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La lettera al governo di un cameriere: Matteo Zappile
from MADIA_luglio2023
voro per non provarle tutte, per non prendermi 10 minuti dal mio servizio e scrivere a tutti voi, nulla cambierà, nulla succederà e alla fine io come il resto dei miei illustri colleghi saremo costretti ad andare all’estero per avere una vita dignitosa facendo il nostro lavoro.”.
Una conclusione amara e purtroppo realistica se non si cambieranno in fretta le condizioni di lavoro in questo settore. Un settore complicatissimo, che cambia da città a città, dalle zone turistiche ai comuni rurali, con problematiche diverse a Roma rispetto a Peschici sul Gargano, per fare un esempio.
Però il tempo per riorganizzare l’intero comparto è agli sgoccioli, quindi è necessario fare come ha fatto Matteo Zappile ma farlo tutti, scrivere cento, mille, diecimila lettere al governo.
Nel contempo educare i clienti, farli passare dalla parte della ristorazione, fargli capire che questo sistema di ristorazione non potrà reggere a lungo e, con esso, se ne andrà un bene prezioso per le persone e per il Paese: quello di garantire un’economia basata sul piacere, un’educazione corretta all’alimentazione, un turismo internazionale che sceglie l’Italia non solo per la bellezza dei luoghi e l’arte, migliaia e migliaia di posti di lavoro.