3 minute read

Augusta, cucina e cicchetto Una storia di famiglia

Cosa porta due fratelli – Gianluca e Gianpaolo Raschi – titolare di un ristorante affermato e stellato ad aprire un bistrot nel centro storico di Rimini?

Lo abbiamo chiesto direttamente a loro, separatamente, prima ancora di varcare la soglia di Augusta, cucina e cicchetto e la risposta sembrava uscita da un registratore tanto risultava identica, ma era vera, sincera, piena di un entusiasmo tipico di un giovane alle prime armi (e non è il loro caso, vista l’esperienza accumulata in questi anni): “La memoria, il ricordo di una bontà gastronomica che altrimenti sarebbe, con il tempo, scomparsa, quella di nostra nonna, Augusta. E la voglia di tornare a divertirsi facendo questo lavoro”.

Augusta, la moglie di Guido

Guido era il nonno di Gianluca e Gianpaolo. A lui è dedicato il ristorante, stellato dal 2008, che i fratelli Raschi gestiscono sulla spiaggia di Miramare. All’inizio era una baracchina con il bar, la cucina, l’affitto degli ombrelloni e degli sdrai. Un inizio datato 1946, appena finita la guerra, con il bisogno degli italiani di dimenticare gli orrori, tornare a vivere, a sorridere. In quella baracchina Guido e sua moglie Augusta hanno visto nascere migliaia di amori e hanno regalato gioia a migliaia di palati. Augusta era una cuoca eccezionale, con poco o nulla faceva nascere ricette di un sapore irraggiungibile. Gianluca e Gianpaolo sono cresciuti con quel gusto in bocca e nella mente. Non lo hanno mai dimenticato e, nonostante abbiano fatto di quella baracchina un raffinato ristorante sulla spiaggia di Miramare evidentemente la memoria non gli dava tregua. “È proprio così. Dovevamo fare qualcosa che non potevamo realizzare qui da Guido” ci rispondono. Da quel momento parte l’idea, il nome lo avevano già in mente: Augusta. Non poteva chiamarsi in altro modo.

La ricerca del locale ha portato via un po’ di tempo ma anche qui l’idea era chiara: andare nel cuore della città, nel centro storico di Rimini, una dimensione completamente diversa dal mare, dalla spiaggia.

“Volevamo valorizzare un luogo che, molte volte, non è considerato dai turisti. Fino a pochi anni fa il turista che veniva a Rimini non immaginava neppure che vi fosse una città con così tanta storia alle spalle. – ci dicono – E volevamo creare le condizioni dove vivere un’esperienza di casa. Come andare a trovare la nonna che ti accoglie con un bicchiere di vino e un piatto di minestra, ti abbraccia e ti fa sentire a casa spalancandoti la porta del giardino”.

Ebbene, ci sono riusciti!

Augusta, cucina e cicchetto

Questo è il nome completo del locale. Un ristorante-bistrot dove tutto sa di memoria, di divertimento, di bellezza. A cominciare dai piatti dipinti appesi a una parete che erano il premio per chi vinceva le gare in spiaggia di mangiatori di spaghetti senza le mani.

Sembra preistoria ma fino agli anni ’80 del secolo scorso erano gare molto ambite.

Un grandissimo specchio allarga lo spazio interno di Augusta, i tavoli sono ben distanziati tra loro, gli spazi estremamente curati ma la bellezza dà il meglio di sé nel giardino interno. Un luogo, anche questo, della memoria legata al cibo. Infatti, come rivela Oreste Delucca nel suo volume Toponomastica riminese: “la strada si chiamava Via delle Ghiacciaie perché quella intorno alla Cattedrale di Santa Colomba era la zona delle grandi vasche rotonde dotate di sistema di scolo che venivano riempite di neve ghiacciata ed erano utilizzate per conservare per mesi gli alimenti deperibili: pesce, carne, verdure prima che nascesse il frigorifero”.

Una mappa napoleonica ne contiene quattro e la parete curva che si trova nel giardino di Augusta ne è testimonianza. Come è testimonianza il muro che racchiude una parte del giardino che è originario dell’epoca malatestiana.

In quel giardino, in estate, Gianluca e, quando non è da Guido, Gianpaolo, propongono i piatti della loro adoratissima nonna Augusta. Piatti rimasti impressi nella loro memoria che tornano in vita attraverso la formula dei cicchetti, 12 assaggi dalla cucina in quattro giri – alici marinate, canestrini gratinati, lumachine di mare, strozzapreti alle canocchie, fritto di calamari sono alcune delle proposte – oppure alla carta con i sardoncini, lo spaghettone alle vongole di nonna Augusta, seppia e piselli, fritto misto.

Un mangiare tradizionale di un sapore unico!

“Utilizziamo solo pesce locale e valorizziamo il più possibile prodotti che raccontino il bello e il buono del nostro territorio” spiegano i due fratelli. Quel bello e quel buono che hanno segnato la vita di Artusi, l’uomo che ha dato identità alla cucina italiana. Del resto abitava a Forlimpopoli, a pochi chilometri da Rimini.

Autore: Luigi

This article is from: