1991-2005
Vogliamo dedicare questo editoriale di fine anno a Voi tutti, cari Soci, che ci sostenete con passione, partecipazione e sincero affetto; vogliamo ringraziarvi per il vostro crescente interesse e per la vostra paziente disponibilità a comprendere il momento delicato che da più di un anno sta attraversando la nostra Organizzazione, momento “particolare” che non ha però bloccato le attività più importanti, quelle di segreteria e di redazione. Vogliamo anche ringraziare quanti, esterni al Club, ci hanno permesso di concludere, nonostante tutto, questo anno sociale 2005 in modo più che soddisfacente; ci riferiamo soprattutto agli esperti che hanno dedicato parte del loro prezioso tempo per risposte interessanti ed esaurienti ai Vostri quesiti che sono lo strumento migliore per aiutarci a conoscere in modo più completo i nostri amati cagnoloni, e al nostro nuovo sponsor “ANNAMAET pet foods” che, con il suo tangibile sostegno e contributo, ha permesso la realizzazione di un ottimo Raduno Nazionale, giudicato da uno dei più illustri allevatori americani, Mr.Thomas Oelschlager “Kontoki Kennels” e la pubblicazione del nostro trimestrale che tanto successo riscuote sempre presso tutti gli appassionati della razza. Una ventata di moderato ottimismo, che ci arriva da alcuni significativi recenti fatti accaduti nel mondo della cinofilia ufficiale, ci fa ben sperare per il futuro; alcuni “contenziosi” si avvicinano a conclusione positiva e una situazione più serena e distesa ci permetterà di meglio valutare il “da farsi”, concentrandoci su quelle attività che maggiormente riscuotono la vostra approvazione. Il cambio di presidenza al vertice CIRN/Seshi e lo spostamento di interesse della FIMSS da noi al Seshi, dovrebbero permetterci di lasciarci alle spalle tante “pretestuose polemiche” e al tempo stesso di impostare un confronto/dialogo più costruttivo instradato su binari di correttezza, anche di linguaggio, e di rispetto del nostro lavoro. Confidiamo anche in una definitiva conclusione di ripicche da parte di ex presidenti e consiglieri, augurando loro maggior fortuna e soddisfazioni in altre organizzazioni a cui ambivano da sempre per mentalità e maggior interesse professionale. All’Assemblea Generale dei Soci del prossimo marzo, a rinnovo effettuato, si potrà quasi certamente, in un clima più sereno, riparlare di nuove elezioni per le cariche sociali, potendo contare sulla disponibilità già manifestata di soci “vecchi” e “nuovi”. Con queste “interessanti novità” vi diamo appuntamento al prossimo anno, augurandovi ogni bene possibile e tanta, tanta felicità. Ed ora vi lasciamo ad una buona lettura della nostra ultima fatica………. Alessandro Beretta (Consigliere)
Guido & Laura Barbieri (ufficio di Segreteria e Redazione)
SOMMARIO Inverno 2005 Responsabile e progetto grafico copertina
Alessandro Beretta
Coordinamento di Redazione
Guido Barbieri
HANNO COLLABORATO
Giulio Bernardini Linda Bertazzini Luca Brioschi Filippo Cattaneo Stefano Cavalletti Elena Cavazza Francesca Clemente Fabrizio Filoni Rosa Galluccio Gloria Di Petta Silvia Mazzani Adele Oldani Elena Pasetto Cristina Pezzica Valeria Rodaro Sara Tessitore Jessica Vallerino Elisa Vignoli
Editoriale Velikayas Inti Raymi Un buon libro da leggere Un po’ di storia Anatomia Sistematica e comparata Il prezzo del cucciolo Come scegliere un allevamento Scheda allevamento del Ligorna Pedigree, Etica ed educazione Pedigree, altre considerazioni Racconto di Natale Siberian Huskies in via di estinzione Il colore Agouti Gli esperti rispondono Dibattito sulla pura razza Dalla segreteria Auguri e istruzioni rinnovo
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Inserto Registrazioni al L.O.I. di n.8 pagg. SIBERIAN HUSKY CLUB - ITALIA CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente Vice Presidente Consiglieri Alessandro Beretta
COLLEGIO SINDACALE Guido Barbieri, Elena Cavazza e Mauro Lorusso Redazione SHC-I NEWS via Montenevoso, 36 21013 Gallarate (VA) tel. e fax 0331 775983 E-mail: info@shc-italia.it http://www.shc-italia.it Ringraziamenti a: Flavio Rovelli
COLLEGIO dei PROBIVIRI Luca Brioschi, Filippo Cattaneo e Jessica Vallerino Supplente: Stefano Cavalletti Segreteria
Laura Pedullà Barbieri
Questo numero del “SHC-I NEWS 4/2005 Inverno viene messo in distribuzione in data 15 dicembre 2005 Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la redazione della rivista né rispecchiano pareri ufficiali del Club.
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News Inverno 2005
VELIKAYAS INTI RAYMI Padre: Ch.Akzal (Innisfree‟s Red Kalypso x Yukon Shadow) Madre: Kappa (Greg du Loup Polaire x Hathena du Loup Polaire) Femmina Nero/Bianca – occhi impari
Nata l‟11 dicembre 1989 – LOI TC. 014678
INTI, quella luce negli occhi
V
elikayas Inti Raymi in una fredda e limpida mattina del febbraio 1990 entrò nelle nostre vite con la furia di un ciclone; quando infatti, a due mesi d‟età, la portammo a casa, capimmo quasi subito che non avremmo avuto a che fare con “uno stinco di santo”, ma non pensavamo che sarebbe arrivata a tanto… Mentre lei cresceva in fretta, e con lei anche la microscopica macchia scura nell‟occhio destro, dapprima completamente azzurro, di pari passo le gambe di tavoli e sedie dentro casa si assottigliavano sempre più; una bella mattina trovai la cassapanca nell‟ingresso completamente mancante di uno spigolo. Per non parlare degli spaventosi ululati diurni e soprattutto notturni, che disturbavano il sonno di tutta la casa, vicini compresi. A nulla valsero le mie decise minacce di spedirla “alla Martinella”, ridente località nelle vicinanze di Parma ove è situato un grande canile…. Velikayas Inti Raymi - il suo nome deriva da un mio viaggio sulle Ande del 1989 e significa “FESTA DEL DIO SOLE” – era più decisa di me. Alla fine fummo costretti a cambiare casa e a trasferirci in campagna. Figlia di un grande campione come Akzal, rivelò subito un temperamento forte, indipendente, da VERA SIBERIANA, sia nella vita di tutti i giorni, sia nell‟attività alpinistica a cui noi, da sempre grandi appassionati di montagna, iniziammo ad avviarla fin dai primi mesi di vita. Molto tempo è passato da allora e “Inti-Agata” ha ormai quasi sedici anni - un rapido calcolo mi dice che, paragonando l‟età canina a quella umana, è sicuramente ultracentenaria – ma ancora non se li sente. Nei suoi momenti migliori corricchia, e a volte tenta di saltare gli ostacoli, ma cent‟anni non sono uno scherzo e qualche volta piomba a terra rovinosamente, ma si rialza sempre cercando, con una dignità assolutamente “LUPESCA”, di fare l‟indifferente.
Ancora adesso, qualche volta, devo concentrarmi intensamente nel mio ruolo di “capobranco” e raccogliere le forze per non farmi sovrastare dalla sua volontà. Durante quest‟ultimo anno l‟avevo già vista spacciata un paio di volte, ma alla fine si è incredibilmente ripresa. Una decina d‟anni fa ha anche rischiato di rimanere nel sonno eterno a causa di un‟eccessiva dose di anestetico durante un intervento chirurgico. A questi tre episodi dobbiamo sommare un paio di scampati pericoli durante le sue avventure alpine: il volo dalla cima rocciosa dei Denti di Cumiana a sette mesi, inseguendo pazzamente una lucertola, con un “atterraggio di fortuna” sulla cima di un albero e lo scivolone in un canalone ghiacciato al Cornone di Blumone, con autoarresto a mezzo “unghie conficcate nel ghiaccio” nel 1991. Secondo me, di vite, deve averne già utilizzate almeno cinque, e a volte mi domando quante gliene rimarranno ancora: se ne ha a disposizione sette, come i gatti, forse ancora due…. Speriamo in bene! La sua ultima salita in montagna è del gennaio 2004 quando, a 14 anni compiuti, è salita ancora una volta sul Monte Marmagna, nell‟Appennino Parmense, in invernale e senza colpo ferire…. Forse avrebbe potuto continuare ancora per qualche tempo, ma abbiamo voluto che chiudesse così, in bellezza, senza problemi. Abbiamo voluto conservare di lei l‟immagine della sua forma più smagliante e così, dopo quello splendido Capodanno senza una nuvola in cielo, ma con molto vento e in un‟atmosfera quasi himalayana, Inti ha chiuso con le sue straordinarie avventure alpinistiche. Avventure che l‟hanno portata sulla vetta di grandi montagne di oltre quattromila metri di altezza, come il Monte Rosa, il Breithorn e lo Strahlhorn, insieme a venticinque vette di oltre tremila metri ed altre ancora, per un totale di più di cinquanta ascensioni, anche notevolmente difficili per un cane.
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News Inverno 2005 Avventure che recentemente, nel febbraio 2005, le sono valse l‟ultimo e più importante successo: la nomina a “Mascotte Onoraria” del Club dei 4000. Anche Uli Biaho, figlio di Inti, dal 1993 ha partecipato alla maggior parte delle nostre avventure, ma è sempre stato un po‟ adombrato dall‟eccesso di personalità della “strega”. Diverse di queste avventure sono già state raccontate in passato dalle pagine del nostro “caro” notiziario, ma vorrei dirvi ancora, e soprattutto, del fiuto di Inti per l‟itinerario e per i crepacci, del suo notevole senso di orientamento e del suo grande SENSO PER LA NEVE. Nell‟anno 2000, dopo un‟ascensione di circa un migliaio di metri di dislivello in neve fresca e per gran parte nella nebbia, quindi senza tracce e in totale assenza di visibilità, riuscimmo a raggiungere la vetta del Pizzo Tambo, sulle Alpi dello Spluga, a 3279 metri, nonostante le avverse condizioni meteo, seguendo Inti sciolta e quindi libera di seguire il suo fiuto. Lei, è da notare, non conosceva affatto l‟itinerario; una volta giunti sulla vetta, ormai sulla via del ritorno, incontrammo un gruppo di alpinisti, che avevano già effettuato alcune volte questa ascensione e che ci confessarono candidamente di essere riusciti a salire fin lì solo grazie alle orme del cane. In un‟altra circostanza, nel settembre 1992 sulla Vedretta di Fumo, nel gruppo dell‟Adamello, fummo sorpresi da una violenta perturbazione sul ghiacciaio, dopo una lunga salita verso il Bivacco Gualtiero Laeng al Corno di Cavento, a 3000 metri di altezza. A causa della nebbia e dell‟intenso maltempo non riuscimmo ad individuare il bivacco e si rese quindi necessario ritornare sui nostri passi. Passi che però, a causa del ghiaccio durissimo di fine estate, non avevano lasciato nessuna impronta; Inti quella volta fu lei a riportarci a casa, individuando la giusta via del ritorno ed evitandoci un duro bivacco all‟addiaccio, sicuramente sgradevole e forse non privo di conseguenze. Adesso che parecchi anni sono passati, e che per lei è passato il tempo di queste imprese, ed è venuto quello di un meritato riposo, le brilla sempre una luce negli occhi quando, dal recinto, ci vede ancora una volta partire con Uli verso le sue montagne.
Silvia Mazzani (Marano – PR)
Inti Raymi, un nome un po‟ particolare, strano, che non si dimentica facilmente, soprattutto se a portarlo è una Siberian Husky. Sentii quel nome tanti anni fa ad una esposizione canina dove era presente anche la sua allevatrice Isabella Zirri che mi presentò la sua proprietaria e ovviamente Lei, Inti, figlia giovanissima del mio amato Siberian, Akzal. L‟avevo notata poco prima e mi chiedevo da dove uscisse quella elegante e femminilissima cagnolina con tratti che mi ricordavano un po‟ la mamma di Akzal e tutta la sua linea di sangue. Era un momento sicuramente più felice dell‟attuale nelle esposizioni, ma già si vedevano i primi segni di decadenza di una razza troppo di moda e, come accade spesso nella moda, allevata assai male da parte di quasi tutti, allevatori o no. Lei Inti, si differenziava da tutto questo, dava l‟idea della Siberiana quella con la “S” maiuscola, quel Siberian atletico asciutto e terribilmente elegante che descrive lo standard, con una testa splendida e femminile ormai quasi scomparsa in Europa, ma presente in America in diversi allevamenti „puristi‟ della razza. Ricordo che quel giorno vinse la classe giovani senza molti problemi. Forse era solo un po‟ spenta, ma a me sembrava che anche la proprietaria fosse un po‟ spenta in esposizione e si sa i siberiani „sentono‟ molto l‟umore dei compagni umani!. Avevo visto Inti da piccola a circa 60 gg. da Isabella insieme agli altri cuccioli. Mi chiesi in quella esposizione perché Isabella non aveva tenuto quella femmina così bella . Evidentemente il destino di Inti era un altro, assai più importante. Non sentii più parlare di Inti per tanti anni. E dimenticai quella cucciolata di Akzal. Un po‟ di tempo fa lessi sul bollettino, per la prima volta, le fantastiche avventure escursionistiche di una siberiana a nome Inti. Quel nome così particolare mi fece ricordare quella figlia di Akzal, quell‟esposizione lontana nel tempo, quella cagnolina elegante…….. Non sapevo se era veramente lei e lasciai perdere. E poi lessi di nuovo le sue avventure, vidi una foto, anche se maturata i tratti erano quelli…. a quel punto chiesi all‟amico Guido se si trattava proprio di lei o no visto che comunque si parlava di un cane non giovane! Guido mi confermò che si trattava proprio della Inti Raymi: la figlia di Akzal! Ogni volta che arrivava il bollettino e c‟erano le sue imprese le leggevo con grande piacere, mi confermavano ogni volta che un Siberiano VERO
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News Inverno 2005 è in grado, con un compagno umano GIUSTO, di fare veramente imprese eccezionali per un cane. Ma mi davano anche conferma di un carattere che sicuramente proveniva geneticamente dalle linee di sangue del padre (unite ad alcune della madre), infatti vari figli di Akzal sono diventati degli ottimi compagni di escursioni alpine dei loro amati proprietari, dallo sci alpinismo alle scalate, e tutti si sono sempre dimostrati infaticabili e destri compagni di viaggio, MA NESSUNO HA FATTO IMPRESE COSI’ GRANDI COME INTI. E poi … Ho letto in anteprima l‟articolo scritto dalla proprietaria di Inti con la quale, dopo tanti anni, ci siamo sentite. La cosa che mi ha colpito di più è il carattere; carattere da VERA siberiana, non semplice, non facile, di grandissima dignità e riservatezza, non sempre docile, decisa e forte, compagna di viaggio indipendente in grado di decidere autonomamente la via da seguire nel modo migliore e senza mai sbagliare, in grado di destreggiarsi e reagire al pericolo in modo istintivo e sicuro senza panico, IN BREVE QUEL SIBERIAN HUSKY CHE, NELLA STORIA DELLA RAZZA, IN ARTICO CON LA SLITTA HA SALVATO, AIUTATO E CONDOTTO A CASA I COMPAGNI UMANI NELLE PIU‟ TERRIBILI CONDIZIONI ATMOSFERICHE. Istinto innato, basilare nella razza, che ancor oggi gli studiosi della materia non sono riusciti a comprendere o a decifrare.
Ora Inti è vicina al suo 16° compleanno, UN ALTRO RECORD NELLA RAZZA, anche questo a conferma di una forza e robustezza fisica non indifferenti, se si tiene conto delle medie dichiarate da veterinari, allevatori e proprietari di Siberiani che danno come prospettiva di vita del Siberian tra i dieci e dodici anni. Per fortuna sembra che in tutta la linea del padre (della mamma di Inti non so nulla) la longevità sia nella norma visto che sono molto pochi i figli, fratelli e nipoti che ci hanno abbandonato prima dei tredici anni con la punta massima, a me conosciuta, di 15 anni e mezzo della nonna di Inti. I ricordi e le analogie vanno ai cari compagni che mi hanno ormai lasciata da tempo, ma soprattutto alla mamma di Akzal, nonna di Inti, Yuckie che aveva lo stesso carattere (Akzal era molto più docile) e lo ha mantenuto fino alla fine. Mi auguro di avere ancora per molto tempo notizie di Inti nel dignitoso ritiro della vecchiaia dove „quella luce che brilla negli occhi ‟ quando si va via è rimpianto e desiderio di vivere, ma anche fulgido ricordo di monti e neve, ancestrale e presente, nella consapevolezza senile dei propri limiti fisici, ma anche nella certa e tranquilla sicurezza dell‟amore del compagno di tutta una vita.
Valeria Rodaro (Allevamento Airwild)
L’ultima ascensione di Inti nel Capodanno 2004: a 14 anni compiuti, è salita ancora una volta sul Monte Marmagna, nell’Appennino Parmense, in invernale e senza colpo ferire….
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News Inverno 2005
Suggerimento di Elena Cavazza
L’incredibile avventura di due lupi e un uomo nell’inverno del Grande Nord Dopo anni di preparativi, Ario Sciolari è riuscito in un impresa straordinaria: la traversata invernale in solitaria delle Alpi Scandinave da sud a nord con gli sci da telemark, una piccola slitta al traino e con la compagnia di due lupi. La scelta dell'itinerario, molto lontano dalle consuete imprese alpinistiche, per quanto ardue possano essere, è la diretta conseguenza del carattere di Sciolari, che ama la montagna ma sopratutti la natura incontaminata e i popoli, così diversi da noi che abitano il Grande Nord. Sciolari è un uomo aperto allo stupore e all'incanto delle aurore boreali, così come alla solitudine cercata come esperienza di vita. Unica, particolarissima, compagnia, è stata quella di Chinook e Mohawk, due lupi veri, non cani, che Sciolari ha adottato ancora cuccioli. Da loro ha imparato come muoversi nei boschi e come vivere in condizioni quasi proibitive, e al rapporto simbiotico che si è instaurato con i due lupi Sciolari deve in fondo la riuscita del suo viaggio. Non a caso a loro ha dedicato il libro e una serie di splendidi disegni al tratto e di fotografie che rendono Il sogno del lupo un viaggio non solo nello spazio ma anche nella magia di un contatto con un mondo profondo e mitologico: quello dei lupi. Ario Sciolari è una guida alpina del Cadore e lavora prevalentemente nelle Dolomiti. Ha compiuto numerose imprese esplorative fra cui la traversata scialpinistica delle alpi in solitaria, la traversata dei Pirenei, le esplorazioni delle Alpi svedesi e norvegesi, la salita al Mount Logan in Canada, del Mount Bona e del Mount Blackburn in Alaska, l'esplorazione, sempre in Alaska, dei Misty Fjords in kayak e l'esplorazione alpinistica delle isole Svalbard. Con la sua prossima avventura (la traversata invernale dell'Alaska da sud a nord dall'ottobre 2005 al maggio 2006), Sciolari si farà portavoce della lotta dei nativi Athapasca contro la distruzione della loro terra, ultima grande wilderness del pianeta. Il sito internet dell'autore, dove si potrà seguire anche la nuova impresa, è: www.backtothemother.it
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“senza un passato non può esserci futuro” Testo di riferimento: SEPPALA’S Saga of the Sled Dog By Raymond Thompson Grazie alla preziosa collaborazione di Stefano Cavalletti di Roma ed al suo ammirevole impegno, siamo in grado di offrirvi, in esclusiva assoluta, la traduzione di questa rarità (per il pubblico italiano) stampata in proprio by Raymond Thompson, primo presidente del Seppala Siberian Husky Club. Di numero in numero pubblicheremo ampi stralci di ogni singolo capitolo di questa opera realizzata in due volumi che, con un progetto molto ambizioso, vorremmo rendere disponibili per tutti gli appassionati interessati.
SEPPALA’S Saga of the Sled Dog CAPITOLO III
T
erminata la stagione delle esplorazioni, Sepp si mise a cercare un qualche altro tipo di lavoro, ed ebbe la fortuna di trovarlo come guardiano notturno ad Anvil Creek. Era il 1902, ed aveva tutto il tempo per pensare ai suoi primi due anni in Alaska. Come molti cercatori d’oro, Sepp non aveva trovato alcuna “pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno”, ma era ancora giovane e forte. Seduto nella sua capanna da guardiano vicino al caldo fuoco di una stufa Yukon, era facile dimenticarsi di tutte le avversità. La lotta contro il vento gelido e le temperature estreme; le battaglie attraversando i fiumi in piena; la costante necessità di forzare i cani ad andare avanti anche quando non ce la facevano più e la crescente paura che qualcuno potesse non arrivare all’ accampamento successivo. Aveva imparato a combattere gli elementi. Il prossimo inverno avrebbe indossato mukluks di pelle di foca invece che stivali di cuoio e gomma che gli avevano quasi causato la perdita dei piedi. Sepp avrebbe anche indossato un parka con doppio strato di pelliccia di scoiattolo e delle calde manopole Eskimo. Giurò inoltre di non farsi mai più trovare su di un sentiero senza sci. Ora che aveva tempo libero grazie al suo lavoro da guardiano, passò molto tempo sciando. Lo sci stava diventando lo sport più in voga a Nome, e ricalcando
gli eventi già presenti in Norvegia, vennero organizzate gare di sci e di salto con gli sci. Sepp se la cavò bene contro i dilettanti, ma poco dopo, arrivò un campione dalla Norvegia. A causa delle sue innumerevoli vittorie nelle competizione in patria, venne dato per favorito nelle gare di Nome. Infatti, era talmente sicuro di vincere che disse a Sepp che non doveva esserci rivalità tra di loro, non importava chi vincesse. Si strinsero la mano ed iniziarono la loro gara. La gara includeva tre salti ciascuno ed il giudizio veniva dato dai giudici in base alla lunghezza ed allo stile del salto. Sepp fu entusiasta quando venne dichiarato vincitore della prova, ma questo fece arrabbiare il suo avversario che reclamò e pretese che la gara fosse ripetuta con altri due giudici oltre a quelli già presenti. Ancora una volta Sepp vinse ed il suo avversario era livido di rabbia. Ma questo periodo di relativo agio doveva presto finire. Il lungo inverno era finito, e come i venti impetuosi che raramente danno tregua, così l’ irrequietezza degli uomini iniziava a dare segni di vita dal proprio interno. Voci di un nuovo filone d’oro – come fiammiferi gettati tra la resina ed il muschio - risvegliò l’entusiasmo come ai vecchi tempi e i giovani Cheechakos pala alla mano corsero a setacciare ghiaia nei torrenti inesplorati.
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News Inverno 2005 Cento volte durante le sue precedenti spedizioni Sepp giurò che non si sarebbe più fatto trovare con in mano un setaccio, ma la febbre era troppo alta e contagiosa. Dopo una discreta estate quattro esploratori si unirono a Sepp e iniziarono a scavare le loro concessioni a Triple Creek, lavorando in modo serio. Tutto andava bene finché una mattina, mentre stava sciogliendo la neve per farne acqua, Sepp scoprì un’altra capanna a poca distanza dalla loro concessione. Si precipitò verso la propria abitazione urlando: ”Pete, alcuni maledetti usurpatori di concessioni hanno costruito proprio sotto i nostri nasi!” Discussero della situazione, radunarono il resto della compagnia e decisero, non appena fosse giunta l’alba, di farsi avanti e affrontare l’apparente violazione. Il mattino successivo, Sepp ed i suoi compagni andarono alla capanna degli usurpatori. Davanti la porta c’era un uomo, piuttosto possente con vicino un fucile, “Cosa diavolo state cercando?” ringhiò. “Siete nella nostra concessione”, disse uno del gruppo. “Ma davvero” tuonò l’uomo con il fucile, “è meglio che spariate o farò cantare entrambe le canne del fucile”. Il fucile decise per loro, in quel momento, ma non si erano ancora arresi. Dopo aver preso alcuni cavalli in città, decisero di legarli alla capanna e di radere al suolo il tutto. Mentre si stavano preparando, Stong, uno dei malintenzionati, puntò loro il fucile in faccia, minacciando di sparare al primo che tentasse di legare la catena alla capanna. Visto che sembrava terribilmente serio e deciso, e nessuno del gruppo voleva ricevere del piombo, decisero di lasciar perdere. La loro mossa successiva fu di tentare con la diplomazia. Notarono che Strong aveva un partner, nella capanna, armato di pistola, così, il più grosso del gruppo, George, aveva il compito di andare da lui nella capanna mentre Sepp cercava di far abbassare la cresta agli altri. Il piano era di fare in modo che George potesse prendere Strong alla sprovvista e disarmarlo. Sepp aveva con se una pistola scarica, e pensava che se fosse riuscito a bloccare l’altro uomo avrebbero potuto catturarli entrambi. Il piano funzionò, ed i due furono catturati. Uno dei due disse loro che era stato pagato per farlo e non voleva altri problemi. Ma Strong ricevette parecchie frustate con un “gatto a nove code” prima di promettere che non si sarebbe più fatto vedere. Dopo di ciò trascinarono la capanna fuori dalla loro proprietà, e la gettarono in un burrone dove sarebbe stato assai difficile recuperarla. Giorni dopo, mentre ritornavano al rifugio da una perlustrazione, incontrarono due ufficiali degli Stati Uniti che avevano il compito di scortarli indietro in città, dove dovevano rispondere, davanti ad un giudice, delle lamentele di Strong.
Sepp e i suoi amici incaricarono un irlandese, che si scoprì poi essere un ciclone, di difenderli. L’avvocato chiese: ”Quanti uomini vi hanno attaccato?” Strong rispose: ”Non riuscivo a contarli. C’erano uomini che giungevano da tutte le direzioni.” “Quanti da sud?” “Due”. “Quanti da sudovest?” “Uno”. “Quanti da ovest?” Strong rispose, “uno”. “Da nord?” “Nessuno”. “Ma non diceva che c’erano uomini che arrivavano da ogni direzione?” Il testimone si confuse talmente tanto che la Corte intimò a Strong di non commettere più quel tipo di reato a meno che non avesse avuto una particolare predilezione per il “gatto a nove code”. E così la causa fu archiviata. Comunque, dal punto di vista finanziario, Sepp ed i suoi amici, avrebbero fatto meglio a lasciare la concessione a Strong, visto che il lavoro di tutto un inverno gli fruttò solo 500 dollari. All’incirca nello stesso periodo, ci fu un’altra scoperta a Little Creek, ad un miglio circa da Discovery Anvil. I vecchi amici di Sepp, quelli dei tempi di Kougarok, Andrew e John, avevano preso in concessione un terreno vicino a Discovery, ed iniziarono a sondare il terreno ghiacciato. Dopo aver lavorato duramente senza alcun risultato e a corto di denaro, entrambi persero l’entusiasmo, e provarono a cedere la loro concessione per 50 dollari ma non ci riuscirono. Certi di voler lasciar perdere quella concessione, stavano raccogliendo il loro materiale per andarsene quando uno di loro ebbe l’idea di tentare un’ultima volta. Così scesero nel pozzo, spalarono via i residui dalla zona e li setacciarono; ottennero circa 25 cent (di oro). Scavando ancora un po’ raccolsero altri tre dollari di oro. Eccitati come non mai, continuarono il lavoro finché non arrivarono a riempire il setaccio con 3000 dollari di oro. Fu considerata la maggior quantità di oro mai trovata al di fuori dell’Alaska. La stagione successiva, i due soci, ormai benestanti, si trasferirono negli Stati Uniti, ma, come fecero molti provenienti dall’Alaska, investirono tutto in un settore a loro sconosciuto e andarono presto in malora.
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continua ….
News Inverno 2005
ANATOMIA SISTEMATICA E COMPARATA Rosa Galluccio (studentessa in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali) segue dal numero 3/2005 - disegni e foto tratte dal libro “Anatomia Veterinaria Sistematica e Comparate” di Pelagalli - Botte, edizioni Ermes.
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APPARATO DIGERENTE (seconda parte) FARINGE
INTESTINO Viene distinto in:
La faringe è un condotto muscolo-membranoso, che può essere diviso in tre piani convenzionali:
tenue: duodeno, digiuno e ileo; crasso: cieco, colon, e retto.
rinofaringe, situata dorsalmente al palato molle; orofaringe, prolunga l’estremità caudale della bocca; laringofaringe, dorsale alla laringe si continua con l’esofago.
L’intestino, è organizzato come un lungo tubo, diviso in diversi tratti. L’intestino svolge un’importante funzione nel riassorbimento delle sostanze nutritive (soprattutto nell’intestino tenue). Il crasso è meno voluminoso. La caratteristica del primo tratto dell’intestino è la presenza di estroflessioni, i villi che aumentano la superficie assorbente dell’intestino. All’inizio del duodeno si identifica un ansa sigmoidea. Segue una curvatura craniale che continua in una porzione discendente, a cui segue una curvatura caudale. Successivamente si ha una porzione ascendente, che termina in una curvatura chiamata fessura duodenodigiunale, che segue l’ingresso del digiuno.
Nella faringe, sono presenti infiltrazioni linfatiche, che vengono indicate come tonsille. Queste si distribuiscono sulla parte dell’organo formando l’anello linfatico della laringe. ESOFAGO E’ un organo muscolo-membranoso che collega la faringe con lo stomaco. E’ costituito dalle tuniche: avventizia, che collega l’esofago agli organi circostanti; muscolare, è formata da due piani di fibre che hanno andamento longitudinale circolare; sottomucosa, ben sviluppata e costituita da tessuto connettivo ricco di fibre elastiche; contiene ghiandole esofagee; mucosa, si solleva in pliche, è formata da un epitelio pavimentoso stratificato, spesso cheratinizzato. STOMACO Lo stomaco è un organo voluminoso a forma di sacco, schiacciato trasversalmente. E’ posto caudalmente al fegato e al pancreas. La digestione viene attuata da enzimi specifici nello stomaco e nell’intestino tenue. Lo stomaco nel cane, è di tipo semplice (monogastrico). Si collega con l’esofago in una zona chiamata cardias e continua al duodeno con il piloro.
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News Inverno 2005 DIGIUNO E ILEO
RETTO
Inizio: curvatura duodeno-digiunale. Termine: ostio ileale. Si presenta come un tubo allungato. Presenta due margini: libero; mesenterico. Il margine mesenterico è appeso ad un ampio mesentere ed è più lungo e mobile del duodeno. A livello intestinale è presente una fitta rete nervosa. La rete nervosa situata tra i due fasci muscolari prende il nome di: mienterica; quella posta sotto la mucosa: plesso sottomucoso. La mucosa intestinale è caratterizzata dalla presenza dei villi intestinali. Il villo intestinale presenta una superficie con epitelio cilindrico semplice. Nei villi sono presenti numerosi vasi sanguigni, linfatici e una fitta rete nervosa. INTESTINO CRASSO Esso è parte del tubo digerente che fa da seguito all’intestino tenue e che termina nell’ano. Si divide in tre parti: cieco, colon e retto. A questi bisogna aggiungere il breve canale anale.
mucosa intestino crasso
E’ la parte terminale dell’intestino crasso, comunica con l’esterno mediante il canale anale. La zona colonnare, presenta una mucosa con epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato. La zona cutanea è caratterizzata dal suo epitelio pavimentoso stratificato cheratinizzato. La mucosa anale ha una zona definita ancora zona colonnare; una seconda zona intermedia; e una terza cutanea. FEGATO (* foto in fondo all’articolo)
Il fegato è una ghiandola mista che versa la bile nel duodeno e che contribuisce a mantenere costante l’ambiente interno controllando il sangue refluo dello stomaco e dell’intestino. Il fegato ha anche una consistenza elastica. Sono evidenti impronte degli organi circostanti, in quanto il fegato si adatta alla forma delle viscere circostanti. Sulla faccia viscerale abbiamo la porta del fegato, dove si trova la vena porta, che raccoglie il sangue refluo (riempito di sostanze nutritive) dello stomaco e dell’intestino. Nel fegato si distinguono:
un lobo sinistro; un lobo destro; un lobo quadrato; un lobo caudato.
Nel lobulo si trovano delle caratteristiche cellule, che si organizzano in maniera raggiata al centro, gli epatociti. Gli epatociti sono rivestiti dai capillari sinusoidi. Tra gli epatociti, sono situate delle strutture sottili, i capillari biliari, non dotati di parete propria in quanto gli epatociti sono organizzati in modo tale da permettere il passaggio del prodotto dell’epatocita stesso. La bile, prodotta dal fegato, viene raccolta da eminenti vasi e convogliata nei dotti interlobulari. I quali, dopo successive diramazioni, originano dotti di calibro maggiore che formano il dotto epatico. Questi dotti, formano le vie biliari che originano nei duttili biliari e terminano con lo sbocco del coledoco nel duodeno. Il fegato è un organo plastico, cioè riesce ad occupare gli spazi disponibili nella cavità addominale dove si trova. Sul fegato, inoltre, sono evidenti le impronte degli organi circostanti. Il fegato è raggiunto dalla vena porta che lo fornisce di sangue ricco di sostanze nutritive e dell’ arteria epatica. Il sistema venoso inizia con le vene centrolobulari, le quali originano le vene epatiche.
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News Inverno 2005 PANCREAS Ghiandola mista, di aspetto globulare. Ha una parte esocrina ed una endocrina.  Pancreas esocrino: ghiandola acinosa composta, sierosa. Costituita da lobuli (primari e secondari). Cellule acinose e centroacinose.  Pancreas endocrino: numerosi piccoli ammassi cellulari disseminati tra gli acini. Il pancreas esocrino, invia il suo secreto nel duodeno, attraverso lo sbocco del dotto pancreatico. Il pancreas endocrino, invia il suo secreto direttamente nel sangue. Presenta un colore chiaro roseo. Il pancreas esocrino elabora il succo pancreatico ricco di enzimi idrolitici e bicarbonato. Il pancreas endocrino produce ormoni.
(* il FEGATO)
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News Inverno 2005
Il prezzo del cucciolo La storia del prezzo è una barzelletta che ci accompagna da anni.. Successivamente al Joy abbiamo preso altri cani per i nostri genitori (pastore tedesco) in allevamenti con pedigree scritto e certificato e pagati profumatamente ma quello che è successo con Joy è stato unico: l'allevatore mi ha chiesto se volessi un cane per le esposizioni che costava di più o solo per la compagnia e costava meno, noi avevamo 20 anni ed eravamo studenti quindi scegliemmo quello che costava meno "basta che sia un husky" ma senza mai parlare di pedigree. La barzelletta sul costo arriva ora: maschio 100.000 lire in più, un occhio blu 50.000 in più, due occhi blu 100.000 in più. Sono stata svariate volte in africa ma nemmeno lì avevo contrattato un prezzo in questo modo strano. Comunque quando poi siamo arrivati in allevamento c'erano in effetti solo husky, tantissimi. I maschi insieme, un po' in giardino e un po' in un recinto, le femmine nei box con i cuccioli. Ho chiesto il nome della mamma per curiosità e mi è stato detto Stella, non so se fosse il nome vero o un soprannome e non so se avesse il pedigree. Comunque credo che il sig “Affisso ENCI” tenga traccia dei suoi accoppiamenti, anche perchè anche il maschio era suo. IL SUO UFFICIO ERA PIENO DI FOTO DI HUSKY. Al di là di tutto con o senza il pedigree la mia palla pelosa non ha valore economico. (E' il mio primo cane e al tempo non sapevo cosa volesse dire il pedigree) Mi spiace solo che non si possa più far iscrivere al LOI perchè lo meriterebbe, è un SH al 100 % sia come standard di bellezza e armonia di forme sia come carattere e mi sarebbe piaciuto farlo giudicare a occhi esperti. Mi piacerebbe anche sapere che fine abbiano fatto le sue sorelline e fratellini ma chissà..
Cordiali saluti Elena e Mauro Pasetto Da: "Luca Brioschi" <lukesteam@interfree.it> ps una curiosità, so che non potrete fare nomi sui mangimi per via della pubblicità ma vorrei un consiglio: io alterno una confezione (15Kg) di secco della hills a base di pollo , una dell'eukanuba a base di carne mista e una del forza 10 (quello nuovo a base di pesce) e Joy non ha particolari gradimenti nel senso che mangia tutto, non molto come quantità ma gli piace tutto. Secondo la vostra esperienza (per me è comunque il primo cane) va bene alternare o sarebbe meglio prenderne uno solo?
Il cane non ha "bisogno o necessità" di variare l'alimentazione, di solito è una preoccupazione che gli è "imposta" dal suo padrone; anzi, sarebbe meglio proprio evitare tutto ciò, in ragione della particolare modalità di digestione degli alimenti da parte del cane. Se a questo aggiungiamo il fatto che l'husky ha dei problemi nella digestione di alcuni amidi, ecco che allora diventa quanto mai possibile che una condotta alimentare come quella adottata dai ns amici, possa portare a disordini intestinali. Un altro errore commesso è quello di passare da un alimento a base di carne fresca (come primo ingrediente, Eukanuba), a uno che ha come primo ingrediente il mais (Hill's), o addirittura variare tra le fonti proteiche (pollo vs pesce con Forza10). Se proprio ciò si rende indispensabile per via della particolare gestione del cane (appetito capriccioso), consiglio almeno di variare le razioni in modo graduale nel giro di qualche giorno, aggiungendo quantità crescenti del nuovo mangime a scapito della vecchia razione. dott. Luca Brioschi (medico veterinario)
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News Inverno 2005
Vorrei dare risposta a tutti i lettori che si sono trovati o si trovano nei guai con la gestione del cucciolo o cucciolone siberiano o peggio ancora sono nei guai per pedigree vaganti, inesistenti o non corrispondenti per i più svariati motivi (dai ritardi, alle date di nascita non congrue, all’origine dichiaratamente falsa etc.). La maggioranza di questi problemi è riconducibile ad allevatori improvvisati o comunque non competenti e sicuramente non così interessati alla razza ed al miglioramento della stessa. Ecco qualche suggerimento a chi si appresta all’acquisto di un cucciolo. (Vale per qualunque razza non solo per i nostri amati siberiani)
F
orse una delle cose più importanti quando si desidera acquistare un cucciolo di razza pura, qualunque essa sia, è di conoscere bene cosa si intende per ALLEVATORE. Secondo la normativa Enci e all’etimologia della parola “allevare” che significa assistere, crescere, “tirar su” (ad levare in latino) è allevatore chiunque accoppi, nel nostro caso, cani di razza pura e ne produca cuccioli, ovviamente corredati da pedigree, poiché parliamo di regolamenti ENCI. Ora è evidente che tale definizione è piuttosto semplicistica e nell’arco del tempo la cinofilia si è notevolmente evoluta per cui è in corso uno studio per effettuare delle modifiche tendenti a “premiare” chi non si limita ad accoppiare due cani e a fornirgli un pedigree ottemperando alle semplici regole burocratiche dell’Enci, cioè riconoscere univocamente colui che effettua un vero lavoro di selezione (dal Latino “seligere” scegliere) vale a dire chi effettua “una scelta operata per separare dal resto la parte migliore o più adatta” tale da poter migliorare o mantenere ad alto livello la razza allevata. In attesa che giunga ad una conclusione accettabile tale lavoro già in atto in Enci da molto tempo andiamo a verificare cosa un acquirente deve sapere ed aspettarsi al momento dell’approccio con l’ allevatore, ma anche cosa dovrebbe fare un allevatore corretto e responsabile nei confronti dei clienti e dei propri cani. Innanzi tutto per prima cosa l’acquirente NON DEVE AVERE FRETTA, il cane non è un soprammobile per cui la decisione “VOGLIO IL CANE E LO VOGLIO OGGI” dovrebbe scomparire dalla mente di chi non ha voglia di beccarsi un’enorme fregatura dopo un paio d’ore. La ricerca dell’allevatore serio non è semplice né facile, e se pur attualmente, finita la moda, i rischi sono minori non vuol dire che sono scomparsi. Un allevatore che dà disponibilità continuativa di cuccioli, non fa domande sulla collocazione del cane, dà risposte evasive sull’alimentazione o sulle profilassi veterinarie da effettuare al cane una volta consegnato, che ci risponde che non ci sono problemi di salute o carattere e che il cucciolo è facile da allevare e che il prezzo è XY, quasi sicuramente è un signore molto interessato ALLA VENDITA VELOCE E SENZA TROPPI PROBLEMI dei cuccioli; in
tal caso facilmente ci troveremo senza nessun aiuto nel momento di ingresso del cucciolo in casa sempre che poi il suddetto cucciolo non risulti disastrato affettivamente, socialmente e fisicamente. Un allevatore deontologicamente corretto infatti ha una responsabilità oggettiva e soggettiva nei confronti dei propri animali e nei confronti dei futuri proprietari ai quali deve dare delle garanzie, ma dai quali chiederà garanzie sul corretto trattamento dei propri animali. Ora tale allevatore NON può avere tante cucciolate in contemporanea a meno che non vi sia un vero e proprio staff di persone qualificate per seguirle, questo in quanto i cuccioli necessitano di intense cure affettive e di socializzazione diversificate a seconda del carattere di ciascun cucciolo. Anche se parliamo di cani di razza ogni cucciolo ha caratteristiche diverse pur mantenendo una costante di base uniforme, e, nel caso di nostri amici pelosi, questo è un particolare indispensabile per una corretta futura felice vita insieme. Normalmente chi deve cedere un proprio cucciolo, frutto di lungo lavoro e passione, caso mai atteso da tanto tempo, dà l’idea di non voler cedere l’ animale fornendo situazioni negative più che positive delle quali l’acquirente non deve sentirsi offeso o pensare che sono solo fandonie, l’allevatore sta semplicemente facendo VERAMENTE il suo lavoro e cioè mettere l’acquirente di fronte alle difficoltà e responsabilità che comporta allevare un cucciolo e cerca di capire quale capacità ha la persona che ha di fronte nel fare ciò correttamente, per cui facilmente farà domande personali sulla collocazione dell’animale e sulla possibilità di accudirlo. Normalmente spiegherà poi accuratamente quale alimentazione è migliore per il cucciolo e la corretta somministrazione dei pasti nonché si raccomanderà sulla frequenza delle visite dal veterinario e sui controlli periodici da fare in estate per tutte le profilassi etc.etc. L’allevatore inoltre dovrà dare tutte le garanzie DELLA CORRETTA REGISTRAZIONE DEI CUCCIOLI ALL’ENCI in quanto solo così si è certi della reale presenza del pedigree. Un allevatore corretto farà vedere al futuro acquirente i pedigree ufficiali o loro fotocopie (il maschio potrebbe non essere di proprietà
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News Inverno 2005 dell’allevatore) dai quali sarà possibile desumere anche l’eventuale accertamento di esenzione dalla displasia dell’anca. (I gradi che permettono l’utilizzo in riproduzione sono “A”, “B” e “C”). Se nascono dubbi potrebbe essere opportuno richiedere di vedere il modello ‘A’ di iscrizione della cucciolata con la ricevuta di pagamento, ma normalmente se l’allevatore è disponibile a presentare i pedigree con tutti i dati dei cani e dare profuse informazioni degli stessi non dovrebbero esserci problemi. Ricordiamo sempre che i pedigree stranieri per essere validi devono recare il timbro dell’ENCI con il numero ROI (è la nuova definizione del vecchio LOI) e che quelli italiani devono avere il proprietario corrispondente all’allevatore per la femmina, per il maschio, visto che potrebbe essere di un altro proprietario, questo comunque deve corrispondere. Al momento della consegna dei cuccioli normalmente verranno consegnati in copia i pedigree dei genitori, libretto sanitario riportante le vaccinazioni effettuate, certificato di iscrizione all’ASL con relativo microchip, e, all’acquirente verrà invece richiesto il codice fiscale e l’indirizzo completo onde poter effettuare la registrazione all’ENCI e passaggio di proprietà alla ASL (questo in alcune regioni non c’è ancora) naturalmente richiederà anche numero di telefono e recapiti vari per poter sapere se ci sono problemi soprattutto nei primi giorni dopo l’ acquisto. Meglio ancora se l’allevatore produrrà un vademecum di “istruzioni” preliminari se non un vero e proprio contratto di tutela del cane e dell’ acquirente.(questo sistema è usato normalmente in Inghilterra e personalmente lo uso da circa 16 anni). L’acquirente dovrà recarsi nell’arco di 15gg. alla ASL di appartenenza per far registrare il cucciolo. Spesso per sicurezza l’allevatore NON intesta subito il pedigree al futuro proprietario anche se per lui risulta una spesa maggiorata (chi non fa grandi “numeri” non si pone problemi di pochi spiccioli a cucciolo), in quanto evita l’eventuale perdita o l’ errato invio degli avvisi da parte delle delegazioni. Il pedigree arriverà dopo circa 7-8 mesi (qualche volta 12, ma ultimamente sono un po’ più rapidi). L’allevatore dovrà dare inoltre la disponibilità alle richieste di aiuto dei futuri proprietari in quanto spesso l’impatto con il cucciolo non è così semplice. Naturalmente l’allevatore darà tutte le indicazioni legali, veterinarie e pratiche per la gestione del cucciolo e rimarrà a disposizione per aiutare il neo proprietario nella gestione dell’animale a lunga scadenza. Nel caso dei Siberiani questo comportamento sarà provvidenziale poiché spesso il proprietario, inesperto della razza, (ricordiamo che il comportamento e addirittura le profilassi veterinarie differenziano in certi casi notevolmente dai cani comunemente
conosciuti) rischia di provocare danni gravi se non irreparabili per situazioni di semplice risoluzione se si conosce come gestirle. E’ evidente che l’ allevatore in grado di farlo è REALMENTE appassionato e conoscitore della razza che alleva. L’allevatore inoltre sarà in grado di dirvi che tipologia di cane state acquistando, e cioè se il cucciolo in questione ha delle speranze espositive o meno, se il carattere è idoneo al lavoro e alle expo o semplicemente è un buon cane da compagnia. Questo particolare è piuttosto importante perché vi da l’idea di chi è l’allevatore e del suo comportamento: infatti DA UNA CUCCIOLATA NON ESCONO TUTTI CAMPIONI ANCHE SE I GENITORI LO SONO E COSI’ NON TUTTI SONO IDONEI AL LAVORO ANCHE SE I GENITORI LO SONO !!!! Diffidate da chi vi spaccia un’intera cucciolata di livello “da campionato” sparando cifre da capogiro solo perché caso mai i genitori sono campioni! E’ un sistema come un altro per recuperare alte cifre e mascherare l’incapacità di scelta da parte dell’allevatore che in tal caso è tutto meno che “selezionatore”. Stessa cosa dicasi di chi vi vende un cane asserendo che è “da campionato” sicuro, in quanto dal momento in cui il cucciolo lascia l’ allevamento intervengono una serie di fattori che potrebbero pregiudicarne l’eventuale carriera, è più logico chi vi vende un cane che “potrebbe” diventare “da campionato” offrendovi l’assistenza dovuta perché ciò avvenga!!! Per ultimo un allevatore che rispetti tutti i passi precedenti al momento in cui voi vorrete diventare “neo allevatori” con una sua femmina vi darà tutte le indicazioni con i migliori accoppiamenti da effettuare per avere cuccioli veramente validi (non obbligatoriamente con i propri soggetti), per evitare problemi alla vostra cagnolina in un momento delicatissimo come quello del parto e della gravidanza (ricordate che oltre al lato affettivo, importantissimo, lei rappresenta anche un importantissimo patrimonio genetico assolutamente da preservare in tutti i modi sia fisicamente che psichicamente) e vi starà sicuramente a fianco nel portare a termine la cura e scelta dei cuccioli che saranno anche loro ovviamente importantissimi. Forse a questo punto qualcuno si chiederà se sarà mai possibile trovare un allevatore con questi requisiti. La mia risposta e SI in tutte le razze esistono e quasi sempre non sono grandi produttori di cani, ci vuole solo un po’ di pazienza e perseveranza e ricordare sempre che la FRETTA è cattiva consigliera.
