di quelle caratteristiche di spettacolarizzazione che coinvolgono i visitatori attraverso strumentazioni visive, sonore e luminose, come un cortometraggio realizzato dal regista Edoardo Winspeare. A Giuggianello c’è Lu Trappetu, l’unico sopravvissuto alla distruzione dei tanti un tempo attivi nel piccolo paese: si estende su una superficie di 850 metri quadri a una profondità di circa 3 metri. Qui la frangitura delle olive avveniva nella vasca con un diametro di 320 centimetri su cui ruotava la macina costruita in pietra e ricavata da rocce locali. Con la pasta ottenuta si riempivano i fiscoli trasferiti, poi, sotto il torchio. Lungo la perimetrazione interna scavate nella roccia troviamo le sciave, o camini, nelle quali venivano ammassate le olive in attesa di essere macerate nella vasca. Oggi è possibile vedere nel frantoio foto d’epoca, pannelli e un asinello a grandezza naturale. Di trappeto in trappeto si giunge a Specchia, con due frantoi visitabili (Tel. 3288189697/3924004870), quindi Presicce con 10 trappeti e Acquarica del Capo, dove si trova il frantoio ipogeo Madonna dei Panetti (Tel. 3404047983) a ri-

dove mangiare Le Stanzie SS 476 Cutrofiano – Supersano (Le) Tel. 0833632311 Un luogo della storia, con due frantoi ipogei e cucina a km zero. Prezzo: 28-30 euro. La Bersagliera Via 2 Luglio, 3 - Surano (Le) Tel. 0836938236 Ricette di una volta, come il grano stumpato con polpettine al sugo. Prezzo: 20-25 euro. Masseria Santa Lucia Fraz. Montesardo C.da Macurano, 28 - Alessano (Le) Azienda agricola con 7 camere e un ristorante. Si assaggiano i prodotti dell’orto. Prezzo: 25 euro.

dove dormire Masseria Corda di Lana SP 110 Veglie – Torre Lapillo (Le) Tel. 0832969051 Info: www.masseriapuglia.net Quattrordici camere in una masseria del ’600 a 5 km dal mare, con piscina e tennis tra gli ulivi. Camera doppia con colazione: 150 euro.

dosso dell’omonima chiesa del XII secolo: basta seguire la voce narrante e leggere i pannelli per scoprire tutto sull’antica produzione dell’olio. Qui viene raccontata la leggenda che attribuisce a Minerva la nascita dell’ulivo, utile all’uomo per lenire le ferite, illuminare la notte e dargli nutrimento.

Nelle immagini, dall’alto, il frantoio ipogeo Madonna dei Panetti ad Acquarica del Capo e, sotto, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate che ospita il Museo delle Tradizioni Popolari e due frantoi ipogei. Qui, un bello scorcio della Masseria Corda di Lana di Torre Lapillo

Monteforte Resort Via Raheli, 15 – Ugento (Le) Tel. 0833555768 Info: www.monteforteresort.it In un palazzo del 1850, 6 eleganti residenze, con terrazzo solarium. Camera doppia con colazione: 110 euro. Agriturismo Le Serine C.da Serine – Castrignano del Capo (Le) Tel. 0833751337 Info: www.agriturismoserine.it In un casino del ’600 tra oliveti, frutteti e ortaggi. Camera doppia con colazione: 76 euro.

dove comprare Az. Agricola Caricato Via A. Diaz, 11 – San Pietro in Lama (Le) Tel. 0832631160 Olio extravergine, vini, legumi e patè di olive. Quoquo Museo del gusto Via S. Elia, 56 – San Cesareo di Lecce (Le) Info: www.quoquo.it Galleria di beni enogastronomici, cucina teatro, enoteca con percorsi di degustazione. Fondazione Le Costantine Casamassella – Uggiano la Chiesa (Le) Tel. 0836812110, Info: www.lecostantine.eu Tessitura con antichi telai, dove acquistare sciarpe, borse, tovaglie, tende fatte a mano.

62 viedelgusto.it


OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA ITALIANO

garantito e certificato

Il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori nell’ambito del Programma finanziato ai sensi del Reg. CE 867/08 è lieto di presentare una selezione di olio extra vergine di oliva a rintracciabilità di filiera garantita e certificata ai sensi della Norma UNI EN ISO 22005/08. Attraverso questa attività di certificazione, il CNO e le Organizzazioni territoriali associate, intendono proporre al consumatore diverse tipologie di olio di qualità le cui differenze in termini di profilo sensoriale non sono altro che l’espressione autentica e irrinunciabile delle filiere produttive e del territorio agricolo italiano da cui derivano.

Consorzio Nazionale

degli

Olivicoltori

S.c.ar.l.

Via Piave, 8 - 00187 Roma - Tel. +39 06 487741 Fax +39 06 4883309 www.cno.it e-mail info@cno.it

Campagna finanziata con il contributo della Comunità Europea e dell’Italia Reg. CE 867/08


cibo&territorio

Nel calice, perle rare Un filo rosso lega Alto Adige, Trentino e Toscana. Come una preziosa collana tempestata di cantine che hanno saputo preservare, e talvolta riscoprire, l’eccellenza desueta dei vini di nicchia di Francesca Negri

Nel raggio di nemmeno quaranta chilometri, l’Alto Adige è un’antologia di paesaggi e zone climatiche che non potrebbero essere più eterogenee, proprio come i vini che vi si producono. Qui non è solo il paesaggio a essere vario, ma anche il terroir: i pendii della Val Venosta, le colline soleggiate della Bassa Atesina, i vigneti di stampo alpino della Val d’Isarco. I vignaioli di questa terra hanno imparato da secoli a far tesoro di questa varietà, facendo emergere l’unicità di ogni appezzamento in sapori inconfondibili. È da questo spirito che scaturiscono vini di carattere e prestigio, capaci di esprimere al meglio le peculiarità della loro origine. In teoria, i vitigni autoctoni altoatesini come il Lagrein, la Schiava o il Gewürztraminer, si potrebbero coltivare in tutto il mondo, ma solo in Alto Adige, loro terra d’origine, sviluppano in pieno tutta la loro identità e il loro carattere. Come estensione, l’Alto Adige è uno dei territori vinicoli più piccoli d’Italia, ma grazie alla sua posizione geografica è anche uno dei più variegati. Cinquemila viticoltori si dividono una superficie vitata di meno di 5.300 ettari, distribuita nelle zone climatiche più disparate, su

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In alto a sinistra, un succulento grappolo cresciuto nella zona del Dos Caslir, colle della fatata Valle di Cembra ora patria del Mueller Thurgau; a destra una bella veduta dei vitigni dell’Alto Adige. Nella pagina successiva un suggestivo scorcio della cittadina di Castelnuovo Berardenga

terreni diversi e a quote che variano fra i 200 e gli oltre di mille metri di altitudine. Da questa estrema varietà scaturisce un numero sorprendente di vini d’eccellenza. Ma gli Indiana Jones del vino hanno bisogno di andare a caccia di rarità e in Alto Adige possono trovare pane per i loro denti, o meglio, nettare per riempire i loro bicchieri. Alcune varietà autoctone antiche, come il Fraueler, il Blatterle o il Versoaln, meritano di essere scoperte, ma anche il Portugieser e lo Zweigelt, varietà a bacca rossa di cui si producono appena sei ettari in Valle Isarco. Dal Sudtirolo passiamo quindi al Trentino, altra terra di confine e di vini pregiati, in cui un tempo i vitigni coltivati erano 23. Molti si sono persi nella storia, altri, invece, come il Teroldego o il Marzemino, sono diventati simbolo della vitienologia locale. Altri ancora, grazie all’attività di ricerca e valorizzazione messa punto dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Trento), sono tornati a rivivere. Recuperati e ripristinati, sono stati iscritti nel Catalogo nazionale delle varietà di uva e vino e quindi ammessi alla coltivazione: sono Groppello di Revò, Casetta, Verdealbara, Lagarino, Paolina e Maor, che og-

gi danno vita a produzioni di nicchia per veri intenditori. Uno su tutti: il Groppelo di Revò, prodotto in Val di Non, vino rosso di colore rubino con note violacee, sentori di spezie e frutti di bosco, buona fragranza, sapore asciutto e leggermente tannico, che si sposa alla perfezione con i piatti tipici più “tosti”. Provate quelli della Cantina Rotaliana, della Cantina El Zeremia, di Maso Sperdossi, oppure quello dell’azienda agricola Pravis. Altra perla rara è l’Enantio, ovvero il Lambrusco a foglia frastagliata, coltivato in Trentino da tempo immemorabile. Qui le etichette giuste sono quelle dell’azienda agricola Renzo Gorga, di Maso Roveri, della Cantina Viticoltori in Avio e, appena fuori confine, l’eccezinale Enantio della Cantina Valdadige, nella veronese Brentino Belluno. E se in Trentino la storia enoica trova le sue radici in una situla etrusca ritrovata qualche anno fa sul Dos Caslir, colle della fatata Valle di Cembra ora patria del Mueller Thurgau, allora merita fare un salto anche in Toscana, dove negli ultimi tempi si è assistito a un prepotente ritorno di varietà di uve dimenticate, come il Pugnitello e il Ciliegiolo, che si sono rivelate piccoli prodigi di

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cibo&territorio

eleganza e sapore. Il primo, vinificato a Castelnuovo Berardenga da San Felice, prende il nome da un antico vitigno toscano, così chiamato per la forma del grappolo che richiama appunto un piccolo pugno. È ben più, quindi, di una nuova etichetta: è un vino rosso ottenuto dalla riscoperta di un vitigno autoctono che, dopo una lunga storia di sperimentazione e selezione da parte di San Felice, ha dimostrato qualità da vero fuoriclasse. Un vino gagliardo e caparbio, come il carattere fiero che ha permesso al vigneto di attraversare i secoli facendosi strada. Dal Ciliegolo, invece, si ottiene un vino elegante e gioiosamente beverino, la cui caratteristica principale, oltre al colore rosso rubino intenso dai riflessi violacei, è l’ampiezza e la dolcezza del frutto (ciliegia) che affinato in legno si evolve in forti sentori di marasca, prugna, marmellata di ribes e mirtillo. A produrre questo vino progenitore del Sangiovese è Antonio Camillo: il suo Principio Ciliegiolo Maremma Rosso Igt è assolutamente da provare.

Scelti per voi Gewürztraminer Cantina Ritterhof Strada del Vino, 1 - 39052 Caldaro (Bz) Tel. 0471963298

S. Maddalena Azienda Messnerhof Via San Pietro, 7 - 39100 Bolzano Tel. 0471977162

Trento Doc Endrizzi Loc. Masetto (Tn) - S. Michele all’Adige (Tn) Tel. 0461650129 Museo provinciale del vino Via dell’Oro 1 39052 Caldaro sulla Strada del Vino (Bz) Tel. 0471963168

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Sommelier del life style Vini da scoprire e da “leggere” in maniera inedita, descritti in modo anticonformista e con quel pizzico di glamour che non guasta mai, li trovate in Sex and the wine - L’altra metà del vino, romanzo edito da Curcu & Genovese (144 pagine, 12 euro), già in ristampa dopo due mesi dall’uscita in libreria. Il libro, scritto dalla giornalista Francesca Negri, è un romanzo chick lit che racconta la storia di cinque amiche legate dal fil rouge della passione per il cibo e per il vino. Protagonista Cleo, giovane reporter con tre grandi passioni: i tacchi a spillo, la cucina e i vini. Dalle colonne di una delle più popolari riviste italiane dispensa consigli su viaggi, ristoranti e vini, e con le sue quattro amiche del cuore si ritrova al Church, locale alla moda che sforna piatti per palati gourmet. È lì che le cinque ragazze si ritrovano dando vita

al club delle degustatrici, delle sommelier del life style, che approcciano la vita come se stessero bevendo un bicchiere di vino. Così, Sex and the wine propone un nuovo movimento, quello delle donne che sempre di più si appassionano al vino e alla tavola, e sono sexy proprio per questo. Ma nel romanzo si parla anche di amore, mariti, figli, difficoltà di districarsi nel mondo del lavoro e del profondo valore dell’amicizia. Tra figure maschili e storie d’amore in cui tutte noi possiamo riconoscerci, Sex and the wine punta i riflettori sulle donne e sul loro modo di vivere la vita. Un viaggio che ci porta a conoscere l’altra metà del cielo di oggi senza conformismi e luoghi comuni, alla scoperta di una generazione di donne che elegge il vino a nuovo simbolo di emancipazione e ne dà una chiave di lettura inedita.


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biologico

di Riccardo Astolfi

Andamento 2010 e peso % delle diverse aree geografiche

Le regine del bio? Zucchine e melanzane I prodotti biologici continuano a conquistare importanti fette di mercato. Con il 41,8% degli acquisti, il Nord Ovest è leader

In una situazione di generale stallo dell’economia italiana, leggere di come il mercato dei prodotti alimentari biologici stia crescendo a ritmi elevati rassicura e nello stesso tempo non stupisce più di tanto: significa che il consumatore è sempre più alla ricerca di un’alimentazione di qualità, ideale per il benessere della propria famiglia, anche a discapito di un prezzo non sempre concorrenziale. La crescita del settore bio non è ad appannaggio del solo mercato italiano, ma è diffusa globalmente a tutti i livelli della filiera. Crescono, infatti, le superfici coltivate ad agricoltura biologica in tutto il mondo, gli operatori e complessivamente il valore di mercato (+10,4%). Le quote di mercato per il biologico nei Paesi europei più fermi in passato, come Francia e Spagna, ora aumentano a ritmi incalzanti, mentre la nazione leader del bio europeo, la Germania, cresce in maniera più contenuta ma pur sempre rilevante. Dopo i picchi post mucca pazza, e la leggera battuta d’arresto del periodo 2003-2004, negli ultimi anni il mercato biologico italiano continua a dare segni di ottima salute, chiudendo infatti il 2010 con una complessiva crescita dell’11,6% degli acquisti domestici dei prodotti confezionati bio. Que-

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Area

Incremento % Peso % 2010 vs 2009 sul totale

Nord Ovest

8,0%

41,8%

Nord Est

19,8%

29,8%

Centro + Sardegna 4,0%

20,2%

Sud + Sicilia

8,2%

22,5%

Andamento 2010 dei principali derivati del cereali nel 2010 Prodotto

Variazione %

Pasta e Riso

19,0%

Pane e Sostituti

14,5%

Biscotti, Dolciumi e Snack

15,3%

sti dati sono relativi al solo aumento di mercato nel settore della grande distribuzione: aumenti ben più considerevoli si sono riscontrati nei canali specializzati (circa 30%) e negli ipermercati (+18,2%), ulteriore segno che il consumatore è sempre di più alla ricerca di un’offerta ampia, varia e di qualità, sia di prodotto che di rapporto con il negoziante. Non c’è comparto merceologico che soffra. Tutti gli “scaffali” sono più che in salute, con ottime performance dei prodotti lattiero-caseari (+13,2%), tra i quali latte fresco e yogurt pesano per più del 70%, e di quelli per la prima colazione (biscotti, dolciumi e snack, +13,5%). I prodotti ortofrutticoli mantengono la loro posizione di leader tra gli articoli più venduti, crescendo del 4,2% e occupando circa il 21% dell’intero mercato biologico. Tra questi, i best sellers rimangono pomodori (8,4% del mercato anche se con una leggera flessione di vendita del 6,8%) e mele (6,5% del mercato), seguiti da zucchine e melanzane (con una crescita dell’81,4%). Seguono, a ruota, le uova (+7,4%), la pasta e il riso (+22,3%), e il pane con i suoi sostituti (+12,3%). Da sottolineare, inoltre, il forte incremento dei consumi per i prodotti di deriva-

zione animale, come salumi e affettati bio e le carni avicole (+56,4%), segno che il mercato biologico italiano, inizialmente concentrato verso un consumo d’ispirazione prettamente vegetariana, ora sta indirizzando i propri interessi anche alla ricerca di una carne di qualità. Per quanto riguarda la diffusione dei consumatori biologici nella nostra penisola, la parte del leone la continua a fare il Nord Italia, dove si concentrano oltre il 70% degli acquisti. In particolare, il Nord Ovest pesa quasi metà del totale del mercato biologico italiano (41,8%) e continua a crescere su ritmi considerevoli (+8%), anche se sempre più incalzato dal Nord Est, che cresce a doppia cifra (+19,8%) con una quota di mercato di circa il 30%. Da non sottovalutare, le ottime prestazioni riscontrate nei punti vendita del Sud Italia, i quali, seppur con una quota di mercato ancora inferiore al 10%, crescono a ritmi importanti (+22,5%). L’analisi di questi dati, in conclusione, ci restituisce un mercato bio italiano più che in salute, che si fa forte di una sempre maggiore varietà di prodotti offerti e di una qualità organolettica mediamente più elevata rispetto ai cugini convenzionali della grande distribuzione.


Bartolacci

Federico e Monica vi propongono una cucina fatta di semplicità,gusto ed eleganza alla valorizzazione costante di prodotti di qualità biologici e di aziende agricole tipici del territorio, tutte le preparazioni sono elaborate all’interno dell’ agriturismo lasciando al gusto il compito di emozionare il palato. Possibilità di alloggio e visite all’azienda agricola biologica.

Azienda Bartolacci Via Breccione Loc. Stacciola 61039 San Costanzo (PU) Phone 1: +39.0721.930065 Mobile: +39.348.1556011 Email: agriturismo@bartolacci.it


l’olio

di Gino Celletti Capo Panel Consiglio Oleicolo Internazionale www.frantoicelletti.com www.monocultivaroliveoil.com

Oil China 2011 Muoversi prima che sia tardi Dodici nazioni partecipanti: 18 medaglie alla Spagna, 14 a noi, 9 al Portogallo, 6 al Cile... L’Italia batte la fiacca, ma Spagna, Portogallo e Cile no. Credono nell’export e lo fanno presentando prodotti ottimi. Forse due parole sull’esito di questo concorso possono essere utili per capire il mercato dell’olio e il comportamento dei produttori. Le valutazioni vanno fatte indagando due direttrici: il numero di presenze e la qualità dei prodotti. Su 85 campioni presentati al concorso internazionale Oil China 2011, svoltosi a Milano presso Frantoi Celletti & Cultivar il 3 aprile scorso, l’82% era estero; la Spagna da sola ha concorso per il 30%, il Cile per il 24%, il Portogallo per il 10%; insomma 2\3 dei campioni parlava spagnolo, che vuol dire che 2\3 delle varietà erano tipiche spagnole e l’olio a tavola avrà sapore spagnolo, più o meno fatto bene. Ora non sappiamo se all’Italia manchi il prodotto per l’esportazione o la voglia di esportare, quello che è certo è che in Cina l’85% del mercato è detenuto dalla Spagna. Si dice che i cinesi non capiscano il buon olio e quindi per il momento meglio soprassedere. Già, ma voglio vedere come faremo un giorno a recuperare, quando i cinesi capiranno e si saranno abituati a quel gusto, a quella marca, a quella bottiglia. La seconda considerazione sulla qualità degli oli messi in concorso per noi è ancora più preoccupante. A parte la semplice considerazione numerica delle medaglie che la Spagna ha vinto, il Panel d’Assaggio ha dovuto rilevare che alcuni luoghi comuni erano stati spazzati via definitivamente. Se in passato era improbabile assaggiare ben fatte alcune cultivar come Picual e Arbequina, a questo concorso ne sono state premiate alcune di fattura magistrale; con questo non voglio rassicurare i consumatori che quel milione di tonnellate di Picual con livelli fuori legge di alchilesteri non invaderà più i supermercati, ma solo confermare che anche in Spagna ci sono produttori eccelsi e che se un giorno decideremo di andare nei mercati asiatici con i nostri oli, probabilmente non dovremo fare i conti solo con i numeri ma anche con la qualità altrui e allora forse sarà un pò troppo tardi. Moves, dicono a Milano. 70

Paesi

12

Campioni

85

Oro

Argento

Spagna

24

1

5

Cile

19

Italia

14

1

3

Portogallo

9

Grecia

4

Francia USA

Gran Menzione

Tot Medaglie

7

5

18

2

4

6

5

5

14

1

4

9

2

1

3

4

1

1

2

3

1

1

Cina

3

Australia

2

Bronzo

Croazia

1

1

1

Germania

1

Turchia

1



carta della pasta

di Luca Borghi

I bombardoni, trionfo del Sud Il formato richiama un tipico strumento a fiato delle bande che suonavano nei paesi. Ottimi per esaltare pomodoro e frutti di mare Paese che vai, pasta che trovi. È una storia tutta italiana, infatti, quella delle migliaia di formati nati, cresciuti e (a volte) scomparsi all’ombra di campanili, campagne e intere regioni. Una di queste - una delle più antiche e ancorata alla tradizione pastaria del Meridione - è senza dubbio quella dei bombardoni. Che siano interi o mezzi poco importa. Perché ciò che veramente affascina non è la tipologia in commercio, ma il fatto che questa pasta - corta, a taglio obliquo e di forma tubolare - era la regina delle tavole di Campania, Sicilia e Basilicata per onorare al meglio le esibizioni delle bande di paese. Da qui, il nome. Il formato ricorda infatti il bombardone, strumento a fiato in ottone tipico delle orchestrine di un tempo. Insomma, era la pasta della festa, ottenuta dalla sapiente miscela di grani duri che soltanto il sole del Sud sapeva rendere ricchi, unici e inimitabili. La tradizione pastaria li ha fatti arrivare fino ai giorni nostri, riuscendo a mantenere inalterate le proprietà proteiche e le qualità organolettiche. Come cucinarli? I mezzi, o interi, bombardoni sono ottimi nelle ricette con condimenti a base di salsa di pomodoro o ragù ricchi di carne. Ma è ammessa la realizzazione di proposte a base di frutti di mare. Un piatto da raffinati gourmet.

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Il vino giusto? Aversa Asprinio L’Aversa Asprinio deve essere ottenuto dalle uve provenienti dagli omonimi vitigni (possono concorrere altre uve a bacca bianca purché autorizzate per la provincia di Caserta). Se spumante, invece, bisogna che il vino venga prodotto dai vigneti composti dal solo vino vitigno Asprinio. Dal sapore secco, fresco, caratteristico, questo vino ha un colore paglierino e raggiunge una gradazione alcolica di 10,5 gradi. Il profumo è fine e fragrante, il giusto mix per scoprire il gusto delle paste con i prodotti del mare.

Ottimi ripieni di ragù e ripassati al forno, sono un classico formato da giorno di festa. Tra le tante varianti nei condimenti possibili, in testa funghi e melanzane



la scoperta

di Riccardo Lagorio

A tutto asparago Tra la fine di aprile e le prime settimane di maggio sono numerose le località interessate dalla raccolta di questo delizioso e tipico prodotto stagionale. Di seguito una puntuale guida per conoscerne le tante varietà

Anche se diventerebbe impossibile raccontare la storia e le peculiarità che contraddistinguono le diverse aree di raccolta dell’asparago, iniziamo con il dire che quelli di Bassano del Grappa sono identificabili per il marchio di Denominazione di origine protetta (Dop) e sono coltivati nel centro vicentino e in altri 8 Comuni limitrofi. Sempre il Veneto si distingue per avere ottenuto da Bruxelles la possibilità di fregiarsi dell’Igp per l’asparago di Badoere (che può essere bianco o verde) mentre il marchio europeo ha premiato i coltivatori distribuiti nei 57 Comuni delle province di Bologna e Ferrara previsti dal disciplinare di produzione dell’Asparago Verde di Altedo. Fu invece Cavour ad accrescere la notorietà degli asparagi di Santena citandoli in una lettera indirizzata a uno studioso scozzese; mentre il turione degli asparagi coltivati nella piana alluvionale di Albenga ha un caratteristico colore viola, che deriva dalle modalità produttive e dalla varietà utilizzata, come accade per buona parte di quelli cresciuti nei terreni intorno a Borgo d’Ale nel Ver-

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cellese. Sono rosa gli asparagi brianzoli di Mezzago mentre quelli bianchi di Cantello, nel Varesotto, vengono citati per la loro rinomanza già nel 1831 e vennero portati come omaggio e simbolo di identità dai contadini locali al papa del non expedit, Pio IX. Terlano in Sud Tirolo è ormai da anni palcoscenico di manifestazioni ed eventi dedicati all’asparago bianco che si svolgono durante i mesi di aprile e maggio. Ma è Zambana, in provincia di Trento, a vantare un piccolo primato. Si tratta infatti del primo centro in Italia ad avere decretato la Denominazione Comunale (DeCo) per un asparago, in questo caso tassativamente bianco. La zona di confluenza tra l’Adige e il torrente Noce, dai terreni soffici e quasi impalpabili, è ben documentata come area di produzione di asparagi già all’inizio dell’Ottocento ed esistono atti commerciali di vendita a Vienna e Innsbruck sino allo scoccare del Novecento. Ciascun mazzo di asparagi messo in commercio sotto il controllo dell’Amministrazione comunale viene corredato da placche che riportano il nome

del produttore, la località e la particella dove gli asparagi sono stati cavati. Gli asparagi giganti bianchi di Zambana nascono infatti sotto cumuli di terra alti almeno 28 cm e coperti da teli neri, al fine di garantire il colore bianco perlaceo e l’estrema morbidezza del raccolto. Vista l’importanza delle sostanze presenti naturalmente nel terreno in cui sono coltivati, ciascun produttore si impegna a mettere a coltura appezzamenti che per almeno sei anni non hanno accolto asparagi, e a non utilizzare nell’impianto terra limosa proveniente da territori esterni da quelli di Zambana. La raccolta su uno stesso podere si protrae per non più di 45 giorni all’anno al fine di garantire il massimo della bontà alla produzione e comunque un ettaro non può fornire più di 55 quintali a stagione. La raccolta dei turioni avviene con il caratteristico vanghetto e la rifilatura, necessaria perché siano presentati di uguale altezza, avviene a mano. Per essere ammesso alla vendita, l’asparago bianco di Zambana DeCo deve avere aspetto fresco, dritto e sodo, praticamente privo di fibrosità. Per ottenere queste caratteristiche, appena dopo la raccolta, si procede a immersione in acqua fredda.

Alla ricerca dei bianchi di Zambana

Vera rarità, per ogni chilogrammo ne vengono contati al massimo 20, bisogna affrettarsi e accorrere per garantirsi un assaggio dei meno di 200 quintali prodotti all’anno del tipico asparago della località trentino. Due utili contatti per assaporare questa delizia primaverile sono Giulio Bonadiman (Tel. 0461242144) e Riccardo Pilati (Tel. 0461240004).



di Gianfranco Lo Cascio Italian Food Style Education Culinary Institute Carni, Cottura sul fuoco vivo, affumicatura

Courtesy www.bbq4all.it

chef a scuola

Primavera, tempo di grigliate Dati dell’osservatorio Carnealfuoco/ Demoskopea ci dicono che sono più di quattro milioni le famiglie italiane che nella stagione estiva accendono il barbecue almeno una volta alla settimana. Di seguito, piccoli grandi consigli per risultati a regola d’arte

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Il gusto delle carni o delle verdure cotte sulla griglia ha un’identità propria, forte. Sappiamo tutti che l’aroma dei cibi cotti sul fuoco non è riproducibile in cucina, tra i fornelli e le padelle. La caratteristica aromatica delle carni alla brace è data proprio dal fumo. I liquidi e i grassi che fuoriescono dal cibo, per via dell’intenso calore, cadono sulle braci roventi e si vaporizzano all’istante producendo il fumo aromatico che investe la carne conferendole il classico gusto di griglia. Forse non tutti sanno, però, che questi fumi aromatici, poveri noi, contengono tantissime sostanze, tra cui le amine eterocicliche (HA), ritenute cancerogene negli animali, anche se non è ancora dimostrato l’effetto sull’uomo. Detto questo, non preoccupiamoci più di tanto: è infatti sufficiente prestare attenzione ad alcuni piccoli particolari. La ricercatrice Isabel Ferreira, dell’Università di Oporto, in Portogallo, ha pubblicato uno studio sullo Journal of Agricoltural and Food Chemistry in cui dimostra che le carni sottoposte a una marinatura preventiva in una base alcolica sviluppano una quantità notevolmente più bassa di amine eterocicliche. La sostanza più efficace sembra essere la birra. La base alcolica, nella

marinatura, ha quindi la capacità di diminuire la formazione delle sostanze rischiose prodotte nella grigliata. Ovviamente, ricordiamoci che il gusto non deve soffrirne. Un’ottima marinatura, che va bene un po’ per tutto, si prepara con olio extravergine, vino bianco, un goccio di aceto, sale, spezie e erbe: vi si immerge la carne e si lascia a marinare anche tutta la notte precedente la nostra grigliata. A questo punto possiamo ritenerci abbastanza sicuri. Un’altra bella notizia riguarda le insalate, le verdure e un buon bicchiere di vino. Sono alimenti ricchi di antiossidanti capaci di azzerare, o quasi, i rischi indotti dalle sostanze cancerogene. C’è da dire che l’uomo è circondato da sostanze cancerogene, specialmente in cucina. I fritti, per esempio, sviluppano acrenalina, anch’essa molto pericolosa. In tal senso, ingeriamo continuamente sostanze dannose ma, per fortuna, esiste una soglia giornaliera ammissibile entro la quale il nostro organismo è in grado di provvedere alla propria autodifesa. Evitiamo quindi il consumo cronico di carni alla griglia, ma non rinunciamo a goderci il nostro barbecue in sicurezza, marinando la carne, con una bella insalata di contorno e un buon bicchiere di vino.


Nel cuore del dolceNordEst La Cooperativa Vetrina del Territorio di Nimis (Ud) è un punto di riferimento per chi voglia acquistare un’ampia selezione di vini e prodotti tipici di qualità legati al territorio, degustare le bontà locali o partire per una visita guidata alla scoperta delle cantine e delle golosità prodotte dalle aziende socie

Attimis, Faedis, Lusevera, Magnano in Riviera, Povoletto, Reana del Rojale, Taipana e Tarcento e, ovviamente, Nimis. Sono questi i 9 comuni che sorgono lungo le limpide acque del torrente Torre e del Cornappo, nella zona nord dei Colli Orientali del Friuli, e che danno vita al consorzio dolceNordEst, il cui obiettivo è porre l’attenzione sulle ricchezze e le potenzialità di un territorio ben riconoscibile valorizzandone l’unicità del paesaggio e della produzione. Qui infatti nascono i vini più pregiati del Friuli, come il raffinato Ramandolo Docg di Nimis e Tarcento, l’inebriante Picolit Docg di Savorgnano, il corposo Refosco Doc di Faedis; vini nobili e profumati, da meditare lentamente o gustare insieme alle specialità della tradizione. Qui, ancora, la terra e il sapiente lavoro dell’uomo danno vita a prelibatezze come i fagioli e il lardo di Platischis, i salumi di Gradischiutta, le caciotte di Raschiacco e di Ravosa, i succhi di mela e le farine biologiche di mais e grano saraceno di Taipana e Reana, le rinomate castagne di Magnano e Valle, il delizioso miele e le marmellate biologiche della Valle dell’Orso e di Reana del Rojale, la Pinza Tarcentina, i Ramandorlini – biscotti tipici artigianali da intingere nel Ramandolo – di Nimis, gli olii di Sedilis e Campeglio. Le terre del dolceNordEst offrono qui la possibilità di fare una bella scorpacciata non solo di verde e natura, ma anche di specialità, da concludere in bellezza degustando le grappe e i distillati dal gusto autentico di Povoletto e Nimis. A occupasi della promozione e della commercializzazione estera esclusiva dei prodotti dei propri soci è la Cooperativa Vetrina del Territorio, punto di riferimento per l’export del dolceNordEst. DolceNordEst Piazza 29 Settembre, 8 - 33045 Nimis (Ud) Tel. 0432797484 - Fax 0432 790555 www.dolcenordest.it

Se il Friuli è lontano Prendersi una pausa per immergersi nel verde delle valli friulane sarebbe l’ideale. Raggiungere la sede della Vetrina del Territorio e assaggiare sul luogo le prelibatezze del dolceNordEst però non per tutti è semplice. Una soluzione potrebbe essere quella di raggiungere una delle sedi Vie del Gusto Store, a Milano, Desenzano e Verona, che distribuiscono i prodotti del consorzio in anteprima, oppure connettersi comodamente al sito www.vdgstore.com e procedere con l’acquisto on line.


selezioni di Cesare Aldesino

Il prezioso condimento della costiera La colatura di alici è un’antica tradizione dei pescatori di Cetara che stuzzicava già la gola degli antichi Romani. Ancora oggi, questo prezioso “distillato”, ottenuto attraverso un particolare procedimento di salatura di alici pescate esclusivamente nel golfo di Salerno, é considerato una specialità per intenditori Cetara, seducente borgo marinaro che, percorrendo la costiera amalfitana, si incontra dopo Vietri sul Mare, deriva il suo nome dal latino cetaria, cioè tonnara, o cetari, venditori di grossi tonni, oltre che dalle attività pescherecce presenti fin da epoche lontane strettamente legate al mare e alla salagione delle acciughe. Furono i monaci cistercensi della canonica di S. Pietro a Tuezolo di Amalfi, che conservavano le alici pescate nel mare della costiera, ad accorgersi che il liquido colato dalle vecchie botti aveva caratteristiche dell’antico garum, una salsa salatissima e fortissima ottenuta con la fermentazione delle interiora dei pesci, utilizzata dagli antichi Romani per condire le carni, e lo impiegarono come condimento. La scoperta dei monaci si diffuse tra i monasteri della zona e, ben presto, tra tutti i cittadini. Ancora oggi, gli abitanti di questo piccolo paese continuano a produrre la colatura nel massimo rispetto dell’antica tradizione. Il procedimento ha attualmente adottato delle regole ben precise che si tramandano da padre in figlio: i pescatori, con l’impiego di piccole barche, nelle notti di luna calante, prendono il largo e calano le reti in quel tratto di mare illuminandolo con le lampare per attirare le acciughe; si utilizza rigorosamente il pescato del golfo di Salerno – le cui acque particolarmente salate conferiscono alle alici un gusto particolare – tra la fine di marzo e l’inizio di luglio, quando queste, per effetto anche del loro ciclo vitale, hanno carni povere di grassi e quindi idonee per la salagione. Il pesce viene deca-

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pitato ed eviscerato con una sola operazione fatta da mani esperte; a ogni alice si tolgono testa e viscere. Successivamente si procede alla salamoia, il pesce lavorato viene posto in fusti di plastica con sale doppio per fare in modo che rilasci tutta l’acqua. Dopo 24 ore le alici vengono disposte a strati in barili chiamati terzigni e salate con sale marino asciutto di Trapani. Su ogni terzigno viene posto un coperchio chiamato tumpagno e sopra di esso viene poggiata una grossa pietra. Durante il processo di maturazione della carne il livello del pesce si abbassa lentamente in modo tale da consentire la fuoriuscita del liquido che riaffiora in superficie: sotto il coperchio non c’è liquido ma solo pesce, e detta fase ha una durata di dieci mesi. Successivamente si procede alla foratura dei barili che avviene con l’utilizzo di un punteruolo da falegname, chiamato vriale; sotto ogni barile viene praticato un forellino, il liquido in superficie trapassa gli strati di pesce si insaporisce ancora di più e incomincia a fuoriuscire dalla botte a piccole gocce. Il liquido cosi ottenuto – la colatura di alici per l’appunto, dal colore granato e trasparente – viene recuperato e filtrato con appositi cappucci di tela per poi essere imbottigliato. È tradizione chiudere il vaso della colatura con un mazzetto d’origano allo scopo di aumentarne I’aromaticità. Da ogni botte da 25 kg di pesce si ottengono mediamente 1,6/1,8 litri di colatura, e il pesce che resta nella botte non è più riutilizzabile poiché si asciuga, diventa secco e privo di liquidi. In passato, gli abitanti della costiera ottenevano la colatura filtrando con l’alambicco (un classico cappuccio di lana o tela che veniva già impiegato per filtrare il mosto o per la produzione della grappa) la salamoia delle alici che tracimava continuamente dai recipienti che le contenevano. Gli abitanti di Cetara, nel periodo natalizio, usano scambiarsi la colatura in segno di amicizia. Oltre a essere particolarmente saporita, la colatura è anche un condimento altamente proteico, composto da aminoacidi liberi e pertanto di pronta assimilazione da parte dell’organismo. Per la qualità del pescato, e per la lavorazione nel pieno rispetto della tradizione, la colatura di alici è un liquido magico per gli aromi che esprime; è unico nel suo genere per il gusto che anche solo alcune gocce riescono a infondere a talune preparazioni. Molti chef lo utilizzano come condimento in diversi piatti creativi a base di pesce, insalate fresche, verdure cotte, zuppe di legumi e cereali, pizze e bruschette o, più semplicemente, spaghetti o linguine sbollentati in acqua senza sale, versati nell’olio bollente con aglio appena rosolato, colatura e un pizzico di peperoncino calabrese. Da segreto preservato con gelosia nelle case, la colatura d’alici è diventata prodotto tipico di punta, sulle tavole di tutti i ristoratori del paese.

Furono i monaci cistercensi ad accorgersi che il liquido colato dalle vecchie botti di alici aveva alcune caratteristiche del garum

Per comprare e celebrare Se vi capita di trovarvi a Cetara e volete comprare il saporito liquido, ci sono pochi laboratori artigianali, il Delfino e il Nettuno, entrambi con punti vendita nel centro del paese in corso Umberto I. Ogni anno, inoltre, nella prima quindicina del mese di dicembre, a Cetara si svolge la manifestazione Alla Scoperta degli Antichi Sapori, dove tutti i ristoratori locali propongono antiche e nuove ricette a base di colatura. A salvaguardarne la tipicità c’è anche l’Associazione Amici delle Alici.

In apertura, oltre alla materia prima della colatura, ovvero le alici, un momento della loro lavorazione. In questa pagina, la colatura come si presenta già imbottigliata per la vendita e uno scorcio di uno dei punti vendita di Cetara

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orto dei semplici

Una fresca risorsa d’acqua

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di M. Pia Fanciulli www.barbanera.it

Non è certo tra gli ortaggi più celebrati e anche la cucina non lo annovera tra i suoi preferiti. Ciò non vuol dire però che il cetriolo non abbia avuto, e ancora non abbia, un posto di tutto rispetto negli orti dell’estate. Anche perché lo accompagna una storia millenaria che ne esalta virtù salutari e capacità di dare un efficace contribuito alla conquista della tanto desiderata bellezza Diceva Samuel Johnson, poeta del Seicento inglese, che «un cetriolo va affettato con cura, condito con pepe e aceto, e infine buttato via, come buono a niente». Insomma, Johnson non trattava affatto bene questo ortaggio che, se è vero non brilli per ricchezza di sostanze nutritive – è per il 95% costituito da acqua – qualche virtù però ce l’ha. Gli sono infatti riconosciute proprietà diuretiche, disintossicanti e rinfrescanti perché oltre ad aumentare la diuresi, depura l’organismo e facilita l’eliminazione delle tossine. Senza dimenticare come, dato il suo bassissimo valore calorico, sia un ortaggio gustoso e fresco che rallegra quei momenti di “sacrificio” che sono le diete dimagranti. E a proposito di bellezza, l’immagine del volto ricoperto di rondelle di cetriolo per nutrire la pelle è ormai un classico! D’altra parte, che fosse già apprezzato e utilizzato sia in cucina che nei trattamenti estetici in tempi antichi è un dato di fatto: lo testimoniano egizi, romani e greci. Pianta erbacea annuale, con fusto rampicante o prostrato, il cucumis sativus appartiene alla famiglia delle cucurbitacee e proviene dall’India, dove lo si coltivava già 4000 anni fa ai piedi dell’Himalaya, anche se non è escluso che la sua patria si trovasse in realtà ancora più a Oriente. Di certo il cetriolo, frutto che si raccoglie e consuma quando è ancora acerbo, un posto lo ha conquistato nelle pagine della Bibbia dove si narra che gli ebrei amassero moltissimo mangiarlo dopo averlo portato con sé dall’Egitto. Fu Columella invece, nel suo De re rustica, a descriverne la coltivazione, mentre a Pompei se ne cominciava la coltivazione in serra. E da allora mai più il cetriolo è mancato dagli orti e dalle tavole dove è grande protagonista delle insalate estive. E a proposito di orto, da non dimenticare che proprio il mese di maggio è il momento del trapianto delle giovani piantine. Spunteranno poi i fiori, giallo-dorati, di due diversi tipi: maschili, raccolti in fascetti, e femminili, solitari o appaiati. Quanto al frutto, ne esistono circa una quarantina di varietà provenienti da diverse parti del mondo che si distinguono soprattutto nella forma: allungata, cilindrica, un po’ angolosa, più o meno


Coltiviamolo così

Coltivabile come rampicante, con supporto a spalliera, o strisciante a terra, il cetriolo ha il sapore dell’estate, fresco e ricco di acqua: ottimo in insalata e necessario nella preparazione della salsa tzatziki. Nella foto in basso: un fiore di tagete

I vasi e il terriccio Che si siano preparate in semenzaio o che si acquistino in serra, è questo il momento di mettere a dimora le giovani piantine di cetriolo nell’orto e nei vasi sul balcone. In quest’ultimo caso i contenitori dovranno avere un diametro di almeno 40 cm e stessa profondità. Le varietà rampicanti richiedono la presenza di sostegni per la crescita. Il terreno deve essere di medio impasto, con pH leggermente acido. La pianta privilegia i climi temperato-caldi con umidità costante, l’ideale sono temperature sui 20 °C. La semina Se si effettua in vaso si dovranno mettere quattro semi in una stessa buchetta. Lo stesso vale per la semina all’aperto, dove si lasceranno cadere quattro semi in buchette distanti 50 cm l’una dall’altra. A germinazione compiuta, si diradano le piante cresciute lasciando la più robusta, che andrà poi trapiantata in questo mese di maggio. Quando la pianta è sufficientemente sviluppata si sceglierà il portamento: strisciante a terra o rampicante. Nel secondo caso si potrà effettuare una coltivazione a spalliera usando sostegni come frasche, fili o reti. La pianta richiede annaffiature regolari ma senza eccedere. Punti deboli Tra i parassiti sono dannosi gli afidi, alcuni acari come il ragno rosso, le larve di maggiolino, il grillotalpa. C’è poi l’irrigazione che deve essere abbondante e regolare nei periodi più caldi per evitare che i frutti assumano sapore amarognolo. Evitando allo stesso tempo gli eccessi perché la pianta marcisce con facilità. Buono a sapersi In un’aiuola il cetriolo si associa felicemente con lattuga, cavoli, piselli e fagioli, mentre è sconsigliata la consociazione con la patata. Inoltre per evitare che i frutti prendano un sapore amaro, oltre alla giusta irrigazione, è importante eliminare i fiori maschi, dal picciolo lungo e dritto. Raccolta e conservazione La raccolta, che si protrae da giugno a settembre, va effettuata nell’arco di sessanta giorni prima che i frutti abbiano raggiunto il massimo sviluppo. I cetrioli si consumano freschi e la conservazione va limitata a pochi giorni, da 3 a 5, in frigorifero. Importante avvolgerli nella carta per evitare che trasmettano il sapore agli alimenti vicini. Evitare la congelazione. Ci sono poi le varietà da utilizzare per la conservazione sottaceto o in agrodolce.

ricurva. Anche il colore può variare, dal bianco al verde scuro. La polpa è bianca o verde chiarissimo, acquosa, di sapore leggermente amaro, e contiene numerosi semi appiattiti, bianchi o giallastri. Oltre a presentare un elevatissimo contenuto di acqua, i cetrioli hanno uno scarsissimo contenuto di zuccheri, grassi e proteine. Nessuna controindicazione quindi per il consumo, anche se può risultare indigesto. Un inconveniente a cui si può far fronte eliminando la buccia o facendo eliminare l’acqua tagliandoli a rondelle e mettendoli in un colapasta con del sale per un’oretta. I nostri cetrioli saranno così più digeribili, anche se un po’ meno croccanti. In giro per il mondo Seguendo la diffusione dei cetrioli si potrebbe davvero fare il giro del mondo, dove si trovano cultivar di ogni tipo che non mancano di prendere il nome dai Paesi dove vengono coltivati. Si parla infatti di Cetriolo di Russia, Giallo d’Olanda, Lungo di Cina, Verde di Parigi, quest’ultimo piccolo e particolarmente adatto alla gustosa conservazione sottaceto. In Italia le varietà più diffuse sono il Verde Lungo d’Italia, il Marketer che può avere frutti lunghi fino a 25 cm, il Parigino, tutti da consumare freschi. Ma pensando alla tavola, e parlando di cetrioli, non si può non ricordare lo tzatziki, la più famosa delle salse greche a base di cetriolo tritato e mescolato a yogurt, aglio e aneto, da mangiare da sola o insieme a piatti di pesce e carne.

L’unione fa la forza

Fiori e ortaggi possono vivere insieme recando benefici gli uni agli altri. Si parla in questo caso di consociazione, utile a limitare il ricorso a trattamenti chimici dannosi per le piante e la nostra salute. Esistono infatti fiori incantevoli, capaci di proteggere altre piante dall’attacco dei parassiti. La tagete, ad esempio, deve al suo profumo la capacità di tenere lontano il tonchio delle fave. Non solo, utilizzata come bordura, sarà un’ottima pianta esca per le lumache e le limacce che vi si fermeranno sopra senza danneggiare le coltivazioni. Il nasturzio è un altro esempio. Splendido fiore, ottimo anche da mangiare in insalata, è un valido repellente per gli afidi. Si potrà quindi coltivare alla base degli alberi da frutto quali meli e ciliegi. E ancora, le comuni salvia e menta disgustano con il loro profumo la cavolaia, che così si terrà alla larga, appunto, da cavoli e cavolfiori. Fagioli, piselli e fave migliorano invece la fertilità del terreno a vantaggio di ortaggi più esigenti quali zucche e zucchine che con loro cresceranno meglio.

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consumo responsabile

di Benedetta Frare Fairtrade Italia

Storie di produttori Cooperativa che riunisce più di 1000 gruppi di produttori organizzati a livello di villaggio, Kuapa Kokoo Union – Cocoa growers cooperative è l’unica società in Ghana gestita dagli agricoltori e l’unica alla quale è stata concessa la licenza per l’esportazione di cacao. Grazie alla partnership con Fairtrade sta cambiando la qualità della vita locale

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Nella locale lingua ghanese Kuapa Kokoo in twi significa “buon coltivatore di cacao”. È un’organizzazione fondata nel 1993 da un gruppo di coltivatori di cacao e da Twin Trading, un’organizzazione di commercio equo del Regno Unito, come reazione alla liberalizzazione del mercato del cacao in Ghana. La sua mission è quella di migliorare lo status sociale, economico e politico dei membri e di proteggere i loro interessi commerciali dalle fluttuazioni del mercato. Kuapa acquista e vende fave di cacao dei suoi membri; il 30% del cacao prodotto viene comprato da Cocobod, una succursale del Ghana Cocoa Board attraverso la Cocoa Marketing Company Ltd (CMC). Dagli inizi modesti, Kuapa, l’unica società gestita dagli agricoltori in Ghana, è rapidamente cresciuta e si è trasformata in un’organizzazione di importanza nazionale tanto che è l’unica a cui è stata concessa la licenza per l’esportazione di cacao. Kuapa rappresenta circa 50.000 agricoltori provenienti da 1.124 società agricole locali e continua a crescere. Il 28% dei consociati è rappresentato da donne. La maggior parte dei villaggi produttori di cacao non ha acqua potabile, strade asfaltate, assistenza sanitaria, trasporti motorizzati o elettricità, e dipende dal kerosene per la luce artificiale. Le scuole di molti villaggi non hanno materiale didattico e insegnanti, ma la situazione è migliorata con l’introduzione da parte del governo di un’educazione primaria obbligatoria. Alcuni agricoltori sono in grado di coltivare platano, arance e frutti di palme da vendere nei mercati locali. Ma il terreno in molte aziende di cacao è troppo povero per coltivare verdura e altri tipi di colture. Esclusa l’educazione di base, non ci sono altri servizi sociali gratuiti in Ghana, così gli agricoltori sono costretti a pagare anche per assistenza sanitaria e per l’educazione secondaria. Ma la situazione è cambiata da quando è arrivata la certificazione Fairtrade, nel 1995. La partnership di Kuapa con Fairtrade ha aiutato a sviluppare un contesto forte e democratico a tutti i livelli dell’organizzazione. Con le entrate provenienti dalle vendite e dai premium Fairtrade, Kuapa ha cambiato lo stile di vita di migliaia di agricoltori. I progetti intrapresi dall’organizzazione hanno aiutato gli agricoltori, specialmente le donne, a diventare autonomi, aumentare la propria sicurezza e indipendenza e assicurare un senso di comunità, partecipazione e proprietà. Le entrate extra ottenute dalle vendite di Fairtrade sono state usate per pagamenti diretti agli agricoltori nelle forme di un bonus di fine d’anno; progetti sociali che includono la fornitura di pozzi di trivellazione per acqua potabile e la costruzione di bagni pubblici; programmi di assistenza sanitaria mobile per visitare i villaggi; investimenti in varie attività, inclusa la costruzione di due asili, sei classi e l’acquisto di due furgoni attrezzati per il programma di educazione degli agricoltori; programmi di formazione per consigliare gli agricoltori sulle migliori pratiche agricole, organizzare training in management e abilità di direzione; prevenzione alla diffusione del virus Hiv e dell’Aids.



cibo & blogger notizie

curiosità

di Alessandra Favaro

consigli

passaparola

gossip

Pesce fresco ed economico

Finger food: idee utili Sfiziosi, colorati, divertenti: sono gli stuzzichini, quelli facili da mangiare durante un aperitivo o un rinfresco. Ridurre l’universo del finger food a pizzette, olive e tartine sarebbe però un delitto: oggi queste pietanze stanno riscuotendo grande successo e libri, esperti e blog se ne occupano sempre di più. Come Christian, chef che al tema ha dedicato una sezione del suo diario on line, Chefblog. Il concetto su cui lavorare è ovviamente creare piccole pietanze ricche di gusto che si possano afferrare con le dita: largo alla fantasia quindi, e la pasta sfoglia diventa un’alleata preziosa. Basta tagliarla in dischetti e lasciarsi ispirare: mele e zola, noci e gorgonzola. Oppure, consiglia lo chef, tagliate la sfoglia a triangolo, mettete sulla base cacio e pepe, arrotolatela su se stessa, spolveratela con uovo e mettetela in forno per una decina di minuti: un minicroissant a regola d’arte. www.chefblog.it

Fragole in rete Uno dei frutti che fanno capolino in questa stagione sono le fragole: dolci, gustose, ricche di vitamina C e fonti naturali di acido folico, ci fanno capire che sì, la bella stagione stavolta è arrivata davvero. Ma come essere sicuri di conservare il loro sapore delizioso? Un trucco è fare attenzione al lavaggio. Le fragole non vanno tenute a mollo troppo a lungo e vanno lasciate intere, con il peduncolo attaccato. Questo e altri trucchi si trovano nel blog di Mister Carota che ai segreti in cucina ha dedicato una sezione intera. Per scoprire altre accortezze utili per gustare al meglio le nostre fragole di primavera, ci spostiamo su Alimentipedia, vera e propria enciclopedia della cucina in rete. Un esempio? Per rendere la nostra macedonia di fragole ancora più gustosa, aggiungere qualche goccia di aceto balsamico al normale condimento. Mescoliamo il tutto con le mani (dopo averle ben lavate si intende!) e il gioco è fatto. www.mistercarota.com www.alimentipedia.it 84

Seguire la stagionalità dei diversi prodotti è un buon modo per risparmiare, poiché acquistando un particolare cibo nel periodo in cui questo è più reperibile, il suo valore di mercato scende. Si può applicare questa accortezza anche al pesce? Sì: in questo caso basta fare attenzione al periodo in cui sono più facilmente pescabili alcune specie. Per avere qualche idea sulla stagionalità delle specialità ittiche, il sito dell’azienda Recchioni propone una tabella, divisa per mesi, grazie alla quale individuare quando acquistare il tonno piuttosto che le sogliole o gli sgombri, facendo la spesa con un minor costo e maggiore qualità. www.recchioni.it/stagioni.php

Come fare… in cucina

Punto di riferimento per chi cerca guide on line, il ricchissimo Come Fare vanta una sezione dedicata alla cucina a prova di stupido. Ricette, consigli, idee scritte e testate dagli utenti. E funzionano! Tra le mille curiosità da segnare quelle che riguardano l’economia domestica. Per esempio: come togliere quel fastidioso odore di cipolla o di aglio dalle mani dopo aver cucinato? La blogger Sesa arriva con la sua personale ricetta anti cattivi odori: aceto bianco, da solo o mixato con un goccio di olio d’oliva. La mistura strofinata sulle mani si porta via l’aroma pungente di aglio e cipolla. www.comefare.com


È nato dell’a il portale groali e-com m e VDGS ntare i merce ta TORE .COM liano

Cucina a impatto (quasi) zero

Cibo e arte Accanto al fenomeno dei food blog ne troviamo un altro: la food photografy. Piace così tanto immortalare il cibo che alcune macchine fotografiche di ultima generazione, tra le modalità di scatto, assieme a paesaggio notturno e ritratto, hanno anche l’opzione fotografa alimenti. E così a Milano, lo scorso mese, Kitchen, il concept store dedicato al mondo della cucina di via De Amicis, ha realizzato una mostra fotografica inerente il food aprendo il suo spazio proprio ai food blogger.

Gli scarti di frutta della centrifuga diventano un sorbetto, le foglie esterne del carciofo una crema vellutata, le bucce di patata un aperitivo da sgranocchiare, il pane avanzato si trasforma in tante golosità diverse. È completamente antispreco ed ecologica la cucina di Lisa Casali. Che sul suo blog preferisce essere chiamata Lisca. Ha 33 anni, una passione per i fornelli e l’ecologia. E da questo connubio ha creato un laboratorio on line di ricette per una cucina a impatto “quasi zero”. Un blog che è anche community, a cui tutti possono partecipare inviando il proprio contributo. Con tre regole ben precise però: la base di ogni piatto deve essere un avanzo o uno scarto, gli altri ingredienti per la realizzazione devono essere poveri quelli che stanno nella dispensa di ognuno -, e l’esecuzione della ricetta deve essere semplice e veloce, per risparmiare energia. Qualche dritta per tanto gusto e poco spreco? Innanzitutto la cottura: la pentola a pressione è un’alleata verde che permette di dimezzare i tempi e quindi le energie consumate per preparare un pasto. Gli esperimenti di Lisca l’hanno portata anche a provare a cucinare pietanze all’interno della lavastoviglie mentre esegue il ciclo di lavaggio dei piatti. Basta isolare il cibo in contenitori ermetici et voilà: il pranzo è pronto, e pure le stoviglie. Il blog è diventato anche un libro, La cucina a impatto (quasi) zero edito da Gribaudo. www.ecocucina.org

Protagonista la cuoca errante Olivia Marogna. Nel suo blog troviamo ricette originali e fotografie dei suoi manicaretti che sembrano foto d’autore. La raccolta fotografica intitolata So sweet. Fotografie dal gusto vintage, raccoglie 12 scatti di dolci vintage, tutte accompagnate da un ritratto dell’ingrediente principale. Rivisitazione di ricette che hanno accompagnato la sua infanzia, con un pizzico di modernità e personalità. lacuocaerrante.blogspot.com

Coltiva l’orto con un click Quanto è bella la vita di campagna! Peccato che non sia sempre possibile mollare ufficio e monolocale in città per dedicarsi alla vita agreste. O forse sì? Complice internet, oggi è possibile adottare un orto a distanza, scegliere cosa coltivare, e vedersi recapitare a casa gli ortaggi del proprio appezzamento di terreno. Si chiama Le Verdure del Mio Orto, ed è un sito/progetto di coltivazione orticola a consumo diretto, destinato a un pubblico attento alla qualità e alla genuinità dei prodotti, ideato da tre fratelli spinti dall’amore per la natura a prendere in mano le redini dell’azienda agricola di famiglia (la Giacomo Ferraris, di Santhià). Loro coltivano il nostro orticello e noi attendiamo i suoi frutti, che arriveranno in sacchetti di carta riciclata su un furgoncino alimentato a metano. Si possono scegliere appezzamento e piantagioni (verdure e da oggi anche risaie), e provare le numerose ricette illustrare direttamente sul sito. www.leverduredelmioorto.it 85


benservito

Un noto socio mantovano del club dove ho lavorato nell’ultimo periodo della mia carriera parlava spesso dei pranzi delle famiglie nobili mantovane e nello specifico dei Gonzaga. Un giorno mi chiese di preparagli un pranzo davvero suntuoso che rispettasse quello che si mangiava nei tempi passati. Per settimane mi dedicai alla stesura del menù insieme a lui e all’acquisto delle materie prime. Si doveva cominciare, come aperitivo, con un beverin vin, del brodo con l’aggiunta del Lambrusco. […] Il pranzo continuava con tortelloni di zucca, capponi ripieni, bolliti misti e soprattutto la squisita mostarda, la polenta, il riso alla pilota e il puntel, ovvero una robusta braciola di maiale. Si proseguiva con insalata e formaggi, e un budino al cioccolato fatto con lo stampo più grande che si aveva in cucina e servito con una colata di crema gialla profumata al marsala invecchiato. A seguire un succulento zabaglione e la famosa e immancabile sbrisolona innaffiata con il moscato. Ma il socio, a un certo punto, mi mise davvero in difficoltà chiedendomi se potevo preparare anche dei pavoni possibilmente ripieni e cotti al forno. Feci immediatamente un’indagine tra i miei fornitori di fiducia, per non deludere le sue aspettative, ma nonostante l’impegno nessuno fu in grado di trovarmi i pavoni. Il pranzo fu quindi realizzato con tutto il menù preparato e concordato insieme e la mia libera realizzazione. A fine pasto il socio mi chiamò per farmi i complimenti, ma sottolineò la mancanza dei pavoni e il fatto che era rimasto davvero male perché non ero stato in grado di procurarglieli!

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di Michele Caracino

Mai senza pavoni! Un pranzo luculliano, alla maniera dei Gonzaga, perfetto in ogni dettaglio. O quasi. Una richiesta decisamente inusuale infatti rischia di mandare tutto all’aria

Prima di far sedere a tavola gli ospiti, venivano riempite le scodelle con il brodo e i commensali lo bevevano in piedi e senza guardare poiché, con l’aggiunta di vino, il brodo non aveva un colore così invitante!


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BERKEL un simbolo di eccellenza, di passione per la tavola, per il bello, il buono, il meglio. Un oggetto di culto non pi첫 riservato solo ai negozianti ma, finalmente, disponibile per essere usato anche nelle cucine di casa nostra.

affettare, arredare, stupire www.theberkelworld.com


bon ton

di Alberto Presutti www.albertopresutti.it

Simpatie e antipatie, ma sempre con stile Nella vita quotidiana è facile che fattori di attrazione e antipatia giochino un ruolo predominante nelle relazioni interpersonali

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Spesso simpatie e antipatie nascono, come si suol dire, “a pelle”, ma è l’antipatia a coinvolgerci emotivamente e, a volte, istantaneamente, portandoci a tenere atteggiamenti non educati. Chi non ha un “nemico” per causa di carriera, di competizione sociale, o semplicemente per screzio passionale come l’ex coniuge con cui non si è mai trovato un equilibrio e un accordo pacificatori? Quale comportamento ci consiglia il Bon Ton nei riguardi di queste persone che non riusciamo a sopportare? Se in un’occasione pubblica o conviviale il nostro malumore tracima, causa un’antipatia, non evitiamo un saluto di circostanza, che è d’obbligo per educazione, e non raccogliamo qualsivoglia altrui provocazione. Durante una cena o nel corso di una festa, non potremo mai permetterci di avvelenare la gioiosa atmosfera generale dando in escandescenze o usando modi di sfida plateali. Secondo il Bon Ton, l’indifferenza, la calma e il buon gusto, devono contraddistinguer-

ci. Ricordiamoci sempre che, se ospiti, ogni sgarbo o scortesia nei confronti di un altro invitato offende, di riflesso, i padroni di casa, per cui con stile e Bon Ton restiamo imperturbabili e con classe superiore, frutto di un’autodisciplina che è bene saper coltivare, non diamo occasione per apparire noi gli sgarbati, privi di buona creanza e di gentilezza! Certo, al termine dell’evento a cui partecipiamo, avviseremo i padroni di casa che il nostro comportamento meno cordiale del solito era dovuto a una presenza per noi ostile cosicché, tacitamente, comunicheremo loro che al prossimo party non gradiremmo essere invitati se vi dovesse partecipare talaltra persona. Assolutamente da non fare, per i principi propri del Bon Ton, precedentemente all’accettazione di un invito, è domandare chi siano gli altri ospiti; piuttosto avviseremo che, non gradendo incontrare Tizio o Caia, preferiremmo non intervenire, scusandocene, poiché non sussistono buoni rapporti con costoro.


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il ristorante

Gourmet con vista Colosseo Compie un anno Aroma, il ristorante all’ultimo piano di Palazzo Manfredi, che ha tutta Roma Imperiale ai suoi piedi. Sapori mediterranei e tradizione romana vengono reinterpretati dall’executive chef Giuseppe di Iorio, per un menù in evoluzione legato alla stagionalità

«È stata l’atmosfera magica della terrazza su cui sorge Aroma, l’elemento decisivo che mi ha spinto a investire la mia esperienza in questa avventura e che mi ispira quotidianamente nelle creazioni culinarie» Giuseppe di Iorio, executive chef 90

di Gilda Ciaruffoli

Seduti sulla terrazza dell’Aroma, in attesa che ci vengano servite le nostre gustose costolette d’agnello con tortino di coratella e scarola con cuore di carciofo alla romana, o le invitanti crocchette di coda alla vaccinara su misticanza dell’agro, lasciamoci inebriare da un panorama che ha dell’incredibile, e dal profumo delle erbette aromatiche che fanno da corolla alla balaustra che ci separa dalla città eterna. Una volta giunte in tavola le ordinazioni, non dovremo stupirci dell’eccellenza di quello che andiamo ad assaggiare: lo staff di cucina infatti, oltre a lavorare solo prodotti dai sapori autentici scelti personalmente dall’executive chef, è ispirato dalla nostra medesima vista sul Colosseo. E mentre nel bicchiere riposa il vino di una delle oltre 300 etichette della cantina dell’Aroma, consigliataci dall’ottimo sommelier Martin Pechev, non potremo non notare l’eleganza degli arredi che ci circondano curati dall’interior designer Mariarenata Fimiani, dallo stile imperiale e dai colori neutri, realizzati a mano nella migliore tradizione italiana. Tra una tovaglia damascata beige e una poltrona foderata di rosa antico, alla soffusa luce delle gocce di cristallo dei lampadari, rilassarci, e godere a pieno del nostro pranzo, sarà inevitabile.

Palazzo Manfredi Via Labicana, 125 00184 Roma Tel. 0677591380 Fax 067005638 www.palazzomanfredi.com


Encomio alla qualità - Identità di un’azienda Parliamo spesso di qualità in vigna e in cantina per ottenere un prodotto speciale e questa è la prerogativa di Terredora, l’azienda vitivinicola di Montefusco. Ho avuto occasione di conoscere l’azienda e una famiglia, quella di Walter Mastroberardino, con i figli, Daniela, Lucio e Paolo, che mi hanno insegnato la filosofia della vigna. Ho chiesto a Paolo Mastroberardino com’é possibile avere una così variegata tipologia di terreni. Sono queste - ci dice le zone più vocate alla coltivazione della vigna; allora impariamo che CampoRe è il terroir coltivato sia

Filetto di maiale ai 4 pepi al Taurasi ingredienti per 4 persone

1,2 kg di filetto di maiale 200 g di burro 3 cucchiai di olio extravergine 50 g di farina 40 g di pepe (4 varietà diverse) 1 bicchierino di brandy 300 cl di Taurasi Preparazione: Tagliare il filetto a fette di circa 2 cm e impanare nella farina; nel frattempo fare sciogliere in padella burro e olio. Rosolare le fette di filetto in padella, irrorare con il brandy e lasciare evaporare per 1 minuto circa. Aggiungere poi i 4 pepi e il Taurasi. Cuocere il tutto per circa 10 minuti su entrambi i lati. Servire su piatto preriscaldato. È consigliabile accompagnare il filetto con patate in padella e i restanti 35 cl di Taurasi. Buon appetito!!!

a Fiano che ad Aglianico. Un altro territorio il Terre di Dora, e poi ancora con Terre degli Angeli, Loggia della Serra e Pioppo del Cappuccino, da cui nascono i crù di Greco di Tufo Docg. In ogni sorso di Greco diTufo trovate la differenza, Loggia della Serra, o Terre degli Angeli. Il Fiano di Avellino del crù CampoRe e quello di Terre di Dora, per non parlare dell’Aglianico, che poi diventa Taurasi con gli anni trascorsi in cantina, e in un sorso sentiremo i profumi di un vino dove le mani sono quelle di uomini cresciuti con l’idea di dare identità ai loro vini.

Terredora di Paolo s.s.a. (Società Semplice Agricola) Via Serra Snc 83030 Montefusco (Av) - Italia Tel.++39.0825.968215 Fax ++39.0825.963022 www.terredora.com info@terredora.com

Bar Matisse Il bar Matisse nasce nel maggio 2001 dall’idea di due amici assicuratori (Cristian e Gaetano) che, animati da uno spiccato spirito di iniziativa e dalla loro voglia di crescere e imparare, sono riusciti a creare dal nulla una nuova realtà ormai affermata nel novarese. Il locale è classificabile all’interno della categoria dei winebar, ed è pertanto sempre alla ricerca di nuove etichette di qualità da offrire alla propria clientela, sempre in cerca di nuovi sapori. I vini vengono accompagnati con piatti tipici sia della cucina novarese che di quella pugliese (nostra zona di origine). Bar Matisse Corso Vercelli, 58 28100 Novara


Ottima, così com’è Lanciata sul mercato a fine luglio 2010, la salsa di pomodorini ciliegini e datterini Alicos ha subito conquistato il palato dei consumatori che ne hanno determinato in brevissimo tempo un notevole successo. Preferita da chi cucina di mestiere e da chi lo fa per passione per il suo gusto dolce e delicato, è già pronta e non necessita di ulteriore cottura, va solo riscaldata

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Condimento pronto da utilizzare sulla pasta, o come base nella preparazione di sughi per carni o altri piatti dove è previsto il pomodoro, la salsa di pomodorini ciliegini e datterini merita certamente un po’ di attenzione. Abbiamo quindi chiesto a Gaetano Palermo, titolare Alicos – azienda di Salemi avviata nel 2005 per dare continuità a una vocazione familiare per le eccellenze locali che si è tradotta già nei primi del ’900 in un’impresa votata al gusto – di raccontarci qualcosa in più su questa delizia. Cosa rende unica la vostra salsa di pomodorini ciliegini datterini? «L’eccellente gusto della salsa pronta è dato dall’utilizzo di pomodori ciliegino al 55% e pomodori datterino 42%, con la sola aggiunta di olio extravergine di oliva, basilico e sale. La salsa viene prodotta solo nel periodo estivo selezionando il pomodoro che deve avere un alto grado zuccherino e un colore rosso vivo. È in particolare il pomodoro datterino a conferire alla salsa una delicatezza e una dolcezza unica».

«I nostri prodotti si trovano nelle gastronomie, nei wine bar, nei ristoranti, nei negozi di prodotti tipici; per scelta non siamo presenti nella grande distribuzione»


Da dove provengono i pomodorini scelti? «La materia prima utilizzata proviene tutta da aziende che si trovano essenzialmente nella Sicilia orientale. Io sono agronomo e mi sono da sempre occupato di qualità delle produzioni seguendo diverse aziende agricole, pianificandone la produzione e la qualità anche dal punto di vista fitosanitario. Infatti, le aziende alle quali ci rivolgiamo seguono dei disciplinari di produzione di lotta controllata». Ci svela un segreto per far sì che la salsa renda al massimo? «Dato che la salsa ha un gusto particolare, dolce e delicato, ed è già condita con olio extravergine e basilico, secondo me si apprezza cosi com’è; per cui in cucina meno la si lavora meglio è, permettendole di mantenere le sue naturali caratteristiche di gusto. Naturali perché, durante la trasformazione, con sistema tradizionale, alla salsa non viene aggiunto nessun additivo o conservante; il pomodoro viene prima cotto in pentoloni, poi si fa sgocciolare, si passa, e la salsa ottenuta si fa cucinare aggiungendo alla fine l’olio e il basilico. Le bottiglie poi si sterilizzano a bagnomaria. Quindi un processo tradizionale e discontinuo che non ha niente a che vedere con quelli industriali meccanizzati. Le racconto cosa mi successo qualche giorno fa: ero da un rivenditore e ho trovato un signore che, quando ha capito che ero il produttore della salsa, ha cominciato quasi ad aggredirmi dicendo: “mi sono rovinato, come devo fare, e questo da quando ho assaggiato la vostra salsa…”. Non riuscivo a capire, e mi ero preoccupato. “E sì, perché il vostro prodotto e così buono e particolare che non riesco più a farne a meno e consumare altra salsa!”, e poi ha continuato a raccontarmi di come la consumava, oltre che con la pasta, preparando la carne a stufato e altre pietanze, riscuotendo anche notevoli apprezzamenti e complimenti quando invitava a cena gli amici». Lo stesso olio accomuna tutta la vostra produzione: ci racconti qualcosa in più di questo prodotto così importante per voi… «Il nostro olio extravergine di oliva Halycos è ottenuto principalmente da piante di Cerasula impiantate nel 1929. Il nome è legato a quello del fiume Grande che scorre presso gli uliveti, un tempo chiamato Halycus e considerato frontiera tra Segesta e Selinunte. È stato proprio questo


olio a introdurmi nel mondo della produzione di eccellenza legata alla mia terra, e alle mie origini familiari, visto che a produrlo era già mio nonno».

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Oltre a essere molto buona la salsa ha anche una bottiglia molto bella. Da cosa nasce questa attenzione, oltre che alla sostanza, alla forma? «La bottiglietta usata per la salsa è quella classica che si è sempre usata in ambito familiare e che usava la nonna quando preparava la salsa per l’inverno. Nella cucina povera si cercava sempre di riciclare quello che era disponibile e che non si doveva comprare, e queste bottiglie erano, ad esempio, quelle usate per la birra. Quindi si è cercato di mantenere la tradizione, vestendola però con un tocco di modernità. L’etichetta è stata creata da uno studio grafico formato da giovani ragazzi che hanno lavorato

con quel grande maestro della comunicazione che è Oliviero Toscani».

Come nonna comanda

Come azienda siete molto presenti alle fiere di settore. Quali sono i prossimi appuntamenti ai quali vi potremo incontrare? «Le fiere a cui solitamente partecipiamo durante l’anno sono: Sapore a Rimini, Sol o Agrifood a Verona, Cibus a Parma, il Salone del gusto a Torino. Proprio in questi giorni invece siamo a Tuttofood a Milano, e, quest’anno, siamo anche a Slow Fish a Genova. Probabilmente a ottobre saremo all’Anuga di Colonia».

Sono tagliati a spicchi, conditi a crudo con olio extravergine, aglio e menta, i carciofini di Nonna Peppa, una tra le tante ricette tutelate e portate a nuova vita da Gaetano Palermo e dalla sua azienda. Un legame a doppio filo quello di Alicos con le tradizioni del territorio di Salemi, caratterizzante la filosofia aziendale, alla quale abbiamo chiesto al titolare di introdurci… «La ricerca continua di nuove ricette non scritte, ma tramandate da madre in figlio, per scoprire nuovi gusti, (vedi i carciofini di Nonna Peppa, la Caponata di mele… e altri in fase di verifica di conservabilità), la selezione accurata delle materie prime, la presentazione e l’attenzione al design, hanno fino a ora determinato il successo dei prodotti della nostra azienda. Per il futuro l’attenzione sarà sempre di più rivolta al consumatore, per capirne le esigenze, i nuovi bisogni, e quindi soddisfarlo sposando storia e tradizione, territorio, tipicità, tracciabilità, qualità, design e puntando al nuovo marketing dei beni immateriali». Quali sono le novità in vista nella vostra produzione? «Alicos ha recentemente lanciato sul mercato Selection, una nuova linea di alta qualità nata da una lunga ricerca nelle tradizioni siciliane. Con Selection, prodotta esclusivamente con alimenti naturali e figli di una tradizione secolare a base di sapori veri, Alicos mira a valorizzare ancor di più le eccellenze del nostro territorio certa di far scoprire gli antichi sapori siciliani… fatti come nonna comanda! Tanti sono i sapori quanti i colori nei nuovi attraenti barattoli, dove la tradizione si sposa con la modernità, tutti rigorosamente sott’olio extra vergine d’oliva di casa Alicos. Entro un anno nascerà la linea Bio, possibilmente certificata, come potrebbe esserlo anche la Gluten Free, ma è ancora presto per parlare di questo».

Dove è possibile assaggiare e acquistare i vostri prodotti? «I nostri prodotti si trovano nelle gastronomie, negli wine bar, nei ristoranti, nei negozi di prodotti tipici; per scelta aziendale non siamo presenti nella grande distribuzione».

Alicos Via M. Cremona, 21 - Salemi (Tp) Tel. 0924983348 - www.alicos.it



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Soggiorno in villa con degustazione Per rivivere atmosfere perdute nel tempo e riassaporarne i piaceri, un agriturismo, nel cuore di un’azienda vitivinicola immersa nel verde e tra i vitigni tipici della marca trevigiana, è pronto ad accogliervi di Gilda Ciaruffoli


«Il Raboso è la mia passione» dichiara con orgoglio Giuseppe Vizzotto, proprietario di Villa Almè, realtà fondata nel 1995 le cui radici però affondano nella storia, in una terra fertile che da secoli dà vita al rosso nettare che riempie i calici veneti. Vino, il Raboso appunto, che è bello degustare in inverno, di fronte al camino che troneggia in uno dei saloni dell’agriturismo Villa Almè, ma è ancor più suggestivo sorseggiare al primaverile sole di maggio, immersi nel verde del magnifico giardino che la struttura mette a disposizione dei propri ospiti e da cui è possibile ammirare la campagna veneta. Sei le ampie stanze, alle quali va aggiunta una suite, dove è possibile passare la notte. Villa Almè su richiesta, mette inoltre a disposizione la sala interna, la cantina, il porticato e il giardino per avvenimenti privati o aziendali, degustazioni, cene, banchetti, convegni che diventano così teatro di eventi e servizi di alto livello. Cullati dal silenzio delle colline venete, la sosta presso l’agriturismo è quasi d’obbligo se quella di cui volete godere è

Il vino della nostalgia

Villa Almè ha un’attrezzata cantina dotata della più avanzata tecnologia. La produzione avviene su vigneti completamente rinnovati e presta grande attenzione alla tecnica colturale che non perde di vista i principi organizzativi che garantiscono una continuità nella qualità del prodotto. Il tutto per un vino, il Raboso, considerato dai veneti il nettare della memoria. Lo scrittore Mauro Corona ne ha tessuto le lodi nel suo libro Aspro e dolce, nel quale racconta: «Ho bevuto di tutto, dal Brunello di Montalcino al migliore Cabernet, dal Tocai al Barolo, dal Merlòt all’umile Clinton oggi quasi introvabile, e via di questo passo. […] Ma il mio vino, il vino della memoria, della nostalgia, quello che, come il suo colore, rimarrà indelebile nel ricordo è […]: il sanguigno, robusto, schietto Raboso», che definisce ancora: «Vino duro, denso, quasi oleoso, scuro, vino di ciòche, ma onesto, semplice, un vero amico.


In queste pagine alcuni scorci delle eleganti sale dell’agriturismo: una residenza dallo stile sobrio e dai richiami settecenteschi. Sei le stanze, oltre a una preziosa suite, per un soggiorno da favola

Itinerari trevigiani

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Villa Almè è un ottimo punto di partenza per visitare luoghi di alto interesse culturale e artistico. Oltre all’inevitabile Venezia, vale infatti la pena fare tappa a Treviso, gioiello architettonico che vanta un patrimonio monumentale di grande valore, Castelfranco Veneto, città natale di Giorgione chiusa tra le sue mura, e Asolo. Senza dimenticare i tanti borghi medioevali e le campagne circostati.

Villa Almè Via Rigole, 9 31040 Basalghelle di Mansuè (Tv). Tel. 0422755173 www.villaalme.it

Baciati dal sole di maggio, regalatevi il tempo di sorseggiare un calice di Raboso nel verde del giardino di Villa Almè

un’atmosfera inusuale, che era tipica delle case delle famiglie veneziane d’altri tempi, con richiami al tardo barocco del ’700, immersa in un susseguirsi di boschi e di vigneti. Sì, perché quella che si estende tra il Piave e il Livenza è una terra votata alla coltura della vite e alla produzione vinicola; vocazione portata avanti dall’azienda vitivinicola di Giuseppe Vizzotto grazie alla produzione, alla vinificazione e alla maturazione in barriques di vini a bacca rossa proprio come il tipico Raboso Piave dal carattere deciso, che sta ritrovando molti appassionati e grande successo. Due i fiori all’occhiello dell’azienda, l’Etichetta Nera 2004 e il Petalo Rosa: il primo - dal gusto che ricorda la frutta rossa, la marasca soprattutto - proviene dal vitigno Raboso Piave in purezza ed è vinificato con la classica macerazione; una parte di questo vino però deriva da uve appassite, che ne aumentano struttura e complessità. Maturato per quasi tre anni in vari legni, viene imbottigliato dopo un accurato affinamento. È dotato di buona alcolicità (13°,9), con un leggero residuo zuccherino (3,2g/l), e un’acidità totale abbastanza nervosa (7,68g/l) soprattutto per il PH (3,22). Nello stesso tempo si nota una buona complessità strutturale, con estratto netto di 32g/l e una solforosa totale alquanto bassa, 83 mg/l, che rispetta al massimo la genuinità del prodotto. Il Petalo Rosa invece è un incrocio che porta con sé le caratteristiche dei suoi genitori e cioè il Raboso Piave e il Moscato d’Amburgo. Con una particolare vinificazione in rosato e un’attenta fermentazione a bassa temperatura, si possono estrarre dei profumi molto delicati e coinvolgenti di leggero moscato e frutta rossa. La sua acidità ne esalta la sua freschezza e la sua persistenza soprattutto con la spumantizzazione, metodo charmat, in cui le bollicine si fondono in un’armonica sensazione vellutata.



Il gusto del mare

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Si è tenuta presso l’hotel Tre Torri di Agrigento la premiazione del concorso gastronomico organizzato per scoprire la costa siciliana e non dimenticarci delle sue infinite risorse Un video-filmato che documenta lo stato dei fondali marini delle coste di Sicilia, accompagnato da una relazione che ne illustra le condizioni delle aree marine e delle specie ittiche presenti, ha rappresentato la prima fase del progetto di promozione territoriale dall’evocativo nome Il Gusto del Mare. Nella seconda fase, invece, gli studenti degli istituti alberghieri del territorio siciliano sono stati invitati a partecipare a un concorso gastronomico, con la preparazione di un piatto e quindi di una ricetta a tema “Piatto unico della costa che ti appartiene tra tradizione e innovazione”, attraverso l’utilizzo di un ingrediente principe: il pesce azzurro delle coste siciliane. Il concorso è stato promosso dal Ced Info system Sas nella persona del Dottor Franco Roberto Celano in qualità di amministratore e organizzatore del Progetto finanziato dall’assessorato Regionale delle risorse agricole e alimentari – Dipartimento regionale degli interventi per la pesca finalizzato al sostegno del settore ittico e la promozione dei consumi (codice progetto P09/5/522). Ced Info System Via Pertini, 75 - Canicattì (Ag) Tel. 0922735220 - cedinfosystem@libero.it


Ricette vincenti

La giuria tecnica Illustri nomi del settore sono stati chiamati a comporre la giuria tecnica del concorso. Tra loro la Dottoressa Patrizia Vinci, Dirigente del Dipartimento Regionale interventi per la pesca Servizio1 Programmazione; il Dottor Giovanni Giardina, Vice presidente Nazionale Onav; il Cavalier Mario Consentino Consigliere Federazione Nazionale Cuochi; il Dottor Massimo Brucato Giornalista Gastronomico; lo Chef Pino Cuttaia Ristorante La Madia; il Dottor Marcello Guarnaccia archeologo subacqueo.

Nella pagina precedente: in apertura i concorrenti del concorso in gran parata; sotto la premiazione e un ritratto del Dottor Franco Roberto Celano. In questa pagina: in alto, i membri della giuria; qui sotto la Dottoressa Patrizia Vinci. A destra i piatti premiati

È andato a Letteria Liliana Morace, dell’istituto alberghiero Falcone di Giarre il primo premio del concorso Il Gusto del Mare. La giovane promessa della cucina si è imposta sugli altri concorrenti con un nido di spaghetti rummo al canestrato palermitano su salsa di masculini, angiova salata, finocchiu rizzu e muddica turrata. Secondo classificato sul podio Angelo Genna, dell’istituto alberghiero Florio di Erice con la ricetta: torretta di spada stratificata agli ortaggi e tartar di gambero rosso di ponente su zoccolo di Vastedda nera di Castelvetrano al cuore tenero di mozzarella ragusana. Terzo classificato Antonino Trevigne dell’istituto alberghiero Sturzo di Gela che ha presentato un sandwich di sarde, con piccole farciture di pane aromatizzato su un nido di cicoria selvatica.



InViaggio 104

La montagna incantata Il viaggio nei miti e nei sapori dell’estrema punta ovest della Sicilia

da pag. 108 Rubriche

• Turismo religioso • Lezioni di ospitalità • Week-end nel verde

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inviaggio

La montagna incantata di Francesco Condoluci

Il viaggio nei miti e nei sapori dell’estrema punta Ovest della Sicilia, è lungo. Da Erice a Trapani, sulla strada verso Marsala, alla scoperta di un’isola del tesoro che riserva sorprese al di là di ogni immaginazione


La cabina della funivia sale lenta. Alle tue spalle, il profilo delle Egadi è ormai lontano. E le saline già non si vedono più, confuse come sono nel riverbero del tramonto che ammanta di rosso l’abitato di Trapani: un triangolo perfetto di case agglomerate, con la cuspide affondata nel mare e la base che digrada verso l’altura, perdendosi nel declivio arso dal sole che si staglia a poche decine di metri sotto i tuoi piedi. Eh sì, nella bella stagione, quella del vespro è l’ora migliore per salire su a Erice, O Munti, come dicono da queste parti. La proverbiale afa sicula delle ore diurne è passata. Su in alto, anzi, è già frescura. E prima che scenda la sera, ci sono ore di luce bastanti per godersi “la montagna incantata”. Che sta lì, giusto davanti ai tuoi occhi, appena oltre le mura ciclopiche che la custodiscono da quasi 30 secoli. È tempo di saltar giù dalla funivia e immergersi dunque nell’atmosfera magica, quasi irreale, di questo borgo millenario incastonato in mezzo alle nubi, sulla sommità del Monte San Giuliano che domina il mare tanto amato dai Fenici. È qui che posa Erice, la città di Venere, passata alla storia per quel tempio in onore alla dea dell’amore voluto dagli Èlimi, suoi fondatori, per praticarvi la prostituzione sacra. Di quel santuario che tanta fama sacrilega diede alla Venus Erycina non v’è più traccia: ma sulle sue rovine, nel punto più alto del borgo, ancora oggi, si erge il Castello di Venere di fattura normanna. Lo vedi emergere tra le nebbie che anche d’estate avvolgono la città, dopo aver risalito le stradine selciate di pietra che conducono al suo cuore medievale, tra piccole piazze, case basse, patii fioriti e botteghe di tappeti e ceramiche.

Sapori ericini Se l’occhio non può non rimanere estasiato dall’antico Duomo, dai suggestivi Giardini del Balio o dalle decine di piccole chiese disseminate per tutto il centro urbano, il naso invece segue altri percorsi, quelli suggeriti dagli effluvi dolciastri che si spargono copiosi da-

Lungo la via del sale

Quella del vespro è l’ora migliore per salire a Erice, borgo millenario, incastonato tra le nubi, sulla sommità del Monte San Giuliano In alto, l’oro bianco trapanese regala scenari suggestivi lungo la strada da Erice a Marsala. In basso una tipica stradina nel cuore di Erice, l’antica città di Venere

Lasciando Erice, scendendo da Monte San Giuliano e incamminandosi sulla via del sale che da Trapani conduce fino a Marsala, si percorre un sentiero intercalato da bianche montagne di sale (che qui un tempo era chiamato oro bianco), pescatori di corallo e antichi mulini a vento, dove il mare, dicono, «si confonde con la terra». E in cui le tante stratificazioni culturali hanno lasciato segni indelebili nel paesaggio, nei costumi e, inevitabilmente, anche nella gastronomia. Così, succede che nel centro di Trapani, mentre ammiri il dedalo di stradine di richiamo arabeggiante e piene di gastronomie in cui si trovano raffinate delicatessen al sapore di bottarga di tonno, puoi immaginare di essere proprio in Tunisia. Basta seguire il profumo speziato degli aromi della cucina locale e infilarti dentro una delle couscouserie take away sparpagliate in via Torrearsa, a due passi dallo storico mercato del pesce. Qui, il couscous abbivirato dalla zuppa di pesce – piatto forte della cucina trapanese – lo puoi portar via e mangiarlo mentre prosegui il tuo tour, oppure degustarlo in piedi, su dei tavolini all’aperto, innaffiandolo con un quartino di vino bianco locale. La notte, a questo punto, può chiudersi con una romantica passeggiata al chiaro di luna verso il porto fino al Castello della Colombaia che guarda in faccia le pescose isole di Levanzo e Favignana. All’indomani però, ti attende necessariamente un altro pezzo di strada, quello per arrivare fino a Marsala, l’antica Lilybeo, intrisa di storia e di vino. Dove in mezzo alle vestigia dei Fenici e a cimeli garibaldini, e attraversando la Laguna dello Stagnone con Mothia e le altre piccole isole che fanno parte della Riserva Naturale, non smetterai di sorprenderti nel soddisfare il palato con la sublime dolcezza dello storico vino liquoroso – la più antica Doc italiana – che fu capace di affascinare anche Cavour, Mazzini e Garibaldi.

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inviaggio

L’atmosfera di Erice è unica, ma non è necessario abbandonarne la magia una volta tornati a casa. Tante infatti le botteghe nelle quali acquistare tipicità artigianali e squisitezze gastronomiche

gli usci di queste botteghe. Passando da Piazzetta San Domenico, è l’olfatto che ti spinge dritto dentro la pasticceria di Maria Grammatico, un nome che è praticamente leggenda. Dell’arte pasticciera di questa deliziosa signora si sono occupati infatti trasmissioni televisive come il Maurizio Costanzo Show e la sua storia è finita persino dentro un libro pubblicato in America, Bitter Almonds di Mary Taylor Simeti. «Vengo da una famiglia numerosa – racconta la signora Grammatico – negli anni ’50, appena 11enne, sono entrata in un convento di monache di clausura che per sopravvivere, nel Dopoguerra, produceva e vendeva dolci e biscotti preparati secondo antiche ricette». Dalle monache, Maria ha carpito i segreti della nobile arte pasticciera e, una volta lasciato l’istituto, ha messo a frutto quanto appreso. Oggi, dopo anni di sacrifici, la sua pasticceria è diventata, in tutto il mondo, un cult della tradizione dei dolci tipici ericini, tappa obbligata per i turisti in visita a Erice. Dai classici dolci di mandorle ai frutti di marturana (marzapane) fino ai “cuori di pasta reale”, i prodotti della signora Maria, interamente rifiniti a mano, sono vere opere d’arte. E prima di lasciarvi alle spalle la città di Venere, state certi che non potrete resistere a estasiarvi il palato affondando i denti nelle profumatissime e calde “genovesi”, paste ripiene di crema gialla.

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Scelti per voi dove dormire Hotel Baia dei Mulini Lungomare Dante Alighieri - Erice Mare (Tp) Tel. 0923584111/562400 www.baiadeimulini.it Un tempo era una salina: oggi sono rimasti il mulino, la casa salinaia e la residenza dei lavoratori, ristrutturata per accogliere 94 camere (10 suite) dotate di tutti i comfort. Adagiato sulla spiaggia, l’hotel dispone di piscine, campi da tennis e minigolf. Prezzo doppia: 93-139 euro. Tenute Plaia Contrada Scopello, 3 Castellammare del Golfo (Tp) Tel. 0924541476 www.plaiavini.it Caratteristico baglio trapanese, con i diversi ambienti che si affacciano su un’ampia corte centrale. Dieci camere in un contesto elegante ma rispettoso della tradizione, con vista mare dalle terrazze. La cucina offre piatti tipici preparati con prodotti dell’azienda e acquistabili nella bottega annessa. Prezzo doppia: 55-60 euro a persona. Baglio Cudia C.da Spagnola, 381 - Marsala (Tp) Tel/Fax 0923745460 www.bagliocudia.it A 5 chilometri dal centro storico di Marsala, il Baglio Cudia, ex baglio Barone Artale, mantiene intatto il fascino dei tempi lontani. A pochi passi si trova la laguna dello Stagnone che permette di raggiungere l’imbarcadero del sito archeologico di Mothia. Le camere, finemente arredate, ricalcano lo stile tradizionale dei Bagliotti Siciliani dell’800. Doppia da 120 euro in alta stagione.

dove mangiare Ristorante la Pentolaccia Via G.F. Guarnotti, 17 - Erice (Tp) Tel. 0923869099 Atmosfere antiche e sapori legati alla tradizione all’interno di un monastero nel cuore di Erice. Imperdibile l’antipasto rustico con acciughe,

pomodori secchi e salame, la zuppa di cozze, la caponata di melanzane o i busiati a base di melanzane, aglio, pinoli e ricotta salata. Menù da 20-25 euro, vini esclusi. Trattoria Cantina Siciliana Via Giudecca, 36 Trapani Tel. 092328673 Fondato nel 1958 come una taverna, nei vicoli del quartiere ebraico a due passi dal Porto, il locale è arredato in modo tradizionale, con antichi lumi a olio, ferri da stiro, macina caffè, travi con pietra a vista, ruote e sponde di colorati carretti siciliani. Cucina mediterranea a base di ghiottonerie come bruschette con bottarga e uova di tonno, cous cous ai calamari fritti e busiate con spada e melanzane. Menù da 25-30 euro, bevande escluse. Couscouseria by Bettina Via Torrearsa, 110 Trapani Tel. 0923360053 Gastronomia tipica con servizio a domicilio e take away, a due passi dallo storico mercato del pesce. Couscous con zuppa di pesce e altre specialità della cucina trapanese da mangiare in piedi, appoggiati sui tavolini all’aperto nella centralissima via Torrearsa, cuore pulsante dello “struscio” trapanese. Prezzi attorno ai 15-20 euro a pasto completo.

dove comprare Tenute Adragna Azienda Vitivinicola Corso Vittorio Emanuele, 71 - Trapani Tel. 0923540922 La Botteguccia di Davide Catalano Prodotti tipici/enoteca Corso Vittorio Emanuele, 52 - Trapani Tel. 0923563482 Maria Grammatico Antica Pasticceria del Convento Via Vittorio Emanuele, 14 - Erice (Tp) Tel. 0923869390



di Roberto Lavarini

il turismo religioso

Sociologo dell’ambiente e del territorio

A sinistra, la basilica di Saint Martin, una delle più gandi d’occidente, fu distrutta durante la Rivoluzione Francese. Nel 1885 iniziò la costruzione della nuova basilica, in stile neobizantino. Qui sotto, la tomba di San Martino

Tours, meta dimenticata La città che accoglie la tomba di San Martino è stata uno dei grandi centri di pellegrinaggio del passato. Oggi viene vissuta come una tappa di poca rilevanza dai viaggiatori che si recano a Lourdes. Ma il suo valore turistico va rivalutato Chi è interessato alla scoperta dei luoghi della fede oggi ha un’ampia offerta, ma non era così nei tempi passati quando milioni di pellegrini cercavano di raggiungere solo i grandi santuari, alcuni dei quali, per un certo periodo, sono stati più frequentati di Roma o della Terrasanta. Molti sanno dell’importanza che ha avuto nel tempo Santiago di Compostela, ma non tutti conoscono quella di Tours. Nota ai più è la vicenda del santo che taglia il suo mantello per darne la metà a un povero infreddolito e seminudo. Ma questa storia, spesso, non viene contestualizzata o immaginata in un luogo preciso che, invece, è diventato il più popolare santuario francese prima di Lourdes. Martino, soldato romano, dopo alterne e contraddittorie vicende che lo vedono passare tra le fila degli eretici e degli antagonisti al cattolicesimo, si converte e diventa vescovo di Tours nel 371. Muore nel 397 e la sua tomba è subito meta di grandi pellegrinaggi; è interessante vedere come la sua fama si sia diffusa ben oltre i confini nazionali francesi: i vescovi suoi successori e alcuni poeti ne hanno tramandato la vita, con i molti miracoli che gli venivano attribuiti e che spesso erano connessi alla lotta contro l’arianesimo e le eresie in generale. Ancor più interessante è che sulla tomba di San Martino il re Clodoveo riceve la corona dall’imperatore d’Oriente, dopo la vittoria sui Visigoti. Mentre nell’800 vi arriva Carlo Magno con tutta la 108

sua famiglia e, Carlo il Calvo, dall’843 all’851, partecipa a molte celebrazioni natalizie che lì si svolgevano. Quello di Tours diventa in breve il santuario nazionale dei francesi, così come Colonia, con il santuario dei Re Magi, è il simbolo della religiosità tedesca. Oggi Tours è punto di partenza per numerosi percorsi turistici che si sviluppano nella valle della Loira; è anche nota per la corsa ciclistica Parigi-Tours che attira migliaia di appassionati. Non lo è più per il turismo religioso. Classica tappa per chi proviene dai paesi del nord ed è diretto a Lourdes o a Santiago, o per i tedeschi e gli olandesi che d’estate, con mezzi propri, vanno al mare in Spagna, non è comunque reputata una destinazione importante, anzi è poco apprezzata. I grandi tour operator inglesi e americani non la inseriscono nemmeno come tappa. Sono Lourdes, Parigi, Lisieux, Nevers, Ars, La Salette, Paray le Monial, Chartres, il Monte San Michele, i luoghi più importanti da visitare in un tour tutto francese dedicato al turismo religioso. Nemmeno gli hotel della zona che si promuovono in internet, e sono numerosi, fanno mai cenno a San Martino. È come se i residenti stessi volessero mettere in ombra il passato religioso della zona. Eppure, Tours non lo merita. È una bellissima città e la sua storia, i significati che le sono stati attribuiti nei secoli, la bellezza dei dintorni e la venerabilità di San Martino, sicuramente faranno sì che risorga.

L’estate di San Martino

Secondo una diffusa variante della storia del mantello, si racconta che lungo la strada Martino ne regalò anche l’altra metà a un secondo mendicante. Faceva molto freddo e lui, rimasto senza niente per coprirsi, rischiava il congelamento. Ma ecco che le nuvole scure vennero spazzate via e il sole iniziò a splendere così intensamente da sciogliere il ghiaccio. Erano i primi di novembre: la famosa estate di San Martino. In Italia questo periodo viene ricordato attraverso svariate feste tradizionali legate al culto del santo. Nel veneziano, l’11 novembre è usanza preparare il dolce di San Martino, un biscotto a forma di cavaliere, decorato con confetti e caramelle; mentre nel Salento quella data è simbolicamente associata alla maturazione del vino nuovo – da qui il proverbio “A San Martino ogni mosto diventa vino” – ed è un’occasione per festeggiare brindando.


Tra storia e filari Segreti, tradizioni e attrezzi dell’antica arte vitivinicola altoatesina: Il Museo provinciale del vino a Caldaro offre molto di più che un buon bicchiere

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Nel cuore di Caldaro, un paese dalla spiccata vocazione vinicola, si trova un piccolo ma piacevole museo, che offre al visitatore uno sguardo sulle antiche tradizioni vinicole dell’Alto Adige. Il museo è situato fra gli ambienti della storica cantina Di Pauli, un tempo cantina a decima e residenza della magistratura del territorio di Kaltern/Laimburg. La mostra permanente approfondisce i temi principali del lavoro nella vigna, della produzione e della conservazione del vino, degli antichi arnesi contadini, del vetro e della ceramica, del vino e della religione. Il vigneto del museo inoltre offre un percorso lungo i secolari sistemi di pergolato sui quali vengono coltivate antiche varietà di vite come il ben conosciuto Lagrein, e rare sorti tra cui il Blatterle, il Weissterlaner, il Furner, il Roter Hörtling e il Bozner Seidentraube. Si tratta in gran parte di varietà autoctone che oggi non vengono più coltivate o solo raramente. Visitando il museo in autunno, è possibile assaggiare le uve cogliendone i frutti direttamente dalla pianta.

Museo provinciale del vino Via dell’Oro, 1 39052 Caldaro sulla Strada del Vino (Bz) Tel./Fax 0471963168 museo-del-vino@museiprovinciali.it www.museo-del-vino.it

Il Museo provinciale del vino nacque come primo museo del suo genere a sud delle Alpi. Fu costituito nel 1955 e fino al 1986 aveva sede a Castel Ringberg sopra il Lago di Caldaro. Nel 1986 il museo è stato trasferito in centro a Caldaro, dove è attualmente possibile visitarlo e approfondirne i temi con interessanti degustazioni


lezioni di ospitalità

di Roberto Lavarini Sociologo dell’ambiente e del territorio

Più responsabili, più sostenibili Il turista si evolve. È sempre più preparato, consapevole e le sue scelte di viaggio e ospitalità sono di frequente conseguenza delle molte informazioni che gli vengono offerte dai mass media

Il turista, nel processo di acquisto di un viaggio, attribuisce valore agli elementi che mirano a preservare l’ambiente, a ridurre gli sprechi, a non inquinare. Termini come sostenibilità o impatto ambientale sono entrati nel suo linguaggio, oltre che trovarsi spesso nelle comunicazioni aziendali. Gli hotel lo hanno capito, specie le grandi strutture, e in questi ultimi anni molto è stato fatto per ottenere certificazioni e riconoscimenti internazionali che vengono messi nella giusta evidenza anche nella comunicazione alberghiera. Tutto ciò vale in generale, ossia per turisti e per alberghi che non siano necessariamente italiani. Al di là dei numerosi

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Solo buoni propositi? Una recente inchiesta di Altroconsumo ha confrontato 10 grandi gruppi che rappresentano 64 catene d’albergo – Accor, Barcelo, Carlson Worldwide, Hilton, Iberostar, Intercontinental, Marriott, Riu, Sol Melia, Starwood – sui temi della responsabilità e della sostenibilità. Le politiche aziendali sono molto diverse e non sempre trasparenti o accessibili. Comunque, sembra che in molti casi i buoni propositi si siano tradotti in azioni concrete, anche se tutti riconoscono che molto resta ancora da fare specie quando la scelta aziendale produce un (apparente e immediato) svantaggio economico.

casi particolari di singoli hotel che hanno seguito percorsi autonomi, sembra significativo descrivere le scelte fatte dalle grandi catene d’albergo. In questo breve articolo presentiamo solamente gli ambiti in cui si è agito per essere considerati responsabili e per incrementare la sostenibilità sia ambientale sia sociale. Innanzitutto l’adozione volontaria delle più importanti linee guida internazionali che prevedono di dedicare risorse umane alla responsabilità sociale, formare adeguatamente i propri lavoratori, cercare di ottenere le certificazioni ufficiali. Un altro ambito è l’attivazione di programmi orientati a sensibilizzare i clienti alla responsabilità personale ma anche di prevedere le loro particolari esigenze in fatto di alimentazione, mobilità, salute, religione e così via. Inoltre, vengono valutate le scelte fatte riguardo la dignità del lavoratore. Nel settore alberghiero è ancora molto elevata la stagionalità che spesso porta a discriminare chi è provvisorio rispetto a chi ha un rapporto stabile con il datore di lavoro. Ci sono poi altri due ambiti molto delicati che riguardano le relazioni con il territorio. Consumo e spreco sono spesso associati; basti pensare al consumo d’acqua. Un europeo, a casa propria, consuma mediamente ogni giorno circa 150 litri d’acqua. Quella stessa persona, quando è in vacanza, arriva a consumarne quasi mille contando piscine, saune e molte docce quotidiane. Educare il proprio cliente non vuol dire porre un limite ai servizi offerti ma piuttosto insegnargli un consumo consapevole. L’ultimo ambito, meno evidente, è il rapporto fra l’impresa alberghiera e il territorio. Ossia riguarda l’utilizzo di prodotti locali promuovendone la produzione, oppure il modo di ridurre l’impatto ambientale con un attento smaltimento dei rifiuti; e ancora, offrire opportunità di lavoro ai locali che non siano esclusivamente di base, e attivare programmi di formazione e di incentivazione rivolti ai residenti. Va rispettata la cultura e la tradizione locale. Il territorio non va impoverito delle sue risorse senza prevedere un modo a breve termine per il loro recupero e per l’incentivazione. Si comincia a comprendere che il turismo non è semplicemente un fattore inquinante ma può essere un promotore della cultura e della qualità di vita dei propri clienti e soprattutto dei residenti. Gli alberghi, che sono un’importante e stabile realtà per qualunque territorio, possono fare molto per migliorare la qualità del turismo e la responsabilità del turista. E forse sarà merito loro se i posteri non esprimeranno sentenze soltanto negative sulla nostra epoca.


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week-end nel verde

di Francesca Frediani

Se hai il giusto swing sei a Palazzo Arzaga Un immenso parco naturale, un nove buche Inland Links e un diciotto buche da campionato. Giocare a golf non è mai stato così facile. Tutto questo nella splendida cornice di Calvagese della Riviera, Brescia A raccontarlo sembra semplice: un giocatore, un bastone, una pallina che deve entrare all’interno di una buca scavata nel terreno. Ma quando ti ci metti davvero scopri che per riuscire nell’intento ci vuole tecnica, allenamento e tanta passione. Per iniziare a giocare a golf o affinare la propria tecnica, Palazzo Arzaga, a un passo dalla sponda bresciana del Lago di Garda, propone un weekend all’insegna dello swing. Sì, perché nel golf ogni movimento del corpo rispetto al bastone o alla pallina, ha il suo nome. E così impugnare il bastone è il grip, la posizione che si assume rispetto alla pallina viene chiamata address, mentre il movimento del corpo per far partire la palla è lo swing. Se sei un principiante, i primi colpi di approccio al green (il campo) si chiamano pitch shot e chip shot. In soli due giorni è possibile cominciare a capire le regole del gioco impostando i movimenti in modo corretto, divertendosi; tutto quello che occorre è concentrazione e impegno, poi il successo arriverà da sé. Sarà compito degli insegnanti professionisti della Golf Shool Zappa prendersi cura di voi aiutandovi ad affinare le tecniche per rendere il movimento più fluido e naturale. Si parte da un punto prestabilito (detto tee) e si segue il percorso del campo (generalmente composto da 9 o 18 buche di varie lunghezze) cercando di far

entrare la pallina nelle buche in meno colpi possibili. Terminata tutta la parte teorica e pratica, si potranno mettere alla prova le proprie abilità in una “garetta di putting green”. Nell’ambito dilettantistico, per consentire a giocatori meno dotati di poter competere il più possibile ad armi pari con giocatori più bravi, viene utilizzato un sistema “a vantaggio”, comunemente chiamato “a handicap”. In sostanza, più un giocatore è bravo, meno colpi gli sono concessi per chiudere ogni buca. Il massimo di colpi in più a buca in Italia è due, quindi in un giro convenzionale di 18 buche si possono avere al più 36 colpi di vantaggio. L’handicap di un giocatore è calcolato in base ai risultati ottenuti nelle gare a cui ha precedentemente partecipato. A ogni gara, a seconda del risultato del giocatore, viene modificato questo valore in maniera che se ha compiuto meno colpi rispetto a quelli assegnati l’handicap diminuisce, mentre nel caso contrario rimane uguale o aumenta. Le variazioni del proprio handicap sono quindi un metodo per misurare la progressione tecnica che si sta compiendo. Utilizzando questo sistema non è così improbabile, anche se accade di rado, che un giocatore più allenato possa essere battuto da un giocatore inesperto. E quindi, non è mai troppo tardi per cominciare!

Per informazioni Tel. 0306806180 - reservation@palazzoarzaga.com - www.palazzoarzaga.com 112


La nuova proposta a favore della Sostenibilità

E’ vietata la copia, la riproduzione anche parziale del presente documento. - © Diversey S.p.A. – Tutti i diritti riservati.

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Diversey S.p.A. - Via Milano 150 - 20093 Cologno Monzese (MI) - Tel. 0039 02 25801 - Fax 0039 02 2566960 - www.diversey.com


La via del benessere

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Tao, nell’antica tradizione cinese, significa Via o Sentiero e rappresenta l’Universo, l’inizio di tutto. Da 25 anni, il Centro Tao del Park Hotel Imperial propone percorsi mirati a raggiungere l’equilibrio psicofisico proprio attraverso i principi di questa antica filosofia

C’è un luogo affacciato sul Lago di Garda dove la natura ha voluto mettere alla prova i suoi abitanti. Rocce impervie a picco sull’acqua, scampoli di terra da strappare alla montagna, solo barche o sentieri tortuosi per raggiungere i paesi vicini, fino alla costruzione della Gardesana Occidentale. Ma la particolarità del territorio è stata prodiga di doni inestimabili: un panorama spettacolare sul lago e sulla catena del Monte Baldo sulla riva opposta e un microclima mediterraneo unico. Le antiche limonaie, alcune restaurate, punteggiano il paesaggio, in ricordo delle antiche coltivazioni che affascinarono Goethe nel suo viaggio in Italia del 1786. L’eccezionalità del luogo ha forgiato una comunità forte e combattiva che ha fatto di Limone sul Garda un piccolo paradiso terrestre, efficiente e organizzato, nel pieno rispetto della natura e della bellezza del posto. Da venticinque anni il Park Hotel Imperial è simbolo della continua ricerca della bellezza e dell’armonia. Un cinque stelle sospeso fra cielo e terra, un grande spazio progettato nello spirito della filosofia Tao e arredato secondo le regole del Feng Shui, accogliente e prezioso, luminoso ed essenziale come un giardino zen. Ampie vetrate, cascate d’acqua, laghetti, musiche e profumi ispirati all’oriente in un ambiente esclusivo dove tecnologia ed efficienza si legano a

filosofie millenarie. Nel corso dei suoi 25 anni di vita, che si festeggiano quest’anno, il centro benessere dell’albergo, anch’esso ispirato alla filosofia Tao, ha continuato il suo percorso di fusione e perfezionamento della ricerca del benessere che coniuga la millenaria medicina cinese con le conoscenze della medicina tradizionale attraverso l’uso di tecnologia ed efficienza, per il raggiungimento dell’equilibrio delle energie fisiche e psichiche. Il Centro Tao offre trattamenti unici e programmi personalizzati per raggiungere il riequilibrio nutrizionale ed energetico dal quale dipendono la serenità dello spirito e la bellezza del corpo. Oltre a una naturale diminuzione del peso come conseguenza di un’alimentazione corretta, la stimolazione dei canali energetici, gli esercizi fisici e la ginnastica sono fondamentali verso la via del benessere e della bellezza del corpo. Da una perfetta fusione tra Oriente e Occidente, scienza e tradizione, nascono i programmi di trattamento sotto il costante controllo di medici esperti e naturopati, personalizzati in base agli accertamenti medico energetici. Park Hotel Imperial Via Tamas, 10/B - Limone sul Garda (Bs) Tel. 0365954591 - Fax 0365954382 info@parkhotelimperial.com - www.parkhotelimperial.it


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Trame naturali Dalla canapa alla ginestra passando per l’esclusivo bisso

da pag. 120 Rubriche

• Homo faber • In vetrina • Benessere • Libri • Arte • Tendenze

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piaceri

Trame naturali Arte tessile e creatività contrassegnano da secoli il nostro Paese e sono entrambi elementi che fanno grande il Made in Italy. Ma c’è anche chi utilizza per le proprie creazioni materie prime insolite, filati originali o non comuni alla grande industria e ai marchi più diffusi sul mercato di Riccardo Lagorio

In queste pagine uno dei telai del laboratorio artigianale ‘A Navetta di Filippa e Maria Vaccaro, e un esempio di tessuto prodotto dal laboratorio che lavora lana, lino e ginestra

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Dalla canapa alla ginestra passando per l’esclusivo bisso, anche sotto l’aspetto della creatività le tessiture manuali, di soliti piccolissimi laboratori, offrono lo spaccato di un’Italia intraprendente e sempre alla ricerca di nuove forme d’arte anche in gesti semplici e rituali come quelli dell’abbigliarsi o del fare bella la casa. Basta saper cercare. Una delle figure più straordinarie del panorama della cultura tessile è Graziella Guidotti, sociologa del tessuto. Da anni nel laboratorio di Firenze (Tel. 0552280636) si occupa di recuperare e classificare tessuti popolari e di corte, non solo italiani, ed è una delle massime conoscitrici della storia, delle tecniche e del valore culturale dei tessuti. Una passione che nasce per caso perché un suo insegnante le suggerì di studiare l’arte dei tessuti e lasciare, in età liceale, l’amore per la pittura. La sua professione è quella di replicare e sperimentare le tecniche di intreccio e di filati. Ma c’è da rimanere strabiliati quando racconta del progetto di riprendere l’utilizzo della fibra d’ortica per eseguire anche abbigliamento: qualcosa di più di una curiosità se si pensa che una pianta così poco adatta al tatto si trasformi in un tessuto da indossare.

Ginestra sulla pelle Tappa obbligatoria è poi Zangarona, località di Lamezia Terme, in fondo allo Stivale, dove Francesca Filippa e Maria Vaccaro hanno aperto nel 2004 il laboratorio artigianale ‘A Navetta (Tel. 0968454245) dal quale escono tessuti e articoli pregiati in lana, lino e ginestra. Francesca è stata iniziata a 15 anni all’arte della tessitura dalle donne del paese che producevano articoli da vendere nei mercatini per beneficenza, e ha fatto di quella esperienza un’opportunità di lavoro. Sono quattro telai a mano di legno gli strumenti utilizzati per creazioni eleganti e raffinate, due sono originali dell’Ottocento restaurati. Con la ginestra, che viene coltivata, filata e lavorata in loco, si ottengono tovagliette per la casa e pezzi unici di abbigliamento femminile. Al tatto inizialmente greve, dopo alcuni utilizzi il tessuto di ginestra si presenta morbido e indeformabile. Talvolta al filo di ginestra viene aggiunto del lino. Con lino e lana si realizzano capi di abbigliamento su misura e, con la sola lana, coloratissimi scialli e borse. Con i ritagli di sartoria, e con la sensibilità del riciclo che contraddistingue l’operazione, Francesca e Maria hanno rilanciato l’arte della pezzara, tappeti per la casa tradizionalmente realizzati nella regione.

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piaceri

Seta di mare

In alto, la bollitura della ginestra, e sotto un momento della filatura presso il laboratorio ‘A Navetta di Zangarona

Le tessiture manuali offrono lo spaccato di un’Italia sempre alla ricerca di nuove forme d’arte e di rarità artigianali

Tra i più curiosi tessuti quello di bisso senz’altro gode di una particolare posizione. Il bisso si ottiene da un mollusco bivalve, la pinna, e ha un colore ambrato; oggi si estrae dall’animale senza sopprimerlo e viene utilizzato quasi esclusivamente per scopi dimostrativi. La seta va innanzitutto dissalata, asciugata e cardata con spilli molto sottili; infine filata, operazione molto complessa poiché si devono annodare fibre dalla lunghezza non superiore a 3 cm. Chiara Vigo è probabilmente l’unica persona al mondo che ancora possiede nei più reconditi aspetti l’arte di tessere questo insolito tipo di filato. Anche per questo si è messa a capo dal 2005 del Museo del bisso a Sant’Antioco, in provincia di Carbonia e Iglesias (Tel. 3473302237), non prima di avere prestato giuramento all’acqua, un rito tramandato da generazioni che prevede lo sfruttamento della risorsa marina e dei suoi abitanti con il solo scopo didattico. Gli orditi di lino vengono quindi arricchiti da disegni in bisso raffiguranti i cervi e l’albero della vita, il leone, le pavoncelle che sorreggono il cuore come segno di reciproca e infinita fedeltà e tante altre simbologie che hanno radici nella tradizione sarda.

Il distretto del Chiantishire Talvolta la storia del tessuto è anche una sfida. Nora Kravis partì dagli Stati Uniti nel 1972, ristrutturò un vecchio casale diruto nelle campagne di Radda in Chianti (Fi); quando il progetto fu completato e l’agriturismo avviato acquistò nel 1995 due capre di razza Cashmere che divennero capostipiti del primo allevamento di questi animali in Italia. Oggi l’Azienda Agricola La Penisola (Tel. 3394428274) lavora lana cashmere e ottiene pezzi di abbigliamento come scialli, sopravesti con filati misti di lana e lino, plaid dagli intrecci accattivanti, ma anche borse e semplici matasse per chi si volesse confrontare con i ferri. La tosa degli animali avviene in primavera con dei pettini, poi la filatura e la cardatura, prima che il filato diventi anche oggetto di moda

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come orecchini, cinture e collane. Alla Penisola si rivolgono numerosi architetti e designer per avere pezzi su misura. Da tutto il mondo arrivano acquirenti in questa fattoria del Chiantishire per la morbidezza e la leggerezza dei tessuti, che si ritrova nel sapone e negli altri cosmetici a base di latte di capra cachemere.

in canapa e lino sono opere d’arte senza tempo. Come copripiumini di fattura nordeuropea, la Tessitura di Poschiavo prepara tessuti morbidissimi e resistentissimi di lino, canapa e seta dove il colore prevalente è il bianco grezzo: la trama è data da eleganti intarsi di filo più robusto. Il fiume Poschiavino rumoreggia vicino al battere del telaio: davvero luoghi e oggetti d’altri tempi.

Al suono dei telai I pochi chilometri che separano la Valtellina dalla Svizzera, a Poschiavo, riservano un’altra sorpresa. La Tessitura di Valposchiavo (telefono 0818440503) lavora su telai di legno dal 1955 esclusivamente fibre naturali come cotone, lino, canapa, cashmere e seta. L’attività prevalente è quella di riprodurre tessuti tradizionali grigionesi ma sviluppa anche tessuti propri come sciarpe in seta, seta con lana e seta con cashmere. Copricuscini per arredamento realizzati con splendidi intrecci di lino, lana e seta e accattivanti asciugamani in cotone lavorato a nido d’ape o con filati

Nel tessuto della storia L’italianità è rappresentata da tutte le fibre: i Romani prediligevano la lana ma, fino agli anni 60, ci si è vestiti di canapa, mentre la seta caratterizzava il popolo ricco. Ma soprattutto non ci si deve dimenticare che Firenze esportava in tutto il mondo allora conosciuto i suoi intrecci. Sicuramente il tessuto più intrigante che ho avuto per le mani, per dimensione e trama, apparteneva agli sciamiti persiani del VI secolo: seta operata affascinante per tecnica di lavorazione e disegno. Veniva infatti ricercata dalle corti e dagli alti prelati per i piviali, e brandelli se ne trovano talvolta negli scavi archeologici. Il tessuto, come il cibo, racconta la storia dei popoli e i rapporti che essi intrattengono. Il generale livellamento produttivo e culturale che si avverte nel mondo dell’agroalimentare è peraltro molto simile a quello del mondo tessile: pressoché totalmente industrializzato, poco è lasciato all’estro e alla fantasia degli autentici artigiani.

Dall’alto: un pannello esposto durante “Arte da abitare. Mostra di arazzi e intrecci d’autore” alla Mole Vanvitelliana di Ancona realizzato da Graziella Guidotti a Firenze. Sotto: due immagini della produzione in cashmere del laboratorio di Nora Kravis

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homo faber

di Alessandra Favaro

Istinto materno Mamme e donne in carriera si reinventano una professione nel settore dell’artigianato e della creatività. Il progetto di Michela Muroni le mette in rete, e crea vetrine di oggetti unici

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Ci sono cose che solo una mamma può sapere. E non si tratta solo di ciò che riguarda il proprio bambino. Spesso una mamma può sapere quanto sia difficile restare in carriera dopo aver messo al mondo dei figli, per esempio. Solo una mamma può sapere quanto sia dura a volte conciliare lavoro e famiglia. E a saperlo bene è Michela Muroni, ex art buyer di successo e oggi esplosiva MammaNae creativa e creatrice di vestiti a dimensione di bimbo e di eventi dedicati all’artigianalità. Ligure di nascita e milanese d’adozione, ha deciso di rinascere sotto le vesti di un’abile creatrice di abitini per l’infanzia, dopo l’arrivo di sua figlia Bianca, oggi splendida musa di tre anni per la sua mamma. Dalla fantasia di Michela e, perchè no, dai suggerimenti di come Bianca vede il mondo, nasce una collezione tutta personalizzabile di coloratissimi vestitini dedicati a piccoli dagli 0 ai 3 anni, rigorosamente in cotone, che riporta figure simpatiche e animali, cucite a strati colorati. A misura di bambino dicevamo, e allora, largo ai pantaloni con l’elastico in vita anziché le scomode cerniere o i bottoni, e con le gambe allungabili, per sfruttarli anche quando il pargolo cresce un pochino. Ma non solo: «Le figure che inserisco nelle magliette sono immagini pensate per quella fascia d’età: i dinosauri, per esempio, che piacciono molto. Sono realizzati con pelle ecologica, in modo che la maglietta diventi per gioco “di pelle di dinosauro”», spiega

In questa pagina alcuni esempi di modelli disegnati e realizzati da MammaNae. Stoffe e tagli sono scelti per risultare comodi e facili da indossare, mentre le fantasie devono essere subito riconoscibili da un bambino piccolo


Le mamme artigiane e Carrousel Michela Muroni, oltre alla sua attività, ha dato vita nel capoluogo lombardo anche a una rete virtuosa di abili artigiane e personalità creative che puntualmente si mettono in mostra. Un vero e proprio progetto a tutela dell’unicità e qualità dei prodotti creativi manuali. Con “Signora Mia! (Ri)creazioni di mamme” per esempio, a ottobre, hanno tovato uno spazio espositivo le opere di donne che dopo la nascita di un figlio si sono reinventate un mestiere nel campo della fantasia e della manualità. Il risultato: quindici esempi di alto artigianato e arte creativa, in pezzi unici che spaziano dall’arredo, all’abbigliamento, al design. Alcune di loro le abbiamo incontrate anche nell’ambito del Fuorisalone milanese, nel quartiere Isola, presso lo spazio Zona K di Via Spalato, 11. Dal 12 al 17 di aprile infatti la zona è diventata un’area alternativa a quella di via Tortona, presso la quale si sono svolti i principali eventi del Fuorisalone. Qui Michela sta lavorando da tempo a Carrousel, una “mostra mercato di oggetti che si raccontano”, un evento del circuito “uscite di sicurezza dai mercatini seriali”. «L’idea - ci spiega la stessa Michela - è quella di creare delle vendite-evento che mettano in mostra oggetti unici e di alta qualità, a differenza di quello che troppo spesso vediamo nei mercatini “seriali”, appunto». Trentacinque gli espositori, tra uomini e donne, presenti all’appuntamento con il Carrousel di aprile. Tra questi anche Barlafùs, artigiana milanese ex psicologa che crea originali gioielli ribattezzati con nomi in milanese, e personalizzabili così da diventare quasi pezzi unici. Assieme a lei, i cappelli in feltro di Feltroanchio (mamma feltraia) e tantissime altre curiosità. Una passerella per oggetti di qualità, un’esibizione di artigiane unica. «Gli espositori vengono scelti prima dell’esposizione, in modo da creare il giusto mix di varietà ma anche armonia. La qualità richiesta è sempre altissima», conclude Michela. Insomma: niente a che vedere con le bancarelle “alla rinfusa” di un mercatino, ma una confusione ben studiata in modo da far risaltare ogni partecipante.

Michela, che ha imparato l’arte del cucito grazie a un corso del Fondo sociale europeo. La collezione MammaNae prende ispirazione dagli oggetti vicini alla sensibilità dei bambini per portarli in un mondo di colore. Coniglietti, gattini, gallinelle: gli animali sono quelli locali, quelli che conoscono. E vestirsi diventa un gioco. «I piccoli riconoscono le immagini che vedono. A quell’età ancora non si esprimono perfettamente, ma quando vedono dei disegni che comprendono, li identificano subito: la maglietta con la coccodè (la gallina), per esempio, e così via» racconta Michela, che non risparmia certo sulla qualità e l’attenzione ai dettagli: le giacchine, le magliette, gli abitini, vengono confezionati a mano e sono tutti personalizzabili, tanto da diventare pezzi unici. Ed ecco che, finalmente, i più piccoli possono indossare davvero degli “abiti per bambini”. Ci sono, dicevamo, delle cose che solo una mamma può sapere. E diventare mamma rappresenta allora un valore aggiunto, un ponte per la fantasia ricco di nuove opportunità.

In alto, i cappelli di feltro, e sotto gli orecchini artigianali realizzati da Barlafùs. Qui sopra un ritratto di MammaNae, alias Michela Muroni

Per saperne di più: Michela Muroni e le sue attività michelamuroni.blogspot.com MammaNae mamma-nae.blogspot.com Carrousel lecarrousel.blogspot.com Feltro Anchio feltroanchio.blogspot.com Barlafus www.barlafus.blogspot.com

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invetrina

di Lorella Ridenti

Dentro e fuori il Salone I Saloni milanesi compiono 50 anni. 50 anni portati bene se dai 12.000 visitatori che li hanno visitati nel 1961 si è arrivati ai 297.460 del 2010 e se i 328 espositori iniziali distribuiti su 11.000 metri quadrati sono diventati negli ultimi anni oltre 2500 su più di 200.000 metri quadrati

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Puntuale come ogni anno il Salone dl Mobile di Milano ha coinvolto l’intera la città per offrire uno spazio di riflessione sul design, sul mondo dell’industria che lo ha reso possibile, sulla creatività e sulla cultura: dal quartiere espositivo di Rho per vedere, toccare, provare il meglio che l’arredo domestico può offrire in tema di tipologie − dal pezzo unico al coordinato – e di stile − dal classico al design, al moderno − oltre a ciò che detterà le tendenze di domani, alla città animata dai numerosi eventi collaterali. Al centro di tutti gli appuntamenti l’innovazione, delle persone e delle cose, guardando al passato e pensando al futuro. Come innovatore è stato il pensiero di quel gruppo di imprenditori che hanno dato vita nel settembre del 1961 al primo Salone del Mobile. In quegli anni il design celebrava l’unione geniale tra mondo dell’impresa e creatività dei maestri. Ed è proprio in occasione del cinquantesimo anniversario che Triennale

Design Museum dedica la sua quarta edizione agli uomini e alle aziende che con la loro attività hanno contribuito a creare il sistema del design italiano, con la mostra “Le fabbriche dei sogni”, visitabile sino a febbraio 2012. Ma il Salone del Mobile è sempre stato, fin dalle sue origini, portavoce di innovazione. E a questo tema era dedicata anche la grande mostra “Principia. Stanze e sostanze delle arti prossime”, che non si è accontenta delle opere d’arte in sé, ma le ha precedute guardandoci dentro, andando all’origine dei loro principi generatori, nella suggestiva cornice di Piazza Duomo. Per celebrare la biennale concomitante, Euroluce 2011, è stato inoltre allestito un progetto che magnificasse la luce, dedicato alle origini di Milano: si tratta di “Cuore Bosco”, in piazza San Fedele, che, grazie a una sofisticata sincronizzazione di immagini, di luci e suoni, ha portato lo spettatore a rivivere alcuni momenti della giornata, dall’alba alla notte.


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In apertura, il Triennale Design Museum e, a destra, Cuore Bosco. 1) Lampada a sospensione Jackie O di Catellani & Smith 2) Living Valcucine, design Gabriele Centazzo 3) Madia Eileen di Rimadesio, design Giuseppe Bavuso 4) Lampade Roofer di Fabbian, design Benjamin Hubert 5) Axlon table di Acerbis International 6) Tappeti Wangden di Himalayan Undyed, design Bartoli 7) CB-Chair di Caimi, design Claudio Bellini

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benessere

di Franca Scotti

Storia e innovazione nei famosi stabilimenti termali di Montecatini, dall’elegantissimo Tettuccio all’ampliamento delle Terme Redi, al grandioso progetto firmato Massimiliano Fuksas nelle Terme Leopoldine

Remise en forme, una questione di stile

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Frequentata ai primi del Novecento da reali, artisti e letterati, Montecatini Terme, in provincia di Pistoia, è la città simbolo di salute e benessere vissuti in un ambiente raffinato. Bella Montecatini, storiche le sue Terme, innovativa l’offerta. Sì, perché, negli ultimi anni, una rivoluzione tecnologica e strutturale sta riportando l’offerta termale della rinomata località toscana all’età dell’oro. Grande attesa per il completamento, previsto nel 2011, del grandioso progetto di Massimiliano Fuksas che rilegge le storiche Terme Leopoldine, fondate dal Granduca Leopoldo di Toscana nel 1775. Materiali rigorosamente selezionati, disposizione attenta dei percorsi, riqualificazione delle vegetazioni arboree, restauro della hall con i suoi dipinti Liberty, bagni, piscine, aree relax, solarium, ripercorrono il concetto delle terme romane, creando ambienti che invitano al convivio, mentre esaltano appieno le proprietà terapeutiche del patrimonio idrominerale locale. Investimenti importanti e progettualità all’avanguardia hanno invece già riqualificato e ampliato le Terme Redi, da sempre dedicate al settore terapeutico: oggi, in un ambiente moderno, elegante e tecnologico, vantano un reparto fango-balneo-terapico, un reparto inalatorio, un reparto riabilitativo con ben due piscine termali e due palestre. Ma tra le nove strutture, sorte dal XIV secolo fino al ‘900, lo stabilimento icona dell’eleganza di Montecatini è senz’altro il Tettuccio, dall’architettura regale: un vero villaggio termale, con un parco dalle essenze rare, arricchito da fontane e statue, gallerie e portici decorati con ceramiche e affreschi preziosi. Oggi è frequentato per la cura idropinica che si svolge in un ambiente intrigante, tra il


di Francesca Frediani

lussuoso caffè storico, le gallerie di negozi per lo shopping, gli spazi all’aperto per mostre e concerti. Lungo un percorso speciale sulla base delle acque termali che fuoriescono in questo territorio, di quattro tipi, scientificamente validate per curare e prevenire moltissime patologie attraverso la cura idropinica, si inseriscono massaggi, fanghi, trattamenti estetici, ginnastica, alimentazione biologica, che formano lo speciale Percorso Montecatini Benessere Bio Naturale messo a punto per ottimizzare l’effetto di rigenerazione nel corpo e nello spirito. www.termemontecatini.it

Una Spa Payot nel gioiello dei Caraibi Nella suggestiva isola di Martinica (Antille), all’interno del prestigioso Resort Les Boucaniers (Club Med a 4 Tridenti), è stata creata la nuovissima Spa nata in collaborazione con la maison de beauté Payot. Al suo interno si trovano quattro cabine singole di trattamento, una cabina Duo per Lui & Lei, un’area Zen e una raffinata stanza da tè per offrire tisane rilassanti e detossinanti. La Spa riflette perfettamente la filosofia haut de gamme del nuovo Club Med che abbina strutture da sogno ad atmosfere mozzafiato in luoghi incantevoli; per vacanze indimenticabili per coppie, amici, single ma anche famiglie. E oltre al benessere e al relax, il Resort caraibico offre un ricco parterre di attività e servizi, dalle discipline sportive a emozionanti escursioni, che ne fanno il soggiorno ideale nel cuore di un autentico paradiso terrestre. www.clubmed.it

Addio stress, benvenuto relax!

Scelti per voi Grand Hotel & La Pace Storico hotel 5 stelle lusso, struttura Liberty con grande centro benessere, dove è appena stato introdotto lo speciale trattamento Intraceuticals Hyperbaric Oxygen Technology. Prezzo media di una doppia: 300 euro. Via della Torretta, 1 Montecatini Terme (Pt) Tel. 05729240 www.grandhotellapace.it Hotel Torretta Circondato dai lussureggianti giardini del Parco delle Terme, 4 stelle, offre un’accoglienza eccellente. Prezzo medio di una doppia con colazione: 140 euro. Viale Bustichini, 63 Montecatini Terme (Pt) Tel. 057270305 www.hoteltorretta.it Ristorante La Torre Suggestivo ristorante a Montecatini Alto con menù tipicamente toscano: maltagliati al ragù di cinghiale, trippa, fiorentina, cantuccini al vinsanto. Prezzo medio: 50 euro con i vini. Piazza Giusti, 8 Montecatini Alto (Pt) Tel 057270650 www.latorre-montecatinialto.it

La vittoria delle Maison

L’uomo è sfrontato, sicuro di sé e misterioso mentre la donna è sensuale, intrigante, e sceglie prima di essere scelta. Stiamo parlando delle due fragranze, maschile e femminile, che sono appena state scelte dai 40 mila consumatori che si sono recati in oltre 400 profumerie selezionate per eleggere la migliore fragranza dell’anno. Lo scettro del prestigioso Premio Internazionale Accademia del Profumo è stato consegnato, a fine marzo, in occasione di una serata di gala presentata da Cristina Chiabotto alla presenza del gotha delle industrie cosmetiche, al maschile Bleau de Chanel e al femminile Gucci Guilty pour Her. In comune la classe, l’eleganza, la tradizione. www.accademiadelprofumo.it

La terra delle mele, dell’Ortles e delle alpi Venoste, fa da cornice al suggestivo resort Beauty & Wellness Resort Garberhof di Malles, Bolzano. È un luogo senza tempo, godibile in tutte le stagioni. L’accoglienza verso l’ospite è ritagliata su misura e, al piacere del corpo e della mente, si aggiunge quello del palato grazie a una gastronomia tipica e raffinata. All’interno della Spa Mii:amo!, con il più grande Hamam dell’Arco Alpino, diversi i pacchetti benessere tra i quali, disponibili fino al 9 luglio 2011, i Relax Days, per vacanze da 3 a 14 giorni in camera doppia Traditional. Un pacchetto medio di 5 Relax Days, oltre alle cinque notti in mezza pensione, dà diritto a un ingresso all’Hamam e a un buono di 40 euro a testa da spendere presso la Spa. Costo 350 euro a persona. A disposizione degli ospiti numerosi benefit aggiuntivi tra i quali: piscina coperta con impianto per il nuoto controcorrente, sauna finlandese, bagno turco, biosauna, percorso Kneipp e doccia emozionale, palestre fitness. www.garberhof.com

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beauty

a cura del prof. Pasquale Adilardi

Armonia, nelle forme e nella vita L’attento punto di vista di un professionista ed esperto, sulla chirurgia estetica, sul profondo rapporto tra corpo e psiche e sulle conseguenze positive del vedersi più belli, in famiglia, sul lavoro, nel mondo

Cosa spinge le donne e gli uomini a rivolgersi, sempre con maggior frequenza, a un chirurgo estetico e alla chirurgia estetica? Le motivazioni possono essere varie. Prima di tutto possono essere dettate da esigenze fisiologiche, ovvero nel caso in cui il difetto fisico impedisce una vita corretta, oppure esigenze di tipo puramente estetico, ovvero entrambe. Molto spesso la richiesta di un intervento di chirurgia estetica trova motivazioni psicologiche palesi o inconsce. Il nesso tra chirurgia estetica e psicologia ancorché evidenziato nella pratica clinica può essere facilmente spiegato dalla proiezione che la mente ha sul corporeo. Già l’arte greca stabilì nelle proprie sculture i canoni della bellezza allo scopo non solo di ottenere un’armonia di forme, ma anche l’equilibrio psicofisico. Alcuni dei canoni greci sono stati nel tempo modificati dall’evolversi dei costumi e della società. Rimane pur tuttavia sempre valido il rapporto tra ciò che la nostra mente elabora come immagine del nostro corpo e il nostro modo di relazionare con il mondo esterno sia da un punto di vista sociale che interpersonale. Con il parziale cambiamento del nostro aspetto esteriore otte-

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Nell’immagine sopra, uno scatto della clinica di chirurgia plastica ed estetica Domus Salutis, sita a Legnago, in provincia di Verona. La clinica è guidata dall’unità operativa del dottor Pasquale Adilardi, ritratto nella pagina successiva


Facciamo chiarezza

I canoni della bellezza cambiano, ma il concetto di armonia e proporzione delle forme rimane indice di misura immutabile nuto dopo un intervento di chirurgia estetica, si assiste molto spesso a una rielaborazione della propria immagine interiorizzata, ma nello stesso tempo proiettata all’esterno, e questa rielaborazione incide a livello psicologico talvolta in maniera sostanziale. Da ciò deriva quindi la valenza di questo tipo di chirurgia sia per l’individuo che ne beneficia, ma anche per il soggetto inteso come componente di una comunità sia essa famigliare, produttiva o affettiva. In realtà tutti desiderano essere più belli perchè la bellezza è spesso sinonimo di successo e di gratificazione e un aspetto piacevole e bello ci aiuta ad avere maggior fiducia in noi stessi e nel rapporto con gli altri, con il mondo esterno, e per questo siamo disposti a ricorrere alla chirurgia estetica. Certo, i canoni della bellezza possono cambiare nel corso degli anni, spesso sono legati a mode o correnti di pensiero, ma il concetto vero di bellezza lo si può esprimere attraverso l’armonia delle forme e delle proporzioni che va ben oltre l’effimero passaggio di una moda o di un periodo ma rimane come indice di misura della bellezza oggettiva.

Cosa avviene dopo l’intervento? Si assiste molto spesso, dopo un intervento estetico che abbia ottenuto il risultato previsto dall’operatore e accettato dal paziente, a una modifica positiva di quest’ultimo sia nei rapporti interpersonali che nella sua produttività vuoi scolastica o lavorativa. La correzione di difetti della forma (dismorfie) va oltre alla pur importante correzione “esterna” per agire più profondamente sulla percezione del corporeo e trasmettere all’esterno questa nuova elaborazione sotto forma di maggiore autostima e di maggiore disponibilità a interagire con il mondo circostante. Infatti il giovamento che il paziente può trarre dall’intervento di chirurgia estetica spesso non si ferma al mero aspetto fisico, per quanto molto importante, ma si espande anche all’aspetto psicologico, donando maggior sicurezza in se stessi e nei confronti del mondo esterno e nei rapporti con gli altri, in altre parole regalando maggior felicità alla propria esistenza. Sentirsi più belli spesso corrisponde con l’esserlo realmente. Se ci sentiamo più belli sicuramente appariremo più belli anche agli occhi degli altri.

«Al giorno d’oggi cambiare la propria immagine è un sogno sempre più accessibile, e una tendenza di moda nel nostro Paese. Tuttavia, al momento della verità, può succedere che i dubbi, le leggende metropolitane, la complessità di alcuni trattamenti o l’ambiguità di altri, spengano la voglia di migliorare». A questo proposito, Il dottor Pasquale Adilardi cerca di chiarirci qualche dubbio. Dottor Adilardi, come scegliere la struttura e il medico nei quali riporre la nostra fiducia? «Bisogna sempre affidarsi a chirurghi con un curriculum di tutto rispetto, che operano in strutture ospedaliere pubbliche o privata e che affidino i propri pazienti a un’equipe completa di anestesisti e cardiologi. In poche parole a un ospedale o a una casa di cura». Quali sono le strutture ospedaliere presso le quali opera? «Sono Direttore del reparto di chirurgia plastica a Legnago presso la clinica Domus Salutis e consulente a Trento dell’Ospedale San Camillo. Opero inoltre a Bolzano presso la Famosa clinica Bonvicini». Ci sono richieste alle quali sarebbe meglio, o è necessario, dire no? «Si è portati spesso a credere che un chirurgo plastico non voglia mai dire di no alle richieste dei pazienti, magari per interesse meramente economico, ma un serio professionista della salute, sa e deve dire no in molte occasioni. Un intervento di chirurgia estetica, infatti, è sempre una scelta e come tale trova giustificazioni più o meno fondate: alcune volte ci si avvicina alla chirurgia plastica con le motivazioni sbagliate».

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libri letti per voi

Il libro del mese Set in Cortina

a cura di Ludovica Damiani Electa 60 euro

La regina delle Dolomiti rappresenta da sempre un set cinematografico straordinario. Il libro propone una ricca galleria fatta di ritratti inediti, fuori scena, dietro le quinte che mostrano l’impresa straordinaria compiuta nel portare troupe, costumi, attrezzature e macchine da presa sulle nevi e lungo i pendii. Da Erich von Stroheim, che decise di ambientare proprio a Cortina il suo primo film, a Luis Trenker, da Vittorio De Sica a Blake Edwards, da JeanJacques Annaud a Ermanno Olmi, tanti sono infatti i cineasti che hanno voluto girare le loro storie e i loro racconti in quei luoghi pieni di magia. Accompagnano le immagini aneddoti, notizie, curiosità dei protagonisti dei set montani più incredibili.

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di Gilda Ciaruffoli

Dallo schermo alla tela, l’arte di viaggiare con gusto

Arte a bordo a cura di Martina Corgnati Collezioni Skira 40 euro Il volume, dal sottotiolo La Collezione in viaggio di Costa Crociere, presenta la ricca collezione d’arte (sculture, dipinti, pannelli, cicli decorativi, oggetti) che possiamo ammirare a bordo delle quattordici navi della flotta, dove non è raro trovare opere di grandi maestri tra cui Arman, Botero e Pomodoro, e giovani artisti esordienti.

Sette croste di formaggio Pietro Arrigoni Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori Il volume dal titolo bilingue (Sèt groste de formai), che si presenta sia in bresciano che in italiano, e dal formato ad album quadernone, si pone come mezzo per valorizzare la provincia lombarda nelle sue tipicità casearie, esplorate e riferite da più autori i cui testi si alternano alle suggestive opere d’arte del pittore Pietro Tramonta.

Attori del Gusto

Il romanzo dei Mille

La moneta di Akragas

Miriam Visalli 15 euro Piccole storie di chef altolocati, cuochi esuli, buongustai e ghiottoni; percorsi unici eppure universali, esplorati attraverso i temi del ricordo, dell’altrove e delle passioni, e legati dal mondo del cinema gourmand visto come una superficie rifrangente atta ad aumentare la nostra percezione gustativa (e culturale) attraverso lo sguardo.

Claudio Fracassi Mursia 19 euro Attraverso gli occhi stupefatti dei volontari venuti dal Nord, il libro ripercorre l’impresa che ha fatto l’Italia. Sullo sfondo, gli intrighi della diplomazia, lo sgretolamento del regime borbonico, il febbrile interesse dell’opinione pubblica europea. Le principali fonti utilizzate sono le memorie dei garibaldini, spesso inedite o dimenticate, le corrispondenze dei ministri, i messaggi dei militari, i racconti di un cappellano dell’esercito.

Andrea Camilleri Narrativa Skira 15,00 euro 406 a.C.: dopo un lungo assedio Akragas si arrende ai Cartaginesi. La città viene distrutta. 1909: il dottor Stefano Gibilaro trova su quella terra un’antica moneta, preziosissima. Comincia così una storia che si dipana con risvolti tragici ed esilaranti, tra le campagne di Vigata e Messina, fino a un’imprevedibile conclusione.


arte

di Gilda Ciaruffoli

Vittore Crivelli da Venezia alle Marche Al centro del crocevia dell’Appennino che unisce le valli della marca camerte con quelle del fermano e dell’ascolano, la prima mostra mai dedicata a Vittore Crivelli (1430-1502), protagonista insieme al fratello Carlo della pittura delle Marche centrali negli ultimi vent’anni del Quattrocento e del cosiddetto Rinascimento dell’Appennino. Oltre ai capolavori del maestro veneto in mostra anche creazioni di altri artisti attivi nei centri più interni delle Marche nella seconda metà XV secolo, una ventina fra pittori e scultori presenti con opere spesso studiate per la prima volta o poco conosciute. 21 maggio-6 novembre

Palazzo del Popolo – Sarnano (Mc) Info: www.vittorecrivelli.it

Marc Chagall, Il Segno dell’Anima

LIVE!

L’arte incontra il rock La mostra racconta, attraverso un suggestivo punto di vista, come la storia dell’arte contemporanea e la storia del rock siano andate di pari passo contribuendo alla costruzione dell’universo culturale degli ultimi quarant’anni. Arti visive e musica, che nel tempo si sono incrociate e sovrapposte dando vita a un panorama coerente e unitario, sono infatti accomunate nella dimensione della performance che di volta in volta assume i contorni di una mostra o di un concerto. LIVE! propone una lettura parallela e originale di alcuni di questi grandi eventi attraverso l’esposizione di dipinti, sculture, installazioni, videoclip, artworks, LP, opere grafiche, fotografie, riviste e film. Il percorso parte dal 1969, l’anno dell’ultima storica esibizione live dei Beatles e di Woodstock; ma anche l’anno di When Attitudes Become Form, mostra che apre universalmente le nuove frontiere dell’arte contemporanea. Il percorso si chiude al giorno d’oggi, con un interrogativo: negli anni Duemila ha ancora senso parlare di rock star? Risposta emblematica è quella che dà Michael Jackson nel 2009 con This is It, spettacolo postumo, che non c’è stato e mai ci sarà, simbolo della fine del percorso attraverso la storia della nostra cultura.

Ancora poche settimane per approfittare di una mostra che intende cogliere uno degli aspetti più importanti dell’attività del celebre artista russo che ha caratterizzato l’intero ’900. Grazie alle circa 80 opere in esposizione, la mostra focalizza infatti la nostra attenzione sui cicli di illustrazioni che si ispirano ai temi sacri e alle importanti opere della letteratura cui Chagall si dedicò a partire dagli anni ’20, soprattutto attraverso il mezzo dell’incisione all’acquaforte e della litografia originale. fino al 29 maggio

Castello Carlo V – Lecce Info: www.lecceweekendbreak.net

Franz Liszt nelle fotografie d’epoca A duecento anni dalla nascita, Tivoli celebra il compositore e pianista ungherese che soggiornò ripetutamente presso la Villa, dove compose molte delle sue opere. Circa 160 le foto in mostra, provenienti dalla collezione di Ernst Burger, musicologo e iconologo di fama internazionale, che ripercorrono la vita del pianista. Dai dagherrotipi alle calotipie fino alle stampe in gelatina e bromuro d’argento, l’esposizione presenta una serie di ritratti realizzati dai più grandi fotografi dell’epoca come Nadar, Louise Held e Pierre Petit. La mostra è parte del progetto Franz Liszt – un abate a Villa d’Este, ciclo di manifestazioni che proseguono per tutto il 2011.

21 maggio-7 agosto

fino al 5 giugno

Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci – Prato Info: www.centropecci.it

Villa d’Este – Tivoli Info: www.villadestetivoli.info


tendenze

di Saro Trovato

Sotto un cielo a nuvolette I fumetti stimolano i bambini a uscire di casa per riscoprire il gusto e la bellezza della vita all’aria aperta Il complessivo ridursi degli spazi verdi e il repentino avanzare del progresso che mangia campagne e boschi, ha implicato negli ultimi decenni un ripensamento totale degli stili di vita. Chi ne risente maggiormente oggi sono i bambini, sempre meno propensi a scollarsi da tv e videogiochi. Questo cambiamento si è ripercosso anche sulle abitudini alimentari, diventate meno sane e spesso scriteriate. Stupisce che questo gusto si stia perdendo anche in Italia, considerata da sempre l’Olimpo della gastronomia e del viver bene. Proprio queste preoccupazioni hanno spinto la storica azienda agro-alimentare toscana Polli Conserve a promuovere un’indagine su un campione significativo di bambini delle scuole per l’infanzia e primarie con l’aiuto dei loro docenti e di altri esperti. Il quadro che ne viene fuori è a dir poco allarmente, perché ciò che salta subito all’occhio non è tanto l’interesse dei bambini per i videogiochi o la tv, che è scontato, quanto il fatto che i nostri

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figli si stanno disabituando a vivere la bellezza della natura, a giocare all’aperto e ad alimentarsi in modo corretto. Per questo l’azienda toscana ha ideato Polli Pic&Nic Progetto Scuola, un’interessante iniziativa che coinvolgerà circa 4.500 scuole e 350 mila famiglie innovando i metodi di insegnamento: due simpatici scoiattoli-fumetto, Pic e Nic, attraverso kit didattici creati ad hoc, spiegheranno ai bambini l’importanza dell’alimentazione, dell’ecologia e dei fenomeni naturali, e li aiuteranno a realizzare esperimenti scientifici ed elaborati a tema che potranno a loro volta diventare fumetti con l’aiuto di un cartoonist professionista. Inoltre, per incoraggiare grandi e piccoli, l’iniziativa ripensa anche la classica gita fuori porta, che diventa un momento fondamentale di apprendimento e spensieratezza in cui riappropriarsi degli spazi verdi e guardare in modo nuovo la natura e i suoi prodotti, per riscoprire il gusto e il piacere del vivere all’aria aperta.




le selezioni Ogni mese per voi il meglio dell’Italia che merita


selezioni

Strada del Vino, n.1 Esperienza, territorio e passione: queste le basi per particolarissimi vini prodotti dalla Tenuta Ritterhof, una realtà piccola nelle dimensioni ma grande nella passione e nell’attenzione alle caratteristiche dei tanti e diversi tipi di terreno sui quali i vigneti della cantina si estendono Nel cuore di valli coltivate a vigneto, circondata da pendici montuose, sorge Caldaro, località nota per gli ottimi vini. E proprio il territorio, con le sue peculiarità e il microclima particolarissimo, abbinato a una grande competenza, sono il segreto di questo successo. Non per nulla la strada che attraversa questo territorio si chiama Strada del Vino. E al numero 1 dell’evocativo percorso, troviamo la sede della Tenuta Ritterhof. Questa cantina, piccola ma gestita con grande passione dall’amministratore Ludwig Kannepele e dall’enologo Bernard Hannes, è da un decennio di proprietà della famiglia Roner di Termeno. Le tradizioni tramandate di generazione in generazione, l’armonia con la natura in combinazione alle tecnologie vinicole sono alla base della produzione di fruttati vini bianchi ed eleganti vini rossi. In 7,5 ettari di vigneti propri, ai quali si aggiungono altri 28 ettari di vigneti di contadini conferitori, sono presenti molte tipologie di suolo diverse: terreni ciottolosi, argillosi, ripidi, fino a quelli sabbiosi sciolti e facilmente riscaldabili. Questa ricchezza permette la perfetta armonizzazione del vitigno e del suo sistema di coltura: sono presenti sia la pergola tradizionale sia il sistema a guyot. Queste caratteristiche di armonia ed equilibrio del vigneto sono la migliore premessa per produrre vini di particolare qualità.

In linea con la tipicità

Oggi, dopo 10 anni di investimenti mirati, Ritterhof produce all’incirca 280.000 bottiglie all’anno suddivise su due linee: la linea Ritterhof e la linea Crescendo. Per entrambe, la scelta è stata quella di concentrarsi su vini tipici e autoctoni, tra cui il Gewuerztraminer, il Lagrein e il Lago di Caldaro Classico.

Cantina Ritterhof Strada del Vino, 1 - 39052 Caldaro (Bz) Tel. 0471963298 - Fax 0471961088 info@ritterhof.it - www.ritterhof.it


selezioni

Dalla Sicilia, con semplicità Trimarchi di Villa Marchese si presenta come un riferimento di prodotti gourmet di alta qualità, da rigorosa filiera siciliana, specchio di cosa questa terra baciata dal sole e dal mare può offrire naturalmente

Cinquanta bontà Una particolare menzione meritano gli oli extravergine d’oliva Trimarchi di Villa Marchese, nelle due varietà Nocellara Etnea e del Belice, basi eccellenti di tutti i prodotti; oli con bassa acidità e fruttati intensi di pomodoro e carciofo che esaltano le materie prime lavorate. A oggi l’azienda offre quasi 50 prelibatezze che spaziano dai sottoli alle creme dolci in solo olio extravergine, ai pesti e patè da abbinare alla pasta trafilata al bronzo di grano duro, ai mieli ottenuti dal lavoro sapiente delle api sulla zagara, alle marmellate ottenute con arance e limoni biologici, per concludere con il sorprendente vino moscato passito ottimo in accompagnamento ai dessert.

L’antico feudo della famiglia Trimarchi affonda le sue origini nella Sicilia orientale del XV secolo. La volontà degli avi di non disperdere i possedimenti terrieri preservandoli dall’urbanizzazione e dall’industrializzazione, diede vita, nella prima metà del secolo scorso, al rinnovamento di agrumeti, uliveti, e alla coltivazione di differenti tipi di ortaggi nel pieno rispetto dell’ambiente naturale. Da questa scelta virtuosa si perpetua una filosofia che propone ricette e metodi di lavorazione di un tempo, facendo riassaporare il gusto delle diverse culture susseguitesi nei secoli in Sicilia e che hanno lasciato in eredità un immenso e variegato patrimonio legato al cibo. A tale scopo l’azienda si avvale di agronomi per il controllo e il rispetto del ciclo biologico delle piante, di enti di ricerca e università a supporto della produzione e della trasformazione, di assaggiatori e panel accreditati, di chef per la realizzazione di prodotti espressione della più elevata e antica arte culinaria siciliana. «La nostra idea – dichiarano dall’azienda – si scontra con le politiche della speculazione a discapito della salute e del benessere del consumatore finale (Ogm, standardizzazione, Gdo). I nostri conservanti sono l’olio extravergine di oliva, l’aceto, il sale e le spezie naturali; sono totalmente assenti coloranti, conservanti ed emulsionanti di qualsiasi natura e origine. Crediamo nella sintonia delle stagioni, nella forza della natura attraverso la riscoperta di antichi gusti e sapori esaltati dai colori che la Sicilia, con semplicità, riesce ancora a proporci». Naturaltria Siracusa Tel. +393208807806 Mob. 3396774052 Fax +391782279547 info@trimarchidivillamarchese.it www.trimarchidivillamarchese.it


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Una realtà che cresce al sole Piccola azienda dedita alla produzione di vini tipici di gran pregio, il maso Messnerhof si trova a San Pietro, alla periferia di Bolzano La prima produzione comprovata di vino nei dintorni di Bolzano risale a più di 2500 anni fa. Il maso Messnerhof si inserisce a pieno titolo in questa tradizione essendo una delle più antiche aziende a conduzione familiare di San Pietro, in attività da oltre un secolo. Fino all’immediato dopoguerra la lavorazione delle uve e la produzione di vino sono state eseguite direttamente dall’azienda e la continua specializzazione in questo settore ha contribuito negli anni ha trasformare il maso in una pura azienda di produzione d’uva. È con il 2003 però che arriva il momento della grande svolta: nasce l’azienda viticola Messnerhof grazie alla prima vinificazione di una piccola quantità d’uva. Oggi, l’azienda dispone di una superficie coltivata a vigneto di circa 2,9 ettari. Il pendio è esposto a sudovest a circa 350 m d’altitudine sul mare. Il terreno è costituito da una morena di porfido formatasi circa 10.000 anni fa durante l’ultima era glaciale: presenta un buon grado di permeabilità e una particolare capacità di trattenere il calore. Il terreno è inoltre caratterizzato da un elevato contenuto di sali minerali, che conferisce ai vini una caratteristica nota aromatica minerale e contribuisce alla loro longevità. Il pendio ha un’inclinazione che varia dal 30 al 60%, motivo per il quale l’impiego di mezzi meccanici è minimo, ma permette un’angolazione d’irradiazione solare ideale che contribuisce a garantire la qualità del vino.

