![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/a3207d6d3f25b9335aa2238b439cad02.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
4 minute read
Una cucina a trazione salutista e oliocentrica
from MADIA_luglio2023
Clicca e leggi l’articolo sul web
siano piuttosto da confinare nel segmento delle farmacie e delle erboristerie, dove già sono reperibili. Ciò che è certo, è che le tendenze di consumo non vanno solo accolte quando sono già state acquisite da tutti, ma, per essere competitivi e originali, se non addirittura unici, occorre precorrere i tempi, pur con tutti i rischi, ovviamente, che ricadono sui pionieri. Oggi il consumo “fuori casa”, al di là del periodo pandemico, vanta numeri importanti. Chi ha l’argutezza di soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più numeroso che non si accontenta più di mangiare bene e sano, ma vuole anche assumere alimenti arricchiti e superfood, la scelta di creare un format specifico, o comunque di prevedere nel menu lo spazio per una serie di proposte di una cucina a trazione salutista e oliocentrica non è poi così campata in aria. Occorre solo il coraggio di sperimentare, tutto qui. Si tenga conto del fatto che due enti internazionali - l’Efsa per l’Unione europea, e l’Fda per gli Stati Uniti d’America - hanno concesso da tempo l’utilizzo di claim salutistici da riportare sulle etichette degli oli extra vergini: ciò è il segno evidente che la salute viene di fatto collocata al centro delle scelte dei consumatori. Peccato soltanto che non si trovino tracce di tali claim sulle etichette degli oli in commercio, e che nemmeno la ristorazione cavalchi simili opportunità. Vedremo, nel frattempo, come si svilupperà di qui in avanti questa possibile opzione.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/da419ce5e932648717cbd366c5214e3d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Martina Manescalchi
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/a52fa36124147c0e85431567fc60c525.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Consulente e formatore
Teamwork Hospitality
Insieme ai clienti, è importante ascoltare anche i dipendenti. I clienti diranno cosa vogliono, ma probabilmente saranno i dipendenti, specie quelli che sono a più stretto contatto con gli ospiti, a trovare il modo di soddisfare le loro esigenze. I dipendenti motivati e con maggiore predisposizione al rapporto con il pubblico sono le persone più adatte alla cura e alla gestione di questi strumenti. Purtroppo, molto spesso si intraprendono strategie social dimenticando le ragioni principali di questo tipo di attività. Deve essere tenuto in considerazione il motivo che sta dietro ad una campagna social. Per esempio, si potrebbe puntare a coinvolgere nuove nicchie di mercato, o a incrementare le vendite o fidelizzare maggiormente i clienti. Gli utenti social vogliono contenuti e stimoli sempre nuovi.
Che fare, invece, se un cliente lascia un commento negativo sulla pagina? Le regole generali di policy aziendale sono applicabili ai social media? Quali i parametri da usare per misurare l’andamento dell’attività? Quali informazioni volete dai vostri clienti? Che immagine volete fornire della vostra struttura? È il momento di pianificare una strategia coerente e dettagliata da linee guida condivise e conosciute da tutto il team. Niente deve essere lasciato al caso.
C’è un tipo di cliente che si sta cercando di raggiungere? Chi sono e dove si trovano questi clienti? All’interno, è importante capire chi, tra i dipendenti, possa essere la persona adatta a realizzare gli obiettivi con successo e trasformare la tattica in strategia.
Per scegliere i canali giusti non esiste una regola universale e la comunicazione non è una scienza esatta. Quando si hanno poco tempo e scarse risorse a disposizione, meglio scegliere un solo canale. Ma è importante aggiornarlo e cercare di utilizzarlo nel migliore dei modi. Niente restituisce un’immagine di trascuratezza e scarsa attenzione al cliente come, per esempio, una pagina Facebook non aggiornata e con commenti ai quali nessuno abbia dato risposta.