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Valeria RODARO (allevatrice e giudice ENCI)
News Inverno 2005
Tutte le cucciolate prodotte scheda di Guido Barbieri
Elenchiamo di seguito tutte le 20 cucciolate prodotte (47 maschi + 53 femmine) dal sig. Galotti Armando di Genova titolare dell’affisso “del Ligorna” nel periodo 1987 – 1990 con i seguenti stalloni: WILLIE II r/b nato il 20/03/1983 - AKC Import (King Yukon V x Patten Red Wing) KYNOARCTICPAC n/b nato il 14/03/1985 Ch.Rip. (Aragorn of Glorfindel Ch.It. x Edwin of Glorfindel) IZOK n/b occhi azzurri, nato il 13/03/1987 (Northern Tok's Kiska x Hemaruka Ombre Lunghe)
Vengono riportati i seguenti dati: - data nascita della cucciolata - composizione della cucciolata (maschi+femmine) - genitori (padre e madre) - numero di registrazione al L.O.I. (TC.) e il sesso - nome e il colore del mantello (grigio, nero, rosso con il bianco sempre abbinato) Si tratta di dati ufficiali ricavati dai tabulati (il cosiddetto “storico”) che l’ENCI ha fornito al nostro Club.
1) 27/01/1987 (2f.) (Willie II tc. 7856 x Sulky tc. 6947) 07909 07910
F F
ASKA DEL LIGORNA KANDY DEL LIGORNA
M M M F F F
BUK DEL LIGORNA BORIS DEL LIGORNA BELZUBU DEL LIGORNA BLUSTAR DEL LIGORNA BENNY DEL LIGORNA TUNDRA DEL LIGORNA
M F M M
TOVARISC DEL LIGORNA TANUK DEL LIGORNA MIZARD DEL LIGORNA ARMADUK DEL LIGORNA
M M F F F
KIM DEL LIGORNA G/B ATTILA DEL LIGORNA G/B ZARA DEL LIGORNA G/B BAGHERA DEL LIGORNA G/B ALEKA DEL LIGORNA G/B
5) 10/09/1987 (3m+2f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Sunflower tc. 6946) 08413 08414 08415 08416 08417
M M M F F
DUKE DEL LIGORNA BALTO DEL LIGORNA KARLUC DEL LIGORNA TAIGA DEL LIGORNA LUKA DEL LIGORNA
G/B G/B G/B G/B G/B
6) 12/02/1988 (2m+3f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Sunflower tc. 6946) 08798 08799 08800 08801 08802
09881
M M F F F
CHUTKI DEL LIGORNA IZOK DEL LIGORNA AKAS DEL LIGORNA ARUSHA DEL LIGORNA KIRA DEL LIGORNA
N/B R/B N/B R/B R/B
F
KIRA DEL LIGORNA
B/N/G
8) 02/08/1988 (5m+2f) (Izok tc. 7893 x Sulky tc. 6947)
N/B N/B G/B N/B G/B G/B
09874 09875 09876 09877 09878 09879 09880
3) 03/07/1987 (3m+1f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Apalutok tc. 6159) 08007 08008 08009 08010
08408 08409 08410 08411 08412
7) 25/07/1988 (1f.) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Sunflower tc. 6946)
R/B R/B
2) 07/02/1987 (3m+3f) (Willie II tc. 7856 x Sunflower tc. 6946) 08450 08451 08452 08453 08454 08455
4) 30/08/1987 (2m+3f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Sulky tc. 6947)
A.N/B N/B N/B M.N/B
M M F M M F M
LJUBI DEL LIGORNA SHAMIR DEL LIGORNA ESTHER DEL LIGORNA BUK DEL LIGORNA FLASH DEL LIGORNA KAILA DEL LIGORNA FARUK DEL LIGORNA
N/B N/B N/B N/B B/N/G N/B N/B
9) 04/08/1988 (2m+3f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Anouk tc. 7898) 09869
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M
JAKY DEL LIGORNA
N/B
News Inverno 2005 09870 09871 09872 09873
M F F F
GUN DEL LIGORNA N/B KIRA DEL LIGORNA N/B LIZZIE DEL LIGORNA B/N/G NANUK DEL LIGORNA N/B
10) 14/11/1988 (4m+3f) (Izok tc. 7893 x Keo tc. 8719) 09762 09763 09764 09765 09766 09767 09768
M M M M F F F
SIBNA DEL LIGORNA PAUL DEL LIGORNA NANUK DEL LIGORNA NIKE DEL LIGORNA MIRAK DEL LIGORNA VANESSA DEL LIGORNA MAIKA DEL LIGORNA
N/B N/B N/B N/B N/B N/B N/B
11) 27/01/1989 (1m+3f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Anouk tc. 7898) 10739 10740 10741 10742
F F F M
AXEL DEL LIGORNA M.B/N ARTAX DEL LIGORNA A.B/N PRISCILLA DEL LIGORNA N/B SKIP DEL LIGORNA N/B
12) 29/01/1989 (1m+3f) (Izok tc. 7893 x Sulky tc. 6947) 10735 10736 10737 10738
F F F M
TAIGA DEL LIGORNA GAIA DEL LIGORNA SLITTA DEL LIGORNA SKIN DEL LIGORNA
N/B B/N/G N/B N/B
13) 04/02/1989 (3m+2f) (Izok tc. 7893 x Sunflower tc. 6946) 10743 10744 10745 10746 10747
M F M F M
RUSKY DEL LIGORNA KIRA DEL LIGORNA SNOW DEL LIGORNA LAIKA DEL LIGORNA SHADOW DEL LIGORNA
F M M F F
N/B N/B N/B N/B N/B
MORGANA DEL LIGORNA N/B SHARK DEL LIGORNA N/B TARO DEL LIGORNA N/B SHILA DEL LIGORNA N/B DAFNE DEL LIGORNA N/B
15) 08/08/1989 (3m+1f) (Izok tc. 7893 x Sulky tc. 6947) 13038 13039 13040 13041
M M F M
ROKI DEL LIGORNA TARO DEL LIGORNA NOAK DEL LIGORNA SASHA DEL LIGORNA
13043 13044 13045 13046 13047 13048 13049
F F F M M M F
KEA DEL LIGORNA ALFA DEL LIGORNA SHAIKA DEL LIGORNA HUSKY DEL LIGORNA ILIAK DEL LIGORNA LUMI DEL LIGORNA KIRA DEL LIGORNA
R/B G/B N/B N/B N/B N/B B/N/G
17) 21/10/1989 (5m+1f) (Izok tc. 7893 x Sunflower tc. 6946) 14014 14015 14016 14017 14018 14019
M M M M M F
DANKO DEL LIGORNA N/B IRAK DEL LIGORNA N/B PULKI DEL LIGORNA N/B KUMA DEL LIGORNA N/B ASKY DEL LIGORNA N/B BUCANEVE DEL LIGORNA N/B
18) 20/12/1989 (3m+4f) (Izok tc. 7893 x Keo tc. 8719) 14409 14410 14411 14412 14413 14414 14415
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ZEUS DEL LIGORNA KIM DEL LIGORNA TAIKA DEL LIGORNA KOWEE DEL LIGORNA TATO DEL LIGORNA SHEILA DEL LIGORNA CAROL DEL LIGORNA
N/B N/B N/B N/B N/B A.N/B N/B
19) 14/02/1990 (2m+4f) (Izok tc. 7893 x Sulky tc. 6947)
14) 30/05/1989 (2m+3f) (Izok tc. 7893 x Keo tc. 8719) 11801 11802 11803 11804 11805
16) 08/08/1989 (3m+4f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Anouk tc. 7898)
15723 15724 15725 15726 15727 15728
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TABOR DEL LIGORNA KAJUKA DEL LIGORNA TARA DEL LIGORNA LIZ DEL LIGORNA KALINE DEL LIGORNA SHIRO DEL LIGORNA
N/B N/B N/B N/B N/B N/B
20) 16/02/1990 (1m+4f) (Kynoarcticpac tc. 6534 x Anouk tc. 7898) 15718 15719 15720 15721 15722
B/N/G N/B N/B N/B
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MELODY DEL LIGORNA ANOUK 2 DEL LIGORNA ZELDA DEL LIGORNA KIM DEL LIGORNA AKEJA DEL LIGORNA
N/B N/B N/B B/N/G N/B
(maggiori informazioni possono essere richieste direttamente alla segreteria)
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News Inverno 2005
Pedigree, Etica ed educazione… fate VOI SHC-I News n.2/2005 – pagg. 9-10 SHC-I News n.3/2005 – pagg. 19-21-22
La sig.ra Adele Oldani ci invia la seguente precisazione: Non avendo avuto risposta alla lettera privata (sotto riportata) spero di averla ora, in particolare su come vengono registrati i cani presso l'AKC, perchè a me risulta che non c'è nessun procedimento di registrazione in corso per figli di quel cane. Ho anch'io delle fonti privilegiate negli USA non solo la signora Lazzaris. Gentilissima Sabina, sono Adele Oldani, penso si ricordi di me. Lavoro anch'io, come lei, e ho trovato alcuni minuti per scriverle, per l'amore che porto per la nostra razza e l'avversione per le liti inutili (forse dovuta all'età). Il motivo della mia e-mail è la sua lettera al SHC-I. Lei ha tutti i diritti di difendere il suo allevamento, ma le cose che dice nella sua lettera sono cose che molti allevatori fanno senza per questo farsene una pubblicità. Abbiamo sempre ripreso tutti i cani da noi prodotti che non venivano tenuti dai proprietari. Abbiamo dato via i cuccioli alla stessa età da lei citata con le stesse vaccinazioni e con tutte le informazioni necessarie per la buona convivenza. Credo sia il minimo che ogni buon allevatore debba fare. Ovviamente durante il boom della razza sono sorti allevatori buoni e meno buoni come in ogni attività intrapresa dagli esseri umani. In quanto ai pedigree, non capisco questa sua reticenza a fornirli al sig. Barbieri, anche se è un suo sacrosanto diritto. Il giornalino per anni è stata una fonte di studio per tutti coloro che desideravano tenersi informati sulle novità della razza in Italia. Personalmente sono sempre stata orgogliosa di mostrare i pedigree dei miei cani. Negli Stati Uniti qualsiasi allevatore, se richiesto, invia i pedigree dei propri cani. La sua presa di posizione ha creato probabilmente le chiacchiere i dubbi etc. Posso dirle che il sig. Oelschlager tornato negli Stati Uniti con il catalogo del Raduno mi ha chiesto che cosa significava LOI in corso davanti al nome del cane da lei allevato. Quando gli ho detto che in Italia i pedigree impiegano anche 9 mesi ad arrivare si è molto meravigliato (negli USA in 20-30 gg si ha il pedigree online, in un mese circa quello in carta, ma penso che lei lo sappia benissimo dato che registra i suoi cani con l'AKC). Ma quindi sorge spontanea la domanda: perchè un cane di 10 mesi, iscritto all'AKC non ha un numero di pedigree? Se qualcuno le ha pro-
messo di facilitare le cose con l'AKC stia attenta, controlli attentamente, perchè nel caso qualche cosa non sia in ordine, gli americani annullano i pedigree anche dopo anni con effetto retroattivo e su tutti i prodotti di quel determinato cane. Perché arrivare a minacciare querele? Tanto se i cani sono registrati con l'AKC è possibile a chiunque abbia voglia di spendere 20-25 dollari (sono passati diversi anni da quando ho richiesto l'ultimo pedigree che mi interessava) di avere a casa un originale dell'AKC di qualsiasi cane. Sul suo sito Internet ci sono solo alcuni pedigree dei suoi cani e qualcuno potrebbe desiderare conoscere gli altri.... Non è obbligata a farlo, ma chiunque può avere delle curiosità, senza malizia o cattiveria... Se voglio usare un cane per una monta voglio vedere più figli possibili di quel cane! In quanto alle osservazioni sul comportamento di XXX (perchè è di lei che si tratta nell'ultima parte della sua e-mail non sta a noi giudicare perchè non abbia potuto o voluto continuare ad allevare (io ho visto come li teneva e le assicuro che vorrei io aver avuto questo tipo di sistemazione per i miei cani quando allevavo!), ma la signora in questione aveva un accordo con i Kontoki e loro hanno voluto i cani negli Stati Uniti, dove si trovano benissimo e si sono ambientati ottimamente. Quando ho lasciato l'allevamento, Tommy e Marlene mi hanno chiesto se volevo rimandare tutti i cani Kontoki. Dato che l'allevamento non è stato chiuso non se n'è fatto nulla... ma questi sono gli accordi. Non vorrei che come tutte le amicizie che finiscono questo sia un piccolo sassolino che si è voluta togliere. Le faccio i complimenti per il suo sito, per come tiene i cani... ma sia un po' più morbida, meno portata a pensare a strategie o complotti nascosti, in buona fede penso che non ce ne siano mai stati e non ce ne siano.
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Cari saluti Adele
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…………… Tornando ai nostri discorsi sul pedigree mi vengono in mente i primi pensieri che ho fatto (da neofita, certamente, in confronto a chi alleva da una vita intera) leggendo lo scritto della Sig.ra Lazzaris; per quel poco che ho capito il pedigree CERTIFICA la provenienza del cane, le sue origini, i sacrifici fatti dall'allevatore per arrivare a "quel" cane, gli accoppiamenti fatti cercando il partner giusto per quella femmina, magari macinando centinaia di Km con la pioggia o la neve (mi viene in mente l'allevatore di pastore tedesco che ho conosciuto è che è andato in Germania nei giorni intorno a capodanno (erano proprio quelli "quei giorni" per la sua femmina) perché lì c'era un campione che gli piaceva tantissimo e voleva assolutamente lui per coprire una sua determinata femmina) e credo che tutto questo DEBBA risultare da qualche parte. Se aggiungiamo che da due cani con pedigree nasce comunque una cucciolata con pedigree, all'allevatore non resta che fare le famose due denuncie A e B e iscrivere i cuccioli, non credo che le spese per queste denuncie e per l'iscrizione siano poi così alte. E non credo che un allevamento debba lavorare per beneficenza: i sacrifici fatti (per l'amore della razza, per il prestigio personale) e i costi sostenuti debbono essere ripagati. A che scopo, quindi, "dare via" (che termine amorevole usa la signora..) un cane a pochi soldi solo perché uno non se lo può permettere ?!? I canili sono pieni di amorevoli meticci ognuno con un proprio carattere ma si può scegliere uno o l'altro semplicemente per estetica. Se invece si desidera un cane che abbia sicuramente quell'aspetto e sicuramente quel carattere occorre sceglierlo di una determinata razza. E senza il pedigree tutto questo non sarebbe possibile. Se scelgo un husky so per certo che non farà mai la guardia ma so anche che potrò affondare le mie dita in un pelo che fa invidia ai peluches della Trudi e che avrà una forza di traino pari a quella di un piccolo Trattore. Pregi e difetti ma almeno so a che cosa vado incontro. E che questo abbia un prezzo mi sembra del tutto naturale. A maggior ragione, a parte il prezzo ribassato, la signora non ha nemmeno iscritto i cani (pur essendo figli di cani con pedigree) pur di dare questa sua meraviglia a persone che rispondano a requisiti sui quali per lei non si può transigere, tipo tenere i cani a letto (?!?) o in camera da letto (è pur vero che l'husky puzza poco ma se la signora tiene 23 cani in camera da letto le faccio le mie congratulazioni per il coraggio; sarebbe come tenere 23 paia di mocassini in una scarpiera perché tanto puzzano poco: se la apri esplode..)
Beata la signora che può permettersi un lavoro part time, tra le mie conoscenze (è vero che noi abbiamo un'azienda da mandare avanti e partiamo forse da un livello un po' più avvantaggiato dei nostri coetanei) non ci sono persone che lavorano part time per stare a casa con il cane MA non ci sono nemmeno cani tristi. E poi perché dare il cane a tre mesi e mezzo? Settanta giorni non sono più che sufficienti? Uno se lo dovrà pur godere questo cucciolo.. (mi viene in mente la prima volta che ha nevicato e il Joy aveva otto mesi, sono andata in giardino e non l'ho visto: aveva scavato una buca e ci si era sdraiato dentro!?! La mamma deve avergli raccontato Zanna Bianca per farlo addormentare da piccolo .. ) Sinceramente mi sembra un ammasso di affermazioni senza senso che spaziano dagli arruffianamenti (ma che bello il vostro bollettino) alle minacce di querela (la Signora forse non ha ben chiaro il concetto di diffamazione (ledere la reputazione altrui art. 595 c.p.) mi sembra che la sua reputazione la offenda lei stessa dicendo quelle cose del suo allevamento. E poi perché non andare in esposizione con i suoi cani se pensa siano tanto belli (addirittura il seme dall'Alaska) ricordo che per prenotare un appuntamento con l'allevatore (sempre p. tedesco) dovevamo fare la conta dei giorni liberi tra i suoi mille impegni, mostre, concorsi, monte, era sempre in giro. Mi sembra una bella esperienza che avvalora il lavoro che stai facendo, se lo stai facendo bene. Sono proprio curiosa di vedere come andrà a finire. Come sempre, grazie dell'attenzione e della chiacchierata, e buon lavoro.
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Elena
News Inverno 2005
racconto e disegni di Cristina Pezzica (socia di Genova, anni diciotto)
Nota dell’autrice - “Capodanno… tutto l’anno” è un lungo racconto che vuole spingervi a riflettere su cosa significhi per un cane (e nel caso specifico per un siberian husky) essere abbandonato, soprattutto quando questo avviene per cause futili come una vacanza. Bisogna però ricordare che la colpa degli “abbandoni estivi” è sì di chi abbandona il cane per fuggire sulle spiagge ma è altrettanto di chi regala cuccioli sotto le festività (particolarmente a Natale) senza prima informarsi sulle razze, o peggio ancora a ragazzini viziati, come il Gianni di questa storia. Quindi… quest’anno per cortesia tenetelo a mente, e magari fate leggere questo messaggio anche ai vostri conoscenti e amici… Sotto l’albero un cucciolo di peluche va bene un giorno, un cucciolo di cane è per la vita… non seguite l’esempio di Gianni… se promettete amore a Capodanno fatelo durare tutto l’anno! “Stavolta l’ho combinata grossa”, pensò Esky. Non solo aveva scavato un fosso di proporzioni terrificanti in giardino, non solo si era quasi mangiato il criceto della vicina, non solo era scappato di mano al suo padrone rifugiandosi nel vicino campo da golf. No, aveva anche urinato sul tappeto buono, quello persiano del salotto. Riusciva a sentire le urla furibonde dei padroni; a giudicare dalle loro espressioni, sembravano veramente infuriati. “Lo so cosa mi aspetta dopo questo scherzo”, si disse il siberian husky cupamente. “Niente ossi per una vita. Forse anche due”.