Cosa c’è nella botte? L’azienda viticola Messnerhof coltiva soprattutto la Schiava e il Lagrein, due vitigni autoctoni della zona di Bolzano, ma anche le varietà Merlot e Cabernet Sauvignon – viti tipiche nella conca di Bolzano da più di un secolo – godono di un’ottima reputazione e ottengono risultati più che apprezzabili. In più vengono coltivate anche piccole quantità di Syrah, Tempranillo e Petit Verdot. I vini attualmente in vendita sono: Terlano Sauvignon 2008, Gewürztrminer 2008, Santa Maddalena classico 2008, Lagrein Riserva 2007, Belleus Igt 2007 ottenuto da Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Tempranillo e Petit Verdot.

Messnerhof San Pietro, 7 - 39100 Bolzano Tel./Fax 0471977162 info@messnerhof.net www.messnerhof.net


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Dalla Toscana preziosi formaggi di grotta Il Caseificio Spadi Enzo trae le sue origini da una tradizione familiare radicata nella pastorizia. A fondarlo, “Nonno” Angelo Spadi che, dopo una vita di transumanze, si stabilì a Roccastrada e decise di sfruttare il mestiere che aveva imparato fin da bambino, quello di fare il formaggio…

Era il 1977 quando Enzo Spadi, attuale titolare dell’azienda, prese in mano le redini dell’attività continuando con la stessa passione il vecchio mestiere del casaro lasciatogli dal padre. Nonostante con gli anni il caseificio sia stato ampliato e dotato di un sistema moderno di produzione dedicato principalmente al rispetto puntuale dei parametri igienici, immutata è l’attenzione all’artigianalità e la centralità delle mani esperte del casaro nella lavorazione. Prova ne è il fatto che la cagliata viene posta negli stampi a mano, che la salatura avviene altresì a mano, e che il formaggio viene curato nella sua maturazione, girato e oliato non tramite sistemi automatizzati ma sotto l’occhio sapiente dei casari e degli stagionatori Spadi. Sì, perchè altro grande punto di forza del caseificio è proprio la stagionatura che avviene in una grotta di lapillo vulcanico a Valentano, all’interno del territorio del consorzio del pecorino toscano Dop, il cui microclima naturale valorizza fortemente il formaggio facendolo maturare dolcemente, rendendolo pastoso e mai secco, facendogli assumere aromi e sapori non ricreabili artificialmente. In grotta gli stagionatori del Caseificio Spadi affinano il pecorino sotto foglie di noce, che gli conferiscono un

aroma silvestre, o sotto paglia e fieno, che gli donano profumi rustici e veraci. Il pecorino può essere fatto stagionare anche sotto cenere, come da usanza medioevale, o immerso nel Morellino di Scansano da cui prende un chiaro retrogusto vinato. Caseificio Spadi Enzo Via della Tana, 29/33 - 58036 Roccastrada (Gr) Tel. 0564565069 - Fax 0564563053 ufficio@caseificio-spadi.it - www.caseificio-spadi.it

Uomini si nasce... Stagionatori e affinatori si diventa! E soltanto dopo anni e anni di esperienza e lavoro. Il formaggio è infatti un alimento talmente vivo che la differenza di pochi gradi di temperatura o umidità può comportare risultati molto diversi. A tal proposito Fabrizio – figlio di Enzo che, come tutta la famiglia Spadi, ha dedicato al caseificio la sua vita – ricorda lo stupore e l’ammirazione che provò da piccolo nel vedere che un affinatore esperto saggiava anche la provenienza del vento per regolare la lavorazione e la cura delle forme durante la stagionatura.


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Amore al primo assaggio

A pochi chilometri dal piccolo paese di Sarconi, nella quiete delle colline del Parco Nazionale Val d’Agri-Lagonegrese: è questo l’angolo di paradiso scelto dalla famiglia di Paola de la Ville sur Illon, discendente di un illustre naturalista francese del ‘700, per dare vita all’azienda agricola Per Boschi e Contrade. «Quello con il casolare in pietra, tipica architettura di questa regione, è stato amore a prima vista» racconta Paola, «un colpo di fulmine, una sorta di epifania, per quella che è stata innanzitutto una scelta di vita e solo in un secondo momento di lavoro. Abbiamo iniziato a ripulire i terreni da anni abbandonati, a coltivare frutti di bosco e così, un po’ per gioco, non sapendo cosa fare di tante more e lamponi, abbiamo avuto l’idea di

preparare confetture, facendo esperimenti nella cucina di casa». A distanza di pochi anni la creazione di un laboratorio per la trasformazione della frutta appena raccolta. Oggi, i cicli di lavorazione avvengono con cotture sottovuoto, senza l’uso di conservanti e pectine. L’offerta dei gusti spazia da quelli più classici a quelli più insoliti per il loro abbinamento. Le confetture a marchio Per Boschi e Contrade, riconoscibili dall’antica xilografia riportata in etichetta e raffigurante un fauno, sono affiancate dalle chutney, ricca miscellanea agrodolce di frutta, ortaggi, spezie, aceto e zucchero, disponibili nei gusti mele e peperoni, barbabietole, arance, more, ribes nero e albicocche, accompagnamento ideale per carni e formaggi.

Nasce negli anni ’90 dal desiderio di Paola de la Ville sur Illon di lasciarsi alle spalle smog e cemento, l’azienda Per Boschi e Contrade. La terra scelta per costruirsi una nuova vita con marito e figli, e iniziare l’attività produttiva, è quella di Basilicata, ricca di suggestioni e ancorata ai valori della cultura rurale

Marmellata di fagioli? Si può fare! Si affianca alla produzione di confetture la coltivazione dei rinomati fagioli di Sarconi, ecotipi di antica origine lucana che hanno ottenuto nel 1996 il riconoscimento di tutela con il marchio Igp dall’Unione Europea. I fagioli sono coltivati come un tempo: «nella stessa terra rossa irrigati con l’acqua del fiume Maglie, raccogliendo i baccelli maturi e coriacei dalla pianta, poi battuti e sgranati a mano e infine, per una completa essiccazione i semi sono esposti al sole dell’aia», ci spiega Paola de la Ville sur Illon. Dalla produzione di questi pregiati legumi nasce l’idea dell’esclusiva Fasoldò, la marmellata di fagioli unica nel suo genere che non solo accompagna la colazione ma può essere presente sulle tavole accanto a ricotte e svariati formaggi freschi.


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Il grand tour del Balsamico Un luogo incantevole dove scoprire i segreti legati al mondo del Balsamico Tradizionale di Modena: Acetaia Malpighi apre i cancelli della Tenuta di famiglia “Del Cigno” a tutti coloro che desiderano scoprire i segreti e le tecniche produttive di questo affascinante elisir. Per toccare con mano la storia di cinque generazioni e centocinquanta anni di esperienza nel settore

Sono oltre 22 mila gli appassionati del gusto che varcano ogni anno la soglia della Acetaia Malpighi nell’ambito dei tour gastronomico-culturali organizzati per far toccare con mano i nobili vitigni e le oltre 2.800 botti patrimonio della famiglia, che conservano il Balsamico Tradizionale di Modena, da non confondersi con l’aceto balsamico di Modena o con un qualsiasi aceto industriale. Prodotto d’alta gastronomia tutelato dal marchio Dop, invecchiato di almeno 12-25 anni secondo speciali procedure, il Balsamico Tradizionale di Modena si ottiene infatti solo in territori d’elezione, attraverso il passaggio in antiche botti di legni scelti, ed è imbottigliato dal Consorzio di Produttori che ne è organo di tutela. Famosa nel mondo la sua particolare bottiglietta da 100 ml, unica consentita dalla legge, concepita da Giorgetto Giugiaro. Ai visitatori della tenuta è poi riservata la possibilità di degustare e acquistare tutti i prodotti a marchio Malpighi, e assaporare in particolare la raffinatezza del Balsamico Tradizionale extravecchio, gelosamente custodito per anni e anni all’interno di una botte che addirittura risale all’era napoleonica e che porta sopra l’effige di questo storico tempo.

L’azienda Acetaia Malpighi si trova alle porte di Modena, a 300 metri dall’ingresso dell’autostrada Modena sud. Le visite guidate presso le Acetaie della Tenuta Del Cigno, situata in via Pica, vengono effettuate tutti i giorni, durante tutto l’anno, previo appuntamento. Sono sempre gratuite e aperte sia a piccoli che a grandi gruppi, con la possibilità di avere guide per i visitatori di lingua inglese e francese, senza alcun costo aggiuntivo

«Il sapore e l’aroma del nostro Aceto Balsamico Tradizionale di Modena sono la migliore gratificazione che il tempo possa riservarci e il miglior regalo che con il cuore si possa donare» (Augusto Malpighi, 1885-1972)

Acetaia Malpighi Uffici: Via Barca, 20 41126 zona San Donnino, Modena Tel. 059465063 Fax 059465021 info@acetaiamalpighi.it www.acetaiamalpighi.it www.massimomalpighi.it



Milano - Viale Zara, 28 Verona - Via Quattro Spade, 18/C Desenzano - Via Santa Maria, 38

Shopping list Listino prodotti Vie del gusto offre un servizio innovativo per i propri soci/abbonati. Vuole portarvi a casa i migliori prodotti della tradizione tipica italiana ad un prezzo esclusivo. Nelle pagine seguenti potete consultare un estratto delle nostre offerte. Si può acquistare via telefono allo 0289053270 o via fax con il modulo d’ordine allegato. prezzi validi per gli acquisti online (Minimo acquisto E 60)

Abruzzo Da mangiare D'ALESSANDRO pesche allo sciroppo 380 gr ......................................... € 3,20 D’ALESSANDRO antipasto primavera pronto ......................................... € 4,90 D’ALESSANDRO carciofi alla brace ........................................................ € 5,50 D'ALESSANDRO Cioccofruit alle castagne con cacao 240 gr ................. € 2,90 D'ALESSANDRO passata di pomodoro da agricoltura biologica ............. € 1,80 D'ALESSANDRO sugo pronto al basilico ................................................ € 1,90 DON VINCENZO per liana olio extravergine di oliva 0,50 l ...................... € 32,90 DON VINCENZO donvincenzo DOP olio col.teatine 0,50 l ...................... € 25,90 DON VINCENZO Olio tradizionale blend 0,75 l ...................................... € 26,90 DON VINCENZO Don Nicola olio di Leccino 0,50 l ................................. € 25,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila bustine gr 1 ....................................... € 17,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila vasetto gr 1 ....................................... € 18,90 VERRIGNI spaghettoro semola trafilata in oro 500 gr ............................. € 2,60 VERRIGNI fusilloro semola 500 gr .......................................................... € 2,60 VERRIGNI bucatini, fusilli, tortilli, penne 500 gr ..................................... € 2,30

Da bere QUITERANO Montepulciano d'Abruzzo DOC 2007............................... € 6,90

Basilicata Da mangiare GAZZANEO peperoni arrostiti sott’olio alta digeribilità 180 gr ............... € 4,50

Da bere OFANTO l’inatteso rosso IGT 2007 ........................................................ € 6,50 OFANTO emozioni aglianico del vulture DOC 2006 ............................... € 10,90 OFANTO sensazioni bianco IGT 2009 .................................................... € 6,50

Calabria Da mangiare

ALPA castagne infornate mosto cotto ................................................... € 5,50 ALPA castagne infornate rum ................................................................ € 5,50 ALPA castagne infornate aceto balsamico ............................................. € 5,90 ALPA confettura di carote e limone 200 gr ............................................ € 4,50 BARRESE Funghi rositi 314 gr ................................................................ € 6,90 BARRESE Trito con porcini ..................................................................... € 7,90 BARRESE Cavolfiore al coriandolo.......................................................... € 3,50

BARRESE Patè montescuro .................................................................... € 5,90 Barrese Antipasto del nonno 314 gr ................................................... € 4,90 Barrese Crema di funghi porcini 212 gr .............................................. € 5,90 BIOAGRUMI confettura clementine e liquirizia 350 gr ........................... € 4,90 CACCAMO nduja di spilinga barattolo 90 gr ......................................... € 3,90 Callipo Filetti di tonno e nduja 190gr ................................................. € 5,90 Callipo Bottarga in polvere 50gr ........................................................ € 8,50 DELLE FATE olio delle fate bott. lt. 0,50 ................................................. € 7,90 DELIZIE VATICANE mousse di cipolla 100 gr .......................................... € 1,90 DELIZIE VATICANE crema al peperoncino 180 gr ................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di cedro 340 gr ...................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di mandarini 340 gr ............................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di arance 340 gr .................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE alici piccanti 200 gr .................................................. € 4,90 DELIZIE VATICANE neonata mediterranea 200 gr .................................. € 6,20 DELIZIE VATICANE biancomangiare piccante ......................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE melanzane caserecce ............................................... € 3,90 Dolcegiorno Biscotti con liquirizia 200 gr ......................................... € 4,90 Dolcegiorno Biscotti farciti al cedro 200 gr ....................................... € 4,90 Dolcegiorno Cantucci con liquirizia 200 gr ....................................... € 4,90 FATTORIA SILA Sughetto alla nduja ....................................................... € 3,90 FATTORIA SILA Bustina di spaghettata calabrese ................................... € 2,90 FATTORIA SILA bruschetta di carciofi ..................................................... € 5,50 FATTORIA SILA bruschetta tropeana ...................................................... € 3,90 FORTE Armoniche selezione oro 500gr ................................................. € 2,20 GARRITANO Cucchiaini di puro cioccolato ............................................. € 6,90 GARRITANO Clementine candite ricoperte di puro cioccolato ................ € 9,90 GARRITANO Bocconcini di fichi ricoperti di puro cioccolato ................... € 9,50 GARRITANO bicchierini di puro cioccolato ............................................ € 6,90 INTERTONNO tonno di 1° scelta in olio di oliva 320 gr .......................... € 6,90 MADEO Salsiccia di Calabria piccante al Kg ........................................... € 19,90 MADEO Soppressata di Calabria piccante al Kg ..................................... € 19,90 MADEO Soppressata di Calabria bianca al Kg ....................................... € 20,90 MADEO Fior di lardo al Kg .................................................................... € 24,90 MADEO Salame di suino nero di Calabria al Kg ..................................... € 29,00 PARADISODEIGOLOSI cipolline selvatiche 314 gr................................... € 4,90 PARADISODEIGOLOSI confettura extra di pomodori verdi 314 gr........... € 4,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di arance selvatiche 314 gr .............. € 4,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di bergamotto 314 gr ..................... € 4,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di mandarini 106 gr ......................... € 2,90 PARADISODEIGOLOSI bocconcini al tonno 106 gr ................................ € 2,90 PARADISODEIGOLOSI marmellata di cedri 106 gr ................................ € 3,50 PARADISODEIGOLOSI conf. extra di fichi del cosentino 106 gr ............. € 2,90 PARADISODEIGOLOSI peperoncino macinato 314 gr ............................ € 4,50 PARADISODEIGOLOSI peperoncino intero ciliegino 314 gr .................... € 4,50 PARADISODEIGOLOSI conf. extra di peperoncini 314 gr ........................ € 4,50 PARADISODEIGOLOSI crema rossa di peperoncino 106 gr ..................... € 2,90 ROTELLA olio extravergine di oliva 0,75 l .............................................. € 7,90 SANTA CROCE ringhio 190 gr ............................................................... € 3,90

Da bere CASA COMERCI libicì Magliocco Canino lt. 0,75 ................................... € 8,90 casa comerci grappa di magliocco canino 0,5 l ................................ € 15,00 CERATTI Conf. regalo montonico + greco di bianco .............................. € 39,00 CERATTI Montonico passito barrique .................................................... € 22,00 CERATTI Monsonico Igt passito ............................................................. € 19,00 CERATTI Greco di bianco Doc et. gialla .................................................. € 18,90 CERATTI greco di bianco barrique doc et. nera ...................................... € 18,90 DUCROPIO Dom Giuvà 2005 ................................................................ € 8,90 DUCROPIO Serra Sanguinia ................................................................... € 8,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico lt. 0,75 ...................................................... € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosato lt. 0,75 ................................................................. € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico sup. riserva lt. 0,75 .................................... € 9,50 Nature Med Liquorizia 500cc .............................................................. € 18,90 Nature Med Crema di liquorizia 500cc ................................................ € 18,90

Campania Da mangiare

GRAZIELLA Pomodori pelati a strappo 1 Kg ........................................... € 1,20 GRAZIELLA Pomodori pelati a strappo tris 400 gr .................................. € 1,60 GRAZIELLA Pomodorini di collina a strappo 400 gr ................................ € 0,70 GRAZIELLA Passata di pomodoro 690 gr ............................................... € 1,20 GRAZIELLA Polpa di pomodoro a strappo 2x220 gr ............................... € 1,20

Da bere ASTRONI aglianico sannio DOC ............................................................. € 6,50 CASA SETARO falanghina IGT 2009 ...................................................... € 5,50


CASA SETARO Don Vincenzo riserva 2008 ............................................ € 8,50 CASASETARO lacryma christi rosso ....................................................... € 5,90 CASTELLE barbera sannio DOC 2007..................................................... € 7,90 CASTELLE greco IGT beneventano 2009 ................................................ € 4,90 CASTELLE Greco del sannio Doc .......................................................... € 7,90 CASTELLE Fiano del sannio Doc ............................................................ € 7,90 CASTELLE Vino spumante brut ............................................................. € 11,90 CASTELLE Aglianico sannio Doc ............................................................ € 7,90 CASTELLE 01 Falanghina beneventana Igt ............................................ € 3,90 CASTELLE 02 Aglianico beneventano Igt ............................................... € 3,80 GEF falanghina biologica 2009 DOC ..................................................... € 4,90 GEF aglianico biologico 750 ml ............................................................. € 4,90 GEF Falanghina Doc sannio ................................................................... € 5,90 SELVATORRESI taurasi Docg 2005 ......................................................... €18,90 SELVATORRESI Greco di tufo Docg 2009 ............................................... € 8,90

FERRARINI colli scand. e can. lambrusco patatrac .................................. € 3,90 GUALTIERI lambrusco reggiano Ligabue class. secco ............................. € 4,50 Horecare Lambrusco Sorbara Doc valle degli olmi .............................. € 4,50 MASSENZATICO lambrusco reggiano secco .......................................... € 3,90 MONTECATONE Montecatone rosso 2007 ............................................ € 29,00 MONTECATONE Occhi di cielo 2009 ..................................................... € 7,50 MORINI savignone ravenna rosso IGT 2007 .......................................... € 3,90 PRATO lambrusco reggiano Vermiglio ................................................... € 3,90 PUIANELLO lambrusco reggiano rosato secco ...................................... € 3,90 REGGIANA lambrusco reggiano vigna di tedola secco ........................... € 3,90 ROLO lambrusco reggiano salamino secco ............................................ € 3,90 SAN MARTINO IN RIO lambrusco reggiano nero di corte secco ............. € 3,90 SAN PATRIGNANO avi 2006 sangiovese romagna DOC rosso ................ € 22,90 TENUTA MONSIGNORE rosato spumante brut ...................................... € 7,80 VENTURINI lambrusco reggiano secco ................................................... € 4,50

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Da mangiare

Da mangiare

BARBOLINI aceto balsamico di modena “omega”.................................. € 27,90 BRISIGHELLA Olio extravergine d’oliva Pieve tho 500 ml ........................ € 11,00 CABER Insaporitore per carni rosse ........................................................ € 1,90 CABER Insaporitore per carni bianche ................................................... € 1,90 CABER Insaporitore griglia verdure ........................................................ € 1,90 CABER Sale iodato in vetro 200 gr ........................................................ € 0,90 CASTELLI CILIEGI mieleaceto condimento alimentare ........................... € 7,50 FLAMIGNI colomba classica 1 kg carta di riso ........................................ € 19,00 FLAMIGNI colomba farcita 1 kg linea rustica ........................................ € 21,00 GIUSTI med.oro banda rossa c/ast 250 ml ............................................. € 44,90 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla rossa 250 ml ............... € 29,00 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla arancio 250 ml ............ € 19,00 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.gialla ast ............................. € 8,90 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.arancio ast .......................... € 11,00 IL BORGO Aceto balsamico modena Igp et.rossa ast ............................. € 19,00 MALPIGHI aceto bals. trad. modena affinato 100 ml ............................. € 39,00 MALPIGHI aceto bals. trad. modena extravecchio ................................. € 69,00 MALPIGHI condimento saporoso .......................................................... € 9,90 MALPIGHI condimento riserva saporoso................................................ € 14,00 MALPIGHI condimento prelibato........................................................... € 14,00 MALPIGHI balsamo mela....................................................................... € 8,90 MALPIGHI balsamo arancia................................................................... € 8,90 MALPIGHI gelatina balsamica saporina.................................................. € 7,50 MALPIGHI gelatina balsamica fragolina ................................................. € 7,50 MALPIGHI gelatina balsamica di prelibato ............................................. € 7,50 RENZI olio extravergine d’oliva 500 cl .................................................... € 7,90 SAN PATRIGNANO miele millefiori 300 gr ..............................................€ 4,90 SUGAR cuorenero barrique tabacco 35 gr ............................................. € 2,90 SUGAR cuorenero barrique cannella 35 gr .............................................€ 2,90 Sapori del Borgo nocciole pralinate 120gr ....................................... € 5,50 Sapori del Borgo barretta croccante gusto caffè 136gr .................... € 5,50

SAPORI DI CASA Spaghetti alla chitarra 250 gr....................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Strozzapreti 250 gr...................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Straccetti 250 gr.......................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Tagliatelle ai funghi 250 gr........................................... € 3,50 SAPORI DI CASA Fettuccine all’ortica 250 gr........................................... € 3,50 SAPORI DI CASA Fettuccine agli spinaci 250 gr....................................... € 3,50 SAPORI DI CASA Bigoli 250 gr .............................................................. € 2,90 SAPORI DI CASA Maccheroncini 250 gr................................................. € 2,90 SAPORI DI CASA Fettuccine 250 gr......................................................... € 2,90 SAPORI DI CASA Tagliolini 250 gr........................................................... € 2,90

Da bere BRISIGHELLA Spumante brut ................................................................ € 8,90 BRISIGHELLA Ambra albana dolce Docg passita 0,50 l .......................... € 12,90 BRISIGHELLA Brisiglè sangiovese Doc superiore ..................................... € 9,90 BONZARA cabernet sauvignon bonzarone DOC 2006 .......................... € 14,90 CÀ DE MEDICI lambrusco reggiano piazza san prospero ....................... € 4,50 Cà de medici Lambrusco reggiano Piazza San Prospero ....................... € 3,90 Cantina Formigine Lambrusco di Sorbara Dop rosso ........................ € 4,50 Cantine Riunite Lambrusco di Sorbara secco Doc .............................. € 5,50 Cantina Santa Croce Lambrusco Salamino Doc ............................. € 4,50 Cantina Settecani Lambrusco Grasparossa Doc secco ...................... € 4,50 Cantina Sorbara Lambrusco Sorbara Doc ........................................ € 3,90 Cantina SozziGalli Lambrusco di Sorbara Dop amabile .................... € 4,50 Carpi Lambrusco reggiano secco .......................................................... € 3,90 CASALI VITICULTORI Colli scand. Albore secco ...................................... € 5,50 CASTELLO SERRAVALLE Merlot colli bolognesi ...................................... € 11,50 CASTELLO SERRAVALLE pignoletto ....................................................... € 6,90 Cavicchioli Lambrusco di Sorbara Doc tre medaglie .......................... € 4,50 Chiarli Vecchia Modena Lambrusco frizzante secco ............................ € 5,50 CIV colli scad.&can. lambrusco coda rossa ............................................. € 4,50 CONDE’ Sangiovese di romagna Doc 2007 ........................................... € 7,90 CONDE’ Sangiovese di romagna Doc superiore 2007 ............................ € 9,90 DONELLI lambrusco reggiano donelli 1915 secco .................................. € 6,90 DUE TORRI lambrusco reggiano Ilario secco .......................................... € 3,90 FATTORIA PARADISO sangiovese riserva Vigna delle Lepri 2005 ............. € 12,50 FERRARA Duna della Puia DOC Mariotti ............................................... € 5,50

Da bere VALCHIARÒ Pinot Grigio ...................................................................... € 6,90 VALCHIARÒ Friulano ............................................................................ € 6,90

Lazio Da mangiare FALCONI amaretto 450 gr ..................................................................... € 8,90 DOLCIARIA LAMPO Amaretto verolano sfuso amarena 1Kg................... € 16,90 DOLCIARIA LAMPO Amaretto micro sfuso cioccolato 1Kg ..................... € 21,90 DOLCIARIA LAMPO Morbidello micro sfuso pistacchio 1Kg.................... € 21,90 Il Molino Patè di olive con finocchio 100 gr ........................................ € 3,90 Il Molino Confettura di Visciole 212 gr ............................................... € 4,90 Il Molino Extravergine d’oliva monocultivar canino 500 ml ................. € 11,90 Il Molino Extravergine d’oliva Dop Tuscia 500 ml ................................ € 11,90 TUSCANIA Olio extravergine d’oliva 0,50 l ............................................ € 9,90 TUSCANIA Olio extravergine d’oliva 0,75 l ............................................ € 11,90