Ogni social è dotato delle proprie risorse di monitoraggio. Consultarle periodicamente, incrociando con i dati di Google Analytics e con il numero di conversioni e visite al sito è importante. Controllare se gli argomenti preferiti sui social siano gli stessi che gli utenti consultano con maggiore frequenza anche sul sito e quali sono i post che hanno riscosso maggior successo. Monitorare i dati
Social CRM.
demografici, età, sesso e provenienza dei contatti. Come impostare o portare avanti una strategia, se non conosciamo i nostri contatti?Su orari e tempistiche di pubblicazione è stato detto di tutto. Non c’è società di ricerca statistica che non abbia detto la sua in merito. Dalla newsletter fissa il giovedì ai post su Facebook a metà mattina. Due sono però le cose di cui tener conto: la prima riguarda la rivoluzione mobile, la seconda ha a che fare con le preferenze e le provenienze dei followers. La diffusione capillare di dispositivi mobili e l’aumento costante del loro utilizzo hanno cambiato in modo significativo le abitudini di interazione, compresi gli orari di connessione, sempre più liquidi, per cui diventa difficilissimo fare delle statistiche in questo senso, in un mondo iperconnesso.
Per quanto riguarda le preferenze del pubblico, vale sempre la regola d’oro dell’ascolto: saranno gli utenti a dettare i tempi, gli orari e i contenuti, se sapremo ascoltarli. Cosa dicono le statistiche? Niente come l’analisi delle attività potrà aiutare a impostare una strategia. Da dove vengono i followers? Conviene probabilmente targettizzare i post per lingua e provenienza e decidere di conseguenza orari di pubblicazione mirati e differenti. In generale, per essere competitivi e non scomparire nel mare magnum delle informazioni che scorrono sui social, è d’obbligo almeno pubblicare con frequenza.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/2e962f577b60e8d8617cdd8d128f575d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/4c5bd1addc251f7e61d2deff747300ab.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/a66d6ef4bc2f846e170db6d72f1daf94.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/f8f0a356d73847473146c4a593cbc45f.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/1994ed5dbce647667af059e28b5d761d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/233b12077c73768c1e742d253249ac52.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/1d58490d92bbe7221ce562ad01acf0f2.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
La digital trasformation
Claudia Ferrero Digital Strategist & Evangelist
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230705125619-014c16872d4ea810b7460c0bb17f227e/v1/0a518f4dcb31db55bbbf6a105dca7b3e.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Molti credono ancora che il processo di check-in inizi quando l’ospite arriva alla reception.
Oggi non è più così: ci sono diversi momenti di contatto che rivelano molto prima all’ospite il livello di attenzione e di professionalità dell’hotel e che pertanto possono influenzare tutto il resto del suo soggiorno.
Ecco perché curare questi momenti può rendere il checkin un processo davvero impeccabile.
Il segreto è racchiuso in una piccola lista di controllo per ogni momento cruciale, ovvero:
Prima dell’arrivo
• Mailing: le e-mail di follow up alle conferme di prenotazione devono essere curate e includere non solo tutte le politiche di check-in ma rispondere alle domande più frequenti, come la disponibilità per un arrivo anticipato o una partenza posticipata.
• Automatizzazione: meglio inviare tutte le comunicazioni prima dell’arrivo automaticamente, per comunicare il “messaggio giusto, momento giusto” senza che lo staff debba perdere troppo tempo per questa funzione.
• SOP: creare delle procedure operative standard ha l’obiettivo non solo di rendere più chiare le procedure stesse agli operatori ma soprattutto di migliorare il livello e lo standard di servizio all’ospite.
• Formazione: i collaboratori devono essere formati sia sulla tecnologia sia sulla parte emozionale del check-in, per creare quel tocco speciale all’arrivo. Spesso questo aspetto è poco curato per mancanza di tempo o di metodo, ma va assolutamente curato.
• Upsell: che sia prima o all’arrivo, molti ospiti sono interessati a offerte di servizi superiori ma spesso non ricevono nessuna proposta. Quindi è fondamentale cogliere questi momenti per proporre offerte pertinenti, in linea con le esigenze dell’ospite.
Durante il soggiorno
• Monitoraggio: occorre invitare l’ospite ad inviare messaggi per qualsiasi richiesta o comunicazione, per verificare che tutto si stia svolgendo nei migliori dei modi. Stimolare questo scambio di informazioni eviterà di incappare in situazioni complicate o tardive che difficilmente potranno essere risolte.
• Miglioramento: il check-in è l’occasione ideale per arricchire i profili degli ospiti con nuove informa-