E va bene, forse aveva esagerato un po’, ma anche i padroni se la prendevano decisamente troppo! in fin dei conti il tappeto era sempre stato una tentazione irresistibile per Esky, fin da quando era cucciolo. Ora aveva nove mesi e non si poteva dire che fosse proprio un adulto; normale quindi che combinasse ancora disastri, eppure i padroni riuscivano sempre a farne un caso di stato. L’unico a difenderlo era Gianni, il suo padroncino. Lui sembrava calarsi nei panni del cane più spesso di quanto non facessero i genitori; infatti aveva otto anni e i dispetti erano il pane quotidiano tanto suo quanto di Esky. Erano sempre stati legati da una complicità senza precedenti, eppure vivevano insieme soltanto da un anno. Quando Esky faceva i suoi bisogni in casa, Gianni puliva tutto di nascosto e poi non raccontava nulla ai suoi; allo stesso modo quando il ragazzino lo portava a correre invece di fare i compiti, Esky poi si accucciava davanti alla porta e fingeva di aver dormito tutto il pomeriggio, tanto per non sollevare sospetti… Gianni riuscirà a calmarli, l’ha sempre fatto, pensò il cane con un sospiro soddisfatto. A proposito, eccolo che arriva.
In effetti la voce del padroncino si era levata al di sopra di quelle dei genitori. “Insomma, mamma… avevi promesso di portarmi in crociera quest’estate!” “Lo so tesoro, ma conosci le regole… i cani non entrano…” “Non mi importa” protestò il ragazzino, incrociando le braccia “Ci saranno tutti i miei amici a bordo, è un anno che me lo promettevi…” “D’accordo, ma Esky? In casa da solo non vuole starci…” “Non me ne importa niente di Esky!” ripeté Gianni a voce ancora più alta. Sentendosi chiamare per nome, il cane scodinzolò entusiasta. Lo sapevo che avrebbe preso le mie difese, pensò. “Voglio andare in vacanza con i miei amici, non è giusto, me lo sono meritato…” “Il bambino ha ragione, Rina… io te lo dicevo che non bisognava prenderlo un cane…” intervenne il padre di Gianni nel suo solito tono spazientito. “Eh già, tu la fai facile! Intanto il cane gliel’hai regalato tu per Natale…” “Se ben ricordo l’avevamo deciso insieme.” “Solo perché tuo figlio è andato avanti per delle ore a dire che tutti i suoi amici avevano il cane e lui no, e che non era giusto e che lui l’aveva sempre voluto un cane…” “Guarda che è anche figlio tuo!” “Però l’hai viziato tu così tanto!” “Ma senti chi parla!” Nel frattempo Gianni si era messo a frignare, perché con i loro stupidi litigi i suoi genitori avrebbero finito per non portarlo in vacanza affatto. Tutta colpa di Esky, pensò. “… comunque non ci sono alternative, il cane in crociera non lo lasciano venire, bisogna per forza lasciarlo qui.”
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News Inverno 2005 “Per ritrovarci la casa distrutta al ritorno? Allora tanto vale riportarlo subito da quello che ce l’ha venduto.” “No, il negozio ha chiuso per fallimento, ora c’è una boutique al suo posto, ci sono andata l’altro giorno con Gina.” “Allora non resta che portarlo al canile.” “Ma no Franco, ti pare che possiamo farci vedere dai vicini mentre lasciamo il cane davanti al canile? Quella del terzo piano è un’animalista sfegatata, va a finire che poi mi fa avere qualche multa… guarda facciamo prima, lo lasciamo su in campagna, tanto è anche sulla strada per il porto… almeno così non ci vede nessuno, poi gli animali da soli se la sanno cavare, sono pur sempre discendenti dei lupi…” “Mmmh, hai ragione, mi sembra una buona idea. Tu che ne pensi, Gianni?” “Non mi interessa” ripeté quello per la terza volta. “Voglio andare in vacanza!” Ormai dovrebbero essersi calmati, pensò Esky, ignaro che nell’altra stanza si stava decidendo della sua sorte. Quando Gianni gli passò davanti senza guardarlo il cane rimase un po’ offeso, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. Gianni era un ragazzino molto viziato a cui bastava vedere un giocattolo nuovo per dimenticarsi di quelli vecchi. Per fortuna che lui, Esky, non era affatto un giocattolo! Gianni glielo aveva detto la sera di Capodanno, cinque giorni dopo che il cucciolo era arrivato a casa. Lo aveva stretto fra le braccia e gli aveva sussurrato: “Non aver paura, Esky… io ti vorrò sempre bene… non ti lascerò mai, amico…” Esky all’epoca aveva tre mesi, e si era sentito sicuro e protetto. Si era sentito importante. Ecco perché adesso non lo spaventava più il fatto che Gianni ogni tanto lo trascurasse. Sapeva di contare moltissimo per lui, e che sarebbero stati per sempre insieme.
Giugno inoltrato. Una macchina nera si allontana veloce dal centro città, le ruote che sfrecciano sull’asfalto bollente. Dentro ci sono un uomo e una donna, molto eleganti, un ragazzino seduto sul sedile posteriore. E ancora dietro, nel bagagliaio, c’è un cane, un cucciolo di siberian husky. Ha la pelliccia color argento e gli occhi azzurri, si guarda intorno confuso, ma spavaldo. Non gli piace troppo viaggiare in macchina, però sa di doverlo fare. E questo non sembra l’itinerario per l’ambulatorio veterinario, che l’ha sempre spaventato tanto. Dove stanno andando? Il ragazzino ascolta della musica col walkman e di tanto in tanto allunga una mano attraverso le maglie della rete per accarezzare l’husky. “Sarà bellissimo Esky, pensa, rivedrò tutti i miei amici, ci sarà perfino un animatore e la musica dal vivo, sì, e anche il mio cantante preferito, non vedo l’ora, peccato bello che tu non potrai esserci, un po’ mi mancherai, ma tu mi capisci vero? Anche tu quella volta sei scappato, quando c’era quella cagnolina in calore…” Esky non capisce una parola di quello che gli sta dicendo Gianni, però è felice, perché sa che il ragazzino si rivolge a lui e gli vuole bene. Non lo lascerà mai, l’ha promesso a Capodanno. Non lo lascerà mai. La macchina si ferma all’improvviso in mezzo al verde con uno stridore di freni. Scende l’uomo, fa il giro della vettura, spalanca il bagagliaio. Subito Esky salta giù, sembra impazzito dalla gioia. Allora i suoi padroni non ce l’avevano con lui per il tappeto sporco, visto che l’hanno addirittura portato a correre. Fa a sua volta il giro della macchina, poi si allontana, ulula felice. Vieni anche tu, Gianni! Giochiamo!
Ma Gianni non arriva. L’uomo intanto sta risalendo in macchina. Esky balza davanti al finestrino, abbaia per richiamare l’attenzione dell’amato padroncino. Gianni! Perché non vieni a giocare con me?
La portiera si chiude. Preoccupato, Esky si accorge che i padroni l’hanno lasciato fuori. Non può raggiungerli e la cosa non gli piace. Adesso i suoi abbai sono più frenetici, concitati. Gianni, cosa succede? Perché tuo papà non mi fa entrare in macchina?
L’ha sempre odiata, quella carretta, eppure ora darebbe la sua zampa destra per poterci rientrare. Esky non vuole stare da solo. Il motore scoppietta, le ruote indietreggiano. Lentamente la macchina comincia ad allontanarsi. Gianni! Cosa succede? dove stai andando? Aspettami!
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News Inverno 2005 Ma Gianni non può più rispondergli. Ormai c’è un vetro fra di loro. Esky vede solo il viso del padroncino, però lui non lo sta guardando. E intanto la macchina continua ad arretrare.
Adesso sì che quelle parole hanno un senso. E nella sua mente Esky sa che le riascolterà ogni notte, ogni ora, ogni minuto della sua vita, fino alla morte.
Gianni, aspettami! Dove vai?
Gianni, dove sei?
Esky è disperato, ringhia, cerca di sbarrare la strada al diabolico veicolo. Ma non c’è verso di trattenerlo. Ora incomincia a girarsi, a girargli le spalle.
Se n’è andato, e non tornerà mai più.
Gianni! Aiuto!
Gianni, perché?
A questa domanda Esky non sa rispondere. O forse non vuole.
Finalmente il ragazzino si volta, e i suoi occhi incontrano quelli di Esky. Ma sono occhi freddi, in cui non c’è più alcuna traccia d’amore, solo indifferenza. E tanta ignoranza. “Ciao, Esky!” Gianni agita la mano contro il finestrino. “Ciao, bello!” Gianni, no! Non andare via, ti prego! Non lasciarmi qui da solo!
Ormai Esky ha capito, e cerca freneticamente di sbarrare la strada all’automobile. Spazientito, il padre di Gianni suona il clacson. E’ un suono così forte e improvviso che il cane balza indietro, confuso, spaventato. La macchina ne approfitta per fare retromarcia e allontanarsi. Gianni, no! Non te ne andare! Non lasciarmi!
Le ruote sollevano al loro passaggio una miriade di ciottoli che colpiscono Esky nelle zampe, nel petto e nel muso. Ma lui non si arrende, cerca in tutti i modi di raggiungerla… di fermarla. Non capisce. Gianni gli aveva promesso di restare sempre con lui. Allora perché adesso se ne va? Forse, pensa amaramente Esky, perché ha trovato un amico nuovo e si è dimenticato di tutti quelli vecchi… La macchina è già lontana sotto i suoi occhi azzurri e pieni di lacrime, un punto nero all’orizzonte. Gianni? Torna indietro, ti prego…
Ma ormai non tornerà, Esky ne è sicuro. Non tornerà più a prenderlo. Il siberian husky rimane a guardare fisso davanti a sé, segue con gli occhi il percorso dell’automobile che non può più vedere. Si sente svuotato di ogni emozione, solo al mondo, indifeso. E dire che non più tardi di quella mattina, si era sentito un re. All’improvviso solleva il muso verso il cielo e lancia un lungo ululato di dolore. Gianni se n’è andato, l’ha abbandonato, non tornerà più da lui. L’estate ha spazzato via il ricordo di Capodanno e di tutte le promesse fatte allora. Eppure il suo ululato non è solo una manifestazione di dolore, no… è anche un richiamo al suo branco. Alla persona che ama più di tutte. Gianni?
Ma Gianni non può più sentirlo. Non gliene importa niente, di Esky.
“GIANNI!” Esky si svegliò di soprassalto. Tremava come una foglia e aveva la lingua penzoloni. I suoi occhi azzurri e sbarrati splendevano nell’oscurità della gabbia, ma erano occhi tristi, feriti, diversi dagli occhi allegri e vivaci di un tempo. Rabbrividendo, pensò che stavolta il sogno era stato più vivido del solito. Aveva davvero sentito le braccia di Gianni intorno al collo e la sua voce affettuosa, quando gli aveva promesso che non l’avrebbe mai lasciato. Dio, come faceva male pensarci! Se solo avesse potuto dimenticarlo… Il suo sguardo si spostò sulle pareti spoglie del canile. Era uno sguardo disincantato, duro.
Esky viveva lì da un anno, ormai, e aveva imparato che da quelle parti i sogni possono essere un crimine. I primi tempi si svegliava di notte urlando il nome di Gianni, guardandosi intorno nella speranza di scorgere l’amato padroncino di un tempo. Poi erano venuti sogni più piacevoli in cui qualcuno si soffermava davanti alla sua gabbia, incontrava il suo sguardo e decideva di portarselo a casa. Ma questi sogni o si trasformavano in incubi, dove il nuovo padrone commetteva gli stessi sbagli di Gianni, oppure finivano bene, con Esky disteso su un divano, amato e protetto. Ma poi sopraggiungeva il risveglio, e allora tutto quello che vedeva erano le gabbie e i tristi prigionieri scampati a un destino simile al suo.
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News Inverno 2005 Il giovane siberiano non aveva mai pensato che ci fossero tanti ragazzini come Gianni, al mondo. Tante persone egoiste e viziate come lui. Dalla gabbia accanto proveniva il russare di Stella, la dobermann, interrotto ogni tanto da un mugolio di dolore. A lei era andata peggio; i suoi l’avevano abbandonata direttamente sull’autostrada insieme ai cuccioli partoriti da poco. I dettagli del suo salvataggio, Esky non li sapeva. La femmina però aveva trascorso diverse ore in sala operatoria e capitava ancora che durante la notte mormorasse qualcosa di simile a “Il camion! Attenti al camion!” Quanto ai suoi cuccioli, non erano più stati trovati. La gabbia di fronte invece era vuota, almeno per il momento. Fino a qualche settimana prima l’aveva abitata un piccolo Yorkshire schizofrenico che non era mai riuscito del tutto a superare l’ansia da abbandono. Esky non sapeva cosa ne fosse stato di lui, da un giorno all’altro era semplicemente sparito.
Sua madre apparteneva al proprietario ed Esky non aveva mai saputo niente delle sofferenze a cui erano sottoposte le fattrici dei cagnari, costrette ad accoppiarsi ogni sei mesi con cani che magari erano addirittura loro consanguinei. Da quando poi era stato abbandonato, non avrebbe potuto provare compassione per qualcuno neanche volendolo. Il cucciolo allegro e giocherellone era diventato un cane cupo, schivo e permaloso. “Come vi chiamate?” chiese, anche se non gli importava poi un granché. “Io sono Bambi” si presentò la femmina che aveva parlato per prima, “mentre lei si chiama Daisy, Daisy
All’improvviso la porta si spalancò e dall’esterno vennero degli latrati striduli. Esky sollevò gli occhi. Nuovi arrivi, pensò. Chissà se erano stati abbandonati anche loro o se invece i loro padroni erano morti, come quello di Yorkie. Gli umani che si occupavano del canile trasportarono due cani grigi nella gabbia di fronte a Esky. Due femmine, a occhio e croce sui cinque anni, ma non fu tanto la loro età a sorprenderlo quanto la loro razza. Infatti erano due siberian huskies proprio come lui. Esky sollevò le orecchie, perché non aveva mai visto prima d’ora un suo simile al canile. Era già tanto incontrare qualche cane di pura razza, là dentro. “Da dove venite?” – domandò con voce rauca, parlando nella lingua degli huskies. Le due femmine dapprima sembrarono sorprese. Forse nemmeno loro avevano mai visto un altro compagno di razza prima d’ora. “A dire la verità non lo sappiamo” – rispose finalmente la più spigliata delle due, mentre cercava di protendere il muso fuori dalle sbarre.
linea di sangue granché pregiata, come te. Daisy non può camminare bene, così le do una mano io. A proposito, tu come ti chiami?” “Esky. E guai a te se ti azzardi a fare una battuta sul mio nome” l’avvertì lui con un ringhio. Bambi scop-
“Non siamo mai state molto in giro, e non siamo pratiche della città. Sinceramente non so neanche dove ci troviamo adesso! Tu sei americano? Scusami se te lo chiedo, ma hai un accento così strano!” “I miei genitori venivano da un allevamento canadese” replicò Esky senza allegria. “Io, però, sono nato in un negozio qui in Italia”. “Sei nato in negozio?” – la femmina sembrò alquanto stupita. “Sai, è strano… quando il mio padrone mi portava in giro per negozi, io cercavo sempre di parlare con i cani che c’erano lì, però loro non riuscivano mai a capirmi. Erano tutti stranieri… venivano dai paesi dell’Est.” Lui scrollò le spalle infastidito. Sai quanto me ne importa dei cani dell’Est, pensò.
come Paperina.”
L’altra scodinzolò in segno di benvenuto e fece per alzarsi. Ma subito una fitta dolorosa alle giunture posteriori la costrinse a sedersi di nuovo, e le strappò addirittura un guaito di protesta. “Cos’hai?” chiese Esky incuriosito. “Soffre di displasia” rispose Bambi scotendo il capo, mentre si accucciava accanto a Daisy per farle coraggio. “Purtroppo nessuna di noi viene da una
piò a ridere. “Non preoccuparti, non sono nelle condizioni di prenderti in giro. Sai chi si chiamava come me? Un cervo, niente meno!”
Be’, almeno non era lui l’unico ad avere un nome idiota, pensò Esky sconfortato. “E da quanto tempo stai qui, Esky?” “Un anno” rispose il maschio bruscamente. “Da quando… mi hanno abbandonato.”
C’era una rabbia sorda nelle sue parole, ma soprattutto tanto dolore. Bambi sentì uno slancio di affetto nei confronti di quel cane scorbutico. “Non te la prendere” mormorò Daisy cercando di scodinzolare, nonostante i dolori “Anche noi siamo state abbandonate, sai?” “Come, dallo stesso padrone?” Esky le guardò sbi-
gottito. Abbandonare un cane come uno straccio vecchio era un conto. Abbandonarne due… “E più di una volta” rincarò la dose Bambi. “Per questo ormai la prendiamo con filosofia. Il nostro primo padrone era un ragazzino… simpatico, anche. Sai, credo che se fosse dipeso da lui ci avrebbe tenute con sé. Ma era piccolo, e i suoi genitori volevano andare in vacanza, e così…” “Conosco il tipo” Esky emise un ringhio sordo.
La storia delle due femmine era pressappoco identica alla sua… con la sola differenza che il loro padrone non aveva voluto davvero liberarsi di loro, era stato costretto a farlo. Gianni, invece… ma non doveva pensare a Gianni…
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News Inverno 2005 “Poi siamo passate a un altro padrone. Ma questi sono ricordi spiacevoli per noi. Era un uomo malvagio e ci picchiava sempre. Ci frustava…”
Bambi abbassò gli occhi, perché si vergognava di rievocare quelle sofferenze davanti a Daisy. Infatti l’amica si era messa a tremare come una foglia e la sua zampa zoppa ebbe un fremito. Le percosse non avevano fatto nulla per alleviarle il dolore, anzi, semmai l’avevano addirittura inasprito. Ma stavolta fu Esky a protestare. “Vi frustava? Anche Daisy che è zoppa?” Bambi gli rivolse un sorriso amaro, a mo’ di scusa.
“Non hai idea di cosa ho dovuto sopportare io!” tuo-
nò il siberian husky infuriato. “Da quando sono qui la vita ha perso ogni significato per me. Gianni era tutto il mio mondo, e mi ha messo da parte!” “Non lo metto in dubbio” sussurrò Bambi prima di
ritirarsi nell’oscurità della sua gabbia, della sua prigione. “Ma forse a rimetterci non sei stato solo tu.”
“Gli uomini non sono sempre buoni come vorrebbero farci credere.” “Ma perché non vi siete mai ribellate? Perché non siete fuggite?” “Perché lui ci ha precedute. Ci siamo ritrovate di nuovo sulla strada… be’… uno così meglio perderlo che trovarlo, no?” La femmina si strinse nelle spalle. “E poi c’è stata l’ultima famiglia…”
Sembrava restia a proseguire. Ma il suo racconto aveva suscitato la curiosità di Esky. Altro che viziati; gli uomini erano dei mostri! “Va’ avanti” la incitò. “Ecco…” lei si morse un labbro con aria colpevole. “In un certo senso è stata colpa mia. I padroni di Daisy volevano un cane soltanto, ma noi siamo sempre state insieme e non mi andava di lasciarla, nelle sue… sì, be’, nelle sue condizioni. Così ho detto no, non se ne parla. Gli umani allora ci hanno accolte entrambe, anche se erano sempre scettici nei miei confronti. E quando ho scoperto che avevano un gatto… Esky, io ho cercato davvero di comportarmi da bravo cane, ma è più forte di me. Quando vedo una piccola preda in fuga io devo inseguirla, è come se una voce nella mia testa mi ordinasse di andare a caccia. Loro non sono stati per niente contenti e mi hanno riportato di peso al canile. E siccome Daisy non mangiava senza di me…” “No, e ne vado fiera”– replicò l’altra in tono brusco. “Era il minimo che potessi fare, quando tu hai trascorso tutta la vita dietro a questa povera zoppa.” “Avresti dovuto pensare prima di tutto a te, Daisy”
cercò di rabbonirla Bambi. “Lo sai che ti avrebbero tenuta… non saresti mai più tornata in questo posto…”
Ma Daisy sbuffò sonoramente. “Non pensarci nemmeno, Bambi. Abbiamo cominciato questo calvario insieme e lo finiremo insieme. E poi tanto il posto non mi piaceva neppure” mentì.
Bambi non disse nulla, ma leccò teneramente il muso dell’amica per ringraziarla. Quando tornò a guardare Esky, i suoi occhi erano lucidi. “Perciò, vedi” mormorò con un filo di voce “c’è sempre chi sta peggio. Almeno tu sei stato abbandonato una volta sola.”
Nei giorni seguenti, Esky si ritrovò a parlare spesso con le due huskies. A volte i loro discorsi lo irritavano, e poteva capitare che le mandasse entrambe al diavolo, soprattutto Bambi che era la più loquace delle due. Eppure in un certo senso lo confortava avere qualcuno della sua razza con cui scambiare due parole. A volte gli sembrava quasi di poter dividere il peso della sua brutta esperienza con loro. Vedeva il mondo del canile attraverso i loro occhi e scoprì che se la si prendeva con un po’ di ottimismo, come faceva Bambi, quella vita non era poi tanto brutta. Buffo come avesse potuto trascorrere un anno in un luogo senza conoscerlo affatto. Cominciò anche ad apprezzare le figure dei volontari che si prendevano cura di loro. Non era proprio come avere un padrone… però era senz’altro meglio che restare da soli. Una donna in particolare sembrava essersi affezionata molto a loro. Trascorreva ore giocando con Esky e con le due femmine, li accarezzava, a volte portava anche qualche bocconcino da casa. E parlava, di sé stessa e della sua vita, proprio come avrebbe parlato a degli altri umani. Esky non capiva molto di quei discorsi, e spesso chiedeva a Bambi di tradurre, visto che lei aveva vissuto molto più a lungo con gli uomini e li conosceva meglio. Apprese così che la volontaria si chiamava Anna, che aveva un figlio, che suo marito lavorava all’ estero e che lei avrebbe tanto voluto poterlo vedere di più.
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News Inverno 2005 Amava i cani e in passato ne aveva avuto uno in casa, un bassotto dal pelo ruvido come una spatola. Ma il bassotto era morto molti anni prima di un tumore, e da quel momento lei si era dedicata ad aiutare i compagni di specie… meno fortunati. Insieme alle due amiche, Esky cominciò ad aspettare con trepidazione i giorni in cui Anna andava a trovarli. A volte aveva l’impressione che Bambi e Daisy l’avrebbero seguita in capo al mondo, se solo lei glielo avesse permesso. Quanto a lui, si lasciava accarezzare e una volta o due riuscì anche a mettere da parte il suo riserbo e a giocare come un cucciolo. Però non permise mai alla donna di abbracciarlo. Ogni volta il pensiero andava alle braccia di Gianni strette intorno al suo collo, quel Capodanno lontano. E faceva troppo male. E poi, una mattina, Anna non si presentò da sola. La seguiva un ragazzino pressappoco della stessa età di Gianni. Capelli biondi e ricciuti, come Gianni. Occhi azzurri, come Gianni. Una voce gentile. Come era stata quella di Gianni… all’inizio. Esky si sentiva sempre a disagio quando c’era lui. Cercava di evitarlo e si ritirava nell’angolo più buio della gabbia. Però non poté fare a meno di notare che il ragazzino invece lo guardava eccome, e che i suoi occhi sembravano feriti. Immaginò che fosse per via dei suoi modi scontrosi. Be’, spiacente, ma Esky ne aveva avuto abbastanza dei ragazzini e dei loro capricci. Non voleva più saperne niente. “Mamma, non è giusto” protestò un giorno Marco, il ragazzino, mentre seduto in un angolo osservava Esky voltargli le spalle. “Che cosa non è giusto?” “Il lupo, sai… il maschio… lo vedo che mi guarda con certi occhi, quando arrivo! E poi se ne va in quell’angolo e non si muove più, non abbaia, non mangia, niente di niente. Daisy e Bambi non si comportano così…” “Ah, vuoi dire Esky!” “Sì, lui… Mamma, ma cosa gli hanno fatto i suoi padroni per averlo ridotto così? Tutti i cani qui dentro hanno gli occhi tristi, sono sofferenti, però li vedi che cercano disperatamente un po’ d’affetto, qualcuno che li consoli. Lui invece sembra che voglia stare sempre da solo. Secondo me i suoi padroni non devono avergli voluto affatto bene, ecco perché fa così…” “Non mi sorprende” rispose la madre aggrottando le sopracciglia. “Da quel che ne so, Esky è stato trovato in aperta campagna. Non ha il tatuaggio, quindi o viene da un negozio oppure era nato da una famiglia di privati.” “Ma come si fa a veder nascere un cucciolo e poi abbandonarlo in mezzo alla campagna?”
Marco non riusciva a raccapezzarsi. “Io se avessi un cane così da grande, non lo lascerei per tutto l’oro del mondo…” “Purtroppo non tutta la gente ama gli animali come li ami tu, figlio mio” mormorò Anna. “E il nostro povero Esky, qui, deve aver conosciuto degli esponenti particolarmente sgradevoli della razza umana…” “Vorrei fargli capire che non siamo tutti come loro” disse il ragazzino d’impeto. “Vorrei dargli tutto l’affetto di cui ha bisogno e che quegli stupidi non gli hanno mai dato. Mamma… non potremmo… non potremmo tenerlo noi?” “Non dire sciocchezze” lo rimbeccò lei allarmata. “Vuoi ripetere la stessa esperienza di Bigio? Ti ricordi come siamo stati male quando è morto? Come hai pianto?” “Lo so, ma è normale soffrire quando un animale a cui abbiamo voluto bene se ne va, no? Forse Esky potrebbe riempire un po’ il vuoto che ci ha lasciato Bigio… mamma, ti prego!” “Ma Marco, gli huskies sono una razza impegnativa, non come gli altri… vogliono correre, e poi nei negozi non lo lascerebbero entrare, non lo puoi mica tenere in braccio…” “Vabbè, in qualche modo mi arrangerei, e poi ci sono dei negozi dove i cani possono entrare, non è un problema… oh, mamma, ti prego!” “Marco, non siamo neppure sicuri che lui si senta pronto a un altro padrone…” “Vedrai mamma che si abituerà, lo so, sono sicuro! Noi li trattiamo bene gli animali, ti prego, lasciami provare…” “Oh… e va bene, d’accordo… non so dirti di no quando mi guardi con quegli occhi…” Un po’ riluttante, Anna fece uscire Esky dalla gabbia, Lui però continuava a fuggire le attenzioni di Marco e non voleva neppure guardarlo negli occhi. Lasciami in pace! Ne ho abbastanza di bambini. E poi tu assomigli troppo a Gianni.
“Andiamo, Esky! Andiamo, bello! Non avere paura, non voglio farti del male… vieni qui, da bravo…” Perché dovrei? Non voglio essere abbandonato ancora. Non voglio che mi succeda lo stesso di Daisy e Bambi!
“Vieni, bello… non avere paura” ripeté il ragazzino incoraggiante, sfiorandogli la pelliccia con la mano. Esky si ritrasse, ma a fatica; Anna infatti lo teneva al guinzaglio e lui non poteva allontanarsi troppo. “Fidati di me, Esky, ti prego…” Mi sono già fidato di uno come te. E guarda dove mi trovo!
“Lo so che ti hanno fatto del male, lo capisco, ma ti assicuro che non succederà più, te lo prometto, dovranno vedersela con me prima di torcerti un capello…” Non capisco le tue parole, ragazzino. Perché dovrei fidarmi? Tu non sei diverso dagli altri.
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News Inverno 2005 “ho sempre desiderato un cane, uno come te, un lupo… dai, Esky…” Cosa ne sarà di me, se accetto?
Suo malgrado, Esky era cresciuto molto quando avrebbe dovuto essere ancora un cucciolone, il giorno del suo abbandono. Ora però il suo vecchio carattere socievole cominciava a risvegliarsi. Non era brutto, rifletté, quando Marco lo grattava dietro la testa. Se solo non fosse stato tutto un’illusione… Anche tu ti stancherai di me. Per favore… lasciami in pace.
“Non so chi ti abbia ridotto così, Esky, ma ti prometto che non accadrà più, ti terrò sempre con me… capisci cosa sto dicendo?” Esky avvertì una fitta dolorosa all’altezza del cuore. Quelle parole le capiva eccome, perché le aveva già sentite. Non posso. Non insistere. “Esky” lo interruppe la voce di Bambi in tono pacato. “E’ solo un bambino.” “Cosa succederà se anche lui dovesse abbandonarmi, Bambi?” replicò Esky angosciato. “Non potrei sopportarlo… tu non sai che cos’ho passato… quante volte mi sono svegliato chiamando Gianni, cercandolo…” “Esky” ripeté lei, con maggior decisione. “Guardalo negli occhi. Ti prego, fallo per me.” “Ma… “ “Ti prego.”
Titubante, Esky obbedì. Marco lo stava guardando con occhi supplichevoli, preoccupati… affettuosi. Teneva a lui e non voleva vederlo ridotto in quello stato. Per la prima volta in un anno Esky si domandò come sarebbe stato essere di nuovo parte di una famiglia. Essere di nuovo stretto fra le braccia di un padrone. Ma poi il ricordo di Gianni tornò a offuscare le sue speranze. “Non posso” rispose a bassa voce. “Anche Gianni aveva occhi come i suoi quando mi ha accolto.” “Non sono tutti uguali, Esky. Gli umani, voglio dire. Il bambino mi sembra sincero… e poi di Anna mi fido.” “Come fai a fidarti? La conosci appena.” “Anche tu ci conosci appena, eppure sei subito diventato nostro amico.” “Ma Bambi” protestò Esky “cosa ne sarà di me se anche questo bambino dovesse stufarsi? Se dovessi di nuovo essere messo da parte come una scarpa vecchia?” “Non essere così negativo, amico. Dagli una possibilità. Non va bene fasciarsi la testa prima di essersela rotta. E poi se ti va male… puoi sempre tornare qui” Bambi sorrise mesta. “Tanto lo sai dove trovarci, no?” “Io al canile non ci torno neanche morto. Piuttosto me ne vado con i lupi!” “E allora vorrà dire che non ci rincontreremo più… o forse un giorno le nostre strade torneranno a incrociarsi comunque, lupi o non lupi. Sai, Esky, mi sarebbe piaciuto conoscerti prima, quando eri ancora libero dai tuoi fantasmi. Avresti potuto insegnarci molto.”
“No” mormorò Esky con voce rotta. “Sei tu che mi hai insegnato tanto. Questo posto… mi sembrava una prigione, prima.” “Forse abbiamo imparato qualcosa entrambi” fece lei sibillina. “Ma, Esky…” “Sì? “ “Qualunque cosa accada… ovunque dovessimo rincontrarci… sappi che fra noi sarai sempre il benvenuto.” “Grazie” il maschio sorrise, impacciato. “Non vi dimenticherò. E… Bambi?” “Cosa c’è, Esky?” “Ve lo sareste meritate più voi di me.” “Non dire stupidaggini” ribatté Bambi. “Noi il nostro cammino l’abbiamo già iniziato… tu invece hai tutta una vita davanti. Buona fortuna, Esky. Ti auguro più gioie di quante ne abbiamo avute noi.”
Esky annuì. Poi, con una certa esitazione, tornò a guardare Marco. Il ragazzino ora tendeva un braccio verso di lui in una muta richiesta di affetto. Esky capì che ne avevano bisogno entrambi. Dimostrami che mi sbagliavo, pensò, strofinando prima il naso e poi la testa contro la mano protesa di Marco. Dimostrami che gli uomini non sono tutti come quelli che ho conosciuto… e che anche una creatura come me può essere amata da qualcuno, anche se mi piace correre, andare a caccia e fare i dispetti. Ti prego… non mi abbandonare di nuovo.
Come per un riflesso meccanico, le braccia del ragazzino gli si avvolsero intorno. Esky si irrigidì sconcertato, ma poi comprese… e istintivamente ricambiò l’abbraccio posando il muso sulla spalla di Marco. Arrivò anche al punto di scodinzolare - da quanto tempo non gli capitava più? “Vedrai, bello, vedrai” stava dicendo Marco. “Staremo sempre insieme, io e te. Ti porterò alle esposizioni e magari l’estate prossima faremo anche un salto in montagna, vero? I tuoi antenati trainavano le slitte, ma gli huskies lo fanno ancora oggi, sai? Forse un giorno avremo anche noi una slitta. Non vedo l’ora!…” Esky lo fissò seriamente con i suoi occhi azzurri. Cosa stava cercando di dirgli? “Non so cosa darei per poterti capire!” Io invece sto già imparando a capirti, pensò il cane. E sorrise, perché non gli era mai capitato prima d’ora di capire una frase così complicata… di solito lui si limitava ai comandi come vieni, stai fermo, bravo. Oltre naturalmente al suo nome. “Sai una cosa, Esky?” Marco gli lanciò di nuovo le braccia al collo, e stavolta lui non si ritrasse. “Ti voglio bene.” Anch’io ti voglio bene, Marco.
“Verrai a casa con me. Fidati. Non ti lascerò più solo.” Mi sto già fidando, rispose Esky con un’occhiata, leccandogli le mani.
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News Inverno 2005 Da quel lontano giorno non si sono più lasciati, lui e il cane. Sono andati insieme in vacanza e in giro per negozi, ed Esky ha imparato ad aspettarlo fuori dalla scuola o seduto davanti alla porta del cinema. Solo in macchina non vuole più salire. Troppi ricordi. Se la portiera sbattesse dietro di lui, se per una qualsiasi coincidenza non potesse più salire, il suo cuore scoppierebbe dal dolore. Perché le cicatrici nel cuore di un cane non si vedono a occhio nudo, ma sanguinano e non svaniscono con il tempo.
Tre anni dopo… Un ragazzo, già adolescente, corre all’ inseguimento di un pallone che però non cammina da solo. Lo sta trascinando un siberian husky di circa cinque anni, con gli occhi azzurri e la pelliccia color argento. Esky adesso è un cane felice. Ha la sua famiglia, ha la sua casa. L’anno prima ha addirittura avuto dei cuccioli con una femmina che abita nei dintorni. Non ha dimenticato Gianni, sa che non potrà mai farlo. Ma non lo rimpiange più. Adesso è Marco la sua ragione di vita. Sono cresciuti entrambi nel frattempo e hanno imparato a rispettarsi e a conoscersi a vicenda. Soprattutto, Esky sa che anche fra gli uomini c’è gente dotata di buon cuore. Non l’avrebbe mai detto, ma è così. Da quel giorno al canile non ha più visto Bambi e Daisy, le due sorelle prigioniere. Quando Marco gli propone di andare al canile, lui si rifiuta. Ha sempre paura che quelle porte infernali gli si chiudano nuovamente alle spalle per sempre. Preferisce non sapere cosa sia stato delle sue amiche, e immaginarle in una bella casa con un padrone affettuoso. Anche loro meritavano il loro angolo di paradiso. L’avranno poi trovato davvero? Esky non lo sa, però spera di sì. Ed è davvero convinto che, come ha detto Bambi quel giorno, prima o poi si ritroveranno, da qualche parte, magari fra molti anni… però si ritroveranno. Adesso anche lui si avvicina ai cinque anni, ed è nel pieno delle forze. La vecchia abitudine di scavare buche e di correre non l’ha persa, ma sa che tanto Marco non se la prende. E non se la prende nemmeno sua madre, anche se a volte fa un po’ la voce grossa. Il ragazzino è rimasto fedele alla sua parola.
Ha smesso di sognare Gianni, però si chiede spesso cosa succederebbe se un giorno dovesse incontrarlo per strada. E a questa domanda non sa mai cosa rispondere. Se domani lo incontrassi, Esky, cosa diresti alla persona che amavi tanto e che ti ha girato le spalle? Cosa farai il giorno che i tuoi occhi incontreranno di nuovo i suoi, e non più al di là di un finestrino? Forse, pensa prima di dormire, gli andrò incontro scodinzolando, perché un cane non sa portare rancore. Forse scapperò a nascondermi dietro a Marco, perché nessuno più di un cane capisce quando è di peso a qualcuno. Forse farò semplicemente finta di non vederlo. Come farebbe un uomo. O forse gli andrò incontro, mi lascerò abbracciare da lui - e poi lo guarderò negli occhi e senza scodinzolare, senza sorridere, gli chiederò un’unica domanda. Gianni, perché il tuo Capodanno non è durato tutto l’anno?
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News Inverno 2005
SIBERIAN HUSKIES…in estinzione come i Panda?!?
From: Nakegaro Siberians To: Siberian Husky Club Italia - Segreteria Sent: Thursday, July 28, 2005 2:27 PM Di seguito ti mando un articoletto, che più che un articolo è una mia domanda che vorrei porre ad esperti e non (a cui spero, qualcuno risponda) in merito ad una mia preoccupazione: che fine faranno gli huskies? O meglio, che futuro avranno? Fammi sapere cosa ne pensi. Rosa. Da: "Siberian Husky Club Italia - Segreteria" A: "Nakegaro Siberians" <polarwitch@libero.it> Data: giovedì 28 luglio 2005 16.45 Sono perfettamente d'accordo con te, io nel mio piccolo "faccio del mio meglio" e sono disposto a fare qualsiasi cosa si reputi necessaria. Pubblicherò il tuo "grido d'allarme" sul prossimo giornalino (purtroppo quello di dicembre, in quanto quello che uscirà a settembre è già ultimato e dato al tipografo - in ogni caso ci saranno due righe in merito al calo di iscrizioni al LOI). Questo argomento però sarebbe da CIRN/Seshi in quando volevano aprire un forum su internet per scambio opinioni (l'hanno deciso all'ultimo consiglio e se ne occupa la Miglietta) quindi dovresti inviare la stessa lettera proprio a LEI e per conoscenza al presidente Pavanati. Ci sarebbe così la possibilità di avere un maggior coinvolgimento e in tempi decisamente più rapidi, il tutto a beneficio del problema (reale e molto preoccupante). Da: "Nakegaro Siberians" A: "Siberian Husky Club Italia - Segreteria" Data: mercoledì 28 settembre 2005 12.02 scusa x il ritardo della mia risposta, ma sono incasinata con gli studi. Si, ho inviato il mio articolo anche al seshi, sia a Mariagrazia che a Michela e quest'ultima, mi ha detto che ne avrebbero discusso in consiglio e forse l'avrebbero pubblicato sul sito, visto il ritardo con cui esce il bollettino. Anche loro pensano che sia buono per aprire un dibattito in merito. From: Nakegaro Siberians To: Siberian Husky Club Italia - Segreteria Sent: Thursday, September 29, 2005 7:52 PM Grazie Guido. Volevo dirti che proprio oggi ho visto pubblicato l'articolo sul sito del seshi nella sezione soci. A presto, Rosa.
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Articoletto di Rosa Galluccio Il motivo che mi ha portato a scrivere di seguito non è per fare polemica ma per trovare qualche rassicurazione circa la mia preoccupazione nei confronti dei siberian huskies che amo tantissimo e che ormai sembrano destinati quasi a scomparire. Da premettere che non è un vero e proprio articolo e mi piacerebbe poter aprire un dibattito in merito a cui partecipassero esperti e non, per poter magari capire il futuro di questa splendida razza. Leggevo di recente una rivista cinofila, sulla quale venivano riportate le iscrizioni al LOI delle razze canine riconosciute dalla FCI nell‟anno e il mio sguardo non poteva non soffermarsi sui dati che riguardavano i siberians…solo 389 iscritti! Non posso ancora crederci. E pensare che questa razza ha toccato picchi tra i 5000/6000 iscritti negli anni novanta (più o meno dal „92 al „96), certo sono stati risultati dovuti al “boom” che attualmente vivono altre razze, ma il punto è questo ora che fine faranno? Vittime di un‟assurda moda ed ora, grazie a pochi e veri appassionati continuano per fortuna ad essere allevati. Personalmente, penso che si sia fatto e si fa troppo poco per evitare tutto ciò e di certo a questo, in parte, hanno contribuito tutti quei pseudo-allevatori che hanno tirato acqua al proprio mulino finché potevano, per poi passare ad allevare la razza di turno, ma l‟hanno fatta da padrone soprattutto i pet-shop che hanno rifilato cani importati dai paesi dell‟Est a più non posso,
News Inverno 2005 senza alcuna garanzia, soprattutto caratteriale e la gente si è scocciata. Quando si parla di huskies non si fa altro che dire che sono cani stupidi, che scappano, schizzati,…e spesso chi ne ha avuto uno, difficilmente ne ha ripreso un altro. Quando si apre qualche dibattito su carta, spesso, lo si fa per screditare questo o quell‟altro club, per continuare l‟ormai arcaica diatriba tra cane da lavoro e cane da expò, ed in proposito vorrei fare delle considerazioni. Penso che i club più che farsi guerra e dare importanza a questi o a quei risultati siano essi di expò che di gare, dovrebbero fare più informazione e noi appassionati dovremmo metterci tutto il nostro impegno per contribuire alla tutela della razza, mentre riguardo il divario tra cane da show e cane da lavoro, beh, non dovrebbe proprio esistere! E poi suppongo che in realtà, non è una questione di pedigree (facile fare carte false… lo sappiamo benissimo tutti… non voglio insinuare nulla, ma non si può mica credere sempre alle favole!) ma soprattutto una questione di standard! Se c‟è uno standard, va rispettato, come in qualsiasi altra razza! Io sono certa (e lo dico per esperienza personale) che se un siberiano è corretto, sicuramente svolgerà un buon lavoro e molti soci e non che lavorano con siberiani e che fanno anche expò me ne saranno testimoni! Infatti i loro cani oltre a vincere nei ring, vincono anche in pista! Quindi perché non si da retta allo standard? Perché si valutano i cani in base allo standard e a prove di lavoro magari obbligatorie? Forse perché qualcuno si offenderebbe se il proprio cane venisse cacciato fuori da un ring o da un team? Certo, a parole sembra tutto facile e so che in realtà è proprio il contrario e allora perché non fare di questo momento di calo un incentivo a fare di più per il Siberian Husky? Iniziative interessanti ed utili, sono di sicuro le misurazioni, le prove di attitudine al traino, test caratteriali, opuscoli, siti, esami del dna, e così via. Ma bisogna crederci, bisogna crederci veramente e cercare di essere tutti più uniti che mai, clubs, allevatori, espositori, sportivi, appassionati, insomma chiunque creda valga la pena di fare qualcosa di costruttivo per questi cani straordinari il tutto provando a mettere da parte stupide ostilità. Perché, almeno io non vorrei proprio che i nostri amati pelosoni facciano la fine dei panda e come recitava un opuscoletto creato diversi anni fa da alcuni seri allevatori “Save Our Soberians” (Salviamo i Nostri Siberiani)!!! Rosa Galluccio – Napoli
DATI UFFICIALI E.N.C.I. Registrazioni al R.O.I. anno 2004 (periodo 17 marzo 2004 – 7 aprile 2005)
n. 389 iscrizioni Comparazione con le altre più conosciute razze nordiche del Gruppo 5 (Akita, Alaskan Malamute e Samoiedo) Nella colonna TOTALI è riportato il numero complessivo di registrazioni ENCI per tutte le Razze riconosciute dalla F.C.I. ANNO
AK
AM
S
SH
TOTALI
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
288 361 418 383 480 433 379 331 332 201 281
598 805 839 711 571 617 412 334 277 321 305
1340 1232 1021 805 600 443 318 300 306 226 190
6432 6518 5127 4220 2811 1887 1238 805 624 543 389
135.709 145.682 135.467 136.848 141.468 140.061 142.271 157.675 154.141 149.909 140.644
Il dettaglio fornitoci dall’ENCI tramite la Sezione di Razza del CIRN, che ringraziamo nella figura del suo nuovo Presidente sig.ra Michela Pavanati, ha confermato quanto da noi anticipato nel numero precedente e cioè in 100 il numero delle cucciolate prodotte nel periodo considerato. Da una nostra successiva elaborazione risulta che i cuccioli registrati, tolte le sei iscrizioni singole di soggetti importati, sono 383 (196 maschi + 187 femmine) di cui 158 prodotti da Allevatori con affisso (18 di cui solo10 però frequentano abitualmente le esposizioni di bellezza) e rappresentano solo il
41,25% del produzione. Numero Cucciolate
14 18 19 14 8 14 9 3 1 100
Numero Cuccioli x cucciolata
1 2 3 4 5 6 7 8 9
TOTALI
14 36 57 56 40 84 63 24 9 383 Guido Barbieri
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News Inverno 2005
Il colore Agouti nel Siberian Husky © Inkeri Kangasvuo, ISHC-News, March/April -99 traduzione Gloria Di Petta - Supervisione Adele Oldani
Da tempo avevo in mente di scrivere qualcosa sulla genetica del colore. Adesso è venuto il momento di farlo. Parto dalle mie considerazioni sul colore agouti, perché si è presentato diverse volte. So che una ricerca sulla genetica del colore mirata specificatamente al Siberian Husky, non è mai stata portata avanti ufficialmente, ma credo che la maggior parte degli allevatori/proprietari si siano fatti delle personali ipotesi sull’ereditarietà del colore, anche se non hanno mai letto niente di più della frase “il nero è dominante sul copper”!