Da bere CANTINE LUPO primolupo merlot ......................................................... € 8,50 CAPORILLI Antiquo rosso cesanese DOC ............................................... € 7,90 CAPORILLI colline del cesanese rosso DOC ............................................ € 5,90 Collepicchioni Collerosso Lazio Rosso 2009 ...................................... € 4,90 Collepicchioni Donna Paola Marino Doc 2009 ................................. € 6,90 Collepicchioni Perlaia Lazio Rosso 2009 ........................................... € 6,90 Collepicchioni Il Vassallo Lazio Rosso 2008 ....................................... € 14,90

Liguria Da mangiare CÀ MESSIGHI vaso di olive in salamoia da 290 gr .................................. € 4,50 CÀ MESSIGHI pesto con pinoli vaso da 130 gr ...................................... € 5,90 CÀ MESSIGHI Patè di olive taggiasche 180 gr ...................................... € 3,20 POLLA tonno in olio di oliva 140 gr ....................................................... € 5,90 POLLA pesto genovese vaso 85 gr ........................................................ € 2,90 POLLA senape delicata alle olive 200 gr ................................................ € 3,90 POLLA olio extravergine ligure 0,5l ....................................................... € 10,90 POLLA funghi porcini vaso 200 gr ........................................................ € 8,90 POLLA olio ev bott. quadra 0,5 l ........................................................... € 11,00

Da bere POLLA vino pigato doc polla 0,75 l ....................................................... € 8,90 POLLA vermentino doc 0,75 l ............................................................... € 8,90 POLLA rossese doc 0,75 l ...................................................................... € 8,90


Lombardia Da mangiare I VALLICELLI confett. extra arance amare 100 gr .................................... € 5,50 I VALLICELLI confett. extra strudel di mele 100 gr .................................. € 5,90 Molino di Vigevano Dolci soffici ....................................................... € 2,30 Molino di Vigevano Crostate ........................................................... € 2,30 Molino di Vigevano Pizza croccante ................................................. € 2,30 Molino di Vigevano Pane e lievito .................................................... € 2,30 SAN LUCIO Grok gusto classico 5x20 gr ................................................ € 2,80 SAN LUCIO grok gusto deciso 5x20 gr .................................................. € 2,80 SAN LUCIO Grok gusto classico 20 gr ................................................... € 2,80 SAN LUCIO Grok gusto deciso 20 gr ..................................................... € 2,80 TUTTI A TAVOLA ragù di bisonte............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di agnello............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di struzzo............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di capriolo........................................................... € 5,50

Da bere CASTELLO GRUMELLO valcalepio rosso DOC 2005 ............................... € 6,90 CASTELLO GRUMELLO valcalepio bianco 2008 ..................................... € 6,50 LA BOSCAIOLA Franciacorta Docg Brut.................................................. € 17,50 LA BOSCAIOLA Franciacorta Docg Saten................................................ € 18,90 LE CORNE Franciacorta brut Docg ........................................................ € 22,90 LE CORNE Rosè spumante VSQ ............................................................ € 7,90 PODERE CAVAGA ol giopi’ 2007 Franconia IGT .................................... € 6,90 PODERE CAVAGA clamor spumante classico brut ................................. € 9,90 QUAQUARINI riesling oltrepo pavese .................................................... € 4,90 QUAQUARINI pinot noir oltrepo pavese frizzante .................................. € 5,50 VERCESI bonarda oltrepo’ pavese DOC.................................................. € 4,50

Marche Da mangiare BARTOLACCI patè di frico di verdure 100 gr ......................................... € 3,50 BARTOLACCI preparato a base di lamponi 240 gr ................................ € 4,90 BARTOLACCI manorle sgusciate sottovuoto150 gr ............................... € 4,90 BARTOLACCI miele millefiori ................................................................ € 4,50 CONCA D'ORO olio extravergine d’oliva bio lt. 0,75 .............................. € 9,50 CASONI linguine stese a mano 250 gr.................................................... € 2,90 CASONI tonnarello aglio e prezzemolo 250 gr ....................................... € 2,90 CATALINI confettura extra pomodori verdi 220 gr ................................. € 4,90 DULCIS HARMONIA tozzetti .................................................................. € 2,80 FORNERIA TOTÒ Anicini ....................................................................... € 7,90 MARTARELLI barzotto s.v. al kg ............................................................. € 12,90 MARTARELLI nero di grotta norcia s.v. al kg ........................................... € 19,90 ROMOLI spalmabili al caffè ................................................................... € 5,90 ROMOLI spalmabili al gianduja .............................................................. € 5,90 ROMOLI spalmabili al miele e cioccolato ................................................ € 5,90 ROMOLI spalmabili al fondente senza zucchero ..................................... € 5,90 Monterosso Riccioli di farro Bio 500 gr .............................................. € 2,90 Monterosso Penne di farro Bio 500 gr................................................ € 2,90 Monterosso Spaghetti di farro Bio 500 gr........................................... € 2,90 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva laudato 0,50 l ........................... € 19,00 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva solivo 0,50 l .............................. € 12,00

Da bere BARTOLACCI bianchello del metauro Doc ............................................ € 19,00 BARTOLACCI succo e polpa di pere 200 ml .......................................... € 1,50 BARTOLACCI succo e polpa di pesca 200 ml ........................................ € 1,90 BARTOLACCI succo e polpa di mora 200 ml ......................................... € 1,90 BARTOLACCI bianchello del metauro doc ............................................. € 5,90 BARTOLACCI sangiovese colli pesaresi doc ........................................... € 5,50 BARTOLACCI preparato a base di lamponi 240 gr ................................ € 4,90 CATALINI vino cotto in fiasco a candela 750 ml ..................................... € 19,00 COLLELUCE vernaccia di serrapetrona XXIV canto passito ..................... € 18,50 COLLELUCE Vernaccia si Serrapetrona Secca ......................................... € 12,00 DOMODIMONTI Il Messia 2006 ............................................................. € 25,00 DOMODIMONTI Picens 2006 ................................................................ € 10,50 DOMODIMONTI Piccolo principe 2009 ................................................. € 7,50 DOMODIMONTI Deja v 2009 ................................................................ € 7,90 DOMODIMONTI Li coste 2009 .............................................................. € 12,00 DOMODIMONTI Monte fiore 2009 ....................................................... € 6,90 IL CRINALE rosso piceno DOC 2008 mizar ............................................. € 4,50 IL CRINALE Pecorino micaur doc ............................................................ € 5,90 IL CRINALE Passerina castrum doc ......................................................... € 5,90

Piemonte Da mangiare BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in tessuto............................................... € 3,90 BARAGGIA Riso baldo 1 kg.................................................................... € 3,50 SAN CASSIANO fonduta di bra dop 180 gr............................................. € 6,90 ORYZA Riso venere nero 500 gr.............................................................. € 4,90 ORYZA Riso carnaroli in yuta 500 gr....................................................... € 3,50 ORYZA Gallette tonde bio farro.............................................................. € 1,60 SAN CASSIANO ragù di fagiano 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di faraona 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di camoscio 90 gr ................................................ € 4,90 SAN CASSIANO salsa di noci e funghi 90 gr .......................................... € 3,90 SAN CASSIANO mousse di vino Moscato d'Asti Docg 70 gr................... € 1,90

Da bere ANZIVINO Gattinara Docg rosso 2005 ................................................... € 13,90 ANZIVINO Nemesi IGT rosso 2008 ......................................................... € 5,50 ANZIVINO Bramaterra 2005................................................................... € 12,50 MARCAURELIO Barbera d’Asti Terradacia 2006 Doc ............................. € 8,90 MARCAURELIO Barbera d’Asti Zeroincondotta 2009 Docg ................... € 12,50 MARCAURELIO Moscato d’Asti Lucifero 2009 Docg ............................. € 10,90

Puglia Da mangiare ALTAMURGIA salsiccia stagionata della murgia prezzo/kg ..................... € 29,00 ALTAMURGIA Soppressata della murgia prezzo/kg ............................... € 34,00 BELLA CONTADINA fungoncelli contad. in olio semi 290 gr .................. € 4,50 BELLA CONTADINA scaldatelli alla pizza 500 gr .................................... € 3,90 BELLA CONTADINA orecchiette pugliesi 500 gr ..................................... € 2,90 BELLA CONTADINA Pomodori secchi alla contadina .............................. € 4,90 BELLA CONTADINA Cetriolini in aceto 290 gr ....................................... € 3,50 BELLA CONTADINA Aglio al peperoncino .............................................. € 3,90 BELLA CONTADINA Carciofi interi della nonna alla contadina ................ € 4,90 PUGLIESITà tocchetti olio ev di olia 400 gr ............................................ € 4,50 PUGLIESITà mastaccioli al vin cotto 400gr ............................................ € 4,90 PUMA carciofini alla brace bio 280 gr .................................................... € 5,50 PUMA carciofi interi bio 280 gr ............................................................. € 6,50 PUMA Melanzane a filetti 280 gr. CDA ................................................. € 4,50 TENUTA BIANCO olio extravergine oliva lt. 0,5 ...................................... € 10,90 TENUTA BIANCO olio extravergine d’oliva 0,25 l ................................... € 5,90 SUDALIMENTA Orecchiette con cime di rapa ........................................ € 3,50 SUDALIMENTA Pennette con melanzane ............................................... € 3,50 SUDALIMENTA Spaghetti neri alla marinara ........................................... € 4,90

Da bere ASTORE massaro rosa negroamaro ........................................................ € 4,90 ASTORE Krita chardonnay + malvasia bianca ......................................... € 5,90 ASTORE Filimei 2009 Negroamaro......................................................... € 8,90 ASTORE argentieri negroamaro+cabernet sauvignon ............................ € 11,90 ASTORE Jema 2007............................................................................... € 7,90 RIVERA preludio chardonnay 2008 ........................................................ € 4,90 RIVERA terre al monte sauvignon 2008 ................................................. € 4,80

Sardegna Da mangiare GARAU Formaggio spalmabile su Angiu 200 gr ................................... € 4,90 MURRU Salsiccia sarda con finocchietto al Kg ....................................... € 19,90 MURRU Salame sardo al Kg ................................................................... € 19,50 MURRU Lonza affumicata al Kg ............................................................. € 26,00

Da bere DORGALI cannonau di viniole riserva 2006 ........................................... € 10,90 DORGALI cannonau sardegna DOC filieri rosato2009 ........................... € 4,50 DORGALI vermentino sardegna DOC isalle 2009 .................................. € 4,90 DORGALI cannonau sardegna DOC calaluna 2009 ................................ € 4,50 DORGALI isola dei Nuraghi IGT noriolo selez. ‘07 .................................. € 10,90 DORGALI cannonau di sardegna viniola riserva ‘07 ............................... € 9,50 DORGALI cannonau sardegna doc vigna di isalle’09 ............................. € 5,50 DORGALI noriolo igt rosso 2008 ........................................................... € 9,50 DORGALI grappa di cannonau filieri selezione 45% .............................. € 22,90


DORGALI vermentino sardegna doc calaluna 2010 .............................. € 4,90 MONTESPADA vermentino DOC sabbialuce .......................................... € 5,80 MONTESPADA vermentino DOC sole di sardegna ................................. € 5,80 Roccavorte Muscadellu moscato sardo ............................................ € 13,90

Sicilia Da mangiare ALICOS pesto al finocchietto selvatico 180 gr ........................................ € 5,50 ALICOS scorzette di arance - vasetto gr 100 .......................................... € 4,90 ALICOS Salsa pronta di pomodoro ciliegino e datterino ........................ € 2,40 ALICOS Panettone artigianale al pistacchio di Bronte............................. € 19,90 ALICOS condimento pasta con le sarde ................................................ € 3,90 ALICOS colomba al pistacchio .............................................................. € 20,90 ALICOS farina di pistacchio .................................................................. € 4,90 ASARO Quadrelli alle mandorle e pistacchio di Bronte 150 gr ............... € 5,90 CAFFE’ GINEVRA Lattina intenso macinato ........................................... € 5,30 CAFFE’ GINEVRA Crema di caffè ........................................................... € 5,90 CAFFE’ GINEVRA Crema di pistacchio ................................................... € 5,90 CINQUE COLLI Olio extravergine d’oliva 0,50 l ...................................... € 8,50 Dry Fruit Miele e pistacchi di sicilia 230 gr ........................................... € 6,50 Dry Fruit Pesto di pistacchi di sicilia 190 gr .......................................... € 5,90 Dry Fruit Crema di mandorle di sicilia 200 gr ...................................... € 4,90 Dry Fruit Crema di nocciole italiane 200 gr ......................................... € 4,90 GIOVI uva passa in grappa moscato 20 cl .............................................. € 7,90 Le terre di Corleone Margherita 500 gr ........................................... € 2,90 Le terre di Corleone Busiata Corleonese 500 gr ............................... € 2,90 Le terre di Corleone Reginelle 500 gr .............................................. € 2,90 MILAZZO olio extravergine di oliva 0,50 l .............................................. € 8,90 Quignones olio extravergine d’oliva 0,50 l .......................................... € 8,90 SALLEMI campagnolo extravergine oliva bottiglia 0,75 l ........................ € 9,90 SALLEMI Olio extravergine d’oliva Re Dop Monti Iblei 750 ml ................ € 15,00 villa reale pesto alla trapanese 180 gr .............................................. € 4,90 villa reale sugo con bottarga 180 gr ................................................. € 3,90 villa reale sugo con frutti di mare180 gr ........................................... € 3,90 SPOTO olio extra vergine di oliva kento 0,5 l ......................................... € 14,50

Da bere ALCESTI chardonnay 2008 IGT .............................................................. € 5,90 ALCESTI Narkè dei poeti 2005 .............................................................. € 7,90 ALCESTI Isola dei profumi rosso ............................................................ € 5,50 ALCESTI Isola dei profumi bianco .......................................................... € 4,90 ALCESTI Syrah 2008 .............................................................................. € 6,90 ALTOBELICE chardonnay Tre Feudi ......................................................... € 5,90 ALTOBELICE Trerrè Doc nero d’avola ...................................................... € 5,90 ALTOBELICE Tre Feudi merlot ................................................................. € 5,90 ALTOBELICE Tre Feudi cabernet-sauvignon ............................................ € 5,90 COLLETTI Don Luca nero d’avola ........................................................... € 6,90 CUSUMANO cassetta trsv x 6 - angimbe’ & benuara ............................. € 69,00 CUSUMANO cassetta trsv x 6 benuara & cubia ..................................... € 69,00 FENECH Malvasia delle Lipari Doc passito 2008 ..................................... € 22,00 GIOVI liquore a base di grappa.............................................................. € 5,50 GIOVI grappa di cerasuolo..................................................................... € 5,50 HAUNER malvasia delle lipari naturale 500 ml ....................................... € 19,00 HAUNER magnum rosso antonello igt salina 2007 ................................ € 35,00 HAUNER salina bianco igt 2010 750 ml ................................................ € 7,50 MIMMO PAONE rosso nocera IGT 2004 ................................................ € 8,00 Quignones Passito Aner Sicilia 2006 ................................................... € 16,90 Quignones Petit Verdot ...................................................................... € 7,90 Quignones T. d’Apaforte cabernet/sauvignon Sicilia 2002 .................. € 12,90 SETTESOLI viognier ............................................................................... € 5,50 SETTESOLI syrah .................................................................................... € 5,90 SUTERA Kalea rosso Igt 2008 ................................................................ € 39,00 TOLA syrah nero d’avola ....................................................................... € 5,90 TOLA nero d’avola rosso IGT ................................................................. € 4,90 TOLA syrah rosso IGT ............................................................................ € 4,90 TOLA chardonnay insolia 2009 ............................................................. € 5,90 TASCA D'ALMERITA camastra ............................................................. € 8,50 VITICULTORI chardonnay 2009 ............................................................. € 5,50

Toscana Da mangiare I GREPPI DI SILLI olio Moraiolo 500 ml ................................................... € 13,90 I GREPPI DI SILLI miele di acacia 250 gr .................................................. € 4,50 IL BORRO olio extravergine 2009 0,5 lt ................................................. € 14,90

IL CASELLINO olio biologico campo di torri bot. 0,5 lt ........................... € 13,90 LE BONTA’ Crostino toscano 180 gr....................................................... € 3,90 LE BONTA’ Salsa speck e porcini 180 gr ................................................. € 3,90 LE BONTA’ Crostino toscano al tartufo 180 gr......................................... € 4,90 LE BONTA’ Sugo di cinghiale 180 gr ...................................................... € 3,90 LE BONTA’ Sugo di chianina 180 gr ....................................................... € 3,90 LO SPICCHIO Ragù di chianina .............................................................. € 5,50 LO SPICCHIO Fegatini Toscani ............................................................... € 6,90 LO SPICCHIO Sugo all’aglione ............................................................... € 3,50 PARMOLETO olio igp toscano 2009 500 ml ........................................... € 8,90 SAVINI TARTUFI miele al tartufo bianco 40 gr ........................................ € 8,50 SAVINI TARTUFI crema di lardo al tartufo 80 gr ...................................... € 5,90 SAVINI TARTUFI salsa del tartufaio ......................................................... € 6,50 SAVINI TARTUFI polenta del tartufaio 140 gr ......................................... € 5,90 TREGGIANO Olio extravergine d’oliva 0,75 l ......................................... € 14,90

Da bere ABBADIA ARDEGNA Brunello 2004 ...................................................... € 23,90 ABBADIA ARDEGNA rosso di Montalcino 2007 DOC ............................ € 9,90 DIEVOLE brunello di Montalcino ........................................................... € 23,00 CAPITONI capitoni orcia DOC annata 2006 ........................................... € 8,50 CECCHI morellino di scansano DOC 2006 riserva .................................. € 9,50 COLLE MASSARI rigoletto montecucco rosso DOC 2008 ....................... € 7,90 COLLE MASSARI Irisse montecucco vermentino DOC 2009 ................... € 10,90 FATTORIA CAMPIGIANA chianti barbarossa Docg 2008 ....................... € 7,90 FATTORIA CAMPIGIANA Chianti Docg 2008 ........................................ € 6,90 LE TORRI Magliano 93 .......................................................................... € 19,00 IL BORRO Polissena IGT sangiovese 2006 .............................................. € 12,00 IL BORRO Lamelle chardonnay 2008 IGT ............................................... € 11,90 LA FORNACE morellino di scansano 2009 Docg ................................... € 5,90 LA FORNACE morellino di scansano riserva ........................................... € 11,00 LE TORRI chianti classico Docg .............................................................. € 5,90 PARMOLETO montecucco sang. riserva DOC 2006 ............................... € 8,90 PARMOLETO grappa montecucco song ................................................ € 15,00 PALAZZO VECCHIO nobile riserva 2004 ................................................. € 15,00 PALAZZO VECCHIO nobile di Montepulciano ........................................ € 12,50 PODERE L’AIONE Poderoso sangiovese morellino di scansano 2009....... € 8,90 PODERE L’AIONE Roscio maremma sangiovese cabernet sauvignon 2009....... € 32,00 POGGIOSECCO Anora’ chianti riserva bio 2006 .................................... € 7,90 POGGIOSECCO Chianti Docg Bio 2006 ................................................. € 8,50

Trentino Alto Adige Da mangiare ENDRIZZI mostarda di vino Masetto Nero 110 gr ................................... € 7,50 ENDRIZZI mostarda di Gewurztraminer 110 gr ...................................... € 7,50 FELICETTI tagliatelle bio all’uovo 500 gr ................................................. € 3,50 FELICETTI ditalini farro 500 gr ................................................................ € 3,90 FELICETTI Conchiglioni Bio matt 500 gr ................................................. € 2,90 SELECTED FOOD ragù di manzo della val d'ultimo ................................. € 5,50 SELECTED FOOD salame di cinghiale gruber&telfser 240 gr ................... € 6,20

Da bere BERTAGNOLLI grappa marzemino 0,5l ................................................. € 14,90 BERTAGNOLLI grappa traminer 0,5 l ..................................................... € 16,90 BERTAGNOLLI grappa koralis 0,35 l ...................................................... € 10,90 ENDRIZZI muller thurgau trentino DOC 2009 ........................................ € 9,80 ENDRIZZI gewurztraminer trentino DOC 2009 ...................................... € 13,90 ENDRIZZI brut metodo classico Trento DOC 2005 .................................. € 9,90 RONER Gewurztraminer ........................................................................ € 8,50 VILLA CORNIOLE muller thurgau DOC 09 ............................................. € 8,90 VILLA CORNIOLE gewurztraminer DOC 09 ............................................ € 11,90 VILLA CORNIOLE lagrein DOC 08 .......................................................... € 10,90 VILLA CORNIOLE teroldego 7 pergole DOC 03 ...................................... € 16,90

Umbria Da mangiare Bittarelli fagiolina del Trasimeno 250 gr ............................................ € 5,90 Bittarelli orzo perlato 500 gr .............................................................. € 2,50 Bittarelli cicerchie 500 gr.................................................................... € 3,90 Bittarelli ceci piccoli nazionali 500 gr ................................................. € 3,50 Bittarelli cicerchie all’antica 350 gr .................................................... € 4,90 BITTARELLI Zuppa di farro e ceci ............................................................ € 5,90 TARTUFI JIMMY crema di carciofi e tartufo ............................................ € 3,50 TARTUFI JIMMY delizia di funghi porcini/tartufo bianco ......................... € 3,50


Valle d'Aosta Da mangiare ALPENZÙ ragu’ di cinghiale 200 gr ........................................................ € 4,90 ALPENZÙ ragu’ di capriolo 200 gr ......................................................... € 4,90 ALPENZÙ Ragù di cervo ........................................................................ € 5,50 ALPENZÙ fonduta di fontina 295 gr ...................................................... € 5,50 ALPENZÙ miele mignon di acacia .......................................................... € 2,90 ALPENZÙ Sugo ai funghi porcini ........................................................... € 4,90 ALPENZÙ Fonduta valdostana................................................................ € 5,50 ALPENZÙ Fonduta al muller thurgau Doc .............................................. € 4,90 ALPENZÙ Tegole valdostane .................................................................. € 3,90

Da bere ALPENZU’ Grappa barricata 0,50 l ......................................................... €16,90 ALPENZU’ Grappa morbida 0,50 l ......................................................... €15,90 LA SOURCE chardonnay DOC Valle d’Aosta .......................................... € 8,90 LA SOURCE gamay DOC Valle d’Aosta .................................................. € 8,50 LA SOURCE petite arvine DOC Valle d’Aosta ......................................... € 9,50

Veneto Da mangiare BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in tessuto ............................................... € 3,40 BARAGGIA Riso carnaroli 1 kg in carta .................................................. € 3,90 BARAGGIA Riso baldo 1 kg ................................................................... € 3,50 BRIO brio al cioccolato ........................................................................... € 2,90 GERARDO CESARI Olio extravergine d’oliva 0,50 l ................................. € 9,90 GERMINAL aceto di mele ...................................................................... € 2,90 IL MANGIAR SANO crostatina albicocca s/z aggiunto ............................ € 1,50

IL MANGIAR SANO biscotti farciti alla frutta .......................................... € 2,50 REDORO extravergine d’oliva extra bott 0,75 l....................................... € 8,90 REDORO extravergine d’oliva extra latta 5 l ........................................... € 45,00 REDORO olio al rosmarino 0,25 l ........................................................... € 5,50 REDORO olio al limone 0,25 l ................................................................ € 5,50 REDORO olio aglio e peperoncino 0,25 l ............................................... € 5,50 TRE CASE peperlata conf. frutta peperoncino ........................................ € 4,50 TRE CASE perine allo zenzero 360 gr ..................................................... € 4,90 TRE CASE radicchio rosso tardivo gr.300 treviso ..................................... € 4,50

Da bere CÀ SISA prosecco DOC extra dry ........................................................... € 4,90 Collina dei Ciliegi Amarone Il Ciliegio 2005 Doc .............................. € 32,90 Collina dei Ciliegi Corvina Veronese IGT .......................................... € 5,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Ripasso 2008 Doc .............................. € 11,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Superiore 2008 Doc ........................... € 8,90 COLLINA DEI CILIEGI Recioto 2008 Doc ............................................... € 17,90 DESMONTA’ rinero rosso IGT 75 cl ........................................................ € 7,90 DESMONTA’ nero d’arcole DOC 2007 ................................................... € 17,90 DESMONTA’ arcole pinot grigio DOC desmontà 75 cl ............................ € 5,90 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Borgognotta 0,75 l ................ € 45,00 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Borgognotta 1,50 l ................ € 99,00 GERARDO CESARI Amarone Valp. Bosan Bordolese 3 l ......................... € 170,00 MOLETTO lison classico 2009 ............................................................... € 5,90 MOLETTO franconia IGT 2007 ............................................................... € 5,90 MOLETTO colmello bianco barricato 2006 ............................................ € 8,90 REDORO amarone valpolicella 0,75 l .................................................... € 22,00 REDORO spumante brut 0,75 l ............................................................. € 7,90 RONCA corvina IGP 2008 ..................................................................... € 4,90 RONCA custoza Te'ra 2009 Dop............................................................ € 4,50 RONCA Garganega Camì 2009 ............................................................ € 4,90 RONCA Pinot Grigio Garganega Meuì 2009 ......................................... € 4,90 ZECCHINI Valpolicella valpantena superiore 2008 ................................. € 8,90 ZECCHINI Amarone valpolicella 2003 ................................................... € 32,00

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I temi del bio fuori casa portano alla ribalta l’attualità dell’opzione biologica in ristoranti e bar e mettono sul piatto le opportunità per dargli slancio e vigore

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