Come afferma lo standard; “Il Siberian Husky può essere di qualsiasi colore, dal nero al bianco puro e sono comuni molte varietà di maschere”. Che io sappia macchie bianche sono o non sono presenti in un particolare processo genetico e non ha nulla a che vedere con il colore generale del mantello, sia che sia rosso, nero o agouti. Un cane geneticamente agouti può avere le parti inferiori bianche se il carattere genetico lo stabilisce.
Io stesso ho avuto Siberian Husky per oltre 15 anni, ma la mia storia di appassionato studioso del colore ha origini ben più lontane. Questo articolo espone le mie idee sul colore e la genetica del colore. Ho incluso alla fine una lista di libri che ho letto, alcuni dei quali anche più volte, per ampliare le mie conoscenze su questa “colorata” branca della scienza.
(vedere anche tabella in coda all’articolo)
Certamente non potete apprendere molto se non avete alcuna nozione di genetica, di eredità, cromosomi, loci, genotipo, fenotipo, ecc., quindi spero che il mio articolo non sia incomprensibile ai principianti. Ho incluso alcune note e affermazioni che ho copiato per me da questi libri e mi scuso di non poter ricordare sempre da quale di questi sono tratte. Le citazioni che riporto sono separate con o senza il nome dell’autore. Dalle vecchie fotografie in bianco e nero potete pensare che i primi cani Siberiani importati, gli antenati dei cani di oggi, avessero il pelo di colore “uniforme”. Cioè, avevano una minima quantità di bianco nel loro mantello. Le foto in bianco e nero possono trarci in inganno dal momento che tutti i cani con mantello scuro appaiono NERI!! Certamente è probabile che questi cani, visti dal vivo, potessero avere il pelo marrone, grigio, grigio lupo o agouti , ma decisamente avevano tutti musi e corpi di colore “scuro uniforme”. Ecco perché io non sono d’accordo con l’affermazione ampiamente diffusa: “E’ sottinteso che il Siberian Husky ha maschera e parti inferiori del corpo bianche”.
Nel mio testo ho usato i seguenti simboli per la serie agouti: As – Nero/Rosso dominante a seconda degli altri geni responsabili del colore; ay – Sabbia/marrone chiaro; aw – Agouti/Selvatico; as – colore della sella; at – punti di marrone scuro; a – Nero recessivo, CONSIDERAZIONI SULLA “SERIE” AGOUTI E SULL’ ALLELE AGOUTI Il termine scientifico per il colore selvatico è “agouti”. Il termine del colore deriva dal nome del roditore Sud Americano Agouti ed è così definito: indica un tipo di colore del mantello che ha delle strisce o bande, presenti su ogni singolo pelo. Dal momento che la nostra razza ha spesso un tipo di colore del mantello che assomiglia molto a quello del lupo, è necessario dedicare diverse paragrafi per spiegare la caratteristica genetica del colore del mantello del lupo.
“La maggior parte dei lupi, per via del mimetismo, ha un mantello color grigio nel quale i pigmenti giallo e nero sono mescolati su uno stesso pelo allo stesso modo del colore agouti nei roditori. Questo tipo di mantello manca nella maggior parte dei cani ma si è conservato in alcuni esemplari di cani Eskimese o “husky”. Probabilmente è dovuto ad un fattore dominante.” (autore?).
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News Inverno 2005
“Lupo – Canis Lupus, geneticamente questa specie è di norma nera-agouti, ma si dice che qualche volta siano stati osservati anche colori rossicci, possibilmente omozigoti per ay (sabbia/marrone chiaro), inoltre si riporta che incroci tra cane e lupo possano avere mantelli di colore nero, nero-marrone chiaro oppure “ocra uniforme” quindi nel lupo potrebbero essere presenti diversi alleli agouti (cioè la serie degli alleli agouti, IKa) Iljin ritiene che i lupi siano normalmente portatori di un fattore dominante per la diluizione della banda gialla presente nel mantello agouti. Kohts considerava che le sfumature giallastremarroni che spesso si trovano sui lati della testa dei cani, soprattutto in quelli neri e marroni chiaro, fossero omologhi alle zone sbiadite del muso che si notano nei mantelli invernali della maggior parte dei lupi che presentavano una pigmentazione più scura e aveva mostrato una stretta relazione tra le due forme. Il lupo nordamericano Canis Lupus Occidentalis arriva a Nord nelle regioni artiche dove può essere bianco anche se il colore normale del suo mantello è grigio. Poland ha riportato una varietà “blue” dalla baia Esquimaux in Canada, probabilmente dovuta ad una diluizione del gene. Sono state osservate anche varietà fulve, ma molto raramente. Lupi nordamericani neri sono più comuni e si sa che si trovano in una cucciolata di lupi grigi, quindi può presentarsi un fattore Mendeliano tipo nonagouti (probabilmente recessivo a, IKa), inoltre sono state rilevate macchie bianche nei lupi nordamericani. Da queste affermazioni possiamo chiaramente renderci conto che, quando parliamo di colore agouti ci riferiamo scientificamente e geneticamente ad un tipo di mantello in cui il pigmento giallo e nero si mescolano tra loro su ogni singolo pelo. Ma non ha nulla a che fare con il colore del roditore agouti, a parte il nome e il modo di mescolarsi sul singolo pelo.
La spiegazione degli effetti dell’allele agouti sul fenotipo è la seguente: “Colore agouti: la maggioranza dei peli ha le punte nere, sotto di esse c’è una striscia gialla o biancastra, dopo la quale può esserci un’altra banda scura sebbene spesso il colore diventi sempre più chiaro verso la base, vicino alla pelle. Tutti questi colori del mantello (riferendomi a quei colori controllati dalla serie agouti, IKa) tendono ad essere più chiari sulle estremità e nelle parti inferiori del corpo del cane rispetto al dorso; i man-
telli sono tutti più scuri alla nascita rispetto al colore da adulti” (C.C.Little?). “Le bande gialle presenti sui peli pigmentati agouti variano dal rosso carico fino ad un giallo paglierino e questo è valido anche per le sfumature marrone chiaro nei cani con sfumature a due colori (at) con la sella (as) (Iljin)”. “Sotto ay (sabbia/marrone chiara)“ c’è aw (agouti/selvatico) che permette una pigmentazione completamente scura alla nascita. Nell’adulto si è osservato un mantello tipo agouti con peli a banda” (Burns) Scienziati famosi come Little, Burns&Fraser e Robinson hanno accettato l’ipotesi che l’allele agouti o l’allele del colore selvatico appartengano alla serie agouti, geni che controllano la quantità di nero e giallo sia sui peli che nel mantello. Alcuni genetisti hanno fatto, d’altra parte, la stessa presupposizione riportata precedentemente: esso è probabilmente dovuto ad un fattore dominante. Se così fosse, si avrebbe un nuovo locus per quel gene.
L’ESPRESSIONE FENOTIPICA DEL COLORE AGOUTI NEL SIBERIAN HUSKY Se noi accettiamo come valida la descrizione del colore agouti dal punto di vista fenotipico come ci viene riportata dall’articolo di Rice (ripreso nella seconda e nella terza edizione del The International Siberian Husky Club presents the Siberian Husky), troviamo che è un tipo di colore dove il colore è intenso e scuro e non è presente alcun fattore di diluizione. Si dice che l’agouti “non completo” sia più comune e si ha quando entrano in gioco macchie bianche e diluizione. Se qualcuno desidera trovare un Siberian con un mantello “veramente agouti puro” deve pensare a molti più colori che non SOLO gli alleli agouti, sia che si tratti di un fattore dominante individuale che un allele della serie agouti. I cani devono essere omozigote nei seguenti loci del genoma relativo al colore: assenza di macchie bianche (SS); completa estensione (EE); agouti (aw aw, se indipendente dal fattore V, quindi V - + at at); nero (BB); colore pieno (CC); assenza di grigio (GG); assenza di diluizione (DD); assenza di schiarimento (PP). Per ricreare un colore così raro, quindi, ognuno di noi dovrebbe procedere con innumerevoli incroci tra i diversi colori, causando ovviamente la rovina della nostra razza.
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News Inverno 2005 Anche i colori più comuni come il grigio lupo o il grigio argento, in cui la banda gialla su ciascun pelo è schiarita sino a diventare color daino o quasi bianca sono GENETICAMENTE agouti – anche se i geni di diluizione gli danno un aspetto leggermente diverso. Si deve tenere presente che la ricerca genetica è stata condotta in particolare per i peli di guardia – il sottopelo è stato quasi dimenticato! Si credeva che l’azione dei geni responsabili per il colore influenzasse separatamente il pelo di guardia e il sottopelo. Questo è il motivo per cui due cani, con la medesima caratterizzazione genetica del pelo di guardia, appaiono di colori diversi se il colore del loro sottopelo è diverso. Due razze con diversa tessitura del mantello, benché abbiano la stessa combinazione genetica del colore del pelo, danno una impressione ottica diversa – per esempio uno Schnauzer sale e pepe rispetto ad un Siberian grigio argento. Il Siberian Husky è soggetto alle stesse leggi genetiche dei colori valide per tutte le altre razze, per cui
A
diventa facile capire il colore del Siberian attraverso l’interpretazione della genetica dei colori in generale. Alla fine di tutti questi discorsi sul colore agouti spero che il lettore abbia capito la differenza fondamentale tra il colore agouti dal punto di vista FENOTIPICO e gli alleli agouti dal punto di vista GENOTIPICO ed infine spero vivamente di non avervi annoiato con tutta questa “indigestione” di genetica. Bibliografia: • A.G.Searle: Comparative Genetics of Coat Color in Mammals • C.C.Little: The Inheritance of Coat Color in Dogs • L.F.Whitney: How to breed Dogs • M.Burns: The Genetics of the Dog • Ö.Winge: Arvelighed hos Hunde • M.B.Willis: Genetics of the Dog • Roy Robinson: Genetics for Dog Breeders • W.E.Castle: Genetics and Eugenics
A
Produce mantello nero (o le sue possibili varianti marrone o blu), senza alcuna sfumatura rossa o marche focate. È l’allele dominante della serie.
ay
Produce mantello prevalentemente rosso, a volte con punte dei peli nere o singoli peli interamente neri. Generalmente anche le vibrisse sono nere. L'espressione di questo colore è comunque interessata da almeno un altro gene (dominante ed esposto all'azione di geni modificatori) che determina vari livelli di "carbonatura". Alcune razze che ospitano questo allele sono gli Alani fulvi, i Boxer fulvi, i Pastori Scozzesi.
at
Il mantello prodotto da questo allele è il nero focato (o marrone focato, o blu focato) presente nelle razze dobermann, rottweiler, beauceron, bassotto, e molte altre. Anche i mantelli tricolori, come il Collie o i Bovari Svizzeri, sono prodotti da "at" con l’aggiunta del bianco, dato da un altro gene.
aw
Questo allele produce il mantello color "lupo" tipico di molte razze nordiche. Ogni singolo pelo è colorato a bande alternate chiare (crema sbiadito o grigio chiaro) e scure.
as
"as" è responsabile del mantello fulvo con sella nera, in inglese "saddle-tan", presente nell’Airedale Terrier, in alcuni Beagle e altre razze ancora.
a
È l'allele responsabile del cosiddetto nero recessivo. Questo allele elimina le focature evidenziando un fenotipo indistinguibile da quello causato da "A". È una mutazione rarissima e riscontrata in due sole razze: nel Pastore Tedesco (mantello raro) e nello Shetland (mantello non riconosciuto).
AGOUTI
Tabellina tratta da “MillenniumDogs”: http://digilander.iol.it/millenniumdogs/genetica.htm A cui riferirsi per eventuali approfondimenti sulla “Genetica dei Colori”
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News Inverno 2005
Da: "Tenuta di Mensanello" A: "Siberian Husky Club Italia - Segreteria" Oggetto: Re: Approccio all'educazione Data: lunedì 26 settembre 2005 11.03
Da: <gloriadipetta@katamail.com> A: "Siberian Husky Club Italia - Segreteria" Oggetto: Istinto Naturale Data: lunedì 26 settembre 2005 21.49
Buongiorno Laura,
Ciao Laura,
la ringrazio per la sua cortesia, ma credo sia doveroso fare una precisazione: il mio cane è un meticcio (lo hanno abbandonato nei pressi della mia abitazione da cucciolo) ha però le caratteristiche sia fisiche che caratteriali di un Husky. il mio problema vivendo in piccolo paese è trovare un centro addestramento valido che mi possa aiutare a superare i problemi caratteriali tipici di questa razza.. io spero sempre che prevalga il "bastardo che è in lui", ma ho ormai perso le speranze!
ho letto attentamente la lettera della signora Carla ma, purtroppo, non posso essere d'aiuto più di tanto: io adoro gli husky proprio per questo motivo.... ah ahh ah!! Loro sono indipendenti e ribelli: è assurdo pretendere di "piegarli all'ubbidienza". Birillo è un Husky "dentro" e si comporta esattamente come tale.... la signora Carla deve rassegnarsi all'idea che lui non sarà mai come l'altro suo cane, quel pastore maremmano: tra loro esiste un MARE di differenza!!! Sulla faccia della terra non c'è 1 Husky che non corra dietro ai fagiani, alle lepri oppure alle galline, non avrebbe alcun senso!! Lui è programmato geneticamente per farlo e ripeto, a mio avviso, è giusto che lo faccia. L'unico consiglio che posso dare alla signora Carla è quello di accettare Birillo per quello che è e, soprattutto, imparare a rispettare la sua natura indomita. Un Husky non è un cane impossibile, ci mancherebbe, però non è un cane per tutti! Essenzialmente bisogna imparare a CONVIVERCI, tutto qui.
Birillo ha tre anni (più o meno) conosce ed esegue (se non ha di meglio da fare) tutti i comandi base, ma in presenza di distrazioni è totalmente incontrollabile. Abito in campagna, ma non lo posso mai sciogliere perchè ignora completamente i miei richiami e corre dietro a qualsiasi cosa in movimento (lepri, fagiani... per non parlare delle incursioni nei pollai). Inoltre non posso mai lasciarlo a casa solo perchè ulula da quando sente la mia auto partire fino a quando la sente rientrare. In casa comunque non fa danni e convive pacificamente con un gatto e 2 galline (ovviamente queste sono in giardino) ai quali con un po' di pazienza si è abituato. Con gli altri cani non è aggressivo, ma è irruento (è abituato fin da piccolo a giocare con un pastore maremmano) per cui questi si mettono sulla difensiva sentendosi aggrediti dal suo approccio e in quel caso è sempre pronto alla rissa.... forse perché da piccolo è stato aggredito da un cane lupo (tra l'altro ns. confinante). Io vorrei trovare un addestratore che conosce la razza e mi può essere d'aiuto, perchè in zona non ci sono centri di addestramento validi. I pochi addestratori un po' improvvisati che ho incontrato si appigliano sempre alle caratteristiche dalla razza.. inaddestrabile!! Non temo il dovermi spostare, ma ovviamente ho bisogno di abbinare una struttura dove poter soggiornare e fare lezioni un po' concentrate. Saluti cari
Carla
Per riportare la mia esperienza aggiungo che possiedo 2 femmine con le quali ho instaurato un rapporto bellissimo: mi stanno a sentire e mi ubbidiscono per quello che possono. Le lascio sempre libere in montagna e nei boschi, ovunque non ci siano le macchine: per il momento mi è sempre andata bene.... ma non dimentico mai di correre sul filo del rasoio. Come faccio? Pretendo solamente quello che loro possono darmi, le rispetto e non cerco a tutti i costi di avere dei robottini alle calcagna..... non dimentico MAI di avere a che fare con 2 husky!!! Per richiamarle uso dei trucchetti: do loro un premio goloso (carne affumicata, pezzetti di wrustel....) tutte le volte che tornano al mio richiamo e aggiungo una dose generosa di coccole. Piano piano, giorno dopo giorno, hanno capito che non hanno "niente da perdere" a venire da me e il gioco è fatto. Chiaramente non posso pretendere troppo da loro: se passa un gatto, una gallina oppure una lepre (qualsiasi cosa si muova) perdo il controllo dei cani..... Potrei tirar fuori anche un tacchino fumante senza ottenere l'effetto desiderato e l'unica cosa che mi rimane da fare è quella di corrergli dietro per non perderle di vista oppure mettermi seduta con l'animo in pace per aspettarle: prima o poi torneranno, eccome se torneranno.
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Una un po’ succinta ma “pragmatica” l’altra maggiormente “articolata” Da: “Filippo Cattaneo” A: "Siberian Husky Club Italia - Segreteria" Oggetto: Re: Approccio all'educazione Data: martedì 4 ottobre 2005 20.32 non so proprio cosa proporre. Tre anni sono ormai tanti e far recedere l'Husky che è in lui mi sembra alquanto problematico, soprattutto dal momento che conosce già i comandi base e quindi sa quel che si vuole da lui. L'unico consiglio che posso dare è quello di fare emergere in lui la voglia di compiacere l'essere umano, quindi, rischiando, provare ad ignorarlo e fare gli offesi quando non risponde e farci vedere molto contenti (senza smancerie) quando invece accorre. Se fossi più disonesto, o più furbo, potrei proporre una mia settimana in agriturismo, ma credo proprio che gioverebbe più a me che non a Birillo.
Da: "Lupi dell'Ontario Kennel" A: "Siberian Husky Club Italia - Segreteria" Oggetto: RE: Approccio all'educazione Data: mercoledì 5 ottobre 2005 18.27 Buon giorno Carla, bella proposta, la sua, alloggio in Toscana in cambio di istruzione al suo cane…….. molto allettante magari in estate. (eh eh eh) A parte gli scherzi, parlando della sua “peste”, confermo, sicuramente, la sua impressione riguardo gli addestratori improvvisati della sua zona, infatti, leggendo la loro risposta, ritengo sia tipica di persona incompetente in comportamento e psicologia canina. Allo stesso tempo voglio chiarirLe alcune sue convinzioni (non so se dettate da consiglio altrui o da
proprie supposizioni): non esistono “problemi caratteriali tipici di questa razza”. Cito letteralmente le sue parole! I problemi, come per tutte le razze cinofile, non sono mai degli animali ma …. o sono dei padroni (quasi sempre) o delle condizioni sbagliate in cui si trovano. Nel suo caso le condizioni non credo siano sbagliate, vivere in campagna, in un agriturismo, potrebbe essere il massimo per ogni razza (animale o umana che sia). Quel che ci resta è… un problema di padrone! Il fatto che si stia interessando di Birillo è un chiaro segno che il suo interesse per lui sia giusto, ed allora credo che come ogni genitore (mi creda nella mia carriera di istruttore di minibasket ne ho visti a bizzeffe) anche ogni padrone avrebbe bisogno di una scuola ed un’istruzione per se stesso prima ancora del cane. Le spiego: lezioni concentrate non ne esistono. Il cane come il bambino, come tutti gli esseri viventi, ha bisogno di tempo per conoscere, capire ed infine trovare la propria collocazione nell’ambito della famiglia. Husky o Pointer o Terranova che sia da cuccioli hanno, chi più chi meno, lo stesso obiettivo: operare una scalata gerarchica con lo scopo di avere la leadership del branco. Un branco (famiglia) senza leader è un branco allo sbaraglio. Una volta capita la propria posizione il cucciolo sarà parte integrante della famiglia e come ogni suo elemento avrà la sua libertà ed i suoi compiti. Le faccio un esempio: il mio capobranco mi ha fatto impazzire tutta questa estate perché, per una serie di situazioni, sentiva in pericolo il suo scettro nell’ambito del canile. Ho speso giornate ad innalzare la rete del suo recito per evitare che fuoriuscisse, puntualmente, tutti i giorni. ATTENZIONE…. lui usciva dal “suo” box solo per dimostrare agli altri che era il capo ma, sapendosi parte di un branco e soprattutto rispettando la mia leadership non usciva mai dal recinto del canile (di gran lunga più facile da scavalcare) ma addirittura rientrava dentro il proprio box prima che io tornassi.
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Ora, senza dilungarmi troppo nel discorso (servirebbe un libro per dare ampia chiarificazione all’argomento), voglio dirle che: Sicuramente è importante che si faccia coadiuvare ed aiutare da un addestratore bravo per istruire Birillo e se stessa ad essere un cane ed una padrona educati, ma per essere efficace il “corso” durerà qualche mese con incontri almeno settimanali e con “compiti” svolti a casa dove, nella quotidianità, verrà svolto il lavoro più importante da Lei; Il suo cane non è un Husky, non è un bastardino, non è nessuna altra razza è semplicemente un individuo e come tale lo dovrà trattare, condizionandolo ad atteggiamenti positivi. Se al suo cane piacciono tanto i polli, faccia in modo di fargli passare questo suo “naturale” interesse. Provi a fare passeggiate al guinzaglio nelle vicinanze di polli ed al momento del suo interesse verso questi gli dia Lei un interesse maggiore, uno scopo maggiore. Una palla con cui giocare, un comando a cui obbedire, un biscotto da guadagnarsi, etc (se le dicessi che i miei cani (muta da 8 cani) quando trainano il mio kart durante l’allenamento sul tracciato incontrano altri cani “liberi” e se ne disinteressano completamente? Cosa ne penserebbe…….e sono tutti Siberian husky al 100%). Le ribadisco il concetto: stimoli positivi e soprattutto interessanti e mai punizioni negative soprattutto per un cane di 3 anni che è ancora un gran cucciolone.
Le faccio l’ultimo esempio: la mattina lascio correre liberi tutti i miei cani all’interno del recinto esterno e, mentre pulisco i recinti-box, spesso “gioco” con loro a “rispettare le regole”. Normalmente e naturalmente, loro (16 cani), mi seguono nella mia opera di pulizia perché vedono in me un particolare obbiettivo di interesse essendo, io il loro capobranco (lo dovrà diventare anche Lei del suo Birillo), a volte quando entro in un recinto-box, lascio aperta la porta e impartisco loro il comando di “non entrare”. Ormai i più grandi lo sanno e rimangono al limite della porta senza entrare, i più giovani tentano sempre di far finta di nulla, ed allora io, con voce ferma, li faccio uscire fuori e lasciando sempre la porta aperta continuo il “gioco”. Questo non è altro che un modo per testare la mia dominanza e la loro ricettività ai miei confronti, un po’ come quando mamma e cucciolo giocano al sottomettersi. Infine, ha mai provato ad allenare il suo cane facendolo trainare la mountain bike? (15 o 20 minuti ogni 2 o 3 giorni sono più che sufficienti) Provi, facendolo correre lungo un sentiero, imbracato (parlo di un imbraco da sleddog e non attaccato al collare, molto pericoloso) ed attaccato davanti alla sua bike e lasciarsi trainare, insegnandogli ordini di voltare a destra, a sinistra, a non farlo distrarre. Magari un po’ di movimento e un po’ di “appagamento” a sentirsi parte della sua vita potrebbe farlo tranquillizzare e così evitare di ululare quando lo lascia solo a casa. Non può immaginare come un po’ di lavoro insieme possa far realizzare e tranquillizzare un cane.
Per l’irruenza, sicuramente è un fattore individuale, accentuato, magari, da qualche esperienza negativa fatta da piccolo ma, anche in questo caso, vale lo stesso consiglio: fargli fare esperienze positive di socializzazione, con altri cani, magari femmine che lo aiutino a capire le regole della convivenza. Quando incontra un altro cane non lo tiri indietro o non irrigidisca la sua presa, lui se ne accorgerà e reagirà al suo stimolo di timore. Al contrario lo tenga ma con dolcezza e soprattutto gli parli dolcemente e scherzosamente come per festeggiare questo incontro. Le prime volte, per lui, sarà come sempre, starà a Lei dargli un secco “no” ma allo stesso tempo spingerlo a socializzare e non esagerare con la sua irruenza.
Ricordi, inoltre, che, se ha veramente preso il carattere di un Siberian Husky, lui, tutto sarà meno che un cane da guardia, quindi quando resterà a casa da solo, non avrà nessun compito specifico se non quello di aspettare il suo padrone…..faccia in modo che abbia “bei momenti” da ricordare ed altri a cui aspirare. In fondo la vita di un cane è molto semplice basta che gli diamo regole certe ed abbiamo molta, ma molta, pazienza per spiegargliele.
Non deve impaurirsi di tutto quello che le sto suggerendo, come Le ho detto prima, un addestramento, anzi meglio un’educazione, per avere la sua efficacia deve svolgersi nella quotidianità ed in un arco tempo, sicuramente, non breve.
cordiali saluti Filoni Fabrizio
Buon divertimento e buona convivenza, scoprirà molte più cose positive che negative dal suo cane. Sempre a sua disposizione,
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contributo di Valeria Rodaro allevatrice con affisso e giudice ENCI per i precedenti fare riferimento in particolare agli articoli pubblicati sul numero di primavera pagg.23-26
Ormai è un po’ di tempo che seguo i vostri interventi relativi alle corse ed all’opportunità eventuale di una regolamentazione delle stesse con cani di razza pedigree o meno. Non so quanti tra i Vs. soci superano i 10-12 anni di passione e lavoro con la ns. razza e da quello che leggo e viene scritto direi che non sono certo molti. Personalmente ormai sono 20 anni che possiedo siberiani e 18 che sono attivamente impegnata nel cercare, nel mio piccolo, di mantenere le caratteristiche di lavoro ed aderenza allo standard AL DI LA DELLE STERILI POLEMICHE E DIATRIBE. Interessante e sicuramente centrato in gran parte l’articolo del Sig. Filoni, ma anche corretti e in parte centrati quelli di tutti gli altri interlocutori compresi quelli dei colleghi allevatori e giudici Maria Grazia Miglietta e Giulio Bernardini. Una premessa: da 18 anni continuativamente si parla di cani puri o meno sulle piste, come regolamentarli, ma non solo, anche DOVE e come allenarsi, come conciliare cani che vanno in expo e corrono in slitta, etc. etc. Ora direi che il problema FONDAMENTALE non è quello di rispondere a tutte queste domande, ma quello VERO di mettersi TUTTI (o quasi) con TANTA BUONA VOLONTA’ a discutere CON DATI DI FATTO REALI e non con le personali antipatie e simpatie, apportando idee e conoscenze, e NON CRITICHE STERILI quanto inutili. Personalmente, e a più riprese, in passato ho dato la mia disponibilità alla discussione, ma anche all’aiuto concreto di idee e studi di fattibilità su tutti questi argomenti, ma quando si è giunti alle soluzioni ed a lavorare su elementi reali, decisivi e da mettere solo in pratica, il risultato è stato che, dopo numerosi incontri con i vari responsabili, i suddetti signori sono spariti (purtroppo ha ragione Massimo Bassan quando parla di persone che svaniscono….). E’ però vero che per affrontare SERIAMENTE questi argomenti bisogna essere CONVINTI FERMAMENTE di voler affrontare tutto ciò che è necessario per arrivare alla meta che è e DEVE ESSERE UNA SOLA: AVERE SIBERIAN HUSKY ESATTAMENTE COME DEVONO ESSERE E CIOE’ CANI DA TRAINO CON LA SLITTA A MODERATA VELOCITA’ SU GRANDI DISTANZE.
OGNI VARIAZIONE A QUESTA DEFINIZIONE NON E’ ACCETTABILE. A meno che si accettino, come ora, cani che non solo non rispettano i canoni dello standard ma NON SONO SIBERIANI ANCHE SE HANNO UN PEDIGREE DA SIBERIANI. Ora analizzando tutto ciò che ho letto nei vs. articoli, ma anche quello che ho visto sulle piste di sleddog (e permettetemi non è cambiato nulla da 20 anni a questa parte se non in peggio), chi corre con le slitte pretende di creare cani idonei a VINCERE le gare con un percorso di 6-8-10 km. e forse quando va bene di 12 o 15, ma non si rende conto che UN SIBERIAN HUSKY NON E’ IDONEO A QUESTO TIPO DI GARA E NON DEVE ASSOLUTAMENTE ESSERE MODIFICATO NELLA SUA MORFOLOGIA PER DIVENTARLO! Se si vuole avere grandi soddisfazioni con queste gare è opportuno, e sicuramente più onesto, utilizzare cani IDONEI per natura a tali performance, ad esempio alaskani o ibridi di cani galoppatori. Quindi ne va di per se che chi pretende di modificare la morfologia di un Siberian Husky per fare ciò, in realtà non solo inganna gli altri, ma anche se stesso in quanto in realtà DELLA RAZZA NON HA GRANDE INTERESSE MA SICURAMENTE NE HA PER ALTRE COSE. Non voglio inoltre affrontare in questa sede il discorso di chi con la scusa di allevare cani “da lavoro” in realtà nasconde incompetenza e approssimazione, se non deliberata malafede, per creare soggetti che non solo non corrispondono alla razza, ma presentano malattie ereditarie che non vengono controllate e di sicuro inibiscono il lavoro come la bellezza. Ora visto che probabilmente i mushers italiani penseranno subito che il mio discorso nasce come allevatore “da expo” a tale possibile insinuazione premetto che LO STESSO IDENTICO DISCORSO E’ CAPOVOLGIBILE CON CHI PRESENTA SU UN RING DI ESPOSIZIONE O, PEGGIO, ALLEVA SIBERIANI CHE HANNO PERSO TUTTE LE CARATTERISTICHE DI CANI DA SLITTA E SONO DIVENTATI SALTELLANTI DAMERINI DA RINGS LARGHI COME UN FAZZOLETTO!
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News Inverno 2005 Ora giustamente Giulio ha considerato che non possiamo buttare tutti i cani e che ci dovrebbe essere una graduale scrematura dei soggetti meno “tipici” o fortemente scorretti su alcuni particolari impostando delle condizioni. Al di la dell’essere o meno d’accordo con questa definizione potrei dire che la prima scrematura potrebbero farla proprio …. le corse e cioè una bella competizione di una sessantina di chilometri su percorso misto e poi….. vedere chi arriva in condizioni ottimali o meno CON CONTROLLI VETERINARI SEVERISSIMI. Brutale forse, ma, statisticamente, un siberian husky corretto quando si superano i 15-20 km è il cane in assoluto più idoneo alle due condizioni essenziali di sopravvivenza: massima resa con minimo sforzo, e solo in queste condizioni è vincitore, ne va di per se che chi arranca, si affatica o corre come un levriero o un bracco dopo i 20 km un po’ di problemi comincia ad averne e dopo …. vedete un po’ voi! Naturalmente qualcuno obietterà che, allenando opportunamente i soggetti, queste performance a lunga distanza sono fattibili, ma ciò non è vero poiché anche il miglior allenamento non potrà far cambiare struttura ad un cane e il movimento, la velocità e la resistenza non sono dovute solo all’allenamento, ma alla struttura corretta del cane stesso. Bisogna inoltre tenere in considerazione che in un team la velocità sarà sempre data dal cane più lento e mai dal più veloce e la resistenza verrà data dal cane MENO resistente alla lunga distanza. In quanto alla presenza dei mushers con i loro cani alle esposizioni effettivamente ci sono molte domande da porsi al riguardo, soprattutto se ci rapportiamo con i paesi europei; raffronto che peraltro ci chiarisce anche un po’ le differenze citate dal sig.Filoni per ciò che riguarda le corse e risponde in parte all’intervento registrato di Giulio: all’estero e soprattutto in Francia e Germania NON VI SONO DIFFERENZE e soprattutto in certe esposizioni si vedono tranquillamente cani da lavoro e quasi tutti i soggetti possono essere definiti tali anche se non corrono; perché questo? Semplice: in Francia per conseguire il campionato di bellezza è obbligatorio avere la prova di lavoro che consiste nell’aver partecipato a determinate gare in team e con determinati risultati, in Germania esistono grandi spazi dove i Siberiani puri e corretti hanno la possibilità di esprimersi al meglio ed inoltre la tradizione tedesca è molto legata sia per allevamento che per esposizioni al mondo del lavoro. Le regole quindi all’estero ci sono, infatti mi risulta che esistano già all’estero giudici “da lavoro” cioè idonei a valutare la correttezza morfologica di appartenenza alla razza dei cani che lavorano, normalmente sono esperti giudici specialisti che giudicano normali esposizioni, ma che hanno allevato o allevano sibe-
riani, è infatti indispensabile, per valutare un cane da lavoro, una profonda conoscenza anche storica sulla nostra razza potendo trovare cani tipicissimi che però sono “desueti” vale a dire nati da linee di sangue poco usate dalla massa di chi, soprattutto, vuole un cane accattivante da “vendere bene”. E’ ben vero che in questi paesi essendoci una cultura totalmente diversa dalla nostra nessun esperto giudice della razza farebbe uscire con il molto buono un cane perchè è leggermente più nervoso in ring o perché ha il pelo corto liscio e folto o in muta, probabilmente uscirebbe quello con pelo folto sparato in fuori e lanoso (molto ben rappresentati in Italia) o caso mai spavaldo e aggressivo (altrettanto ben rappresentati) e così via. Altro esempio: se in Italia un giudice vuole selezionare cani idonei al traino chi glieli porta? Io non ho mai visto nessuno nemmeno con i più grandi giudici da show e lavoro! Un esempio: quanti mushers sono andati alle esposizioni giudicati in passato da Nathalie Norris e da Susan Kull o Thomas Althaus? Ho chiaramente detto tre tra i nomi più famosi ed illustri venuti in Italia che, essendo o essendo stati mushers, hanno scelto in ring indiscutibilmente cani da lavoro sia per linee di sangue che per struttura, ma certo non di proprietà o allevamento di mushers. Ora perché invece in Svizzera quando giudicò Nathalie Norris c’erano quasi 80 cani in classe lavoro su 160 (dalla classe lavoro scaturì la miglior femmina)? E perché quando si parla di linee di sangue di lavoro si citano o solo linee degli anni 30 o purtroppo vengono definite “da lavoro” linee che non hanno niente a che vedere con i cani da lavoro? Forse prima di decidere qualunque cosa non sarebbe opportuno che invece di citare ben tre definizioni di standard diverse (1- cane da lavoro, 2- cane da esposizione, 3- standard ufficiale del s.h. a cui nessuno si riferisce) si cominciasse a pensare che sull’unico che tutti dimenticano di citare e su cui verificarsi vi è scritto IN OGNI SUA PARTE che il SIBERIAN HUSKY è un cane da LAVORO? Non viene forse il sospetto che i mushers abbiano paura del giudizio addirittura di chi potrebbe valutare correttamente i loro cani o la paura di sentirsi dire che la strada intrapresa è errata, è un problema troppo grande da affrontare? (la stessa cosa dicasi di chi presenta normalmente cani da show che non si è presentato in passato ai suddetti esperti e non si presenta a chiunque sembri solo lontanamente volere un cane idoneo a lavorare). Quindi altra domanda: quando si è appassionati di una razza è lecito affermare che ciò che piace a noi o spesso ciò che ci fa più comodo è ciò che deve essere, senza confronti? E ancora se ciò che pensiamo è vero perché non affermarlo facendo vedere i propri soggetti così che anche chi è meno esperto possa
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News Inverno 2005 vederne le differenze e valutarne la corrispondenza con lo standard? Come pensiamo che il prossimo, giudici, allevatori, privati, appassionati etc. possano fare una razionale valutazione delle differenze se non si presentano tutti i cani? Perché i due mondi devono dividersi e chiudersi in un bozzo dove non ci sono colloqui di nessun tipo se vi è veramente interesse per la razza? Ed ancora perché cani che potrebbero essere interessanti per l’allevamento sono chiusi in un canile di cani da corsa o in mano a privati che vedono il mondo distorto da pressioni stupide e senza senso? Certo il mondo delle esposizioni canine nella nostra razza ha risentito di elementi sgradevoli e non consoni alla funzionalità dei nostri amati cani, ma, signori mushers, quanto di tutto ciò è dovuto anche al vostro allontanamento dalle normali partecipazioni non solo dalle esposizioni, ma da tutto ciò che è il siberian husky al di la delle corse, dove comunque esistono i problemi altrimenti non saremmo qui a parlarne? E questi problemi, anche se in forma diversa, non sono alla fine gli stessi che minano il mondo espositivo e l’allevamento in genere? Alla eventuale opposizione, molto comoda peraltro, che le speciali avvengono in periodi che non permettono la presenza dei mushers in expo in quanto contemporanee alle corse perché invece di prenderla come scusante non si è fatta pressione in sede opportuna per variare le cose? Sarebbe gradevole che per una volta qualcuno riflettesse e cominciasse a fare valutazioni al di là di stereotipi “partigiani”. Se vogliamo allevare, usare ed amare la nostra razza forse conviene cominciare a riporre l’ascia di guerra e confrontarci. Personalmente sono, come da sempre, disponibile ad aprire qualunque tipo di discussione ed incontro possa servire ad aiutare tale processo, dal quale possa scaturire la regolamentazione delle corse e qualsivoglia altra risoluzione dei problemi attualmente esistenti; se da parte della maggioranza (purtroppo il “tutti” non è mai fattibile) ovviamente vi è VERAMENTE QUESTO DESIDERIO.
Valeria Rodaro
“Stralcio” Verbale del Consiglio CIRN/Seshi - Borno 3 settembre 2005 Pubblicato sul sito ufficiale della sezione di razza: www.seshi.it 1) FIMSS, Campionato e prova di lavoro. Si discute della nuova direttiva della FCI che prevede di inserire la classe lavoro per tutte le razze nordiche da slitta e pertanto di creare una prova di lavoro per le suddette razze. Si cercano soluzioni per creare una collaborazione con il mondo dello Sleddog e in particolare con la FIMSS, la quale si è avvicinata al SESHI, tramite il presidente Sig. Bassan, con propositi interessanti per la razza. Fermo restando che si terrà nella giornata di domenica 4 settembre, un incontro con la FIMSS nella persona del Sig. Bassan, Sig. Giulio Bernardini (Giudice ENCI), Valeria Rossi (Allevatore), con i vertici e i soci della Sezione SESHI, si approva un incontro sulla neve per dicembre, con data da stabilire. L’intento è di approfondire gli argomenti inerenti alla prova di lavoro e alla classe lavoro e di avvicinare i soci al mondo sportivo. Fermo restando che i due Club possono avere opinioni diverse in proposito e diverse posizioni, viene confermata la fiducia e l’interesse verso la collaborazione, intesa come proficua, anche se con la dovuta prudenza e controllo da parte del SESHI, nella tutela della pura razza. Il Verbale dell’incontro di domenica sarà successivamente pubblicato sul Bollettino Cirn e sul sito SESHI.
PARERE PERSONALE CERTAMENTE POSITIVO Da oltre dieci anni ho detto e scritto che avrei voluto fare qualcosa per avvicinare i due mondi sleddog-show poiché specialmente in quei periodi (1993-1997) il divario era ancora maggiore di oggi e i cani appartenenti ai due mondi sembravano davvero razze distinte. Vani tentativi poiché, per un motivo o per l'altro, il numero di persone che come me avrebbero voluto "cambiare il mondo", non è mai stato sufficiente a determinare un movimento. Tutt'al più siamo riusciti a contribuire a formare un'idea a molti, ma niente di più. Finalmente gli scenari sono cambiati, i rispettivi enti preposti a tutelare razza e sport hanno emanato, quasi in contemporanea, nuovi regolamenti che hanno modificato il parallelismo delle linee facendole ora un po' convergere, come ben spiegato nell'articolo. L'augurio che mi faccio, e che faccio al Siberian Husky, è che da quest'iniziativa, che ha tutte le premesse per sembrare seria, genuina, trasparente, senza false ipocrisie e, soprattutto, realizzabile, abbia un seguito sempre maggiore di persone e di fatti. Con l'attenzione e l'occhio vigile che questa nuova situazione richiede, ma con l'apertura mentale e la capacità di adeguarsi alle nuove situazioni che ci permetta di dare un taglio ai legami antichi, di un passato, che oggi si sono dimostrati inutili, spesso dannosi, e... lasciatemelo dire, sospetti.
Angelo Giulio Bernardini
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BORNO (BS) – domenica 4 settembre 2005 Non ci si sperava quasi più: dopo tanti anni di reciproca indifferenza, show e sleddog erano ormai considerati come due mondi separati, o al massimo “paralleli”, che si occupavano (in parte) delle stesse razze, ma non avevano alcun rapporto diretto tra loro. Poi è successo qualcosa; anzi, di cose ne sono successe due. Nel mondo dello sleddog, dopo decenni di assoluta anarchia, è nata una Federazione dalle idee innovative, che ha deciso di dare una vera svolta a questo sport: per la prima volta lo sleddog è stato associato a parole come CONI, Olimpiadi, Animal Welfare… e soprattutto STANDARD. Per la prima volta si è cominciato a parlare di verificare l’effettiva corrispondenza allo Standard dei cani che correvano nelle categorie FCI (“pura razza”) e si è sentita quindi l’esigenza di un giudizio morfologico. D’altro canto la stessa FCI ha (finalmente) stabilito di istituire per le razze nordiche la prova di lavoro che potrà garantire l’accesso alla nuova “Classe Lavoro”, con in palio il CACIB valido per l’attribuzione del campionato internazionale di bellezza. E come avviene già per tutte le razze sottoposte a prova di lavoro si presume che questa sia destinata a diventare “la Classe” con la “C” maiuscola, quella dei cani “belli e bravi”, la massima espressione del cosiddetto “dual purpose” che dovrebbe essere anche la massima espressione della cinofilia. Così i due mondi paralleli – quello della bellezza e quello del lavoro – sono stati in qualche modo “costretti” a guardare l’uno all’altro con interesse tutto nuovo: e grazie anche alla presenza di dirigenti di notevole apertura mentale, disponibili anche alle innovazioni, purché tese al miglioramento della cinofilia, hanno deciso di incontrarsi e di cercare una forma di collaborazione. E’ accaduto a Borno, in occasione del Raduno SESHI, quando il Presidente della FIMSS, Massimo Bassan, ha incontrato il Consiglio direttivo del SESHI, capeggiato dalla Presidente Michela Pavanati. Anche se forse esisteva a priori un minimo di diffidenza reciproca, l’incontro è stato subito all’insegna del “parlar chiaro”, chiarendo immediatamente tutti i possibili dubbi su quelli che potevano essere i punti di divisione. Superato questo scoglio, che in realtà si è rivelato più una “pietrolina” che una montagna, la discussione si è immediatamente rivelata costruttiva e fattiva. Per la FIMSS era presente il già citato Massimo Bassan, in rappresentanza della Federazione che presiede, affiancato e sostenuto dai due “infiltrati” Angelo Giulio Bernardini e Valeria Rossi che, pur essendo stati allevatori di cani “da show”, hanno sempre guardato all’Husky come a un cane da lavoro e da tempo cercavano di trovare un terreno comune tra i due settori; per il SESHI, al fian-
co del Presidente Michela Pavanati, c’erano Alessandra Carlevaro, Marisa Drioli, Maria Grazia Maglietta, Monia Pertici, Mireno Valeri. Altri Consiglieri e Soci si sono semplicemente “affacciati” al tavolo della riunione, mentre sono stati pochissimi quelli che si sono dichiarati “non interessati” al discorso. Discorso che si può riassumere in due parole, perché due sono le cose che la FIMSS ha proposto: riavvicinamento e collaborazione. Riavvicinamento perché, dopotutto, siamo tutti amanti del Siberian Husky, e non ha davvero alcun senso che si debba continuare a vivere in mondi paralleli ma lontani. Collaborazione perché, in questo momento storico, ognuno dei due mondi ha bisogno dell’altro, da cui può ricevere aiuto, consigli, indicazioni preziose. Così FIMSS e SESHI sono arrivati ad un accordo davvero “storico” decidendo di organizzare, nei primi mesi invernali, una giornata di scambio di esperienze che vedrà anche una “prova generale” – senza alcuna ufficialità – di quella che potrebbe essere una fattiva collaborazione futura. I cani da slitta, infatti, verranno sottoposti al giudizio di un esperto, cosicché i musher possano cominciare a farsi un’idea un po’ più precisa di cosa significhi l’aderenza a uno Standard; d’altro canto, nei cani da show, verrà testata l’attitudine al traino e si cercherà di redigere insieme la bozza di quella che potrebbe diventare la prova di lavoro ufficiale. L’intento primario è di passare una giornata piacevole e rilassante insieme ai nostri cani e di cominciare a scambiarci esperienze, suggerimenti e idee costruttive. A prima vista potrebbe sembrare una piccola cosa, ma gli appassionati di questa razza sanno che in realtà questo è un passo in avanti enorme, senza precedenti: e chissà che, alla fine, non ne derivi anche un vero beneficio per la razza, che potrebbe finalmente passare dal ruolo di cane “solo bello” a quello di “cane bello e sportivo”, incontrando un nuovo stuolo di appassionati che non vogliano più uno status symbol, ma un partner intelligente e dinamico - ed esteticamente gradevole! - con cui intraprendere una disciplina divertente ed affascinante. Questo potrebbe aiutare la razza a superare un momento difficile (quello del calo “un po’ più che fisiologico” vissuto dopo il “boom” degli anni ’90) e quindi potrebbe segnare veramente l’inizio di una nuova era non solo per le associazioni che se ne occupano, ma soprattutto per i cani, protagonisti principali della vita e della passione di tutti noi.
FIMSS - SESHI Nota di redazione al momento di andare in stampa (fine ottobre) questo documento “condiviso” non è stato ancora pubblicato sui rispettivi siti: www.fimss.com e www.seshi.it
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CORRISPONDENZA ed altro ancora…
From: Siberian Husky Club Italia - Segreteria To: ENCI - Ufficio Gestione Registri Sent: Monday, September 26, 2005 10:21 AM Buon giorno, volevamo sincerarci che aveste ricevuto il nostro giornalino trimestrale (SHC-I News n.2/2005) inviato, come da accordi telefonici, la scorsa settimana, dove alle pagg. 9 e 10 viene pubblicata la "sconcertante" email della sig.ra Lazzaris Sabina, a cui fa riferimento la raccomandata RR, datata 7 settembre, della sig.ra Bolzonin Monia di Crocetta del Montello (TV) che dovreste aver già ricevuto. Chiediamo cortesemente, se possibile, ricevere per conoscenza la risposta che sicuramente vorrete dare alla sig.ra Bolzonin che ha evidenziato un grave problema che noi "involontariamente" abbiamo "portato a galla". Ci farebbe inoltre molto piacere poter pubblicare sul prossimo numero del giornalino (se lo riterrete opportuno), la vs. precisazione/risposta a quanto affermato dalla sig.ra Lazzaris al punto 1 del citato scritto. Abbiamo già interessato l'AKC (American Kennel Club) per quanto di sua competenza e siamo anche in attesa di una risposta dell'allevatore americano (sig.ra Kanzler - Innisfree Kennel) in merito alla vendita, a suo tempo (1997) del soggetto, Innisfree's Flash For Fantasy AKC WP 77082702, origine di tutta questa "incresciosa" vicenda. Stiamo pertanto acquisendo tutti gli elementi utili per confutare le incredibili ed assurde affermazioni della sig.ra Lazzaris a tutela dei nostri soci, degli appassionati e soprattutto della nostra amata razza che viene danneggiata da simili "scorretti" comportamenti. Certi della vs. preziosa collaborazione inviamo i nostri più cordiali saluti. Ufficio di segreteria Guido & Laura Barbieri Da: "Enci Ufficio Registri" <lg@enci.it> A: <info@shc-italia.it> Data: lunedì 3 ottobre 2005 17.03 Spettabile Siberian Husky Club Italia - Ufficio di Segreteria V'informiamo che la pratica in oggetto è stata sottoposta alla Commissione competente in materia. Provvederemo a tenerVi informati circa le risoluzioni che la Commissione stessa riterrà opportuno adottare. Cordiali saluti. ENCI - Ufficio Gestione Registri Il Responsabile Loredana Holzer
Da: "Elisa Vignoli" A: "Siberian Husky Club Italia” Oggetto: E' ARRIVATO!!! Data: venerdì 7 ottobre 2005 15.09 Finalmente è arrivato!! Ieri sera il mio fidanzato me l'ha portato, ma mi è stato subito "requisito" dai miei curiosi genitori. Ho dovuto aspettare che andassero a letto per potermelo finalmente guardare in pace… ma ne è valsa la pena! Finora sono rimasta colpita positivamente dalla lettura di un paio di storie perchè ci siamo potuti consolare nello scoprire che non siamo l'unica famiglia a cui un SH ha contato i bottoni… le asole… le cerniere.... Ho scoperto inoltre che se la mia Kuma pecca di gola non è del tutto colpa nostra. E' vero, l'abbiamo assecondata un po' troppo, ma a quanto pare la predilezione per la cioccolata ed il caffè è di razza (scusiamoci così...) Ho letto anche della loro ospitalità, e confermo, in quanto molto affettuosi ma io ho un'esperienza in più: qualcuno si è mai trovato a scusarsi con i propri ospiti perchè l'esigente lupacchiotta "inveisce" contro di loro con brontolii, versi (a volte sembra quasi a parole) perchè ancora non se ne vanno e lei ha aspettato fin troppo per il suo giretto? (parola che è meglio non pronunciare in sua presenza se poi non si ha intenzione di assecondarla). Vi assicuro che neanche a Paperissima... (continua nella pagina seguente)
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Ti ringrazio per la pazienza che hai avuto (mi sa che faccio 2 parole col postino… non sarebbe la prima volta) e vi faccio i complimenti per il giornale e per l'opuscolo allegato con le istruzioni per l'uso: l'abbiamo trovato decisamente azzeccato! Mi auguro che sia servito anche a far capire a chi pensa di prenderne uno -solo perchè assomiglia ad un peluche- che il SH è adatto, più di ogni altra razza, a persone che più che aspettarsi qualcosa dal cane, hanno voglia di dare, ad un essere vivente stupendo e intelligente rispetto, amore, protezione, complicità e stima. Il SH fa coccole a chiunque, ma l'affetto vero è impareggiabile, ma non incondizionato: ha bisogno di avere il rispetto che merita prima di donare il suo cuore. Ma una volta fatto lo scambio... Ti allego 3 foto (non pensare male, non ne mangia dei vasetti interi, ma una volta finiti li tira lucidi che neanche in lavastoviglie..) Sto pensando di mandarle anche alla Ferrero per una ricerca di marketing! Adesso mi leggo il giornalino nei minimi dettagli e poi ti farò sapere.
From: Silvana Militello To: “Siberian Husky Club Italia” Sent: September 14, 2005 11:07
Da: "Francesca Clemente" A: “Siberian Husky Club Italia” Data: mercoledì 13 luglio 2005
Ciao Laura, mi hai preceduto nella mail, stamattina mi sarei fatta viva per comunicarti che ieri ho ricevuto il Vostro giornalino. Sono stupita ed entusiasta della vostra associazione in quanto non mi aspettavo tante storie, argomenti e moltissime notizie utili. Tutte cose da condividere con persone che hanno una passione in comune. Bravi!!!.........siete stati bravi nel creare questa cosa!!!! Vi faccio i complimenti!!! Non ho mai visto un giornalino così dettagliato e confidenziale! La storia di "Nura and family" mi piacerebbe molto potervela raccontare, non so se riesco però..... tutte le volte che parlo di lei non riesco a trattenere le lacrime. Posso intanto dirti, che insieme a lei se né andata una parte di me, vivevamo in simbiosi, lei non poteva fare a meno di me ed io di lei. Sicuramente un giorno ve la racconterò, piena di emozioni e furbesche birbanterie. Ti ringrazio vivamente per avermi invitato a questo!
Grazie per la preziosissima informazione. Mi sono per caso imbattuta in uno splendido cucciolo di husky 11 anni fa che ha riempito di gioia me e tutta la mia famiglia. Bellissimo, simpatico e fetente (in senso buono) fino all'inverosimile ed estremamente intelligente. Purtroppo Filippo non c'è più ed ha lasciato un vuoto incolmabile. Chi non ha mai vissuto con animali in casa non può comprendere. E' per questo che voglio intraprendere una nuova avventura. Grazie ancora, Francesca Clemente
Tanti saluti Elisa&Kuma Mi chiamo Luisa, sono nata a Bari il 13 ottobre 1996. Sono molto appassionata di Siberian Husky perché è un cane da slitta, nato per la neve e quindi dove abito io non è un posto per i Siberian Husky. Io vorrei abitare in Siberia, perché se abitavo li, potevo farle fare ogni giorno gare da slitta. La nostra KIRA l’abbiamo presa dall’allevamento Cry Out di Davide & Cristina. Kira ha un bel caratterino, però in fin dei conti è buona. Un grandissimo bacione a tutti gli husky.
Luisa Sblendorio.
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News Inverno 2005 From: Gloria di Petta To: Siberian Husky Club Italia Sent: September 26, 2005 10:03 Subject: News Laura, a proposito, ho visto che il sito del Club è stato aggiornato al 15 settembre. La pagina del News riporta anche la terza copertina del News, ma allora è in procinto di spedizione?? E il Club come sta? Come siamo messi? Cosa prevedi per il futuro? Ciao, un saluto a Guido e al resto della truppa!!! Da: "Siberian Husky Club Italia Segreteria" <info@shc-italia.it> A: <Gloria di Petta Oggetto: Re: News Data: martedì 27 settembre 2005
Un ciao a tutti!!! Sono Sara Tessitore da Trieste, e fino a poco tempo fa ho avuto al mio fianco una straordinaria amica: Princess Roxanne, per tutti Roxy, una bellissima Husky dal mantello ramato e dagli occhi color ambra, figlia di Orvo Del Keral'ghin della Vanisella e di L'Ring di Monica. Sono stata fortunata a vivere per quasi 15 anni un'avventura così bella, anche se lo so che devo essere orgogliosa che abbia raggiunto questa età, la sua mancanza si fa sentire...... Solo chi vive con un Siberian Husky sa come questi "lupi" abbiano un carattere forte e come nello stesso tempo con i componenti del loro branco siano così dolci e socievoli! Auguro a tutti gli amanti di questa razza di ricavarne tutte le soddisfazioni e l'amore che ho trovato io in queste dolcissime creature.
Ciao, prima di tutto grazie per la bella e "chiara" risposta a Carla, pubblicherò il tutto sul News di dicembre, sperando che la sig.ra Carla "se ne faccia una ragione". Per il resto, come già assicurato, a giorni verrà spedito il giornalino n.3/2005 e il n.4/2005 a dicembre. Con l'aiuto di soci "molto disponibili ed appassionati" come te possiamo andare AVANTI anche solo facendo un OTTIMO giornalino ed un efficiente SERVIZIO di segreteria, in attesa che i "nemici" del Club escano di scena, meglio ancora spariscano dalla circolazione!! A presto Laura & Guido
Ciao, sono Elettra la figlia di Michele; finalmente posso rispondere alla email Innanzi tutto vorrei scusarmi del ritardo con cui ti rispondo, ma in questo periodo abbiamo avuto dei problemi con la salute del papà. Ho letto che vuoi sapere un po’ della storia di Sutka, la mia dolcissima cagnolina. L’ho comperata da un appassionato e allo stesso tempo allevatore di Siberian Husky. Sutka è nata in Veneto nel 2004 il 2 di febbraio, adesso ha circa 1
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anno e mezzo e come al solito è vivacissima con me; quando viene gente invece è più riservata e timida. Sutka ha un manto pezzato bianco e nero ed ha due occhi color marrone scuro come la cioccolata calda. E’ sempre spiritosa e giocherellona e il suo carattere e il suo aspetto li ha avuti in eredità da sua mamma Yamik e da suo papà Blaich. E’ molto furbacchiona e appena la perdo di vista nel mio grande giardino combina “disastri”. Lei non è sola, come amico, oltre a me, ha Buran anche lui è un siberian husky molto divertente che le fa compagnia durante la mia assenza. Buran è un bellissimo cagnone nato il 23 dicembre del 2003; sulla schiena ,sulla testa e sulla coda ha un colore nero intenso che brilla al sole, dal nero il colore sfuma al grigio, poi diventa bianco sulla pancia e sulle zampe. Buran ha molti particolari: ha due puntini neri sopra gli occhi e due righe nere che attraversano la fronte fino ad arrivare al muso; sembra proprio un diavoletto! Ha una macchia bianca vicino al collo ed una tendente al rossomarrone sulla coda. Riguardo agli occhi, devo dire che li ha bellissimi: uno nocciola e uno metà azzurro e metà marrone. Si lascia fare di tutto, ma quando decide che è ora di smettere si apparta nella sua cuccia. Sutka e Buran sono molto legati l’uno all’altra, anche se sono di età diversa si vogliono bene comunque. Tutti e due sono molto ubbidienti e mi capiscono quando gli parlo. Sono due animali molto intelligenti e quando arriviamo sono felici di vederci così si mettono in mostra correndo a una velocità strepitosa. Giocano e si divertono nel loro giardino; sono proprio due amici inseparabili. Elettra
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Da: "Gloria" Oggetto: news arrivatoooo!!!! Data: sabato 29 ottobre 2005 confermo la ricezione del news. Tutto OK. Adesso me lo gusto con calma.... Sto già preparando qualcosa a proposito della prova di lavoro da scrivere su uno dei prossimi news: sto facendo del mio meglio. P.S= il punto della situazione del club che avete pubblicato mi ha fatto gelare il sangue..... spero proprio che il club continui ad esistere: è un punto di forza della mia esistenza di "huskysta" e non riesco ad accettare l'idea che tutto stia per finire :-(. In tutti i casi sono orgogliosa di averne fatto parte, anche solo per un anno..... le cose migliori si apprezzano proprio quando ti accorgi di non averle più! Spero ovviamente che questa non sia davvero la fine.... Risposta immediata Grazie Gloria, sei "splendida" !!! E' già pronto il nuovo numero del giornalino (SHC-I News n.4 Inverno) che uscirà a dicembre, pervaso da una ventata di ottimismo............ L'affetto sincero di molti, molti soci ci impegna moralmente ad ANDARE AVANTI e quindi "tranquilla" : Noi crediamo fortemente nel Club e anche a costo di essere "quattro gatti" (ma non sarà certamente così) continuiamo nel nostro impegno e lavoro quotidiano. Con i rinnovi del prossimo anno ci CONTEREMO e decideremo insieme cosa è meglio fare per proseguire senza i "faccia tosta" e i "nemici del Club".
Da: "Rampini" Data: venerdì 4 novembre 2005
Da: "Luca Gadola" Data: martedì 6 settembre 2005
vi dò conferma dell'avvenuta ricezione del notiziario e colgo l'occasione per manifestarvi la mia solidarietà ma anche il mio dispiacere per quanto riguarda l'annuncio relativo al futuro del nostro Club nel 2006. La mia opinione personale al riguardo è che è necessario riunire tutte le nostre forze e volontà per evitare nel modo più assoluto lo scioglimento del Club, anche attraverso un'azione di sensibilizzazione nei confronti dei soci.
noi siamo tre ragazze innamorate di questo splendido animale, l'husky e vorremmo iscriverci al vostro club. Noi abbiamo già fondato un nostro piccolo club segreto, senza sapere dell'esistenza del vostro. Husky Club è il suo nome... abbiamo anche inventato l'inno con il balletto sulla musica dell'inno di Mameli. Ci piacerebbe tanto farvelo vedere, voi cosa ne pensate? rispondeteci il più presto possibile
Da: "Castagnola Mirko" Oggetto: SHC-I News n.3/2005 Data: lunedì 31 ottobre 2005 Confermo l'avvenuta consegna del ns. trimestrale. Grazie per l'impegno che mettete nella cura dello stesso; spero di poter ricevere ancora tanti consigli e leggere le esperienze dei ns. cari siberian tramite questo giornale (chiamarlo giornalino mi sembra riduttivo). Ciao, Mirko Da: “Sara Tessitore” Data: mer 2 novembre 2005 Ciao!! Mi è arrivato anche il terzo giornalino e dunque, visto che ho finito di leggere anche questo, non vedo l'ora di aprire la mia cassetta delle lettere e trovare quella grande busta bianca con all'interno il prossimo numero...... siete veramente bravi, visto che da come ho letto il "personale" addetto alla rivista ed al club e davvero ridotto...... COMPLIMENTONI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Saluti Sara
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Risposta immediata BENISSIMO, che bella notizia!!! siamo molto interessati.......... Tanto entusiasmo può solo farci gioire. Restiamo in attesa dell'inno "Siberiano". Dateci il vostro indirizzo per la spedizione in omaggio di una copia del nostro giornalino trimestrale. Siamo certi che oltre all'iscrizione vorrete subito anche gli arretrati.
SMENTITA di quanto pubblicato a pag.41 del nostro trimestrale “SHC-I News 2/2005 Estate” relativamente alla e-mail informativa del 2 febbraio 2005 a firma Ufficio di segreteria Guido & Laura Barbieri, indirizzata al Club Italiano Razze Nordiche e al Presidente SE.SH.I La presente smentita annulla e sostituisce quella già inviata a tutti i Soci con comunicazione del 24 ottobre 2005
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è forse il migliore modo di fare sleddog; non c’è l’incubo dell’orologio, non ci si preoccupa troppo del rendimento, insomma si è tutti tranquilli, rilassati e in compagnia. I cani si divertono e quindi anche noi. Il 10 e 11 settembre u.s. ci siamo incontrati addirittura in Francia (Loc. La Grand Croix – mt.1800) per il primo allenamento di stagione. Naturalmente alla fine degli allenamenti tutti distesi sui prati per un allettante pic-nic. E’ stato davvero un bel week end! Linda Bertazzini
in piedi: Giuseppe, Marco, Edy e Maurizio - seduti: Reginella, Linda (con Sara), Fabio, Marica La foto è già stata pubblicata a colori sul sito del C.I.S. www.sleddogcis.com
Sara, 7 mesi, il futuro……..
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Carissimi Soci, se la lettura di questo e dei precedenti numeri del giornalino/rivista trimestrale vi ha soddisfatto e al tempo stesso la vostra passione per la razza ed il vostro amato cagnolone non è nel frattempo venuta meno, Vi chiediamo cortesemente di provvedere, con la consueta puntualità che vi ha sempre contraddistinto, al rinnovo della quota associativa anche per il prossimo anno 2006. Da parte nostra assicuriamo il medesimo impegno nella gestione della segreteria e della redazione il cui scopo principale è quello di dare sempre un’informativa corretta ed indipendente, senza sottostare a logiche di potere e conflitti di interessi, resistendo a tutti gli attacchi interni ed esterni dettati esclusivamente dalla volontà di voler distruggere questa splendida Associazione così faticosamente costruita con l’aiuto di tutti Voi.
Come già detto in precedenza al momento ci ancora sono troppi opportunismi, interessi, ripicche, ingerenze, prevaricazioni, ecc., ma la passione, l’entusiasmo e la preziosa collaborazione di molti di Voi, riuscirà, ne siamo certi, a normalizzare la situazione presto e bene. Quindi, se ancora interessati a sostenerci, convinti e soddisfatti del nostro disinteressato operare, provvedete a versare quanto prima la quota associativa annuale di soli 21 euro ( 31 per chi vuole anche la tessera ENCI) in modo che ci si possa CONTARE e prendere insieme decisioni importanti per la vita Sociale del Club. Chi invece, per un qualsiasi motivo, non fosse più disponibile a proseguire con noi questa bella avventura è pregato di inviare “due righe” alla segreteria in modo da evitare spiacevoli quanto inutili solleciti. Grazie infinite a tutti e sinceri auguri.
Modalità per il versamento della quota associativa di Euro 21 o 31: Vaglia Postale
- intestato SHC-I c/o Pedullà Aurora - via Gobetti 11 - 21013 Gallarate VA Assegno "non trasferibile" intestato a SHC-I inviato con "posta prioritaria" alla segreteria - via Gobetti 11 - 21013 Gallarate (VA) Bonifico Bancario su conto corrente n.1020145 intestato a SHC-I c/o Pedullà Banca Popolare Italiana Sede di Gallarate CIN J ABI 5164 CAB 50240
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Nuovi Soci 2005 DALL’AGATA Davide DE BACCO Cristina DERIU Denny PASETTO Mauro SBLENDORIO Giorgio TESSITORE Sara